FEDERLAZIO CINQUE STRAORDINARI ANNI INSIEME
CINQUE STRAORDINARI ANNI INSIEME
di VINCENZO BORGOMEO e MAURIZIO FLAMMINI
La gestione FEDERLAZIO di Maurizio Flammini, il racconto di una grande emozione, ma anche uno strumento di lavoro per chi dirigerà l’associazione in futuro. Un’eredità di conoscenza, il riassunto di un’esperienza meravigliosa quanto difficile ed impegnativa, una summa di quello che si è fatto. Dalle grandi manifestazioni allo straordinario sviluppo dei 24 settori che uniscono migliaia di aziende in questa associazione, ai duemila e otto intensi giorni di lavoro di moltissime persone che accanto al Presidente hanno dedicato così tante risorse: un intenso viaggio, tutto da raccontare
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Prefazione Avete presente Steve McQueen quando diceva “Non so se sono un attore che gareggia o un corridore che recita”? Ecco, Maurizio Flammini è un po’ così, un pilota prestato al mondo dell’imprenditoria o un manager che vive in pista. Ha corso in ogni categoria, sfiorando perfino il ruolo di pilota ufficiale in Ferrari, ha messo in piedi aziende di ogni tipo e poi organizzato i campionati in pista più belli. In mezzo ci ha messo la presidenza di FEDERLAZIO e mille altre cose. Scrivere questo libro con lui è stato emozionante, divertente, per certi versi sorprendente perché non sono mai mancati i guizzi di strategia tipici dei grandi piloti e degli imprenditori più affermati. Ma anche le idee, a pioggia, sulla “rotta” da seguire per l’andamento del testo. Ecco, tutte queste idee le abbiamo trasferite nella disposizione dei capitoli, nelle interviste, nello schema da dare al lavoro nel suo complesso. Sempre con lo spirito – geniale a mio avviso – di costruire qualcosa per gli altri. Di mettere a disposizione dei prossimi manager di FEDERLAZIO uno strumento di lavoro, una guida per uscire dalle “curve” più strette, per usare una metafora cara a Flammini. Insomma, citando Jorge Luis Borges, “Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni” vorrei cercare di far capire l’essenza di questo progetto editoriale. Un progetto “altruista”. Non so se alla fine l’obiettivo è stato centrato, ma ho nella testa un’altra frase, a mio avviso bellissima, che dovrebbe essere scolpita nella pietra in tutte le redazioni e in tutti i luoghi di scrittura: “Si scrive soltanto una metà del libro, dell’altra metà si deve occupare il lettore”. E’ di Joseph Conrad e in poche parole spiega meglio di mille discorsi come un libro, un buon libro, debba necessariamente coinvolgere chi legge, far correre la fantasia, far completare, a mente (e magari perché no, in altre opere letterarie) il pensiero originale. Ecco, in “FEDERLAZIO cinque anni straordinari insieme” c’è un po’ tutto questo. E visto che qui, fra le righe, le idee non mancano davvero e che le idee sono contagiose, le possibilità che stavolta l’altra metà del libro sarà a cura dei lettori è davvero altissima...
Vincenzo Borgomeo
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FEDERLAZIO CINQUE STRAORDINARI ANNI INSIEME di VINCENZO BORGOMEO e MAURIZIO FLAMMINI
La gestione FEDERLAZIO di Maurizio Flammini, il racconto di una grande emozione, ma anche uno strumento di lavoro per chi dirigerà l’associazione in futuro. Un’eredità di conoscenza, il riassunto di un’esperienza meravigliosa quanto difficile ed impegnativa, una summa di quello che si è fatto. Dalle grandi manifestazioni allo straordinario sviluppo dei 24 settori che uniscono migliaia di aziende in questa associazione, ai duemila e otto intensi giorni di lavoro di moltissime persone che accanto al Presidente hanno dedicato così tante risorse: un intenso viaggio, tutto da raccontare
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a Giovanni Quintieri
Giovanni Quintieri, riconosciuto universalmente come l’anima di FEDERLAZIO, è la persona che mi è stata più vicino in questi anni, e lo ha fatto sempre con grande attenzione e disponibilità. Giovanni è stato un amico, perché di questo si tratta, attento e severo. Ha accondisceso alle mie iniziative cercando, da affidatario della fiamma perenne del tempio, di frenare, non sempre riuscendo..., le idee e i progetti che riteneva non adatti e dando tutto il suo miglior contributo per la riuscita delle une e degli altri. Il nostro incontro al caffè mattutino, per il quale io predisponevo pacchi di documenti anche se lui non ne aveva alcun bisogno vista la sua memoria e la conoscenza di FEDERLAZIO, ha visto discussioni approfondite e sempre pacate nonostante il forte carattere Calabrese, con la C maiuscola, di Giovanni. Ogni volta che non ho seguito il suo consiglio ho pagato caro, anche se non sempre mi sono pentito di aver perseguito le mie idee: “Per aspera ad astra” è stato il motto che mio Padre mi ha lasciato in eredità e che io ho sempre seguito, da sportivo quale sono stato, e oggi, da imprenditore. Grazie Giovanni, non dimenticherò quanto, tanto, hai fatto per me.
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INTRODUZIONE
“N
on esiste curva dove non si possa sorpassare” diceva Ayrton Senna. Un pilota pensa di essere preparato a tutto, in pista come nella vita. Ma arriva sempre il momento in cui ti devi ricredere. Pensavo che quel momento fosse arrivato quando fui sottoposto al bombardamento mediatico nel 1975, per essere stato selezionato come pilota della squadra Ferrari di Formula 1 che aveva come direttore sportivo Giancarlo Minardi, o alla inaugurazione della prima edizione della Rassegna Motoristica internazionale del 1977, organizzata dalla mia prima società, la Flammini Racing a fianco di tutte le autorità istituzionali ed, ancora, quando dovetti fare il discorso di insediamento,davanti ai rappresentanti di 75 nazioni, come presidente, al congresso dell’Associazione Mondiale degli Organizzatori di gare Motorsport del 1985. Ma non era ancora nulla: il momento in cui ho iniziato davvero a pensare che forse la curva “dove non si possa sorpassare” esiste davvero è stato quando ho preso la responsabilità di presidente FEDERLAZIO, rappresentando oltre 4000 aziende che danno lavoro a 100 mila persone e quindi sostegno ad altrettante famiglie. Ho scoperto poi che, in pratica, la responsabilità era molto maggiore poiché la nostra difesa degli interessi degli imprenditori ricade poi su tutte le centinaia di migliaia di piccole e medie imprese che direttamente o indirettamente usufruiscono di ciò che FEDERLAZIO conquista per loro in termini di regolamenti, di leggi, di tariffe o di patti sindacali.
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L’emozione di citare una frase di Obama (“Sarò il Presidente di Tutti”), e poi scoprire quanto potesse essere difficile mettere in atto un tale proposito a causa delle mille e mille diverse esigenze che imprenditori di ben 24 diversi settori (tanti sono quelli che compongono la galassia di FEDERLAZIO) mi ha portato più volte a confermare questo convincimento. Poi alla fine del percorso ho capito. Ho capito che Ayrton aveva ragione... E questo libro vuole essere un po’ la testimonianza di una sfida spesso vinta, il racconto di una grande emozione, ma anche uno strumento di lavoro. Uno strumento per tutti coloro che dirigeranno FEDERLAZIO dopo di me e dopo la mia squadra. Un testamento? Suona male, è vero, ma va detto che - per la prima volta – nella storia di FEDERLAZIO cambia di colpo, e contemporaneamente, tutta la struttura dirigenziale, un passaggio epocale. Così questo libro diventa un’eredità di conoscenza, il riassunto di un’esperienza meravigliosa da parte di chi ha gestito FEDERLAZIO negli ultimi 5 anni, una summa teologica di quello che si è fatto. Un modo per facilitare il cosiddetto passaggio di testimone, un aiuto per la futura classe dirigente che potrà così, più facilmente, capire le potenzialità dell’associazione e avere diversi punti di riferimento nel futuro lavoro.
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LA FORZA DI 4000 AZIENDE
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onoscere quanto ha fatto ed ha saputo fare FEDERLAZIO nei suoi “primi” quarant’anni, cosi come negli anni della mia presidenza percorrendo un’intensa attività, risolvendo problemi di bilancio, creando grandi eventi per sollecitare il governo a prendere provvedimenti in favore delle imprese e, di conseguenza, dei milioni di lavoratori i cui destini sono indissolubilmente legati al prosperare delle loro aziende. E ancora potenziando i servizi, generando occasioni di incontro e sinergia tra gli associati e creando nuove ed interessanti categorie,completando cosi il “carnet” di FEDERLAZIO con gioielli quali l’aerospazio, l’impiantistica, gli audiovisivi e la moda, ed infine promuovendo importanti progetti con le università. A questo proposito voglio rivolgere un particolare ringraziamento al Magnifico Rettore de La Sapienza, Luigi Frati, che gestisce la più grande università d’Europa, per averci dato fiducia ed aver inserito più volte in questi anni FEDERLAZIO in progetti di altissimo profilo. Ma torniamo al concetto di cui parlavo prima: “conoscere quanto ha fatto e quanto ha saputo fare FEDERLAZIO. Nel 2007 l’associazione - uscita fin dal 2005 dalla storica Confederazione di appartenenza, la Confapi, per divergenze sul modo di intendere la rappresentanza economica e il ruolo delle associazioni - ha promosso insieme con altre organizzazioni di categoria una nuova associazione nazionale delle piccole e medie imprese, denominata PMITALIA.
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I promotori di questa iniziativa muovevano dalla comune esigenza di dare vita ad un nuovo organismo di rappresentanza a livello nazionale, con il fine di rinnovare le forme e le modalità della rappresentanza di questo segmento strategico del nostro sistema economico e produttivo che sono le PMI, e valorizzarne il ruolo e il contributo fornito alla crescita e allo sviluppo dell’economia nazionale. Dal giorno della nascita di PMITALIA fino ad oggi si sono via via costituite sul territorio nazionale nuove associazioni di PMI, che hanno scelto di raccogliere e fare proprio questo messaggio. A tutt’oggi l’associazione è presente ed opera attivamente in 10 regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Oggi possiamo considerare chiusa la fase pionieristica di PMITALIA: quella per intenderci nata sotto la spinta della buona volontà iniziale dei promotori. Se vogliamo che essa evolva in un soggetto più strutturato e in grado di raggiungere ulteriori traguardi, bisogna compiere un salto di qualità, immaginando per questa associazione un modello operativo diverso da quello originale. Ciò significa ridefinire i rapporti tra le varie associazioni territoriali, immaginare una governance diversa per la struttura nazionale e, infine, fornire a quest’ultima nuova linfa, in termini sia finanziari che organizzativi. Su questo, spetterà al nuovo presidente avviare una riflessione.
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I SERVIZI DELL’ASSOCIAZIONE
Sindacale • Consulenza alle Pmi sulla normativa del Diritto del Lavoro e della Previdenza Sociale; • Assistenza nelle vertenze di lavoro, individuali e collettive; • Partecipazione attiva, in fase di concertazione, a livello regionale, provinciale, comunale; • Presenza in tutti i tavoli istituzionali (Commissione di Concertazione Regionale, Commissione di Concertazione Provinciale, Osservatori, Comitati lnps ed lnail, Commissioni presso l’lnps); Sicurezza su Lavoro, Ambiente e Qualità • Assistenza alle Pmi per l’adeguamento alla legislazione in materia ambientale e di prevenzione degli infortuni sul lavoro (D.Lgs 81/08); • Consulenza alle Pmi sulla certificazione di qualità; Edilizia e Territorio • Assistenza alle Pmi operanti nel settore dei lavori pubblici e dell’edilizia privata, dalla partecipazione alla gestione degli appalti pubblici; • Cura dei rapporti con le PP.AA. direttamente interessate alla realizzazione di opere pubbliche ed alla pianificazione del territorio; • Supporto alle Pmi associate per l’ottenimento della S.O.A.; • Coordina attraverso la Società INTEREDILE Srl il settore dell’edilizia residenziale pubblica; Ufficio Studi e Comunicazione • Svolge indagini congiunturali semestrali sullo stato di salute delle Pmi del Lazio; • Realizza periodicamente il Rapporto sull’economia del Lazio; • Cura la newsletter che diffonde ai soci informazioni sulla legislazione regionale, nazionale e comunitaria; • Cura i rapporti con i media e la rassegna stampa;
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Servizi Camerali • Presso l’Associazione è presente uno sportello grazie al quale gli associati possono richiedere direttamente i certificati prodotti dalla CCIAA. Confidi • La Federlazio ha promosso nel 1974 la nascita del Confidi Lazio “Consorzio per la garanzia dei crediti alle piccole e medie imprese del Lazio”. Attualmente battezzato Confidi, fornisce assistenza alle imprese nei loro rapporti con il mondo del credito; associa 1500 imprese; consente alle pmi di beneficiare di affidamenti bancari a tassi agevolati; affianca alla negoziazione dei tassi di interesse sul breve termine un’attività di informazione sul medio termine, diventando il consulente d’impresa con cui dialogare per ricercare le migliori condizioni finanziarie presenti nel mercato monetario; stipula convenzioni con le primarie banche offrendo in tal modo condizioni particolarmente vantaggiose per le imprese associate. • Ma Confidi promuove anche accordi con Società di Assicurazioni per polizze fidejussorie, cauzioni, credito commerciale, ecc.; attiva convenzioni per il leasing mobiliare e immobiliare con primarie società; favorisce lo smobilizzo di crediti con primarie società di factoring; fornisce informazioni, strumenti e servizi utili ad adeguare le imprese ai parametri di BASILEA II. Formare s.r.l. •
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Formare è una società partecipata al 100% dalla FEDERLAZIO. Costituita nel 1987, fornisce servizi di consulenza e formazione finalizzata allo sviluppo della cultura manageriale e alla crescita delle risorse umane. In sostanza contribuisce al successo delle aziende sviluppando piani e percorsi di formazione, favorendo la motivazione ed il pieno utilizzo delle potenzialità delle persone. Certificato UNI EN ISO 9001 SETTORE EA 37 per le attività di progettazione, programmazione ed esecuzione dei servizi di formazione e consulenza aziendale. Dal 2008 abbiamo adottato la Carta di Qualità operando con standard di efficienza, attraverso i quali siamo in grado di garantire ai nostri clienti, la trasparenza e la qualità dei servizi offerti. FORMARE opera sul target delle PMI con FORMAZIONE (Manageriale rivolta ad Imprenditori e Dirigenti; in aggiornamento e riqualificazione del personale dipendente, per la Certificazione di Qualità; per la Sicurezza sui luoghi di lavoro; per l’Apprendistato Professionalizzante), CONSULENZA (su finanziamenti pubblici, destinati alla formazione; check up aziendale e rilevazione dei fabbisogni; specialistica per interventi formativi ad hoc in azienda) e SERVIZI (stage e tirocini; ricerca e selezione di personale; outplacement di lavoratori in mobilità).
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LA GALASSIA FEDERLAZIO
EBLA - Ente Bilaterale Lavoro Ambiente costituito da Federlazio e CGIL-CISL-UIL • EBLA progetta e realizza corsi di formazione obbligatoria in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro; • Rapporto annuale EBLA sulla sicurezza del lavoro sullo stato di applicazione del D.lgs 81/08 nelle Pmi. PMINVEST SRL E’ la società di servizi della Federlazio, che svolge attività di promozione e sviluppo di iniziative sul territorio e di iniziative commerciali. Consorzio R.O.M.E. • Svolge attività di assistenza alle imprese per la partecipazione a mostre, missioni e fiere internazionali; • Organizza incontri con delegazioni estere; • Agevola il percorso delle Pmi verso l’internazionalizzazione; • Svolge ricerche sui mercati esteri per conto delle imprese associate; • Partecipa a programmi europei volti a migliorare la competitività delle Pmi sui mercati internazionali;
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Federlazio Solidarietà ONLUS • Coordina le attività della Federlazio in ambito sociale; • Valorizza con interventi nel sociale il legame col territorio; Altri Consorzi della Federlazio • • • • •
Consorzio I.L.A. - Consorzio Imprese Laziali; Consorzio Acilia - Dragona; Consorzio C.A.P .A.S. - Consorzio Attività Produttive Anguillara Sabazia. Consorzio Attività Produttive Lizzera (Tolfa) Consorzio Attività Produttive Cerveteri
Dal 2007 FEDERLAZIO aderisce a livello nazionale a PMITALIA (Associazione delle Piccole e Medie Imprese Italiane), che insieme con altre associazioni di categoria ha contribuito a far nascere.
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LE IDEE NEL CASSETTO
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er scrivere bene, in versi come in prosa, niente eguaglia l’avere davvero qualcosa da dire” diceva Paul Brulat e questo libro nasce proprio dall’esigenza di avere tante cose da raccontare, tante idee nel cassetto, tante esperienze da trasferire, interessanti anche per i normali lettori - non addetti ai lavori - che potranno capire così l’importanza che un’associazione come FEDERLAZIO riveste nei confronti dell’economia del territorio. Un ruolo difficile da capire e che va necessariamente spiegato perché è vero che la rappresentanza istituzionale è importante, ma è ancora più vero che poi diventa fondamentale negli incontri istituzionali dove si può incidere sui contenuti delle leggi, dei regolamenti e di tutto ciò che conta nella vita delle aziende e nel rapporto fra istituzione-stato e operatività. E capire cosa significa davvero FEDERLAZIO e perché questa associazione è importantissima per il singolo imprenditore, diventa quindi essenziale: prezzi, tariffe, strategie di mercato, moltissimo si gioca sui tavoli dove i singoli imprenditori non possono arrivare e dove li può solamente rappresentare la propria associazione. Una grande, grandissima responsabilità. Ma non sono solamente queste le cose – sia pure molto importanti - di cui FEDERLAZIO si deve occupare. Molto spesso il Presidente stesso, così come i Presidenti delle provincie dell’associazione, vengono chiamati ad occuparsi del permesso di costruzione in arretrato, della frana su una strada che non viene rimossa e causa una seria diminuzione del business di un associato, e decine di richieste di intervento dai singoli colleghi imprenditori.
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UN INSIEME DI AMICI
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ome spiegare il termine “associazione” se non come un “insieme di amici”. E’ con questo spirito che chiunque di noi approccia ai rapporti quando viene a trovarsi in un siffatto ambiente. L’uomo però è un essere complicato, competitivo e finanche antagonista, spesso egoista ed egocentrico. Sa però anche essere generoso, altruista, gentile. Bene, quando si trova qualcuno che ha queste caratteristiche e le applica nei tuoi confronti, il detto nemo propheta in patria, con buona fortuna, non si applica... E’ quanto è capitato a me in FEDERLAZIO dove ho trovato molte persone che mi sono state vicine, generosamente ed amichevolmente, non senza rimarcare le loro divergenze intellettuali quando non ci si trovava d’accordo su questo o quell’altro argomento. D’altronde sono sempre stato convinto che l’amicizia non deve nascondere il disaccordo, ma semplicemente trasformarlo in un positivo momento di confronto dal quale ambedue le persone escono arricchite. In cinque anni infatti con il “Direttore”, l’amico e posso dirlo forte, Giovanni Quintieri, abbiamo dovuto gestire tante e tante volte una differente opinione, ma sempre con il sincero desiderio di trovare la soluzione migliore (per FEDERLAZIO), non quella che faceva prevalere il pensiero dell’uno o dell’altro. Giovanni è una persona considerata generalmente “difficile” ma questa sua caratteristica viene da una serie di qualità che, anch’esse, tutti gli riconoscono. Una straordinaria esperienza amministrativa che non gli consente di “avere torto” quasi mai parlando di leggi, regolamenti e quant’altro sia in discussione relativamente all’amministrazione della cosa pubblica.
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E poi la sua origine calabrese lo rende impermeabile ad ogni forzatura esterna... Credo che l’unico modo per non riuscire mai a convincere Giovanni di una tua idea sia di cercare di forzargli la mano... Ultima ma non certamente ultima dote che tutti gli riconoscono, una capacità di eloquio straordinaria. Un modo di esporre le sue idee da fiume in piena, sviscerando l’argomento o il problema da tutti punti di vista, lasciando ben poco spazio all’interlocutore di introdursi in qualche falla conoscitiva o di analisi. Bene voi direte: allora è stata una convivenza difficile. Certamente difficile, non ho difficoltà ad ammetterlo perché il confronto con Giovanni è sempre arduo, ma anche estremamente piacevole per l’approccio da padre di famiglia che ha sempre usato nei miei confronti. Un atteggiamento protettivo delle mie prerogative di Presidente, cosi mi ha sempre chiamato quando usciva dal confidenziale Maurizio che usava raramente per un suo insito e forte rispetto del ruolo. Ma il suo “Presidente” serviva il più delle volte per indurre rispetto verso di me da parte degli interlocutori che di volta in volta incontravamo. Insomma ho detto più volte che FEDERLAZIO è come una grande famiglia, dove ogni imprenditore vuole dare il proprio contributo. Ecco Giovanni Quintieri è l’archetipo di questo concetto di spirito di servizio che pone subito l’imprenditore in un mood speciale. E cioè quello di essere un “servitore” dell’associazione. In effetti la mia esperienza ha proprio dimostrato questo. E cioè che il presidente ha la funzione di supportare tutte le azioni che sono necessarie a portare avanti le istanze degli imprenditori attraverso servizi istituzionali con continui contatti con i gangli decisionali delle istituzioni, con azioni coordinate con le altre associazioni e interventi specifici e puntuali relativi a problematiche (anche) di singoli imprenditori. Si può immaginare quanto questo impegno costituisca un grande sforzo, un enormità di appuntamenti che distolgono molto dalla propria attività imprenditoriale... Ricordo che nell’ambito dei primi 6 mesi di presidenza feci il punto con il direttore generale analizzando l’agenda che la mia assistente tiene da lunghi anni per me: il risultato? Qualcosa come 127 riunioni, incontri e momenti istituzionali nei primi 180 giorni. Un grandissimo impegno che porta con se anche una serie interminabili di “seccature”. Per usare un sottile eufemismo... Ma torniamo ai compagni di viaggio. Tra le persone che ho più stimato e spesso sentito che mi era vicino ed amico, sono felice di citare Giorgio Trombetta, una persona che - come membro di eccellenza e Presidente prima di me
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di FEDERLAZIO - ne ha fatto la storia. Un personaggio, e di questo si tratta, che nell’associazione e nella sua vita imprenditoriale si è sempre contraddistinto per la misura dell’approccio e la profondità degli interventi. Non solo: nella mia vita in FEDERLAZIO ho avuto grande piacere di conoscere persone che hanno dato veramente tanto all’associazione e continuano a farlo quotidianamente. Fra queste ricordo con affetto Valentina Adacher, responsabile dell’ufficio amministrativo, persona straordinaria dal punto di vista sia tecnico che umano e che ha supportato sempre con professionalità e discrezione il mio lavoro. Non posso non citare Roberto Battisti che insieme a Davide Bianchino è il responsabile del servizio studi e comunicazione di FEDERLAZIO. E’ stato l’angelo custode della comunicazione del presidente. Un lavoro difficilissimo, non sempre ripagato in modo adeguato: ovviamente comunicare significa prendersi grandi responsabilità con i relativi rischi. Un lavoro quindi estremamente impegnativo che Roberto ha svolto dietro le quinte, nell’ombra. Tanti i suoi lavori, anche se il più importante è stato di sicuro la realizzazione degli studi e delle ricerche che danno vita ai due momenti fondamentali della vita di FEDERLAZIO: la semestrale che “fotografa” con un ampio sguardo l’economia del Lazio, un documento di oltre 30 pagine di dati che derivano sia da fonti ufficiali che da un’approfondita ricerca attraverso 350 interviste ai soci di FEDERLAZIO. L’altro momento fondamentale della sua attività è la pubblicazione dell’osservatorio annuale sull’attività della regione Lazio, realizzato in collaborazione con le università di Roma, un vero e proprio studio sull’operato della pubblica amministrazione. Non posso poi certo dimenticare i dirigenti che gestiscono i principali servizi di FEDERLAZIO e come ha ben individuato la ricerca fatta da Areté forniscono un servizio di altissima qualità agli associati. Fra questi Carmen Conte, responsabile del servizio formazione, uno dei più quotati a livello regionale. Andrea D’Alessio, “boss” del servizio sindacale che cura i rapporti con gli enti e partecipa anche al rinnovo e alla stipula dei contratti nazionali del lavoro. Persona fondamentale insomma nel supporto agli associati nei momenti più critici, proprio quelli in cui – magari per crisi aziendali – ci si deve interfacciare con le organizzazioni sindacali. Chi sostiene invece gli associati dal punto di vista finanziario è l’amatissima
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Claudia Pepoli che fornisce assistenza alle imprese nei rapporti con il mondo del credito. Claudia è un’istituzione fra i 4000 associati di FEDERLAZIO che utilizzano per oltre il 30% di loro i nostri servizi dell’aerea credito e finanza. Due importantissimi servizi di FEDERLAZIO, poi, sono l’ambiente e sicurezza e l’internazionalizzazione. Anche qui due eccellenze nei rispettivi responsabili. Ossia Annarita Proietti per il primo settore, che attraverso consulenze mirate con i singoli associati garantisce assistenza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. E poi c’è Stefano Scipioni che è stato per lunghissimi anni, e ne è ancora la longa manus, il supporter delle nostre aziende nelle strategie di internalizzazione e nell’esecuzione di relativi progetti. Infine, primi inter pares, non posso non citare il prezioso aiuto di Collaboratori con la C maiuscola quali Procacci / Franchini / Ottaviani / Catania / Bellucci / Agabiti / Adduci / Brunetti / Giordano / Rinaldi-Pasquali e come dimenticare: Tina, Angela, Fulvia, Sabrina, Anna, Monica, Lara, Fabiana, Conny, Emanuela, Ornella, Silvana, Stefania, Barbara, Manuela, Sabrina, Michela, Manuela, Fabiana, Marco, Danilo, Luciana, Valeria, Pamela, Emanuele, Valentina, Manuela, Silvia, Rossella, Francesca, Cristina, Rossella. Nessuno avrebbe mai potuto o potrebbe gestire 4000 associati, decine di istituzioni, centinaia di politici ed amministratori, senza la strettissima collaborazione di tutti coloro che giornalmente, da anni e con spesso notevoli sacrifici personali, lavorano in FEDERLAZIO dietro le quinte per far si che l’Associazione sia sempre presente ed operativa nei momenti più difficili ed importanti. Un grazie grande e sentito a tutti loro con affetto per avermi direttamente o indirettamente supportato in questi anni.
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CONFIDI, CHE CONSORZIO
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ia la spesso misconosciuta attività istituzionale che i molti servizi che FEDERLAZIO offre ai propri imprenditori sono importantissimi ed accompagnano gli associati spesso per lunghissimi anni. E non è un caso che ci sia chi paga puntualmente la propria quota associativa da oltre trenta anni. Prendiamo, ad esempio, il CONFIDI LAZIO “Consorzio per la garanzia dei crediti alle piccole e medie imprese del Lazio: ha due funzioni fondamentali. Quella di fornire risorse finanziare direttamente, e quella di dare consulenza all’imprenditore – specie se è in difficoltà – nei rapporti con il mondo finanziario. Attualmente il CONFIDI associa 1500 imprese; consente alle PMI di beneficiare di affidamenti bancari a tassi agevolati; affianca alla negoziazione dei tassi di interesse sul breve termine un’attività di informazione sul medio termine, diventando il consulente d’impresa con cui dialogare per ricercare le migliori condizioni finanziarie presenti nel mercato finanziario; stipula convenzioni con le banche più importanti, offrendo in tal modo condizioni particolarmente vantaggiose per le imprese associate. Insomma un lavoro enorme perché fra l’altro il CONFIDI lavora in stretta collaborazione con Intesa, Unicredit, BNL Gruppo BNP Paribas, Banca IFIS, Banca di Credito Cooperativo di Roma, Banca Popolare del Lazio, Banca Popolare di Milano, Banca delle Marche, Banca Popolare di Fondi, Banca Popolare di Aprilia, Cassa di Risparmio di Rieti (Banca Intesa San Paolo), Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila.
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E, proprio grazie a questi stretti legami, FEDERLAZIO - attraverso il suo CONFIDI, promuove poi accordi con Società di Assicurazioni per polizze fideiussorie, cauzioni, credito commerciale, ecc.; attiva convenzioni per il leasing mobiliare e immobiliare con primarie società; favorisce lo smobilizzo di crediti e fornisce informazioni, strumenti e servizi utili ad adeguare le imprese ai parametri di Basilea II-III-ecc.
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FORMAZIONE CHE PASSIONE
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a formazione? Vitale per le piccole e grandi aziende ed è per questo che nel 1987 nasce FORMARE Srl, una società partecipata al 100% da FEDERLAZIO proprio con lo scopo preciso di fornire servizi di consulenza e formazione di altissimo livello. Tutto ovviamente finalizzato allo sviluppo della cultura manageriale e alla crescita delle risorse umane. L’idea e il progetto sono tutti imperniati infatti sulla necessità di contribuire al successo delle aziende sviluppando piani e percorsi di formazione, favorendo la motivazione ed il pieno utilizzo delle potenzialità delle persone. Per questo FEDERLAZIO usa metodologie di formazione tradizionale in aula, Formazione a Distanza on-line e in auto-apprendimento, formazione in Videoconferenza. Un lavoro talmente raffinato che ha portato in poco tempo – altro record – ad ottenere il certificato UNI EN ISO 9001 SETTORE EA 37 per le attività di progettazione, programmazione ed esecuzione dei servizi di formazione e consulenza aziendale. Non solo: FEDERLAZIO dal 2008 ha anche adottato la Carta di Qualità operando con standard di efficienza, attraverso i quali è possibile garantire ai clienti, la trasparenza e la qualità dei servizi offerti. Nello specifico, la società FORMARE opera sul target delle PMI con formazione manageriale rivolta ad Imprenditori e Dirigenti, in aggiornamento e riqualificazione del personale dipendente, per la formazione per la Certificazione di Qualità ma anche su formazione per la Sicurezza sui luoghi di lavoro (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi in azienda; Addetti Servizio Prevenzione Protezione Rischi, Datori di Lavoro, Sicurezza
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nei cantieri edili) e su quella per il fondamentale apprendistato cosiddetto “Professionalizzante”. Non meno importante infine tutto il grande lavoro che si fa sul fronte della consulenza. Un lavoro che si applica a pioggia su finanziamenti pubblici, destinati alla formazione: Fondo Sociale Europeo, Fondi Nazionali e Comunitari, Fondi Interprofessionali, ma anche per avere un approfondito Check up aziendale e rilevazione dei fabbisogni senza dimenticare poi la consulenza specialistica per interventi formativi ad hoc in azienda, il tutto attraverso stage e tirocini, ricerca e selezione di personale, outplacement di lavoratori in mobilità.
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SERVIZIO SINDACALE COME MISSIONE
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importanza del servizio sindacale, in ogni tempo, ma in particolar modo durante la crisi degli ultimi anni, si è rivelata spesso assolutamente strategica. Non va dimenticato infatti che uno degli aspetti fondamentali nella differenza della gestione del rapporto dell’azienda con i sindacati o dell’associazione con i sindacati (a parte il rapporto di forza che ovviamente cambia) è l’approccio che in questo caso diventa molto professionale. L’associazione infatti non ha quella animosità e quell’ansia che esiste per forza di cose nell’azienda quando c’è una crisi. Gli animi sono più tranquilli e si guardano le esigenze con sangue freddo. Sembra poco ma non lo è: diventa fondamentale per non arroccarsi su posizioni pericolose che spesso impediscono di fare gli interessi dell’azienda o dei lavoratori. E questo è proprio uno dei punti di forza di FEDERLAZIO che, non a caso, è ritenuta in tutta la Regione un’eccellenza proprio per la sua professionalità e capacità di mediare, di trovare soluzioni ritenute spesso impossibili.
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SERVIZIO AMBIENTE E SICUREZZA, UNA RIVOLUZIONE
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a l’assistenza alle aziende oggi si fa anche in altro modo. Ad esempio con il Servizio sicurezza e ambiente che aiuta anch’esso il rapporto sindacale perché assiste le aziende ad avere maggiore qualità e quindi meno problemi sindacali. Attraverso una consulenza personalizzata FEDERLAZIO redige infatti note informative di aggiornamento sui temi trattati, integrandole con seminari di approfondimento e convegni cui partecipano esperti nelle diverse materie. Ed entra anche nello specifico con consulenze che vanno dal mondo della sicurezza e dell’igiene del lavoro alla verifica delle prescrizioni impartite dagli enti di controllo. Senza dimenticare poi accertamenti sanitari preventivi e periodici e la promozione di corsi obbligatori per la formazione di RSPP/ASPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione designato dai datori di lavoro e l’Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione) e l’affiancamento delle aziende per risolvere tutte problematiche ambientali (gestione rifiuti, contenimento emissioni, trasporto di merce pericolosa, ecc.). Insomma un grande aiuto perché FEDERLAZIO svolge, in questo modo, azioni di raccordo tra imprese associate ed enti locali sui temi di sostenibilità ambientale, compatibilità territoriali e salute e sicurezza dei lavoratori.
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LE SPALLE COPERTE DALL’UFFICIO STUDI
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ltro fatto molto importante è che la nostra associazione ha, “in house”, un preparatissimo ufficio studi che fornisce statistiche, realizza ricerche sui temi di maggiore rilevanza per il sistema d’impresa locale e sui principali argomenti che animano il dibattito economico, politico ed istituzionale nella Regione Lazio. L’attività è ampia ed impegnativa: svolge semestralmente, un’indagine congiunturale sulle piccole e medie imprese del Lazio che offre un quadro molto approfondito della situazione socio-economica regionale; diffonde agli associati informazioni tempestive sulla legislazione regionale, nazionale e comunitaria; cura, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, un Osservatorio sull’attività legislativa della Regione Lazio; elabora i documenti politici dell’Associazione. Insomma un lavoro enorme che si integra, tutto, nell’indagine semestrale sullo stato di salute delle PMI del Lazio. Un servizio che porta ad un documento molto obiettivo (le fonti sono tutte citate e ufficiali) a cui fa riscontro un’indagine su 350 aziende di FEDERLAZIO, per arrivare ad avere importanti analisi degli imprenditori stessi. Ma anche mettere sul tavolo degli analisti il pensiero degli imprenditori, le loro idee, le loro strategie. Quindi non solo dati macroeconomici ma anche riflessioni, pensieri, idee. Si ragiona su come sta andando l’economia e su come andrà. Tanto per fare un esempio, dall’Indagine Congiunturale del secondo semestre 2013 è emersa con forza la condizione del nostro tessuto produttivo nella fase particolare che stiamo attraversando, spiegata con la metafora di un uomo nell’atto di trattenere il respiro mentre attende che qualcosa accada o, meglio, che scatti la fatidica “ora x” dell’agognata ripresa. Ma, visto che questa “ora x” sembra spostarsi continuamente in avanti, l’uomo è costretto a trattenere il fiato sempre più a lungo. Ora, è del tutto evidente che tale condizione di “ipossia” non può fisiologicamente protrarsi oltre un certo limite e dunque, a cinque anni dall’inizio della crisi, il sistema, “ha bisogno di tornare a respirare”.
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L’INDAGINE CONGIUNTURALE COME PUNTO DI RIFLESSIONE
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a è significativo segnalare come l’ultima Indagine Congiunturale di FEDERLAZIO abbia anche suggerito quali siano gli impegni stringenti da mettere in campo per realizzare quello che per l’associazione resta l’obiettivo strategico fondamentale: la creazione di un habitat più favorevole allo sviluppo dell’impresa e dell’attività produttiva. I capitoli principali, ancorché non gli unici, individuati sono stati la riduzione significativa della pressione fiscale; la lotta all’evasione; l’eliminazione degli sprechi nella P.A.; la drastica riduzione dei costi/privilegi della politica; il dimagrimento del sistema pubblico nelle sue varie articolazioni e la semplificazione procedurale.
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OSSERVATORIO COSTANTE CHE AIUTO
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nsomma un grande aiuto alle aziende. Ma non solo: FEDERLAZIO ha anche un importante ruolo di controllo attraverso l’osservatorio sull’attività legislativa della Regione Lazio. In pratica la Regione legifera e noi come FEDERLAZIO diamo una valutazione del lavoro di questa istituzione, anche questo con il supporto di istituti universitari, per avere dati e analisi sempre più obiettivi. Un’attività che ha avuto un notevole successo perché, in qualche modo, ha costituito un momento di confronto con la Presidenza piuttosto che con le altre personalità della Regione su un documento obiettivo, super partes. Quindi un lavoro double face: da una parte uno stimolo per la Regione e dall’altra un momento che costringe la Pubblica Amministrazione a fare un punto della situazione, a collaborare con tutti.
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LA ROTTA PER IL SINDACO: GIANNI ALEMANNO
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analisi e l’attenzione di FEDERLAZIO non si è limitata solo alle iniziative della Regione, anzi: l’attività del Comune di Roma, quale fulcro dell’economia del Lazio, è stata continuamente oggetto di proposte che sono nate dalle esigenze delle categorie produttive rappresentate nella nostra associazione. Un drastico taglio alle spese, attraverso un dimagrimento della macchina comunale, un abbattimento delle spese di funzionamento non strettamente necessarie, e la vendita e la valorizzazione del patrimonio immobiliare di Roma Capitale (all’epoca solo Roma): queste furono le principali azioni richieste da FEDERLAZIO per ottenere le risorse necessarie che indicammo in un documento rivolto ai candidati alle comunali. “Le PMI del Lazio – spiegammo alla vigilia della campagna elettorale che vide Alemanno divenire Sindaco di Roma - vogliono oggi sapere dai candidati quale sarà l’ammontare delle risorse finanziarie che essi intendono destinare allo sviluppo e agli investimenti in opere e infrastrutture e come intendano reperirle. Solo dopo aver avuto una risposta concreta in questo senso potremo indicare le nostre priorità progettuali verso le quali, a nostro avviso, andrebbero destinati i risparmi di spesa ottenuti”. Ci furono vari incontri in cui FEDERLAZIO diede alcune indicazioni che il futuro sindaco avrebbe potuto mettere in campo “senza grandi investimenti ma con importanti ricadute su cittadini e imprese”. Innanzitutto degli interventi per la semplificazione
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burocratica, riducendo gli adempimenti e snellendo fortemente le procedure inerenti le attività di impresa. In più riprese poi durante la consiliatura capitolina con il sindaco Alemanno chiedemmo modifiche della logica del massimo ribasso negli appalti per la fornitura di beni e servizi all’amministrazione capitolina, sistema che inevitabilmente porta a distorsioni tali da determinare stravolgimenti nei valori utilizzati per le gare. Durante i cinque anni di Gianni Alemanno sindaco FEDERLAZIO fu attivissima nel portare proposte, purtroppo la quasi impossibilità del Consiglio Comunale di deliberare a causa delle profonde divisioni non solamente tra la maggioranza e l’opposizione, determinarono una grande difficoltà di operare per il Sindaco, che pure fece moltissime proposte progettuali quali il progetto del Secondo Polo Turistico di Roma, che se portato a termine avrebbe potuto finalmente favorire l’espansione del turismo verso la periferia di Roma e con essa anche la provincia e il Lazio stesso. Uno dei progetti che predisponemmo e proponemmo in delegazione con i costruttori di FEDERLAZIO al Sindaco Alemanno, prevedeva la costruzione di una serie di grattacieli sulle stazioni (spesso degradate) della metropolitana per “dare casa” ai giovani, coglieva in effetti un’opportunità, tanto che forse apri la strada alla realizzazione dei primi grattacieli romani, quelli poi realizzati all’EUR con lodevole spirito pionieristico, dal costruttore Parnasi.
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IL GRAN PREMIO DI F1 A ROMA
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a giunta di quel periodo ebbe la possibilità di varare il progetto della Formula 1 a Roma, un evento richiesto e voluto dalle principali città del mondo. Purtroppo la burocrazia, di cui parlavamo prima, non consenti di far partire quella iniziativa che avrebbe portato più di un punto di aumento del PIL nel Lazio, come avevano previsto e certificato Università e Advisor Internazionali. La miopia di persone che pensavano ai propri piccoli fastidi o magari a loro interessi personali, spesso di visibilità, e non alle migliaia di persone che avrebbero avuto un lavoro (10.000 per gli studi di cui sopra), alla sistemazione di aree che tutt’ora sono preda di erbacce e degrado, o al vantaggio economico di moltissime attività tra le quali commercio e servizi della capitale, crearono ulteriori lungaggini anche se nella realtà fu solamente la burocrazia il vero e determinante problema. Dall’epoca non passa anno che una delegazione, un politico o esponenti dell’economia e della finanza, mi chiedano di riprendere il progetto, ma la risposta è sempre la stessa: “quando Roma sarà in grado di prendere decisioni in tempi ragionevoli come tutte le principali capitali europee, sarò pronto a spendere di nuovo le mie energie per portare avanti il sogno del Gran Premio Roma che fu di Enzo Ferrari e che lui stesso mi indusse a cercare di trasformare in realtà nel lontano 1984”.
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IL CONSORZIO R.O.M.E. L’ANGELO CUSTODE
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ul piano della promozione del business delle nostre aziende all’estero c’è il consorzio R.O.M.E. (Ricerche Operative Marketing Estero) che nasce proprio con l’intento di assistere le imprese che vedono l’intensificazione e la qualificazione della presenza sui mercati esteri come un imperativo ineludibile. Dal punto di vista pratico, questa struttura assiste le imprese nel loro percorso verso l’internazionalizzazione, coordina la partecipazione di gruppi di imprenditori a mostre, missioni e fiere internazionali, offrendo un insieme completo di servizi, dalla prenotazione dell’area espositiva, all’allestimento degli stand, dalla spedizione della campionatura, al viaggio degli imprenditori, da campagne pubblicitarie ad incontri mirati con operatori locali. Ma non è tutto. Il consorzio svolge ricerche sui mercati esteri al fine di individuare canali distributivi e partner in progetti di cooperazione per vendere i prodotti delle singole imprese; cura le relazioni internazionali dell’Associazione; partecipa a programmi europei volti a migliorare la competitività delle PMI sui mercati internazionali e soprattutto fornisce anche l’innovativo servizio di Temporary Export Specialist per il miglioramento dei risultati di vendita delle imprese associate mediante la creazione di reti commerciali in Italia e all’estero. Va detto, però, che nelle precedenti due legislature regionali i contributi all’internalizzazione sono stati notevolmente tagliati e che, quindi, questa attività ha avuto un notevole calo perché ha una forte dipendenza dai contributi che la pubblica amministrazione dedica a questo comparto.
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Sembra che la nuova amministrazione abbia seria intenzione di ampliare i contributi alle aziende per favorire la loro internazionalizzazione, e questo ci fa ben sperare di poter riprendere l’opera di ROME nel guidare le nostre aziende all’acquisizione di ordini fuori dei confini nazionali.
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LE NUOVE INIZIATIVE E I GRANDI EVENTI
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poi veniamo alle iniziative che hanno rappresentato i capisaldi dell’attività di tutto il periodo. I momenti fondamentali del lavoro svolto: lo Studio KPMG, il convegno del 19 gennaio 2011 “Dalla Crisi al Progetto”, la manifestazione “Silenziosamente”, l’analisi di Areté, il “Quarantennale” di FEDERLAZIO, la campagna di comunicazione “ Cambiamo Marcia”, e tantissime altre iniziative di comunicazione, organizzative e istituzionali che hanno costellato gli anni dal 2009 ad oggi.
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IL CONVEGNO DALLA CRISI AL PROGETTO
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eniamo ora ad uno dei punti di eccellenza della storia di FEDERLAZIO: il Convegno del 19 gennaio 2011, intitolato “Dalla Crisi al Progetto. Per una Economia dello Sviluppo”. Si è trattato in pratica della più grande e importante assemblea generale mai organizzata da FEDERLAZIO e che ha visto la partecipazione di oltre mille delegati. Tutte le massime autorità istituzionali, dal Sindaco Gianni Alemanno, all’allora Presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, passando per il Presidente della Regione, Renata Polverini al presidente della Camera di Commercio, Giancarlo Cremonesi. Senza dimenticare le organizzazioni regionali, di Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, CNA e i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e UGL, le quattro importanti associazioni sindacali.
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E’ stato un momento estremamente importante, una grande dimostrazione di efficienza e posizionamento sul territorio. Basti dire che l’evento si è svolto al Palazzo dei Congressi, una delle strutture più prestigiose di Roma, forse la più prestigiosa, con grande partecipazione di operatori e pubblico che hanno riempito la gigantesca sala convegni. Il record assoluto di presenze di Associati dalla nascita di FEDERLAZIO ed una rassegna stampa straordinaria. L’idea di base fu proprio quella di fare il punto della situazione in un momento di grandissima crisi, di mettere a fuoco alcuni aspetti della congiuntura economica che all’epoca stavamo attraversando, nella speranza di ricevere idee per le nostre aziende. Questo fu il vero scopo di quella riunione: essere utili agli associati affinché le aziende stesse poi potessero essere utili ai cittadini, a far riprendere e rinascere l’economia. La filosofia di base di FEDERLAZIO che, essendo l’associazione regionale di eccellenza delle PMI, ha le maggiori responsabilità sociali.
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SILENZIOSAMENTE, EVENTO CLOU
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l terzo grande evento viene ideato ed organizzato nel cuore della grande crisi che ha portato a centinaia di suicidi, fra operai e imprenditori, causati dalla perdita del lavoro o della propria azienda. Una tragedia che ci colpiva non solo dal punto di vista umano ma anche da quello associativo. In tutti gli incontri con le singole aziende, infatti, non si parlava d’altro. A questo punto ci siamo detti “dobbiamo fare qualcosa di importante”. E cosa ci poteva essere di veramente importante? Un grande evento mediatico che muovesse le coscienze di chi aveva il potere di FARE: è nato così “Silenziosamente” una fiaccolata che ha visto oltre tremila persone sfilare sotto la pioggia battente, al Pantheon, e rimanere
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lì dalle 20 fino a oltre mezzanotte circondate da giornalisti locali, nazionali ed anche internazionali e politici di tutti i partiti. Un riscontro straordinario con un’infinità di troupe televisive che trasmettevano l’evento, anche in diretta, ed una copertura stampa di oltre 150 articoli usciti immediatamente dopo l’evento. Compreso un servizio che vorrei definire “storico” sul New York Times. Qui, un articolo che illustra come i Sindacati parteciparono all’evento accanto agli imprenditori in modo molto sentito e con grande sensibilità. Silenziosamente, il 18 aprile fiaccolata al Pantheon per denunciare la grave crisi industriale nel Lazio ‘SilenziosaMente’ è il titolo scelto per la fiaccolata organizzata da 20 sigle tra sindacati, associazioni e confederazioni, tra cui CGIL, CISL, UIL, Confcommercio, FEDERLAZIO e Unindustria. Una iniziativa che vedrà sindacati, imprese e lavoratori manifestare silenziosamente a Roma al Pantheon a partire dalle ore 20.00 per richiamare l’attenzione di istituzioni e opinione pubblica sul grave stato di crisi delle PMI e del mondo del lavoro, con un pensiero a tutti coloro che, strangolati da debiti con banche e fornitori, hanno scelto di togliersi la vita. Gli organizzatori fanno sapere che nel 2011 ci sono stati oltre 1.000 suicidi tra lavoratori e imprenditori, dato cresciuto del 24% dal 2008.
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In particolare gli organizzatori puntano il dito sui ritardi nei pagamenti nelle transazioni commerciali tra pubblica amministrazione e privati, i cui tempi, hanno denunciato gli organizzatori, “già lunghi in passato, sono aumentati a dismisura con l’avvento della crisi economica”. Ritardi che, sommati al cosiddetto credit crunch - sotto forma di razionamento del credito e innalzamento del suo costo, unito a richieste di garanzie sempre più pesanti - hanno messo in ginocchio l’intero sistema della piccola e media impresa sul territorio. Lavoratori e imprenditori portano in piazza 5 proposte per contrastare la crisi nel settore: impegnare gli Enti locali in una sorta di ‘patto d’onore’ per garantire pagamenti regolari; introdurre forme di compensazione tra crediti vantati dalle imprese verso le pubbliche amministrazioni e debiti tributari e contributivi a carico delle prime; ottimizzare e razionalizzare la filiera del credito; valorizzare il sistema dei Confidi; favorire il venture capital nelle imprese più piccole, per favorirne la ricapitalizzazione e il rafforzamento nei confronti della concorrenza.
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“I drammi personali che stanno coinvolgendo intere famiglie di lavoratori e di imprenditori e che sempre più spesso si traducono in atti estremi, ci fanno capire come il lavoro, sia esso subordinato o imprenditoriale, non si riduca a mero strumento di formazione del reddito, ma sia centrale nella vita di ogni uomo e di ogni donna” spiega Claudio Di Berardino, segretario generale della CGIL di Roma e del Lazio. “Nei luoghi di lavoro le persone si conoscono e intraprendono percorsi di formazione, crescita e realizzazione personale. Senza lavoro non c’è dignità”. Dunque, CGIL, CISL e UIL condividono la preoccupazione e l’allarme sociale alla base della convocazione della ‘Marcia silenziosa’, ribadendo la necessità di rimettere al centro i temi più complessi del lavoro e dello sviluppo e, insieme, della dignità degli uomini e delle donne che, con il loro lavoro, contribuiscono al benessere generale” spiegano i sindacati.
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Tornando alla genesi di “Silenziosamente”, a proposito della denominazione dell’evento mi viene in mente un simpatico aneddoto: per tirar fuori il titolo abbiamo lavorato per settimane. Ma non se ne veniva fuori. Alla fine, in un momento di grande difficoltà perché nessun nome ci aveva soddisfatto e dovevamo ormai uscire in comunicazione, mentre ero con le mie assistenti al tavolo di lavoro, una di loro, Emanuela Giacomelli disse, tra sé e sé: “Silenziosamente”, e questo nome si è poi trasformato in un urlo potentissimo, che arrivò in Senato dopo pochi giorni, con un’audizione di tutte le associazioni che avevano indetto e partecipato all’evento e che ebbero una intera mattinata per rappresentare i problemi delle PMI verso le quali lo Stato non onorava i propri impegni. Audizione nella quale portammo precise proposte che poi hanno costituito il leitmotiv del confronto tra il mondo imprenditoriale e politico per molto tempo. Promesse ce ne furono tante, soprattutto da Enti locali con i quali cercavamo di stringere una sorta di “patto d’onore” nei confronti delle aziende per garantire pagamenti regolari da lì in avanti e una più celere chiusura dei debiti pregressi;
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ma anche introdurre forme di compensazione tra crediti vantati dalle imprese nei confronti della P.A. e debiti di natura tributaria e contributiva a carico delle prime; ottimizzare e razionalizzare la filiera del credito ed evitare sovrapposizioni tra i diversi soggetti che intervengono nella intermediazione tra banche e imprese; valorizzare il sistema dei Confidi mediante il rafforzamento del loro patrimonio; favorire il venture capital nelle imprese di piĂš piccola dimensione per ricapitalizzarle e renderle meno fragili nei confronti dei competitors. Su tutti questi temi fu anche stilato un documento comune a tutte le associazioni che fu consegnato ai vertici delle istituzioni nazionali e locali.
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lla manifestazione “Silenziosamente” trasmettemmo un documentario molto spettacolare - il video integrale lo potete trovare sul sito www.federlaziocinquestraordinariinsieme.it – dove Claudio Sorrentino, lesse con la stessa voce che aveva “prestato” a Mel Gibson, John Travolta o Bruce Willis, un testo molto toccante. E l’unione di quelle parole e la classe narratorie del famoso attore, doppiatore, direttore del doppiaggio e conduttore televisivo italiano Sorrentino fu davvero di grande effetto. Ecco la trascrizione dei testi di quel video. Che qui riproponiamo in modo integrale. Non è solo la crisi economica che graffia dentro artigiani, piccoli imprenditori, operai, impiegati portando via certezze, speranze, il futuro. non è solo lei, che gli esplode dentro, e li svuota di tutto: i sacrifici di una vita, l’orgoglio delle capacità, la forza del lavoro ben svolto. No. non si deve dare la colpa solo alla crisi economica se artigiani, piccoli imprenditori, operai,impiegati si sono sentiti umiliati, derisi, delusi. Senza una via di uscita la loro anima è andata in pezzi, la colpa e’ anche dello stato che alimenta questo disagio, minimizzando le proprie responsabilità ed opprimendo la collettività con imposte che offendono chi lavora, il terrorismo mediatico politicizzato disorienta le persone e le fa sentire non vittime ma colpevoli. Fino a compiere atti estremi: 2480 suicidi.
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La colpa è anche delle banche: gli artigiani, i piccoli imprenditori, gli operai, gli impiegati dietro uno sportello di banca invece di tolleranza, comprensione, un po’ di ossigeno per andare avanti hanno trovato solo cappi, frutto di insensibilità e voracità. Tassi assurdi che a volte superano il limite dell’usura malgrado la montagna di denaro che la bce gli ha concesso al tasso dell’uno per cento. solo per aiutare loro. Per aiutare la ripresa. Dove sono quei soldi? Ad alimentare nuovi giochetti e speculazioni?. Le banche, per difendersi, dicono che non danno credito perché non vengono onorati i pagamenti, ma sanno benissimo che se artigiani, piccoli imprenditori, operai, impiegati non possono pagare, spesso è perché aspettano dei soldi dal comune, dalla regione, dai ministeri. Non ci sono soldi ci dicono, e riattaccano seccati, anche se ci sono già i mandati di pagamento. E riavere i soldi diventa la più umiliante delle fatiche, ma mica dopo mesi, dopo un anno, due anni, per dei nip, delle non important person, come vengono considerati da quasi tutte le banche artigiani, piccoli imprenditori, operai, impiegati. A loro non viene concesso il ritardo che ministeri, comuni, regioni, provincie, grandi enti godono. Basta un’inezia per essere tartassati da Equitalia. Perseguitati. Offesi. Pignoramenti. Persino della casa ai vecchi pensionati. Loro non possono dire: “Non ho soldi, prova tra un anno. Hanno una sola via d’uscita: o paghi o chiudi. E a volte neanche quella. Per gli artigiani, piccoli imprenditori, operai, impiegati oggi, essere senza credito in rosso significa non riuscire a garantire ai propri figli non solo il presente, ma nemmeno il futuro. Si sentono disonorati. Falliti. Per questo si avvolgono la corda intorno al collo o accendono la fiamma. Sperando di fermare il contagio di una devastazione che li mastica dentro, illusi che tutto possa finire con loro. La qualità della vita, in questo paese si sta abbassando giorno dopo giorno ma se riusciamo a cogliere l’opportunità di reagire che ci si presenta ora, attingendo alle nostre migliori risorse, risolveremo brillantemente questo problema. Ogni problema ha una soluzione o più soluzioni. Questa marcia silenziosa sarà una grande opportunità, un coro di migliaia di
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persone per lanciare un grido disperato… per urlare che si deve fare qualcosa,per convincere che qualcosa si può fare e per indicare quello che si può fare. Trovare una soluzione di veloce applicazione che sblocchi i crediti delle imprese nei confronti dalla PA. Gli enti locali dovrebbero impegnarsi con una sorta di “patto d’onore” nei confronti dei propri fornitori per una regolarità di pagamento futura e per garantire una quanto più celere chiusura dei debiti pregressi. Sarebbe inoltre auspicabile l’adozione di regole di contabilità pubblica che assicurino la correlazione tra impegni di spesa e pagamenti.
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NUOVA DEMOCRAZIA IN FEDERLAZIO
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osa ha contraddistinto “Silenziosamente”? Un fatto straordinario: per la prima volta nel dopoguerra praticamente tutte le associazioni di categoria di Roma e Lazio hanno aderito e contribuito all’organizzazione di un evento comune. Senza distinzione di colore ed orientamento politico: la fiaccolata silenziosa ha colpito duramente il pubblico. Oltre 20 fra associazioni e sindacati si sono strette intorno a noi. ACAI LAZIO, AGCI LAZIO, C.L.A.A.I., CASARTIGIANI LAZIO, CGIL ROMA E LAZIO, CISL LAZIO, CNA LAZIO, COLDIRETTI LAZIO, COMPAGNIA DELLE OPERE ROMA E LAZIO, CONFAGRICOLTURA LAZIO, CONFARTIGIANATO ROMA, CONFCOMMERCIO ROMA, CONFCOOPERATIVE LAZIO, CONFESERCENTI ROMA, CONFSERVIZI LAZIO, FEDERLAZIO, LEGACOOP LAZIO, UGL LAZIO, UIL ROMA E LAZIO, UNINDUSTRIA. Certo, è stato un lavoro impegnativo trovare la sintonia sui concetti che ognuno voleva esprimere. Sul tono da dare all’evento. Sulla necessità di far toccare con mano all’opinione pubblica la tragedia che si stava consumando. Ma ci siamo riusciti, mettendo anche in evidenza le soluzioni che proponevamo alla politica per uscire da quei terribili momenti. In questo, un carissimo amico, Claudio Sorrentino, un grande comunicatore, un uomo di spiccata umanità, ci ha aiutato a trovare i giusti toni e le parole più adatte per contemperare le esigenze di tutto e di tutti pur trasmettendo la drammaticità dei contenuti in modo netto e senza troppi veli. Il risultato fu duplice: aver sollecitato in modo importante l’interesse dell’opinione pubblica nei confronti di questo argomento e l’aver cementato il rapporto con tante associazioni di categoria, cosa che poi ha costituito il germe ed il collante per un fatto di importanza epocale. La nascita dell’Alleanza 97.6. Ma di questo parleremo più avanti.
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LA NUOVA STRADA
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rima infatti non si può dimenticare che “Silenziosamente” richiama un altro concetto difficile e controverso: Democrazia. Il mondo occidentale ne ha fatto una bandiera di progresso e giustizia sociale. Ma chi realizza una struttura realmente democratica sempre e sempre più si chiederà: non potevo trovare una strada più facile e, visto che ho avuto il potere di rafforzare la struttura democratica dell’azienda, dell’istituzione, della nazione, non potevo usare questo potere per comandare invece di condividere? Bene, al termine di questi cinque meravigliosi e difficili anni voglio dire con chiarezza ed orgoglio di aver fatto la scelta giusta per la mia coscienza e per FEDERLAZIO scegliendo la strada della Democrazia. A combattere per imporne i canoni nella gestione della nostra associazione che, anche grazie a questo, si presenta oggi più forte che mai per affrontare le sfide del futuro. Il cambiamento che abbiamo definito epocale con il contemporaneo rinnovo di tutte le cariche, beneficerà notevolmente del fatto che durante la mia gestione di FEDERLAZIO abbiano partecipato molti amici e colleghi dirigenti che a loro volta, avendo potuto conoscere molto bene le caratteristiche dell’associazione, sono riusciti a dare un grande contributo alla nascita della “Nuova FEDERLAZIO”.
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L’apertura democratica alla quale ho dato inizio qualche anno fa nell’associazione, ha portato gioie e dolori. Non sempre infatti le persone coinvolte nel processo partecipativo riescono a mantenere il necessario senso della misura e, per così dire, tendono a superare il segno. La difficoltà è riportare tutto sui giusti binari senza, come è opportuno per una gestione appunto democratica, passare dalla gestione autorevole delle cose a quella autoritaria. Appena prima di organizzare “Silenziosamente” c’era stata la mia rielezione. Rileggere alcuni passi del discorso diretto ai colleghi di FEDERLAZIO può essere utile per approfondire la conoscenza dell’attività della nostra Associazione. Eccolo. “Cari Colleghi, oggi è una giornata importante poiché in questa Assemblea facciamo il punto di un triennio e creiamo le basi per il futuro di FEDERLAZIO. Consentitemi di fare meglio gli onori di casa verso i presenti durante il prossimo intervento all’inizio della parte pubblica dell’Assemblea. Vorrei infatti cercare di utilizzare il ristretto tempo che abbiamo per farvi un breve ma incisivo quadro del mio pensiero su FEDERLAZIO 20092014. Debbo dirvi che quando si acquisisce una carica in FEDERLAZIO, si entra in un mondo che non ci si aspetta e che dall’esterno è difficile da capire. E’ un mondo fatto di una operatività esasperata: Nel mio periodo di presidenza sono stati fatti • Oltre 30.000 contatti con le aziende • 814 pratiche di cassa integrazione e mobilità • 1.968 controversie individuali • 365 interventi di formazione • Coordinati ben 15 istituti bancari dal nostro CONFIDI
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ED ANCORA • Decine di Progetti di investimento sul POR e un gran numero riconversioni aziendali Progetti di internazionalizzazione in tre continenti Abbiamo creato nuovi settori quali l’AEROSPAZIO e gli AUDIOVISIVI e ristrutturato e potenziato molti altri dei 22 attuali Eseguito una infinità di studi e ricerche Istituito tavoli ufficiali e permanenti con le Istituzioni ed inoltre abbiamo sostenuto importanti battaglie accanto a varie categorie. ad esempio quella dell’ambiente, per la quale abbiamo fatto azioni arrivate fino al consiglio di stato ed organizzato con l’università’ La Sapienza un importante convegno per creare cultura su questa materia che non costituisce solamente un problema ma potrebbe essere una grande opportunità. la comunità europea valuta in 2 milioni di nuovi posti di lavoro la potenzialità di questo settore nei prossimi 10 anni. Un treno questo che non dobbiamo perdere. Dicevamo, entrando in FEDERLAZIO si entra in un mondo intenso, io stesso, nella qualità di Presidente, partecipo ad oltre 150 eventi ogni anno tra riunioni, comitati, giunte, meeting con le Amministrazioni Pubbliche ed eventi istituzionali. Dapprima ci si spaventa, poi ci si appassiona. Io personalmente cerco di evitare cariche pubbliche, e, ricordo che il Dottor Quintieri e il Past President Massimo Tabacchiera, mi convinsero ad accettare dicendomi che un imprenditore “MATURO” dovrebbe avere SPIRITO DI SERVIZIO nei confronti di una Associazione dalla quale ha ricevuto servizi per tanti anni.
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Oggi però, non mi lega a FEDERLAZIO solamente quella sollecitazione,ma dopo averne conosciuto in profondità le caratteristiche i pregi ed i difetti, e sapere quanto possa fare FEDERLAZIO per tutti noi imprenditori, la fiammella della APPARTENENZA e della PASSIONE per questo ruolo è divenuta tale da farmi superare tutte le remore del grande impegno personale che comporta, e dare la mia disponibilità per la candidatura alla Presidenza del nuovo triennio. Il mondo cambia velocemente e FEDERLAZIO anche. Ogni giorno c’è un cambiamento. FEDERLAZIO è stata ed è il paladino delle PMI presso le istituzioni. E non solamente dei propri associati, ma di tutte le PMI del Lazio poiché ottenendo risultati presso le Istituzioni a favore delle Imprese, la ricaduta è generale. Se vari bandi di gara per le forniture di beni e servizi sono stati sospesi perché costruiti troppo a misura delle grandi imprese, ciò lo si deve anche all’azione della FEDERLAZIO che si è battuta molto su questo tema in riunioni istituzionali e a quattrocchi con i vertici delle istituzioni di Roma e del Lazio. Se oggi abbiamo un Piano Casa che ha saputo recepire alcune istanze della PMI, è perché si è avuto un lavoro costante che la nostra categoria ha saputo svolgere insieme con l’Assessore competente. Continuiamo peraltro a portare avanti le nostre battaglie contro i ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, che stanno mettendo in ginocchio molte imprese. Oggi in assemblea parleremo di un grandissimo evento che FEDERLAZIO organizzerà per portare l’attenzione di tutta la nazione su questo problema, Ma FEDERLAZIO, oltre ad occuparsi quotidianamente dei problemi istituzionali a Roma e nelle Quattro Provincie nelle quali i Vice Presidenti svolgono la mia stessa funzione nel territorio a loro assegnato, deve varare un nuovo progetto strategico finalizzato a cogliere le esigenze delle imprese sul territorio.
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A questo proposito e con l’ obiettivo di democratizzare ancora di più il processo decisionale in FEDERLAZIO portando all’interno del processo decisionale un numero ancora maggiore di Associati, ho voluto creare un Comitato Strategico formato da imprenditori che rappresentano eccellenze nel panorama laziale e che hanno una grande esperienza in FEDERLAZIO stessa. Questi vostri colleghi si sono impegnati, insieme a me, in un lavoro non facile ma che che costituirà una delle armi fondamentali per far si che FEDERLAZIO negli anni, abbia una continua capacità di rinnovo e si presenti sul mercato in modo sempre aderente alle esigenze e quindi più forte per vincere le sue battaglie. La storia ci insegna che bisogna impegnarsi molto ed essere originali nelle proprie idee, altrimenti di si ritroverà’ con i problemi di duemila anni fa: Una citazione dalla storia: la finanza pubblica deve essere sana il bilancio deve essere in pareggio, il debito pubblico deve essere ridotto, l’arroganza dell’amministrazione deve essere combattuta e controllata e l’aiuto ai paesi stranieri deve essere diminuito per evitare il fallimento di Roma. la popolazione deve ancora imparare a lavorare invece di vivere di sussidi-pubblici.” Cicerone diceva questo nel 55 avanti Cristo! Con questa citazione “ultramoderna” terminava il mio discorso.
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IL QUARANTENNALE FEDERLAZIO, GALA CONCERTO E VOLUME SU ECONOMIA LAZIO LE INIZITIVE (OMNIROMA) Roma, 04 LUG - Una serata di gala che si svolgerà il 9 luglio, un concerto e l’edizione di un volume sull’evoluzione economica del Lazio dagli anni 70 ad oggi. Queste le iniziative messe in campo da FEDERLAZIO per festeggiare i primi 40 anni dell’associazione degli imprenditori laziali guidata da Maurizio Flammini. La presentazione si è svolta nella sede della Cciaa di Roma alla presenza anche del presidente Giancarlo Cremonesi e del presidente di Eurispes Gian Maria Fara. «Le associazioni si occupano di creare le condizioni nelle quali fare imprese - ha detto Flammini questo ha fatto FEDERLAZIO nei suoi primi 40 anni di attività. Il mondo economico è cambiato molto. Sono intervenute
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trasformazioni nell’economia, nella politica e nelle istituzioni. L’ultimo decennio si era aperto carico di aspettative di tutti. Oggi ci troviamo a prendere atto di una crisi dai contorni difficili da afferrare e di cui la conclusione sembra ancora molto lontana. Di fronte a questo scenario abbiamo voluto utilizzare la ricorrenza del nostro quarantennale per fare un bilancio. Sono convinto che l’impresa ed in particolare la PMI riprenderà a camminare e a correre come essa ha saputo fare nella storia anche di questi intensi e difficili ma altrettanto belli ed entusiasmanti 40 anni». La serata di gala si svolgerà all’Auditorium Parco della Musica. Ecco l’agenzia stampa – riportata in modo integrale - battuta pochi minuti dopo la diffusione della notizia dell’evento che avevamo in preparazione. In poche righe c’è tutto il fermento di un qualcosa che averebbe cambiato per sempre la storia della nostra associazione...
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Delle volte si è fortunati e nella mia esperienza in FEDERLAZIO, senza averne nessun merito, viene a ricadere il quarantennale della fondazione della nostra associazione. Un percorso lungo quanto veloce, come veloce sembra il tempo quando ci si guarda alle spalle pensando agli anni che sono trascorsi e dei quali, magari, si ricordano solamente pochi, significativi momenti. Un’occasione da sottolineare nei confronti delle istituzioni, tutte presenti all’evento che organizzammo per celebrare i nostri “primi quarant’anni! 40 anni da quel marzo del 1972, quando FEDERLAZIO, per una felice intuizione di Gianfranco Imperatori, vide la luce dalla fusione tra l’Api Roma e l’Assopontina, per poi arrivare ad essere una delle più importanti associazioni di piccola e media impresa in Italia. Dopo molte riunioni con i dirigenti decidemmo di dare un taglio più “mondano” all’evento. Questo fu fatto proprio per superare, almeno per un giorno, in compagnia di Natasha Stefanenko e del Maestro Allevi, la sensazione di pesantezza creata dalla crisi infinita che aveva aggredito l’Italia ed alla quale era ed è tuttora necessario reagire con determinazione.
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Una serata che, inoltre, visto il periodo non brillante dell’economia e quindi anche dell’associazione, fu totalmente autofinanziata grazie a sponsor e associati che vollero partecipare alla realizzazione di questo evento – vorrei dire – storico, per FEDERLAZIO E per sottolineare l’importanza della circostanza realizzammo un volume in edizione limitata che fu distribuito ad associati ed autorità. Un libro che, con la collaborazione del professor Gian Maria Fara e del suo istituto Eurispes, aveva il compito di tracciare un bilancio sulla economia del Lazio, degli ultimi 40 anni, appunto, e rileggere retrospettivamente la storia economica della nostra regione. In particolare, con riferimento all’evoluzione attraversata dalla PMI, per rappresentare e supportare la quale FEDERLAZIO è nata e continua ad esistere proprio per sostenere coloro che costituiscono l’anima e il motore della nostra economia, i pilastri sui quali il paese e il nostro territorio debbono fondare la speranza di una nuova stagione di crescita.
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Il discorso di prammatica fu l’occasione per trasferire agli associati informazioni importanti sulla vita di FEDERLAZIO. In effetti non sono molte le occasioni nelle quali si è in contatto vis a vis con un grande numero di associati. Uno dei fatti che tenni a sottolineare era che il singolo imprenditore pensa, come pensavo io prima di occuparmi di FEDERLAZIO dal suo interno, che le leggi, i regolamenti, i finanziamenti, e quant’altro vengano generati dalla pubblica amministrazione in modo autonomo. Ma questo è abbastanza lontano dalla realtà, e per molti versi. Spessissimo, infatti, le associazioni di categoria, così come d’altronde i sindacati, riescono a condizionare in modo significativo le scelte degli amministratori a vantaggio dei propri rappresentati. Il mio discorso non poté che terminare con uno speciale saluto a Vanella Imperatori moglie del fondatore di FEDERLAZIO, - Gianfranco Imperatori - mancato nel 2009. Saluto seguito da uno scrosciante applauso e da una standing ovation.
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L’INCONTRO CON ZINGARETTI
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uccessivamente a questo grande lavoro, fu lo stesso candidato presidente, Zingaretti, poi eletto, a chiedere un incontro con FEDERLAZIO per progettare due strategie fondamentali, la concertazione - che iniziò poi, dopo l’approvazione del primo bilancio - e il concentramento di ogni possibile risorsa per lo sviluppo. “Gli imprenditori – spiegò Zingaretti in quell’incontro - vogliono uscire dalla crisi buia in cui siamo precipitati, sono molto preoccupati perché il debito della Regione viene pagato da chi lavora e da chi fa impresa, ma c’è la voglia di combattere e di non abbandonare la speranza che ce la possiamo fare”. Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, al termine di un lungo incontro con la Giunta di FEDERLAZIO, un’occasione per ascoltare le richieste e le difficoltà che vivono le piccole e medie imprese e per illustrare il suo programma economico, spiegò proprio in quell’occasione come il suo programma puntasse al rilancio dell’economia, passando attraverso il sostegno alle piccole e medie imprese e centrato su una nuova competitività che strizzava l’occhio ai mercati europei ed internazionali. Come spiegò in quell’occasione “in primo luogo dovremo affrontare l’emergenza, a partire dal credito. In secondo luogo e’ necessario sostenere le imprese che ci sono e in terzo costruire una nuova economia. Questo non lo farà un presidente da solo, ma insieme con il mondo produttivo ed economico. Sono si-
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curo che FEDERLAZIO darà una mano con grande schiettezza e grande capacità di confrontarsi”. Del resto - come spiegato da Zingaretti - è tempo di cambiare marcia e, come i rappresentanti di FEDERLAZIO hanno sottolineato rivolgendosi a Zingaretti, tra le priorità l’accesso al credito bancario e puntare sul comparto del turismo indicato dagli imprenditori quale volano dello sviluppo economico. Fui io stesso a spingere sulla necessità di aprire il prima possibile un tavolo per la semplificazione affinché diventasse una realtà immediata. L’attenzione del candidato all’internazionalizzazione è stata poi un’occasione per riflettere sul tema, e spiegai come il progetto di internazionalizzazione di Zingaretti fosse sacro, ma che non potevamo dimenticare che uno dei mercati fondamentali per noi è quello europeo. Il presidente, a seguito di questo incontro, fissò poi una seconda visita presso FEDERLAZIO confermando – cosa che non sempre avviene – che avrebbe portato avanti le istante della nostra associazione nella sua legislatura. Un risultato quindi importante e pratico di un lavoro di squadra, svolto dal comitato strategico che - non senza contrasti – aveva studiato e varato il progetto. Come spesso capita, però, i grandi progetti, creano anche i grandi contrasti. Fu proprio in quell’occasione che nel comitato si creò una frattura con alcune persone che non condividevano le scelte della maggioranza. Nonostante avessi speso molto della mia capacità di mediazione, i toni si alzarono e lo scontro portò ad una rottura insanabile. Di questo però non soffrì l’iniziativa, anzi. E il risultato fu clamoroso.
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“CAMBIAMO MARCIA” ARRIVA ZINGARETTI
FEDERLAZIO è anche politica. Non nel senso si diventare un’associazione politica, ma in quello di incidere sulle azioni che la politica stessa va e deve andare ad realizzare. Così al momento dell’ultimo rinnovo della giunta regionale della Regione Lazio, (cosi come d’altronde sempre ha fatto in queste occasioni) di fronte ad un grande possibile cambiamento (che in effetti poi c’è stato) FEDERLAZIO si è posta il problema di incidere sui contenuti e sull’agenda di quella che sarebbe stata la nuova Regione. Come? Non certo tifando per un candidato o per l’altro ma cercando di condizionare, nel momento topico delle decisioni e degli impegni, tutti i candidati. Da qui il “Manifesto FEDERLAZIO” e la campagna mediatica “ Cambiamo Marcia”, un grande progetto guida che intendeva proporre ai candidati, facendogli prendere impegni, cinque punti fondamentali, esemplificati con un pomello del cambio di un’auto a cinque marce. Ossia “etica”, “impresa”, “sussidiarietà”, “partnership” ed “equità” che insieme dovevano significare “sviluppo”. In effetti FEDERLAZIO e le sue imprese si propone come il motore dello sviluppo, chiedendo al pilota, ossia alla politica, di scegliere finalmente di cambiare marcia. Da qui la simbologia del cambio, per consentire al motore delle imprese di girare a pieno regime e far correre più velocemente il Lazio. La campagna ha avuto un grande successo. Si è sviluppata attraverso due elementi portanti: il primo è stato una serie di incontri con tutti i candidati, svolti in diretta televisiva trasmessa sull’emittente Roma1, con il risultato di far prendere impegni pubblici agli stessi. Il secondo, una vera e propria campagna pubblicitaria che ha raggiunto 180 milioni di contatti.
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IL MANIFESTO FEDERLAZIO IN 5 PUNTI
ETICA Ridare senso ai concetti come “dimensione pubblica” e “bene pubblico” per recuperare un’etica della responsabilità che dalla politica si trasmetta alla cittadinanza e alle forze produttive in un comune sforzo. Un circolo virtuoso in cui ognuno sia chiamato a svolgere il suo compito con impegno e coscienza, dando nuovo impulso alla vita economica e sociale del territorio. IMPRESA Fare impresa non è uno status o un privilegio, ma una sfida quotidiana. Occorre che le istituzioni offrano una nuova legittimazione sociale all’impresa, che la riconoscano come motore dello sviluppo economico e luogo in cui imprenditori e lavoratori perseguono il medesimo obiettivo: produrre ricchezza per sé e per la società. SUSSIDIARIETÀ L’imprenditorialità privata offre un apporto fondamentale alle politiche pubbliche in molti settori strategici. Un’azione che l’elevata pressione fiscale e l’eccessiva burocratizzazione rendono difficile in questa congiuntura economica. Occorre quindi operare un cambio di rotta per rinnovare e accrescere questa sinergia pubblico-privata, puntando su una semplificazione delle procedure burocratiche e della legislazione e sull’efficienza della macchina amministrativa.
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PARTNERSHIP I destini di banche e imprese sono indissolubilmente legati. Occorre quindi un nuovo impegno da parte degli istituti di credito per sostenere l’impresa e poter condividere con essa rischi e successi. Solo scommettendo sulle imprese e immettendo liquidità nel circuito economico si potrà dare impulso ad un’azione di rilancio che porterà benefici ad entrambi. EQUITA’ Se vogliamo riavviare un ciclo virtuoso di sviluppo occorre riequilibrare la pressione fiscale spostando sensibilmente il peso della tassazione dalla produzione (lavoro e impresa) alla rendita. Solo così si potranno liberare risorse che da una logica di mera “spending review” possano portare all’avvio di una fase di crescita in campo economico e sociale.
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L’INCONTRO CON MARINO
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uesto importante lavoro di “indirizzo politico” FEDERLAZIO l’ha poi svolto anche nelle elezioni del nuovo sindaco di Roma. In particolare, nell’incontro con il candidato a sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino feci predisporre da tutti i Presidenti delle nostre Categorie un documento con le loro riflessioni e richieste ed una nutrita rappresentanza di imprenditori della nostra associazione lo consegnò al futuro Sindaco. D’altronde come ebbi a dire al Sindaco: “ e’ inutile porre dei problemi alla Pubblica Amministrazione sugli argomenti che il mondo produttivo ritiene vitali per la crescita economica, se non si propongono le relative soluzioni. Il compito di una Associazione imprenditoriale non si deve fermare alla critica o al pianto ma avere il coraggio e fare lo sforzo, di studiare e proporre progetti che risolvano i problemi individuati. “ Nel documento spiegammo tra gli altri importanti argomenti che occorreva una profonda riforma etica della politica, unita ad un’accurata selezione del ceto dirigente. Quando Marino fu eletto sindaco, organizzammo un secondo incontro nell’ambito del quale consegnammo un documento molto più approfondito, prodotto in collaborazione con i Presidenti di Categoria di FEDERLAZIO che avevano ritenuto fosse importante in quel momento rivolgere al nuovo Sindaco di Roma alcune precise richieste.
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Penso sia interessante leggerne la sintesi:
1. AEROSPAZIO E DIFESA (Presidente Silvio Rossignoli) Il contesto nel quale ci troviamo è caratterizzato, oltre che da problematiche comuni a tutte le PMI, anche dalla scarsa capacità delle imprese di ottenere ascolto dalle istituzioni pubbliche. Un migliore ascolto potrebbe portare benefici a entrambi i soggetti (PA e PMI). Per quanto riguarda le PMI, riuscirebbe ad evidenziare la loro capacità innovativa e le tecnologie utilizzate. Quanto alla PA, essa potrebbe trovare soluzioni efficienti alle proprie necessità. Questo, ad esempio, è quanto sta accadendo con una rete di imprese promossa dalla FEDERLAZIO, che sta sviluppando per la Regione Lazio un nano satellite per scopi scientifici, in particolare per il rilevamento ambientale. La capacità delle PMI del settore Aerospazio e Difesa di trovare soluzioni a specifiche problematiche della PA è enorme e tutta da esplorare. Anzi, a
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questo riguardo sarebbe assolutamente auspicabile aprire un tavolo di confronto tra attore pubblico e imprese private su varie tematiche e in particolare sull’utilizzo delle competenze delle PMI nel settore ambiente. Le competenze attualmente disponibili su questo terreno infatti sono tali da soddisfare il requisito più stringente in molti settori applicativi. Oltre a questo, le imprese del settore esprimono il loro forte interesse alla possibilità che si realizzi nella nostra comunità un Museo per la Scienza e la Tecnologia, che serva di sprone alle future generazioni per apprezzare l’importanza di Roma non solo per la sua magnifica storia, ma anche per il futuro che essa sarà in grado di assicurare loro. 2. AMBIENTE (Presidente Bruno Landi) FEDERLAZIO rappresenta gli imprenditori più rilevanti nel settore del trattamento finale dei rifiuti solidi urbani a Roma e nel Lazio e si colloca in una posizione fortemente costruttiva e propositiva per la soluzione della “crisi romana”. Per tale ragione è interessata ad una transizione positiva dal precedente sistema fondato sulla centralità della discarica di Malagrotta, ormai in fase di definitivo esaurimento, ad una nuova fase fondata, sulla base delle direttive comunitarie, nazionali e regionali, sullo sviluppo della raccolta differenziata “porta a porta”, sul recupero e riciclo dei materiali con lo sviluppo della connessa impiantistica dedicata, sulla realizzazione di TMB e impianti di termovalorizzazione in misura adeguata agli obiettivi programmatici, su almeno una discarica di servizio ancora da individuare. In pari misura FEDERLAZIO auspica che la transizione avvenga sulla base di una forte collaborazione fra parte pubblica e impresa privata, tra le Istituzioni interessate e gli operatori del settore. Nessuna esasperazione ideologica e, invece, concretezza, competenza ed esperienza nelle scelte. Le criticità della transizione dal vecchio al nuovo sistema riguardano i seguenti punti: 1. Lo sviluppo della raccolta differenziata “porta a porta” deve riguarda-
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re, in tempi brevi, tutti i Municipi di Roma Capitale. Data la complessità del sistema, è opportuno che la dimensione ottimale della operatività sia quella delle singole municipalità. Ciò richiede un decentramento (in senso municipale) strutturale e funzionale di AMA Spa e una rapida riorganizzazione della medesima mediante un progetto elaborato da soggetti competenti e specializzati sulla base di una attenta analisi e conoscenza della realtà. In tale contesto sarebbe molto importante un sostegno specifico (in aggiunta a quello “istituzionale” degli operatori dell’AMA Spa) offerto ai singoli condomini e alle famiglie in modo che il passaggio alla raccolta differenziata “porta a porta” segni anche un’evoluzione culturale per le famiglie e per i cittadini romani. Il sostegno potrebbe essere affidato ad una task force di mille giovani, opportunamente preparati, fortemente motivati sui valori della tutela dell’ambiente e ripartiti tra i municipi della città per un periodo minimo di sei mesi. La loro presenza attiva potrebbe rendere più agevole - per le famiglie e per i condomini - la preselezione domestica dei rifiuti e il corretto conferimento dei medesimi secondo le rispettive classifiche merceologiche. 2. Il materiale raccolto differenziatamene deve essere però canalizzato verso impianti di recupero e di riciclo dei materiali. Il numero di tali impianti di recupero, soprattutto per quanto concerne la frazione organica da cui derivare un compost di qualità, è tuttora largamente insufficiente. Le Istituzioni interessate (piuttosto che mirare al finanziamento completo di impianti pubblici in vista di una gestione anch’essa pubblica) potrebbero intervenire con contributi in conto capitale e in conto interessi per la realizzazione degli impianti necessari da parte di privati imprenditori esperti, competenti ed interessati e di nuovi e giovani imprenditori singoli o eventualmente riuniti in cooperative Ciò consentirebbe di mettere a confronto sul mercato le migliori offerte e di programmare servizi a costi concorrenziali. 3. Un altro asse fondamentale e irrinunciabile del sistema che si va a costruire è l’insieme degli impianti TMB (trattamento meccanico biologico) che deve essere completato in ambito romano con un quinto impianto, a meno che, nella prospettiva dello sviluppo della raccolta differenziata, non si vogliano considerare i costruendi TMB di Aprilia e di Guidonia come elementi ausiliari di sostegno del “sistema Roma”.
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4. Tuttavia, secondo la valutazione di FEDERLAZIO, il sistema non può funzionare in sicurezza se non si realizza, secondo quanto previsto dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, il segmento della termovalorizzazione con il completamento del gassificatore di Malagrotta mediante la costruzione delle due linee mancanti e con la realizzazione del polo di termovalorizzazione di Albano Laziale. La valorizzazione energetica del CSS (combustibile solido secondario) non può essere messa a rischio da pregiudiziali ideologiche, anzi deve essere confermata come una opzione importante del nuovo sistema. Tali realizzazioni presuppongono comunque il supporto efficace del sistema finanziario e bancario con l’appoggio delle Istituzioni interessate (Regione Lazio e Comune di Roma). 5. Per le stesse ragioni di sicurezza è impossibile ritenere che il nuovo sistema possa risultare affidabile se si continua a rinviare la scelta (con relativa localizzazione) di una nuova discarica di servizio per lo smaltimento dei residui di lavorazione degli impianti già operativi e/o programmati. In assenza di tale decisione, è facile prevedere che l’attuale fase transitoria di trasferimento dei residui di lavorazione presso impianti di smaltimento o trattamento finale siti nelle regioni settentrionali del Paese, rischia di trasformarsi in soluzione definitiva, inaccettabile sul piano politico/ istituzionale (in quanto fondata sulla fuga dalle responsabilità degli Enti territoriali) e intollerabilmente costosa per i cittadini romani. Già adesso, l’AMA Spa è in endemico ritardo nel pagamento dei servizi resi dagli impianti di trattamento di Albano Laziale e Viterbo, dai trasportatori dei residui di lavorazione e dalle discariche di servizio. In particolare le società impiantistiche hanno già provveduto a significative anticipazioni a favore dei sub fornitori e quindi il sistema transitoriamente messo in essere dal Commissario Sottile si basa sulla disponibilità delle medesime a svolgere la funzione di banche anticipatrici. 6. Sullo sfondo dei temi sopra elencati assume un particolare rilievo critico l’endemico ritardo nei pagamenti alle imprese da noi rappresentate da parte del Comune di Roma e, per esso, di AMA Spa. La situazione pone le nostre imprese nella condizione di banche finanziatrici della stessa AMA Spa, dovendo le medesime anticipare nei termini previsti dagli accordi contrattuali i pagamenti ai sub fornitori di beni e servizi.
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7. Egualmente si riscontrano ritardi nella determinazione delle tariffe definitive di esercizio degli impianti TMB. Il tema, anche se di competenza istituzionale della Regione Lazio, può vedere un’azione positiva del Comune di Roma diretta a dirimerlo. Nota: Laddove richiesto potremmo consegnare all’Amministrazione l’opuscolo elaborato da FEDERLAZIO Ambiente nel 2010 a commento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, con l’indicazione dei necessari interventi impiantistici e degli importi dei relativi investimenti. 3. EDILE (Presidente Antonio D’Onofrio) LAVORI PUBBLICI Dall’anno 2006 (entrata in vigore del D. Lgs 163/2006) si è assistito ad un proliferare di norme e disposizioni regolamentari estremamente eterogenee e non coerenti (in alcuni casi addirittura contrastanti tra loro), poi molto spesso bypassate da legislazioni emergenziali che hanno causato la totale chiusura del mercato dei lavori pubblici. Il settore normativo riguardante gli appalti pubblici è di difficile gestione sia da parte delle stazioni appaltanti sia dalle imprese, in quanto la maggior parte delle norme risulta essere redatta non su reali esigenze del settore nel nostro paese, ma quale recepimento di norme comunitarie, che però non riescono a rappresentare e soprattutto a facilitare l’affidamento e l’esecuzione delle gare di appalto sul territorio nazionale e regionale. E’ di recente pubblicazione una raccomandazione della Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici che segnala al Governo la necessità di un riordino regolamentare, in quanto l’attuale quadro normativo non risulta più adeguato alle attuali condizioni del mercato. Molti articoli di legge o di regolamento non sono chiari e spesso il Codice degli Appalti è in contrasto con le disposizioni del Regolamento e delle varie modifiche volute dai Governi che si stanno susseguendo nella conduzione politica del Paese. Non è inoltre ulteriormente rinviabile una riflessione che porti ad una netta inversione di rotta sui criteri, sulle modalità di aggiudicazione degli appalti e sulle forniture di beni e servizi da parte dell’Amministrazione.
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Complice anche la destrutturazione della normativa nazionale in materia, in questi anni abbiamo assistito a: stravolgimento dei criteri di concorrenza e di mercato; • affidamento di opere e servizi avvenuti spesso senza pubblicazione di bandi pubblici ed ancora più spesso, quando pubblicati, anomali; • procedure e criteri di aggiudicazione spesso tesi non ad individuare il miglior contraente, ma tesi ad individuare “il” contraente; applicazione di criteri di aggiudicazione distorsivi; • mercati chiusi; • affidamenti in house e spesso proroghe su proroghe di precedenti affidamenti. Ed il fatto che tale modus operandi provenisse già, in parte, dalla precedente Amministrazione, non è certamente una giustificazione a quanto accaduto nell’ultimo quinquennio. Sul tema deve essere operata una decisa ed immediata inversione di rotta. Non è pensabile che Amministratori espressi dal territorio ipotizzino bandi di gara nei quali vengono accorpati lavori e servizi che diventano di dimensioni tali da non poter consentire la partecipazione delle aziende del territorio stesso che, pur disponendo della capacità produttiva, non sono in possesso dei requisiti di partecipazione. E la giustificazione addotta, ovvero che l’accorpamento possa produrre economie di scala, non è assolutamente attendibile, anche alla luce dei consuntivi che oggi si possono fare di precedenti esperienze. Questo modo di fare ha creato e crea dei soggetti monopolisti in alcuni mercati che poi l’Amministrazione non risulta più in grado di controllare. Crea altresì il danno statistico di far emigrare in altre regioni, se non addirittura in altri Stati, la quota di PIL prodotta sul territorio di Roma. E’ evidente che prima di ciò è indispensabile reperire quante più risorse pubbliche possibili. Per fare ciò bisogna avviare un concreto ed importante contenimento della spesa pubblica improduttiva, nonché una rapida alienazione del patrimonio pubblico non strategico. In un momento di totale contrazione della spesa pubblica, bisogna altresì puntare non già su grandi iniziative che hanno lunghi tempi di attuazione e scarsi ri-
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torni in termini occupazionali, ma su una capillarità diffusa di piccoli e medi interventi di manutenzione della città, che generano economia ed un più importante moltiplicatore occupazionale. Le ragioni degli impedimenti all’accesso al mercato e quindi la limitazione alla partecipazione alle gare di appalto (che sono, come detto, fattori aggravanti la crisi in essere) sono molteplici. Tra di essi segnaliamo: • l’eccessivo numero e la mancanza di professionalità delle stazioni appaltanti, che non applicano criteri di trasparenza e pubblicità nell’espletamento delle procedure di gara: l’Amministrazione Centrale nelle sue articolazioni, i Municipi, le società e le agenzie partecipate e/o controllate etc. • la presenza di bandi di gara estremamente eterogenei tra di loro, che inducono ad errori o a forti difficoltà nella preparazione delle offerte da parte delle imprese; • l’iperregolamentazione non coordinata del settore, col proliferare di norme oramai incontrollabile; • i criteri di aggiudicazione, con la prevalenza del criterio della Offerta Economicamente più Vantaggiosa (O.E.P.V.), che risulta essere estremamente discrezionale e che comporta una pressoché totale chiusura del mercato a scapito di pochi eletti. Alla luce di quanto appena esposto, l’attuale crisi di lavoro che tocca il settore delle opere pubbliche può (e deve) essere attenuata: • riducendo fortemente o, laddove possibile, eliminando i criteri di aggiudicazione basati su criteri soggettivi da parte delle S.A.; • aprendo nuovamente il mercato al mondo delle imprese, con l’applicazione di criteri di massima trasparenza nella pubblicazione dei bandi di gara e nella loro aggiudicazione; • creando una stazione unica appaltante centralizzata, che operi con criteri di trasparenza, uniformità, coerenza e con l’unico obiettivo della massima apertura del mercato. Su questi temi, che il mondo imprenditoriale ritiene cruciali per il corretto ripristino di legittime condizioni di mercato, si propone: • la costituzione di una Commissione di programmazione mista (Regione
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Lazio– Rappresentanze imprenditoriali), che in tempi brevissimi determini criteri comportamentali ai quali dovranno adeguarsi sia l’Amministrazione centrale, sia le Amministrazioni decentrate, sia la galassia delle società ed Enti partecipati; • il rilancio del ruolo dell’esistente Osservatorio sui lavori pubblici (non più utilizzato), che potrà essere il garante del rispetto delle regole individuate.
4. URBANISTICA Per quanto riguarda le iniziative legate all’urbanistica e all’edilizia privata, indichiamo di seguito quelle che sono, a nostro avviso, le principali criticità con l’elenco puntuale dei temi sui quali si dovrebbe intervenire: Piano Regolatore Generale attuazione e salvaguardia delle iniziative urbanistiche previste e delle scelte già effettuate (compensazioni); • • • • • • • •
attuazione programmi di recupero urbano di cui all’art. 11 Legge 493/93; revisione delle procedure attuative dei Programmi Integrati; incentivazione interventi di sostituzione edilizia; attivazione delle centralità e definizione delle modalità attuative; rigenerazione delle aree dismesse; riapposizione vincoli/cessione compensativa; attuazione mediante progetti di finanza; utilizzo fondi comunitari per progetti di riqualificazione del territorio.
Housing Sociale a) Programmazione e pianificazione urbanistica • individuazione del fabbisogno; • reperimento di aree a basso costo; • densificazione dei vecchi piani di zona e di eventuali altri ambiti territoriali nella “disponibilità” della pubblica amministrazione, anche attraverso specifici piani di recupero;
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• fondi immobiliari /cassa depositi e prestiti / sistema creditizio; • fondo di garanzia per gli acquirenti. b) Edilizia residenziale pubblica • Attuazione bando Dgrl 355/2004 • completamento della manovra di acquisizione delle aree e di assegnazione delle stesse agli operatori; • corrispettivo della cessione del diritto di superficie; • verifica della necessità di apportare le varianti urbanistiche necessarie al fine di tenere conto delle problematiche di natura ambientale e comunque elle criticità oggettive (es. tralicci) che rendono non trasformabili le aree; • rivisitazione degli schemi di convenzione approvati con delibera di A.C. 7/2013. Programmi pregressi in corso di attuazione • • •
definizione delle problematiche in atto, relativa alla questione dei prezzi massimi di cessione e delle migliorie; completamento opere di urbanizzazione; presa in consegna delle opere pubbliche realizzate.
Attuazione Edilizia Privata •
•
•
rivisitazione della delibera 84/2009 per introdurre semplificazioni procedurali e chiarire percorsi amministrativi con individuazione dei responsabili amministrativi; proroga della disciplina transitoria introdotta con la delibera A.C. 70/2011, recante misure anticrisi che, secondo quanto attualmente previsto, ha come scadenza il 22 novembre; integrazione della convenzione urbanistica con la disciplina dell’esecuzione diretta delle opere di urbanizzazione primaria, sotto soglia, secondo quanto previsto dall’art. 16 comma 2 del DPR 380/2001.
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Piano Casa Regionale • •
attuazione dei programmi di cui all’art. 3ter (cambi destinazione d’uso) alla luce della recente approvazione della Giunta Regionale; direttive agli uffici per il completamento delle procedure sulle iniziative presentate.
5. EDITORIA (Presidente Enrico Iacometti) Roma rappresenta per l’editoria un luogo di eccellenza, sia per la qualità che per il numero degli editori presenti. E’ di gran lunga la città con il maggior numero di aziende editoriali librarie. Nel 2011, ultimo censimento disponibile, erano presenti in città 371 case editrici, che rappresentavano il 16,6% delle aziende editoriali librarie nazionali ed il 15% dei titoli prodotti in Italia. Ma già allora la situazione denunciava alcune difficoltà: basti pensare che nel 2007 le aziende editoriali librarie della Capitale raggiungevano il numero 436 unità. In passato il Comune di Roma aveva favorito le aziende locali del settore, organizzando assieme alla FEDERLAZIO importanti mostre editoriali dedicate all’editoria (a Piazza del Popolo, a Piazza Navona, a Villa Borghese). Negli ultimi due anni purtroppo queste iniziative non state più promosse, a causa delle difficoltà finanziarie del Comune. E’ da ricordare, inoltre, che sono anche diminuite le disponibilità finanziarie del Consorzio Comunale delle Biblioteche per l’acquisto di libri. Le nostre richieste urgenti per aiutare il settore potrebbero essere le seguenti: 1. Potenziamento della disponibilità finanziaria del Consorzio Comunale delle Biblioteche, con uno specifico impegno a destinare il 30% del totale degli acquisti agli editori romani. Questo tipo di intervento già si fa in altre città come Torino e Napoli. 2. Nell’ambito dell’analisi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare del Comune, individuare e prevedere la realizzazione di un centro riservato agli editori della città, per promozione, esposizione, vendita e formazione professionale. Si potrebbe, a tale scopo, pensare ad una forma di comodato d’uso pluriennale.
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Siamo convinti che, pur rimanendo dentro il quadro delle compatibilità finanziarie del Comune, entrambe le richieste potrebbero essere facilmente e rapidamente accolte e messe in campo. 6. ENERGIA (Presidente Paolo Abbondanza) I problemi del settore si sono acuiti a seguito dell’esaurirsi degli incentivi statali. Quello di cui le imprese del settore avrebbero bisogno, ad esempio, è di un intervento dell’amministrazione comunale volta a sviluppare l’intero comparto energetico, attraverso un’azione di efficientamento intanto degli immobili di proprietà comunale, ovvero scuole, municipi, uffici vari, ecc. Un altro intervento dovrebbe riguardare l’ambito della mobilità, pubblica e privata. E’ evidente che con il diffondersi progressivo dei motori elettrici, sorge il problema di dotarsi di una rete di punti di rifornimento (ovvero di ricarica delle batterie) per non creare un imbuto che potrebbe spegnere sul nascere quella stessa diffusione. Occorre dunque accompagnare questo processo attraverso, ad esempio, l’emanazione di bandi di gara per la costruzione di parcheggi pubblici dotati di coperture fotovoltaiche (ad esempio i nodi di scambio con le stazioni ferroviarie e della metropolitana). Ma per fare questi interventi è indispensabile inserire nei bandi di gara nuove forme di incentivazione per le imprese. Uno strumento potrebbe essere, ad esempio, quello di utilizzare lo strumento del project financing, che consenta al soggetto pubblico di recuperare l’investimento mediante il rilascio di concessioni sia direttamente, ossia sull’opera realizzata, sia indirettamente, ossia con la messa a disposizione di cubature per realizzare edilizia privata. 7. ESTRATTIVO (Presidente Egidio Michetti) Nel corso degli ultimi anni il settore estrattivo è stato colpito da una crisi profonda, determinata, oltre che dalla generale congiuntura economica e dalla contrazione della domanda di inerti in conseguenza della crisi del settore edile,
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anche dall’utilizzo di risorse minerarie provenienti da siti non autorizzati a seguito di operazioni di cd. miglioramento fondiario. E’ noto che, nell’esecuzione dei lavori pubblici e privati, sono frequentemente utilizzati materiali di scarsa qualità o acquisiti a basso costo da cave o produttori abusivi, che non subiscono i costi necessari per la regolarizzazione delle rispettive attività. Per l’esercizio legittimo di cave, un’impresa è obbligata a sostenere oneri ingenti: •
sia nella fase preliminare di progettazione ed assistenza al procedimento amministrativo per ottenere il rilascio dell’autorizzazione;
•
sia nella fase di gestione, per assicurare il rispetto delle norme di polizia mineraria e di sicurezza, nonché per corrispondere al Comune il contributo per il recupero ambientale previsto dalla recente L.R. Lazio n. 17/2004;
•
sia nella fase di cessazione dell’attività, essendo tenuta al recupero dell’area interessata dall’attività estrattiva, assistita da garanzie fideiussorie.
Molti progetti edili, anche di ingenti dimensioni, sono stati realizzati con i materiali provenienti da corpose attività di sbancamento e livellamento dei terreni, realizzate mediante una semplice denuncia di inizio attività, senza oneri e senza controlli. Al contrario, le attività estrattive si sono trovate nell’impossibilità di procedere al recupero delle cave dismesse con terre e rocce da scavo di provenienza esterna, in quanto su tali attività, pur se debitamente autorizzate, sono intervenuti gli ostacoli dettati dalla novella legislativa che ha introdotto l’obbligo, sia per le imprese che intendano riutilizzare i materiali scavati destinandoli a tali riempimenti piuttosto che alla discarica, sia per le imprese titolari di progetti di recupero, di acquisire il parere dell’ARPA o la VIA. La situazione che si è venuta a creare è paradossale, in quanto le imprese estrattive legittimamente esercitate subiscono impotenti la concorrenza sleale di operatori privi di scrupoli. La stessa collettività subisce un danno dalla situazione descritta, poiché viene privata:
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•
sia del contributo ambientale previsto dalla LR n. 17/2004 in misura percentuale sul materiale utile estratto e versato annualmente dalle imprese estrattive;
•
sia delle garanzie procedimentali a tutela dell’assetto del territorio e dell’ambiente;
•
sia delle garanzie di veder recuperata l’area al termine del processo estrattivo.
Le attività svolte abusivamente hanno assunto proporzioni al di fuori di ogni controllo ed interessano persino la realizzazione di opere pubbliche. Proprio nei giorni scorsi, ad esempio, è stato dato risalto sui giornali all’esposto presentato alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, con il quale si denunciava l’uso di materiali provenienti da siti non autorizzati nella realizzazione dei lavori del Porto. La soluzione, già proposta in sede legislativa, è quella di identificare i siti di produzione dei materiali utilizzati nella realizzazione degli appalti di lavori. La proposta che di seguito presentiamo intende perseguire questo risultato. Le prescrizioni sono pensate per i capitolati di opere pubbliche, ma possono essere agevolmente adeguate per essere applicabili a tutti gli interventi edilizi. La proposta potrebbe essere recepita in un Regolamento comunale, per essere applicata a tutti i capitolati di appalto: “In fase di progettazione di lavori pubblici o di pubblica utilità realizzati dai soggetti di cui all’alt. 3, comma 29, del D. Lgs. 12.4.2006, n. 163, il progettista o il funzionario competente dovrà verificare la presenza e disponibilità di cave, impianti di produzione e impianti di recupero di rifiuti inerti, regolarmente autorizzati, nell’area interessata dall’intervento. …Nei capitolati di appalto di lavori pubblici o di pubblica utilità, ancorché realizzati da soggetti di cui all’art. 3, comma 29, del D. Lgs. 12.4.2006, n. 163, dovrà essere inserito l’obbligo per l’appaltatore di allegare ad ogni stato di avanzamento lavori, oltre all’attestato di conformità dei prodotti da costruzione, una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, redatta dall’appaltatore e/o dal fabbricante dei prodotti da costruzione ai sensi — 87 —
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del D.P.R. 445/2000, attestante la quantità e qualità di materiali estrattivi che compongono i prodotti utilizzati, la loro provenienza da attività estrattive legittimamente in esercizio, l’impresa estrattiva e l’ubicazione dell’attività estrattiva. In difetto di tale dichiarazione, il Committente non potrà emettere certificati di pagamento di rate in acconto o a saldo. ...Il direttore dei lavori, il committente ed ogni altra autorità competente, ivi compresa l’Autorità di Polizia mineraria, potranno verificare in qualsiasi momento la conformità di quanto dichiarato, anche mediante controlli sul cantiere, presso il fabbricante dei prodotti o presso l’impresa estrattiva. …Prima dell’inizio dei lavori, l’appaltatore deve indicare il luogo dal quale il materiale proviene ed allegare una dichiarazione di disponibilità del fornitore ad eseguire la somministrazione dei materiali per l’intero appalto, accompagnata da attestazione dell’amministrazione concedente, ovvero da copia autentica dell’autorizzazione, rilasciata al fornitore per l’estrazione dei materiali e la loro eventuale lavorazione, nonché da eventuali licenze di fabbricazione e vendita nel caso di materiali composti o coperti da brevetto. E’ facoltà del direttore dei lavori richiedere ulteriori documenti attestanti la legittimità della provenienza dei materiali. ...Nel corso dei lavori, l’appaltatore deve documentare la provenienza dei materiali al direttore dei lavori mediante 1’esibizione delle relative bolle di accompagnamento emesse dal fornitore e sottoscritte dall’appaltatore per la quantità corrispondente al materiale effettivamente impiegato. ...In ogni caso, l’accettazione dei materiali non è definitiva se non dopo che siano stati posti in opera. Il direttore dei lavori può rifiutare in qualunque momento quelli che fossero deperiti, anche dopo la loro introduzione in cantiere, o che, per qualsiasi causa, non fossero conformi alle condizioni del contratto e del presente articolo, o per i quali non sia stata prodotta la documentazione sopra richiesta. …L’appaltatore non può sostituire i luoghi di provenienza dei materiali o i relativi fornitori senza l’assenso scritto del direttore dei lavori. In ogni caso, deve essere assicurata la stessa, o superiore, qualità dei materiali e la legittimità della loro provenienza e devono essere assolti gli obblighi di presentare la documentazione prevista dal presente articolo.”
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8. METALMECCANICO (Presidente Elisabetta Cartoni) Per quanto riguarda il settore metalmeccanico, si possono segnalare le seguenti criticità: Mancanza di sinergia Molte PMI operano esclusivamente nel proprio microcosmo e sono culturalmente poco propense a sviluppare forme di collaborazione tra di loro. Per modificare questo atteggiamento occorre che l’Amministrazione comunale, per quello che è nelle sue possibilità e competenze istituzionali, metta in campo azioni e iniziative volte a favorire l’aggregazione delle imprese, rendendo vantaggioso per la singola impresa l’utilizzo degli strumenti di aggregazione esistenti – reti, distretti, consorzi – sull’esempio di quanto avviene, ad esempio, in Spagna (Catalogna), Francia (Val de Loire), Germania (Baviera). Internazionalizzazione Mediamente gli imprenditori metalmeccanici laziali sono poco rivolti all’estero per diversi motivi, sia strutturali che culturali. In questo senso le istituzioni, a qualsiasi livello, debbono intensificare tutte quelle iniziative rivolte al superamento di questo gap, dalla formazione linguistica, alla diffusione della conoscenza dei mercati internazionali, al sostegno alle missioni imprenditoriali all’estero. Ritardo dei pagamenti questo problema si è acuito nel corso degli ultimi anni e ha rappresentato uno dei principali fattori di crisi delle imprese. Se la PA non onora i debiti, le imprese, disperate, falliscono o si indebitano oltre misura. I provvedimenti varati dal governo in questa direzione purtroppo costituiscono ancora una goccia nel mare e anzi, in molti casi quella goccia ancora non è arrivata alle imprese che ne hanno diritto, a causa della lentezza dell’apparato burocratico o della farraginosità delle procedure previste. Le quali a volte, anziché facilitare, hanno reso complicato l’incasso del dovuto da parte delle imprese creditrici.
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Anche per la soluzione di questo problema, ci aspettiamo dall’amministrazione di Roma Capitale e da tutte le società comunali uno sforzo ulteriore, perché ne va della sopravvivenza del tessuto imprenditoriale locale. 9. ORTHOPROTESICO (Presidente Alessandro Casinelli) Tra le esigenze che in questo momento gli operatori del settore Orthoprotesico nella loro specificità maggiormente avvertono, al di là di quelle di carattere generale che interessano trasversalmente l’intero mondo della PMI, ve ne sono due che meritano una particolare attenzione: 1. La prima riguarda gli accessi alla Ztl per i mezzi di quelle aziende che hanno pazienti in quelle aree. Attualmente per l’accesso bisogna pagare un importo di circa 600 euro per ciascun mezzo. Se consideriamo che ogni azienda del settore dispone all’incirca di 15/20 mezzi, parliamo di importi che oscillano tra i 9.000 e i 12.000 euro l’anno. Alla luce della crisi che l’economia sta attraversando e del conseguente ridimensionamento dell’attività, oggi le imprese non sono più nelle condizioni di sostenere questi costi e, se non interverranno dei provvedimenti volti ad alleggerire questi oneri, si vedranno costrette a sospendere il loro servizio nelle aree Ztl, con grave danno per gli utenti i quali, a causa della loro condizioni fisico-sanitarie già soffrono di uno stato di debolezza. 2. Non disgiunto da questo è il problema dei ritardi di pagamento dei debiti di Roma Capitale alle imprese fornitrici, che rende ancor meno sopportabile il costo dei permessi di accesso alle Ztl di cui sopra. Mentre, per converso, contribuirebbe forse a renderlo un po’ più sopportabile almeno una maggiore attenzione da parte delle Istituzioni alle politiche del credito, che al momento purtroppo ancora non vediamo.
10. SALUTE (Direttore Alessandro Ridolfi) Com’è noto, le deleghe in materia strettamente sanitaria attengono al Sindaco solo per aspetti legati all’emergenza e alla sicurezza dei cittadini e non anche per ciò che riguarda l’assetto organizzativo dei presidi sanitari esistenti
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sul territorio, se non in forma meramente consultiva. Tale aspetto, non secondario, limita la consultazione con il primo cittadino anche per vicende, invece, che nei fatti si traducono in problemi reali per il territorio. Si pensi, da ultimo, ai riflessi legati alla crisi di alcune strutture sanitarie accreditate per quanto riguarda l’emergenza occupazionale. Quanto sopra auspicherebbe un maggior coinvolgimento di Roma Capitale nelle deleghe legate ai processi decisionali organizzativi della Regione Lazio in tema di assistenza sanitaria. Allo stato attuale, quello che più preoccupa è lo stallo rilevato nei pagamenti di competenza di Roma Capitale (quota di compartecipazione) per gli ospiti delle RSA del territorio comunale e, fattore non trascurabile, la variabilità della quota diaria di compartecipazione degli stessi. Quanto al primo problema, Roma Capitale non ha finora erogato agli operatori privati accreditati - per tutto il corrente anno 2013 - la propria quota di compartecipazione, ponendo in serio disagio tali strutture, che rischiano addirittura la chiusura. La problematica è da rilevarsi nella mancata corresponsione delle relative somme da parte della Regione Lazio, problema questo che non può riguardare le Strutture che comunque erogano prestazioni. In più, non risulta chiara la definizione della diaria a favore delle Strutture di cui sopra. Infatti, il V Dipartimento di Roma Capitale evidenzia la presenza di diarie di compartecipazione a suo carico variabili di mese in mese, sottolineando l’impossibilità di lavorarle laddove non sia stabilito un valore fisso e costante. L’oscillazione della tariffa diaria di compartecipazione alla quota utente non è un atto discrezionale della Struttura, bensì una ottemperanza al DCA 101/2013, che disciplina i criteri di erogazione e corresponsione economica. I Municipi di residenza dell’ospite definiscono la quota mensile di compartecipazione a carico dell’utente, ma le tariffe imposte dal DCA 101/2013 sono diarie. E’ necessario, quindi, ricondurre tale quota su base giornaliera variando la quota diaria a carico del Comune in funzione del numero dei giorni del mese e non considerandola come valore fisso e costante. E’ auspicabile, pertanto, che Roma Capitale possa al più presto onorare i propri impegni finanziari verso le RSA del territorio e che, contestualmente, possa essere definito un sistema più certo relativo alla contabilizzazione della diaria giornaliera a carico dell’amministrazione comunale.
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11. SERVIZI (Presidente Luigi Campoli) Oggi abbiamo di fronte una nuova grande sfida: utilizzare al meglio i fondi strutturali 2014-2020 e i fondi nazionali e regionali che saranno messi in campo con il cofinanziamento. L’opportunità c’è: creare un sistema stabile e duraturo di raccolta ed elaborazione dati, relativi ai singoli territori, che siano concretamente serventi alle politiche pubbliche e alle politiche imprenditoriali per creare uno sviluppo sociale, economico ed occupazionale lungimirante, consapevole e sostenibile. L’errore fino ad oggi compiuto dalle Amministrazioni che hanno investito in tale ambito è stato quello di creare infrastrutture di dati “inseguendo i dati” ed attivando strutture organizzative mastodontiche, deputate alle rilevazioni delle informazioni e dedicate all’immissione di dati in piattaforma, distogliendo, tra l’altro, le risorse umane dal lavoro reale ed incorrendo nei limiti intrinseci di un approccio di questo tipo, quali rischi di duplicazioni, errori di digitazione, interpretazioni soggettive, etc. FEDERLAZIO con le PMI del Lazio stanno applicando all’intero ambito dell’associazione una nuova piattaforma che applica un nuovo paradigma, che invece propone dati quali “guida” dei processi, essendo essi validati ex ante, incapsulati in procedure standard ed utilizzati dal territorio alimentando contestualmente la piattaforma. L’approccio da seguire è, in pratica, quello del “Data Driven” che abbiamo chiamato RDD (Rome Data Driven), il quale è in grado di cambiare radicalmente l’impostazione delle politiche e le condizioni di sviluppo delle nostre società e delle nostre economie, in quanto non sono i dati a dover essere ricercati e caricati sul sistema, ma sono gli stessi ad entrarvi in maniera oggettiva ed automatica. Siccome “si può gestire e governare solo ciò che si può misurare”, il sistema RDD è in grado di fornire dati qualitativi e quantitativi in una forma standardizzata, di elaborarli e di auto apprendere nel tempo. Non ci sarà più bisogno di rincorrere i dati, di raccoglierli, ridigitarli per l’immissione in un sistema, classificarli secondo forzate interpretazioni ed aggiornarli in maniera continuativa per non perdere l’utilità dell’informazione. Saranno gli operatori istituzionali ed economici a gestire i processi gestionali, utilizzando direttamente la piattaforma, senza particolari sforzi né investimenti, e ad alimentare in maniera oggettiva ed automatica il sistema dei dati di cui gli utenti hanno bisogno.
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In altre parole, si tratta di sviluppare un’infrastruttura centralizzata, in grado di generare, ospitare, integrare e supportare sistemi finalizzati alla gestione intelligente di qualunque processo, per aziende pubbliche e private, ed in qualunque settore, fornendo servizi in “SaaS” (Software as a Service) in agricoltura, nell’industria, nei beni culturali, nel turismo e nel mondo dell’accoglienza, nella sanità, nella formazione, nel lavoro e in tanti altri settori. Uno dei principali punti di forza sarà l’impatto quantitativo e qualitativo sull’occupazione. Grazie alla piattaforma RDD sarà possibile raggiungere con facilità il miglioramento dell’efficienza e della qualità della produzione di un gran numero di PMI, tramite investimenti contenuti, accuratamente mirati al territorio e finanziabili con i fondi strutturali. Tali investimenti avranno ad oggetto l’introduzione di protocolli di produzione di alta qualità, anche in piccole imprese, da sviluppare in collaborazione con università e istituti di ricerca avanzata, per soddisfare i volumi richiesti dai mercati, attingendo alla leva della formazione per far diventare il progetto una realtà di massa, immediatamente attivabile sui territori. Un altro straordinario punto di forza è quello di consentire alle P.A. di possedere, gestire e controllare, in maniera simultanea, un patrimonio di dati oggettivi ed aggiornati, riferiti ai fenomeni sociali, economici e produttivi riguardanti il proprio territorio. Il che rappresenta una grande leva competitiva per misurare, orientare e sostenere lo sviluppo socio-economico locale. Le fonti di finanziamento sono da individuarsi innanzitutto negli assi dei PON e dei POR della programmazione 2014-2020, destinati al finanziamento delle Infrastrutture e delle Reti, cofinanziati dal FESR, nonché dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e dalle risorse comunitarie e nazionali destinate all’attuazione delle politiche previste per l’Agenda Digitale. L’intervento deve essere programmato identificando nelle Amministrazioni titolari dei Programmi comunitari (PON e POR) i “Soggetti beneficiari” ed “Attuatori”. Le Amministrazioni, in pratica, devono realizzare direttamente l’infrastruttura, anche attraverso intese con altre Amministrazioni che intendono investire in tal senso, sopportandone i costi ed offrendo i conseguenti servizi ai cittadini e alle imprese, a seconda dei “verticali” applicativi che si intenderanno sviluppare ed attivare nei corrispondenti territori.
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12. TESSILE-MODA-ABBIGLIAMENTO (Presidente Fabiana Balestra) Tante realtà di PMI del settore tessile-abbigliamento oggi stanno purtroppo cessando l’attività per la profonda crisi che sta attraversando il nostro paese e il nostro territorio. Con la chiusura di queste aziende verrà a mancare il know how che è il patrimonio di una nazione e, insieme con esso, anche la manodopera specializzata. Gli interventi ai quali i governi dovranno mettere mano prioritariamente per invertire questa tendenza sono: • • •
un migliore accesso del credito; una diminuzione della pressione fiscale; l’istituzione di scuole specializzate con laboratori per artigiani del settore come sarte e ricamatrici. Si sono create troppe scuole per stilisti, che non consentiranno mai ai giovani di avere sbocchi sufficienti, mentre insegnando questi preziosi mestieri in via di sparizione, si potrà da un lato aprire loro un futuro professionale e dall’altro si consentirà che questo patrimonio di conoscenze e di capacità non venga perduto per sempre. Occorre poi intervenire per eliminare il fenomeno dell’ambulantato, anche quello che dispone di permessi comunali. Queste figure infatti dispongono la loro merce davanti alle vetrine dei negozi, che naturalmente pagano avviamenti, affitti, tasse, personale ecc., e con i falsi danneggiano gravemente il settore moda. Alta Roma è un istituzione che da qualche anno, con la Presidenza di Silvia Venturini Fendi, ha dato un grosso impulso alla moda romana ed ai giovani, portando compratori stranieri, stampa estera e al contempo lustro alla città di Roma. La moda è una voce molto importante per l’economia della città ed è un settore che dà lavoro a numerose, piccole realtà imprenditoriali e artigianali locali. Infine, va ricordato che promuovendo lo sviluppo del settore moda, si determinano vantaggi per tutta la filiera, ivi compreso il settore turistico/alberghiero.
13. TRASPORTI (Presidente Luciano Cianfrocca) Inquinamento atmosferico e acustico, congestione, occupazione del territo-
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rio, deterioramento continuo del manto stradale e del patrimonio artistico-culturale, sono solo gli effetti più evidenti che il nostro sistema di trasporto obsoleto, inefficiente e irrazionale causa alle nostre città. Queste problematiche, che in una città come Roma si moltiplicano esponenzialmente, rendono la città invivibile, peggiorando la qualità della vita e generando una serie di costi di inefficienza e di manutenzione, che vanno a gravare sui bilanci pubblici e di conseguenza sulle tasche del cittadino. Il valore complessivo dei costi esterni prodotti sul territorio – cioè dei costi che rimangono a carico della collettività generati dal trasporto terrestre e relativi ad inquinamento acustico ed atmosferico per emissioni, incidentalità, usura strade ecc., calcolati secondo i parametri fissati dalla UE e riportati nelle tabelle allegate ai programmi “Marco Polo” – si attestano intorno a 0,035 /ton/Km, con una tendenza al rialzo a causa dell’aumento del trasporto su gomma, che in Italia è in controtendenza rispetto a gran parte dell’Europa. Questo incide fortemente sul servizio offerto dalle aziende di trasporto, generando una serie di inefficienze, quali l’aumento dei lead time di consegna, l’usura dei mezzi, l’aumento del consumo di carburante, dei tempi di attesa per lo scarico e la presa in consegna delle merci. Tutto ciò si traduce immediatamente in un forte incremento dei costi e conseguentemente in una riduzione dei margini di guadagno in un settore peraltro sempre più penalizzato dalla situazione economica generale e dalle scelte sbagliate di alcuni dei nostri manager locali. La proposta che vorremmo sottoporre all’attenzione pubblica e che vorremmo provare a concretizzare con il supporto delle realtà locali e delle Istituzioni è la realizzazione non di un semplice hub periferico – soluzione che nel lungo periodo sposterebbe solo il problema dell’inquinamento dal centro della città alle aree periferiche – ma di una rete di mini-hub strettamente interconnessi tra di loro collocati intorno alla città. Questo permetterebbe di ottenere un notevole vantaggio competitivo, grazie all’utilizzo delle stesse teorie di traffic management a supporto di un’unica control tower operativa, coadiuvata a sua volta da sistemi di mapping e routing sviluppati ad hoc, che tengano conto delle peculiarità e particolarità della città. Insomma un cervello unico che coordini tutte le attività di trasporto, razionalizzando gli ingressi in città grazie anche ad una maggiore capacità di fare massa critica.
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Un sistema di questo tipo, così fortemente interconnesso e razionale, permetterebbe di minimizzare gli spostamenti di mezzi in centro città (e non solo) assegnando ad ogni tratta il miglior mezzo disponibile in termini di costo, tempo, vicinanza, emissioni, tipo di alimentazione (elettrico, GPL, metano) e tutte le caratteristiche necessarie per l’espletamento del servizio. Allo stesso tempo gli hub che circondano la città potranno essere sfruttati dai commercianti per il magazzinaggio delle merci, in una soluzione di sharing degli spazi (sfruttando le diverse stagionalità delle varie merci) che permetterà loro di avere una riduzione dei metri quadri fino ad oggi utilizzati per le proprie attività e, pertanto, una diminuzione immediata del loro costo di esercizio. Questo è un progetto che dovrebbe coinvolgere tutti gli attori della filiera, dal produttore al consumatore, tutti gli addetti ai lavori, le aziende radicate sul territorio e non per ultimo le Istituzioni. In una città come Roma, un progetto di razionalizzazione del trasporto di questo tipo e di questa entità, potrebbe dare all’economia del settore notevoli vantaggi non solo in termini di riduzione dei costi e miglioramento della qualità della vita, ma anche sul piano dell’immagine a livello globale.
14. TURISMO (Presidente Germano Gaudenzi) Turismo e Beni Culturali C’è oggi la diffusa consapevolezza che i Beni Culturali siano un importantissimo asset economico. Il patrimonio culturale di una città deve essere quindi valorizzato in chiave economica per attrarre turisti ed investitori, anche in considerazione del costo necessario per renderlo fruibile, per salvaguardarlo e arricchirlo nel tempo. C’è necessità ed attesa di un radicale cambiamento del modo in cui il sistema pubblico ha sino ad ora amministrato i Beni Culturali: un modo che ha portato musei, siti archeologici e culturali ad una fruibilità ridotta e stanca, senza valore. Occorre quindi migliorare ed ottimizzare la gestione pubblica dei Beni Culturali attraverso una costruttiva collaborazione Pubblico/Privato, per la loro ulteriore valorizzazione in termini di attrazione e fruibilità.
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Ciò non significa “privatizzare” i Beni Culturali ma realizzare nuovi meccanismi che rendano la gestione pubblica più efficiente ed adeguata ad attrarre risorse private e a sviluppare sinergie operative. Ma per ottenere questo, occorre coinvolgere imprese che abbiano notevoli competenze specifiche, siano inserite nella filiera turistica e conoscano bene le dinamiche di questo mercato. E dunque: a. aziende di trasporto passeggeri (ad es. Alitalia, Italo, Freccia Rossa) b. aziende di carte di credito internazionali c. aziende di autonoleggio d. catene alberghiere e di ristorazione e. altri operatori eccellenti della filiera turistica Turismo e Mobilità Il Turismo è indissolubilmente legato al trasporto e alla mobilità. Ritorna dunque la necessità di sviluppare, sia negli aeroporti che nelle grandi stazioni, sinergie di filiera con altre modalità di trasporto passeggeri – tra le quali il car rental, il noleggio di auto anche nella nuova forma di car sharing cittadino – che possono garantire al meglio una mobilità integrata, di facile accesso e di qualità del servizio. Analisi e ricerche recentissime hanno disegnato l’identikit del turista di Roma, evidenziando il potere attrattivo del made in Italy, cioè moda, design, food di qualità, che giocano un ruolo importante nella esperienza di vacanza, unendo in un unicum turistico indissolubile Cultura/Shopping/Food. In quest’ottica acquista ancora più rilevanza la capacità di far fruire appieno (e al meglio) dei Beni Culturali, delle vie della cultura e delle shopping streets. Non solo quindi chiusura parziale di Via dei Fori Imperiali, ma chiusura di tutta l’area storica dei Fori e del Colosseo, al fine di creare un grande ed unitario museo a cielo aperto, anche a pagamento. All’interno della filiera turistica agiscono operatori diversi, con interessi diversi spesso in contrasto tra di loro perché non finalizzati ad un obiettivo comune. Ciascuno difende le proprie posizioni perché manca una visione di insieme strategica e condivisa (vedi hotels e bed&breakfast; taxi, noleggio con autista e car sharing; compagnie aeree, operatori del trasporto di superficie e del trasporto pubblico locale).
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E’ quindi necessario, proprio alla luce della nuova economia e della relazione esistente tra mobilità e ospitalità, creare lobby trasversali alle categorie, capaci di promuovere e testare progetti ben mirati e di sicuro successo (perché derivati dalla armonizzazione delle conoscenze sui diversi settori di business). In questo senso, proponiamo di sostituire la tradizionale e poco utile modalità di confronto tra le diverse categorie, con dei “focus group” che abbiano un obiettivo/progetto ben definito, sul quale i vari operatori possano confrontarsi, per poi arrivare ad una comune convergenza finalizzata al successo del progetto stesso. Con il sindaco c’era anche l’assessore a Roma Produttiva Marta Leonori: fu il primo confronto ufficiale dall’insediamento della giunta sui temi della crisi. FEDERLAZIO, oltre alla dirigenza era presente anche con un’importante rappresentanza di imprenditori dell’Associazione. In quella sede rilevai anche la necessità di affrontare subito alcuni dei temi quali la valorizzazione del turismo, il riordino delle società municipalizzate finalizzato a maggiore efficienza e alla diminuzione dei costi, la tempestività dei pagamenti alle imprese, la semplificazione burocratica e, soprattutto, una nuova politica degli appalti, unitamente ad un diverso approccio alla realizzazione delle opere. Un approccio che non guarda solo ai grandi interventi ma anche e soprattutto ai tanti piccoli e medi interventi immediatamente cantierabili che costituiscono linfa vitale delle PMI del settore. Sul tema della vendita degli immobili da parte del Comune, un nostro storico cavallo di battaglia, il sindaco dichiarò che “a breve sarà portata in giunta comunale una delibera per l’alienazione di una parte del patrimonio per un valore di circa 200 milioni di euro”. Il sindaco Marino, dal canto suo, ha riaffermato come tra le priorità dell’azione di giunta vi siano la semplificazione amministrativa e la ricerca dell’efficienza organizzativa. “E’ a partire da quest’ultima, infatti - ha detto il sindaco di Roma - che è possibile ottenere quelle economie utilizzabili per pagare puntualmente i fornitori”. Sul tema degli appalti, il sindaco ha poi affermato che l’Amministrazione sta attualmente lavorando ad una bozza di documento che affronta proprio il tema del massimo ribasso, tanto inviso alle imprese sane del settore. Infine, l’assessore Leonori ha informato che si stanno costituendo tavoli di lavoro intersettoriali, dove gli assessori e le parti sociali potranno confrontarsi periodicamente per imprimere più speditezza ed efficacia all’azione della giunta sulle problematiche più critiche.
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Come diceva De Coubertin: “l’importante non è vincere ma partecipare”. FEDERLAZIO si impegna sempre al massimo per “vincere” ed affronta ogni “sfida” con le massime energie e fiducia nelle proprie capacità.
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ra passato un anno dalla mia elezione e mi rendevo conto che sarebbe stato interessante per tutti avere una approfondita analisi dei principali parametri funzionali di FEDERLAZIO fatta da un grande advisor internazionale, e per questo scegliemmo KPMG. Non era mai stata fatta una cosa del genere, non era mai stato richiesto uno “sguardo esterno”, assolutamente non condizionato, sulla nostra associazione. Volevo in effetti che FEDERLAZIO avesse uno strumento per guardare al futuro partendo però da solide basi di conoscenza del posizionamento di FEDERLAZIO, dei plus e minus della struttura, delle sue potenzialità. In particolar modo perché la vera crisi industriale nel Lazio aveva avuto i suoi prodromi già nel 2006 con riflessi negativi anche nei confronti dell’associazione.
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Un problema collegato non solo alla crisi che iniziava a dare i primi timidi segnali, ma anche proprio per una difficoltà più generale dell’associazionismo, quindi da ciò che FEDERLAZIO rappresenta nel mondo moderno. Va detto infatti che le associazioni di categoria - fino a qualche anno fa, ossia a prima della crisi - erano prevalentemente associazioni di rappresentanza. Mentre la realtà della competizione del mercato, sempre più intensa e dovuta alla globalizzazione – leggi web – complicava tutto. Per me globalizzazione significa web perché significa comunicazione, quindi rete. E già nel 2005 internet è diventato uno strumento potentissimo, una cosa positiva, ovvio. Ma chi non era preparato a questa enorme velocizzazione di tutto (da come un business nasce, si sviluppa e muore) è stato sicuramente danneggiato. “Alcuni cambiamenti sono così lenti che non te ne accorgi, altri sono così veloci che non si accorgono di te” diceva Ashleigh Brillian. Prima di questa rivoluzione potevi rifugiarti nel classico “la lettera non mi è arrivata” per una settimana. Oggi se non rispondi ad una mail entro due ore sei considerato out...
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Insomma, lo studio di KPMG era proprio finalizzato a darci una visione di marketing dell’associazione e di quello che FEDERLAZIO avrebbe dovuto fare per allinearsi alle nuove esigenze. Suggerendo anche un adeguamento della struttura organizzativa. Uno studio realmente importante e che tutt’ora, a due anni dall’elaborazione, costituisce un documento sul quale discutiamo spesso. Quindi ancora attualissimo. Va detto però che – da questo punto di vista – non sono del tutto soddisfatto da quanto abbiamo fatto rispetto alle soluzioni che erano state indicate; ma non sempre si riesce a realizzare in tutto e per tutto i propri intenti. In ogni caso KPMG, sottolineando l’importanza del marketing, spinse l’associazione a sviluppare questa area e le sue iniziative in questo settore quali,“acquista FEDERLAZIO”, un sistema messo in piedi per facilitare il mercato del BtB tra gli associati.
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IL COMITATO DI PRESIDENZA, LA SALA MACCHINE
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a, come dicevo, ne è valsa la pena. Il Marketing e la Democrazia hanno pervaso il mio periodo alla guida di FEDERLAZIO. Il Comitato di Presidenza formato dai 5 Presidenti, regionale (io) e provinciali, ha costituito un elemento determinante per effettuare le scelte che hanno segnato i fatti fondamentali di questi anni. La formazione, nel suo stesso ambito, di commissioni dedicate a specifici argomenti, ha per esempio creato le condizioni per controllare e gestire al meglio la crisi finanziaria di questi anni che, come uno Tsunami, ha travolto le aziende del Lazio decimandole, con ovvi effetti sull’associazione. A questo proposito, va dato un particolare riconoscimento al direttore generale Giovanni Quintieri per aver combattuto una battaglia “porta a porta” ed avere mantenuto, attraverso un’opera certosina e costante, il contatto con la base associativa riuscendo ad ottenere un livello altissimo di fedeltà a FEDERLAZIO da parte degli associati che, va ricordato, sono i nostri primi testimonial e promotori nei confronti delle aziende a loro vicine. Questa riflessione mi ricorda un argomento molto importante che voglio citare a favore di coloro che ci seguiranno nella gestione di FEDERLAZIO.
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LO STUDIO DI ARETE’, CHI SIAMO E DOVE ANDIAMO
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o studio che abbiamo fatto realizzare da un qualificato advisor, la società ARETE’, gestita da un Guru della comunicazione e del marketing internazionale, Massimo Ghenzer. L’approfondito lavoro effettuato da ARETE’ ha tracciato un quadro molto preciso di come viene percepita la nostra associazione dagli associati stessi, come questa si posizionava sul mercato e in qualche modo come le nostre azioni avevano inciso sul territorio. Dall’indagine Areté sono emersi dati fondamentali per poter capire quali fossero gli elementi di forza di FEDERLAZIO e quali gli elementi da migliorare. Abbiamo poi cercato risposte su uno degli elementi chiave: il turn over degli associati. Perché aderivano? Perché lasciavano? (pochi), e quale era il loro parere sui servizi forniti e – soprattutto - le aspettative.
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In sintesi l’indagine Aretè evidenziava che FEDERLAZIO è conosciuta ed apprezzata particolarmente per la rappresentanza degli imprenditori sul territorio, la professionalità degli addetti ed i servizi offerti.
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Solamente il 3% dei soci si dichiarava scontento mentre ben il 76% confermava di voler consigliare ad altri amici e colleghi di associarsi, l’83% non aveva alcun dubbio sul fatto che avrebbe rinnovato la sua adesione a FEDERLAZIO. Fra le cose più apprezzate ben il 90% degli intervistati affermava che le iniziative di networking come la business hour, evento periodico organizzato per scambio di opinioni fra imprenditori e la creazione di gruppi di interesse fra i vari associati, cosi come il progetto della centrale acquisti di beni e servizi attualmente in corso di studio ed elaborazione, sono di grande importanza per lo sviluppo delle relazioni associative e del business.
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L’ATTUALE POSIZIONAMENTO DI FEDERLAZIO
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el 2007 la FEDERLAZIO, uscita fin dal 2005 dalla storica Confederazione di appartenenza, la Confapi, per divergenze sul modo di intendere oggi la rappresentanza economica e il ruolo delle associazioni, ha promosso insieme con altre organizzazioni di categoria una nuova associazione nazionale delle piccole e medie imprese, denominata PMITALIA. I promotori di questa iniziativa muovevano dalla comune esigenza di dare vita ad un nuovo organismo di rappresentanza a livello nazionale, con il fine di rinnovare le forme e le modalità della rappresentanza di questo segmento strategico del nostro sistema economico e produttivo che sono le PMI, e valorizzarne il ruolo e il contributo fornito alla crescita e allo sviluppo dell’economia nazionale. Dal giorno della nascita di PMITALIA fino ad oggi si sono via via costituite sul territorio nazionale nuove associazioni di PMI, che hanno scelto di raccogliere e fare proprio questo messaggio. A tutt’oggi l’associazione è presente ed opera attivamente in 10 regioni, vale a dire Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Oggi possiamo considerare chiusa la fase pionieristica di PMITALIA: quella per intenderci nata sotto la spinta della buona volontà iniziale dei promotori. Se vogliamo che essa evolva in un soggetto più strutturato e in grado di raggiungere ulteriori traguardi, bisogna compiere un salto di qualità, immaginando per questa associazione un modello operativo diverso da quello che è stato. Ciò significa ridefinire i rapporti tra le varie associazioni territoriali, immaginare una governance diversa per la struttura nazionale e fornire a quest’ultima nuova linfa, in termini sia finanziari che organizzativi. Su questo, spetterà al nuovo presidente avviare una riflessione.
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ALLEANZA 97.6 CHE IDEA
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nfine voglio ricordare che Aretè, il Quarantennale, le grandi Assemblee, gli studi e le ricerche, gli eventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica come “Silenziosamente”, tante sono state le iniziative di notevole peso pubblico ed associativo, ma penso che l’“ultimo atto” della mia presidenza, quello che io ritengo più importante per la vera missione che un presidente di una associazione di PMI dovrebbe portare avanti (il contribuire alla crescita delle piccole e medie imprese) sia stato l’aver speso le migliori energie in favore della nascita dell’Alleanza “97.6”. Una “alleanza strategica” che raccoglie di fatto tutte le più importanti associazioni di categoria che rappresentano oggi le piccole e medie imprese a Roma e nella nostra regione. Da CONFCOMMERCIO a CNA, da COLDIRETTI a CONFARTIGIANATO, da CONFESERCENTI a CONFCOOPERATIVE e CONFETRA, dalla ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE DEL LAZIO a CASARTIGIANI, da COMPAGNIA DELLE OPERE a CONFESERCENTI, senza ovviamente dimenticare appunto FEDERLAZIO Questa Alleanza trova il suo scopo fondamentale nell’esigenza di poter contare di più sui tavoli istituzionali. L’unione fa la forza e il confronto con entità che tra i propri ranghi annoverano le Ferrovie dello Stato, l’ACEA o l’Alitalia ed altre aziende di queste dimensioni (pur se statali o parastatali e quindi con un certo conflitto di interessi ad aderire e operare in associazioni che hanno una base associativa eminentemente privatistica), non è mai stato facile. Anzi molto spesso è stato penalizzante.
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L’abbiamo voluta chiamare “Alleanza 97.6” per ricordare a tutti il peso che la PMI nel suo insieme ha nell’economia di questo territorio, con il 97.6% appunto delle imprese registrate a Roma e Provincia. Le Associazioni aderenti hanno sentito l’esigenza di compiere questo passo perché è determinante assumere iniziative concrete per contribuire ad interrompere l’inarrestabile declino che sembra aver invaso il nostro sistema economico e persino le nostre menti negli ultimi anni. Dinnanzi al depauperamento del tessuto produttivo, alla disoccupazione crescente, all’arretramento dei consumi, al senso di sfiducia che si sta impadronendo di fasce sempre più ampie di popolazione, e di fronte altresì alle lacerazioni che si stanno producendo sul piano della coesione sociale, le rappresentanze della piccola e media impresa hanno voluto provare a dare una scossa ad una situazione ormai stagnante, assumendo un’iniziativa che è simbolica, ma al tempo stesso foriera, ci auguriamo, di effetti concreti. L’Alleanza 97.6 si è impegnata fin dai primi giorni dalla sua costituzione, nell’elaborare concrete proposte finalizzate al rilancio dell’economia di Roma Capitale e, perché no, del Lazio. Con la nascita di questa alleanza le organizzazioni della PMI hanno dimostrato di mettere da parte tutti gli elementi divisivi: i richiami delle appartenenze, le diversità identitarie, i particolarismi associativi, per poter valorizzare, viceversa, gli elementi unificanti. Oggi ci troviamo al centro di un tornado che ci sta facendo perdere pezzi rilevanti del nostro patrimonio imprenditoriale: pezzi che difficilmente potranno essere riportati in vita domani e che per tale ragione dobbiamo salvaguardare oggi. Per far questo altresì è necessario che il sistema-città innalzi la sua qualità complessiva, dal punto di vista della funzionalità, dei servizi, dell’organizzazione. La città deve diventare ancora di più un organismo vitale e integrato, dove produzione, servizi, cultura, tempo libero convivano all’interno delle diverse componenti territoriali della città. In tal modo il sistema produttivo della PMI potrà a sua volta crescere e portare il suo indispensabile contributo allo sviluppo dell’intera regione. Ma, al tempo stesso, il compito delle organizzazioni è anche di offrire una sponda alla politica, mettendo la propria esperienza a disposizione dei decisori affinché essi possano elaborare i provvedimenti realmente utili all’impresa per consentirle di creare lavoro e ricchezza per sé e per la collettività.
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A questo proposito mi fa molto piacere rilevare come questa funzione sia stata chiaramente riconosciuta dalla popolazione di Roma e Provincia in una indagine condotta dal CENSIS nella quale emerge come, tra i vari soggetti sociali che si ritiene possano maggiormente contribuire al benessere e al miglioramento della vita della propria città, i romani abbiano collocato “le forze economiche e imprenditoriali”, al terzo posto dopo le associazioni di volontariato e l’università, ma prima dei magistrati, dei giornali, dei partiti, del sindacato, della regione e degli altri enti locali. Ma nulla nasce per caso. E la regola vale anche per l’Alleanza 97.6: il germe da cui è nata si è poi cementato in una sintonia che attraverso personali amicizie con dirigenti di altre associazioni ha fatto nascere il lavoro di preparazione dell’evento “Silenziosamente”.
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Un fatto straordinario di per sé, ma ancora di più per quello che ha prodotto: le condizioni favorevoli per ampie condivisioni di problemi ed opportunità che ha poi portato appunto fino alla nascita di “97.6”, la più grande associazione della storia della regione Lazio. Il simbolo stesso della rinascita delle PMI che possono finalmente sedere al tavolo delle trattative con la stessa autorevolezza dei grandi e che possono quindi ottenere il supporto che meritano. Certo, è ovvio che le grandi aziende sono fondamentali per la vita economica del Paese, ma è innegabile che la forza lavoro sul territorio è distribuita nella stragrande maggioranza sulle piccole imprese. Dal fornaio sotto casa al carrozziere, alla fabbrica di infissi all’aerospazio, dai trasporti ai servizi alle imprese, dall’agroalimentare al commercio, sono loro l’asse portante della società. In definitiva io sento l’Alleanza 97.6 come una mia eredità. Non perché tante straordinarie persone come Lorenzo Tagliavanti, Giuseppe Roscioli, Mauro Mannocchi, Walter Giammaria e tutti gli altri Amici con la A maiuscola, siano stati meno importanti di me nella realizzazione di questa iniziativa, anzi, ma perché sento 97.6 come un fatto di grandissima importanza della mia vita associativa: l’iniziativa più importante alla quale io abbia dato il mio contributo e, questo, per la potenzialità che 97.6 esprime e l’enorme supporto che potrà dare alla crescita delle PMI della nostra regione. Il sistema di rappresentanza delle imprese, del lavoro, si è sempre posto il problema di come aiutare a risolvere i problemi del Paese. Purtroppo le PMI che corrispondono in Italia alla stragrande maggioranza del mondo produttivo e ne costituiscono il cuore pulsante, non sempre riescono a far sentire la propria voce ed ottenere quanto gli è necessario per far crescere, o semplicemente, difendere, la propria attività produttiva. Tutti sappiamo che l’Italia, come molti altri paesi, sta attraversando una delle crisi più devastanti di tutti i tempi, la valutazione relativa all’occupazione che presumeva una perdita di 250mila posti di lavoro, è stata ampiamente superata. In questo quadro uno dei più importanti obiettivi di “Alleanza 97.6” è di difendere ed aumentare la coesione sociale. Come ho avuto spesso a dire è fondamentale che ognuno di noi, in ogni momento della nostra vita imprenditoriale metta al centro il concetto di famiglia. Questo deve essere ed è lo spirito con il
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quale è nata l’alleanza PMI 97.6: una grande famiglia di oltre 458.000 aziende da difendere affinché i nostri figli possano guardare al futuro con maggiore speranza. Alcuni brani dell’intervento da me tenuto come portavoce dell’Alleanza PMI Roma 97.6 alla presentazione di una interessante ricerca del Censis sui desideri degli abitanti della Capitale dal titolo: “La Città che Vorremmo”, possono meglio inquadrare il rapporto tra l’associazione e Roma: “Maurizio Flammini, portavoce di Alleanza PMI Roma 97.6. Presentazione della ricerca Censis 25 luglio 2013 Un saluto, un buongiorno ed un grazie a tutti i presenti a questa importante giornata dall’emblematico tema “la città che vorremmo”. La nostra presenza qui in camera di commercio, oggi, è emblematica e sta a significare quanto le PMI credano in questa importante istituzione nella quale dovrebbero convivere indistintamente, tutte le anime del mondo produttivo romano, senza distinguo e senza condizioni. Grazie infine a tutti i membri dell’associazione “alleanza PMI Roma 97.6”presenti a quest’incontro, e di cui mi onoro essere oggi il portavoce, associazione che ritengo possa costituire per la città di Roma un importante elemento di stimolo e crescita, grazie alla capacità di interlocuzione e proposta nei confronti delle istituzioni di Roma e del Lazio. In effetti l’evento di oggi costituisce una bellissima opportunità per la nostra associazione di dimostrare la volontà di mettersi a disposizione della città, per contribuire, attraverso un dialogo aperto, sincero e determinato, alla soluzione di problemi ed alla elaborazione di concrete proposte, sempre finalizzate alla crescita economica di Roma capitale e fuori da ogni interesse meramente personale o di poltrona. Tutti sappiamo che l’Italia, come molti altri paesi, sta attraversando una delle crisi più devastanti di tutti i tempi. L’ultima valutazione di ieri degli organi competenti, relativa all’occupazione, è che
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nel 2013 si perderanno altri 250mila posti di lavoro, quando invece molti, ancora pochi mesi fa, speravano in un risultato opposto. Il sistema di rappresentanza delle imprese, del lavoro, si è sempre posto il problema di come aiutare a risolvere i problemi del paese. Purtroppo le PMI che corrispondono in Italia alla stragrande maggioranza del mondo produttivo, non sempre riescono a far sentire la propria voce ed ottenere quanto gli e’ necessario per far crescere, o semplicemente, difendere, la propria attività produttiva. In questo quadro gli obiettivi di “ alleanza 97.6 “ vanno altresì di pari passo con quelli che il sindaco Ignazio Marino stesso ha comunicato durante la sua campagna elettorale: • una gestione trasparente della cosa pubblica, e di tutte le istituzioni che governano la città. • Una città’ più sicura, e sentiremo, a questo proposito, il contributo del presidente Confcommercio Giuseppe Roscioli che ci parlerà di questo. • Una città con servizi più efficienti e che favorisca l’internazionalizzazione delle aziende. • Una città dove si creino sempre più opportunità di lavoro. e qui vorrei ricordare che le PMI creano oltre l’80% dell’occupazione in Italia e producono prossimità e coesione sociale.
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Come abbiamo avuto modo di dire durante la presentazione di questa alleanza giorni or sono, vogliamo far si che in ogni momento della nostra vita imprenditoriale, in ogni momento della nostra vita associativa, ci sia al centro, il concetto di famiglia. Questo è lo spirito con il quale è nata l’alleanza PMI 97.6: una grande famiglia di oltre 458.000 aziende di Roma capitale, che vuole dare il proprio contributo, affinché i nostri figli possano guardare al futuro con maggiore speranza. E’ quindi con grande piacere e con sincero orgoglio che diamo vita oggi a questo convegno che costituisce il primo atto pubblico della neonata alleanza tra le associazioni della PMI romana, presentata soltanto qualche giorno fa, e che riunisce: ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE DEL LAZIO, CASARTIGIANI ROMA, CNA ROMA, COLDIRETTI ROMA,COMPAGNIA DELLE OPERE ROMA E LAZIO, CONFARTIGIANATO IMPRESE ROMA, CONFCOMMERCIO ROMA, CONFESERCENTI ROMA, CONFETRA LAZIO e, ovviamente, FEDERLAZIO. l’abbiamo voluta chiamare “alleanza PMI Roma 97.6” appunto per ricordare a tutti il peso che la piccola e media impresa, nel suo insieme, ha nell’economia di questo territorio, con il 97.6% delle imprese registrate a Roma e provincia. Abbiamo sentito l’esigenza di compiere questo passo perché crediamo sia arrivato il momento di assumere iniziative concrete per contribuire ad interrompere l’inarrestabile declino che sembra aver invaso il nostro sistema economico e persino le nostre menti. Dinanzi al depauperamento del tessuto produttivo, alla disoccupazione crescente, all’arretramento dei consumi, al senso di sfiducia che si sta impadronendo di fasce sempre più ampie di popolazione, e di fronte altresì alle lacerazioni che si stanno producendo sul piano della coesione sociale, le rappresentanze della piccola e media impresa di Roma hanno voluto provare, per quanto è nelle loro possibilità, a dare una scossa ad una situazione ormai stagnante, assumendo un’iniziativa che è simbolica ma al tempo stesso foriera, ci auguriamo, di effetti positivi e concreti. Tali associazioni hanno dunque deciso di concentrare gli sforzi, coordinare le azioni, unire le voci, per gridare forte il loro disagio e per reclamare dalle istituzioni l’attenzione che la PMI merita per ciò che essa rappresenta nell’economia di questo territorio. Ma non solo questo, l’alleanza 97.6 si impegnerà nell’elaborare concrete proposte finalizzate al rilancio dell’economia di Roma capitale e perché no, del Lazio. Con la nascita di questa alleanza le organizzazioni della PMI hanno voluto mettere da parte gli elementi divisivi i richiami delle appartenenze, le diversità identitarie, i particolarismi associativi per poter valorizzare viceversa gli elementi unificanti. E in questo particolare frangente, il primo degli elementi unificanti, quello che taglia
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trasversalmente l’intero mondo della rappresentanza indipendentemente, dalle specificità settoriali, non può che essere la “sopravvivenza” stessa dell’impresa. E questo, prima ancora che il suo sviluppo. Oggi ci troviamo al centro di un tornado che ci sta facendo perdere pezzi rilevantissimi del nostro patrimonio imprenditoriale: pezzi che difficilmente potranno essere riportati in vita domani e che per tale ragione dobbiamo salvaguardare oggi. Per far questo altresì è necessario che il sistema-città innalzi la sua qualità complessiva, dal punto di vista della funzionalità, dei servizi, dell’organizzazione. La città deve diventare ancora di più un organismo vitale e integrato, dove produzione, servizi, cultura, tempo libero convivano all’interno delle diverse componenti territoriali della città. In tal modo il sistema produttivo della PMI potrà a sua volta crescere e portare il suo indispensabile contributo allo sviluppo dell’intera città. Ma, al tempo stesso, il compito delle organizzazioni è anche di offrire una sponda alla politica, mettendo la propria esperienza a disposizione dei decisori affinché essi possano elaborare i provvedimenti realmente utili all’impresa per consentirle di creare lavoro e ricchezza per sé e per la collettività. A questo proposito ci fa molto piacere rilevare come questa funzione ci venga chiaramente riconosciuta dalla popolazione intervistata dal Censis.Dall’indagine emerge infatti come, tra i vari soggetti sociali che si ritiene possano maggiormente contribuire al benessere e al miglioramento della vita della propria città, i romani abbiano collocato “le forze economiche e imprenditoriali” al terzo posto dopo le associazioni di volontariato e l’università, ma prima dei magistrati, dei giornali, dei partiti, del sindacato, della regione e degli altri enti locali. La consapevolezza della centralità delle forze imprenditoriali in una prospettiva di superamento della recessione è talmente diffusa nella cittadinanza che,richiesti di indicare quale sia l’elemento che rappresenta più plasticamente gli effetti nefasti della crisi nelle nostre città, i cittadini di Roma hanno messo al primo posto, e per giunta con una percentuale di gran lunga superiore alla media italiana, “la chiusura di molti negozi”. Dunque, nella percezione generale un negozio che chiude è l’emblema della crisi. Tale evidenza, se per noi è motivo di dolore, perché ci ricorda lo spettro della chiusura delle attività commerciali che sta via via desertificando il nostro panorama urbano,al tempo stesso ci conferma anche che la centralità della PMI – sia essa commerciale, artigiana, industriale, agricola, cooperativa o di trasporti – è assolutamente chiara agli occhi dei cittadini. E’ anche per questo, per fare in modo che anche le istituzioni interiorizzino in profondità e non soltanto a parole questo medesimo convincimento, che abbiamo promosso la alleanza tra le PMI romane. Non possiamo e non vogliamo assistere inerti alla decimazione progressiva del nostro patrimonio imprenditoriale. Vogliamo reagire e vo-
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gliamo essere in questo alleati con gli organi di governo affinché’ si faccia il massimo o oltre il massimo per invertire l’attuale trend di chiusura di aziende che ogni previsione vede ancora perdurare per un tempo fin troppo lungo, fosse anche questo solamente di un anno, di un mese o di un giorno.
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LE LEADER DI FEDERLAZIO
FEDERLAZIO può fregiarsi di avere tra i suoi Presidenti 7 sette imprenditrici di grandissimo valore alla guida di altrettanti settori strategici dell’economia, rappresentati nell’associazione. Da Fabiana Balestra presidente della Moda ed Abbigliamento ad Elisabetta Cartoni presidente dei Metalmeccanici (la mia prima carica in FEDERLAZIO), per poi passare alla Chimica la cui presidente è Noemi dell’Osso. Mentre la Sanità Privata URSAP è presieduta da Claudia Tulimero Melis, l’Energia da Donatina Nardi ed i Servizi di Pulimento da Cristina Paoluzi figlia di uno dei Padri Fondatori di FEDERLAZIO, per terminare con Monica Taglioni presidente della Grafica. Aldilà delle cariche di presidente di categoria, la presenza inoltre di un importantissimo settore quale la Salute,ci da l’opportunità di annoverare in associazione la presenza di un’altra imprenditrice di livello nazionale quale Maria Laura Garofalo alla guida dell’omonimo gruppo, tra i leader nazionali del settore. La presenza di imprenditrici di tale levatura è un fatto di enorme importanza in una associazione di categoria poiché la sensibilità delle donne è decisamente diversa dalla nostra e questo fatto determina spesso la possibilità di una diversa analisi dei problemi, delle circostanze, delle necessità, con la conseguenza di poter prendere decisioni molto più probanti e meno soggette al rischio di gravi errori.
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Ovviamente tutto ha un “prezzo” e, in tal caso la presenza del gentil sesso nelle assemblee porta a momenti di gestione complessi delle riunioni poiché sappiamo bene quanto le signore siano capaci di portare avanti le proprie idee senza lasciare alcuno spazio ai contendenti ! Dote questa appunto straordinaria per arrivare a decisioni valutate fino all’ultimo dettaglio. Concludo quindi nel dire che il contributo avuto dalle imprenditrici di FEDERLAZIO nella vita dell’associazione è stato determinante ed estremamente positivo, anche se, in qualche caso ha portato,per quanto detto sopra, ad un grandissimo impegno.
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Giorgio Trombetta past president di FEDERLAZIO
Carissimo Maurizio, Il tempo vola! E’ quasi terminato il tempo della Tua presidenza in FEDERLAZIO. E’ stata, la tua. una presidenza molto sofferta specie durante il secondo mandato perché si è svolta in un periodo disastroso per l’Italia tutta, il Lazio e Roma. Nonostante questo sei riuscito a guidare con capacità e dedizione la nostra Associazione, limitando i danno a quelli che era impossibile evitare. Adesso, se le condizioni generali dell’economia italiana, lo consentiranno, il tuo successore dovrà affrontare un mandato per avviare un cambiamento profondo della nostra struttura ed un rilancio delle attività di guida e sviluppo agli imprenditori associati. Non sarà facile: noi Past President, dovremo stare accanto al nuovo Presidente, chiunque egli sia, mettendo a sua disposizione, se gradito, il bagaglio delle nostre esperienze passate.
Ti ringrazio per quanto hai fatto per FEDERLAZIO.
Giorgio Trombetta
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LE CANDIDATURE ALLA NUOVA PRESIDENZA
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dopo cinque anni, siamo arrivati al nuovo cambiamento, auspicando che il nuovo, come spesso succede, porti nuove idee, nuovo entusiasmo e nuovi successi.
Lealtà e voglia di lavorare per l’associazione: la campagna elettorale per la nuova presidenza di FEDERLAZIO non è sembrata neanche una campagna elettorale con le principali candidature, quelle di Tony D’Onofrio, Silvio Rossignoli e Fabiana Balestra, che hanno sempre anteposto l’interesse dell’associazione a tutto. E, soprattutto, hanno saputo tenere saldo quel gruppo di “compagni di viaggio” che proprio nel corso di questo libro avremo la possibilità di conoscere meglio, anche con testimonianze dirette. In FEDERLAZIO all’elezione del presidente contribuiscono gli oltre 240 consiglieri, i rappresentanti delle categorie e tutti coloro che formano poi le categorie stesse. Non voglio dilungarmi in tecnicismi ma basta sapere che tutto nasce dai “Saggi” che raccolgono le candidature, sondano il territorio (attraverso i consiglieri), cercando di capire chi potrebbe essere la persona più adatta. Un lavoro molto difficile perché ci sono ovviamente sempre più candidature. All’elezione del nuovo presidente siamo arrivati attraverso tre candidature molto importanti, quella di Fabiana Balestra, Tony D’Onofrio e Silvio Rossignoli.
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Tony D’Onofrio è un vero veterano FEDERLAZIO, già presidente della categoria edili dove ha fatto un grandissimo lavoro. Sia dal punto di vista economico che dell’autorevolezza perché il settore edile è uno dei più importanti per FEDERLAZIO. E proprio con la collaborazione di Tony D’Onofrio abbiamo presentato un piano molto importante al sindaco Alemanno: cinque progetti che hanno poi influenzato le scelte strategiche del comune. In particolar modo per quanto riguarda le borgate romane e la filosofia della “densificazione” per sostituire il classico sfruttamento del territorio. In pratica si tratta di creare maggiore cubatura in zone già urbanizzate senza utilizzare nuovo territorio, una scelta da noi spinta con forza e che poi ha influenzato la nuova visione dello sviluppo urbano della capitale. Una strategia che passava per la riqualificazione di aree abbandonate, per il recupero di edilizia obsoleta. Ha funzionato. Eccome se ha funzionato. Al punto che poi queste teorie sono state riprese dalla Regione Lazio che ne ha fatto anche una legge. Devo dire che D’Onofrio è stato per me un compagno di viaggio importante perché ha contribuito non soltanto allo sviluppo del settore edilizia, ma mi ha seguito molto nel lavoro di gestione della FEDERLAZIO ed in particolar modo nella parte economica contribuendo a realizzare studi e sviluppare il bilancio, con tagli non orizzontali ma mirati e utilili investimenti produttivi. Ecco, questo significa democrazia, significa creare un gruppo di lavoro molto affiatato. Una novità assoluta in un’associazione di questo genere, ma coinvolgere membri di FEDERLAZIO non facenti parte dell’organizzazione centrale e dei servizi centrali è stato molto importante. In pratica abbiamo aperto l’associazione a visioni più diversificate che hanno certamente contribuito molto a trovare soluzioni nuove, a volte anche più dure di quelle che il governo centrale di un’associazione si può permettere, o cercare di portare avanti. Altra candidatura di prestigio è stata quella del presidente di Aerospazio, Silvio Rossignoli, alla guida di un’azienda molto importante, la Aerosekur Spa di Aprilia, che ha portato avanti progetti assolutamente innovativi nel suo campo. Da presidente del settore ha operato in modo assolutamente corretto, con iniziative di qualità, portando avanti l’immagine di un settore molto innovativo. Gli interventi di Rossignoli nell’ambito della giunta non sono mai mancati e sempre con contenuti interessanti e toni pacati. — 126 —
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Infine, nel percorso che ha portato all’elezione del nuovo presidente un’altra candidatura di altissimo livello è stata quella di Fabiana Balestra che ha costituito un elemento di grande spicco internazionale per noi. Lei è presidente della categoria “Tessile e Abbigliamento”, attiva soprattutto nel mondo della moda dove l’azienda di famiglia è leader a livello internazionale. Figlia d’arte, Fabiana decide di entrare attivamente nel mondo della moda e, con l’aiuto del padre, si dedica all’azienda di famiglia, la “Renato Balestra Haute Couture”. Si occupa delle diverse aree aziendali: dai rapporti con i licenziatari agli acquisti, dal controllo di gestione all’area finanza. Nel 1988 assume la carica di amministratore unico, un ruolo che ancora mantiene e che le dà la gestione dell’azienda di famiglia. In particolare, grazie al suo impegno, l’azienda firma 26 licenze con 36 linee di prodotto che portano il marchio Renato Balestra. Nel 2010 apre il primo negozio monomarca, al quale si aggiungono ben presto altri tre in Italia, uno in Giordania e uno in Serbia: ed entro il 2014 ne seguiranno altri cinque tra Emirati Arabi e Russia. Nel 2014 esce la linea “demi-couture” Balestra Roma che darà un grosso impulso e internazionalità all’azienda che oggi ha un volume d’affari di 45 milioni di euro con un aumento, grazie a questi progetti nel 2014 del 30%. Così, forte di questa esperienza Fabiana Balestra ha costruito questo settore moda di FEDERLAZIO con grande professionalità e dedizione, portando all’associazione una ventata di immagine fresca, moderna e di altissima qualità.
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IL PENSIERO DEI CANDIDATI SU FEDERLAZIO, ESPRESSO PRIMA DELL’ELEZIONE
Intervista a Fabiana Balestra Presidente categoria Tessile e Abbigliamento FEDERLAZIO Figlia d’arte, Fabiana Balestra entra giovanissima nell’azienda di famiglia, la “Renato Balestra Haute Couture” ed è una degli esempi migliori dello spirito internazionale di FEDERLAZIO. “Essere presidente della categoria Tessile e Abbigliamento – spiega la manager – per me è stato un vero onore”. Anche perché alla fine coincide l’importanza della categoria FEDERLAZIO nel mondo della moda con la sua azienda, leader a livello internazionale. Giusto? “Giusto, un bel valore aggiunto, soprattutto perché questa categoria si muove all’interno dell’associazione che Flammini ha ben diretto in questi anni e che è stata molto orientata al carattere internazionale. Ho toccato con mano – ma il discorso vale ovviamente anche per i miei collaboratori – la qualità dei servizi che l’associazione ha offerto”. Lei si occupa un po’ di tutto, dai rapporti con i licenziatari all’area finanza, fa parte immagino del complicato ruolo di amministratore unico, ma quali sono stati i settori FEDERLAZIO più gettonati? “Sicuramente, per la mia esperienza e per quanto mi risulta, quello sindacale e quello del credito. Qui si sono concentrate la maggior parte delle attenzioni e delle richieste delle aziende associate. Un problema delicato”.
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Siete riusciti a dare assistenza come volevate o è rimasto qualcosa di intentato? “Guardi, il settore del credito - soprattutto in questi anni di crisi – è riuscito a garantire un valido supporto alle imprese associate. Ad essere onesti, va detto che in alcuni casi questo grande sforzo non è stato sufficiente”. E perché? “Soprattutto a causa della difficoltà del sistema bancario a credere nelle potenzialità delle aziende. L’auspicio per la futura dirigenza è quello di potenziare maggiormente il dialogo con le Istituzioni bancarie, migliorando la comunicazione delle informazioni e fornendo un supporto anticipato agli imprenditori riguardo la tipologia del credito. Inoltre, l’ampliamento di convenzioni anche con strutture Istituzionali quali la Simest, la Sace, ecc. possono aiutare ulteriormente le nostre aziende”. E sul settore delle relazioni sindacali? Cosa consiglia alla futura dirigenza? “Questo, da sempre, è un punto di forza di FEDERLAZIO, ma secondo me - in aggiunta ai servizi tradizionali - si potrebbe garantire una migliore capillarità nell’informazione a favore delle imprese associate riguardo gli strumenti che il sistema offre nei momenti di crisi aziendale. In tal senso, l’attivazione di consulenza specifica in materia di contratti di solidarietà, ecc, sarebbe ben apprezzata dal nostro comparto”. Ci lasci con un augurio. “L’augurio è quello di riuscire tutti insieme, e ciascuno per le proprie funzioni, a salvaguardare e potenziare il sistema economico regionale”.
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Intervista a Tony D’Onofrio Tony D’Onofrio, veterano di FEDERLAZIO, già presidente della categoria edili dove a detta di tutti ha fatto “un grandissimo lavoro”, ama parlare chiaro. “Con Flammini - spiega – nell’associazione c’è stata una partecipazione maggiore che in passato. Abbiamo assistito ad una continua ricerca tesa a cambiare il modello operativo, il tutto per fare in modo che gli imprenditori gestiscano in modo reale l’associazione”. E questo ha portato altri vantaggi agli associati? “Certo, in una situazione di crisi come questa ogni imprenditore ne ha tratto grandi vantaggi. Tutti tranne quelli forse impegnati nel consiglio direttivo... Il lavoro è tanto e poi a beneficiarne sono solo gli altri. Se ci si dedica anima e corpo all’associazione il proprio business personale finisce per risentirne, almeno alla lunga. Ma è giusto così, funziona sempre così per chi pensa agli altri”. Una scelta filosofica? “Io credo che nessuno regali mai qualcosa. Ma ognuno di noi pensando al bene della collettività può aiutare questo Paese ad uscire dalla crisi. E’ molto più comodo aspettare che qualcuno ti risolva il problema, ovvio. Ma non funziona così. Senza l’impegno personale, magari anche piccolo, non si costruisce nulla”. E a proposito di impegno... “Beh, cose enormi: nella recente gestione di FEDERLAZIO ci sono state manifestazioni mai viste, come “Silenziosamente”. Non è facile portare in piazza tutta quella gente e il successo dell’evento testimonia proprio l’impegno profuso nell’associazione”.
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Arriviamo quindi al ‘libro testamento’ per lasciare ai futuri dirigenti un grande aiuto per capire il passato. “Si, è tutto in linea. Tutto coerente con la gestione di FEDERLAZIO dell’ultimo periodo. Come dicevo prima Flammini ha iniziato un processo di trasformazione importante ed è fondamentale, per tutti, avere una precisa consapevolezza di quello che stiamo facendo. Per questo è stato lo stesso Flammini a commissionare, a sue spese, diversi studi molto costosi per analizzare nel profondo il nostro operato”. Quali sono stati secondo lei gli elementi di eccellenza? “Tanti, sicuramente va sottolineato però che uno dei punti centrali di tutta l’operazione è stata quella di riuscire a dare un’apertura di tipo internazionale a FEDERLAZIO. Non è un caso che fra le nostre aziende si è ricominciato a parlare di export. E questo già quattro anni fa, quando eravamo in piena crisi. L’associazione insomma è riuscita a sviluppare questi temi, anticipando le necessità delle imprese”. E’ vero che grazie al lavoro di FEDERLAZIO, anche se in profonda crisi, si è creato un clima diverso? “La finalità dell’associazione – di ogni associazione - è aiutare. La novità qui sta tutta nel modo in cui si è organizzato il lavoro, nel modo in cui si è cercata, con forza, la partecipazione, il coinvolgimento di tutti per creare servizi. I tempi cambiano velocemente, il rischio è che si rimanga indietro. E questa strategia ha portato una ventata di innovazione molto importante”. C’è stato un momento di svolta? “Si, sicuramente la manifestazione ‘Silenziosamente’, perché al di là della rilevanza che ha avuto ha dato la consapevolezza agli imprenditori che scendere in piazza è importante. E stato l’inizio della ripresa di FEDERLAZIO. La nostra è un’importante associazione, è vero, ma non la più importante. Tuttavia con que-
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sta manifestazione siamo tornati al centro della scena e abbiamo conquistato un ruolo trainante. E poi anche l’associazione 97.6 si può considerare un altro punto di svolta: essere riusciti a trovare un accordo, una linea di condotta comune fra piccole e medie imprese. Non è poco”. E poi quel nome, 97,6 vale già molto, o no? “Si, vede, il nome è un altro simbolo dell’attenzione di Flammini per il marketing, per l’importanza di comunicare. Una cosa importante, importantissima. E’ stata chiamata proprio “Alleanza 97.6” per ricordare a tutti il peso che la PMI nel suo insieme ha nell’economia di questo territorio, con il 97.6% appunto delle imprese registrate a Roma e Provincia. Il nome dice tutto. E’ già una denuncia”. Si può considerare in qualche modo concluso questo ciclo di innovazione? “Si è no. Quello che è certo è che il lavoro fatto fin qui va portato avanti perché la partecipazione di tutti a FEDERLAZIO non è stata ancora completata, c’è stato un forte coinvolgimento, è vero, ma c’è ancora molto da fare per superare alcune resistenze all’innovazione e all’ammodernamento”. Come giudica lo stato di FEDERLAZIO? “Questa associazione è un gioiellino, sta attraversando la crisi che tutte le associazioni hanno, è vero. Ma si tratta un po’ di una crisi di rappresentanza, di una crisi legata all’informazione che una volta si poteva ottenere solo all’interno di un’associazione e che oggi, invece, grazie al web si trova facilmente. Diciamo che oggi in FEDERLAZIO la rappresentanza politica e sindacale diventa preponderante”. E con le banche? “Con loro il rapporto è sempre difficile. Per dirla alla romana direi che non ti si filano comunque...”.
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Addirittura? “Si le banche non tengono conto del localismo, non c’è più attenzione al territorio, le politiche sono internazionali, il problema è visto in maniera asettica, non c’è più attenzione verso zone circoscritte. E’ anche vero che le banche hanno problemi loro e che non sono banche etiche ma questo non vuol dire. Il problema per le associazioni non è quello delle banche, il problema è mettere in piedi un sistema che riesca ad aiutare davvero le piccole imprese”. Qual è la strada? “Dobbiamo iniziare a credere anche noi nelle nostre aziende, dobbiamo lasciare i nostri soldi nelle nostre aziende, si tratterebbe di una svolta importante. Si esce dalla crisi solo se ognuno di noi fa un pezzetto. E solo così. Senza il contributo di tutti non è possibile superare questo delicato momento storico. E potrebbe anche non bastare perché poi è il contesto complessivo che deve funzionare”. E’ vero che si intravedono timidi segnali di ripresa? “Quello che vedo adesso è un leggerissimo miglioramento. Rispetto alla visione completamente negativa del futuro che avevamo in passato ora ci sono segnali che forse ce la possiamo fare. E questo è importante: avere l’atteggiamento ‘che ce la si può fare’ è molto importante. Se c’è questa consapevolezza si arriva anche ad una maggiore responsabilità. Al di la della fantasia c’è bisogno che ci siano i soldi perché questo possa avverarsi”. I rapporti sindacali migliorati sono di aiuto? “Sicuramente, e in questo FEDERLAZIO ha un ruolo importante. Che negli anni si era perso, ma che oggi ci viene riconosciuto. La forza viene dal fatto è che insieme, tanti piccoli, diventano forti. Diventano interlocutori che vanno ascoltati. Perché la rappresentatività è tutto”.
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Come spingete i piccoli imprenditori ad avere un ruolo internazionale? “Andare all’estero non è facile per i piccoli, è vero: all’estero c’è un mondo diverso, ci sono investimenti forti da fare per avvicinare quei mercati. E poi, spesso, per i nostri imprenditori c’è addirittura il problema della lingua. Ma va detto che la crisi ha spinto un po’ tutti – spesso per disperazione - a cercare sbocchi all’estero. Così se gli imprenditori hanno il prodotto giusto, con il supporto di FEDERLAZIO è possibile muoversi bene all’estero perché noi abbiamo proprio una struttura che si occupa di export, che fa questo tipo di assistenza. Di questi tempi non è poco”. E’ esportabile in altre regioni il modello FEDERLAZIO? “Si, anche se non è una questione di modello quanto di persone: ogni azienda conta una. E’ un principio che ci distingue da Confindustria, ma il sistema regionale è un modello a cui sta arrivando anche Confindustria stessa. Poi il ‘localismo’ nel senso del campanilismo non funziona più: il modello regionale è quello vincente. Noi siamo nati regionali e da questo punto di vista siamo un caso”. Le tante proposte di FEDERLAZIO testimoniano l’impegno. Qual è la battaglia che state combattendo oggi? “Nel Lazio c’è un’emergenza abitativa più grande che nel resto dell’Italia: abbiamo un fabbisogno di 40 mila abitazioni, un’esigenza di case molto forte, che può essere uno degli elementi che innesca la ripresa”. La vostra proposta? “La densificazione, il riuso degli spazi, ossia il modo di costruire di domani. Ma per fare questo servono soldi, serve la capacità del pubblico di mettersi insieme al privato. Un progetto del genere non può essere mandato in porto solo dal Comune o dalla Regione, anche se sono loro che hanno la proprietà di interi quartieri... Per adesso però tutto questo è teoria, arrivare alla pratica è tutt’altra cosa. Qualche dubbio che il pubblico possa trovare le risorse ce l’abbiamo tutti... Anzi direi più di un dubbio...”.
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La tensione abitativa però è alta, a Roma servono case. “Vero, il clima è teso, nella capitale ci sono circa 3500 alloggi occupati abusivamente e altrettante famiglie che vivono nei residence”. E poi ci sono piccoli paesi che muoiono abbandonati. “Un problema nel problema perché nei piccoli paesi c’è il problema di trovare lavoro. Lì non c’è lavoro e si incentra tutto su Roma. Così, fra l’altro, la capitale è martoriata dal pendolarismo, con cittadini che usano i servizi romani ma poi pagano le tasse fuori”. Come riassume il problema casa? “Per comprare una casa servono due stipendi. Con uno si paga il mutuo, con l’altro si vive. Ora, però, con questa insicurezza che c’è, con la paura di perdere il lavoro, accollarsi un debito diventa rischioso perché la prospettiva di perdere tutto è concreta”.
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Intervista a Silvio Rossignoli “Cominciamo da qui: io parlo come responsabile del settore aerospazio e sicurezza. E questa la considero una novità enorme”. Silvio Rossignoli entra subito nel vivo per spiegare che “noi di FEDERLAZIO siamo stata l’unica associazione che ha dato rilievo al settore aerospaziale e a quello multimediale”. Una diversità marcata. Come si traduce in concreto? “FEDERLAZIO con queste due nuove sezioni ha assunto un profilo molto diverso dalle solite associazioni. E questa unicità ci ha permesso di metterci in una luce del tutto particolare nei confronti delle istituzioni: siamo riusciti a dialogare direttamente con il distretto aerospaziale della Regione Lazio e con il Ministero della difesa. Il discorso che abbiamo avviato insomma è molto importante, unico: non mi risulta che Confindustria abbia una struttura così organizzata come la nostra...”, Quando sono nate queste due nuove sezioni? “Quasi subito, già nel secondo anno della ‘gestione Flammini’ di FEDERLAZIO”. E non è stata l’unica rivoluzione portata nell’associazione... “Assolutamente: ci siamo presentati, come una FEDERLAZIO ad identità compiuta. In sostanza con un grande assenso nei confronti dei lavoratori e un forte dissenso verso un certo tipo di politica: il tutto poi mostrato al mondo intero con una manifestazione tangibile, importante, unica. Parlo ovviamente della famosa “Silenziosamente”. Qual è stata la cifra di quella manifestazione? “Dire soprattutto il fatto di contestare la politica economica e sociale di questo Paese dove per anni solo i grandi gruppi industriali hanno avuto attenzione ed assistenza. Invece FEDERLAZIO è riuscita a far capire al mondo intero come i piccoli abbiano gli stessi diritti dei grandi. E come mettendosi insieme e parlando una voce unica anche le piccole e medie imprese possono riuscire a far sentire la propria voce”.
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Una rivoluzione copernicana, ma dove vi porterà? “Il percorso è lungo e non è certo compiuto: questa ‘voce’ di cui parlo deve essere sempre più forte perché – me lo lasci dire – non se ne può davvero più di queste grandi imprese che rubano tutta la scena, che pensano di essere sole al mondo e che immaginano di assumere su di se tutti i problemi del Paese”. Noto un certo senso di oppressione... “Ha ragione, è vero: il problema è che le grandi imprese ci provano sempre. Il tentativo di monopolizzare tutto è costante. Si vogliono ergere a rappresentanti dell’industria nel complesso. Posso esprimermi brutalmente?” Prego. “Che vadano all’inferno”. Addirittura? “Certo: noi siamo i rappresentati. Il lavoro che noi creiamo è alla base dell’articolo 1 della Costituzione. Il lavoro lo diamo noi. Noi siamo tanti. Siamo stufi di questa situazione dove i signori ‘Io ho 10 mila dipendenti’ fanno il bello e il cattivo tempo. Non deve decidere tutto chi ha una grande azienda, altrimenti è finita”. Che eredita lasciate ai chi gestirà FEDERLAZIO dopo di voi? “Lo sforzo di unire le piccole aziende, cercando di creare un consenso che questa associazione si merita. E’ questo lo sforzo che i nostri eredi dovranno fare”. E il passo successivo? “Molti credono che il punto chiave sia quello di rinforzare la posizione in Camera di Commercio. E’ importante, è vero. Ma è fondamentale poi che la nostra associazione diventi il punto di riferimento, l’associazione che non si può ignorare. Mi aspetto insomma che la PA chieda a noi i progetti”.
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Senza mai dimenticare il numero degli associati, giusto? “Innovare significa fare in modo che gli associati siano più vicino a FEDERLAZIO. E se si lavora bene in questo senso si cresce in consenso e crescono anche gli associati. Non dimentichiamo che – in Italia - la percentuale di aziende associate a qualcosa è bassissima, siamo a meno del 20%, quindi i margini di crescita sono enormi”. Che legami ci devono essere secondo lei fra FEDERLAZIO e la politica? “L’associazionismo in generale deve essere svincolato dalla politica. D’altra parte se aspettiamo i politici siamo finiti. Sono i politici che devono venire da noi e non noi ad andare da loro. O valiamo perché abbiamo valori indiscussi o è inutile continuare a lavorare”. Una posizione un po’ drastica non crede? “No, è una questione di realismo piuttosto: se uno si mette a fare un mestiere di un altro non si va da nessuna parte. Noi abbiamo interessi da promuovere. I politici devono giudicare se i nostri interessi sono condivisi e se coincidono con gli interessi del Paese, del territorio. E basta. Non si può essere ‘amici del giaguaro’ per usare un vecchio termine. Quello sarebbe un modo sorpassato di fare associazione. Oggi per fortuna siamo nella fase dove – finalmente - i voti non si pesano ma si contano. Quindi se sei nobile o no non importa”. E qui torniamo a FEDERLAZIO... “Esatto: noi contiamo sui piccoli senza nome. Piccoli che a volte soffrono al punto che arrivano a gesti estremi, come il suicidio. Noi siamo solidali con loro, li aiutiamo perché altrimenti non li aiuterebbe nessuno. Le banche, il mondo politico, tutti bravi a parlare e promettere. Poi quando si tratta di fare cose concrete addio”.
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Da queste sue parole immagino che si possa arrivare a breve ad un Silenziosamente 2? “Sarebbe bello, ma questo dipende dalla prossima dirigenza, non lo decido io. Di certo un’associazione deve avere una ‘faccia solidale’”. Cosa intende di preciso? “Voglio dire che anche gli imprenditori a cui va tutto bene non possono, non devono, dimenticare chi è nei guai, magari senza aver fatto errori. Le imprese insomma si possono e si devono aiutare perché qui per loro nessuno muove un dito. O ci aiutiamo fra di noi o nulla”. Anche a livello umano è possibile aiutare chi è in difficoltà? “Certo, ed è molto importante. Prendersi cura di un’azienda che sta per morire, stare vicino a questi imprenditori, non farli sentire mai soli può dare risultati straordinari”. Sta dicendo che un’impresa si può sempre salvare? “Beh, sempre no. Diciamo che si può salvare più spesso di quanto avviene. O di quanto si possa immaginare. Spesso l’imprenditore diventa vittima di se stesso. Si sente solo, soffre da solo, non chiede aiuto. E molte volte questi imprenditori in difficoltà non hanno le risorse o semplicemente la cultura per uscire dalla crisi. In queste situazioni anche solo e semplicemente parlare dei problemi aiuta molto. Siamo una specie di soccorso, persone che danno una mano, che aiutano”. E’ l’aspetto più bello di FEDERLAZIO? “Si, ma in futuro vorrei che ce ne fossero di più di queste azioni di solidarietà. Danno la forza di andare avanti. Anche a chi aiuta”.
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Questo vi dovrebbe mettere in una luce particolare anche nei confronti delle istituzioni. O no? “Sicuro ma dobbiamo spingere sull’acceleratore della nostra rilevanza. Noi siamo il punto di riferimento delle istituzioni. E lo siamo al punto che non andiamo a chiedere dei favori, ma esigiamo al contrario comportamenti a favore del ‘fare impresa’. Purtroppo la cultura della burocrazia non aiuta. Siamo immersi nella sotto cultura delle scartoffie. Ma ce la faremo”. Intende ad uscire dalla crisi? “Si, a questo punto e dopo tanta fatica ce lo meritiamo. Dobbiamo crederci e credere che possiamo fare quello che è nei nostri sogni”.
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UN DOCUMENTO UNITARIO CONTRO LA CRISI
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ell’aprile del 2012 i drammi personali che all’epoca stavano stanno coinvolgendo famiglie di lavoratori e di imprenditori ridotti a tentare il suicidio sotto la morsa della crisi ci ha indotto a una profonda riflessione, proprio in considerazione del fatto che il lavoro nella vita di ogni uomo e di ogni donna, è qualcosa di più di un mezzo di sostentamento, è qualcosa che riguarda la sfera della dignità della persona, troppo spesso sottovaluta dalla nostra società. Va detto che all’epoca il tessuto produttivo del Lazio si stava velocemente lacerando ed i dati sulla CIG e sulle crescenti crisi aziendali erano lì a dimostrarlo, mentre il rischio che si innescasse una lunga fase di recessione e di disagio sociale diventava sempre più realistico. Decidemmo quindi di reagire a tutto questo perché – sostanzialmente - il Lazio aveva ed ha i fondamentali necessari per uscire dalla crisi: Università, Ricerca, Innovazione, Aziende, Imprenditori, Occupazione qualificata. E con noi di FEDERLAZIO lavorarono un gran numero di associazioni (ACAI LAZIO, AGCI LAZIO, C.L.A.A.I., CASARTIGIANI, CIA, CISL LAZIO, CNA LAZIO, COLDIRETTI, COMPAGNIA DELLE OPERE, CONFAGRICOLTURA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, CONFCOOPERATIVE LAZIO, CONFESERCENTI, CONFSERVIZI LAZIO, LEGACOOP LAZIO, UGL, UIL, UNINDUSTRIA).
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Il nostro impegno quindi si indirizzò con forza ad individuare i settori trainanti, a costruire le possibili traiettorie dello sviluppo e le condizioni necessarie perché questi fattori possano trovare il terreno ideale per riportare il territorio ai ritmi di crescita che hanno caratterizzato gli ultimi venti anni. Arrivammo quindi a stilare un “documento unitario contro la crisi”, diviso in quattro principali punti (Termini di pagamento; I crediti verso la PA; I pagamenti tra privati; Il credit crunch) e poi una conclusione. Ecco il documento originale, riportato integralmente.
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I PAGAMENTI DELLA PA, LA PARETE DA SCALARE
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ell’attuale contesto di crisi economica l’allungamento dei termini di pagamento grava sulle imprese, già in difficoltà per il rallentamento degli ordinativi. Sono però le piccole e medie imprese a soffrire in modo particolare questo problema, aggravato dal razionamento del credito che sembra consolidarsi di settimana in settimana. Il ritardo dei pagamenti nelle transazioni commerciali rappresenta un problema diffuso non solo nel nostro Paese ma anche a livello europeo. Il fenomeno è causato da una serie di fattori tra loro strettamente collegati, ma sui quali non sempre è possibile un intervento normativo a livello nazionale. La Commissione europea è intervenuta sulla materia già nel giugno del 2000 con la direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, partendo dalle seguenti considerazioni: i ritardi di pagamento e i tempi di pagamento eccessivi impongono pesanti oneri amministrativi e finanziari alle imprese; i ritardi costituiscono una tra le principali cause d’insolvenza e determinano la perdita di posti di lavoro; le PMI sono particolarmente penalizzate in quanto più deboli sia sul piano finanziario (basso livello di capitalizzazione) che amministrativo, nonché essendo spesso dipendenti da una ristretta clientela di grandi imprese pubbliche e private; inoltre raramente le piccole imprese sono titolari del rapporto principale, soprattutto nel caso di transazioni di una certa consistenza, intervenendo più frequentemente come sub fornitori per il contraente principale; la disomogeneità tra Stati membri in tema di termini contrattuali di pagamento può costituire un ostacolo al buon funzionamento del mercato interno.
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Dall’indagine realizzata nei mesi successivi all’entrata in vigore della Direttiva dalla Commissione per conoscere proporzioni e caratteristiche del fenomeno, e gli effetti delle norme introdotte negli Stati membri a seguito dell’adozione della norma, è emerso però che il problema è lungi dall’essere risolto. Secondo lo studio il dato complessivo dei pagamenti in ritardo ammonta a circa 1,9 miliardi di euro all’anno e solamente il 5% delle grandi società in Europa e l’1,3% delle piccole e medie imprese afferma di non essere colpito dal fenomeno. Questo fenomeno, impedendo una corretta programmazione aziendale, rappresenta per circa un terzo delle imprese un ostacolo allo sviluppo delle attività. Le PMI penalizzate da questa situazione sono costrette a ricorrere al finanziamento bancario, che oltre al costo per oneri finanziari incide in maniera significativa sul rating attribuito dalle banche alle imprese stesse, con ulteriori effetti negativi sul costo e sulla disponibilità del credito. Altro aspetto da non sottovalutare, soprattutto nel rapporto tra privati, è che i ritardi di pagamento costituiscono per i debitori una forma di autofinanziamento. In questo senso sono interessanti i dati emersi da uno studio svolto da CRIBIS D&B, riferito al 2007, sulle abitudini di pagamento delle imprese italiane. Dalla lettura dei dati emerge che tendenzialmente il ritardo medio nei pagamenti era di 54 giorni, sia con riferimento ai rapporti con la PA che a quelli tra privati. Con la crisi iniziata nel 2008 ovviamente la situazione è gravemente peggiorata. E’ inoltre in crescita la tendenza al peggioramento della regolarità nei comportamenti di pagamento. Questo innesca un meccanismo perverso i cui effetti determinano una pericolosa distorsione delle regole di mercato laddove il comportamento scorretto, sebbene a volte forzato, penalizza ulteriormente la capacità competitiva delle imprese che non ricorrono a queste scorciatoie per l’autofinanziamento. Nel 2009 la Commissione ha formulato una nuova proposta di direttiva in materia di pagamenti, approvata nel 2011 (Direttiva 2011/7/UE). L’obiettivo è di migliorare il quadro attuale in particolare verso le PMI in un periodo di recessione, prevedendo una disciplina differenziata per i pagamenti della PA e i pagamenti tra privati. Il recepimento della direttiva dovrà avvenire entro il 16 marzo 2013. Stante la peculiarità della situazione italiana, sarà indispensabile in fase di recepimento della direttiva, individuare strumenti di “supporto” che possano migliorarne l’applicabilità e l’efficacia. — 146 —
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Per quanto riguarda l’Italia si stimava all’inizio che l’ammontare complessivo dei crediti vantati dalle imprese fornitrici verso la PA fosse di circa 60 miliardi di euro (il Ministero dell’Economia valutava in 30 miliardi di euro). Si arrivò poi a valutare in oltre 100/120 l’ammontare dei debiti della PA nei confronti del mondo produttivo. In Italia quindi il problema del ritardo dei pagamenti è particolarmente critico soprattutto per il complesso delle imprese italiane che forniscono beni e servizi alla Pubblica Amministrazione. La relazione già squilibrata tra PA e imprese è stata aggravata nel 2008 dall’entrata in vigore del DM 40/2008 con il quale il Ministero dell’Economia ha introdotto l’obbligo per le PA e le società a prevalente partecipazione pubblica di verificare, prima di effettuare pagamenti di importo superiore a 10.000 , se il beneficiario è inadempiente all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento, per un ammontare complessivo pari almeno a tale importo. Se da un lato la PA si avvale del diritto di trattenere il pagamento di corrispettivi dovuti alle imprese, al contrario i privati, nonostante le numerose proposte avanzate negli anni anche dalle rappresentanze imprenditoriali, non possono utilizzare analoga modalità in compensazione. Al di là degli interventi volti a modificare i comportamenti dei cattivi pagatori, il nodo dei crediti verso la PA rimane irrisolto. Con il decreto cosiddetto “liberalizzazioni” del Governo Monti si giunge al terzo tentativo, dopo esperienze precedenti sostanzialmente fallimentari. Ci si riferisce in particolare ai DL 185/08 e 78/2010, che hanno introdotto la possibilità di certificare la certezza, liquidità ed esigibilità del credito al fine di consentire al creditore la cessione pro soluto a favore di banche ed intermediari finanziari (procedura ad oggi difficilmente applicabile), e alla possibilità sempre disposta dal DL 78/2010 che i crediti non prescritti vengano compensati con le somme dovute a seguito di iscrizione al ruolo (manca ancora il decreto attuativo del Ministero dell’Economia). L’art. 35 del decreto liberalizzazioni stanzia ora 5,7 miliardi di euro per le imprese che vantano crediti nei confronti della PA. L’iniziativa presenta alcune luci ma anche molte ombre. Ad esempio non sono previste norme cogenti per il soggetto pubblico coinvolto e questo, visti i precedenti, è un elemento di debolezza notevole, o non ci sono indicazioni per correlare questo “obbligo di pagamento” al rispetto del patto di stabilità.
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I PAGAMENTI TRA PRIVATI, DAVIDE E GOLIA
E’
ovvio come, nel caso di rapporti contrattuali tra imprese di diversa dimensione, esista un problema di disparità di potere contrattuale. Alla fine degli anni ’90 la volontà di normare le relazioni tra imprese con differente potere contrattuale, ha portato all’emanazione della L. 192/98 “Disciplina della subfornitura nelle attività produttive”. Due sono gli aspetti nevralgici della Legge: i termini di pagamento (previsti in sessanta giorni dalla consegna o dalla comunicazione dell’avvenuta esecuzione della prestazione) e la tutela giudiziaria del sub fornitore (che si articola sulla concessione del decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo su istanza del sub fornitore a tutela dei crediti di quest’ultimo e sul ricorso alla commissione di conciliazione ed arbitrato presso le camere di commercio per le “controversie relative ai contratti di subfornitura”. artt. 10 e 3.4). A quindici anni dall’emanazione della legge sono chiari i limiti della sua portata. Per sottrarre le imprese dall’obbligo di citare in giudizio il cattivo pagatore, esponendosi così al rischio di compromettere future relazioni commerciali, andrebbe valutata ed approfondita con attenzione l’ipotesi di affidare all’AGCM (Autorità Garante per la concorrenza e il mercato) il compito di intervenire, anche su
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semplice segnalazione, con strumenti di indagine nei confronti di coloro che mettono in pratica comportamenti non conformi alla normativa vigente. Ciò in analogia con la legge sulla subfornitura (L. 192/98) che affida all’Autorità il compito di contrastare l’abuso di dipendenza economica. Sarebbe inoltre utile introdurre l’obbligo per i componenti del Collegio sindacale di redigere nella relazione allegata al bilancio una nota che attesti le abitudini di pagamento messe in atto nell’anno di riferimento. Rendendone obbligatoria la presentazione, come avviene con il DURC nell’edilizia, questo potrebbe costituire un elemento essenziale per la partecipazione a gare pubbliche, per l’accesso agli incentivi, ecc. Certo è che a fronte di tutto questo, le imprese si ritrovano a sostenere uno sforzo straordinario per evitare che l’inadeguatezza di iniziative e strumenti messi in campo per risolvere questo annoso problema, abbiano a tradursi in ulteriori elementi di indebolimento del tessuto produttivo italiano.
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IL CREDIT CRUNCH CHE DRAMMA
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in dal 2008 le imprese hanno reagito alla crisi contenendo i costi di gestione, gli investimenti fissi e le spese per il personale, ma ciò non è bastato a ridurre il fabbisogno finanziario di capitale circolante, anche a causa dell’allungarsi dei tempi di pagamento nelle transazioni commerciali. Ciò nonostante oggi le imprese, in particolare le PMI, si trovano a far fronte anche ad un credito all’economia reale molto più caro, molto più scarso e assistito da garanzie sempre più pesanti. L’impressione è che il fenomeno del razionamento non consista solo in un innalzamento del costo del credito e in una mancata disponibilità di nuovo credito ma implichi anche una riduzione dei finanziamenti in essere alle imprese, specie quelli legati agli anticipi su fatture e su contratti, essenziali per garantire la gestione quotidiana della tesoreria delle imprese. Il paradosso è che la riduzione in molti casi sembra coinvolgere anche e forse soprattutto imprese sane, che in effetti sono quelle potenzialmente più in grado di restituire i finanziamenti. E’ quindi indispensabile immettere risorse nel sistema e riattivare il credito bancario andando oltre le misure già adottate.
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PROPOSTE E ANCORA PROPOSTE
Sono diverse le direttrici sulle quali agire rapidamente: 1. Trovare una soluzione di veloce applicazione che sblocchi i crediti delle imprese nei confronti della PA. Gli Enti locali dovrebbero impegnarsi con una sorta di “patto d’onore” nei confronti dei propri fornitori per una regolarità di pagamento futura e per garantire una quanto più celere chiusura dei debiti pregressi. Sarebbe inoltre auspicabile l’adozione di regole di contabilità pubblica che assicurino la correlazione tra impegni di spesa e pagamenti. 2. Concordare una “moratoria”, che prenda lo spunto da quella di qualche anno fa, tra banche e imprese per assicurare il mantenimento delle linee di finanziamento a breve già erogate per un periodo sufficientemente lungo (un anno o simile) per evitare il fenomeno di chiusura dei fidi che rende difficile il finanziamento dell’attività corrente. 3. Adottare interventi finalizzati ad ottimizzare e a razionalizzare la filiera del credito, al fine di ricomporre un sistema frammentato e dispersivo in cui diversi soggetti intervengono a vario titolo nella intermediazione tra banche e imprese, spesso sovrapponendosi.
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4. Valorizzare il sistema dei Confidi mediante il rafforzamento dei loro patrimoni. Anche la recente analisi condotta da Banca d’Italia I confidi e il credito alle piccole imprese durante la crisi sottolinea come sia stato assai significativo il contributo di questi strumenti nel sostegno all’accesso al credito delle piccole imprese, ma vi si evidenzia altresì come la crescita delle garanzie rilasciate dai confidi sia stata più rapida di quella dei mezzi propri. Infatti, a fronte di una dinamica dei prestiti bancari in contrazione e/o stazionaria (- 3% nel 2009 e stazionario nel 2010), i prestiti diretti alle imprese con meno di 20 addetti assistiti dai Confidi sono aumentati del 15% nel 2009 e del 9% nel 2010. Durante la crisi, l’intervento dei Confidi è stato spesso determinante ai fini della stessa concessione dei finanziamenti per questo è indispensabile un intervento pubblico di sostegno. 5. Intervenire sul mercato dei capitali in maniera strutturale, favorendo lo sviluppo del venture capital in particolare nelle imprese di più piccola dimensione al fine di contrastare lo scarso livello di capitalizzazione che rende le nostre imprese più fragili nei confronti dei competitors. 6. Introdurre forme di compensazione tra crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione e debiti di natura tributaria e contributiva a carico delle prime. 7. Prevedere un sistema incentivante per la concessione del credito alle PMI da parte delle banche, ad esempio attraverso forme di agevolazione fiscale per quegli istituti di credito che garantiscono alle imprese di piccole dimensioni finanziamenti in tempi brevi. 8. Far subentrare la Cassa Depositi e Prestiti nel rapporto impresa-PA, onorando il debito della seconda e divenendo quindi creditrice nei confronti della stessa. Il tema delle proposte, lo sguardo al futuro è insomma sempre stato ben presente nella mia gestione di FEDERLAZIO.
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LA LUCE FUORI DAL TUNNEL
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icorrere al taglio dei costi di gestione. Questa l’azione principale per il 29,3% delle imprese per contrastare la crisi secondo quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata da FEDERLAZIO sullo stato di salute delle piccole e medie imprese del Lazio, effettuata su un campione di 350 imprese associate e che ha riguardato il primo semestre 2013. Il 16,3% delle imprese ha poi indicato la “creazione di nuovi prodotti e servizi”, mentre il “miglioramento della qualità’ del prodotto o servizio” lo ha indicato il 13,4% delle imprese. La percentuale di imprese che hanno indicato nella “riduzione del personale” lo strumento “atto a contrastare la crisi” e’ del 12,7%, seguita dal 9,9% di imprese che vedono come azione contrastante lo “sguardo sull’estero” e la “trasformazione di qualche contratto da tempo pieno a part-time” per il 6,7% delle imprese. “Sembrerebbe che qualcosa si stia muovendo – commentai allora - solo che le nostre imprese non se ne accorgono”. D’altra parte questa sintesi del passaggio che stavamo attraversando emergeva dalle statistiche che, nella loro asetticità, sembravano dirci che la crisi, lentamente, stava frenando la sua corsa e che il ritmo di contrazione dell’economia era in leggera attenuazione. Un andamento già affacciatisi nella precedente rilevazione.
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IL POLSO DELLA SITUAZIONE NELL’ULTIMA INDAGINE CONGIUNTURALE
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el corso del secondo semestre 2013, il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi resta negativo ma con una lieve attenuazione rispetto alla prima parte del 2013 (da -29,2 a -27,5 punti), grazie soprattutto al recupero degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale che migliorano di oltre 12 punti (da -47,2 a -34,9). In decelerazione, invece, gli ordini ricevuti dal mercato UE (da +20,0 a +3,7 punti) e da quello extra UE (da +32 a +15,4). E’ quanto emerge dalla consueta indagine congiunturale sullo stato di salute delle piccole e medie imprese del Lazio, effettuata da FEDERLAZIO su un campione di 350 imprese associate, sia manifatturiere che dei servizi. Lo studio ha riguardato il semestre luglio-dicembre 2013 e racconta come nel corso del secondo semestre 2013, il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi resta negativo ma con una lieve attenuazione rispetto alla prima parte del 2013 (da -29,2 a -27,5 punti), grazie soprattutto al recupero degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale che migliorano di oltre 12 punti (da -47,2 a -34,9). In decelerazione, invece, gli ordini ricevuti dal mercato UE (da +20,0 a +3,7 punti) e da quello extra UE (da +32 a +15,4). Va detto però che il saldo di opinioni sull’andamento del fatturato, pur restando negativo, si attenua recuperando oltre 17 punti: da -42,9 passa a -25,4 punti. Anche in questo caso, l’attenuazione del saldo totale è imputabile al relativo miglioramento rilevato per
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il fatturato realizzato sul mercato domestico (da -44,7 a -32,5 punti). Come per gli ordinativi, anche il dato del fatturato è in calo per quanto concerne il mercato estero, sia UE (da +12,9 a -5,9) che extra UE (da +23,3 a 0). Il 24,8% delle imprese ha dichiarato di aver effettuato investimenti nel secondo semestre 2013 (era il 25,2% nel semestre scorso), mentre si è ridotta le percentuale di imprese che ha aumentato l’occupazione (dall’8,6% al 4,3%) ma anche quella delle imprese che l’hanno ridotta (da 25,8% a 23,5%). Il saldo di opinioni sull’occupazione, comunque, resta negativo e anzi peggiora di quasi 2 punti, passando da -17,2 a -19,1 punti. Analizzando le previsioni sui prossimi sei mesi., riguardo agli ordinativi, il saldo di opinione migliora di oltre 23 punti (da -8,3 a +15). Le previsioni sul mercato interno passano da -19,1 a -9,6, quelle sul mercato UE da +30,8 a +46,4 e quelle sul mercato extra UE da -3,7 a +14,3, guadagnando ben 18 punti. In sintesi, le imprese si attendono una certa ripresa negli ordini dai mercati esteri, e un’attenuazione della situazione di crisi per quel che riguarda il mercato domestico. Riguardo alle previsioni sull’occupazione per il semestre 2014, il saldo atteso migliora passando da -20,6 a -13,7 punti. La percentuale di imprese che ha manifestato l’intenzione di fare investimenti passa dal precedente 26,2% al 28,2%. Tra le principali problematiche segnalate dagli imprenditori, al primo posto rimane il “ritardo dei pagamenti da parte dei clienti privati” (segnalato dal 32,2% degli intervistati). Riguardo invece a un giudizio su come si stia evolvendo la crisi, dalle risposte continua a prevalere il pessimismo delle imprese, ma con una lieve attenuazione rispetto al primo semestre. Il 61,5% ha dichiarato che “al momento non si intravede alcuna via di uscita” (era il 64,8%), l’11,1% che “il peggio deve ancora venire” (era il 13,6%) e il 27,4% che “il peggio è ormai alle nostre spalle” (era il 21,6%). Le imprese che ritengono di correre seri rischi di chiusura entro i prossimi sei mesi diminuiscono leggermente rispetto al semestre scorso (18,8% contro 20%), a fronte dell’81,2% che non vede questo rischio (era l’80%). La principale azione per contrastare la crisi secondo le imprese rimane quella di ricorrere al “taglio dei costi di gestione”, indicata dal 25% delle imprese (era il 29,3% sei mesi fa). La “pressione fiscale” rimane al primo posto nella lista dei “vincoli” alla competitività con il 31,2% (era il 33,4% sei mesi fa). Infine, alle imprese del campione è stato chiesto esplicitamente di indicare — 160 —
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quale azione il governo regionale dovrebbe mettere al primo posto per uscire dalla crisi. Anche per questo semestre al primo posto assoluto viene indicata la “riduzione delle tasse su impresa e lavoro” con il 70,9% (era 67,2% sei mesi fa). Quindi, di fronte alla urgenza di ridurre le tasse su impresa e lavoro, le altre azioni (eliminare sprechi P.a.: 6,8%; agevolare credito: 6,8%; incentivare nuove assunzioni: 4,3%; ecc.) sembrano quasi irrilevanti. In conclusione, se guardiamo ad alcuni dei principali indicatori congiunturali raccolti con la nostra indagine sulle imprese, dobbiamo constatare che la situazione del sistema produttivo non pare essersi granché modificata dal semestre scorso. I saldi di opinione espressi dagli imprenditori intervistati sull’andamento degli ordinativi, per fare un solo esempio, lo stanno a testimoniare. Tuttavia, se analizziamo il dato aggregato e ne esaminiamo le diverse componenti, osserviamo che la dinamica del mercato interno permane sì negativa, ma un po meno del semestre scorso, e quella del mercato estero resta sì positiva, ma un po meno rispetto all’analogo periodo. Ciò lascerebbe supporre - osserva - che il mercato domestico, che è stato in questi ultimi anni il vero elemento critico per le imprese, cominci a segnalare qualche lieve movimento. Se poi leggiamo questo dato contestualmente a quello sulle intenzioni di investimento nei prossimi mesi da parte delle stesse imprese e alle risposte alla domanda sulla percezione della crisi, ci accorgiamo che la coltre di nubi, che continua tuttora a ricoprire il cielo sopra le PMI, sembra qua è la assottigliarsi per lasciare spazio a qualche timido accenno di spiraglio. E’ chiaro che davanti a segnali ancora così incerti e che necessitano di ulteriori conferme, sarà decisivo il ruolo dei soggetti politico-istituzionali che dovranno muoversi immediatamente da un’agenda di impegni stringenti, che convergano verso quello che per noi resta l’obiettivo strategico: la creazione di un habitat più favorevole allo sviluppo dell’impresa e dell’attività produttiva.
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IL BUCO NERO DEI CREDITI
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u 10 imprese associate alla FEDERLAZIO ben 8 sono creditrici della pubblica amministrazione nelle sue varie articolazioni. E’ quanto emerge da un sondaggio appena condotto dall’Ufficio Studi della FEDERLAZIO sull’universo dei suoi aderenti. Ma la cosa che più colpisce è che di queste, circa il 67% al momento non ha ancora incassato un solo euro del suo credito, mentre il 16% non è riuscito ad andare oltre un decimo dell’ammontare complessivo. A questo va aggiunto che ben il 70% delle imprese creditrici ancora non ha richiesto la certificazione (che è il passaggio preliminare previsto dalla norma per potere incassare il proprio credito) e non l’ha fatto prevalentemente perché ritiene la procedura poco chiara. “Proprio alla luce del quadro che prende forma sulla base dei nostri dati - afferma il Direttore generale della FEDERLAZIO Giovanni Quintieri - abbiamo accolto con favore il recente Accordo stipulato tra la Regione Lazio e l’Abi per lo smobilizzo dei crediti, che ci auguriamo venga immediatamente applicato. Dobbiamo però nel contempo essere consapevoli che lo sforzo finanziario che le istituzioni nazionali e regionali stanno mettendo in campo copre complessivamente in termini nominali molto meno della metà dell’ammontare complessivo del debito della P.A. che secondo stime attendibili si aggirerebbe intorno ai 110 miliardi di euro”. “Noi comunque -conclude Quintieri- continueremo a monitorare il fenomeno e l’andamento degli incassi da parte delle nostre imprese perché siamo assolutamente convinti che è proprio in questa partita che risiede uno dei nodi, e probabilmente uno dei più importanti, della crisi che il Paese e le PMI stanno attraversando”.
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UNA SVOLTA, NASCE CONFIDINSIEME
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ra le altre realizzazioni di FEDERLAZIO non si può dimenticare la nascita di Confidinsieme, un nuovo network che riunisce Coopfidi, Confidi Roma Gafiart, Confesercenti Fidi Lazio, Imprefidi Lazio e Confidi Lazio. Il nuovo progetto per il credito, nato grazie al contributo della Camera di Commercio, è il primo network di Confidi aperto a tutti i settori (artigianato, industria, commercio, turismo e servizi), e unitario, perché rappresenta tutte le associazioni delle piccole e medie imprese (CNA, Confartigianato, Acai, Confesercenti, Confcommercio, FEDERLAZIO). L’intera rete associa oltre 18mila imprese che possono contare su una corsia preferenziale di accesso al credito: ad oggi la Rete conta 450 milioni di finanziamenti garantiti in essere erogati alle migliori condizioni di mercato da circa 30 istituti di credito convenzionati. “Nella nostra Regione possiamo e dobbiamo fare - ha detto il vicepresidente della Cciaa Roma Lorenzo Tagliavanti – e questa iniziativa va verso la direzione del fare. La frantumazione è uno dei difetti del nostro Paese e tutte le volte che vediamo un’iniziativa che va verso l’aggregazione e l’unità, noi dobbiamo sempre salutarla in modo positivo”.
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INADEMPIENTI DAVANTI ALL’EUROPA
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on sappiamo più se ridere o piangere per le ripetute inadempienze di cui lo Stato italiano si rende protagonista dinanzi all’Europa”. Così Giovanni Quintieri, Direttore Generale di FEDERLAZIO-PMITALIA, ha commentato la decisione della Commissione europea di aprire la procedura di infrazione contro il nostro paese per i ritardi dei pagamenti da parte della PA. “Ad oltre un anno dal recepimento della direttiva europea 2011/7/UE - prosegue Quintieri - l’obbligo previsto per le amministrazioni pubbliche di pagare i fornitori entro 30 giorni, è ancora lettera morta per lo Stato italiano. Il quale, a questo punto, rischia di dover pagare una sanzione che vanificherebbe in un colpo solo gli eventuali “risparmi” eventualmente ottenuti dilazionando i pagamenti. Che è proprio quanto uno Stato, che già vive le straordinarie difficoltà finanziarie che ben conosciamo, non dovrebbe fare. Mentre invece tutte le amministrazioni pubbliche dovrebbero adoperarsi al massimo delle loro forze per ottenere quelle economie da dirottare verso il pagamento dei debiti. E su questo fronte, purtroppo, sono stati fatti solo pochi timidi passi”.
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LA PAROLA AI COMPAGNI DI VIAGGIO
Inizia la sfida: le prime testimonianze FEDERLAZIO, primo mandato 2009. Fin da subito abbiamo voluto mettere in fila pensieri e parole di tutti i dirigenti, una sorta di embrione del concetto di democrazia applicato a tutti i livelli e – in qualche modo – una piccola anteprima del progetto editoriale di questo volume. Ecco, il FEDERLAZIO pensiero di quel momento, riportato integralmente.
LE SEDI PROVINCIALI E LE CATEGORIE ALL’INIZIO DELLA PRESIDENZA FLAMMINI FROSINONE Presidente: Silvio Ferraguti, Amministratore Delegato della EFFEGI Spa, azienda che opera nel settore della edilizia prefabbricata, con sede a Ferentino, ed Amministratore Unico della EFFEGI TESSUTI SINTETICI Srl, operante nel settore moda, calzature ed arredamento. “Di fronte alle prospettive allarmanti che si prefigurano per l’immediato futuro, le banche devono dare più fiducia alle PMI e aiutarle· ad uscire fuori dalla crisi”. (S. Ferraguti)
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LATINA Presidente: Michele Fantasia, Legale rappresentante della FANTASIA Srl, azienda metalmeccanica che realizza strutture in acciaio e carpenteria metallica per il settore trasporti, con sede a Terracina. “Dobbiamo rilanciare il territorio provinciale puntando sui tre motori di questo territorio: il turismo, l’indotto chimico-farmaceutico e il comparto dei servizi avanzati”. (M. Fantasia) RIETI Presidente: Carmine Rinaldi, Titolare della RI.EL.CO. IMPIANTI Srl, operante nel comparto dell’impiantistica industriale, e della SEMA Srl, operante nel campo della produzione e assemblaggio di semilavorati elettrici ed elettronici, con sede presso il Consorzio Industriale di Rieti-Cittaducale. “Dobbiamo spingere sull’innovazione, collaborando con l’università reatina su filoni di ricerca interessanti per le PMI locali e attivare sul nostro territorio i distretti dell’innovazione, dell’aerospazio e del satellitare. Auspichiamo, inoltre, la realizzazione sul territorio reatino della Cittadella della Ricerca”. (C. Rinaldi) VITERBO Presidente: Rino Orsolini, Socio della ORSOLINI AMEDEO Spa, azienda che opera nel campo dell’edilizia e dell’arredamento, con sede a Vignanello. “L’incremento della competitività delle nostre imprese e del nostro territorio dovrà essere l’obiettivo primario a cui tendere, affinché la Tuscia possa registrare quella ripresa economica che tutti attendono”. (R. Orsolini)
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ALIMENTARE Il settore riunisce le imprese che operano nel campo delle produzioni alimentari sia fresche che confezionate. Presidente: Cesare Ferretti, Titolare della COLLE SAN LORENZO PIETRA PINTA Soc. Coop., con sede a Cori (LT), azienda di produzione di olio e vino. “Le piccole e medie imprese di trasformazione agroalimentare devono ragionare in un’ottica di filiera, facendosi al tempo stesso paladine delle produzioni tipiche locali”. (C. Ferretti) AMBIENTE Il settore comprende tutte quelle imprese che si occupano di, smaltimento, trattamento e recupero dei rifiuti urbani e industriali. Presidente: Bruno Landi, AD della società ECOAMBIENTE Srl operante nella provincia di Latina e Amministratore unico della società Ecologia Viterbo, operante nelle province di Viterbo e Rieti. “l punti nevralgici del nostro programma riguardano la chiusura urgente del ciclo industriale dei rifiuti urbani e industriali nel Lazio, una partecipazione attiva delle PMI alle politiche di settore, un dialogo permanente con la Regione Lazio e con le Istituzioni locali”. (B. Landi)
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AUTOTRASPORTO Il settore riunisce le imprese che operano nel campo del trasporto merci, nazionale e internazionale, su gomma e del trasporto turistico. Presidente Luciano Cianfrocca, titolare della CIANFROCCA TRASPORTI Srl, fondata nel 1961 con sede a Frosinone. L’azienda fa parte del Gruppo Cianfrocca, insieme alla TECNOFER Srl ed alla R.T.A. Srl. “Dobbiamo conseguire maggiore competitività e visibilità per il nostro settore. Il nostro obiettivo è creare il distretto della logistica nella provincia di Frosinone, all’interno del quale costituire un consorzio per gli acquisti, fondamentale per sostenere al meglio il nostro settore”. (L. Cianfrocca) CERAMICO Il settore riunisce le imprese del distretto di Civita Castellana specializzate nella produzione e commercializzazione di stoviglierie e articoli sanitari. Presidente: Giovanni Calisti, Titolare della SCARABEO CERAMICHE Srl, di Civita Castellana (VT) e attualmente leader mondiale nella produzione di lavabi e accessori da bagno. “Le imprese del distretto della ceramica rappresentano un comparto di punta della nostra regione, che deve essere oggetto di grande attenzione da parte delle istituzioni, a causa della forte crisi che l’ha colpito da qualche anno”. (G. Calisti) CHIMICO Il settore riunisce le imprese che operano nella produzione di articoli tecnici di gomma e materie plastiche, dermocosmetici, specialità medicinali e disinfettanti. Presidente: Noemi Dell’Osso, Titolare della GD Srl (Tecnologie interdisciplinari Farmaceutiche) che produce dermocosmetici e integratori alimentari dietetici, con sede a Roma.
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“Le nostre produzioni sono attualmente molto diversificate: si va dal metacrilato alle vernici al farmaceutico. Il nostro obiettivo è quello di individuare categorie più specifiche, nelle quali le imprese possano riconoscersi più facilmente e confrontarsi sulle problematiche comuni”. (N. Dell’Osso) DISTRIBUZIONE Il settore riunisce le imprese che operano nell’ambito della media distribuzione di beni, anche generi alimentari deperibili, per la commercializzazione all’ingrosso o al dettaglio. Presidente: Stefano Imperatori, Titolare del GRUPPO SIR Srl, che ha sede a Roma, e fa parte della CE.DI.GROS S.C.R.L. che si occupa del coordinamento degli acquisti per conto delle imprese socie. “Le istituzioni ci devono mettere in grado di operare in un quadro normati va di certezze che consenta alle nostre imprese di impostare e perseguire le proprie strategie”. (S. Imperatori) EDILIZIA Il settore comprende imprese che operano nel campo delle costruzioni di opere edili pubbliche e private, civili e industriali, manutenzione strade, restauri di beni architettonici. Presidente: Antonio D’Onofrio, Titolare dell’EDILGAMMA Srl, impresa di costruzioni con sede a Roma, che lavora nel campo dell’edilizia civile e industriale, privata e pubblica. “L’impegno primario che ci aspetta sarà quello di esaltare ancor più- il ruolo della piccola e media impresa edile nella nostra regione, riaffermando il carattere strategico di questo settore e dell’indotto che esso genera per l’economia del nostro territorio”. (A. D’Onofrio)
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EDITORIA Il settore comprende le imprese della piccola e media editoria specializzata in produzioni scolastiche, per ragazzi, guide turistiche, opere divulgative, arte. Presidente: Enrico lacometti, Amministratore Delegato dello ARMANDO ARMANDO EDITORE Srl, con sede a Roma, nonché azionista di maggioranza dello SOVERA MULTIMEDIA Srl. “Dobbiamo lavorar e per portare a livelli d’eccellenza un settore come. quello della piccola e media editoria, formato a Roma e nel Lazio da un patrimonio di grandissima qualità”. (E. lacometti) ESTRATTIVO Il settore riunisce le imprese che operano nel campo dell’estrazione e vendita di materiali per costruzioni. Presidente:· Egidio Michetti, Titolare della S.E.I. (Soc. Estrazioni Inerti) Srl, società specializzata nel settore conglomerati bituminosi ed estrazione inerti, con sede a Campagnano di Roma (RM).
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“Le imprese del settore scontano una situazione di ritardo endemico sulle autorizzazioni, che le costringe a lavorare in una costante situazione d’incertezza. Ritengo urgente svolgere un’azione promozionale per valorizzare l’attività di cava insieme con quella della lavorazione della pietra, al fine di rilanciare i prodotti del Lazio anche all’estero”. (E. Michetti) GRAFICO Il settore comprende imprese operanti nel campo dell’allestimento di stampate, rilegatura industriale, prodotti audiovisivi, studi di produzione e promozione pubblicitaria.
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Presidente: Monica Taglione, Titolare della CARTOPLAST SUD Srl di Pomezia e della STILCART Srl di Santa Palomba (RM), specializzate nello produzione di astucci, vassoi, articoli in cartoncino, buste. “In un periodo di crisi come quello attuale, una particolare attenzione da parte delle nostre imprese dovrebbe essere indirizzata verso una politica di approvvigionamenti comuni delle materie prime, al fine di abbattere sensibilmente questa voce di costo”. (M.Taglione) INFORMATICO Il settore riunisce le imprese che operano nella consulenza e progettazione di sistemi informatici, nell’assistenza, manutenzione e realizzazione di software, anche personalizzati. “E’ importante creare una filiera che sia a servizio delle imprese del settore. e di altre categorie, anche al fine di conseguire una maggiore visibilità sullo scenario nazionale ed una maggiore presenza nel settore pubblico e privato”. (S. Araco) LEGNO Il settore riunisce le imprese di lavorazione del legno, dall’arredamento ed architettura per interni, anche nautici, all’allestimento di esercizi commerciali, ai mobili per ufficio, alla produzione di scenografie ed allestimenti scenici. Presidente: Paolo Bolici, titolare della PAOLO BOLICI, operante nel settore dal 1979, con sede ad Anzio (RM). L ‘azienda fa parte del Gruppo Bolici insieme alla INSIDE INTERNATIONAL Spa. “E’ importante che la PMI persegua una costante attività di innovazione che la porti al miglioramento qualitativo del bene o del servizio che realizza, così da potersi distinguere anche nelle produzioni di nicchia e trarre tutti i vantaggi possibili dalla globalizzazione in corso”. (P. Bolici)
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METALMECCANlCO Il settore riunisce le imprese che operano nel campo della carpenteria metallica, impianti civili e industriali, telecomunicazioni, costruzioni macchine utensili e di precisione, apparecchiature elettriche ed elettroniche. Presidente: Maurizio Flammini, Titolare del gruppo aziendale FG GROUP di cui fanno parte le sub-holding FG SPORT , FG MARKETING ed FG TECNOPOLO , con sede a Roma, che operano a livello internazionale nel marketing , nella organizzazione di grandi eventi corporate e sportivi e nella progettazione e realizzazione di infrastrutture e di sistemi tecnologici avanzati. “Tra le principali problematiche che oggi devono affrontare le imprese del settore, al primo posto vi sono le difficoltà ad innovare nei processi produttivi i ritardi nei processi di internazionalizzazione e gli alti costi delle materie prime e dell’energia”. (M. Flammini) ORTHOPROTESICO Il settore riunisce le imprese di produzione e vendita di protesi, presidi, apparecchi ortopedici, mobili per ambulatori e ospedali, materiali e presidi sanitari. Presidente: Piero Ciolli, Titolare del CE.O.R Srl (Centro Ortopedico Romano), specializzato nello produzione di calzature, plantari, busti, tutori e articoli sanitari. con sede a Roma. “Gli operatori dell’orthoprotesica debbono compiere rapidamente il traghettamento dalla vecchia logica ‘professionale’ ad una più moderna logica ‘imprenditoriale’. Uno dei principali problemi del settore è rappresentato dai ritardi dei pagamenti da parte delle ASL”. (P. Ciolli) PULIMENTO Il settore riunisce le imprese che svolgono attività di disinfestazione, sanificazione, derattizzazione e servizi di igiene urbana.
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Presidente: Franco Paoluzi, titolare del CONSORZIO STABILE MILES nel settore da circa 90 anni, con sede a Roma. “Nel nostro settore, per la PMI è importante consorziarsi, sia per affrontare meglio il fenomeno del globo/ service, sia per fronteggiare gli effetti della globalizzazione. E’ altresì importante stabilire collaborazioni anche con imprese che operano in settori collaterali al nostro, in Italia e all’estero”. (F. Paoluzi) SALUTE Il settore raggruppa le strutture che operano nel campo della ospedalità privata, accreditata e non, acuti, riabilitazione intensiva ed estensiva, lungodegenza, residenze sanitarie, hospice, neuropsichiatriche, ambulatori ecc. Presidente: Raniero Benedetto che è stato Assessore alla Sanità, Presidente della Commissione Sanità e Presidente del Comitato Tecnico Scientifico per la Programmazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio. “Dobbiamo richiedere che le scelte operate dalla Regione in materia sanitaria avvengano sulla base della concertazione sistematica e della trasparenza degli atti amministrativi. Noi per parte nostra ci impegniamo ad offrire alla comunità laziale professionalità, esperienza, eccellenza nella qualità delle prestazioni”. (R. Benedetto) SANITA’ PRIVATA Il settore raggruppa le piccole e medie strutture operanti nel settore della specialistica ambulatoriale privata accreditata (laboratori d’analisi, diagnostica per immagini, medicina fisica, riabilitazione e altre branche specialistiche). Presidente: Dottoressa Claudia Tulimiero Melis, Titolare del GRUPPO SANEM, con sede a Roma. “Dobbiamo puntare ad una sanità realmente integrata tra pubblico e privato con pari dignità, al fine di valorizzare la capillarità dell’assistenza che il privato accreditato è in grado di offrire sul territorio”. (C.Tulimiero Melis) — 177 —
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SERVIZI Il settore riunisce le imprese che forniscono consulenza e servizi alle imprese (florovivaisti, igiene urbana, organizzazione di eventi, ricerca biomedica, ingegneria, ecc.). Presidente: Paolo Abbondanza, Titolare dell’omonimo GRUPPO ABBONDANZA che, attraverso INPROGEST Spa, opera in settori diversi, da quello edilizio a quello delle energie rinnovabili. “Uno degli obiettivi primari è la creazione di impianti polivalenti moderni e dotati di servizi e collegamenti in grado di sviluppare il valore sociale delle attività che vi si praticano, al fine di consentire alla città di affiancarsi al livello delle metropoli europee dello stesso rango”. (P. Abbondanza) TESSILE-ABBIGLIAMENTO Il settore riunisce le imprese che operano nella produzione e confezionamento di abiti, maglieria e accessori per uomo e donna. Presidente: Angelo Bellettini, Titolare della BELLETTINI COTTON & CASHMERE, catena di negozi leader nella vendita di abbigliamento di lusso e golf nel Centro Italia, con sede a Cura di Vetralla (VT). “Le principali problematiche da affrontare oggi derivano dai contraccolpi della concorrenza dell’Est Europeo e della Cina, dal costo dell’energia e della manodopera, e dalla debolezza del dollaro che penalizza notevolmente il nostro export verso quell’area. Per quanto riguarda la vendita al pubblico, i negozianti che trattano importanti brand pur di continuare a mantenere l’esclusiva di zona, sono obbligati ad accettare dei budget sovradimensionati imposti dalle aziende fornitrici che sono decisamente superiori alle loro potenzialità”. (A. Bellettini) TURISMO Il settore riunisce le agenzie di viaggio, i tour operator, le imprese che organizzano eventi e convegni, alberghi, autonoleggio e noleggio pullman.
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Presidente: Germano Gaudenzi, Titolare della GEG - Marketing e Management Srl, società di consulenza strategica e di project management. “Obiettivo primario della categoria è quello di unire le competenze degli. imprenditori del settore per rappresentare un importante e professionale punto di riferimento per le politiche del turismo di Roma e del Lazio. Contestualmente operare come gruppo di persone per portare a sistema le molteplici attività che le varie Amministrazioni, regionali e comunali, producono per il turismo “. (G. Gaudenzi)
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LE OPINIONI DEI PRESIDENTI DELLE PROVINCIE DI FEDERLAZIO 2008-2014 AL TERMINE DEL LORO LAVORO
Michele Fantasia ex Presidente FEDERLAZIO Latina : “La forza delle idee” “La vera forza di questa dirigenza? La capacità di innovare e di rendere FEDERLAZIO un’associazione moderna al passo con i tempi”. Michele Fantasia, Presidente della provincia di Latina di FEDERLAZIO e Vice Presidente Regionale, ha le idee chiare. “Questo – continua – non vuol dire che l’associazione non fosse stata al passo con i tempi in precedenza, ma va detto che dal 2009 in poi abbiamo avuto un miglioramento netto su questo fronte”. Come ci siete arrivati? “Sostanzialmente dotandoci di strumenti moderni per far fronte alle nuove richieste da parte degli associati, soprattutto legate alle necessarie ristrutturazioni. Uno sforzo molto forte”. Quali sono stati i punti di eccellenza di FEDERLAZIO in questo periodo? “Un’eccellenza è stata quella di condividere strategie e obiettivi attraverso un rapporto e un confronto frequente e diretto fra la presidenza dell’associazione e tutte le sue varie sezioni, quelle legate al territorio o alle categorie”.
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Sarà sempre così ormai? Anche in futuro? “Spero proprio di si, questa è una vera e propria eccellenza da mantenere per sempre. Qualcosa che deve rimanere inciso nelle strategie della nuova classe dirigente”. Qual è il segreto? “Il concetto di condivisione e di confronto: da qui sono venute fuori esigenze che abbiamo potuto mettere a confronto, per sviluppare strumenti nuovi per tutte le aziende”. Un esempio? “I servizi legati al potenziamento dell’internazionalizzazione. Ma anche una grande attenzione al business degli associati, creando una sorta di mercato interno alla stessa associazione. Tutte iniziative volte a dare risposte chiare al mondo economico per spingere le nostre aziende ad essere più perfomanti sui mercati internazionali. Senza dimenticare gli sforzi per far conoscere fra loro le aziende”. Questo impegno vi viene riconosciuto? “Si, assolutamente, questo ormai si può considerare un patrimonio acquisito”. E per il futuro? “FEDERLAZIO deve avere una prossimità sempre maggiore con gli associati. L’associazione deve essere il punto di riferimento costante, diretto. Per far questo FEDERLAZIO deve ristrutturarsi, lo stiamo già facendo, ma ritengo che questa sia la sfida più importante per il futuro. Le nostre sono infatti piccole e medie imprese. E un’associazione di rappresentanza deve poter raggiungere ed essere raggiunta da ogni singolo associato in qualsiasi momento”. Questo già lo fate però. “Si, ma dobbiamo incrementare questo aspetto, in modo tale che cresca la — 182 —
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consapevolezza di quante opportunità possiamo offrire. Una sfida importante per il futuro anche perché il mondo economico è sempre più competitivo”. A proposito di cose fatte, qual è quella che le è rimasta nel cuore? “Tante, ma il Convegno del 19 gennaio 2011, intitolato “Dalla Crisi al Progetto. Per una Economia dello Sviluppo” ha un posto speciale nei miei ricordi perché ha mostrato al mondo intero come un’associazione così eterogenea possa apparire come un’entità unica. E’ stata la più grande e importante assemblea generale mai organizzata da FEDERLAZIO e che ha visto la partecipazione di oltre mille delegati. Tutte le massime autorità istituzionali. Ma, soprattutto, un Convegno che è riuscito a porre sul tavolo argomentazioni molto serie. Devo essere sincero, quella è stata davvero la prima volta che il mondo associativo si è trovato unito, convinto del fatto che fosse di grande importanza essere uniti. Siamo riusciti a sprigionare una forza enorme, un’energia che molti pensavano fosse sopita da anni. E invece...”. E invece FEDERLAZIO ce l’ha fatta. Si può dire che abbia indicato la direzione? “Certo, da soli non si va da nessuna parte, il gruppo non solo ha più forza ma riesce ad affrontare meglio le tante tematiche trasversali e a portare istanze univoche a chi ci governa”. Questa è una delle eredità che lasciate? “Si, un’eredità enorme, che non deve andare perduta. Quando abbiamo pianificato questa strategia eravamo convinti che le singole aziende non avessero la forza per affrontare il mare della crisi, invece nell’abbraccio di FEDERLAZIO tutto è diventato possibile”. Il libro può farcela in questa difficile missione? “Si, credo proprio di si, è un’idea bellissima. Tutto questo enorme lavoro che state facendo si traduce nel fatto di lasciare una traccia storica, un messaggio
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che rimarrà per sempre. E sono convinto che le strategie future di FEDERLAZIO saranno figlie di questo messaggio”. Silvio Ferraguti ex Presidente FEDERLAZIO Frosinone : “Esperienza eccezionale” Un impegno grande. Totalizzante. Questo emerge dalle parole di Silvio Ferraguti, ex Presidente FEDERLAZIO Frosinone: “Al di là di quanto mi ha arricchito per via dei rapporti con le persone - spiega - in FEDERLAZIO ho avuto la possibilità di trasferire la mia esperienza di imprenditore. Tutto sempre puntato a far crescere questa associazione. Il presidente Flammini è stato sempre uno sprone a tenere alta l’attenzione, ma anche a fare in modo che FEDERLAZIO sia sempre al fianco di imprese. Di tutte le imprese, sopratutto di quelle che sono in difficoltà, non per colpa loro ma per colpa di questo demone crisi”. I rapporti con le persone in FEDERLAZIO è stato tanto importante? “Maurizio Flammini è un uomo dalle enormi capacità, che sa bene cosa significa fare impresa, sa aggregare, sa far lavorare bene le persone. L’esperienza, quindi, è stata eccezionale. Senza dimenticare gli incontri che abbiamo avuto: hanno arricchito la mia esperienza professionale, ma sono anche ricordi che custodisco gelosamente. Io ho dato le dimissioni da FEDERLAZIO e ora sto entrando nel mondo della politica, questo grazie anche all’esperienza maturata in questi anni”. Cosa lascia in FEDERLAZIO? “Ritengo che con questo operato nell’associazione lasciamo un grosso segno per gli imprenditori. Ma anche un forte sviluppo nella stessa FEDERLAZIO: nel mio ambito provinciale questo si è tradotto in un 20 per cento di crescita dell’associazione. Ecco, questo significa esattamente essere riusciti a trasmettere quei segnali importanti che FEDERLAZIO ha come missione per l’assistenza alle piccole e medie imprese”.
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Il percorso immagino non sia concluso. Cosa dovete fare ancora? “Rimanere sempre affianco dell’associazione anche se il nostro mandato è scaduto, dando quei consigli che possano far crescere ancora FEDERLAZIO, magari ad andare oltre i confini regionali”. Addirittura? “Si le valenze di FEDERLAZIO sono enormi e anche le sue professionalità: la pone al di sopra anche di associazioni di categoria di livello nazionale. FEDERLAZIO offre servizi veri e assistenza continua, giornaliera, affrontando problemi reali e offrendo soluzioni alle imprese”. Un carattere di concretezza che va conservato. “Assolutamente, deve essere conservato, noi ci siamo impegnati anima e corpo, mio padre è stato uno dei fondatori di FEDERLAZIO Frosinone, per me è una specie di missione”. Che risultati ha portato questo atteggiamento? “Il termometro lo si può vedere confrontandoci con gli imprenditori più critici: non hanno mai dato giudizi negativi. Un bel record direi...”. Altri punti di forza? “La condivisione, far partecipare tutti, non solo le imprese, ma anche tutte le persone alla gestione di FEDERLAZIO. Una caratteristica quasi unica”. Che percorso si trovano davanti i futuri manager di FEDERLAZIO? “La rotta è già stata tracciata, non si può inventare nulla oggi. L’associato ha bisogno di trovare le soluzioni per uscire dalla crisi, quindi impegnarsi, con spirito di servizio, per aiutare a far uscire dai guai le imprese. Gli uomini FEDERLAZIO non
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hanno padroni, hanno una grande equidistanza dai colori politici, quindi sono in grado di criticare chiunque”. Fra i punti di eccellenza del vostro operato? “Al di là di Silenziosamente e di 97.6, che sono manifestazioni di FEDERLAZIO concrete, tutte quelle azioni nei confronti della PA. Come ad esempio l’accordo di programma nella provincia di Frosinone per favorire le imprese. Ma anche più in generale prestare grande attenzione e vigilare sulla politica per aiutare le aziende”. Ma siamo in Italia, le imprese si trovano davvero davanti a montagne difficili da scalare? “La FEDERLAZIO da sola non potrà cambiare lo stato delle cose, ma può essere una goccia che può demolire una roccia, con la costanza giornaliera. Per questo dico che serve costanza, insistenza, rappresentare quelle che sono le effettive necessità”. E alla politica cosa chiedete? “Da parte della politica serve un cambiamento di passo. La politica si deve rendere conto che il nostro Paese versa in condizioni estreme. Ma non se ne è ancora resa conto. Renzi è un po’ un pifferaio magico, ma sono costretto a sperare – e questa è la cosa più grave – che il nuovo presidente del consiglio riesca a realizzare le novità che ha promesso. E qui torniamo all’importanza di FEDERLAZIO”. Cioè? “Fare da pungolo, da stimolo alle novità: il segno distintivo e caratteristico di FEDERLAZIO che in futuro nessuno potrà cancellare”.
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Rino Orsolini:ex Presidente FEDERLAZIO Viterbo “In FEDERLAZIO un passaggio epocale” “Siamo di fronte ad un passaggio epocale per l’associazione, perché di colpo cambiano tutti i vertici, una cosa che non era mai successa prima”. Rino Orsolini - Presidente della Provincia di Viterbo di FEDERLAZIO e Vice Presidente Regionale - racconta così l’importanza di lasciare un messaggio ai prossimi dirigenti di FEDERLAZIO, perché “questo cambiamento così radicale di gestione – spiega – porterà inevitabilmente al fatto che ai posteri sarà lasciato in eredità la necessità di fare un lavoro enorme. Poi ognuno ci metterà del proprio, ogni capitano di azienda in qualsiasi situazione, tanto per essere chiari, ci metterà del suo. Seguirà le tracce della FEDERLAZIO ma ognuno farà di testa sua”. Cosa lasciate a questi futuri dirigenti? “Il passaggio, come dicevo, non sarà semplice. Per parlarci chiaro quello che è stato fatto in FEDERLAZIO negli ultimi 5 anni è stato un lavoro enorme, svolto con una continuità di dirigenza straordinaria. Io stesso sono al terzo mandato in FEDERLAZIO Viterbo, mai successo prima: sono 9 anni che sono in questa posizione. Lasciamo quindi un’associazione che ha sempre parlato senza giri di parole al mondo della politica, che non ha fatto sconti a nessuno, soprattutto a livello provinciale. Vede, negli ultimi anni la politica ha deciso di non decidere, per cui la nostra opposizione è stata grande: ai ragazzi nuovi lasciamo una FEDERLAZIO forte, che si è fatta sentire sul territorio in modo molto importante. Di esempi ce ne sono tanti, uno per tutti la famosa manifestazione Silenziosamente del Phanteon dove ci siamo schierati con forza al fianco degli imprenditori in grande difficoltà, riuscendo a far uscire dall’ombra un problema enorme, quello della crisi talmente devastante che portava addirittura al suicidio di alcuni imprenditori”. Ultima battaglia? “Quella della Camera di commercio, attraverso l’associazione 97.6, un messaggio forte al mondo della politica perché per la prima volta tutte le associazioni di categoria si sono messe insieme per avere una strategia comune”.
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Quali sono le differenze fra i rapporti con i politici in provincia o nella capitale? “Da noi è tutto più facile. A livello provinciale noi siamo come un grande Paese: qui il contatto umano che noi abbiamo con i politici locali è più facile. Ovvio che a livello centrale è più difficile. Quello che è mancato – ma non è un’accusa, ci mancherebbe – forse è stato farsi sentire un po’ di più con il mondo politico romano, a volte come FEDERLAZIO non siamo stati così forti. Ma fra i punti di eccellenza di sicuro ci metterei il fatto che FEDERLAZIO è diventata il vero riferimento per le piccole e medie imprese. Guardi il caso della cassa integrazione, dove la nostra associazione ha dato una grande mano. Stesso discorso con gli imprenditori che vogliono continuare ad andare avanti: a fronte di uno Stato che ha sempre abbandonato le imprese noi siamo stato un vero, anzi l’unico, sostegno. Il governo non ha mai considerato le piccole e medie imprese”. Ora forse le cose stanno cambiando, vero? “Vedremo. Vedremo e speriamo... Una cosa è certa: questa contrapposizione fra impresa e Stato oggi non è più possibile. La burocrazia ci uccide e non è solo un problema di tasse, il problema è che noi paghiamo tasse sui movimenti. Mi spiego meglio: tutte le infrastrutture che noi usiamo per fare fatturato finisce sotto la mannaia dello Stato che ci uccide. Non è possibile che servano anni per una licenza, non si può andare avanti con l’incertezza delle leggi, 150 mila leggi italiane contro le 3000 inglesi sono una prova”. Cosa vede nella FEDERLAZIO del futuro? “Difficile fare previsioni, la situazione è molto delicata. Molto dipenderà dalla situazione politica-economica di questo Paese. Oggi abbiamo molte imprese a rischio, quindi la FEDERLAZIO del futuro deve stare vicino, molto vicino agli imprenditori. Da una situazione di crisi passeggera siamo passati a uno status quo. Non conviviamo più insomma con una crisi, ma con uno stato di fatto, che durerà almeno altri 4 o 5 anni. La mission di FEDERLAZIO è quindi stare vicina agli imprenditori, soprattutto dal punto di vista dell’internalizzazione perché rimanere solo in Italia oggi è difficile. E poi serve fare lobby con la politica”.
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Cosa chiedete subito alla politica? “Chiediamo alla pubblica amministrazione di pagare subito i suoi debiti, perché altrimenti allo Stato la crisi costerebbe di più perché, è ovvio, se non si pagano le imprese la forza lavoro va in cassa integrazione”. Un cane che si morde la coda. “Si, un classico, se si deprime la classe operaia di contraggono i consumi in modo drastico. E a loro volta altri imprenditori andranno in crisi e metteranno altri operai in cassa integrazione. Insomma da una parte gli imprenditori non hanno più capitali e dall’altra ci sono gli operai che perdono il lavoro. Serve un rapporto profondo con la politica. E poi noi di FEDERLAZIO dobbiamo prospettare alla politica soluzioni concrete”. Ad esempio? “Vogliamo far partire l’edilizia? Una coppia giovane sulla prima casa per 5 anni non deve pagare tasse. Allo Stato converrebbe perché avrebbe un gettito di Iva forte sull’indotto. Poi bisognerebbe toccare, con coraggio, le pensioni. Oltre i 3000 euro bisognerebbe avere un taglio del 3%, oltre i 30 mila un taglio del 30% con una scala progressiva. D’altra parte quello che emerge oggi è proprio questo: abbiamo stipendi di manager e pensioni d’oro che non hanno confronti nel mondo”. E poi? “Serve fiducia. Io dico spesso ai miei collaboratori ‘la crisi non esiste’, ma non per mettere la testa sotto la sabbia, solo per avere quell’ottimismo necessario alla ripartenza. Insomma per essere chiari, la nuova dirigenza di FEDERLAZIO avrà di che lavorare... Molto molto da lavorare. Purtroppo la crisi sta spazzando via troppe aziende e sarà dura. Serve uno scatto di orgoglio. Noi imprenditori siamo pronti a farlo, ma serve l’aiuto della politica. Se abbiamo uno Stato che si contrappone a noi e non a fianco, sarà durissimo. Io sono ottimista ma anche realista, non bisogna nascondersi dietro un dito...”.
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Nino Polito Presidente FEDERLAZIO Frosinone: “Così aiutiamo i prossimi dirigenti” Un libro come uno strumento di lavoro per tutti coloro che dirigeranno la FEDERLAZIO dopo la gestione Flammini? “Si, mi piace molto l’idea – spiega Nino Polito Vice-Presidente FEDERLAZIO Frosinone - e devo dire che il progetto di questo libro-testamento è molto nello stile di Maurizio Flammini. Un altruismo difficile da trovare in altri manager e che porta a realizzare – appunto – ‘strumenti di lavoro’ molto utili per chi dovrà gestire la FEDERLAZIO in futuro. Un grande aiuto per la futura classe dirigente che in poco tempo, attraverso queste pagine, potrà capire le potenzialità dell’associazione e avere diversi punti di riferimento nel futuro lavoro. Ma c’è dell’altro, il libro a mio avviso, non è solo altruismo”. Ossia? “Questa operazione editoriale riesce a dare – ancora una volta – una bella immagine di tutta FEDERLAZIO, di noi che ci stiamo lavorando, di chi in questa associazione ci mette il cuore. Vede, aprire i nostri cassetti, svuotare i nostri archivi, raccontare anni di battaglie, progetti, sogni e successi è anche un modo per rilanciare FEDERLAZIO, il suo operato e la sua importanza”. Non mi sembra però molto convinto di aprire i suoi cassetti... Proviamo: per rimanere nello spirito del libro provi a dare subito un’indicazione per i futuri manager di FEDERLAZIO. Cosa dovranno fare? “Semplice. Anzi, semplicissimo: continuare così. Sembra un consiglio banale ma non lo è perché i manager, anche i grandi manager, tendono spesso a cambiare rotta, anche quando le cose vanno bene. Stavolta direi proprio che sarebbe una manovra sbagliata: non a caso FEDERLAZIO, proprio grazie a questa gestione, ha raggiunto un’importanza mai vista prima nella sua storia”.
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Un’importanza che cresce, ora, anche per un motivo contingente: la crisi. Adesso più che mai c’è bisogno di un’associazione forte. Giusto? “Assolutamente. E’ nelle difficoltà che si vede se un un imprenditore è bravo o no. Quando il mercato ‘tira’ tutti sono in grado di crescere con la propria azienda, ma quando invece le cose vanno male il discorso cambia. Ed è proprio in questo frangente che FEDERLAZIO diventa importantissima, per certi versi direi addirittura strategica. Ma dovrà prendersi alcune responsabilità che andranno oltre quelle che sono stare prese finora”. Per esempio? “Aiutare le imprese a entrare meglio sui mercati esteri, anzi dirò di più: spingerle a guardare al di fuori dei confini nazionali, fare azioni di questo genere per facilitare lo sviluppo delle piccole aziende. Mi spiego: oggi se andiamo in Fiat loro hanno un ufficio studi e tutta un’organizzazione di marketing molto sofisticata. Cose che mancano del tutto nelle imprese di dimensioni contenute, ovvio. Ma non è invece altrettanto ovvio che queste aziende debbano rimanere così: FEDERLAZIO deve lavorare per loro mettendole in condizioni di avere la stessa competitività dei grandi”. Quindi guardate sempre di più al mondo delle piccole aziende? “Certamente perché FEDERLAZIO è fatta da piccole e medie imprese, da 500 mila aziende che fatturano fino a 15 milioni, che devono essere aiutate perché da sole non ce la possono fare in un mercato così competitivo. Al punto che molti imprenditori, pur avendo la vocazione di guardare all’Europa, poi si trovano davanti a difficoltà talmente grandi da dover abbandonare la partita. Un vero peccato”. Ma c’è anche chi ce la fa. O no? “Sicuro, ma con l’aiuto di FEDERLAZIO potrebbe fare un salto ancora maggiore, andare oltre il semplice ‘avercela fatta’ direi...”.
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Se dovesse sottolineare un altro punto di eccellenza di FEDERLAZIO su cosa punterebbe? “Probabilmente di essere rimasta sempre un po’ in disparte rispetto alla politica. Una posizione difficile perché è necessario avere un rapporto asettico con il palazzo, senza per questo evitare di dare valutazioni e giudizi sull’operato. Insomma super partes, ma incisivi sul controllo dell’attività”. E’ un po’ lo stesso atteggiamento che avete con le banche? “In un certo senso si: su questo terreno ci muoviamo molto bene, è uno dei punti di forza di FEDERLAZIO. Alla fine tutto questo lavoro si traduce in una trattativa che riesce a spuntare condizioni straordinarie, a fare in modo che gli istituti di credito tendano davvero una mano alle aziende che vogliono crescere. E di questi tempi non è certo poco”. Fra le varie iniziative di FEDERLAZIO qual è quella che l’ha colpita di più? “Sono state tante, difficile dirlo. Quello che conta è che tutte hanno portato ad un unico risultato finale. Ossia che FEDERLAZIO viene riconosciuta universalmente come un’associazione affidabile. Il nostro associato si fida di noi, il rapporto fra noi e loro cresce e di conseguenza FEDERLAZIO cresce per questo. Ecco perché noi cerchiamo di essere sempre presenti nelle difficoltà degli imprenditori, di coinvolgere tutti nelle diverse iniziative, di rendere partecipi gli associati. Noi e loro siamo una sola cosa grazie ad un dialogo molto serrato. Un dialogo, mi creda, che in altre associazioni manca. E che qui in FEDERLAZIO è invece grande. Posso dire una cosa?”. Prego. “Siamo forti...”. Si sente il coinvolgimento di un team affiatato, vi va riconosciuto, ma non ci sono solo cose positive immagino. Ci sono cose che FEDERLAZIO non deve mai fare? Quali?
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“Rispondere a questa domanda è più facile di quanto possa sembrare. Basta guardare la storia di FEDERLAZIO: tutto ciò che non è stato fatto non va fatto, da questo punto di vista il libro che racconta tutto l’operato passato è uno strumento straordinario”. Va bene, prendiamola da un altro lato... Quali sono gli aspetti da migliorare ancora? “Trovare figure manageriali sempre più professionali, limare i costi senza indebolire la struttura, affacciarsi meglio verso un mercato globale”. La connettività? E’ così importante oggi per un’azienda essere in rete? “Si, fondamentale, soprattutto per aziende che devono lavorare con l’estero, quindi, riallacciandomi al mio discorso di prima, per tutte. Prima, e per prima intendo poco prima, ossia fino a poco tempo fa, era impensabile avere un’interconnessione così stretta con aziende così lontane: una cosa del genere era impensabile. Oggi in tempi quasi reali riesci ad ottenere le risposte che cercavi e quindi vedere subito il risultato del tuo lavoro”. Però tutta questa connessione ha portato anche ad avere molta più concorrenza. “Sicuro, ma la concorrenza fa vincere chi è più bravo. Le aziende abituate a questa dura competizione ne hanno solo benefici. Concorrenza significa anche confronto, non va mai dimenticato. E anche in un momento di grande difficoltà economica, come quello che stiamo vivendo oggi, la cosa può solo portare benefici. Il nostro mercato, infatti, al punto in cui è arrivato ormai può solo crescere. Soprattutto se le aziende credono che l’Europa non sia una cosa finta, un simbolo, una bandiera, un marchio, ma un mercato davvero comune: allargare gli orizzonti ci fa crescere”.
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Un concetto caro a FEDERLAZIO. “Assolutamente si, come associazione abbiamo stressato più volte questo concetto. E meno male che stiamo lavorando su questo tema da tempo perché ora riusciamo davvero ad offrire una consulenza di alto livello ai nostri associati”. Ma prima di pensare in grande, all’Europa, esiste anche un mondo più piccolo? Un mondo dove per un’azienda può considerarsi un successo uscire semplicemente dal Lazio? “Si certo, ma noi spingiamo a cambiare passo, mentalità. Poi tutto diventa facile se un imprenditore capisce che può guardare all’estero, c’è un innegabile effetto scia per l’internazionalizzazione: non si deve dire ‘sono un’azienda italiana, laziale’, ma si deve dire ‘sono un’azienda europea’. Così deve funzionare. In Spagna, Portogallo ci sono grandi opportunità, noi dobbiamo coglierle. Non possiamo dire non vendo in quel mercato perché non lo conosco, ci sono associazioni come FEDERLAZIO che sono qui apposta, per favorire questo lavoro”. E veniamo ai rapporti sindacali. Il problema più annoso per molte aziende. “Vero, ma un problema che si sta risolvendo da solo: siamo ormai nei tempi dove gli stessi sindacati lavorano ormai per noi. Mi spiego. Quello che prima era un combattimento duro, ora è diventato molto più morbido perché il lavoratore (e i sindacati) sono i primi a comprendere cosa si deve fare per il bene dell’azienda. Insomma ci avviamo verso un clima di grande collaborazione”. A proposito di strategie, FEDERLAZIO è spesso ricorsa a indagini esterne per capire cosa fare. O come orientarsi nel futuro. Sarà una strada da seguire anche domani? “Si, per quanto riguarda la rotta da seguire e l’impostazione generale dei rapporti con istituzioni e associati è fondamentale avere ben chiara la situazione in cui ci si muove. E non è un caso che da questi studi sono venuti fuori dati che abbiamo elaborato e studiato per arrivare a risultati straordinari. Devo dire che le aziende hanno apprezzato questo lavoro”.
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Carmine Rinaldi Past President FEDERLAZIO Rieti : “Fare gruppo, ecco il segreto” “Noi tutti lo abbiamo ringraziato perché fare il presidente di FEDERLAZIO è una fatica che si somma a tutte le fatiche”: così Carmine Rinaldi, past-president FEDERLAZIO Rieti, dimostra subito il suo apprezzamento per il lavoro svolto da Maurizio Flammini. “Vede – continua Rinaldi – la sua forza è stata sempre quella di cercare di fare gruppo”. E’ così importante questo aspetto? “Si, in assoluto la cosa più importante è questa, soprattutto per coloro che nell’azienda hanno vissuto gran parte del loro tempo. In momenti così difficili è più facile sentirsi soli, anche nella propria azienda. Quindi è bene sottolineare, tramandare, spiegare a chi verrà dopo di noi in FEDERLAZIO l’importanza di questo lavoro svolto per fare squadra. Da questo punto di vista l’idea di Flammini di mettere nero su bianco il percorso, di consegnare ai posteri questo libro mi piace molto”. In questo libro sul percorso di FEDERLAZIO quali sono i capitoli più importanti? “Tutti direi, ma i più appassionanti sono quelli dell’ultimo periodo, caratterizzato da grandi difficoltà, vissute da ognuno di noi nelle proprie imprese. Difficoltà diverse perché le aziende sono diverse. Ma lo spirito che ci ha unito è stato lo spirito che ha pesato nel non far notare la differenza fra le varie tipologie di aziende. Non è la quantità ma la qualità delle persone che lavorano in FEDERLAZIO a fare la differenza. Con queste persone abbiamo avuto molti stimoli in più per andare avanti. In FEDERLAZIO ci siamo ritrovati come in una grande famiglia, con difficoltà, ma con unità. Io sono ottimista, credo che questa famiglia si allargherà ancora di più”.
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E’ questo il segreto per avere sempre più forza? “Si, tutte le associazioni sono nate con determinati scopi e poi con il passare degli anni si sono dovute adattare. Oggi lo scopo di un’associazione di categoria è diverso di quello di 20 anni fa. L’impulso avuto dal mondo delle imprese è stato enorme. E questa è la grande difficoltà: dare risposte soddisfacenti alle imprese che con il tempo chiedono cose sempre diverse. Spesso andando anche oltre...”. Ma le assistete lo stesso? “Si, ovvio, ma le richieste di aiuto straordinario fanno parte del gioco, anche noi poi le chiediamo: perché poi anche noi siamo imprenditori. Insomma alla fine facciamo quello che vorremmo facesse chi ci governa: semplifichiamo – o almeno cerchiamo di semplificare - la vita agli imprenditori. Una mission possibile solo se riusciamo a stare insieme in un’associazione sempre più forte”. Ci può fare un esempio? “Uno degli obiettivi più importanti che l’associazione sta cercando di portare avanti è il concetto di fare rete. Soprattutto fra le imprese. Una cosa che fino a poco tempo fa era solo teoria, oggi invece diventa un’azione concreta e possibile. Ognuno di noi sa fare molto bene una cosa, ma la capacità di mettere insieme più imprenditori, più imprese è una cosa che un’associazione deve fare e può fare. Poi è chiaro che il discorso non finisce qui: FEDERLAZIO ha messo a punto diversi sistemi – nel mondo del credito, ad esempio, che in questo momento sta facendo soffrire molto – per aiutare le imprese”. La burocrazia è il grande problema? “Assolutamente si: fra gli aspetti negativi da combattere questo è uno dei principali. Il rischio è uno solo: chiudere poi proprio l’azienda, come hanno fatto – purtroppo – molte aziende. La lentezza della burocrazia uccide. Una cosa che fa male non solo al mondo del lavoro, ma a tutta la società. Quando un’azienda chiude non chiude solo una società ma spariscono competenze che poi difficilmente possono tornare in un circuito. Per questo FEDERLAZIO punta molti sull’alleggerimento di tutti quei vincoli burocratici, sul semplificare il percorso delle imprese associate”. — 196 —
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La velocità in questo percorso diventa fondamentale. O no? “Noi tutte le mattine dobbiamo individuare il problema e la sera dobbiamo già risolverlo, altrimenti non abbiamo quella rapidità che ci consente di aiutare davvero le imprese a sopravvivere”. Cos’è crescita aziendale secondo lei? “Quando uno fa cose nuove. Se uno rimane legato alle proprie conoscenze, non si apre al nuovo fa una brutta fine”. Cercando nuove strade siete arrivati a mettere in piedi Silenziosamente il vostro gioiello? “Si, qui tutti in modo plateale ci vengono a raccontare che l’impresa è fondamentale per il nostro paese, perché i posti di lavoro oggi come non mai possono venire da una ripresa della produttività, ecc. ecc. Tutte parole. Poi nella realtà questo non succede. Nella realtà avviene quello che è stato il simbolo di quella manifestazione: nella solitudine l’imprenditore cerca di risolvere i problemi. Problemi che – attenzione – non sono solo suoi ma di una parte importante della società. E quella manifestazione aveva questo significato: ci siamo, siamo silenziosi, ma abbiamo un peso importante” Siete davvero molto uniti come sembra? “Si, fin da quando è nata, FEDERLAZIO ha fatto squadra. E’ riuscita a mettere tutti insieme. Io vengo dalla provincia., dalla più piccola delle provincie. Ma il nostro contributo lo portiamo anche al di fuori del nostro territorio. Quando ci confrontiamo con i colleghi romani non abbiamo nessun timore reverenziale perché fa parte dello spirito di questo associazione. Ci sono grandi diversità di imprese, ma non c’è mai stata una sorta di diversità fra noi”. Quale concetto vorrebbe scolpire nella pietra per i posteri? “Io sono un imprenditore di prima generazione. E le devo dire che se io doves-
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si – nonostante le difficoltà che stiamo attraversando – rinascere e scegliere la professione, sceglierei di nuovo quella che sto facendo. Non ho nessun rimpianto e questo lo devo alla capacità di prospettiva che i miei colleghi di FEDERLAZIO mi hanno dato. Non ultimo Flammini che mi ha dato molto, è stato il miglior presidente che ho conosciuto, per la sua capacità di sintesi, di motivare, di spingere le persone. Cosa direi quindi a tante persone che ora hanno paura della crisi? Iniziate a fare gli imprenditori. Adesso”.
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I PRESIDENTI DI DUE SETTORI STRATEGICI DI FEDERLAZIO: LE DONNE E I GIOVANI
Cristina Paoluzi: “Dobbiamo esportare la nostra esperienza all’estero” “Non sarà facile raccogliere l’eredità di Maurizio Flammini alla presidenza di FEDERLAZIO”. Cristina Paoluzi, Coordinatrice di FEDERLAZIO Donna, ama parlare chiaro: “Non faccio testo, lo so, sono di parte... Sono un’ammiratrice di Flammini, però...”. Però? “Abbiamo avuto un grande presidente, non c’è dubbio: questo è un dato oggettivo. E chiunque verrà dopo di lui avrà vita dura perché il confronto con il lavoro fatto dalla presidenza passata sarà inevitabile. E quindi ci si troverà davanti ad un percorso in salita. Se posso essere onesta, devo dire che non invidio proprio il ruolo del futuro presidente: sarà difficile rimpiazzare un uomo come Flammini. Ripeto, sono particolarmente affezionata a lui, mi sono trovata benissimo con lui, ma il discorso è generale: oggettivamente le cose fatte sono state tantissime”.
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Dalle sue parole traspare un affetto enorme nei confronti del passato presidente. Come si fa a essere obiettivi? “Inutile nascondersi. Io a Flammini devo dire solo una cosa. Posso?” Prego. “Grazie” Fra i tanti, tiri fuori un motivo. Uno solo. “Beh, mi ha fatto crescere parecchio, un grand’uomo. Come FEDERLAZIO ci siamo trovati spessissimo in momenti in cui non sapevamo che decisione prendere, e lui non sbagliava mai. Ecco perché dico che è difficile trovare qualcuno che lo possa sostituire. Più parlo del lavoro fatto insieme e più mi viene voglia di andare a Londra con lui. Ad aprire FEDERLAZIO Londra”. E’ una battuta? “Mica tanto. A me piacerebbe moltissimo esportare questa esperienza. Portarla a livello internazionale perché una cosa è certa: quello che si può fare nella regione Lazio si può fare dappertutto. Il concetto ‘insieme si ha molto più forza’ vale ovunque. Anzi: avere questo tipo di sinergia con altri Paesi potrebbe essere utilissimo per aziende italiane che troverebbero un supporto all’estero mai visto prima. L’Inghilterra poi è il futuro. I giovani ci credono molto: c’è chi va a studiare, chi a imparare la lingua. E i giovani portano speranze. Ecco perché per gli italiani avere un punto concreto di appoggio in Inghilterra sarebbe importante”. Parla come se FEDERLAZIO Londra sia un progetto sul quale sta già lavorando... “Vero, io ci spero e ci conto moltissimo. E tiferò, combatterò, lavorerò affinché si realizzi. D’altra parte anche nel mio settore, quello femminile, ho sempre cercato di fare lobby fra associazioni. Se ci si unisce si fanno cose importanti: insieme cambia tutto si può fare molto di più. E ora ce n’è molto più bisogno che in passato: in questa situazione di crisi o collaboriamo tutti insieme, altrimenti l’Italia non si risolleverà più”. — 200 —
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A proposito di cose fatte: fra le tante iniziative realizzate da FEDERLAZIO, quai sono quelle da incorniciare? “Di sicuro la nostra visibilità sui Media, l’aspetto della comunicazione: questo ovviamente grazie a Flammini perché una cosa del genere non c’era mai stata in questa associazione. Poi se parliamo di eventi, un posto al sole lo merita tutto l’evento “Silenziosamente” quando siamo riusciti a far scendere in piazza tutti e tutti uniti a difesa dell’imprenditoria. Un evento unico che rimarrà nella storia”. Quando dice ‘in tanti possiamo fare qualcosa, da soli, si può fare poco’ traccia una specie di manifesto di FEDERLAZIO? “Esatto. Vede, creare questo grande gruppo di lavoro è la testimonianza di quanto sia inutile dividerci in piccole associazioni: abbiamo raggiunto obiettivi irraggiungibili in altri modi. Con ‘Silenziosamente’, oltre a scuotere l’opinione pubblica, a sensibilizzare i politici, abbiamo anche dimostrato di saper essere vicini a chi era in difficoltà: non va dimenticato che quello era un momento storico in cui – nella più totale indifferenza – gli imprenditori fallivano e a volte morivano suicidi”. Quando parla di obiettivi a cosa si riferisce di preciso? “A tante cose che hanno fatto crescere FEDERLAZIO: ricreare il gruppo donne che prima di Flammini era stato messo da parte, e poi tante tante altre, perché comunque sia abbiamo ottenuto varie leggi, decreti, a favore dell’imprenditoria delle quote rosa. Anche con le banche, per il credito alla piccola media impresa. Tuttavia ci sono stati anche risultati concreti, molto concreti, come ad esempio avere associati in crescita, nonostante la crisi. O riuscire a rimanere con un bilancio in attivo, convincendo tutti a pagare le quote...”. C’è anche questo problema? “Si c’è anche questo problema in FEDERLAZIO come ovunque: ci sono associati che non pagano le quote. E l’associazione non vive di gloria. Se vuole saperla tutta ci sono società che non pagano da tre anni... La nostra associazione offre tantissimi servizi, legali, finanziari, aiuta in tutto, fa del suo meglio per poter ri-
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solvere qualsiasi problema. Secondo me è giusto che questi servizi siano ripagati. Non sono cifre esagerate, ma se qualcuno non paga il sistema rischia di andare in crisi...” E’ la somma che fa il totale diceva Totò. E visto che parliamo di un’associazione non solo fisicamente... “Si anzi, direi proprio fisicamente... Altrimenti l’associazione non sta in piedi. Gli stipendi dei dipendenti vanno pagati. E’ vero che in FEDERLAZIO ci sono associati e dirigenti che lavorano 24 ore su 24 e che dedicano la vita a questo. Ma è anche vero che ci sono dipendenti e servizi da pagare. Problemi concreti da non dimenticare mai. Lo spirito di associazione è bello, ma servono anche i soldi”. Se potesse dare un consiglio al successore di Flammini. Cosa gli direbbe? “Spero che chi venga dopo di lui abbia avuto il piacere di conoscere bene Flammini, per poterne seguire le orme. E poi gli suggerirei di amare questa associazione. E’ la cosa principale perché solo così si riesce a credere fino in fondo in FEDERLAZIO”. E poi? “Il contatto con gli associati è fondamentale: creare gruppi di lavoro, creare una squadra di supporto, coinvolgere il più possibile tutti in tutto. In ogni problematica. E a volte anche mandare altre persone a risolvere i problemi di settori specifici. Una strategia che può essere di grande aiuto. Insomma farsi aiutare. Questo crea spirito di appartenenza. Io comunque sentirò seriamente la mancanza di Flammini. Un bel guaio”. Torniamo all’inizio dell’intervista? “Non è facile trovare una figura come lui. Lascia un’eredità importante. E questo libro ne è un esempio; chiunque verrà potrà informarsi di quanto fatto, potrà capire davvero il percorso. Vede chi gli è stato vicino sa tutto, ma non è detto che tutti sappiano tutto: il gioco di parole è fondamentale per spiegare che questa
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iniziativa è bellissima perché attraverso il libro la testimonianza diventa concreta. E il nuovo presidente sarà avvantaggiato”. Personalmente quale sarà il suo impegno in futuro? “Mi batterò perché tutto quello che ha fatto venga portato avanti. E poi, ripeto, l’iniziativa di FEDERLAZIO Londra non è una battuta. Io lavorerò per questo”.
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Giovanni Plocco: “Largo ai giovani” “L’idea di un libro che racconta il nostro percorso mi piace - spiega subito Giovanni Plocco Presidente del Gruppo Giovani – perché forse è l’unico modo per spiegare cosa ha fatto FEDERLAZIO. Un documento di attività svolte che può servire a chi verrà dopo di noi, una somma di linee guida, molto utile per i prossimi dirigenti, per le nuove generazione che iniziano a frequentare la nostra associazione. Io ho la presidenza dei giovani imprenditori; per chi inizia è importante avere accesso a qualcosa che sottolinei i lati positivi e quelli negativi. Gli errori fatti, quando si ammettono, portano ad una crescita. Con spirito critico si cresce sempre”. Che peso hanno i giovani in FEDERLAZIO? “Con la presidenza Flammini di fatto è nato il gruppo giovani. E’ vero che precedentemente sono esistiti spazi per loro, ma in modo altalenante, c’era un pensiero diverso da parte della struttura, dell’associazione. Ora le new entry nel mondo dell’imprenditoria hanno un ruolo importante”. Ossia? “Vede, prima la FEDERLAZIO veniva vista come una cosa unica. Poi, sotto la presidenza Flammini, c’è stato un cambio di visione, il gruppo giovani è stato ritenuto strategico. Abbiamo vissuto quindi un periodo storico molto importante perché il ricambio generazionale è stato uno dei temi chiave della nostra associazione. Così il gruppo giovani ha avuto un grande sviluppo”. Perché prima il gruppo giovani non è mai stato sviluppato? “Si è ritenuto, erroneamente, che questa sezione potesse duplicare la struttura di FEDERLAZIO. Ma noi, con il nostro lavoro, abbiamo dimostrato che si può stare insieme e lavorare fianco a fianco”.
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Quali sono stati i punti di forza di questa attività? “Internazionalizzazione e l’ampliamento del network associativo. Ma devo essere onesto, anche la poca conoscenza degli associati stessi era un problema. E questo ha permesso nuove possibilità di fare sinergie. L’ottica giusta per i nuovi imprenditori non è quella di entrare in FEDERLAZIO per cercare lavoro, ma per avere una maggiore cultura imprenditoriale”. Sono così diversi gli associati fra giovani e senior? “No, come in tutte le cose i giovani hanno una visione diversa da chi ha molta esperienza, e il fattore caratterizzante del nostro lavoro è proprio quello di permettere una maggiore conoscenza fra gli imprenditori. D’altra parte il fine ultimo per i giovani e per i senior è sempre lo stesso”. I giovani, però, anche se senza esperienza hanno dei vantaggi? “Certo, nella comunicazione imprenditoriale i social hanno un ruolo enorme. La visibilità sul web e la velocità di comunicazione è aumentata, per un giovane è un argomento facile”. Siete riusciti a suggerire migliorie a tutta FEDERLAZIO? “Si, sulla comunicazione di sicuro, sull’uso della rete. Anche sul coinvolgimento di tutti nelle nuove esperienze. L’entusiasmo è grande in questo settore”. A proposito di comunicazione avete trovato terreno fertile in FEDERLAZIO? “Si, assolutamente. È uno dei punti di forza di questa gestione Flammini di FEDERLAZIO”. E qui il gruppo giovani ha dato una bella mano, si può dire? “Si, consideri che per gruppo giovani ci sono i figli degli imprenditori iscritti, ma anche new entry totali che hanno deciso di fare impresa e cercare di mettersi in gioco”. — 205 —
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Avete portato imprese che facevano cose nuove? “Si, idee nuove. Si è verificato poi nella stessa FEDERLAZIO una sorta di ricambio nelle cariche istituzionali. Un fermento positivo, con tante difficoltà, ovvio, perché aggregare imprenditori non è facile. E poi abbiamo affrontato il cambio generazionale, una tematica delicata nel nostro settore. Molte aziende non arrivano alla terza generazione per problemi familiari prima che economici. Ereditare un’azienda non vuol dire ereditare un bene, ma farsi carico di responsabilità. Le PMI prima di essere aziende sono delle piccole comunità. Le problematiche dell’operaio sono le stesse dell’imprenditore”. Cosa le è piaciuto di più di questa gestione? “La forte visibilità, una cosa inedita. Una lezione per tutti. L’associazione si regge con le aziende che vivono. Se le aziende muoiono la stessa associazione soffre. FEDERLAZIO lascia una forte eredita di una grande visibilità. Ma è anche un’arma a doppio taglio perché bisogna lavorare per dare tanti contenuti”. Che si augura per il futuro? “Che i prossimi presidenti continuino a tener conto e a coltivare l’importanza delle nuove generazioni. Mai, come in questo momento, è strategico il trasferimento di know how e di senso di impresa che in questi anni è stato patrimonio delle PMI. Ecco, spero che rimanga in prima linea l’importanza dei giovani”. Cosa fare quindi? “Abbassare il tiro: oggi viene considerato “giovane” un 40enne. Ma non è così, il giovane nell’era della globalizzazione è un ventenne, e dobbiamo riuscire a farlo lavorare con noi. Chi ha figli di 20 anni in azienda deve cominciare a responsabilizzarli al più presto. Deve iniziare a dargli ruoli, compiti, incarichi”. Ma se il capo dell’azienda è un ultra settantenne come si fa? “Esatto, è questo il problema...”.
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LE INTERVISTE
Giovanni Quintieri, l’umile servitore “Io sono un umile servitore di questa associazione”. Così Giovanni Quintieri, direttore generale di FEDERLAZIO, spiega il suo rapporto con l’associazione. “Un rapporto lungo una vita: sono entrato il FEDERLAZIO nel 1972, anno della fondazione stessa dell’associazione, dopo aver diretto la filiale di Roma di un’azienda di batterie. Ho scritto lo statuto di questa associazione, ma ho sempre avuto una passione per il mondo sindacale”. Anche questa una passione che viene da lontano. “Beh, ormai tutto viene da lontano... in FEDERLAZIO sono entrato proprio come responsabile del servizio sindacale, sapevo di buste paga e di assunzioni, mi hanno dato subito l’incombenza di questo settore”.
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Oltre 40 anni in FEDERLAZIO, una vita per questa associazione. Da chi è la memoria storica ci si aspetta un’analisi di prospettiva: in che fase siamo oggi? “Di attesa, dopo aver toccato i vertici di visibilità, oggi l’associazione è in attesa. Il Paese è piombato in questa crisi straordinariamente negativa e aspetta di rinascere. L’associazione affianca gli imprenditori e aspetta, come loro, la ripresa”. E nel momento più difficile è arrivata la presidenza di Flammini. “Il caso ha voluto che questo momento di grande difficoltà sia coinciso con la presidenza di Flammini. Quando lo chiamammo alla presidenza di FEDERLAZIO volevamo sfruttare il suo know-how e le sue grandi capacità. Volevamo fare uno sprint per usare un gergo motoristico a lui caro, puntando su quei punti di forza che Flammini era e poteva rappresentare. Così la sua presidenza – in termini di stile, di rappresentanza e di visibilità - è stata una rivoluzione”. Perché? “Flammini ha un grande gruppo, ma non basta: lui è un comunicatore nato, quindi molto diverso rispetto ad un industriale classico”. Torniamo all’attesa dell’associazione. Cosa aspetta FEDERLAZIO? “Siamo in una fase di riflessione, cominciata proprio con Flammini, per capire quale sarà la nostra rappresentanza nel dopo crisi. Vede, c’è stata un’associazione prima della crisi, una nella crisi e ora ci sarà una dopo la crisi. E non vale solo per noi, occhio. Ma per tutte le grandi associazioni perché tutti si devono interrogare su cosa ci lascerà la crisi, su cosa ci lascerà come industria”. Come si è arrivati a questo? “Difficile dirlo, noi rappresentiamo quella straordinaria meraviglia di piccola e media impresa, che l’Italia da sempre non riesce a valorizzare. La nostra è stata un’associazione che ha dovuto fare tutto da sola. Che ha lottato sempre con le — 208 —
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sue forze e che non è mai stata spinta dal governo centrale. Ecco, questo è stato il nostro mondo”. Vi siete sentiti abbandonati dai vari Governi? “Sono mancate le leggi di appoggio a questo settore, fatte salve alcune eccezioni, come la famosa legge di “mobilità” che consentiva di gestire al meglio i posti di lavoro. Così noi di FEDERLAZIO abbiamo dovuto cercare di aiutare le imprese da soli, con le nostre forze”. La piccola e media impresa è sempre stata senza aiuti? “Sostanzialmente si, perché le legislazioni sono sempre state a carattere generale, si sono sempre rivolte ai grandi gruppi industriali. Oggi il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi Squinzi dice che lo Stato vorrebbe rinunciare ai contributi di 10 miliardi per le imprese. E sa una cosa? Noi siamo favorevoli perché quegli aiuti non li abbiamo mai presi. E se invece di elargire quei 10 miliardi si riducessero le tasse per la piccola e media impresa, ecco allora – davvero – ci sarebbe una svolta”. Sta dicendo che fra i fiumi di denaro di contributi pubblici ne hanno usufruito solo i lavoratori delle grandi imprese? “Esatto, mai quelli delle piccole e medie. Un’impresa che non si può delocalizzare è una piccola impresa, ‘casa e chiesa’ come diciamo noi. Poi a volte è anche micro impresa, ma il discorso non cambia. Noi rappresentiamo imprese che hanno una media di 14 dipendenti. Questa è la realtà. E per aziende del genere la crisi è più dura”. Sarà sempre così? “La riflessione è in corso. E per questo mi piace l’idea del libro come memoria storica da lasciare a chi verrà dopo di noi in FEDERLAZIO: il senso della responsabilità ci ha portato a lavorare molto sul futuro, su cosa faremo. Il lavoro fatto in questo senso è stato grande. Il famoso ‘chi saremo domani’ ha comportato ricer-
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che, riflessioni, studi. Questo consegneremo ai nostri eredi nell’associazione. Ma allo stesso tempo sono anche curioso di vedere cosa riusciranno a fare, ma non in senso di sfida, ci mancherebbe”. Anche lei sta pensando di lasciare FEDERLAZIO? “E’ scritto sulla Bibbia, ‘lasciare il testimone’. Quindi come Flammini anche io sto cercando di lasciare a chi verrà dopo di noi un’associazione che sappia rapportarsi con una storia economica in evoluzione”. E che FEDERLAZIO consegnerete ai prossimi dirigenti? Perché oggi ci si associa? “Le faccio una battuta che vale più di mille discorsi. Un imprenditore che dice: io mi voglio associare a FEDERLAZIO, ma la crisi è forte, le banche non mollano i soldi, il mercato è finito. Che pago a fare questa associazione? Per i loro servizi? Ma questi sono servizi che si possono comprare da altri professionisti sul mercato. Quello che manca all’imprenditore sono le tre risposte, che noi possiamo dare: perché le banche non mollano nulla alle piccole imprese? Perché le aziende non riescono a spostarsi dal ponte della Magliana a Pechino, perché ci sono queste difficoltà a inseguire i nuovi mercati? Perché le tasse aumentano sempre di più visto che già oggi siamo gli imprenditori che paghiamo più tasse d’Europa?”. In ogni caso la nostra competitività è abbastanza compromessa. O no? “Il periodo di pre-crisi ci ha consegnato un costo per unità prodotta enorme e la competitività così è andata a farsi benedire. Il costo del lavoro alle stelle ha poi portato ad anni di battaglie sindacali. E già da allora si è capita la difficoltà nel conquistate nuovi mercati. E’ pur vero che nel mondo si compete con la qualità, ed è quello è stato il vero problema”. In che senso? “Abbiamo iniziato a perdere qualità, ed è stato quello il dramma. Noi eravamo un popolo di innovatori. Eravamo un popolo che creava. Ma quando abbiamo
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perso questo, quando abbiamo smesso di innovare – per colpa di un modello di business che si faceva appoggiare sempre e troppo dalla politica – quando è finito questo capitalismo di relazione, quando i soldi dello Stato hanno smesso di essere erogati con facilità allora il sistema è entrato in crisi. In profonda crisi”. Ci faccia qualche esempio. “Guardi il sistema edilizio, era un fiorire di costruzioni, non si è tenuto conto di nulla, dell’ambiente, dell’estetica. Roma è stata rovinata dalla costruzioni selvagge (Corviale, Tor Bella Monaca, ecc. ecc.) che non hanno nemmeno tenuto conto dell’esempio meraviglioso del centro storico. Abbiamo conservato palazzi diroccati in centro e costruito case orribili in periferia. Che in poco tempo sono diventate centri di delinquenza. Se non si esce da questa logica siamo perduti. Vuole un esempio concreto? Guardi questa villetta qui vicino (indica una bella costruzione affianco alla sede della FEDERLAZIO, ndr). Prima era una palestra abbandonata, piena di gatti, cani, un dormitorio di barboni. L’ha comprata Flammini, l’ha abbattuta e ne ha fatto degli uffici meravigliosi. Senza questo intervento qui bisognava transennare, chiamare la polizia tutte le sere. Sarebbe diventata una casbah...”. Quindi? “La riflessione che i politici dovrebbero fare è questa: la storia ci ha consegnato una città bella, la storia ci dovrebbe insegnare la cultura del bello. Ecco la crisi è anche figlia di questa incultura, del fatto che non si è fatto tesoro dell’esperienza degli avi. Una volta non era così, si faceva tesoro dell’esperienza di chi era più anziano, di chi aveva fatto cose belle”. Era meglio quando si stava peggio? “C’è un po’ di regressione da questo punto di vista, certo. E’ cambiato tutto, la velocità di comunicazione, la facilità di socializzazione. La storia si dimentica con grande fretta. Tutto velocizzato, senza possibilità di fermarsi a riflettere. Tornando all’edilizia, Roma è stata costruita bene: perché allora non è stato seguito l’esempio? Il riuso, il riciclo, è stato soppiantato dall’uso e getta. E questa velocità consumistica è andata contro la cultura del bello”.
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A proposito, quali sono le cose più belle fatte da FEDERLAZIO in quest’ultimo periodo? “Direi aver spinto con forza il concetto che ‘piccolo è bello se si sta insieme ad altri’. E nelle politiche relazionali, con altre associazioni abbiamo coltivato queste idee. Siamo stati super attivi a spingere le imprese a stare insieme. A far passare il concetto che se si sta insieme si ha molta più forza. Partendo da qui abbiamo fatto alcune cose molto importanti, soprattutto in un momento di grande crisi politica. Prenda ad esempio il fatto che lo Stato non paga. Ora Renzi sta facendo qualcosa, ma noi siamo riusciti a mettere insieme tutte le associazioni di categoria e le associazioni sindacali, per mettere in piedi un unica protesta, la manifestazione “Silenziosamente”. Con quella abbiamo smosso parecchio le acque. Da lì certo non è che ci hanno pagato subito, ma qualcosa si è mosso davvero, la sensibilizzazione ha portato a fatti concreti. Fino ad arrivare all’alleanza 97.6 che unisce tutte le associazioni in un unico organismo. E’ ancora presto per dare giudizi ma crediamo molto in questo progetto del futuro, lo stare insieme aiuta a rappresentare le piccole e medie imprese”. E poi? “Poi abbiamo fatto al Palazzo dei Congressi una grande manifestazione in cui abbiamo lanciato queste sfide del futuro. Tutte cose realizzate in piena crisi, anche se qualcuno - ricordate Berlusconi che diceva che i ristoranti erano pieni - negava la crisi. Ma noi da sempre invece sostenevamo il contrario perché le imprese erano visibilmente sotto torchio”. Avete però anche dato grandi segnali di ottimismo, o sbaglio? “Non sbaglia: abbiamo fatto la festa dei 40 anni in piena crisi, anzi proprio perché c’era la crisi: volevamo dare un’idea di futuro, per ispirare un po’ di ottimismo per dare la forza a tutti di andare avanti. Volevamo dare un segno positivo di rinascita per la crisi. Lo facemmo con lo spirito di chi si voleva rapportare ai prossimi 40 anni, per progettare il futuro dell’associazione. Un bell’evento. Ecco questo è quello che abbiamo fatto per consegnare al futuro una FEDERLAZIO del futuro”.
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Già, il futuro... “Stiamo creando una rete giocando sul sistema per sposare beni, prodotti e servizi. Mettere in contatto chi produce e chi compra, e chi vende. Direttamente. E poi la creazione di una “banca del baratto”: pensiamo che in tempo di crisi come quello che stiamo vivendo, sia possibile mettere insieme soldi e mercato. E’ un’idea ancora sulla carta, ma che ha già attenuto un finanziamento della Camera di commercio. Vede, in tutte queste ultime cose si vedono i due concetti base: stare insieme e fare cose insieme; le due cose che la presidenza Flammini ci ha consegnato. Questo è il progetto del futuro che lasciamo. Lo stare insieme per dare contributi, non per prendere. Essere generosi, altruisti, fa bene alla comunione, allo stare insieme”. Il messaggio è questo? “Sicuro, Flammini ha rappresentato questo. E’ un po’ come se ci avesse portato in dono la sua esperienza sportiva: competere ma rispettando le regole e salutare l’avversario quando si è perso. Insomma ha portato in FEDERLAZIO il concetto di dare. E’ sempre stato un generoso, in termini di presenze, di tempo di idee, ma anche di denaro perché ha sempre pagato iniziative per FEDERLAZIO di tasca sua”. Ci sono state idee che sono rimaste nel cassetto? “Si, ma è fisiologico quando se ne hanno tante. Qualche sua idea non è stata portata avanti perché non ha trovato gli interlocutori giusti, è vero. Lui è un entusiasta, spingeva idee meravigliose. Guardate ad esempio la F1 a Roma, portava ricchezza negli anni, non una tantum come un campionato di nuoto o un evento legato alle olimpiadi. Ma qui Flammini si è trovato tutti contro, dalla Lega Nord fino ai nostri politici; non è stata solo una competizione di destra e sinistra. E’ stata un’occasione per Roma e per il futuro di Roma enorme. Non a caso il progetto si chiamava “Formula Futuro”: la F1 era solo l’inizio di un percorso virtuoso per l’economia. E’ stata bocciata perché all’epoca si bocciava tutto. Che peccato”.
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Un difetto di Flammini? “Non è un difetto, ma quando trova persone che non sono così geniali, che non sono così entusiaste, che non lo seguono nei suoi progetti, poi li abbandona. Questo è un difetto degli interlocutori non suo, attenzione. Le dico solo questo: una volta Flammini portò in giunta il presidente delle biblioteche italiane. Il progetto era quello di portare biblioteche in giro perché nasceva dal fatto che nelle città dove erano state aperte biblioteche il PIL era aumentato. Il messaggio è chiaro: l’imprenditore deve guardare oltre. Ma non sempre è stato seguito. Flammini è uno che guarda al futuro, uno che progetta molto. Secondo me Flammini è un tipo che non ha né rimorsi né rimpianti perché guarda solo al futuro. Vive come se dovesse campare un solo giorno, ma pensa come se dovesse campare mille anni. Progetta cose che lui non deve realizzare. L’idea stessa del libro è questa. Vive il presente e pensa al futuro. Bellissimo”. E dopo tanta strada che avete fatto insieme? “Spero che anche lui sia stato bene in FEDERLAZIO, lo spero davvero perché io sono stato l’artefice della sua discesa in campo, spero per lui che ne sia valsa la pena. A Flammini non si può che augurare tutto il bene di questo mondo, nel suo caso direi un cambiamento continuo vivendo il quotidiano”.
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Luciano Mocci, Direttore Generale di FEDERLAZIO: il nuovo nella continuità Questa intervista doveva essere, come le altre, raccolta da Vincenzo Borgomeo e riportata sul “nostro” Libro senza miei commenti o aggiunte di alcun genere. Non ho resistito ed in questo caso ho fatto una eccezione. Non solamente perché lo “dovevo” a Luciano, ma anche perché il suo lavorare senza chiedere nulla, la sua innata classe nel porre gli argomenti , il suo intercalare “ è tutto a posto”, che in un attimo tranquillizza gli animi e concede ai presenti di togliersi l’ansia da dosso , sono state doti che hanno accompagnato in modo magnifico i miei anni in FEDERLAZIO. Tanti anni fa (non diciamo quanti perché Luciano si concede il vezzo di sembrare più giovane di quanto non sia) Luciano Mocci viene chiamato da Giovanni Quintieri a “studiare” da Direttore Generale. Svolge il suo lavoro pedissequamente guadagnandosi la fiducia di molti, ( mai tutti in una associazione , come d’altronde in una azienda c’è sempre chi non è contento del caldo quando fa freddo per poi cambiare parere al primo freddo e subito reclamare il caldo!!), supporta tante attività dell’associazione e infine assume la leadership in vari settori , ad esempio fondando le categorie Aerospazio, Moda e Audiovisivi dalle quali addirittura emergerà poi la persona che diverrà Presidente Regionale di FEDERLAZIO, a conferma della appropriata scelta di Luciano. Durante tutta la mia legislatura anzi, due, Luciano mi e’ stato vicino in momenti normali, facili e difficili, ma sempre con la stessa nota di amicizia, collaborazione e rispetto, consentendomi spesso di non partecipare ad eventi a cui non potevo essere presente, grazie alla sua disponibilità a sostituirmi anche all’ultimo momento ma con la consapevolezza che FEDERLAZIO sarebbe stata sempre rappresentata al meglio. Dopo 2008 giorni, quello che avevamo preparato con attenzione , dedizione e rispetto per la nostra amata Associazione, si è avverato, e Giovanni (Quintieri) ha lasciato a Luciano tutta la sua eredità di Scienza e Conoscenza. Una grande e difficile eredità che poteva essere raccolta solamente da un uomo di cui Giovanni (e io … ) si fidasse appieno. FEDERLAZIO è un animale molto difficile da gestire, lo si scopre solamente dopo lungo tempo che con “spirito di servizio” l’avrai coccolata, rimproverata o assecondata, e il fatto che un uomo di enorme esperienza come Giovanni abbia fatto fiducia a Luciano Mocci accettando che prendesse la sua stessa posizione, ma più che altro “il ruolo” che era stato per lui e per cosi lunghi anni il trampolino delle sue idee e il baluardo difensivo dell’Associazione, dimostra non con le parole ma con i fatti la stima da una parte e la capacità dall’altra del destinatario di questo importante ed impegnativo gesto. Colgo questa bellissima occasione di passaggio del testimone che accomuna sia me che Giovanni Quintieri in una convergenza astrale, per fare a Luciano Mocci, i migliori Auguri affinchè la “Sua” Direzione Generale lasci un segno indelebile di professionalità, equilibrio e successo in FEDERLAZIO, come Luciano merita e sa di meritare. Maurizio Flammini
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Luciano Mocci: “Mai dimenticare” “Noi comuni mortali spesso dimentichiamo la nostra storia, passata e recente. E questo è sicuramente l’errore più grande che possiamo fare”. Luciano Mocci, vicedirettore generale FEDERLAZIO, spiega così perché l’idea del libro FEDERLAZIO gli piace “da morire”. “E se dimentichiamo quello che è successo ieri – continua Mocci – non riusciamo a ricostruire il percorso, quello che abbiamo fatto. Ricordare quello che è alle nostre spalle è una base di partenza fondamentale per nuove ascese e quindi ben venga l’idea del nostro presidente Maurizio Flammini, quella di fare un libro, di raccontare la storia della nostra associazione”. Che storia è stata? “Particolare. Dovuta sicuramente alle difficoltà economiche, alla crisi. Siamo stati costretti ad essere tutti i giorni in prima linea per rimanere vicini al sistema delle imprese che è stato - e continua a stare - in grossa difficoltà. Fra l’altro abbiamo anche cercato di essere vicini al alle aziende non soltanto attraverso i servizi che offriamo, ma anche attraverso la rappresentanza”. Siete davvero riusciti a non far sentire soli gli imprenditori in difficoltà? “Una caratteristica di FEDERLAZIO è quella di stare vicino all’impresa, ma anche in contato diretto con il territori e le imprese. La chiave del nostro successo è questa. E poi con la la crisi abbiano cercato di essere ancora più presenti sul tessuto che rappresentiamo. Non a caso abbiamo creato dei format specifici – come ad esempio “FEDERLAZIO va in azienda” - e non solo per portare a casa loro le ultime novità dell’associazione: puntavamo decisi a far sentire la nostra vicinanza, il contatto, quasi la fisicità tanto per essere chiari”. E poi vi siete mossi su altri fronti. “Si, abbiamo dato servizi e rappresentanza, a tutti i livelli. Poi saranno gli imprenditori a dirci se l’abbiamo fatto bene o male, ma in 40 anni abbiamo dato un forte contributo alla forza economica del settore. Inoltre siamo andati oltre, cercando di “incassare” qualcosa che avevamo in casa, ossia le circa 4000 imprese che fanno parte della nostra associazione”.
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Ci spieghi meglio. “Siamo rimasti lontani anni luce da gestioni autarchiche di FEDERLAZIO e abbiamo creato una rete, importante, di interessi, progettuale, fra le nostre aziende. Una rete trasversale fra tutte le categorie per offrire le massime opportunità di business”. E’ questa la strada per trovare lavoro alle imprese? “FEDERLAZIO non può trovare lavoro alle imprese, ma può diventare un’opportunità per le imprese. Ad una condizione però: che noi riusciamo ad essere coordinatori di tutto. L’idea è quella di essere una sorta di business opportunity. E in questo senso rispetto al passato qualcosa si sta muovendo. Qualcosa di buono la crisi l’ha portata: le aziende reputano importante stare insieme. Un passo decisivo. C’è stato uno strumento – la direttiva comunitaria del 2009 – che si inserisce appieno in questo ragionamento, perché crea le premesse di un nuovo modo di fare impresa: se si riesce a condividere l’idea progettuale, con altri imprenditori, si riesce a fare economia di scala. E l’impresa, anche in una situazione di difficoltà, continua ad andare avanti”. Guai a chi rimane fermo? “Si, chi rimane fermo condanna la sua azienda. Nel migliore dei casi accelera la fine. L’idea di aggregare, di stare insieme è rivoluzionaria in questo mondo. E qui FEDERLAZIO può fare un lavoro enorme”. In che modo? “Sia con la Regione Lazio, attraverso contributi, sia all’interno della nostra associazione, facendo un’azione quotidiana, per far capire all’imprenditore l’importanza di stare insieme. A coronamento di questo percorso negli anni abbiamo varato diverse società proprio con questo fine. L’ultima novità è la piattaforma informatica F.E. NET. FEDERLAZIO ENTERPRISE NETWORK, un sistema molto avanzato che darà la possibilità alle nostre imprese di conoscersi e potersi apprezzare. Qui infatti le aziende si possono presentare, conoscere, allargare la propria conoscenza con immagini e filmati, proprio per far capire cosa sono e cosa fanno, per dare la possibilità alle nostre aziende di fare business più facilmente”.
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Una cosa nuova, che nasce dal nulla e non sfrutta piattaforme esistenti? “E’ aperta solo agli associati, è tutta on line e fra l’altro le sto raccontando solo l’inizio, perché poi all’interno di una stessa azienda ci sono una serie di software per gestire il personale: c’è solo bisogno di collegarsi al sistema e pagare una quota per l’affitto e usufruire del software. L’impalcatura è la stessa. Ma non è tutto: stiamo realizzando un’altra idea a livello europeo. Si chiama Eurosmes, e siamo gli unici a fare una cosa del genere: in pratica si tratta di creare un’associazione di piccole e medie imprese regionali in Europa. Per ora abbiamo trovato, scovato e fatto aderire undici associazioni come FEDERLAZIO in Europa, una per ogni Paese, dall’Italia alla Spagna, dalla Svezia alla Repubblica Ceca, passando per Polonia e Germania”. Una FEDERLAZIO delle FEDERLAZIO? “Esatto, vogliamo mettere in rete le associazioni, con l’obiettivo di fare impresa, di scambiarsi progetti, di scambiarsi idee, concetti, strategie. Vede, in questo difficile momento di rapporti fra imprese, sindacati e dipendenti, riuscire a cucire una rete del genere è molto utile”. Un’altra sfida, ce la farete? “Una scommessa più che una sfida, ma se devo essere onesto questa è una scommessa già vinta perché abbiamo catalizzato l’interesse di undici associazioni. Non sono certo poche perché ci sono dentro davvero tutti. Ci siamo già incontrati diverse volte. E’ in atto un processo che si inserisce appieno nel concetto di cui parlavo prima: da soli non si va da nessuna parte. Insomma un filone che va spinto non solo a livello locale, ma a livello europeo, proprio per cercare insieme una strada, una risposta corale alla crisi. Forse le sembrerà una ripetizione ma ci tengo a ribadire che io credo molto in questo concetto di mettersi insieme. Ben venga quindi l’idea del libro, di mettere tutta l’esperienza che abbiamo fatto a disposizione di tutti. Un’idea in linea con le gestione Flammini di FEDERLAZIO che ha portato davvero una ventata del fare. Flammini è un uomo concreto, che ha dato all’associazione la spinta giusta per cambiare molte cose. Ora abbiamo un’eredità da raccogliere per rilanciare tutti i progetti. Con continuità”.
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Giuseppe Crea Direttore FEDERLAZIO Viterbo La FEDERLAZIO di Viterbo inaugura la propria sede nel lontano 1976. Da oltre 42 anni l’Associazione attraverso un forte radicamento sul territorio (infatti la stessa ha anche una sede distaccata presso il Distretto Industriale di Civita Castellana, il primo e unico polo industriale di produzione di ceramica sanitaria in Europa) tutela e rappresenta gli interessi delle piccole e medie imprese associate della Tuscia. Io ho l’onore e l’onere di dirigere questa struttura territoriale dal novembre del 2007. Attualmente conta circa 225 aziende iscritte, di quasi tutti i settori merceologici. Assunsi la direzione proprio nel momento in cui la bolla speculativa americana legata ai mutui sub-prime stava per esplodere e l’onda della recessione stava per investire il mondo globalizzato. Gli effetti della crisi non tardarono infatti a manifestarsi nel giro di qualche mese sul sistema paese, coinvolgendo immediatamente il tessuto produttivo dello stesso. Una economia fragile come quella presente nel viterbese dove nonostante non esista una industria manifatturiera diffusa, se non appunto il comparto di Civita Castellana, risentì immediatamente gli effetti della crisi. Il comparto dell’edilizia, elemento trainante dell’ economia di
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Viterbo città, l’industria della ceramica i comparti attigui agli stessi, hanno sofferto moltissimo in questi anni, in termini sia di caduta occupazionale sia di fatturato, trascinando di conseguenza verso il basso inesorabilmente il PIL della Tuscia. Ad oltre 7 anni dall’inizio della crisi la speranza e la voglia di lottare,per mantenere le proprie aziende sul mercato, agli imprenditori viterbesi non sono sicuramente mancate. Ma per uscire da questo momento congiunturale recessivo servono almeno tre interventi per poter dare la possibilità alle aziende di restare sui mercati. Una riforma strutturale del sistema paese che attraverso gli sprechi e l’inefficienza della pubblica amministrazione creano un ostacolo allo sviluppo. I tagli strutturali alla spesa improduttiva sono una necessità oramai inderogabile per rilanciare la crescita. Rilancio del mercato del lavoro, il lavoro infatti si crea solo se si punta sull’impresa. La conseguenza immediata di una riforma di questo tipo porterebbe ad un rilancio della produttività, come conseguenza infatti avremmo un mercato del lavoro meno rigido. Ci rendiamo conto solo ora che abbiamo dibattuto per decenni sulle regole del lavoro senza aver mai fatto tesoro, di come si crea, il lavoro. Le imprese in questo periodo infatti pur di mantenere livelli occupazionali pari almeno al periodo pre-crisi, sono state costrette a ricorrere massicciamente agli ammortizzatori sociali, segnali questi che paradossalmente vanno interpretati in maniera positiva, le imprese infatti sono convinte che la fase più acuta della crisi prima o poi passi e che l’economia possa ripartire. E’ altresì evidente però che per poter investire nel futuro della propria azienda l’accesso al credito deve diventare un Driver della crescita e non un ostacolo alla stessa. Il sistema bancario per mancanza di liquidità in questi anni ha infatti riversato sul sistema industriale le proprie criticità appesantendo ed in alcuni casi, bloccando, la macchina produttiva rappresentata dal sistema delle imprese. In questo momento però non possiamo consentire che il pessimismo e lo sconforto prendano il sopravvento nell’animo dei nostri imprenditori.
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Questo ci chiama ad una maggiore responsabilità e ad aumentare i nostri sforzi per aiutare i nostri soci a saper cogliere i cambiamenti in atto nel mondo dell’impresa. Tutto ciò attraverso un rinvigorito e più moderno ruolo di rappresentanza che sappia coniugare rivendicazione e proposta, tutela e confronto con le istituzioni gli altri attori socio economici e il mondo della politica.
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Intervento Saverio Motolese, Direttore FEDERLAZIO Latina Il mio percorso professionale in FEDERLAZIO inizia nel 2001 all’età di 27 anni, neo laureato in giurisprudenza senza alcuna esperienza lavorativa nel settore delle associazioni datoriali. Il mio compito era quello di gestire l’ufficio Relazioni Industriali e Sindacali di Latina e poi progressivamente cominciai ad occuparmi anche di molte altre cose affiancando sempre di più l’allora Direttore, Antonio Di Micco. Ho avuto la fortuna di aver svolto negli anni tutte le attività che caratterizzano i servizi della nostra Associazione (stage, formazione, interventi pubblici, docenze, rapporti con gli enti e le altre associazioni etc.). Questo mi ha dato l’opportunità di conoscere la FEDERLAZIO in tutte le sue variegate sfaccettature vivendo sulla mia pelle i diversi modi di agire e intervenire a supporto dei piccoli e medi imprenditori. Combattere per tutelare gli interessi delle PMI è come essere in trincea, difendersi da continui attacchi che rendono la vita dell’imprenditore un percorso ad ostacoli senza fine. Ecco perché il mio lavoro si è trasformato in una vera e propria “militanza”. E lo spirito di appartenenza al mondo FEDERLAZIO, l’identificarmi quotidianamente con il piccolo e medio imprenditore mi ha fatto vivere il mio lavoro come una vocazione, che mi ha portato, forse anche per queste ragioni, dopo 10 anni (il 1° gennaio 2011) a diventare Direttore della FEDERLAZIO di Latina. Un onore per chi, come me, crede fino in fondo nei valori di questa associazione. La FEDERLAZIO è stata una vera e propria scuola di vita, come avere un gruppo di insegnati sempre al fianco. Una concentrazione di esperienze, di esempi che valgono più di mille università e di mille master. Supportare le imprese cercando di soddisfare le loro richieste, fare propri tutti i problemi che si presentano nella gestione quotidiana di un impresa, aiutare il piccolo e medio imprenditore a crescere, a sviluppare la propria attività, ad accrescere il proprio business, impegnarsi ogni giorno a far ascoltare meglio la sua voce, divulgare la cultura d’impresa: questo è stato il terreno sul quale all’età di 27 anni è cominciata la mia crescita, insieme alla fortuna di avere conosciuto uomini e donne, imprenditori e imprenditrici con grandi doti umane e culturali.
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Stare ogni giorno al fianco dei piccoli e medi imprenditori insegna ad affrontare gli ostacoli evidenziando una grandissima capacità di resistenza alle difficoltà con l’orgoglio di che è consapevole di svolgere una funzione sociale per l’economia di questo Paese. L’imprenditore che noi rappresentiamo e nel quale ci rispecchiamo è quello che dall’officina esce con le mani ancora sporche di grasso per mettersi in macchina, in treno o in aereo alla ricerca di nuovi clienti, di nuovi affari, lo stesso poi che impiega giornate intere a gestire con tanta pazienza e diplomazia i rapporti con le proprie banche, colui che tratta di persona con i sindacati per gestire cali produttivi, colui che conosce da più di venti anni i propri dipendenti. Ecco dove risiede l’unicità della nostra associazione: ecco i valori che ci caratterizzano: umiltà, orgoglio, cultura d’impresa a tutto tondo. Questo lunghissimo e interminabile periodo negativo per la nostra economia ancora una volta ha messo a dura prova le nostre imprese le quali, con le ossa rotte di chi ha combattuto fino all’ultimo respiro una battaglia impari, senza munizioni, sono ancora li ben radicate nei nostri territori con i motori dei macchinari ancora accessi, con meno fatturato sui libri contabili, qualche lavoratore in meno ma mille problemi da risolvere ogni giorno: come hanno saputo resistere? Forse il vero segreto della loro forza sta nell’essere riusciti a guardare avanti, a fermarsi quell’attimo necessario per capire meglio il contesto, per ripartire poi alla stessa velocità con cui si muove l’economia, il mercato in continua evoluzione. La ristrutturazione delle aziende, la riconversione dell’attività ha rappresentato un passaggio culturale fondamentale per le nostre PMI, che ha permesso non solo il mantenimento ma in molti casi il rilancio del made in Italy, della qualità dei prodotti italiani, in un contesto nel quale i nostri competitor stranieri sono sicuramente più avvantaggiati guardando in particolare al costo del lavoro, fisco, infrastrutture, burocrazia. Ancora una volta il piccolo e medio imprenditore ci ha sorpreso, ci ha insegnato che nel momento di massimo abbattimento bisogna contrattaccare: l’internazionalizzazione ne è l’esempio, dentro cui si installano mille significati: grandi sacrifici in termini di investimento economico, una riorganizzazione anche culturale dell’impresa, l’imprenditore alle prese con culture, economie,
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regole diverse, il tempo da dedicare senza limite che viene sottratto a se stesso e alla propria famiglia. Ecco la grande responsabilità che la FEDERLAZIO si porta dietro ogni minuto con il compito di agevolare la vita dell’imprenditore, con l’obiettivo di ascoltare e trasformare in azione le loro ambizioni che scaturiscono veloci e che necessitano di risposte ancor più veloci. Quanto è dovuto cambiare l’imprenditore? Abbandonato da una politica incapace di sostenerlo nel momento di massima debolezza e vulnerabilità, ha compreso che la ricerca, l’esplorazione e l’aggressione di nuovi mercati andava affrontata in modo aggregato: e così imprese con storie decennali alle spalle hanno unito risorse umane ed economiche, hanno rinunciato ad una parte della propria autonomia conquistata faticosamente negli anni per ricominciare ed affrontare nuove sfide. Questo ha rappresentato un contagio inarrestabile fino ad arrivare a fenomeni nuovi ed unici: per la prima volta nella storia, il piccolo e medio imprenditore è sceso nelle piazze urlando il suo scoramento, il suo orgoglio pungolando in modo costruttivo la politica sollecitandola ad attivarsi urgentemente per una riforma radicale del sistema economico e amministrativo del nostro paese. Il contagio ovviamente è arrivato anche a colpire il mondo associativo infatti la FEDERLAZIO è stata promotrice di un alleanza storica tra tutte le associazioni che rappresentano il mondo delle PMI: ne sono degli esempi concreti la nascita di nuove aggregazioni di associazioni: “Alleanza PMI 96.7” su Roma e Intesa PMI 99.0 su Latina. Spesso mi trovo a riflettere su come sia quasi “miracoloso” il fatto che la FEDERLAZIO riesca a tenere unite da più di 40 anni migliaia di imprese che formano uno zoccolo duro dell’imprenditoria locale. E come migliaia di imprenditori sentano forte l’appartenenza a questa associazione attraverso una partecipazione costante e attiva contribuendo alla crescita e allo sviluppo sui diversi territori. La nostra forza è l’identificazione, la capacità di ascolto quotidiano, la presenza fisica, l’imprenditore ci trova presenti al suo fianco forti, tenaci e reattivi e la conoscenza minuziosa del territorio è una dote fondamentale che mettiamo a sua disposizione. Questo è per me il mondo FEDERLAZIO...
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Roberto Corbo, direttore FEDERLAZIO Frosinone È possibile stilare una specie di vademecum con i tre punti chiave per uscire dalla crisi? Se sì, quali? E cosa non deve fare - assolutamente - un imprenditore in questo momento? Come è noto, l’economia si evolve in cicli espansivi e depressivi che in genere però, almeno nella storia recente del sistema mondiale, hanno avuto una durata estesa al massimo su due o tre esercizi economici. La crisi che ci ha travolti dal 2008, invece, non ha precedenti nella storia economica, non solo del nostro Paese. Il mondo delle imprese e delle associazioni si è trovato spiazzato dagli effetti di questa congiuntura negativa, generata dalla cosiddetta economia “virtuale” i cui effetti però sono stati fin troppo concreti. Stilare un vademecum preciso è impossibile, anche perché tutte le soluzioni classiche adottate dall’imprenditore per affrontare le crisi “normali” (denti stretti e consolidamento dei mercati, ad esempio), oggi non bastano più: quelle ricette sono state sconfitte dalla durezza e dalla imprevedibilità di quest’autentico tsunami. Di certo però si possono dare tre consigli, frutto dell’esperienza maturata in questi anni alla guida di FEDERLAZIO Frosinone, mirati a supportare gli imprenditori e aiutarli ad incamminarsi verso l’uscita del tunnel. E quindi: • differenziare la propria produzione: uscire dallo standard, dalla media, per portare sul mercato prodotti che riescano a distinguersi e ad emergere • ovviamente puntare su innovazione e ricerca. Dico “ovviamente” perché si tratta di concetti ormai abusati nell’utilizzo quotidiano. Ma attenzione a non banalizzare. L’esperienza insegna che agire in tal senso produce effetti reali: l’impresa che ha deciso di investire sull’innovazione e sulla ricerca è davvero quella che più facilmente ha potuto liberarsi dalla stretta della crisi • ultimo punto, ma non ultimo in ordine di importanza, cercare nuovi mercati. Aprirsi all’estero, mirando a target diversi, è sicuramente una delle chiavi di volta per superare la congiuntura negativa
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Nessuno dice che sia facile. In tanti anni, in provincia di Frosinone, ho assistito alla caduta di imprese storiche, che erano in piedi da decenni e che però stavolta non ce l’hanno fatta. I motivi? Da un lato una mentalità ormai troppo standardizzata, dall’altro il fatto che veramente questa crisi non sia partita dell’economia reale ma dalla finanza, dalle banche, della cui stretta le aziende sono sempre state vittime. In Ciociaria poi esistono altri fattori aggravanti. Qui il tessuto forte del sistema produttivo è fatto da un’economia pesante, hard, quindi restia per natura all’apertura, all’innovazione. È fatta di manifatturiero, di metalmeccanico. È fatta principalmente di sub forniture (si pensi soltanto alla miriade di piccole imprese e micro imprese sorte nell’orbita dello stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano). È stato questo a rendere più difficile, per l’imprenditore, l’apertura alle novità. A tutto ciò si aggiunge il fatto - ma questo vale per l’intera Regione Lazio, una tra le più industrializzate del Paese - che, negli anni in cui più forte è stato l’imperversare della crisi, è mancata, da parte dell’ente Regione, una vera politica industriale che fosse indirizzata, ad esempio, verso processi di sviluppo condivisi e di ampio respiro. A FEDERLAZIO è parso chiaro sin dall’inizio che, per poter stimolare imprese e politica ad un cambio di passo, dovesse essere l’associazione in primis a mettersi in discussione. Siamo stati dunque costretti a cambiare pelle. Abbiamo dovuto ripensare il nostro ruolo, siamo dovuti andare oltre i servizi canonici erogati da 40 anni con successo, aggiornandoci, “spolverandoci”, offrendo supporto alle aziende socie cercando di sostenerle nel difficile cammino dell’innovazione, come un padre con il figlio piccolo che impara a camminare. Abbiamo dovuto fornire nuovi strumenti per fare rete, indicare nuovi mercati e quindi avviare un percorso di sostegno alle aziende impegnate in nuove avventure su terreni finora sconosciuti. Abbiamo cercato insomma di combattere la solitudine e l’egoismo a cui gli imprenditori erano abituati, per loro stessa natura. Specialmente in provincia di Frosinone. Cosa l’imprenditore non deve fare? Non deve farsi prendere dal panico. Crisi non significa necessariamente vicolo cieco, fine del percorso, ma anche svolta, cambio di direzione, nuovo inizio.
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È la Storia ad insegnarcelo. Tutti i grandi momenti di evoluzione dell’economia (e non soltanto) sono stati vissuti come crisi e successivamente invece studiati come rivoluzioni. I veri sconfitti sono stati coloro che non l’hanno capito in tempo. Per fare un esempio di storia recente: lo sviluppo tecnologico, nel giro di pochi anni, ha stravolto la forma mentis di tutti, introducendo e rendendo indispensabili quotidianamente oggetti che fino a qualche mese prima non esistevano neppure. Solo quegli imprenditori che hanno saputo essere “affamati e folli” oggi godono i frutti di quella visione, di quella lungimiranza. È proprio in un mercato in profonda evoluzione che si nascondono le occasioni per gli imprenditori, chiamati a cambiare, innovare, anche inventare. Con crisi di questa portata può anche accadere, ad esempio, che modelli collaudati, che per trent’anni hanno funzionato e hanno fatto ricca e forte un’impresa, oggi improvvisamente non funzionino più. Occorre avere la giusta elasticità mentale per capirlo. Si può rimanere sé stessi anche cambiando. Del resto non sono certo io a dirlo, ma studiosi del pensiero economico di alta caratura: dalle crisi nascono nuove classi dirigenti e imprenditoriali, nascono idee, progetti, destinati non solo ad avere successo ma, magari, anche a diventare nuovi brand, nuovi oggetti di consumo, e non solo, indispensabili al vivere moderno. Insomma, soffia un vento nuovo, lasciamoci trasportare a vele spiegate.
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Antonio Zanetti, direttore FEDERLAZIO Rieti Lo scenario reatino offre interessanti spunti per capire come a livello nazionale si possano progettare percorsi per uscire dalla crisi e rilanciare lo sviluppo. Nel suo piccolo, questa realtà rappresenta infatti lo spaccato di un modello economico che, ancora prima della congiuntura negativa nazionale ed internazionale, ha dovuto confrontarsi con l’azzeramento della Cassa del Mezzogiorno che aveva determinato la nascita dell’area industriale reatina con la conseguente necessità di un ripensamento radicale dei propri fattori di crescita. La “ricetta” che la FEDERLAZIO di Rieti, ormai da anni, ha fornito e sta proponendo non solo alle imprese associate ma anche alle istituzioni e agli altri attori locali ruota interno al termine “territorio”. In un’area interna che dispone infatti di fattori naturali ancora intatti e disponibili in quantità e qualità superiori a buona parte del resto della penisola, non si può non immaginare una riprogrammazione della crescita economica che passi per l’attivazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile che riconosca i suoi punti di forza nella Green Economy e nella cura del territorio, unite all’innovazione tecnologica ed alla conoscenza intesa nel più ampio senso del termine, partendo dalla ricerca e sviluppo. Le modalità fondamentali e strategiche in grado di dare un contributo alla modernizzazione economica dei territori accrescendone la competitività per superare la crisi, devono però passare per una comunicazione efficace e ben fatta, gestita da professionisti oltre che per un investimento deciso nel capitale umano, unito ad una crescita della libertà degli individui nei confronti delle istituzioni pubbliche. Un mondo più fluido, insomma, in cui dall’idea si possa passare all’azione, ovviamente nell’ambito della ripresa di una direzione di marcia collettiva. In questo contesto l’imprenditore deve essere pronto a raccogliere la sfida e non avere paura del nuovo, del cambiamento, guardando al futuro utilizzando gli insegnamenti degli uomini del passato. Uomini come il nostro presidente Flammini che ha sempre avuto la capacità di osservare l’evoluzione del sistema economico con senso critico e propositivo,
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non dando mai nulla per scontato, prevedendo già da tempo che sarebbe stato necessario un cambio di paradigma unito ad uno scatto in avanti da parte di tutti per guardare oltre l’ordinaria amministrazione e puntare sull’innovazione, anzitutto, nel metodo e nella gestione dei processi. In questo senso dando anche una grande lezione alla politica, intesa quella tradizionale, ma anche quella associativa spesso concentrata quasi esclusivamente, “purtroppo”, solo sul breve termine. Ed ecco che diventa chiaro, secondo me, il ruolo dell’associazione di categoria in questo scenario, un’Associazione di Categoria che rappresenta la sintesi che si fa custode degli interessi generali del sistema imprenditoriale ed istituzionale che non debbono mai cambiare con i mutamenti delle varie rappresentanze politiche. E’ questo il DNA di una FEDERLAZIO che a Rieti sta svolgendo il ruolo di “traghettare” le proprie imprese e non solo a questa “Economia del futuro”, garantendo un servizio capillare e mantenendo nel contempo una forte “indipendenza” unita ad una grande “voglia di innovare”. Elementi questi che, in questi anni di duro lavoro che hanno caratterizzato anche il mio mandato al timone della FEDERLAZIO di Rieti, ci hanno reso un interlocutore forse a volte scomodo ma anche estremamente propositivo, in grado di offrire un valido supporto ad una classe imprenditoriale che ormai e per sempre ha deciso di “non abbassare più la testa”.
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LE CATEGORIE DI FEDERLAZIO APPROFONDIMENTI AL TERMINE DEL CICLO DI LAVORO 2008-2014 Luigi Campoli, presiedente categoria Servizi FEDERLAZIO Cinque anni insieme, storici, dove noi tutti in FEDERLAZIO abbiamo affrontato con determinazione una crisi di sistema epocale, e stiamo lavorando alacremente sulla ristrutturazione ed il cambiamento storico del complesso produttivo e culturale in ambito regionale e non solo. Abbiamo puntato insieme a Te, carissimo Maurizio, al direttore Luciano Mocci e tutta la dirigenza FEDERLAZIO sulle iniziative legate allo sviluppo di nuovi modelli di business, sulla logica di Rete e sulla innovazione tecnologica per proporci nel nuovo paradigma della globalizzazione iniziando dal mercato interno alla stessa FEDERLAZIO. Abbiamo lavorato insieme negli ultimi anni per dotarci di strumenti d’avanguardia per migliorarci, per me in particolare è rappresentata dalla proposizione e personalizzazione della piattaforma Cloud Welcome2, mettendola a servizio dell’associazione con la denominazione F.E.NET. (FEDERLAZIO Network Enterprise). Il progetto F.E.NET. è stato possibile anche per il tuo forte sostegno all’iniziativa ad ogni occasione associativa e pubblica. Ricordo che abbiamo ottenuto anche la gradita sponsorizzazione della Camera di Commercio di Roma. F.E.NET. che avremo On-line proprio il giorno dl passaggio del testimone alla nuova dirigenza, è una piattaforma informatica promossa da FEDERLAZIO per consentire alle sue imprese di entrare a far parte gratuitamente di un network riserva-
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to, dove potersi conoscere meglio ed instaurare relazioni commerciali volte allo sviluppo del rispettivo business sia interno, che verso il mondo globale. La FEDERLAZIO ha lanciato questo progetto partendo dalla convinzione che l’insieme delle aziende associate vada inteso non già come una collettività statica, dove ogni singola impresa intrattiene solo un rapporto bilaterale con l’Associazione, bensì una comunità dinamica, dentro la quale ciascuna possa sviluppare relazioni incrociate plurime per migliorare la propria performance di mercato. E perché, dunque, non fornire alle nostre aziende la possibilità di accedere anche a questo mercato potenziale rappresentato dall’universo FEDERLAZIO? F.E.NET. rappresenta propriamente l’infrastruttura tecnologica che offre questa opportunità. Essa è essenzialmente: •
una vetrina, nella quale le aziende possono “esporre” se stesse, conoscere l’attività delle altre consociate ed entrare, se lo desiderano, in contatto con loro; • un market place informatico per la gestione della compravendita di prodotti e servizi, inizialmente rivolto al “mercato interno” (vale a dire all’insieme delle aziende associate alla FEDERLAZIO) e in un secondo momento aperto anche al “mercato esterno” (ovvero a tutte quelle aziende che in futuro entreranno a far parte nel network, associate o meno che siano); • una piattaforma accessibile via internet da tutti i dispositivi (Pc, smart-tphone, tablet, ecc.). Il sistema consente, inoltre, alle aziende che si registreranno, di poter utilizzare ulteriori servizi (ad es. gestione della giornata lavorativa e programmazione delle attività ecc.) utili a razionalizzare l’organizzazione dei flussi lavorativi interni all’azienda stessa. Tutte le informazioni costituite da grandi quantità di dati, con un livello di dettaglio finora impensabile, sono inviati attraverso i network di telefonia fissa e mobile di terza generazione e vengono archiviate in banche dati Cloud, e resi accessibili alla rete. La nuvola informatica, costantemente alimentata, viene elaborata da motori di ricerca intelligenti per previsioni, analisi dell’efficienza gestionale e per erogare servizi richiesti da clienti dovunque siano. Nel mondo FEDERLAZIO, pur soffrendo le incertezze del quadro economico generale, continuiamo con grande impegno nella ricerca e sviluppo di nuovi servizi ampliando il core business e aprendo nuove prospettive di sviluppo.
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Elisabetta Cartoni, presidente settore metalmeccanico Di solito la prima volta che si contatta FEDERLAZIO e perché ti serve uno dei suoi servizi: sindacale, confidi, accesso al credito, formazione... L’imprenditore laziale è disincantato, diffidente, nato “imparato”... Poi conosci le donne e gli uomini che ci lavorano. Sono simpatici, competenti, nella sede di FEDERLAZIO incontri altri imprenditori come te e si comincia a parlare a scambiarsi impressioni... Allora ti affezioni e sempre di più, capisci che l’unione fa la forza, che lo scambio ti arricchisce, che se si e’ uniti, magari si viene anche ascoltati... Come è difficile aggregare l’imprenditore laziale! Credetemi FEDERLAZIO è uno dei nostri migliori strumenti. Facciamola crescere e cresceremo anche noi!
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Germano Gaudenzi, Presidente del settore Turismo FEDERLAZIO Il miglior modo per presentare FEDERLAZIO, la prima Associazione delle Piccole e Medie Imprese del Lazio, è a mio parere quella di indicare FEDERLAZIO come un cantiere aperto in continua ricerca di best practies ed opportunità di sviluppo imprenditoriale ad uso delle Imprese Socie, con un preciso riferimento alla costruzioni di Reti di Imprese e di Partnership. Infatti in FEDERLAZIO, abbiamo assistito ed assistiamo continuamente, ad una crescita spontanea di persone, di imprenditori che vogliono crescere professionalmente con l’aiuto di tutte le strutture associative, convergendo verso obiettivi comuni quali: • • • •
l’individuazione e realizzazione di nuove metodologie e processi operativi, la conoscenza di nuovi indirizzi strategici di sviluppo e di nuovi mercati, il supporto alle loro capacità di internazionalizzazione, la ricerca di sinergie imprenditoriali e di aggregazioni di filiera produttiva.
E l’aggregazione è ritenuta come forza essenziale per emergere e competere a livello locale ed internazionale, organizzandosi “dal basso”, cioè dalle concrete istanze di quegli imprenditori impegnati ogni giorno a far fronte a problemi che oggi molti vedono risolvibili solo facendo squadra, unendosi in un Team che esalti le capacità di ciascun attore. Un cantiere aperto abbiamo detto, dove molto è stato fatto ma ancora molto possiamo e dobbiamo sviluppare, noi o chi ci sostituirà alla guida delle Categorie: Programmi Formativi Manageriali e Imprenditoriali,Team per lo sviluppo dei mercati internazionali, Gruppi di Lavoro tra le Imprese ed il Management di FEDERLAZIO per identificare nuove strategie ed opportunità di fare impresa, e tanti nuovi Progetti di Rete d’Impresa. FEDERLAZIO rappresenta una grande chance per le PMI, oggi più di ieri, come strumento innovativo per superare quelle crisi congiunturali e strutturali che ben conosciamo e per competere sullo scenario internazionale. E FEDERLAZIO Turismo ha posto al centro della propria agenda e di quella dei policy makers con i quali si confronta, la valorizzazione soprattutto sul mercato internazionale di quella ricchezza rappresentata dalle nostre risorse artistiche, naturali e culturali, valorizzazione necessaria per dare un nuovo e decisivo input in termini di sviluppo occupazionale, sociale e di rilancio dell’economia della nostra Regione e del nostro Paese tutto.
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Claudia Melis, presidente di FEDERLAZIO-Sanità privata In questi lunghi e intensi anni di attività in qualità di Presidente della Ursap FEDERLAZIO ho potuto apprezzare alcuni servizi offerti dalla FEDERLAZIO che, secondo me, sono degni di nota senza nulla togliere agli altri ed in particolare il servizio sindacale seguito a pari merito dal Dottor Franchini, dal Dottor D’Alessio e dalla Dottoressa Procacci, il servizio stampa diretto dal Dottor Battisti e dal Dottor Bianchino, Amministratore Delegato della AEA, sempre a pari merito. Il Dottor Bianchino è molto attento e sollecito nel seguire gli eventi ed è un giovane sempre disponibile, amabilissimo e molto preparato. Poi c’è il servizio “Formare” che ha come figura carismatica Anna Del Duca anche lei sempre attenta alle esigenze dell’associato. Per il futuro? Innanzitutto occorre stilare un comportamento etico degli associati e dell’Associazione soprattutto dello staff dirigenziale come già fatto presente in una riunione del Consiglio di qualche anno fa. Occorre dare maggior peso agli imprenditori qualunque siano le dimensioni della loro impresa e scegliere tra coloro che debbono guidarla (Presidente FEDERLAZIO e Presidenti di Categoria) persone motivate, che possono portare avanti le istanze di tutti gli associati e non quelle personali. E’ errato già avere preferenza per dei candidati che dovrebbero essere super partes. E qui mi riferisco alle voci “di corridoio” e alla minor simpatia in questo momento che riscuote il candidato D’Onofrio che io ho conosciuto in questi anni e che non mi sembra debba essere scartato a priori, pur riconoscendo i meriti degli altri due candidati. Solo una Associazione non impostata sui “personalismi” può crescere e non morire. In questo momento critico bisogna credere in qualcuno che abbia carisma, volontà di fare, spirito di sacrificio e di abnegazione anche rinunciando al suo tempo libero. Un’associazione è strettamente legata alla operatività dei suoi rappresentanti e non può vivere di soli servizi, molti dei quali ormai sono delegati alle grandi sigle sindacali con costi non sempre trasparenti e apparentemente gratuiti, ma deve essere per gli imprenditori che ne fanno parte un punto di riferimento e una voce forte e determinata per la soluzione dei loro problemi e per la rappresentatività della categoria della quale fanno parte.
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Egidio Michetti Presidente del settore UNION CAVE Per me è stato importantissimo questo quinquennio poiché personalmente ho subito forti cambiamenti imprenditoriali dipesi dal mercato, sempre più difficile da trovare in Italia. La positività del Presidente Flammini in certe occasioni mi ha supportato e soprattutto mi ha dato una spinta nel guardare il resto del mondo; penso che anche la futura Dirigenza debba mantenere questo ottimismo lasciatoci dal Presidente e tradurlo in forti cambiamenti interni per adeguarci ad un mercato sempre più ristretto di aziende tenaci ed in continua evoluzione.
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Franco Paoluzi, Presidente della Sezione Imprese di Pulizie Parlare di FEDERLAZIO per me è come rivivere la mia vita lavorativa, una vita iniziata agli inizi degli anni ’70 quando lasciata la Magistratura ho intrapreso l’attività di imprenditore. Ricco, è vero, di tanta cultura per i tanti libri, soprattutto giuridici, che ero stato costretto a leggere ma privo di conoscenza non solo specifica ma direi generale di quello che era il mondo del lavoro in una Italia che si stava in quei giorni organizzando dopo i danni della guerra e le relative ripercussioni sociali sfociate nei fatti del ’68. Era un’Italia che doveva costruire tutti i diritti sia sociali che umani e, soprattutto, lavorativi in particolar modo nella Categoria dei Servizi in cui io stavo per entrare, nella quale per il settore della Pulizia, a cui io dovevo dedicarmi ancora non esisteva nemmeno un Contratto di Categoria che regolasse il trattamento dei numerosissimi dipendenti. Ad accogliermi e a sostenermi in questo difficile compito come una “madre premurosa, un’amica fedele e una maestra sapiente” ho trovato la “FEDERLAZIO”, la quale fin da quei primi difficili giorni e poi sempre in futuro per oltre 30 anni di mia appartenenza, mi ha assistito, mi ha difeso, mi ha consolato nei momenti di scoraggiamento e ha esultato con me nei momenti di gioia quando ad esempio abbiamo insieme firmato il I° Contratto di Categoria nel settore Pulizie dando a quei dipendenti privi, fino a quel giorno, di ogni diritto e i cui contributi venivano pagati acquistando le cosiddette “marchette” in cartoleria, una nuova dignità e soprattutto una certezza di un futuro lavorativo più giusto e sicuro. Ed è stata per me un’enorme gioia vedere, nel corso degli anni, aumentare il numero degli associati divenuti da quei sparuti primi 30 ad oltre 3.000, facendo sempre più sentire tutti insieme, nel mondo del lavoro la loro voce e soprattutto l’accettazione dei loro principi e delle loro idee a tutti i livelli “Provinciali, Regionali e Nazionali”. E questi successi - devo dichiararlo in tutta certezza - non sono stati il frutto di poche persone ma di tutti “imprenditori e struttura”, che insieme hanno sempre collaborato, dialogato e portato ciascuno un prezioso contributo. Potrei ricordare decine, centinaia di persone che, nel corso degli anni si sono succedute all’interno di FEDERLAZIO e hanno contribuito a farla crescere ma potrei sicuramente, nella formulazione di un elenco, dimenticarne troppe.
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In questi giorni, dopo 30 anni di continua Presidenza del Settore Servizi, sto lasciando l’incarico per “limiti di età” insieme, combinazione, all’ultimo grande Presidente Maurizio Flammini che lascia invece perché costretto dal cambiamento della politica economica mondiale, a trasferire all’estero la Sua sede, vorrei consigliare alle imprese che continueranno a sostenere con la loro presenza la FEDERLAZIO, due sole cose:“Siate sempre determinati e indipendenti nel vostro lavoro ma ricordatevi pure che fate parte sempre di un Gruppo, di una Categoria, di un mondo del lavoro che premia l’iniziativa del singolo ma che suggerisce che solo facendo un corpo unico con tutti gli altri siano essi Colleghi di Categoria o Rappresentanti dei Sindacati o dipendenti di Strutture si può crescere e rafforzarsi”. E tale obiettivo ritengo che, come lo è stato per me, possa essere raggiunto anche per loro attraverso una costante presenza, collaborazione e soprattutto fiducia nella FEDERLAZIO.
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Valentina Adacher responsabile servizio amministrativo I principali assi di FEDERLAZIO sono la qualità dei servizi offerti e la facile fruibilità degli stessi da parte dell’impresa associata come supporto alla sua attività; potranno essere il terreno sul quale si misurerà la capacità attrattiva delle associazioni di rappresentanza nel prossimo futuro. Roberto Battisti responsabile ufficio studi FEDERLAZIO Le profonde trasformazioni intervenute nell’economia e nella società stanno innescando mutamenti altrettanto profondi nel sistema della rappresentanza. La FEDERLAZIO del futuro potrà continuare a svolgere la sua funzione determinante nell’interlocuzione tra PMI e istituzioni pubbliche, nella misura in cui riuscirà a contenere la logica meramente rivendicazionista, per dare spazio invece ad una logica più fondata sul progetto e lo scambio. Davide Bianchino Ufficio Stampa FEDERLAZIO Un pensiero rivolto a chi l’Associazione la vive ogni giorno. Un augurio di buon lavoro al prossimo capitano: così ho iniziato le riflessioni sul mio intervento.
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Per deformazione professionale, istintivamente mi piacerebbe esaltare il ruolo primario che la Comunicazione ha avuto nella crescita di questa nostra Associazione. E soprattutto di quanto essa sarà fondamentale in futuro. Ma la natura stessa della FEDERLAZIO è molto complessa e articolata e ciò potrebbe forse far risultare il tutto un po’ riduttivo. Nel 2012 l’Associazione ha festeggiato i suoi primi 40 anni di attività. Un traguardo glorioso che pochi altri possono vantare. Un punto di partenza piuttosto che di arrivo. Un’eredità forse ingombrante ma di sicuro vanto per molti di noi. A detta di tutti, soprattutto da chi FEDERLAZIO l’ha vista crescere, la forza di questa Associazione è da ricercarsi principalmente tra le proprie risorse umane. Personale qualificato, professionisti, ma soprattutto “persone”. Uomini e donne che hanno sempre saputo interfacciarsi nel modo migliore con le aziende che l’Associazione rappresenta. Persone che sanno sempre cosa dire e fare in ambito professionale. Ma che soprattutto sanno ascoltare. Questo è il vero valore aggiunto che FEDERLAZIO ha saputo dare in questi oltre 40 anni di onorato servizio ai propri Associati. E questo è quello che gli Associati le riconoscono. Oggi però il mondo ci chiede di cambiare, di trasformarci, di adeguarci alle nuove sfide del mercato, di innovarci. Tutto vero. E tutti dobbiamo essere pronti a questo cambiamento. Da subito. Se poi, in quest’opera di trasformazione, il prossimo capitano saprà valorizzare al meglio le singole capacità dei propri giocatori, tracciando così una linea di continuità con il passato, allora non vi è dubbio alcuno che il nome FEDERLAZIO continuerà a rimanere ancora per molti anni ai vertici della nostra regione. Un grazie a chi, con passione, ci ha guidati fino ad oggi. Un augurio di buon lavoro a chi verrà. Amerigo Casamonti, Presidente del Collegio dei Revisori Dal 5 dicembre 1996 ricopro la carica di Presidente del Collegio dei Revisori e, al di là dell’importanza dell’incarico svolto, sono felice di aver fin qui ricoperto la carica in una Associazione la cui attività abbraccia tutto il Lazio in maniera oltremodo partecipe e sensibile alle problematiche del territorio ed in particolare dei suoi imprenditori. L’Attività della FEDERLAZIO si svolge attraverso i principali “assi”, e cioè le “Categorie, i Servizi e la Struttura Centrale” sempre con più energia nei confronti dei singoli Associati e nei confronti delle Autorità preposte.
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Ha potuto così constatare personalmente che i singoli associati possono contare in modo concreto ed esauriente per le loro esigenze sull’attività degli “assi”, come sopra individuati preposti ai servizi principali e alla risoluzione delle problematiche che via via si presentano. I Presidenti delle singole categoria in tutti questi anni hanno sviluppato un’esperienza gestionale e professionale notevolmente ampia di cui occorre tenere conto per il futuro. Esprimo infine tutto l’affetto alla Federazione per aver potuto arricchire il suo bagaglio di esperienza, sebbene attraverso l’espletamento di un mandato professionale che ha avuto un risvolto impensato e cioè l’acquisizione della grande umanità e del rispetto che vengono riservati nel trattamento agli Associati, di cui è bene tenerne sempre conto anche per il futuro. Alessandro Casinelli presidente Confidi Quali sono i principali assi di FEDERLAZIO? (intendendo per questo cosa “le Categorie, i Servizi e la Struttura Centrale” di FEDERLAZIO fanno per gli Associati) Assistere le Imprese, ha portato da parte dei Presidenti delle Categorie un bagaglio di esperienze importante. Quali sono i consigli che daresti ai tuoi successori? Non dimenticare mai le esigenze vere dell’azienda. Questo è il consiglio che mi sento di rivolgere ai colleghi presidenti delle varie categorie di FEDERLAZIO. A volte, infatti, quando si riveste un incarico istituzionale, abituati a trattare quotidianamente con la politica e gli enti, è possibile che si arrivi a trascurare i soci. Soci che però sono la base di un’associazione di categoria e che, in quanto tale, hanno il diritto di usufruire dei servizi offerti da FEDERLAZIO e di averli nel miglior modo possibile. Insomma: mai dimenticare da dove veniamo. Il focus va centrato sugli imprenditori e sulle loro esigenze, non sulla politica. L’ho imparato da Maurizio Flammini, a cui va il mio ringraziamento per questi anni al vertice di FEDERLAZIO. Anni in cui, a dispetto di qualche critica, ha dimostrato di saper volare alto e allo stesso tempo di riuscire a mantenere i piedi saldi a terra, ogni giorno in sintonia con gli umori e il sentire delle imprese. Piuttosto che abbassare il suo trend, è riuscito ad alzare quello di tutti noi. Della serie: volare alto sì, ma tutti insieme. Un esempio illuminante, il suo. Perché quando ci si
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riempie la bocca sulla necessità del “fare squadra” bisognerebbe prima di tutto pensare a dare l’esempio. Perché, come si dice, la parola conduce ma l’esempio trascina. L’ho sperimentato poi in questi anni al vertice di Confidi Lazio e del settore Ortoprotesico. Anni in cui abbiamo contribuito a rivoluzionare il ruolo dei settori e in particolare, per quanto riguarda l’Ortoprotesica, il rapporto con la Regione. In questi anni, infatti, siamo riusciti ad ottenere un dialogo costante con l’ente della Pisana, cruciale per la definizione di numerose questioni relative alle aziende, a partire dalle tariffe. Da quando FEDERLAZIO ha iniziato a occuparsi della causa, qualche anno fa, è cambiato tanto, siamo diventati un punto di riferimento per gli imprenditori del settore nella difesa dei loro interessi e per l’ente pubblico stesso. Oggi c’è un dialogo dove prima c’era un discorso a senso unico, abbiamo ribaltato il concetto del rapporto tra pubblico e privato. Stesso discorso per i Confidi: grazie ai consorzi di garanzia oggi le imprese riescono a entrare nel mondo del credito con facilità. Anzi, con il passare degli anni il ruolo dei Confidi è diventato fondamentale, visto che è proprio questo l’unico strumento che hanno le imprese per sensibilizzare le banche. Senza considerare che il beneficio è doppio: non solo diamo denaro alle imprese, ma glielo diamo a tasso agevolato. E i numeri sono significativi: al momento abbiamo in essere 10 milioni di garanzie. Insomma, senza i Confidi oggi non ci sarebbero neppure quei piccoli segnali che ci indicano l’uscita dal tunnel della crisi. È da queste mosse che bisogna ripartire, farlo velocemente e senza indugi. Gli elementi che possono cambiare tutto sono la capacità di decidere, la velocità e la necessità di non rimanere invischiati in riti stanchi e paludosi. Possiamo farcela, ce la faremo. Carmen Conte, responsabile area formazione e consulenza alle imprese “Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra che si vincono i campionati”: la frase di Michael Jordan, considerato non a caso un di più grandi talenti di sempre, vale più di mille discorsi. E’ infatti proprio con questo spirito che da circa 30 anni - Formare - ha lavorato al fianco delle imprese ed è con lo stesso impegno che ci prepariamo ad accompagnarle nel prossimo futuro. E il mio ruolo di responsabile area formazione e consulenza alle imprese mi
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ha fatto davvero toccare con mano quanto il lavoro di gruppo sia importante per arrivare al risultato finale. La capacità di fare squadra, anche insieme alle imprese, rappresenta per noi una specie di “filosofia “di lavoro che richiede un impegno quotidiano e costante. Non sempre è facile! Andrea D’Alessio Responsabile Servizio Sindacale FEDERLAZIO Ecco che cosa affermò Einstein in merito alla crisi, decine di anni fa: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. (…). E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”. La FEDERLAZIO è una fucina di idee, un veicolatore di intuizioni, ma anche di azioni per realizzarle! Sempre nell’interesse delle aziende che rappresenta! La sua vicinanza al territorio, ma sempre con lo sguardo rivolto oltre i confini laziali, e la sua capacità di mettersi al servizio delle imprese ne rappresenta il più grande ed inestimabile punto di forza. Professionalità ed esperienza vengono “spese” ogni giorno per supportare gli imprenditori, ampliandone, in considerazione alla problematica proposta, lo spettro di possibilità rispetto a quelle dallo stesso già vagliate. Stefano Palombini, presidente R.O.M.E. Voglio augurare all’Associazione un futuro ancora più proficuo e di successo, nell’interesse di tutti, ponendo il Lazio al centro della rinascita economica italiana. Da sempre l’Associazione ha dimostrato una grande attenzione verso le piccole e medie imprese e credo sinceramente che tutti i presidenti di categoria abbiano contribuito e continueranno a contribuire alla mission grazie anche alla guida illuminata del Presidente di FEDERLAZIO. Tutto questo non potrà che proiettare il successo delle imprese del Lazio su scala nazionale e internazionale nonostante le difficoltà di ripresa che tutti ci troviamo ad affrontare.
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Auguro quindi a tutti i nuovi presidenti di poter proseguire al meglio il lavoro fin qui svolto e di dedicare tutte le loro capacità al fine di realizzare gli obiettivi comuni per un Lazio imprenditoriale ancora in grande crescita. Claudia Pepoli, direttore Confidi Negli oltre 40 anni di attività la FEDERLAZIO ha mostrato la capacità di adattarsi ad ogni cambiamento del contesto nel quale le PMI del Lazio si sono trovate ad operare, creando sempre nuovi servizi, accanto a quelli cosiddetti di base (sindacale, credito, formazione etc.), anticipando, spesso, i fabbisogni nascosti delle imprese. E per essere sempre aperta ai nuovi stimoli del mercato ha, altresì, creato nuove categorie come l’aerospazio, l’audiovisivo, l’ambiente, il turismo e l’energia. Ovviamente l’implementazione dei nuovi servizi e la creazione delle nuove categorie è stato anche frutto dell’attività istituzionale dell’Associazione che, nei tavoli politici delle Istituzioni di riferimento con il suo pressing, ha fatto in modo che fossero promulgate leggi, bandi e nuove forme di intervento per consolidare e sviluppare le imprese. Questa essere protagonista delle azioni e delle attività promozionali ha reso l’Associazione perno della nuova cultura d’impresa, che si sta sempre più delineando nei suoi asset principali: dinamismo, velocità, professionalità, innovazione. Il tutto grazie anche alla squadra di professionisti, che continuano a credere nel progetto di una “ CASA “ sempre più accogliente e reattiva per l’imprenditoria laziale. Anna Rita Proietti, responsabile dell’Ufficio Ambiente e Sicurezza FEDERLAZIO “La missione della FEDERLAZIO è quella di rappresentare il mondo delle piccole e medie imprese, si propone di contribuire alla crescita delle stesse, attraverso la collaborazione con le istituzioni, con le organizzazioni sociali, economiche, culturali ed umanitarie. Su questi obiettivi, la FEDERLAZIO promuove proposte su cui coinvolge le Istituzioni e le forze sociali di riferimento.
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Come associazione di imprese, la FEDERLAZIO svolge nei confronti del propri aderenti non soltanto funzioni di rappresentanza sindacale, ma anche di individuazione e offerta di nuove opportunità imprenditoriali, di regolamentazione degli interessi economici, di erogazione di servizi altamente qualificati per gli adempimenti e per lo sviluppo delle imprese, assistenza tecnica, commerciale e finanziaria;queste funzioni sono tanto più necessarie in quanto le piccole e medie aziende sono particolarmente esigenti nel campo dei servizi. “ Sebastiano Ravalli Tesoriere Sono Sebastiano Ravalli, sono stato e sono un uomo FEDERLAZIO fin dalla sua costituzione, fin dalla trasformazione di Assopontina, associazione a livello locale ideata da Gianfranco Imperatori ed oggi presente come FEDERLAZIO in tutta la Regione con sedi in ogni provincia. In questo lungo periodo ho avuto l’opportunità di amministrare per tanti, tanti anni, la Tesoreria dell’ Associazione tenendo sempre ben presente che FEDERLAZIO rappresenta ed identifica la “collaborazione associativa” realizzata al meglio dai suoi associati soprattutto nei momenti difficili, che peraltro non sono mancati mai, ma sempre superati con nuove iniziative ed opportunità per gli associati stessi. I cinque anni testè trascorsi sotto la guida di Maurizio Flammini si possono considerare tra i più complessi per le difficoltà finanziarie causate dalla crisi. Ma lo staff della FEDERLAZIO con in prima linea il suo presidente Maurizio Flammini è riuscito a prendere provvedimenti significativi per un buon proseguimento della attività dell’ associazione riuscendo altresì a migliorare la sua visibilità e la sua efficienza. Questa crescita dell’associazione ha generato in me ed in tutti noi nuovo entusiasmo e tanta voglia di fare. Permettetemi quindi di salutare Maurizio Flammini con riconoscenza, con la consapevolezza che l’entusiasmo da Lui trasmesso caratterizzerà l’ attività futura di FEDERLAZIO, del suo staff e del suo nuovo Presidente. Infine una piccola citazione: FEDERLAZIO ha inglobata nel suo nome la parola FEDE, questa non dovrà mai mancare nel lungo percorso che FEDERLAZIO farà in futuro.
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LE PROVINCE DI FEDERLAZIO, I PRESIDENTI 2014-2017
FROSINONE Presidente: Alessandro Casinelli, titolare della “Ortopedia Italia srl”, azienda operante nella produzione e commercializzazione di materiale ortoprotesico e di strumenti e servizi riabilitativi. Il commento “Un solo consorzio per la provincia di Frosinone, no ai gettoni di presenza negli enti intermedi (il cui ruolo va completamente rivisto), sprint sulle infrastrutture materiali e immateriali per agevolare gli investimenti e certezza nei tempi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni. Questi i primi prioritari interventi da attuare al più presto nella nostra provincia”. LATINA Presidente: Antonella Zonetti, titolare insieme al fratello Sandro, del gruppo Ansa Compositi Futurplast di Aprilia e Ansa Borima in Bulgaria, aziende attive nel settore della progettazione e produzione stampi, dello stampaggio dei termoindurenti e termoplastici, stampi trancia, tranciatura, carpenteria ed assemblaggio.
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Il commento “Sono felice, emozionata ed onorata di essere stata scelta dai miei colleghi per rappresentare e curare gli interessi di tutti noi imprenditori. Credo nel lavoro condiviso, che persegue un obiettivo comune. Esistono ruoli, diritti, doveri e risultati da ottenere, il tutto in linea con il comune obiettivo che insieme si decide di raggiungere”.
RIETI Presidente: Riccardo Bianchi, titolare della società “A&A srl”, operante nel campo della costruzione e gestione impianti di depurazione e reti idriche. Il commento “Il nostro è un territorio da valorizzare in termini di competitività, agendo in considerazione del fatto che è inserito in un contesto più ampio, non solo regionale e nazionale ma anche internazionale. Il vero obiettivo delle politiche economiche, industriali e del legislatore deve essere quindi quello di consolidare e sviluppare le economie territoriali, in particolare quelle delle cosiddette ‘aree interne’ come appunto il Reatino”.
VITERBO Presidente: Giovanni Calisti, Titolare della “SCARABEO CERAMICHE Srl” di Civita Castellana (VT) operante nella produzione di lavabi e accessori da bagno. Il commento “Accanto al patrimonio, è oro per questa terra la dinamicità imprenditoriale caratterizzata ed alimentata da quella curiosità che fece grande la civiltà degli Etruschi. L’obiettivo è quello di puntare ad un’immagine forte e unita della Tuscia e di fare dell’attività della nostra associazione uno stimolo alle istituzioni stesse”.
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ROMA Presidente: Silvio Rossignoli, ingegnere aeronautico, presidente della Aero Sekur Spa, società di Aprilia (LT) operante nei settori dello Spazio, dell’Aeronautica e della Difesa. Il commento “Innovazione e internazionalizzazione sono i temi sui quali prioritariamente le imprese dovranno impegnarsi per assicurarsi un futuro felice. Ma innovazione significa anche cambiare l’approccio alla realtà: non possiamo più leggere il nuovo con le lenti di una volta. In questo senso sarà importante che anche gli imprenditori – peraltro gli unici che possono creare lavoro vero – riconoscano l’importanza della formazione per se stessi e non soltanto per i lavoratori”.
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LE CATEGORIE DI FEDERLAZIO, PENSIERI E PAROLE DEI PRESIDENTI 2014-2017
AEROSPAZIO E DIFESA La categoria riunisce le imprese che operano nell’avionica, nella progettazione e realizzazione di materiali e prodotti e nella fornitura di servizi per l’industria aerospaziale e la difesa. Presidente: Silvio Rossignoli, ingegnere aeronautico, presidente della Aero Sekur Spa, società di Aprilia (LT) operante nei settori dello Spazio, dell’Aeronautica e della Difesa. Il commento “Federlazio raggruppa molte realtà importanti del settore in grado di generare innovazione e realizzazione di sistemi di piccole e medie dimensioni: dal mini satellite al velivolo senza pilota (UAV). La coerenza delle scelte future della Regione sarà fondamentale per garantire lo sviluppo del nostro comparto che offre grandi prospettive di occupazione ai nostri giovani”.
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ALIMENTARE La categoria riunisce le imprese che operano nelle produzioni alimentari, sia fresche che confezionate. Presidente: Emilio Giannelli, titolare della “Caffè Paranà”, nota torrefazione di Roma. Il commento “Le piccole e medie imprese di trasformazione agroalimentare devono ragionare in un’ottica di filiera, facendosi al tempo stesso paladine delle produzioni tipiche locali”.
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AMBIENTE La categoria riunisce le imprese che operano nello smaltimento, trattamento e recupero dei rifiuti urbani e industriali. Presidente: Valter Lozza, titolare dell’azienda “MAD srl” di Roccasecca (FR) operante nel campo del trasporto e smaltimento dei rifiuti e produzione di energia elettrica. Il commento “Ho accettato di assumere questo ruolo per favorire l’indispensabile dialogo tra questi e le aziende da noi rappresentate. La mia azione sarà incentrata sulla sensibilizzazione dei nostri associati ad un sempre maggiore rispetto delle leggi e delle norme che riguardano l’ambiente, la salute pubblica ed i rapporti con le P.A.”
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AUDIOVISIVO La categoria riunisce le imprese che operano nella produzione audiovisiva in senso lato e delle le attività ausiliarie quali editing, mezzi tecnici, montaggio, doppiaggio, distribuzione. Presidente: Marco Valerio Pugini, titolare della Panorama Films srl, società di servizi per la produzione cinematografica e televisiva. Il commento “Siamo convinti che il settore dell’audiovisivo, nonostante le forti difficoltà degli ultimi anni, continui a mantenere delle enormi potenzialità che noi dovremo trasformare in realtà, recuperando livelli occupazionali e d’investimento, compresi quelli a forte rinnovamento tecnologico e/o rivolti ai mercati esteri”.
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CERAMICO La categoria riunisce le imprese che operano nel distretto di Civita Castellana, specializzate nella produzione e commercializzazione di stoviglierie e articoli sanitari. Presidente: Augusto Gigliozzi della “Disegno Ceramica srl” di Gallese Scalo (VT), operante nella produzione di articoli igienico sanitari, piatti doccia, lavabi, arredamento. Il commento “Le imprese del distretto della ceramica rappresentano un comparto di punta della nostra regione, che deve essere oggetto di grande attenzione da parte delle istituzioni, a causa della forte crisi che l’ha colpito ormai da qualche anno”.
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CHIMICA, PLASTICA E GOMMA La categoria riunisce le imprese che operano nella produzione di articoli tecnici in gomma e materie plastiche, etici e parafarmaceutici, vernici e vetro. Presidente: Noemi Dell’Osso, Titolare della “GD Tecnologie interdisciplinari Farmaceutiche Srl” che produce dermocosmetici e integratori alimentari dietetici, con sede a Roma. Il commento “Le nostre produzioni sono attualmente molto diversificate: si va dal metacrilato alle vernici al farmaceutico. Il nostro obiettivo è quello di individuare categorie più specifiche, nelle quali le imprese possano riconoscersi più facilmente e confrontarsi sulle problematiche comuni”.
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DISTRIBUZIONE La categoria riunisce le imprese che operano nella media distribuzione di beni, anche alimentari deperibili, nella commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio. Presidente: Paolo Cetorelli, titolare della “Pewex-Alpa srl”, azienda operante nella distribuzione di generi alimentari. Il commento “Le istituzioni ci devono mettere in grado di operare in un quadro normativo di certezze che consenta alle nostre imprese di impostare e perseguire le proprie strategie”.
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EDILIZIA La categoria riunisce le imprese che operano nelle costruzioni di opere pubbliche e private, civili e industriali, nella manutenzione di strade, nel restauri di beni architettonici. Presidente: Riccardo Drisaldi, titolare dell’impresa edile “Ircos spa”. Il commento “Il nostro settore soffre una crisi mai vissuta prima: negli ultimi anni l’industria delle costruzioni ha perso oltre 3.000 aziende e 27.000 posti di lavoro. Ci impegneremo al massimo per sollecitare la politica affinché metta in campo tutte quelle azioni amministrative che l’intero comparto attendo ormai da troppo tempo”.
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EDITORIA Nel Lazio esiste la più alta concentrazione di piccole e medie imprese editoriali del nostro paese con un livello di produzione di diverse centinaia di titoli ogni anno. La Federlazio rappresenta la maggior parte di queste realtà. Presidente: Enrico Iacometti, Amministratore Delegato della “Armando Armando Editore Srl”, con sede a Roma, nonché azionista di maggioranza della “Sovera Multimedia Srl”. Il commento “Dobbiamo lavorare per dare una maggiore consapevolezza alle Istituzioni locali ed ai cittadini del livello di eccellenza raggiunto dalla produzione di Roma e del Lazio”. (E. Iacometti).
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ENERGIA La categoria riunisce le imprese che operano nell’installazione, gestione, manutenzione e vendita di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e non, quali il fotovoltaico, la biomassa, il biogas, l’idroelettrico e la distribuzione del gas. Presidente: Donatina Nardi, socio della “Warex srl”, azienda operante nella progettazione e realizzazione di impianti depurazione e trasporto acque e di impianti fotovoltaici grid connected e stand-alone. Il commento “Quella energetica è ormai divenuta la risorsa strategica del nostro tempo. In questo ambito, le energie rinnovabili rappresentano un settore dove ancora molti risultati possono essere raggiunti, sia sul versante della ricerca che su quello dell’attività imprenditoriale. Bisogna essere però sempre vigili in questo settore poiché varie forze, sia politiche che non, sempre più spesso attaccano i diversi settori delle rinnovabili in quanto quest’ultime andrebbero a ledere gli interessi dei grandi produttori di energia. Basti dire che nel solo 2014 sono state introdotte due norme: l’ammortamento degli impianti fotovoltaici che passa dal 9% al 4% annuo e la riduzione di oltre il 20% della tariffa di vendita dell’energia attraverso il Ritiro Dedicato. I “soliti” stanno di fatto impoverendo gli investimenti fatti a suo tempo nel settore energetico. Il disegno di legge noto come “spalma tariffe incentivanti” sul fotovoltaico e la sospensione delle tariffe sulle altre rinnovabili già a partire dal 2015 testimoniano che non ci si vuole comunque fermare. Evidentemente 18.000 megawatt di solo fotovoltaico installato in Italia dà molto fastidio. Noi però, come categoria di piccoli e medi produttori di energia dobbiamo difendere con forza la nostra categoria e, con essa, il nostro paese e l’ambiente”. (D. Nardi)
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ESTRATTIVO La categoria riunisce le imprese che operano nell’estrazione e vendita di materiali per costruzioni. Presidente: Egidio Michetti, Titolare della “S.E.I. (Soc. Estrazioni Inerti) Srl”, società specializzata nel settore conglomerati bituminosi ed estrazione inerti, con sede a Campagnano di Roma (RM). Il commento “Le imprese del settore scontano una situazione di ritardo endemico sulle autorizzazioni, che le costringe a lavorare in una costante situazione d’incertezza. Ritengo urgente svolgere un’azione promozionale per valorizzare l’attività di cava insieme con quella della lavorazione della pietra, al fine di rilanciare i prodotti del Lazio anche all’estero”.
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GRAFICO La categoria riunisce le imprese che operano nell’allestimento di stampati, rilegatura industriale, produzione e promozione pubblicitaria. Presidente: Monica Taglione, Titolare della “Cartoplast Sud Srl” di Pomezia e della “Stilcart Srl” di Santa Palomba (RM), specializzate nella produzione di astucci, vassoi, articoli in cartoncino, buste. Il commento “In un periodo di crisi come quello attuale, una particolare attenzione da parte delle nostre imprese dovrebbe essere indirizzata verso una politica di approvvigionamenti comuni delle materie prime, al fine di abbattere sensibilmente questa voce di costo”.
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IMPIANTISTICA La categoria riunisce le imprese che operano nella realizzazione e manutenzione di impianti elettrici, impianti di riscaldamento e condizionamento per case e uffici. Presidente: Claudio Montanari, Direttore Tecnico della “Cebat srl”, azienda romana che si occupa di installazione impianti elettrici di vario tipo. Il commento “Tra le principali problematiche da affrontare, quelle legate alla diminuzione complessiva degli appalti - nonché alla difficoltà di acquisizione degli stessi da parte delle aziende locali –, oltre ai riflessi negativi nel settore derivanti dalla crisi dell’edilizia”.
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INFORMATICO La categoria riunisce le imprese che operano nella consulenza e progettazione di sistemi informatici, nell’assistenza, manutenzione e realizzazione di software anche personalizzati. Presidente: Giovanni De Salvo, socio della “Info Solution spa”, azienda operante nel campo dell’informatica. Il commento “E’ importante sviluppare la capacità di innovazione del settore informatico, abituando le aziende a connettersi alle esigenze reali degli end user e a reperire i mezzi per finanziare tale innovazione; solo così si pongono le basi per la sostenibilità prima e la crescita poi del business informatico nel tempo”.
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LEGNO ARREDAMENTO La categoria riunisce le imprese che operano nella lavorazione del legno, dall’arredamento ed architettura per interni, anche nautici, all’allestimento di esercizi commerciali, ai mobili per ufficio, alla produzione di scenografie ed allestimenti scenici. Presidente: Carmine Polito, titolare della “Ilpol srl” di Alvito (FR), azienda che si occupa della prima lavorazione del legno, taglio a misure fisse, pannelli, compensati, lamellari. Il commento “E’ importante che la Pmi persegua una costante attività di innovazione che la porti al miglioramento qualitativo del bene o del servizio che realizza, così da potersi distinguere anche nelle produzioni di nicchia e trarre tutti i vantaggi possibili dalla globalizzazione in corso”.
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METALMECCANICO La categoria riunisce le imprese che operano nella carpenteria metallica, impianti civili e industriali, telecomunicazioni, costruzioni macchine utensili e di precisione, apparecchiature elettriche ed elettroniche. Presidente: Elisabetta Cartoni, Amministratore Delegato della “Cartoni Spa”, azienda di costruzioni meccaniche di precisione per il cinema e la televisione. Il commento “La nostra è una categoria estremamente variegata che spazia dagli infissi metallici alla microelettronica di precisione, dalla carpenteria metallica alle telecomunicazioni. Tra le problematiche da affrontare, al primo posto le difficoltà delle imprese nell’innovare i processi produttivi, i ritardi nell’internazionalizzazione e gli alti costi delle materie prime e dell’energia”.
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MODA ABBIGLIAMENTO La categoria riunisce le imprese che operano nella produzione e confezionamento di abiti, maglieria e accessori per uomo e donna. Presidente: Fabiana Balestra, Amministratore Unico della Società “Renato Balestra Haute Couture s.r.l.”, nota azienda di alta moda con sede a Roma. Il commento “Tra le problematiche del settore più urgenti da affrontare, i contraccolpi della concorrenza straniera - in particolare dall’Est Europeo e dalla Cina -, la carenza di manodopera specializzata nel settore, la ricerca di nuove strategie per rafforzare l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Particolare attenzione, inoltre, per tutte quelle iniziative volte ad agevolare ed incentivare la crescita di aziende giovani”.
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ORTHOPROTESICO La categoria riunisce le imprese che operano nella produzione e vendita di protesi, apparecchi ortopedici, mobili per ambulatori e ospedali, materiali e presìdi sanitari. Presidente: Alessandro Casinelli, titolare della “Ortopedia Italia srl”, azienda operante nella produzione e commercializzazione di materiale ortoprotesico e di strumenti e servizi riabilitativi. Il commento “Gli operatori dell’orthoprotesica debbono compiere rapidamente il traghettamento dalla vecchia logica ‘professionale’ ad una più moderna logica ‘imprenditoriale’. Uno dei principali problemi del settore è rappresentato dai ritardi dei pagamenti da parte delle ASL”.
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PULIMENTO La categoria riunisce le imprese che operano nell’attività di disinfestazione, sanificazione, derattizzazione e servizi di igiene urbana. Presidente: Cristina Paoluzi, titolare del “Consorzio Stabile Miles” operante nel settore da circa 90 anni, con sede a Roma. Il commento “Nel nostro settore, per la Pmi è importante consorziarsi, sia per affrontare meglio il fenomeno del global service, sia per fronteggiare gli effetti della globalizzazione. E’ altresì importante stabilire collaborazioni anche con imprese che operano in settori collaterali al nostro, in Italia e all’estero”.
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SALUTE La categoria riunisce le strutture che operano nella ospedalità privata, accreditata e non, acuti, riabilitazione intensiva ed estensiva, lungodegenza, residenze sanitarie, hospice, neuropsichiatriche, ambulatori. Presidente: Alessandro Ridolfi, già Capo dipartimento Regione Lazio e Direttore Generale Agenzia Nazionale Sanità (AGENAS). Il commento “La legge, e non i sentimenti, sancisce in modo netto che il nostro sistema sanitario nazionale è composto, con pari dignità, da erogatori sia pubblici che privati che si confrontano in regime di concorrenza sulla qualità e sul costo dei servizi erogati. Deve pertanto terminare, per antico retaggio culturale, il regime di ‘subalternanza’ della sanità privata rispetto a quella pubblica. Il ruolo della nostra Associazione è proprio questo: legittimare sempre più la professionalità dell’imprenditore privato in questo delicato settore del welfare, difendendolo dalla politica dei tagli lineari indiscriminati che si sono susseguiti negli ultimi anni”.
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SERVIZI La categoria riunisce le imprese che operano nella consulenza e servizi alle imprese, dalla florovivaistica all’igiene urbana, all’organizzazione di eventi, alla ricerca biomedica, alla vigilanza. Presidente: Luigi Campoli, titolare della “D.E.C.A. srl”, azienda di Ardea (Roma) operante nel campo della progettazione e realizzazione di servizi per le imprese. Il commento “Uno degli obiettivi è quello di aggregare imprese in grado di fornire servizi integrati al mercato globale con l’utilizzo delle nuove tecnologie”.(L. Campoli)
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TRASPORTI La categoria riunisce le imprese che operano nel trasporto merci su gomma, nazionale e internazionale, e nel trasporto turistico. Presidente: Luca Onorati, titolare della “Trans Italia sas”, azienda di Frosinone che si occupa di trasporti nazionali e stoccaggio. Il commento “Dobbiamo conseguire maggiore competitività e visibilità per il nostro settore. Il nostro obiettivo è creare il distretto della logististica nella provincia di Frosinone, all’interno del quale costituire un consorzio per gli acquisti, fondamentale per sostenere al meglio il nostro settore”.
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TURISMO La categoria riunisce agenzie di viaggio, tour operator, imprese che organizzano eventi e convegni, alberghi, autonoleggio e noleggio pullman. Presidente: Germano Gaudenzi, Titolare della “GEG – Marketing e Management srl”, società di consulenza strategica e di project management. Il commento “Obiettivo primario della categoria è quello di unire le competenze degli imprenditori del settore per rappresentare un importante e professionale punto di riferimento per le politiche del turismo di Roma e del Lazio. Contestualmente operare come gruppo di persone per portare a sistema le molteplici attività che le varie Amministrazioni, regionali e comunali, producono per il turismo”.
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SANITÀ PRIVATA La categoria riunisce le piccole e medie strutture che operano nel settore della specialistica ambulatoriale privata accreditata, dai laboratori d’analisi, alla diagnostica per immagini, alla medicina fisica e riabilitazione ad altre branche di medicina specialistica. Presidente: Dott.ssa Claudia Tulimiero Melis, Titolare del “Gruppo Sanem”, con sede a Roma. Il commento “Dobbiamo puntare ad una sanità realmente integrata tra pubblico e privato con pari dignità, al fine di valorizzare la capillarità dell’assistenza che il privato accreditato è in grado di offrire sul territorio. Le strutture di medicina specialistica accreditata rappresentano infatti una risorsa da valorizzare per offrire una sanità migliore, di elevata qualità e professionalità a costi contenuti, in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini sul territorio ed abbattere le liste di attesa”.
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TWEET E TESTIMONIANZE CARICHE DI SIGNIFICATO, PASSIONE, FEDELTA’ PER FEDERLAZIO
Noemi Dell’Osso “5 anni di lavoro, affrontando insieme uno dei momenti più delicati dell’economia italiana e globale, alla fine tutti un po’ migliori. Ad maiora”.
Caro Presidente Frequento le stanze di FEDERLAZIO da quando avevo i calzoncini corti e devo dire che a dispetto della mia giovanissima età qualche Presidente l’ho visto e l’ho visto operare ma non posso che confermarti la mia piena stima sul tuo operato che ripeto è meritevole di lode... Ritengo tu abbia condotto questa associazione in maniera puntuale elevandola ad un respiro Nazionale e non solo Regionale... Solo un imprenditore della tua levatura avrebbe potuto! E a dispetto di quanti avevano ipotizzato un tuo “volare troppo alto” sei riuscito a
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dimostrare a tutti che non si sta mai volando sufficientemente in alto... Te lo dico quasi al termine del tuo impeccabile mandato per dimostrarti che le mie parole non hanno secondi fini, sono solo una sintesi per ciò che ho sempre pensato in questi anni in cui ti ho sempre seguito e ho sempre contrastato dal di fuori chi avrebbe voluto annebbiare il tuo operato e l’immagine della nostra splendida associazione... GRAZIE !
Alessandro Casinelli, Direttore Generale Ortopedia Italia S.r.l.
Carissimo Maurizio, come richiestomi, per il libro che state approntando, “FEDERLAZIO: 5 STRAORDINARI ANNI INSIEME”, ti allego la mia testimonianza. Sono stato e sono un uomo della tua squadra e ti ringrazio ancora per l’opportunità e la attenzione sempre dimostratami, un caro saluto e a presto, germano Germano E.Gaudenzi Chairman GEG Management
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Carissimo Maurizio. Per me è stato importantissimo questo quinquennio poiché personalmente ho subito forti cambiamenti imprenditoriali dipesi dal mercato, sempre più difficile da trovare in Italia. La positività del Presidente Flammini in certe occasioni mi ha supportato e soprattutto mi ha dato una spinta nel guardare il resto del mondo; penso che anche la futura Dirigenza debba mantenere questo ottimismo lasciatoci dal Presidente e tradurlo in forti cambiamenti interni per adeguarci ad un mercato sempre più ristretto di aziende tenaci ed in continua evoluzione. Un cordiale saluto Egidio Michetti
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INDICE
Dedica a Giovanni Quintieri ...................................................................... 3
Introduzione .................................................................................................. 5
La forza di 4000 aziende............................................................................ 7
I servizi dell’Associazione........................................................................... 9
La galassia FEDERLAZIO ............................................................................11
Le idee nel cassetto. ..................................................................................13
Un insieme di Amici ..................................................................................15
CONFIDI, che Consorzio............................................................................19
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Formazione che passione .................................................................................................. 21
Servizio Sindacale come missione.................................................................................. 23
Servizio Ambiente e Sicurezza, una rivoluzione......................................................... 25
Le spalle coperte dall’ufficio studi. ................................................................................ 27
L’indagine Congiunturale come punto di riflessione ................................................ 28
Osservatorio costante che aiuto ..................................................................................... 30
La rotta per il Sindaco: Gianni Alemanno .................................................................... 31
Il Gran Premio di F1 a Roma ............................................................................................ 34
Il consorzio R.O.M.E. L’angelo custode .......................................................................... 37
Le nuove iniziative e i grandi eventi.............................................................................. 39
Il convegno dalla crisi al progetto ................................................................................. 41
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Silenziosamente, evento clou .......................................................................................... 43
Il video choc di “Silenziosamente” ................................................................................. 53
Nuova democrazia in FEDERLAZIO................................................................................. 56
La nuova strada ................................................................................................................... 57
Il quarantennale .................................................................................................................. 62
L’incontro con Zingaretti .................................................................................................. 68
“Cambiamo marcia”. Arriva Zingaretti........................................................................... 70
Il manifesto FEDERLAZIO in 5 punti .............................................................................. 72
L’incontro con Marino........................................................................................................ 74
Lo Studio KPMG: un punto di riferimento .................................................................100
Il comitato di presidenza, la sala macchine ..............................................................103
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Lo studio di ARETE’, chi siamo e dove andiamo .......................................................104
L’attuale posizionamento di FEDERLAZIO .................................................................. 107
Alleanza 97.6 che idea ....................................................................................................108
Le Leader di FEDERLAZIO ................................................................................................ 118
PARTE SECONDA................................................................................................................121
Le candidature alla nuova presidenza.........................................................................125
Il pensiero dei candidati su FEDERLAZIO, espresso prima dell’elezione ..........................................................................................129
Intervista a Fabiana Balestra Presidente categoria Tessile e Abbigliamento FEDERLAZIO ..................................129
Intervista a Tony D’Onofrio ............................................................................................131
Intervista a Silvio Rossignoli ..........................................................................................137
Un documento unitario contro la crisi........................................................................142
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I pagamenti della PA, la parete da scalare ................................................................144
I pagamenti tra privati, Davide e Golia.......................................................................148
Il credit crunch che dramma..........................................................................................150
Proposte e ancora proposte ...........................................................................................153
La luce fuori dal tunnel ...................................................................................................156
Il polso della situazione nell’ultima indagine congiunturale..............................................................................158
Il buco nero dei crediti ....................................................................................................162
Una svolta, nasce Confidinsieme ..................................................................................164
Inadempienti davanti all’Europa ...................................................................................166
La parola ai compagni di viaggio .................................................................................169
Le categorie imprenditoriali di FEDERLAZIO ............................................................. 171
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Le opinioni dei Presidenti delle provincie di FEDERLAZIO 2008-2014 al termine del loro lavoro ...........................................181
I presidenti di due settori strategici di FEDERLAZIO: le donne e i giovani. .........................................................................199
Le interviste ........................................................................................................................ 207
Il parere dei Direttori delle Provincie di FEDERLAZIO ............................................219
Le Categorie di FEDERLAZIO Approfondimenti al termine del ciclo di lavoro 2008-2014 .................................231 I responsabili dei Servizi di FEDERLAZIO ....................................................................239
Le Provincie di FEDERLAZIO, I Presidenti 2014-2017 .............................................247
Le Categorie di FEDERLAZIO, pensieri e parole dei Presidenti 2014-2017 ..............................................................251
Tweet e testimonianze cariche di significato, passione, fedeltà per FEDERLAZIO................................................................................275
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Fotografie: Silverlakephotography Illustrazioni: Alessio Spataro Grafica e stampa: Stilgrafica srl - Roma
Finito di stampare: giugno 2014
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Maurizio Flammini Imprenditore, ingegnere meccanico e grande appassionato per la musica classica (pianista lui stesso), Campione Italiano di Formula 2 e pilota di Formula 1 (corre con la Williams FW02; viene scelto come giovane talento Italiano per guidare la Ferrari Formula 1 nel Team diretto da Giancarlo Minardi. Infine Enzo Ferrari, lo chiama a sostituire Niki Lauda, infortunatosi, alla gara di F.1 di Barcellona 1976). Maurizio Flammini dopo aver corso in automobile, inizia la carriera imprenditoriale nel 1976 con un grande successo: l’ideazione e l’organizzazione della Rassegna Motoristica Internazionale a Roma, evento che dalla prima edizione vede la partecipazione di 300 industrie nazionali ed internazionali ed oltre 200mila spettatori. Oggi è Presidente di un Gruppo Aziendale Internazionale che opera nei 5 Continenti e spazia dal Marketing, all’Organizzazione di grandi Eventi Sportivi, alla Progettazione e Realizzazione Architettonica ed Ingegneristica di Grandi Opere e di Sistemi Tecnologici Avanzati. Nel 2008 viene nominato Presidente di FEDERLAZIO, l’Associazione delle Piccole e Medie Imprese del Lazio che conta quasi 4.000 Imprese. Suo nel 1982-92 il rilancio delle corse motociclistiche grazie a un accordo con la Federazione Motociclistica Internazionale, con un rivoluzionario modello organizzativo del MOTOGP e la creazione e lancio del Campionato Mondiale Superbike. Progetta, sollecitato da Enzo Ferrari in persona, il Gran Premio Roma di Formula 1 che, sfortunatamente, dopo aver ottenuto tutte le approvazioni internazionali, problematiche politiche bloccano quello che sarebbe stato il più entusiasmante Gran Premio di F. 1 del mondo. Oltre alla presidenza dell’Associazione Mondiale degli Organizzatori di gare Motoristiche che rappresenta 75 nazioni nel mondo, fonda successivamente la Octagon Motorsport, un gigante nel settore motoristico e diventa leader nell’organizzazione di eventi internazionali e di sport. Il suo gruppo organizza congressi, convention, eventi corporate e sportivi. Fra questi, campionati di auto e moto; suoi anche, a nome del CONI, i Columbus Games, i Giochi Sportivi Ufficiali indetti per la commemorazione del 500mo anniversario della scoperta dell’America.
Vincenzo Borgomeo Giornalista di Repubblica, responsabile del settore motori Repubblica.it, ha pubblicato “L’Angelo Rosso” (EL Edizioni), dedicato alla storia e alla passione del pianeta Ferrari; “Il Traguardo.it” (Newton Compton Editori), romanzo sulle corse pirata; “L’Enciclopedia della Ferrari” (Newton Compton Editori); la collana a puntate “I miti Ferrari” (Gruppo Espresso); “I Ferri del mestiere” (Aretè Editori) sul marketing automobilistico e “13 volte”, sulla sicurezza stradale, scritto fisicamente su parti di carrozzeria di Jaguar d’epoca. Ha poi pubblicato “Le Tavole della Jaguar” un volume da collezione scritto su tavole di marmo per celebrare i 75 anni della casa di Coventry. Sua la voce Ferrari nella “Enciclopedia Treccani”, “101 storie sulla Ferrari che non ti hanno mai raccontato” (Newton Compton Editori) e la “Sicurezza Stradale in tasca” (Newton Compton Editori). Ha poi realizzato “Il libro nero dell’RcAuto”, volume-inchiesta da cui l’Automobile Club ha preso spunto per una proposta di legge volta ad abbattere le tariffe RcAuto e #Dakarsottocasa, primo tweet-libro sui problemi delle strade per sicurezza di chi va in moto.
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Maurizio Flammini con sua figlia Eleonora
A mia moglie Luisa e mia figlia Eleonora Questo Libro è una magnifica occasione per ringraziare mia moglie Luisa che, anche nei momenti nei quali le confidavo le difficoltà e la mettevo a parte del grande impegno che implicava la mia posizione in FEDERLAZIO, mi ha spinto a tirare fuori le mie energie migliori e non mollare! Di energie, devo dire, ne ho sempre tante, e la maggior parte le devo a mia figlia Eleonora il cui solo sorriso mi ripaga, da quando è nata, di qualsiasi sforzo, sacrificio o sofferenza. Il suo aiuto nel rendere la vita in famiglia bella e, spesso, equilibrata è impagabile. FEDERLAZIO è stata un’occasione per fare qualcosa anche per i giovani che come Eleonora si affacciano al mondo del lavoro, per dar loro più speranza nel futuro contribuendo a migliorare, poco o tanto, le condizioni di fare impresa. E’ sempre stato un forte desiderio dedicare un Libro a Luisa ed Eleonora. Questo, ha un significato particolare.
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