Sonetto trekking Alta Valle di Viù: Margone, Lago di Maulciassia, Lago Nero.

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Margone-Lago Nero, Manca poco e son le nove, nella stalla s’ode un bove A Margone siamo giunti, guardo intorno e prendo spunti La mattina è calma e mite, l’ideale per le gite Ecco il bus arriva piano, non si vuole far baccano Dopo buona colazione, dividiamo le persone C’è chi il medio vuole fare, per non troppo faticare Essi andranno a Malciaussia, è un bel lago sulla via. Si, si tratta di un “bel sito”, non gioisco se lo cito. Mi ricorda un tesoriere, ormai noto faccendiere Meglio adesso volar alto, penso al lago blu cobalto. Son le nove e trentasette, parto e allungo le bacchette Sul cartello scritto c’era, La “fontana della Lera” Da memoria del mio diario, stessa strada del Cibrario Dolce oggi la salita, Bruno guida la brigata Chiude il gruppo l’Adriana, nella bruma mattutina. Gruppo “medio”, dietro insegue, guida Enzo e non da tregue Buon Silvano chiude in coda, se cammini lui ti loda. Il contorno gia ci orna, erta, aguzza, Punta Corna Or Trapette, la frazione, a sinistra direzione Con l’autunno che mi ammalia, imbocchiam “Sentiero Italia” E’ un percorso in falsopiano e i binari li, scorgiamo E’ la vecchia ferrovia, Decauville segna la via Le due dighe un tempo univa, la maestranza ne gioiva Tracciolin è pur chiamato, un sinonimo azzeccato Panoramica visione, da qui vedo giu il vallone Nebbia bianca ha permeato, sembra zucchero filato Noi, allegri e spensierati, passeggiamo per i prati Un passaggio par che “morda”, ci aiutiamo con la corda Ad un tratto c’è la fila, tutti a prendere la pila Galleria da attraversare, la si deve illuminare


Sono metri centoventi, senza pila batto i denti Altra corda, altro passaggio, scendi piano ed è più saggio. Siamo in vista del bel lago, son contento ma non pago Al “Volpot” c’è la polenta, è la mezza e un po’ mi tenta Ma il virtuoso voglio fare, continuare a camminare Micropausa e ripartiamo, il laghetto bordeggiamo Con il trial c’è qualche umano, ma non fan troppo baccano Calma Stura attraversiamo, a sinistra dirigiamo Rododendri senza fiori, ci riscaldan sempre i cuori Tanti toni di quel rosso, che dolcezza, son commosso. Finalmente, il Lago Nero, sulla riva indugio fiero Non è tanto dislivello, ma ogni volta è sempre bello. Le due e mezza e si riparte, altro che partita a carte Siam di nuovo a Malciaussia, gia pregusto malvasia Al Volpot sembra un miraggio, c’è un raduno delle Piaggio Quante “Vespa” colorate, vecchie e nuove, lucidate. Poi, sorpresa sull’asfalto, l’Adriana mette smalto “Scenderemo per i prati, mica siamo smidollati!” Altro che slacciar scarponi, siamo ancora ben lontani. A zig-zag verso il torrente, molto erto è il versante Guadagnamo l’altra sponda, tanto l’acqua non è fonda Dopo il prato c’è il pantano, gia mi sento un valligiano Affondiamo lo scarpone, nella “torta” del bestiame C’è chi ride, c’è chi impreca, chi mantiene un’aria bieca Il vitello incuriosito, guarda tutti un po’ stupito Poi tranquillo, tra le fatte, torna sotto a succhiar latte Ancor bosco, ancor fogliame, ora inizio ad aver fame Cinque e mezza ed arriviamo, nella piazza ci assestiamo. Ma che buona birra rossa, dopo due mi da la scossa. Son saluti, abbracci e baci, sai Margone, tu mi piaci!! Alla Prossima! Enzo, Margone (Usseglio), 07/10/12


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