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Missione e valori
Ufficio Pio sostiene il diritto di ogni persona a realizzare il proprio progetto di vita e di famiglia.
La Fondazione opera a favore di persone che vivono una situazione di difficoltà e che vogliono costruire un futuro migliore per loro stessi, per i loro famigliari e per la comunità. È un ente di solidarietà attiva, impegnato ad aiutare le persone ad esercitare appieno i loro diritti di cittadinanza e di ricerca della felicità.
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Ufficio Pio, in collaborazione con le istituzioni pubbliche e private, realizza interventi con l’intento di produrre cambiamenti duraturi nella vita delle persone e nella comunità, anche attraverso azioni preventive nel campo dell’educazione, della formazione, della ricerca di un lavoro, dell’accesso ai diritti ed effettua interventi per affrontare e risolvere i disagi di natura abitativa.
La Fondazione coltiva la vocazione a “stare sul campo”, per conoscere le persone e i loro bisogni, per collaborare con le istituzioni pubbliche e private, per confrontare i metodi e i risultati ottenuti con il mondo della ricerca e con partner stranieri nell’ambito di progetti europei.
Lo staff di Ufficio Pio, con il prezioso contributo dei volontari e delle volontarie, lavora cercando di tradurre quotidianamente, in concreto, il principio di uguaglianza e di pari dignità tra le persone.
Il 14 maggio 1595 nacque la Compagnia di charità o il Pio Ufficio. Possedeva un capitale considerevole. Buona parte dei proventi erano destinati a fornire ogni anno una dote matrimoniale a quattordici fanciulle povere e dal 1608 a vestirle nel giorno dell’Immacolata. Iniziò così l’opera di Ufficio Pio che già nel Seicento aveva assunto la gestione della maggior parte delle attività di assistenza della Compagnia di San Paolo nata 32 anni prima. A inizio Settecento erano opera di Ufficio Pio anche le elemosine distribuite ai “poveri vergognosi” - persone di nobile origine cadute in rovina - affidate a “confratelli” incaricati di verificare, quartiere per quartiere, la reale necessità delle persone che ne avrebbero beneficiato, mantenendo un costante rigoroso riserbo sulla loro identità.
Caduta la monarchia, il governo napoleonico trasferì i beni della Compagnia di San Paolo allo Stato, ma l’Ufficio Pio non scomparve del tutto. Fu ribattezzato Ufficio generale di Beneficienza. Con il ritorno di Vittorio
Emanuele I, Ufficio Pio riprese il suo nome, ma fu soltanto sotto Carlo Alberto che, insieme alla Compagnia di San Paolo, rinforzò il patrimonio, rilanciando l’attività benefica.