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EDITORIALE
di Mauro Verones
Ci stiamo avvicinando alla conclusione dell’anno ed anche quest’anno come gli ultimi tre trascorsi ha una anomalia mondiale che influenza totalmente i cittadini del mondo nel loro vivere quotidiano: il Covid. Quest’anno poi, mentre stava nascendo una speranza di uscire dall’emergenza è cominciata una guerra vera e propria alle porte dell’Europa. Una guerra che per motivi geopolitici dà un ulteriore colpo alla prospettiva ormai remota di tornare ad una normalità ormai risalente al 2019.
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Dal 2019 ad oggi abbiamo assistito al susseguirsi di crisi, economiche, politiche e sanitarie che ci hanno costretti a vedere il mondo e la realtà che ci circonda in modo diverso.
Come ha scritto Einstein: “è nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.”.
Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo cambiato modo di lavorare e modo di trasmettere la nostra attività verso l’esterno. Nonostante i problemi oltre ad aver svolto l’attività ordinaria, come eventi sul territorio, esposizione della mostra sulla FEB e la realizzazione dei tre numeri del giornalino Famiglie Trentine, siamo riusciti a realizzare progetti di un’importanza strategica e simbolica.
Abbiamo realizzato e portato a termine un progetto importantissimo nell’ambito della nuova mobilità attraverso il Progetto Sinergie imprenditoriali. Siamo riusciti a organizzare la permanenza di due giovani Brasiliani, un imprenditore ed un ricercatore che hanno trascorso in periodo di due mesi di scambio di conoscenze in altrettante aziende compatibili con le attività svolte da questi due discendenti di trentini. Partner di questo progetto sono state l’azienda agricola eredi di Cobelli Aldo, un’impresa che si occupa di produzione di vino e ospitalità agrituristica, con una spiccata attenzione sulla produzione biologica e sulla tutela di prodotti del territorio, e Remoove Srl un’azienda che sviluppa metodi, know-how e servizi per singoli individui, comunità e organizzazioni che vogliono migliorare ed evolvere la mobilità, la vita sociale e il viaggio in un’ottica inclusiva e sostenibile.
Un momento di condivisione che potrà creare un ponte ed una fonte di sviluppo di attività in paesi che si trovano a migliaia di chilometri di distanza.
Troverete all’interno di questo numero i racconti e le sensazioni che questi due progetti hanno lasciato ai loro protagonisti. Siamo riusciti, anche quest’anno, attraverso la collaborazione ormai consolidata con la Scuola Dante Alighieri di Asuncion (Paraguay), ad insegnare l’italiano a 80 cittadini stranieri di origine trentina, portandoli ad una conoscenza certificata fino al B2. Abbiamo realizzato, in collaborazione con l’Associazione Villazzano Solidale, due cene etniche (cucina dei paesi dell’est europeo e cucina latino-americana). Eventi caratterizzati da tanta simpatia grazie alla partecipazione di una importante amica dell’associazione oltre che da un corpo di ballo ed una piccola band di arzilli signori, buona cucina con piatti sconosciuti ai trentini ed un momento di fratellanza che hanno permesso di far conoscere le attività che le associazioni svolgono tutti i giorni.
Collegandosi alle cene e continuando nel solco delle attività realizzate nel corso del 2021, nel mese di dicembre abbiamo re- alizzato due serate di scuola di cucina in streaming grazie all’aiuto dell’amico Luigi Grisenti. Anche quest’anno le serate sono state seguite da tantissimi amici oltremare che hanno gradito la bravura nell’insegnamento di Luigi e la possibilità di poter fare delle domande in diretta, sulle ricette e su altre curiosità. Abbiamo partecipato a fiere e mercatini per raccogliere fondi volti ad autofinanziare le attività dell’UFTE. Nel mese di dicembre realizzeremo un evento del tutto nuovo per noi: un concerto di tre cori trentini il Coro Carè Alto, il Coro le Maddalene ed il Coro Citavi che canterà in diretta streaming dal Brasile. L’evento pensato per fare gli auguri ai nostri associati presenti in Italia ma soprattutto all’estero, prenderà il titolo di: Cori Trentini al di qua ed al di là del mare. Sarà Realizzato nella sala polifunzionale del Comune di Sfruz, con il quale collaboriamo spesso, e sarà trasmesso in diretta streaming e sulla televisione brasiliana Oriundi TV, per tutti coloro che vorranno seguire il concerto.
I progetti è la voglia di realizzare momenti culturali continuano nelle menti dei membri del consiglio direttivo anche per il 2023, ma la ricerca di idee e di persone che vogliano collaborare saranno sempre all’ordine del giorno della nostra associazione che sostanzialmente vive di rapporti umani, di cultura e condivisione.
Non voglio tediarvi troppo, preferendo lasciarvi leggere ciò che abbiamo scritto all’interno di questo numero. Auguro a tutti Voi, a nome mio, del consiglio direttivo e dell’associazione che rappresento, di passare queste festività con le persone che amate in serenità e pace.
Mauro Verones Presidente Unione delle Famiglie Trentine all’Estero
DON LORENzO GUETTI
a cura di Patricia Lanzziano Broz
Lorenzo Guetti nacque il 6 febbraio 1847 a Vigo Lomaso, da Girolamo e Rachele Molinari. Vigo Lomaso è un piccolo paese delle Valli Giudicarie all’estrema periferia dell’impero austro-ungarico.
Primogenito di ben tredici figli e figlio di contadini sarebbe stato destinato come il padre alla vita nei campi. Tuttavia, la profonda fede della famiglia e forse la presenza dei due sacerdoti don Lorenzo “senior” e don Pietro, fratelli del padre, orientarono la scelta del giovane Lorenzo verso la vita sacerdotale. In particolare, lo zio don Pietro istruì privatamente agli studi ginnasiali il nipote Lorenzo che entrò poi nel 1863 nella prima classe del neonato “Collegio principesco vescovile”, un istituto del tipo del seminario minore. Terminato con lode il liceo, entrò nel seminario teologico. In questo periodo fu nominato prefetto dei giovani nel collegio vescovile, ruolo che gli permise di farsi apprezzare per l’amabilità e la fermezza con cui sapeva trattare i giovani.
Il sacerdozio e i contatti con il popolo Il 31 luglio 1870 venne quindi ordinato sacerdote e nel settembre dello stesso anno fu assegnato come cappellano al parroco di Terragnolo, don Girardelli. Negli anni del mandato a Terragnolo venne a contatto con la miseria contadina. Un territorio povero, dove la diffusione di malattie come la pellagra ed il vaiolo e la mancanza di preparazione e mezzi per affrontare questi problemi, rendevano le condizioni dei contadini che ci abitavano particolarmente tragiche.
Partecipò come rappresentante del Comizio agrario di Terragnolo, ad alcune sedute del terzo “Congresso bacologico internazionale” organizzato a Rovereto nel 1872 come attività che lo aiutava nel suo desiderio di risollevare le sorti della propria gente.
L’arrivo e nomina come prelato a Quadra di Bleggio Nel 1878 venne nominato curato di Quadra di Bleggio, paese vicino alla sua terra natale.
Il nuovo parroco
La situazione cambiò però radicalmente a partire dal 1883, quando divenne nuovo parroco del Bleggio don Lenzi, che lo avrebbe poi affiancato nella delicata fase di avvio del mondo cooperativo.
L’emigrazione stagionale
A Quadra don Guetti avvicinò in maniera concreta il problema dell’emigrazione stagionale. Nella stagione invernale, infatti, i contadini abbandonavano i loro paesi per cercare lavoro nel Regno d’Italia come taglialegna, tagliapietre, segantini o muratori, per poi ritornare in primavera, in tempo per riprendere il lavoro agricolo. Tale fenomeno comprendeva pure la fascia dell’infanzia. Bambini impiegati in lavori come spazzacamini e garzoni venivano distolti in maniera tragica dalla frequenza del- la scuola. Il curato cercò di sensibilizzare la società sulla drammaticità della situazione attraverso numerosi articoli che pubblicò sul giornale “La Voce cattolica”.
Fu inoltre tra i primi ad accorgersi che il fenomeno dell’emigrazione aveva assunto nuove connotazioni: non si trattava più di una emigrazione stagionale, ma definitiva, diretta oltre Oceano e riguardante interi gruppi familiari (in Trentino su una popolazione di 404.225 abitanti, dal 1870 al 1888, ne emigrarono ben 23.846).
Don Guetti rileva, sempre per questo periodo, un 30% di emigrazione femminile. Una ricerca effettuata nel 1987 ha censito circa 65.000 documenti di espatrio, ma non pochi erano quelli che partivano con passaporti scaduti o addirittura senza. Nel suo tentativo di offrire dati concreti e fondati su quale fosse il paese migliore in cui emigrare, a tutti coloro che ormai avevano deciso di intraprendere questa via, don Guetti nel 1888 pubblicò la “Statistica dell’emigrazione americana avvenuta nel Trentino dal 1870 in poi” dopo aver elaborato i dati raccolti attraverso questionari molto precisi che aveva inviato ai parroci e alle autorità comunali.
Richiamò anche le autorità preposte sulla necessità di costituire organismi che potes- del unta one nere a e e ai ura) due acco ndo fici. ura, à (fu one nto), ere iale tiva iale pata mica sco ere ti e sero venire in aiuto degli emigranti, ma i suoi appelli non trovarono risposte adeguate.
La nomina a membro della Giunta permanente del Consiglio provinciale d’agricoltura per il Tirolo Nello stesso anno fu nominato presidente del Consorzio agrario distrettuale di Santa Croce, uno dei ventisette consorzi della sezione di Trento del “Consiglio provinciale d’agricoltura per il Tirolo”.
Il Consiglio era stato creato per migliorare le sorti dell’agricoltura, alle prese con una crisi profonda, più complicata a causa della frammentazione del patrimonio immobiliare, dell’arretratezza delle tecnologie utilizzate e delle calamità naturali.
Da allora, in qualità di Presidente del Consorzio, è stato anche membro degli organi direttivi della sezione di Trento del Consiglio ed in particolare della Giunta permanente. In questa nuova posizione intervenne più volte a sostenere l’importanza di una gestione moderna e razionale degli allevamenti (dalle mucche ai maiali, dai bachi da seta alla pescicoltura) scrivendo di ciò anche sulle due pubblicazioni del Consiglio, l’”Almanacco Agrario” e il “Bollettino” e promuovendo l’at- tivazione di corsi di formazione specifici. Si occupò anche di viticoltura, frutticoltura, assicurazione contro gli incendi, viabilità (fu un accanito sostenitore della costruzione della ferrovia Brescia-Caffaro-Trento), servizio postale, oltre ad essere membro della Commissione provinciale per la revisione dell’imposta fondiaria. La nascita della prima Famiglia Cooperativa e della prima Cassa Rurale All’interno del Consiglio provinciale d’agricoltura è stata fortemente sviluppata l’idea di una gestione economica cooperativa basata sul modello tedesco Raiffeisen. Un’idea che si è fatta conoscere per la distribuzione di opuscoli, statuti e regolamenti vari in tutto il Trentino.
Ispirandosi al modello Raiffeisen, don Guetti fondò il 28 settembre 1890 a Villa di S. Croce la prima “Società cooperativa di smercio e consumo” cioè la prima “Famiglia cooperativa” e nel luglio 1892 a Quadra la prima Cassa Rurale.
Queste prime società cooperative furono presto seguite da altre cooperative, e alla fine del 1898, anno della morte di don Lorenzo, le Famiglie Cooperative erano più di cento e le Casse Rurali una sessantina.
MUSEO TESINO DELLE STAMPE E DELL’AMBULANTATO “PER vIA” DI PIEvE TESINO
a cura di Patricia Lanzziano Broz le famose stampe popolari prodotte fin dal 1650 dalla stamperia Remondini di Bassano del Grappa. Via via i tesini ampliarono il ca-
Una vecchia casa in mezzo ad un paese, un luogo normale dove custodire e raccontare una quotidianità speciale: ecco il significato del Museo Per Via, un percorso espositivo di quattro piani, inaugurato nel 2014, dedicato all’epopea dei venditori ambulanti tesini. Questi coraggiosi viaggiatori a partire dal XVII secolo iniziarono ad avventurarsi lungo le strade d’Europa per vendere le loro stampe, diventando tra i primi pionieri della civiltà delle immagini.
Partiti inizialmente per smerciare pietre focaie, passarono presto al commercio del talogo delle merci offerte, agli occhiali e ad altri oggetti d’ottica, ad articoli di merceria e di chincaglieria, a oggetti di vario genere destinati ai più semplici consumi popolari e infine a semi per orti e giardini. Erano ambulanti stagionali che si spostavano a piedi portando su una spalla la cassela, una cassetta di legno in cui erano racchiuse le merci che vendevano casa per casa o sulle piazze di borghi e città. Vendendo stampe si diramarono in tutta l’Europa, dalla Spagna alla Russia, dall’Italia ai paesi nordici, per raggiungere poi le Americhe, l’Africa settentrionale e l’Asia.
Tutto questo fino al secondo dopoguerra quando la figura dell’ambulante tesino scomparve progressivamente dal paesaggio di tanti paesi e città italiane e straniere. Ma molti già dalla fine del Settecento avevano aperto fiorenti negozi nelle principali città europee o avevano perfino avviato un’attività editoriale propria, di cui ci restano nume- rose testimonianze, e lo stesso avvenne più tardi per i mercanti di ottica, il che portò una ventata di prosperità anche in valle. il Museo raccoglie quindi la memoria di un’intera vallata e dei suoi tre paesi, con la cura di ritrarla nelle sue diverse prospettive: quella maschile di quanti partivano lasciando le loro case e percorrendo a piedi itinerari impensabili alla ricerca delle migliori piazze di vendita, e quella delle loro famiglie, che rimanevano nei paesi della valle ad affrontare le non meno dure sfide della quotidianità rurale.
Il museo si propone di raccontare tutte queste storie, attraverso fotografie, oggetti, documenti, testimonianze, ricostruzioni di luoghi e personaggi e, naturalmente, le stampe.
La stessa sede del Museo è parte di questo racconto: Casa Buffa Giacantoni – un edificio situato nel pieno centro di Pieve Tesino –non era infatti una comune casa contadina, ma l’abitazione di una famiglia di venditori di stampe per generazioni.
I primi due piani introducono il visitatore alla scoperta di tante incredibili storie individuali; protagoniste divengono poi le stampe e il mondo ad esse legato: le tecniche di produzione ed i temi delle immagini (vedute di città, paesaggi, soggetti sacri e devozionali, scene di vita quotidiana, ritratti, e molto ancora).
I piani inferiori del Museo rimandano invece alla dimensione non meno straordinaria della quotidianità di chi restava nella valle natia: l’immersione in un’atmosfera ottocentesca è resa possibile dal recupero di oggetti e arredi originali, potenziati con innovativi strumenti multimediali.
Si completa così il percorso in un passato ancora vivo nella coscienza collettiva locale, profondamente plasmata dalla lunga storia di emigrazione, dove la memoria di antiche radici non cessa di offrire stimoli sempre validi per il presente.
Il Museo Tesino delle Stampe e dell’Ambulantato Per Via si trova nel centro di Pieve Tesino, un piccolo paese situato nel verde dell’Altopiano del Tesino, nel Trentino orientale. È stato affidato alla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi che a Pieve Tesino gestisce anche il Museo Casa De Gasperi e il Giardino d’Europa De Gasperi. (www.degasperitn.it).
MUSEO TESINO DELLE STAMPE E DELL’AMBULANTATO “PER VIA” Pieve Tesino
Via Alcide De Gasperi, 6/A (TN) www.museopervia.it