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L’IBRIDO PLUG-IN
Due motori e un plug-in
La tecnologia Phev (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) viene considerata lo strumento ideale per perseguire la strada della transizione energetica: la combinazione di due diversi motori, uno a combustione e uno elettrico garantisce infatti prestazioni elevate e, allo stesso tempo, una modalità green al 100%
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La prima volta che si parlò di veicoli ibridi plug-in era il 1899. Siamo in Austria e Ferdinand Porsche presenta la sua Hybrid Lohner-Porsche Mixte, un’auto dotata di motori elettrici e propulsore a combustione che poteva percorrere 50 km con una carica e raggiungere una velocità massima di quasi 50 km/h, ma solo per 20 minuti. Da quella che, allora, fu considerata una vera innovazione futuristica, è passato più di un secolo. Oggi non
Il nuovo veicolo ibrido plug-in di Scania riesce a percorrere 60 km con una ricarica. solo i veicoli ibridi hanno acquisito una quota di mercato stabile, ma questa tecnologia trova applicazioni anche nel settore dei trasporti perché viene considerata lo strumento ideale che può condurre verso la transizione energetica, in quanto riesce a garantire un trasporto efficiente ma ecologico. Tanto che, secondo l’Eafo, l’Osservatorio europeo per i veicoli ad alimentazione alternativa, in Italia, nell’ultimo anno, il totale delle vetture elettriche e ibride è cresciuto del 42,7%. Non solo, nel periodo gennaio-agosto 2020 l’incremento delle immatricolazioni si attesta a +196,2% per un totale di 9.539 unità.
LA TECNOLOGIA PHEV Phev sta per Plug-in Hybrid Electric Vehicle e, dal punto di vista tecnico, prevede la presenza di un propulsore a combustione interna, un motore elettrico e una presa di corrente. La caratteristica dei veicoli plug-in hybrid sta nel fatto che il plug-in, appunto, consente al veicolo di passare dalla modalità a combustione a quella completamente elettrica e la batteria può garantire percorrenze che vanno fino a 60 chilometri. Questa caratteristica è sicuramente il suo punto di forza: i veicoli plug-in infatti garantiscono prestazioni simili ai tradizionali a combustione, ma consentono anche un’importante riduzione dell’impatto ambientale. Inoltre, la possibilità di poter passare dall’una all’altra modalità di viaggio garantisce a chi lavora nei centri urbani di poter raggiungere facilmente, grazie alla modalità elettrica, le zone ZTL e quelle a traffico limitato. A questo punto è doverosa una distinzione tra questa tecnologia e la cosiddetta tecnologia Mhev. Anche i veicoli Mhev (Mild Hybrid Electric Vehicle) sono dotati di un motore termico e uno elettrico ma la tecnologia alla base di questa
Il Ford Transit Custom Plug-in Hybrid ha un’autonomia, in elettrico, di 56 km.
combinazione prevede che il motore elettrico sia utilizzato esclusivamente a supporto di quello termico, all’accensione o durante le fasi di frenata. È chiaro, dunque, che la tecnologia dei veicoli plug-in sia più avanzata di quella mild hybrid, anche grazie all’utilizzo di batterie di potenza maggiore che permettono il passaggio dalla modalità termica a quella elettrica. Batterie che saranno ricaricate attraverso la frenata oppure con l’uso di una presa di corrente. I tempi di ricarica, ovviamente, dipendono dalla potenza del caricatore a bordo del veicolo, dal cavo di ricarica e dal tipo e dalla potenza della stazione di ricarica utilizzata. Generalmente si va da tempi di ricarica di parecchie ore se si utilizza una rete domestica a tempi di ricarica più rapidi, circa 40/45 minuti, se si utilizza una colonnina più potente. Ad oggi, in Italia, sono presenti oltre 13.176 punti di ricarica pubblici, con una media di una colonnina ogni quattro elettriche o ibride plug-in (stime Eafo). L’obiettivo è quello di potenziare le infrastrutture di ricarica, dotando tutte le aree di servizio autostradali e delle principali arterie extraurbane di almeno un punto di ricarica, mentre i Comuni ne dovranno prevedere almeno uno ogni 1.000 abitanti per un totale di circa 60 mila colonnine.
È IL MOMENTO GIUSTO PER L’IBRIDO PLUG-IN Secondo una ricerca di Roland Berger e FM Logistic, il trasporto merci è responsabile di circa il 20% del traffico urbano e del 30% delle emissioni di CO2 nelle città. L’aumento dell’ecommerce, aggravato dalla natura frammentata del settore della logistica e dall’alta percentuale delle prime consegne fallite, si parla anche del 30%, pone problemi di sostenibilità. È chiaro che la transizione energetica che l’Europa mira a ottenere, con l’obiettivo della completa neutralità carbonica entro il 2050, riguarda anche i veicoli che operano in ambito cittadino. In questo contesto, i veicoli ibridi plug-in sono la soluzione perfetta. In modalità elettrica, diventano lo strumento ideale per tutte quelle attività che richiedono continui stop&go e garantiscono la riduzione delle emissioni di CO2, arrivando a produrre tra il 40% e il 50% di gas serra in meno rispetto a un veicolo a propulsione termica tradizionale. Ma c’è di più: la maggior parte di questi veicoli, che grazie alla modalità elettrica garantiscono l’accesso ai centri urbani, alle zone ZTL e a quelle a traffico limitato, sono dotati di sistemi Geofencing che attraverso l’utilizzo dei dati di localizzazione in tempo reale riescono a riconoscere le zone a traffico limitato ed effettuano il passaggio automatico del veicolo dalla modalità termica a quella elettrica. Inoltre, i veicoli plug-in contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento acustico, e possono quindi essere utilizzati anche per il trasporto notturno. La tecnologia ibrida plug-in diventa, quindi, alleata ideale per il trasporto merci cittadino.
UN PHEV PER OGNI OCCASIONE L’ibrido plug-in rappresenta una soluzione estremamente interessante per le operazioni di trasporto in ambito urbano. Questo rappresenta uno dei motivi per il quale le case costruttrici scelgono questa tecnologia per i loro impieghi cittadini. Un esempio su tutti è Scania che ha recentemente lanciato un nuovo veicolo ibrido plug-in, del quale parleremo approfonditamente nelle prossime pagine, in grado di percorrere fino a 60 chilometri in modalità elettrica e perfettamente utilizzabile in applicazioni quali distribuzione, gestione dei rifiuti, mezzi ribaltabili e scarrabili, veicoli antincendio, soccorso. La tecnologia Phev trova ampia applicazione soprattutto nel segmento dei veicoli commerciali leggeri, proprio in virtù della loro capacità di poter essere utilizzati per il trasporto cittadino e le consegne dell’ultimo miglio. Tra i costruttori che hanno deciso di concentrare le proprie energie nei veicoli plug-in, Ford sostiene che questa tecnologia sia lo strumento ideale IL CICLO WLTP Oggi l’impatto ambientale di un veicolo leggero viene misurato secondo quello che viene chiamato ciclo WLTP, cioè Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure. Si tratta di una vera e propria procedura vincolante che analizza i dati relativi a emissioni di scarico e consumo di carburante dei veicoli leggeri e li classifica in tre gruppi: Gruppo I che comprende le emissioni di anidride carbonica fino a 60 g/km (vi rientrano i veicoli ibridi plug-in), Gruppo II che riguarda le emissioni comprese tra 61 e 95 g/km (full hybrid) e Gruppo III che comprende solo i veicoli con emissioni superiori ai 95 g/km (mild hybrid).
per traghettare il settore verso l’elettrificazione completa. Non è un caso, infatti, che abbia oggi in gamma veicoli commerciali ibridi sia Mild Hybrid che Plug-in Hybrid e che disponga di veicoli ibridi sia nel segmento da una tonnellata sia in quello da due tonnellate. Tra i suoi modelli più popolari troviamo Ford Transit Custom Plug-in Hybrid in grado di percorrere in modalità completamente elettrica fino a 56 km. #
Enel X è tra le aziende che si sono impegnate per il rafforzamento dell’infrastruttura di ricarica italiana. Il suo obiettivo è quello di raggiungere le 28.000 colonnine di ricarica entro il 2022.