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Aprile - Giugno 2013
Creazione o Evoluzione? Quali delle due è più credibile? Dieci punti su cui Darwin ha sbagliato Come la teoria dell’evoluzione ha cambiato il mondo Le meraviglie del corpo umano l Teoria dell’evoluzione: come parlarne ai figli?
Anno XVIII, Numero 2
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Rivista triimestrale di evangelizzazione cristiana. Diritti riservati © Vietata la riproduzione anche parziale.
Creazione o Evoluzione? La teoria dell'evoluzione è accettata come fatto scientifico, ma è solo una teoria. Usata per rigettare Dio e lo scopo divino della esistenza dell’uomo. Leggi ciò che il Creatore Stesso ha da dire in proposito.............03
Dieci punti errati di Darwin. «L’origine delle specie» è diventato uno dei libri più famosi ed influenti nel campo della filosofia, della biologia, della sociologia e della religione. Dopo 150 anni, però, le sue teorie evoluzionistiche si sono dimostrate tutte errate............07
Come la teoria dell’evoluzione ha cambiato il mondo. Molta attenzione è stata dedicata alla teoria di Darwin che contraddice la Sacra Bibbia, mentre poca attenzione è stata data al fatto che quella teoria ha cambiato in peggio il pensiero dell’umanità................................13
Le meraviglie del corpo umano: Quasi tutti attribuiscono le sue meraviglie alle presunte "mutazioni evoluzionistiche", e pochi le attribuiscono al Creatore, come faceva Re Davide: «Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo meraviglioso, stupendo»...................16
Teoria dell’evoluzione: Come parlarne ai figli? I nostri figli sentono parlare a pro dell’evoluzione molto più che delle lacune di questa teoria. Come possono liberarsi da questa disinformazione? E’ nostro dovere aiutarli!.........17
Direttore responsabile: Carmelo Anastasi. A questo numero hanno collaborato: Carmelo Anastasi, Scott Ashley, Don Hooser, Gary Petty, John R. Schroeder, Mario Seiglie, Becky Sweat. Consiglio di Amministrazione Nazionale: Direzione pastorale: Carmelo Anastasi. Consiglieri pastorali: Angelo Di Vita Consiglieri laici: Vincenzo Alfieri, Sal Anastasi. Redattore estero: Scott Ashley. Arte grafica: Delia Anastasi, Shaun Venish. Stampa: Lazzati Industria Grafica Srl - Casorate Sempione (VA). Sede legale, amministrativa e redazionale: Via Comonte 14/G - 24068 Seriate (Bergamo), Italy. Autorizzazione: Reg. n° 37 del 30 Settembre 1995 - Tribunale di Bergamo (I). Editrice: Chiesa di Dio Unita La Buona Notizia è pubblicata dalla Chiesa di Dio Unita, un ente italiano registrato e residente in Italia, senza scopi di lucro, con identità cristiana e amministrazione nazionale autonoma. Alcuni pastori della Chiesa di Dio Unita operano in associazione con la UCGIA (United Church of God, an International Association), un ente registrato e residente negli USA, Box 541027, Cincinnati, OH 45254-1027. Amministratori negli Stati Uniti sono i seguenti pastori: Gary Antion, Carmelo Anastasi, Scott Ashley, Bob Berendt, Bill Bradford, Roc Corbett, John Elliott, Darris McNeely, Mark Mickelson, Mario Seiglie, Don Ward, Robin Webber (chairman) e il presidente Dennis Luker.
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Creazione o Evoluzione? Quali delle due è più credibile? reazione o Evoluzione: Quale delle due è più credibile? La Teoria dell'Evoluzione è stata proclamata a gran voce in questo 200°anniversario della nascita di Charles Darwin e 150° anniversario della sua pubblicazione L’origine delle specie. Ma avete masi letto in dettaglio ciò che il nostro Creatore ha da dire su come l’universo, la Terra, la vita, il genere umano siano nati? Avete mai considerato la Sua testimonianza? Gli scienziati si pongono ancora molte domande sull'origine della vita sulla terra. Per esempio, la rivista New Scientist ha pubblicato: «L’origine del nostro pianeta rimane ancora frustrantemente sconosciuta: come si è potuto formare? Come è nata la prima forma di vita su di essa?» (Terra Sconosciuta: I Sette più Grandi Misteri del nostro Pianeta, di Stuart Clark, 07.09.2008). Eppure molti altri scienziati affermano di capire il grande quadro. In genere essi sostengono che i pianeti intorno al Sole «si siano tutti formati dalla stessa nube di gas che ruotava attorno al Sole; poi gravitando, le polveri della nube cosmica si sono attratte e attaccate l'uno all'altro, crescendo in dimensioni e generando campi gravitazionali sempre maggiori. Questi ammassi si sono scontrati e fusi, creando i pianeti che
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conosciamo oggi. Questo è il grande quadro» (ibidem). Ma è davvero così? Chi possiede realmente il grande quadro? Non è forse possibile che i Darwiniani e gli altri fautori dell'evoluzione semplicemente preferiscono ignorare le verità rivelate dal divino Creatore che «abita l'eternità»? (Isaia 57:15). Molti scienziati ritengono che la formazione del nostro pianeta sia il prodotto di incidenti imprevisti. Essi sostengono che l'origine della vita e tutta la sua meravigliosa complessità non siano altro che il risultato di una serie di eventi casuali, senza alcuno scopo o disegno intelligente. Crediamo davvero una tale assurdità, quando non ci sogneremmo mai di affermare che un orologio o un telefonico cellulare sia il frutto di un caso accidentale? Non potrebbe esserci una spiegazione molto più plausibile? Una valida alternativa La Bibbia narra la propria versione riguardo alla formazione del nostro pianeta. Genesi 1:1 presenta un quadro generale: «In principio Dio creò il cielo e la terra.» Assieme al resto di questo capitolo, le altre parti della Bibbia ci forniscono altri interessanti dettagli. Tanto tempo fa Dio chiese al pa-
triarca Giobbe: «Dov'eri tu mentre io ponevo le fondamenta della terra?» (Giobbe 38:4). Ancora oggi questa domanda rimane umiliante per ciascuno di noi. Nessun uomo è stato testimone della creazione. Adamo ed Eva sono comparsi solo dopo che la creazione della Terra era stata ormai completata; nonostante fossero l’apice della creazione fisica: a differenza degli animali, gli esseri umani sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1:26-27, 5:1-2). Dio fece altre domande a Giobbe circa le origini della terra: «Chi fu a determinare le sue misure? ...O chi pose un limite a esse? Per cosa furono fissate le sue fondamenta? O chi ne pose il caposaldo, quando le stelle del mattino [la schiera degli angeli] cantarono assieme e gridarono di gioia?» (Giobbe 38:5-7). Numerosi scienziati sostengono che la dimensione della Terra sia stata determinata da un caso fortuito. Dio dice di essere stato Lui ad averla deliberatamente fissata e misurata. Questo semplice brano biblico descrive atti di complessa pianificazione e premeditazione. Il Creatore descrive le Sue opere creative come quelle di un costruttore per aiutarci a capire. Egli Stesso ispirò l’apostolo Paolo a scrivere che «Dio non è un Dio di confusione...»
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e perciò «ogni cosa sia fatta con dignità e con ordine» (1 Corinzi 14:33, 40) come anche Lui è solito fare. Egli ha infatti in primo luogo progettato, e poi messo perfettamente in atto la Sua Creazione. I capitoli dal 38 al 41 del libro di Giobbe non possono essere letti senza capire che Dio ha pianificato i propri atti creativi nei minimi dettagli. Il profeta Isaia riporta altri importanti dettagli rivelati direttamente dal nostro Creatore: «La mia mano ha fondato la terra» (Isaia 48:13). Il profeta aveva poco prima anche dichiarato: «Così parla Iddio, l’Eterno, che ha creato i cieli e li ha spiegati, che ha distesa la terra con tutto quello ch’essa produce» (Isaia 42:5). Come ha scritto Sir Jonathan Sacks, rabbino capo delle Congregazioni Ebraiche Unite del Commonwealth: «Dovremmo meravigliarci, come fa Lord Rees, presidente della Royal Society, nel suo Solo Sei Numeri, considerando la straordinaria precisione delle sei costanti matematiche che determinano la forma dell'Universo, così che se solo una di esse fosse minimamente diversa non esisteremmo né noi né l'Universo» (Genesi e l'Origine dell'Origine delle Specie, The Times [Londra], 30 agosto, 2008). La creazione parla di Dio L'apostolo Paolo ha dichiarato: «Poiché le perfezioni invisibili di Lui, la Sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere Sue, ond’è che essi [i detrattori] sono inescusabili» (Romani1:20). Ma anche i credenti delle varie religioni, pur riconoscendo che la creazione è una prova inconfutabile dell’esistenza di un Dio Creatore, hanno spesso «mutato la gloria del-
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l’incorruttibile Iddio in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile e d’uccelli e di quadrupedi e rettili» (versetto 23). Oggi la maggior parte degli intellettuali preferisce quasi deificare la teoria dell’evoluzione, insegnando che gli esseri umani si sono sviluppati a poco a poco, da insetti o altra forma di vita molto elementare, attraverso un lento processo di selezione naturale. Eppure le meraviglie della creazione sono intese a istruirci circa la natura di Dio e il modo in cui Egli pensa e pianifica. Davide, Re di Israele, ha lungamente meditato sui corpi celesti, «i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte» (Salmi 8:3); ed egli è stato grandemente ispirato da queste meravigliose opere di Dio. Mosso dalla magnificenza di ciò che vide, Davide scrisse: «I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani. Un giorno sgorga parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra. Non hanno favella né parole; la loro voce non s’ode. Ma il loro suono esce fuori per tutta la terra e i loro accenti vanno fino all’estremità del mondo» (Salmi 19:14). Anche noi possiamo assistere alla loro silenziosa ma potentissima testimonianza, da qualsiasi punto del pianeta! La Bibbia ci dice che il Creatore «sta assiso sul globo della terra» e «distende i cieli come una cortina» (Isaia 40:22). Egli rivelò che la terra è rotonda molto prima che la maggior parte del genere umano realizzasse questa verità. Dio ha affermato la Sua azione creativa in Isaia 45:12: «Ma io, io son quegli che ho fatto la terra, e che ho creato l’uomo sovr’essa; io con le mie mani, ho spiegato i cieli, e comando a tutto l’esercito loro» (Isaia 45:12).
L’uomo e l’immagine di Dio L’evoluzionista Paul Davies ha scritto: «Noi esseri umani siamo stati messi in grado di scoprire come funzionano alcuni aspetti dell’universo. Altri animali osservano gli stessi fenomeni naturali come noi, ma, tra le creature del pianeta, solo l'Homo sapiens può anche spiegarli. Com’è potuto accadere ciò?» «In qualche modo», Paul Davies afferma nel suo libro, «l'universo ha progettato non solo la propria consapevolezza, ma la propria stessa comprensione: atomi noncuranti e goffi hanno cospirato per creare non solo la vita, non solo la mente, ma anche la conoscenza. Il cosmo in evoluzione ha generato esseri in grado non solo di assistere allo show, ma anche di svelarne la trama. Che cos'è che permette a qualcosa di così piccolo, delicato e adattato alla vita terrestre come il cervello umano di interagire con la totalità del cosmo e con la silenziosa melodia matematica sulle cui note esso balla?» (The Goldilocks Enigma, 2007, pag. 5). Gli scienziati spesso pongono le giuste domande, ma non sempre trovano le giuste risposte. La Bibbia rivela che l'uomo non è un animale in senso spirituale. La coscienza umana, la sua capacità di pensare, di ragionare e di creare non è stata generata dalla materia, né il cosiddetto "cosmo in evoluzione" può aver generato gli esseri umani. E’ stato invece Dio Onnipotente a creare l'uomo con tutte queste capacità meravigliose. Infatti gli esseri umani sono stati fatti a «immagine di Dio» (Genesi 1:26-27). Più tardi, Dio ha costatato il terrificante potenziale dell'uomo, dopo averne osservato le attività ribelli presso la Torre di Babele: «E questo è il principio del loro lavoro, ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che disegnano di fare» (Ge-
nesi 11:6). Perché gli esseri umani hanno questo magnifico, anche se purtroppo tristemente abusato, dono della fantasia? «Ma, nell’uomo, quel che lo rende intelligente è lo spirito, è il soffio dell'Onnipotente» (Giobbe 32:8). Perché vita solo sulla Terra? L’articolo di copertina del New Scientist cui abbiamo accennato in precedenza ha posto una domanda molto rilevante: «Come mai la Terra possiede tutti gli elementi fondamentali?» Perché il nostro pianeta è così adatto a sostentare la vita? L'articolo continuava: «Sappiamo che la sua distanza dal Sole fornisce la giusta quantità di calore e luce per rendere il pianeta abitabile.» Venere è di gran lunga troppo caldo, con più di 900 gradi Fahrenheit, e Marte troppo freddo. Domandiamoci il perché la posizione della terra sia proprio quella giusta? Questa favorevole distanza dal Sole è solo una fortunata coincidenza, o molto più probabilmente è il risultato naturale di una pianificazione e premeditazione divina? Non è forse questo un altro importante motivo per credere nel Creatore? Ma non fermiamoci qui. «Senza il mix unico di carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, fosforo e zolfo che costituisce gli esseri viventi, e senza acqua allo stato liquido, la vita come la conosciamo non si sarebbe evoluta» (ibidem). Questo mix unico di elementi si è determinato proprio al momento giusto, consentendo alla vita di evolversi? O si tratta invece di una perfetta combinazione di elementi chimici, a più meravigliosa testimonianza del fatto che siamo in grado di comprendere la mente del Creatore attraverso la creazione stessa, come rivelato in Romani 1:20? La
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scienza ha fornito all'umanità molti fatti meravigliosi da cui i sostenitori della teoria dell’evoluzione hanno però tratto conclusioni errate. Molti i misteri sono irrisolti. «Un altro grande mistero è come la Terra abbia acquisito il suo vitale approvvigionamento idrico. Essendo così vicina al Sole, probabilmente faceva troppo caldo perché l'acqua, al momento della formazione del pianeta, semplicemente condensasse al di fuori della nuvola di gas» (ibidem). Una cosa è certa. Se il nostro pianeta fosse solo un po' più vicino o
terrogativo: E’ stato per puro caso o per deliberata pianificazione divina? Che cosa sia realmente accaduto rimane saldamente legato alla natura creativa e al carattere di Dio. «Poiché così parla l’Eterno che ha creato i cieli, l’Iddio che ha formato la terra, l’ha fatta, l’ha stabilita, non l’ha creata perché rimanesse deserta, ma l’ha formata perché fosse abitata» (Isaia 45:18). Come ha osservato Sir Jonathan Sacks: «Quanto più sappiamo della complessità e improbabilità della vita, tanto più dobbiamo sorprenderci ed essere grati» (The Times, 30 agosto 2008). Ma Dio non ottiene credito da parte degli evoluzionisti più rigorosi. Charles Darwin riteneva che la vita fosse nata inizialmente in un "piccolo stagno caldo". Gli evoluzionisti moderni hanno aggiornato la sua ipotesi, proponendo un "calderone liquido caldo e salmastro." Molti evoluzionisti ritengono che gli uomini siano una cosa sola con i pesci, poiché la loro evoluzione in primati ha avuto origine nel mare. Nonostante ci possa essere un linguaggio comune nei geni, ciò in realtà contribuisce solo a dimostrare l’esistenza di un Progettatore Supremo. L’origine della vita
più lontano dal Sole, l'approvvigionamento idrico della terra evaporerebbe o si congelerebbe come il ghiaccio. In entrambi i casi, la vita come noi la conosciamo sarebbe impossibile. Voi ed io non esisteremmo. La rivista New Scientist ha anche posto alcune domande giuste: «Chimicamente la Terra è semplicemente meglio impostata a sostenere la vita rispetto ai suoi pianeti vicini. Allora come mai abbiamo ottenuto tutti gli elementi fondamentali?» Ci troviamo ancora di fronte a questo in-
Dio è il supremo e intelligente Progettista, che ha utilizzato un modello di base, per così dire. Questa incredibile interdipendenza diviene evidente quando si studiano dettagliatamente le diverse forme di vita. Il progetto, complesso ma comune, esistente in questo fantastico universo, mostra un Architetto, un Costruttore che ha realizzato ogni cosa all’interno di una struttura intricatamente pianificata, in cui tutte le forme di vita trovano un adattamento ottimale. Non è forse Dio colui che dona
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la vita? Genesi 1:21-25 ci dice che i pesci, gli uccelli e i mammiferi sono stati creati ciascuno «secondo la propris specie». Ogni categoria di esseri viventi è stata creata separatamente. L'apostolo Paolo ha fatto questa sagace osservazione: «Non ogni carne è la stessa carne; ma l’altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra la carne dei pesci, altra la carne degli uccelli» (1 Corinzi 15:39). Questo passaggio conferma ciò che Genesi 1:21-25 rivela circa le singole specie di vita: non si sono "evolute", né si evolvono l’una nell’altra. Ovviamente, è sicuramente vero che esistono molte varietà, ad esempio, all'interno della “specie” fondamentale dei cani. Ma esse non possono riprodursi con le varietà della famiglia dei felini. Né i cani né i gatti né le altre specie hanno dato alcuna prova di poter eventualmente trasformarsi in un’ altra specie fondamentale. Non c'è mai stato alcun mutamento della specie in alcuna forma di vita, anche se l’evoluzionista Sir David Attenborough ha incautamente dichiarato «è sempre sembrato chiaro che fossimo parenti delle scimmie» (The Times, Damian Whitworth, David Attenborough su Charles Darwin, 22 gennaio 2009). Le scimmie africane o gli oranghi asiatici si sono gradualmente evoluti in esseri umani? No! Se discendessimo davvero dalle scimmie, perché queste sono ancora scimmie? La testimonianza biblica è chiara e inequivocabile. Essendo stati creati a immagine di Dio, gli essere umani, femmine e maschi, sono modellati secondo la «specie» divino (Genesi 1:26-27). Il primo uomo fu un figlio di Dio generato e creato direttamente da Dio (Luca 3:38). I primi capitoli della Genesi ci dicono che Adamo fu il primo essere umano, e Gesù Cristo stesso ha confermato che Adamo e sua moglie Eva costituirono la
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prima coppia umana (Matteo 19:4-5, Marco 10:6-7). In seguito l’apostolo Paolo ha affermato che Adamo fu il «primo uomo» (1 Corinzi 15:45). Egli ha anche specificato che «Dio creò Adamo per primo, e poi Eva» (1 Timoteo 2:13). Forse il capolavoro più meraviglioso di tutte le creazioni di Dio si esprime nei nostri corpi umani, di entrambi i sessi. Davide, Re di Israele si emozionò tanto da dire: «Io ti celebrerò, perché sono fatto in modo meraviglioso e stupendo» (Salmo 139:14). Molti nostri vecchi lettori possono ricordare che il Reader’s Digest una volta ha pubblicato una serie di interessanti articoli sulle meraviglie delle diverse parti del corpo umano, con titoli come: Sono il Cuore di Joe e Sono il Grembo di Jane. Pensate a chi sia responsabile delle intricate meraviglie delle nostre orecchie e dei nostri occhi umani: «Colui che ha piantato l’orecchio non udirà egli? Colui che ha formato l’occhio non vedrà egli?» (Salmo 94:9). La straordinaria complessità delle nostre strutture umane non testimonia forse l'esistenza di un Supremo Progettatore? La teoria dell’evoluzione non può spiegare Peter Atkins, noto ateo britannico, alla fine del suo libro La Seconda legge, afferma: «Noi siamo i figli del caos, e la struttura profonda del cambiamento è il decadimento. Alla radice, troviamo solo la corruzione, e l’inarrestabile marea del caos. Non esiste alcuno scopo... Questa è la desolazione che dobbiamo accettare mentre sbirciamo profondamente e spassionatamente nel cuore dell'Universo» (1984, pag. 200). Ciò riflette il vuoto desolante che ci rimane se deliberatamente
scegliamo di non credere nell’esistenza di Dio (o se evitiamo di cercare di dimostrarla), per poi rifiutare il Suo disegno e lo scopo assegnato alla nostra vita. La teoria atea dell'evoluzione suppone che la vita sia spuntata per puro caso e poi evoluta. Tuttavia l'evoluzione non può fornire alcun significato e scopo alla presenza della vita umana sul pianeta Terra. Né può fornire alcuna spiegazione credibile per le sorprendenti capacità intellettive e creative del genere umano. Questa teoria dell’evoluzione è totalmente errata e non da alcuna speranza per il futuro del genere umano: Non riconoscendo l’esistenza di un disegno e scopo divino per l’umanità, questa errata teoria "giustifica" ed incoraggia il dominio e la sopravvivenza del più forte sul più debole, vale a dire il genocidio! Se ci fosse un evoluzione in atto, come mai il nostro impressionante progresso tecnologico non va di pari passo con il nostro non capire ancora come risolvere i problemi globali che minacciano di sopraffarci? E tuttavia, la creazione divina ci aiuta a spiegare tutto soltanto quando avremo veramente imparato a conoscere e capirne le molteplici implicazioni. Gli scienziati continuano a cercare invano una teoria che spieghi tutto, quando ne abbiamo già una a disposizione, la riveazione divina! In definitiva, solo la Bibbia spiega l'origine e il significato della vita sulla terra. Solo la Parola profetica di Dio rivela dove è veramente diretta l’umanità mentre ci troviamo ad affrontare un futuro altrimenti sconosciuto e sempre più incerto. La Bibbia rivela il perché dell’esistenza dell’umanità e la natura maestosa del nostro destino finale. Le teorie evoluzionistiche e l’ateismo, invece, non hanno alcun vero indizio, nessuna spiegazione credibile. GN
10 punti su cui Darwin ha sbagliato Darwin scrisse L’origine delle specie, divenuto uno dei libri più famosi ed influenti nel campo della filosofia, della biologia, della sociologia e della religione. Dopo 150 anni, però, le sue teorie si sono dimostrate tutte errate. differenza di altre teorie scientifiche quella dell’evoluzione darwiniana non riguarda solo la scienza, ma influenza fortemente anche la filosofia, l’etica morale, le scienze sociali e la religione. A 150 anni dalla pubblicazione del suo famoso libro L’origine delle specie, che presenta la preservazione delle specie per "selezione naturale" o il loro annientamento da parte delle specie più forti nella lotta per la sopravvivenza, la teoria di Darwin è ancora molto controversa. Quasi tutto i libri scientifici e romanzi e film parlano a favore della teoria dell’evoluzione, ma raramente indicano le sue lacune e incoerenze. Qual è la verità e quali possono essere gli effetti delle affermazioni di Darwin sulle nostre vite? Ecco brevemente le 10 teorie evoluzionistiche di Darwin che si sono dimostrate false.
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La teoria del "stagno caldo” Charles Darwin sosteneva che la vita avesse potuto aver origine da un “piccolo stagno caldo”, quindi dalla materia inerte o inanimata. Più tardi il famoso scienziato francese Louis Pasteur la contestò e 150 anni di osservazioni ed esperimenti hanno confermato tali risultati, portando a dire che la vita è molto più
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complessa di quanto sostenuto dalla visione evoluzionistica di Darwin. Diversi decenni fa il famoso esperimento Miller-Urey sembrò far luce sul tema. In presenza di una miscela di gas fatta reagire tramite calore ed elettricità i due scienziati produssero una sostanza catramosa che portò alla formazione di alcuni aminoacidi; oggi, tuttavia, sappiamo che l’esperimento fu manipolato in quanto l’ossigeno, che fu escluso, avrebbe compromesso i risultati. (Gli studiosi però hanno confermato la presenza di ossigeno quando la vita ebbe origine!) In ogni caso, anche con questo esperimento manipolato, non si arrivò alla formazione di aminoacidi tali da raggiungere il livello successivo degli elementi costitutivi della vita, ossia le proteine complesse che devono essere loro stesse integrate con precisione in sistemi sofisticati. L’esperimento Miller-Urey concretizzò, in sostanza, la produzione chimica artificiale di alcuni semplici elementi costitutivi organici, ma non si arrivò alla creazione di una vera “struttura”. Paragonando una casa ad una cellula vivente, come si ottengono gli elementi essenziali (fondamenta, pareti, porte, finestre, tetto, impianto elettrico, sistema fognario, ecc), necessari per costruirla funzionale, elegante e con tutti gli elementi nella giusta posizione? Una cellula vivente, a dispetto della sua apparente semplicità, è molto più complessa di una casa inanimata! La complessità di una cellula vivente sfida ogni immaginazione. Basti
pensare che l’unità biologica più primitiva è molto più complicata della casa più sofisticata, come illustrato più avanti in questo articolo. L’astronomo e matematico inglese Sir Fred Hoyle, nominato cavaliere per i suoi risultati scientifici, ha osservato riguardo all’esperimento Miller-Urey: «Gli elementi costitutivi delle proteine possono essere creati con mezzi naturali. Questo però non prova che la vita si sia così evoluta. Nessuno ha dimostrato che le corrette disposizioni degli aminoacidi, come quelle negli enzimi, possano essere prodotte in questo modo... Prendiamo l’esempio di un deposito di robivecchi contenente tutte le parti di un Boeing 747 smembrato completamente. Se una tromba d’aria soffia sul deposito, qual è la probabilità che il suo passaggio crei un 747 completamente assemblato e pronto per volare? Praticamente nulla anche se il vortice d’aria del tornado arrivasse a riempire tutto l’universo» (The Intelligent Universe, 1983, pagg. 18-19). Prove scientifiche indicano che la vita non ha avuto origine spontaneamente da un “piccolo stagno caldo”. La scienza e i reperti fossili confermano che la vita può nascere solo dalla vita e questo è ribadito dalla stessa legge della biogenesi. Consideriamo ora la cellula. Quello che Darwin vide al microscopio era una materia rotondeggiante chiamata “protoplasma” e lo scienziato pensò che si trattasse di composti elementari di facile assemblaggio.
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La presunta semplicità della cellula Le moderne conoscenze però hanno dimostrato che i batteri contengono elementi molecolari complessi, paragonabili ad una sofisticata fabbrica automobilistica dotata di meccanismi robotici multipli e di un centro di controllo estremamente complesso. Come sottolineato dal biologo molecolare Jonathan Wells e dal matematico William Dembski: «E’ vero che le cellule eucariotiche sono le cellule più complesse che conosciamo, tuttavia le forme di vita più semplici, le cellule procariotiche, come ad esempio i batteri, privi di nucleo, sono a loro volta estremamente complesse... Se i procarioti sono paragonabili ai telefoni cellulari, gli eucarioti sono assimilabili a computer portatili all’avanguardia... Non esiste prova scientifica dell’esistenza di forme di vita più primitive da cui i procarioti possano essersi evoluti» (How to Be an Intellectually Fulfilled Atheist (or Not), 2008, pag. 4). Ecco alcune complesse funzioni condivise dai due tipi di cellule menzionate dai due autori: Elaborazione dati, conservazione e recupero degli stessi, linguaggi artificiali e loro sistemi di decodificazione, rilevamento degli errori, meccanismi di correzione per il controllo qualità, tecnologia di fusione bio-elettrica, sistemi di distribuzione e trasporto impulsi, indirizzamento automatizzato e trasduzione dei segnali ottici in elettrici e biochimici, processi di assemblaggio simili all’impiego di costruzioni modulari e prefabbricate, impianti di produzione robotica autoreplicanti. Le cellule viventi sono quindi molto più complesse e sofisticate di
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quanto Darwin potesse immaginare. Non è pensabile che sia stato il caso ad originare tutto questo, quando nemmeno la scienza, la chimica, l’ingegneria e la tecnologia umana e nessun laboratorio scientifico sono mai stati in grado di ricreare un solo capello umano!
La sua idea sulle informazioni all’interno della cellula Ai tempi di Darwin gli scienziati non sapevano che tipo d’informazioni fossero contenute nella cellula. Secondo lo studioso erano dati molto elementari, solo alcune istruzioni per dire alla stessa come funzionare. Credendo in questa semplicità dell’informazione Darwin ideò una teoria chiamata “pangenesi” secondo cui le cellule generavano grandi mutazioni casuali. Più tardi tale ipotesi fu dichiarata totalmente infondata. Oggi possiamo affermare che le informazioni cellulari sono a dir poco sbalorditive. Consideriamo il tipo d’informazione contenuta nel nucleo cellulare: si tratta di un linguaggio genetico formato da un alfabeto digitale a 4 caratteri e da regole grammaticali, superiore a qualsiasi linguaggio di programmazione mai concepito dall’uomo. Bill Gates, fondatore della Microsoft, ha affermato che «il DNA è un programma computerizzato di gran lunga più avanzato di qualsiasi software mai creato» (The Road Ahead, 1995, pag. 188). All’interno del nucleo cellulare si trovano migliaia di istruzioni attentamente codificate (dette geni) che devono essere tradotte, trasportate e riprodotte. L’informazione secondo gli studiosi non è materia (non ha né massa, né lunghezza né larghezza), ma può essere veicolata tramite quest’ultima. Non si è nemmeno dimo-
strato che l’informazione possa evolversi o essere migliorata grazie alle mutazioni. Inoltre ogni molecola di DNA umano contiene circa tre miliardi di caratteri genetici e il tasso di errore cellulare, (chiamato "mutazione puntiforme"), incredibile a dirsi, è di uno su 10 miliardi di caratteri! Come il fisico e chimico Jonathan Sarfati ci spiega: «La quantità d’informazione che può essere immagazzinata in una “capocchia di spillo” di DNA è equivalente a una pila di libri in brossura alta 500 volte la distanza fra la terra e la luna, ognuna con un contenuto diverso! Oppure se pensiamo che il nostro nuovo hard disk da 40 GB rappresenta l’avanguardia, la nostra “capocchia di spillo” di DNA potrebbe contenere 100 milioni d’informazioni in più» (DNA: Marvelous Messages or Mostly Mess? Marzo 2003, edizione online). Un DNA dalle istruzioni così precise e sofisticate, compreso l’istinto che consente ad ogni specie vivente di sopravvivere, può mai essere scaturito evoluto dal caso? E’ necessaria molta più fede per credere che l’evoluzione cieca e casuale possa concepire una tale mappatura cromosomica che riconoscere l’esistenza di un Disegno Intelligente dietro tutto questo. Basti pensare che un filosofo ateo di larga fama come l’inglese Antony Flew ha riconosciuto che solo un’intelligenza superiore può aver concepito un così complesso insieme di informazioni genetiche (There Is a God, 2007, pag. 75).
L’errata aspettativa di Darwin dai fossili intermedi Darwin credeva che le informazioni cellulari erano molto semplici ed elementari, ma si sbagliava. Durante i suoi studi Darwin prese
in considerazione i reperti fossili; a conferma della sua teoria tali ritrovamenti dovevano dimostrare l’esistenza di un passaggio graduale all’interno di ogni specie e quindi di milioni di reperti intermedi. «Il numero di reperti di transizione ed intermedi fra tutte le specie viventi ed estinte deve essere stato incommensurabilmente grande; certamente, se la teoria (dell’evoluzione) è vera...» (The Origin of Species, 1958, edizione Mentor, pag. 289). Darwin poi, di fronte all’evidenza, ammise: «La diversità delle forme viventi e il fatto di non essere collegate le une alle altre da innumerevoli reperti fossili di transizione è difficilmente spiegabile... Perché ogni strato o formazione geologica non presentano questi “collegamenti” intermedi? La geologia non rivela alcuna catena organica esistente di questo tipo e forse questa è l’obiezione più seria ed ovvia alla mia teoria» (pag. 287). Darwin pensava che si sarebbero scoperti «numerosi reperti di transizione», tuttavia il paleontologo ed evoluzionista David Raup ammette a sua volta: «Ormai sono trascorsi circa 120 anni e la conoscenza dei resti fossili si è decisamente ampliata, disponiamo ora di circa 250.000 reperti, ma la situazione non è cambiata molto. Il ‘registro’ dell’evoluzione è ancora incompleto e disponiamo di un numero inferiore di esemplari ‘di transizione’ rispetto ai tempi di Darwin... Ancora oggi quindi i reperti fossili esistenti dimostrano sì un cambiamento, ma non tale da essere considerato la conseguenza della selezione naturale» (Field Museum of Natural History Bulletin, 1979, pag. 25). La domanda nasce spontanea: dov’è l’evoluzione graduale di specie soggette a mutazione di cui, secondo Darwin, si sarebbero dovuti trovare i resti? Niles Eldredge, un altro famoso paleontologo, risponde: «Non c’è da sorprendersi se i paleontologi si sono
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tenuti lontano così a lungo dalla teoria dell’evoluzione... Nelle nostre ricerche, più che mutazioni delle specie abbiamo trovato soltanto sconvolgimenti e mutazioni dell’habitat da aver fatto migrare la vita altrove» (Reinventing Darwin: The Great Evolutionary Debate, 1995, pag. 95). «Questo, in sostanza, è il verdetto della moderna paleontologia: il reperto fossile non mostra una graduale evoluzione darwiniana», afferma il giornalista George Sim Johnston. «Otto Schindewolf, forse il paleontologo più famoso del 20° secolo, ha scritto che i fossili «contraddicono Darwin in modo diretto». Steven Stanley, paleontologo e insegnante presso Johns Hopkins, scrive ne "The New Evolutionary Timetable” che «il reperto fossile non documenta in modo convincente una singola transizione da una specie ad un’altra» (An Evening With Darwin in New York, Crisis, Aprile 2006, edizione online). In altre parole i reperti fossili hanno “tradito” Darwin: Gli “innumerevoli” anelli di congiunzione mancanti delle specie mutanti fra le classi di animali e piante sono tuttora inesistenti. Gli studiosi hanno solo scoperto una varietà di specie “progettate” in modo straordinario, in grado di adattarsi al loro ambiente, questo però non dimostra l’esistenza di mutazioni graduali certe o di tracce evolutive di alcun tipo.
Il suo considerare mutazioni di specie che tali non erano. Darwin ebbe l’idea della selezione naturale, in parte, dall’osservazione della selezione artificiale. Notò, ad esempio, il modo in cui gli allevatori di piccioni ottenevano una grande varietà di questi animali. Tuttavia dovremmo ricordarci che si trattava sem-
pre e solo di piccioni! Lo scienziato invece pensava che da questa varietà i piccioni, trascorso un periodo di tempo sufficiente, avrebbero potuto evolversi in qualche altro tipo di uccelli, quali aquile, avvoltoi e, gradatamente, in altre creature come i mammiferi volanti. Nessuno mette in discussione la nozione del “cambiamento nel tempo” in biologia: ciascuno di noi è diverso dai propri genitori e nonni, ma questo tema non riguarda l’evoluzione. In realtà è un tentativo di spiegare come microrganismi, insetti, pesci, uccelli, tigri, orsi e persino gli esseri umani sono diventati quello che sono oggi con il passare del tempo. Non è un problema nemmeno accettare quella che è chiamata microevoluzione, o cambiamento all’interno di una specie, dove la mutazione e la selezione naturale giocano effettivamente un ruolo. Abbiamo esempi in natura di questi adattamenti minori negli organismi, come ad esempio la resistenza all’antibiotico, le modifiche negli occhi e nelle ali dei moscerini della frutta e la variazione della dimensione del becco nei fringuelli. Ma è importante anche qui notare che i microbi rimangono microbi e lo stesso vale per i moscerini della frutta e i fringuelli. L’evoluzione darwiniana com’è insegnata nelle scuole, invece, riguarda la macroevoluzione, ossia quei cambiamenti che vanno al di là dei limiti di una specie per crearne un’altra distinta. La teoria si basa su 3 presupposti: 1) tutti gli organismi viventi discendono da un antenato comune; 2) i meccanismi principali che governano i cambiamenti sono la selezione naturale e le mutazioni; e 3) questi sono processi naturali e spontanei, non guidati da alcuna intelligenza superiore. Chiediamoci però: abbiamo mai constatato nei reperti fossili, che creature viventi cambino e mutino da una specie ad un’altra? Mai. Come il biochimico agnostico Michael Denton afferma: «Il fatto è
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che le prove erano così frammentarie cent’anni fa che Darwin stesso nutriva dubbi sulla validità delle proprie opinioni e l’unico aspetto della sua teoria che è stata accettata nell’ultimo secolo è quella che riguarda i fenomeni microevolutivi... Invece, la sua teoria generale secondo cui la vita sulla terra aveva avuto origine e si era evoluta grazie all’accumularsi graduale e successivo di mutazioni accidentali e fortuite è ancora, come ai tempi dello scienziato, un’ipotesi altamente teorica senza diretta prova reale e molto lontana dall’assioma evidente che alcuni dei suoi sostenitori più aggressivi vorrebbero farci credere» (Evolution: A Theory in Crisis, 1985, pag. 77). Lo zoologo Pierre Grasse, il defunto presidente dell’Accademia di Scienze Francese, affermò che gli adattamenti “all’interno delle specie” non hanno, in effetti, nulla a che fare con l’evoluzione essendo semplici fluttuazioni attorno ad un genotipo stabile, un adattamento ecologico minore. Paragonò, inoltre, questi cambiamenti ad una farfalla in volo all’interno di una serra, in grado di volare ma solo fino ai limiti della stessa. Darwin sperava che con le sue scoperte la futura ricerca avrebbe dimostrato che le più di un milione di specie viventi sulla terra oggi o i milioni di animali estinti avrebbero rivelato una transizione graduale fra loro; tuttavia la sua non conoscenza delle leggi sull’ereditarietà e delle solide barriere genetiche esistenti fra le specie ha finito per mettere a repentaglio la sua teoria.
L’esplosione cambriana non fu presa in considerazione Darwin conosceva l’esplosione cambriana: definita come comparsa improvvisa di fossili di una varietà
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sconcertante di forme di vita complesse, senza predecessori, allo stesso basso livello dei reperti fossili. Invece della nascita di alcuni organismi correlati in una fase primitiva dei reperti fossili, come aveva sperato, ci fu un’esplosione di vita, dove i vari generi di corpi (i phyla) delle creature viventi ebbero origine, con tutta probabilità, nello stesso periodo (32 dei 33 phyla che vediamo oggi). Se volessimo paragonare questi sviluppi con il progresso delle invenzioni umane sarebbe come se un tostapane, una lavatrice, un frigorifero, un condizionatore ed un’auto improvvisamente venissero lanciati sul mercato senza che alcun ideatore e dispositivo meccanico li abbia costruito. La rivista Time, riguardo all’esplosione cambriana, nota: «Creature dotate di denti e tentacoli, artigli e fauci si sono materializzate tutto d’un tratto. In uno scoppio di creatività mai vista la natura sembra aver abbozzato il ‘progetto’ per tutto il regno animale. Questa esplosione di diversità biologica è descritta dagli scienziati come biologia del Big Bang» (Madeline Nash, “When Life Exploded,” 4 dic. 1995, pag. 68). Il “Big Bang” di creature completamente diverse nei reperti fossili pose un problema enorme che, Darwin dovette ammettere, mise a repentaglio la sua teoria. Egli scrisse: «Alla domanda «perché non scopriamo depositi ricchi di fossili appartenenti a questi presunti periodi primordiali precedenti al sistema cambriano’, io non so dare una risposta soddisfacente... La difficoltà a trovare una risposta plausibile all’assenza di tali strati è grande e forse può essere utilizzata come argomento valido a contrastare le opinioni qui menzionate» (The Origin of Species, pag. 309-310). Questo dilemma per gli evoluzionisti esiste ancora oggi, come ha spiegato il biologo Stephen Meyer: «I fossili dell’esplosione cambriana non possono essere assolutamente spiegati con la teoria darwiniana o dal concetto
degli ‘equilibri punteggiati’, che venne formulato per cercare di giustificare gli ‘imbarazzanti’ reperti fossili. Se si considera la situazione dalla prospettiva dell’informazione biologica, la migliore spiegazione è che un’intelligenza superiore sia responsabile di questo fenomeno non spiegabile in altro modo...» «Quando analizziamo l’esplosione cambriana, con la comparsa improvvisa di nuove forme di organismi viventi, ci si rende conto della necessità di una grande quantità di nuova informazione biologica. Una parte sarebbe codificata nel DNA, anche se il come questo avvenga è ancora un problema insormontabile per i sostenitori di Darwin. Come pure lo è dare una risposta a queste due domande: «Da dove viene la nuova informazione non attribuibile al DNA?» e «Come si sviluppa la disposizione gerarchica di cellule, dei tessuti e degli organi?» (Citaz. di Lee Strobel, The Case for a Creator, 2004, pagg. 238-239). Riassumendo, dopo 150 anni non esiste ancora un meccanismo evolutivo che possa spiegare in modo soddisfacente l’improvvisa comparsa di così tante diverse forme di vita. Non sono stati infatti trovati organismi che si sono evoluti in molti altri simili, si è verificata invece un’esplosione di varietà di creature viventi molto complesse e vicino al basso livello dei reperti fossili.
Il sua teoria dell’omologia Nei suoi studi Darwin notò che diversi tipi di creature condividevano alcune caratteristiche comuni quali le cinque dita della mano umana e le cinque dita dell’ala di un pipistrello o della pinna di un delfino. Egli postulò che questa somiglianza fra diverse specie, denominata “omologia”, co-
stituiva la prova di antenati comuni. Tale supposizione però si basa su un’analogia decisamente debole, in quanto i reperti fossili non mostrano alcuna evoluzione graduale di tali arti da una specie all’altra. Piuttosto mostrano un medesimo ideatore o progetto». Facciamo un esempio. Quando l’uomo costruisce un’auto, un carro o un’aspirapolvere a quattro ruote, ha in mente un ‘disegno comune’ (non esiste un ‘antenato comune’): quattro ruote danno più stabilità e forza rispetto a tre ruote e possono meglio distribuire il carico. E’ facile dedurre quindi che un saggio Creatore possa aver usato questo tipo di modello quadrupede per dare equilibrio e potenza a molte delle creature da Lui create, invece di usare il tipo ‘a tre zampe’. Allo stesso modo l’utilizzo delle cinque dita per mani, ali e pinne indica valide caratteristiche di progettazione impiegate per ottenere risultati ottimali. Lo stesso si può dire di organi quali occhi, orecchie ed arti presenti in creature come le rane ma anche l’uomo. Ha più senso ipotizzare l’idea di un Creatore che abbia usato tali modelli perchè ben funzionanti o che simili risultati siano l’effetto del caso nella selezione naturale e nelle mutazioni? E nella seconda ipotesi ci chiediamo: dov’è la prova dei molti modelli ‘mancanti’ che avrebbero dovuto lasciare traccia nei reperti fossili, come predetto da Darwin? La risposta è che non esiste.
Il suo credere che l’uomo si sia evoluto dalla scimmia Riguardo alle creature considerate lontane fra loro nell’albero evolutivo, ma con caratteristiche avanzate comuni, gli evoluzionisti sostengono che
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tali proprietà si siano evolute separatamente. La spiegazione più logica risiede invece nell’esistenza di un ‘progetto intelligente compito da un progettista: Dio Creatore! Nel suo secondo libro più famoso L’origine dell’uomo e la selezione in relazione al sesso, Darwin propose che gli esseri viventi si fossero evoluti da un tipo di scimmia imparentato ad uno scimpanzè. Se si osservano attentamente, tuttavia, si notano enormi differenze fra lo scimpanzè e l’uomo. L’idea diffusa che condividessimo il 99% del nostro DNA con le scimmie è stata respinta grazie alla decifrazione del genoma dello scimpanzè. Stephan Anitei, editore scientifico di Softpedia scrive: «Il nuovo studio conclude che la variazione totale di DNA fra umani e scimpanzè è del 6-7%. Certo, esistono somiglianze ovvie con gli esseri umani, ma anche grandi differenze relative a corpo, cervello, intelletto, comportamento, ecc.” (How Much DNA Do We Share With Chimps?” Softpedia, 20 Nov. 2006, pag. 1). Dobbiamo riformulare allora la domanda: La somiglianza tra l’uomo e lo scimpanzè è dovuta ad un antenato comune o ad un comune Creatore? Se a motivo di un antenato comune, per quale motivo gli esseri umani sono così diversi oggi da quell’antenato, mentre gli scimpanzè sono rimasti praticamente gli stessi? La risposta più ovvia è che allo stato attuale non vediamo alcun processo evolutivo né nelle scimmie né nell’uomo.
La sua teoria dell’albero genealogico L’unico disegno presente nel libro L’origine delle specie è quello del presunto albero geneologico, ovvero la
trasformazione immaginaria di un antenato comune (al livello base) nelle diverse specie che vediamo oggi (livello superiore). Tuttavia l’immagine considera variazioni minori all’interno di una specie dopo molte generazioni e Darwin formulò, a questo proposito, alcune ipotesi. Basandosi sulle prove limitate a disposizione riguardo agli adattamenti egli dedusse che una specie potesse trasformarsi in un’altra completamente diversa. Scrisse anche: «Non vedo alcuna ragione per limitare il processo di modifica, come ora spiegato, alla sola formulazione delle varie specie» (pag.121). Quest’affermazione fu necessaria da parte sua in quanto non disponeva di alcuna prova! Come Jonathan Wells nota: «Il problema maggiore della teoria dell’evoluzione e dell’origine delle specie, resta irrisolto. Nonostante secoli di allevamento artificiale e decenni di esperimenti in laboratorio, nessuno ha mai dimostrato la speciazione (o evoluzione di una specie in un’altra) tramite variazione e selezione. Quanto Darwin sostenne fosse vero per tutte le specie, non è stato dimostrato nemmeno per una» (The Politically Incorrect Guide to Darwinism and Intelligent Design, 2006, pag. 64). In altre parole, invece di un “albero genealogico” che cresce con uno o alcuni antenati comuni e poi si espande, esiste inizialmente un “albero genealogico” capovolto e diviso, con i rami molto diversi e numerosi. Con l’estinzione e la comparsa improvvisa di nuove creature, vi sono nell’era attuale un minor numero di forme di vita rispetto al passato. «Di tutte le icone evolutive», aggiunge il Dr. Wells, «l’albero genealogico è il più pervasivo, in quanto la discendenza da un antenato comune è il fondamento della teoria darwiniana... Lo studioso sapeva però, e gli scienziati l’hanno confermato, che i primi reperti fossili “capovolgevano l’albero”. Se dieci anni fa si sperava che la scienza molecolare potesse sal-
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varlo, le recenti scoperte hanno demolito la sua teoria. Si può dire quindi, anche se non lo leggerete sui libri di biologia, che l’albero darwiniano è stato a tutti gli effetti sradicato» (ibidem, pag. 51).
Il suo rifiuto di credere alla rivelazione biblica concernente la creazione da parte di Dio Charles Darwin era un uomo del suo tempo; il 19° secolo fu testimone di grandi sconvolgimenti sociali (politici, filosofici, economici e religiosi) e lo scienziato ne fu enormemente influenzato. Il nonno Erasmus Darwin era un non credente, che si era dedicato a scrivere sul tema dell’evoluzione e il padre Robert, anch’egli un ateo, lo condizionò molto. La morte dell’amata figlia Annie all’età di dieci anni indebolì molto la sua fede in Dio. Circa undici anni dopo aver scritto L’origine delle specie egli ammise francamente quali furono le due ragioni principali che lo avevano portato a concepire il libro: «Vorrei dire, a mia scusante, che avevo due obiettivi distinti in mente: in primo luogo dimostrare che le specie non erano state create separatamente e, secondariamente, che la selezione naturale aveva giocato un ruolo fondamentale nel processo di cambiamento... Una parte di chi è a favore del principio evolutivo, ma rifiuta la selezione naturale, sembra dimenticare le mie due motivazioni citate, nella critica al mio libro; se ho sbagliato nel dare importanza alla selezione naturale, affermazione da cui sono molto lontano dall’ammettere, o se ho esagerato nell’attribuirle un ruolo primario, il che è probabile, spero almeno di aver reso un buon servizio aiutando a demolire il dogma delle creazioni separate» (The Descent of Man, 1871, pag. 92).
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Da notare che la prima ragione a motivare la scrittura del libro fu religiosa per “demolire il dogma delle creazioni separate”. In altre parole veniva esclusa l’ipotesi di un Creatore quale Dio della Bibbia a favore del materialismo scientifico, secondo cui materia ed energia da sole creano la vita attorno a noi, soprattutto tramite la selezione naturale e le mutazioni. «La pubblicazione integrale de I Taccuini (Early Notebooks) di Darwin», secondo il filosofo scientifico Stanley Jaki, «porta alla conclusione che lo scienziato, scrivendo la sua autobiografia, mentì consapevolmente quando sostenne di scivolare lentamente e inconsciamente nell’agnosticismo». Probabilmente Darwin «cercò di proteggere la sua famiglia e il pubblico vittoriano dall’evidenza che i suoi Taccuini risuonavano di materialismo militante. L’obiettivo principale di quest’opera era la mente umana, la “cittadella”, che doveva essere conquistata dalla sua teoria evolutiva, se il materialismo avesse vinto» (The Savior of Science, 1988, pag. 126). Inoltre sembra che Darwin non considerò mai i creazionisti del suo tempo, secondo cui l’età del nostro pianeta era di molto superiore a 6.00010.000 anni e Dio creò ogni specie con grande capacità di adattamento, come vediamo oggi e nei reperti fossili. Al contrario li ‘bollò’ come coloro che credevano in una creazione recente e in specie “fisse”, confinate a specifiche regioni geografiche. Questo tema era una sorta di “spaventapasseri” che poteva colpire, di volta in volta, nei suoi scritti. Per lui l’evoluzione era “scientifica” e doveva essere osservata con la mente aperta, ma all’interno di un chiuso sistema materialista, minimizzando o eliminando qualsiasi ruolo divino. Eppure oggi prove molecolari, chimiche, biologiche ed astronomiche indicano l’esistenza di un’intelligenza superiore e quindi di un Creatore. Leggiamo a questo proposito quanto
afferma il professore in legge Phillip Johnson dell’University of California: «L’evoluzione darwiniana... mi fa pensare ad una grande nave corazzata nell’oceano della realtà, le cui fiancate sono blindate da filosofiche barriere alla critica e i ponti sono attrezzati di cannoni retorici per intimidire possibili aggressori... La nave però ha una falla metafisica, è il “disegno intelligente”, e i più perspicaci fra gli ufficiali di marina hanno cominciato a capire che le ‘armi da fuoco’ sulla nave non possono salvare l’imbarcazione se la perdita non viene riparata. Certamente saranno impiegati sforzi eroici per salvare la nave… Lo spettacolo sarà avvincente e la battaglia proseguirà a lungo, ma alla fine vincerà la realtà» (Darwin on Trial, 1993, pag. 169-170). Il bicentenario della nascita di Darwin è arrivato, le sue idee però, come predetto da Phillip Johnson, finiranno nel deposito immondizie della storia. Johnson conclude: «La storia del ventesimo secolo ha tre pensatori preminenti: Darwin, Marx e Freud... Marx e Freud sono decaduti... Sono convinto che il prossimo sarà Darwin e la sua caduta potrebbe essere la più sconvolgente dei tre» (Defeating Darwinism by Opening Minds, 1997, pag. 113). Attendiamo con gioia il giorno in cui sarà demolita questa pericolosa “teoria” di adorare e servire la creatura invece del Creatore, come descritto in Romani 1. Il mondo può ancocra sperare di poter imparare a riconoscere e lodare il nostro amato Dio Creatore. BN
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Come la teoria dell’evoluzione ha cambiato il mondo Molta attenzione è stata dedicata alla teoria di Darwin che contraddice il racconto biblico della creazione, mentre pochissima attenzione è stata data al fatto che la sua teoria ha cambiato negativamente il pensiero dell’umanità. Rilevando le possibili conse- filosofi e scienziati tedeschi negli n secolo e mezzo dopo la guenze della pubblicazione del libro, anni a seguire, ne documenta lo pubblicazione de L’Origine delle Specie, è ancora diffi- Sedgwick ribadì inoltre che a suo av- stretto legame. Il dott. Richard Evans, profescile misurare con esattezza i drastici viso l’umanità avrebbe subito un danno forse irriparabile, che avrebbe sore di storia moderna presso la Unicambiamenti di atteggiamento - e sprofondato il genere umano nel deversity of Cambridge nonchè autore conseguenti danni sociali - iniziati proprio con la pubblicazione di que- grado più profondo come mai acca- di The Coming of the Third Reich, duto prima dalla stesura dei primi sostiene che il libro di Weikart mosto libro. racconti sulla storia dell’umanità. stra con dettagli sobri e convincenti La maggior parte di come seguaci della teonoi è cresciuta studiando ria darwinista in Gerla teoria di Darwin a mania avevano scuola e nelle università, sviluppato un atteggiadove le teorie sono mento amorale nei conspesso accettate come fronti della società fatti scientifici e nessuno umana al tempo della le mette in dubbio. Così Prima Guerra Monnon era nel 1859. diale, durante la quale Richard Weikart, dila presunta superiorità rettore della facoltà di della razza era usata storia presso l’Univercome principio di polisita Stanislaus della Catica pubblica e ‘igiene lifornia, descrive come razziale’. alcuni interpretarono la In molti si sono primissima edizione del Varsavia, Sett.1939: Le truppe tedeschi invadono la Polonia. chiesti come sia stato libro di Darwin. Weikart possibile che la nazione ha scritto: Dove hanno condotto che diede i natali a Beethoven, Bach, «Vi fu molta resistenza. Una le idee di Charles Darwin? Goethe e Schiller abbia potuto conbuona parte della resistenza iniziale al darwinismo scaturì dalla sensaEntusiasta della sua nuova teo- sentire a un uomo come Hitler di dizione di minaccia percepita all’or- ria, Darwin probabilmente diede ventare il loro leader supremo. La dine morale. Adam Sedgwick, ex poca importanza alle possibili con- ricerca di Weikart ci aiuta a capire mentore di Darwin in scienze natu- seguenze etco e morali di ciò che come questo sia accaduto mostrando rali alla University of Cambridge, aveva scritto. Certamente non poteva il cambiamento graduale di pensiero espresse il suo timore in modo de- prevedere che meno di un secolo sviluppatosi negli anni “da Darwin a ciso in una lettera a Darwin nel dopo, le sue idee avrebbero guidato Hitler” — una degenerazione nel1859, poco tempo dopo aver letto Le Adolf Hitler, l’Olocausto e il Nazi- l’apprezzamento del valore della vita Origini delle Specie in cui affermò smo allo sterminio della popolazione umana che persiste ancora oggi. Non fu soltanto il movimento di sentirsi moralmente scioccato dal ebrea, tanto per citarne uno. Tuttavia, contenuto di alcuni passaggi (From il libro del professor Weikart, ricco nazional-socialista (Nazi) di Hitler di dettagli significativi e citazioni di ad essere fortemente influenzato Darwin to Hitler, 2004, pag. 1).
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dalle teorie di Darwin. Dopo aver letto L’Origine delle Specie di Darwin, Karl Marx [fondatore del movimento comunista] scrisse a Friedrich Engels dicendo che, seppur trattato con uno stile grossolanamente inglese, questo libro racchiudeva le fondamenta della storia naturale. Molti pacifisti, alcuni dei quali furono perseguitati e persino assassinati dai nazisti, erano entusiasti delle teorie di Darwin che non facevano altro che supportarne la campagna politica e sociale. Avanza una nuova "etica" Le idee di Darwin portarono a una visione del mondo completamente diversa agli occhi di molti suoi seguaci. Nel 1904, uno dei principali biologi darwiniani tedeschi, Arnold Dodel, affermò che in realtà la nuova visione del mondo si basava sulla teoria dell’evoluzione. «Su questa dobbiamo costruire una nuova etica... Tutti i valori saranno messi in discussione... Il loro relativismo morale implica che alcuni valori avrebbero potuto essere legittimi in passato, ma potrebbero non avere più valore nella società moderna». E’ interessante osservare come un contemporaneo di Dodel, il famoso anti-evoluzionista americano William Jennings Bryan, fu particolarmente motivato dal timore in merito alle implicazioni morali del darwinismo. In quanto pacifista, Bryan si sentì offeso dalla retorica darwiniana dei militaristi tedeschi, che riteneva responsabili dell’esplosione della Prima Guerra Mondiale. Le preoccupazioni di Bryan erano fondate in quanto incentrate su quei principi che portarono alle teorie razziste di Hitler che sfociarono 25 anni dopo in un secondo conflitto globale. La teoria di Darwin non alterò solo il pensiero politico tedesco, ma
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aveva contribuito anche alla nascita del fascismo in Italia, del comunismo in Russia e due guerre mondiali. La cieca fede nella teoria, cambiò anche il pensiero di un alto numero di religiosi, specialmente nei paesi occidentali. Valori basati su secoli di insegnamenti giudeo-cristiani sulla santità del matrimonio e della vita umana, in generale, iniziarono a consumarsi. La teoria di Darwin non fornì soltanto una spiegazione alternativa al racconto biblico, sollevò con grande efficacia dubbi su tutti i contenuti biblici, comprese le leggi di natura spirituale. Rigettando le nostre “radici“ Oggigiorno, nei paesi occidentali, il matrimonio è considerato una tradizione antica e superata, e l’impegno della fedeltà sessuale nei confronti del proprio partner per tutta la vita è rispettato solo da una piccola minoranza. Molte persone ritengono che il sesso sia solo per puro piacere e che i figli sono una scocciatura. Questo atteggiamenti materialistici ed egoistici minacciano la sopravvivenza delle nostre popolazioni che, senza rendersene conto, hanno "bevuto» la teoria dell’evoluzione nel nome di una presunta "emancipazione" o "cultura superiore". Weikart spiega come l’accettazione del "dogma" darwiniano abbia cambiato il pensiero della società sulla vita umana sostenendo che prima dell’entrata in scena del darwinismo a metà del diciannovesimo secolo, l’idea della santità della vita umana era dominante nel pensiero e nelle leggi occidentali (sebbene, come con tutti i principi etici, non era sempre messa in pratica). L’etica giudeo-cristiana vietava l’uccisione di vite innocenti e le chiese cristiane condannavano esplicitamente il sesso al di fuori del matrimonio, la convivenza, l’aborto ed altri crimini
oggi "legalizzati". «La sacralità della vita umana rientrava nell’ideologia dei diritti umani liberali come ‘diritto alla vita’ che, anche secondo la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, era uno dei diritti supremi di ogni individuo» (pag. 75). Ma questa ideologia era destinata a cambiare. «Solo verso la fine del diciannovesimo secolo e soprattutto all’inizio del ventesimo è stato aperto un dibattito su temi relativi alla sacralità della vita umana, in particolar modo in merito a infanticidio, eutanasia, aborto e suicidio. Non era pura coincidenza il fatto che questi temi controversi emersero proprio mentre il darwinismo acquisiva influenza. Il darwinismo giocò un ruolo importante in questo dibattito in quanto modificò il concetto dell’importanza e valore della vita umana nella mente di molte persone così come il senso della morte». Questo progresso nel pensiero occidentale non è estraneo ai lettori della Bibbia che conoscono bene il contenuto dell’Epistola dell’apostolo Paolo ai Romani, scritta 18 secoli prima di Darwin. In essa, l’apostolo mostra come il rifiuto della verità di Dio da parte dei leader di allora, nonostante le numerose prove fisiche della Sua esistenza attorno a loro nel Suo creato, portarono inevitabilmente all’adorazione di cose e, di conseguenza, al rifiuto di valori e limitazioni morali. «Infatti le sue qualità invisibili... si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo... perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle del-
l'uomo corruttibile... essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen» (Romani 1:20-25). Fin dal principio, avendo discreditato e rifiutato il vero Dio Creatore come loro Padre, i progenitori dell’umanità e quasi tutti i loro discendenti sentirono subito la necessità di sostituirlo. Crearono quindi con la propria immaginazione degli idoli, i falsi dèi della paganità, che riflettevano gli stessi desideri e le stesse passioni dell’uomo, decisamente molto lontani dal vero Creatore della Bibbia.
temporanei, la filosofia dell’assenza di signifcato fu fondamentalmente uno strumento di liberazione. La liberazione che desideravamo era... liberazione da un certo sistema di moralità. Ci siamo opposti alla moralità perché interferiva con la nostra libertà sessuale...» (Ends and Means, 1938, pagg. 270, 273). Julian Huxley, fratello di Aldous nonchè genetista e seguace di spicco della teoria dell’evoluzione, sottolineò successivamente quanto fosse forte il senso di sollievo spirituale scaturito dal rifiutare l’esistenza di Dio (Essays of a Humanist, 1966, pag. 223).
Conseguenze del rifiutare Dio
Nessun freno
Il rifiuto del vero Dio ebbe sconvolgimenti sociali e corruzione sessuali, come sottolinea l’apostolo Paolo nei versetti successivi. «Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami...» (Romani 1:26-27). Proprio come il precedente rifiuto di Dio da parte dell’uomo portò al desiderio di allontanamento dalla moralità, quando le società occidentali iniziarono a respingere i contenuti biblici considerati come la Parola "errata" di Dio, la gente non trovò più alcun motivo valido che giustificasse il fatto che la propria nazione fosse governata dalle leggi morali di Dio. In molti abbracciarono con entusiasmo la teoria darwiniana in quanto diede loro un motivo per respingere le leggi di Dio e vivere una vita libera da ogni restrizione etica e sessuale. Alcuni noti evoluzionisti non negarono quanto sopra citato. Secondo il noto scrittore Aldous Huxley, coloro che non attribuiscono alcun significato al mondo, generalmente ritengono che, per un motivo o per un altro, il mondo non abbia alcun senso... «Per me, indubbiamente, e per la maggior parte dei miei con-
Qualsiasi cosa o azione può essere giustificata una volta che allontaniamo Dio dalla nostra vita. In Romani 1, Paolo prosegue dicendo: «E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti, essendo ripieni d'ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, omicidio, contesa frode, malignità» (versetti 28-29). Purtroppo questo è un chiaro riassunto della società contemporanea. Forse il versetto successivo la riassume ancora meglio, quando Paolo dice che gli uomini sono diventati «nemici di Dio» (v. 30). Sicuramente Darwin non iniziò i suoi studi meditando il rifiuto della moralità giudeo-cristiana, ma la sua teoria ha condotto proprio a quello. Nell’Inghilterra vittoriana, Darwin sarebbe inorridito innanzi alle idee naziste, ma vero è che senza la teoria dell’evoluzione, il Terzo Reich di Hitler non avrebbe trovato alcuna giustificazione o ascesa. Weikart conclude dicendo che «il darwinismo in sé stesso non provocò l’Olocausto, ma senza il darwi-
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nismo, e soprattutto le relative evoluzioni sociali e eugenetiche, né Hitler né i suoi seguaci nazisti avrebbero avuto il "supporto scientifico" per convincere sè stessi e i loro collaboratori, che una delle più grandi atrocità mai perpetrate al mondo fosse degna di lode» (From Darwin to Hitler, pag. 233). Le interpretazioni naturalistiche del darwinismo, sono riuscite a capovolgere completamente il senso della moralità. Perfino la crisi economica e finanziaria globale è il ri sultato della mentalità darwiniana che "giustifica» la sopravvivenza del più forte, il dominio del denaro sui valori etici e i princìpi morali. Rendiamo grazie a Dio per averci liberato da questo inganno mediante il Suo amato figliolo, Gesù Cristo, nostro Signore. BN
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Le meraviglie del corpo umano eggiamo un passaggio de Il Corpo Umano, un libro di Anthony Smith che descrive le fasi iniziali della vita di una neonata nel mondo occidentale: «La bambina pronuncerà le sue prime parole circa 12 mesi dopo la sua nascita e prima dei sei anni sarà in grado di padroneggiare le basi della lingua. Quest’abilità si svilupperà ulteriormente e fino a dieci anni affinerà la sua proprietà di linguaggio» (pag. 7-8). Anche se il mondo animale dispone di diverse modalità di comunicazione “non sofisticate”, noi siamo l’unica specie a possedere capacità di linguaggio avanzate. «Che capolavoro è l’uomo!», scrisse William Shakespeare, «così nobile nella ragione, così infinito nelle facoltà». Eppure, nonostante i nostri nobili risultati, quanto accade nel nostro corpo, anche quando siamo rilassati, resta un mistero per noi» (Smith, pag. 8). Persino «mentre siamo seduti a leggere un libro, il nostro corpo è vigile e attivo. Le terminazioni nervose della pelle inviano segnali al cervello sulla nostra posizione e in base ad essi noi, inconsciamente, sistemiamo i cuscini finché riceviamo il messaggio di "seduta confortevole"» (ibidem). Gli scienziati stanno iniziando a capire che non esistono organi superflui: «I biologi spesso sono rimasti perplessi di fronte a parti del corpo apparentemente senza uno scopo preciso, per poi scoprire più tardi che svolgevano un’importante funzione. Prendiamo ad esempio il timo. Fino a non molto tempo fa veniva considerata una ghiandola di poco conto, sopravvissuta ad una successiva evoluzione, ora invece è riconosciuta come il centro di controllo del sistema immunitario. Nei bambini, spesso, tonsille e adenoidi venivano rimosse chirurgicamente, perché si pensava fossero superflue, ora sappiamo che proteggono naso e gola dalle infezioni» (John Allan, The Human Difference, 1989, pag. 45). E che dire di un organo come la mano. Nessun’altra specie dispone di un’articolazione con funzioni simili: «La mano umana è in grado di esercitare sia una grande forza sia un’estrema delicatezza nei movimenti. Può svolgere lavori pesanti e allo stesso tempo è sensibile a diverse forme e consistenze, pensiamo ad esempio all’uso che ne fa un non vedente... La mano umana è unica ed ha due diverse capacità di presa... Il palmo delle mani può non solo trattenere saldamente oggetti come le monete grazie alle dita, ma riesce a far ruotare, ad esempio, la chiave della macchina, grazie all’uso del pollice» (Smith, The Human Body, pag. 132). Il corpo umano è un universo incredibile, se pensiamo alla sua capacità creativa e di pensiero, eppure quasi tutti i libri che lo descrivono attribuiscono le sue meraviglie alle presunte "mutazioni dell’evoluzione", e pochi sembrano lodare Dio come il Salmo di Davide «Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo meraviglioso, stupendo» (Salmo 139:14). BN
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L’Universo: senza significato né scopo? lcuni scienziati mostrano il loro stupore, a volte, di fronte all’ingenuità, all’armonia e all’eccellenza del nostro Universo. L’astrofisico Paul Davies afferma che «l’universo segue uno schema preciso e non è il risultato di un insieme arbitrario di eventi accidentali». E continua: «Dio o non Dio, c’è un senso dietro a tutto questo» (The Goldilocks Enigma, 2006, pag. 15-16). Tuttavia molti studiosi sembrano ciechi di fronte all’attribuzione di un significato al Creato, anche se la Bibbia stessa gli dà grande importanza (Salmo 8:3-5; 19:1-6; Romani 1:19-20). Secondo il fisico Richard Feynman, «Le grandi conoscenze accumulate sul comportamento del nostro universo portano a credere che lo stesso non abbia alcuno scopo» (citaz. di Davies, conferenza “Beyond Belief”, 6 nov. 2006). Il cosmologo Steven Weinberg scrisse a sua volta, «Più l’universo sembra comprensibile più appare senza senso» (The First Three Minutes, 1977, pag. 149). Certamente è sconfortante notare che le menti di gran parte dell’intellighenzia mondiale sono cieche di fronte alla maestosità del Creato e al suo importante scopo divino. Eppure, in Matteo 11:25, Gesù Cristo disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signor del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli». BN
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I danni della teoria dell’evoluzione: Come parlarne ai figli? I nostri figli sentono parlare a pro dell’evoluzione molto più che delle lacune di questa teoria. Come possono liberarsi da questa disinformazione? E’ nostro dovere aiutarli! e hai figli in età scolastica, molto probabilmente sentiranno spesso parlare della teoria evoluzionistica, anche se tu non la condividi o meno. Nella maggior parte delle scuole e università, la teoria dell’evoluzione è il tema principale delle materie scientifiche. Anche se i bambini frequentano l’asilo, potrebbero comunque già sentire parlare dell’evoluzione. Portateli allo zoo, visitate un museo di storia naturale, guardate un programma in televisione sulla natura o leggete insieme un libro che parla di animali: le teorie di Darwin sono praticamente ovunque! Per questo motivo, tu, in quanto genitore, devi affrontare questo argomento con i tuoi figli, devi controattaccare queste idee distruttive. Ricorda, quando i tuoi figli sono a scuola, la teoria dell’evoluzione è loro presentata come un dato di fatto. Con molta probabilità non verranno citate le lacune del pensiero darwiniano né tantomeno l’esistenza di un Creatore divino. Sicuramente i tuoi figli vanno in congregazione con te, probabilmente sanno che non credi nell’evoluzione; ma è possibile che loro non capiscano realmente il motivo per cui la teoria dell’evoluzione è sbagliata a meno che tu non ne parli con loro. Potrebbe sembrare un’impresa ardua e dopotutto l’evoluzione è un argomento ostico. Tuttavia, non è necessario avere competenze in biologia o paleontologia per spiegare in modo comprensibile le lacune della teoria dell’evoluzione ai tuoi figli. Di
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seguito troverai alcuni suggerimenti pratici a questo scopo e su come insegnare ai tuoi figli cosa dice la Bibbia in merito alla creazione.
1. Studia l’argomento e preparati su come spiegarlo. Non è necessario che tu sia un esperto di biologia, ma dovresti almeno avere un’infarinatura generale sulla teoria dell’evoluzione prima di discuterne con i tuoi figli. Impara i termini di base come sopravvivenza dei più forti, speciazione, generazione spontanea, mutazione casuale, selezione naturale, ecc... Studia il significato di questi termini e come rientrano nella teoria dell’evoluzione. Questo ti consentirà di affrontare l’argomento in modo intelligente. Puoi anche richiedere degli opuscoli di approfondimento che includono riferimenti a testi importanti, per la maggior parte scritti da scienziati, che supportano i punti più importanti su questo tema indicati anche dalla Bibbia. C’è molto materiale utile a disposizione nei siti web, così come in libri pubblicati da case editrici che supportano la teoria del creazionismo. Ma è bene comunque prestare attenzione ai diversi punti di vista. Non tutte le persone che supportano la teoria del creazionismo credono nella stessa cosa. La maggior parte si considera sostenitrice della teoria del creazionismo della “terra giovane”, il che significa che credono che le stelle, i pianeti, la terra e la vita sulla terra furono create da Dio circa sei-
mila anni fa. Se pensi invece che la terra sia più vecchia, forse tanto vecchia quanto sostengono molti scienziati, allora avrai molto materiale da scartare mentre leggerai libri e articoli scritti da sostenitori della teoria del creazionismo della terra giovane. I creazionisti della “terra vecchia”, invece, credono che la terra e l’universo abbiano miliardi di anni, come descritto da astronomi e geologi. All’interno di questa categoria, c’è il così detto “creazionismo in due fasi”, secondo cui la creazione della vita e dell’uomo avvenne in sette giorni, circa seimila anni fa, ovvero molto tempo dopo che la vita e la terra pre-adamica era scomparsa a causa dell’èra glaciale, che si ritiene sia stata causata sulla terra dalla ribellione e sconfitta di una terza parte degli angeli. In quella fase precedente tutta la terra asciutta scomparve sommersa dalle acque solidificate, per cui fu poi necessaria una settimana di trasformazioni per preparare l’ambiente adatto alle forme di vita che conosciamo oggi, inclusa la creazione dell’uomo, avvenuta all’incirca 6000 anni fa, secondo il computo biblico. Inoltre, all’interno della categoria della “terra vecchia” c’è il “creazionismo progressivo”, secondo cui i sei “giorni” della creazione descritti in Genesi non si riferiscono letteralmente a cicli di 24 ore, ma implica che potrebbe trattarsi di migliaia o milioni o miliardi di anni. Queste sono solo alcune delle teorie che differenziano i vari gruppi
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di creazionisti l’uno dall’altro. Non è possibile descriverli tutti in questa sede, ma il punto fondamentale è che mentre questi gruppi possono fornire molte informazioni per aiutarti a capire i problemi legati alla teoria dell’evoluzione, possono anche sollevare altri problemi se non credi alla stessa teoria legata all’età della terra o al tempo impiegato per la creazione. E’ importante scegliere il materiale di studio molto attentamente.
2. Anticipa le domande. Quando finalmente ritieni di aver capito bene la questione, allora sarai pronto per affrontarla con i tuoi figli. Trova il momento giusto per parlarne con loro. Non aspettare che siano loro a rivolgerti una domanda sull’evoluzione, perché potrebbero non farlo mai di loro spontanea volontà. Se vi riunite spesso in famiglia per parlare, potresti proporre l’evoluzione come argomento da affrontare; oppure ne puoi discutere di tanto in tanto con i tuoi figli quando siete seduti a tavola per cena. E’ importante capire che cosa “sanno” i tuoi figli dell’evoluzione, che cosa hanno imparato a scuola e se hanno domande o dubbi in merito a ciò che è stato detto loro. A quel punto potrai spiegare le lacune dell’evoluzione, in base a quello che hai appreso dalle varie letture. Ma non parlare solo tu. Cerca di instaurare uno scambio di opinioni. Potresti chiedere ai tuoi figli se possono riportare qualche esempio dalla natura a supporto di un Creatore o disegno intelligente o di complessità irriducibile (quest’ultimo in riferimento alle strutture o ai sistemi che potrebbero non essere evoluti in fasi graduali, come un’assemblea completa è necessaria per fornire un beneficio funzionale in modo da essere tramandata nel processo di selezione naturale). Prova a stimolare i tuoi
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figli a meditare su questo argomento. Puoi anche organizzare qualche gita fuori porta con l’intento di analizzare alcune idee sulla teoria dell’evoluzione. Questo è quello che fa Jack, nel Kentucky. Lui e sua moglie portano spesso i loro figli, attualmente studenti di scuola media, a passeggiare su montagne, colline e lungo torrenti vicino casa alla ricerca di fossili. «Tutte le rocce in questa zona sono piene di fossili», egli dice. «Mostriamo ai nostri figli i diversi fossili che troviamo e poi faccio loro notare il fatto che non troviamo mai fossili di specie di transizione (come un pesce con i piedi o un rettile con le piume), che supporterebbero le teorie del cambiamento evolutivo. «Tutti i fossili che troviamo sono specie complete e funzionali. Dopodiché spiego loro che nessun paleontologo professionista ha mai trovato fossili di transizione. Questo dimostra esattamente dov’è la verità». Naturalmente dovrai adattare l’argomento all’età dei tuoi figli. Puoi entrare nel dettaglio se hai ragazzi in età pre o adolescenziale che studiano biologia a scuola molto più di quanto non faresti con un bambino che non ha ancora studiato i geni. Se hai bambini piccoli potresti semplicemente dire loro che non esistono prove scientifiche a supporto dei grandi cambiamenti dalla amoeba ai pesci, alle rane, ai rettili, ai mammiferi senza ulteriori dettagli. Oltre alle conversazioni programmate, dovresti essere pronto a parlare anche di concetti evolutivi ogni qual volta si presenti l’occasione. Per esempio, durante una visita allo zoo, mentre la guida spiega come il collo della giraffa si sia allungato nel corso dei secoli per mangiare le foglie dagli alberi più alti, prendi da parte i tuoi figli e spiega loro che queste teorie sono false. Non solo dovrai spiegare ciò che
è sbagliato nella teoria dell’evoluzione, ma dovrai anche insegnare ai tuoi figli il racconto biblico della creazione.
3. Leggi il racconto biblico della creazione ai tuoi figli. Inizia quando sono molto piccoli. Leggi loro la storia della creazione di Dio in Genesi 1 e 2 più volte fino a quando la avranno memorizzata bene. Ma non fermarti al libro di Genesi. La Bibbia contiene molte scritture che confermano il racconto della creazione di Genesi, soprattutto nei libri di Salmi e Isaia. Leggi anche questi a tuo figlio, discutine con lui. Parla di ciò che ha fatto Dio in ognuno di questi giorni della creazione e cosa significa per noi oggi. Magari puoi anche organizzare delle gite di famiglia per sottolineare gli aspetti più importanti della creazione. Accompagna i tuoi bambini in un giardino botanico e mostra loro il disegno intricato delle foglie e ricorda loro più volte come sia impossibile che questo disegno sia stato creato per una mutazione casuale e una selezione naturale. Visitate una fattoria in primavera dove ci sono i cuccioli di animali per spiegare come Dio abbia creato gli animali e le piante affinché si riproducessero «ciascuno secondo la sua specie». Se hai un piccolo orto, puoi mostrare ai tuoi figli come i diversi tipi di semi crescono e diventano particolari tipi di frutta e verdura.
4. Pensa a come smentire la validità della teoria evoluzione insegnata a scuola. Mostra quanto sia perfetto il sistema che è stato creato; non avrebbe potuto essere così senza l’intervento del Creatore o di un disegno intelligente. Questo genere di “lezione”
renderà il racconto biblico della creazione molto più reale agli occhi dei tuoi figli. E’ possibile che i tuoi figli capiscano perfettamente che la teoria dell’evoluzione è sbagliata, ma come gestirne l’insegnamento a scuola è tutt’altra questione. Come possono rispondere correttamente alle domande di un test scolastico sull’evoluzione? Questo è decisamente un problema che dovrai affrontare e risolvere assieme ai tuoi figli. Innanzitutto spiega loro che la teoria dell’evoluzione è ampiamente supportata nella nostra società. Per questo motivo è importante che sappiano alcune cose in merito; devono capire che cosa intende la gente quando parla dell’evoluzione. Tenendo questo bene in mente, i tuoi figli riusciranno ad affrontare i test scolastici pensando di dover verificare quanto sanno di questa teoria così diffusa. In altre parole, il rispondere correttamente alle domande del test non significherà credere, ma semplicemente dimostrare le proprie conoscenze in materia. Per esempio, ad una interrogazione orale, possono iniziare la risposta dicendo: «Secondo quanto crede la gente...» oppure «Il capitolo 5 afferma che...» Questo genere di risposte mostrerà che i tuoi figli hanno svolto correttamente i compiti e capito il concetto dell’evoluzione, senza comunicare di crederci.
5. Spiega il perché è importante non accettare la teoria dell’evoluzione. Quando parli con i tuoi figli, sottolinea perché accettare la teoria dell’evoluzione è un grave errore: è un tentativo di negare l’esistenza di Dio Creatore. Se l’universo e la vita sulla terra si fossero evoluti da soli per miliardi di anni, allora il racconto della creazione di Genesi è pura fantasia e
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Dio non esiste. Questo è quello in cui molte persone credono e desiderano diffondere. Se non c’è Dio, allora non ci sono certezze su ciò che è giusto e sbagliato e la gente è libera di fare quello che vuole. Prova a spiegarlo ai tuoi figli. Devono capire che esiste un progetto divino; la teoria dell’evoluzione ha influito sulla società per diverse ragioni, non solo a scopi scientifici, ma anche per negare quel progetto divino. Senza Dio la vita non è sacra, non ha alcun valore. Se i tuoi figli sono più grandi, potrebbero chiederti se è possibile credere in Dio e nell’evoluzione. Questo sarebbe il momento giusto per spiegare loro gli errori dell’evoluzione teistica. Questa teoria è un tentativo per integrare creazionismo e evoluzione. Gli evoluzionisti teistici, spesso religiosi, credono che Dio abbia effettivamente creato l’universo, ma lo fece guidando il processo dell’evoluzione per miliardi di anni. Puoi spiegare che i concetti dell’evoluzione e del creazionismo sono talmente diversi che non ha senso credere a entrambi. Da una parte la Bibbia afferma che «Dio creò l’uomo a sua immagine», mentre la teoria dell’evoluzione sostiene che l’uomo deriva accidentalmente da un insetto o da una scimmia o da altra forma di vita elementare, il che limita in modo blasfemo «l’immagine» di Dio e Dio Stesso. Se uno crede questa teoria la rivelazione biblica diventa irrilevante e apre le porte a pensieri sbagliati. L’unico genere di "evoluzione" accettato dalle Scritture è l’adattamento o trasformazione nel tempo di specie già create, non la metamorfosi da una specie all’altra. La mancanza di legami intermedi nei reperti fossili supporta totalmente gli insegnamenti biblici, non l’evoluzione ateistica e teistica.
L’importanza di ciò in cui crediamo Per riassumere, quello in cui crediamo riguardo le origini dell’universo e la vita stessa è estremamente importante. Darwin sosteneva che la vita ebbe inizio quando alcune sostanze chimiche in uno stagno si unirono per creare spontaneamente una materia vivente, nonostante ammise che non era possibile dimostrarlo. Neanche gli evoluzionisti contemporanei sono in grado di provare come abbia avuto inizio la vita. Noi invece conosciamo la risposta attraverso la rivelazione di Dio Creatore! Sappiamo che Dio ci ha creati a Sua immagine e somiglianza e sappiamo anche che ha in serbo un piano meraviglioso per noi: quello di accoglierci nel Suo Regno eterno. Dovremmo parlare spesso e regolarmente di questo con i nostri figli. E’ l’unico modo per istruirli a separare la verità dalla menzogna e a seguire le verità preziose di Dio nostro Creatore e Padre! BN
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