La Buona Notizia: Gennaio - Marzo 2014

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Gennaio-Marzo 2014


­Anno XIX N. 1 Gennaio-Marzo 2014 Rivista­triimestrale­di­evangelizzazione­cristiana. Diritti­riservati­©­Vietata­la­riproduzione­anche­parziale.

Stai discernendo i Segni dei Tempi? Certi segni preannunciano la fine di questa nostra epoca ormai in profonda crisi, che nella Bibbia è chiamata «il tempo della fine». Comprendere il significato questi segni?............................3 «Vegliate!» - Cosa vuol dire esattamente? Paolo scrisse: «Vegliate, state saldi nella fede, comportatevi virilmente, siate forti». E’ un versetto chiaro, se non per quel «Vegliate». Che cosa significa questa espressione?............................8

Profezia del Tempo della Fine La maggior parte degli esseri umani ha vissuto ed è deceduta nell’ignoranza del vero DIO. Ciò vuol dire che sono perduti per sempre?.............12

Che cosa c’è dietro il terrorismo Esiste una descrizione univoca della profezia della fine dei tempi che istruisce su come proteggerti dalle crisi e catastrofi che in questo secolo secolo........................... 17

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Rosso di sera buon tempo si spera. Rosso al mattino ... Siamo bravi a prevedere i cambiamenti meteorologici, ma stiamo discernendo i segni dei tempi?

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ovremmo essere tutti giustamente preoccupati per l’intensità e la frequenza dei tragici eventi nazionali e mondiali che stiamo osservando. Gesù Cristo stesso parlò dei «segni dei tempi». Certi segni rivelatori preannunciano la fine di questa nostra epoca ormai in profonda crisi, che nella Bibbia è chiamata «il tempo della fine». Riuscite a comprendere la natura di questi segni? Gesù Cristo era solito ricordare ai suoi discepoli l’importanza di comprendere il significato dei tempi in cui si vive. Quando i leader religiosi dell’epoca Gli chiesero di dare loro un segno dal cielo, Gesù colse l’occasione per spiegare un principio Gennaio-Marzo 2014

molto importante. Disse loro: «Quando si fa sera, voi dite: ‘Farà bel tempo perché il cielo rosseggia’. E la mattina dite: "Oggi farà tempesta perché il cielo tutto cupo rosseggia". Ipocriti, ben sapete dunque distinguere l'aspetto del cielo, ma non riuscite a discernere i segni dei tempi?» (Matteo 16:2-3, Luca 12:54-56). Circa duemila anni fa la maggior parte delle persone in Giudea non comprendeva che Gesù Cristo era il vero Messia. “Egli è venuto in casa sua, e i suoi [gli e] non lo hanno ricevuto’ (Giovanni 1:11). E proprio come Gesù aveva preannunciato, le persone fallirono anche nel vedere in anticipo la tra-

gedia che inevitabilmente sarebbe caduta sulla loro tanto amata Gerusalemme. Gesù pianse al solo pensiero degli orrori a cui sarebbe stata sottoposta la città. «E come egli si avvicinava, vide la città e pianse su di essa, dicendo: ‘Oh, se tu, proprio tu, avessi riconosciuto almeno in questo tuo giorno le cose necessarie alla tua pace! Ma ora esse sono nascoste agli occhi tuoi. Poiché verranno sopra di te dei giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti accerchieranno e ti assedieranno da ogni parte. E abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te; e non lasceranno in te pietra su pietra, perché tu non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata'» 3


(Luca 19:41-44). Gesù preannunciava così l’assedio romano del 70 d.C., che terminò con l’agghiacciante distruzione di Gerusalemme e dei suoi cittadini massacrati, lasciati morire di fame o venduti in schiavitù. Il popolo ebraico dei tempi di Gesù semplicemente non comprese il significato degli eventi che riguardavano la prima venuta di Cristo. Oggi come allora, anche le nazioni del mondo falliscono nell’afferrare il significato di certi segni tragici che affliggeranno sempre più il mondo intero, anticipando la seconda venuta di Cristo che, questa volta, verrà immortale, come «Re dei re e Signore dei signori» (Apocalisse 11:15). Gran parte della profezia biblica ha due adempimenti: uno iniziale e geograficamente circoscritto e poi un adempimento finale, spesso secoli dopo a livello globale. La profezia di Gesù sul Monte degli Ulivi, sul versante orientale di Gerusalemme (Matteo 24; Marco 13; Luca 21), è un primo esempio del principio del duplice aspetto profetico. Mentre alcuni elementi di questa profezia ebbero un adempimento preliminare nel 70 d.C., molti altri no. Al tempo della fine, le orrende conseguenze colpiranno non solo Gerusalemme, come nel primo secolo, ma tutto il mondo. Gesù disse che le condizioni della fine dei tempi peggioreranno al punto che la stessa sopravvivenza del genere umano sarà a rischio! «Perché allora vi sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati» (Matteo 24:21-22). E’ possibile comprendere gli eventi profetici oggi?

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È certamente possibile comprendere il significato e l’importanza di eventi e questioni chiave nella nostra epoca moderna in crisi. Storicamente, le tribù di Israele avevano un’incredibile comprensione delle questioni della propria epoca. I figli di Issacar, ad esempio, «avevano intendimento dei tempi e sapevano quindi ciò che Israele doveva fare». (1 Cronache 12:32) Secoli dopo Gesù Cristo diede il libro di Apocalisse «per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere rapidamente» (Apocalisse 1:1). Amos 3:7 ci dice anche, «Poiché il Signore, l'Eterno, non fa nulla, senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti» (Amos 3:7). Quali questioni specifiche dovrebbero preoccuparci oggi? Iniziamo dalla rapida scomparsa dei valori morali tradizionali che derivano dalla Bibbia stessa. Un recente articolo pubblicato da Time e scritto da Belinda Luscombe evidenzia il triste stato della moralità occidentale con un titolo alquanto cinico: «Matrimonio: A che serve?» I risultati preoccupanti di un recente sondaggio pubblicato in Time dovrebbero preoccupare ogni cittadino americano: «Gli adulti statunitensi si sposano sempre meno... La maggior parte delle persone vive da sola... È in aumento il numero dei bambini nati da donne non sposate» (29 novembre 2010). Quest’ultima affermazione è puntellata dal fatto che negli Stati Uniti «nel 2008 il 41% dei bambini nacque da mamme non sposate, otto volte di più rispetto a 50 anni fa». Inoltre, «il 25% dei bambini viveva con un solo genitore, quasi il triplo dal 1960.»

Se già questo non fosse sufficientemente sconcertante, c’è da considerare che la maledizione dell’aborto ha prodotto l’uccisione di oltre un milione di bambini non nati ogni anno. Inoltre, una promiscuità sconsiderata ha portato alla piaga di malattie trasmesse sessualmente. Chiaramente questo rapido declino della moralità biblica è un segno genuino del tempo della fine. L’articolo di Time affronta anche l’idea che il matrimonio sta diventando obsoleto. Un articolo su USA Today riferisce che «sulla base di un sondaggio del Pew Research Center svolto su più di 2.600 americani in merito a come i rapporti interpersonali sono cambiati nel tempo, il ma-

trimonio è sempre più un optional e potrebbe finire con il cadere in disuso... Dal 1990 la convivenza è quasi raddoppiata» (Sharon Jayson, “We’re Just Not That Into Marriage,” 19-21 nov. 2010). Non dovrebbe essere necessario sottolineare che queste tendenze moderne sono apertamente contrarie all’insegnamento biblico. Difficoltà nel credere in Dio Un altro segno dell’epoca in cui viviamo è visibile nel modo in cui viene concepito Dio. Circolano idee come "la religione è davvero una forza che spinge ad agire bene?", "non saremmo più felici senza


Dio?", "la fede è l’ateismo sono uguali perché antrambi si basano su cose sconosciute", “la nostra moralità ha le proprie radici nella tradizione secolare non nella religione”. Tutte queste "nuove" idee tendono ad affermare che non possiamo conoscere la natura di Dio e che il pensiero umano da sé è la vera fonte della moralità tradizionale. Un Dio personale, premuroso e amorevole viene così lasciato fuori dal quadro. Nei paesi cosiddetti "cristiani", dov’è andata a finire la decenza? Nel nostro mondo occidentale, ricchissimo di antica letteratura religiosa e di milioni di persone che pregano, ci si aspetterebbe un mondo politico in grado di riflettere valori di alto li-

vello intellettuale. Ma non è così. Diamo un sguardo al mondo occidentale. «Stati Uniti d’America e in Inghilterra, una volta culle di libertà e fervore religioso, vedono sempre più predominare il secolarismo, l’accettazione della teoria di Darwin e l’ateismo, con il risultato di un pauroso incremmento di corruzione, violenza, aborti, divorzi e crimini di vario genere e attacchi contro l’autenticità della Bibbia» (tratto da Between Two Worlds: The Challenge

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of Preaching Today, 1982, pag. 115). Gli altri paesi? In Occidente e in Medio Oriente il quadro è altrettanto allarmante. Quando circa 20 anni fa cadde il muro di Berlino, mettendo effettivamente fine alla Guerra Fredda tra l’America e l’allora Unione Sovietica, molti si aspettavano una nuova alba nelle relazioni internazionali. Ma non è stato così. I rapporti tra le nazioni stanno peggiorando, e l’attuale recessione ha accelerato questo processo. Tensioni tra paesi stabili e nazioni che stanno sorgendo sono decisamente in aumento. I paesi dell’Unione Europea, oppressi come gli USA da una disoccupazione quasi a due cifre e un enorme deficit di bilancio, osservano con ansia mentre il Brasile e l’India proiettano le loro economie in crescita sulla scena mondiale. Stanno inoltre vivendo conflitti di scambi commerciali e monetari con la Cina, per non menzionare il disaccordo storico su Taiwan, sulla quale la Cina dichiara i propri diritti. Iran rimane una constante preoccupazione per tutto l’Occidente e lo stato di Israele in particolare. Infatti, l’Iran cerca di portare a compimento le proprie ambizioni egemone nel Medio Oriente, inclusa l’acquisizione di armi nucleari. L’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher previde nel 1993 la devastazione che l’Euro, la moneta unica europea, avrebbe inflitto sugli stati membri più poveri, essendo l’Euro incapace di accomodare in maniera efficace le economie più deboli nella stessa casa monetaria di potenze finanziarie come la Germania e la Francia. La crescente crisi finanziaria in questi paesi sta sempre più mettendo in discussione la sopravvivenza dell’Euro. Il numero di stati falliti o in fallimento come il Pakistan è aumen-

tato drasticamente, soprattutto in questi tempi di grave stress economico. Alcuni di questi paesi depauperati e mal guidati, come il Nord Corea, riversano enormi risorse nelle armi nucleari, il che rende il mondo un posto molto più pericoloso di quanto già non sia. Un altro preoccupante segno dei tempi consiste nella crescente debolezza degli Stati Uniti. Più l’America decadrà, meno sarà in grado di continuare a monitorare efficacemente l’assetto mondiale e promuovere la democrazia, il libero scambio commerciale e la libertà religiosa nel resto del mondo. I lettori storici de La Buona Notizia (già La Pura verità) sanno che questo decadimento è una diretta conseguenza del fallimento degli Stati Uniti moderni a seguire gli insegnamenti biblici. Il compianto Alistair Cooke, un popolare conduttore televisivo e giornalista americano stanziato in Inghilterra, 18 anni fa scrisse a proposito della paura che aveva di “un tumulto più oscuro in America se continua a seguire la strada romana verso il declino» (“The Fate of the Union,” Financial Times, 5 ottobre, 1992). E in effetti stanno facendo gli stessi errori dell’Impero Romano. Tuttavia, mentre testimoniamo un continuo declino negli Stati Uniti, un’antica nazione dell’Europa centrale sembra iniziare ad adempiere il suo ruolo profetico. La Germania nella profezia Mentre buona parte del mondo è in agitazione economica, la Germania si trova nell’invidiabile posizione di poter ritornare in auge. Infatti, sta riemergendo come potenza economica. Le sue statistiche di crescita sono le migliori dalla riunificazione tedesca e gode di una disoccupazione in diminuzione. È stato anche detto che la ripresa economica tede5


sca inizierà a influire positivamente su altri paesi dell’eurozona aiutandoli a emergere dall’attuale recessione, nonostante i seri problemi finanziari che stanno affrontando Grecia, Italia, Irlanda, Portogallo e Spagna. Il cancelliere Angela Merkel è stata soprannominata la Donna di Ferro della Germania, vista la sua insistenza in merito ai cambiamenti nel Trattato di Lisbona (così come è stata rinominata la Costituzione Europea) per proteggere l’Euro dall’instabilità futura. È stata fondamentale nel persuadere l’Irlanda ad accettare un enorme pacchetto di salvataggio finanziario con annesse condizioni stringenti. Allo stesso tempo, è probabile che il pacifismo militare della Germania si stia gradualmente avvicinando a una fine. L’esercito tedesco è impegnato anche nella lotta contro i talebani in Afghanistan, dopo ben 50 anni di ruolo non offensivo. Quali sono le conseguenze a lungo termine di queste recenti tendenze e sviluppi in Germania? La Bibbia mette in guardia contro l’emergere nell’Europa centrale di una nuova superpotenza politica chiamata «la bestia», guidata da un dittatore carismatico riferito anche lui come la «bestia», il quale avrà grande autorità sulle altre nazioni (Apocalisse 13:1-9). La profezia biblica predice che i governanti di dieci etnie o gruppi di nazioni cederanno il loro potere a questa nuova potenza, anche se per un tempo relativamente breve (Apocalisse 17:12-13). L’unica nazione europea che collima davvero con questo ruolo profetico nell’Europa centrale è la Germania. Le questioni intorno a Berlino sono un altro segno dei tempi difficili in cui viviamo. Ma il nostro resoconto sarebbe lungi dall’essere completo se non parlassimo dell’importante fattore religioso.

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Il ruolo del Vaticano Negli ultimi 40 anni vi sono stati tre papi: Papa Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, l’attuale papa. Il primo ha avuto un impatto monumentale nell’ultimo ventennio del secolo scorso; ha parlato, scritto e viaggiato più di qualunque altro papa prima di lui nella storia della chiesa cattolica. Il secondo si è dovuto dimettere in una fase in cui la reputazione della chiesa cattolica è stata fortemente danneggiata da diversi scandali di pedofilia, al punto da indurre l’ONU ad accusare il Vaticano di non adottare provvedimenti disciplinari. Il terzo, quello attuale, riecheggia il carisma del primo per il vuoto carismatico lasciato dal secondo, ma non ha ancora fatto nulla di speciale, se non quello di prendere in prestito un nome prestigioso nella tradizione cattolica. Con Papa Giovanni Paolo II il Papato intraprese l’impegno di promuovere l’unificazione dell’Europa con l’ausilio della Chiesa cattolica. Una richiesta osteggiata dai politici protestanti ed ebrei in seno al Parlamento Europeo, i quali preferiscono che l’Unione Europea rimanga assolutamente laica, anche per non escludere gli isalmici e altri immigrati dal processo di integrazione europea. Alcuni lettori ricordano quando Giovanni Paolo II invocò un’Europa rivitalizzata ed estesa dall’Atlantico agli Urali, la «visione di un'Europa più vasta, culturalmente e spiritualmente unita» (The Pope From Poland, 1980, p. 250). L’unità europea era un tema ricorrente nei primi anni del suo pontificato. Ma continua ad esserlo. The Daily Telegraph riportò: «Papa Ratzinger ha messo in guardia la Gran Bretagna di non perdere di vista la propria eredità cristiana (Martin Beckford, “Pope Benedict

Urges Multicultural UK to Keep Sight of Christian Heritage,” 17 sett. 2010). Lo stesso messaggio è per le altre nazioni europee sempre più orientate verso il secolarismo. È interessante notare che il cancelliere tedesco Angela Merkel ha seriamente messo in discussione l’appropriatezza del multiculturalismo in Germania. La visita del Papa in Gran Bretagna nel 2010, in coincidenza con la prospettiva anglicana di aprire il sacerdozio alle donne, ha convinto oltre 50 sacerdoti anglicani a convertirsi al cattolicesimo. Questo processo sembra destinato a realizzare l’unità religiosa. Il Papa Benedetto impiegava i suoi metodi per modellare il futuro

dei cattolici romani in Europa. Il corrispondente da Roma per The Tablet ha riferito che «Benedetto XVI sta prendendo appuntamenti per assicurare il potere del Vaticano, e per far si che il Collegio dei Cardinali rimanga in mani europee» (Robert Mickens, “Benedict Shapes the Future,” 30 ott. 2010). Come segno definitivo dei tempi


difficili in cui viviamo, basterà osservare che cosa farà il Vaticano in Europa, con papa Francesco. Un nuovo Sacro Romano Impero? Il ricordo dell’Impero Romano rimase impresso nelle menti di molti per centinaia di anni dopo che i cosiddetti barbari conquistarono l’impero nell’Occidente. Di quando in quando leader europei hanno cercato di restaurare l’unità tra le nazioni dell’Europa continentale. Questo si manifestò nel Sacro Romano Impero, un’alleanza non facile tra Chiesa cattolica e vari Stati che iniziò con l’incoronamento di Carlo Magno da parte del Papa Leo III nell’800 d.C., e che ha continuato a

esistere in varie forme per oltre mille anni fino al 1804. Quasi vent’anni fa, The Sunday Telegraph pubblicò un articolo di Peregrine Worsthorne, intitolato «Ora, un Sacro Impero Europeo?» Scrisse: «Anche Napoleone, quando volle legittimare il suo regno in Francia, non potè pensare a niente di meglio che autoproclamarsi Imperatore, ed essere incoronato dal Papa. Se dovesse trionfare il federalismo europeo, la CE [ora UE] sarà davvero un impero. Mancherà di un imperatore; ma avrà un Papa» (25 agosto 1991).

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La profezia biblica afferma chiaramente che poco prima del ritorno di Gesù Cristo una potente figura religiosa, «il falso profeta», sorgerà insieme alla «bestia», il carismatico dittatore che imporrà restrizioni commerciali al mondo intero. Questa personalità religiosa altamente acclamata opererà segni e «prodigi bugiardi» (2 Tessalonicesi 2:9), portando molte altre nazioni a proclamare la loro alleanza con questa nuova potenza geopolitica fondata in Europa (Apocalisse 13:11-14). Il tempo sta per giungere? Ora che sono passati quasi duemila anni dalla prima venuta di Gesù Cristo, aspetti inquietanti nel mondo contemporaneo ci dicono che davvero stiamo vivendo nel tempo della fine. La nostra epoca è colma di molti segni preoccupanti che indicano che l’era dei governi umani sta per giungere alla fine. Per approfondimento richiedere il nostro opuscolo gratuito Stiamo Vivendo nel Tempo della Fine? Quello che il traduttore biblico James Moffatt ha tradotto come “crisi finale” potrebbe già essere in atto. Ma quanto alla tempistica, possiamo solo ripetere la risposta che Gesù Cristo dette ai Suoi primi discepoli: «Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità» (Atti 1:7). La principale preoccupazione e occupazione dei Suoi apostoli era quella di predicare il vero Vangelo (v. 8). Quando Cristo tornerà sulla Terra (Ebrei 9:28), i Suoi veri servitori saranno ancora impegnati a compiere la predicazione del Vangelo e

del Regno di Dio in testimonianza a tutti i popoli (Matteo 24:44-46). Tutti i credenti dovrebbero avere un’entusiastica aspettativa per la seconda venuta di Cristo e per il momento in cui verrà a stabilire il Regno di Dio sulla terra. Dopotutto, Cristo stesso ci ha istruiti a pregare «Padre nostro, venga il Tuo Regno!» (Matteo 6:10). Chiaramente la Missione della Chiesa di Dio include il mettere in guardia le nazioni riguardo ai tragici eventi che devono avvenire prima del ritorno di Cristo su questo pianeta morente (Matteo 24:14). Ecco la ragione delle nostre pubblicazioni cartacee e virtuali, come i notiziari e la biblioteca virtuale nei nostri siti www.labuonanotizia.org (ramo editoriale) e il sito www.chiesa-di-diounita.it (ramo ecclesiale), contenenti articoli dedicati all’analisi degli eventi internazionali alla luce della profezia biblica. Tutto gratuitamente, sempre! Tuttavia, per quanto sia cruciale la profezia, la nostra preparazione spirituale personale è molto più importante che non comprendere solamente il significato dei soli eventi profetici (Luca 21:34-36). Quando ne comprendiamo davvero il proposito, la profezia costituisce una chiamata divina al vero pentimento. Come ci dice Dio in Ezechiele 33:11, «Com’è vero che io vivo», dice il Signore, «io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva». Mentre contempliamo i segni dei tempi avverarsi intorno a noi, ascoltiamo l’avvertimento di Gesù Cristo in Luca 21:36, «Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». LBN 7


Gesù disse: «Vegliate!» Che cosa voleva dire esattamente?

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e parole di Gesù e degli apostoli ci esortano a «vegliare». È importante capire il senso di questa esortazione e le varie implicazioni, perché da ciò potrebbero dipendere la nostra sopravvivenza umana e salvezza eterna! L’apostolo Paolo scrisse ai cristiani in Corinto dicendo: «Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, siate forti» (1 Corinzi 16:13). È un versetto chiaro da capire, se non per quel «vegliate». Che cosa significa questa espressione? Non esorta a "guardare passivamente" come nel mondo dell’intrattenimento. Paolo intendeva qualcosa di ben diverso. Questo articolo si concentra su varie scritture del Nuovo Testamento caratterizzate dal verbo “vegliare”. Sono scritture importanti, ma spesso fraintese, ignorate e trascurate. Quanto è importate «vegliare»? Basti pensare che il comando biblico di «vegliare» è spesso menzionato insieme al comando di «pregare». La preghiera è importante? Importantissima! Lo è altrettanto il vegliare! «Vegliare» significa stare ben svegli

Il termine «vegliare» nel Nuovo Testamento deriva da due parole greche (gregoreuo e agrupneo) che hanno significati simili, ovvero “restare svegli” ed “essere insonni”. In genere vengono usati in senso metaforico e spirituale con varie applicazioni, cioè stare attenti e in guardia, pienamente svegli, consapevoli, vi-

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gili e intensamente concentrati. In Matteo 26:37-40, il termine «vegliare» è inteso in primo luogo in senso fisico. Gesù stava rimproverando i Suoi discepoli per non essere rimasti svegli nell’ora che precedeva il Suo arresto. Ma quello che Gesù disse dopo a Pietro aveva un significato spirituale ben più profondo: «Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; poiché lo spirito è pronto [le intenzioni sono buone], ma la carne [la capacità umana] è debole» (Matteo 26:41). Il vegliare spiritualmente e il pregare danno quindi la forza per superare le tentazioni e le situazioni difficili. «Svegliatevi a vita di giustizia, e non peccate» (1 Corinzi 15:34). L’essere spiritualmente «svegli» è messo in relazione a una vita condotta nella giustizia e al non peccare. Paolo stava scrivendo alla chiesa in Corinto, il che dimostra che anche i veri cristiani a volte si "assopiscono" o corrono il rischio di "addormentarsi" spiritualmente. Paolo scrisse anche: «E questo tanto più dobbiamo fare, conoscendo il tempo, perché è ormai ora che ci svegliamo dal sonno, poiché la salvezza ci è ora più vicina di quando credemmo» (Romani 13:11). In altre parole, più si avvicina il tempo della seconda venuta di Cristo, più diventa urgente svegliarci dal nostro sonno spirituale! Per certo stiamo vivendo gli anni terribili della fine dei tempi, il momento saliente della civiltà umana. Se mai vi è stato

un tempo in cui è importante stare attenti e prepararsi, quel tempo è ora! Inoltre, nessuno di noi sa quando morirà. Essere spiritualmente preparati per la fine della vita dovrebbe essere la nostra assoluta priorità. «Vegliare» significa usare bene la mente Dio ci ha dato una mente meravigliosa da usare per pensare, osservare, studiare, analizzare, imparare, discernere, decidere e agire. La vita è tempo. Sprecare tempo è sprecare la vita. Molte persone sono mentalmente pigre e sprecano una tragica quantità di tempo in cose banali e materiali che danno piaceri effimeri e nessuna felicità vera e duratura. Molti sprecano una quantità infinita di ore vegetando davanti alla televisione o al computer con l’unico scopo di essere intrattenuti. Le persone che si dedicano alla lettura sono sempre meno. Una società diventa vuota e superficiale quando la maggior parte delle persone si affida troppo a foto e immagini piuttosto che alle parole, mentre un apprendimento approfondito richiede l’uso del linguaggio. È significativo il fatto che l’unica e vera rivelazione di Dio all’umanità è basata su messaggi scritti, raccolti in ciò che chiamiamo Bibbia. Il popolo di Dio deve essere costituito da «persone che leggono il Libro», o che perlomeno ascoltino le cose scritte in Libro sacro. In antitesi, la maggior parte delle religioni pagane mette l’enfasi su immagini, idoli, simboli e rituali.


Dio desidera che il Suo popolo legga e studi con zelo, che pensi e mediti, e che sia ben informati sulle principali questioni geopolitiche, culturali e spirituali del nostro tempo. Dio disapprova l’ignoranza, l’indifferenza e l’essere «lenti a capire» (Ebrei 5:11). La Bibbia fornisce la struttura essenziale per una visione del mondo in linea con la visuale divina. E’ la divina rivelazione di una verità assoluta, la quale è rilevante oggi tanto quanto lo è sempre stata. Per questo la Bibbia dovrebbe essere il prisma, la lente, il filtro tramite il quale possiamo accuratamente percepire e discernere tutte le altre informazioni. Ci permette di sviluppare una visuale del mondo in linea con quella divina; è la struttura e le fondamenta in base alle quali possiamo interpretare accuratamente quel che sta accadendo nel mondo. Gesù sgridò i Farisei e i Sadducei per la loro incredulità nelle Scritture il cui scopo era di aiutarli a «discernere i segni dei tempi» e rendersi conto che era giunto il vero Messia (Matteo 16:1-3). È vitale conoscere la profezia sulla fine dei tempi Per sapere dove focalizzare la nostra attenzione, dobbiamo conoscere in modo particolare le profezie bibliche sulla fine dei tempi, soprattutto quelle inerenti alla seconda venuta di Gesù Cristo, ancora futura. Gesù «apparirà una seconda volta... a coloro che l'aspettano per la loro salvezza» (Ebrei 9:28). I veri credenti sperano nel Suo ritorno, aspettano il Suo ritorno e pregano per il Suo ritorno! Inoltre, l’enorme aspettativa ed entusiasmo si intensificheranno man mano che gli eventi mondiali adempiono le profezie bibliche, soprattutto quelle che indicano che il momento del ritorno di

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Cristo è sempre più vicino. Dobbiamo osservare, aspettare, avere aspettazione ed essere pronti così come sottolineato nel passo di Luca: «I vostri lombi siano cinti e le vostre lampade accese. E siate simili a coloro che aspettano il loro padrone quando ritorna dalle nozze, per aprirgli appena egli arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone troverà vigilanti quando egli verrà» (Luca 12:35-37) Gesù concluse dicendo: «Anche voi dunque siate pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate» (versetto 40). Gesù tornò a ribadire il concetto: «Ecco, io vengo come un ladro [volendo dire improvvisamente e inaspettatamente]; beato chi veglia e custodisce le sue vesti per non andare nudo e non lasciar così vedere la sua vergogna» (Apocalisse 16:15). Indossare le vesti, soprattutto indumenti bianchi, simboleggia una condizione spirituale pulita (Apocalisse 3:1-5, 18). Non dobbiamo essere colti svestiti o sporchi.

sono sedotti dal pensiero che Cristo non ritornerà sulla terra personalmente in maniera visibile a tutti, nonostante Egli lo abbia promesso ripetutamemte. Nel resto del capitolo, Gesù rispose alle domande rivelando le principali dinamiche e condizioni future per le quali sarebbe stato di fondamentale importanza «vegliare». Gesù esortò i Suoi discepoli dicendo: «Vegliate dunque, perché non

La profezia sulla fine dei tempi Poco prima della Sua crocifissione, Gesù fece una profezia importante sulla fine dei tempi, così come riportato in Matteo 24, Marco 13 e Luca 21. È utile analizzare spesso questa profezia. I discepoli di Gesù volevano sapere per che cosa dovevano vegliare. «Dicci, quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?» (Matteo 24:3). In modo significativo, Gesù diede loro un avvertimento menzionando la prima cosa per la quale dovevano vegliare: «Guardate che nessuno vi seduca» (versetto 4). Tristemente, molti sono sedotti. Molti che si definiscono "cristiani"

sapete a che ora il vostro Signore verrà. Ma sappiate questo che, se il padrone di casa sapesse a che ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe forzare la casa» (versetti 42-43). Dopo la Sua risurrezione, Gesù disse di nuovo: «Non sta a voi di sapere i tempi e i momenti adatti, che il Padre ha stabilito di sua propria autorità» (Atti 1:7). Nonostante queste affermazioni di Gesù, molti irresponsabili hanno stabilito delle date sulla "fine del mondo" o su una presunta "parausia" del Signore. Ma è proprio perché non ci è dato di conoscere il tempo esatto che dob-

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biamo continuare a «vegliare»! Proseguendo in Matteo 24, Gesù disse: «Perciò anche voi siate pronti, perché nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà» (versetto 44). Il concetto è che il «vegliare» ci permette di ricordare e ci dà la motivazione per essere pronti sempre. Gesù ci mette in guardia anche contro la tentazione di pensare «Il mio padrone tarda a venire» (versetto 48). Quando una persona pensa di poter procranistare per ravvedersi dei peccati e prepararsi, finisce con il lasciarsi andare spiritualmente (leggere versetti 49-51). La parabola delle dieci vergini (Matteo 25:1-13) sottolinea come bisogna essere sempre spiritualmente preparati e pronti. Avere la propria lampada sempre ripiena di olio rappresenta il fatto di restare vicini a Dio e ripieni del Suo Spirito santo. Gesù concluse la parabola dicendo: «Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà» (versetto 13). Vegliare, pregare, restare sobri e stare attenti ai nemici del Vangelo. In Marco e Luca vediamo come nella Sua profezia, Gesù Cristo collegò il «vegliare» con il «pregare». Vi sono molte cose per cui pregare riguardo a eventi presenti e futuri. Vegliare ci aiuta a pregare, e pregare ci aiuta a vegliare. In Marco, Gesù disse: «State attenti, vegliate e pregate, perché non sapete quando sarà quel momento [del ritorno di Cristo]. È come se un uomo, andando in viaggio, lasciasse la propria casa, dandone l'autorità ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e al portinaio ordinasse di vegliare» (Marco 13:33-37). In questo versetto vediamo come Cristo è stato molto diretto nel comandarci di fare quattro cose: 1. Stare attenti al proprio stato spirituale. 2. Vegliare (osservare e analiz-

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zare il manifestarsi degli eventi). 3. Pregare regolarmente e fervidamente per restare vicini a Dio. 4. Compiere l'opera di Dio sino alla fine! Nel racconto di Luca, Gesù ci dice «quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino» (Luca 21:31). Poi mette in guardia affinché «quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso» (versetto 34). Gesù concluse dicendo: «Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo» (Luca 21:36). Quando Gesù dice «a tutte queste cose» si riferisce a tutto ciò che è riportato nel capitolo, inclusa la «grande calamità nel paese e ira su questo popolo» (Luca 21:23). Marco usa il termine «tribolazione» e Matteo parla di «grande tribolazione» (Matteo 24:21). Ovviamente Gesù non voleva dire che dobbiamo concentrare le nostre preghiere solo sulla nostra sopravvivenza e salvezza. Voleva dire che se prestiamo continua attenzione alla nostra condizione spirituale e agli eventi mondiali e continuiamo a «pregare per il Regno di Dio» e per tutto ciò che Dio ci dice di pregare, questo ci permetterà di cambiare, ravvederci e accettare il sacrificio e l’aiuto di Cristo. A quel punto saremo considerati degni di evitare la tribolazione della fine dei tempi e saremo con Cristo nel Suo Regno! Paolo esorta a pregare «per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in ogni pietà e decoro» (1 Timoteo 2:1-2). Questo significa che conoscendo i nostri governanti sappiamo quali questioni potrebbero influire sulla nostra vita e sulla nostra

libertà di adorare Dio e compiere la Sua opera. Anche in Efesini 6:18, Colossesi 4:2 e 1 Pietro 4:7 viene sottolineata questa relazione tra «vegliare» e «pregare». A volte, il «vegliare» è correlato al concetto di restare spiritualmente sobri, nel senso sobri di mente (1 Tessalonicesi 5:6-8; 2 Timoteo 4:5; 1 Pietro 1:13; 4:7; 5:8). Questo include l’essere «vigili» sulla nostra condizione spirituale. Alcune Scritture inerenti al nosgtro «vegliare» sottolineano come bisogna stare in allerta per pericoli spirituali e per i nemici che sono come «lupi rapaci,» ingannatori che vogliono portare scompiglio nel «gregge» di Dio (Atti 20:29-31). Pietro ci mette in guardia: «Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare» (1 Peter 5:8). Essere continuamente consapevoli del potente ruolo di Satana e dei suoi demoni, i quali operano nel mondo invisibile, ci fa comprendere e “resistere” contro l’atroce follia di queste forze malvage (Giacomo 4:7). L’errore del non voler sapere Alla luce di quanto detto, vediamo come in aggiunta alla premura che dovremmo avere nel camminare con Dio e partecipare attivamente alla vita della Sua Chiesa, noi siamo chiamati in maniera chiara a tenerci anche aggiornati sui fatti quotidiani, e quindi a guardare, ascoltare e leggere le notizie, gli eventi, le condizioni e le questioni nel mondo. È importante però concentrarsi sulle notizie importanti piuttosto che su quelle sensazionali. La conoscenza della profezia della fine dei tempi deve essere da guida nella selezione. Se sei molto impegnato,


come la maggior parte di noi, rendi comunque il tuo «vegliare» una massima priorità e dedica del tempo a questa attività. Nonostante il comando di Gesù, molti cristiani non si tengono bene informati. Perché? Vi sono vari motivi. Alcuni pensano che prestare seria attenzione alle notizie non è abbastanza “spirituale”. Ma la vera spiritualità è basata sull’obbedire il nostro Maestro, Gesù Cristo, il quale ci esorta anche a «vegliare»! Alcuni ignorano le notizie perché sono soprattutto cattive e finiscono per interferire con una vita felice e comoda. Ma questo significa scegliere di evadere dalla realtà invece di affrontarla e obbedire al comando di Cristo di «rinnegare» se stessi (Luca 9:23). Non dobbiamo chiudere egoisticamente gli occhi e il cuore alla sofferenza altrui, diventando indifferenti, compiacenti o fatalistici. Quando sono prive di speranza, le persone si deprimono. Ma vegliando e pregando, siamo rafforzati e possiamo aiutare gli altri a comprendere che cosa sta accadendo; inoltre possiamo essere più efficaci nell’opera di Dio in altri modi! Prendendo come modello Gesù Cristo, dovremmo mostrare sensibilità, empatia e compassione verso il prossimo e tutta l’umanità. Gesù disse: «Beati coloro che fanno cordoglio, perché saranno consolati» (Matteo 5:4). Se facciamo cordoglio per gli altri, Dio ci conforterà in questa vita e ancora di più nella prossima. La nostra responsabilità, così come ci viene ordinato da Dio, è di vegliare e pregare. L’ignoranza viene dall’ignorare, e Dio non vuole che siamo ignoranti e «nelle tenebre» (vedere 1 Tessalonicesi 5:1-10). Il nostro Maestro e modello da seguire, Gesù Cristo, certamente comprendeva le questioni, la politica e i personaggi della Sua epoca. Dovrebbe essere così anche per noi oggi.

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Allo stesso tempo, dobbiamo evitare lo sbaglio di andare all’eccesso opposto, ovvero dedicarci allo studio delle questioni, della storia e anche le teorie di cospirazione del mondo più di quanto non faccia la Bibbia stessa. Senza una sana comprensione della Parola di Dio e una vita dedita a seguirla, nulla ha importanza. Sentinelle di Dio Dio chiamò il profeta Ezechiele a essere una «sentinella» sulla nazione di Israele per avvertire il popolo a ravvedersi dalle proprie vie malvagie o altrimenti ne avrebbe pagato le conseguenze (Ezechiele 3:17; 33:7). Ezechiele sarebbe stato ritenuto responsabile, se non avesse messo in guardia il popolo, e avrebbe condiviso la colpa per la loro sofferenza (Ezechiele 33:1-6). Dunque in questo vediamo un’altra implicazione del comando di Cristo di «vegliare». Egli vuole che agiamo come sentinelle. Come possiamo farlo al meglio? Innanzitutto, dobbiamo sforzarci di essere «la luce del mondo», un esempio di vita per altri da seguire. (Matteo 5:14) Secondo, dobbiamo studiare la Bibbia in modo tale che quando le persone ci pongono domande importanti siamo preparati per dare loro risposte bibliche (1 Pietro 3:15). Inoltre dovremmo restare sempre ben informati riguardo agli eventi mondiali, così saremo in grado di aiutarli a comprendere quegli eventi dal punto di vista biblico. Terzo, dobbiamo ricordare che Gesù ci ha chiamati a far parte della Sua Chiesa perché a questa è stata affidata la missione di «andare per tutto il mondo e predicare l'evangelo a ogni creatura» (Marco 16:15). Dovremmo imparare a sostenere ed essere parte attiva di questa grande missione, la «predicazione del vangelo del regno di Dio» (Marco 1:14)

Il ruolo della Chiesa ha delle somiglianze con il ruolo dei profeti dell’Antico Testamento. Infatti, essi insegnavano i valori divini del bene contro il male, la promessa delle benedizioni di Dio su coloro che agiscono rettamente, e l’avvertimento delle punizioni di Dio su coloro che agiscono male. «Vangelo» significa «buona notizia», e il vero vangelo include la meravigliosa notizia che Gesù Cristo ritornerà presto con l’immortalità e gloria divini, per darci vera pace sulla Terra! Ma prima di questo, Dio elargisce il perdono e la promessa di diventare coregnanti con il Suo figlio Gesù Cristo, a tutti coloro che per primi si ravvedono dei loro peccati e si prendono l’impegno di obbedirlo e servirlo fedelmente. Gesù ci ha detto di rivolgerci a Dio pregando regolarmente «Venga il Tuo regno» (Matteo 6:10). Come possiamo convincere gli altri dell’urgente necessità del Regno di Dio se non siamo in grado di spiegare che cosa non va con il mondo presente? E come essere credibili se non osserviamo i comandamenti di Dio? Questa rivista fa parte degli sforzi della vera Chiesa di essere la «sentinella» di Dio sul mondo. In ciascun numero, alcuni articoli forniscono rapporti aggiornati su rilevanti questioni ed eventi mondiali e spiegano come sono relazionate con le profezie bibliche della fine dei tempi. Siamo contenti che tu stia leggendo e imparando. Continua a vegliare! Forse la sintesi migliore per questo argomento è la seguente esortazione di Gesù Cristo in Marco 13:35-37: «Vegliate dunque, perché non sapete quando il padrone di casa verrà; se di sera, a mezzanotte, al cantar del gallo o al mattino; perché, venendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!» LBN

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Profezia del Tempo della Fine

Esiste­una­descrizione­univoca­della­profezia­della­fine­dei tempi­che­istruisce­su­come­proteggerti­dalle­catastrofi che­avverranno­in­quel­tempo?

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li «Esclusi» sono una serie di romanzi basati sulle profezie escatologiche della Bibbia. Il tema narrativo fa perno sul forte desiderio della nostra cultura di sfuggire agli eventi catastrofici profetizzati. La prima pubblicazione risale al 1995 dal titolo Gli Esclusi - Il thriller che specula sulla prossima "fine del mondo", propinando l’idea che i credenti verrebbero "rapiti" in cielo, "segretamente" e "prima" del ritorno glorioso di Cristo sulla Terra. La serie, scritta da Tim LaHaye e Jerry Jenkins, si è poi estesa a 16 romanzi, vendendo 65 milioni di copie. Ironicamente, coloro che credono all’interpretazione propinata da Gli Esclusi — e quindi i sostenitori della teoria del "rapimento segreto" — si troveranno confusi man mano che i veri eventi biblici della fine dei tempi avranno luogo. Perché? La risposta è semplice. Le profezie di Gesù Cristo sulla fine dei tempi non

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includono un "rapimento», né alcun "rapimento segreto", perché Gesù non "rapisce" né "ruba", anche perché il Suo gregge di fedeli già gli appartiene e desidera essere con Lui. Nelle bibbie "concordate", la parola "rapimento" è errata, perché l’originale parola greca è «adunamento», dal verbo «adunare», oppure «raccolto», dal verbo «raccogliere». I credenti, come vedremo più avanti, saranno «raccolti» o «radunati» e non "rapiti". Inoltre, l’adunamento dei credenti con il Cristo che ritorna sulla Terra avrà luogo esattamente al ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, e sarà un evento palese, preceduto da segni celesti, da attività sismiche a livello mondiale, con suoni soprannaturali e penetranti come al tempo (Esodo 20:18). Cristo tornerà in maniera visibile, manifestando la Sua persona con divina gloria e immortale splendore, come si conviene a Uno che

deve prendere possesso di questo mondo quale «Re dei re e Signore dei signori». Gesù stesso disse del Suo ritorno: «E allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria» (Matteo 24:30 -- come negli altri versetti citati più avanti, il testo corsivo è una nostra enfasi.) Gesù ha affermato che tutti lo vedranno ritornare sulla Terra. La teoria del "rapimento segreto" contraddice quanto detto da Gesù in quanto si basa sull’errata idea che gli eletti verrebbero portati via in segreto e molto tempo prima del Suo ritorno. E’ dopo la Sua gloriosa apparizione nel cielo ch’Egli «manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli» (Matteo 24:31). La profezia biblica proviene solo da Dio. «Sapendo prima questo: che nessuna profezia della Scrittura è soggetta a particolare interpretazione» (2 Pietro 1:20). Il modo migliore per acquisire una giusta visione d’insieme sulla profezia della fine dei tempi è di permettere alla Bibbia di parlare da sé. Che cos’è la profezia? A volte la profezia viene definita come la storia scritta in anticipo. Dio ha preannunciato molte situazioni ed eventi futuri in parte perché sa perfettamente che cosa fanno le persone in determinate circostanze e in parte perché è Egli stesso a guidare e dirigere alcune circostanze.


In una certa qual misura, la profezia è il modo in cui Dio mette in guardia contro le conseguenze del continuo peccare dell’uomo. Dato che il peccato ci danneggia e può distruggerci, Dio usa i Suoi avvertimenti profetici per attirare la nostra attenzione. Le punizioni profetizzate sono il risultato delle azioni stesse degli esseri umani. Dio vuole risparmiare l’umanità, non distruggerla. La maggior parte delle persone ritiene che gli avvertimenti profetici nei confronti dell’umanità provengano da un Dio vendicativo. Questa è una falsa nozione che proviene da Satana il diavolo, «il dio di questo secolo» (2 Corinzi 4:4), il quale inganna l’umanità in molti modi. L’uomo deve rendersi conto che Satana, il quale fu «omicida fin dal principio» (Giovanni 8:44), vuole che tutta l’umanità muoia definitivamente. Alla fine di quest’era di malgoverno umano, Satana, sapendo che il suo dominio sta per finire, cercherà di distruggere tutta l’umanità per mezzo di due grandi forze militari che convergeranno su Gerusalemme per fare guerra contro il Cristo che starà per tornare sulla Terra questa volta con divina potenza e con immortalità (Apocalisse 16:14; 19:11-21; 14:14-20).

beneficio personale. Per esempio, i discepoli di Gesù volevano sapere quali segni avrebbero preceduto il Suo ritorno sulla Terra. «Dicci», chiesero, «quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?» (Matteo 24:3). Anche se le persone vogliono conoscere il «segno», il «quando» e il «dove» della profezia — come se ciò bastasse — questo non è lo scopo principale della profezia. Piuttosto, il suo scopo consiste nell’aiutarci a valutare la nostra condotta personale alla luce della Parola di Dio, prima che le circostanze profetizzate si adempiano. Senza gli avvertimenti e gli adempimenti della profezia, l’umanità non avrebbe alcun motivo per interrogarsi o arrestare il proprio cammino autoindulgente verso l’autodistruzione. Se le persone leggessero e prestassero ascolto agli avvertimenti di Dio, potrebbero scampare al periodo di «grande tribolazione» che piomberà su questo mondo. Come disse Gesù: «Poiché sei stato costante nel custodire la mia Parola, anch'io ti custodirò dalla [grande tribolazione o afflizione (Mt 24:21-22)] che verrà su tutto il mondo, per mettere alla prova coloro che abitano sulla terra» (Apocalisse 3:10).

Lo scopo della profezia La profezia dimostra che Dio è in controllo di tutto, che ha un piano per il futuro dell’umanità, e che la vita umana è stata creata per un grande proposito. La volontà di Dio è salvare l’umanità, non distruggerla. La profezia dimostra che Dio invita al ravvedimento i trasgressori e offre il perdono nonché la salvezza eterna, oltre che di coregnare con Cristo nel mondo a venire. Da tempo immemorabile le persone hanno sempre voluto conoscere il futuro, soprattutto per il proprio Gennaio-Marzo 2014

La madre delle profezie Dio è misericordioso e amorevole. La Sua Parola è piena di avvertimenti che mettono in guardia gli esseri umani per fare sì che voltino le spalle al male ed evitino le dolorose e inevitabili conseguenze del peccato. Dio non trae alcun piacere nella morte dei malvagi (Ezechiele 33:11). Inoltre, promette di ricompensare, benedire e proteggere coloro che seguono la Sua volontà (Deuteronomio 28:1-2). In Deuteronomio 28 troviamo i

fatti che creano le basi per la profezia. Questo capitolo mostra le benedizioni e le maledizioni che derivano automaticamente dall’obbedire o dal rifiutare le leggi di Dio. Queste leggi sono «spirituali» (Romani 7:14) e le conseguenze della loro osservanza o violazione sono automatiche a prescindere dalla loro conoscenza (Romani 2:12). Comprendere questa dinamica delle leggi spirituali di Dio è fondamentale per poter comprendere la profezia. Molte storie bibliche convalidano questi fatti che precedono la profezia, ma poche li evidenziano bene tanto quanto la storia di Giuda e Babilonia. Per molti anni Dio mise in guardia il regno di Giuda contro il seguire la via intrapresa dai loro fratelli, ovvero dal regno di Israele. I peccati di Israele causarono la sua caduta, proprio come preannunciato in Deuteronomio 28:15. Alla fine Dio permise alla nazione crudele di Assiria di conquistare e deportare Israele in due momenti diversi, nel 733 e nel 722 a.C. Quasi un secolo dopo, Dio diede a Giuda un re giusto, Giosia, come ultimo barlume di speranza nel tentativo di salvare la nazione dall’imminente cattività (2 Cronache 34:1, 26-28). Dio mandò anche i profeti Geremia, Sofonia e Habacuc. Tristemente, dopo l’improvvisa morte di Giosia, il popolo di Giuda ritornò rapidamente alle proprie vie peccaminose, «come una scrofa lavata che si rivolta nel fango e un cane che torna al proprio vomito» (2 Pietro 2:22). Come Israele, anche Giuda fu invasa e deportata. Lo scopo della profezia è motivare le persone a domandarsi della propria condotta alla luce di chiari insegnamenti biblici. Questo si applica a tutti, che si professino cristiani o meno. Alcuni daranno ascolto agli avvertimenti delle profezie di Dio sugli ultimi tempi e 13


molti resteranno nell’ignoranza. Gesù disse che parlava ai religiosi del suo tempo in parabole perché si rifiutavano di onorarlo e obbedirgli: «Perciò io parlo loro in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non odano né comprendano. Così si adempie in loro la profezia d'Isaia, che dice: ‘Voi udirete ma non intenderete; guarderete ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca’» (Matteo 13:13-15). Le profezie sulla fine dei tempi sono come i colpi che sbattono contro la prua di una nave, ovvero di una società senza timone che va al largo sul mare dell’umanesimo, sbattuto da una parte all’altra dal materialismo. Se non vi fossero profezie, e soprattutto profezie sulla fine dei tempi, l’umanità non avrebbe avvertimenti circa il suo pericoloso andare al largo verso l’autodistruzione. Una panoramica La Bibbia ci fornisce una visione d’insieme sulla profezia degli ultimi tempi. I dettagli sono sparsi qua e là nelle Scritture. Poco prima della Sua crocifissione Gesù Cristo stesso diede una descrizione generale della profezia degli ultimi tempi, preannunciando gli eventi della fine dei tempi o la fine dell’era presente -- era del dominio dell’uomo sull’uomo -- sotto l’influenza di Satana il diavolo. Gesù condivise con i Suoi discepoli i segni principali della fine dell’era presente. Tali eventi (riportati in Matteo 24, Marco 13 e Luca 21) corrispondono ai «sigilli» nel libro di Apocalisse. All’apertura di ogni

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sigillo (Apocalisse 6:1), questo rimane aperto fino a quando giungerà la fine dei governi umani e il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra. Per un approfondimento consigliamo l’opuscolo Stiamo vivendo nel tempo della fine? E’ scaricabile gratuitamente dalla biblioteca del nostro sito www.labuonanotizia.org Il primo sigillo in Apocalisse 6:2, che corrisponde a Matteo 24:45, parla del sorgere, del diffondersi e del dominio di un falso cristianesimo che iniziò poco dopo la risurrezione di Gesù e l’inizio della chiesa del Nuovo Testamento. Questo falso cristianesimo è una mistura religiosa derivata in parte da nozioni bibliche e in parte da credenze e tradizioni non bibliche che trovano origine nelle antiche religioni pagane. Sappiamo che questo falso cristianesimo ebbe inizio nel primo secolo in quanto ne parlarono molti scrittori del Nuovo Testamento (vedi Atti 20:16-17, 28-31; 2 Corinzi 11:4, 13-15; Giuda 3-4; 1 Giovanni 2:1819; 1 Giovanni 4:1). Questo falso sistema religioso, che l’apostolo Paolo chiamò «il mistero dell’empietà», andrà avanti sino alla fine, ovvero fino al momento in cui svolgerà un ruolo principale nell’ingannare tutto il genere umano, cosa che caratterizzerà la fine dei tempi fino al ritorno di Gesù Cristo (2 Tessalonicesi 2:7-12). Il secondo sigillo in Apocalisse 6:3-4, che corrisponde a Matteo 24:6-7, rivela che vi saranno «guerre e rumori di guerre». Anche se vi sono sempre state guerre e rumori di guerre, Gesù disse che avrebbero continuato fino alla fine aumentando al punto da divenire un bagno di sangue che sterminerà non meno di un terzo della popolazione mondiale. (Apocalisse 9:15-16). Il grande conflitto finale, che le Scritture descrivono come «la guerra del gran giorno di Dio Onnipotente»

(Apocalisse 16:14), avverrà dopo la «battaglia di Armageddon» (la collina di Megiddo a nord di Israele), dove si raduneranno grandi forze militari (Apocalisse 16:14, 16) contro la città di Gerusalemme (Zaccaria 14:1-4, 12-14). Le condizioni saranno così pericolose che se Gesù Cristo non intervenisse con divina potenza ad abbreviare quei giorni «nessuna carne umana sopravviverebbe» (Matteo 24:21-22). Il terzo sigillo, in Apocalisse 6:56 che corrisponde a Matteo 24:7, annuncia che la terra sarà colpita da grandi piaghe quali carestia e inedia. Anche se vi sono sempre state carestie in varie parti del mondo, con il passare del tempo queste peggioreranno. Le carestie sono una stretta conseguenza delle guerre. Milioni di persone moriranno di fame. Il quarto sigillo, in Apocalisse 6:7-8 che corrisponde al segno successivo in Matteo 24:7, rivela che il mondo soffrirà di malattie mortali e disastri terribili. Infatti, le carestie conducono a malattie, anche per deficienza del sistema immunitario. Pandemie diffuse decimeranno vaste popolazioni, così come accadde con la peste bubbonica nel quattordicesimo secolo sterminando un terzo della popolazione sparsa in Europa, Russia, Cina e città lungo le vie degli scambi commerciali. Il quinto sigillo, in Apocalisse 6:9-11 che corrisponde a Matteo 24:9-12, rappresenta la grande persecuzione e il martirio di alcuni fedeli dell’Eterno. I Cristiani sanno che la persecuzione purtroppo verrà. Come Gesù stesso disse: «Il servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Giovanni 15:20). Similmente, Paolo scrisse: «Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati» (2 Timoteo 3:12). La persecuzione del popolo di


Dio è un dato di fatto che ha caratterizzato tutte le epoche storiche, ma è destinata ad aumentare alla fine dei tempi. Quando la società è in tumulto, si cerca sempre un capro espiatorio. Come nei tempi antichi, le autorità religiose, in collusione con i peccati dei "vip" di questo mondo, daranno la colpa ai veri cristiani i quali custodiscono e osservano i comandamenti di Dio. La legalizzazione del peccato darà inizio al tempo della «grande tribolazione». Altri passi della Scrittura rivelano che la persecuzione diventerà sempre più intensa fino a colpire non solo i cristiani ma anche i discendenti fisici dell’antica nazizone d’Israele. In un futuro non lontano gli Israeliti e i Giudei subiranno nuovamente una terribile devastazione da parte dei loro nemici, come profetizzato in Deuteronomio 28. Il sesto sigillo dell’Apocalisse 6:12-17 corrisponde a Matteo 24:29. Entrambi descrivono i segni terribili nel cielo: l’oscuramento del sole e della luna, oltre a ciò che sembra essere un meteorite che colpirà la terra. Questo darà inizio al tempo «dell’ira di Dio» (Apocalisse 11:18; 14:10, 19; 15:1, 7; 16:1; 19:15) e condurrà direttamente alla seconda venuta di Gesù Cristo e a ciò che la Scrittura chiama anche «il giorno del Signore» (1 Tessalonicesi 5:2; Malachia 4:5), Eventi reali degli ultimi tempi Al momento non è possibile comprendere tutte le profezie, ma diventeranno più chiare man mano che avanzeranno i cambiamenti geopolitici e tecnologici. Chi poteva immaginare che in questi anni vi sarebbe stato un tale progresso nella comunicazione attraverso computer e internet? Dio promette di rivelare il futuro al Suo popolo fedele mandato per proclamare la Sua verità: «PoiGennaio-Marzo 2014

ché il Signore, l'Eterno, non fa nulla, senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti» (Amos 3:7). In effetti, Dio ha rivelato ai Suoi seguaci alcune condizioni riguardo alla fine dei tempi che devono adempiersi prima del ritorno di Gesù Cristo. Alcune di queste condizioni si sono già realizzate. • La distruzione del pianeta e del genere umano è diventata possibile nel nostro secolo. È ormai possibile spazzare via la vita umana attraverso bombe nucleari. Questa prospettiva è già concreta per gli Stati Uniti e la Russia; e anche la Gran Bretagna, la Francia, la Cina, l’India e Israele hanno arsenali nucleari di rilievo. La cosa particolarmente pericolosa è lo sviluppo

di armi nucleari da parte di paesi instabili come il Pakistan e il Nord Corea, a cui potrebbe aggiungersi ben presto anche l’Iran. Gesù disse a proposito della fine dei tempi: «Ci sarà una tribolazione così grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sopravviverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati» (Matteo 24:21-22). Le guerre esistono da sempre, ma solo di recente è subentrata la capacità di sterminare ogni essere umano dalla faccia della Terra. A partire dal 1945 con la detonazione delle prime bombe atomiche, seguita poi dalle bombe a idrogeno ancora

più distruttive, si è ora in grado di distruggere tutto il genere umano in qualunque momento. Siamo nel tempo, ormai vicino, in cui Gesù Cristo dovrà intervenire com’Egli ha promesso per salvare l’umanità dall’autodistruzione! • La nazione giudaica doveva riprendere possesso della sua terra ed essere in controllo di Gerusalemme affinché le profezie della fine dei tempi potessero compiersi. L’attacco di tutte le nazioni contro Gerusalemme non era possibile prima del 1948 quando il moderno Stato di Israele non era ancora nato; era una cosa ritenuta impossibile nei secoli precedenti. La cultura e la religione giudaica sono sopravvissute a periodi di grandi difficoltà, a domini e sconfitte da parte della Babilonia, Persia, Grecia e Roma. Heinrich Graetz, noto storico del IXX secolo, scrisse: «Una nazione... che ha visto il sorgere e il cadere della maggior parte degli imperi antichi e che continua a mantenere il suo posto ancora oggi merita... particolare attenzione» (History of the Jews, 1895, pag. 705). L’imperatore francese Napoleone, quando passò vicino a una sinagoga e sentì i giudei all’interno che piangevano, commentò: «Un popolo che brama così tanto la propria città e il proprio tempio è destinato un giorno a restaurarli!» Gesù profetizzò che all’approssimarsi della fine dei tempi i giudei sarebbero entrati nuovamente in possesso di Gerusalemme e del «luogo santo». Gesù poi disse che il luogo santo sarebbe stato dissacrato con l’abominazione della desolazione, come il profeta Daniele aveva scritto precedentemente (Matteo 24:15-16). I giudei oggi controllano Gerusalemme. Dopo la Guerra dei sei giorni nel 1967, quando i giudei presero possesso di Gerusalemme, questi permisero agli arabi musulmani 15


di continuare a controllare il monte del Tempio. Dal 1989 alcuni israeliani hanno iniziato i preparativi per la costruzione di un nuovo tempio o «luogo santo». Periodicamente i giudei devoti hanno cercato di posare la prima pietra, ma senza riuscirvi. L’eventuale successo di ricostruzione del tempio giudaico potrebbe indurre le nazioni nominalmente "cristiane" e "islamiche" a dichiarare guerra contro i giudei di Gerusalemme e di tutto il mondo. Queste condizioni della profezia di Gesù sono parzialmente al loro posto, ma vi sono altre cose che devono cambiare prima che gli eventi profetici possano procedere. • La rinascita dell’antico impero romano, con una super dittatura finanziaria, emergente dall’Unione Europea dovrà prima imporsi e condizionare le transazioni di compra-vendita nazionali e internazionali. Come preannunciato nei libri biblici di Daniele e Apocalisse, deve esservi un ultimo risveglio dell’antico Impero Romano. Daniele 2:4044 parla di come il «regno di ferro», quarto nella successione dall’antica Babilonia, avrebbe regnato fino alla fine dei tempi. Questo può riferirsi solo all’antico Impero Romano e ai suoi 10 risvegli, gli ultimi sette dei quali sono stati fortemente legittimati e influenzati dalla chiesa romana (vedere Apocalisse 17). La profezia di Daniele dice che, alla fine dei tempi, dieci «re» o «stati» si alleeranno e cederanno i loro rispettivi poteri ad un unico super governo il cui scopo principale è quello di ricostruire l’antica potenza e ricchezza tartassando i popoli come nel medioevo. Il numero dieci potrebbe non essere letterale ma indicherebbe tutti i popoli di diverse lingue e culture che nei secoli hanno fatto parte degli imperi menzionati in Daniele 2.

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I dieci «re» o «stati» che, secondo la profezia, cederanno la loro autorità e potenza ad una super struttura spietata e lontana dai reali bisogni dei popoli sono forse gli stati che stanno sempre più cedendo la loro sovranità al Parlamento Europeo? La somiglianza è impressionante. Apocalisse 17:12-13 ci avverte che quella super struttura governativa avrà vita breve, «per un’ora», ma che per non crollare, accetterà alla fine di essere guidata da un dittatore, la «bestia» (versetto 14), una dittatura finanziaria sovrannazionale che consentirà di «vendere e comprare», e quindi di sopravvivere, soltanto a quelli che prenderanno il suo «marchio» (Apocalisse 13:16-17). In altre parole chi non si sottometterà a quella struttura governativa sovrannazionale non potrà né importare né esportare prodotti e sarà condannata alla povertà e alla fame. Apocalisse 17:13-14 mostra che queste nazioni non soltanto daranno la loro potenza e la loro autorità alla bestia per motivi finanziari, ma alla fine, influenzati dal carisma del «falso profeta» - un grande leader religioso - decideranno di «combattere contro l'Agnello», promuovendo una falsa figura di Gesù, vietando la predicazione del vero Vangelo e del prossimo avvento del Regno di Dio sulla Terra. La buona notizia è che il loro dominio durerà poco, perché saranno sconfitti dal vero Gesù Cristo in persona, che tornerà con divina potenza e immortalità. «L'Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re» (versetto 14). L’Europa sembra coincidere con questo ruolo storico e profetico. Solo l’Europa e la chiesa romana hanno collaborato politicamente e militarmente nei vari risvegli dell’antico Impero Romano. Nessun altro regno o continente può vantarsi di un rapporto duraturo di oltre 1500 anni,

anche alla luce del fattoi che il trattato europeo è stato firmato nell’antica capitale romana. La serie Gli esclusi non può fornire introspezioni corrette sulla profezia biblica della fine dei tempi. Questo può farlo solo Dio. Dio dà profezie sulla fine dei tempi affinché l’umanità guidata dalla propria volontà torni a Lui. Egli desidera vedere che ci ravvediamo e adempiamo il nostro potenziale nell'essere Suoi figli per sempre! Desidera che Lo seguiamo e che condividiamo con altri la buona notizia del prossimo ritorno di Cristo e del Regno di Dio sulla Terra. Dio ha un piano per proteggere coloro che si volgeranno a Lui durante i terribili eventi che avverranno. Dio è pronto a offrire protezione a tutti coloro che stanno attenti alla loro condizione spirituale e che pregano in ogni tempo per avvicinarsi a Lui (Luca 21:29-36). Come abbiamo visto in Deuteronomio 28, possiamo obbedire Dio ed essere benedetti fin da ora e ancora più importante nella vita a venire. Lo scopo dichiarato di Satana è distruggere l’umanità. Il diavolo pensa di poter distruggere tutti gli esseri umani attraverso la «grande tribolazione» prima che l’intervento di Gesù possa salvarci. Anche se miliardi di persone moriranno (per essere risuscitati fisicamente alla fine dei settemila anni della storia umana), i sopravvissuti inizieranno una nuova vita ricostruendo le proprie case e godendo di un Giardino dell’Eden globale sotto il regno di Gesù Cristo sulla terra (Ezechiele 36:33-35). Le profezie bibliche riguardano il piano che Dio per salvare l’umanità da sé stessa. Se presterai attenzione fin da ora, queste profezie sulla fine dei tempi possono liberare te e la tua famiglia dai tempi terribili che stanno per giungere. LBN


Che cosa c’è dietro il terrorismo Gli avvertimenti riguardo alle azioni terroristiche non rivelano tutto quello che accade “dietro le quinte”. Sia le autorità per la sicurezza che gli attentatori sanno più di quanto i media dicono. La profezia biblica rivela tutto il resto. i stavamo per imbarcare sul nostro volo per Parigi, agli inizi di ottobre, quando la notizia secondo cui l’accesso alla Torre Eiffel era stato bloccato per un “allarme bomba” ci mise un po’ in ansia. Era l’ultima tappa di un viaggio in Europa durato due settimane e non vedevamo l’ora di trascorrere alcuni giorni nella capitale francese. Qualche giorno prima la polizia francese aveva risposto a un altro “allarme bomba” nella Torre Eiffel; lo stesso giorno un nodo importante per il trasporto pubblico era stato chiuso dopo che era stato avvistato un bagaglio incustodito.

nale di sicurezza nei siti turistici e fummo a nostra volta molto attenti a scorgere eventuali pericoli. Se giova essere “vigile” durante un viaggio è anche vero che, molto probabilmente, ci sentiremo quasi impotenti nell’evitare un qualsiasi attacco terroristico. Gli esperti di sicurezza sanno, a loro volta, di non poter fare molto per impedirlo. Siamo stati ad Amman, Giordania, una città internazionale, nel novembre del 2005, quando alcuni terroristi kamikaze si fecero esplodere in tre hotel vicino al nostro, e sappiamo per esperienza personale che c’è poco da fare, a parte reagire.

In continua allerta

Sfida impossibile

Il 3 ottobre 2010 il governo americano aveva diffuso un messaggio di allerta destinato ai propri cittadini in viaggio per l’Europa. Secondo i servizi segreti, alQaeda stava progettando attacchi alle città europee simili a quelli portati a termine a Mumbai, India, nel novembre del 2008. In quell'occasione i terroristi invasero gli hotel frequentati dagli occidentali e ci vollero tre giorni per respingerli, dopo un ingente dispendio di vite umane. Anche se l’avvertimento non era per i cittadini extra-europei, bastò a metterci un po’ in ansia e aumentò il nostro livello di consapevolezza della situazione circostante. Mentre visitavamo Parigi e dintorni nei giorni successivi notammo il perso-

Questi messaggi di allarme in tutto il mondo riflettono il dilemma che i governi hanno di fronte nella loro lotta al terrorismo. In primo luogo nonostante la massima vigilanza verso gruppi “mirati” e individui sospetti, è davvero impossibile sorvegliare tutti. Gli attentatori determinati troveranno il modo per eludere la sorveglianza. Secondariamente, quando un terrorista in azione viene individuato e fermato, spesso si riescono a ottenere informazioni utili riguardo ad attacchi imminenti; ma le autorità per la sicurezza devono far attenzione all’uso di quelle informazioni. Rivelare tutto ciò che sanno, infatti, potrebbe porre fine al flusso di comunicazioni, mentre essere troppo

C

Gennaio-Marzo 2014

specifici in un messaggio pubblico di allerta rivelerebbe ai terroristi il “controllo” da parte delle forze dell’ordine. Questo è il motivo per cui spesso gli avvertimenti sono generici e non specifici. I governi non rivelano sempre tutto quello che sanno, tuttavia hanno l’obbligo di informare il pubblico. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 contro le Twin Towers e il Pentagono, ci sono stati attacchi di portata inferiore, nulla della gravità di quel giorno. Certamente questo lo si deve all’aumento della vigilanza da parte dei governi di tutto il mondo nello scovare i gruppi di attentatori “alla fonte” e ovunque si diffondano. I nove anni di intenso lavoro in questo senso hanno dato notevoli risultati. Gli esperti di sicurezza, però, sanno che è impossibile prevenire qualsiasi atto terroristico. Sarebbe necessario sorvegliare milioni di persone e controllare ogni incontro di gruppi di individui alle prese con l’organizzazione di un’azione di questo tipo. Ancora una volta, questo è impossibile: Nessuno, nemmeno gli Stati Uniti sono in grado di presidiare il mondo in modo totale. La chiave per sconfiggere il terrorismo sarebbe quella di distruggere la sua ideologia basata sulla violenza. Non c’è soluzione per questo problema enorme; la minaccia di eventuali attentati, quindi, rimane e i governi devono stare all’erta.

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Pericoli in Europa Le autorità francesi sono, più di ogni altro, consapevoli da tempo di essere un possibile bersaglio di gruppi eversivi; cinque anni fa le proteste di Marsiglia, nel sud della Francia, evidenziarono i crescenti contrasti fra immigrati musulmani e cittadini francesi. Il governo del paese ha recentemente vietato un tipo di abbigliamento usato dalle donne islamiche: il divieto si riferisce al burka, un abito che copre tutto il corpo e comprende una sorta di “griglia” sul volto, e al niqab, il velo che copre il volto e lascia scoperti solo gli occhi. I tribunali francesi hanno dichiarato legittima la legge con il sostegno dell’opinione pubblica, per un margine di quattro a uno. Le donne saranno multate se la infrangono. Molti credono che, prima o dopo, questa norma causerà disordini, forse persino un attacco da parte degli islamici o di un gruppo terroristico. La popolazione francese comprende 3,5 milioni di musulmani, il 6% circa del totale. Stratfor, una società di intelligence mondiale, ha recentemente valutato la minaccia nei confronti di Europa e Stati Uniti e non ha escluso la possibilità di altri attentati. Un articolo sul sito di questa società intitolato “Terrorism, Vigilance and the Limits of War on Terror” (Oct. 5, 2010) affermava: «Europa e Stati Uniti andranno incontro ad attacchi da parte di terroristi jihadisti e probabilmente migliaia di innocenti saranno, ancora una volta, uccisi. Gli alleati possono ridurre al minimo questa minaccia con azioni ‘celate’ e forti misure di difesa, ma non possono eliminarla... [I paesi occidentali] hanno a che fare, quindi, con un pericolo che non può essere evitato completamente nonostante la loro azione. Le uniche misure ragione-

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volmente efficaci sarebbero quelle prese dai governi musulmani, ma persino quelle saranno, con ogni probabilità, inadeguate. Esiste un elemento profondamente ‘integrato’ all'interno di un piccolo segmento del mondo islamico che è pronto a condurre attentati terroristici e questo elemento avrà successo di quando in quando». Il rapporto proseguiva dicendo che le nazioni occidentali dovranno convivere con tale pericolo per diversi anni a venire e che il rilievo dato dall'America a questo problema lascerà il paese vulnerabile in altri ambiti. L’autore concludeva infine: «L’Occidente in generale non può concentrare tutta la sua attenzione su un problema che non è in grado di risolvere. La lunga guerra al terrorismo non sarà l’unico conflitto dei prossimi anni. La minaccia jihadista deve essere messa in prospettiva e gli sforzi devono essere allineati con quanto è reale. Si dice che il mondo sia un luogo pericoloso e lo jihadismo è solo uno dei pericoli». L’insidia dell’Islam radicale nei confronti dell’Europa non deve essere ignorata. Quando, non se, tale insidia si concretizzerà innescherà una reazione da paesi chiave che potrebbero scatenare quelle che a volte vengono chiamate "conseguenze non intenzionali". Immigrati non integrati: un problema crescente La Francia non è l’unica nazione ad avere un’alta percentuale di cittadini musulmani che non si sono integrati nella cultura europea. I Paesi Bassi, ad esempio, stanno affrontando una crisi simile. Il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha tenuto un discorso a metà ottobre riguardo al problema del multiculturalismo in Germania. I te-

deschi hanno assistito per decenni all'immigrazione da paesi islamici. Questo fenomeno è iniziato negli anni Sessanta in risposta alla necessità di lavoratori per il boom economico post-bellico. Anche se molti immigrati sono rimasti nel paese non si sono integrati con la cultura del luogo. La maggior parte non parla adeguatamente la lingua autoctona, non ha grandi capacità ed è diventata una sorta di “drenaggio” per il sistema assistenziale. Alcuni politici chiedono linee di condotta che obblighino gli immigrati a integrarsi nella cultura tedesca. I commenti “schietti” del Cancelliere Merkel hanno evidenziato quello che molti pensano: «Questo è un paese che ha fatto accorrere [un gran numero] di lavoratori in Germania negli anni Sessanta», ha affermato. «Per un certo periodo ci siamo illusi credendo che non sarebbero rimasti e se ne sarebbero andati. Ovviamente l’idea che saremmo diventati ‘multiculturali’ e avremmo convissuto felicemente insieme è naufragata» (“Merkel Enters Immigration Fray,” The Wall Street Journal, 18 Ott., 2010). Il timore [diffuso] in Germania, come in altri paesi europei, riguarda il calo del tasso di natalità tedesco e la crescita di quello degli immigrati. Se la tendenza continua, nel giro di alcuni anni gli immigrati, in primo luogo i musulmani, supereranno numericamente le popolazioni autoctone e domineranno cultura e politica. Con 80 milioni di cittadini la Germania è infatti la più grande nazione europea, d’altro canto però il tasso di natalità tedesco è bassissimo. Questo vuol dire che l’immigrazione e la "islamizzazione" del paese costituiscono una seria questione da affrontare. Lo storico conflitto fra Oriente e Occidente ha la “prima linea” nel continente europeo.


Catalizzatore potenziale per eventi futuri Nell’ottavo secolo gli eserciti dell’Islam, dopo aver invaso l'Africa settentrionale, fecero il loro ingresso nel nostro continente, conquistarono la Spagna e si spinsero fino in Francia prima di essere sconfitti da Carlo Martello con la battaglia di Tours nel 732. Carlo Magno, suo nipote, governò su gran parte dell’Europa centrale come potente re cristiano che creò un baluardo da ulteriori invasioni. Il Papa e la Chiesa cattolica gli diedero appoggio per assicurare che i confini venissero conservati. Nel 16° secolo le milizie dell’Impero ottomano sotto Solemano il Magnifico riuscirono ad occupare regioni dell’Europa centrale, impadronendosi di Budapest nel 1526 e tentando per due volte di espugnare Vienna prima di essere respinti. Più di una volta nella storia gli eserciti sono venuti dal sud nel tentativo di conquistare l’Europa. L’Islam radicale ed eestremista ha un piano che è quello di privare il Medio Oriente del personale militare e dell’influenza della cultura occidentale. Altre regioni che hanno visto il passaggio degli eserciti islamici sono ancora considerate parte del loro mondo. La Spagna, ad esempio, che chiamavano e chiamano “al-Andalus” fu per secoli territorio musulmano. Nelle menti dei comandanti di al-Qaeda Madrid si trova in territorio islamico. Paesi come Bulgaria, Ungheria, Serbia e Croazia erano occupate dai musulmani e i leader radicali vorrebbero che tornassero in loro possesso. Sia gli attentati sia i milioni di immigrati musulmani non integrati in Europa rappresentano un catalizzatore potenziale per eventi che nel futuro potrebbero preparare il terreno a uno degli eventi chiave della profezia biblica. Gennaio-Marzo 2014

”Offensiva” dal sud Daniele 11 descrive uno scontro al tempo della fine del «re del mezzogiorno» con «il re del settentrione». La storia e le profezie bibliche rappresentano chiaramente questo passaggio con le forze dell’attuale Medio Oriente in contrapposizione alla moderna Europa in espansione. La storia segue i sentieri profetici e questo evento futuro scatenerà movimenti chiave “finali” che porteranno al ritorno di Gesù Cristo. Il nostro opuscolo Stiamo vivendo nel tempo della fine? spiega i dettagli di questo evento futuro.

Un attacco da parte di elementi radicali unito ai timori generati da una popolazione straniera non integrata potrebbe provocare una reazione di maggiore portata di una futura forza politica in Europa. Lo scenario si sta preparando e noi, con la nostra pubblicazione, crediamo di aver fatto il nostro dovere parlando per decenni di queste profezie. L’Europa non rimarrà senza far nulla di fronte all’insidia di una potenza "esterna". Il continente, storicamente, reagisce con la forza

quando viene minacciato, anche quando è diviso da religione, politica e ideologie concorrenti. Basti pensdare che il 16° secolo vide il continente europeo disgregato, dal punto di vista religioso, e incapace di opporsi alla perdita di territori a favore dell'Impero ottomano. Tuttavia alla fine fu compatto nel dire basta e respingere la minaccia della dominazione: le varie forze religiose e politiche inevitabilmente si avvicinano per preservare la loro cultura. Anche se la moderna Europa ha realizzato una unione economica con l'Euro, non è ancora un'unione politica che può agire in modo risoluto per imporre il proprio potere politico o militare al di là dei propri confini. Questa situazione può cambiare nel momento in cui le forze esterne ed interne accrescono la minaccia a un livello inaccettabile. L’energia necessaria può prorompere per creare una “rinnovata alleanza europea”, realizzando così una potenza geopolitica di rilievo da non sottovalutare. Ecco perché siamo attenti alle minacce, anche minime, rappresentate da possibili attacchi terroristici. È bene essere vigili sia per tutelare il proprio benessere sia per vedere il quadro più ampio che questi eventi stanno tracciando. Per approfondire... Qual è il futuro dell’Europa? Che ruolo avrà a livello mondiale? Quali ripercussioni avranno gli eventi nel Medio Oriente sul continente europeo e sul resto del mondo in quello che le Scritture chiamano «il tempo della fine»? Che cosa rivela la Bibbia? Per approfondimenti ti consigliamo di leggere i nostri opuscoli gratuiti che si trovano nella biblioteca virtuale all’interno del nostro sito www.labuonanotizia.org e di continuare tutte le nostre pubblicazioni. LBN 19


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