fake the system!

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Politecnico di Torino Design Workshop Progetto didattico Luigi Bistagnino Coordinamento Paolo Tamborrini Workshop Fake the System! Undesign Michele Bortolami Tommaso Delmastro con Claudio Chiangone Simone Spedicato Quaderno di lavoro Fake the System! Progetto grafico Undesign con Claudio Chiangone Simone Spedicato Fotografie e video Unodue Studio Patrick Delorenzi Become a faker and join us! fakethesystem.tumblr.com


Un workshop per cattivi ragazzi dove imparare a comunicare male e fare male comunicando.

LunedĂŹ 7 - VenerdĂŹ 11 Marzo 2011 Design Workshop - Politecnico di Torino


Diario di guerriglia.


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Fake the System! Fake it now!

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Become a Faker Fake you!

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We are the fakers Fake Club. Le regole Gruppo di fuoco.

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Action Reaction Come agire.

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Fake off guys. Gli undesigners.


Fake the System! Significa fregare il sistema attraverso azioni virali spiazzanti e surreali, imparando a conoscere e falsare le regole del gioco della comunicazione. 8


Affrontare con i ragazzi del Corso in Disegno Industriale del Politecnico di Torino una ricerca sperimentale sul campo,

in cui manipolare la comunicazione dello spazio comune, generare comportamenti ambigui, riprenderli e commentarli.


Fake it now!

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Go to pag. 19! Una sola certezza: il sistema ci fotte. Fottiamo il sistema!

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Reclutamento. Manifesti, flyer, sticker nei luoghi strategici, una comunicazione rapida e abusiva si inserisce nell’ambiente clandestinamente. Occhiali, naso e baffi si diffondono in maniera virale. La gente mormora, Il mistero si svela poco a poco. Fake is coming.

Senza spirito di iniziativa non esiste nessuna guerriglia urbana.

Become afaker! Teasing


In alto, i corridoi tappezzati con i manifesti abusivi, l’adunata ha inizio.

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Sono stati scelti alcuni punti strategici come le maniglie delle porte e i bagni.



Per compensare inferioritĂ e scarsitĂ di mezzi rispetto al nemico la guerriglia urbana usa la sorpresa.



Fake you! La comunicazione indica e guida. Prima le persone seguono, poi si abituano ed eseguono. Spesso si rispettano i segnali dati anche se insensati. 18


Se sei arrivato fin qui seguendo l’indicazione di pagina 11 sei vittima del sistema.

You are fake victim! 19



Nessuna parola. Ad accogliere i fakers un distributore di ticket numerati davanti alla porta dell’aula: è obbligatorio prendere il numero. Che senso ha? Nessuno. Risultato? Tutti in fila a prendere il numero senza preoccuparsi della sua utilitĂ . Una settimana di esperimenti spostando la colonnina in luoghi diversi: ingressi, bar, scale, porte. Totale 168 vittime.

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Tommaso Delmastro, Michele Bortolami, Simone Spedicato, Claudio Chiangone. Noi siamo i fakers. Nucleo guerrigliero che ha come obiettivo quello di usare le armi del sistema per combatterlo. Magliette scure, vestiti comodi, armi in pugno: pronti all’azione!

Azioni e tattiche pianificate eseguite e portate al successo.

We are the fakers


Fake Club. Motivazione, ambizione, voglia di sfidare il sistema. Attaccare e distruggere. Trenta guerriglieri adunati in unico gruppo d’azione: il Fake Club. 24


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Fuori di qui, il Fake Club non esiste. Nel Fake Club l’individuo non esiste. Il punto di partenza è il punto di ritorno. L’istruzione è tutto. Stai attento a quello che fai. Stai attento a quello che fa l’altro. Le vostre uniche tracce: il buzz. State comodi, si corre.




Unico punto di riferimento un kit di base con una spilla ufficiale, una mascherina, un adesivo e le regole da seguire. All’esterno non esiste nessun Fake Club, nessuno dovrà parlare della sua esistenza. I membri possono organizzarsi tramite un gruppo segreto creato sui network. Le reclute sono pronte all’azione: da questo momento sono i fakers.

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Nessuno può diventare guerrigliero senza prestare attenzione particolare alla preparazione tecnica. Non puoi essere un buon combattente se non hai imparato l’arte della guerra.



In alto, Michele Bortolami alla cattedra tiene una lezione sulla comunicazione virale.

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Sotto, Tommaso Delmastro mentre spiega ai fakers come preparare le azioni.


Prima di agire è importante conoscere il contesto di azione. La formazione avviene nei primi tre giorni, tramite la presentazione di case history particolarmente rilevanti nel campo della comunicazione non convenzionale. Le azioni sono state categorizzate in base al mezzo usato: ambiente esterno, azioni di guerriglia urbana, billboard, web 2.0, situazionismo e flash mob.

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Gruppo di fuoco. I guerriglieri non sono una forza armata regolare. Al contrario dell’esercito, sono piccoli gruppi armati, intenzionalmente frammentati. 34


01 Virus in metro. 02 Give joy, give me five! 03 Fuck yeah! 04 Inchinato al sistema. 05 Privacy, sei sicuro? 06 Precarity parking. 07 Non sono un oggetto. 08 Media war. 09 Selling people. 10 Germitalia. 11 Welcome T’orino. 12 Void destroys.


I fakers sono entrati a scaglioni nello stesso vagone della metropolitana di Torino.

01 Virus in metro.

Supore, timore, telefonate tempestive, addetti alla sicurezza in allerta, attenzione: c’è un virus in metropolitana. O è un fake?

Ogni gruppo è salito sul vagone da una fermata diversa indossando subito la mascherina.


Mission: terrorizzare. Quale sarĂ la reazione della gente dentro la metropolitana se trenta ragazzi entrano indossando contemporaneamente una mascherina antismog? Puro Panico.

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Le armi del guerrigliero sono inferiori a quelle del nemico, ma dal punto di vista morale ha una superiorità innegabile. Questa superiorità morale è ciò che sostiene la guerriglia.


Le persone si mostrano divertite, danno il cinque ai fakers ed escono col sorriso.

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Give joy give me five! Facce buie, testa bassa, nessuna voglia di parlare. Le persone hanno bisogno di ridere. Portiamo una ventata di gioia.

Alcuni decidono di ripetere il giro e invitano altre persone a partecipare.


Scale mobili, uscita della metropolitana, le persone che salgono si trovano di fronte un muro di braccia rivolte verso di loro. Tutti in silenzio, ma le mani suggeriscono una cosa sola: dammi il cinque!

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In basso, il libero sfogo arriva ovunque, anche contro lo stesso Fake Club.

03 Fuck Yeah!

La monotonia della quotidianità rende le persone passive, f…..o a tutto! Diamo sfogo alla noia.

Gli adesivi sono stati posizionati dappertutto. L’obiettivo è renderli facimente visibili.


Mission: incoraggiare le persone a esternare le proprie emozioni. Diffondere stickers con la scritta Fuck e sotto uno spazio libero da compilare come si preferisce.

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I posti presi di mira sono pali, obliteratrici, multe, panchine, auto dei vigili urbani.

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Stickering selvaggio ai murazzi, con lo scopo di mandare a quel paese chiunque.


In poco tempo il centro di Torino è invaso dagli adesivi e gli insulti dilagano.


I luoghi pubblici di sosta temporanea sono spazi ideali per combattere la noia.

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L’autobus è di nuovo in ritardo? Lascia il tuo messaggio di dissenso sulla panchina.


Chiunque è libero di sfogarsi contro qualsiasi cosa. Fuck è anarchia pura, non sta con niente e con nessuno, permette alle persone di prendersela contro qualsiasi cosa. F.....o le regole! Di nuovo una multa? F…..o la multa! E anche i vigili! E anche tu che leggi! I risultati sono del tutto fuori controllo. Chiunque può essere un bersaglio. Dopo lo sfogo prevale una sensazione di leggerezza.

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In basso, un faker prepara l’azione con stencil e bomboletta di vernice gialla.

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Inchinato al sistema. Causare, tramite un ostacolo, un gesto involontario e automatico. Attraverso una frase di critica il passante recepisce il messaggio.

In alto, una vittima intenta a piegarsi legge la scritta presente sul pavimento.


Un nastro rosso e bianco ad un metro e cinquanta di altezza, cosĂŹ da creare un ostacolo e costringere le persone a chinare la testa e leggere la scritta inchinato al sistema creata con stencil e bombolette.

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In una guerra convenzionale, generalmente si combatte a distanza, con armi a lungo raggio. in una guerra non convenzionale, come la guerriglia urbana, il combattimento è a corto raggio.


In basso, una ragazza legge il flyer dopo essere stata assaltata dalle telecamere.

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Privacy, sei sicuro? Irritare e infastidire qualunque passante con delle finte riprese. Le persone intuiscono che dietro l’azione c’è un messaggio che fa riflettere sulla mancanza della privacy.

A lato, i fakers in azione: telecamere puntate e flyer con un messaggio preciso.


La nostra privacy è a rischio. Impertinenza, facce toste, videocamere spente e flyer di spiegazione che recitano cosÏ: PRIVACY? Le nostre telecamere sono spente. Ma le altre?

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In una prima fase i passanti vengono circondati dalle telecamere come dei vip.

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In seguito viene consegnato il flyer e le persone rimangono del tutto spiazzate.


Disturbare e importunare l’ignaro passante con una falsa, insistente violazione della privacy, fino a ottenere la reazione stizzita della vittima. A quel punto, la rivelazione: non è delle nostre telecamere che ti devi preoccupare, ma di quelle che non riesci a vedere. Il risultato sono occhiate indagatrici, furtive e ansiose alla ricerca del grande fratello. Vittoria!

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L’azione avviene lungo il perimetro di una delle sedi del Politecnico di Torino.

06 Precarity Parking.

I neo laureati sguazzano nella precarietĂ , aiutiamoli a mostrare questo disagio.

A lato, gli stencil adoperati durante l’azione. Sotto, il nuovo parcheggio.


Diamo voce ai futuri precari. Cartoni usati, taglierini e bombolette per creare lo stencil. SarĂ un’azione dimostrativa rapida e pulita su ciò che aspetta i neo-laureati se il sistema non cambia.

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In basso, un adesivo non sono una donna applicato su un muro dei portici del centro.

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Non sono un oggetto. Sensibilizzazione sullo sfruttamento del corpo delle donne nei programmi televisivi e nelle campagne pubblicitarie.

In alto, una ragazza in mezzo al centro di Torino con l’adesivo non sono un oggetto.


Gli strumenti per l’azione hanno un costo minimo. Sono state create due diverse tipologie di sticker: non sono un oggetto e non sono una donna che hanno contaminato le vie della città .

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Gli adesivi sono stati applicati su diversi oggetti, dalle panchine ai veicoli.

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Sono stati stampati centinaia di sticker di dimensioni differenti per i due claim.


I due claim vicini, applicati ai rispettivi riferimenti, trasmettono bene il messaggio.



In giro per il centro di Torino ogni oggetto e ogni donna diventano protagonisti dell’azione. Gli sticker piazzati ovunque destano attenzione. Spesso le donne vengono stereotipate attraverso luoghi comuni o immagini di nudo. L’abitudine a vedere in giro sempre le stesse rappresentazioni fa passare inosservate certe questioni, un messaggio esplicito aiuta a non lasciarle nell’ombra.

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A lato, i cartellini riprodotti sostituendo il contenuto con un messaggio critico

08 Media War.

Se usata senza criterio, la televisone provoca condizionamento, omologazione e disinformazione. Ăˆ ora di dichiararle guerra!

In basso, la telecamera nascosta ha ripreso l’azione durante la sostituzione.


Dopo aver truccato la comunicazione, scelto il luogo, diviso i vari compiti, studiato la planimetria del punto vendita si è passati all’azione: entrata a scaglioni, sostituzione dei cartellini e fuga.

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La vita del guerrigliero dipende dal saper sparare, dall’abilità nell’uso delle armi e dall’evitare di essere colpito. Quando parliamo del tiro, parliamo della sua accuratezza e della sua precisione.


In basso, un adesivo codice a barre che recita così: il tuo quanto costa?

09 Selling People.

Il tasso di corruzione nella nosra società è alle stelle. Per quanto siamo disposti a venderci?

A lato, l’adesivo applicato sulle selle del bike sharing, il messaggio gira.


Sono stati creati dei codici a barre con un messaggio irriverente al fondo. Gli adesivi sono stati attaccati su selle e sellini delle biciclette, facendo riferimento al lato B delle persone.

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In basso, l’insetto gigante che vaga sul treno infastidendo i viaggiatori stupiti.

10 GermItalia.

I casi di scarsa pulizia all’interno dei treni sono sempre piÚ soventi. Sensibilizzare le persone al problema della sporcizia in maniera ironica e irriverente.

A lato, la maschera utilizzata e il cartellino del posto riservato alle cimici sui sedili.


Sono stati creati sticker, volantini con falsi comunicati di Trenitalia e un travestimento da insetto, da utilizzare sul treno facendo un’incursione per infastidire i viaggiatori.

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La tattica di guerriglia urbana è una tattica aggressiva, in altre parole ha un carattere offensivo. Com’è ben noto, l’azione difensiva significa la nostra morte.




Durante l’azione di guerriglia ognuno ha il suo ruolo. Mentre la Blatta umana infastidisce i passeggeri inseguita dai disinfestatori, il treno viene tappezzato di sticker, finti comunicati istituzionali e segnaposti per cimici. I passeggeri ridono, schivano, non capiscono ma tutti restano interdetti ed increduli davanti alla possibilità di avere degli insetti succhiasangue come compagni di viaggio.

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In basso, le zone toilette tracciate, un cartello segnaletico informerà i passanti del nuovo WC.

11 Welcome T’orino.

La pisciata è un bisogno fisiologico, cosa succede se per farla si crea un’inutile distinzione di etnia?

A lato, gli stencil usati per l’azione: cartoni da imballaggio, bombolette bianche.


I murazzi sono un luogo multietnico, si affaccia direttamente sul Po e molte persone pisciano nel fiume. Nasce cosÏ un’area WC all’aperto, distinta in due zone: extracomunitari e italiani.

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Il guerrigliero urbano è caratterizzato dal suo coraggio e dalla sua decisione. Deve essere un buon tattico ed un buon tiratore, deve condurre un’esistenza clandestina.


In basso, un bidone per la raccolta di abiti usati, trasformato in raccolta abusati.

12 Void Destroys.

Stravolgere il significato delle frasi cancellando parole o lettere, dimostrando come, in una societĂ satura di informazioni, il vuoto possa fare molto male.

A lato, design della fotografia e ho sposato Torino stravolti dai Void Destroys.


Il silenzio certe volte, può fare molto rumore. Che la distruzione della comunicazione abbia inizio! Uniche armi consentite: ironia, provocazione e letali fogli adesivi.

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Dalle targhe delle aule ai cartelli delle vie, i Void Destroyers colpiscono ovunque senza pietĂ .

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Luciano Bruno, ufficio audiovisivi, qualsiasi scritta è una potenziale preda.


I messaggi pi첫 lunghi vengono stravolti con poco, sicuramente ora sono pi첫 interessanti.


In alto, affittasi posto letto a ragazza trasformato in un annuncio insolito.

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Sci di emergenza, un cartello di questo tipo sarebbe perfetto sulle piste innevate.


L’obiettivo dell’azione è di superare la barriera che divide l’emittente dal ricevente, decontestualizzando in maniera sfrontata il messaggio della comunicazione. Il progetto trova un nome e un logo: Void Destroys. Dopo aver compiuto un giro di ricognizione per individuare i possibili bersagli, si decide di agire intorno alle aree esterne ed interne della scuola.

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Sapere come nascondersi e come essere vigile. Essere un buon camminatore. Essere capace di resistere alla fatica. Imparare l’arte del mimetizzarsi. Non temere mai il pericolo. Non agire impetuosamente. Avere pazienza illimitata. Queste le qualità richieste al Fake Club per l’azione notturna.

Le armi del guerrigliero urbano sono armi leggere, fatte al volo per l’azione.

Action reaction! Night Riders.



Ore 23:00. Il Fake Club è pronto all’azione finale. La lezione si sposta in casa Undesign. Lo studio si trasforma in un piccolo laboratorio operativo dove i fakers creano le armi per la guerriglia. Cutter, scotch, cartone, in poco tempo gli stencil sono pronti. Cinque gruppi d’azione in cinque macchine! Per tutti bombolette nere e rosse pronte a colpire le arterie di Torino.

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Gli stencil sono stati preparati di due dimensioni, una grande e una piĂš piccola.

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Azione: prima baffi e occhiali neri e poi il naso rosso. VelocitĂ e agilitĂ sono tutto.


Il lavoro di squadra è fondamentale, ognuno ha il suo ruolo, non bisogna farsi notare.




Politici di destra, centro e di sinistra, cantanti e modelle non si risparmia nessuno.

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I volti mascherati assumono un nuovo significato. L’ironia ha colpito il sistema.


Gli abitanti di Torino si sono svegliati il mattino trovando i manifesti cosĂŹ.



Mostrare la vera realtà del sistema. Sono tutti dei pagliacci, noi lo sappiamo e li trattiamo come tali. Chiunque compaia sui manifesti viene colpito con il simbolo del Fake Club. Qualcuno si accorge di noi, le prove devono sparire, scatta la fuga, qualcuno viene fermato. Bombolette e stencil saltano fuori, ma nessuno nota le facce sorridenti col simbolo impresso. Libertà . Di nuovo. L’azione gira sui network.

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Come agire. Un faker sa come sparare a corto e a lungo raggio e le sue armi sono appropriate per ogni tipo di esigenza. Rapidità e coordinazione, il nemico è in agguato. 98


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Un brindisi al Fake Club. Il gruppo si scioglie, il clamore resta.

Fake off guys .


Gli undesigner. Progettare identitĂ , combinare aspetti funzionali, comunicativi, formali ed emotivi. Buttare giĂš il muro, creare una connessione tra pensieri e persone. Give joy. 102


ph. White



Ci sono alcune persone che diventano poliziotti per rendere il mondo migliore,

altri diventano vandali per rendere il mondo un posto pi첫 bello da vedere

Banksy




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