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BREVE INTRODUZIONE ALLA GRAFOLOGIA Mentre in un altro capitolo di questo catalogo abbiamo spiegato come la grafologia è di aiuto alla perizia grafica e ne detta le regole, in questo vorremmo esemplificare un’analisi della personalità tratta dalla grafia dello scrivente. Mi piace ricordare che, come nella camminata la persona non pensa di muovere un piede dopo l’altro, ma lo fa automaticamente, così nella scrittura ogni soggetto ha la propria personalità grafica che si evince dal “gesto grafico” attuato naturalmente senza pensare e senza forzature. Una certa variazione “forzata” alla propria scrittura si ha solo in casi particolari: un compito per un esame che richieda una bella scrittura, una lettera di presentazione che necessiti di particolare chiarezza, un curriculum vitae o altre occasioni che abbiano bisogno di un abbellimento ai fini della chiarezza della propria scrittura verso gli altri. Un altro caso di variazione “forzata” si ha nel caso di lettera anonima dove lo scrivente cerca di “mascherare” il proprio gesto grafico al fine della non identificazione. Molte malattie portano spesso ad una alterazione della propria scrittura. Anche l’ occupazione del foglio, lo “spazio grafico” analizzato e teorizzato dal Pulver, fornisce indicazioni di carattere personale sullo scrivente che possono essere fuorviate dalla necessità di eseguire un elenco o di riempire un formulario seguendo punti predefiniti. In tutti gli altri casi quotidiani la scrittura è specchio dello scrivente, se opportunamente studiata, unica e inconfondibile così come la firma. Anche se “calligraficamente” delle stesse lettere possono sembrare diverse ad un occhio non allenato, grafologicamente hanno lo stesso “gesto grafico” con delle caratteristiche peculiari dello scrivente che possono essere studiate ed individuate dal grafologo; per esempio si guarda con particolare attenzio-
ne alla partenza e all’arrivo di una lettera, ai “ricci” finali delle lettere, al modo di fare girare la penna, alla dinamica della scrittura, alla posizione di accenti, punti, andate a capo, abbellimenti vari e a tutti i segni accessori della scrittura personale (gesti fuggitivi) e a come viene impressa sul foglio; infatti la “pressione”, se rilevata da un foglio originale, è un segno importante della personalità dello scrivente. L’occupazione del foglio di carta è portatore di indicazioni importanti oltre alla direzione della scrittura, all’altezza delle lettere, alla distanza tra lettera e lettera, tra parola e parola e altri ancora. Per il fondatore italiano della moderna grafologia, Padre Moretti, esistono oltre cento “segni” diversi e migliaia di combinazioni. Inoltre non esistono segni che isolatamente conducono alla personalità di un soggetto, ma una serie di combinazioni che variano a seconda dei tipi di “segni”, al numero della loro presenza e alla categoria di appartenenza. In base alla personale combinazione di tutte queste caratteristiche viene stilata la personalità dello scrivente. Ecco perché, per fare un esame grafologico serio, c’è sempre bisogno del testo originale e non di una fotocopia o di una più moderna “scansione” inviata via internet! Molti di questi segni si evidenziano solo nell’originale; dei leggeri inceppamenti, delle titubanze, dei piccoli salti di penna si vedono solo con importanti ingrandimenti che sono di particolare aiuto al grafologo. Naturalmente in queste poche righe non si possono riassumere anni di studi di grafologia, ma spero di avere dato anche solo una piccola infarinatura di questa interessante scienza che sta avendo, in questo periodo, una forte affermazione anche in campo peritale, nella risoluzione di casi di falsificazioni di assegni, documenti, testamenti e altro.
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XVI
ANALISI DELLA PERSONALITA’ Un grande Papa: Paolo VI L’analisi della personalità permette, attraverso la decodificazione della scrittura tramite l'analisi grafologica, di ricostruire la struttura della personalità e le tendenze di chi ha scritto in maniera spontanea. Come esempio analizzo la scrittura di Papa Paolo VI nei vari periodi della sua vita; lettere scritte quando era Arcivescovo di Milano e altre quando era Papa.
firma “Montini”. Dall’esame della scrittura si può notare una forte vivacità espressiva unita a una forza interiore nell’affrontare la vita (segno slanciata), uno specifico e originale pensiero e sentimento (disuguale metodico in alto grado) , una forte componente di generosità e liberalità (largo tra lettere) e un’attenta osservazione della realtà materiale (minuta) unita a un forte potere di pensiero che vede al di là del momento attuale (triplice larghezza al di sopra della media). La vivacità di pensiero (slanciata) lo rende un uomo con i piedi per terra, realista e al
Sarò costretto ad usare dei termini grafologici, che scriverò in corsivo tra parentesi, che a volte hanno un significato simile nel lessico comune e altre volte sono termini specifici che hanno un particolare significato solo per gli addetti ai lavori e non hanno analogo riscontro nel linguaggio comune. La prima segnalazione da fare è che vi è un profondo mutamento nella scrittura tra gli anni ’40 e ’60 e quindi anche una forte trasformazione della personalità del futuro pontefice. Ma andiamo con ordine. Sicuramente le prime scritture esaminate sono specchio anche del momento politico del paese in piena seconda guerra mondiale. I primi scritti che ho esaminato sono della fine degli anni ’30 e dei primi anni ’40 a
passo con i tempi capace di precorrere il momento ed intuire con l’ausilio della pacatezza e del pensiero profondo. E’ capace di memorizzare e razionalizzare i molteplici impegni che deve gestire nella quotidianità
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XVII della sua missione selezionando tutti i segnali che gli arrivano. Riesce anche a contestualizzare tramite la sua capacità critica (triplice larghezza) tutti i problemi che gli si pongono collegandoli perfettamente al momento e al luogo a cui si riferiscono. Ha una buona volontà (mantiene il rigo) e fermezza di carattere (aste rette) ma, a volte, può avere dubbi ed incertezze (ondeggiamenti sul rigo); ha un buon talento psicologico (sinuosa) unito ad una buona comprensione dei sentimenti altrui (largo tra lettere), della condizione umana del prossimo. In questa scrittura “giovanile” si nota una forte curiosità, vivacità, immediatezza e originalità. Dagli anni ’60, la scrittura e la personalità cambiano; si nota un lungo lavoro interiore personale che lo ha portato a diventare una persona fortemente ponderata e impersonale al di sopra delle passioni umane (mantiene il rigo con largo tra lettere nella media). L’aspetto intuitivo viene ora lasciato da parte e sostituito da una forte e profonda capacità di pensiero. Prevale l’oggettività che lo porta ad avere una forte apertura di giudizio equilibrato e non condizionato da sentimenti personali. Il tutto supportato da un forte sforzo di volontà (aste rette) che gli permette di avere una
forte padronanza di sé. Queste doti di volontà, manifestatesi negli anni, unite a costanza e inflessibilità lo hanno portato ad essere un uomo fermo, che non indietreggia davanti ad avversità, ma che è anche vittima della sua fermezza non facendosi influenzare dai propri gusti personali. E’ stato scelto per guidare la Chiesa in un momento difficile per la sua giovinezza senza slanci, per la sua prudenza nell’apertura alle novità e per presiedere il Concilio senza protagonismi. In conclusione si può dire che ha sacrificato la sua originalità, empatia e vivacità per una maggiore oggettività volta alla conciliazione delle diverse anime presenti all’interno della Chiesa. Ha cercato l’equità e l’equidistanza per arrivare alla giustizia spogliandosi dei propri istinti e sacrificando la propria risorsa psicologica anch’essa indispensabile per placare le componenti interne di estrema destra e sinistra. E’ noto come questo allontanarsi dalla propria personalità e dalla propria intuizione e creatività abbia logorato il rapporto con i fedeli per il troppo distacco nei rapporti con la gente e che il grande lavoro effettuato durante il suo pontificato sia stato in parte disconosciuto, o poco condiviso. Sebastiano Cilio
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A ABBA Giuseppe Cesare Cairo Montenotte 1838 - Brescia 1910
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SCRITTORE
ABBADO Michelangelo Alba 1900 - Gardone 1979
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VIOLINISTA
ABBIATI Franco Verdello 1898 - Bergamo 1981
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CRITICO MUSICALE
ACERBI Giuseppe Castel Goffredo 1773 - Castel Goffredo 1846
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STORICO
ACERBO Giacomo Loreto Aprutino 1888 - Roma 1969
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POLITICO
ACRI Francesco Catanzaro 1834 - Bologna 1913
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FILOSOFO
ADALBERTO Di Savoia Agliè 1898 - Torino 1982 GENERALE
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2 ADAMI Giuseppe Verona 1878 - Milano 1946
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LIBRETTISTA
AGAZZI Rosa Volongo 1866 - Volongo 1951
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PEDAGOGISTA
AGELLO Francesco Casalpusterlengo 1902 - Bresso 1942
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AVIATORE
AGLIETTI Francesco Brescia 1757 - Venezia 1836
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MEDICO
AGNELLI Giovanni Villar Perosa 1866 - Torino 1945 INDUSTRIALE
AGNELLI Giovanni detto Gianni Torino 1921 - Torino 2003 INDUSTRIALE
AGNETTI Vincenzo Milano 1926 - Milano 1981
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PITTORE
AGNOLETTI Fernando Firenze 1875 - Firenze 1933 SCRITTORE
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PASCOLI GIOVANNI
338 PASCOLI Giovanni
San Mauro di Romagna 1855 - Bologna 1912 POETA
1855: Giovanni Pascoli nasce il 31 dicembre a San Mauro di Romagna, quarto di otto figli. Ruggero Pascoli, il padre, è amministratore della tenuta dei Torlonia mentre la madre, Caterina Allocatelli, discende da un nobile casato di Sogliano al Rubicone. 1867: il padre viene ucciso da un colpo di fucile mentre rientra a casa. L'omicidio, che rimarrà impunito, è traumatico per Giovanni: si infrange il nido famigliare inaugurando oltretutto una serie di lutti. 1868: muore diciottenne la sorella Margherita e dopo poco la madre. Nel 1871 anche il fratello Luigi e nel 1876 il fratello Giacomo. 1873: vince il concorso per una borsa di studio che gli consente di frequentare Lettere all'Università di Bologna. 1882: si laurea a pieni voti. 1891: per le nozze di Raffaello Marcovigi dà alle stampe, presso l'editore Giusti di Livorno, una raccolta di 22 poesie in cento esemplari che intitola Myricae. 1896: viene nominato professore incaricato di Grammatica Latina nell'Università di Bologna. 1897: esce l'antologia latina “Epos” e il “Marzocco” pubblica la prima parte dei Pensieri dell'arte poetica: sono i principi dell'estetica pascoliana, più tardi intitolati Il fanciullino. 1898: è nominato ordinario di Letteratura Latina all'Università di Messina. 1905: assume la cattedra di Letteratura all'Università di Bologna succedendo a Carducci. 1906: prende casa a Bologna, ma trascorre lunghi mesi a Castelvecchio che continua a considerare la sua principale dimora. 1912: Giovanni Pascoli muore a Bologna il 6 aprile.
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P PASERO Tancredi Torino 1893 - Milano 1983
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CANTANTE
PASINI Alberto Busseto 1826 - Cavoretto 1899
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PITTORE
PASOLINI Giuseppe Ravenna 1815 - Ravenna 1876
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PASOLINI Pier Paolo Bologna 1922 - Roma 1975 SCRITTORE
PASOLINI Renzo Rimini 1938 - Monza 1973
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MOTOCICLISTA
PASQUALI Giorgio Roma 1885 - Belluno 1952
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FILOLOGO
PASQUARIELLO Gennaro Napoli 1869 - Napoli 1958
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PASSERINI Giuseppe Lando Firenze 1858 - Firenze 1932 SCRITTORE
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PERTINI SANDRO
350 PERTINI Sandro
Stella S.Giovanni 1896 - Roma 1990 POLITICO
1896: Alessandro Pertini detto Sandro nasce il 25 settembre a San Giovanni di Stella, in provincia di Savona, da Alberto e da Maria Muzio, una famiglia benestante. 1915: partecipa alla Prima Guerra Mondiale ed ottiene una medaglia al Valor Militare. 1929: viene condannato prima al carcere e poi al confino per la sua energica opposizione al fascismo. 1946: direttore dell'Avanti e Deputato dell’Assemblea Costituente. 1968: è nominato Presidente della Camera dei Deputati. 1978: eletto Presidente della Repubblica Italiana. 1985: al termine del mandato presidenziale, è senatore a vita. 1990: Sandro Pertini muore a Roma il 24 febbraio.
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PIO XI
362 PIO XI Desio 1857 - Roma 1939 PAPA
1857: Achille Ratti nasce il 31 maggio a Desio, ora in provincia di Monza, da Francesco e Teresa Galli, quarto di cinque figli. 1867: entra nel seminario di Seveso. 1875: inizia gli studi teologici prima a Milano e poi di nuovo a Seveso. 1879: viene ordinato sacerdote in Roma. 1890: uomo di vasta erudizione e appassionato alpinista, scala il Monte Bianco aprendo una via successivamente chiamata Via Ratti - Grasselli. 1891: partecipa ad alcune missioni diplomatiche in Austria e Francia. 1907: diventa il Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano. 1914: è il Prefetto della Biblioteca Vaticana di Roma. 1919: viene destinato in Polonia quale Nunzio Apostolico. 1921: richiamato in Italia, diventa l'Arcivescovo di Milano. Nel concistoro del 13 giugno è nominato cardinale. 1922: è eletto Papa il 6 febbraio con il nome di Pio XI. 1929: viene stipulato il Concordato con lo Stato Italiano. 1939: Papa Pio XI muore a Roma il 10 febbraio.
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1891-22
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1922-39
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