Bill Gekas
Portraits of His Daughter in the Style of Dutch Master Paintings
Inside: Lorenzo Mancini
Sensual Photography Roberto Nencini
Mali reportage Shaun Poston
the great light & more to surprise you n째 002 - MAGGIO 2014
Rubrica_Poesie dell’occhio
Bill Gekas
di Lorenzo Crinelli
The expressive world of Bill Gekas, especially that of his portraits of children, is crystallized in a rarefied beauty where time seems to stand still in one dimension Ultimately, absolute values marked by “old” but that are always alive and always renewed because related to the primary virtues of feelings, solar purities sometimes seemingly naive and instinctive. Portraits that are a form of beautiful nature “dead” I would call and call it ripe and full of life. And the images themselves, so strictly defined in their iconic metaphysical beauty, made of bright colors always full of humor and thick and pasty always measured on the tonal balance of the highest artistic quality, simple scenes of daily life seem to be straight out of a book of beautiful fairy tales and children’s stories. Scenes that mark a slow, calm , marked by the simplicity of the narration through visions reminiscent of space and time than once, those of the old grandparents, without the frenzy and fury where the clock is not watched it and forgot willingly because of the commitment taken peel the sweet potatoes, or you had to play with the cat. They are images of children doing things and run by great views but in my approximate arrival with their clear eye, devoid of unnecessary waste, malice, and where the only value that matters is the movement of your naive, clean feel. A photographic space that aesthetically speaking Bill Gekas who knows what has been done by the old masters painters, but knowing how to take the aspects most incisive and poetic best, because too few clear visual references but rewriting them in a
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Bill Gekas formal dictated where the light, the colors, the spaces themselves are becoming places of absolute size, without formal uncertainties, focused in a space of time where the indefinite and universal today and tomorrow, where the past and also the present. Perhaps behind this beautiful poetic narrative Gekas is also the dream and the hope that some primary existential values ​​return to have their own meaning by giving voice to the sentiment, perhaps unspoken and unwritten, but clearly that children must live well their childhood and so clear and precise that every age its moments. There is the time of the game and its extraordinary importance and uplifting beauty.
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Bill Gekas
di Lorenzo Crinelli
Il mondo espressivo di Bill Gekas, soprattutto quello dei suoi ritratti di bambini, è cristallizzato in una rarefatta bellezza dove il tempo sembra essersi fermato in una dimensione definitiva, assoluta, scandita da valori “antichi” ma che sempre sono vivi e sempre si rinnovano perché legati alle virtù primarie dei sentimenti solari, delle purezze talvolta apparentemente ingenue e istintive. Ritratti che sono una forma splendida di natura “morta” che io chiamerei e definirei piene e mature di vita. E le immagini stesse, così rigorosamente definite nella loro iconica metafisica bellezza, fatte di smaglianti colori sempre pieni di umori pastosi e densi e sempre misurati su equilibri tonali di altissima qualità pittorica, di scene di semplice vita quotidiana sembrano essere uscite da un libro di belle favole e racconti per l’infanzia. Scene che scandiscono un ritmo lento, pacato, segnato dalla semplicità del narrato attraverso visioni che ricordano gli spazi e i tempi di una volta, quelli dei vecchi nonni, privi di frenesia e di furia dove l’orologio non lo si guardava e lo si dimenticava volentieri perché presi dall’impegno di sbucciare le dolci patate, o si doveva giocare col gatto. Sono immagini di bambini che fanno ed eseguono cose da grandi ma viste a mio avvivo con il loro limpido occhio, privo di inutili scorie, di cattiveria e dove il solo valore che conta è il movimento del proprio ingenuo, pulito sentire. Uno spazio fotografico quello Bill Gekas che conosce esteticamente parlando quanto è stato fatto dagli antichi maestri pittori, sapendone prendere tuttavia gli aspetti più incisivi e poeticamente
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Bill Gekas migliori, perché troppo chiari alcuni riferimenti visivi ma riscrivendoli in un dettato formale dove la luce, i colori, gli spazi stessi dei luoghi diventano sempre dimensioni assolute, prive di incertezze formali, focalizzate in uno spazio di tempo universale e indefinito dove l’oggi e anche domani, dove il passato e anche presente. Forse dietro a questa splendida poetica narrativa di Gekas c’è anche il sogno e la speranza che certi primari valori esistenziali ritornino ad avere un loro significato dando voce al sentimento, forse non detto e non scritto, ma decisamente presente che i bambini devono vivere bene la loro infanzia e in modo sereno e che ogni età a i suoi precisi momenti. C’è il tempo del gioco e della sua straordinaria importanza ed esaltante bellezza.
Photographer: bill gekas
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Photographer: Aleksandr Savichev
Photographer: Adam PolaNski
Photographer: Angelica Photography
Photographer: Nigel Maudsley
Photographer: Anita Michniewska
Photographer: Cosmin Micoara
Photographer: Andrea Gottardi
Photographer: Nati Keren
Photographer: John Wilhelm
Photographer: Adrian Sommeling
Photographer: Olga Kuznyetsova
Photographer: Alex Malikov
Photographer: Antonella Renzulli
Photographer: Kirill Chernyavsky
Photographer: Pink Sword
Photographer: Jovana Rikalo photography
Photographer: Karolina Stus
Photographer: l’ubomĂr cervenec
Photographer: Carol-Billy Roberts
Photographer: Anna Ajtner
Photographer: Natalia Pipkina
Photographer: Arkadiusz Makowski
Photographer: Jean-Paul Cotte
Photographer: Silvia Petrone
Photographer: Marco Venturin
Photographer: Leszek Paradowski
Photographer: Max Ramuschi
Photographer: Mauro Tronto‎
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Anna Cichocka
di Lorenzo Crinelli
Where dreams come true. Her children, their magical world and dreamy and her, that of Anna Cichocka, seem to be born into a dimension where reality has become a dream, or rather where the dream, with its delicate feelings of sighs of enchantment and flights us move to distant places and impossible, it seems to have taken the shape and weight of everyday reality. And the very idea of fantasizing, thinking that his imagination in search of happy realization growth and that is part of this way of thinking is always combines an atmosphere and a dimension in which space itself becomes dreamlike. The same portraits, even those in which children seem veiled in sadness and melancholy, expressing these values ​​because what surrounds them, their own way of behaving, dressing, wearing the same clothes fluffy suggest a transitional moment at the first appearance of the sun disappears along with some little naive fog. It is clear, however, that these photos make us dream and come back often, even for certain images that Cichocka built with skilful creativity and beauty that take us back into the dimension of time, from when the boys were hoping to be pilots with appropriate toys and we began to fly with our wooden plane. And how can we think that looking nice and beautiful girl with red hair, often memory in the collective imagination of young girls lively and naughty and who got up to all the colors, the
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Anna Cichocka many classmates who wore the same small plaits and often during classes are distracted and they put her in the same manner to dream with your eyes closed forgetting the surrounding reality. We would like, in part because there have forgotten what dreams dot the fantasy of watching these guys but certainly open us to the poetry of feelings not only for their beauty but for the emotions that they say, do and be able to say to our heart of adults.
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Anna Cichocka
di Lorenzo Crinelli
Dove sognare diventa realtà. I suoi bambini, il loro mondo magico e sognante e il suo, quello di Anna Cichocka, sembrano nascere in una dimensione in cui la realtà si è fatta sogno o meglio dove il sogno, con i suoi delicati sentimenti di sospiri di incanti e voli che ci trasferiscono in spazi lontani e impossibili, sembra avere preso la forma e il peso della realtà quotidiana. E all’idea stessa del fantasticare, del pensiero che ricerca nella fantasia la sua realizzazione di felice crescita e che fa parte di questo modo di sentire si unisce sempre un’atmosfera e una dimensione in cui lo spazio stesso diventa onirico. Gli stessi ritratti, anche quelli in cui i bambini sembrano velati da tristezze e malinconie, esprimono questi stessi valori perché quello che gli circonda, il loro stesso modo di porsi, di vestirsi, gli stessi abiti soffici che indossano fanno pensare ad un momento transitorio che al primo apparire del sole scomparirà insieme a qualche piccola ingenua nebbia. Resta tuttavia evidente che queste foto ci fanno sognare e spesso tornare, anche per certe immagini che la Cichocka costruisce con sapiente creatività e bellezza che ci riportano indietro nella dimensione del tempo, a quando da ragazzi speravamo di essere piloti e con i giocattoli appropriati iniziavamo a volare con il nostro aereo di legno. E come non pensare guardando quella simpatica e bellissima bambina dai capelli rossi, spesso memoria nella fantasia collettiva di ragazzine vivaci e birichine e che ne combinavano di tutti i colori, alle tante compagne di scuola che portavano le stesse
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Anna Cichocka piccole trecce ai capelli e che spesso durante le lezioni si distraevano e si mettevano nella sua stessa maniera a sognare con gli occhi chiusi dimenticandosi della realtĂ circostante. Ci piacerebbe, perchĂŠ in parte ce ne siamo scordati, quali sogni costellano la fantasia di questi ragazzi ma certo guardandoli ci aprono alla poesia dei sentimenti non tanto per la loro bellezza ma per le emozioni che il loro dire, fare e rappresentare sa dire al nostro cuore di adulti.
Photographer: Anna Cichocka
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Photographer: Anna Cichocka
Photographer: Csomai DĂĄvid
Photographer: Emanuel Fernandes
Photographer: Art Khai
Photographer: Lucie Drlikova
Photographer: Christian Lim
Photographer: Ajie Al’rasyid
Photographer: Dmitry Laudin
Photographer: Tina Terras & Michael Walter
Photographer: Elena Bovo
Photographer: Damiano Lamonaca
Photographer: Alessandra Favetto
Photographer: Daria Endresen
Photographer: Enzo Farina
Photographer: Roza Sampolinska
Photographer: Michele Abriola
Photographer: Jake Olson Studios
Photographer: Mariano Belmar Torrecilla
Photographer: Martin Marcisovsky
Photographer: Matej Snopek Photography
Photographer: Nicholas Javed
Photographer: Jozef Kiss
Photographer: Vadim Stein
Photographer: Peter Coulson
Photographer: Ketil Born
Photographer: Natalia Pipkina
Photographer: Michele Abriola
Photographer: Nati Keren
Photographer: Natalia Wejmann
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Fulvio Pettinato
di Paola Palmaroli
There are authors who once met through their shots are never forgotten. Fulvio is one of them and his work, his poetry, it goes beyond the first impact that it allows us to admire his shots and be grateful to have them produced. Why this photographer is intimately connected with his shots, with portraits, scenes of daily life, this author who meets resumes and get in touch with their soul, their history, with the air they breathe, only to be himself part of the frame. I have rarely encountered humans are able to empathize with a look like him, otherwise you do not understand the force of his portraits, the emotion and the energy they emit, beauty is not holographic but intimately connected with their lived. If Fulvio takes a look sad you feel devastated by that melancholy, if you shoot a open and sincere smile, you can feel the same joy that emits that person, child or adult it is. I have met in many different professions from each other people like him, I find that they are imbued with a humanity that if sublimated from an artistic language that reaches heights of immeasurable value. In his report humanity is alive and pulsating, leaves the bounds of the frame itself to become flesh, bones, thought, heart, soul. The looks liquids are so powerful and so intense bitter smiles will leave you breathless. When you discover photographers like this author would like to thank each new day for having had the opportunity to know the best of what man has made of man, for that reassuring feeling that makes you think: “So there really is not an invention poetry or fiction, an advertisement or
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Fulvio Pettinato a lie, a hero created by modern mythology! “ There are seriously people who can enter into communication with those who meet for the first time as if they had always known, that respect the dignity of living beings to the point of decline it in all its beauty and poignant fragility. Fulvio is a portrait of souls, the soul of the world in all its rawness and ruthless honesty, and made ​​slight contact from his extraordinary, from the photographic language that uses different objectives, mechanical and spiritual, to get to the essence of a land and its inhabitants. Love humanity that is within us means first of all to respect that of others, enhance it in every way possible and imaginable, it means picking up a camera and ask the other to talk, to say what he carries in his veins, to tell his story at a glance, it means put at ease a beggar or a badly wounded by poverty, war, disease, poverty, hunger, loneliness, means making all the precious souls who cross our path. Love who we have in front of us means cleave the darkness, to be the bearer of a shadow, perfume, being a witness to a light touch like a caress, listen to a voice, to observe a gesture, indulge in petting a bowed head, being part of a look that makes you tremble when it penetrates the meat on your bones. This can do Fulvio Pettinato traveling the roads of the world, I know that this will continue to make drawing on his sensitivity and creativity, every time I bring home from a distant country or near a handful of that humanity sacred and inviolable best intentions. A summary of the human and divine fusion of ideals that
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fulvio pettinato is not prayer but demand, that is not an answer you want but with hard work, vision and sublimated never shouted, without trying to upset or horrify, simply telling what he sees and hears, what the various players entered the field of vision with his eyes tell him that sweetness typical of someone who knows who he is facing. Because every child, adult or old portrait can recognize in him a man and his boundless love for nature to which it belongs, able to describe them through a photo shoot to see how it happens rarely, able to make us partakers of that precious wealth with simplicity and a poignant poem. Thanks Fulvio, endless thanks!
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Fulvio Pettinato
di Paola Palmaroli
Ci sono autori che una volta incontrati attraverso i loro scatti non si dimenticano più. Fulvio è uno di questi e la sua opera, la sua poetica, va oltre il primo impatto che ci permette di ammirare i suoi scatti e di essergli grato per averli prodotti. Perché questo fotografo è intimamente connesso con i suoi scatti, con i ritratti, le scene di vita quotidiana, questo autore incontra chi riprende ed entra in contatto con la loro anima, con la loro storia, con l’aria che respirano, finendo per essere lui stesso parte del fotogramma. Raramente ho incontrato esseri umani capaci di entrare in empatia con uno sguardo come lui, non si comprende altrimenti la forza dei suoi ritratti, l’emozione e l’energia che emettono, la bellezza non oleografica ma intimamente connessa con il loro vissuto. Se Fulvio riprende uno sguardo triste ci si sente devastati da tale malinconia, se riprende un sorriso aperto e sincero, si respira la stessa gioia che emette quel soggetto, bambino od adulto che sia. Ho incontrato in molte professioni diverse le une dalle altre persone come lui, trovo che siano pregni di un’umanità che se sublimata da un linguaggio artistico raggiunge vette di incommensurabile valore. Nei suoi reportage l’umanità è viva e pulsante, esce dai limiti del fotogramma stesso per farsi carne, ossa, pensiero, cuore, anima. Gli sguardi liquidi sono talmente potenti ed i sorrisi amari talmente intensi da lasciare senza fiato. Quando si scoprono fotografi come questo autore si ringrazia ogni nuovo giorno per aver avuto la possibilità di conoscere ciò che di meglio l’uomo ha fatto dell’uomo,
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fulvio pettinato quella sensazione rassicurante che ti fa pensare: “Allora esiste davvero, non è un invenzione poetica o narrativa, una pubblicità od una menzogna, un eroe creato dalla mitologia moderna!” Esistono seriamente persone in grado di entrare in comunicazione con chi incontrano per la prima volta come se li conoscessero da sempre, che rispettano la loro dignità di esseri viventi fino al punto di declinarla in tutta la sua bellezza e struggente fragilità. Fulvio è un ritrattista di anime, l’anima del mondo in tutta la sua spietata crudezza e sincerità, resa lieve e straordinaria dal suo contatto, da quel linguaggio fotografico che usa obiettivi diversi, meccanici e spirituali, per raggiungere l’essenza di una terra e dei suoi abitanti. Amare l’umanità che è in noi significa prima di tutto rispettare quella degli altri, valorizzarla in tutti i modi possibili ed immaginabili, significa prendere in mano una macchina fotografica e chiedere all’altro di parlare, di dire quello che porta dentro le sue vene, di raccontare la sua storia in uno sguardo, significa mettere a proprio agio un mendicante od un ferito grave da povertà, da guerre, malattie, indigenza, fame, solitudine, significa rendere preziose tutte le anime che attraversano la nostra strada. Amare chi abbiamo di fronte a noi Significa fendere il buio, farsi portatore di un’ombra, di un profumo, essere testimone di un tocco lieve come una carezza, ascoltare una voce, osservare un gesto, indulgere nella tentazione di accarezzare un capo reclinato, essere partecipi di uno sguardo che ti fa tremare la carne sulle ossa quando penetra il tuo. Questo sa fare
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Fulvio Pettinato Fulvio Pettinato viaggiando per le strade del mondo, questo so che continuerà a fare attingendo alla sua sensibilità e creatività, ogni volta che riporterà a casa da un paese lontano o vicino una manciata di quell’umanità sacra e nelle migliori intenzioni inviolabile. Una sintesi di umana e divina fusione di ideali che non è preghiera ma domanda, che non è desiderio ma una risposta cercata con fatica, visione sublimata e mai urlata, senza cercare di sconvolgere o di far inorridire, semplicemente raccontando quello che vede e sente, quello che i vari soggetti entrati nel campo visivo del suo sguardo gli narrano con quella dolcezza tipica di chi sa chi ha di fronte. Perché ogni bambino, adulto o vecchio ritratto sanno riconoscere in lui un uomo ed il suo amore sconfinato per la natura cui appartiene, capace di descriverli attraverso uno scatto fotografico come accade raramente di vedere, in grado di farci partecipi di quella ricchezza preziosa con una semplicità ed una poesia struggenti. Grazie Fulvio, infinitamente grazie!
Photographer: fulvio pettinato di Paola Palmaroli
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Photographer: Fedor Lunin
Photographer: Evgeni Kolesnik
Photographer: Babak Fatholahi
Photographer: Patrizia Burra
Photographer: Zachar Rise
Photographer: David Lazar
Photographer: Albert Bitton
Photographer: Irene Wijnmaalen
Photographer: Mohamed Qasim Naufal
Photographer: Elena Shumilova
Photographer: Christina Ramsey
Photographer: Errys Wiskan
Photographer: Saif EL Masry
Photographer: Marco Bozzato‎
Photographer: Hegel Jorge
Photographer: Bedri Akcay
Photographer: Filipe Correi
Photographer: Jake Olson Studios
Photographer: Patrizia Starnone
Photographer: Tal Flint
Photographer: Irene Wijnmaalen
Photographer: Chris Crossley
Photographer: Simone Conti
Photographer: Ludovic Cadet
Photographer: Ivana Stojakovic
Photographer: Dariusz Klimczak
Photographer: Jorge Maia
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Lorenzo Mancini
di Lorenzo Crinelli
That is, the act and his reality expressive. A gesture that involves visual fragments of the woman who is not only the shape, volume, substance and physical dimension of expression of one’s body but becomes definite connotation of personality, expression and lucid explanation of their inner feelings, his own being female that through the language of and movements of the body from real voice to its existential dimension, emotional and psychological. The female figures of Lorenzo Mancini are closed in poses and gestures that make a strong and vital sculptural form, evocative images of bodies through which these elements are transformed into first and then in emotion expression. A distinctive and if he will seem obvious what was said just look at his images, their influence space with their movements that become elements of elegant visual force, living sculptures in their exhilarating perfection of rare beauty and physicality. However, something seems to melt because the gesture and its shape also entail the involvement of other elements that characterize these girls; the hair that are a significant source like the other representative elements, especially the hands and facial expressions often marked by a sensuality that seems to come from deep motivations, be very substance of the figures as a sign of a refined source of affirmation of individual freedom and especially of its recognition of being a woman. So feel the hair in hand, moving his head to hear, closing our eyes to feel the breath of the atmosphere
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Lorenzo Mancini that surrounds them revealing in their closed space, look intensely with persuasive provocation, if you breathe in order to recognize their reveals the essence of women not only in their fresh and vibrant beauty but also in their investee, because they are aware of its vital significance, free sexuality. Women in their physical reality, anyway, which is always a reminder of the feeling, the passion, the love, the expression of the soul that poem that reminds us of some bright poems of Stéphane Mallarmé that are part of “Feuillets d’Album” : If you want us we will love with your lips without speaking to Which This rose will not let a silence of women who belong to their own time, marked by the present, between sensual vibrations , surges of passion and anxiety to affirm through their movements , the their expressive gestures of their existential reality. Women who know the scent of their flesh.
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Lorenzo Mancini
di Lorenzo Crinelli
Ovvero, del gesto e della sua realtà espressiva. Una gestualità che coinvolge frammenti visivi della donna che non solo è forma, volume, sostanza fisica e dimensione espressiva del proprio corpo ma che diventa connotazione di personalità definita, espressione e lucida precisazione del proprio sentire interiore, del proprio essere femmina che attraverso il linguaggio dei movimenti e del corpo stesso da voce reale alla sua dimensione esistenziale, emotiva e psicologica. Le figure di donna di Lorenzo Mancini sono chiuse in pose e in gesti che le rendono una decisa e vitale forma scultorea, immagini suggestive di corpi che attraverso questi elementi si trasformano prima in espressione e poi in emozione. Un segno distintivo e se potrà apparire scontato quanto detto basta guardare le sue immagini, il loro incidere lo spazio con i loro movimenti che diventano elementi di elegante forza visiva, sculture viventi nella loro esaltante perfezione di rarefatta fisicità e bellezza. Tuttavia qualcosa sembra sciogliersi perché il gesto e la sua forma comportano anche il coinvolgimento di altri elementi che connotano queste ragazze; i capelli che sono fonte significativa al pari dei altri elementi rappresentativi, le mani e soprattutto le espressioni dei volti segnati spesso da una sensualità che sembra nascere da motivazioni profonde, essere sostanza stessa delle figure come segno di una ricercata fonte di affermazione di libertà individuale e soprattutto del proprio riconoscimento di essere donna. Così il sentire i capelli nella mano, il
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Lorenzo Mancini muovere la testa per sentirli, il chiudere gli occhi per sentire il fiato dell’atmosfera che le circonda rivelandole nel loro chiuso spazio, il guardarci intensamente con suadente provocazione, il respirare in se per riconoscere la loro essenza di donne le rivela non solo nella loro fresca e fremente bellezza ma anche nella loro partecipata, perché consapevoli del suo significato vitale, libera sessualità. Donne nella loro realtà fisica, sempre e comunque, che sono sempre un richiamo al sentimento, alla passione, all’amore, espressione di quel poema dell’anima che ci ricorda certe luminose poesie di Stéphane Mallarmè che fanno parte de “Feuillets d’Album”: Se tu vuoi noi ci ameremo Con le tue labbra senza parlare Questa rosa non lasceremo Che per un silenzio maggiore Donne che appartengono al loro tempo, segnate dal presente, tra vibrazioni sensuali, slanci di passione e di inquietudine per affermare attraverso i loro movimenti, la loro gestualità espressiva la loro realtà esistenziale. Donne che conoscono il profumo della loro carne.
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Photographer: lorenzo mancini di lorenzo crinelli
Photographer: lorenzo mancini
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Photographer: Jovana Rikalo
Photographer: Jana Lošáková Kvaltínová
Photographer: Anka Zhuravleva arts
Photographer: Annie Anti
Photographer: Piotr Nowak
Photographer: Alessandro Risuleo
Photographer: Alex Fedorov
Photographer: Dariusz Łyzbicki
Photographer: Nicholas Javed
Photographer: Svetlana Belyaeva
Photographer: Marco Barchesi
Photographer: Marco Morucci
Photographer: Baihaki Abay
Photographer: John Wilhelm
Photographer: Marina Cano
Photographer: Nguyen HoĂ ng Nam
Photographer: Tri Joko
Photographer: Jeannette Oerlemans
Photographer: Cath Schneider
Photographer: Mária Švarbová
Photographer: Bernd Kinghorst
Photographer: Marco Barchesi
Photographer: Roza Sampolinska Photography
Photographer: Lillo Bonadonna
Photographer: Lucja O’Neill
Photographer: Manuela Innocenti
Photographer: Filip van der Cruyssen
Photographer: Anna Oleinik
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Maxmaks Aneta
di Paola Palmaroli
What fascinates childhood so as to lead the photography and photographers to hand to the magic of faces and gestures seemingly plays, fairy-tale, and instead often a disarming naturalness? Children love to play the life, love become protagonists of the stories we are telling them. The recount of fairies and heroes and imagine themselves to be, pretend and live as if that story was true. Childhood is a fantasy world for immediacy and sincerity. Is underestimated by adults, we too often forget that they were children and they think that one can play a part to anyone, that we can not fall completely into the role, only to interpret it better. This author should have included such a contradiction in terms, because childhood is a sense of the rendered consciousness, a magic that charms and disarms. This author has combined the beauty of being an exclamation point in the universe absolute sensitivity of this dawn of humanity to read this spell, this enchantment with infinite delicacy. In the images that shows who portrays apparently does not have the perception of time that no adults in the omnipotence of the critical sense and irony. Who is portrayed simply shows the purity of beauty when it does not know to be such, it becomes a character in a fairy tale because it feels as if it were immersed in a fairy tale; innocence is that it does not know itself its power of attraction; is one of those truths that leave you speechless because the essence of purity and life at the beginning of his career; is unconscious and its perfect contrast, the presence of granitic and absolute sense of themselves;
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Maxmaks Aneta is a continuous flow of perceptions and moments. The photographs that have been admiring the sublimation of the moment and who better childhood can become absolute witness of that spell that is captured by a camera lens? Do not we wonder what will become of that face, that look between thirty or forty years, there are no limits of time and space to believe in the purity and instantly conveys the truth that beauty and a great story make it as valuable as the dream. Children live life like a fairy tale, as if it were a fairy tale life, here we have both fascinations and breathe the suspension of time we would also lived in our souls, as live and soak the looks of these witnesses ready to be the absolute do or goddesses, flowers or streams, wind and sky, sunrise or sunset! Spectacular images, extraordinary magic!
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Maxmaks Aneta
di Paola Palmaroli
Cosa affascina dell’infanzia tanto da condurre la fotografia ed i fotografi per mano verso la magia di volti e di gesti apparentemente teatrali, fiabeschi ed invece spesso di una naturalezza disarmante? I bambini amano recitare la vita, amano rendersi attori protagonisti delle storie che vengono loro raccontare. Gli narri di fate e di eroi e si immaginano di esserlo, si atteggiano e vivono quella storia come se fosse vera. L’infanzia è un mondo fantastico per immediatezza e sincerità. Viene sottovalutata dagli adulti, si dimenticano troppo spesso di essere stati bambini e pensano che si possa far recitare una parte a chiunque, che non ci si possa calare completamente in quel ruolo, solo interpretarlo al meglio. Questo autore deve aver compreso tale contraddizione in termini, perchè l’infanzia è un senso dell’assoluto reso coscienza, una magia che incanta e disarma. Questo autore ha unito la bellezza dell’essere un punto esclamativo nell’universo assoluto di questa alba dell’umanità alla sensibilità di leggere tale magia, tale incantamento con infinita delicatezza. Nelle immagini che propone chi ritrae pare non possieda la percezione del tempo nel dell’onnipotenza che priva gli adulti del senso critico e dell’ironia. Chi viene ritratta mostra semplicemente la purezza della bellezza quando non sa di essere tale, diventa il personaggio di una fiaba perché sente come fosse immersa in una favola; è innocenza che non conosce se stessa ne il suo potere di attrazione; è una di quelle verità che ti lasciano senza parole perché l’essenza della purezza e della vita agli inizi del suo
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Maxmaks Aneta percorso; è incoscienza ed il suo perfetto contrario, una presenza granitica ed assoluta del senso di se stessi; è un fluire continuo di percezioni e di istanti. Le fotografie che state ammirando sono la sublimazione dell’istante e chi meglio dell’infanzia può diventare testimone assoluto di quell’incantamento che viene catturato da un obiettivo fotografico? Non ci chiediamo cosa sarà di quel volto, di quello sguardo tra trenta o quarant’anni, non ci poniamo limiti di tempo e di spazio a credere in quella purezza ed istantanea verità che la bellezza veicola ed una storia fantastica rendono preziose come il sogno. I bambini vivono la vita come una fiaba, una fiaba come se fosse vita, qui abbiamo entrambe le fascinazioni e respiriamo quella sospensione del tempo che vorremmo abitasse anche nelle nostre anime, come abitano ed impregnano gli sguardi di queste testimoni dell’assoluto pronte ad essere fate o dee, fiori o torrenti, vento e cielo, alba o tramonto! Spettacolari immagini, straordinaria magia!
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Photographer: Maxmaks Aneta Paola Palmaroli
Photographer: Maxmaks Aneta
Photographer: Emanuela Migliaccio
Photographer: Simone Favale
Photographer: Angela Bacon-Kidwell
Photographer: Alessandra Favetto
Photographer: Nico Luz
Photographer: Barbara Marin
Photographer: Maurizio Rossi
Photographer: Ewa Ignatowicz
Photographer: Jufri Mustafa
Photographer: Christiane Pelegrini
Photographer: Blacksmith Pat
Photographer: Tuito Tuiter
Photographer: Karolina Stus
Photographer: Bottle Bell Photography
Photographer: Mark-Meir Paluksht
Photographer: Dmitry Borisov
Photographer: Georg Schmidt
Photographer: Eva Varveropoulou
Photographer: Damiano Errico
Photographer: Noise Trzynascie
Photographer: Margarita Karaeva
Photographer: Nicholas Javed
Photographer: Oleg Oprisco TOP
Photographer: Julia Kirsanova
Photographer: Elena Karagyozova
Photographer: Maurice de Vries
Photographer: Katie Andelman Garner
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Michele Abriola
di Paola Palmaroli
It begins a new journey! Through the images of Michele Abriola removes dust from the glass of the window of a train or a car and you look out to catch the first signs of life, the first contents that emerge from the forms that stand before us. Appear faces, scenes of everyday life, everyday objects that we would find in our kitchens but also in these countries are visible and accessible to all. Promiscuity that Michele makes tangible and throbbing while warns us from the first shots shown that there are always two sides of the same coin wherever we go, even to the borders of the unknown world. What we see is a series of moments, like the tiles of a mosaic that will make up the general framework made ​​such interpretation staff, from the same author’s vision. When you lower the windows something comes to us, smells, lights, shadows, faces, voices and yet we go to meet everything and when we get in close communication with every aspect of a country unknown to us until that moment becomes the shot missed that Michael has recorded and fixed forever in his images . A moment, a thousand lives in the moment, a thousand different moods, reflections sending faces of the same reality, sometimes conflicting, overlapping the other, rarely coincide. Michele invites us not delude ourselves: is hard to see, learn a new reality does not mean to cross a train or a car, give us a fleeting glance or groped to immerse themselves body and soul completely. The patience of a photographer and his ability to always remember that they are in any aspect will fix this on his photographs will only
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Michele Abriola be enjoyed by those who observe them, by those who live in the second instance. I visited the places photographed by Michele more than 20 years ago, now I’m watching them with his own eyes, I try to get in the eyes of those who got caught in the dust and in homes that are open to the curiosity of those who pass in front of the doors and the open windows. The life that Michael has crystallized in his precious photographic moments is full of smells, spices, gasoline, sweat, wind, moods, sounds, a charm that the wonder of a traveler always impresses with his shots, his emotions carried by images up to us. What to some may seem a scenario sweetened, human imprinted into the atmosphere from the photographs of Michael the pathos and wonder described return to be described that adventure. Each shutter door visible signs of poverty and isolation which the tourists can not remedy but which are translated into images of Michele with wisdom, We are always that respect, that dignity, that refined sense of human feeling that in author is pure aestheticism beauty which the truth can never take away his true connotations, just soften them, make them less harsh, full of the mercy mixed with curiosity when the photographer is no exception to witness with care and genuine affection everything he sees and feels. There are various types of travelers, the photographer knows sometimes all understand, interpret knows best, knows how to develop them as if they were parts of a film negative infinite which will bring new perceptions, changes in judgment but in the lived
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Michele Abriola experience of these life experiences. When photography is the interpreter of this urgency, when it becomes the content of existence represented then we have the good fortune to meet shots like that shown by Michele. Are its history, its meetings, will also become ours, will give us unforgettable moments of life, others heavier that will blow away the dust of our consciences accustomed to the glimmer of an exotic trip not to its consistency sometimes sweet, others bitter. Michele always manages to go from sweet to bitter, salty and savory showing the ingredients of a humanity that in his travels becomes food for the soul, nourishes the body and underlies a lively curiosity that is admired in every shot proposed. Thank you Michele!
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Michele Abriola
di Paola Palmaroli
Si inizia un nuovo viaggio! Attraverso le immagini di Michele Abriola si toglie la polvere dal vetro del finestrino di un treno o di una macchina e si guarda fuori per cogliere i primi segni di vita, i primi contenuti che emergono dalle forme che si stagliano davanti a noi. Appaiono volti, scene di vita quotidiana, oggetti di uso comune che troveremmo anche nelle nostre cucine ma in questi paesi sono visibili ed alla portata di tutti. Una promiscuità che Michele rende tangibile e palpitante mentre ci avvisa dai primi scatti mostrati che esistono sempre due facce della stessa medaglia ovunque andiamo, perfino ai confini del mondo sconosciuto. Quello che vediamo è una serie di istanti, come le tessere di un mosaico, che andranno a comporre il quadro generale reso tale dall’interpretazione personale, dalla visione stessa dell’autore. Quando si abbassano i finestrini qualcosa ci viene incontro, odori, luci, ombre, volti, voci eppure anche noi andiamo incontro a tutto ciò ed il momento in cui entriamo in comunicazione stretta con ogni aspetto dell’esistenza di un paese a noi sconosciuto fino a quel momento diventa quello scatto imperdibile che Michele ha registrato e fissato per sempre nelle sue immagini. Un attimo, una, mille vita in quell’attimo, mille umori diversi, riflessi che inviano facce di una stessa realtà, a volte contrapposte, altre sovrapponibili, raramente coincidenti. Michele invita a non farci illusioni: vedere costa fatica, conoscere una nuova realtà non significa attraversarla con un treno o con una macchina, darci un’occhiata fugace oppure tentare di immergersi
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Michele Abriola anima e corpo totalmente. La pazienza di un fotografo e la sua bravura stanno nel ricordare sempre che qualsiasi aspetto fisserà sulle sue fotografie questo solo verrà fruito da chi le osserva, da chi le vivrà in seconda istanza. Ho visitato i luoghi fotografati da Michele più di 20 anni fa, li sto osservando ora con i suoi occhi, provo ad entrare negli sguardi dei soggetti che ha catturato, nella polvere e nelle case che si aprono alla curiosità di chi passa davanti alle porte ed alle finestre aperte. La vita che Michele ha cristallizzato nei suoi preziosi istanti fotografici è pregna di odori, spezie, benzina, sudore, vento, di umori, di suoni, di un fascino che lo stupore di un viaggiatore imprime sempre ai suoi scatti, alle sue emozioni trasportate dalle immagini fino a noi. Ciò che per alcuni potrebbe sembrare uno scenario edulcorato, nell’atmosfera umana impressa dalle fotografie di Michele il pathos e la meraviglia descritti ritornano ad essere quell’avventura descritta. Ogni scatto porta ben visibili i segni della povertà e dell’isolamento cui i turisti non possono porre rimedio ma che nelle immagini di Michele vengono tradotti con sapienza, Ci troviamo sempre quel rispetto, quella dignità, quel senso raffinato dell’umano sentire che nell’autore è estetismo puro, bellezza cui la verità non potrà mai togliere i suoi veri connotati, solo addolcirli, renderli meno duri, ricolmi di quella pietà mista a curiosità cui il fotografo non si sottrae per testimoniare con attenzione ed affetto sincero tutto ciò che vede e sente. Ci sono vari tipi di viaggiatori, il fotografo sa comprenderli a volte tutti, sa interpretarli al
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Michele Abriola meglio, sa svilupparli come fossero parti di una pellicola infinita cui i negativi apporteranno nuove percezioni, modifiche non nel giudizio ma nel vissuto stesso di tali esperienze di vita. Quando la fotografia si fa interprete di questa urgenza, quando diviene il contenuto stesso dell’esistenza rappresentata allora abbiamo la fortuna di incontrare scatti come quelli mostrati da Michele. Sono la sua storia, i suoi incontri, diventeranno anche i nostri, ci regaleranno momenti indimenticabili di vita, altri più pesanti che faranno volar via la polvere alle nostre coscienze abituate al baluginio esotico di un viaggio non alla sua consistenza a volte dolce, altre amara. Michele riesce sempre a passare dal dolce all’amaro, dal salato al saporito mostrandoci gli ingredienti di un’umanità che nei suoi viaggi diventa cibo per l’anima, nutre il corpo e sottende una curiosità vivace che si fa ammirare in ogni scatto proposto. Grazie Michele!
Photographer: Michele Abriola di Paola Palmaroli
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Photographer: Michele Abriola di Paola Palmaroli
Photographer: Mariola Glajcar
Photographer: Natalia Zakonova
Photographer: Marcin Trojak
Photographer: Marta Everest
Photographer: Elena Shumilova
Photographer: Mohammadreza Momeni
Photographer: David Lazar
Photographer: Sam Portraitsbysam
Photographer: Dariusz Ĺ yzbicki
Photographer: Dmitry Noskov
Photographer: Georg Schmidt
Photographer: Lucky E. Santoso
Photographer: Boris Zaretsky
Photographer: Caroline Zenker
Photographer: David Lazar
Photographer: Julita Skretkowicz
Photographer: Dmitry Ageev
Photographer: Nicholas Javed
Photographer: Mohammad Ghorbani Nia
Photographer: Carol-Billy Roberts
Photographer: Maurice de Vries
Photographer: Silvia Petrone
Photographer: Magdalena Wołk
Photographer: Paulina Herman
Photographer: Zachar Rise
Photographer: Paul Apal’kin
Photographer: Oliver Leuchtenberg
Photographer: Ketil Born
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Nicholas Javed
“Faces with emotion clothes� di Paola Palmaroli
Where to be able to see the pain in his dream, like to talk about beauty without staring into the icy expression , harmonious and fascinating as the snow crystals. Who knows the intimate nature of the pain of the soul knows that you do not always like our physical struggles , writhes not like what happens to the tortured bodies and wounded, drilled by the disease and need. There is a subtle and insinuating that suffering as human faces , there is a sad and painful beauty that is worth to grasp and to show, there are mental habits that feed on the brightness of the skin and eyes seeking solace in the world of dreams. Women who portrays Nicholas Javed apparently seem goddesses descended on the earth who have had the opportunity to know the meaning of good and evil, surprised , surprises, never tired to dive into the sensory perceptions that inhabit the human nature, do not come from the sky are extremely earthly and mortal , possess only the traits of a timeless beauty but their faces are very human and capable of revealing in all their fragility. We find eyelids , looks helpless against the loneliness of those who remain alive though injured and private air we breathe . They seem to wake up from the slumber of an abandoned paradise , bodies that hear the sound of silence , harmony and perfection that they get dirty his hands as he scrambles to find a new equilibrium. Is there an echo in the beauty that shakes away the strength
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Nicholas Javed of youth, a wind that pushes the bodies to compete with their own perfection and truth. The content is the same in the form of a body such as a face and this photographer knows grasp the details like a entomologist . We have before us women like butterflies that survive for a short time to metamorphosis , which flies feelings and experiences . Women seemingly perfect faces that communicate through a tender fragility of which the beauty is always appropriate when it recognizes the purity. In portraits of Nicholas Javed every woman is a riddle itself, reflected in a mirror . In her visions there are women who do not wear clothes only sumptuous but they use their faces to cover the emotions, feelings disarmed and stripped of frills and masks in front of their becoming. Faces that emerge from a dream that begs for mercy at every awakening , a movement of wings like a butterfly that vibrate complex feelings . Young women have portrayed ancient soul , are witnesses of both arcane destinies of the easiest experiences, characterized by a dazzling beauty that disarms and shows its fragility through a liquid pain never yelled , only ever whispered ! An uncommon quality shines through those expressions that capture the photographer and fixed forever in his images , a technique unparalleled superfine and translates
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Nicholas Javed them into light and suggestions. A formal elegance that ends up being the dance of silence which the faces and bodies give voice while pain is carved with a light touch full of shame ! “ Truth and beauty, beauty and truth, “ we find the traces of this difficult and challenging research in the visions of Nicholas Javed and what never stop to thank him !
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Nicholas Javed
“Faces with emotion clothes” di Paola Palmaroli
Dove poter far incontrare il dolore al sogno, come far parlare la bellezza senza fissarla in espressioni gelide, armoniose ed affascinanti come i cristalli di neve. Chi conosce l’intima natura del dolore dell’anima sa che non si dibatte sempre come quello fisico, non si contorce come accade ai corpi martoriati e feriti, trapanati dalla malattia e dal bisogno. C’è una sottile ed insinuante sofferenza che veste i volti umani, c’è una bellezza malinconica e sofferta che vale la pena di cogliere e di mostrare, ci sono abiti mentali che si nutrono della luminosità della pelle e degli sguardi cercando conforto nel mondo dei sogni. Le donne che Nicholas Javed ritrae all’apparenza sembrano dee scese sulla terra che hanno avuto la possibilità di conoscere il senso del bene e del male, stupite, sorprese, mai stanche di immergersi nelle percezioni sensoriali che abitano la natura umana, Non provengono dal cielo, sono estremamente terrene e mortali, possiedono solo i tratti di una bellezza senza tempo ma i loro volti sono umanissimi e capaci di svelarsi in tutta la loro fragilità. Troviamo palpebre abbassate, sguardi disarmati di fronte alla solitudine di chi resta vivo seppur ferito e privato dell’aria che respira. Sembrano risvegliarsi dal torpore di un paradiso abbandonato, corpi che ascoltano il suono del silenzio, l’armonia e la perfezione che si sporcano le mani mentre si arrampicano sugli specchi per cercare un nuovo equilibrio. Esiste nella bellezza un’eco lontano che scuote anche la
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Nicholas Javed forza della giovinezza, un vento che sospinge i corpi a misurarsi con la propria perfezione e verità. Il contenuto sta nella forma stessa di un corpo come di un volto e questo fotografo sa coglierne i dettagli alla stregua di un entomologo. Abbiamo davanti a noi donne simili a farfalle che sopravvivono per pochissimo tempo alla propria metamorfosi, che fanno volare sentimenti e vissuti. Donne apparentemente perfette che comunicano attraverso i volti una fragilità tenerissima di cui la bellezza si appropria sempre quando ne riconosce la purezza. Nei ritratti di Nicholas Javed ogni donna è un enigma di se stessa, riflesso in uno specchio. Nelle sue visioni ci sono donne che non indossano solo abiti sontuosi ma usano i volti per rivestire le emozioni, sentimenti disarmati e spogliati da fronzoli e maschere di fronte al loro divenire. Volti che riemergono da un sogno che chiede pietà ad ogni risveglio, un movimento di ali come di farfalle che fanno vibrare sentimenti complessi. Le giovani donne ritratte possiedono un’anima antichissima, sono testimoni sia di arcani destini che di più semplici vissuti, caratterizzate da una bellezza abbagliante che disarma e mostra tutta la sua fragilità grazie ad un liquido dolore mai urlato, sempre e solo sussurrato! Una qualità non comune traspare da quelle espressioni che il fotografo cattura e fissa per sempre nelle sue immagini, una tecnica impareggiabile e sopraffina le traduce in luce
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Nicholas Javed e suggestioni. Un’eleganza formale che finisce per essere la danza di un silenzio cui i volti ed i corpi danno voce mentre il dolore viene scolpito con un tocco lieve pregno di pudore! “Verità e bellezza, bellezza e verità” troviamo le tracce lasciate da questa difficile e stimolante ricerca nelle visioni di Nicholas Javed e di ciò non finiremo mai di ringraziarlo!
Photographer: Nicholas Javed “Faces with emotion clothes� di Paola Palmaroli
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Photographer: Nicholas Javed “Faces with emotion clothes� di Paola Palmaroli
Photographer: Ahmad Alia
Photographer: Alessandra Barsotti
Photographer: Almor Loução
Photographer: Dariusz Klimczak
Photographer: Alberto Di Donato
Photographer: Amir Bajri
Photographer: Beniamino Lai
Photographer: Leszek Bujnowski
Photographer: Francesco Ruffoni
Photographer: Rui Pires
Photographer: Tomasz Solinski
Photographer: Thiagu Clicks
Photographer: RĂŠhahn Photography
Photographer: Paolo Scarano
Photographer: Stavros Zembilis
Photographer: Cak Dony Chrismanto
Photographer: Alessandro Bergamini
Photographer: Nicholas Surya Wibowo
Photographer: Lalit Rohidas
Photographer: Gansforever Osman
Photographer: Alessandro Bergamini
Photographer: Slim Letaief
Photographer: Daniele Stefanizzi
Photographer: Piotr Haskiewicz
Photographer: Edmondo Senatore
Photographer: Lee Jeffries
Photographer: Marco Barchesi
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Roberta Nozza
“Equations in female” di Paola Palmaroli
In the visions, “Equations for women “by Roberta Weddle you learn to read the woman using the ABC book of his body. The feminine sensibility brings to life the experiences and emotions using your own body as a reference point. There are not only books to learn to read when you’re a kid means walking legs and feet, weeping eyes and chest, dream means living is awake and during sleep. Children learn from the beginning to feel through your body, every part is a factor, every emotion an addition or a subtraction. Young women are becoming more aware of the wonderful tool they own, a brush, a pencil, a pen, ink ready to give form and content to their own experiences. The body of the women in these images is the blank page on which experience writes its own history, on which the feelings trace signs and symbols with geometric precision. The angles, straight lines, parallel, coincident or those that intersect with no apparent logic are emotional writing of women’s bodies. There are books that are not written but lived until the last page, blank pages where the ink of life leaves its marks. Those books are bodies that have the grammar and syntax of their language, which contain and express their passion, their need for expression and communication, their music. In these pictures every body is the result of a multiplication or a division, a frame adds a bunch of flowers on the ground subtracts, everything appears for what it is: a formula different for every woman, inscribed in the sensitivity of a hundred thousand souls, translated by bone and
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Roberta Nozza flesh, declined by dreams and thoughts. We are alone with our body from childhood, we learn to live with it as if it was our best friend or your worst enemy! Every change we belong to the same nature, each transformation desired and sought becomes a tattoo that preserves the soul to be able to decipher calmly. The women read more easily the bodies of those they love and love her even if your are looking to catch some visions of Roberta. This photographer invites us to open the doors, all pages to write, to read his. Suggests that we live them fully, to look beyond the surface we treat or beautify, to read us in without pretense. Is not asking us to give the ego a huge power but to be less cruel that You jostling for space and survival influences of all kinds. Female equations, algebra of existence that is combined with the mystery is not quite as simple operations that use variables and exponents as the energy of both body and mind. There are vibrations in these visions that are part of the earth on which we live, a sensitive and not invisible. Women are not puzzles unsolved, do not represent the concepts or unattainable ideals is that the logic of dreams, have a current blood flowing in veins and arteries, rivers ancient as the world itself. The female body is sculpted, painted, killed, violated, imprisoned, polite, embellished, dressed, undressed, broken down and dissected, filled and emptied, without ever considering that pulsates with life of its own, which has its time, its spaces, his needs, which is both content and container, which is inhabited by
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Roberta Nozza the spirit of female life, in the visions, “Equations for women “by Roberta Weddle you learn to read the woman using the ABC book of his body. The feminine sensibility brings to life the experiences and emotions using your own body as a reference point. There are not only books to learn to read when you’re a kid means walking legs and feet, weeping eyes and chest, dream means living is awake and during sleep. Children learn from the beginning to feel through your body, every part is a factor, every emotion an addition or a subtraction. Young women are becoming more aware of the wonderful tool they own, a brush, a pencil, a pen, ink ready to give form and content to their own experiences. The body of the women in these images is the blank page on which experience writes its own history, on which the feelings trace signs and symbols with geometric precision. The angles, straight lines, parallel, coincident or those that intersect with no apparent logic are emotional writing of women’s bodies. There are books that are not written but lived until the last page, blank pages where the ink of life leaves its marks. Those books are bodies that have the grammar and syntax of their language, which contain and express their passion, their need for expression and communication, their music. In these pictures every body is the result of a multiplication or a division, a frame adds a bunch of flowers on the ground subtracts, everything appears for what it is: a formula different for every woman, inscribed in the sensitivity of a hundred thousand souls, translated by
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Roberta Nozza bone and flesh, declined by dreams and thoughts. We are alone with our body from childhood, we learn to live with it as if it was our best friend or your worst enemy! Every change we belong to the same nature, each transformation desired and sought becomes a tattoo that preserves the soul to be able to decipher calmly. The women read more easily the bodies of those they love and love her even if your are looking to catch some visions of Roberta. This photographer invites us to open the doors, all pages to write, to read his. Suggests that we live them fully, to look beyond the surface we treat or beautify, to read us in without pretense. Is not asking us to give the ego a huge power but to be less cruel that You jostling for space and survival influences of all kinds. Female equations, algebra of existence that is combined with the mystery is not quite as simple operations that use variables and exponents as the energy of both body and mind. There are vibrations in these visions that are part of the earth on which we live, a sensitive and not invisible. Women are not puzzles unsolved, do not represent the concepts or unattainable ideals is that the logic of dreams, have a current blood flowing in veins and arteries, rivers ancient as the world itself. The female body is sculpted, painted, killed, violated, imprisoned, polite, embellished, dressed, undressed, broken down and dissected, filled and emptied, without ever considering that pulsates with life of its own, which has its time, its spaces, his needs, which is both content and container, which is
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Roberta Nozza inhabited by the spirit of female life, a roommate intimately valuable and confidential. In the images proposals will not find a perfect woman, but the woman! You will experience the strange sensation of hearing sound vibrations is the voice, the singing of the essence of a body. Legs and arms ready for the dance, muscles and bones, tendons and meat ready to go out from the image because they belong to something that is only the surface simply does not exist, and the body of women is not only a blank page on which to leave their posts are not simply walls upon which to draw graffiti or leather brand focus to make identifiable, accessible and controllable its mass, its content. Every woman is a current strong enough to contain the flow of the whole universe is body and soul, music to math equation allows only the use of his free time maintaining the capacity of discernment. Women who think, dreaming, creating, reflecting themselves and their inner world, which Ascoli, looking, watching and photographing his own feelings in the hope of being heard simply for what they are. Women are a pulse of life, a musical chord, perfect equation of the universe which turn their attention and disarming curiosity constantly, never sparing himself. In these images you will learn to listen, eyes you will need to travel all the other senses, and “woman “is no longer exclusively a feminine singular noun or a combination of factors, the woman will be his body and his mind, his soul and its flow! Thanks Roberta Weddle! a roommate intimately valuable and confidential. In the
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Roberta Nozza images proposals will not find a perfect woman, but the woman! You will experience the strange sensation of hearing sound vibrations is the voice, the singing of the essence of a body. Legs and arms ready for the dance, muscles and bones, tendons and meat ready to go out from the image because they belong to something that is only the surface simply does not exist, and the body of women is not only a blank page on which to leave their posts are not simply walls upon which to draw graffiti or leather brand focus to make identifiable, accessible and controllable its mass, its content. Every woman is a current strong enough to contain the flow of the whole universe is body and soul, music to math equation allows only the use of his free time maintaining the capacity of discernment. Women who think, dreaming, creating, reflecting themselves and their inner world, which Ascoli, looking, watching and photographing his own feelings in the hope of being heard simply for what they are. Women are a pulse of life, a musical chord, perfect equation of the universe which turn their attention and disarming curiosity constantly, never sparing himself. In these images you will learn to listen, eyes you will need to travel all the other senses, and “woman “is no longer exclusively a feminine singular noun or a combination of factors, the woman will be his body and his mind, his soul and its flow! Thanks Roberta Nozza!
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Roberta Nozza
“Equazioni al femminile” di Paola Palmaroli
Nelle visioni, “Equazioni al femminile” di Roberta Nozza si impara a leggere la donna usando l’Abbecedario del suo corpo. La sensibilità femminile porta a vivere le esperienze e le emozioni usando il proprio corpo come punto di riferimento. Non esistono solo i libri per imparare a leggere, quando si è bambini camminare significa gambe e piedi, piangere occhi e petto, sognare vuol dire vivere sia da svegli che durante il sonno. I bambini imparano fin da subito a sentire attraverso il proprio corpo, ogni parte è un fattore, ogni emozione un’addizione od una sottrazione. Le giovani donne diventano sempre più consapevoli dello strumento meraviglioso che possiedono, un pennello, una matita, un pennino, inchiostro pronto per dar forma e contenuto ai propri vissuti. Il corpo delle donne in queste immagini è quella pagina bianca su cui l’esperienza scrive la propria storia, su cui i sentimenti tracciano segni e simboli con un precisione geometrica. Gli angoli, le linee rette e parallele, quelle coincidenti o che si intersecano senza un’apparente logica sono la scrittura emozionale del corpo delle donne. Ci sono libri che non vengono scritti ma vissuti fino all’ultima pagina, pagine bianche dove l’inchiostro dell’esistenza lascia i suoi segni. Quei libri sono corpi che possiedono la grammatica e la sintassi del loro linguaggio, che esprimono e contengono la loro passione, il loro bisogno di espressione e di comunicazione, la loro musica. In queste immagini ogni corpo è il risultato di una moltiplicazione o di una divisione, una cornice aggiunge,
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Roberta Nozza un mazzo di fiori a terra sottrae, tutto appare per quello che è: una formula diversa per ogni donna, inscritta nella sensibilità di una, cento, mille anime, tradotta da ossa e carne, declinata da sogni e pensieri. Siamo sole con il nostro corpo fin da bambine, impariamo a vivere con esso come se fosse il nostro migliore amico od il peggior nemico! Ogni cambiamento sappiamo appartenere alla natura dello stesso, ogni trasformazione voluta e cercata diventa un tatuaggio che l’anima conserva per poterlo decifrare con calma. Le donne leggono più facilmente i corpi di chi amano e se amassero anche il proprio scorgerebbero quello state osservando nelle visioni di Roberta. Questa fotografa ci invita ad aprire delle porte, pagine tutte da scrivere, a leggere le sue. Ci suggerisce di viverle fino in fondo, di guardare oltre la superfice che curiamo od abbelliamo, a leggerci dentro senza infingimenti. Non ci sta chiedendo di dare all’Io un potere smisurato ma di essere meno crudeli con quel Tu che sgomita per farsi spazio e, sopravvivere ad influenze di ogni tipo. Equazioni al femminile, l’algebra dell’esistenza che si coniuga non con il mistero piuttosto con operazioni semplici che usano come grandezze e come esponenti l’energia sia del corpo che della mente. Ci sono vibrazioni in queste visioni che fanno parte della terra su cui viviamo, una realtà sensibile e non invisibile. Le donne non sono enigmi insoluti, non rappresentano concetti od ideali irraggiungibili sia dalla logica che dai sogni, possiedono
Rubrica_di Paola Palmaroli
Roberta Nozza una corrente sanguinea che fluisce in vene ed arterie, fiumi antichi come il mondo stesso. Il corpo femminile viene scolpito, dipinto, massacrato, violato, imprigionato, educato, abbellito, vestito, spogliato, scomposto e vivisezionato, riempito e svuotato, senza mai considerare che pulsa di vita propria, che ha i suoi tempi, i suoi spazi, i suoi bisogni, che è sia contenuto che contenitore, che è abitato dallo spirito vitale femminile,Nelle visioni, “Equazioni al femminile” di Roberta Nozza si impara a leggere la donna usando l’Abbecedario del suo corpo. La sensibilità femminile porta a vivere le esperienze e le emozioni usando il proprio corpo come punto di riferimento. Non esistono solo i libri per imparare a leggere, quando si è bambini camminare significa gambe e piedi, piangere occhi e petto, sognare vuol dire vivere sia da svegli che durante il sonno. I bambini imparano fin da subito a sentire attraverso il proprio corpo, ogni parte è un fattore, ogni emozione un’addizione od una sottrazione. Le giovani donne diventano sempre più consapevoli dello strumento meraviglioso che possiedono, un pennello, una matita, un pennino, inchiostro pronto per dar forma e contenuto ai propri vissuti. Il corpo delle donne in queste immagini è quella pagina bianca su cui l’esperienza scrive la propria storia, su cui i sentimenti tracciano segni e simboli con un precisione geometrica. Gli angoli, le linee rette e parallele, quelle coincidenti o che si intersecano senza un’apparente logica sono la scrittura emozionale del corpo delle donne. Ci sono libri che non vengono scritti ma vissuti fino all’ultima
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Roberta Nozza pagina, pagine bianche dove l’inchiostro dell’esistenza lascia i suoi segni. Quei libri sono corpi che possiedono la grammatica e la sintassi del loro linguaggio, che esprimono e contengono la loro passione, il loro bisogno di espressione e di comunicazione, la loro musica. In queste immagini ogni corpo è il risultato di una moltiplicazione o di una divisione, una cornice aggiunge, un mazzo di fiori a terra sottrae, tutto appare per quello che è: una formula diversa per ogni donna, inscritta nella sensibilità di una, cento, mille anime, tradotta da ossa e carne, declinata da sogni e pensieri. Siamo sole con il nostro corpo fin da bambine, impariamo a vivere con esso come se fosse il nostro migliore amico od il peggior nemico! Ogni cambiamento sappiamo appartenere alla natura dello stesso, ogni trasformazione voluta e cercata diventa un tatuaggio che l’anima conserva per poterlo decifrare con calma. Le donne leggono più facilmente i corpi di chi amano e se amassero anche il proprio scorgerebbero quello state osservando nelle visioni di Roberta. Questa fotografa ci invita ad aprire delle porte, pagine tutte da scrivere, a leggere le sue. Ci suggerisce di viverle fino in fondo, di guardare oltre la superfice che curiamo od abbelliamo, a leggerci dentro senza infingimenti. Non ci sta chiedendo di dare all’Io un potere smisurato ma di essere meno crudeli con quel Tu che sgomita per farsi spazio e, sopravvivere ad influenze di ogni tipo. Equazioni al femminile, l’algebra dell’esistenza che si coniuga non con il mistero piuttosto con operazioni
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Roberta Nozza semplici che usano come grandezze e come esponenti l’energia sia del corpo che della mente. Ci sono vibrazioni in queste visioni che fanno parte della terra su cui viviamo, una realtà sensibile e non invisibile. Le donne non sono enigmi insoluti, non rappresentano concetti od ideali irraggiungibili sia dalla logica che dai sogni, possiedono una corrente sanguinea che fluisce in vene ed arterie, fiumi antichi come il mondo stesso. Il corpo femminile viene scolpito, dipinto, massacrato, violato, imprigionato, educato, abbellito, vestito, spogliato, scomposto e vivisezionato, riempito e svuotato, senza mai considerare che pulsa di vita propria, che ha i suoi tempi, i suoi spazi, i suoi bisogni, che è sia contenuto che contenitore, che è abitato dallo spirito vitale femminile, un coinquilino intimamente prezioso e riservato. Nelle immagini proposte non troverete un ideale di donna, ma la donna! Proverete la strana sensazione di udire delle vibrazioni sonore: è la voce, il canto dell’essenza di un corpo. Gambe e braccia pronte per la danza, muscoli ed ossa, tendini e carne pronti ad uscire dall’immagine cui appartengono perché qualcosa che sia solo superficie semplicemente non esiste e, il corpo delle donne non è esclusivamente una pagina bianca su cui lasciare i propri messaggi, non sono semplicemente mura su cui tracciare graffiti o pelle da marchiare a fuoco per rendere identificabile, raggiungibile e controllabile la sua massa, il suo contenuto.
Rubrica_di Paola Palmaroli
Roberta Nozza Ogni donna è una corrente capace di contenere il flusso dell’universo intero, è corpo ed anima, un’equazione musicale che alla matematica concede solo l’uso dei suoi termini mantenendo libera la capacità di intendere e di volere.. Donne che pensano, che sognano, che creano, che riflettono se stesse ed il proprio mondo interiore, che si ascolano, che osservano, che guardano e fotografano il proprio sentire nella speranza di essere ascoltate semplicemente per quello che sono. Le donne sono un impulso di vita, un accordo musicale, equazione perfetta dell’universo cui rivolgono la propria attenzione e disarmante curiosità incessantemente, senza mai risparmiarsi. In queste immagini imparerete ad ascoltare, gli occhi vi serviranno per viaggiare in tutti gli altri sensi e, “donna” non sarà più esclusivamente un sostantivo singolare femminile od un insieme di fattori, donna sarà il suo corpo e la sua mente, la sua anima ed il suo fluire! Grazie Roberta Nozza! un coinquilino intimamente prezioso e riservato. Nelle immagini proposte non troverete un ideale di donna, ma la donna! Proverete la strana sensazione di udire delle vibrazioni sonore: è la voce, il canto dell’essenza di un corpo. Gambe e braccia pronte per la danza, muscoli ed ossa, tendini e carne pronti ad uscire dall’immagine cui appartengono perché qualcosa che sia solo superficie semplicemente non esiste e, il corpo delle donne non
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Roberta Nozza è esclusivamente una pagina bianca su cui lasciare i propri messaggi, non sono semplicemente mura su cui tracciare graffiti o pelle da marchiare a fuoco per rendere identificabile, raggiungibile e controllabile la sua massa, il suo contenuto. Ogni donna è una corrente capace di contenere il flusso dell’universo intero, è corpo ed anima, un’equazione musicale che alla matematica concede solo l’uso dei suoi termini mantenendo libera la capacità di intendere e di volere.. Donne che pensano, che sognano, che creano, che riflettono se stesse ed il proprio mondo interiore, che si ascolano, che osservano, che guardano e fotografano il proprio sentire nella speranza di essere ascoltate semplicemente per quello che sono. Le donne sono un impulso di vita, un accordo musicale, equazione perfetta dell’universo cui rivolgono la propria attenzione e disarmante curiosità incessantemente, senza mai risparmiarsi. In queste immagini imparerete ad ascoltare, gli occhi vi serviranno per viaggiare in tutti gli altri sensi e, “donna” non sarà più esclusivamente un sostantivo singolare femminile od un insieme di fattori, donna sarà il suo corpo e la sua mente, la sua anima ed il suo fluire! Grazie Roberta Nozza!
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Photographer: roberta nozza “EQUATIONS IN FEMALE” “EQUAZIONI AL FEMMINILE”
Photographer: Achmad Kurniawan
Photographer: Natascha van Niekerk
Photographer: M.Wonderwall‎
Photographer: Margarita Kareva
Photographer: Stefan Gesell
Photographer: Lucie Robinson
Photographer: Lucie Drlikova
Photographer: Alessandro Risuleo
Photographer: A.M.Lorek Photography
Photographer: Adam Opris
Photographer: Cosmin Micoara
Photographer: Alban Henderyckx
Photographer: Jorge Maia
Photographer: Bonnie And Clyde Creative Images
Photographer: Federico Tofanelli
Photographer: Álvaro Roxo
Photographer: Francesco Russo
Photographer: António Laranjeira
Photographer: Luis Valadares
Photographer: Erkan Camlilar
Photographer: Aydan Kerimli
Photographer: Margarita Kareva
Photographer: Nicholas Javed
Photographer: Antonella Renzulli
Photographer: Amirhossein Kazemi
Photographer: Nikolay Retoucher Lobikov
Photographer: Jake Olson Studios
Photographer: Sean Archer
Rubrica_di Alessandra Barsotti
Roberto Nencini
di Alessandra Barsotti
Photographing the light of the soul “before you take take a deep breath, hold your breath, arms tight to the body and ... click!” When Roberto is shooting all over the body to do so, they are stopped by a moments breath suspended immediately, a moment that expands his life to always have a photo. It’s so that spring images that speak of places that belong to the distant past, the recent past, today, tomorrow. Photos that combine themselves at all times possible, that know how to dress emotion and narrative, document and testimony. This is how, without ever losing sight of the soul that beats inside those hands, in that finger that stops time, giving rhythm to the beat to form, the framing, the expression of a stolen face unknown but it open to him / us by giving something unique and unrepeatable. And Roberto knows how to look, is in tune with everything around him, makes a splash without network in the world and the world receives the reflected image of himself. There is light, in what he sees is the light that he seeks, carved the faces of distant peoples, entangled in their hair, hidden in the eyes of the children who will be kids forever, soul mates who will remain in her and in our imaginary. He’s Diego that we will continue to look at that picture in black and white, is Roberto, who continue to do so through him. They are de-saturated colors of the peoples of Mali, of which we taste the dust and heat, the suggestion of an atmosphere that only those who have breathed in deep may be able to tell. Narratives without clamor, without respect, empathy and communion. They
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Roberto Nencini are the proud and dignified faces of Buddhist monks lit by lights that seem to come from within. They are far away lands, the desert and its colors, where everything has a shape changing but reassuring, contrasting lines and colors where everything takes on the value of a superior project, perfect, unique. Are neighboring lands, those at home, the sea and its movements, its waves serum dressed sunsets, bathrooms unexpected obstacles that become laces that weave rays of a sun that goes to die on the horizon. They are the landscapes of Tuscany, paths with eyes full of love respectful. Are the cities of the world, to be told in a language that only he knows, but it is so easy and natural to understand . And then again, in biannual scratching and smell of the darkroom, which tell of sunny villages, where echoing footsteps and laughter of kids playing, chatter of women sitting at the entrance of the house. And you stop to wade a little girl and a cat, you find yourself there, alongside Roberto, breathless, timeless today as it was then... always... click!
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Roberto Nencini
di Alessandra Barsotti
Fotografando la luce dell’anima “prima di scattare fai un bel respiro, trattieni il fiato, braccia serrate al corpo e... click!” Quando Roberto scatta è tutto il corpo a farlo, sono attimi fermati da un respiro sospeso nell’immediato, un istante che dilata la sua durata al sempre di una foto. E’ così che nascono immagini che parlano di luoghi che appartengono al passato remoto, al passato prossimo, all’oggi, al domani. Foto che coniugano loro stesse a tutti i tempi possibili, che sanno vestirsi di emozione e racconto, di documento e testimonianza. Nascono così, senza perdere mai di vista l’anima che pulsa dentro a quelle mani, a quel dito che ferma il tempo, a quel battito che dà ritmo alla forma, all’inquadratura, all’espressione rubata di un viso sconosciuto ma che si apre a lui/noi donando qualcosa di unico e irripetibile. E Roberto sa come guardare, entra in sintonia con tutto ciò che lo circonda, fa un tuffo senza rete nel mondo e dal mondo riceve l’immagine riflessa di se stesso. C’è luce, in quello che vede, è la luce quella che cerca, scolpita nei visi di popoli lontani, impigliata tra i loro capelli, nascosta negli occhi di bimbi che saranno bimbi per sempre, anime gemelle che resteranno nel suo e nel nostro immaginario. E’ Diego che ci continuerà a guardare da quella foto in bianco e nero, è Roberto che continuerà a farlo attraverso di lui. Sono i colori de-saturati dei popoli del Mali, di cui assaporiamo polvere e calore, suggestione di un’atmosfera che solo chi ha respirato nel profondo può riuscire a raccontare. Narrazioni senza clamore, fatte di rispetto, di empatia, di
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Roberto Nencini comunione. Sono i volti dignitosi e fieri di monaci buddisti accesi da luci che sembrano arrivare da dentro. Sono terre lontane, il deserto e i suoi colori, dove tutto ha una forma mutevole ma rassicurante, contrasti di linee e cromie dove ogni cosa assume il valore di un progetto superiore, perfetto, unico. Sono terre vicine, quelle di casa, il mare e i suoi movimenti, le sue onde seriche vestite di tramonti, di bagni inaspettati, di ostacoli che diventano trine che intrecciano raggi di un sole che va a morire all’orizzonte. Sono i paesaggi di Toscana, percorsi con occhi pieni di amore rispettoso. Sono le città del mondo, da raccontare in una lingua che solo lui conosce ma che è così facile e naturale comprendere. E poi si riparte, in bienne che graffiano e profumano di camera oscura, che raccontano di paesini assolati, dove riecheggiano passi e risate di ragazzetti che giocano, chiacchiericci di donne sedute alle porte di casa. E ti fermi a guadare una bimba ed un micio, ti ritrovi lì, al fianco di Roberto, fiato sospeso, senza tempo, oggi come allora... sempre... click!
Photographer: Roberto Nencini di Alessandra Barsotti
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Photographer: Roberto Nencini
Photographer: Leszek Paradowski
Photographer: Emanuela Migliaccio
Photographer: Peter Cakovsky
Photographer: Mojebory
Photographer: Barbara Marin
Photographer: Alexia Sinclair
Photographer: Nanouk el Gamal - Wijchers
Photographer: Crystal Parker
Photographer: Alina Mayboroda
Photographer: Anna Ajtner Photography
Photographer: Svetlana Melik-Nubarova
Photographer: Katarzyna Stolarczyk Kiepiela
Photographer: Babak Fatholahi
Photographer: Martin Iman
Photographer: Biagio Munciguerra
Photographer: Mojca Rakovec
Photographer: Alex Kireyev
Photographer: Daniel Penciuc
Photographer: Lillo Bonadonna
Photographer: Edyta PEkala
Photographer: Emanuela Migliaccio
Photographer: Silvia Petrone
Photographer: Basia Stankiewicz
Photographer: Irene Wijnmaalen
Photographer: Katarina Grajcarikova
Photographer: Patrizia Burra
Photographer: Bill Gekas
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Rodica Tanase
di Paola Palmaroli
The most precious gift of this author is the creative ability that united the skilful use of a surreal and extraordinarily charming style of writing make his works not only beautiful but photographic examples of dreamscapes spectacular. Elaboration to the definition of the spaces, the symbiosis between content and form, almost hypnotic enchantment that his visions invite you to follow, each image speaks of a complex and varied world which the author gives a lightness and delicacy that enchant. The speed is compressed and subdued by intersecting lines in geometry fantastic, space acquires strength and energy from the spiral scrolls and perspectives that lead us by the hand to the heart of it. The vanishing points instead of distancing us to bring the suggestions evoked and every photograph in which we find ourselves traveling becomes a three-dimensional perception. The notes of color become puzzles to play, the black and white conveys the essence of the creative author whose turn its attention to advancing in a world made ​​up of fragments of a dream, by reference to a subjective reality that attempts to wedge in that dimension where sleep and wakefulness create new. The architecture of mind that this author creates for us to end up living in a world where venture getting new ideas for our own imagination, photographs that transform into trips and reflections, echoes and in flights of fancy, so magical to be enchanted by their own currents, fluid thought that
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Rodica Tanase feeds on ideas, suggestions unimaginable donated by the refined aesthetic sense of beauty and multifaceted. Stunning developments fantastic and surreal his visions, when the creative team up and the reason this is the miracle that you get: the fantasy bride’s mind, the reality of the evolution of its development . Thanks Rodica Tanase your mental spectacular architecture, supported by a fantasy full of ancient and cultured symbolic references from a wisdom that is valuable stimulus to seek the essence of beauty!
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Rodica Tanase
di Paola Palmaroli
La dote più preziosa di questa autrice è la capacità creativa che unita all’uso sapiente di un grafismo surreale e straordinariamente affascinante rendono le sue opere non solo delle bellissime fotografici ma degli esempi di paesaggi onirici spettacolari. Dall’elaborazione alla definizione degli spazi, dalla simbiosi tra contenuto e forma, dall’incanto quasi ipnotico che le sue visioni invitano a seguire, ogni immagine parla di un mondo complesso e variegato cui l’autrice imprime una lievità ed una delicatezza che incantano. La velocità viene compressa e soggiogata da linee che si intersecano in geometrie fantastiche, lo spazio acquisisce forza ed energia dalla spirale di volute e di prospettive che ci conducono per mano fino al cuore dello stesso. I punti di fuga invece di allontanarci ci fanno avvicinare alle suggestioni evocate ed ogni fotografia in cui ci troviamo a viaggiare diventa un’esperienza percettiva tridimensionale. Le note di colore diventano enigmi da interpretare, il bianco e nero veicola l’essenza della creatività dell’autrice cui rivolgere la propria attenzione per inoltrarsi in un mondo costituito da frammenti di sogno, da riferimenti ad una realtà soggettiva che tenta di incunearsi in quella dimensione dove il sonno e la veglia creano nuove, Le architettura mentali che questa autrice crea finiscono per farci abitare un mondo dove avventurarsi ricevendo nuovi stimoli per la nostra stessa fantasia, fotografie che si trasformano in viaggi e riflessioni, in echi e voli pindarici, talmente magici da rimanere incantati dalle loro stesse
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Rodica Tanase correnti, fluido pensiero che si nutre di idee, suggestioni inimmaginabili donate dalla bellezza di senso estetico raffinato e poliedrico. Splendide evoluzioni fantastiche e surreali le sue visioni, quando la creatività e la ragione si alleano questo è il miracolo che si ottiene: la fantasia sposa la mente, la realtà le evoluzioni del suo divenire. Grazie Rodica Tanase spettacolari architetture mentali le tue, supportate da una fantasia ricolma di antichi e colti riferimenti simbolici da una sapienza preziosa che è stimolo a ricercare l’essenza della bellezza!
Photographer: Rodica Tanase di Paola Palmaroli
Photographer: Rodica Tanase
Photographer: Svetlana Belyaeva
Photographer: Margie Kusuma
Photographer: Karolina Ryvolova
Photographer: Dariusz Ĺ yzbicki
Photographer: Irina Dzhul
Photographer: Alireza Sadreddini
Photographer: Anna Kaminska
Photographer: Cristina Venedict
Photographer: Rohit Pansare
Photographer: Ronny Behnert
Photographer: Anna Niemec
Photographer: Magdalena Roeseler
Photographer: Floura Chandra
Photographer: Katarina Grajcarikova
Photographer: Kate Luber
Photographer: Valerio Maruffi
Photographer: Takashi Suzuki
Photographer: Akira Takaue
Photographer: Laura Mexia
Photographer: Ludovic Cadet
Photographer: Paolo Stoppani
Photographer: Massimo Della Latta
Photographer: Holger Liedtke
Photographer: Przemysław Gaj
Photographer: Jake Olson Studios
Photographer: Caras Ionut
Photographer: Taufik Akbar
Photographer: Marco Matteucci
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Shaun Poston
“Eternal childhood� di Paola Palmaroli
The eternal present is part of childhood. Who remembers what it feels like to live every moment, every day, as if the infinite had decided to live inside of us, who recalls that seems impossible to break the spell, he knows portray childhood. Shaun Poston knows this spell, he has not forgotten! One day he had in his hands, his arms, under his eyes that feeling in the flesh, able to speak with the eyes, to seek protection through a smile, cry and cry over nothing. He decided to photograph the infancy of the world, a dream that draws lifeblood from real suggestions, tangible. A small being who is guarded and protected while his soul, a blank page, it gives the writing of light. A being who needs to be fed, left free to fly with his imagination, free to sharpen all his senses, touching the grass still wet with dew in the early morning, a being capable of flying while remaining with their feet on the ground. The children in the images of Shaun Poston is a kaleidoscope of wonder and curiosity, it is a fairy girl who sooner or later will become woman, is a young woman who can make her fertile womb as the love that feeds him. This photographer has decided to capture the happiness, to fix forever with the light it emits. Dante Alighieri was able to describe Hell as anyone else when it came to Paradise had to climb on the glass to tell his story of faith and love for God with the result to be not credible because the perfection and purity, grace, and the ‘ eternal love are not of this planet, are an ideal, a need, a desire, a mirage, a continuous research and inexhaustible. Shaun
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Shaun Poston Poston has not tried all of this, in his images took an essential aspect of childhood : his birth and by doing so he described a paradise all the land, unaware that such experienced as clay which give form and content. This extraordinary photographer captured Heaven in a look, a little girl has turned into a beautiful angel, he found the equivalent of heaven on earth philosophical and metaphysical. In the eyes of childhood is understood that the best of humanity, its most precious and fragile, that dream interrupted left the womb for a few more years and this is as if it is kept, it protects, love you unconditionally. Being able to see the development of a brain, a body, to observe a cluster of cells that multiply exponentially, listen to the first breath of this being, making everyday a safe haven in which to find stimulation and rest, realizing all the basic needs necessary for its growth, giving the freedom to express themselves and to be following in the footsteps of that mystery which is called “Life� leads to make these images. How many of us in front of a fairytale atmosphere and surreal retract gracefully with the thought reflecting below on this paradise on earth : so many! How many have forgotten those great days where nothing and no one could change the horizons perceived, how many of us will be able to try commotion in front of these visions without perceiving that modesty which paralyzes the memories! I do not converge to admit that he felt an immense joy to
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Shaun Poston resurrect those moments, deep magma settled by time and now cold and polished basalt. The memory is capable of giving us deja vu like a flash of light, powerful and priceless memories.. When a new being born and emits its first cry, slowly emerges within us all that has made us better men or women if he survived the count of the days and nights, the destruction of betrayals and disappointments. Even just for a handful of moments that I resurrected then ingiunger them to return from whence they came to the explosion of feelings and emotions that always bring below, I sincerely thank Shaun Poston. This photographer has had the sensitivity to tell with a poignant grace a boundless happiness, alien to itself because it lacks consciousness and self-determination, without masks and makeup, eternal present that escapes to the past and the future, which does not know the ‘ it immortality mortality. The magic of an artist, a photographer, a father, a man who has never disowned the child who has been made and ​​ the best of those who have ceased to believe in a timeless time!
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Photographer: Shaun Poston
Photographer: Shaun Poston “eternal childhood� di Paola Palmaroli
Photographer: Roxin Marcel
Photographer: Leszek Paradowski
Photographer: Jake Olson
Photographer: Oleg Oprisco
Photographer: Ajie Al’rasyid
Photographer: Ravshaniya
Photographer: Karolina Stus
Photographer: Nigel Maudsley
Photographer: Marina Cano
Photographer: Sebastian Luczywo
Photographer: Shlomi Nissim
Photographer: Oleg Yarunin
Photographer: Adrian Sommeling
Photographer:
Виталий Сокол
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CONTENT: THE IMAGINARIUM PRODUCTION: Visual C. S. di Alessandro Risuleo http://www.visual.it PROJECT: Diana Maranzano WEBSITE: http://www.theimaginarium.it