A marëna.

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A marĂŤna Dal Ciamp al taĂŹ

del geografo

Andrea Lanzi

Due anni di ricerche tra orti e campi coltivati alla scoperta delle tavole imbandite della Val Badia una delle piĂš belle valli delle Dolomiti ladine.

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Dal Ciamp al taì

A marëna del geografo Andrea Lanzi

Testi, foto e documentario in DVD “Dal ćiamp al taì, ovvero dal campo al piatto” del geografo Andrea Lanzi musica di Benedikt Valentin

Ricerca realizzata grazie all’aiuto di molte famiglie della Val Badia

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A marëna

Val Badia

Val Badia

Carta topografica Cherta topografica

2 km Bruneck/Brunico 4 12 Longega 8 21 La Pli 9 3

N

Al Plan de Mareo

Antermëia

6 San Martin 11 7

La Val

Longiarü

5

6) Picolin 7) Pidrô 8) Pliscia 9)

13 Badia

La Ila

Gardëina

Fanes

10 San Ciascian

Colfosco Corvara

Anpezo

Fodom 1) Brach, 2) Ciaseles, 3) Curt, 4) Frontü, 5)Pederü, 6)Picolin,

1) Brach 4) Frontü 7) Pidrô 10) Rü 13) Valgiarëi 7)Pidrô, 8)Pliscia, 9)Rina, 10)Rü, 11) Sennes, 12)Tintal, 13)Valgiarëi 2) Ćiaseles 5) Pederü 8) Pliscia 11) Sennes 3) Curt 6) Picolin 9) Rina 12) Tintal


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Berto con il gonfalone di San Giorgio

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A Pliscia de Mareo in Val Badia sono

realizzo con mia grande soddisfazione la

arrivato ad Aprile del 2011, giusto

professione di Geografo, documentando

in tempo per l’aratura e la semina del

con filmati e libri fotografici le relazioni

frumento e dell’orzo. Ad aspettarmi

esistenti tra l’uomo e l’ambiente.

la famiglia di Berto, il sacrestano

In particolare mi appassionano i lavori

che conosco da sette anni grazie ad

nei campi, negli orti, nelle stalle e come

un

volontario

le contadine, che mi ospitano, presentano

organizzato dalla Coldiretti di Bozen/

in tavola i cibi che cucinano. A fianco, il

Bolzano.

mio amico Tommy (4), il pony che ogni

In questa frazione, di sette case e sei

tanto porto a passeggio fino a Ciaseles

famiglie, mi sento ben voluto e da anni

(1), la frazione che si vede in lontananza

rapporto

di

lavoro

alle spalle di Berto con il suo aratro. 2

Mino (3), invece, è un gatto molto furbo che trascorre il dì sonnecchiando e la notte cacciando topolini. In cucina la zia Vittoria (2) taglia il più sottile possibile le foglie del tarassaco, che ha appena raccolto nei prati attorno a casa. Per migliorare il gusto amarognolo di queste insalate di prato, aggiunge sale, aceto, olio e fette di arancia (5):

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una ricetta che dice di aver imparato durante un soggiorno in Sicilia.


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A prestare lavoro volontario per una

infestanti che marciscono sotto terra.

settimana è l’amico Georg, di Al Plan,

Così si creano nel campo le condizioni

il comune di riferimento della valle

favorevoli allo sviluppo dei soli cereali,

di Mareo distante da Pliscia sette

che, senza antagonisti, dispongono di

chilometri. Ai

dell’argano

terra friabile e concimata. Interesse del

elettrico (1) tira il cavo d’acciaio a cui

contadino, infatti, è poter ottenere un

è legato l’aratro che, grazie ad una serie

raccolto abbondante. Il mio interesse

di cavalletti e carrucole, risale tutto il

invece, è poter presentare al meglio con

campo rivoltando le zolle del terreno.

questo libro fotografico gli aspetti più

Con questo lavoro preparatorio del suolo

significativi degli orti (3 primula e 4

si mescola il letame e si eliminano le erbe

basilico) e della cucina contemporanea

comandi

della val Badia. Questa ricerca è stata 2

resa possibile dalla disponibilità di molte famiglie che mi hanno ospitato e permesso di fotografare i cibi presentati a tavola. Pietanze che sono ben altra cosa rispetto ai soliti canederli (2) o alle tourtles (5). Una cucina ad uso e consumo delle contadine che, pur impegnate nei lavori in campagna, hanno elaborato un modo originale di concepire i pasti

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rispetto ai convenzionali primo, secondo e contorno.


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Per ridiscendere il campo Berto (1)

dalle condizioni metereologiche. Anno

solleva l’aratro e sposta il ruotino sotto

dopo anno si ripete quest’antichissima

il vomere, che scivola senza fatica

tradizione che, sebbene meno diffusa

fino al punto di partenza. L’aratura

rispetto al passato, vede ancora molti

primaverile segue di sei mesi quella

contadini arare i propri terreni per

autunnale, ecco perchè il terreno è così

coltivare alcuni ortaggi o piccoli campi

friabile e non si vedono troppe erbe

di

infestanti. Il periodo è quello a cavallo

verdure che costituiscono la base della

della festa di Pasqua, ma il giorno

cucina contadina che, nel giorno di festa

preciso d’inizio dei lavori dipende dalle

(3), si presenta sempre più variegata e

disponibilità di tempo del contadino e

sostanziosa del normale. Sulla tavola

patate.

Limitate

produzioni

di

apparecchiata in terrazza (2) compaiono 2

carne e verdure lesse condite con prezzemolo, aglio ed olio di oliva. Per dessert budini con frutta (5). Bellissima in questo periodo la processione che a San Florian vede in festa l’associazione dei vigili del fuoco. Due processioni, provenienti dagli abitati di Al plan e La Pli, si incontrano e si fondono a poche decine di metri dalla chiesa di Curt (4),

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dove viene celebrata la santa messa con la banda musicale.


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Riposto l’aratro in magazzino, si spiana

di soddisfare non solo il consumo della

il terreno con un rastrello e si getta a

famiglia di Berto, ma anche delle varie

piene mani la semenza dell’orzo (2) e

decine

del frumento (5). La segale (3), seminata

tutta Europa che ospita ogni anno. Per

in autunno, ha trascorso tutto l’inverno

concludere la semina bisogna ora passare

sotto la neve ed ora misura già qualche

l’erpice (1) e sotterrare il seme sperando

centimeto di altezza. In questo campo a

che la pioggia scenda abbondante.

milleduecento metri di quota, in versante

Ormai sotto terra ed al sicuro dagli

esposto a mezzogiorno, maturano senza

uccelli granivori, ai semi bastano solo

problemi tutte e tre le specie di cereali.

pochi giorni per mettere radice e fare

Produzioni di ottima qualità in grado

capolino dal terreno.

di

volontari

provenienti

da

Il seme d’orzo (4) ha colore più chiaro 2

rispetto a quello del frumento ma una pula così dura da richiedere otto ore di macina per essere eliminata lasciando integro il seme. Lavoro che ancora oggi il mugnaio Franco svolge con grande pazienza nella frazione di Andraz, nella vicina valle di Fodom. Con un mulino ad acqua e macine in pietra permette ancora ai piccoli coltivatori di cereali

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della zona di consumare la famosa minestra d’orzo.


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Tipico del periodo primaverile sono i

almeno nel primo periodo, è sempre più

trapianti delle verza (1) che, cresciute

comune l’uso di teli in microfibra che

nel semenzaio, possono ora trovare

difendono dal freddo e favoriscono il

dimora nell’orto a distanza di circa

passaggio dell’acqua e della luce.

trenta

dall’altra.

Ben allineati e distanziati tra loro, negli

Verdure che è consigliabile piantare

orti trovano dimora anche cavolfiori,

secondo le indicazioni del calendario

broccoli,

lunare, ma senza avere fretta, perchè le

rape, porri, cipolle e patate con cui

ultime gelate notturne della stagione

vengono spesso cucinati degli ottimi

invernale possono essere pericolose.

minestroni (5) o semplici minestre (2).

Per proteggere le giovani piantine,

In particolare le patate conservate in

centimetri

l’una

zucche,

zucchine,

carote,

cantina, all’interno di cassapanche in 2

legno sono disponibili per tutto l’inverno fino al momento della semina, quando germinano. I getti (4) invece vanno eliminati al più presto per conservare le patate ancora per qualche tempo. Dopo la semina le patate flaccide vengono bollite ed utilizzate per alimentare i giovani maiali (3), che, acquistati ogni anno in questo periodo dimostrano di

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avere sempre un grande appetito.


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Le verza cappuccio (1), facilmente

cotte o preparate sotto forma di crauti

riconoscibili

della

(cavolo acido). La conservazione delle

stessa specie per le foglie lisce e non

verza sotto forma di crauti, all’interno

bollose, sono verdure molto diffuse

di botti di legno o ceramica, permette

in

ed

di consumare questo ortaggio per tutto

in generale in tutto il centro e nord

l’inverno e di accompagnare molte

Europa. Anche in val Badia fanno parte

specialità tradizionali. E’ il caso delle

della tradizione gastronomica dato che

“foies da soni” ovvero “foglie di patata” a

riescono a produrre in tardo autunno

base di patate lesse, farina, uova e latte

le note palle (o cappucci) che tagliate a

che vengono impastate a mano e stese

fette sottili vengono consumate crude,

con il mattarello. Tagliate a “foglie” (2)

Provincia

da

di

altre

varietà

Bozen/Bolzano

vengono fritte (3) e servite con crauti 2

(5). E’ questa una pietanza tipica della tradizione ladina che in tempi passati, di ristrettezze economiche, obbligava a friggere in burro e grasso animale. Cibi che oggigiorno vengono cucinati solo in alcune occasioni speciali, dato l’alto contenuto calorico. Nell’orto intanto si possono cominciare a raccogliere le

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prime insalate di stagione e i rapanelli (4) che, lavati e tagliati si consumano con sale, aceto ed olio.


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Spianati i cumuli di terra delle talpe e

che, con maestria e senza concedersi

conclusa la pulizia dei prati con la raccolta

pause, trasforma rami e tronchi in

di rami e pietre, prima dell’inizio della

robuste cataste di legna. Sullo sfondo

fienagione, c’è sempre un breve periodo

dell’immagine, ancora innevato, il Sas

di calma che permette di concludere i

dl Putia e alla destra il centro abitato di

lavori svolti prevalentemente durante

Rina. Nello stesso momento all’interno

l’inverno. E’ il caso della legna da

del bosco, Berto (3) abbatte gli alberi

ardere che deve essere tagliata, spezzata

che la guardia forestale ha bollato

ed accatastata affinchè il sole estivo

con appositi martelletti, taglia i rami

l’asciughi in tempo per l’inverno.

e seziona i tronchi a seconda della

Lavoro a cui si dedica il signor Lois (1)

necessità. Sfruttando la gravità e facendo leva con lo zappino, li fa scivolare fino

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alla strada dove Guido (4) li carica sul trattore e li trasporta in segheria per ricavarne assi e travi. Nell’orto intanto è tempo di raccogliere gli spinaci (2) che, sciacquati e scottati per pochi secondi in acqua bollente, vengono impastati con pane e uova. Appallotolati e cotti nel brodo, i canederli (5) vengono tagliati nel mezzo e serviti in tavola con

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formaggio grattuggiato e burro fuso.


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Quando la pianta del Sanbuco (1)

cinque componenti, vengono prodotti

fiorisce, in molte famiglie è abitudine

anche più di cinquanta litri di sciroppo

raccoglierne i fiori, bollirli in acqua con

concentrato, conservato in bottiglie di

zucchero e limone (2), filtrare lo sciroppo

vetro in locale fresco e poco luminoso.

(5) ed imbottigliarlo (4) per farne una

La tisana, invece, preparata con il fiore

delle bevande preferite dai giovani. Per

essiccato e con acqua bollente, provoca

quanto pura, fresca e di sorgente, l’acqua

abbondante sudorazione ed è in grado

a tavola viene spesso diluita con un

di abbassare la febbre. Dell’efficacia

succo e quello di sambuco è uno dei più

di questo rimedio ne sono testimone

usati. Per produrre una scorta sufficiente

diretto dato che a San Ciascian, in

al consumo annuo di una famiglia di

pieno inverno, con una bufera di neve in corso, me ne è bastata una tazza prima

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di andare a letto per rimettermi in sesto per il giorno successivo. Sempre curiosi e giocherelloni, i maiali (3) crescono a vista d’occhio consumando sempre maggiori quantità di cibo tra cui l’erba fresca. Molto furbi sanno apprezzare la striglia, le coccole e la pulizia che dipende esclusivamente

dalla

sollecitudine

dell’allevatore nel rimuovere il letame e 3

nel sostituire la paglia.


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Interessante nelle frazioni di La Val è

nel mortaio e mischiata con zucchero a

l’uso di coltivare orti in comune (1).

velo. Se, in Europa, la Repubblica Ceca

All’interno di un unico recinto e con

e l’Austria sono i più grandi esportatori

lo stesso impianto d’irrigazione i vari

di papavero, in Provincia di Bolzano le

nuclei familiari vicini di casa coltivano

coltivazioni sono di pochi metri quadri

ognuno la propria parte di terreno. Di

e per esclusivo consumo familiare.

colore verde chiaro, le giovani piante del

Durante la semina a mano, per evitare

papavero (2) sono tipiche della tradizione

di fare cadere troppa semenza dalle

gastronomica

da

dita, spesso viene usato l’accorgimento

decenni per guarnire i dolci, la minuta

di mescolarla con la sabbia. E’ bene

semenza (5) viene consumata pestata

infatti che le piantine non siano troppo

ladina.

Coltivate

ravvicinate tra loro in modo da poter 2

crescere vigorose e produrre molto seme. Tra le varie forme in cui viene usato, una delle più laboriose è quella dei “cancì checi” (4) che la signora Catele cucina quasi tutti i sabati per i figli e i nipoti. A base di un impasto molto soffice, che lievita nel soggiorno riscaldato dalla stufa (3), viene steso con il matterello, guarnito con il papavero pestato, fritto

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in olio bollente e servito con lo zucchero a velo.


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Gregario e poligamo, il tacchino è uno

Onnivoro e territoriale, si nutre di

degli animali da cortile con il più rapido

erbe, insetti e non teme i serpenti

accrescimento.

alimentato,

che affronta senza nessun timore. Se

già al sesto mese raggiunge il peso di

lasciato libero in cortile, per proteggere

macellazione, che nelle razze giganti è

le femmine al suo seguito, non esita a

di 16 Kg per i maschi e 10 Kg per le

rincorrere le automobili e le persone che

femmine. Nell’immagine principale (1)

transitano a piedi per l’azieda agricola.

un maschio adulto esibisce con fierezza

Nel pollaio, invece, il contadino decide

la caratteristica appendice pendente

di dimezzare il numero dei galli tirando

che supera del doppio la lunghezza del

il collo ai due più violenti (3) che,

becco.

sviscerati e porzionati, vengono bolliti

Se

ben

in padella e serviti per cena con brodo 2

(5) parzialmente sgrassato. Dato che le galline ovaiole fanno uova (2) anche senza la presenza dei maschi, sempre più allevatori optano per un pollaio senza gallo e di conseguenza senza chiocce e pulcini (4). Scoperta che lascia sorpresi soprattutto i turisti delle vacanze in campagna, che, con i figli al seguito, immaginano un risveglio al canto del

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gallo alle prime luci dell’alba, così come descritto in molti libri per l’infanzia.


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Ad inizio Giugno, al Campolongo

in lontananza il Ciampac e la frazione

di Corvara è un continuo viavai di

di Colfosco. Tempo tre mesi, Giacomo

trattori e camion carichi di mucche,

aiutato dai suoi due inseparabili cani

che, scaricate a terra, vengono lasciate

Briga e Fiume, conduce la mandria

in consegna alle cure del mandriano

a tappe fino ai pascoli d’alta quota

Giacomo (1). Vacche che nell’immagine

del Piz Boe. A Mareo (2) invece,

principale pascolano appena al di sopra

terminati i compiti pomeridiani, Jonas

dell’abitato di Corvara nei pressi della

accompagna al pascolo le sue capre

chiesa del cimitero, di cui si intravede il

che osserva cibarsi delle migliori erbe

campanile. Ad abbellire l’inquadratura

e fiori di prato. Alla sera in stalla le

il Sassongher sulla destra e a sinistra

munge, strizzandone con decisione le mammelle e riempiendo fino all’orlo il

2

piccolo recipiente della mungitura. Con questo latte, molto digeribile, si possono produrre ottimi formaggi di capra (4) o misti, se miscelato con quello di vacca. Molto magra è anche la carne, che bene si adatta ad essere trasformata in salsicce (3) da consumare bollite in acqua, in padella con crauti e patate arrosto o come affettato, se vengono affumicate

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(5) per qualche settimana con aghi di abete e ginepro.


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Nei pressi del bosco si vede un vecchio

lavori di fienagione che hanno bisogno

fienile (1) di grandezza proporzionata

di giornate calde ed asciutte per favorire

all’estensione del prato, dove in passato

l’essicazione. Per produrre un buon

si conservava il foraggio fino alla fine

fieno, è infatti preferibile falciare le

dell’estate.

spiovente

erbe in stadio giovanile, evitare durante

ricoperto dalle scandole in larice, resiste

l’essicazione che venga bagnato dalla

da decenni al peso delle nevicate, che

pioggia, che ne dilava i principi attivi

possono raggiungere anche i due metri

e raccoglierlo perfettamente essicato

di altezza. Il prato è oltre modo fiorito

in modo da impedire la formazione di

e pronto per essere falciato, ma le

muffe dannose alla salute degli animali.

continue precipitazioni impediscono i

Un buon foraggio è infatti condizione

Con

il

tetto

necessaria per produrre carne e latte di 2

buona qualità, dato che costituisce parte dell’alimentazione di molte persone. La carne in particolare, lasciata frollare a basse temperature per lunghi periodi di tempo, viene trasformata in bistecche, spezzatino e soprattuto carne macinata (2) che, molto più abbondante del filetto, viene consumata sotto forma di ragù o di polpette (5), se impastata con

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farina, uova (4) ed erba cipollina (3).


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Nell’immagine principale (1), sono in

secondo ed ultimo taglio della stagione.

primo piano alcune delle erbe in grado

Entrambi i tipi di fieno sostentano il

di produrre un buon fieno. Per lo più

bestiame che diventa ottima carne a

graminacee, si distinguono facilmente

disposizione delle famiglie contadine.

per i gambi sottili e flessibili, provvisti di

Spesso cotta nel forno della stufa a

foglie e fiori che danno al fieno un grande

legna, la carne viene sempre servita in

valore alimentare, nonchè un ottimo

tavola con intingolo molto liquido. E’ il

profumo aromatico. In minor numero

caso delle polpette di carne (3) rosolate

sono invece le leguminose, riconoscibili

in padella con fondo antiaderente e

per le foglie larghe di sapore amaro,

dell’arrosto in casseruola (4) con patate,

che costituiscono le erbe principali del

carote e cipolla. Nell’immagine numero (5) la frazione di Taela nel comune di La

2

Val e sullo sfondo varie cime di altezza superiore ai duemila metri con al centro il Sas dles Nö e alla sinistra il passo di Sant Antone (2466 m.s.l.m). Valico scelto ogni anno da decine di allevatori per condurre i loro capi di bestiame fino all’alpe di Fanes, sempre in compagnia dei loro cani (Puzzi nella foto 2). Transumanza, con risalita all’alpe a

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metà Giugno e discesa a Settembre prima dell’arrivo della neve.


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L’alpe di Fanes è in fiore (1). Sullo sfondo

Alcune mucche sono stanche, altre hanno

il ghiaione attraversato dal sentiero che

le unghie doloranti, ma, con questo

tra poco vedrà scendere in fila indiana

sistema, tutte arrivano in cima dove il

decine di capi di bestiame accompagnati

sole splende da tempo. In aiuto agli zii

dai rispettivi allevatori. Partiti alle

quest’anno è intervenuto anche Luca

prime luci dell’alba dalla località Coz

(3) che in più occasioni è riuscito a far

da Itte presso La Val, risalgono il

rientrare le vitelle nel sentiero evitando

ripido sentiero che zigzagando porta al

situazioni

passo Sant Antone. In testa al gruppo

momento in molte cucine della vallata

composto da sette uomini c’è Carlo che

le contadine tagliano l’erba cipollina

impone frequenti pause alla colonna.

(4) che accompagna un po’ tutti i cibi

pericolose.

Nello

stesso

della cucina ladina. Tagliata fine, viene 2

impastata con uova e pane raffermo a cubetti, che appallottolato con i palmi delle mani dà forma ai canederli (5). Cotti in acqua bollente vengono scolati e serviti nel piatto ancora fumanti, con all’interno un’anima di formaggio fuso molto saporito. In sospensione nel brodo cuociono invece i piccoli gnocchi (2) a base di semolino, uova e burro,

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modellati con una coppia di cucchiai.


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Raggiunto il passo, prima di scendere

distendersi per godere della bella vista

verso la bellissima alpe, si sosta davanti

mangiando un buon panino con lo

alla statua di Sant Antone per la

speck. A fermarsi in alpeggio per un

preghiera di ringraziamento. Una nuova

periodo di circa tre mesi sono le vitelle

stagione in malga prende inizio per la

e le vacche gravide che sono state messe

gioia delle vacche, del mandriano e di

“in asciutta” in previsione del parto.

chi ha la fortuna di prendere parte alla

Nelle stalle (3) del paese rimangono

transumanza. Ancora l’ultima discesa

invece le mucche da mungere che vanno

con gli armenti (1) che accellerano il

sostenute con un’alimentazione ben più

passo e finalmente ecco i prati, dove

sostanziosa di quella reperibile in malga.

anche

Immobile nel mezzo del cortile Laica

gli

accompagnatori

possono

(4) attende l’arrivo della sua padrona che 2

viene sempre a farle visita con qualche boccone appetitoso. La sera, invece, appena conclusa la mungitura, entra in stalla dove trascorre la notte coricata sul fieno. Per festeggiare la festività, in molte famiglie il Sabato è abitudine preparare le tourtles (5), sfoglie di pasta di forma circolare ripiene a seconda dei gusti con ricotta, patate, spinaci o

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crauti. Fritte in olio vengono servite a tavola con la minestra (2).


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Il mandriano avvicina gli allevatori per

quindi per questo ruminante che produce

prendere gli ultimi accordi e compilare

limitate quantità di latte ma di ottima

l’elenco definitivo delle matricole che

qualità.

ogni vacca, capra o pecora (3) porta

logica delle grandi produzioni, viene

agli orecchi sotto forma di targhetta

ancora allevata da veri appassionati

di

brucare, un

che non finiscono mai di decantarne i

bell’esemplare di Pinzgauer (1), la razza

pregi. A La Val, per la festa del Corpus

che fino a pochi decenni fa era la più

Domini (4), anch’io prendo parte alla

allevata in val Badia. Robusta e longeva,

processione che accompagna il pane

si mantiene in buona forma consumando

consacrato, in una breve ma significativa

esclusivamente fieno. Niente cereale

trasferta, al di fuori delle mura della

plastica. Intenta

a

Penalizzata

dalla

moderna

chiesa. Per festeggiare questa solennità, 2

a pranzo vengono fritte le “fortaies” (2), dolci di farina a forma di chiocciola con zucchero a velo e marmellata di albicocca, servite a tavola come pietanza unica del pasto. Ricorrenti infatti nella cucina ladina sono le giornate in cui si pasteggia esclusivamente a base di dolce. Anche le “crepes” (5), vengono cucinate con frequenza, guarnite con

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marmellata di ribes nero, si consumano stese, arrotolate o spezzettate.


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Nei

dintorni

della

stalla

vengono

raggiunta la lunghezza di venti, massimo

ammucchiati letame ed erbacce, facile

trenta centimetri.

rifugio per roditori ai quali provvede

Tagliate a rondelle, condite con un filo

il gatto di famiglia (3). Sopra il

d’olio ed un pizzico di sale, sono indicate

letame maturo, si seminano zucche

per guarnire la pizza, (4) cotta nel forno

(1) e zucchine che crescono vigorose

della stufa a legna.

grazie ad una abbondante irrigazione

Sullo sfondo dell’immagine principale

e a una buona esposizione al sole. Ben

(1), sul primo prato a sinistra dopo

mimetizzate alla base delle foglie, dai

il bosco, si in travede la frazione di

fiori (2) si sviluppano le zucchine, (5)

Tintal, l’ultima località della val Badia

che è preferibile raccogliere e consumare

dove si parla la lingua ladina. Dalla frazione successiva l’idioma diventa

2

quello simil-tedesco della val Pusteria. La lingua ladina, parlata e studiata nelle scuole dell’obbligo della vallata, ha origini retoromanze, con vocaboli ed espressioni che mi ricordano più le lingue parlate dalle genti delle alpi meridionali che non da quelle della vicina Pusteria. Tutte le volte che ascolto questa lingua, ho la sensazione che sia la

3

meglio conservata e protetta tra quelle parlate dagli antenati delle popolazioni alpine.


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A fine giugno il campo di cereali (1) di

dell’orzo (3) facilmente riconoscibile per

Pliscia de Mareo si distingue a fatica

le lische della spiga lunghe una decina

dal prato che lo circonda con erbe alte

di centimetri. Quindi il frumento (4)

quanto i cereali coltivati. A differenza

ancora verde e completamente eretto. Da

del fieno, ormai pronto per essere

poco ripulito dalle erbacce il riquadro

falciato, il cereale ha bisogno ancora di

seminato a cipolle (1) ed appena sopra,

qualche settimana di tempo per essere

le piante delle patate (2) a soli tre mesi

mietuto. La prima pianta a raggiungere

dalla semina ancora verdi ed in piena

la maturazione è la segale (5) già

fioritura. Per garantire alle varie piante

piegata sotto il peso della spiga carica

coltivate delle buone rese e migliorare

di semenza. Poi dopo un mese è il turno

la fertilità dei suoli, anche in questo campo viene praticata la rotazione

2

delle colture. Ogni anno al frumento, che è il cereale più esigente e che più impoverisce il terreno, viene alternato l’orzo che è meno bisognoso di sostanze nutritive. Quindi è il turno delle piante miglioratrici come le patate, le rape, le fave e le erbe mediche che arricchiscono il terreno di azoto e lo concimano con i propri residui colturali. Dopo tre anni

3

si risemina il frumento e riparte così il ciclo colturale.


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Nei prati della frazione di Rü (1), a poca

bosco e dei prati e l’azzurro del cielo

distanza in linea d’aria dall’abitato di

solcato da nubi. Montagne e panorami

San Ciascian, svetta la cima dolomitica

di eccezionale bellezza, oggi le dolomiti

de Lavarella. Le dolomiti sono composte

sono riconosciute dall’Unesco come

da sedimenti accumulatisi in antichi mari

patrimonio

tropicali che lo scontro del continente

mondiale

euroasiatico con quello africano hanno

all’avanguardia per gli sport invernali

gradualmente fatto emergere a queste

e meta di importanti flussi turistici

quote. Cime maestose, spesso verticali,

che sono la base dell’economia attuale.

con forme e colori piacevoli alla vista

Tra i fattori che rendono gradevole il

che bene si collocano tra il verde del

paesaggio e sicuro il territorio, il più

dell’umanità. sono

tra

le

A

livello

località

più

importante è quello dello sfalcio dei 2

prati (3 e 4) a cui partecipano intere famiglie contadine. Grazie alla politica di sostegno da parte della Provincia di Bozen/Bolzano, esse trovano ancora utilità ad allevare il bestiame, sebbene il lavoro sia molto faticoso e il ritorno economico limitato. In compenso, a colazione, su tutte le tavole non manca mai il latte (5) appena munto, spesso

3

accompagnato da pane con burro e crema di nocciole spalmabile (2).


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Quando in piena estate le giornate

estiva in alta montagna permette infatti

sono calde e asciutte e le previsioni

due soli raccolti di foraggio, di cui il

dei metereologi assicurano che non si

primo abbondante e il secondo più

verificherà nessun temporale, in tutta la

scarso. Erbe che i contadini tagliano

vallata si dà inizio allo sfalcio dei prati

impiegando

con attrezzature di tutti i tipi e modelli.

possono assolvere anche la funzione di

Si tratta di tanto lavoro fisico, sotto un

grandi rastrelli, se alla lama si sostituisce

sole cocente, per raccogliere una limitata

il pettine. Con questo sistema di recente

quantità di fieno che serve per allevare

invenzione, Stephan (1) spinge sulla

in media un capo di bestiame all’anno

strada tutto il raccolto che, se eseguito

per ogni ettaro di prato. La stagione

a mano con i rastrelli (5), avrebbe

potenti

falciatrici,

che

impegnato il pomeriggio di almeno 2

cinque persone. Con il trattore Carlo (2) raggiunge anche i prati più ripidi e con il sistema di raccolta automatico (4) non lascia a terra neanche un filo d’erba. Completato il carico parte alla volta del fienile dove scarica tutto il foraggio azionando una piccola leva. Con il carro trainato dal cavallo (3) si possono invece trasportare dieci lenzuola colme di

3

fieno e raggiungere casa comodamente sdraiati sul carico.


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Se fino a pochi decenni fa in val Badia

anche essere certificati da rigorosi

venivano allevati bovini di piccola

organi di controllo.

stazza con limitate esigenze alimentari

Per garantire il benessere completo di

(solo fieno ed acqua), oggi la richiesta di

questi generosi animali, che amano

maggiore produzione di latte obbliga ad

anche correre e saltare, bisogna mettere

allevare mucche ben più corpulente ed

a loro disposizione stalle aperte o

esigenti dal punto di vista alimentare.

accompagnarli al pascolo almeno sei

Al fieno locale (1) e all’acqua di

mesi l’anno. Con queste accortezze

sorgente, bisogna aggiungere mangimi

le vacche (2) mantengono una buona

ed erba medica d’importazione che, nel

forma, possono vivere a lungo e partorire

caso degli allevamenti biologici, devono

vitelli (3) altrettanto forti e vivaci. Concluso lo svezzamento dei piccoli,

2

fino al parto successivo, si possono quindi mungere (4) le vacche e scegliere di giorno in giorno se consegnare il latte alla latteria, oppure trasformarlo in Jogurt, burro e formaggio (5). Una grande possibilità per tutti i piccoli allevamenti con annesso caseificio, che possono decidere quando trasformare il latte in proprio e quando venderlo alla

3

latteria, che con le autobotti organizza la raccolta a domicilio.


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Quando ad Agosto i prati di alta

terreno lasciandoli puliti ed ordinati

montagna di Longiarü sono pronti

come potrebbe esserlo un campo da

per essere falciati, tutti i contadini

golf. In azione in un prato di Medalghes

del

amici,

il signor Giovanni (1) falcia a mano una

raggiungono le loro proprietà, ai piedi

proprietà tutta gobbe, dove le erbe sono

del sas dl Putia e danno inizio ad uno

alte solo pochi centimetri. E, dopo ore

dei lavori collettivi più impressionante

di duro lavoro, ecco la ricompensa: un

dell’intera

metri

buon piatto di pastasciutta che, grazie

di quota, là dove le aquile e le stelle

alla veloce cottura, è la pietanza più

alpine hanno il loro habitat, falciano

frequentemente cucinata in val Badia.

e rastrellano tutti gli appezzamenti di

La pasta, adatta ad accogliere vari tipi

paese,

con

valle.

parenti

A

ed

duemila

di condimento a base di salsa, carne, 2

pesce e verdure varie (4), diventa così un piatto unico insieme all’insalata. In val Badia infatti per attenuare l’asciutto della pasta, ogni commensale ricava uno spazio nel proprio piatto dove aggiunge a piacere l’insalata (3), che consuma alternandola agli spaghetti, ai gamberetti (5) o ai maccheroni al ragù (2). Imparato l’accorgimento anch’io

3

non mi dimentico mai di aggiungere alla pasta qualche foglia ben condita.


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Se i prati sono troppo ripidi o scivolosi ed

il fienile, con funzione anche di deposito

usare il trattore risulterebbe pericoloso,

attrezzi, mentre nella casotta contigua

allora bisogna tornare ad utilizzare i

o separata, si può accendere il fuoco

tradizionali lenzuoli di tessuto (1), che,

sul pavimento e trovare posto seduti

ben riempiti e legati, vengono trasportati

sulle panche. Per pranzo (2) durante la

sulle spalle. Con la testa bassa e le mani

fienagione in alta montagna si consuma

alzate ad afferrare i lembi del lenzuolo

pane, speck, formaggio, uova sode e tost.

si discende il prato a piccoli passi, fino

A Mangrofeng (3), una localitĂ protetta

a raggiungere il trattore parcheggiato

dove vengono captate parte delle acque

appena oltre il bosco di cirmolo. In caso

potabili del paese di LongiarĂź, il fieno

di temporale imminente, si sfrutta invece

si raccoglie con il trattore e si trasporta direttamente al fienile (4) principale

2

dell’azienda agricola. Depositato in uno dei due grandi spazi ai lati del ponte di scarico, che separa il primo dal secondo taglio, con il passare dei mesi il foraggio viene spinto attraverso delle botole direttamente in stalla. Per festeggiare la fine della fienagione dei prati di alta quota, vengono cucinati i casoncelli (5) con burro fuso, salvia e formaggio

3

grattuggiato.


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Per poter disporre di verdure sempre

(1) irrigidito da poche ore al cui interno

fresche, genuine ed economiche, oltre

i piselli stanno prendendo forma. Frutti

alla terra ben vangata ed irrigata, nell’orto

che appena maturi i bambini raccolgono

(3) è importante la pulizia periodica. Per

e consumano freschi in grandi quantità,

chi trova questa operazione faticosa è

mentre ciò che resiste agli assalti, viene

consigliabile aspettare sempre il secondo

conservato in congelatore, confezionato

giorno dopo un bell’acquazzone. Con

in buste di plastica, in porzioni pronte per

questo

sradicano

l’uso. I piselli, ottimi per il minestrone

velocemente le gramigne e per un certo

di verdure, sono indicati anche come

periodo di tempo sono garantiti l’ordine

condimento in paste e risotti. Il riso

e la pulizia. In primo piano un baccello

è un altro degli alimenti preferiti

accorgimento,

si

dalle contadine che, specialmente la 2

Domenica, cuociono al vapore (2) e serve come contorno all’arrosto sempre con molto intingolo. A pentola scoperta, con ripetute aggiunte di brodo vegetale viene preparato il risotto (5) con carote, fagiolini, cipolla e peperoni leggermente lessati. A tavola, nel piatto fondo, viene consumato con l’insalata. Anche la capra (4) usufruisce dell’orto divorandone gli

3

scarti.


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Tipiche della tradizione ladina, le fave

Ancora oggi coltivate negli orti in

(1) fino a pochi decenni fa venivano

quantità limitata (2) o in piccoli campi

coltivate in grande quantità in tutta la

assieme all’orzo e alle patate, crescono

vallata, come testimoniano i tralicci (5)

senza problemi e danno buoni raccolti.

che si trovano nei pressi dei fienili più

Questi legumi di grosso calibro, di colore

antichi. Questi, costituiti da due tronchi

bianco o marrone, costituiscono un

conficcati nel terreno e da varie traverse

alimento particolarmente sostanzioso,

che li risalgono fino in cima, servivano

ricco di fibre e proteine, ma ormai poco

come essicatoio per piante e frutti di

consumato, forse a causa dei lunghi tempi

fava che, molto ricche di liquidi, hanno

di ammollo e di cottura. Costituiscono,

bisogno di lunghi periodi per essicare.

invece, uno degli ingredienti più ricercati per la minestra d’orzo che la signora

2

Agata cucina con il carrè di maiale e il latte aggiunto a fine cottura. Abbastanza morbide appena colte (3), col passare del tempo induriscono fino a diventare dure come pietre (4). Tenute in bocca per qualche minuto, tornano masticabili e in un’occasione, mangiandone alcune decine, mi hanno aiutato a camminare tutto il giorno, senz’altro consumare

3

fino al rientro a casa in tarda serata.


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Gli orti in val Badia sono situati poco

abbondanti

produzioni

di

frutta

a

distanti dalle abitazioni, spesso ben

grappolo, da trasformare in marmellate

visibili dalle cucine, e sempre delimitati

e succhi. Nei terreni un po’ ombreggiati

da una palizzata in legno che serve da

vengono invece coltivati i lamponi (4),

deterrente alle incursioni notturne dei

che a più riprese permettono abbondanti

caprioli e a quelle delle galline. L’interno

raccolte di frutta molto profumata.

è suddiviso in camminamenti ed aiuole

Spesso piegate dal peso del fogliame,

che accolgono verdure stagionali nella

le piante sono sorrette da speciali

zona centrale e a ridosso del recinto,

staccionate in legno che suddividono

cespugli perenni di ribes rosso (1),

i filari e favoriscono il passaggio per

bianco (5) e nero (2) coltivati per le

la raccolta giornaliera dei frutti. Per coltivare fragole (3) in grandi quantità,

2

è consigliabile rinnovare la fragolaia ogni tre anni e garantire alle piantine terra sempre smossa e concimata. Per impedire la crescita di malerbe, spesso vengono stesi al suolo i teli di colore scuro, che permettono lo sviluppo delle piante solo in corrispondenza dei fori, disposti a distanza di trenta centimetri gli uni dagli altri. Per non fare perdere

3

la fragranza ai frutti bisogna irrigare con moderazione.


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Caratteristico

del

delle

permette alle piante di superare i rigori

dolomiti ladine è l’abitudine di coltivare

dell’inverno e di godere di abitazioni

gli alberi di albicocca (1) a ridosso

ornate da rami spogli nei mesi più freddi,

delle

in

fioriti in primavera, verdi in estate,

corrispondenza delle facciate esposte

puntinati di arancio quando maturano i

a mezzogiorno, trovano dimora dei

frutti e giallo rossi, quando in autunno

bellissimi alberi che, vecchi anche varie

con l’arrivo delle prime gelate le foglie

decine di anni, sviluppano i loro rami

cambiano colore e cadono a terra.

aderendo alle facciate degli edifici fino

Comune in val Badia è l’uso di conservare

a raggiungere in certi casi l’altezza

la frutta sotto forma di marmellate, con

del tetto. Con questo accorgimento si

concentrazioni di zucchero che variano

abitazioni.

territorio

Spesso

quindi

a seconda dei gusti, da un minimo 2

del trenta ad un massimo del settanta per cento. Nei vasetti capovolti (2) ed ancora coperti dal canovaccio, raffredda gradualmente la marmellata di mirtilli rossi (4) che appena cucinata viene usata per guarnire la crostata (5). Facilmente riconoscibile per i frutti scuri, la pianta di mirtillo nero(3) cresce nelle praterie d’alta quota dove il clima rigido non

3

permette la sopravvivenza del bosco.


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Spesso coltivato negli orti della vallata,

macerano lamponi, ginepro e una metà

il nasturzio (1) è un fiore molto ricco di

del frutto del cirmolo (3). Il cirmolo è

vitamina C ,che, con il suo buon sapore

un albero d’alta quota con portamento

agropiccante, può essere consumato

arboreo alto anche venti metri, noto per

fresco assieme alle insalate o usato per le

l’impiego in scultura e falegnameria, che

tisane. Altro fiore commestibile, molto

con il suo profumo intenso dona alla

bello alla vista, è la malva (2), che messa in

grappa un gusto secco. Esibite a tavola

infusione in acqua non bollente, produce

solo in occasione di qualche grande

una tisana con effetto decongestionante.

avvenimento o incontro da festeggiare,

All’interno delle bottiglie (4) esposte al

le grappe vengono sorseggiate a suon di

sole, mischiati all’alcool e allo zucchero,

fisarmonica intonando allegri brindisi che inneggiano alla vita. Per preparare

2

lo sciroppo che allevia il mal di gola bisogna invece raccogliere le piccole pigne del mugo, che si lasciano al sole nei vasetti, con aggiunta di zucchero (5). Riscaldato prima dell’uso, dona sollievo immediato alla gola infiammata. Il pino mugo vive in alta quota e si distingue per

il

portamento

strisciante,

che

spesso dà luogo a formazioni chiuse ed 3

impenetrabili.


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Una

scarica

grandine

utilizzando un supporto bucherellato

difficilmente lascia intatti gli ortaggi

(2) che si adatta molto bene alla padella.

non protetti dalle reti che, con parte

Con movimenti alternati della spatola

delle

uno

avanti ed indietro, spinge l’impasto nei

sviluppo compromesso. In questi casi

fori che cadendo nell’acqua bollente dà

non rimane che rimuovere al più presto

forma a tanti piccoli gnocchi di misura

tutte le foglie danneggiate per evitare

pressochè uguale (3). Migliore di altri

la formazione del marciume e sperare

utensili, che vedo spesso usare nelle

in una rapida ripresa vegetativa. Con le

cucine, oltre ad essere leggero e di misura

foglie un po’ danneggiate degli spinaci

contenuta limita il rischio di sporcare

Monica cucina gli gnocchetti: li prepara

il piano di cottura. Se l’atrezzo giusto

foglie

violenta

rovinate,

di

hanno

sembra ora disponibile sul mercato, 2

sta poi all’abilità di ogni cuoca saperlo usare correttamente, anche preparando una giusta miscela di farina, uova, acqua e sale, che deve avere una consistenza né troppo liquida né troppo solida. Lasciati bollire per pochi secondi, vanno raccolti, scolati e rosolati in padella con burro e speck (5). Ciò che non viene consumato immediatamente può essere ripresentato

3

a tavola sottoforma di pasticcio al forno (4).


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Quando da Longega percorro la strada

strada, stretta tra il torrente Gadera e

asfaltata che porta all’alta Badia per me

i fitti boschi di abete rosso. In questo

è sempre un’emozione raggiungere la

ambiente da giugno ad ottobre crescono

frazione di Piccolin. In questa località

numerosi i funghi porcini (Boletus)

infatti la vallata si apre improvvisamente

e i finferli (Cantharellus cibarius) la

permettendo allo sguardo di spaziare

cui raccolta è ben disciplinata dalle

fino al Sass dla Cusc (1) e di pregustare

leggi provinciali che ne stabiliscono

immediatamente

i

le quantità ed i giorni autorizzati.

panorami tipici dell’alta Badia. Superata

Consumati sia freschi che essicati,

questa bella radura, per altri dieci

i porcini (4) sono i più apprezzati e

chilometri, la vista si restringe alla sola

ricercati dalla popolazione locale, che

quelli

che

sono

ama trovarli quando passeggia nel folto 2

del bosco. Puliti a secco con le spazzole e tagliati a pezzettoni, spesso vengono cucinati con il risotto (2) e il prezzemolo tritato. Di colore giallo dorato sono invece i finferli (3), che hanno cappello carnoso e forma ad imbuto, con la pagina inferiore lamellata. Sciacquati e scottati in padella con aglio ed olio, sono indicati con le fettuccine o il riso

3

al vapore (5) accompagnato dall’insalata mista.


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Bellissima quando si arriva a Badia è

(al

momento

ancora)

sull’altopiano

la vista del Sass dla Crusc (1) che in

di Fanes (5) gode del bel soggiorno a

lontananza risalta nel paesaggio molto

duemila metri, sulle sponde del lago

curato. Un territorio dove anche gli

di Limo (2). La stagione in malga è

insediamenti abitati, i boschi e i terreni

al termine e presto le vacche faranno

coltivati sono ben integrati nella natura e

ritorno alle proprie stalle. Alla sera per

gradevoli alla vista. Infatti le case sparse

cena, dopo una lunga giornata dedicata

hanno stile architettonico omogeneo e

alla fienagione, spesso viene cucinato

i boschi sono ben tenuti. I prati invece,

il riso al latte (4) che a piacere viene

concluso il secondo taglio del fieno,

poi arricchito con il cacao in polvere

diventano il pascolo del bestiame che

e il burro fuso. Un’altra specialità tradizionale è la “sgiuffa”(3) a base di

2

latte e farina che, cotta sulla stufa, viene continuamente smossa con brevi e rapidi movimenti del cucchiaio per evitare che attacchi al fondo. Appena l’amalgama è rappresa, si lascia raffreddare e vengono aggiunti burro fuso e pane raffermo tagliato a pezzi. Sistemata la padella al centro della tavola ogni commensale attinge con il cucchiaio dal settore che

3

gli spetta, facendo attenzione a non invadere quello dei vicini.


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La quasi totalità degli allevatori della

in grado di garantire una migliore entrata

val Badia consegna il latte munto al

oltre a quella della stalla, considerata da

caseificio di Brunico. Ogni mattina,

molti, un passatempo molto costoso. Una

conclusa la mungitura, è caratteristico

realtà diffusa è quella delle stalle dove al

vedere decine di persone che sostano

massimo ci sono tre vacche da mungere,

con i loro bidoni pieni di latte al

il cui latte viene spesso usato per

bordo della strada in attesa della

allevare vitelli o produrre burro e ricotta

consegna

da

ad uso famigliare. Per concludere la

altre incombenze, raggiungono i propri

panoramica, in tutta la vallata, sono solo

posti di lavoro. La maggior parte degli

tre le aziende con una decina di mucche

allevatori, infatti, ha una seconda attività

da mungere che hanno affrontato la

all’autocisterna. Liberi

burocrazia e gli investimenti dei grandi 2

caseifici, per trasformare il loro latte in formaggi (2 e 4), burro e yoghurt (3 e 5) magari arricchito per la prima colazione dalla marmellata di albicocche e cereale soffiato (5) oppure dal buon miele degli alveari locali (1). Piccole produzioni di latticini che i turisti dimostrano di apprezzare restituendo agli allevatori casari la soddisfazione di vedere ripagato

3

tanto lavoro e sacrificio.


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Se a preservare la lingua e la cultura

grazie alla disponibilità di numerosi

della val Badia è stata la conformazione

fiori ricchi di nettare. A seconda delle

della vallata isolata per secoli tra le

fioriture stagionali gli apicoltori (2)

montagne, a garantire la sopravvivenza

raccolgono il miele di tarassaco che

delle api in questo territorio è invece

è di colore giallo oro, molto denso e

l’assenza di frutteti, vigneti e in genere

spesso cristallizzato. Segue il millefiori

di tutte le coltivazioni intensive, dove

(5) che le api producono trasformando

gli

abbondante

il nettare dei fiori tipo l’echinacea (1)

uso d’insetticidi. Al sicuro da questi

e “mille” altri ancora. Per ultimo, a fine

potenti veleni, in val Badia le api hanno

estate, si raccoglie il miele di bosco (o di

la possibilità di vivere e riprodursi

melata) che le api elaborano a partire dai

agricoltori

fanno

succhi zuccherini delle secrezioni degli 2

alberi (melate vegetali). Per estrarre il miele dalle cellette, si toglie la cera che le sigilla (3) e si centrifugano i telaini nello smielatore (4). Il miele raccolto viene filtrato e conservato nei vasetti in locale fresco e poco luminoso. Di sapore dolce il miele contiene zucchero, vitamina B e varie sostanze minerali. Sciolto nel latte caldo è indicato in

3

inverno per combattere la debolezza generale e l’insonnia.


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Interessante negli orti è la presenza di

facilmente riconoscibile per il colore

numerose specie di fiori coltivati per

azzurro intenso, cresce spontaneo nei

la fitoterapia. Tra tutte sicuramente

campi di cereali coltivati senza l’uso di

la più diffusa è la calendula (1) che

erbicidi. Tra le piante officinali perenni

appena colta può essere usata anche per

l’iperico (4) (o fiore di San Giovanni)

decorare piatti ed insalate. Sotto forma

viene essiccato ed utilizzato come tisana

di unguento, invece, si spalma sulla pelle

capace di rendere le persone gioiose o

per alleviare il prurito o per dare conforto

sotto forma di olio, per alleviare i dolori

ai linfonodi ingrossati. Per preparare

provocati dagli ematomi. Risultato del

tisane dal gusto delicato vengono usati

passaparola tra le massaie, oltre alla

la calendula e il fiordaliso (3) che,

diffusione delle tisane e dei medicamenti naturali, negli ultimi anni ho notato il

2

grande successo delle torte salate (2 e 5) preparate con pasta sfoglia acquistata a rotoli negli scaffali refrigerati dei supermercati. Sulla pirofila si stende la carta da forno, sopra si mette la sfoglia di pasta che viene guarnita con verdure, prosciutto, pomodoro e mozzarella. Si sigilla con un’ultima sfoglia, si spennella con rosso d’uovo e si cuoce in forno per

3

venti minuti a 180°C.


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I gladioli rossi (1) sono fiori ornamentali

a tenerli in serra (3). Serra costruita

che

primavera

con teli di plastica che bisogna aprire

all’autunno con fusti eretti alti anche

ed arieggiare appena viene raggiunta dai

120 cm e composti da sei parti molto

raggi solari e richiudere quando scende

appariscenti. Di colore rosso sono anche

l’oscurità. Viste le alte temperature

i frutti dei pomodori che tipici dei climi

che si registrano al di sotto del telo

temperato-caldi male si adattano ai

di plastica nel momento di massima

climi freddi e tardivi. Difficili quindi da

insolazione, bisogna sempre innaffiare

coltivare in val Badia, crescono comunque

il terreno in modo che le piante non

e danno buoni frutti (4) solo agli

avvizziscano. Con i pomodori appena

ortolani più esperti che sono obbligati

colti si preparano le insalate miste ed

fioriscono

dalla

in caso di grandi produzioni anche le 2

conserve (5). Spesso utilizzato in cucina il sugo di pomodoro è particolarmente indicato per condire la pasta asciutta (2) che viene immersa in acqua salata appena raggiunta l’ebollizione. Tempo una decina di minuti, quando l’anima interna della pasta è ancora asciutta, viene scolata e versata nel piatto. Come condimento vengono aggiunti al sugo

3

ben scaldato e ristretto una noce di burro e il formaggio grattuggiato.


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Tra i fiori che ho visto nell’orto della

sabbia. Coltivati in terreno soffice e ben

signora Rita (2 e 5) di sicuro quelli che

concimato con lo stallatico, preferiscono

più mi hanno colpito sono le dalie (1)

esposizioni soleggiate con ombra nel

perchè hanno il gambo alto 150 cm

pomeriggio. Interrati ad una distanza

e tante forme e colori diversi tra loro

di almeno 80-120 cm vanno innaffiati

dovuti agli insetti impollinatori che

regolarmente e abbondantemente. Recisi

creano ogni anno nuovi ibridi. Ciò che

ed utilizzati per creare composizioni

più mi appassiona di questi bei fiori

floreali,

sono però i bulbi di grossa dimensione

utilizzati per decorare i crocefissi, le

che durante l’inverno sono conservati

lapidi e la chiesa di Badia che è sede del

al buio della cantina sopra un fondo di

decanato. Per salutare il decano uscente

questi

bei

fiori

vengono

il 28 agosto del 2011 tutta la comunità 2

di Badia ha organizzato una bellissima festa. Cominciata con una partecipata processione con in testa i quattro gonfaloni (3) è proseguita all’interno della chiesa (4) con la celebrazione eucaristica intervallata dai canti e dalle musiche dei cinque cori del paese. I festeggiamenti si sono poi conclusi nell’area festa dove è stato servito il

3

rinfresco accompagnato dalle note della banda musicale.


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Al lavoro nel campo, la zia Vittoria

della costruzione delle strade asfaltate

taglia con il falcetto la segale matura

e delle gallerie a percorrenza veloce,

che lega in fasci di uguale misura. A

quando ancora le genti si muovevano

scandire il passare del tempo, l’orologio

a piedi lungo i sentieri, la frazione di

del campanile di Pliscia, batte i quarti

Pliscia godeva di una posizione centrale

d’ora e le ore (1). Interessante in questa

che

frazione di sette case e sei famiglie è la

Infatti la strada storica che collega la val

presenza di una grande chiesa (2) con

Badia a Bruneck/Brunico, conosciuta

campanile che ha ragione di esistere

come “la panoramica”, è oggi una via

perchè serve un territorio ben più esteso

secondaria che passa proprio nelle

formato da numerose frazioni. Prima

vicinanze di questa frazione. A scandire

giustificava

questa

dimensione.

i momenti principali della giornata 2

sono i rintocchi dell’orologio e il suono delle campane che Berto suona all’alba, a mezzogiorno e al tramonto. Il Sabato alle dodici, assieme al fratello Pasquale (4) ed altri aiutanti, suona tutte e quattro le

campane. Berto, infatti, ricopre

l’incarico di sacrestano (5) e campanaro che svolge ancora a mano per evitare le importanti modifiche che gli impianti 3

automatici imporrebbero alla struttura campanaria (3).


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I semi della segale (1) sono maturi. Le

(3 e 4) che a differenza degli altri fasci

piante vengono quindi tagliate alla base

ha le spighe rivolte verso il basso in

con i falcetti e legati in fasci utilizzando

modo da favorire lo scorrimento della

parte

legaccio

pioggia ed evitare il ristagno d’acqua. I

trasversale. I fasci sono poi impilati a

covoni vengono lasciati nel campo per

formare il covone che ha una struttura

qualche giorno in modo da far essiccare

portante a tre gambe ben legate tra loro.

le erbe che sono mescolate al cereale.

A questo si appoggiano altri otto fasci

Quando anche i covoni sono ben

con le spighe concentrate nella parte

essiccati, vengono accatastati nel fienile

alta del covone. A protezione della

in attesa della trebbiatura da effettuare

semenza viene collocato il “cappello”

appena possibile. Nel campo Patrizia

dei

fuscelli

come

(2) schiaccia le foglie delle cipolle in 2

modo che le piante concentrino lo sviluppo solo nei bulbi. Conclusa la mietitura della segale, Berto zappa e semina a spaglio la semenza delle rape bianche. Le rape di forma tonda e polpa bianca sono una coltura di secondo raccolto che cresce bene in tutti i tipi di terreno purchè sufficientemente umidi. Seminate a metà luglio permettono la

3

raccolta nel mese di ottobre e novembre.


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Simili alle api operaie (1) che non si

spappoliamo sulla rete tutti i frammenti

concedono pause quando è tempo di

di spiga che contengono ancora dei semi.

raccogliere il nettare dai fiori, così anche

Quindi attraverso il mulino a vento (4)

Berto ed io sfruttiamo le giornate piovose

azionato a forza di braccia, separiamo

per trebbiare il frumento all’interno del

la pula che l’aria soffia lontano dalla

fienile. Con una vecchia trebbiatrice

macchina, mentre i semi puliti cadono

della ex Cecoslovacchia separiamo i

all’interno della cassetta di legno che

semi dalle spighe e dalla paglia (2).

si trova ai piedi del mulino (5). Per

Ciò che cade a terra lo setacciamo con

classificare i chicchi a seconda della

una rete appoggiata a due cavalletti (3).

grandezza, usiamo uno speciale vaglio a

Col palmo della mano sfreghiamo e

manovella: i semi attraversano un lungo tamburo cilindrico con fori di diametro

2

progressivo e cadono all’interno di sette cassette numerate. Nella prima cassetta si raccoglie la zizzania mentre a partire dalla seconda cadono i semi dei cereali di misura via via maggiore. Eliminata la zizzania e conservato il seme migliore per la semina successiva, tutto il resto viene

stoccato

nelle

cassepanche

all’interno dei sacchi in attesa di essere 3

macinato per produrre farina.


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Dal campo di grano coltivato nella

una greca di colore rosso, identificativa

frazione di Brach (1) è possibile godere

dell’importanza

una delle viste più belle della valle di

i motivi che favorirono lo sviluppo

Mareo. In lontananza nel fondo valle si

passato di questo territorio sicuramente

intravede la chiesa di Curt ed in basso

l’abbondanza dei raccolti che in questa

nel pianoro, il comune di Al Plan. Poco

vallata con andamento est ovest presenta

distante da questo campo di frumento,

metà del territorio a mezzogiorno.

si trova il centro abitato di La Pli, fino

Esposizione che ha permesso alla valle di

a qualche decennio fa sede del decanato

Mareo di ottenere ottime produzioni di

della vallata. A ricordo di questo periodo

cereali e di essere considerata il granaio

il tetto del campanile conserva ancora

della val Badia. Ogni paese macinava i

della

località.

Tra

cereali nei propri mulini ad acqua. In 2

fotografia il mulino di San Ciascian (2), ancora perfettamente funzionante, che Carlo (4) mette in movimento per i turisti accompagnati dalle guide del parco naturale. Attraverso una condotta forzata costruita con tronchi scavati, l’acqua del torrente fa muovere la ruota (3) del mulino. Dalla tramoggia cadono i semi che finiscono tra le mole appaiate

3

che girando li riducono in farina, semolino e crusca (5).


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Con circa 40 semi per spiga il frumento

di frumento, segale ed orzo, con aggiunte

(1), nell’agosto del 2011 in valle di

di acqua, sale e lievito, viene preparato

Mareo, si è rivelato essere il secondo

l’impasto per il pane che, coperto da

raccolto più abbondante dopo la segale

un telo, deve riposare per un’ora. Con

che per ogni spiga ha prodotto fino

le mani infarinate si preparano le forme

a 50 grani. Con il 75% del granello

(3) che vengono adagiate sulle assi di

composto da sostanza farinosa, il grano

legno coperte da un telo di lino. Lasciate

tenero si adatta meglio di altri ad essere

lievitare ancora per quaranta minuti nel

trasformato in pane, che ha costituito

soggiorno riscaldato dalla stufa, le forme

per

principale

sono pronte per essere cotte nel forno

dell’uomo. Con una miscela (2) di farine

(4) con temperatura interna superiore

millenni

l’alimento

ai 200°C. Inserite nel forno, si chiude 2

lo sportello e si aspetta che il calore rilasciato dalle pietre refrattarie cuocia il pane da sfornare quando la crosta diventa dorata, croccante e profumata. Lasciato raffreddare, il pane viene in parte consumato immediatamente, in parte conservato nel congelatore e il resto lasciato essicare nelle rastrelliere (5) che ciondolano dal sotto tetto

3

diventando duro come pietre.


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Il frumento coltivato nella frazione

a uguale profondità e distanza, in file

di Brach (1) è mietuto e per qualche

parallele tra loro. A Brach la raccolta

giorno viene lasciato nel campo ad

del frumento nel 2011 ha dato buoni

essicare. Nel caso arrivasse la pioggia,

risultati ripagando le aspettative dei

i covoni vengono trasportati in fretta

contadini che dispongono di farina

al riparo nel fienile che si trova a poca

integrale per preparare il proprio pane

distanza. Più grande per estensione

per tutto l’anno. Anche Berto ogni

rispetto a quello di Pliscia, il campo

mattina, dopo aver suonato le campane

di Brach gode di una minore pendenza

di Pliscia, consuma il proprio pane a

che permette di utilizzare una macchina

colazione. Quando il resto della famiglia

seminatrice capace di interrare i semi

è ancora sotto le coperte, spezza il pane (3) in tanti bocconi (2) e li imbeve nel

2

latte (4). Una colazione semplice alla quale anch’io partecipo volentieri perchè mi dà la forza di lavorare speditamente fino all’ora di pranzo. Infatti i cereali, ed in particolare la segale, rilasciano gradualmente nel tempo i loro principi nutritivi. Nell’ultima immagine (5) ecco come si presenta una “sgiuffa” a base di latte, burro, bocconi di pane secco

3

e farina integrale, tipica della cucina ladina di qualche decennio fa.


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Piantati sempre in numero limitato, gli

da settentrione e che a quote superiori

alberi da frutto nelle aziende agricole

ai mille metri, anche durante l’estate,

della val Badia, si trovano sempre a poca

possono creare grandi danni ai rami,

distanza dalle abitazioni e dai fienili.

ai fiori o ai frutti. La nevicata del 19

A ridosso dei muri le albicocche, a

settembre 2011, per esempio, ha rotto

pochi metri di distanza prugne, ciliege,

rami e abbattuto vari alberi ancora

pere (1) e mele (2), gli alberi da frutto

pieni di foglie. Sotto il peso della neve,

vengono sempre piantati al riparo degli

prima si sono piegati e poi, superato

edifici per proteggerli dai venti di

il limite di rottura, si sono schiantati

tramontana. Le piante infatti temono il

al suolo. Un disastro che a Pliscia de

gelo, la neve e i venti freddi che arrivano

Mareo mi ha costretto a lavorare un mese intero per rimuovere dai prati i

2

rami dei frassini che, più colpiti rispetto ad altre specie, ho dovuto trascinare ed accatastare ai bordi dei sentieri. Anche gli alberi di mele hanno perso vari rami, ma fortunatemente i frutti erano già stati raccolti. Con le quattro cassette di frutta al sicuro sotto il portico (5) è stato preparato il succo (4) conservato in bottiglie di vetro in locale fresco e

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poco luminoso. Lo scarto è diventato cibo per i maiali e per i conigli (3).


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La neve scesa improvvisa nel settembre

hanno lasciato il bell’altipiano innevato

del 2011 ha causato molti inconvenienti.

e sono discese su ripide strade militari

Tra questi ha obbligato ad un ritorno

nel fondo valle. Quindi attraverso il

anticipato delle vacche che erano ancora

lungo vallone dei Tamersc, dove la neve

in alpeggio. A Sennes per esempio dopo

era ormai sciolta, hanno raggiunto i

soli due giorni di permanenza delle

primi prati di Al Plan. Qui fatta una

vacche nelle stalle il mandriano ha

breve sosta, alla vacca più bella è stata

deciso di riportare tutto il bestiame a

applicata la ghirlanda di Sant Antone

valle. Il 21 Settembre, approfittando di

(2) e alle altre i campanacci con i collari

una inaspettata giornata di sole, dopo

decorati. Attraverso il centro abitato e

l’abbeverata alla fontana (3), le mucche

lungo tutto il percorso (4) che porta fino a Pliscia de Mareo (circa 40 Km) Thomas

2

e Berto hanno distribuito le frittelle (5) a tutte le persone che incuriosite dallo scampanio si sono avvicinate per godere dello spettacolo. Accompagnare le vacche a piedi è sempre un’esperienza indimenticabile, ma, col passare degli anni, diventa sempre più pericoloso far convivere quest ’antica tradizione con le regole e le responsabilità del traffico

3

automobilistico.


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Dalla frazione di Frontü (1) si gode

Badia

oppure

Bruneck/Brunico. La

della vista di tutte le cime dolomitiche

signora Tresele (1) innaffia l’orto dove

di altezza superiore ai 2000 metri che

crescono rigogliose le verze, le carote, i

fanno da cornice alla valle de Mareo. Da

piselli e le piante di rape (3). A distanza

sinistra a destra, il Piz da Peres, Paracia,

di pochi mesi dalla semina le rape

Montesella de Sennes, Col Bechei,

sviluppano sotto terra la loro radice con

Furcia dei Fers, Pares, Sas dles Nö, Sas

scorza di colore violaceo e polpa bianca

dles Diesc e il Sas dla Crusc. In basso a

che si consuma cruda grattandone

destra la frazione di Ciaseles e il fondo

l’interno con il cucchiaio di legno (4).

valle che porta a Longega, il crocevia

In alternativa, tolta la buccia, può essere

che permette di raggiungere l’Alta

grattuggiata e consumata con i canederli. Molto fresca e ricca di liquidi la rapa è

2

considerata una verdura molto salutare e si dice che come la mela “se consumata ogni giorno leva il medico di torno”. Se nell’orto le zucchine superano la misura dei 30 centimetri, che impedisce di cucinarle trifolate, allora un buon rimedio è quello di tagliarle a rondelle di grosso spessore (2) condirle con sale, olio, aglio e cucinarle alla piastra (5)

3

assieme ai peperoni, alle salsiccie e ai petti di tacchino.


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Le verza trapiantate in primavera, a

(5), li condisce con sale, aceto, olio ed

distanza di sei mesi, hanno sviluppato

erba cipollina. Serviti in tavola come

foglie bellissime (1) ma le palle nel

un’insalata, accompagnano i canederli e,

mezzo sono appena abbozzate. Tempo

così fini, non sembra neanche di averli

ancora due mesi, verso novembre si

in bocca. Per farne, invece, dei gustosi

potranno invece raccogliere dei grandi

crauti, una

cappucci (3) che la zia Vittoria taglia

ripuliti dalle foglie in eccesso, tagliati

con il coltello (4) e cuoce in padella (2),

a fette, messi all’interno di un barile,

senza coperchio, con un po’ di pancetta

schiacciati con un martellone a manico

affumicata. Sara invece, che ha la

lungo che li comprime e li spappola

pazienza e la capacità di tagliarli finissimi

facendone uscire il succo. Insaporiti con

volta

raccolti, vengono

sale e spezie il barile viene chiuso con 2

un coperchio ed un peso che sommerge le verze nel succo e così, in assenza di ossigeno, si avvia la fermentazione. Tempo poche settimane, all’interno dei barili che possono essere di legno, plastica o ceramica, le verze diventano crauti. Travasati infine in contenitori di vetro, in porzioni pronte per l’uso, si conservano al riparo dalla luce e dagli

3

sbalzi di temperatura.


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Con le celle frigorifero e i moderni

letamaie.

sistemi di congelamento, conservare le

di energia elettrica, che viene venduta

verdure è diventato facile e divertente.

interamente al gestore dell’energia e poi

La frutta e la verdura appena colta,

riacquistata a seconda delle esigenze,

all’interno

celle

permette infatti ai contadini di investire

frigorifere, si conservano per lunghi

sulla tecnologia del freddo. Le carote

periodi mantenendo invariato il peso

(3) per esempio raggrinziscono meno

e la consistenza. Sempre più aziende

velocemente nel frigorifero che non

agricole in val Badia dispongono di

conservate in cantina coperte dalla

grandi impianti fotovoltaici sui tetti

sabbia come si usava una volta. Per

del fienile, delle abitazioni e delle

conservare al meglio carne, pomodorini

di

queste

grandi

L’abbondante

disponibilità

(2), funghi, zucchine e fagiolini (4) si 2

usa uno speciale elettrodomestico, che sottopone questi alimenti ad uno shock termico freddo. Concluso il trattamento che dura pochi minuti, le verdure e le

carni

ormai

congelate, vengono

conservate all’interno del congelatore a pozzetto, in porzioni pronte per l’uso. Altre verdure come le zucche, le barbabietole (5) e i cavoli rapa (1), che 3

hanno scorza più robusta si conservano bene nei sottoscala o nelle cantine.


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A Pliscia de Mareo ogni 30 novembre

l’ingresso della chiesa per vivere un

si festeggia la sagra dei “Ratti“. Per

momento conviviale. Oltre alle bevande,

l’occasione da tutte le frazioni nei

vengono infatti serviti i “ratti” lessi (5).

dintorni di Pliscia decine di persone

Sono rape (2)(Brassica Napus subsp.

discendono gli antichi sentieri per

Rapifera) molto coltivate e consumate

raggiungere la chiesa e partecipare

fino al 1960 e oggi quasi completamente

alla festa di Sant’Andrea. Dopo la

scomparse in val Badia ad eccezione di

messa celebrata dal parroco di Al Plan

Pliscia, dove Berto ne coltiva ancora

con tanto di musiche dal vivo e suono

a decine (1), per mantenere viva la

delle quattro campane a festa, i fedeli

tradizione e poterle esibire ai pellegrini

si ritrovano nella piazzetta antistante

che partecipano volentieri a questa festa. Poco esigente, capace di ottime rese, con

2

parecchia polpa commestibile, questa rapa ha tutte le caratteristiche per essere un ottimo alimento in caso di miseria e di fame dilagante. Per di più, grazie alla buccia robusta, durante l’inverno può anche essere conservata nel garage senza subire nessun inconveniente. Diverso è invece il caso delle cipolle (3 e 4) che, molto più delicate, mi è capitato di

3

vedere ghiacciare in un sottotetto non riscaldato.


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Raccogliere le patate è uno dei lavori

certa cautela per evitare di danneggiare

che preferisco soprattutto se il campo

i tuberi nascosti sotto terra. A fine

è ripido. Infatti bastano pochi colpi

settembre di solito il tempo è sereno

di zappa alla base delle zolle per fare

e spesso è possibile godere di belle

cadere il terreno e portare allo scoperto

giornate assolate che permettono ancora

i tuberi (2). Ripulite dalla terra vengono

di lavorare in maglietta a maniche

raccolte nelle gerle (1 e 4) e trasportate a

corte. Nel campo di Pliscia è bello

spalla fino al trattore dove si distendono

godere del panorama dell’intera vallata

ad asciugare al sole. Per raccogliere le

e della vicinanza al campanile che con

patate di solito impiego tre giorni di

i continui rintocchi dell’orologio tiene

lavoro perchè quando zappo uso una

compagnia. Conclusa la raccolta, quando le patate sul cassone del trattore sono

2

ormai asciutte, si procede alla cernita dei tuberi che vengono divisi a seconda della misura e della qualità. Le patate piccole, rotte o avariate diventano cibo per i maiali (3), mentre quelle grandi come un uovo di gallina diventano il seme per l’anno successivo. Quelle più grandi (5) vengono invece conservate in cassapanche di legno, consumate

3

per tutto l’inverno fino a primavera inoltrata.


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Quando le foglie degli alberi e gli aghi

ragi di sole del pomeriggio, mentre

dei larici cambiano colore, le erbe e

sullo sfondo, oltre il bosco multicolore,

le verdure negli orti avvizziscono e le

si ergono le vette Lavarella (3055

rondini emigrano, allora è tempo di

m.s.l.m.) e Conturines (3064 m.s.l.m.).

autunno. Con l’abbassamento generale

Nel porcile i tre maiali (3) acquistati

delle temperature riprende il consumo di

ad inizio primavera hanno fatto tempo

legna da ardere, così il signor Riccardo

a crescere e a raggiungere la maturità.

(1) ricomincia a tagliare la legna e a

Nella mangiatoia (4) oltre al siero del

spezzare con l’ascia i tronchi di larice

latte e al “fiore del fieno” (residuo dei

che sono stati abbattuti nel bosco. Sulla

fienili), ricevono in pasto anche le foglie

panca il gatto Gerry si gode gli ultimi

delle verza e le patate sotto misura o spaccate dalla zappa, appositamente

2

lessate. Di colore gialle e rosse le patate coltivate nei piccoli orti di montagna hanno un gusto impareggiabile che rende qualsiasi piatto squisito. Lesse o arrosto, nel brodo o asciutte, sotto forma di purè o fritte, le patate vengono spesso cucinate nella cucina ladina. Nei piatti fondi (2 e 5) assieme alla carne arrosto fanno bella mostra le carote, le

3

zucchine e le patate novelle di cui si può mangiare anche la buccia.


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Conclusa la frollatura della carne di

verdi producono un fumo denso molto

maiale, in val Badia è uso insaporire

aromatico. Affumicata più volte al

le cosce (5) e la pancetta (3) con

giorno nelle prime settimane e poi a

ripetuti impacchi di vino, sale e spezie,

diminuire con il passare dei mesi, si

in

interstizi

ottiene lo speck (4) che viene agganciato

lasciati liberi dalle ossa. Terminata

alle travi del soffitto delle cantine. Le

questa

preparatoria,

migliori cantine per conservare lo speck

che dura più settimane, viene dato

hanno muri di pietra molto larghi,

inizio all’affumicatura. All’interno di

pavimento in terra battuta e una buona

ambienti appositi vengono bruciati gli

circolazione di aria. Il periodo più

aghi di abete e di ginepro che ancora

problematico per la conservazione dello

corrispondenza lavorazione

degli

speck è l’estate quando le temperature 2

alte possono rovinarne la consistenza. Molti

contadini

in

questi

casi

lo

cuociono trasformandolo in prosciutto cotto. Anche la lingua e gli stinchi del maiale (2) vengono affumicati e spesso utilizzati per preparare la minestra d’orzo che tra gli ingredienti principali prevede di aggiungere la carne lessata tagliata a pezzi. Nella fotografia numero 3

(1) il castello Colz a La Ila con il nuovo tetto in scandole di larice e sullo sfondo il Piz Boè (3150 m.s.l.m).


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Lavoro

tipico

dell’autunno

è

la

lasciato a maturare a bordo del prato per

concimazione dei prati con il letame

più anni diventando ottimo fertilizzante

e i liquami. Dall’ultima concimazione

per gli orti e i fiori. Il liquame, invece,

avvenuta in primavera le letamaie e le

che è il refluo più comune nelle stalle

cisterne dei liquami hanno fatto tempo a

moderne, ha il vantaggio di essere

riempirsi nuovamente. Prima che arrivi

distribuito con maggiore facilità con

la neve e i trasporti sui prati diventino

botti (5) e tubi (4), ma con l’accortezza

pericolosi è bene riuscire a svuotarle.

di diluirlo con molta acqua ed evitare

Il letame che ha struttura solida (2)

le alte concentrazioni sul terreno. Il

può essere distribuito direttamente nel

rischio infatti è di fare scomparire molte

terreno con la forca o con il trattore (3) o

delle specie di prato più delicate che rendono variegato il fieno. D’altro canto

2

le erbe che resistono all’irrorazione ne hanno vantaggio e crescono rigogliose permettendo abbondanti raccolti di fieno. Come saluto a conclusione di questa ricerca fotografica commentata vi lascio con l’immagine autunnale del Sas del Putia (1) che ho scattato da un prato di La Val dove mi sono recato con la gerla per rastrellare da terra le foglie

3

dei ciliegi che piaciono tanto ai capretti e agli agnelli.


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Con questa pagina ringrazio: le famiglie contadine

che

mi

hanno

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ospitato

permettendomi di scattare le fotografie dei cibi sulle loro tavole; - l’associazione Freiwillige

Arbeitseinsätze

garantito

la

copertura

che

ha

assicurativa

al mio lavoro volontario presso le aziende;

-

i

volontari

dell’Uniun

Ladins Val Badia che incentivano la ricerca sugli usi e costumi ladini in

3

val Badia; - i miei genitori e i parenti che mi accolgono sempre volentieri quando ritorno a casa dai miei viaggi di ricerca; - Mario Baruffi che ha curato il testo in lingua italiana; - Madem.it per l’impaginazione grafica ; - zio Enzo per i programmi del computer; - Willy per la videocamera; - il benefattore anonimo che mi ha ricaricato il credito del telefono per ben due volte; - per le immagini: Jonas pag.103 (n°4) e pag. 79 (n°2); Carlo pag.109 (n°4); Paoline pag. 79 (n°4); - Benedikt Valentin che mi ha permesso di utilizzare due brani musicali (Atmosphere e Bela Badia) del suo album, Integrity del 2006, come colonna sonora del filmato allegato a questo libro fotografico.

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I coni dell’abete rosso sono ormai maturi (1) e la neve ha imbiancato Sas dles NÜ. Con il seme tritato (4) contenuto nelle capsule dei papaveri (3) si confezionano le tourtles (5), mentre con il miele e le mandorle (2) si preparano i dolci tipici del natale.

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L’abitato di Curt con Montesella de Sennes


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Dalla prima pagina del libro: “A Pliscia de Mareo in Val Badia sono arrivato ad Aprile del 2011, giusto in tempo per l’aratura e la semina del frumento e dell’orzo. Ad aspettarmi la famiglia di Berto, il sacrestano che conosco da sette anni grazie ad un rapporto di lavoro volontario organizzato dalla Coldiretti di Bozen/Bolzano. In questa frazione, di sette case e sei famiglie, mi sento ben voluto e da anni realizzo con mia grande soddisfazione la professione di Geografo, documentando con filmati e libri fotografici le relazioni esistenti tra l’uomo e l’ambiente. In particolare mi appassionano i lavori nei campi, negli orti, nelle stalle e come le contadine, che mi ospitano, presentano in tavola i cibi che cucinano...”

Geograf Andrea Lanzi | Via Paolo VI, n° 18 | 25033 Cologne (BS) | Tel. 030 715577

Ric

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Badia


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