Valentina cascione
FRIULI VENEZIA GIULIA UN MODELLO DI PROGETTAZIONE ECOSISTEMICA
I - -U - -A - -V Tesi di Laurea Magistrale in Architettura per la Sostenibilità discussa a Venezia presso la facoltà di Architettura dell’Università IUAV a.a 2012-2013 Relatore: Prof. Giuseppe Longhi Tesi: Un modello di progettazione ecosistemica in Friuli Venezia Giulia Cura redazionale: Valentina Cascione contatti: Copyright © Valentina Cascione, 2013
Friuli Venezia Giulia: un modello di progettazione ecosistemica di Valentina Cascione è distribuito con Licenza "Attribuzione – NonCommerciale – Condividi Allo Stesso Modo 3.0" disponibile alla pagina web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0 Stampata in Italia, 26 luglio 2013
VALENTINA CASCIONE
FRIULI VENEZIA GIULIA UN MODELLO DI PROGETTAZIONE ECOSISTEMICA
SOMMARIO 0.1DISCORSO DEL PRESIDENTE DELL’URUGUAY, JOSE’ MUJICA, A RIO+20
“...Possiede il Mondo oggi gli elementi materiali per rendere possibile che 7 o 8 miliardi di persone possano sostenere lo stesso grado di consumo e sperpero che hanno le più opulente società occidentali? Sarà possibile tutto ciò? O dovremmo sostenere un giorno, un altro tipo di discussione? Perché abbiamo creato questa civilizzazione nella quale stiamo: figlia del mercato, figlia della competizione e che ha portato un progresso materiale portentoso ed esplosivo. Ma l’economia di mercato ha creato società di mercato. E ci ha rifilato questa globalizzazione, che significa guardare in tutto il pianeta. Stiamo governando la globalizzazione o la globalizzazione ci governa? É possibile parlare di solidarietà e dello stare tutti insieme in una economia basata sulla competizione spietata? Fino a dove arriva la nostra fraternità? (…)L’uomo non governa oggi le forze che ha sprigionato, ma queste forze governano l’uomo…e la vita! Perché non veniamo alla luce per svilupparci solamente, cosí, in generale. Veniamo alla luce per essere felici. Perché la vita é corta e se ne va via rapidamente. E nessun bene vale come la vita, questo é elementare. Ma se la vita mi scappa via, lavorando e lavorando per consumare un plus e la società di consumo é il motore, perché, in definitiva, se si paralizza il consumo, si ferma l’economia, e se si ferma l’econo-
mia, appare il fantasma del ristagno per ognuno di noi. Ma questo iper consumo é lo stesso che sta aggredendo il pianeta. (…) Una lampadina elettrica, quindi, non può durare più di 1000 ore accesa. Però esistono lampadine che possono durare 100mila ore accese! Ma questo non si può fare perché il problema è il mercato, perché dobbiamo lavorare e dobbiamo sostenere una civilizzazione dell’usa e getta, e così rimaniamo in un circolo vizioso. (…). I vecchi pensatori – Epicuro, Seneca o finanche gli Aymara – dicevano: “povero non é colui che tiene poco, ma colui che necessita tanto e desidera ancora di piú e piú”. Questa é una chiave di carattere culturale. (…) la crisi dell’acqua e dell’aggressione all’ambiente non é la causa. La causa é il modello di civilizzazione che abbiamo montato. E quello che dobbiamo cambiare é la nostra forma di vivere! Lo sviluppo non può essere contrario alla felicità. Deve essere a favore della felicità umana; dell’amore sulla Terra, delle relazioni umane, dell’attenzione ai figli, dell’avere amici, dell’avere il giusto, l’elementare. Precisamente. Perché é questo il tesoro più importante che abbiamo: la felicità! Quando lottiamo per l’ambiente, dobbiamo ricordare che il primo elemento si chiama felicità umana!”
SOMMARIO 0.2 CONSIDERAZIONE GENERALI
L’ambiente e la biodiversità sono elementi fondamentali per la vita. Con questa tesi cercherò di sviluppare un modello per lo sviluppo sostenibile che abbia come elemento generatore la biodiversità. Nel 2050 si stima un aumento della popolazione fino a 8,9 miliardi di persone e un conseguente aumento del prelievo di materia. Quest’ultima è una delle criticità che minacciano la perdita di biodiversità. Il nuovo modello di sviluppo sostenibile è allo stesso tempo economico, sociale, ecosistemico e biologico. Per uscire dalle spirali della crisi dobbiamo avviare un processo economico basato sul decoupling, cioè ridurre il consumo di risorse aumentando la loro produttività. Se si investe sempre di più sul capiatale umano e sulla tecnologia il livello di creatività e di produttività aumenta. La biodiversità dipende dagli ecosistemi che sostengono la vita e l’attività umana, quindi i beni e i servizi che offrono sono vitali al benessere umano. E’ importante che la popolazione e gli stakeholders acquisiscano maggiore consapevolezza del valore
economico dei servizi ecosistemici. La perdita di biodiversità annulla le funzioni degli ecosistemi. La biodiversità è quindi è elemento fondamentale dello sviluppo e attraverso la manipolazione intelligente diventa l’elemento generatore. E’ necessario cambiare il modo di progettare e passare a un processo generativo e collaborativo. L’edificio diventa elemento biotico del sistema, non consuma risorse bensì produce energia, cibo e lavoro. La casa è anche posto di lavoro perché gli strumenti sono miniaturizzati e incorporati. Il mio proposito è cercare di dare un valore economico ai servizi ecosistemici, alle esternalità ambientali e ai cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia, regione con un alto potenziale biotico, economico e sociale di modo che si possa applicare il modello di sviluppo che non produce emissioni e rifiuti e aumenta le capacità, i valori e la coesione. A livello locale il modello si concretizza con un’agenda di azioni che puntano all’autosufficienza alimentare e energetica collaborando con la natura e sfruttando le sue capacità biologiche.
INDICE
1. 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7
BIODIVERSITA’: L’ELEMENTO GENERATORE Che cos’è la biodiversità? L’importanza della biodiversità Biodiversità e servizi ecosistemici Minacce di perdita della biodiversità Gli impatti sulla biodiversità: 1.5.1 I cambiamenti climatici 1.5.2 Le isole di calore 1.5.3 I cambiamenti del mare La rete ecologica e la sua importanza I piani strategici nazionali e internazionali
2. 2.1. 2.2. 2.3. 2.4.
BIODIVERSITA’: “CUORE” DELLA PROGETTAZIONE La biodiversità e i SE: l’insieme dei benefici ecosistemici nelle aree urbane L’uso “intelligente” delle capacità biologiche: le potenzialità teoriche 2.2.1. Le biotecnologie in un futuro sostenibile 2.2.2. La biomimetica Natura e biodiversità: elementi essenziali della progettazione sostenibile 2.3.1. Timeline. Verso una progettazione sempre più sistemica. 2.3.2 I protagonisti dell’evoluzione. 2.3.3 Box 1 La figura dell’architetto: dall’”impositore” al mediatore di idee. La struttura del probema progettuale: dal Millennium Ecosystem Assesment al TEEB
3. 3.1. 3.2. 3.3.
BIODIVERSITA’: LA CREAZIONE DEL VALORE Decoupling: la regola di sviluppo sostenibile Le priorità dello sviluppo che seguono il quadro strategico nazionale La stima dei valori dei SE in Italia
p. 14 p. 15 p. 16 p. 18 p. 20
p. 26 p. 28 p. 32 p. 34 p. 38
p. 51 p. 54 p. 56 p. 58
INDICE
3.4 3.5 3.6
I fattori di contesto che influiscono sulla biodiversità 3.4.1 Il fatore sociale e le risorse umane 3.4.2 Le connessioni virtuali La pressioni sugli ecosistemi: l’impronta ecologica L’esperienze empiriche: la biodiversità al centro del progetto
4 4.1. 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7 4.8
FRIULI VENEZIA GIULIA: UN MODELLO DI PROGETTAZIONE ECOSISTEMICA La mappa del modello Il contesto: Friuli Venezia Giulia Le risorse umane e le connessioni Le risorse fisiche Le risorse naturali 4.5.1 Rete Natura 2000 4.5.2 Il rilievo della biodiversità I Servizi Ecosistemici 4.6.1 La classificazione degli ecosistemi per uso del suolo 4.6.2 La classificazione dei SE di De Groot-Costanza, Santolini-Scolozzi 4.6.3 Il valore economico dei SE Confronto tra i valori dei SE e il PIL Box 3 Is Growth Obsolete? I limiti del PIL Conclusioni
5 5.1 5.2
BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA Bibliografia Sitografia
p. 60 p. 66 p. 68 p. 78 p. 80 p. 82 p. 88 p. 92 p. 100
p. 112 p. 120 p. 124 p. 126
CONTENUTI 1. BIODIVERSITA’: L’ELEMENTO GENERATORE Il primo capitolo introduce la biodiversità definendone l’importanza in quanto è complice del benessere umano, della qualità della vita e dell’economia. Le infinite specie appartenenti alla biodiversità forniscono servizi ecosistemici dai quali dipende la vita. I cambiamenti climatici, il cambiamento d’uso del suolo, le invasioni di specie aliene, la povertà e l’inquinamento sono le principali minacce di perdita della biodiversità.
ambientali” e “beni economici”. Bisogna aumentare la produttività dei fattori diminuendo il prelievo di risorse naturali che sono limitate. Mentre in passato lo sviluppo economico basato sulla disponibilità di capitale e lavoro, portava automaticamente alla disponibilità dei fattori di contesto, ora i fattori devono essere assicurati “prima”. Il modello di sviluppo sostenibile si avvale di caratteristiche di RESILIENZA, ADATTABILITA’, PRODUZIONE RICCHEZZA ed ESPORTABILITA’. Lo scopo è quindi aumentare il capitale naturale e ridurre i consumi, collaborando 2. BIODIVERSITA’: “CUORE” DELLA PROGETTAZIONE con la natura invece di conquistarla. Per misurare Il secondo capitolo definisce la biodiversità come l’effettivo raggiungimento dell’obiettivo il modello l’insieme dei benefici ecosistemici che nelle aree ur- si avvale dell’indicatore dell’impronta ecologica, che bane possono contribuire alla qualità di vita e salute misura il consumo umano di risorse naturali rispetto umana. In questi ultimi decenni la natura ha subito alla capacità della Terra di rigenerarle. troppe trasformazioni negative con conseguente perdita di biodiversità e uno dei motivi è la man- 5. FRIULI VENEZIA GIULIA:UN MODELLO DI PROGETcata conoscenza dell’importanza e dei limiti delle TAZIONE ECOSISTEMICA risorse naturali. Ora è necessario concepire la città Il luogo scelto per l’applicazione del modello è il come “ecosistema urbano sostenibile” cioè saper ri- Friuli Venezia Giulia. Questa regione ha un elevato conoscere le interconnessioni tra risorse naturali e potenziale naturale e presenta delle aree ad alta risorse umane. L’ambiente naturale e la biodiversità biodiversità. Questa parte ha lo scopo di definire possono essere “manipolati” in modo intelligente e un quadro generale del Friuli Venezia Giulia e i dati non distruttivo attraverso la biologia sintetica e le ambientali, “assicurando” i fattori di contesto, con biotecnologie. Con la biomimetica scopriamo che le l’indice di creatività, di connessione e di produttiviidee provenienti dalla biologia possono portare ad tà. La produttività deve essere misurata attraverso aumenti radicali di ottimizzazione delle risorse. un indicatore che superi i limiti del PIL. La stima dei La natura e la biodiversità sono elementi essenziali servizi ecosistemici valutata in questo capitolo viene alla progettazione sostenibile. Moshen Mustafavi messa a confronto con il Prodotto interno lordo defisposa l’idea che l’ecologia deve essere la forza gene- nendo un nuovo indicatore di sviluppo economico, il rativa della progettazione urbana. PIL VERDE che prende in considerazione anche i costi delle esternalità e della porduzione. Viene infine 3.BIODIVERSITA’: LA CREAZIONE DEL VALORE definita un’agenda d’azione strategica per la scala La regola di sviluppo sostenibile è il decoupling. Il locale che ha come macro obiettivo la riduzione del terzo capitolo ha lo scopo di delineare un modello consumo e la valorizzazione della risorse naturali e che si avvale di questa regola che è definita dall’OC- della biodiversità. SE come ‘disaccoppiamento’ del legame tra “mali
isole di calo IMPATTI cambiamento cliamatico
SERVIZI ECOSISTEMICI
PIANI STRATEGICI
piano strategico nazionale
cam
MAPPA MENTALE
agenda
PIL VERDE
Servizi ecosistemici Rilievo della biodiversità Rete natura 2000
RISORSE FISICHE RISORSE NATURALI
RISORSE UMANE
FRIULI VENEZIA GIULIA MAPPA DEL MODELLO
isole di calore IMPATTI
MINACCE
produttività
PRIORITA’ DI SVILUPPO
cambiamento del mare
servizi ecosistemici
FATTORI DI CONTESTO
creatività IMPRONTA ECOLOGICA
nto cliamatico
BIODIVERSITA’ g
pling
n decuopli
pling
decou
decou IMPORTANZA
SCOPI E STRATEGIE
no strategico nazionale
biotecnologie
BENEFICI NELLE AREE URBANE
biomimetica
rethinking tecnology Ecological Urbanism
CAPACITA’ BIOLOGICHE
PROGETTAZIONE SOSTENIBILE
John Todd LINEE GUIDA
FATTORE CENTRALE
decoupling
12
1
BIODIVERSITA’ : L’ELEMENTO GENERATORE
13
1.1 CHE COS’E’ LA BIODIVERSITA’? “Per biodiversità si intende la variabilità fra tutti gli organismi viventi, inclusi ovviamente quelli del sottosuolo, dell’aria, degli ecosistemi acquatici, terrestri, marini ed i complessi ecologici dei quali fanno parte; questa include la diversità all’interno delle specie, tra le specie e gli ecosistemi.” (cdb Rio de Janeiro 1992)
La biodiversità si divide in tre elementi distinti ma connessi: la diversità genetica, la diversità della specie e la diversità degli ecosistemi. La diversità genetica consiste nella variabilità genetica presente all’interno di una data popolazione e tra differenti popolazioni di una determinata specie. La diversità della specie indica il numero di specie presenti in un dato sito o habitat. La diversità ecosistemica comprende sia le grandi differenze che ci sono tra i diversi tipi di ecosistemi, sia le diversità di habitat e di processi ecologici presenti all’interno di ciascun ecosistema.
DIVERSITY + BIOLOGY = BIODIVERSITY
14
“Biodiversity and its value” Collana sulla biodiversità, volume n° 1 Global Biodiversity-Status of the Earth’s Living Resources, wwf unep
1.2 L’IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITA’ IUCN’s Global Water Programme.
“Conservare la biodiversità non è un lusso o un’ ambizione degli ambientalisti, al contrario è un’esigenza imprescindibile per garantirci un futuro.” (Breve guida alla strategia nazionale per la biodiversità, ministero dell’ambiente) La biodiversità ha un’importanza ecologica, economica, sociale e culturale. Più è alto il numero e la varietà degli ecosistemi e della diversità genetica maggiore è la loro resilienza ai cambiamenti climatici. La qualità della vita, il benessere umano e l’economia sono sostenuti dalla biodiversità. Stimare il valore economico è molto complesso ma è possibile invece stimare il valore economico dei servizi ecosistemici erogati. La natura incontaminata stimola da sempre la creatività e la capacità percettiva dell’essere umano.
15
1.3 BIODIVERSITA’ E SERVIZI ECOSISTEMICI Le piante, gli animali e i microrganismi formano complesse reti interconnesse di ecosistemi e habitat che, MA, 2000 a loro volta, forniscono una miriade di servizi ecosistemici dai quali dipende la vita. Secondo la definizione WWF REPORT 2012 WIKIPEDIA, SERVIZI ECOSISTEMICI data dal Millennium ecosystem Assessment i servizi ecosistemici sono “i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano” (MA, 2000). Si possono dividere in servizi di approvvigionamento, regolazione, supporto, culturali. I servizi ecosistemici svolgono un ruolo fondamentale nella società: le caratteristiche degli ecosistemi e la produttività del capitale naturale che generano sono elementi fondamentali al funzionamento del sistema di supporto della vita sulla Terra. Il Millennium Ecosystem Assessment ha calcolato che la perdita di servizi ecosistemici contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello di salute, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e intacca l’eredità culturale. I servizi ecosistemici rappresentano inoltre una porzione notevole del valore economico totale del pianeta. Questi servizi però non sono completamente inclusi nel mercato e non sono nemmeno quantificati adeguatamente, in termini comparabili con i servizi economici e il capitale manifatturiero. Per questo motivo si dà spesso loro un peso ridotto nelle politiche decisionali.
16
I servizi ecosistemici SERVIZI CULTURALI 17. Estetico: valore scenico 18. Ricreativo: opportunità per turismo e attività ricreative 19. Eredità culturale e identità 20. Educazione e scienza: opportunità per formazione ed educazione formale e informale
1.Cibo 2. Acqua 3. Fibre, combustibili, altre materie prime 4. Materiali genetici: geni della resistenza ai patogeni 5. Specie ornamentali
SERVIZI DI SUPPORTO
15. Habitat 16. Conservazione della biodiversità genetica
SERVIZI DI REGOLAZIONE 6. Regolazione qualità dell’aria 7. Regolazione del clima 8. Mitigazione dei rischi naturali 9. Regolazione delle acque 10. Assimilazione dei rifi uti 11. Protezione dall’erosione 12. Formazione e rigenerazione del suolo 13. Impollinazione 14. Controllo biologico
SERVIZI DI FORNITURA
17
1.4 MINACCE DI PERDITA DELLA BIODIVERSITA’ La biodiversità, essenziale per la sopravvivenza degli ecosistemi, è minacciata e molte forme di bioiversità Beni e Servizi Ecosistemici, sono già scomparse. Il cambiamento di destinazione del suolo, ivi comprese le forme di agricoltura intensi- Ecosistema, Settembre 2009 va e l’urbanizzazione, lo sfruttamento incontrolato, l’inquinamento, i cambiamenti climatici e la comparsa IUCN di specie che competono con la flora e la fauna autoctone, sono tutti fenomeni che danneggiano gli ecosistemi naturali, i quali, una volta distrutti, sono a volte impossibili da ripristinare o spesso lo sono ma sono a costi molto elevati.
11
40
60
80
11% aree naturali della terra potrebbe andare perso nel 2050 40% dei terreni agricoli trasformato in terreni di agricoltura intensiva 60% della barriera corallina potrebbe scomparire nel 2050 80% degli habitat protetti in Europa è a rischio Principali minacce di perdita della biodiversità Più di 16.000 specie sono minacciate e in via di estinzione
Distruzione degli habitat
Surriscaldamento globale Perdita degli habitat caursato dal cambiamento delle temperature Interruzione delle migrazioni
Agricoltura intensiva Infrastrutture (Industria, urbanizzazione,..)
18
Sfruttamento eccessivo
Incidenti/Persecuzioni
specie cacciate per alimenti, commercio di animali domestici, le medicine. disboscamento, attività minerarie, la pesca, l'estrazione delle acque sotterranee
invischiamento nelle reti da pesca, trappole, controllo dei parassiti, avvelenamento da tiro
Inquinamento Combustibili fossili, pesticidi, rifiuti, ...
Specie non-native gatti e topi su isole, giacinti d’acqua in America, Africa e Medio Oriente
Grafico dello stato delle specie
fonte: IUCN
19
1.5 GLI IMPATTI SULLA BIODIVERSITA’ 1.5.1 I CAMBIAMENTI CLIMATICI Clima, la biodiversità e il benessere umano sono indissolubilmente legati. Sono già stati individuati signi- Beni e Servizi Ecosistemici, ficativi impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità con un massimo di 50% delle specie studiate Ecosistema, Settembre 2009 WWF Report 2012 in tutto il mondo ad essere colpite. L’”Intergovernmental Panel on Climate Change” (IPCC 2007b) conclude che, se la temperatura supera 1,52,5 ° C, il 20-30% delle specie animali e vegetali valutate saranno a rischio di estinzione. La continua e accelerata perdita di biodiversità potrebbe compromettere la capacità a lungo termine degli ecosistemi di regolare il clima, potrebbe accelerare o amplificare il riscaldamento del clima e potrebbe portare a spostamenti imprevisti e potenzialmente irreversibili nel sistema terra. Un intervento urgente per fermare adesso la perdita o il degrado della biodiversità può contribuire ad affrontare il futuro cambiamento climatico e la gestione delle sue conseguenze. . Per ridurre il cambiamento climatico e i suoi effetti nel corso dei prossimi decenni sono necessari mitigazione e adattamento; coloro che dipendono molto dalla biodiversità sono più vulnerabili al cambiamento climatico.
DEFORESTAZIONE E IL DEGRADO FORESTALE GUIDANO I CAMBIAMENTI CLIMATICI CAMBIAMENTI CLIMATICI A LORO VOLTA DANNEGGIANO LE FORESTE E I SERVIZI CHE FORNISCONO
UMANI
gas serra antropoceni e emissioni
cambio uso del suolo
Servizi Ecosistemici
Impatti climatici Impatti climatici CLIMA
BIODIVERSITA’ Regolazioni climatiche
gas serra biogenici e emissioni
Funzioni degli ecosistemi CICLI BIOGEOCHIMICI
20
Collegamento tra Cambiamenti Climatici, Biodiversità e benessere umano. Biodiversity–climate interactions: adaptation, mitigation and human livelihoods, The Royal Society 2008
IPPC WGII Quarto Rapporto di Valutazione
I temi del cambiamento climatico e della biodiversità sono interconnessi, non solo attraverso gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità, ma anche attraverso i cambiamenti nella biodiversità che influenzano il cambiamento climatico. I cambiamenti di uso del suolo portano ad una perdita di biodiversità e questo può comportare un aumento delle emissioni di gas a effetto serra. L’anidride carbonica viene rilasciata nell’atmosfera quando ci sono gli incendi boschivi, o quando le foreste vengono abbattute. Le foreste aiutano anche a regolare l’umidità nell’atmosfera e possono ridurre le temperature. Così li taglio può causare cambiamenti di umidità atmosferica e temperature più elevate. Gli impatti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità variano da regione a regione, in parte perché i cambiamenti di temperatura e precipitazioni saranno diversi tra le regioni. I più rapidi cambiamenti del clima sono attesi nel nord e sud del pianeta, e nelle regioni montagnose. Queste sono anche le regioni in cui le specie spesso non dispongono di habitat alternativi, un fattore che impedisce loro - a differenza di animali e piante in alcune regioni temperate – la migrazione. Ci si aspetta che quasi tutte le regioni Europee saranno colpite negativamente da alcuni impatti futuri dei cambiamenti climatici e ciò comporterà delle sfide per molti settori dell’economia. Ci si aspetta che i cambiamenti climatici aumentino le differenze regionali nelle risorse naturali e negli assetti dell’Europa. Gli impatti negativi includeranno un rischio maggiore di alluvioni nelle zone continentali, e maggiore frequenza delle inondazioni costiere e maggiore erosione (a causa delle tempeste e del sollevamento del livello del mare).
21
1.5.2 LE ISOLE DI CALORE Le isole di calore urbane sono tra i rischi più rilevanti per la biodiversità nelle aree caratterizzate dalla Biodiversity: the UK Action Plan presenza antropica specialmente in quelle marino costiere, in quelle agricolo forestali e nelle aree urbane. (G8 Siracusa report) L’isola di calore è il fenomeno che determina un microclima più caldo all’interno delle aree urbane cittadine, rispetto alle circostanti zone periferiche e rurali. (Wikipedia) Il ruolo della biodiversità all’interno delle aree urbane è fondamentale e contribuisce fortemente alla qualità della vita degli individui. Il valore della natura nelle città, tuttavia, va ben oltre la sua influenza sulla qualità della vita degli abitanti della città. Ha un suo valore intrinseco infatti la struttura eterogenea della città dà luogo ad un mosaico altamente diversificato di biotopi. Molte città ospitano una gamma ampia di piante e animali rispetto alla campagna. Le aree urbane quindi hanno un importante ruolo nel mantenimento della biodiversità. La presenza di verde nelle città aiuta ad assorbire l’inquinamento e il rumore del traffico, creano ombra, ventilazione e corridoi e aiutano a ridurre l’effetto isola di calore. Infatti un albero grande è quasi equivalente a 5 climatizzatori. La quota del verde (vegetazione) e blu (acqua) le aree all’interno delle città (2006) in grado di influenzare l’effetto isola di calore urbana. Inoltre, la densità di popolazione è associata all’aumentare questo effetto sulle città e di esacerbare gli effetti delle ondate di calore.
: http://www.eea.europa.eu/data-and-maps/explore-interactive-maps/heat-wave-risk-of-european-cities-1
22
Il numero di persone che vivono in città in ogni paese del mondo nel 2010, insieme con la percentuale della popolazione in paesi con grandi populationI urbane. Nel mondo mondo sviluppato, la percentuale di persone che vivono in città è in genere superiore al 75%, e spesso supera il 85%. La più grande popolazione urbana nei paesi sviluppati mondo è negli Stati Uniti (246 milioni). Tuttavia, in Cina, anche se la percentuale di persone che vivono in città è sotto il 50%, il numero totale di abitanti delle città è più grande (559 milioni). In India, in confronto, il numero è 329 milioni (popolazione delle Nazioni Unite divisione).
wwf report 2012
NEL 2050, 2 OGNI 3 PERSONE VIVRA’ IN CITTA’ LA POPOLAZIONE URBANA OGGI
3,307,905,000 Cities over 10 million people (greater urban area) Predominantly urban 75% or over
SWEDEN 7.6
UK 54 90%
NETHERLANDS 13.3 81% BELGIUM 10.2 97%
LONDON 12
FRANCE 46.9 77%
YORK .8
TUNISIA
ALGERIA 22.0
LAGOS 10.0 IVORY COAST 8.6
UELA %
GHANA 11.3 49%
NIGERIA 68.6 50% CAMEROON 9.5
BRAZIL 162.6 85%
RIO DE JANEIRO 12.2
SÃO PAULO 20.4
Urban 0 - 49%
UKRAINE 30.9 68%
CZECH REPUBLIC 7.4
EGYPT 33.1 43% SUDAN 16.3 43% CONGO, DR OF 20.2 33% ANGOLA 9.3
S AFRICA 28.6 60%
SYRIA 10.2 51%
IRAQ 20.3 67% SAUDI ARABIA 20.9 81%
UZBEKISTAN 10.1 37% AFGHANISTAN 7.8
IRAN 48.4 68%
PAKISTAN 59.3 36%
KENYA 7.6
MOZAMBIQUE
NEW DELHI 21.1 MUMBAI 21.3
N KOREA 14.1 62%
INDIA 329.3 29%
BANGLADESH 38.2 26% DHAKA 13.8 KOLKATA 15.5
JAPAN 84.7 66%
S KOREA 39.0 81% SEOUL 23.2
VIETNAM 23.3 27% MYANMAR
KARACHI 14.8
ETHIOPIA 13 16%
TANZANIA 9.9 25%
CHINA 559.2 42%
KAZAKHSTAN 8.6
TEHERAN 12.1
TURKEY 51.1 68% CAIRO 15.9
SHANGHAI 17.3 GUANDONG 7.3
ROMANIA 11.6 ISTANBUL 54 11.7
ITALY 39.6 68%
MOROCCO 19.4 60%
MOSCOW 13.4 12.7
POLAND 23.9 62%
GERMANY 62 75%
SPAIN 33.6 77%
Predominantly urban 50 - 74%
RUSSIA 103.6 73%
16.5 32%
PHILIPPINES 55 64%
THAILAND 21.5 33% MALAYSIA 18.1 69%
OSAKA 16.6
TOKYO 33.4 MANILA 15.4
INDONESIA 114.1 50%
JAKARTA 14.9
AUSTRALIA 18.3 89%
NA BUENOS AIRES 13.5
23
1.5.3 I CAMBIAMENTI DEL MARE L’attività di pesca dipende fortemente da ecosistemi marini sani, ma i cambiamenti climatici stanno alterando il modo in cui funzionano le cose. I pesci nelle acque più calde rimangono intrappolati in un circolo vizioso: con l’adattamento, si verifica un aumento del loro metabolismo. Crescono quindi più rapidamente, anche se spesso raggiungono dimensioni minori da adulti e hanno maggior bisogno di cibo e di ossigeno per sostenere il metabolismo accelerato. Al tempo stesso, con l’aumentare della temperatura, diminuisce la quantità di ossigeno presente nell’acqua. Molti pesci sono colpiti da una “crisi dell’ossigeno”: il loro fabbisogno aumenta e la disponibilità diminuisce. I cambiamenti climatici stanno anche alterando la salinità e l’acidità dell’acqua di mare e il modo in cui si stratifica. Le conseguenze potrebbero essere catastrofiche: la distruzione delle barriere coralline, la diffusione di specie invasive e di malattie, la perdita di grandi predatori e lo sconvolgimento dell’intera struttura della catena alimentare marina. Questa figura ricostruisce la storia del funzionamento degli ecosistemi all’interno del Mare Adriatico negli ultimi 30 anni. Inizialmente, una via microbica ha sostenuto la via crostacei-pesci, portando ad una pesca molto produttiva, arrivando all’ultimo scenario (presente), legato al riscaldamento globale, dove si vede una miscela degli scenari precedenti e la cui resa nella pesca non è alta come in precedenza.
24
http://www.eea.europa.eu/it/segnali/articoli/ambiente-marino http://www.marbef.org/documents/glossybook/MarBEFbooklet.pdf
I cambiamenti climatici portano all’aumento della temperatura e all’aumento delle emissioni di CO2 che si riperquotono sul livello di acidità del mare.
+ + O2
+ - O2
CLIMATE CHANGE
+ CO
2
+FABBISOGNO -DISPONIBILITA’
+ H2O = H2CO3 ACQUA MARINA
ACIDO CARBONICO
CONCHIGLIE DEFORMI +ACIDITA’ ACQUA
25
1.6 LE RETI ECOLOGICHE E LA LORO IMPORTANZA Una rete ecologica è una rappresentazione delle interazioni biotiche di un ecosistema, in cui le specie (nodi) ISPRA sono connessi da interazioni a coppie (link). Queste interazioni possono essere trofico o simbiotico. Le reti ecologiche sono usati per descrivere e confrontare le strutture di ecosistemi reali, mentre i modelli di rete vengono utilizzati per studiare gli effetti della struttura di rete sulle proprietà quali la stabilità dell’ecosistema. A questa definizione di rete ecologica va aggiunta una considerazione relativamente alle potenzialità in termini di fruibilità della rete per le popolazioni umane locali: la rete ecologica infatti, una volta definito come suo obiettivo prioritario quello della conservazione della biodiversità, si presta ad andare a costituire un sistema paesistico capace di supportare funzioni di tipo ricreativo e percettivo. Il miglioramento del paesaggio infatti diventa occasione per la creazione, ad esempio, di percorsi a basso impatto ambientale (sentieri e piste ciclabili) che consentono alle persone di attraversare il territorio e di fruire delle risorse paesaggisti-che (boschi, siepi, filari, ecc.) ed eventualmente di quelle territoriali (luoghi della memoria, posti di ristoro, ecc.).
AREE CENTRALI(core areas): aree ad alta naturalità che sono già, o possono essere, soggette a regime di protezione (parchi o riserve);
FASCE DI CONNESSIONE (corridoi ecologici): strutture lineari e continue del paesaggio, di varie forme e dimensioni, che connettono tra di loro le aree ad alta naturalità e rappresentano l’elemento chiave delle reti ecologiche poiché consentono la mobilità delle specie e l’interscambio genetico, fenomeno indispensabile al man-tenimento della biodiversità. AREE PUNTIFORMI O “SPARSE” (stepping zones): aree di piccola superficie che, per la loro posizione strategica o per la loro composizione, rappresentano elementi importanti del paesaggio per sostenere specie in transito su un territorio oppure ospitare particolari microambienti in situazioni di habitat critici (es. piccoli stagni in aree agricole). ZONE DI CUSCINETTO O TRANSIZIONE, collocate attorno alle aree ad alta naturalità al fine di garantire l’indispensabile gradualità degli habitat;
26
SCHEMA DELLA RETE ECOLOGICA
AREA DA RIPRISTINARE
CORRIDOIO PAESAGGISTICO
AREE PUNTIFORMI
AREA CENTRALE
CORRIDOIO LINEARE
ZONE CUSCINETTO
27
1.7 I PIANI STRATEGICI NAZIONALI E INTERNAZIONALI NEL MONDO... A livello globale, il MILLENNIUM ECOSYSTEM ASSESSMENT (MA, 2005) ha rilevato una serie e crescente wikipedia/Convenzione sulla diversità bioperdita di biodivrsità e dei relativi servizi ecosistemici. l processi di degradazione degli ecosistemi, e la logica conseguente diminuita capacità di fornire servizi, potrebbe crescere significativamente durante i prossimi 50 anni, creando una barriera al processo per ridurre la povertà nel mondo e per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo. Nel secondo Summit della Terra tenutosi 10 anni dopo il primo nel 2002 a Johannesburg in Sudafrica, i governanti del mondo hanno dato alla Convenzione il mandato di ridurre significativamente la perdita di biodiversità entro il 2010, ossia il cosiddetto Obiettivo 2010 o 2010 Target. Alla decima Conferenza delle Parti della Convenzione, a Nagoya, Prefettura di Aichi, Giappone, è stato concordato il Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020 ed i relativi 20 obiettivi chiamati gli AICHI TARGET.
AICHI TARGET
A B C D E 28
Obiettivo Strategico A Affrontare le cause profonde della biodiversità la perdita di biodiversità in tutto il mainstreaming governo e della società Obiettivo Strategico B Ridurre le pressioni dirette sulla biodiversità e promuovere l’uso sostenibile Obiettivo Strategico C Migliorare lo stato della biodiversità da salvaguardia degli ecosistemi, delle specie e della diversità genetica Obiettivo Strategico D Migliorare i benefici per tutti dalla biodiversità e servizi ecosistemici Obiettivo Strategico E: migliorare l’attuazione attraverso partecipativa la pianificazione, la gestione delle conoscenze e delle capacità
IN ITALIA... L’anno 2010 è stato dichiarato dall’ONU “Anno internazionale per la biodiversità” e in questa occasione l’Italia si è dotata di Strategia Nazionale per la Biodiversità. Questo strumento punta a essere elemento di integrazione delle esigenze di conservazione e uso sostenibile delle risorse naturali. Le tematiche cardine sono: - Biodiversità e servizi ecosistemici - Biodiversità e cambiamenti climatici - Biodiversità e politiche economiche I tre obiettivi strategici sono: 1. Entro il 2020 garantire la conservazione della biodiversità, intesa come la varietà degli organismi viventi e la loro variabilità genetica e i complessi ecologici di cui fanno parte e assicurare la salvaguardia e il ripristino dei servizi ecosistemici al fine di garantire il ruolo chiave per la vita sulla terra e il benessere umano. 2. Entro il 2020 ridurre sostanzialmente nel territorio nazionale l’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, definendo le opportune misure di adattamento alle modificazioni indotte e di mitigazione dei loro effetti ed aumentando la resilienza degli ecosistemi naturali e seminaturali. 3. Entro il 2020 integrare la conservazione della biodiversità nelle politiche economiche e di settore, anche quale opportunità di nuova occupazione e sviluppo sociale, rafforzando la comprensione dei benefici dei servizi ecosistemici da essa derivanti e la consapevolezza dei costi della loro perdita.
Le aree che tutelano la biodiversità in Italia : 23 Parchi nazionali 22 Aree naturali marine protette e R iserve naturali marine 146 R iserve naturali statali 105 Parchi naturali regionali 335 R iserve naturali regionali 141 Altre Aree protette regionali 50 Zone umide ( R amsar)
589 Zone di protezione speciale (ZPS) 2.283 Siti di importanza comunitaria (SIC) 8 Riserve MaB UNESCO 63 R iserve B iogenetiche 6 Aree specialmente protette di importanza mediterranea (A SPI M) 1 Area internazionale “ Santuario dei mammiferi marini”
29
30
2
BIODIVERSITA’ : “CUORE” DELLA PROGETTAZIONE
31
2.1 LA BIODIVERSITA’ E I SE: L’INSIEME DEI BENEFICI ECOSISTEMICI NELLE AREE URBANE Nell’epoca scorsa la natura e il paesaggio avevano un ruolo di “sfondo” nella progettazione e nella gestione del territorio. In questi ultimi decenni la natura ha subito troppe trasformazioni negative con conseguente perdita di biodiversità e uno dei motivi è la mancata conoscenza dell’importanza delle risorse naturali. Ora è necessario concepire la città come “ecosistema urbano sostenibile” cioè saper riconoscere le inerconnessioni tra risorse naturali e risorse umane. Henry David Thoreau affermava che la natura è importante “perché è da essa che proviene l’uomo ed è in essa che egli ritrova la propria origine”. Ian Mcharg si ritrova in queste parole e basa la sua ricerca sul concetto per cui l’uomo, facente parte della natura, non deve cercare di appropriarsene ma di integrarsi con essa. Egli rappresenta “l’inventore e il simbolo stesso della pianificazione ecologica”. La città può ridurre la domanda di materia ed energia non solo intervenendo sui consumi, abbattendo gli sprechi e ottimizzando il rendimento delle macchine, ma anche diventando “produttrice” di materia ed energia ottimizzando le opportunità presenti al suo interno. Uno dei fattori chiave è il recupero dei sistemi ad energia solare presenti al suo interno e nelle aree in connessione con lo spazio rurale. Tali sistemi devono essere elemento strutturale e funzionalmente sussidiario al sistema urbano, soggetto a pianificazione e progettazione specifica tenuto conto che è parte del capitale naturale, non scambiabile con altri capitali e non monetizzabile. Infatti, gli ecosistemi naturali urbani producendo una serie di servizi ecosistemici contribuiscono alla salute pubblica e aumentano la qualità di vita dei cittadini migliorando le loro condizioni di sopravvivenza e la qualità economica dell’area urbana. a breve termine a lungo termine
Globale Regionale Locale Benessere umano e riduzione della povertà • • • • •
risorse base per una vita dignitosa salute buone relazioni sociali s icurezza libertà di scelta e di azione
Servizi ecosistemici
• fornitura (es. cibo, acqua, bre combustibili) • regolazione (es. regolazione del clima, delle acque, delle malattie) • culturali (es. spirituali, estetici, ricreativi e formativi) • di supporto (es. produzione primaria, formazione del suolo) VITA SULLA TERRA - BIODIVERSITÀ
Strategie e azioni
32
Fattori indiretti di cambiamento
• demogra ci • e conomici (es. struttura della globalizzazione, del commercio, del mercato, delle politiche) • socio-politici (es. struttura di governo, istituzionale, legale) • scienza e tecnologia • culturali e religiosi (es. convinzioni religiose, scelte di consumo)
Fattori diretti di cambiamento
• cambiamenti nell’uso locale e nella copertura del suolo • i ntroduzione o rimozione di specie • adattamento e uso della tecnologia • i nput esterni (es. uso di fertilizzanti e pesticidi, irrigazione) • c oltivazioni e consumo delle risorse • cambiamenti climatici • f attori naturali, sici e biologici (es. evoluzione, vulcani)
Ecosystem services and Urban areas, Riccardo Santolini
Schema concettuale delle relazioni tra servizi ecosistemici, benessere e pressioni (MEA; 2005)
AREE URBANE E BIODIVERSITA’ 1
L’urbanizzazione è una sfida e un’opportunità per gestire i servizi degli ecosistemi a livello globale.
2
Ricca biodiversità può esistere in città.
3
Biodiversità e servizi ecosistemici sono capitale naturale critico.
4
Il mantenimento di ecosistemi urbani funzionamento può migliorare significativamente la salute umana e il benessere.
5
Servizi degli ecosistemi urbani e la biodiversità può contribuire a contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento.
6
L’aumento della biodiversità dei sistemi alimentari urbani può migliorare sicurezza alimentare e nutrizionale.
7
I servizi ecosistemici devono essere integrati nella politica urbana e di pianificazione.
8
Gestione di successo di biodiversità e servizi ecosistemici deve essere basata su multi-scala e multisettoriale e coinvolgimento multi-stakeholder.
9
Città offrono opportunità uniche per l’apprendimento e l’educazione di un futuro sostenibile e resiliente.
10
Le città hanno un grande potenziale di generare innovazioni e strumenti di governance e quindi può-e deve-prendere l’iniziativa di sviluppo sostenibile. 33
2.2 L’USO “INTELLIGENTE DELLE CAPACITA’ BIOLOGICHE: LE POTENZIALITA’ TEORICHE 2.1.1 LE BIOTECNOLOGIE IN UN FUTURO SOSTENIBILE L’ambiente naturale e la biodiversità possono essere manipolati in modo intelligente e non distruttivo attraverso la biologia sintetica e le biotecnologie. Rachel Armstrong, docente presso la facoltà di Architettura dell’University London college, afferma che “oggi stiamo iniziando a capire che la tecnologia può possedere alcune delle proprietà dei sistemi viventi”. A favorire questa rivoluzione è la biologia sintetica, nuova branca delle scienze biologiche il cui sviluppo si deve ai progressi delle biotecnologie negli ultimi trent’anni. Progressi che hanno permesso alla biologia di trasformarsi da una disciplina fondamentalmente descrittiva a una scienza capace di “immaginare e costruire nuovi sistemi viventi”. L’architettura, disciplina spaziale per eccellenza, dovrebbe alimentare il sogno delle tecnologie che modelleranno le nostre città future e condurre una conversazione con scienziati, biologi, ingegneri, programmatori digitali su ciò che gli edifici biosintetici, stampabili e sempre più digitali potranno o dovranno essere.
34
fonte: Volume 35_Design-bio
http://inhabitat.com/treepods-carbonscrubbing-artificial-trees-for-boston-citystreets/treepods-ed01/
How To Build a House: Fairy Tale of a Sustainable Future Simone Ferracina Semina “Ogni scoperta, per quanto piccola, comporta una ridefinizione di tutto ciò che abbiamo finora comodamente accettato come l’unico possibile metro di giudizio della realtà. Così, la scoperta di questo insolita botanica e inquietante era destinata a sconvolgere la consistenza illusoria delle nostre precedenti nozioni di realtà e irrealtà. “ Di Leo Lionni Parallel Botany “Tommy, mi puoi prendere un muro di frutta?” “Interno o esterno?” “Interno, per favore, sto facendo un’ insalata!” “Quelli interni sono acidi,” Tommy mormorò perplesso su per le scale e prese due fuori dal muro della camera da letto. “Non mi piacciono questi.” Torna in cucina, la madre li posò sul lavandino e spinse con entrambe le mani sui pori spugnosi. Linda asciugò i frutti color vermiglio e cominciò ad affettare. “Chi ha costruito la nostra casa, mamma?” domandò Tommy. “Tuo padre, tesoro, lo sai”, ha risposto senza alzare gli occhi dal tagliere. Tommy insistette: “Ma dove ha trovato i semi?” Linda si fermò per alcuni secondi, e iniziò mettere insieme gli eventi degli ultimi dieci mesi in un modo csuo figlio di dodici anni avrebbe capito. Posò il coltello e cominciò: “Beh, ti ricordi quando abbiamo fatto i fuochi d’artificio nella piazza e il Maggiore Blooms scoppiò in lacrime?” Tommy annuì. “Quella notte abbiamo festeggiato la legge sulle sementi Sicure (SSA) -Da allora in poi, chiunque avrebbe potuto raccogliere, commerciare e piantare semi e spore di cibo ed elettrodomestici.” “Anch’io posso?” egli intervenne. “Non vedo perché no”, ha risposto calorosamente. “Tua zia Maria ha cominciato a crescere finestre bio-luminescenti nel suo cortile, Miss Marbles a tappezzare il suo tetto con foglie appiccicose strutturali, il parrucchiere ha cominciato a coltivare sedie organiche nel parcheggio abbandonato accanto alla cappella.” Tommy intervenne: “E papà cosa ha fatto crescere??” “Beh, sai che tuo padre è un architetto”, ha detto Linda. “Prima della legge SSA i prodotti erano troppo costosi per il grande pubblico. Ma subito dopo l’atto, molti elementi di vita erano accessibili e allevabili dagli individui in giro per la città. Tuo padre ha lavorato con i coltivatori locali per testare quello che lui chiamava ‘sinergie architettoniche“ e ha iniziato ad esplorare le strategie per la progettazione di spazi biosintetici: sequenze di impianto, le distanze tra i semi, i tassi di crescita attesi, modelli di riproduzione, orientamenti preferiti, e così via. “Mio padre ha piantato la casa!” gridò Tommy, che aveva perso interesse per la conversazione e si era messo ora alla ricerca di una via d’uscita. Ha inserito la sua interfaccia di intrattenimento elettronico nel più caldo - una unità biologica che assorbe e immagazzina energia termica - e caricato un nuovo gioco di Monkey Cargo. Linda sospirò e riprese la sua attività di preparazione dell’insalata.
35
2.1.2 LA BIOMIMETICA Biomimicry significa l’imitazione della vita. Il termine deriva dalla combinazione delle radici greco bios, Biomimicry+ urban design, richard james vita, con mimikos, imitazione. La Biomimetica è una nuova scienza e disciplina progettuale che studia i maccowan ma urban design 2010/12 modelli della natura e poi emula queste forme, processi, sistemi e strategie per risolvere i problemi del nostro tempo. L’idea centrale è che la natura è creativa e sostenibile e può essere usata come uno standard ecologico per giudicare la sostenibilità delle nostre innovazioni. La biomimetica, afferma Michael Pawlyn al TEDsaloon di Londra, ha delle potenzialità incredibili nell’Architettura. Se si potessero progettare e realizzare cose come la natura si raggiungerebbe un fattore di risparmio di 10, 100 o 1000 nell’uso delle risorse e dell’energia. Ci sono tre grossi cambiamenti verso i quali puntare: un aumento dell’efficienza energetica, il passaggio dallo sfruttamento delle risorse lineare e inquinante a un modello a sistema chiuso, e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. La biomimetica ha molte soluzioni per il raggiungimento di questi obiettivi. Per esempio il materiale EFTE (EtileneTetrafluoroEtilene), utilizzato nel progetto Eden e nel Media-Tic di Barcellona, è un polimero ad alta resistenza; potrebbe produrre strutture molto più grandi e più leggere del vetro, con poco utilizzo di acciaio, con fattore 100 di risparmio energetico. Le idee provenienti dalla biologia possono portare ad aumenti radicali di ottimizzazione delle risorse. Lo studio di come la natura risolve i problemi fornirà la maggior parte delle soluzioni. adattarsi alle mutevoli condizioni evolvere per sopravvivere
integrare sviluppo e crescita
essere reattivo e in sintonia a livello locale evolvere per sopravvivere LA VITA CREA CONDIZIONI FAVOREVOLI ALLA VITA efficienza delle risorse (energia e materiali)
36
usare la chimica nella vita
NATURE AS A MISURE
NATURE AS A MODEL
NATURE AS A MENTOR
Media-Tic, Barcelona
37
2.3 NATURA E BIODIVERSITA’: ELEMENTI ESSENZIALI PER UNA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE La natura e gli ecosistemi naturali stanno subendo dei cambiamenti importanti che potrebbero modificare le prospettive per il futuro dell’umanità. L’accelerazione delle attività umane è oggi il più importante elemento conduttore del cambiamento globale. Il pianeta sta rapidamente uscendo dallo stato climaticamente ed ecologicamente stabile che ha determinato lo sviluppo dell’uomo negli ultimi 10.000 anni. Questi cambiamenti sono dovuti alle azioni dell’uomo e della tecnologia. È per questo motivo che Paul Crutzen, premio Nobel per la Chimica, chiama questo tempo geologico nel quale stiamo entrando antropocene, dove le attività umane lasciano un segno sulla terra. Ora il vero e unico cambiamento che l’uomo può provocare è avviare un processo che utilizzi le infinite risorse umane e le tecnologie aumentando il capitale naturale. Nuove capacità innovative e creative devono essere sviluppate e integrate in un quadro di una sostenibilità globale. La sostenibilità è quindi quel processo in cui il capitale naturale e quello prodotto dall’uomo sono complementari. Ambedue le arti devono essere mantenute intatte perchè la produttività dell’una dipende dalla disponibilità dell’altra. La teoria La realtà CAPITALE SOCIALE
CAPITALE SOCIALE
CAPITALE NATURALE
CAPITALE ECONOMICO
CAPITALE NATURALE
CAPITALE ECONOMICO
Il cambiamento
CAPITALE SOCIALE
CAPITALE ECOLOGICO
CAPITALE NATURALE
CAPITALE ECONOMICO The conservetion Union Report 2008
38
PROGETTARE CON LA NATURA John Todd, è l’inventore della progettazione e costruzione di sistemi ecologici di trattamento delle acque reflue, un biologo interessato all’integrazione della produzione di cibo con il sistema delle acque reflue nella progettazione della comunità. Jonh Todd e la moglie Nancy hanno progettato degli ecosistemi in miniatura che portano i principi ecologici nei servizi per il fabbisogno umano. Nel libro From Ecocities to living machines designano una serie di linee guida che pongono la natura “come centro dei processi progettuali”. 1. La progettazione deve seguire, non opporsi, alle leggi della vita. 2. Il patrimonio ecologico deve determinare la progettazione. 3. La progettazione deve riflettere il bio-regionalismo.
Sim Van der Ryn è riconosciuto come leader nel “architettura sostenibile”; egli ha applicato i principi dell’ecologia fisica e sociale all’architettura e alla progettazione ambientale. Delineano cinque principi che costituiscono il nucleo della progettazione ecologica: 1. Le soluzioni crescono dal luogo 2. La contabilità ecologica informa la progettazione 3. Progettare con la natura 4. Tutti sono progettisti 5.Fai la natura visibile
Monshen Mustafavi L’ecologia come forza generativa della progettazione urbana. I principi sono: 1. SOSTENIBILITÀ intesa come generatrice e produttrice di felicità, dove la risorsa umana è al centro del progetto urbano e le risorse naturali acquisiscono un nuovo ruolo in simmetria con la Convenzione Millennium 2. Nuova idea di INFRASTRUTTURA. A livello macro come un insieme di layer (ecosistemi naturale, scambio di informazioni, flussi di energia prodotta e consumata, servizi e logistica, spazio pubblico,…) A livello micro intesa come la pelle dell’edificio che è formata ora da nano/biotecnologie, che è auto-produttrice di energia e di cibo. 3. Il progetto diventa una VOLONTA’ COLLETTIVA. Si costruisce la governance e nasce un alfabeto di progettazione basato su 10 parole chiave: anticipare, collaborare, percepire, curare, produrre, collaborare, interagire, mobilizzare, misurare, collaborare, adattarsi, incubare.
39
40 Intergovernmental Panel on Climate Change IPCC 1988
1970
Brundtland Report 1987
Landscape Ecology RICHARD FORMAN, 1986
The Non-equilibrium Paradigm in ecology ... “resilience is the ability of a system to adapt and to adjust to changing internal and external processes...” --Steward Pickett, “Resilient Cities” 1970-PRESENT
the UN Conference on Human Settlements HABITAT, 1976
Stoccolma conference 1972
The limits to growth CLUB OF ROME, 1972
1960
Design with Nature IAN MCHARG, 1969
The population bomb PAUL EHLRICH, 1968
Theory and Design in the Second Machine Age REYNER BAHNAM, 1967
The Economics of the Coming Spaceship Earth KENNET BOULDING, 1966
2.3.1 TIMELINE: VERSO UNA PROGETTAZIONE SEMPRE PIU’ SISTEMICA, INTEGRATA, URBANA
1980 1990
Rio+20, 2012 Urbaneer,Fab Tree Hab 2013
TEEB, 2010
High nature value concept IEEP, 2007
Ecological Footprint wackernagel 2000
MILLENNIUM ECOSYSTEM ASSESMENT 2000-2005
Biomimicry JANINE BENYUS, 1998
The value of the world's ecosystem services ROBERT COSTANZA, 1997
Beyond growth HERMAN DALY, 1996
Landscape ecology principles RICHARD FORMAN, 1996
Valuing the earth HERMAN DALY, 1993
A typology for the classification, description and valuation of ecosystem functions, goods and services RUDOLF DE GROOT 1992
Earth Summit, Rio de Janeiro 1992
HUMAN GENOME PROJECT, 1990-2000
Intergovernmental Panel on Climate Change IPCC 1988 1990 2000 2010
41
2.3.2 I PROTAGONISTI DELL’EVOLUZIONE KENNETH BOULDING E’ l’economista che ha dato vita ad una nuova disciplina che descrive i rapporti fra l’economia e l’ambiente, due territori che hanno più punti di contatto di quanto si pensi. L’economia è un termine antichissimo che indica le norme che regolano quanto avviene in una casa (ecos), in una comunità, sotto forma di scambi di beni e di denaro fra gli abitanti; l’ecologia, una parola inventata appena un secolo e mezzo fa, indica come si svolgono i rapporti fra gli occupanti di una comunità biologica, di un ecosistema, che può andare da un piccolo stagno all’enorme mare, all’intero pianeta Terra. Boulding introdusse nel terreno dell’economia i principi dell’ecologia e li espose con alcune pittoresche immagini che fecero presto il giro del mondo, anche perché pronunciate da un autorevole cattedratico universitario. Nato a Liverpool nel 1910, si era laureato a Oxford nel 1931 e nel 1932 era poi emigrato negli Stati Uniti dove era stato professore di Economia nelle Università dello Iowa, del Michigan e infine del Colorado, ascoltato membro e anche presidente della Associazione americana degli economisti. A differenza di quanto avviene nei cicli ecologici, in cui (quasi) tutte le scorie sono rimesse nei cicli della vita, nei cicli economici la natura resta impoverita da quanto gli umani portano via dal terreno, dalle miniere e dai pozzi, e le scorie si accumulano come crescenti corpi estranei inquinanti nell’ambiente. Il ciclo dei beni “economici” della natura riesce ad andare avanti con continua espansione perché il pianeta Terra è molto grande. Ma, avvertì Boulding, fate attenzione perché le sue risorse non sono illimitate. Boulding scrisse che non sarebbe stato possibile continuare a vivere sul pianeta Terra secondo l’“economia del cowboy” e che sarebbe stato necessario organizzare la vita economica riconoscendo che, per quanto grande, la Terra non è diversa da una capsula spaziale. Gli astronauti possono contare soltanto sulle risorse che si trovano dentro la navicella spaziale e dentro la stessa navicella, e in nessun altro posto, possono mettere i loro rifiuti; anche gli astronauti -che siamo poi tutti noi - della “navicella spaziale Terra”, Spaceship Earth, possono trarre tutto quello che gli occorre soltanto dal nostro pianeta e soltanto li dentro possono mettere i loro rifiuti. il suo pensiero ispirò i membri del Club di Roma, un gruppo di imprenditori e ministri, non certo sovversivi, ad elaborare il famoso libro che avvertiva la necessità di porre dei “limiti alla crescita” dei consumi e dello sfruttamento delle risorse naturali. Tutte cose ormai dimenticate. Boulding, che morì nel 1993.
42
REYNER BAHNAM Reyner Banham, storico britannico e critico d’architettura, titolare di una borsa di studio della Graham Foundation per studiare il ruolo dei servizi meccanici all’inizio dell’architettura moderna. “Una casa non è un edificio” è il prodotto diretto di questa ricerca, e le illustrazioni dell’architetto designer di origini magrebine, auto-François Dallegret, aggiunge una nota la cui importanza, Banham dice, “va oltre la loro qualità grafica - dimostrano la vacuità della paura di molti architetti che l’accettazione del predominio delle macchine ambientale sarà ‘la fine della creatività. Scriveva: Poichè la vostra casa è costituita da un complesso di tubazioni, canne fumarie, condotti, cavi, luci, prese, forni, lavelli, dissipatori di rifiuti, ripetitori hi-fi, antenne, condotti, congelatori, stufe, poiché contiene talmente tanti impianti che l’hardware potrebbe stare in piedi da solo senza alcuna assistenza da parte della casa, perché avere una casa? Quando il costo da affrontare per tutto questo è la metà della spesa totale (o più, come spesso accade) che cosa fa la casa se non nascondere il suo pudore meccanico dagli sguardi della gente? Recentemente, ci sono stati un paio di edifici di fronte ai quali il pubblico è stato veramente confuso nel comprendere quali fossero gli impianti meccanici e quale fosse la struttura – molti visitatori a Philadelphia impiegano molto a capire che i piani delle torri laboratorio di Louis Kahn non sono supportati dalle torri in mattone dei servizi meccanici che li affiancano, e quando l’hanno capito, sono inclini a chiedersi se valesse la pena di dare loro una struttura di sostegno indipendente. Questo testo estrapolato da “A home is not a house”, era accompagnato da un’illustrazione che mostrava una bolla di plastica trasparente gonfiata di aria condizionata dove all’interno c’era uno Standard of living packege. Allo stato attuale delle conoscenze ambientali, nessun dispositivo è in grado di far cessare la pioggia; il pacchetto standard ha la funzione di una sorta di ombrello per le emergenze, e potrebbe benissimo essere una cupola di plastica gonfiata da aria condizionata presente all’interno del pacchetto. ”L’uomo ha iniziato a interagire con l’ambiente con due metodi di base: a) evitando i pericoli nascondendosi sotto una roccia, un albero, una tenda o un tetto (questo ha portato, in ultima analisi, all’architettura come la conosciamo noi) e b) interferendo con la meteorologia locale, di solito con un fuoco da campo. A differenza dello spazio di vita intrappolato con i nostri antenati sotto una roccia o un tetto, lo spazio intorno a un falò ha molte caratteristiche uniche che l’architettura non può sperare di eguagliare, soprattutto, la sua libertà e la variabilità.”
43
PAUL EHRLICH Paul R. Ahrlich (Filadelfia, 1932) è un ambientalista, biologo ed entomologo statunitense. Per quarant’anni docente di entomologia presso le Università di Pennsylvania, Kansas e alla Stanford University, specializzato nei Lepidotteri. Ha iniziato lo studio della sovrappopolazione attraverso la lettura dei testi di William Vogt. Nel dicembre 1967 ha pubblicato un lungo articolo sulla rivista New Scientist prevedendo una futura e grave crisi alimentare per l’intero pianeta. Nel 1968 pubblica un libro in cui prospetta la visione drammatica delle conseguenze della sovrappopolazione dal titolo The Population Bomb, che ha avuto anche all’estero diverse edizioni e traduzioni ed è considerato uno dei testi fondamentali del neo-Malthusianesimo. “La battaglia per sfamare tutta l’umanità è finita. Nel 1970 centinaia di milioni di persone moriranno di fame a dispetto di tutti i programmi di crash avviati si sono ora. A questa data tardiva nulla può impedire un aumento sostanziale del tasso di mortalità mondo ...” Gran parte del libro descrive lo stato dell’ambiente e la situazione della sicurezza alimentare, che è descritta come sempre più disastrosa. Ehrlich sostiene che la popolazione esistente non viene alimentata in modo adeguato, e siccome è in stato di rapida crescita che è ragionevole aspettarsi miglioramenti sufficienti nella produzione di cibo per sfamare tutti. Egli afferma che la popolazione in crescita provoca tensioni crescenti su tutti gli aspetti del mondo naturale.
44
IAN MCHARG Ian L. McHarg (20 novembre 1920 - 5 marzo 2001) è stato un scozzese architetto del paesaggio e di un noto scrittore di pianificazione regionale con sistemi naturali. E ‘stato il fondatore del dipartimento di architettura del paesaggio presso l’ Università della Pennsylvania negli Stati Uniti. Il suo libro del 1969 di Progettare con la Natura ha introdotto il concetto di pianificazione ecologica. Nel libro si delinea in modo chiaro e conciso tutta la sue evocazione per l’urbanistica e per le sue strette relazioni che sussistono tra tutto ciò che è antropico e tutto ciò che è naturale. Ribadendo la necessità di un intento consapevole, di una valutazione etica, di un’organizzazione ordinata, di una deliberata espressione estetica nel trattare ogni parte dell’ambiente. McHarg pone l’accento non sulla progettazione o sulla natura in sè, ma con sulla preposizione con che presuppone cooperazione umana e compartecipazione biologica. Egli cerca di non imporre arbitrariamente la progettazione, ma di sfruttare a pieno le potenzialità e con esse le condizioni restrittive che la natura ci offre. In Progettare con la Natura è possibile cogliere, attraverso una lettura approfondita, lo sforzo compiuto dall’autore nell’elaborazione di una metodologia che consenta una più corretta considerazione dei valori ambientali nel processo pianificatorio; è proprio l’ambiente, infatti il tema centrale del pensiero di McHarg, che pose in un certo senso le basi di un nuovo tipo di pianificazione, territoriale, tutta basata sull’ecologia. In questo modo il centro di gravitazione non è antropico ma naturale. Inoltre McHarg riconosce anche l’importanza della fase di analisi come momento iniziale dello studio del territorio. Nel testo non mancano forti richiami alla biologia e alle teorie darwiniane sulle origini della vita e dell’uomo, sul ruolo dei naturalisti e delle loro idee e ricerche, tutte basate sui perche della nostra esistenza, su una ricerca per capire il nostro ruolo nel mondo, dilettandosi in particolare in innumerovoli tematiche che proiettano l’uomo nella natura e viceversa. I naturalisti in particolare pongono una questione nei confronti dell’unicità; attribuiscono unicità a tutte le creature: tutti siamo diversi, nessuno è uguale ad un altro; perfino in un campo costellato da tulipani, a prima vista simili tra loro, in realtà essi sono tutti diversi, ognumo di loro ha caratteristiche e peculiarità proprie. McHarg descrive la regione metropolitana, e lo fa prendendo in considerazione la metropoli e tutto il territorio circostante, l’antropico e il naturale. Nella scelta dell’area da urbanizzare, secondo McHarg, la natura ha un ruolo importantissimo, e in merito a ciò definisce otto singolari caratteristiche naturali (aque superficiali, falde acquifere, pendii rapidi, foreste e boschi, aree non boschive), tutte estremamante importanti e vitali per l’uomo e sfruttabili per gli usi più disparati. Un altro tema definito da McHarg è la città vista come processo e forma. In sostanza, la città, o meglio tutte le città, si sviluppano da una serie di processi continui e costanti, da quelli biologici a quelli geologici fino a quelli culturali. Le città in particolare hanno assunto le loro forme fisiche attuali a partire proprio dalla loro collocazione spaziale e dal loro territorio circostante, dando ad esse caratteristiche peculiari, inconfondibili; in questo senso, anche l’economia ed il contesto che si sviluppano progressivamente sono funzione del loro territorio.
45
RICHARD FORMAN Richard T. T. Forman, figura emergente, è professore di Landscape ecology presso l’Università di Harvard. I temi trattati all’interno dei suoi studi riguardano fondamentalmente gli aspetti ecologici del paesaggio, in particolare in relazione alla realizzazione dei progetti stradali, alla pianificazione dell’uso del suolo, ai progetti di conservazione degli ambienti naturali e allo studio dei mosaici paesistici antropizzati. Spesso considerato come un “padre” di ecologia del paesaggio, Forman definisce paesaggio “Un’area territorialmente eterogenea, composta da un gruppo di sistemi interagenti, che si ripete in forma simile in zone contigue”. Gli obiettivi principali dell’ecologia del paesaggio applicata alla gestione dei sistemi ambientali possono essere schematizzati in breve nei seguenti punti: - conservazione della biodiversità; - conservazione e riorganizzazione delle aree agricole; - recupero delle aree degradate e abbandonate; - miglioramento del tenore di vita nelle aree urbane e suburbane e dell’interazione tra i sistemi ambientali e gli insediamenti antropizzati. I limiti di un paesaggio, o delle sue componenti, dipendono dai segni che definiscono il cambiamento nei processi che lo caratterizzano, nel passaggio da una zona dominata da un processo a un’altra dominata da altri processi. La delimitazione può avere margini netti, oppure gradienti (ecotoni), o entrambi, e non sempre è formata da un elemento tangibile. Le delimitazioni possono esprimere anche un grado di barriera o di filtro per certe funzioni del paesaggio. La dinamica di trasformazione dei paesaggi sembra essere regolata almeno da quattro operatori principali: i processi evolutivi e geologici, che operano in tempi molto lunghi, i processi di colonizzazione e riproduzione, che operano in tempi da medi a corti, i processi cibernetici, di adattamento al flusso di informazioni, in tempi medio-brevi e i processi di disturbo locale, in tempi assai brevi.
46
GRETCHEN DAILY Un ecologista di formazione, il lavoro di Gretchen Daily si estende alla ricerca scientifica, all’insegnamento, all’istruzione pubblica, e lavorando con i leader per avanzare approcci pratici alle sfide ambientali. Ricerca scientifica di tutti i giorni è in campagna biogeografia e le future dinamiche del cambiamento della biodiversità, sulle possibilità di conservazione della biodiversità armonizzante e agricoltura; sulla quantificazione della produzione e il valore dei servizi ecosistemici attraverso paesaggi, e sulla nuova politica e meccanismi di finanziamento per integrare la conservazione e lo sviluppo umano nelle decisioni più importanti. Gretchen Daily lavora per calcolare quanto ogni forma di “capitale naturale” - terre della Terra, acque, e la loro biodiversità - portino benefici alle comunità umane. Questi calcoli, del valore di protezione contro le inondazioni, depurazione acqua potabile, l’impollinazione delle colture, e di molti altri “servizi”, possono contribuire a influenzare le nostre scelte in modo che prendono in considerazione sia lo sviluppo umano e gli obiettivi di conservazione. Esplora quotidianamente come creare sistemi che riconoscono in modo esplicito i valori nascosti della natura, e che promuovono gli investimenti nella conservazione in modo da ottenere risultati migliori per entrambe le persone e la natura. La biologa ha avuto la possibilità di studiare dal 1991 un ecosistema ricco come quello del Costa Rica, dove ha condotto un progetto, insieme al governo locale, di finanziamento ai proprietari terrieri perché preservassero la foresta pluviale piuttosto che abbatterla. Osservare gli effetti avuti dal mantenimento della foresta pluviale, a paragone con le aree nelle quali è stata abbattuta, ha consentito a Daily e al Costarica di verificare i benefici venuti all’economia locale in termini di protezione dalle inondazioni, impollinazione dei raccolti e qualità dell’aria. Al momento, questi benefici non sono ancora valutati economicamente, non hanno un prezzo di mercato, ma secondo la dottoressa Daily è giusto e finanziariamente proficuo assegnarglielo, come si fa per i servizi. “Fino a oggi una foresta viene valutata in termini di quantità di legname o cellulosa, cioè si calcola da cosa e quanto si può guadagnare abbattendola. Ma esiste un valore economico anche nel lasciarla intatta insieme al suo ecosistema ed è quel valore che vogliamo quantificare”. Per farle ciò sono necessari nuovi strumenti, capaci di convincere un mercato della possibilità di trarre profitto nell’investire in “ecosistemi”. Uno di questi strumenti è un software, chiamato InVest (cioè “Integrated Valuation of Ecosystem Services and Trade-off”, “valutazione integrata dello scambio e dei servizi dell’ecosistema”) in grado di individuare e valutare i beni ambientali e i servizi che essi possono rendere (per esempio, la prevenzione di inondazioni come nel caso delle foreste di mangrovie).
47
RUDOLF DE GROOT Rudolf de Groot è Professore Associato in Integrated Ecosystem Assessment & Management con sistemi ambientali Analysis Group dell’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi. Lui è un Ecologista del paesaggio di formazione e ha lavorato per oltre 25 anni all’analisi ecologico-economica di impatto dell’uso del suolo e dei cambiamenti climatici sui servizi ecosistemici come strumento per la pianificazione e la gestione sostenibile. De Groot ha pubblicato oltre 100 lavori scientifici, tra cui 2 libri, ed è stato coinvolto come coordinatore autore piombo nella sostenuto dalle Nazioni Unite Millennium Ecosystem Assessment (2001-2005) www.maweb.org e lo studio mondiale sul tema “L’economia degli ecosistemi e della biodiversità” (TEEB 2008-2010) www.teebweb.org E ‘membro dell’Editorial Board di diverse riviste, tra cui “Conservation Letters” e “cambiamento ambientale regionale” e Editor-in-Chief della rivista internazionale sul tema “Biodiversità Science, Ecosistema servizi e gestione” e co-fondatore e Topic Editor dei nuovi Elsevier Journal “servizi ecosistemici: Science, Policy & Practice”. Egli è Consigliere speciale sulla Ecosistema Servizi della Commissione IUCN sulla Ecosystem Management (CEM) e presidente del Ecosystem Services Partnership (www.es-partnership.org), una rete mondiale per migliorare la scienza e la pratica applicazione della valutazione dei servizi degli ecosistemi.
48
ROBERT COSTANZA Robert Costanza studia architettura - Assetto Urbano e Territoriale alla University of Florida laureandosi nel 1979. Nel 1982 è selezionato nel Kellogg National Fellow dove approfondisce e si distingue nel campo della conservazione dell’ambiente. Nel 1998 riceve il premio commemorativo Kenneth Boulding per i contributi eccezionali alla nascente economia ecologica. Nel 2000 consegue il dottorato onorario in scienze naturali alla Università di Stoccolma. È stato direttore dell’Istituto per Economia Ecologica all’Università del Maryland e professore nel Centro per Scienza Ambientale, per divenire poi professore e direttore dell’Istituto di Economia Ecologica all’Università del Vermont. Robert Costanza è co-fondatore ed ex presidente della Società Internazionale per l’Economia Ecologica (ISEE) ed è stato redattore principale del giornale Ecological Economis fino al settembre 2002. Attualmente aiuta il comitato editoriale e scrive per altre otto testate scientifiche internazionali. Attualmente è presidente della Società Internazionale per Salute dell’Ecosistema; membro del comitato di coordinamento scientifico per il progetto del centro di LOICZ del IGBP; membro del Consiglio di Consulenza nazionale degli Stati Uniti EPA per politica ambientale e tecnologia (NACEPT); membro dell’ufficio nazionale per lo sviluppo sostenibile; membro del comitato di ricerca nazionale sul cambiamento climatico globale; membro del comitato nazionale degli Stati Uniti per l’uomo ed il programma di biosfera, il comitato marino nazionale di servizio delle industrie della pesca; e membro dell’ufficio nazionale dei consiglieri della rete di capacità di carico. La ricerca di Costanza è focalizzata sull’interfaccia fra i sistemi ecologici ed economici, specialmente alle più grandi scale temporali e spaziali. Ciò comprende la modellistica spaziale livellata per la simulazione del paesaggio; l’analisi dell’energia e dei materiali attraverso i sistemi economici ed ecologici; valutazione dei servizi di ecosistema, della biodiversità, delle capacità di carico e del capitale naturale; ed analisi disfunzionali per incentivare sistemi e metodi per correggerli.
49
2.4 BOX 1 LA FIGURA DELL’ARCHITETTO: DA “IMPOSITORE” A MEDIATORE DI IDEE “L’Architettura come professione deve servire la società futura sul piano funzionale, tecnico, produttivo, economico: deve servire la felicità e le esigenze degli uomini sul piano della loro vita - aria, sole, salute, assistenza, lavoro: deve nutrire l’intelletto degli uomini sul piano dell’intelligenza e dello stile - unità, ordine, essenzialità; come arte deve nutrire l’anima degli uomini e i loro sogni sul piano dell’incanto - immaginazione, magicità, fantasia, poesia. (...) l’architetto moderno non è più al servizio del committente; l’architetto oggi istituisce a se stesso una « funzione sociale»” Giò Ponti, Amate l’Architettura Nel corso del tempo la figura dell’architetto è necessariamente cambiata. Inizialmente l’architetto aveva una funzione politico- celebrativa, eseguiva gli ordini del sovrano e metteva in pratica le sue idee. In seguito si è passati a una visione più autonoma dell’architetto, quasi “sovraimpositore”, dove si privilegiava il rapporto tra progettista e sistema fisico che disegnava. Oggi l’architetto istituisce a se stesso una “funzione sociale”; diviene mediatore di idee e cerca di avviare processi di progettazione consapevoli, guidati dai cittadini. Questo grazie anche all’avvento della Computer graphic che segna con la conferenza “Computer Graphics in Architecture and Design” alla Yale School of Art and Architecture, l’inizio di una nuova fase per la progettazione moderna, tesa alla dematerializzazione. Grazie all’invenzione delle nueve tecnologie, le nuove macchine minimizzano il prelievo di risorse naturali, vitali e limitate, e accresce le risorse umane grazie all’Intelligenza aumentata. Questa fase è accompagnata dalla nascita del movimento metablico durante la Conferenza mondiale di architettura e disegno industriale tenutasi a Tokyo nel 1960. L’ intento del movimento è di riferirsi, nella progettazione, a una società in continua trasformazione, rifuggendo quindi da soluzioni urbanistiche legate a modelli tradizionali e cristallizzati per dar vita a un tipo di struttura urbana duttile e mutevole. Si assiste in questi anni a un vero e proprio rinnovo dell’architettura guidato da architetti, biologi, matematici, scienziati. I protagonisti più importanti che segnano la svolta sono Christopher Alexander, Jay Forrester, Cedric Price, Nicolas Negroponte. La nuova fase dell’architettura è dunque condizionata da una serie di elementi: la disponibilità di nuove macchine, l’interpretazione delle loro potenzialità, l’elaborazione di nuovi modelli interpretativi, la volontà attiva dei cittadini di gestire in autonomia le loro scelte, senza più l’assistenza di operatori ‘istituzionali’ e infine la consapevolezza della limitatezza delle risorse naturali. Tradizionalmente si progettava e realizzava prodotti prelevando materia e risorse naturali; con l’incremento della popolazione, le risorse diventano sempre più rare e limitate e si passa a un processo non più basato sulla limitatezza bensì sulla creatività illimitata, quindi sulla creazione, non più sull’estrazione. Non si progetta prodotti bensì servizi.
50
2.4 LA STRUTTURA DEL PROBLEMA PROGETTUALE: IL MA E IL TEEB I. RUOLO DEL CAPITALE NATURALE
II. VALORE ECONOMICO DEL CAPITALE NATURALE
Millennium Ecosystem Assesment
The Economics of Ecosystem and Biodiversity STRUTTURA ECOLOGICA
culturale VALUTAZIONE BIOFISICA
fornitura
FUNZIONE
SERVIZI
servizio di supporto
regolazione
MA, Ecosystem services and Human well-being
libertà di scelta
VALUTAZIONE SOCIO-CULTURAL
BENEFICI
VALUTAZIONE ECONOMICA
VALORE MONETARIO
TEEB, Phases in valuing of ecosystem services
Nella prima fase si è definito il ruolo del capitale naturale e la relazione dei servizi con il benessere umano. Nel 2000 le Nazioni Unite hanno avviato un progetto di ricerca che aveva come obiettivo la valutazione degli ecosistemi del millennio (millennium Ecosystem Assessment) cercando di identificare i cambiamenti e i possibili scenari futuri. Il progetto si è concluso nel 2005 e i risultati hanno potuto affermare che il mondo sta sempre più degradando le proprie risorse naturali e che due terzi dei servizi ecosistemici della terra sono danneggiati e a rischio. L’approccio ecosistemico, così come definito dal documento di lavoro della COP 5 è “una strategia per la gestione integrata della terra, dell’acqua e delle risorse viventi che promuove la conservazione e l’uso sostenibile in modo giusto ed equo”. La seconda fase ha un carattere economico,il TEEB studia un approccio che incoraggia la creazione di mercati regolati in grado di abbinare valori commerciabili alla fornitura o all’impiego di tali servizi. Un esempio è costituito dai pagamenti per i servizi ecosistemici (PES), che possono creare domanda in modo da correggere gli squilibri che mettono a repentaglio la biodiversità e impediscono lo sviluppo sostenibile. Il requisito fondamentale è sviluppare un parametro economico più efficace del PIL per valutare il rendimento di un’economia. I sistemi contabili nazionali devono essere maggiormente inclusivi per misurare i significativi vantaggi in termini di benessere umano che gli ecosistemi e la biodiversità assicurano. In questo modo, sarà possibile aiutare i politici ad adottare le misure adeguate e a forgiare i meccanismi di finanziamento più appropriati per la conservazione.
51
52
3
BIODIVERSITA’: LA CREAZIONE DEL VALORE
53
3.1 DECOUPLING: LA REGOLA DI SVILUPPO SOSTENIBILE Il progetto di sviluppo sostenibile europeo, sia economico che territoriale, è guidato dalla regola del decou- Decoupling Natural Resource Use and Envipling, ossia dall’aumento di produttività accompagnato alla diminuzione del consumo di risorse naturali. romental Impacts from Economic growths, UNEP DECOUPLING significa letteralmente “ disaccoppiamento”, cioè rottura della relazione tra “mali ambientali” e “beni economici”. Per raggiungere lo stesso risultato economico utilizzando meno materiali, quindi diminuendo il prelievo di risorse bisogna aumentare la loro efficienza. L’utilizzo delle risorse dovrà essere più saggio, più utile, più pulito. Siamo in presenza dunque di un processo che genera un tendenziale esaurimento delle risorse per la dimensione dei prelievi, una pressione sul territorio superiore alla sua capacità di bio-rigenerazione, a causa dei consumi, alla crescita delle esternalità negative. In un processo dominato da una ricerca tecnologica basata sulla crescita della produttività del lavoro occorre invertire la curva di Kutnetz, che accoppia crescita del reddito con inquinamento, e avviare un nuovo ciclo di Kondratieff basato su innovazione tecnologica biocompatibile.
Commissione Europea, Tre aspetti del decoupling
Hargroves, K. and Smith, M.H., Le ondate dell’innovazione.
54
LONG LIFE LEARNING
RISORSE UMANE
+ INNOVAZIONE
EQUITY
> PRODUTTIVITA’
DECOUPLING
<CONSUMO DEMATERIALIZZAZIONE
BIO-NANO TECNOLOGIE
RISORSE NATURALI
PAGAMENTI PER SERVIZI ECOSISTEMICI
GREEN ECONOMY 55
3.2 LE PRIORITA’ DI SVILUPPO CHE SEGUONO IL QUADRO STRATEGICO NAZIONALE INPUT
OUTPUT
+ CAPACITA’ + CAPACITA’
INVESTIMENTI SUL CAPITALE UMANO
BENI
RINNOVO BASE PRODUTTIVA
BIODIVERSITA’
+ VALORI + VALORI
SERVIZI RIGENERAZIONE URBANA
+ COESIONE + COESIONE
ZEROCARBON
Mentre in passato lo sviluppo economico basato sulla disponibilità di capitale e lavoro, portava automaticamente alla disponibilità dei fattori di contesto come l’istituzione, i servizi, la formazione,.. ora i fattori devono essere assicurati “prima”. Gli input del modello di definizione del valore della biodiversità sono gli investimenti sul capitale umano, il rinnovo della base produttiva e la rigenerazione urbana. All’interno del sistema, i beni e i servizi ecosistemici assumono un valore economico e attraverso la regola di decoupling gli imput saranno zero emissioni di CO2 da parte delle città, zero rifiuti dalla nuova base produttiva e l’accrescimento delle capacità che stanno alla base dello sviluppo. Su questa linea si mettono in evidenza le priorità di sviluppo che seguono il quadro nazionale strategico: 1. Sviluppare circuiti della conoscenza 2. Accrescere la qualità della vita, sicurezza e inclusione sociale 3. Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza 4. Internazionalizzare e modernizzare il modello di sviluppo sostenibile si avvale di caratteristiche di RESILIENZA, ADATTABILITA’, PRODUZIONE RICCHEZZA ed ESPORTABILITA’. Lo scopo è quindi aumentare il capitale naturale e ridurre i consumi, collaborando con la natura invece di conquistarla. È resiliente perché cerca di innescare sistemi “capaci di assorbire perturbazioni e mantenere la sua funzione e struttura di base” (Walker e Salt, 2006). È adattabile ed esportabile perché si inserisce in qualsiasi contesto studiando le opportunità e le criticità del luogo e produce ricchezza, come cibo, energia, e salute.
56
Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’ Attrattività territoriale Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo Reti e collegamenti per la mobilità Competitività dei sistemi produttivi e occupazione Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani Apertura internazionale per l’investimento la cultura e le risorse Buona governance Obiettivi da raggiungere entro il 2020: - portare al 75 % il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni; - investire il 3 % del prodotto interno lordo (PIL) in ricerca e sviluppo; - ridurre le emissioni di carbonio al 20 % (e al 30 % se le condizioni lo permettono), aumentare del 20 % la quota di energie rinnovabili e aumentare l’efficienza energetica del 20 %; - ridurre il tasso di abbandono scolastico a meno del 10 % e portare al 40 % il tasso dei giovani laureati; - ridurre di 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà. Come affrontare le attuali sfide e come implementare la sfida Europa 2020 raggiungendo uno sviluppo urbano più efficace, sostenibile e socialmente inclusivo.
DICHIARAZIONE DI TOLEDO 2010
A.1. L’importanza strategica della rigenerazione urbana integrata per raggiungere uno sviluppo urbano più intelligente, sostenibile e inclusivo. A.2. Verso una comprensione comune dell’approccio integrato, in particolare nell’ambito della rigenerazione urbana, e in generale dello sviluppo urbano. A.3. Sugli strumenti operativi che potrebbero favorire la rigenerazione urbana integrata. A.4. Il bisogno di configurare una nuova “alleanza urbana” per mettere in pratica l’impegno strategico verso la rigenerazione urbana integrata. B. Sulla necessità di consolidare un “european Union Agenda” nel futuro. 57
3.3 LA STIMA DEL VALORE DEI SE IN ITALIA In italia un progetto di ricerca sulla stima dei servizi ecosistemici a scala regionale è stato messo a punto dal ricercatore Riccardo Scolozzi con Riccardo Santolini e Elisa Morri. La stima del valore dei SE a livello regionale può indirizzare, secondo gli studiosi, i decisori verso scelte più consapevoli di un uso sostenibile delle risorse. Il loro lavoro valuta i cambiamenti nell’erogazione dei SE a scala regionale dovuti al cambiamento di uso del suolo tra il 1990 e il 2000. Si avvalgono del database ECOVALUE con l’approccio ecosystem value transfer raccogliendo tutte le informazioni derivanti da studi specifici di valutazione e le integrano con altre fonti bibliografiche come ARIES University of Vermont, EnValue Australia, EVRI e Nature Valuation and Finincing CaseBase. Il risultato di questa raccolta sono i valori espressi in €(2007)/ha di 10 servizi ecosistemici potenzialmente erogati da ciascuna categoria. Gli usi del suolo usati sono stati presi e riclassificati dalla classificazione Corine Land Cover disponibile per l’Italia riferita agli anni 1990 e 2000. E’ stata utilizzata il sondaggio Delphi1 per dare un adeguato peso ai SE per uso del suolo. L’indagine Delphi implicava due turni di deliberazione condotto in due modi diversi. Il primo turno consiste nei questionari inviati per email. La seconda colloqui individuali coinvoltipplicando un approccio cumulativo al sondaggio Delphi.
1. Il metodo Delphi consiste in un processo iterativo di consultazione di esperti individuali e di accumulazione della conoscenza fino a che si raggiunge un certo grado di convergenza di giudizio.
Valori monetari (€/ha per anno) dei SE per classi di copertura del suolo. Terreni coltivati
Praterie pascolo Foreste
Verde urbano
Regolazione del clima e dei gas atmosferici
€ 23.00 a
€ 7.50 b,c
€ 124 b,d,e,f
€ 623.3 g,h
Regolazione e supporto di acqua potabile
€ 58.00 a
€3 b
€ 3988 d,i,m,n,o,p,q,r
€ 10 h
€ 76 b
Assimilazione riuti
Zone umide Acqua dolce € 232 b
Zone umide Acqua salata € 117 b
€ 33
€ 4047.5 l,s,t,u,v,z,br
€ 1672 b
€ 640 aa,ab,ac
€ 76 b
€ 1454 b
€ 6779 ad
€ 583 b
Regolazione dei nutrienti
€ 145.00 a
€ 317 b
€ 212 ae
Rifugio habitat e biodiversità
€ 1548 af
€ 629.33 ag,ah,ai
€ 80.37 al,am
€ 288 am,an,ao
Ricreativo
€ 27.90 a,bs
€2 a,b,bq
€ 107.46 ap,aq,ar,as
€ 1310 s,at,b,au
€ 30 av,az,ba
Estetico
€ 31.45 az
€1 b
€ 1.51 bu
€ 3484 bl,b,u,bm
€ 219 bn
Ritenzione e formazione del suolo Impollinazione
Acqua dolce Acqua salata
€ 4609 bt
€ 134
€ 9.298 € 582 € 685 bb,bc,bd,be,ah, bg,bh,aa,bi € 129 bo
€ 243 € 617
€5 € 3.97 € 9.05 € 1 067 a b,bv b bp € 24 € 30.62 € 301.66 a,b b bz a: Shandu et al. (2008); b: Costanza et al. (1997) ; c: Sala and Paruelo (1997); d: Goio et al. (2005); e: Reyes and Mate (2004); f: AA.VV (2009); g: McPherson et al. (1998); h: McPherson (1992); i: Rein (1999); l: Farber (1987); m: Rich and Moft (1992); n: Clinch (1999); o: Oster (1977); p: Berrens et al. (1196); q: Danielson (1995); r: Mathews et al. (2002); s: Lant and Tobin (1989); t: Creel and Loomis (1992); u: Hayes et al. (1992); v: Pate and Loomis (1997); z: Eftec (2007); aa: Piper (1997); ab: Henry et al. (1988); ac: Ribaudo and Epp (1984); ad: Breaux et al. (1995); ae: Gren et al. (1995); af: Christie et al. (2004); ag: Clayton and Mendelsohn (1993); ah: Shafer et al. (1993); ai: Kenyon and Nevin (2001); al: Vankooten and Schmitz (1992); am: Farber and Costanza (1987); an: Lynne et al. (1981); ao: Bell (1997); ap: Boxall et al. (1996); aq: Willis (1991); ar: Walsh et al. (1990); as: Willis and Garrod (1991); at: Thibodeau and Ostro (1981); au: Whitehead (1990); av: Farber (1988); az: Bergstrom et al. (1985); ba: Bergstrom et al. (1990); bb: Peters et al. (1995); bc: Rollins et al. (1997); bd: Kealy and Bishop (1986); be: Patrick et al. (1991); bf: Cordell and Bergstrom (1993); bg: Martin et al. (1982); bh: (1997); bn: Anderson and Edwards (1986); bo: Young and Shortle (1989); bp: Dorfman Kreutzwiser (1981); bi: Ward et al. (1996); bl: Mahan et al. (2000); bm: Doss and et al. (1997); bq: Boxall (1995); br: Lant and Roberts (1990); bs: Feather et al. (1999); bt: Tyrvainen (2001); bu: Prince and Ahmed (1989); bv: Pimentel et al. (1997); bz: Hougner et al. (2006).
58
59
3.4 I FATTORI CHE INFLUISCONO SULLA BIODIVERSITA’ 3.4.1 IL FATTORE SOCIALE E LE RISORSE UMANE La creatività data dal capitale umano costituisce una risorsa illimitata che aumenta la produttività del Building the Knowledge Society : sistema economico. La matrice sociale indica l’uso sociale delle risorse naturali. L’uomo ha un ruolo fon- Social and Human Capital Interactions, Commition of europen comunities damentale nello sviluppo sostenibile del territorio. Uno degli strumenti fondamentali per lo sviluppo di sentimenti di coesione, integrazione e collaborazione e per avviare attive strategie di salvaguardia delle risorse naturali e di sviluppo ecoefficiente del territorio è l’Agenda per le municipalità. Un esempio elaborato da alcuni studenti dell’Università Iuav di Venezia è “CASIER 2050: AGENDA PER LO SVILUPPO CREATIVO & SOSTENIBILE”. L’Agenda assume come punto di riferimento la Strategia di Lisbona (Unione Europea, 2000), che propone di trasformare entro il 2010 la società europea nella società basata sul sapere più competitiva e dinamica al mondo, capace di realizzare una crescita economica sostenibile, nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. L’Agenda provvede: • alla ricognizione del ciclo delle attività economiche urbane, classificate secondo il codice della creatività proposto dall’U.E nel Piano Strategico di Barcellona in “The strategies of European Metropolitan Areas in the context of the European Union enlargement”. Questo criterio assume come settori primari la cultura, la creatività e il sapere che sostituiscono in questo ruolo miniere, raccolti agricoli e industrie di base, come settore secondario i settori finanziario, energetico e le industrie ad alta concentrazione di ricerca, che sostituiscono i tradizionali settori manifatturieri, come settore terziario le organizzazioni di fiere e congressi, il turismo e le attività professionali qualificate • alla mappatura a scala regionale e urbana della morfologia degli insediamenti secondo i cinque punti proposti da Charles Landry in “La città creativa”: 1) Luoghi per lo sviluppo di nuove idee 2) Luoghi per trasformare le idee in prodotti vendibili 3) Luoghi per coinvolgere le persone nel processo creativo 4) Luoghi per costruire ed organizzare adeguate piattaforme di lavoro 5) Luoghi per presentare idee e prodotti per attrarre il mercato
Human capital for economic growth, social cohesion and well-being 60
IL CAPITALE UMANO
61
3.4.1 LE CONNESSIONI VIRTUALI Da molto tempo ormai gli economisti hanno riconosciuto il ruolo fondamentale della tecnologia nei processi Building the Knowledge Society : Social and Human Capital Interactions, di crescita e sviluppo. Commition of europen comunities La tecnologia offre alle persone e alle imprese i mezzi per poter esprimere e sviluppare al meglio le proprie idee, per poter generare nuovi prodotti, nuovi servizi, e nuova ricchezza. Oggi nessuna area della creatività può essere ‘competitiva’ se non è accompagnata dalle migliori tecnologie. È fondamentale dunque che le città e regioni coltivino il contesto “tecnologico” e la potenzialità innovativa del loro territorio. Per misurare il livello di tecnologia bisogna tenere conto dell’indice di connettività. Le nuove tecnologie possono portare significativi cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e, viceversa, il modo in cui il lavoro è organizzato costituisce un elemento fondamentale per sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie sia per l’innovazione e la crescita e per una migliore qualità del lavoro. Nel quadro più ampio della strategia di Lisbona, è fondamentale mettere a fuoco in modo esplicito le tendenze capitale sociale e umano nella società della conoscenza, che noi concepiamo come fenomeno sociale, nonché uno sviluppo economico. Le nuove tecnologie progressivamente cambiano il modo in cui lavoriamo, impariamo, pensiamo e ci rapportiamo gli uni agli altri, a livello pubblico e privato. Esso sono potenti driver per il cambiamento sociale. La qualità dei mezzi tecnici con cui ci si connette a Internet rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dall’Unione Europea per misurare il digital divide. In Italia il 45,8% delle famiglie accede alla rete da casa utilizzando una connessione a banda larga. Dal 2006 al 2011 é aumentata considerevolmente la quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce per accedere a Internet da casa (dal 14,4 % del 2006 al 45,8% del 2011). Incrementi molto più contenuti si registrano invece nell’ultimo anno (dal 43,4% del 2010 al 45,8% del 2011).
62
Famiglie che dispongono di un accesso ad Internet a banda larga da casa per regione, anno 2011.
51,1% 45,5%
51,9%
49,6%
49,5%
44,6% 48,6% 41,6% 51,0%
49,1% 44,7% 49,2%
44,9% 36,9%
33,1%
39,1% 37,8%
49,8%
36,8%
Famiglie per beni tecnologici posseduti, e tipo di comune - Anno 2012
37,6%
63
64
65
3.6 LE PRESSIONI SUGLI ECOSISTEMI: L’IMPRONTA ECOLOGICA Ogni attività umana usa terra biologicamente produttiva e / o zone di pesca. L’utilizzo della terra genera wwf report 2012 pressioni sugli ecosistemi che sono misurabili attraverso l’impronta ecologica. L’Impronta Ecologica (IE) è un indicatore che misura (in ettari per persona) la superficie totale di terra e mare richiesta per produrre le risorse e l’energia di cui abbiamo bisogno e per assimilare i nostri rifiuti. L’obiettivo è aumentare la produttività diminuendo i consumi e l’impronta ecologica favorendo così una distribuzione equa delle risorse naturali. L’impronta ecologica del Friuli Venezia Giulia è di 3,98 ha.
Impronta ecologica (numero di pianeti terra)
2
1
0
Terra costruita Pesca Foresta Pascolo Coltivato Carbon 1961
1970
1980
1990
2000
2008
Carbon Rappresenta la quantità di terreni forestali che potrebbe sequestrare le emissioni di CO2 del combustione di combustibili fossili, con esclusione del frazione assorbita dagli oceani che porta ad acidificazione. Terra da pascolo rappresenta il quantità di pascolo e di terreni utilizzati per allevare bestiame per carne, latticini, pelle e prodotti di lana. Foreste Rappresenta la quantità di foresta necessaria per la fornitura di prodotti del legno, pasta di legno e legna da ardere. Zone di pesca produzione richiesta per supportare il pesce e frutti di mare pescati. Terreno coltivato Rappresenta la quantità di terreno agricolo utilizzato per crescere colture per alimenti e fibre per il consumo umano così come per l’alimentazione animale, oleaginose e gomma. Terra costruita Rappresenta la quantità di terreno coperta da infrastrutture umane, compreso il trasporto, abitazioni, industriali strutture e serbatoi per l’energia idroelettrica.
66
L’impronta ecologica delle regioni d’italia
L’impronta ecologica mondiale
0,76
Fvg Lombardia 5,75
0,74
3,98 Veneto 4,27
Piemonte 2,39
Liguria 4,6
2013
1,78
Emilia Romagna 3,35 Toscana 2,3
Marche 1,81
Umbria 1,51
Lazio 3,98
Abruzzo 1,34 0,64 Puglia 3,88 Campania 2,6
Sardegna 1,34
<1
0,54
2050 Calabria 1,1
Sicilia 3,01
Friuli Venezia Giulia procapite totale !
Superficie
Capacità biologica 0,98 1214839,53
3,15 3889884,52
Impronta ecologica 3,98 4915300,00
Deficit -0,83 -1025050,00
67
3.5 LE ESPERIENZE EMPIRICHE
DNA BARCODING
0100101010101001 Il Barcode Urban project (UBP) è una competizione che attraversa i cinque distretti di New York City. Proprio come un modello unico di barre in un codice prodotto universale (UPC) identifica ogni oggetto in vendita in un negozio, un codice a barre del DNA è una sequenza di DNA che identifica in modo univoco ogni specie di essere vivente. Nel Urbano Barcode progetto, gruppi di ricerca di studenti usano il DNA barcoding per esplorare la biodiversità a New York City. I progetti possono usare i codici a barre del DNA per esaminare ogni aspetto dell’ambiente NYC, come ad esempio: - Campionamento biodiversità in un parco, giardino, ufficio o scuola. - Controllo della pianta invasiva o specie animali. - Monitoraggio vettori di malattie. - Identificare i prodotti alimentari esotici o in pericolo nei mercati.
68
- Rilevamento errore di etichettatura alimentare. E’ un’iniziativa di educazione per coinvolgere gli studenti delle scuole superiori per studiare la biodiversità a New York utilizzando la tecnologia del DNA. Gli studenti completano workshop introduttivi e poi condotta, i progetti di ricerca degli studenti-driven indipendenti utilizzando DNA barcoding sotto tutoraggio di esperti. Il UBRP consentirà agli studenti di acquisire conoscenze, fiducia e interesse per la scienza, mentre studia l’interazione tra la biodiversità e il benessere umano. Questo sito lega insieme gli strumenti chiave di bioinformatica e banche dati per assemblare modelli di geni, genomi indagare, lavorare con alberi filogenetici e analizzare i codici a barre del DNA. Passeggiate per le “stazioni” sulla mappa della metropolitana di saperne di più circa le fasi di analisi. Analizzare i propri dati o dati di esempio forniti. Per avviare un progetto, selezionare una delle “linee” (rosso, giallo, blu).
GENBANK LINE
69
The
G O O D FOOD FOR ALL AGENDA Creating a New
REGION AL FOOD SYSTEM for
LOS ANGELES pro ducer
w rker farm o
k er tr y wor indus
o an gelen
70
“The good food for all agenda” è “Regional food system for Los Angeles”. Questo sistema regionale equo, sostenibile e sano è un complesso insieme di attività e relazioni che comprende tutti gli aspetti del ciclo del cibo, dalla produzione alla trasformazione, alla distribuzione, alla vendita al dettaglio, alla preparazione, al consumo e allo smaltimento. Sostenibile: Prodotto, trasformato, distribuito, e riciclati localmente utilizzando il principi di gestione ambientale (in termini di acqua, il suolo, e gestione dei pesticidi). Equo: 1) Tutti i partecipanti alla catena di approvvigionamento alimentare ricevano un compenso e trattamento equo, libero dallo sfruttamento. 2) Alta qualità del cibo sia fisicamente e culturalmente accessibile a tutti. Conveniente: Alimenti con prezzi convenienti e accessibili a tutti. Sano: d 1) Gli alimenti conformi alle Linee Guida Dietetiche per gli Americani. 2) Il cibo è delizioso, sicuro, ed esteticamente piacevole.
La ricerca ‘Recyclicity’ cerca di risolvere tutti i problemi attuali di insostenibilità in modo integrale e arrivare a aree urbane realmente sostenibili. La sfida principale che è stata affrontata nella ricerca è stata di trovare una strategia per la pianificazione più integrata dello spazio disponibile nelle aree urbane in cui le diverse funzioni della natura e della società si rafforzano a vicenda, invece di combattere l’una con l’altra. In questa strategia l’obiettivo è quello di collegare materiale locale e passanti energetici e di adattare il sistema alle circostanze locali. Il metodo di ricerca utilizzato è stato quello di prendere lezioni dagli ecosistemi e di applicare strategie di progettazione che escono dal campo di ecologia industriale. La letteratura esistente di ecologia industriale è stata studiata, e sulla base di questa letteratura è stata formulata una sequenza di progettazione. Goudse Cyclus è una strategia per trasformare il Poort Goudse dalla monocoltura alla permacultura. Il breve ciclo locale dei flussi, attualmente scollegati, porterà ad un processo integrato e rigenerativo. Allo stesso tempo, il commercio locale rafforzerà l’attività economica e la creazione di un collegamento fisico a luogo.
71
ecoLogicStudio_ MaxDiV House La campagna ha una struttura visibile dal satellite che riflette il suo equilibrio sociale ed ecologica e il suo rapporto con la città si è evoluta nel corso dei secoli. I recenti sviluppi, legati all’era digitale, stanno cambiando così velocemente questi equilibri, creando rischi di involuzione declino urbano e paesaggio, tra i quali l’emergere di aree sub-urbane, spesso caratterizzati da segregazione sociale e del paesaggio, nonché una forte mancanza di identità e la qualità architettonica. Partendo dal significato “terra di spessore” e “condensatore ecologico” il concetto cerca di immaginare il livello zero del progetto come una superficie tridimensionale che può ospitare funzioni programmatiche del sociale e di comunità e di collegarli a una serie di processi di produzione delle colture intensificate . Questo concetto di livello zero permette di gestire in modo innovativo la divisione tra aree pubbliche e dei suoi servizi con aree di proprietà privata al fine di evitare la separazione delle funzioni, e per favorire lo scambio sociale ed ecologica.
72
MVRDV_Gwanggyo Power Centre Il masterplan prevede spazio per abitazioni, uffici, negozi e strutture educative. Progettato come un gruppo di strutture che sale in anelli concentrici, ogni piano in città è fiancheggiata da lussureggianti siepi di bosso che migliorano la ventilazione, riducendo l’energia e l’utilizzo di acqua. Un sistema di irrigazione interno immagazzina l’acqua in eccesso dagli edifici e la usa per sostenere queste facciate verdi. Questo programma diversificato ha esigenze diverse per l’eliminazione, il posizionamento e le dimensioni. Per facilitare questo tutti gli elementi sono progettati come anelli. Premendo questi anelli verso l’esterno, ogni parte del programma riceve una terrazza per la vita all’aria aperta. In ogni torre un numero di vuoti sono connessi all’atrio e forniscono luce e ventilazione creando luoghi semi-pubblici. L’intera nuova città sarà una città autosufficiente di 77.000 abitanti.
73
Green Tianjin Eco-City Assetto territoriale L’Eco-città è prevista per essere compatta, con un buon mix di usi del territorio e basata su principi transit-oriented development (TOD). Ogni distretto è previsto di servizi e posti di lavoro situati nelle vicinanze. Strutture locali e centralizzati sono studiati per soddisfare le esigenze dei residenti in ogni quartiere. Ogni quartiere è servito da centri urbani. Pianificazione dei Trasporti Il trasporto verde è un elemento chiave nella pianificazione dei trasporti delle eco-città. L’obiettivo è di aumentare l’utilizzo di mezzi non motorizzati di trasporto come biciclette e passeggiate. Per raggiungere questo obiettivo, le reti non motorizzate e motorizzate saranno separate per ridurre al minimo il conflitto tra pedoni, ciclisti e veicoli, con priorità per i pedoni e per i mezzi pubblici. Verde e Blu Network Planning L’Eco-città è prevista di ampio verde (vegetazione) e reti blu(acqua). La rete verde sarà composta da un polmone verde al centro della Eco-città e eco-corridoi che emanano ossigeno dal polmone alle altre parti della Eco-città. I corpi idrici saranno collegati insieme per una maggiore circolazione di acqua per migliorare l’ecologia Uno stagno delle acque reflue sarà riabilitato e trasformato in un lago pulito.
74
Aberdeen City Garden_DS+R La newyorchess Diller Scofidio + Renfro in collaborazione con la scozzese Keppie Design e lo studio di paesaggistica americano Olin Studio, hanno vinto il concorso per la progettazione di un parco nel cuore di Aberdeen, nel Regno Unito, con il progetto Granite Web. Una fusione di natura e cultura, in cui il centro culturale è integrato in una rete tridimensionale di connessioni che evocano la forma di una rete elastica. I tendini inarcati della struttura diventano ponti pedonali, collegando la terrazza con Denburn e Belmont street, lasciando uno spazio sottostante che può essere utilizzato per mostre ed eventi. Lo spazio verde crea dei perfetti microclimi per la contemplazione silenziosa della natura. Esso Fornisce un forum per la vita quotidiana di Aberdeen attraverso nuove funzioni culturali e ricreative: un teatro da 500 posti al coperto e centro di apprendimento, una sala esposizioni e una caffetteria, e un anfiteatro all’aperto da 5.000 posti che si trasforma in una pista di pattinaggio nei mesi invernali; raddoppia la superficie totale del parco esistente; collega Belmont Street al Giardino; è utilizzabile tutto l’anno, integrando frangivento e aree coperte; esemplifica i principi della sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di raggiungere il più alto punteggio possibile BREEAM.
75
76
4
FRIULI VENEZIA GIULIA: UN MODELLO DI PROGETTAZIONE ECOSISTEMICA
77
4.1 LA MAPPA DEL MODELLO CAPITALE UMANO Le risorse umane assicurano un livello di creatività e conoscenza, fattori essenziali alla creazione di capacità. Gli indicatori per le risorse umane sono la connettività, l’innovazione, la tolleranza, la presenza di Università, scuole, biblioteche, musei e teatri. CAPITALE NATURALE La Biodiversità Biodiversità spesso significa diversità ecosistemica, diversità funzionale e quindi qualità ambientale, con beneficio di tutti gli organismi che traggono vantaggio da tali funzioni. La biodiversità è essenziale per la sopravvivenza degli ecosistemi. Servizi Ecosistemici I servizi ecosistemici forniscono agli abitanti di un territorio benefici insostituibili, diretti o indiretti. la disponibilità di SE è alla base del benesser umano e fattore di riduzione della povertà. Si possono dividere in Servizi di regolazione, di supporto, di Habitat e servizi ricreativi. Beni Ecosistemici I beni ecosistemici sono i beni prodotti dai servizi: cibo (carne, pesce, verdure,..), acqua, carburante, legnami. I corridoi ecologici Il corridoio biologico è un’area di un habitat che connette tra loro delle popolazioni biologiche separate da barriere conseguenti dall’attività umana come strade, case, ecc. Questo permette uno scambio di individui che può prevenire la ridotta diversità genetica che sussiste nelle popolazioni isolate. CAPITALE FISICO Il capitale fisico è determinato dalle infrastrutture che collegano i punti di interesse sociale, economico, ambientale. 78
79
4.2 IL CONTESTO:FRIULI VENEZIA GIULIA Il Friuli Venezia Giulia, pur rappresentando un territorio fortemente antropizzato, si qualifica anche per il suo elevato valore naturalistico, dato dalla varietà degli ambienti e della sua posizione biogegrafica. Le varietà di specie viventi presenti sul territorio rispecchiano questa eterogeneità, creando un patrimonio unico e tutelato da un’ampia rete di aree naturali protette. E’ un territorio unico perchè si pone come crocevia naturale all’intersecarsi delle tre grandi aree sociogeografiche del continente europeo: l’area illiricobalcanica, che ancora si legge nelle steppe della landa carsica, l’area mediterranea, che ammanta con i lecci le scogliere calcaree, ed infine l’area centro-europea, affidata alle robuste querce dalle grandi ombre. In poche decine di chilometri, paesaggi e panorami così diversi e così significativi, ricchi di una biodiversità singolare si compensano.
COSTIERA DI TRIESTE ALYSSUM OVIRENSE
LAGUNA DI GRADO 19 % COLLINA
45 % MONTAGNA CAMOSCIO
38% PIANURA 80
80
interesse nazionale
14
parchi protetti
61
siti interesse comunitario
27
2780
biotopi
entitĂ floristiche
81
4.3 IL CAPITALE UMANO POPOLAZIONE La popolazione residente, dopo una lunga fase di decrescita, è tornata ad aumentare a partire dal 2000, per raggiungere nel 2011 un valore di circa 1.237 mila abitanti (2,1 per cento della popolazione italiana; 3,1 per cento di quella del Centro-Nord). L’aumento della popolazione è da ricondurre alla dinamica migratoria, mentre il saldo naturale, negli ultimi vent’anni, risulta negativo. Nel 2011, il tasso di natalità e di mortalità sono pari a 8,2 e 11,5 per mille, rispetto a una media nazionale di 9,1 e 9,7 per mille; il tasso migratorio interno (1,3 per mille) e quello estero (5,2 per mille) sono in linea con quelli del Centro-Nord (rispettivamente, 1,3 e 6,6 per mille). Gli stranieri residenti nella regione, secondo i dati del Censimento, sono passati da circa 38 mila unità del 2001 a oltre 105 mila unità nel 2011 (8,5 per cento della popolazione residente della regione). La popolazione del Nord Est dovrebbe crescere continuamente fino a raggiungere quasi 8 milioni di unità all’inizio del 2030, mentre a livello nazionale la popolazione dovrebbe aumentare fino a quasi 64 milioni di unità, con un incremento rispettivamente pari a +9,4% e +4,7% nell’arco di poco meno di un ventennio. In termini assoluti si tratta di aumenti cospicui, pari a oltre 700.000 unità per il Nord Est e a quasi 2,5 milioni di unità a livello nazionale. Si prevede un progressivo invecchiamento della popolazione: infatti il contributo dei principali aggregati di età appare ben differente nel determinare il trend della popolazione a livello locale. L’insieme dei bambini e ragazzi (0-14) è previsto in leggera crescita nel Nord Est fino al 2015, poi si avrà un’inversione di trend con una riduzione di quasi 35.000 unità tra il 2015 e il 2030. Popolazione attiva giovane: in forte calo. over 65: è una classe d’età destinata a crescere continuamente. 82
DENSITA’ 157,3 POPOLAZIONE 1.236.103 SUPERFICIE 7.858 km2 PROVINCE 4 COMUNI 218 315.323 144 2.178 km2 541.552 110 4.905 km2 142.407 305 466 km2
236.556 1.115 212 km2
PREVISIONE POPOLAZIONE
per Età 0-14 15-19
2011 155.452 49.757
2020
2030
12,3 %
11,5 %
4,4 %
4,4 %
20-44
388.211
27,1 %
26,5 %
45-64
352.993
30,7 %
29,0 %
over 65
289.395
25.5 %
28,5 %
1.235.808
per sesso
1.266.872
1.283.355
2011
2020
2030
637.699
650.076
656.678
598.109
616.796
626.676
83
LE RISORSE UMANE
CULTURA TIPOLOGIA DI BIBLIOTECHE PORDENONE UDINE GORIZIA TRIESTE Ministero dei Beni Culturali 1 4 2 5 Consiglio dei ministri - 1 - 3 Enti territoriali 51 121 33 18 Università 2 33 3 90 Accademie 1 6 9 18 Enti scolastici 3 7 2 4 Enti Vari 2 2 - 8 Altro 8 19 6 26 Totale
TOTALE 12 4 223 128 34 16 12 59 500
MUSEI
110
23
33
15
39
UNIVERSITA’ TRIESTE UDINE Iscritti laureati iscritti laureati Architettura 845 167 - - Economia 1734 289 2407 449 farmacia 964 103 - Giurisprudenza 1641 147 1276 524 Ingegneria 2450 405 3050 581 Lettere e Filosofia 1542 258 1324 250 Medicina e chirurgia 1719 314 1703 319 Lingue e letterature straniere 903 230 2057 417 Scienze della formazione 2455 398 1027 215 Totale 20467 3201 15655 2870 CREATIVITA’ TECNOLOGIA High-tech Innovazione Connetività TALENTO Capitale Umano Classe Creativa Ricercatori TOLLERANZA 84
PORDENONE 0,312 91 9 55 0,158 72 85 94 0,404
UDINE 0,302 23 4 89 0,246 59 47 74 0,413
GORIZIA 0,282 68 58 25 0,278 22 55 61 0,426
TRIESTE 0,417 15 29 1 0,697 4 3 2 0,692
fonte: ISTAT L’ITALIA NELL’ERA CREATIVA, RICHARD FLORIDA ANNUARIO IN CIFRE FVG 2012
33
7
33
6 15
4
1 2
2
3 2
9 3
2 15
5
18 4 90 39
PORDENONE
UDINE
0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0
TOLLERANZA
GORIZIA
TECNOLOGIA 0,45 0,4 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0
TECNOLOGIA 0,4
TALENTO
TOLLERANZA
TRIESTE
TECNOLOGIA 0,45 0,4 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0
TALENTO
TOLLERANZA
TECNOLOGIA 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0
TALENTO TOLLERANZA
TALENTO
85
LE CONNESSIONI
UTENTI ATTIVI AL GIORNO
285
%SUGLI UTENTI ATTIVI
2,0%
POPOLAZIONE DI RIFERIMANTO
1.025
%POPOLAZIONE RIFERIMENTO
27,8%
Internet Audience + 1,7%
45.000 40.000 35.000
Aprile 2012
Aprile 2013
41.131
40.457
+ 1,2%
30.000 28.913
28.580
25.000
+ 3,8%
20.000 15.000
14.328
13.798
10.000 5.000 0 Utenti connessi a internet (.000) U
tenti attivi nel mese (000) U
tenti attivi nel giorno medio (000)
Internet audience - Genere / EtĂ 51,1% 44,7% UOMINI
20,4%
19,5%
DONNE
17,2%
12,3%
9,6%
9,7% 5,3%
0,2%
Oltre 74 anni*
86
5,3% 2,0%
1,0% 55-74 anni
35-54 anni
25-34 anni
18-24 anni
11-17 anni
1,7%
2-10 anni
87
4.3 IL CAPITALE FISICO GRADO DI URBANIZZAZIONE Il concetto di “grado di urbanizzazione” definito da Eurostat cui si fa riferimento è utilizzato in varie indagini, in particolare in quella sulle forze di lavoro e quella sul reddito e le condizioni di vita (European Statistics on Income and Living Conditions, Eu-Silc). In Italia il 44,6 per cento della popolazione vive in comuni ad alta urbanizzazione, il 39,3 in comuni a media urbanizzazione e il restante 16,1 per cento in comuni a bassa urbanizzazione. Il grado di urbanizzazione prevede tre livelli: Alto: zone densamente popolate, costruite per aggregazione di unità locali territoriali contigue, a densità superiore ai 500 abitanti per km2 e con ammontare complessivo di popolazione di almeno 50 mila abitanti; Medio: zone ottenute per aggregazione di unità locali territoriali, non appartenenti al gruppo precedente, con una densità superiore ai 100 abitanti per km2 che, in più, o presentano un ammontare complessivo di popolazione superiore ai 50 mila abitanti o risultano adiacenti a zone del gruppo precedente; Basso: aree rimanenti, che non sono state classificate nei precedenti due gruppi. Le unità territoriali locali utilizzate sono le Unità amministrative locali (Lau2), che per l’Italia coincidono con i comuni. In Friuli Venezia Giulia abbiamo il 16,4 % della popolazione che vive in comuni a bassa urbanizzazione, il 54,4 % che vive in comuni a media urbanizzazione e il 29,3 % in comuni a alta urbanizzazione. Il FVG è una regione caratterizzata da alte quote di popolazione che vive in zone a medio grado di urbanizzazione (superiori al 50 per cento).
88
DENSITA’ ABITATIVA
densità abitativa 0-100 101-500 501-1000 1001-2000 >2001
89
TRAFFICO STRADALE
Secondo i dati Movimprese 2011 in Friuli Venezia Giulia le imprese registrate che offrono servizi di trasporto e logistica sono complessivamente 3.163, mentre quelle attive sono 2.848, corrispondenti in entrambi i casi al 3% del totale regionale. Rispetto all’anno precedente si è registrata una diminuzione di 89 unità tra le imprese attive e di 81 tra le imprese registrate. In termini assoluti il decremento maggiore si è avuto tra le imprese di trasporto terrestre e mediante condotta con 92 unità in meno delle imprese attive. La distribuzione delle imprese che svolgono attività di trasporto in senso stretto mette in evidenza come le imprese che svolgono servizi di trasporti terrestri e mediante condotta sia quella preponderante con 2.459 imprese registrate (77,7%) e 2.284 imprese attive (80,2%). La distribuzione per provincia evidenzia una maggiore concentrazione di imprese in provincia di Udine con 1.152 imprese registrate (1.052 attive), segue Trieste con 910 imprese registrate. La rete stradale del Friuli Venezia Giulia è costituita da autostrade, strade di interesse nazionale, regionale e provinciale, per una estensione complessiva di 3.578 km. La modalità stradale è la più utilizzata per il trasporto delle merci. È stato calcolato che circa il 90% delle movimentazioni di merci interne nel nostro Paese avviene su strada. !
90
PORDENONE
UDINE
GORIZIA
TRIESTE
AUTOBUS
411
764
204
335
AUTOCARRI
21410
36696
6900
9614
AUTOVETTURA
199282
347525
88486
127851
AUTO SPECIALI
4416
5286
1921
3948
MOTOCIVLI
23877
45527
14864
45606
MOTOCARRI
468
1531
211
870
RIMORCHI
1682
3289
1120
1735
TRATTORI
821
1434
422
776
ALTRI
-
-
-
1
TRAFFICO FERROVIARIO
La rete ferroviaria gestita da RFI in Friuli Venezia Giulia ha una estensione complessiva di 469 km. Per le loro caratteristiche le linee ferroviarie sono classificate, generalmente, in: • linee fondamentali: sono caratterizzate da un’alta densità di traffico e qualità dell’infrastruttura, comprendono le direttrici internazionali e gli assi di collegamento fra le principali città italiane; • linee complementari: meno trafficate, costituiscono la rete dei collegamenti regionali e connettono tra loro le direttrici principali; • linee di nodo: si sviluppano all’interno di grandi zone di scambio e collegamento tra linee fondamentali e complementari nell’ambito di aree metropolitane.
VIENNA
Il traffico di passeggeri evidenzia una maggiore domanda nelle aree costiere e nel quadrilatero Venezia, Treviso, Gorizia, Trieste, per i collegamenti a breve-medio raggio, anche se rispetto agli spostamenti complessivi quotidiani il mezzo ferroviario rappresenta circa il 2%.
GEMONA PORDENONE
VENEZIA
CASARSA
TARCENTO
PORTOGRUARO UDINE LATISANA PALMANOVA 65
CORMONS
GORIZIA
SANGIORGIO CERVIGNANO
55
RONCHI NORD 45
RONCHI SUD MONFALCONE
LUBIANA
35 25
BIVIO
20
AURISINA
15 VILLA OPICINA
10
TRIESTE Stazione Centrale
san Marzio
91
4.5 LE RISORSE NATURALI 4.5.1 RETE NATURA 2000 Siti di Interesse Comunitario 1. dolomiti friuliane 2. val colvera di jof 3. monte ciaurlec e forra del torrente cosa 4. forra del torrente cellina 5. greto del tagliamento 6. monte auernig e monte corona 7. valloni di rio bianco e di malborghetto 8. conca di fusine 9. monti bivera e clapsavon 10. col gentile 11. zuc dal bor 12. monti verzegnis e valcalda 13. prealpi giulie settentrionali 14. Jof di Motasio e Jof Fuart 15. lago minisini e rivoli bianchi 16. torrente lerada 17. valle del medio tagliamento 18. forra del cornappo 19. rio bianco di taipana e gran monte 20. forra del pradolino e monte mia 21. monte matajur 22. lago di ragogna 23. torbiera di casasola e andreuzza 24. quadri di fagagna 25. magredi di campoformido 26. magredi di firmano 27. risorgive dello stella
92
28. palude moretto 29. palude selvote 30. confluenza fiumi torre e natisone 31. bosco di golena del torreano 32. paludi di gonars 33. paludi di porpetto 34. bosco boscat 35. boschi di muzzana 36. bosco sacile 37. anse del fiume stella 38. laguna di marano e grado 39. pineta di lignano 40. palude del preval 41. colle di medea 42. foce dell'isonzo - isola della cona 43. valle cavanata e banco mula di muggia 44. cavana di monfalcone 45. carso triestino e goriziano Zone di Protezione Speciale 46. dolomiti friulane 47. magredi di pordenone 48. laguna di marano e grado 49. alpi carniche 50. alpi giulie 51. foce dellâ&#x20AC;&#x2122;isonzo - isola della cona 52. valle cavanata e banco mula di muggia 53. aree carsiche della venezia giulia 54. foresta del cansiglio
ALPI GIULIE
DOLOMITI FRIULANE
CONCA DI FUSINE
MONTE COGLIANS
49 6
8
50 14
11
10
9
7
12 46
1
13
15
19
4
18
17
3 2
5
22
16
23
20
21
24
54
26 47
40
25 30
27 28 29 32 31
41
33
34 35
37
36 38 48
42 51 44 52 43
45
53
39
RISORGIVE DELLO STELLA
LAGUNA DI GRADO
FOCE DELL’ISONZO
CARSO TRIESTINO 93
4.5.2 IL RILIEVO DELLA BIODIVERSITA’
212 12
specie animale protetta
100 � 200 200 � 300
specie vegetale protetta
Nel descrivere la diversità in specie, possiamo distinguere due componenti: la ricchezza in specie, e cioè il numero di specie presenti, e la ripartizione degli individui tra le specie. La struttura di una comunità sarà tanto più eterogenea quante più specie sono presenti e quanto più la densità di questa specie è simile, e cioè gli individui presenti sono “equi-ripartiti” tra le specie.
300 � 400 400 � 500 500 � 600 600 � 700 700 � 800 800 � 900 900 � 1000 1000 � 1100
3388
entità vegetali vascolari
1100 � 1200
Distribuzione spaziale dell’indice di ricchezza biologica La diversità può essere misurata dal rapporto tra numero di specie presenti (S) e numero di individui (n).
4,5 � 5,5
Diversità biotica = S/n Indice di diversità di Shannon-Weaver:
5,5 � 6,5
6,5 � 7,5
7,5 � 8,5
S = numero di specie pi = frequenza relativa della specie i nella comunità, misurata come rapporto tra il numero di individui della specie i ed il numero totale di individui.
fonte: La biodiversità nel Friuli Venezia Giulia e la sua integrazione nel paesaggio. ENRICO BRESSAN, LIVIO POLDINI
94
8,5 � 9,5
9,5 � 10,5
Distribuzione spaziale dell’indice di Shannon
1 46
DOLOMITI FRIULANE
Catalogo della biodiversità per Zone a Protezione Speciale 47 MAGREDI DI PORDENONE
1
6
11
16 21
26
2
7
12
17 22
27
3
8
13
18 23
28
4
9
14
19 24
29
5
10
15
20 25
30
Vasto sito prealpino comprendente gruppi montuosi costituite prevalentemente da calcari e dolomie del Trias superiore. La quota maggiore è raggiunta dalla Cima dei Preti (2703 m s.l.m.). Le valli, molto strette, presentano spesso dei fenomeni di stratificazione inversa della vegetazione (formazione di abieteti s.l.). Vaste superfici sono occupate da boschi di faggio, che si presentano con la serie completa di associazioni zonali: faggete submontane, e subalpine. Nella porzione più esterna del sito, questi boschi costituiscono la vegetazione nemorale terminale, mentre in quella interna vengono sostituiti da peccete subalpine. Nelle aree più acclivi dei rilievi esterni il faggio viene sostituito dal pino nero, specie pioniera su suoli calcarei primitivi. Vi sono anche notevoli esempi di pinete a pino.
Il sito comprende un’area semiplaniziale formata da ampi conoidi di deiezioni di origine würmiana e da alluvioni recenti costituite da sedimenti grossolani calcarei e dolomitici. Le particolari condizioni pedologiche hanno favorito la formazione di praterie di tipo substeppico, in cui assumono un ruolo dominante specie pontiche, subpontiche ed illirico-mediterranee, molto importanti da un punto di vista floristico e fitogeografico. Accanto a queste entità di tipo steppico, sono presenti numerose specie alpine fluitate lungo i corsi d’acqua (dealpinismo) che dimostrano un collegamento fra questi ambienti planiziali ed i rilievi alpini. Sono presenti formazioni erbacee xeriche di tipo substeppico, a diverso grado di evoluzione (dalla prima colonizzazione del greto a crisopogoneti su substrato ferrettizzato).
95
ALPI GIULIE 49
ALPI CARNICHE 50 14
31 36
41
46 51
56
32 37
42
47 52
57
33 38
43
48 53
58
34 39
44
49 54
59
35 40
45
50 55
60
Il sito è costituito da rilievi montuosi con substrato calcareo e calcareodolomitico. I rilievi meridionali raggiungono quote modeste (Monte Plauris 1858m s.l.m.), mentre quelli settentrionali includono la più alta cima delle Alpi Giulie italiane (Jof di Montasio 2753 m s.l.m.) e l’altopiano del Monte Canin (2587m s.l.m.) che rappresenta una delle aree di maggiore interesse speleologico d’Italia. Il sito contiene l’unico ghiacciaio perenne del Friuli Venezia Giulia. Le zone meridionali più termofile sono coperte in parte da boscaglie evolventi da prati abbandonati, da boschi di carpino nero e da faggete azonali su calcare con carpino nero (ostrio-faggeti). La zona centrale è coperta da ampie faggete che raggiungono il limite della vegetazione arborea, mentre nella zona settentrionale il paesaggio vegetale è caratterizzato da ampie superfici di pinete a pino nero, faggete miste, peccete, pascoli evoluti. 96
Zona montuosa con substrati sia silicei calcarei e calcareo-dolomitici. Comprende la cima più alta del Friuli-Venezia Giulia (Monte Cogliana 2780 m) e il maggior rilievo siliceo (Giogaia dei Monti Fleons 2520 m). Il sito include habitat molto significativi perchè rappresenta il punto di maggior concentrazione di ecosistemi e specie endalpici. La contemporanea presenza di rocce carbonatiche e arenariti è la principale ragione della ricchezza floristica dell’area, che viene popolata da rappresentanti di ambedue le flore a specializzazione edifica. Vi è un’alta concentrazione di specie rare o al limite del loro areale di distribuzione.
38 48
LAGUNA DI MARANO E GRADO
42 51
FOCE DELL’ISONZO
61 66
71
76 81
86
62 67
72
77 82
87
63 68
73
78 83
88
64 69
74
79 84
89
65 70
75
80 85
90
Zona umida formatasi a seguito della diversa velocità di deposito dei fiumi alpini Isonzo e Tagliamento rispetto a quelli di risorgiva. Le correnti marine hanno in seguito formato dei cordoni di limi e sabbie. Le acque interne, caratterizzate da notevoli variazioni di salinità e temperatura, presentano vaste aree di velme e barene. Le zone emerse e subemerse che separano la laguna dal mare sono caratterizzate da due distinte serie di vegetazione: psammofila verso il mare aperto, alofila verso l’interno della laguna. Accanto ad habitat tipicamente lagunari, vi sono ampie distese di canneti di acqua dolce (foci del fiume Stella). Presenza di numerose specie rare.
Il sito comprende la parte terminale del corso del fiume Isonzo e la sua foce; questa, deltizia in origine, è chiamata “Isola della Cona” è circondata da due rami della foce del fiume ed è connessa con la terra ferma da un breve argine. Il sito è caratterizzato da ampie zone a palude di acqua dolce e terreni sommersi dalle maree e comprende habitat golenali, alofili e psammofili. Sono presenti numerosi isolotti ghiaioso-sabbiosi nella “barra di foce”, ampie superfici a canneto dominate da Phragmites australis, zone golenali a carici, boschi igrofili ad Alnus glutinosa, tratti di bosco planiziale su duna fossile a Populus alba dominante, vaste piane di marea con praterie di Zostera noltii e Cymodocea nodosa nonchè un’area recentemente ripristinata a zona umida con pascoli allagati, canali e ghebbi, canneti, isole arborate e nude. 97
CARSO TRIESTINO
CONCA DI FUSINE
45 53
91 96
101
106 111
116
92 97
102
107 112
117
93 98
103
108 113
118
94 99
104
109 114
119
95 100
105
110 115
120
Area tipicamente carsica con rilievi di tipo collinare (la cima più alta è il M. Cocusso con 670 m s.l.m.) con presenza di numerose doline e fenomeni carsici epigei ed ipogei. Nella zona orientale è localizzata una valle fortemente incisa dal torrente Rosandra, unico corso d’acqua epigeo del carso italiano, attraversata da una faglia di contatto fra calcari e flysch. Qui vi sono anche vaste aree rupestri e ghiaioni termofili, sui quali si rinviene l’associazione endemica ad impronta illirico-balcanica a Festuca carniolica e Drypis spinosassp. jacquiniana. Nel tratto costiero tra Sistiana e Duino vi sono falesie calcaree con relativa inacessibilità al mare e brevi tratti di macereti calcarei ricchi in elementi mediterranei. Nella zona di contatto tra il Carso e la pianura alluvionale dell’Isonzo si trova il corso terminale del fiume Timavo, che rappresenta un fenomeno idrogeologico di rilevanza internazionale. 98
8
Il sito comprende un ampio circo glaciale: nella parte superiore affiora il livello marnoso dolomitico mentre in quello inferiore prevalgono i depositi morenici. Sono presenti due laghi (Inferiore e Superiore) formatisi per sbarramento morenico collegati fra loro per via ipogea; la loro profondità varia da 8m per quello Superiore a 24m per quello Inferiore. L’area presenta un interessante fenomeno di inversione termica per cui alle quote inferiori si sono sviluppate delle peccete di inversione (AsplenioPiceetum). Nel sito sono inclusi anche i rilievi che circondano i laghi e che si spingono a quote ben superiori ai 2000 metri. Sono presenti alcuni tra i migliori esempi di piceo-faggete (Anemono trifoliae-Fagetum), di peccete subalpine su calcare e di praterie zonali subalpine calcifile. Sono presenti numerose specie endemiche e rare.
DOLOMITI FRIULANE 1. Aquila chrysaetos 2. Bonasa bonasia 3. Tetrao tetrix 4. Alectoris graeca 5. Aegolius funereus 6. Picus canus 7. Dryocopus martius 8. Myotis bechsteini 9. Barbastella barbastellus 10. Miniopterus schreibersi 11. Chionomys nivalis 12. Cytisus emeriflorus 13. Leontopodium alpinum 14. Lilium carniolicum 15. Malaxis monophyllos MAGREDI DI PORDENONE 16. Salmo [trutta] trutta 17. Daphne blagayana 18. Circus cyaneus 19. Burhinus oedicnemus 20. Caprimulgus europaeus 21. Anthus campestris 22. Emberiza hortulana 23. Callimorpha quadripunctaria 24. Brassica glabrescens 25. Crambe tataria 26. Hyla intermedia 27. Allium suaveolens 28. Gentiana pneumonanthe 29. Ludwigia palustris 30. Rhynchospora alba 31. Rhynchospora fusca ALPI GIULIE 32. Aquila chrysaetos 33. Crex crex 34. Dryocopus martius 35. Picoides tridactylus 36. Falco peregrinus 37. Lynx lynx 38. Ursus arctos 39. Erebia calcaria 40. Campanula zoysii
41. Eryngium alpinum 42. Coronella austiaca 43. Hyla arborea 44. Iberolacerta horvathi 45. Leontopodium alpinum 46. Lilium carniolicum ALPI CARNICHE 47. Lynx lynx 48. Ursus arctos 49. Cypripedium calceolus 50. Eryngium alpinum 51. Carex pauciflora 52. Chionomys nivalis 53. Leontopodium alpinum 54. Lilium carniolicum 55. Lycopodiella inundata 56. Malaxis monophyllos 57. Phoxinus phoxinus 58. Potentilla palustris 59. Salmo [trutta] trutta 60. Sparganium natans 61. Wulfenia carinthiaca LAGUNA GRADO E MARANO 62. Gavia stellate 63. Botaurus stellaris 64. Egretta garzetta 65. Ardea purpurea 66. Circus aeruginosus 67. Pandion haliaetus 68. Tringa glareola 69. Larus melanocephalus 70. Sterna hirundo 71. Phalacrocorax aristotelis desmarestii 72. Bassia hirsute 73. Carabus italicus 74. Gasterosteus aculeatus 75. Huso huso 76. Plantago cornuti FOCE DELLâ&#x20AC;&#x2122;ISONZO 77. Circus aeruginosus 78. Aquila clanga 79. Pandion haliaetus 80. Porzana porzana
81. Grus grus 82. Himantopus himantopus 83. Glareola pratincola 84. Philomachus pugnax 85. Asio flammeus 86. Mergus albellus 87. Limosa lapponica 88. Bassia hirsute 89. Branchiostoma lanceolatum 90. Cirsium canum 91. Esox Lucius CARSO TRIESTINO E GORIZIANO 92. Genista holopetala 93. Moehringia Tommasinii 94. Centaurea kartschiana 95. Paeonia officinalis ssp. Banatica 96. Digitalis laevigata 97. Lilium carniolicum 98. Gentiana pneumonanthe 99. Allium suaveolens 100. Cirsium canum 101. Senecio paludosus 102. Hippuris vulgaris 103. Drypis spinosa ssp. Jacquiniana 104. Iris cengialti illyrica 105. Nymphaea alba 106. Ranunculus lingua CONCA DI FUSINE 107. Aquila chrysaetos 108. Campanula zoysii 109. Cypripedium calceolus 110. Dryocopus martius 111. Erebia calcaria 112. Picoides tridactylus 113. Tetrao urogallus 114. Ursus arctos 115. Carex pauciflora 116. Dryomys nitedula 117. Elaphe longissima 118. Hierophis viridiflavus 119. Lopinga achine 120. Natrix tessellate 99
4.6 I SERVIZI ECOSISTEMICI 4.6.1 LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ECOSISTEMI PER USO DEL SUOLO CORINE LAND COVER 1.1.1. Tessuto urbano continuo 1.1.2. Tessuto urbano discontinuo 1.2.1. Aree urbane commerciali 1.2.2. Reti stradali e ferroviarie 1.2.3. Aree portuali 1.2.4. Aereoporti 1.3.1. Aree estrattive 1.3.2. Discariche 1.3.3. Cantieri 1.4.1. Aree verdi urbane 1.4.2. Aree sportive e ricreative 21.1. Seminativi in aree non irrigue 21.2. Seminativi in aree irrigue 21.3. Risaie 22.1. Vigneti 22.2. Frutteti e frutti minori 22.3. Oliveti 23.1. Prati stabili 24.1. colture permanenti 24.2. Sistemi colturali complessi 24.3. colture agrarie 24.4. Aree agroforestali 31.1. Boschi di latifoglie 31.2. Boschi di conifere 31.3. Boschi misti 22.1. Aree a pascolo naturale 32.2. Brughiere e cespuglieti 32.3. Aree a vegetazione sclerofilla 32.4. Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva 33.1. Spiagge, dune e sabbie 32.2. Rocce nude, falesie, rupi e affioramenti 33.3. Aree con vegetazione rada 33.4. Aree percorse da incendi 33.5. Ghiacciai e nevi perenni 41.1. Paludi interne 41.2. Torbiere 42.1. Paludi salmastre 42.2. Saline 42.3. Zone intertidali 51.1. Corsi dâ&#x20AC;&#x2122;acqua, canali e idrovie 51.2. Bacini dâ&#x20AC;&#x2122;acqua 52.1. Lagune
100
1:5000
101
La mappatura dei servizi ecosistemici avviene attraverso i dati spaziali della mappa vettoriale CORINE LAND COVER, usata dalla maggior parte dei paesi appartententi alla comunitĂ europea. Descrive la copertura del suolo (e in parte lâ&#x20AC;&#x2122;uso del territorio) in base ad una nomenclatura di 44 classi organizzate
Land cover VERDE URBANO TERRENI COLTIVATI
PRATERIA PASCOLO FORESTE
ACQUA DOLCE / ZONE UMIDE ACQUA SALATA / ZONE UMIDE ACQUA DOLCE ACQUA SALATA
!
102
gerarchicamente in 5 livelli. Queste 44 classi vengono raggruppate in 8 macrogruppi (LAND COVER) che vengono utilizzati per la stima economica dei SE.
CORINE Land Cover 1.4.1 Aree verdi urbane 1.4.2 Aree sportive e ricreative 2.1.1 Seminativi in aree non irrigue 2.1.2 Seminativi in aree irrigue 2.1.3 Risaie 2.2.1 Vigneti 2.2.2 Frutteti e frutti minori 2.2.3 Oliveti 2.4.1 Colture annuali associate a colture permanenti 2.4.2 sistemi colturali e particellari complessi 2.3.1 Prati stabili 2.4.3 Aree occupate da agricolutra con presenza di spazi naturali 3.2.1 Aree a pascol naturale 3.2.2 Brughiere e cespuglieti 3.2.3 aree a vegetazione sclerofilla 3.2.4 Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 2.4.4 Aree agroforestali 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.2 Boschi di conifere 4.1.1 Paludi interne 4.1.2 Torbiere 4.2.1 Paludi salamastre 4.2.2 Saline 4.2.3 Zone intertitali 5.1.1 Corsi d'acqua canali e idrovie 5.1.2 Bacini D'acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Estuari 5.2.3 mari e oceani
LAND COVER Foreste Terreni coltivati Pascolo/praterie Zone Umide/acqua dolce Verde Urbano Zone Umide/acqua salata Acqua salata Acqua dolce Tessuto urbano
1:5000
103
4.6.2 LA CLASSIFICAZIONE DEI SERVIZI ECOSISTEMICI DI DE GROOT-COSTANZA
104
FUNZIONI
PROCESSI E COMPONENTI DELL’ECOSISTEMA
1
Regolazione dei gas
Ruolo degli ecosistemi nei cicli bio-geochimici (bilanciamento O2/CO2, strato di ozono, etc...)
2
Regolazione climatica
Influenza del suolo e dei processi biologici sui processi climatici (es. produzione di DMS)
3
Prevenzione delle calamità
Influenza delle strutture degli ecosistemi per l’abbattimento delle calamità
4
Regolazione delle acque
Ruolo della superficie del suolo nella regolazione del dilavamento e delle alluvioni
5
Fornitura d’acqua
6
Ritenzione del suolo
7
Formazione del suolo
8
Regolazione dei nutrienti
9
Trattamento dei rifiuti
Ruolo della vegetazione e dei biota nella rimozione e smaltimento dei nutrienti e componenti xenici (es. N, P, S)
10
Impollinazione
Ruolo dei biota nel trasporto dei gameti della flora.
11
Controllo biologico
Controllo della popolazione attraverso le dinamiche delle relazioni trofiche.
12
Funzioni di rifugio
13
Cibo
14
Materie prime
Trasformazione dell’energia solare in biomasse per le opere umane e altri usi.
15
Risorse genetiche
Materiale genetico da piante e animali selvatici.
16
Ricreatività
17
Informazioni culturali e artistiche
Filtraggio, ritenzione e immagazzinamento d’acqua (ad es. in falda) Ruolo delle radici e dei biota nella ritenzione del suolo Erosione delle rocce, accumulo di materiale organico. Ruolo dei biota nel deposito e riciclo dei nutrienti.
Spazi di vita appropriati per piante e animali selvatici. Trasformazione dell’energia solare in piante e animali commestibili
Varietà di paesaggi con potenziali funzioni riceative. Varietà di valori artistici e culturali nel paesaggio naturale.
PRODUZIONE DI BENI O SERVIZI Protezione dai raggi Uvb grazie all’O3 (prevenzione dei danni) Mantenimento di una buona qualità dell’aria Influenza sul clima (si veda funzioni al punto 2) Mantenimento di un clima favorevole (temperatura, precipitazioni, etc...) ad es. per la salute umana, l’abitare, il coltivare Protezione dalle tempeste (per es. grazie alla barriera corallina) Prevenzione delle alluvioni (per es. grazie alle aree umide e alle foreste) Drenaggio e irrigazione naturale Come mezzo di trasporto Approvigionamento d’acqua per i consumi (ad esempio per il bere, l’irrigazione e gli usi industriali) Mantenimento dei suoli coltivati Prevenzione dei danni per erosione/sedimentazione Mantenimento dell’agricoltura Mantenimento dei suoli produttivi Mantenimento della salute dei suoli e della produttività degli ecosistemi Controllo dell’inquinamento e dei livelli di tossicità Filtraggio delle particelle di polveri Abbattimento inquinamento acustico Impollinazione delle specie selvatiche Impollinazione dei raccolti Controllo dei pesticidi e delle malattie Riduzione degli erbivori (per contenimento danni alle colture) Mantenimento della diversità biologica e genetica (alla base di molte altre funzioni) Caccia, pesca, allevamento, coltivazioni, etc... Piccola agricoltura di sussistenza e acquacoltura Costruzioni e produzione (es. legname, pelli) Carburante ed energia (es. legna da ardere, materia organica) Foraggio e fertilizzanti naturali (es. foglie, spazzatura) Incremento della resistenza del raccolto ad agenti patogeni e infestanti Altre applicazioni (ad es. per la salute) Viaggiare in ecosistemi naturali per eco-turismo, sport all’aperto, etc... La natura ispirazione di libri, film, pittura, etc...
CONFRONTO CON LA CLASSIFICAZIONE SANTOLINI-SCOLOZZI
CLASSIFICAZIONE DE GROOT-COSTANZA +∞
0
-∞
ARIA-SOLE 1 Regolazione dei gas CLIMA 2 Regolazione climatica PIOGGE 3 Prevenzione delle calamità ACQUE 4 Regolazione acque 5 Fornitura acqua 6 ritenzione suolo SUOLO 7 formazione suolo 11 controllo biologico 15 risorse genetiche FLORA/FAUNA 8 regolazione nutrienti 9 trattamento rifiuti 10 impollinazione HABITAT
CLASSIFICAZIONE SANTOLINI- SCOLOZZI +∞
ARIA-CLIMA Regolazione del clima e dei gas
ACQUE regolazione acque e fornitura
SUOLO ritenzione e formazione suolo 0 FLORA/FAUNA regolazione nutrienti trattamento rifiuti impollinazione HABITAT
12 funzioni rifugio
funzioni rifugio
13 cibo MINERALI 14 materie prime INFORMAZIONE 16 ricreativo 17 culturale
INFORMAZIONE ricreativo estetico
-∞
105
4.6.3 IL VALORE ECONOMICO DEI SERVIZI ECOSISTEMICI Regolazione del clima e dei gas atmosferici !
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
!
Regolazione clima e gas € 466.618.451,35 € 34.872.321,91 € 141.201.600,28 € 92.078.916,28 € 734.771.289,83
Regolazione acqua e fornitura
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
Regolazione acque € 311.571.558,01 € 28.685.130,12 € 101.708.110,98 € 63.813.368,44 € 505.778.167,55
Ritenzione e formazione del suolo
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
106
Ritenzione suolo € 187.940.920,23 € 346.684,20 € 498.874,04 €€ 188.786.478,46
Regolazione dei nutrienti
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
Ritenzione nutrienti € 767.448.132,58 € 151.191.733,57 € 360.160.550,80 € 228.420.710,23 € 1.507.221.127,18
Trattamento dei rifiuti
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
Trattamento rifiuti € 378.270.440,74 € 46.920.709,62 € 114.794.107,05 € 82.584.320,62 € 622.569.578,03
Impollinazione
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
Legenda (Milioni di €)
impollinazione € 688.424.446,19 € 84.980.975,51 € 344.842.424,24 € 226.287.905,00 € 1.344.535.750,94
0 0-130 130-260 260-390 390-520 520-650 650-780 780-910 910-1040 1040-1170 >1170
107
Funzione habitat e rifugio
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
Habitat e rifugio € 1.575.212.749,26 € 190.848.997,54 € 808.647.843,97 € 454.678.029,70 € 3.029.387.620,47
Funzione ricreativa
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
Funzione ricreativa € 261.247.381,16 € 19.246.888,19 € 69.340.530,87 € 45.449.868,20 € 395.284.668,42
Funzione estetica
Provincia GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINE totale
108
Legenda (Milioni di €)
Funzione estetica € 37.492.747,60 € 6.612.993,03 € 4.981.565,96 € 1.842.090,63 € 50.929.397,21
0 0-130 130-260 260-390 390-520 520-650 650-780 780-910 910-1040 1040-1170 >1170
Matrice dei valori medi (in €2007/ha all’anno) dei SE per differenti usi del suolo_Santolini-Scolozzi
Servizi CLIMA E Ecosistemici REGOLAZIONE DEI / Ecosistemi GAS ATMOSFERICI
ACQUA DOLCE
REGOLAZIONE NUTRIENTI
HABITAT E BIODIVERSITA'
ESTETICA
IMPOLLINAZIO NE
TERRENI COLTIVATI
23€/ha
58€/ha
145€/ha
1.548€/ha
31€/ha
31€/ha
28€/ha
PRATERIA PASCOLO
7€/ha
3€/ha
1€/ha
24€/ha
2€/ha
76€/ha
FORESTE
124€/ha
87€/ha
2€/ha
302€/ha
60€/ha
76€/ha
624€/ha
10€/ha
317€/ha
629€/ha
CONSERVAZIONE E FORMAZIONE DEL TERRENO
RICREATIVA
ASSIMILAZIONE RIFIUTI
CIBO
€ 261,34
TERRA STERILE VERDE URBANO
4.609€/ha
SPIAGGE ACQUA DOLCE / ZONE UMIDE ACQUA SALATA / ZONE UMIDE ACQUA DOLCE ACQUA SALATA
232€/ha
5.260€/ha
117€/ha
1.672€/ha
212€/ha
8.788€/ha
760.298€/ha
80€/ha
3.484€/ha
1.310€/ha
1.454€/ha
267€/ha
219€/ha
30€/ha
6.779€/ha
685€/ha
583€/ha
621€/ha 33€/ha
134€/ha
129€/ha 9.298€/ha
582€/ha
617€/ha
1.067€/ha
243€/ha
! 109
Matrice dei valori medi (in €1994/ha all’anno) dei SE per differenti usi del suolo_De groot-Costanza
marino
REGOLAZIO NE GAS € 38,00
oceani aperti coste
tropicali temperate € 7,00 € 133,00 mangrovie/PAL UDI terreni alluvionali laghi/fiu mi deserti tundra ghiacciai terreni coltivati urbano
REGOLAZIONE ACQUE
FORNITURA ACQUA
RITENZIONE SUOLO
FORMAZIONE SUOLO
REGO NUT €1
€ 3. € 21 € 19
€ 2.750,00
foreste
praterie/ pascolo zone umide
PREVENZIONE CALAMITA
€ 88,00 € 567,00
estuari mari barriere coralline piattaforme
terrestri
110
REGOLAZIONE CLIMA
€ 141,00 € 223,00 € 88,00 € 0,00
€ 2,00 € 5,00
€ 4.539,00
€ 2,00 € 6,00 € 0,00 € 3,00
€ 3,00 € 8,00
€ 15,00
€ 3.800,00
€ 30,00
€ 7.600,00
€ 5.445,00
€ 2.117,00
€ 29,00
€ 1.839,00 € 265,00
€ 7.240,00
€ 96,00 € 245,00
€ 10,00 € 10,00 € 10,00 € 1,00
€ 1. €3 €9
ZIONE LO
00 00 00 00
REGOLAZIONE NUTRIENTI € 118,00
TRATTAMENTO RIFIUTI
IMPOLLINAZIONE
€ 3.677,00 € 21.100,00 € 19.002,00 € 58,00 € 1.431,00 € 361,00 € 922,00
€ 87,00 € 87,00 € 87,00 € 87,00
CONTROLLO BIO € 5,00
HABITAT /RIFUGIO
€ 38,00 € 78,00
€ 8,00 € 131,00
€ 93,00 € 521,00
€ 5,00
€ 7,00
€ 220,00
€ 15,00
€ 39,00 € 2,00
€ 25,00
CIBO
€ 4,00 € 23,00
MATERIE PRIME € 0,00
RISORSE GENETICHE
€ 2,00 € 138,00 € 315,00 € 25,00
CULTURALE € 76,00
€ 4,00 € 25,00 € 2,00 € 27,00
€ 68,00 € 43,00 € 32,00 € 50,00 € 67,00
RICREATIV O
€ 16,00 € 41,00 € 0,00
€ 82,00 € 381,00
€ 62,00 € 29,00
€ 3.008,00
€ 1,00
€ 66,00 € 112,00 € 36,00 € 2,00
€ 70,00 € 2,00 € 2,00 € 2,00
€ 4.177,00
€ 304,00
€ 256,00
€ 106,00
€ 574,00
€ 881,00
€ 1.659,00
€ 439,00
€ 47,00
€ 49,00
€ 491,00
€ 1.761,00
€ 6.696,00
€ 169,00
€ 466,00
€ 162,00
€ 658,00
€ 665,00
€ 41,00
€ 14,00
€ 24,00
€ 230,00
€ 54,00
111
4.7 CONFRONTO TRA IL VALORE DEI SE E IL PIL I servizi ecosistemici e gli stock di capitale naturale che li producono sono fondamentali per il funzionamento del sistema e sono di supporto vitale alla Terra. Essi contribuiscono al benessere umano, sia direttamente che indirettamente, e quindi rappresentano una parte del valore economico totale del pianeta.
livello economico il consumo di risorse viene classificato come ATTIVITA’ ESTRATTIVA NON RICOSTRUIBILE e va ad abbassare il valore del PIL.
E’ necessario introdurre un nuovo indice di sviluppo economico che vada oltre le limitazioni del PIL e che tenga conto delle conseguenze ambientali dello sviluppo economico. Il Pil determina il valore totale dei beni e servizi I fattori da teniere in considerazione sono il valore prodotti in un Paese e e le variazioni nel tempo. dei servizi ecosistemici, il valore della produzione di Esso misura i flussi di beni e servizi che possono cibo annua e il valore delle esternalità che è dato essere espressi in termini monetari. Non tiene in dai costi per i cambiamenti climatici1 e il costo per considerazione però i servizi pubblici e le attività di le emissioni di CO22. produzione di beni e servizi all’interno delle famiglie, i danni all’ambiente e l’equità. Per esempio il A livello mondiale il valore complessivo dei servizi PIL aumenta se in caso di disastro naturale lo stato ecosistemici è di circa 33 trilioni di dollari l’anno a interviene per riparare i danni. fronte di un prodotto interno lordo mondiale di 18 Le spese ambientali difensive non creano nuova ric- trilioni di dollari. chezza ma mantengono lo stato originario. Quindi, i servizi resi dalla natura per mandare avanti IL PARADOSSO DEL PIL... le nostre società, coltivare i nostri campi, rifornire Inquinare e depurare producono maggiore ricchez- le nostre industrie sono di circa due volte superiori za di un comportamento rispettoso che non produ- (in termini puramente monetari) a tutto ciò che alla ca danni all’ambiente. fine riusciamo a produrre. Se i servizi ecosistemici non vengono riconosciuti a
fonte: The value of the world’s ecosystem services and natural capital. Robert Costanza. 1997 La contabilità nazionale oltre il PIL: indicatori di benessere e problematiche di genere, S. Troiano 2011 1. ONG DARA 2. dati IPCC 2° REPORT
Confronto tra Pil mondiale e Valore SE mondiale. Costanza, 1997
Emissioni gas serra
La crestita verde. HoB, WWF Resilienza ecosistemi
Adattamento e mitigazione del clima
Valore del Capitale Naturale
Biodiversità e servizi beni ecosistemici
112
crescita LOW carbon
CRESCITA VERDE
Habitat e comunità forti
crescita economica
crescita equa
riduzione povertà e sviluppo sociale
Il Pil Verde è dato sottraendo al PIL il valore dei servizi ecosistemici, il costo della produzione annua, i costi dei cambiamenti cliamtici e i costi delle emissioni di CO2.
1%
100%
-
23,8%
-
0,35%
-
1,6%
-
=
73,25%
PIL VALORE PERDITA DEI SERVIZI ECOSISTEMICI COSTI DELLE EMISSIONI CO2 VALORE PERDITA PRODUZIONE AGRICOLA COSTI CAMBIAMENTI CLIMATICI PIL VERDE
PIL € 35.256.717.760,86 100%
PERDITA DI PRODUZIONE -
PERDITA DI SERVIZI -
COSTI COSTI PIL VERDE EMISSIONI CAMBIAMENTI CO2 CLIMA = € 364.106.833,54 € 8.379.264.078,09 € 119.379.300 € 564.107.484,17 € 25.829.860.065,05 1,03% 23,77% 0,34% 1,60% 73,26%
! !
113
QUANTITA DI EMISSIONI DI CO2/2005 FVG Attività economica / Finalità di consumo delle Famiglie Agricoltura, caccia e silvicoltura
Effetto serra (Migliaia di tonnellate di CO2 equivalente) 1.048,30
Pesca, piscicoltura e servizi connessi
25,94
Estrazione di minerali
11,16
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
348,22
Industrie tessili e dell'abbigliamento
114,24
Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari Industria del legno, della gomma, della plastica e altre manifatturiere Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche
135,18
Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, elettrici ed ottici; mezzi di trasporto Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di vapore e acqua Costruzioni
1.123,12
Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa Alberghi e ristoranti
353,15
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
738,24
Intermediazione monetaria e finanziaria
24,17
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria Istruzione
143,66
Sanità e altri servizi sociali
38,11
Altri servizi pubblici, sociali e personali
421,43
Servizi domestici presso famiglie e convivenze Attività economiche - Totale
526,09 796,95 114,42
909,17 365,19 4.466,80 63,73
69,96
79,08 21,61
11.937,93 11.937.930,00
IPCC 2° REPORT 2005
10€/tCO2
TOTALE COSTI EMISSIONI CO2 FVG
COSTI IMPATTI CAMBIAMENTO CLIMATICO ong DARA
TOTALE COSTI CAMBIAMENTO CLIMATICO FVG
114 !
€ 119.379.300
1,6% DEL PIL
€ 564.107.484,17
marino
terrestri
VALORE DELLA PRODUZIONE ANNUA DI CIBO FVG (DEGROOT COSTANZA) CIBO ETTARI FVG oceani aperti € 15,00 0 coste € 93,00 0 estuari € 521,00 173,5334 mari 0 barriere coralline € 220,00 0 piattaforme € 68,00 0 foreste € 43,00 4236789,851 tropicali € 32,00 0 temperate € 50,00 0 praterie/pascolo € 67,00 2412584,113 zone umide € 256,00 2014,8111 mangrovie/PALUDI € 47,00 0 280,1771 terreni alluvionali € 466,00 0 laghi/fiumi € 41,00 176932,0323 deserti 0 tundra 0 ghiacciai 0 terreni coltivati € 54,00 229780,5591 urbano 0
TOTALE PRODUZIONE CIBO
€ 0,00 € 0,00 € 90.410,90 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 182.181.963,58 € 0,00 € 0,00 € 161.643.135,58 € 515.791,64 € 0,00 € 13.168,32 € 0,00 € 7.254.213,32 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 12.408.150,19 € 0,00
€ 364.106.833,54
!
CLIMA E REGOLAZIONE DEI GAS ATMOSFERICI ACQUA DOLCE CONSERVAZIONE E FORMAZIONE DEL TERRENO REGOLAZIONE NUTRIENTI ASSIMILAZIONE RIFIUTI IMPOLLINAZIONE HABITAT E BIODIVERSITA' RICREATIVA ESTETICA TOTALE !
VALORI SERVIZI ECOSISTEMICI FVG UDINE GORIZIA PORDENONE TRIESTE FRIULI VENEZIA GIULIA € 466.618.451,35 € 34.872.321,91 € 141.201.600,28 € 92.078.916,28 € 734.771.289,83 € 311.571.558,01 € 187.940.920,23
€ 28.685.130,12 € 346.684,20
€ 101.708.110,98 € 498.874,04
€ 63.813.368,44 €-
€ 505.778.167,55 € 188.786.478,46
€ 767.448.132,58
€ 151.191.733,57
€ 360.160.550,80
€ 228.420.710,23
€ 1.507.221.127,18
€ 378.270.440,74
€ 46.920.709,62
€ 114.794.107,05
€ 82.584.320,62
€ 622.569.578,03
€ 688.424.446,19 € 1.575.212.749,26
€ 84.980.975,51 € 190.848.997,54
€ 344.842.424,24 € 808.647.843,97
€ 226.287.905,00 € 454.678.029,70
€ 1.344.535.750,94 € 3.029.387.620,47
€ 261.247.381,16 € 37.492.747,60 € 4.674.226.827,11
€ 19.246.888,19 € 6.612.993,03 € 563.706.433,69
€ 69.340.530,87 € 4.981.565,96 € 1.946.175.608,19
€ 45.449.868,20 € 1.842.090,63 € 1.195.155.209,11
€ 395.284.668,42 € 50.929.397,21 € 8.379.264.078,09
115
Relazione tra Capitale naturtale e PIL.
low carbon
efficenze energetica
biodiversità qualità acqua
emissioni effetto serra
benefici dalle agricolture tradizionali
domanda di energia
no prodotti derivanti dalle foreste
CAPITALE NATURALE
infrastrutture ecologiche
ecoturismo
PIL
entrate pubbliche
capitale umano
investimenti
infrastrutture e capitale costruito copertura foreste
siccità e indondazioni capacità di sedimentazione
terreno degradato
deforestazione
variabilità clima
trattamenti delle acque
progettazione dello spazio coerente
restauro foreste
restauro terreni degradati
fonte: http://www.hobgreeneconomy.org/en/modeling-results
116
investimenti in ricerca e sviluppo
BOX3 IS GROWTH OBSOLETE? I LIMITI DEL PIL 1. Robert Kennedy, Università del Kansas, 1968 2. J. Stiglitz, premio Nobel per l’economia.
Il PIL venne introdotto nel 1941 dall’economista Simon Kuznets e dal quel periodo venne utilizzato come indicatore di benessere di una nazione, benessere legato all’incremento della produzione. Non sempre però questo rapporto è veritiero. Il Pil infatti non tiene conto di molti fattori importanti ed essenziali al benessere umano, come la sanità, l’istruzione, il capitale naturale. Nel 1968, agli studenti dell’Università del Kansas, Rober Kennedy diceva:
conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta” 1 Pochi anni più tardi, nel 1973, esce il primo saggio sui limiti del Pil, Is Growth obsolet? William D. Nordhaus. Inizia a diffondersi l’idea di cercare un altro modo per misurare l’indice di sviluppo e di crescita.
“Gross domestic product, the leading economic mea“Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla surement, is outdated and misleading...It’s like grabase dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla ding a corporation based on one day’s cash flow and base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l’in- forgetting to depreciate assets and other costs.”2 quinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le Quando un paese sfrutta i suoi minerali o le sue foambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle reste, in realtà sta esaurendo la sua ricchezza, ma carneficine del fine settimana... Comprende programquesto impoverimento non si riflette nel Pil. mi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione “Il successo dell’economia è misurato dalla velocidi napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene tà con cui le materie vengono sottratte dalle riserconto della salute delle nostre famiglie, della qualità ve, vengono trasformate dai fattori di produzione e della loro educazione e della gioia dei loro momenti vanno a finire poi, in gran parte, allo stato di rifiuti, di svago. Non comprende la bellezza della nostra po- nei grandi serbatoi naturali. Il prodotto interno esia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto lordo misura approssimativamente questa vedella giustizia dei nostri tribunali, né dell’equità dei locità” rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né k. Bouilding, 1997 il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra IL PIL NON MISURA... L’usura e gli ammortamenti derivanti da attività prodotte utilizzando come fabbriche, strade e ponti. Perdita di aree naturali che forniscono servizi di ecosistema per l’economia, come impollinazione. Fino a che punto le risorse rinnovabili come le foreste e la pesca si stanno esaurendo. Perdite future derivanti dalle emissioni di gas serra - aumento del livello del mare, condizioni meteorologiche estreme, e le perdite agricole.
117
OLTRE IL PIL, GLI “ALTRI” INDICATORI
fonte: ADDIO PIL, Valori Gennaio 2010 LA MAPPA DEGLI “ALTRI” INDICI
GEI Gender equity index L’indice dell’equità tra uomini e donne Social Watch www.socialwatch.org
10 BCI Basic capanility index l’indice di capacità di base Social Watch www.socialwatch.org
11 LCI 12 SSI 13 MIP WBI Measuring lr Wellbeing indicator Living conditions indexSustainable Society Index Dublin (Irlan Gland (Svizzera) L’Aja (Olanda) Amsterdam (Olanda) International Union for Netherlands Institute Sustainable Society Foundation Central Stat www.sustainablesocietyindex.com www.cso.ie Conservation of Nature for Social Research www.iucn.org english.scp.nl 13
1
3
118
2
12 11 10
6
3
4
1
6
5
HUMAN DEVELOPMENT INDEX (HDI) 2 GENUINE PROGRESS INDICATOR (GPI) AUTORE United Nations Development Programme AUTORE Redefining Progress hdr.undp.org www.rprogress.org ANNO 1990 ANNO 1995 LUOGO New York LUOGO Washington Oltre ai tradizionali parametri economici, l’Hdi Il Genuine Progress Indicator. aggiunge al Pil considera altri ambiti che influiscono sul tenore il contributo economico (stimato) di tutti di vita: diritti umani, difesa dell’ambiente, i servizi familiari gratuiti e del volontariato utilizzo sostenibile delle risorse, e sottrae le spese dovute a inquinamento, danni alfabetizzazione, servizi sanitari e sociali, pari ambientali, divorzi, disoccupazione, crimine, opportunità. La scala dell’indice è decrescente esercito. Se lo si usasse al posto del Pil, da 1 a 0. Dal ’93 l’Onu lo usa accanto al Pil, si vedrebbe che, mentre quest’ultimo è cresciuto per valutare la qualità della vita nel mondo. sempre negli ultimi 50 anni, il GPI dagli Anni 70 è rimasto sostanzialmente costante.
INDICE DELL’IMPRONTA ECOLOGICA 2 AUTORE Global Footprint Network www.footprintnetwork.org ANNO 1996 LUOGOOakland (California) Quanti “pianeta Terra” occorrono se non modifichiamo stile di vita? Ce lo dice “l’impronta ecologica” che confronta il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle. Nel 1961 ne servivano 0,7. Oggi, 1 e un quarto. Ovviamente le differenze tra gli Stati sono enormi. I più “spreconi”: Emirati Arabi (12), Usa (9,6) e Canada (7,6). Un po’ meglio, l’Europa (4,8). Sotto la media Asia e soprattutto Africa.
5 4 HAPPY PLANET INDEX (HPI) GENUINE SAVINGS INDEX (GSI) AUTORE Banca Mondiale AUTORE New Economics Foundation www.worldbank.org www.happyplanetindex.org ANNO 1999 ANNO 2006 LUOGO Washington LUOGO London L’indice di sostenibilità ambientale corregge L’HPI è stato sviluppato dalla New economics il Pil in quattro modi, per misurare la variazione foundation, un think-tank, con sede a Londra. nel valore del capitale di un Paese: aggiunge È frutto di un’indagine che ha messo le spese per la formazione, considerate come in relazione le risorse utilizzate da un dato investimenti nel capitale umano. Detrae invece Paese con l’impronta ecologica, l’aspettativa i costi per la contrazione delle risorse naturali di vita e la felicità dei suoi abitanti. Risultato: e i danni provocati dall’inquinamento. Isole Vanuatu prime, Usa 150° su 178 Stati Come il GPI, l’HDI e l’Impronta ecologica,anche analizzati. Ovvero: alti livelli di consumismo il GSI è un indicatore sistemico: mostra, non producono necessariamente altrettanto con un solo numero, quanto è sostenibile alti livelli di benessere. In Europa, prime lo sviluppo di uno Stato. Islanda, Svezia, Norvegia.
PRODOTTO AUTORE Sy www.symb ANNO 2006 LUOGO Rom Il PIQ è nato la qualità” ne quanta parte di qualità. È e quindi comp e di spesa pu era pari al 44
14 SDA 15 TT 13 MIP 5 Measuring lreland’s progress Sustainable development approach Tasmania Together ety Index Dublin (Irlanda) Auckland nda) Hobart (Tasmania – AU) ty Foundation Central Statistics office Tasmania Together Progress Board Statistics New Zealand cietyindex.com www.cso.ie www.tasmaniatogether.tas.gov.au www.stats.govt.nz
4
QUARS Qualità Regionale dello Sviluppo Roma Sbilanciamoci www.sbilanciamoci.org
12 11 10 5
9
9
GROSS NATIONAL HAPPINESS (GNH) 8 MEASURING AUSTRALIA’S PROGRESS AUTORE Gross National Happiness Commission AUTORE Australian Bureau of Statistics www.pc.gov.bt www.abs.gov.au ANNO 1972 ANNO 2002 LUOGO Bhutan LUOGOCanberra Quando fu lanciata nel 1972, sembrava un’idea Il MAP australiano prende in considerazione naif sostituire il Pil con un indice di Felicità tre macroaree del progresso: economico, lorda. Eppure funziona. L’indicatore considera ambientale e sociale (a sua volta, diviso in due cinque elementi: sviluppo umano, governance, componenti, individuale e collettiva). Sono stati crescita equilibrata, patrimonio culturale poi selezionati 14 aspetti ritenuti essenziali e conservazione delle risorse naturali. Da allora, per misurare la qualità della vita nel Paese: il Bhutan si è dotato di un valido sistema a ciascuno di essi è collegato un indicatore sanitario e scolastico. L’aspettativa di vita che ne rileva le variazioni. è salita da 46 a 66 anni. 8
14 15 5
oundation g
ew economics on sede a Londra. ha messo te da un dato a, l’aspettativa anti. Risultato: 0° su 178 Stati consumismo nte altrettanto uropa, prime
PRODOTTO INTERNO DI QUALITÀ (PIQ) 1 ENVIRONMENTAL SUSTAINABILITY AND 7 6 PERFORMANCE INDEXES (ESI - EPI) AUTORE Symbola www.symbola.net AUTORE Università di Yale e Columbia ANNO 2006 www.yale.edu/esi - www.yale.edu/epi LUOGO Roma ANNO 2002 Il PIQ è nato con l’obiettivo di “contabilizzare LUOGO New Haven (Connecticut) la qualità” nel Pil di una nazione, mostrando e New York quanta parte di esso è collegato a produzioni L’ESI è un indice composto da 21 fattori di qualità. È misurabile in termini monetari che misurano la sostenibilità ambientale e quindi comparabile con gli aggregati settoriali di un’economia. Da esso deriva l’indice EPI, una e di spesa pubblica. Nel 2007, il PIQ italiano “pagella” agli sforzi degli Stati per raggiungere era pari al 44,3% del Pil (628 miliardi di euro). i target ambientali in sei settori (salute pubblica, inquinamento, risorse idriche, biodiversità, risorse naturali, cambiamenti climatici). Le Regine “verdi” 2008: Svizzera, Norvegia, Svezia, Finlandia, Costa Rica, tutte con tassi di successo oltre il 90%.
CANADIAN INDEX OF WELLBEING AUTORE Institute of Wellbeing www.ciw.ca ANNO 2008 LUOGOToronto Gli indicatori interni al CIW si dividono in tre grandi categorie: condizioni di vita (reddito, povertà, stabilità economica e lavorativa, alloggi, welfare), benessere della popolazione (salute fisica, livello del sistema sanitario, aspettativa di vita), vitalità sociale (livello di partecipazione civile e politica). Mentre il Pil canadese è cresciuto del 30% dal 1994, il CIW è aumentato solo del 5%.
119
4.8 CONCLUSIONI Attraverso la stima dei servizi ecosistemici per uso del suolo in Friuli Venezia Giulia abbiamo notato l’alto valore economico monetario che possiedono. Purtoppo i benefici degli ecosistemi non sono commercializzati e in questo modo non si genera sensibilità sul loro valore. C’è l’esigenza di identificarli e comprendere il loro valore nei processi decisionali e progettuali. Tragicamente, il prendere decisioni sull’uso del suolo focalizzandosi sul breve termine spesso mette in moto dei grandi costi che verranno sostenuti dalle generazioni future. E’ questa la ragione della scelta di un modello con obiettivi a lungo termine e azioni locali a breve termine. Il nuovo modello studiato è del tipo input/output guidato dalla regola del decoupling che tende al minor consumo e la maggior produttività di risorse. Gli input, che sono gli investimenti sul capitale umano, il rinnovo della base produttiva e la rigenerazione urbana portano ad output zero, zero rifiuti, zero emissioni e all’aumento delle capacità umane. Il modello si può tradurre anche a livello locale, nelle bioregioni. Le bioregioni sono unità territoriali, dalle caratteristiche fisiche ed ecologiche omogenee. Non esiste una dimensione standard: può essere una grande vallata fluviale o una catena montuosa, può abbracciare diversi ecosistemi. Nonostante le bioregioni siano tutte interrelate, ognuno di noi vive all’interno di una specifica e determinata bioregione e lo sforzo da fare è quello di riconoscerla, ritrovarsi in essa come nella propria casa, e di questa conoscere tutte le potenzialità e le risorse naturali, sociali e culturali, alla ricerca di un modo di vivere sostenibile e locale in armonia con le leggi della natura e con tutti gli esseri viventi. All’interno di questi “terreni della coscienza” si può atture una serie di azioni che portano a una rigenerazione e a un uso sostenibile del territorio. L’agenda punta all’autosufficienza alimentare per una percentuale di fabbisogno attraverso la creazione di orti urbani, la commercializzazione di prodotti locali, la creazione di spazi dove è possibile il rifornimento di acqua potabile; l’autosufficienza energetica con l‘utilizzo dell’energia rinnovabile come l’energia eolica, l’energia solare, l’energia geotermica e l’energia cinetica; l’accesso a internet gratuito attraverso spazi pubblici digitali, schermi interattivi biotecnologici; dal punto di vista della mobilità la promozione di sistemi non motorizzati come la biciletta e le passeggiate, attraverso iniziative di “bike-sharing” e l’utilizzo dei sistemi di car shraing per minimizzare l’uso della macchina. Individuando le capacita’ del capitale naturale come risorsa propulsiva, sviluppando un modello guidato dal decoupling, regola utilizzata nella programmazione dell’u.e, dando un peso ai servizi degli ecosistemi, mettendo il capitale umano, risorsa illimitata, al centro del sistema e quindi avviando un processo di progettazione responsabile, inclusivo e generativo, si genera un reddito netto, che non comporta la perdita di produzione agricola, o perdita di servizi ecosistemici. Il valore generato porta all’aumento di produzione. purtoppo i benefici degli ecosistemi non sono commercializzati e in questo modo non si genera sensibilita’ sul loro valore. C’e’ l’esigenza di identificarli e comprendere il loro valore nei processi decisionali e progettuali.
120
INDIVIDUANDO LE CAPACITA’ DEL CAPITALE NATURALE COME RISORSA PROPULSIVA, DANDO UN PESO AI SERVIZI DEGLI ECOSISTEMI, METTENDO IL CAPITALE UMANO AL CENTRO DEL SISTEMA E QUINDI AVVIANDO UN PROCESSO DI PROGETTAZIONE GENERATIVO, SI GENERA UN REDDITO NETTO, CHE NON COMPORTA LA PERDITA DI PRODUZIONE AGRICOLA, O PERDITA DI SERVIZI ECOSISTEMICI. IL VALORE GENERATO PORTA ALL’AUMENTO DI PRODUZIONE. PURTOPPO I BENEFICI DEGLI ECOSISTEMI NON SONO COMMERCIALIZZATI E IN QUESTO MODO NON SI GENERA SENSIBILITA’ SUL LORO VALORE. C’E’ L’ESIGENZA DI IDENTIFICARLI E COMPRENDERE IL LORO VALORE NEI PROCESSI DECISIONALI E PROGETTUALI. SENZA LA CAPACITA’ CRITICA DI SCELTA TRA LA REALE IMPLEMENTAZIONE DELLE RISORSE NATURALIE LO SFRUTTAMENTO PER AUMENTARE IL CAPITALE FISICO, QUINDI IL PRENDERE DECISIONI SULL’USO DEL SUOLO, FOCALIZZANDOSI SUL BREVE TERMINE SPESSO METTE IN MOTO DEI GRANDI COSTI CHE VERRANNO SOSTENUTI DALLE GENERAZIONI FUTURE. 121
122
5
BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA
123
BIBLIOGRAFIA Servizi dell’ ecosistema: benefici forniti alla società dagli ecosistemi naturali. (Gretchen C. Daily, Susan Alexander, Paul R. Ehrlich, Jane Lubchenco, Pamela A. Matson, Harold A. Mooney, Sandra Postel, Stephen H. Schneider, David Tilman, and George M. Woodwell), Issues in Ecology 2, 1997 Ecosistemi sostenibili urbani, Metabolismo Master in progettazione urbana sostenibile, Giuseppe Longhi, Università IUAV di Venezia, 2003 Urban Ecosystems and the Millennium Ecosystem Assessment: Towards an Inclusive Framework, UNU, 2003 Urban Ecosystems Analysis Identifying Tools and Methods, UNU, 2003 Managing the maga city for global sustainability: the New york metropolitan region as an urban biosphere, Annals New York Accademy sciences, 2005 Millennium Ecosystem Assesment, 2005 Vivere al di sopra dei nostri mezzi: Patrimonio naturale e benessere umano, Dichiarazione finale del Board, Millennium Ecosystem Assessmen, 2005 ECOSYSTEM MANAGEMENT PROGRAMME: A new approach to SUSTAINABILITY, UNEP, 2009 Teeb for policy makers Summary: responding to the value of nature, 2009 Iiep: Green Infrastructure Implementation And Efficiency, 2011 ThinkBIG: How and why landscape-scale conservation benefits wildlife, people and the wider economy, ENGLAND BIODIVERSITY GROUP, 2011 Biodiversità, consumo del suolo e reti ecologiche, WWF, 2010 PGT Friuli Venezia Giulia Natura 2000. La strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020, Sundseth K., 2011 Redrawing the Map of Great Britain from a Network of Human Interactions, Carlo RattI, 2010 L’Italia nell’era creativa, Richard Florida Irene Tanagli, 2010 Rethinking tecnology, William Brahnam, 2007 124
Design with Nature, Ian Mcharg L’impronta ecologica delle regioni dell’obiettivo 1 del QCS 2000/2006. Un contributo per valutare lo sviluppo sostenibile, wwf, 2004 Landscape ecology principles in landscape architecture and land-use planning, Richard Forman, 1996 Urban regions ecology and planning beyond the city, Richard Fornan, 2008 Ecological Urbanism, Monshen Mostafavi, 2010 Volume, design bio Annuario regione in cifre 2013, regione autonoma Friuli Venezia Giulia, 2013 Breve guida alla strategia nazionale per la biodiversità, Ministero dell’Ambiente, 2010 Delphi-based change assessment in ecosystem service values to support strategic spatial planning in Italian landscapes, Rocco Scolozzi, Elisa Morri, Riccardo Santolini, 2010 Building the Knowledge Society : Social and Human Capital Interactions, COMMISSION OF THE EUROPEAN COMMUNITIES, 2003 Nuovi sistemi locaIi. Determinanti socioeconomici e territoriali del Friuli Venezia Giulia come sistema ecosolidale”, Elabora Reti di ContaminAzioni SocioEconomiche La biodiversità nel Friuli Venezia Giulia e la sua integrazione nel paesaggio, Enrico Bressan, Enrico Poldini, 2007 Realizzazione di una mappa di suitability per la creazione di corridoi ecologici: esempio per la Regione Friuli Venezia Giulia, Panet, 2007 Amate l’Architettura, Giò Ponti
125
SITOGRAFIA http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/ http://www.minambiente.it/ http://www.oecd.org/ http://www.unep.org/ http://www.iucn.org http://www.teebweb.org/ http://www.actforconservation.org/ http://www.wwf.it/ http://www.ieep.eu/ http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/ http://ec.europa.eu http://www.uncsd2012.org/ http://www.eea.europa.eu http://www.ecosystemvaluation.org http://www.epa.gov http://www.wri.org/ http://www.oecdbetterlifeindex.org http://www.lifemgn-serviziecosistemici.eu http://www.cursa.it http://www.istat.it 126
http://www.urbistat.com http://epp.eurostat.ec.europa.eu http://wupperinst.org http://www.arpa.fvg.it http://www.isprambiente.gov.it http://biodiversity.europa.eu/ http://ec.europa.eu/europe2020 http://www.cirf.org http://www.ecology.org/ http://www.g8ambiente.it/ http://www.naturalchoice.co.uk/ http://whc.unesco.org/ http://www.wbcsd.org http://www.pnas.org/ http://www.iisd.org/ http://unu.edu/ http://www.csiro.au/ http://goodfoodla.org/ http://www.urbanbarcodeproject.org/ http://it.wikipedia.org 127