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Aprile-Giugno 2014
La Bibbia: Miracolo dei miracoli - Una benedizione per il genere umano Gesù di Nazareth fallì come Messia? - Medio Oriente ancora esplosivo: Ecco il perché
Anno XIX N. 2
Aprile-Giugno 2014
Rivista triimestrale di evangelizzazione cristiana. Diritti riservati © Vietata la riproduzione anche parziale.
Il LIBRO che ha cambiato il mondo. La Bibbia è il Libro dei libri., il più stampato e pubblicato al mondo. Che cosa lo rende speciale?...........3
BIBBIA: Miracolo dei miracoli! Questo libro è stato tradotto in molte più lingue e distribuito in molti più luoghi di qualunque altro. Tutto questo ha richiesto una serie di veri e propri miracoli.................................8
Leggi il Libro! La Bibbia è oggi il libro più diffuso ma anche il meno letto dal mondo cristiano. E tu? Lo stai leggendo...........................12
Gesù fallì come Messia? Gesù era solo un uomo che si arrogò il ruolo di «Figlio di Dio» oppure adempì veramente le profezie messianichelibera.......14
Medio Oreiente esplosivo: Ecco il perché. Riceviamo notizie di conflitti da vari paesi del Medio Oriente e di minacce terroristiche. Che cosa significano? La profezia biblica lo rivela?.......18
Direttore responsabile: Carmelo Anastasi. A questo numero hanno collaborato: Carmelo Anastasi, Scott Ashley, Don Hooser, Noel Hornor, Gary Petty, John R. Schroeder. Consiglio di Amministrazione: Direzione pastorale: Carmelo Anastasi. Consiglieri pastorali: Angelo Di Vita Consiglieri laici: Vincenzo Alfieri, Sal Anastasi. Redattore estero: Scott Ashley. Arte grafica: Delia Anastasi, Shaun Venish. Stampa: Lazzati Industria Grafica Srl - Casorate Sempione (VA). Sede legale, amministrativa e redazionale: Via Comonte 14/G - 24068 Seriate (Bergamo), Italy. Autorizzazione: Reg. n° 37 del 30 Settembre 1995 - Tribunale di Bergamo (I). Editrice: Chiesa di Dio Unita La Buona Notizia è pubblicata dalla Chiesa di Dio Unita, un ente italiano registrato e residente in Italia, senza scopi di lucro, con identità cristiana e amministrazione nazionale autonoma. Alcuni pastori della Chiesa di Dio Unita operano in associazione con la UCGIA (United Church of God, an International Association), un ente registrato e residente negli USA, Box 541027, Cincinnati, OH 45254-1027. Amministratori negli Stati Uniti sono i seguenti pastori: Carmelo Anastasi, Scott Ashley, Bill Bradford, Roc Corbett, Aaron Dean, John Elliott, Mark Mickelson, Rainer Salomaa, Mario Seiglie, Rex Sexton, Don Ward, Robin Webber (chairman) e Victor Kubik, (presidente).
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Il LIBRO
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che ha cambiato il mondo La Bibbia è il Libro dei libri, il più stampato e pubblicato al mondo. Che cosa rende questo libro così singolare?
a Bibbia rimane il libro più importante e più spiritualmente formativo della civiltà occidentale, nonostante sia stato allo stesso tempo ampiamente calpestato. Insieme alle opere di Virgilio, Dante e Shakespeare i libri che compongono la Sacra Bibbia hanno svolto un ruolo fondamentale sia nella formazione della cultura che nell’affinamento delle varie lingue occidentali.
I primi a tradurre l’intera Bibbia in italiano risalgono al XVI secolo. Antonio Brucioli, autore nel 1532 di una delle più famose traduzioni della Bibbia, fu perseguitato come eretico dall'Inquisizione. Altri traduttori degni di nota furono Giovanni Diodati (1576-1649), professore di lingua e teologo valdese della provincia di Lucca, e Giovanni Luzzi (1856-1948), uno dei più importanti teologi riformati di lingua italiana del XX secolo. È soprattutto la sua traduzione e revisione della Bibbia (1924, revisionata sui testi originali ebraico e greco) quello che lo rende particolarmente significativo. «Le prime traduzioni dei testi biblici in italiano cominciano nel medioevo... all’epoca dei Comuni, dove tra le generazioni precedenti a Dante nasce la nostra letteratura...» (La Bibbia in Italia, 1/10/2009, di Mario Cignoni - http://www.treccani.it): «Con l’avvento della stampa, le principali traduzioni della Bibbia furono quella del monaco Malermi (fatta dal latino), la prima Bibbia a stampa in italiano (Venezia 1471), e quella del La Bibbia in Italia
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Brucioli, eseguita dall’ebraico e dal greco, un laico protestante fiorentino (Venezia 1532)... «Con la Riforma protestante (dal 1517) molti decisero di non seguire più gli insegnamenti e l’autorità della chiesa di Roma, ma di vivere la fede basandosi soltanto sull’insegnamento della Bibbia (Sola Scriptura), unica fonte per conoscere Gesù Cristo, la Parola di Dio. Si moltiplicarono quindi le traduzioni della Bibbia nelle lingue nazionali: il centro del culto protestante è costituito dalla lettura e dalla predicazione della Parola di Dio. Ma con la reazione alla Riforma (Concilio di Trento), queste versioni scomparvero presto dall’uso e non furono più pubblicate Bibbie in italiano per secoli... «Come si può facilmente comprendere l’Italia e gli italiani risentono di una secolare distanza dal testo biblico, distanza che ha provocato un analfabetismo biblico di base nella popolazione. In Italia... la tradizione e il rito hanno preso il sopravvento, e il rapporto diretto con la Bibbia / Parola di Dio non fa parte del bagaglio culturale dei cattolici. Quattro secoli di allontanamento dalla Bibbia non si recuperano con pochi decenni...» I credenti non cattolici hanno in genere una maggiore conoscenza dei testi biblici, ma essendo numericamente esigui, vengono spesso considerati come ‘diversi’ e hanno avuto un'influenza relativa sulla cultura del nostro Paese. E’ valsa davvero la pena perdere una guerra visto che abbiamo guadagnato l’inestimabile libertà religiosa di poter leggere la Parola di Dio e di
poter esprimere la propria fede liberamente in un sistema democratico e multi religioso. Ciò è stato reso possibile dalla vittoria degli Alleati sul Nazifascismo nel 1944. Allora gli Alleati erano forti di un potentissimo senso etico, sistema economico e militare, grazie alla cura che i loro antenati avevano dedicato ai testi biblici, fin dal tempo della fuga dall’Europa e colonizzazione delle Americhe. Per dirla con le parole dello scrittore Alan Thomas: «Nessun libro ha avuto maggiore influenza sulla lingua inglese» (Great Books and Book Collectors, 1988, pag 110). Spesso, nelle isole Britanniche, la traduzione biblica commissionata dal re inglese Giacomo I e pubblicata nel 1611, viene menzionata come uno dei più nobili monumenti della prosa inglese ed è una parte integrante della cultura collettiva e della storia letteraria anglosassone, estesa nei Paesi del Commonwealth e negli Stati Uniti d’America. Il teologo inglese Michael NazirAli scrisse: «Senza questa tradizione [biblica], è impossibile comprendere la nostra civiltà. Tratta tutti i grandi temi presenti nell’arte e nella letteratura: virtù e vizio, espiazione e ravvedimento, risurrezione e immortalità. È fonte di ispirazione della migliore e più accessibile architettura costituzionale e salvaguarda la nostra tradizione giuridica» (A Cure for Our National Amnesia, Standpoint, nov. 2010). Opera monumentale nei paesi di lingua inglese, la versione King James La Bibbia in Occidente
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è alla base dell’eredità perfino governativa. Dopotutto, il Common Law inglese fu fondato sui principi biblici, soprattutto grazie all’impegno immane di statisti pionieri come il re del regno anglosassone Alfredo il Grande (849-899). Quando nel 2009 Barack Obama fu insignito della carica di presidente degli Stati Uniti, giurò sulla stessa Bibbia King James usata da Abraham Lincoln quasi 150 anni prima nel 1861. C’è da dire che il tradire certi principi biblici, come sta accadendo oggi, porta i popoli al declino. Prima della formazione e diffusione delle lingue nazionali, la maggior parte della gente ordinaria in tutto il mondo non era in grado di leggere la Bibbia. Fino al 400 d.C. solo le persone che parlavano l’ebraico e il greco sapevano leggere le Scritture. Quando nel 405 fu completata la Vulgata, la prima traduzione in latino, questa venne imposta come la versione ufficiale per i successivi mille anni. Dopo la caduta dell’Impero Romano, però, le persone in grado di leggere o comprendere il latino divennero sempre meno. L’autorità religiosa dominante (quella cattolica) teneva sotto stretto controllo l’accesso della gente comune alla Bibbia, impedendone la lettura. Tristemente, questo fu lo stato delle cose per molti secoli, fino al tempo recente del nazifascismo. Noi europei abbiamo un grosso debito nei confronti degli Alleati che hanno liberalizzato la stampa e la diffusione della Bibbia in tutto il mondo. Nel corso della storia furono perseguitati non soltanto traduttori biblici italiani, come G. Diodati (1576-1649) e G. Luzzi (1856-1948), le cui traduzioni divennero reperibili a livello popolare solo dopo il 1948, ma prima di questi anche traduttori anglosassoni, come John Wycliffe (1320-1384) e William Tyndale (1494-1536). Traduttori perseguitati
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La Bibbia di Wycliffe, tradotta dal latino, divenne molto popolare. Tuttavia, le autorità religiose, per invidia, finirono col bandire la sua traduzione. Molti uomini coraggiosi hanno dovuto affrontare prove durissime, spesso rischiando la propria vita, per farci arrivare le Sacre Scritture fedelmente. Alcuni hanno dovuto abbandonare la propria casa e il proprio paese perché noi potessimo oggi avere una copia integrale della Bibbia. Altri per tradurre e diffondere le Scritture hanno affrontato il sacrificio supremo morendo come martiri pur di tradurre e diffondere le Scritture. William Tyndale, vissuto agli inizi del 1500, fu il primo a tradurre la Bibbia in inglese direttamente dalle lingue originali, l’ebraico e il greco. David Daniell, il principale studioso odierno di Tyndale, ha scritto: «William Tyndale ci ha dato la Bibbia in inglese. I saggi raggruppati dal re Giacomo per lavorare sulla Versione Autorizzata del 1611, tanto spesso lodata per l’ispirazione inverosimilmente collettiva, si rifecero all’opera di Tyndale. [Quasi] nove decimi della Versione Autorizzata del Nuovo Testamento è di Tyndale» (William Tyndale: A Biography, 1994, pag. 1). Anche se a questo gruppo di traduttori qualificati della versione King James bisogna dare atto del loro incredibile contributo, Brian Moynahan, il più recente biografo di William Tyndale, ha scritto: «Nel 1998 la King James è stata sottoposta a un’analisi approfondita che ha evidenziato come la traduzione di Tyndale è stata utilizzata per l’84 percento nei libri del Nuovo Testamento e per il 75,8 percento nei libri dell’Antico Testamento» (William Tyndale: If God Spare My Life, 2003, pag. 1). Tyndale lavorò sulla traduzione della Bibbia in inglese durante il suo esilio in Europa. La persecuzione da parte dei vescovi cattolici inglesi lo costrinse ad attraversasse la Manica nel 1524 per riuscire a portare avanti l’impresa durata 12 anni. Infatti, un
divieto scritto dal clero britannico nel 1408 «proibiva a chiunque di tradurre o anche solo leggere qualunque parte della Bibbia in lingua volgare, senza l’espresso permesso episcopale», il che era stato categoricamente negato a Tyndale nell’estate 1523 da parte di Cuthbert Tunstall, vescovo di Londra (Daniell, Tyndale’s New Testament, 1995, pag. xxix). Nel maggio del 1535 le autorità trovarono e arrestarono il fuggitivo Tyndale, mettendo fine al suo obiettivo di tradurre l’intera Bibbia in inglese dalle lingue bibliche originali. Egli però pur subendo condizioni orrende in una terribile prigione vicino Bruxelles, in Belgio, richiese un libro di grammatica ebraica per continuare a tradurre l’Antico Testamento.
Giovanni Diodati (1576-1649)
Il 6 ottobre 1536 Tyndale fu legato a un palo, impiccato e bruciato. Nella sua ultima preghiera chiese a Dio di aprire gli occhi al re di Inghilterra. Le autorità religiose crudelmente martirizzarono l’uomo che alcuni studiosi ritengono non sia mai stato eguagliato per maestria nella ritmica, nella fraseologia e nello stile inglese in qualità di traduttore della Bibbia. F.F. Bruce cogliendo lo spirito di questo genio ha scritto: «Tyndale, lavorando sotto il fuoco del possibile martirio, a volte sorge in uno splendore poetico trascendendo lo stile del greco originale« (The Books and the Parchments,
1950 edizione, pag. 13). Bruce riassunse le terribili circostanze commentando: «Tyndale morì da martire, calunniato dalle autorità ecclesiastiche inglesi. La sua traduzione fu diffamata in tutti i modi. Migliaia di copie furono sequestrate e bruciate pubblicamente» (The Books and the Parchments, 1984, pag. 216). Paradossalmente, le preghiere di Tyndale ottenne risposta pochi mesi dopo, quando la traduzione della Bibbia in lingua inglese fu finalmente accettata dalla corona. «Dopo qualche mese dal martirio di Tyndale, circolava in Gran Bretagna la Bibbia integrale in lingua inglese, della quale due terzi era opera di Tyndale» (Daniell, The English Bible, pag. 157).
Giovanni Luzzi (1856-1948) Il valore della Bibbia Abbiamo un debito enorme nei confronti di tutti coloro che per farci arrivare la Parola di Dio hanno pagato il prezzo con la propria vita! Le sofferenze e i sacrifici di traduttori come Tyndale, Wycliffe, Diodati, Luzzi - e di molti altri che hanno tradotto nelle loro lingue nazionali e perfino regionali - ci obbligano a confrontarci con una questione molto seria: onoreremo i loro sforzi o lasceremo che gli insegnamenti morali delle Scritture ci sfuggano tra le dita per noi oggi
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finendo per terra? Quello che vediamo in televisione, nei film, che sentiamo alla radio e troviamo su internet è spesso sprezzante dei valori biblici. Il comportamento delle popolazioni di lingua inglese che un tempo erano fra i pochi ad elogiare la Bibbia lascia ora molto a desiderare, come nelle altre nazioni. Michael Nazir-Ali ha osservato nello suo stesso articolo citato prima: «Molte delle preziose libertà e pratiche a cui diamo valore oggi, come il trattamento equo dei lavoratori, la previdenza e l’assistenza ai poveri e ai malati, certe regole igienico sanitarie, per citarne solo alcuni, sono il frutto di valori giudaico-cristiani che ci sono stati tramandati dalla Bibbia.» Pratiche che non sopravviverebbero a lungo senza la Bibbia. Il che ci farebbe precipitare in un rapido declino. «La traiettoria profetica nella Bibbia, confermata dagli insegnamenti di Gesù Cristo, è oggettivamente autocritica, mette in evidenza le mancanze della società, di chi governa e chi è governato rispetto alla richiesta di Dio di giustizia e compassione... La Bibbia è necessaria per valutare criticamente usanze e costumi della cultura contemporanea piuttosto che semplicemente arrendersi a essi» (Idem). Il problema di base che affrontiamo oggi non è lo stesso che dovettero affrontare Wycliff, Tyndale, Diodati e Luzzi nelle loro rispettive generazioni. All’epoca, se non leggevi e non comprendevi il latino, non potevi leggere le Scritture. La lettura e lo studio della Bibbia era una prerogativa dei preti e delle classi sociali più ricche e altamente istruite. Oggi la Parola di Dio è sempre più disponibile grazie alle molte traduzioni. I commentari, le concordanze, i dizionari, gli atlanti e altri aiuti biblici sono abbondantemente presenti sul mercato. Ormai le Sacre Scritture sono disponibili in formato Che cosa fare?
cartaceo e su internet facendo sì che la loro conoscenza si è moltiplicata al di là di ogni aspettativa e in una misura neanche immaginabile 500 anni fa. L’odierna disponibilità della conoscenza biblica è stupefacente. Tuttavia, pur essendo oggi il «Libro dei libri» più venduto nel mondo, è anche il meno letto e meno capito. Pochi comprendono la parola di Dio. Herbert Armstrong, noto predicatore americano, era solito sollecitare ripetutamente i suoi ascoltatori e lettori, dicendo: «Togliete la polvere dalle vostre Bibbie!» Anche se la Bibbia continua ad essere acquistata per abbellire la casa, molti non trovano mai il tempo di aprirla e leggerla! E voi, cari lettori e lettrici de La Buona Notizia, siete disposti a togliere la polvere dalla vostra Bibbia? Siete disposti a studiarla e vivere in base a ciò ch’essa dice? La nostra sede nazionale si trova a Seriate, provincia di Bergamo. Da qui formiamo diaconi e diaconesse, aiutiamo gratuitamente tutti i credenti ad approfondire la conoscenza biblica mediante strumenti quali: Corsi di Studi Biblici di base e superiori, letteratura cartacea e digitale, consulenza in persona o via Skype, ed anche sante adunanze sabbatiche in varti luoghi. I nostri membri commemorano annualmente la Pasqua di Gesù Cristo e santifichiamo le feste bibliche comandate da Dio: La festa dei Pani Azzimi, la festa di Pentecoste, la festa delle Espiazioni, la festa delle Trombe, la festa dei Tabernacoli e la festa dell’Ottavo e Ultimo Gran Giorno che preannuncia il Giudizio Universale. Potete ricevere aggiornamenti via internet anche iscrivendovi al nostro sito web: www.labuonanotizia.org Come disse una volta un rettore alle matricole: «In questo luogo vi è una miniera d’oro di conoscenza, ma tocca a voi scavare». Il nostro augurio è che scaviate a fondo per trovare e vivere con tutto il cuore la preziosa verità eterna della Parola di Dio. LBN
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Le traduzioni bibliche nei secoli
a lingua italiana è profondamente cambiata in questi ultimi secoli da quando le fedeli traduzioni di Wycliff, Tyndale, Giovanni Diodati e Giovanni Luzzi furono pubblicate per la prima volta. Molte persone trovano sempre più difficile capire le parole usate in queste versioni e possono esserne scoraggiate. Tuttavia, ormai vi sono molte versioni molto più recenti e più aggiornate linguisticamente, anche se questo solleva un’altra questione: In che cosa differiscono? Sono disponibili oltre 10 versioni della Bibbia in lingua italiana. È possibile distinguere tre diverse tipologie di versioni: la traduzione letterale (parola per parola), la traduzione interpretata (in base al significato che si vuole dare alla parola o alla frase) e la traduzione parafrasata (che usa parole moderne). Di solito, le varie versioni della Bibbia spiegano nelle pagine introduttive quale approccio è stato usato. Traduzioni a Confronto
Le traduzioni letterali (parola per parola), come quella di Re Giacomo, di Diodati e di Luzzi, si rifanno con particolare accuratezza ai testi ebraici, aramaici e greci. I più antichi manoscritti disponibili mostrano che queste versioni sono estremamente affidabili. Si trovano facilmente nella maggior parte delle librerie o su internet. Le versioni cattoliche? Si rifanno tutte all’antica versione greca dei “Settanta”, la più importante e antica traduzione greca dei 39 libri della Bibbia ebraica eseguita tra il 3° e il 2°secolo avanti Cristo, ma tradotta in latino da Sofonio Girolamo, soltanto nel 5° secolo dopo Cristo. Peccato che all’Antico Testamento la chiesa cattolica abbia aggiunto, arbitrariamente, altri 7 libri, da considerare apocrifi (non divinamente ispirati), perché non facenti parte dei 39 libri della Bibbia ebraica originale riconosciuta dai “Settanta” e dallo stesso Gesù, il quale faceva sempre riferimento a quanto stava quivi «scritto» fin dal tempo di Mosé (Mt 4:4). Errata è l’idea secondo cui secoli prima di Gesù, «il canone della Bibbia non era ancora definito e il testo ebraico non definitivamente fissato; lo sarà a partire dal II secolo dopo Cristo» (edizionipaoline.it, la Bibbia cattolica, F. Castronovo). Questa affermazione cattolica è talmente errata da rasentare la bestemmia, perché presenta il Messia, nostro Signore Gesù, come un ignorante che, per contrastare Satana, citava un Antico Testamento incompleto, composto di 39 libri anziché 46 libri. Importantissimo è il numero corretto: 39 libri, e non 46. Se ciò che oggi chiamiamo Antico Testamento fosse stato davvero incompleto, lo avrebbe detto Gesù Stesso, in qualità di «pietra angolare» di tutta la Bibbia, vero e unico «fondamento» della Chiesa di Dio (Efesini 2:20).
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I libri che la chiesa cattolica ha aggiunto all’Antico Testamento sono i seguenti: Tobia, Giuditta, Baruch, Sapienza, Siracide, Maccabei primo e secondo libro. Questi sono libri apocrifi (non divinamente ispirati) perché, pur fornendo alcune narrazioni storiche interessanti, contraddicono la Bibbia risentendo l’influsso delle dottrine pagane dei popoli con i quali gli autori vennero a contatto o a convivere. Che dire del Nuovo Testamento?
Il fatto che il Nuovo Testamento sia composto da migliaia di testi (4.500 manoscritti in greco) comporta che tra i vari manoscritti si trovino alcune piccole varianti. Ma raramente queste influiscono sul significato fondamentale di tutti quei manoscritti. Il testo delle Scritture è stato preservato e trasmesso nei secoli in maniera incredibilmente fedele. Anche se alcuni dei manoscritti presentano delle parole leggermente diverse, eventuali confronti svolti con altre versioni possono facilmente chiarire la maggior parte dei problemi. L’accuratezza di una versione è ovviamente di massima importanza. Anche se la Nuova Diodati e La Riveduta di Giovanni Luzzi, e quella di Re Giacomo contengono qualche errore marginale, ma offrono una traduzione letterale e, quindi rimangono la primissima scelta, come strumento di studio della sana dottrina. Come ha affermato Sir Frederic Kenyon, un esperto di critica testuale: «La quantità di manoscritti del Nuovo Testamento, di primissime traduzioni e di citazioni degli scrittori più antichi... è così vasta che si può essere praticamente certi che la versione veritiera di ogni passaggio dubbioso è preservata in una o nell’altra di queste antiche autorità. Questo non può dirsi di nessun altro libro antico nel mondo» (Neil Lightfoot, How We Got the Bible, 1963, pag. 120). Traduzioni parafrasate
Anche le traduzioni in base all’interpretazione possono essere di grande valore, se fatte oggettivamente anziché riflettere posizioni dottrinali soggettive di una particolare organizzazione o comunità di credenti. Poetica e nel contempo fedele è, per esempio, l’antica versione Diodati di Ebrei 2:17-18, in cui si descrive il perché Gesù Cristo è venuto a vivere in mezzo all’umanità: «Laonde è convenuto ch'egli fosse in ogni cosa simile a' fratelli; acciocchè fosse misericordioso, e fedel sommo sacerdote, nelle cose appartenenti a Dio, per fare il purgamento de' peccati del popolo. Perciocchè in quanto ch'egli stesso, essendo tentato, ha sof-
ferto, può sovvenire a coloro che son tentati». Questo stesso versetto risulta più comprensibile nella “Nuova Diodati”, tradotta in parafrasi: «Egli doveva perciò essere in ogni cosa reso simile ai fratelli, perché potesse essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per fare l'espiazione dei peccati del popolo. Infatti, poiché egli stesso ha sofferto quando è stato tentato, può venire in aiuto di coloro che sono tentati.» Quest’ultima versione spiega il concetto in maniera più chiara per la maggior parte dei lettori contemporanei, anche se la prima versione è una traduzione più in linea con la lingua originale. Quindi, quando il testo non è chiaro, molte volte la traduzione moderna basata sul significato può essere d’aiuto, se riporta il senso originale. Una traduzione basata sul significato è utile anche per comunicare un discorso costituito da idiomi che altrimenti non avrebbero senso per noi oggi nel linguaggio moderno. Per esempio, l’idioma americano “tirare un calcio al secchio” non si sente da secoli ormai, ed è preferibile tradurlo semplicemente “morire”– quindi una resa basata sul significato piuttosto che una traduzione letterale. L’ebraico e il greco antichi erano caratterizzati da espressioni del genere, e in tali casi una traduzione basata sul significato è molto utile. In generale, le versioni basate sul significato utilizzano un linguaggio più moderno e quindi più facile da capire – anche se, come già detto, non sono la scelta migliore quando si vogliono analizzare concetti riguardanti la dottrina, perché a volte implicano un’interpretazione di quello che gli autori originali intendevano dire. Attenti alle interpretazioni
Le traduzioni interpretate vanno utilizzate con cautela in quanto gli autori interpretano i termini e i passaggi biblici a seconda delle loro idee religiose personali. Non ci si dovrebbe affidare su di esse per stabilire la verità biblica. Quale versione della Bibbia usare per studiare la Parola di Dio, dato che esistono così tante traduzioni diverse? E’ bene consultare più versioni, anche se si tende a usarne solo una. Ma anche la Bibbia originale, da sola, non basterebbe davanti alla cecità umana. Occorre studiarla pregando che sia Dio ad illuminarci sul giusto significato delle Scritture. A quale condizione? In Giovanni 14:14-17 Gesù Cristo dice: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Ed io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore... lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con voi e sarà in voi». LBN
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La BIBBIA:
Una benedizione per tutto il genere umano!
onostante parzialmente osservata, la Bibbia è stata di grande beneficio per l’umanità più di qualunque altro libro nella storia. Quando si considerano le attuali leggi, i diritti di proprietà e dei cittadini, l’istruzione, le istituzioni di beneficenza, l’abolizione della schiavitù, tutti questi meravigliosi benefici si basano sulle Sacre Scritture. Infatti, prendiamo in considerazione l’uguaglianza e l’abolizione della schiavitù come punti di partenza. L’apostolo Paolo aggiunge: «Non c'è né Giudeo né Greco, non c'è né schiavo né libero, non c'è né maschio né femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù» (Galati 3:28 e Colossesi 3:10-11). Dio stesso liberò un popolo dalla schiavitù sotto l’antico Egitto (Deuteronomio 5:15). La schiavitù è stata consolidata nelle varie culture delle nazioni migliaia di anni. Tuttavia una quantità di insegnamenti di Gesù ebbero modo di farsi strada grazie all’influenza della Bibbia, risultando in molti sviluppi positivi per la società. In effetti, quando le idee cristiane basate sulla Bibbia iniziarono a prendere piede, si iniziarono gli sforzi per abolire la schiavitù nel mondo occidentale. William Wilberforce, un politico inglese del XIX secolo, dopo aver preso per la prima volta una profonda familiarità con i principi morali della Bibbia, capeggiò una campagna e un movimento contro la schiavitù... «Alla fine Wilberforce trionfò, e nel 1833 la schiavitù fu abolita nella Gran Bretagna» (Dinesh D’Souza, What’s So Great About Christianity? 2007, pag.
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71). Anche la guerra civile americana fu combattuta in larga misura per abolire la schiavitù, e gli schiavi furono liberati alla fine del conflitto. È importante considerare anche il principio di legalità e diritti di proprietà. I «Dieci Comandamenti», che costituiscono la legge spirituale data da Dio e forniscono una base solida per un equo sistema giuridico per l’umanità, sostengono pienamente i diritti di proprietà. L’ottavo e il decimo comandamento contro il rubare e il desiderare le cose altrui affronta direttamente il diritto di proprietà (Esodo 20:15, 17; Deuteronomio 5:19, 21). Gli ospedali e la professione infermieristica sono altri esempi di come la Bibbia ha portato benefici a tutto il genere umano. Il mondo pagano aveva poca simpatia per gli ammalati. Alleviare le sofferenze non era una priorità. Ma Gesù era mosso a compassione per gli ammalati e guarì molti infermi (Matteo 9:35; 14:14). Insegnò ai Suoi discepoli a seguire il Suo esempio (Luca 9:1-2). Ancora oggi, i veri ministri di Dio ungono con olio gli ammalati (Giacomo 5:14-15). «Ospedali caritatevoli per poveri e indigenti non esistevano fino a quando non furono introdotti dal cristianesimo» (Alvin Schmidt, How Christianity Changed the World, 2004, pag. 155). Con il passare del tempo, grazie all’influenza della Bibbia, gli ospedali aumentarono grazie a comandamenti quali «ama il prossimo tuo come te stesso» (Matteo 22:39-40; 7:12; Luca 6:31). Tutta la Bibbia è ba-
sata su questo fondamento, insieme al comandamento di amare Dio con tutto il proprio essere. La carità rimane un insegnamento biblico fondamentale che ha portato benefici al mondo. L’apostolo Paolo scrisse: «Mentre dunque abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti, ma principalmente a coloro della famiglia della fede» (Galati 6:10). L’istruzione è un altro baluardo dei benefici biblici. Gesù stesso fu un grande maestro (Giovanni 1:38), e insegnò ai Suoi discepoli a insegnare agli altri ciò che Egli aveva insegnato a loro (Matteo 28:18-20). Un approccio del Nuovo Testamento, all’epoca rivoluzionario, consisteva nel fatto che l’insegnamento veniva offerto alle donne come agli uomini. Ci si aspettava che tutti imparassero i principi della fede cristiana. Con il passare del tempo la saggezza biblica continuò a influenzare il mondo dell’istruzione, nonostante il divieto clericale di Roma. In paesi liberi, come Inghilterra e Stati Uniti, molte delle prime grandi università furono stabilite con l’esplicito scopo di impartire la morale ai giovani e per formare i pastori ecclesiali. Dopo la seconda guerra mondiale i testi sacri sono diventati alla portata degli italiani. In verità tutto il mondo ha tratto e trarrà immensi benefici dagli insegnamenti delle Scritture. Dove saremmo oggi senza la Bibbia? LBN
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BIBBIA Miracolo dei miracoli
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a storia della Bibbia è incredibilmente affascinante. Consideriamone alcuni aspetti principali. Sono state necessarie molte fasi straordinarie per produrre, preservare e diffondere l’insieme delle Scritture bibliche. Questo libro è stato tradotto in molte più lingue e distribuito in molti più luoghi di qualunque altro. Tutto questo ha richiesto una serie di veri e propri miracoli!
La maggior parte dei miracoli di Dio non sono palesi o spettacolari. Molto più spesso Dio sceglie di operare in maniera invisibile e silenziosa, guidando gli eventi per portare a compimento i risultati che ha predeterminato, e che si rivelano in modi sorprendenti solo dopo. Il Creatore e Supremo Legislatore non infrange le proprie leggi spirituali, ma a volte fa delle cose che sono soprannaturali rispetto alle leggi fisiche dell’universo e perfino nei confronti della mente umana. Infatti, quando Dio interviene nelle questioni degli uomini, la situazione viene definita miracolosa o provvidenziale. Ad esempio, è davvero sorprendente quanta libertà ha dato a noi esseri umani, rispetto alle inesorabili leggi che regolano invariabilmente l’Universo. Non ci rende suoi pupazzi, perché, Egli Stesso dice: «Gli spiriti dei profeti sono soggetti ai profeti» (1 Corinzi 14:32). Che genere di miracoli?
Il miracolo della rivelazione divina
Dio «ha creato l’uomo a Sua immagine»—il coronamento della Sua creazione (Genesi 1:27). Dio creò
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l’uomo con incredibili capacità mentali e spirituali, inclusa l’abilità di comunicare parlando e di imparare il linguaggio dei suoi simili e la Parola del Suo Creatore. Lo scopo di Dio è avere un rapporto personale e famigliare con gli esseri umani. I Dieci Comandamenti occupano un posto centrale nella rivelazione di Dio perché Egli non solo li comunicò oralmente ma li trascrisse anche su tavole di pietra con il Suo stesso dito (Esodo 24:12; 31:18; 34:1, 28). L’intento di Dio era ed è quello di «scrivere le Sue leggi nelle nostre menti e nei nostri cuori» (Ebrei 8:10). Dio ha sempre comunicato il Suo proposito e scopo per l’umanità «per bocca dei Suoi santi profeti» (Luca 1:70), i quali «hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo» (2 Pietro 1:20-21). Nel senso più ampio, Dio è l’Autore di tutta la Bibbia, anche se ha sempre usato essere umani per trascrivere la Sua rivelazione—circa 40 persone in tutto! Il comprendere che l’Onnipotente Dio rivela apertamente i Suoi piani agli esseri umani è qualcosa che toglie il fiato! Che onore! Infatti, Dio ha rivelato ai Suoi profeti e apostoli delle cose importanti di cui gli stessi angeli si interrogavano (Efesini 3:1-12; Colossesi 1:24-26; 1 Pietro 1:10-12). Completando la Bibbia, Dio ha rivelato tutta la conoscenza spirituale essenziale per l’umanità. Il miracolo della perfetta armonia e unità
In un certo senso, la Bibbia è una biblioteca composta da libri scritti da circa 40 autori con diverse culture, diverse personalità, diversi mestieri e di-
versi stili letterari, provenienti da 10 paesi diversi, in momenti storici diversi in un arco temporale di circa 1.500 anni! Si potrebbe pensare che in tali circostanze sarebbe inevitabile riscontrare innumerevoli contraddizioni e conflitti scritturali. Tuttavia, il miracolo dei miracoli: nonostante le Scritture bibliche siano caratterizzate da una grande diversità, vi è nella loro globalità, dalla Genesi fino all’Apocalisse, una perfetta armonia e unità! Da una lettura superficiale, può sembrare che la Bibbia abbia qualche contraddizione, ma «la somma» della sua parola scritta rivela l’armoniosa e totale verità di Dio (Salmi 119:160). Gesù stesso ha detto: «La Scrittura non può essere annullata» (Giovanni 10:35). Il miracolo dei linguaggi biblici
Per gli uomini i miracoli sono impossibili, «ma per Dio tutto è possibile» (Matteo 19:26). Il linguaggio è una cosa incredibile. Nessuno può pienamente spiegare come facciano gli esseri umani a inventare parole e imparare a parlare le lingue. Ed ecco una domanda intrigante: Quando Dio comunicò tutto ciò che divenne Bibbia, quale criterio seguì per decidere quali lingue usare? I testi che costituiscono ciò che è chiamato Antico Testamento furono rivelati e scritti soprattutto in ebraico, e alcune brevi sezioni in Ezra 4:8–6:18; 7:12-26; Geremia 10:11; Daniele 2:4– 7:28, furono scritte in aramaico. Invece, i testi originali del Nuovo Testamento furono scritti in greco. Dunque, perché Dio utilizzò principalmente una sola lingua (l’ebraico) per un lungo periodo di tempo e poi passò ad un’altra lingua (il greco)?
Ai tempi dell’Antico Testamento Dio aveva a che fare principalmente con una sola nazione, Israele, “prescelta” come modello (anche se poi hanno fallito drasticamente in questo). L’ebraico era la loro lingua nazionale. Con l’inizio del Nuovo Testamento e la discesa dello Spirito Santo sui credenti, Dio inizia a formare un Israele nuovo, spirituale, la Chiesa composta anche da diverse etnie convertite e residenti in varie nazioni. Occorreva quindi una lingua universale. A quel tempo la lingua greca (la koine) aveva assunto una diffusione internazionale, dopo la conquista del mondo civilizzato da parte di Alessandro il Grande. Di conseguenza, fu possibile per i seguaci di Cristo iniziare ad «andare per tutto il mondo e predicare l'evangelo a ogni creatura» (Marco 16:15). L’uso della lingua greca per le Scritture neotestamentarie divenne di fondamentale importanza. Dio desidera che tutti possano leggere la Sua Parola, e questo richiede che essa sia tradotta nelle varie lingue parlate in tutto il mondo. Neemia 8:8 dice che insegnando al popolo, Ezra e i Leviti «leggevano nel libro della legge di Dio distintamente, spiegandone il significato, per far loro capire ciò che si leggeva». Non solo i maestri aiutavano il popolo ad avere una comprensione spirituale delle Scritture, ma traducevano anche le scritture dall’ebraico in aramaico per coloro che erano usciti dalla cattività babilonese e non comprendevano bene l’ebraico. Dio ha permesso che la Sua Parola fosse tradotta in altre lingue. Per esempio, già nel 132 avanti Cristo, nasce la versione biblica dei Settanta, tradotta dall’ebraico in lingua greca, da parte di 72 saggi riuniti nella cosmopolita Alessandria d’Egitto. Questa traduzione greca, chiamata poi Septuaginta (in latino), era la versione più popolare ai tempi di Gesù. Quando gli apostoli scrissero ciò che divenne il Nuovo TeIl miracolo delle traduzioni
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stamento si riferivano alle Scritture ebraiche citando la traduzione greca, almeno la maggior parte delle volte. La prima traduzione in lingua latina dell’intera Bibbia, conosciuta come La Vulgata, fu completata da Geronimo, nel 405 dopo Cristo. Per un certo periodo, la Vulgata fu disponibile al popolo, anche se erano in pochi quelli che sapevano leggere. Con il passare del tempo, però, il clero in connubio con l’impero iniziò a far sì che la gente comune non possedesse né leggesse la Bibbia. Questo fatto contribuì, in parte, a far diventare il Medioevo l’Epoca Buia che abbiamo conosciuto attraverso i libri di storia, perché senza la conoscenza della Bibbia -- e con le tradizioni superstiziose di una fede cieca e piena di misteri -- i popoli non sono motivati a ricercare maggiore civiltà. Durante il Medioevo, la Bibbia era considerata qualcosa da riverire piuttosto che leggere, e il latino era considerato una lingua “sacra”. A seguito della conquista di Gerusalemme da parte dei romani, si registra in questi ultimi una metamorfosi: la «Chiesa di Dio in Roma», diventerà sempre più belligerante e orgogliosamente “chiesa romana universale”. L’ebraico venne sempre più ridicolizzato come “lingua dei giudei“, e nemmeno il greco era visto di buon occhio, perché la chiesa orientale di lingua greca si era scissa dalla chiesa romana. Grazie a Dio, però, i giudei religiosi si resero conto che le Scritture in ebraico erano «gli oracoli [o le parole] di Dio» e le preservarono copiandole meticolosamente (Romani 3:2). Dal canto loro, i cristiani di lingua greca copiarono e preservarono le Scritture in greco. Quando l’Impero Bizantino fu conquistato dai musulmani (culminando con la caduta di Costantinopoli per mano degli Ottomani nel 1453), molte persone di lingua greca fuggirono verso l’occidente. Questo contribuì al Rinascimento europeo e al risveglio dell’interesse per il greco, in-
cluse quindi le Scritture in greco e la loro traduzione in altre lingue. Vi è ancora un altro aspetto di fondamentale importanza: ci sono sempre state persone che hanno considerato una lingua più sacra di altre. Per esempio, alcune persone sostengono che dobbiamo proferire i nomi di Dio solo in ebraico. Essi avrebbero un’argomentazione valida se tutta la Bibbia fosse stata scritta in un’unica lingua, ma è stata scritta usando tre lingue. Inoltre, Dio sta chiamando le persone da «ogni tribù, lingua, popolo e nazione» (Apocalisse 5:9). Questo richiede che la Bibbia sia tradotta in moltissime lingue, quindi nessuna lingua è sacra. Il miracolo della sopravvivenza delle Scritture
Nel corso dei secoli Satana ha escogitato ogni stratagemma per sopprimere la luce della verità, perseguitando e uccidendo i profeti di Dio. Volle la morte perfino di Gesù, il Figlio di Dio (ma fu sconfitto proprio mandando sulla croce la persona più pura e innocente al mondo). All’inizio della Chiesa del Nuovo Testamento «ci fu grande persecuzione contro la Chiesa che era in Gerusalemme; e furono tutti dispersi» (Atti 8:1), e ciò permise la rapida diffusione della Parola di Dio (Atti 8:4). Un altro modo in cui la persecuzione cooperò per il bene è evidente nella prontezza dei cristiani a soffrire e anche morire per ciò in cui credevano rendendo così una potentissima testimonianza! La primissima persecuzione contro i Cristiani fu istigata soprattutto da parte delle autorità religiose giudaiche le quali avvertivano che la loro influenza era a rischio a causa del nuovo movimento in crescita. La successiva persecuzione fu capeggiata soprattutto dai governatori pagani (romani) che vedevano nel Cristianesimo una minaccia per l’ordine stabilito in quanto i Cristiani procla-
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mavano l’alleanza con un potere ben più alto. In seguito, anche dopo l’istituirsi di una forma pagana di cristianesimo come religione di stato ufficiale dell’Impero Romano, le persecuzioni continuarono sul terreno religioso con l’obiettivo di sterminare i diversi punti di vista e insegnamenti. Per centinaia di anni fino al tardo Medioevo, le autorità religiose hanno confiscato e bruciato Bibbie. Le persone che possedevano anche una sola parte della Bibbia venivano inquisite, private delle loro proprietà e spesso messe a morte. Le Scritture sono sopravvissute non solo per la protezione divina, ma anche per la fede e lo zelo di quanti hanno amato la Parola di Dio anziché le tradizioni umane. Sapevano di avere «la perla di grande valore» ed erano disposti a rischiare la propria vita per proteggerla, preservarla e diffonderla (Matteo 13:46). Il loro zelo nel fare copie e distribuirle ne rese difficile la totale distruzione da parte dei nemici. «L'erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio rimane in eterno» (Isaia 40:8). La fase successiva di primaria importanza fu l’invenzione della stampa moderna da parte del tedesco Johannes Gutenberg. La sua invenzione dei caratteri movibili, che permisero all’informazione di essere disseminata ampiamente a costi bassi, è considerata uno degli eventi più importanti del periodo moderno. La stampa di Gutenberg e la tecnica utilizzata ebbero un ruolo primario anche nei tre avanzamenti intellettuali successivi: il Rinascimento, la Riforma Protestante e il Progresso Scientifico. Il primo progetto tipografico di Gutenberg riguardò la Vulgata, la Bibbia in latino, la cui stampa fu completata nel 15° secolo. Imitazioni della sua invenzione si diffusero rapidamente in tutto il mondo. Una volta che la Bibbia ebbe magIl miracolo della stampa
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giore diffusione divenne impossibile spegnere le fiamme della Riforma Protestante contro una chiesa allora mentalmente chiusa e despota. Il miracolo della Bibbia diffusa nel mondo libero
Nessun linguaggio umano è sacro, neppure quello inglese. L’inglese è però una lingua notevole per molti aspetti, ma lo è soprattutto perché Dio l’ha usata, più di ogni altra, per promuovere la libertà religiosa e la diffusione della Bibbia in tutto il mondo. La letteratura inglese, inclusa la traduzione biblica in quella lingua, ha assorbito una quantità incredibile di belle parole ed espressioni di altri popoli, rendendola estremamente versatile, espressiva e colorita. Per esempio, dopo la conquista dell’Inghilterra da parte dei Normanni nel 1066, l’inglese assorbì molte parole del francese normanno. Nei secoli successivi, le remote colonie britanniche, i ruoli primari della Gran Bretagna e degli Stati Uniti d’America nel commercio internazionale e nelle guerre all’estero furono tutti elementi che misero l’inglese in contatto con molte altre lingue. Dal quindicesimo al diciassettesimo secolo, una combinazione di fattori incredibili iniziò a convergere per adempiere la maggior parte delle profezie bibliche e permettere ai seguaci di Gesù Cristo di «andare per tutto il mondo e predicare l'evangelo a ogni creatura» (Marco 16:15). Come già menzionato, intorno al 1450 vi fu l’invenzione rivoluzionaria della stampa tipografica di Gutenberg. Poi, nel 1492, l’ambizione di trovare nuove strade commerciali e di predicare il vangelo ad altri popoli portò Cristoforo Colombo a scoprire un nuovo mondo, l’America. Questo condusse alla rapida esplorazione e colonizzazione nel mondo da parte dei popoli anglosassoni, anche da parte della lingua inglese che iniziava a diffondersi in tutto il mondo. In genere, la Riforma Protestante
viene attribuita a Martin Lutero nel 1517. Ma John Wycliffe (1324-1384) è considerato la «Stella della Riforma nascente». Insieme ai suoi seguaci, chiamati i Lollards (Lollardi), Wycliffe tradusse gran parte della Bibbia dal latino all’inglese, incoraggiando gli inglesi a leggere la Bibbia nella loro lingua natia. La chiesa di Roma li chiamò “eretici” per motivi di potere. William Tyndale (1494-1536) è probabilmente il più grande di tutti i traduttori inglesi. Tradusse in inglese tutto il Nuovo Testamento dal greco e buona parte dell’Antico Testamento dall’ebraico. Le traduzioni di Tyndale erano accurate e bellissime, al punto che circa l’80 percento della edizione di Re Giacomo (la King James del 1611) deriva dlla sua traduzione. Un fatto agrodolce è che lo stesso anno in cui Tyndale fu giustiziato per aver tradotto la Bibbia (1536), il monarca di allora permise la distribuzione della Bibbia in inglese. Questo risultò rapidamente in più versioni della Bibbia in lingua inglese, quali la Bibbia Coverdale nel 1535, la Bibbia di Matthew nel 1537, Great Bible nel 1539, la Bibbia di Ginevra nel 1560 e la Bibbia dei Vescovi nel 1568. Dal 1553 al 1558 vi fu il regno della regina d’Inghilterra Maria I, una cattolica fervente conosciuta come “Maria la Sanguinaria”. Notare che l’unica Bibbia inglese che venne prodotta in quel tempo fu la Bibbia di Ginevra (realizzata nel 1560 a Ginevra, Svizzera), su ordine di questa regina, ma allo scopo di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra dopo la Riforma. La sua persecuzione fu così cruenta da inorridire e allontanare ancora di più i britannici dal cattolicesimo. Dopo Maria, la regina protestante Elisabetta I regnò dal 1558 al 1603. Mise al bando tutte le funzioni cattoliche anche se molti dei suoi funzionari professavano ancora il cattolicesimo. Nel tentativo di appagare tutti, incorporò elementi cattolici e protestanti nel credo e culto anglicano. Furono i Puritani che obiettarono maggiormente a
questo compromesso, volendo “purificare” il cristianesimo da tutti gli elementi cattolici. Nel 1603, dopo la morte della regina Elisabetta, Giacomo VI di Scozia salì sul trono con il titolo di Giacomo I di Inghilterra. Durante il suo viaggio verso Londra per essere incoronato, fu intercettato da una delegazione di ministri puritani con un elenco di reclami contro la Chiesa d’Inghilterra. Il re rispose alle loro richieste ordinando una conferenza ad alto livello per affrontare «le cose che si riteneva fossero inopportune nella chiesa». La conferenza ebbe luogo nel gennaio 1604 ad Hampton Court, uno dei palazzi reali. La delegazione puritana era guidata dal Dr. John Rainolds, il quale suggerì una traduzione della Bibbia in un inglese più puro. Al re Giacomo piacque molto l’idea per una serie di motivi. Innanzitutto perché la Bibbia più popolare in inglese era l’Edizione di Ginevra (svizzera), e il re voleva che l’Inghilterra (quindi lui personalmente) avesse il prestigio di una Bibbia popolare che fosse veramente britannica, tradotta sul suolo inglese. Inoltre, il re sperava che la nuova Bibbia avrebbe aiutato a unire i Puritani ai Protestanti così come gli scozzesi agli inglesi. La traduzione fu portata avanti da un gruppo di 54 studiosi. Finirono il lavoro nel 1611, dando al mondo quello che di solito chiamiamo la versione King James (edizione di Re Giacomo), da cui sono poi derivate alcune delle traduzioni protestanti italiane. La traduzione inglese più popolare fu chiamata Versione Autorizzata. Non solo era una traduzione altamente accurata, ma gli inglesi si innamorarono della ritmica e della meravigliosa struttura. Si diffuse la lettura, recitazione e citazione della versione King James al punto da influenzare la letteratura inglese e perfino l’inglese parlato. Comunque, per quanto possa sembrare strano, nell’edizione di Re Giacomo il linguaggio era più elisabettiano rispetto all’inglese comunemente par-
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lato durante il regno di Re Giacomo. Per esempio, i pronomi thee e thou stavano già cadendo in disuso, così come la desinenza della terza persona singolare del verbo -eth. Ma i traduttori del re Giacomo scelsero di conservare molte espressioni dalle precedenti traduzioni in inglese, forse per darle maggiore solennità. Inoltre, la versione King James ha subìto varie revisioni dal 1611 in poi per correggere degli errori ortografici e per aggiornarla linguisticamente. Le revisioni principali furono quelle svolte nel 1613, 1629, 1638, 1653 e nel 1762. L’Edizione Standard di oggi è quella del 1762. La sua popolarità nel mondo libero ha superato tutte le altre versioni negli ultimi due secoli. Oggi la sua popolarità è stata superata dalla Edizione Standard Riveduta (Standard Revised Version) del 1952 e della Nuova Versione Internazionale (New International Version) del 1978. Ma la Bibbia voluta da Re Giacomo continua ad essere molto diffusa in tutto il mondo, soprattutto in paesi come l’Italia, dopo la fine della dittatura fascista. Gesù disse: «Mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all'estremità della terra» (Atti 1:8)... «E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine» (Matteo 24:14). Chiaramente, il piano di Dio prevede la predicazione efficace del Vangelo in tutto il mondo alla fine dei tempi per preparare la via al ritorno glorioso di Gesù Cristo sulla Terra. Un parallelo del modo in cui la predicazione di Giovanni Battista preparò la via alla prima venuta del Messia. In questi ultimi secoli i missionari di lingua inglese, con le loro amate Bibbie King James, sono stati i più impegnate nel far sì che si potesse di nuovo dire «la parola di Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente» (Atti 6:7). Questo è stato possibile soprattutto grazie al vasto Impero Britannico e all’influenza globale degli Stati Uniti
d’America. Uno dei motivi principali per cui gli Stati Uniti sono stati benedetti da leggi sagge, libertà individuale e grande successo è che i padri fondatori si sono basati sulla Bibbia come guida morale. Purtroppo oggi le cose sono cambiate anche in America. Ma il motivo principale per cui la Gran Bretagna e l’America sono state benedette con grande potere è che Dio ha adempiuto le Sue promesse riguardo al fatto di benedire le popolazioni che accolgono i discendenti dei patriarchi Abrahamo, Giacobbe e Giuseppe (Genesi 12:3 e capitolo 48). Giacobbe, il padre di Giuseppe, profetizzò grandi benedizioni per i discendenti di Giuseppe, incluso il fatto di essere «un ramo d'albero fruttifero; un ramo d'albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami corrono sopra il muro» (Genesi 49:22). Davvero i loro «rami» hanno raggiunto tutto il mondo! Per quale motivo Dio ha stabilito di benedire grandemente queste nazioni? Non certo per favoritismo. La corruzione e l’immoralità in cui stanno sempre più cadendo farà crollare anche il loro dominio. E’ solo questione di tempo. L’unico motivo per cui Dio ha permesso a queste nazioni di essere potenti è stato affinché la promesse divine si adempissero e la Parola di Dio, la Bibbia, potesse diffondersi in tutto il mondo! I miracoli di una trasformazione individuale e mondiale
Il mondo è un posto migliore sotto moltissimi aspetti grazie all’influenza della Bibbia rispetto a come sarebbe stato altrimenti. Allo stesso modo, tu ed io siamo persone migliori di quanto non saremmo visto che, con l’aiuto essenziale della Parola e dello Spirito, possiamo essere trasformati nella mente, imparando a seguire le orme di Gesù Cristo, secondo le leggi del Padre Eterno, verso il Regno di Dio. LBN
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Leggi il Libro! La Bibbia è oggi il libro più diffuso ma anche il meno letto. Eppure, non esiste libro più vitale per il futuro d’ogni individuo e nazione.
residenti, monarchi e giudici in molte nazioni vi pongono sopra la mano destra quando giurano per essere insigniti del loro incarico. Fanno la stessa cosa i testimoni in tribunali quando giurano di dire «la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità». Molte coppie di novelli sposi lo portano in mano il giorno del matrimonio. È riposto in maniera riservata nei cassetti delle scrivanie e nei comodini di molti alberghi. La maggior parte delle case nel mondo cristiano ne ha almeno uno, e spesso occupa un posto d’onore sullo scaffale, sul tavolino o sul comodino, dove dà l’impressione di essere letto tutti i giorni. È stato tradotto in oltre duemila lingue e dialetti. Se i rivenditori di libri lo elencassero, sarebbe continuamente al primo posto, con milioni di copie vendute o regalate anno dopo anno. Questo libro, ovviamente, è la Bibbia, ma nonostante la sua popolarità, quanti hanno davvero preso il tempo di leggerla? Quanti vogliono davvero metterla in pratica? Un sondaggio svolto da un noto programma televisivo italiano ha dimostrato che la Bibbia è una perfetta sconosciuta per la maggior parte della gente. Un sondaggio svolto da Barna Research Group, una società di ricerca specializzata in questioni religiose, ha riscontrato che solo un occidentale su tre legge la Bibbia regolarmente o è in grado di nominare gli autori dei quattro Vangeli (Matteo, Marco, Luca e Giovanni). Neanche la metà di quelli intervistati è
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stato in grado di elencare cinque dei Dieci Comandamenti. Sondaggi come questi dimostrano che sono davvero pochi coloro che prendono il tempo per leggere la Sacra Scrittura, la Bibbia, fondamento del Cristianesimo. E sono anche meno coloro che la capiscono o che la mettono in pratica. Questo accade anche in Inghilterra e negli Stati Uniti d’America, un tempo i più zelanti protettori e diffusori della Bibbia. Quale incredibile inversione di tendenza rispetto alle generazioni precedenti! Una generazione fa, Dwight Eisenhower, il presidente degli Stati Uniti dal 1953 al 1961, elogiò le Scritture con queste parole: «La nostra civiltà è costruita sulla Bibbia. In nessun altro Libro vi è una tale raccolta di ispirata saggezza, realtà e speranza». Anche la famiglia di Winston Churchill credeva nella Bibbia. «Disdegniamo i miti eruditi ed elaborati che considerano Mosè una figura leggendaria», scrisse lo statista britannico. «Crediamo che il punto di vista più scientifico, più moderno e razionalistico trovi piena soddisfazione nel prendere la Bibbia e la sua storia alla lettera». Molti altri governanti hanno creduto nella Bibbia allo stesso modo e hanno cercato di condurre le loro vite in base alle sue istruzioni. La Regina Vittoria, che regnò sulla Gran Bretagna al culmine del suo potere, affermò riguardo alla Bibbia: «La Gran Bretagna deve la sua supremazia a questo libro!»
Abraham Lincoln, che guidò gli Stati Uniti attraverso la Guerra Civile in qualità di sedicesimo presidente, forse fu il più accurato a riassumere il concetto quando disse: «Io credo che la Bibbia sia il miglior dono che Iddio abbia mai fatto all’umanità». George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti, disse: «È impossibile governare rettamente il mondo senza Dio e la Bibbia». E tu? Quanta attenzione dai alla Bibbia? Circa un terzo dei quasi sette miliardi di abitanti sulla Terra si professa di avere fede “cristiana”. Ma quanti di loro seguono l’esortazione di Cristo a «leggere» il Libro di Dio? (Matteo 21:16, 42; 22:31). È importante considerare il punto di vista di Dio riguardo a coloro che magari recitano il rosario, rivolgendo le loro preghiere ai morti che non possono sentire, e allo stesso tempo trascurano di leggere e di mettere in pratica quel che Dio dice a tal riguardo: «Questo popolo si avvicina a me solo con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me, e il loro timore di me è solo un comandamento insegnato da uomini» (Isaia 29:13). Dio non ama affatto la vuota apparenza esteriore della religione. Invece Egli ama coloro che rispettano umilmente la Sua Parola: «Su chi dunque volgerò lo sguardo? Su chi è umile, ha lo spirito contrito [pentito] e trema alla mia parola» (Isaia 66:2). Sostanza o Apparenza?
Come viene vista da Dio la nostra scelta di vivere o non vivere in accordo con la Sua parola? Quando rivelò le Sue istruzioni all’antica Israele (formalmente un popolo schiavo in Egitto) voleva che fossero una nazione modello per gli altri popoli intorno a loro. Mediante Mosè, Dio disse loro: «Ecco, io vi ho insegnato statuti e decreti, come l'Eterno, il mio Dio, mi ha ordinato, affinché li mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso. Li osserverete dunque e li metterete in pratica; poiché questa sarà la vostra sapienza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali udendo parlare di tutti questi statuti, diranno: "Questa grande nazione è un popolo saggio e intelligente!" Quale grande nazione ha infatti statuti giusti come tutta questa legge che oggi vi metto davanti?» (Deuteronomio 4:5-8). Dio vuole che il Suo modello di vita sia un esempio che risplenda. Quando viviamo in accordo con le Sue leggi, queste diventano un modello di saggezza e di comprensione per coloro che ci circondano. Cristo stesso rese chiaro che dobbiamo vivere non solo di cibo fisico ma anche «di ogni parola che procede dalla bocca di Dio» (Matteo 4:4; Luca 4:4; Deuteronomio 8:3). Sta a noi, però, prendere o meno l’iniziativa di studiare e vivere in base a queste parole. Quando Dio rivelò le Sue istruzioni agli Israeliti, mise davanti a loro una scelta: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; perciò oggi io ti comando di amare l'Eterno, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, i suoi statuti e i suoi decreti, affinché tu viva e ti Siamo chiamati a scegliere
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moltiplichi; e l'Eterno, il tuo Dio, ti benedirà... «Ma se il tuo cuore si volge altrove, e se tu non ubbidisci... io vi dichiaro oggi che certamente perirete... «Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché possa vivere, tu e i tuoi discendenti» (Deuteronomio 30:15-19). In altre parole, Dio promette grandi benedizioni a coloro che sono disposti a studiare la Sua Parola e metterla in pratica. Il non vivere in armonia con le leggi bibliche conduce a una inevitabile maggiore sofferenza e infelicità.
A parte i motivi appena menzionati che vengono direttamente dal nostro Creatore, vi sono molti altri motivi per cui dovremmo leggere la Bibbia: È la base della civiltà occidentale, nonché della cultura giudaica e cristiana. È un documento unico che copre ben 4.000 anni di storia. È un’opera letteraria notevole, studiata in migliaia di college e università per il suo valore letterario. Offre consigli pratici su quasi ogni aspetto della vita. L’americano Patrick Henry—famoso per il suo grido «Datemi la li-
bertà o datemi la morte!»—disse che la Bibbia «vale più di tutti gli altri libri messi insieme». Se a questo punto sei in grado di comprendere il valore che c’è nello scoprire i tesori della Bibbia, forse ti stai domandando da dove iniziare. La risposta è dall’inizio, dal primo capitolo della Genesi. Molti si limitano a leggere solo il cosiddetto Nuovo Testamento, e al massimo anche i Salmi e i Proverbi. Ma tralasciando l’Antico Testamento viene ignorato circa tre quarti del materiale ispirato da Dio scritto e preservato attraverso i secoli per noi. Accertati di avere una Bibbia che contenga entrambi Antico e Nuovo Testamento. Dopotutto, gli scritti dell’Antico Testamento sono quelle stesse a cui l’apostolo Paolo si riferì quando scrisse: «Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera» (2 Timoteo 3:16-17). Non a caso il Nuovo Testamento contiene centinaia (crica 300) di citazioni dall’Antico Testamento, naturalmente anch’esso ispirato da Dio. Da dove iniziare
Se trascorri anche solo 10-15 minuti al giorno nella lettura della Bibbia, puoi completarla in circa un anno. Inizialmente non devi essere concentrato sullo studio o sul tentativo di risolvere problemi, ma devi semplicemente leggerla. In altri momenti puoi dedicarti alla lettura delle nostre pubblicazioni tematiche e tornare a studiare la Bibbia nei dettagli di vari argomenti. Leggi e impara
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Man mano che leggi scoprirai molte storie affascinanti caratterizzate da storia, romanticismo, pericolo, violenza, intrigo e anche profezie. Incontrerai subito uomini e donne come Abrahamo, Sara, Isacco, Rebecca, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Miriam, Davide, Salomone, Geremia, Daniele, Pietro e Paolo—insieme alle biografie e agli insegnamenti di Gesù Cristo. Le loro storie furono trascritte per esserci d’esempio, e preservate affinché potessimo imparare da loro molte e variegate esperienze (Romani 15:4; 1 Corinzi 10:6-11). La Bibbia spiega le cose così come sono—il buono, il cattivo e il brutto. Presenta un’immagine chiara degli sbagli degli esseri umani e fornisce soluzioni. Se alcuni passaggi non sono chiari, può essere utile mettere a confronto una o più versioni della Bibbia per chiarire le cose. I negozi di libri usati sono degli ottimi luoghi in cui trovare versioni economiche della Bibbia. Inoltre, moltissime traduzioni sono ormai disponibili su Internet con motori di ricerca immediati. Cerca di leggere con una mentalità aperta e un approccio fresco, come se stessi leggendo ogni passo
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per la prima volta. Resterai sorpreso di quanto scoprirai. Alcuni passaggi, per esempio, possono contraddire direttamente quello che hai sempre creduto che la Bibbia dicesse! Assicurati di fare affidamento a ciò che dice la Bibbia, non a ciò che gli altri attribuiscono alla Bibbia. Man mano che prosegui con la lettura potrebbero sorgerti delle domande. Trascrivile prima di dimenticartele. Sentiti libero di inviarci qualunque domanda potresti avere. In molti casi la tua domanda è già stata trattata in dettaglio in uno dei nostri opuscoli o in un precedente articolo della rivista La Buona Notizia. Puoi anche fare le tue ricerche iscrivendoti gratuitamente all’interno dei nostri siti www.labuonanotizia.org e www.chiesa-di-Dio-unita.it Studiando la Bibbia si ottengono meravigliose introspezioni nei rapporti personali con la famiglia, gli amici e il prossimo. È possibile comprendere meglio perché il nostro mondo è nelle condizioni in cui si trova. Si giunge a capire sé stessi di gran lunga meglio di quanto non sia mai stato possibile. Nella Bibbia troviamo un comPrima le cose importanti
plimento nei confronti dei cristiani di Berea, nella parte settentrionale della Grecia, i quali udendo l’insegnamento dell’apostolo Paolo: «esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se queste cose stavano così» (Atti 17:11). Volevano essere certi che ciò che veniva loro insegnato era davvero ciò che dicevano le Scritture. Un esempio per noi. E tu? Qual è la tua posizione? Investighi le Scritture per scoprire se ciò che ti è stato insegnato è vero? Se lo fai, puoi condividere la gioia provata dall’autore del Salmo 119, il quale nei versi 97-103 scrisse lodando Dio e la Sua eterna Parola: «Oh, quanto amo la tua legge! Essa è la mia meditazione per tutto il giorno. I tuoi comandamenti mi rendono più saggio dei miei nemici. Ho più intendimento di tutti i miei maestri, perché i tuoi comandamenti sono la mia meditazione. Ho maggior intelligenza dei vecchi, perché osservo i tuoi comandamenti. Ho trattenuto i miei passi da ogni sentiero malvagio, per osservare la tua parola. Non mi sono allontanato dai tuoi decreti, perché tu stesso mi hai ammaestrato. Come sono dolci le tue parole al mio palato! Sono più dolci del miele alla mia bocca!» BN
Gesù Cristo fallì come Messia?
in da quando i primi legionari romani entrarono in Giudea, la società giudaica fu permeata da una tensione sempre maggiore. Le persone pregavano chiedendo a Dio di liberarle dalla dura oppressione romana. Pregavano che Dio avrebbe mandato il promesso Messia durante la loro vita. Stando ai profeti, questo Messia, l’“Unto” destinato a servire Dio come Re di Israele, sarebbe arrivato a Gerusalemme con la potenza di Dio stesso, avrebbe sconfitto i
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grandi eserciti di coloro che si sarebbero opposti, poi avrebbe ristabilito agli Israeliti la loro posizione come popolo scelto di Dio, tutte le nazioni sarebbero state sotto il Suo governo, e il Suo Regno non avrebbe avuto mai fine. In un giorno particolare, una pace silenziosa scese sulla città di Nazareth. Era un Sabato, un momento santo in cui i giudei adoravano Dio. In questo Sabato particolare, un uomo del posto, un falegname (mestiere che all’epoca era
facile includesse opere murarie e grosse costruzioni), si alzò nella sinagoga di Nazareth e l’autorità religiosa della sinagoga gli diede in mano il libro del profeta Isaia (Luca 4:16-20). Il giovane, che si chiamava Yeshua (cioè Gesù, nell’italiano corrente), era conosciuto come il figlio del compianto falegname Yosef (o Giuseppe) di Nazaret. Gesù aprì in Isaia 61:1-2 e lesse la seguente profezia: «Lo Spirito del Signore, l'Eterno, è su di me, perché l'Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato a fasciare quelli dal cuore rotto, a proclamare la libertà a quelli in cattività, l'apertura del carcere ai prigionieri, a proclamare l'anno di grazia dell'Eterno...» A questo punto Gesù «chiuse il libro e resolo all'inserviente, si pose a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui in silenziosa aspettativa chiedendosi perché il giovane aveva cessato di leggere (Luca 4:18-20). Fissarono tutti Gesù mentre ritornava al Suo posto. La sua frase successiva suscitò un misto di entusiasmo, incredulità e rabbia. Gesù disse alla folla stupita: «Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi» (versetto 21). La reazione di molti nella sinagoga fu di rabbioso rifiuto: «Ti conosciamo! Sei il figlio di Giuseppe. Che cosa ti dà l’arrogante diritto di dire queste cose di te stesso?» Gesù rispose con la famosa frase: «Nessun profeta è ben accetto nella sua patria» (versetto 24). Il confronto tra Gesù e quelli nella sinagoga divenne così intenso che la folla piena d’ira decise di trascinarlo fino alla sommità di un monte lì vicino per buttarlo giù dal ciglio e farlo morire. Ma, nella confusione, Gesù riuscì a sfuggire alla folla (Luca 4:16-30). Il ministero di Gesù di Nazareth iniziò in questo modo. Terminò 3 anni e mezzo dopo con la Sua crocifissione fuori le mura della città di Gerusalemme per mano dei Romani. Si penserebbe che dopo un ministero così inglorioso Gesù sarebbe stato un personaggio storico da dimenticare. Invece sono moltissimi a ricordarlo ancora oggi. Perché Gesù attirava un’opposizione così violenta? Perché la Sua vita e i Suoi insegnamenti hanno ancora oggi un impatto su miliardi di persone? Inoltre, Gesù era davvero il Messia o fallì nell’adempiere ciò che era stato predetto su questa figura promessa dai profeti? Cenni storici sulle profezie messianiche
Per iniziare a rispondere a queste domande dobbiamo tornare indietro e considerare le antiche Scritture ebraiche, comunemente chiamate nella Bibbia l’Antico Testamento. Buona parte dell’Antico Testamento racconta la storia di Abramo (chiamato poi Abrahamo) e della sua famiglia. Circa 4.000 anni fa Dio promise a quest’uomo «una progenie» per mezzo della quale tutte le nazioni della terra sarebbero benedette.
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Buona parte del libro della Genesi (il primo libro dell’Antico Testamento) racconta la storia di Abrahamo e le tre generazioni della sua famiglia. I suoi discendenti, grazie al nipote Giacobbe (rinominato Israele), finirono in Egitto dove, nel tempo, si moltiplicarono e furono resi schiavi dagli Egiziani che li consideravano una minaccia. Il secondo libro delle Scritture ebraiche, Esodo, narra di come Dio li liberò dalla schiavitù e, attraverso Mosè, li condusse alla terra che aveva promesso a loro patriarca Abrahamo. I discendenti di Abrahamo, attraverso Giacobbe, divennero un regno importante nell’antico Medio Oriente, conosciuto con il nome di Israele. Trovandosi sulla strada commerciale tra la Mesopotamia e l’Egitto, la storia di Israele è caratterizzata da benessere e potere, così come invasione e guerra. A un certo punto la nazione si divise in due regni—Israele e Giuda—ed entrambi i popoli, indeboliti, furono sconfitti e deportati dai nemici. Solo un esiguo numero di persone appartenenti al regno di Giuda (i Giudei) tornarono successivamente nella Terra Promessa. Durante tutta la storia di Israele e Giuda, i profeti hanno sempre esortato il popolo a ritornare a Dio dichiarando che il Messia di Dio sarebbe arrivato per benedire tutto il popolo. I Giudei del primo secolo bramavano il promesso Regno messianico mentre vivevano all’ombra del magnifico tempio di Erode sotto il dominio dei Romani. Lo storico ebreo del primo secolo Josephus (Flavio Giuseppe) e lo storico romano Tacito testimoniarono entrambi il fervore per l’aspettativa dell’arrivo del Messia degli Ebrei. Fu in questa atmosfera di fervida aspettativa che Gesù, un falegname del paese (non un sacerdote o insegnante nel tempio o grande re guerriero) dichiarò che lo Spirito di Dio era su di Lui per liberare il popolo e portare loro una buona notizia. Ovviamente il popolo di Nazareth fu un po’ deluso all’idea che il falegname del luogo era il Messia promesso dai profeti i quali avevano dichiarato che avrebbe regnato su tutte le nazioni con «uno scettro di ferro». Poteva essere il Messia?
Dopo l’episodio a Nazareth, Gesù continuò il Suo ministero spostandosi attraverso la Giudea e Galilea da un paese all’altro predicando nelle sinagoghe, nelle case e sulle colline circostanti. Dichiarava che il Regno di Dio era vicino e che il popolo doveva tornare a Dio. Compiva miracoli prodigiosi guarendo gli ammalati e gli zoppi. Alcuni iniziarono a credere. Forse Gesù era davvero il Re promesso. Se Gesù era il Messia, allora la loro liberazione era vicina! I rabbini dissero al popolo che il Messia avrebbe sconfitto i nemici di Israele e tutto il mondo avrebbe saputo che il Dio di Israele era davvero Dio. Isaia aveva profetizzato: «Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell'Eterno sarà stabilito in cima ai
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monti e si ergerà al di sopra dei colli, e ad esso affluiranno tutte le nazioni» (Isaia 2:2). Confrontando i vari riferimenti scritturali, è evidente che nella profezia «monti» simboleggiano grandi nazioni e che i «colli» si riferiscono figurativamente a nazioni più piccole o tribù. E ancora: «Molti popoli verranno dicendo: ‘Venite, saliamo al monte dell'Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell'Eterno» (versetto 3). I Giudei non vedevano l’ora che arrivasse questo glorioso regno messianico, momento in cui i popoli «forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione e non insegneranno più la guerra» (versetto 4). Forse questo falegname da Nazareth era davvero il grande Re guerriero di Isaia. Circa 3 anni e mezzo dopo che i suoi compaesani avevano cercato di buttarlo giù da una rupe, Gesù entrò a Gerusalemme trionfante mentre migliaia di credenti riversati in strada esultavano perché era finalmente arrivato il «Figlio di Davide», il «Re di Israele»! Le autorità religiose erano sgomentate. Chiesero a Gesù di ordinare alle folle di smetterla con quell’assurdità. Lui si rifiutò. Complottarono per liberarsi di questo ipotetico Messia. Qualche giorno dopo, ebbero successo: Gesù morì crocifisso per mano dei Romani. Quando Gesù fu trascinato davanti al governatore romano, Ponzio Pilato, questi gli chiese: «Sei tu il re dei Giudei?» Gesù rispose: «Dici questo da te stesso». Dopo ulteriore pressione da parte delle autorità giudaiche, Pilato acconsentì alla loro richiesta di condannarlo a morte. Il maestro di Nazareth fu dunque giustiziato in quanto una minaccia per il potente Impero Romano. La dicitura sul palo della crocifissione dichiarava il Suo crimine: «RE DEI GIUDEI» (Giovanni 18:33-38; 19:19). Il mistero del Messia
Isaia profetizzò che il Messia avrebbe regnato sulle nazioni da Gerusalemme. I discepoli di Gesù credevano che Egli era il Messia. Si aspettavano che Egli rovesciasse l’Impero romano e ristabilisse il Regno d’Israele sulla terra. Ma questo non accadde. Invece, le autorità religiose giudaiche complottarono contro di Lui, fu tradito da uno dei Suoi stessi discepoli, i Romani lo percossero fino a renderlo irriconoscibile per poi crocifiggerlo pubblicamente. Dopo la Sua morte, molti dei Suoi seguaci furono devastati. Persero la fede e la speranza. Naturalmente, sappiamo che questa non è la fine della storia. Gesù, come ci racconta il Nuovo Testamento, risorse dai morti. Fece nuovamente visita ai Suoi discepoli dicendo loro di predicare al mondo il vangelo del Regno di DIO e di prendersi cura dei discepoli. Poi se ne andò ritornando al
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Padre in cielo. Dunque, che cosa dire del ruolo del Messia che doveva regnare come Re su tutto il mondo in eterno? Le persone iniziarono a domandarsi se Gesù era davvero il Messia profetizzato. Alcuni pensavano che avesse fallito nella Sua missione. Perché avrebbe iniziato il Suo ministero citando la profezia messianica in Isaia per poi ignorare le altre profezie chiave? Perché non aveva stabilito il Regno di Dio a Gerusalemme come Isaia aveva detto che avrebbe fatto? Per risolvere il mistero, diamo un’occhiata a un’altra profezia messianica e poi torniamo all’episodio a Nazareth. In Isaia 52 e 53 il profeta parla di un Servitore di Dio che sarebbe stato «innalzato». Questo Servitore sarebbe stato anche percosso e brutalmente messo a morte. Isaia scrisse: «Come molti erano stupiti di lui, così il suo aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo, e il suo volto era diverso da quello dei figli dell'uomo, così egli aspergerà molte nazioni» (Isaia 52:14-15). Sia l’Antico sia il Nuovo Testamento insegnano che è impossibile per un essere umano corrotto moralmente stare alla presenza del giusto Dio a meno che Dio non perdoni quella persona attraverso la grazia divina, o il Suo favore. Poche persone comprendono il fondamentale insegnamento biblico della grazia. La grazia non ha alcun significato se non vi è giustizia. Pensaci: il perdono non ha alcun significato a meno che non si è fatto qualcosa di sbagliato. Coloro che hanno delle solide basi cristiane sanno che la morte e risurrezione di Gesù come Messia, l’Unto o Cristo è un insegnamento biblico centrale. Perché Gesù è morto? Perché la Bibbia è così incentrata sulla Sua crocifissione e resurrezione? Se non comprendiamo perché Gesù, il Figlio di Dio, fu crocifisso nelle vesti del Messia profetizzato, allora la Sua morte non ha alcuna importanza o alcun significato. Sapere chi è Gesù Cristo e come la Sua vita, morte e risurrezione hanno a che fare con te, è la conoscenza più importante che puoi avere. Questa verità può cambiare la tua vita! In realtà è un concetto semplice
La giustizia di Dio e quindi il Suo intendimento riguardo a ciò che è giusto e sbagliato richiede la nostra morte come punizione per i nostri peccati. «Il salario del peccato è la morte» (Romani 6:23). Dio ci ama, ma questo non cambia il modo in cui la Sua legge definisce il bene e il male. Tuttavia, nel Suo amore Dio ha provveduto un sostituto per me e per te. Il Figlio di Dio è venuto sulla terra come Gesù di Nazareth per pagare con la Sua vita le penalità di morte che spetterebbe a tutti noi. Non ci si può guadagnare quel tipo di amore. Davanti alla giustizia di Dio si può solo comprendere la propria colpa e mancanza di speranza e accettare con gratitudine il Suo amore e la Sua miAprile-Giugno 2014
sericordia mostrati nel sacrificio di Suo Figlio. Il sangue del «servo sofferente» predetto da Isaia sarebbe stato sparso per molti. Questa era un’immagine potente per i Giudei del primo secolo. Giorno dopo giorno, il tempio di Erode era pieno dei rumori e degli odori di pecore e capre che venivano sacrificate, il loro sangue che spruzzava e gocciolava come sostituto affinché il popolo giudaico fosse approvato al cospetto di Dio. Ma l’Epistola dell’apostolo Paolo ai suoi connazionali ebrei mostra che l’intento di questo sistema sacrificale era di ritrarre qualcosa di molto più grande: il grande mistero di come il sangue del «Figlio di Dio» sarebbe stato sparso al posto di quello di tutta l’umanità, dato che tutta l’umanità è colpevole, non soltanto Israele. Isaia ci dice che il «servo» di Dio sarebbe stato disprezzato e rifiutato, che sarebbe stato «trafitto per le nostre trasgressioni... e per le sue lividure noi siamo stati guariti» (Isaia 53:5). I Vangeli, i primi quattro libri del Nuovo Testamento, descrivono gli orrendi dettagli della morte di Gesù. Fu percosso e picchiato dai soldati, fu denudato e fustigato con una frusta fatta di strisce di pelle con pezzi di metallo e osso alle estremità che strappavano e mutilavano la carne umana. Gli furono conficcati chiodi nelle mani e nei piedi, e fu appeso su una croce per essere ridicolizzato dalla gente. Infine, fu trafitto con una lancia e morì dissanguato. Tutto questo accadde proprio come Isaia aveva predetto secoli prima. Forse ora possiamo iniziare a comprendere che cosa stava insegnando Gesù nella sinagoga a Nazareth quando affermò di essere Lui il «servo e il giusto di Dio» venuto per sacrificarsi secondo la profezia. Nella sinagoga a Nazaret
Torniamo da dove siamo partiti. L’autorità della sinagoga diede in mano a Gesù il libro di Isaia. Gesù l’aprì e lesse: «Lo Spirito del Signore, l'Eterno, è su di me, perché l'Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato a fasciare quelli dal cuore rotto, a proclamare la libertà a quelli in cattività, l'apertura del carcere ai prigionieri, a proclamare l'anno di grazia dell'Eterno...» È interessante notare che Gesù si fermò prima di completare il passo. La frase successiva nelle Scritture che stava leggendo dice: «...e il giorno di vendetta del nostro Dio» (Isaia 61:1-2). Il «giorno di vendetta» è un riferimento a un’altra profezia in Isaia, una profezia terribile di un tempo in cui «l’Eterno è adirato contro tutte le nazioni» (Isaia 34:1-2). È un tempo in cui Dio interviene drammaticamente nella storia umana. In questo «giorno di vendetta» il Padre Eterno farà tornare il Messia promesso questa volta come «Re dei Re» per giudicare tutti i popoli e regnare sulla Terra. Che cosa impariamo dal fatto che Gesù lesse solo parte
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di una profezia di Isaia? Perché non lesse l’intero passo? Gesù stava rivelando un punto di svolta nella storia della salvezza; infatti impariamo che il Messia deve tornare sulla Terra con divina potenza e immortalità! La prima volta il «Figlio di Dio» venne come uomo mortale, falegname e rabbino, che insegnava la vera via di Dio e aiutava persone con varie afflizioni attraverso i miracoli. Poi è morto come sacrificio sostitutivo per le scelte sbagliate di tutta l’umanità, ovvero le tue scelte sbagliate e le mie. Attraverso il suo atto altruistico, ha reso possibile la vera libertà. Poi è risuscitato per prendere il Suo posto alla destra del Padre Eterno. Senza la Sua prima venuta «per fasciare quelli dal cuore rotto e proclamare la libertà a quelli in cattività» non vi sarebbe stato alcun Cristianesimo. È ugualmente vero che se Gesù non ritornasse per proclamare il giorno del giudizio di Dio, non vi sarebbe giustizia divina. Questa è la risposta al mistero del Messia. Egli è venuto su questa Terra la prima volta come Servitore sofferente e poi, molti secoli dopo, verrebbe una seconda volta, ma questa volta come «Dio», il «Re dei re» che porta vera pace e prosperità a tutta l’umanità (leggere Ebrei 9:28). Che cosa significa questo per te
Ci troviamo tra la prima e la seconda venuta del Messia. Grazie al supremo sacrificio di Gesù Cristo, anche tu puoi avere un rapporto personale con Dio ed essere discepolo di Gesù Cristo, il Messia. Studiando i Vangeli troverai che il messaggio centrale di Gesù è la promessa di una futura instaurazione del Regno di Dio sul nostro pianeta. Gesù si aspettava che i Suoi discepoli fossero preparati per quel Regno e dovevano avere un’altra prospettiva del mondo, un diverso codice di ciò che è giusto e sbagliato, un modo diverso di adorare Dio. Questa antica buona notizia del Regno vale ancora di più oggi: È il Suo messaggio anche per noi e per te! Il vero discepolato è molto di più che presentarsi in chiesa una volta la settimana. I tuoi rapporti interpersonali, il tuo carattere, la tua condotta sul lavoro, come ti relazioni a Dio, la tua intera vita deve cambiare. Cristo ha dato tutto Sé Stesso per te e in cambio chiede niente di meno se non il tuo tutto. No, Gesù Cristo non ha assolutamente fallito! Come vero Messia portò perfettamente a compimento l’obiettivo della Sua prima venuta. Allo stesso modo porterà perfettamente a compimento la Sua seconda venuta. Questa è una promessa assoluta di Dio. Rivolgiti a Dio ora! Diventa più che un credente—diventa un vero discepolo! Gesù ritornerà presto come Re dei Re per stabilire il Regno di Dio su tutta la terra. Viviamo all’ombra di quel magnifico evento futuro forse prossimo. Preparati per il regno eterno del Messia. GN
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Medio Oriente Ancora esplosivo. Ecco il perché
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Riceviamo notizie di conflitti e minacce da vari paesi del Medio Oriente. Che cosa significano? La profezia biblica ci dà qualche indicazione?
uando il ventiseienne venditore ambulante di frutta e verdura Mohamed Bouazizi si è appiccato fuoco il 17 dicembre 2010 a Sidi Bouzid, in Tunisia, morendo in un atto di protesta contro il governo, ha lanciato un fiammifero all’interno di una polveriera, ovvero il Medio Oriente. Alcuni hanno paragonato la sua azione a quella di Gavrilo Princip, il quale assassinando l’arciduca austroungarico Franz Ferdinand nel 1914 accese le fiamme della Prima Guerra Mondiale e mise in moto una serie di eventi concatenati che alla fine ridisegnarono il mondo. Dopo l’autoimmolazione di Mohamed Bouazizi, il presidente della Tunisia è fuggito dal paese, il presidente egiziano Hosni Mubarak è stato costretto ad abbandonare la sua carica, e vi sono state proteste sanguinose in Egitto, Giordania, Yemen, Algeria e altre nazioni arabe. In alcuni casi i governi, presi dal panico, hanno chiuso internet e le comunicazioni via cellulare a livello nazionale per rallentare la diffusione delle manifestazioni antigovernative. In altri casi, carri armati, mezzi corazzati e migliaia di truppe hanno pattugliato le strade cittadine per mantenere il controllo. Che cosa accadrà nel prossimo futuro? Nessuno lo sa. Le cose potrebbero calmarsi temporaneamente o potrebbero di gran lunga peggiorare. Tale risentimento è spesso diretto anche verso l’occidente—e gli Stati Uniti in particolar modo—considerato come un nemico che sta soggiogando Aprile-Giugno 2014
il mondo musulmano, inquinandolo culturalmente e spiritualmente, sostenendo governanti pupazzi e lo stato di Israele spesso odiato. Questo alimenta i radicali e i fondamentalisti islamici che sono sempre pronti ad aizzare conflitti nel momento in cui questo significa ottenere più potere per raggiungere il loro obiettivo di stabilire una comunità mondiale di credenti musulmani sotto il governo islamico. A capeggiare questi gruppi vi è la Fratellanza Musulmana, un gruppo islamico che si è formato in Egitto dove detiene un potere talmente forte che è probabile che eserciti una considerevole influenza su qualunque governo eletto nell’era post-Mubarak. La Fratellanza Musulmana ha dato inizio a varie organizzazioni terroristiche, oggi in atto in Siria e altri paesi mediorientali. La carta costitutiva di Hamas, che controlla Gaza con un pugno di ferro, afferma di essere «un’ala della Fratellanza Musulmana in Palestina». Vi sono anche collegamenti con i gruppi responsabili del massacro dei 58 turisti a Luxor in Egitto nel 1997, e dell’assassinio nel 1980 del presidente egiziano Anwar Sadat per aver firmato un trattato di pace con Israele. La mente dietro all’11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed, e il braccio destro di Osama bin Laden, Ayman al-Zawahiri, erano membri della Fratellanza Musulmana. L’idea di poter instaurare la democrazia in paesi fortemente religiosi si sta rivelando un mito.
Tre decenni dopo lo Scià, l’Iran è ancora guidata dai discendenti ideologici dell’Ayatollah Khomeini, incluso il presidente Mahmoud Ahmadinejad, i cui sforzi per ottenere armi nucleari hanno antagonizzato molto il mondo occidentale e inculcato paura in molti paesi confinanti. L’obiettivo di molti musulmani è stabilire una comunità mondiale di credenti sotto una teocrazia islamica. L’Egitto è il grande premio per i rivoluzionari islamici. Con 80 milioni di persone, è il paese arabo più popoloso al mondo. Dopo Israele, ha anche la più grande capacità militare della regione. Inoltre, controlla uno dei punti navali più strategici al mondo, il canale di Suez, attraverso cui passano fino a 2 milioni di barili di petrolio al giorno verso gli affamati mercati occidentali. Se anche l’Egitto dovesse abbracciare il fondamentalismo islamico a livello nazionale (e sondaggi mostrano che molti tendono in questa direzione) sarebbe un vantaggio enorme per la causa rivoluzionaria. E non c’è da illudersi: gli stessi metodi che hanno portato i rivoluzionari al potere in Iran sono altrettanto all’opera in Egitto e in altre parti del Medio Oriente oggi. Se il governo dell’Egitto e della Siria dovessero cadere in mano agli islamici fondamentalisti e guerrafondai allora l’intera area mediorientale diverrebbe una minaccia costante per il mondo intero, a cominciare da Israele. Sembra proprio che in Medio 18
Oriente stiano maturando dei cambiamenti epocali, ma non saranno piacevoli, specialmente per l’Occidente Secondo la profezia biblica dal Medio Oriente scaturiranno eventi che creeranno caos e tumulti a un livello mai eguagliato nella storia umana. Gesù Cristo stesso disse di questo tempo: «Allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati» (Matteo 24:21-22). La profezia di Daniele dice che «Al tempo della fine il re del sud si scontrerà con lui, e il re del nord verrà contro di lui come un turbine con carri e cavalieri e con molte navi; penetrerà nei paesi, li inonderà e passerà oltre» (Cap.11, vers. 40). Il «re del sud» (o del «meridione») si riferisce a un super leader delle forze fondamentaliste musulmane alla fine unificate (ricordiamo che l’obiettivo principale dei fondamentalisti islamici è unire tutti i musulmani sotto un governo islamico centrale). Il «re del nord» invece potrebbe riferirsi ad un super leader che guiderà la coalizione di numerosi paesi componenti l’Unione Europea? Pare di sì, sia per i trascorsi storici fra le parti sia perché oggi le nazioni dell’Ovest e dell’Est europeo si trovano fortemente dipendenti dal petrolio arabo. La profezia di Daniele abbraccia molti secoli, dal tempo dell’Impero Persiano al tempo della fine e del ritorno di Gesù Cristo. Le implicazioni profetiche
La profezia dice: «Al tempo della fine il re del sud si scontrerà con il re del nord e questi verrà contro di lui come un turbine con carri e con molte navi; penetrerà nei paesi, li inonderà e passerà oltre» (Daniele 11:40). Un prossimo scontro tra civiltà
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Il re del sud provocherà il re del nord, il quale a sua volta per ritorsione invaderà il Medio Oriente. «Entrerà pure nel paese glorioso [la Terra Santa, in genere al giorno d’oggi Israele] e molti saranno abbattuti; ma queste scamperanno dalle sue mani: Edom, Moab e gran parte dei figli di Ammon» (verso 41). Edom, Moab e Ammon sono fondamentalmente il popolo della Giordania contemporanea, quindi è evidente che il «re del Nord» e le sue forze occuperanno Israele ma si fermeranno all’altezza del Giordano. È importante anche notare che cosa farà il re del Nord durante questa invasione: «Egli stenderà la mano anche su diversi paesi e il paese d'Egitto non scamperà. S'impadronirà dei tesori d'oro e d'argento di tutte le cose preziose dell'Egitto; i Libici e gli Etiopi saranno al suo seguito» (versetti 42-43). Libia si trova a occidente dell’Egitto; l’Etiopia è a sud. Il re del nord invaderà la regione e finirà col controllare l’Egitto, la Libia e l’Etiopia, forse coinvolgendo anche il nord Africa. Cose che si stanno avverando davanti a nostri occhi. Come dobbiamo interpretare questi eventi?
Fino a quando non è sorto l’Islam militante niente di tutto questo sembrava lontanamente possibile. Ma con la Rivoluzione Iraniana e l’obiettivo di unire i credenti sotto il vessillo islamico, è sempre più evidente la possibilità di un movimento islamico che attraversi le nazioni del Medio Oriente con l’intento di unire i Musulmani contro tutti i paesi a «nord», specialmente quelli occidentali. Dal loro punto di vista, tutto il mondo cristiano, dall’America alla Russia, rimane una grave minaccia per l’Islam. Ancora oggi i radicali islamici, sulla scia di Osama bin Laden, insistono sul fatto che ogni traccia di Cristianesimo nel Medio Oriente non è altro che una continuazione delle Cro-
ciate, una presenza considerata come un tentativo di sterminare l’Islam ancora presente. Altre figure musulmane parlano apertamente di come bisogna conquistare l’Europa per l’Islam. Molti preferirebbero che questo avvenisse tramite un’immigrazione pacifica e un aumento delle nascite (infatti, l’Europa sta lottando contro il problema di milioni di immigranti musulmani ed effettivo aumento delle nascite). Tuttavia, sono pronti a portare avanti l’incorporazione dell’Europa tramite guerra e jihad se necessario. Nell’atmosfera attuale (ovvero, con Mahmoud Ahmadinejad che minaccia l’occidente e va alla ricerca di armi nucleari, con il diffondersi del fondamentalismo e radicalismo islamico, con il crescente conflitto tra l’Islam e l’Occidente, e con la possibilità di governi arabi secolarizzati che cadono in mano a islamisti) improvvisamente questo scontro di civiltà e un’altra guerra aperta nel Medio Oriente non sembrano poi una possibilità così remota. E’ decisamente importante osservare con attenzione il Medio Oriente. Non è chiaro come le agitazioni belliche del momento influiranno sull’assetto geopolitico di quella regione. Forse, per un momento, prevarranno la pace e la calma, ma la situazione potrebbe peggiorare molto rapidamente. Comunque sia, anche se per ora non accadesse nulla, gli eventi recenti mostrano quanto volubile sia la situazione in molti di questi paesi e quanto rapidamente le circostanze possano cambiare in qualunque momento, forse conducendo agli eventi previsti dal profeta Daniele. In Luca 21:36 Gesù ci dice: «Vegliare dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» BN
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