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• PARTE 1A

THE DISNEY CHANNEL: UN ORRIBILE DISEGNO COME FARE SOLDI VENDENDO SESSO E PAURA AGLI ADOLESCENTI. Un chirurgo pazzoide in pensione, che s’è fatto la villa a furia di dividere gemelli siamesi, decide di portare avanti un folle progetto e cioè quello di creare un centipede umano. Asportando le rotule ai malcapitati ed obbligandoli così a carponi, cuce la bocca all’ano di chi sta davanti nella sequenza, creando così un lungo tubo fatto di bocca-culo-bocca-culobocca-culo. La sua idea è quella che, in assenza di risorse, nutrendo solo il primo, gli altri possano sopravvivere alimentandosi dei suoi escrementi e così via... Schifo? Sì, ma è solo la trama di un brutto film (The Human Centipede), ciò che sto per raccontarvi invece è la pura realtà. Questa è la la storia del progetto più lucido, criminale e riuscito dei nostri tempi, tanto evidente, chiassoso e colorato da diventare invisibile. Sto parlando di THE DISNEY CHANNEL (da ora la DC) e della sua fame insaziabile di esseri umani. La DC, moderno Dottor Frankestein, che taglia, cuce e gioca al demiurgo, con i corpi e i genitali delle sue cavie con l’unico e meschino obiettivo di far soldi, attraverso la paura e i dogmi cristiani. Ma iniziamo dal principio... C’era una volta la Walt Disney Company che investì circa 30 milioni di $ per avere una tivì tutta sua, la DC per l’appunto, che iniziò le sue trasmissioni nell’Aprile del 1983, con il MICKEY MOUSE CLUB (che era una specie di “Non è la Rai”, ma coi bambinetti che cantano e ballano), una manciata di vecchi film classici ed una serie ad hoc dal titolo KIDS INCORPORATED, che racconta la storia di un gruppo di teen-idol, che devono destreggiarsi tra l’incredibile fama e la loro voglia di vivere una vita semplice. Dopo pochi anni rivoluzionano il MICKEY MOUSE CLUB, che diventa THE ALL-NEW MICKEY MOUSE CLUB, ma rimane una specie di “Non è la Rai” coi bambinetti che cantano, ballano e che diventerà famoso, per aver

assunto e sfruttato (arricchendo i loro genitori) tizi del calibro di Christina Aguilera, Justin Timberlake e Britney Spears. Nel 2004 circa, la DC cambia target, pedinando il suoi primi fans (ormai adolescenti), diventa un canale di talent scouting che manda in loop trasmissioni e roba promozionale, per lanciare i propri prodotti. Prendiamo una serie televisive come RAVEN del 2005. Vedremo che la DC tende a chiamare i protagonisti con lo stesso nome di battesimo degli attori (e non è un caso). La protagonista di RAVEN, giustappunto si chiama Raven-Qualcosa e per intenderci è Olivia, la bimba dei Robinson, cresciuta e decisamente sovrappeso. Raven-Qualcosa LAVORA nello spettacolo dall’età di due anni. Nata nel 1985, ha già girato 13 film, 4 serie (per un totale di almeno 200 episodi), è apparsa in altre 7 serie, sa recitare, cantare, ballare ed è pure coreografa, perché la DC vuole artisti a tutto tondo!

RAVEN, nella serie, è una ragazzetta che prevede il futuro e deve destreggiarsi tra il suo incredibile potere segreto e la sua voglia di vivere una vita semplice. Ama la musica di Hannah Montana e London Tipton, entrambe personaggi di altre serie originali della DC, ovvero HANNA MONTANA, ZACK & CODY AL GRAND HOTEL e dello spinoff ZACK & CODY SUL PONTE DI COMANDO. Raven comparirà come guest star in alcuni episodi crossover. Altro crossover (e questa volta triplo!) in una puntata di ZACK & CODY SUL PONTE DI COMANDO, in cui compaiono sia Hannah Montana, che i protagonisti di un’altra serie della DC, ovvero I MAGHI DI WAVERLY che racconta la storia di una famiglia di maghi, che devono destreggiarsi tra i loro poteri segreti e l’incredibile voglia di vivere una vita semplice.

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Altra serie di successo: HANNAH MONTANA in cui Miley Cyrus interpreta Miley Stuart (stesso nome di battesimo), una ragazzetta normale, che di notte fa la pop star, indossando una parrucca bionda e che deve destreggiarsi tra le mille difficoltà derivate dalla sua falsa identità (Hannah Montana, appunto), in contrapposizione alla sua voglia di vivere una vita semplice. Nella serie c’è anche suo padre (che è anche il manager di Hannah Montana e per non farsi beccare indossa dei baffi finti!) e pure la sorellina piccola in qualche episodio. In tutto questo la madre (reale) è manager sia di Miley che del padre. Breve nota biografica: MILEY CYRUS, figlia di un cantante country e della sua manager, non ancora sedicenne, conta 10 lungometraggi, 10 serie, 3 tour mondiali e 4 album.

Facendo un resumé... Alla base delle serie della DC, c’è un’unica idea, ovvero la storia di pre-adolescenti (o gruppi di adolescenti) che hanno qualcosa che li rende unici, ma mentono alla plebe per vivere una vita normale. Le serie della DC vengono interpretate da baby-star che non hanno mai avuto una vita normale e che da quando sono in grado di tenere dritta la testa sul collo, recitano, ballano, cantano e studiano per farlo, come piccoli atleti che manco vanno a scuola, perché hanno un tutor che li segue in tournée. I protagonisti delle serie della DC hanno lo stesso nome delle baby-star che l’interpretano e compaiono da una serie all’altra, in un complesso gioco di citazioni, crossover, cammei e scatole cinesi che portano TE, innocente creatura che guardi la TV, a credere che quel mondo esista davvero. Ad ogni serie della DC corrispondono un paio di album (cantati dai personaggi della stessa), merchandising, videogiochi, linee di abbigliamento, profumi ecc... Interessante è il caso di Miley Cyrus che è andata in tour come Hannah Montana (ovvero con la parrucca bionda), è stata seguita passo-passo dalle telecamere e ciò che ne è emerso è stato il film di Hannah Montana, in cui un personaggio di fantasia si esibisce davanti ad un pubblico reale e quantomai confuso, composto da bambine urlanti, peluches, lacrime e tiepidi ormoni pre-puberali. Abbiamo visto che nel 2004 circa, la DC si è evoluta e si è adeguata ai suoi fans che crescevano e diventavano adolescenti, ma dopo la pubertà? Cosa ne è degli ex enfant prodige e del loro pubblico? Come si comporta la DC coi ragazzi e le ragazze a cui è cresciuto il pelo pubico?

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• PARTE 2A

L’ANELLO DELLA

PUREZZA

Pedo-pornografia, matrimoni precoci, malattie sessualmente trasmissibili, sesso anale: Sono solo alcune delle pratiche adotatte dagli adepti de “THE SILVER RING THING”! In principio vi era la Chiesa Evangelica che negli anni Novanta lanciò il movimento “TRUE LOVE WAITS”, che poi divenne “SILVER RING THING” col nobilissimo obiettivo di preservare i giovani dalle gravidanze precoci e dalla malattie sessualmente trasmissibili. Come? Predicando l’astinenza prima del matrimonio. L’anello della purezza (o purity ring) è una piccola fede d’argento che simboleggia la promessa fatta a nostro signore Gesucristo, di rimanere vergini fino al giorno in cui si convolerà a nozze. L’anello viene scambiato durante una celebrazione che ricorda in tutto e per tutto un matrimonio, se non fosse che avviene tra una bambina (che non ha ancora le tette) e suo padre, con tanto di bacio sulla bocca, vestiti da meringa, smoking e firme su un contratto. Alcune scuole confessionali americane, tipo quelle che non insegnano l’evoluzione darwiniana a favore della teoria creazionista, in passato hanno promosso ed esercitato molta pressione (sponsorizzati dal Governo Bush) sulle allieve affinché indossassero l’anello. Eppure, è provato scientificamente che l’anello della purezza non serva ad un emerito cazzo, perché la gente che lo indossa è stupida. Come si può leggere in un interessante, nonché smerdatorio, articolo sul Washington Post del 2005, che riporta l’esito di uno studio durato 18 anni e che ha visto la partecipazione di 20.000 volontari, con l’anello della purezza al dito. Ne è emerso che il 75% ha violato la promessa e ha fatto sesso prima del matrimonio, ma ne è emerso anche che sebbene l’astensione possa aver evitato in minima parte gravidanze precoci (favorendo nello stesso momento matrimoni precoci e divorzi precocissimi), ha però creato una generazione di ignoranti, privi della benché minima nozione in merito

all’educazione sessuale e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. É provato infatti che, essendo stupidi e pensando che per astensione s’intenda solo ed elusivamente il sesso vaginale (che provoca al rottura dell’imene e possibili gravidanze), le giovani ragazze evangeliste con l’anello della purezza al dito, non perdano tempo a far parecchi pompini e parecchio sesso anale non protetto, ergo, mucose piene di microlesioni come se fossero strisce di zebre e batteri fecali come se piovesse. Ma non ditelo alla Disney che persevera nell’obbligare le sue baby-star ad indossare l’anello della purezza e a dichiararsi “vergini” (di vagina). La Disney punta molto sull’immagine pulita-acqua&sapone delle sue baby-star e non c’è singola intervista in cui non salti fuori l’anello della purezza e la promessa di castità. La summa è che ogni volta che una baby-star Disney apre bocca, parla di sesso ed è un po’ come dire ad una persona che soffre di vertigini, che s’improvvisa funambolo, di non guardare sotto. Dì ad un adolescente in pieno sconvolgimento ormonale o ad un uomo arrapato, la parola “vergine” e lui penserà subito a mutandine bianche ed una vagina da deflorare. É matematico. Da questo punto in poi, da quando cioè le baby-star della Disney, non sono più “baby” e hanno fatto la loro promessa, la cosa un po’ si complica. La prima ragione è che oramai sono diventati adulti, si sono emancipati e hanno intrapreso (motivati e punzonati dai genitori manager) una carriera fuori dalla Disney, ma comunque dentro la Chiesa Evangelica, perché ahimè, da qui in poi si farà sempre più fatica a capire se ci sia poi una reale differenza tra la Walt Disney Company e la Chiesa Evangelica, ed è per questo che ho deciso simpaticamente di chiamare The

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Disney Channel, la DC. Anche se c’è da dire che, rispetto agli Evangelisti americani, la nostra Democrazia Cristiana sembrava composta da dei black blocks spacca madonne.

non lo è...». Grazie Justin, grazie davvero! Grazie per essere stato così carino nei confronti di quella ragazza che ami e rispetti così tanto, da non voler macchiare il vostro sentimento, con dello squallido sesso vaginale. Leggi: Britney Spears bocchinara. E come Britney, c’è stata Jessica Simpson con Nick Lachey, o uno dei Jonas Brothers (dalla serie della DC omonima) con Selena Gomez (da I MAGHI DI WAVERLEY), Zac Efron con Vanessa Hudgens (entrambi di HIGH SCHOOL MUSICAL, lungometraggio della Disney), ecc. ecc.

Il secondo elemento che va a complicare la faccenda è che, vada per la castità e la purezza, ma questi giovani uomini e donne straordinari, dovranno pur avere una vita apparentemente normale. Dai... il fidanzatino ce l’hanno proprio tutte! Pure le scronde e le figlie di Maria! Ed ecco che la Disney, come il chirurgo pazzoide di Human Centipede, come il Dottor Frankestein e anche un po’ come Mengele cosa fa? Gioca con i corpi e le vite dei propri prodotti, perché non gliene frega un cazzo se Britney Spears ha firmato per una multinazionale e vende milioni di copie. Britney Spears è un prodotto Disney, è cresciuta nella Disney ed è stata educata secondo i dogmi della Chiesa Evangelica. Britney Spears è figlia di Topolino e da brava figliuola, fa quello che le dice il topo e guarda caso, si mette assieme ad un altro prodotto della Disney, che accidentalmente proprio in quel momento è in vetta alle classifiche con la sua boy band. La fidanzatina d’America che s’innamora del fidanzatino d’America ed insieme aspettano il matrimonio, illibati e innamorati di Gesucristo. Britney Spears si fidanza con Justin Timberlake, che per non farsi dare dello sfigato, a domanda «É vero che Britney è vergine?», lui risponde «Non posso rispondere a questa domanda, so solo che la sua bocca

Le loro storie, che ricordano tanto quelle unioni tra nobili imparentati, nate fin dai primi anni dell’infanzia intanto che ballavano e cantavano al Mickey Mouse Club, vengono seguite, sezionate, coreografate e scenografate davanti ai media di tutto il mondo ed esse stesse diventano spettacolo, alimentato dalla morbosità e della curiosità legata alla sessualità (orale et anale) della coppia. Fino al giorno del matrimonio... in cui finalmente il pene può entrare nella vagina ed è subito reality. La favola volge alla fine, Barbie è Ken si sono sposati e i due novelli sposi vivono felici e contenti. Le bambine hanno visto la cerimonia nuziale, l’abito bianco e il bacio in chiesa. Hanno visto la luna di miele in qualche paradiso tropicale. Hanno visto infine, le loro beniamine struccate, appena sveglie nel letto di un albergo di lusso. Persone normali, che vivono vite normali e si sposano come le persone normali. E adesso? Dopo il matrimonio? Cessato il clamore derivante dalla loro verginità? Come possono Britney Spears e Jessica Simpson proseguire una carriera, che fino ad allora era costruita intorno alla loro sessualità? Dopotutto nessuna bambina voleva la sfigatissima Barbie “Famiglia Cuore”!

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• PARTE 3A

LA SVOLTA SEXY Dozzine di donne sacrificate impunemente all'altare della Chiesa Evangelica. In principio Britney Spears è diventata famosa con una canzoncina che diceva Hit me baby one more time, che significa “colpiscimi”, anche se lei intendeva “sorprendimi”, ma noi tutti abbiamo visto e rivisto una ragazzina vestita da collegiale con le treccine, dire “picchiami” per quasi quattro minuti di canzone. Eppure, la fidanzatina d’America, che per prima fece della verginità qualcosa di pop e cool, riusci ad ingannare proprio tutti. Tutta l’America cristiana e bigotta, che non si fece scandalizzare neanche dalla mastoplastica additiva (silicone alle tette), quando la nostra non era ancora maggiorenne. Lei, di bianco vestita, che in Sometimes, chiedeva all’uomo della sua vita di “aspettare”. Ma poi è arrivato Justin, le delicate dichiarazioni di lui, la dolorosa rottura, l’accusa di tradimento di lui (Cry me a river) e la difesa di lei (Everytime).

La storia tra Justine e Britney, si è conclusa a causa del tradimento di lei, come testimoniato dal pezzo Cry me a river di Justin Timberlake in cui lui, vestito da black bloc, spacca una finestra, s’introduce in casa di Britney, la spia intanto che si fa la doccia e come uno stalker posseduto dal demonio, danza disarticolato (ignorando la forza di gravità) come la bambina nell’Esorcista.

Britney ora è sola. Troppo adulta per la DC (Disney Channel), troppo poco vergine per la Chiesa Evangelica e i Repubblicani, che invece puntano sulla nuova pupilla Jessica Simpson, la prima a mostrare fiera

ED

O N I L C IL DE

l’anello della purezza sui rotocalchi, seguita da tutta una serie di teen-idol più giovani e pure di lei. Le vendite sono in calo ed è davvero difficile rimanere sempre al top, così la nostra (o chi per lei) decide che bisogna ripetere la formula che l’ha portata al successo, ovvero vendere sesso facendo finta di niente. Giunse così l’ora della famosissima SVOLTA SEXY con I’m a slave4You, in cui Britney sudata e seminuda sussurra sensuale e ci va giù pesante di movimenti pelvici, affermando “Sono la tua schiava” (ma lei si rivolge alla musica, mica a te, pervertito!).

Jessica Simpson si presenta al mondo come la figlia di un reverendo texano, (ma non è vero! Il padre è solo un manager musicale che dopo di lei, lancerà la figlia più piccola, con un piglio meno virginale e caramelloso, in favore delle buone ballad rock’n’rollcountry che piacciono alla sana e cristiana America). Esordisce comunque come la nuova icona della Cristianità. Canta in chiesa, incide cd di christian-pop, va ai convegni nazionali cristiani, va al MICKEY MOUSE CLUB, si mette insieme ad uno del MICKEY MOUSE CLUB, si sposano, fanno il reality, interpreta (male) il sogno erotico di ogni buon redneck che si rispetti, ovvero Daisy di Hazard, finanzia la campagna elettorale di Geroge W. Bush, divorzia, ingrassa e sparisce dalle scene.

Per Britney è l’inizio della fine. All’età di 22 anni si sposa a Las Vegas con un amico d’infanzia, sopra una limousine verde mela. Indossa dei jeans strappati ed un cappellino da baseball. Il giorno dopo si scusa, ma il danno è fatto ed una foto prova l’inconfutabile: Britney Spears era dannatamente ubriaca.

La roba manda così in bestia l’ America bacchettona da far imbufalire pure la moglie del governatore del Maryland, che lancia una campagna dal cristianissimo nome “KILL BRITNEY” e dichiara «You know, really, if I had an opportunity to shoot Britney Spears, I think I would.» Comincia a frequentare gentaccia (come Fred Dusrt dei Limp Bizkit), che si bullerà parecchio di averla scopata. Diventa molto amica di Paris Hilton e Mel Gibson (tanto troietta la prima, quanto folle il secondo), fuma, beve, va in giro senza mutande e si sposa con un ballerino con la faccia da idiota (Kevin Federline) con cui fa una manciata di figli. Il giorno del matrimonio le damigelle e i damigelli indossano tute di ciniglia con su scritto “Pimp” (pappone) o “Bitch” (stronza/puttana) sulle chiappe. Servono ali di pollo e immolano parecchie mucche al dio del trash. Britney e Kevin scopano un sacco. Oh, sì... lei è obnubilata dal suo cazzo. Si fa beccare dai paparazzi in tanto che glielo massaggia, si lascia andare, ingrassa e ride sguaiata ed ubriachella all’obbiettivo. Britney ora è felice. Ma a chi può vendere i dischi una Britney incapace di danzare, cantare, fuori forma, volgare e che fa la solita musica di merda? Fosse una rock star, nessuno si stupirebbe! Ma lei è la reginetta gné-gné d’America, mica Courtney Love! Britney chiederà il divorzio a Kevin (senza addurre alcuna motivazione ufficiale). Lui darà il via ad una lunghissima battaglia legale per l’affidamento dei figli, denunciandola di ogni cosa. Lei, per pararsi il culo, si ricovera in una clinica di riabilitazione e si rapa a zero, in modo da evitare un eventuale test

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tricologico, volto a rilevare la presenza di droghe nel suo corpo. Britney è fuori di testa.

Lamie Spears, suo padre, va da un giudice e fa dichiarare Britney incapace d’intendere e volere. Ora tutti i suoi soldi, la sua immagine, la sua carriera sono in mano al padre e alla madre, che diventano (ri-diventano) i suoi manager. Suo padre la segue persino in tour e durante le registrazioni dei videoclip. Britney Spears ormai trentenne, non ha tutt’ora la possibilità di scegliere della propria vita e per volontà di padre deve leggere la Bibbia per almeno un’ora al giorno. Perché se è una sfasciona è solo e soltanto perché ha voltato le spalle a Gesucristo! ...ma non è l’unica. Innumerevoli sono i prodotti della DC (e della Chiesa Evangelica) che hanno compiuto il medesimo percorso. Calcare le scene con ancora il pannolino addosso, far fare palate di soldi ai genitori, battere ogni record d’incasso, promuovere i sani valori cristiani, crescere, perdere pubblico, scandalizzare con la svolta sexy appena maggiorenni e sbottare. Lo ha fatto Lindsay Lohan, la ragazzetta carina con le lentiggini del remake di HERBIE, IL MAGGIOLINO TUTTO MATTO (Disney) e che ora che è adulta, colleziona più arresti e risse del peggio gangsta rapper.

Lo stesso è stato per Miley Cyrus... tanto odiosa, quanto prodigiosa, che dopo l’immancabile svolta sexy è stata beccata intenta a spipazzare un bong!

CONCLUSIONE Si potrebbe obbiettare asserendo che questo folle gioco al massacro, non è del tutto originale. Si potrebbe dire che indipendentemente dalla Disney, ogni volta che un bambino diventa ricco e famoso in tenera età, è destinato a vivere una vita da sfascione. Drew Barrymore per esempio, la bambina di E.T., a dodici anni era già dipendente da alcol e cocaina. Maculay Culkin, il bambino di Mamma ho perso l’aereo, tanto carino da diventare l’attore-bambino feticcio del mondo intero, a soli 15 anni era un uomo povero (il padre aveva sperperato ogni suo centesimo) depresso, esausto che decise di ritirarsi dalle scene e da allora non ne è più emerso. Per intenderci, Drew Barrymore, milionaria baby-star dei record, è la migliore amica di Courtney Love, mentre Maculay Culkin in età adulta (dopo Micheal Jackson) ha stretto un fortissimo legame con Marilyn Manson! Pare sia stato quest’ultimo a procurargli una parte in Party Monsters, il primo film dopo oltre dieci anni di silenzio. Stiamo parlando di mega disadattati, dunque. Ma se da un parte quel

finto-buonista di Steven Spielberg, padrino di Drew Barrymore, ha fatto il possibile per “salvare” la sua pupilla, (famoso è l’episodio in cui Spielberg sgridò Drew, per aver posato nuda su Playboy) la DC invece, se ne strasbatte il cazzo ed una volta spremuti a dovere, lascia i suoi prodotti allo sfascio perché gli conviene così. Ma non è il bieco sfruttamento delle baby-star da parte dei genitori e della DC, a rendere questa storia abominevole (come un centipede umano), ma bensì il CALCOLO. Sì, amici miei... tutto questo è voluto dalla Chiesa Evangelica che può così prendere ad esempio le Britney, le Lidsay e le altre sfascione a mo’ d’esempio per le future generazioni cristiane. ...e sta in questo la mia ipotesi di complotto: La DC (Disney Channel) in collaborazione con la Chiesa Evangelica, creando delle star ad hoc, vende sesso e pedofilia facendo finta di niente e fa un sacco di soldi. Sfrutta i suoi prodotti (negandogli infanzia e adolescenza “normali”), fino al punto di farli diventare dei disadattati del cazzo, in modo tale che, una volta “rotti”, si possa dire che è perché hanno fatto l’errore e l’abominio di abbandonare i binari delle cristianità e i saldi valori americani.

...insomma, come Adamo ed Eva che colsero il frutto della conoscenza, come Icaro che si spinse a volare verso il sole. Il punto è questo: volta le spalle a Gesucristo e sei fottuto, tu sei una merda e tale devi restare. Merda.

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MATTEO MONTESI, IL NUOVO MESSIA. “Se po’ leggendo? C’è nisciù? Oh! Cù c’è qì? Ennamisè che articuli demmerda, biashtimene tuttuncuntinuo, varda qì che robba... putria esse che è lu giornà del Diaulo, sicuro, chisto qì è lu giurnalettì del divisore. Eh? Scì scì, pù stà, qì ce scrivene le carni bastarde da scupaggio rettiliane che guvernene il mondo, guidate da Satana pè dividecce, cuscì leggene sti giornalettì qì invece de la bibbia e invece de lodà Gesù se vanne a fà le rubbacce ‘nte i cessi zozzi coi sgrizzi demmerda.” Ecco cosa disse il sommo profeta quando si trovò fra le mani il primo numero di Nihilismi. Chi è il sommo profeta? Se vi è passata per la mente questa domanda meritate di essere messi a testa all’ingiò ‘nte un palo, con delle bestie feroci che vi strappene via la carne che poi vi si rigenera per rivivere un’altra volta lo strappamento della carne! Farò comunque lo sforzo di spiegare per voi profani, in modo che possiate da

convertivve. Il profeta, il nuovo messia, il salvatore delle anime perse del nuovo millennio, è il sommo ed irraggiungibile Matteo Montesi, Marchigiano di Castelfidardo (AN), il solo ed unico predicatore di questi tempi bui dove regna la perdizione. Lui non è umano, lui ha un corpo terrestre ma la sua anima è extraterrestre, portata qui sulla terra da dio (o Gesù, a scelta) con le sue astronavi (avete letto bene, le astronavi di Gesù). É qui fra noi per redimerci, per aprirci gli occhi sul degrado delle società moderne comandate dai rettiliani con l’occhio insettoide. Per metterci in guardia da loro, con i suoi saggi insegnamenti. Siete confusi, disorientati? Beh capisco, non è facile accettare che la vostra concezione del mondo possa essere sconvolta a questo modo di punto in bianco, ma tranquilli, il profeta è fra noi per salvarci ed ha una risposta ad ogni quesito. Innanzitutto chi sono i rettiliani? I rettiliani sono forme extraterrestri, non fanno parte della famiglia umanoide, ma hanno tecnologie avanzatissime e possono prendere forma umana e confondersi fra noi con una maschera di ologramma. Ci sono anche evidenti prove storiche, per dire gli egiziani, no, che raffiguravano sti déi coi volti da rettile (???), è perchè i rettiliani a quei tempi scendevene sulla terra e si facevene vedè nella loro forma reale e ci parlavene insomma. Perchè sono fra noi? Perchè han bisogno di stare vicino agli umanoidi perchè gli forniscono le “risposte che loro cerchene al fondo di se stessi”. Fin qui è tutto chiaro, mi pare. Ma come fare per riconoscerli? Ci viene incontro il profeta con le sue immense parole: “Non tutte le persone ce stanne simpatiche, no? Quanno guardamo ar volto della persona, e l’aspetto già sentimo, percepimo dentro di noi se la persona è simpatica o no, o affabile verso i nostri confronti. Oppure in scontro, contrapposizione contro noi

stessi, in contrapposizione. Nel senso... se ce sta sul cazzo! In parole povere, potrebbe esse un rettiliano. Un angelo caduto, un essere... un essere nell’ombra! capito?! De Satana. Se invece percepimo la simpatia, fanne parte de noi. Perciò se sentimo che facciamo parte della luce, nel senso che credemo in Gesù Cristo che è morto e risorto per noi e ci ha donato la vita eterna, eh, allora noi nun duvemo temè gnente”. É chiaro perchè dobbiamo difenderci da loro insomma, i rettiliani vivono nell’odio, nel rancore, nell’ira, nella cattiveria, nell’imbroglio e nella falsità. Chi ha governato il mondo fino ad ora, per la maggior parte sono stati rettiliani, attualmente almeno il novantanove virgola novantanove virgola novantanove virgola novantanove per cento dei governanti lo sono. Per questo va tutto allo sfascio, vogliono solo soldi, potere e sesso, le stesse cose che vuole Satana! L’imputicizia, la lussuria, l’adulterio, il tradimento, lu schifo, i sette vizi capitali insomma. Per dire, Mussolini era un bravuomo no, ma poi si è alleato con Hitler che era un rettiliano, non sapendo che quest’ultimo aveva aperto un portale con l’inferno dal quale uscirono tutti i demoni che si impossessarono di lui, il povero Benito fu contagiato e passò anch’egli dalla parte del Demonio. É noto infatti che la beata Aiello, che parlava spesso con dio, scrisse una lettera al duce per riportargli le parole del nostro signore che diceva appunto di averlo messo alla guida dell’Italia, alla quale teneva particolarmente perchè sede del vaticano, perchè lui era un uomo di Gesù, ma che se fosse intervenuto in guerra se ne sarebbe pentito, e sappiamo tutti poi com’è andata a finire. Per dire... anche le scie chimiche sono opera dei rettiliani. Vi siete mai chiesti perchè negli anni ‘80 il cielo era blè mentre oggi è tutto bianco? Per le

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scie chimiche! Opera dei rettiliani per farci venire tutte le malattie, le leucemie, i cancri e i sopraccancri. Ma dobbiamo stare tranquilli perché fra non molto si riveleranno nella loro forma, ma arriveranno anche i pleidiani, gli angeli diddio, gli angeli della luce, e con l’aiuto di Gesù li sconfiggeranno. Chi sono i pleidiani? Ah ma vi devo spiegare proprio tutto. No, non sono una congrega di fanatici delle coperte a quadretti, come qualcuno potrebbe facilmente pensare, ma delle forme extraterrestri che provengono dalle Pleiadi e sono molto vicine e simili a noi, come gli angeli dell’antico testamento, e hanno diverse basi sotterranee sulla luna, e forse pure su marte, per controllare il nostro operato, ed il loro capo è san Michele arcangelo. Sul loro pianeta se la vivono alla grande con la loro tecnologia avanzatissima e stanno in pace da più di 50000 anni. Però nonostante ciò non sono mai intervenuti per la storia del libero arbitrio, chiaro no? Ma ora sta per succedere un casino, si invertiranno i poli, la terra cambierà frequenza (???), e ci saran catastrofi varie e non ci si può far niente, tranne che convertirsi a Gesù! Solo così si sarà salvi. Come fare per salvarsi? Beh innanzitutto, bisogna recitare il rosario ogni giorno, col padre nostro e l’ave maria e aprire a caso la bibbia (meglio più verso la fine che sapete di capitare su uno dei vangeli, che se finite magari alla genesi o il levitico o il deuteronomio magari vi vien voglia di dargli fuoco) e leggere dei versi e cercare di spiegare il mondo con tutte le verità assolute che ci ha donato il signore nostro creatore col suo sacro libro. Che l’ha dettato proprio lui lui, oh, una volta per davvero gli piaceva un sacco parlare con un sacco di gente, negli ultimi secoli un po’ meno, sarà per via dei rettiliani, devono avergli giocato qualche brutto tiro, non so. Quindi di tanto in tanto appare, o fa apparire la madonna, preferibilmente a bambini contadini analfabeti che poi moriranno fra atroci sofferenze perchè lui ama i suoi figli, ma proprio un sacco, però poi quello che si dicono spesso non si riesce proprio a saperlo. Se siete delle anime perse, non avete mai pregato e tutto ciò vi spaventa, niente paura, potete scegliere fra i mille e passa vidui del sommo

profeta (INIZIATO7DOMINU ed ora HANTEUS su youtube) e lasciare che le sue parole illuminino il vostro cammino (diffidate però dei vari mixaggi satanici che le carni bastarde hanno fatto dei suoi innumerevoli vidui, sono stati fatti da dei satanisti che bestemmiene il loro creatore e cerchene de fa passà lui per satanico). Potrete pregare con lui, buttarvi in fiumi gelidi nei mesi invernali, nuotare nelle fognature, mangiare terra, sassi, cadaveri di topi-scoiattolo topettignao, potrete buccà drento le case abbandonate e vivere con lui lo stupore del trovarvici drento un camì, davanti al quale una volta tutti recitavene il rosario. Loderete con lui il vostro dio in mezzo alla

tempesta, fra gli scogli rischiando di essere travolti. Capirete che voi non credenti, siete carne marcia putrefatta piena di bigattì e mosche, perchè il Diaulo è il dio delle mosche, che va a magnà la merda ‘nte i culi smerdati ‘mpestati de graccia, quindi vergognateve carni bastarde che biashtimate il vostro stesso creatore. Vivrete lo stupore degli innumerevoli ritrovamenti di cadaveri e scheletri di animali misteriosi di Gesù, come il chupacabra o lo strano essere fra topo e furmichiere col naso da porcio (per i pignoli, talpa), o i più banali tassi, topi e gatti (e relativi bucini di culini). Imparerete a sfogarvi paccando le buttije trovate in giro, per passiò. Vi racconterà della sua infanzia, come si tortura e addestra un gatto ad attaccare i cà, ma vi farà capire quanto ciò sia sbagliato e lontano da Gesù. Conoscerete il mitico cugino Gionata e le sue opere d’arte. Imparerete a datare ogni oggetto che vi troverete di fronte con un semplice sguardo, specialmente quelli degli anni ‘80. Vi darà lezioni di storia, perchè voi non lo sapete ma la scuola è anch’essa uno strumento del Demonio e vi hanno insegnato un sacco di puttanate come l’evoluzione. Vi racconterà di quando una notte, di ritorno da una discoteca, venne rapito dagli alieni che gli innestarono un microcippe a base di silicio ‘ntella recchia (questo fu solo il quinto

dei suoi avvistamenti, del quinto tipo appunto). Conoscerete la sua passione per la techno trance. Vi metterà in guardia dal lavoro nei capannò, nei quali si va a fatigà per i padrò, che sono luoghi di perdizione di Satana, dove bestemmiene tuttuncuntinuo. Vi insegnerà ad amare gli anni ‘80. Vi metterà in guardia dai siti satanici come feisbuc e iutubbe, dove la gente vanne solo per lo scopaggio, i tradimenti e la divisiò, e fanne i riti satanici coi bambini, gl’infilene le candele ‘ntel culo, li squartene, uno schifo. Come quel caso di quella maestra che violentava i bambini, si faceva leccare la cocchia, il gallicchio lì in mezzo, mentre un altro le leccava il culo mentre cacava e il formaggio parmigiano ‘nte le dita dei piedi. Capirete che: “magnasse la merda de un cà che trovi per tera che ha fatto la diarrea a fischio, eh, te la magni proprio. La metti int’e un panì, te la magni, te la ‘ngoi. Oppure un vomito de un fio picculo, oppure un vomito de uno grande, cuscì, te magni il vomito, fa meno schifo dei governi del mondo!”. Vi darà preziosi insegnamenti sulle donne e vi rivelerà come starne alla larga, perchè loro pensano solo allo scopaggio. Difatti nel caso non lo sappiate, alle donne basta vedere uno coi pantaloni a cacca, a cacarella, che je casca giò, che s’è cacato addosso, sentono la puzza de merda e corrono a farsi un ditalì. Vi insegnerà a tenervi alla larga dalle adunanze di frogi, che se ritrovene alle sbocche dè fiumi per buttarselo ‘ntel culo tutto sbregato, slargato smerdato, che prima cagheno e poi se lo buttene ‘ntel culo pieno demmerda, e vi rivelerà che dovete fare molta attenzione o ve lo ritroverete ar culo che manco ve ne accorgete. E per finire, in uno dei suoi più epici vidui, vi mostrerà addirittura come si fugge da un vecchio frogio pervertito che attenterà alla vostra verginità anale. Insomma il sommo (scusate il gioco di parole) vi salverà la vita, il cuore, l’anima e pure il culo! O magari vi farà solo venire voglia di seguire le orme di Burzum. Lo sa solo Gesù.

“AVETE CAPITO? EH? AH NO? EH LO SO CHE VOI TERRESTRI NUN CAPITE, MA E’ CUSCI’ E BASTA! L’UDIENZA È TOLTA! DE ENDE. AH NUN VE FREGA? MANCO A ME!”

Il Diaulo

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Il complottista che è in ognuno di noi. Dal supermarket a facebook, nessuno si salva. È ora di fare outing. Ho conosciuto gente che vedeva i satanisti (A), i rettiliani (B) e i massoni ovunque. E per ovunque intendo anche nel letto. Io non ho mai pensato, fino ad un certo punto, di essere vittima di questa malattia, ma più ci riflettevo e più scoprivo che tutti, ma tutti proprio, soffrono a diversi gradi di complottismo. A partire da quello più basico, l’ubriaco che ti fissa e poi viene verso di te col petto in fuori dicendo “che cazzo guardi?” quando tu eri in fissa sul vuoto cosmico. Vogliamo non citare quello che, quando ti chiede un passaggio la sera, ti indica la strada per casa facendoti fare il giro del pianeta per sfuggire ai controlli della polizia? Che poi tanto, si sa, è appostata sempre dietro gli angoli più inpensati. Poi c’è quello facebookiano: “avrà postato quel link per lanciarmi un messaggio?”, oppure “se non mi tagga è perché non vuole che i suoi amici vedano chi sono”: in questo caso, forse, sarebbe meglio parlare di dietrologia da social network, malattia in forte aumento tra gli irriducibili della rete “sociale”. La complottista che è in me crede che la spesa sia una cosa da professionisti. Bisogna stare attenti alle etichette, alla provenienza, alla scadenza, alle cose che ci mettono dentro e che sono travestite. Il rischio, altrimenti, si chiama “botulino”, “intossicazione” o, peggio del peggio, la famigerata “infezione intestinale”. Non c’è da scherzarci tanto, insomma. Quando scelgo le cose

A

da comprare (C), è inutile negare, il mio pensiero si accartoccia su se stesso e torna sempre alle stesse auto-raccomandazioni: “acthung: nei wurstel ci sono le unghie del maiale”, “nel Labello c’è lo sperma di porco”, “se nel disegno dello yogurt c’è la vaniglia, non è detto che ci sia dentro la vaniglia”. Il mio capo sostiene che i panettoni sottocosto siano surgelati dall’anno prima. Mia nonna è convinta che il macinato di carne del supermercato sia il male assoluto. La mia amica sostiene che le bilance per frutta e verdura siano ingannevoli. Chi di voi non ha mai fatto una smorfia di orrore leggendo “può contenere tracce di arachidi”? Insomma un sacco di brutte cose per cui le grandi aziende delle cibarie golose ci prendono in giro e ci fanno del male perché sono cattive e in realtà ci odiano. E io che credevo di essere immune da pensieri di complotto e ansie da corsie di supermercato. Invece sono figlia delle mozzarelle blu, della carne della mucca pazza e di unabomber (D). Il complottismo, insomma, è un virus che si attacca. Amici, conoscenti e famiglia se lo passano e ripassano di continuo. Nessuno è immune, e in ognuno di noi prende forme e varianti inaspettate e personali, ma resta il fatto che ne siamo tutti affetti.

Ninetta Bagarella

SATANISTI Il caso “Bambini di Satana”

Marco Dimitri, fondatore dell’associazione dei Bambini di Satana, viene arrestato nel 1996 con l’accusa di violenza carnale, violenza su minori, violazione di sepolcro e vilipendio di cadavere. L’unica teste ed accusatrice è Elisabetta Dozza, una ragazza con manifesti problemi psicologici, seguita dagli assistenti sociali, famosa per aver accusato altre persone (tra cui un noto marchese bolognese) di reati non commessi e che in passato aveva frequentato uno dei membri dei Bambini di Satana. Le sue accuse si riveleranno infondate e Marco Dimitri verrà liberato dopo oltre 12 mesi di dentenzione e risarcito con 100.000 €. Nel 1997, il collettivo bolognese Luther Blisset ha scritto “Lasciate che i bimbi”, (sottotitolo “Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe”) edito da Catelvecchi che contiene due capitoli “Bambini di Satana, anatomia di una montatura” e “Il caso Dimitri è chiuso” in cui si racconta la vicenda giudiaziaria di Dimitri. La PM che aveva accusato e condannato ingiustamente Dimitri, tale Lucia Musti, sentendosi oltraggiata ed offesa da quel testo lesivo per la sua reputazione, ordinò ed ottenne un risarcimento di circa 40.000 € e il ritiro di ogni copia (cartacea e virtuale) del libro. Nel 2006 esce, a cura di Antonella Beccaria per Stampa Alternativa, “Bambini di Satana. Processo al diavolo: i reati che Marco Dimitri non commise” Con una prefazione di Carlo Lucarelli.

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B

RETTILIANI Un intervento di Abdul Sensibile

I cassu i quando i detto mio fratelo karim di scrivere articulo di dietrologgia mi ha rispusto “i tu abdul esser diventatu i froscio?” i pui spiegato lui i dietrologgia i nun è articulo di cose di culo ma i parlare di cumplotti cume di ufi, come di putenti di banche di mundo, come i lobbi i giudaico i massonico i pluttocratica i che non sapere che cassu vulere dire ma una volta sentito mio zio Abdelkader dire queste cose dopo aver fumato tanta sigaretta fatta con telecomando profumato. Abdul dare ragione a zio Abdelkader, che pultroppi ora finito in priggione i perché oltre a fumare i inissiato a vendere telecomandi profumati i parcu sempione di milanu. I ssecondo me pulissia messo in priggione zio perché lui sapere i di tante cosse, lui capire i chi tirra i fili di denaro di mondo. Lui una i volta fatto vedere me video di youtube, nun video di purnograffia i che contro i principi di legge, dove i Sgiorg Bush padre per istanti diventare verde i cun occhio di biscia. I video ispiegare che si era i rotta macchinetta di ufi per trasformare immasgini di uomo biscia in persona di mondo. Io mandare fanculo zio Abdelkader pensando i tutte cassate i zio fumato troppi sigarette trasformatte, poi un sgiorno di anni fa vistu andreotto in tv e lui cassu ad un certu punto si è fermato e non ha parlato per un minuto. Io pensato cassu si è rotta macchinetta anche di andreotto! I ora credo i zio! Io una volta fumato sigaretta di zio Abdelkader e poi mi è venuta tanta fame che mangiato 3 kebap di fronte biblioteca di varese da amico di Kurdistan. Zio Abdelkader libero ma pure Ocalan libero cassu di cassu di cassu! Pusto scrittum: I perché io volere essere omo politico i nun potere essere attacato i metto qui sutto i link di yuotubbe i tu puoi vedere i se balla che dico o verità. www.youtube.com/watch?v=MifkXvnG_04 www.youtube.com/watch?v=zUFcdltH4Rs

C

SOFISTICAZIONE ALIMENTARE Una poesia di Anselmo-Pietro Briegel

Ogni mane ho un’ambizione Oh mio yogurt al limone! aspro fresco è un toccasana oro in bocca e filigrana indi un’ansia un dubbio atroce

un sussurro poi a gran voce non da poco è il dettaglio latte + citron non fanno il caglio? del gran gusto son concorde ma la mente si rimorde

che sia chimica o eufemismo non si sfugge all’empirismo ho un’idea che cresce e striscia che ci mettano la piscia?

D

UNABOMBER “Varda che bel pesso de tubo”

UNABOMB-UNiversity and Airline BOMber (da cui UNABOMBER), era il codice identificativo scelto dall’FBI, assegnato a T. Kaczynski, bombarolo terrorista statunitense attivo negli anni Ottanta.

Con lo stesso appellattivo ci si riferisce al responsabile di una trentina di attentati avvenuti nel nord-est d’Italia. Anche se un giornalista del Gazzettino, modificò il nome in “Mona-bomber” (mona=figa), per ridicolizzare le sue gesta e “gettare particolare discredito sullo sconosciuto, o quanto meno evitarne la gratificazione”. Ma la scelta non piacque e si ritornò a chiamarlo UNABOMBER. Dal 1993 al 2000, costruisce dei tubi esplosivi che nasconde in luoghi pubblici provocando diversi feriti mediogravi, ma è con il nuovo millennio che arriva la svolta: UNABOMBER inserisce gli ordigni in oggetti di uso comune come una confezione di uova in un ipermercato, un tubetto di pomodoro, uno di mayonese, un cero votivo, un barattolo di Nutella...

Nel 2003 le vittime designate diventano i bambini, UNABOMBER nasconde gli ordigni dentro evidenziatori, ovetti Kinder e ninnoli di varia natura. Dal 2004 entra nel registro degli indagati l’ingegnere Elvio Zornitta, che non nega di essere in grado di costruire quei tipi di bombe, ma un errore compiuto dagli inquirenti che per aver la certezza di condanna costruiscono prove finte, determinerà una denuncia per frode giudiziaria ai danni della Procura e il riconoscimento dell’innocenza di Zornitta (a cui verranno persino riconosciuti i danni e quindi risarcito). Dal 2006 UNABOMBER è inattivo, o morto, o magari è stato arrestato per altri reati, o magari è in cura da uno psichiatra e imbottito di farmaci, oppure NON É MAI ESISTITO!

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SPORCHI, TOSSICI E SCHIAVI: É così che la dittatura della cosmesi ci vuole.

Shampoo. Dentifricio. Bagnoschiuma (o docciagel, docciaschiuma, gelbagnoschiumadoccia o come vogliono chiamarli). Sapone, insomma. Ci fregano pure con il sapone. Non sto semplicemente parlando del fatto che ci hanno convinto che abbiamo bisogno di qualcosa di diverso dal sapone di marsiglia (o di Aleppo ma ci arriviamo dopo) per lavarci faccia, ascelle, culo etc… per cui possediamo armadietti interi pieni di diversi simpatici prodotti fondamentalmente uguali a tutti gli altri. Eh no, magari! Ma visto che è venuto fuori, parliamone. Infatti, cari miei piccoli e puzzolenti amici, ma soprattutto care mie amichette, tutti questi bei prodotti sono perfettamente sostituibili da un bel pezzo di sapone della nonna. Ma è ovvio che non avrebbe senso, per lor signori Procter & Gamble, Unilever, Henkel e vari, rinunciare a un mercato così vasto ma soprattutto così boccalone. Vendere uno shampoo è come rubare le caramelle a un bambino. Avete presente quelle belle pubblicità? I risultati che vedete non sono mai ottenuti usando il prodotto, ma con il brushing, i ferri arricciacapelli, olio di gomito dei parrucchieri, olio e basta per fare uscire la luce, luci in studio etc…Davvero pensate che un qualunque prodotto da supermercato (ma anche uno da profumeria) possa farvi avere quei capelli? Ma non vi ritengo tutti così ingenui da non saperlo. In ogni caso, i prodotti sono tutti uguali tra loro. E tutti cattivissimi per voi. Partiamo dagli shampoo. Sono i peggiori, perché sfruttano un sistema molto semplice per fartene consumare sempre di più. Avete

presente lo shampoo per capelli grassi? Sì? Beh è lui che vi sta facendo avere i capelli grassi. Infatti ha al suo interno componenti terribilmente aggressive, che spazzano letteralmente via tutto il sebo naturalmente prodotto dalla cute, lasciandola sguarnita. La cute, che di un certo strato di sebo ha bisogno per essere sana, si sbriga a produrne di più. Se poi ci mettete che vi lavate i capelli tutti i giorni perché non volete averli unti neanche morte, immaginate a che ritmo state facendo lavorar le cellule sebacee. Chi si è riconosciuta in questa descrizione (mi lavo i capelli tutti i giorni, ma sono sempre grassi, uso shampoo specifici e non so che farci) stia tranquilla. A patto di qualche piccolo sacrificio può migliorare la situazione. Parlando con diversi parrucchieri ho ottenuto la stessa risposta; i capelli non vanno lavati più di una volta ogni 5/7 giorni. Adesso inorridite al pensiero e già vi vedete con la testa talmente unta da sembrare uno del fratelli Hanson. Ma niente paura. Consiglio di cominciare passo passo; iniziate ad attendere un giorno in più prima di rilavarvi i capelli. All’inizio sarete unte, ma dopo un po’ la produzione di grasso si normalizzerà e resisterete ben due giorni. Il processo è lungo, ma arriverete ad aver bisogno di lavarvi i capelli molto meno spesso. Garantito. Con anche un comodo risparmio di tempo per farsi la piega. Lo stesso discorso vale se i vostri capelli sono secchi e crespi. Molte componenti, specialmente dei balsami, tendono a rendere il capello apparentemente morbido, in realtà elastico, e, di conseguenza, più crespo. Il consiglio, in questo caso, è di cercare di tenerli più naturali

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possibile, riservandosi brushing e piastrature estreme per le occasioni speciali. Riempire i capelli di prodotti non farà che appesantirli, sporcandoli prima e costringendoti a lavarli più spesso. E poi. Il crespo si manifesta nelle lunghezze, quindi non ha alcun senso mettere il balsamo in testa. Vi ricordate? Lì c’è il sebo, non c’è motivo di aggiungere grassi. Peraltro, questa categoria la conosco bene. Tagliateli spesso, le doppie punte peggiorano il loro aspetto, ed evitate come la peste i tagli scalati che il vostro parrucchiere certamente vi sta proponendo. D’estate dimenticate il phon, li secca. Tanto fa caldo. Non ho prodotti da consigliare, ma come al solito, internet viene in aiuto a chi ha buona volontà. C’è un utilissimo biodizionario (http://www.biodizionario.it) dove sono elencati tutti gli ingredienti che puoi trovare in un qualunque prodotto cosmetico e non in ordine alfabetico, con il grado di pericolosità. Ci sono blog individuali e collettivi dove oltre a meravigliose recensioni di prodotti naturali ma anche (se vi va) delle ottime ricette su come farsi gli shampoo in casa, balsami, creme corpo e chi più ne ha più ne metta. Ma perché questo è così importante? Perché la triste verità è che gli shampoo per capelli grassi sono aggressivi per costringervi a lavarvi i capelli più spesso, a usarne di più, e a comprane di continuo. E quelli per capelli secchi sono grassi perché dovete pensare che vi faccia bene, mentre nella migliore delle ipotesi è inutile. Comprate shampoo specifici, donne! I capelli come dopo ore dal parrucchiere con 5 euro di spesa!!! Come no. Non sentite la follia nel credere a queste balle? E questa presa per il culo non riguarda solo gli shampoo. Riguarda tutto. I bagnoschiuma idratanti che in realtà seccano la pelle, sennò come fanno a venderti la costosissima crema idratante? Ah, e la crema? la crema può essere o a base oleosa o acquosa. Il che significa che o unge o si limita a bagnare. Le cose che ungono, ungono. Rassegnatevi. Però quelle che ungono, funzionano, anche. Ma per questo bastano gli oli di mandorle puri che trovate in erboristeria. Da usare dopo la doccia, con la pelle bagnata, ché all’asciutto servono ad evitare le smagliature alle donne incinte, ma l’unto non ve lo levate più. Crema mani e piedi? Vi basta della comunissima glicerina, e usate sti benedetti guanti quando lavate i piatti o i pavimenti, cazzo.

Passiamo al bagnoschiuma. E al prodotto per il viso. E al detergente intimo. E alla schiuma da barba. Tutto sostituibile in blocco. Un solo prodotto: sapone di Marsiglia o sapone di Aleppo. Quest’ultimo è in realtà il papà del primo, viene prodotto in Siria, con percentuali variabili di olio d’alloro su una base d’olio d’oliva. Lava di brutto, non secca la pelle e costa di più. Ma si usa per tutto. E non piace solo agli hippy; mio padre, in seguito a diverse vicissitudini dermatologiche, l’ha provato e ora lo usa per tutto, compreso come shampoo. Avendolo provato come shampoo lo sconsiglio alle donne e agli uomini con i capelli lunghi, ma va benissimo per maschietti e donne con capelli corti. Per l’igiene intima, per una mia fissazione, invece preferisco il sapone di Marsiglia. Che poi va bene quello che forse già avete in casa per lavare i panni. Controllate, ma quello classico senza additivi va bene davvero per ogni cosa. Inoltre; saponette sì, saponi liquidi no! Quelli per le mani, avete presente? Durano un decimo di una saponetta e inquinano il triplo con il packaging. Volete mettere tra un involucro di cartoncino leggero e un grosso dispenser in plastica, a volte dentro una scatola di cartone? Investite piuttosto in un buon porta saponette. Ok, ricapitoliamo; bagnoschiuma, sapone mani, sapone viso, detergente intimo, schiuma da barba e shampoo per capelli corti si sostituiscono con un solo prodotto che solitamente non viene venduto con tutti quei flaconi in plastica. Anche se usate ancora shampoo, balsamo, olio di mandorle e glicerina, sarete comunque a 5 prodotti contro 10. (Come minimo, ma poi ce ne sono un’altra infinità). Vogliamo ancora farci fregare? O vogliamo essere belli, puliti e a posto con la coscienza (e con il pianeta ma non siamo qui a fare gli equo solidali, stiamo parlando di bellezza)? Belle senza farsi fregare… non suona male no? (Un aneddoto. C’è stato un giorno in cui il consumo di dentifricio era fermo; come ne sono usciti? Senza colpo ferire, hanno allargato gli ugelli dei tubetti. Chi di voi controlla esattamente quanto dentifricio mette sullo spazzolino?)

Konnie Kardullo Disclaimer: Questo articolo è volutamente generico, perché chi scrive non è né un chimico, né un biologo, né un esperto di cosmetici. Tutto ciò che dico è comunque verificabile online, con contributi di chimici, biologi, esperti di cosmesi, quindi fate andare i ditini e non scassate i marini.

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» ! L L I T E G O T E M I T S ’ T I « LE CASE FARMACEUTICHE SONO I CATTIVI. Indifendibili, è arcinoto, da svariati decenni incarnano alla perfezione tutti gli elementi negativi associati alle corporation. Come entità singole o come cartello (la famigerata Big Pharma), nel generale come nel particolare. Peggio anche delle lobby di tabacco, armi e tonno in scatola, dato che il meccanismo del profitto è leggermente più astruso e, sulla carta, infinitamente più truce (anche se un filo più articolato dell’assioma canonico +malati+soldi). Dalla creazione della gnugna alle varie porcate in Africa, materiale ce n’è. Materiale che non troverete certo qui, è ovvio: la sede e gli spazi non sono adatti per uno storico dettagliato delle zozzerie compiute dalle case farmaceutiche, oltretutto non ho proprio voglia di imbarcarmi in una ricerca così titanica e il cecchino corporativo appostato sul tetto di fronte mi fa cenno di no quindi no, mi dispiace. Poi si dovrebbero scremare le cazzate, e il mare magnum delle dietrologie e dei complottismi nel quale è inevitabile incappare in questa stronza contingenza storica è un forte deterrente. Al limite c’è wikipedia (con Hrundi Bakshi che ringrazia in alto, namaste fratello), o un film non brutto come ‘The constant gardener’ (che vale più per le suggestioni, in realtà, ma quando è uscito molti papaveri di Big Pharma si erano già nascosti sotto il tavolo con uno scolapasta in testa, a titolo preventivo). No, qui si parla in modo parziale, impreciso e tendenzioso, senza alcuna competenza specifica. That’s the way I like it. Superata la premessa metodologica, ecco il piatto forte – fortissimo cazzo, non sto più nella patta:

Un aspetto interessante e relativamente poco noto (ma non aspettatevi una verità inedita: con quello che avete pagato questo giornale ci mancherebbe pure) è quello del disease- mongering. Che è poi, come dice la definizione, la commercializzazione delle malattie.

In soldoni: una casa farmaceutica ha lì un farmaco che vuole piazzare, per una patologia più o meno inesistente. Non proprio inesistente, dato che a monte c’è un’accurata osservazione di quelle che possono essere le ‘aree di interesse’, ovvero aspetti della salute ai quali le persone badano di più rispetto a prima: non esistono vere e proprie malattie ma si registra un incremento nel numero di disturbi, veri o presunti (presunti non nel senso che non fa male davvero, ma nel senso che forse non sono imputabili a quello),

legati a quegli aspetti. C’è un margine, insomma. Per esempio – e la natura dell’esempio è piuttosto calzante – le varie magagne intestinali. Siamo più nutriti, sedentari e piagnoni che prima: il cambiamento progressivo dello stile di vita ha fatto sì che i nostri pancini dessero più problemi. O forse no, ma siamo più ricchi e più mezzeseghe. L’inarrestabile tendenza a focalizzarci sul nostro ombelico ci porta spesso a riflettere su quello che c’è dietro (dietrologia+gastroenterologia = robba forte), e dunque ci facciamo più caso rispetto a prima, quando toccava scendere in miniera all’alba per sfamare i nostri dodici figli e le nostri mogli quindicenni e di tempo per queste fregnacce proprio non ce n’era (e, per inciso, la gente non andava dal medico per un cagotto o per la mancata evacuazione, I suppose, ma forse sono un romantico passatista). Allora la casa farmaceutica ti mette lì un nuovo prodotto, innovativo as fuck, e che cosa faccia questo mirabolante prodotto non è neanche così importante (mi avete preso per un foglietto illustrativo?): la questione è, a questo punto, inventarsi la patologia di riferimento. Ma non si può dire che la si sta inventando, la parola chiave è SENSIBILIZZARE (questa malattia c’è da una vita e miete più vittime dello scolo, come avete fatto a non accorgervene prima, babbi?). Il procedimento è ben rodato. Si prendono un bel po’ di medici e li si invita ad un fondamentale convegno su un disturbo relativamente nuovo, la cui diffusione è in preoccupante crescita: la SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE (in inglese IBS, che nei paesi sassoni se non hai un acronimo ma dove cazzo vai).

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Ovviamente, quelli sono gente studiata, quindi il convegno deve presentare qualche autentico elemento di interesse, qualche effettiva evidenza scientifica. E quali posti migliori per osservare le evidenze scientifiche, per esempio, delle isole tropicali (lo sapeva anche Darwin) o gli atolli corallini? Location comunque di pregio, dove il gotha della medicina mondiale non abbia nulla che lo distolga da un’accurata disamina di questa nuova, insidiosa sindrome - a parte il windsurf, lo snorkeling, i buffet e i cocktail con l’ombrellino. Non è che sia corruzione – jeez, solo un pezzente in malafede la definirebbe corruzione - è una questione di stile, modi. Non è che puoi fare il convegno in una pensione al Lido degli Scacchi, con il catering a base di salama da sugo, nemmeno quello sull’unghia incarnita, perché i luminari (i cosiddetti KOL – Key Opinion Leader, quelli che rap-

presentano la scena insomma) non ci vengono mica. And that’s the point. La comunità scientifica è stata ora ‘sensibilizzata’, il materiale emerso nel corso del convegno (durante il quale un buon numero di cocktail con gli ombrellini sono andati anche ai più puri rappresentanti dei media) è stato diffuso, non resta che inondare di soldi un po’ di altra gente,

mettere in piedi uno studio clinico e aspettare che il farmaco compaia sui migliori banchi del regno (augurandosi che, nel corso dello studio, qualche stronzo cagone non abbia il cattivo gusto di schiattarci, o che almeno non lo facciano in troppi). Quindi, ricapitolando: Abbiamo il nostro farmaco, che non è per cagare troppo né troppo poco. Regolarizza il dolore addominale, forse (responsabile, nel solo 1994 e nei soli USA, di un numero di decessi superiore a quelli causati dai morsi di anatra), o roba così. Abbiamo fatto il nostro bel congresso alle Barbados, in seguito al quale la comunità medica si è finalmente resa conto del flagello rappresentato dalla SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE, una patologia che ora esiste e affligge oceani di persone (dati proprio precisi è difficile trovarne, ma stai a guardare il capello). Abbiamo messo in piedi, o foraggiato, associazioni di pazienti colpiti da IBS e forum su internet, inoltre numerosi giornalisti hanno, del tutto disinteressatamente, pubblicato una serie di articoli sulla faccenda. La comunità delle persone che, in tutto il globo, controllano a fatica lo sfintere e hanno spesso il mal di pancia ringrazia di cuore, con una festosa salva di peti (wink wink). A questo punto non ci resta che salvare il mondo. Per finire, un piccolo episodio, che all’epoca mi ha colpito (da allora bevo solo acqua distillata, mi lavo con acqua piovana e mangio solo fegato di agnello crudo. Ho anche messo la rete elettrificata fuori casa e pago un ninja per proteggermi, ma lo vedo poco): C’è questo film dei Fratelli Coen, uno di quei passamano che i due simpaticoni cagano fuori a

cadenza regolare. Anzi, è proprio un inutile e piuttosto scadente remake di un film più bello con attori più meglio, quasi mi dispiace parlarne e il titolo non ve lo dico, non ci arriverete mai. Le differenze con l’originale sono parecchie ma abbastanza irrilevanti, e vanno tutte a discapito del remake. Tra queste, i personaggi e le loro caratteristiche. Uno di loro – J.K.Simpson, sempre ottimo, il buonismo mi impone di segnalarlo – dà vita a una serie di travolgenti gag incentrate sul suo disturbo. Ne parla proprio un sacco, ne discute con gli altri affermando che si tratta di una malattia vera e che ha conosciuto la sua attuale compagna tramite un’associazione di pazienti affetti da quel disturbo, di cui soffre un’infinità di gente. È proprio una cosa che ti ricordi, alla fine del film, e non si capisce poi bene perché, dato che l’effetto comico è minimo e penosamente datato. Beh, io lo so che non ci crederete mai ma proprio mai, quindi non ve lo dico neanche. Un brutto mondo questo, comunque.

Pilade Fioravanti

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GUERRILLA URBANA Panico in città Dovete sapere che la gente è composta per la gran parte da un ammazzo di zombie. Morti che camminano.

la gente continui a credere che la propria routine non cambi, perché “chissa che cazzo può arrivare di peggio”.

La vera differenza con tali stoici esseri dalla deambulazione a senso unico, è che la gente ha paura. La società attuale ha raggiunto questi due grandi obiettivi con grandi sforzi iniziali da parte dei controllori delle masse (governi, chiunque voglia vendervi della merda di cui non avete bisogno e simili), ma anche grazie all’innata capacità di umana di riuscire ad abituarsi a qualsiasi situazione ricorrente, in quanto la prevedibilità dona sicurezza e a nessuno piace vivere costantemente nel terrore.

Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova. Un proverbio tanto vecchio quanto stronzo (come in effetti la maggior parte dei vecchi), che vuole che voi stessi siate dei vecchi già a 15 anni, e poi dei morti su due gambe a 20. Per comprendere come intervenire per tentare di interrompere questo trend (se siete dei moderni rivoluzionari della coscienza), o semplicemente per conoscere nuovi modi per rompere il cazzo ai vecchi che tanto vi stanno sui coglioni (se siete dei giovinastri che amano far scoppiare le miccette), possiamo farci aiutare da diversi esempi di street art con provata capacità di creare panico nelle masse. Roba fatta da gente con della creatività, non come voi che state leggendo con il solo scopo di copiare il prossimo disegno di Banksy o rubare qualche idea dall’ennesimo francese che colora i muri! Il caso più conosciuto di paranoia generata da street art è stato nel 2007 causato da dei semplici pannelli con LED. Queste lucine ricreavano le fattezze stilizzate di alcuni personaggi di un cartone animato becero (Aqua Teen Hunger Force), e vennero applicate nottetempo in vari angoli più o meno visibili di palazzi nella città di Boston.

La verità che è proprio il terrore costante che questa stabilità venga a finire, porta ad una forzosa ricerca di una pace fittizia fatta di orari prestabiliti, routine interminabili e tante piccole torture senza soluzione di continuità che non permettono di raggiungere una vera felicità o appagamento. L’importante però è che

A parte parecchi adolescenti brufolosi e la totalità dei bambini bostoniani, il resto della

gente probabilmente nemmeno sapeva cosa fossero tali mostriciattoli luminosi, e vennero scambiati sia dalla popolazione che dagli sbirri per delle bombe.

Particolare che aggravò l’escalation di terrore riguardo ai possibili intenti di queste installazioni aliene alla normale faccia della città, era l’espressione arrabbiata dei personaggi. Risultato: la polizia dopo le varie segnalazioni di gente nel panico, ha deciso di far esplodere i malefici disegnini luminosi. C’è da dire che le stesse installazioni sono state riproposte tali e quali a New York e in altre città (si trattava infatti di una pensata pubblicitaria per il cartone animato), dove non hanno avuto alcun effetto particolare. Questo per dimostrare che: a New York tutti sanno chi sono questi personaggi ritardati della TV e che lì la gente ha meno tempo da perdere con certe stronzate, perché è già impegnata a pensare ai cazzi propri. Quindi se in un luogo è facile generare paranoia con un’azione, non è detto che

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la stessa funzioni ovunque alla stessa maniera. Altri casi guerrilla art hanno avuto un minore risalto mediatico, ma vale la pena citarli per capire quanto basti un poco di ingegno e il saper sfruttare l’occasione giusta. Palese e un po’ scontato è il pupazzo di un uomo nudo appeso ad un palazzo di Shanghai poco prima delle Olimpiadi che si sarebbero tenute in Cina. Risultato: donne anziane con attacchi di cuore e tante persone per bene preoccupate per le sorti delle chiappe al vento del pupazzo. Inconsapevole soldato nella guerrilla art è stato anche un estroso cittadino statunitense che durante il natale ha pensato di addobbare la propria casa non solo con luci a strafottere, ma anche con un manichino appeso al tetto. Il manichino era sistemato in una posizione per cui paresse essere una persona che stava sistemando le luci festive, e sotto i piedi del quale era caduta la scala che lo sosteneva. Nonostante non desse segni di vita, diverse persone hanno tentato di salvarlo, riuscendo solo a farsi del male nella loro prova da supereroi. Andando oltre le installazioni o la street art più classica, di norma è sufficiente organizzare un piccolo numero di persone che si comportino in maniera anche di poco fuori

dal normale, senza un preciso scopo, per causare panico e far intervenire le simpatiche forze dell’ordine. Per realizzare un documentario per il London Street Photography Festival del 2011, è stato chiesto a diversi fotografi di piazzarsi per diverse strade Londra e fotografare più o meno insistentemente varie location quali banche, stazioni e simili. É quasi scontato dire che varie security private e la stessa polizia urbana hanno tentato di fermare i fotografi chiedendo spiegazioni e tentando a lungo di dissuaderli. Notare che i fotografi si trovavano su luogo pubblico e non stavano infrangendo alcuna legge. Questo è un ottimo metodo per attirare l’attenzione, rompere il cazzo, far perdere tempo e rompere la routine della noiosa giornata delle guardie private di qualsiasi palazzo sorvegliato. Tali luoghi hanno di norma un fottio di telecamere che dovrebbero sorvegliare soltanto le zone di proprietà dello stabile, quando in realtà sono spesso puntate anche su marciapiedi e zone pubbliche antistanti. Queste aree pubbliche possono essere terreno fertile per sbizzarrirsi senza troppi rischi, educando nel contempo le amiche guardie sui diritti del cittadino

medio. Per chi ama la multimedialità invece citiamo l’esempio di una bambina che si è fatta fotografare in terra come morta, da un’auto di Google Street View, portando terrore nel quartiere una volta divulgata l’immagine. Alla stesso modo molti altri hanno sfruttato Google Street View per rendere più interessanti le strade percorribili virtualmente via Internet. Penso sia evidente che con l’idea giusta al momento giusto, sia semplice e divertente generare, se non proprio panico, almeno una sana paranoia nella gente che ci circonda. Questi esempi sono forse all’apparenza banali e dalla durata limitata, ma nonostante ciò capaci di raggiungere notevoli risultati. Volendo si possono organizzare attacchi di più grande portata e durata, ma tenete conto che la paranoia di norma, fa agire subito la gente per liberarsene, e quindi il rischio di ripercussioni aumenta. Inoltre non bisogna dimenticare che attirare di continuo l’attenzione del passante medio è qualcosa di veramente complesso se voi stessi fate parte di questa massa molle e coesa. Non è un caso che invece di essere per strada ad appendere merda varia sui muri, stiate leggendo annoiati questo articolo, mentre riempite il divano di briciole.

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D’Arte si muore: Pippa Bacca

Dal 1993 circa esistono i Darwin Awards. Per chi non lo sapesse il “premio Darwin” è un titolo simbolico che viene assegnato a chi, rendendo impossibile la propria procreazione (morendo o rendendosi sterile) in un modo decisamente stupido, viene riconosciuto il merito di aver contribuito a migliorare il pool genetico dell’essere umano. I Darwin Awards partono dal presupposto che morire in modo stupido (o rendersi sterili) in un certo senso faccia parte di quella selezione naturale, atta a generare uomini e donne più intelligenti. In poche parole, se muori da deficente, vuol dire che non sei abbastanza sveglio per vivere in questo mondo ed è molto probabile che passerai un po’ della tua idiozia ai tuoi figli e così via... A me viene in mente, per esempio, quel tizio che per truffare l’assicurazione e incassarne il premio milionario, chiese al cugino di amputargli una gamba con una motosega. Al primo contatto dell’arnese sulla coscia, l’arteria femorale ha ceduto dando origine ad un’emorragia a spruzzo, che ne ha determinato il dissanguamento e l’inevitabile morte nell’arco di pochi minuti.

Questo è un modo veramente stupido per morire. Parliamo invece di Pippa Bacca, pseudonimo di Giuseppina Pasqualino di Marineo, nata a Milano nel 1974 e morta in Turchia all’età di 33 anni. Da Wikipedia: Pippa Bacca è morta tragicamente durante la performance itinerante Spose in Viaggio, con cui si proponeva di attraversare, in autostop, 11 paesi teatro di conflitti armati, vestendo un abito da sposa, per promuovere la pace e la fiducia nel prossimo. Per “tragicamente” s’intende che è stata violentata e uccisa da un turco che le stava dando un passaggio. Pippa Bacca, di nobili origini (nipote di Piero Manzoni, artistaconte pronipote di Alessandro Manzoni, famoso per la “Merda d’artista”), dal 1997 aveva deciso di dichiararsi artista performativa e faceva cose tipo prendere delle foglie e ritagliarci delle figure (“La stanza di Verzura”) o prendere delle foglie e metterle in un quadretto (“Surgical Mutation”) o ritagliare pagine di giornale, blister di farmaci, rullini e banconote a forma di omino (“Il ventre dell’Architetto”), ritagliare la sagoma del mondo e appiccicarlo sul soffitto (“Non calpestate l’Africa”)... insomma Pippa Bacca era una che ritagliava delle cose, proprio come fanno i bambini a cui si danno delle forbici in mano. Potrebbe sembrare che Pippa Bacca, artista armata di forbici con la punta arrotondata per non farsi male, abbia avuto la disgrazia di nascere in una famiglia di artisti e provocatori, che non

hanno mai avuto il coraggio di dirle che il suo grande progetto artistico e sociale “Spose in viaggio”, non solo era una cazzata, ma era addirittura pericoloso. Ma forse non è così... Dal sito del progetto artistico leggiamo: «Viaggiare con mezzi poveri mette in relazione il viaggiatore con la popolazione locale; viaggiare in autostop, fa sì che uno straniero si metta nelle mani di altri viaggiatori, ma ancora piu spesso dei locali o di chi dello spostamento ha fatto il suo mestiere. La scelta del viaggio in autostop è una scelta di fiducia negli altri esseri umani, e l’uomo, come un piccolo dio premia chi ha fede in lui.» Il punto è che il mondo è un posto di merda, violento ed ingiusto, e i nobili presupposti della nobile Pippa purtroppo, si sono scontrati con la bestialità dell’animaleuomo. Murat Karatash, il trenottenne turco che l’ha violentata, uccisa e poi ha cercato di far sparire il corpo, evidentemente non aveva quella sensibilità artistisca tale da comprendere il concetto che legittimava quella nobildonna italiana, vestita da sposa, a girare sola in autostop in terra straniera e a lavare i piedi alle vecchiette (facendosi fotografare, moderna Maddalena). Il maschio ha visto solo una donna, no... anzi, una femmina sola, sorridente e bendisposta nei confronti del mondo e la stolta, indisponente e autolesionistica fiducia nel prossimo di Pippa, è stata pagata nel peggiore dei modi. E non importa quanto tu possa credere che il cianuro non sia velenoso, perché per quanto

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forte possa essere la tua convinzione, se lo berrai per dimostrare al mondo che hai ragione, morirai lo stesso come un pirla. Dal sito leggiamo ancora: «I vestiti sono stati realizzati […] con fibre naturali che ne agevolano il lavaggio. Questi tessuti rispettano idealmente l’incontro con la natura, favoriscono la traspirazione con l’esterno e quindi simbolicamente agevolano l’incontro tra anime. [...] Gli abiti sono stati realizzati in 2 copie, l’una delle quali resterà in Italia, intonsa, mentre l’altra viaggerà con le artiste e diverrà una vera e propria opera in progress che subirà numerose evoluzioni durante il corso del viaggio, diventando poi motivo di confronto e riflessione con gli abiti originari al loro ritorno, durante una mostra »

Il sito “Brides on Tour”, che non è mai stato oscurato, riporta ancora tutto l’entusiasmo e l’aspettativa per questo “sogno ambizioso e poetico”, risultando involontarieamente amaro e ridicolo allo stesso tempo. Perchè qui finisce la storia triste e stupida di Pippa, psudo-artista violentata ed uccisa in un paese straniero, ma inizia lo schifo, ciò che dovebbe farvi sentire per forza di cose migliori di certa gente. Quale? I nobili o pseudo-nobili, artistoidi o pseudo-artistoidi snob milanesi, che cascano dal pero. L’autostop pericoloso? Ma no! Un modo trasgressivo ed ultra-chic per viaggiare! Brrr. L’adrenalina!

«Abbiamo optato per questo modo di viaggiare perché presuppone una scelta di fiducia nel prossimo che ti permette di entrare in contatto diretto con le persone del luogo. Perché è un mezzo lento e senza mediazioni economiche» disse Silvia Moro, compagna di viaggio di Pippa, a cui i soldi (e le relative mediazioni economiche) sembra facciano schifo. Il cadavere non era ancora stato spedito in Italia, che la madre di Pippa (Elena Manzoni, sorella di Piero) aveva già organizzato una mostra per esporre l’abito da sposa insanguinato...e allora HO CAPITO TUTTO. Ho inziato questo pezzo parlando dei Darwin Awards, perché se esistono modi stupidi di morire e altresì vero, che esistono anche motivazioni stupide per cui vivere. Credo infatti che la povera Pippa, sia stata concepita, partorita e cresciuta in una campana di vetro (affinché non vedesse le brutture del mondo), motivata ed illusa di un talento artistico inesistente, convinta a partire per quel folle viaggio e infine sacrificata all’altare dell’arte. O della presunta arte, dei presunti artisti col sangue blé, che davvero non sanno più che cosa far per épater la bourgeoisie, cioè loro stessi tra un aperitivo ed un vernissage. Silvia Moro, ad una giornalista della Repubblica, oltre a raccontare che sulla strada venivano scambiate per due angeli e non riuscire mai ad ammettere, almeno in minima parte, che si erano comunque sottoposte ad un rischio per futili motivi, tratta l’uccisione stessa di Pippa come un contributo inaspettato al loro progetto e dice: «Pippa ci ha lasciato qui ora con molti quesiti, in questo indiscutibile dolore, sorprendendoci per come, suo malgrado, stia assolvendo al ruolo di artista che,

destabilizzando le nostre certezze, ci spinge violentemente a chiederci che cosa sia arte, che cosa sia vita e che cosa sia pace. E ci lascia il compito di non arrenderci alle forti contraddizioni che il vivere stesso ci presenta.» Suo malgrado??? Cazzo, è MORTA in un modo orribile! Ed è come se il progetto di Pippa fosse stato legittimato dalla sua morte e, sulla sua morte, altri artisti ci hanno costruito dei castelli delle fate. Jean Van Daele, coreografo olandese, c’ha fatto un balletto. Bingol Elmas, artista turca di 33 anni, ha deciso di proseguire il viaggio di Pippa, ma vestita a lutto. Anche Silvia Moro aveva deciso di proseguire il viaggio per portare a termine il progetto “che non può essere fermato da un mostro”, ma di lei si sono perse le tracce. Alda Merini, a Pippa, c’ha dedicato pure una poesia. A Pippa ----Abito bianco per andare a nozze con la tua morte e con quella di noi tutti Ti sei vestita di bianco ma siccome la tua anima mi sente ti vorrei dire che la morte non ha la faccia della violenza ma che è come un sospiro di madre che viene a prenderti dalla culla con mano leggera Non so cosa dirti io non credo nella bontà della gente ho già sperimentato tanto dolore ma è come se vedessi la mia anima vestita a nozze che scappa dal mondo per non gridare

Jessica Fletcher

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LA PARANOIA... ...DEL MUSICISTA: “REISSUE ‘67” di CUJO

-Pronto. -Sì ciao sono il chitarrista del gruppo Quarto Oggiaro (MI) Violenta. Ti ho chiamato per parlarti della mia strumentazione prima di entrare in studio. -Ciao, dimmi pure. -No niente, è che io uso sette chitarre. -Nessun problema. -Poi vorrei sapere che cosa ne pensi del pedalino “keeper of the soul of the dead”, è un fuzz, che però entra in un altro fuzz, che ha tre oscillatori e per me è importantissimo per il suono che voglio. Lo userei nell’assolo di un pezzo e basta -Ah solo lì? -Sì, ma è la parte fondamentale, è importantissima. -Non conosco il pedalino “keeper of the soul of the dead” ma se per te è importante, usalo pure. -Sì ma io volevo capire se portarlo, cioè se poi non va bene che cosa lo porto a fare? -Ok, quanto pesa? -Circa 2 etti -E quanto è grande? -Poco più di un pacchetto di sigarette di quelli rigidi. -Perfetto, allora portalo comunque. Se lo consideri parte insostituibile del tuo suono magico, forse è meglio non rischiare di non averlo sotto mano.

-Sì ma se poi non lo uso? -Lo lasci nella borsa. -Ma non so se porto la borsa. Pensavo invece di portare il mio amplificatore reissue del ‘67 con i coni vintage g12h originali fatti in Cina ma da operai qualificati americani con nazionalità certificata. Cioè per capirci non è la solita cinesata. Tu che amplificatori hai in studio? -Ho questo, questo, questo e quello. -Mmh. Montano coni tipo i miei? Ma il bias è settato giusto? -Credo di sì. Questo suona un po’ così. Questo suona più così. Questo suona diverso. Quello infine suona come una sottile linea rossa su uno sfondo nero che ad un certo punto ha un piccolo sussulto e si trasforma in una sfera blu per qualche millisecondo per poi tornare a linea rossa continua scossa solo occasionalmente da piccole striature viola a 45 gradi ma senza compensazione. -Ah ok, perfetto. Ho capito benissimo che cosa intendi, uso quello allora e lascio a casa il mio. -Quindi porti la borsa? -No la lascio a casa e il pedalino lo tengo in tasca. E poi pensavo che forse sette chitarre non mi servono. Ne porto sei. -Come preferisci, ma a questo punto non ti conviene portarle tutte e sette? -Eh, non posso, ne ho solo 2. Le altre 5 me le farei prestare, ma una di queste appartiene ad un tipo con cui ho scazzato l’altra sera. -Va bene sei. -Poi volevo chiederti se mi consigli

un delay analogico oppure un delay digitale. Ho paura che quello digitale sia troppo freddo, ma che quello analogico sia troppo caldo e quindi non vorrei usare il delay. -Allora il problema non si pone: non usarlo. -Ma secondo te serve? -Per che cosa? -Per il suono. -Dipende. -Da che cosa? -Da te, da quello che vuoi. -Io vorrei il delay. -Ma esistono solo due tipi di delay, come hai detto tu analogico e digitale, quindi non se ne esce. -Userò quello digitale. -Perché? -Perché tra le due cose preferisco il suono secco. Tipo Steve Albini. -Ma Steve Albini non usa il delay. -No ma per ottenere quel suono secondo me ci vuole il delay. -Ma sei sicuro? Chi l’ha detto? -Lo dicono loro. Quelli delle recensioni. -Loro chi? Quali recensioni? -Quel sito, Sbrockit, quello dove fanno le recensioni dei chitarristi. -Non conosco siti dove recensiscono chitarristi. Semmai dischi. Sei sicuro? -Sì, ci scrivo. -Ma allora sei tu a dirlo, non loro. -No, gli altri lo dicono, io sono l’unico a non dirlo, ma lo penso. -E perché non lo dici? -Perché mi controllano. -Chi?

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-Quelli del sito! I recensori. -Allora fammi capire. Riassumendo vuoi un suono secco tipo Steve Albini, ma con delay, che Albini non usa, perché quelli del sito dove scrivi tu dicono che per ottenere quel suono ci voglia il delay, tu sei d’accordo ma non lo dici pubblicamente perché loro ti controllano. É così? -Esattamente -Mi sfuggono però le conseguenze. -Di che cosa? -Del fatto che ti controllino. Ti controllano -va bene- ma se affermi pubblicamente che per avere il suono di Steve Albini ci vuole il delay -dando loro ragione- che cosa ti succede? -Non posso parlare di questa cosa. Non puoi immaginare. -Per me non ha senso. Stai bene? -Sì, mi sento tranquillo perché ora sono barricato in casa e ho attivato il sistema video a circuito chiuso che controlla tutti gli ingressi. -Gli ingressi di casa tua? -No, dell’amplificatore. Ho una telecamera puntata su ogni ingresso dell’amplificatore per chitarra. Quello reissue del ‘67 che ti dicevo prima. -Stai scherzando...

...DELL’INQUILINO: “C’È UNA PORTA CHE SI APRE SEMPRE ANCHE DI NOTTE” di KEISUKE YAMATO Si sa che cosa succede, ma non si sa perché succede. In questi casi qua si dice siamo nel campo delle ipotesi, che deve essere un campo niente male il campo delle ipotesi, che ci puoi incontrare Jim Morrison che non è morto ma ha aperto un bar con Elvis. Per esempio. Non ho fatto il corso da commissario, però mi ricordo che prima di cena c’erano Derrick e Colombo e allora la prima regola la so anche io. La

-Sono serissimo. Fare così è l’unico modo! -L’unico modo per che cosa? -É l’unico modo, ti dico... -Va bene, ma è l’unico modo per fare che cosa? -Se non faccio così va a finire che entrano nella sala prove. -I recensori? -Sì loro. Entrano. -E poi? -E poi è meglio che non te lo dica che cosa fanno. -A questo punto ti prego di dirmelo. Vorrei aiutarti, se posso. -Non puoi, nessuno può. Prima o poi ce la faranno ad entrare. Nessuno può farci niente. Non voglio trascinarti con me in questa cosa, rischi grosso. Almeno io so come gestirla. -E come la gestisci? -Ho cancellato tutti i numeri, tutte le serigrafie, ogni tacca dall’amplificatore, e ho staccato i potenziometri, in modo tale da renderlo inutilizzabile persino da me. E prima di farlo ho estratto un campione elettroacustico del suo suono così come l’avevo regolato io, l’ho trasferito su una chiavetta USB con riconoscimento della mia impronta digitale e

prima regola dice -Partire dai fatti. I fatti sono che nella cittadina di T. c’è il condominio G. G dal nome della via, la via dal nome di uno che è stato prima in un posto poi in un altro e poi in un altro ancora e così via, fino a che non è tornato in Italia e ha detto Bella l’Italia però c’è troppa confusione, facciamo che l’Italia è una sola e allora sono partiti lui e altri 999, poi c’era il re che ancora non era il re di tutta l’Italia, ma deve avere pensato che era una buona idea quella Facciamo che l’Italia è una sola e allora ha dato una mano. Insomma, G. quello lì. Nella palazzina B ci sono 5 piani e c’è l’ascensore e ci sono le scale. Le scale

ho depositato questa nella cassetta di sicurezza di una banca estera. -Che senso ha tutto questo? Dimmelo, ti prego! -Dovresti esserci arrivato da solo. -invece no. Aiutami tu. -Credimi, non vuoi saperlo. -Credimi tu, voglio sapere che cosa sta succedendo. -Va bene, farò come vuoi tu. Te lo dirò. Ma sappi che da adesso la tua vita sarà diversa. Si tratta di questo: Loro vogliono rubarmi il suono. -Tutto qua? -Tutto qua?! Sei impazzito? Credi che avrei preso tutte queste precauzioni, compresa la decisione di uccidermi ora, se non si trattasse di qualcosa di importanza vitale per tutti? Sei un poveretto e mi fai pena. -Ucciderti? -Sì, ora. -No dai. -Addio.

e l’ascensore vanno negli stessi posti. Ogni tanto salendo le scale ci sono delle porte che danno su dei balconi. Di solito le porte sono chiuse. E non solo nel condominio G, dappertutto. Quel tipo di porte lì, di solito, sono chiuse. Però ce ne è una, nella palazzina B, che è aperta. Sempre aperta. Perché? Non si sa. Hanno provato a chiuderla, e chiudersi si chiude, però poi, dopo un po’, la ritrovano aperta. Chi l’ha aperta? Non si sa.

non c’entra niente con la nouvelle vague, ma c’entra con il dentista nel senso che è la madre del dentista. La signora si chiama La Soglia.

Ho parlato con chi vive nella palazzina B. C’è un po’ di tutto.

La Soglia di nome e di fatto, che sulla soglia ci vive. Quando sono entrato nel palazzo lei mi aspettava, appena dietro l’uscio socchiuso. Io lo vedevo che era socchiuso, vedevo la striscia di buio tra la porta e lo stipite. La striscia si è allargata e quando è stata grande abbastanza per farci passare la signora, la signora era lì.

C’è un dottore al piano terra che però fa anche il dentista, e c’è una signora della porta accanto che

Mi ha fatto un sacco di domande, una roba lunga, che se questo fosse un pezzo su di me, per dire,

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basterebbe metterci dentro quelle domande lì e le risposte e sarebbe già bell’e pronto. Invece non è un pezzo su di me è un pezzo su qualcosa che non si capisce perché. Ho chiesto alla signora La Soglia della porta che sta su, tra il quarto e il quinto piano, ed è sempre aperta. Dice che lei non lo sa, perché vive al piano terra e su non ci va mai, al massimo sale al primo balcone. Al primo balcone ci tengo i gerani, mi dice. Abbassa la voce, Secondo me, è colpa della signora Inda Camera. La signora Inda Camera sta al quinto piano. Quella là, mi dice, è cattiva. Cattiva perché? Cattiva perché è pugliese. Va bene, le dico. Ho preso l’ascensore e sono salito al quinto piano. Mezzo piano più in basso c’era la porta aperta sul balcone. Sono sceso e ho guardato fuori. Un pezzo di un campo e poi alberi e condomini gialli, più alti e più grandi. Ho controllato se c’era qualcosa che bloccava la porta, ma no. L’ho chiusa e ho aspettato. Nessuno si è fatto vivo. La porta è rimasta chiusa. Sono risalito per tornare all’ascensore. L’appartamento di fianco aveva una targhetta sulla porta, c’era scritto Inda Camera. Ancora più a sinistra c’era un’altra porta, niente targhetta. Sul muro c’era un campanello, sul campanello le iniziali R.B. e un numero di telefono. Ho suonato, ma non ha aperto nessuno. Ho telefonato, ma il telefono ha detto che il numero non esiste. Dal basso è arrivato una specie di freddo. Mi sono girato e la porta era aperta. Al terzo piano c’è una famiglia del Maghreb.

Da tre ai quindici componenti, dipende dai giorni. Così almeno dice la vedova Ciaocaro, terzo piano anche lei. La vedova Ciaocaro è di Ferrara. Nata a Ferrara. Mi ha detto che ci sono dei giorni che sente arrivare da sopra una specie di freddo. Le ho chiesto É mai salita a chiudere la porta? Una volta che era notte, che ero stata a ballare il liscio. Poi? Poi io mi alzo presto, che non dormo quasi mai, mi alzo presto, diciamo le 5. Mi è venuta in mente la porta e sono uscita in vestaglia. C’era un freddo che veniva giù da sopra. Una specie di freddo. Ho chiesto alla vedova Ciaocaro della signora Inda Camera. La signora Inda Camera è una brava

donna, mi dice. Una donna simpatica, che i pugliesi sono sempre simpatici. Le ho detto quello che dice la signora La Soglia. La signora La Soglia non è una brava persona. É invidiosa. Invidiosa perché? Invidiosa perché è di Torino. Va bene, le dico. Ho pensato che potevo salire ancora a chiudere la porta e poi suonare alla signora Inda camera, ma la vedova Cioacaro mi ha detto che la signora Inda Camera non c’era. Avevo pensato a voce alta, si vede. La signora Inda Camera è partita 10 giorni fa. É andata a Gallipoli. A Gallipoli ci vive la sorella.

una per appartamento, ma non risponde nessuno. I fatti sono che c’è una porta che è sempre aperta, ma non si sa chi la apre. La puoi chiudere, ma si apre. Qualcuno la apre, ma non si sa chi.

Al quarto piano non c’è mai nessuno. Giovani. I giovani sono sempre in giro. E infatti io suono tre volte,

Magari è solo che si chiude male, ho pensato. Ho salutato la signora la Soglia che tanto era lì a tenere d’occhio l’ingresso. Appena fuori, mi è suonato il telefono. Ho guardato ed era il numero che c’era sul campanello, quello al quinto piano.

Una porta che sta sempre aperta d’estate non è un problema, ma d’inverno mica sei tanto contento. Ho preso ancora l’ascensore e sono andato a chiudere ancora la porta, ma senza aspettare poi più niente. Sono sceso a piedi. Tra il terzo e il secondo piano ho sentito un scatto come di serratura e una specie di freddo.

Mica ho risposto.

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...DEL LIBRAIO: “E IL SOLE SORGE ANCORA” di Mal Comune Il bar sotto il mare non soddisfò lo straniero. Per lui l’idiota che considera l’aragosta un perfetto equilibrio tra i nutrimenti terrestri è l’eretico tra i miserabili. Pensando ai soldi bruciati e cercando di soffocare la nausea si alzò e a voce alta disse: “addio, e grazie per tutto il pesce”! “La condizione umana rende gli indifferenti solo cavie” pensò con gli occhi rivolti al cielo. E lasciandosi con furore il mare alle spalle, sulla strada per i sentieri dei

nidi di ragno scorse l’arcobaleno della gravità. Quando esso accende le linee d’ombra ogni cosa è illuminata, anche un istante nel vento. “Se una notte d’inverno un viaggiatore scorge la via radiosa” pensò con gli occhi negli alberi “può anche comprendere la vita degli insetti e il sesso delle ciliegie”. Il paese delle prugne verdi, dove arrivò, era noto per la cattedrale e la fattoria degli animali. Qui la sua fame era destinata all’estinzione. La lingua della città era la stessa e le correzioni sul menu ricordavano che la festa del caprone era terminata, ma che era ancora l’anno della lepre. Ordinò. Nel tavolo vicino un padre obbediente e dai denti bianchi parlava di schifose

stranezze: “per mangiare il piccione il trucco è continuare a respirare”. Allungando il naso verso le braci stupore e tremori lo colsero. Il profumo gli rimembrò lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte. Indicando il garzone del macellaio il viaggiatore sfortunato urlò “vergogna! Se questo è un uomo” aggiunse “allora io sono il conte di montecristo”! Mettendosi in fuga pensò che quelli, gli inconsapevoli, infoltivano il museo della resa incondizionata e non c’era espiazione per loro. “Mai mi confonderò con la macchia umana” disse a se stesso “a costo di vivere cent’anni di solitudine”. Correndo a ritroso via dalla pazza folla prese la strada del corvo. Senza

sigarette le sue condizioni nervose erano al culmine della disperazione. Con la chiara luce del giorno si trovò davanti una città di nuova fondazione. Il suo nome era paese fortunato. Il colore viola dell’alba cancellò con una dissolvenza in nero le ultime della notte precedente. Nella via principale, tra la stanza dei giochi e la bottega dei miracoli si ergeva il ristorante al termine dell’universo. Entrò e si fece servire la colazione dei campioni. “Te la meriti” disse il padre morto, osservandolo gustare le particelle elementari di ogni singola briciola. E questa è la fine della storia.

(Il libraio paranoico vede titoli di libri ovunque. Li vedi anche tu?)

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CELO DI PIOMBO

Una torbida storia a puntate, di quando qui era tutta campagna. Era uno di quei giorni in cui rimpiangi di non essere nato rettile. Il caldo dava alla testa e i cubetti di ghiaccio nel mio scotch si scioglievano alla stessa rapidità con cui la brillantina sui capelli mi colava lungo tempie, zigomi e poi in bocca, aiutata dalla lingua, che sembrava apprezzare quella viscida freschezza. Una lingua strana la mia, incomprensibile. Alle dieci del mattino ero già di pessimo umore. Stavo per andarmene in una qualche bettola a riflettere sul fallimento della mia esistenza - magari, cogliendo l’occasione, avrei pestato qualche

messicano in un vicolo - quando dietro alla porta a vetri apparve una visione celestiale.

Una silhouette che sembrava uscita da un catalogo di biancheria femminile, di quelli che negli anni della Depressione

noi ragazzini vendevamo agli agenti di commercio arrapati per un nichelino o una soda. Sfortunatamente, la vita mi ha insegnato a diffidare delle visoni celestiali, come degli agenti di commercio arrapati. Soprattutto degli agenti di commercio arrapati. Basta distrarsi un attimo e… dannazione, avete capito. La porta si aprì e il verbo si fece carne, carne estremamente solida (se afferrate cosa intendo). Due metri e quindici di donna almeno due di gambe – capelli biondi e bocca piena di denti, stretta in un tailleur che gridava strappami a morsi, con un seno

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che pareva affetto da acromegalia e uno di quegli sguardi che ti fanno pentire di non aver messo le mutande pulite, questo mese. “Cosa posso fare per lei?”, chiedo in tono professionale versandole quattro dita

di scotch, che butta giù come fosse orzata. Riempio nuovamente il suo e il mio bicchiere. Tace, passa qualche secondo in cui entrambi osserviamo attentamente la rispettiva mercanzia, poi rompe il silenzio con una domanda piuttosto bizzarra: “Lei che cosa sa della scomparsa delle api?” Proprio quello che mi serviva, un’ altra sciroccata… Cerco comunque di non scompormi e rispondere con tutta la naturalezza di cui sono capace. “Non molto, ma conosco un apicultore molto ferrato sull’argomento, dovrebbe chiedere a lui. È proprio qui, nei miei pantaloni, ma sia gentile, è un tipo irritabile”, dico, per rompere il ghiaccio. La formula è rodata, funziona sempre. Tranne questa volta. “Il suo umorismo è cattivo

almeno quanto le sue bibite, amico. Forse ho sbagliato a venire qui...”, gira sui tacchi e si dirige verso la porta. A quel punto la blocco con un sinistro sulla nuca, senza però atterrarla. Coriacea, la stangona. Approfitto comunque del suo stordimento per tirarle una gomitata sullo zigomo, pestarle con decisione un piede e stringerla tra le mie braccia. Fa per divincolarsi, ma otto anni in marina mi hanno insegnato ad avere la meglio su donne ben più robuste - oltre a una serie di altre cose sulle malattie veneree e i popoli asiatici che forse un giorno vi racconterò. È bloccata tra le mie braccia e non tenta nemmeno più di resistere. “Calma dolcezza, fa troppo caldo per arrabbiarsi, e agitandosi rischia di rovesciare lo scotch. È scadente, lo so, ma le mie finanze non mi permettono di meglio, e riesco anche a farci andare la macchina.” “Forse possiamo aiutarci a vicenda”, dice tergendosi il sangue dal viso - con una sensualità che raddrizzerebbe anche un francese. “Vada avanti”, le dico in tono circospetto, mentre butto giù anche il suo bicchiere caricando tutto il mio peso sul tallone che poggia sul suo piede. E che piede gente. “Dei massoni, cosa mi può dire dei massoni?” “Innanzitutto, zucchero, mettiamo in chiaro una cosa. Oggi sono di cattivo umore, e gli unici che mi possono interrogare sono gli sbirri, quando riescono a pescarmi. Ma in quel caso è più facile che vogliano solo darmi una ripassata. Una volta, in terza elementare, una suora ha provato a interrogarmi: credo zoppichi ancora, quella povera pinguina. E poi, anche su questo sono poco ferrato. Ricordo quello che diceva mamma, “Non ti fidare di uomini che indossano

un gonnellino e tramano per influenzare l’economia e la politica mondiale: se le loro intenzioni sono così limpide e umanitarie allora perché ricorrono a un linguaggio e a una ritualità ostentatamente esoterici? Certo, l’origine corporativa spiega certe cose e l’edilizia che si fa metafora dell’edificazione di un “tempio della virtù”, come immagine funziona, tuttavia sono stati, per secoli, terreno fertile per la nascita e la diffusione di molte tra le peggiori devianze sociopolitiche. Alcuni tra i più spietati tiranni erano massoni, come pure tutti i più sanguinari colonialisti. Senza cadere nei facili sillogismi, se non si può affermare che tutti i massoni siano cospiratori maneggioni e reazionari, si deve comunque riconoscere che è dalle fila della massoneria che sono venuti fuori molti dei truci personaggi che hanno segnato la storia. Anche i loro più acerrimi nemici sono da sempre gente orrenda, è vero, ma tu diffida comunque di quelle persone figlio mio ”. “Una donna sveglia”. “Una completa mentecatta, e una gran donna. Si attaccava alla bottiglia e iniziava con questi interminabili sermoni. Alcuni dicevano che aveva simpatie bolsceviche, e mi consigliavano di farla internare. Ho preferito abbatterla io stesso. Poi ho fatto cadere la colpa su un vagabondo e sono partito per la California. Poco dopo ho saputo che l’hanno impiccato. Ma non sei venuta qui per parlare della mia vecchia, giusto?” “Questo lo lasci decidere a me. Soprattutto, sono qui perché voglio che cerchi una persona.” (continua)

Pilade Fioravanti

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International Pop Conspiracy 1 “PROVERBS FOR PARANOIS, N°3: IF THEY CAN GET YOU ASKING THE WRONG QUESTIONS, THEY DON’T HAVE TO WORRY ABOUT ANSWERS.” Thomas Pynchon Sostenere che è in atto una cospirazione da parte delle Major discografiche che rincitrulliscono a colpi di Pop (dove per Pop, intendo la musica di Massa creata per la Massa) a danno del rumore (che invece è la forma più pura e antica di musica) può sembrare assurdo, ma se mettiamo insieme tutti gli elementi ci accorgiamo che questa cospirazione è talmente alla luce del sole che non sembra nemmeno reale. La musica che siamo abituati ad ascoltare, la melodia, i ritornelli che non si staccano dalla testa, il ritmo in 4/4, la forma canzone, sono tutti sistemi di propaganda dei falsi valori su cui lucra il Sistema . Negli anni ’60 i Jazzisti che praticavano il Free Jazz sostenevano che suonare un ritmo ripetitivo in 4/4 fosse espressione del Nazismo, in quanto ricalcava il ritmo delle marce militari. Mentre seguire una struttura rigida, come quella della forma canzone, fosse fascista come ogni gabbia imposta dall’alto. Adattarsi ai canoni melodico/armonici occidentali invece, è razzista perché è quello che vogliono sentire i bianchi. Per gli occidentali infatti, i brani devono essere per forza tonali e seguire il sistema cromatico temperato. La musica occidentale si basa su un sistema tonale, che prevede gli intervalli tra le note al minimo dei semitoni, ma nel resto del mondo questo non succede, infatti molta della musica orientale si basa sui quarti di tono, ossia intervalli ancora più stretti che, all’orecchio degli occidentali, suona sbagliato.

Senza andare troppo lontano, ascoltate i lavori di Joe e Matt Maneri che sono basati interamente sui quarti di toni e vi sembreranno stonati. In realtà il vostro orecchio non sa come interpretare tali intervalli e la vostra mente, plagiata dal Sistema, non riesce a pensare ai quarti di tono come ad intervalli accettabili. Questo fa sì che cercare di capire gli altri, attraverso la musica, ci risulta molto difficile e la cosa più facile da fare, quando non si capisce, è odiare ed emarginare... La soluzione trovata dai Jazzisti Free per non farsi schiavizzare artisticamente fu suonare il più velocemente e violentemente possibile, evitare ogni forma di ripetizione ritmico melodica ed improvvisare. Fare insomma in modo da non essere legati ad uno spartito e a strutture pre-impostate dai bianchi, recuperare le radici africane in segno di ribellione alla supremazia culturale occidentale e al capitalismo e riappropiarsi del suono nella sua forma più pura, gioiosa, primitiva, liberatoria e libera. E quale sarebbe questa forma di suono? Ma ovviamente quello che molti chiamiamo in modo dispregiativo rumore. La Musica è nata dall’imitazione dei suoni della Natura ed era un modo per entrare in contatto col Divino, oggi i suoni della Natura sono considerati rumori e la musica non ci mette in contatto con Dio, perché serve a fare soldi.

2 “WHAT IF DEATH IS NOTHING BUT SOUND?” “ELECTRICAL NOISE.” “YOU HEAR IT FOREVER. SOUND ALL AROUND. HOW AWFUL.” “UNIFORM, WHITE.” Don De Lillo Il Rumore è politicamente scorretto, è violento, è imprevedibile, è liberatorio, è primitivo, è gioioso. Le persone tendono a confondere

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il rumore con la confusione, perché questo è quello che ci hanno insegnato: Melodia = bello / Tutto il resto = rumore =brutto Ma ciò che veramente è fastidioso, cacofonico, disturbante è il suono che produce la società. Il vero casino è quello del traffico, delle fabbriche, delle radio dei centri commerciali, dei DJ e degli annunciatori dei telegiornali, le suonerie dei telefonini, insomma tutto quel sottofondo privo di contenuti frastornante e distraente, voluto dai piani alti per tenerci occupate le menti mentre facciamo quello che ci vogliono far fare. Vi siete mai chiesti perché ogni catena abbia una propria radio? Radio Mc Donald’s, Radio Brico, Radio Iper ecc esistono perché, attraverso il lavaggio del cervello, devono metterci nella condizione mentale giusta per COMPRARE! E cosa ascoltate i queste radio? Ma il Pop mie cari. Che poi Pop starebbe per “popolare”, eppure non è la musica del popolo, bensì la musica per il popolo. Panem et circenses dicevano i latini, musica concessa dall’alto per il popolino ignorante da mantenere nella propria compiaciuta ignoranza. Dato negli ultimi anni alle radio e alle TV si è affiancato un nuovo Media, il Sistema ha deciso di inquinare di Rumore Bianco anche la Rete ed il gioco si è fatto ancora più subdolo. Dato che la Rete è considerata uno spazio di espressione veramente libero, allora rendiamolo ancora più libero, in modo da tenerlo sotto controllo o meglio che si tenga sotto controllo da solo. Sembra un controsenso, ma non lo è. Myspace, YouTube, Soundcloud, Vimeo, Flickr, Photo Bucket, Blogger, Wordpress ecc. sono tutti spazi in cui chiunque può caricare i contenuti che ha creato e renderli accessibili a miliardi di persone, “figata” direte voi e invece no! Una volta chi rendeva pubbliche le proprie opere era un Artista e non era così facile come adesso, dovevi passare attraverso vari filtri (editori, critici, ecc.), ora invece che tutti possono pubblicare il proprio lavoro, tutti possono fare gli artisti, ma se tutti sono artisti, nessuno è Artista, nessuno è nuovo, nessuno è rivoluzionario: ecco che il mondo dell’Arte, da sempre la vera avanguardia anti-sistemica, è stato annullato in un battibaleno. Il pubblico si è talmente abituato ad avere accesso a tutte le opere che vuole, che non gli importa più di

poterne fruire, è assuefatto dalla sovrainformazione e dalla sovraproduzione. Non esiste solo la ”musica-carta-da-parati” come la chiamava Zappa, ma anche il “brusio-carta-da-parati” che non lascia al cervello il tempo di fare attenzione ad altri suoni, che non siano quelli che il Sistema vuole che ascoltiamo, ma soprattutto non lascia spazio al silenzio. Il silenzio è il luogo della riflessione, della meditazione, della pace, ne abbiamo bisogno. L’alternanza suono/silenzio fa parte del ciclo biologico della vita, come l’alternanza giorno-notte e Loro non vogliono che ne beneficiamo. Un compositore come John Cage, che ha basato buona parte della sua ricerca sullo spazio tra i suoni, che ha esaltato il concetto di silenzio incorporando nel proprio lavoro teorie Zen e ha usato i rumori come note, è etichettato come un freak, un originale ed i suoi brani al massimo possono essere considerati strani, eccentrici, roba sperimentale, ma non belli!

3 “WHY SHOULD THINGS BE EASY TO UNDERSTAND?” Thomas Pynchon La bellezza è solo quella pulita, prevedibile, replicabile, quella insomma che è facile da capire perché segue dei cliché ben noti che non richiedono uno sforzo interpretativo o critico. Il Pop è accettato perché è orecchiabile, ti cattura al primo ascolto, da un senso di positività, di sicurezza, non destabilizza le tue certezze, manda messaggi superficiali, non richiede attenzione, spesso è ballabile, le sue strutture (sia armonico melodiche che compositive) sono rigide e ripetitive e soprattutto, i brani Pop commerciali, sono talmente tanto promossi da radio tv ecc, che è impossibile per alcuni pensare che possa esistere un altra forma di bellezza musicale. Il fatto è che questa semplicità, immediatezza, e positività del pop sono completamente falsi, visto che alle spalle c’è un lavoro enorme di composizione del pezzo, tutto è finalizzato all’essere il più fruibile e leggero possibile. Il messaggio che ne esce è quello di non pensare, di prendere le cose alla leggera e di essere superficiali, se lo è il vostro idolo Pop dovete esserlo anche voi!

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Scendere in profondità è depressivo, da nerd, roba da sfigati, da secchioni. Lo scopo del Pop, della musica di plastica, della musica commerciale, è di allontanare la mente dalla realtà, è di dare l’ illusione che i problemi non esistano. Il Pop è diventato il nuovo “oppio dei popoli” e funziona benissimo laddove la Religione non arriva, ossia sui giovani... e poi vogliamo parlare di quando le due cose si fondono? Christian Death, Christian Rock ecc. intere generazioni sotto il tiro incrociato di Pop e Religione = intere generazioni di cittadini sottomessi, ottusi e manipolabili.

4 BROCK VOND’S GENIUS WAS TO HAVE SEEN IN THE ACTIVITIES OF THE SIXTIES LEFT NOT THREATS TO ORDER BUT UNACKNOWLEDGED DESIRES FOR IT. WHILE THE TUBE WAS PROCLAIMING YOUTH REVOLUTION AGAINST PARENTS OF ALL KINDS AND MOST VIEWERS WERE ACCEPTING THIS STORY, BROCK SAW THE DEEP — IF HE’D ALLOWED HIMSELF TO FEEL IT, THE SOMETIMES TOUCHING — NEED ONLY TO STAY CHILDREN FOREVER, SAFE INSIDE SOME EXTENDED NATIONAL FAMILY. THE HUNCH HE WAS BETTING ON WAS THAT THESE KID REBELS, BEING HALFWAY THERE ALREADY, WOULD BE EASY TO TURN AND CHEAP TO DEVELOP. THEY’D ONLY BEEN LISTENING TO THE WRONG MUSIC, BREATHING THE WRONG SMOKE, ADMIRING THE WRONG PERSONALITIES. THEY NEEDED SOME RECONDITIONING. Thomas Pynchon Se la musica mainstream fosse veramente musica del popolo il Potere sarebbe sempre in pericolo costante, perché la musica crea consenso, aggrega, fa cultura ed è troppo potente, per essere lasciata nelle mani della gente. Negli anni ’60 quando nella Top Ten c’erano band che facevano musica completamente

nuova, derivata dalla musica nera, con messaggi anti-militaristi, pacifisti ed ecologisti e quindi in completo contrasto con le principali fonti di lucro economiche (ossia la guerra e la plastica), i Signori della Guerra e della Finanza hanno pensato bene di combattere questi nemici, incorporandoli nel Sistema! Il Sistema ingloba ciò che gli costerebbe troppo (sia in termini economici che di immagine) combattere apertamente. Gli esempi di questa startegia sono innumerevoli, uno è quello del Jazz. La parola jazz in slang significava rumore, i jazzisti ed in particolare chi suonava be-pop, era senza catene, selvaggio, all’avanguardia e per questo faceva paura a chi vedeva in loro, dei “corruttori” della morale. Quindi i bianchi hanno cominciato a suonare la loro forma - annacquata e resa presentabile nei salotti buoni - del be-pop, se ne sono impossessati, l’hanno commercializzata e piegata ai propri comodi. Oggi difficilmente possiamo pensare a qualcosa più mainstream e patinato del jazz classico o della fusion, è il Pop dei palati più raffinati. Altro esempio eclatante è la House. Nata negli anni ’80 in un locale gay e nero (il Warehouse, ex magazzino industriale in disuso) dei sobborghi di Chicago, poteva essere prodotta in casa da chiunque (da qui e da Warehouse deriva il termine House) veniva suonata in vecchi edifici industriali abbandonati, in rave party che duravano giorni - una versione ultra tecnologica dei riti tribali in cui il DJ era il Gran Sacerdote. Era un modo di riappropriarsi dei luoghi che la società non voleva più, accogliendo tra i propri adepti ogni tipo di minoranza, era musica che arrivava dal basso e si poneva in aperto contrasto con il resto della società. Oggi ogni discoteca organizza serate House e la gente non ha la minima idea di cosa sia stata in origine. Oggi è musica al servizio del sistema, le “mega discoteche tamarre” chiudono solo se ci scappa il morto, i locali indie/ alternativi invece, sono sotto il tiro continuo dei colpi più bassi della Burocrazia: disturbo alla quiete pubblica, non adeguatezza agli standard di sicurezza (che se dovessero essere applicati alla lettera sarebbero talmente costosi, che solo chi ha a disposizione ingenti capitali potrebbe aprire un locale), controlli sul lavoro nero, tasse assurde ecc. In discoteca la gente si distrugge la mente a

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furia di droghe sintetiche, è stordita dal martellìo incessante della Techno, è schiava delle mode, segue la massa a testa bassa e dà sfogo agli istinti più bassi. La discoteca è uno dei luoghi privilegiati dell’annullamento dello spirito critico, è la retroguardia più arretrata del Sistema “culturale”. Chi le frequenta è facilmente manipolabile e per questo fa comodo alla Potere Tecnocratico che ci comanda e che vuole renderci innocui, facendoci credere di essere rivoluzionari. Quando hanno chiuso Napster, ci hanno detto che scaricare da e-mule non era legale, ci hanno fatto credere che scaricare fosse dannoso, ma in realtà ci stavano conducendo dove volevano Loro. Proibite ad un ragazzo di 15 anni di fumare e lui correrà a comprarsi un pacchetto di sigarette! Il mercato discografico negli ultimi anni ha perso completamente quella fascia di musicisti di livello medio, che permettevano all’industria delle etichette alternative di esistere. Le grandi case Discografiche sapevano di essere abbastanza forti da reggere alla bordata dello scarico selvaggio della rete, perché se si fossero concentrate sui grandi nomi, avrebbero lasciato privi di fondi i pesci piccoli. É nell’interesse del Sistema che i grandi siano sempre più grandi ed i piccoli sempre più piccoli, perché così i grandi diventano colossi invincibili e l’underground, che da sempre è il terreno più fertile per le novità, deve vivere delle briciole. Ed è così che nascono le guerre tra poveri, è così che il popolo si frammenta, si divide è così che ci si libera del dissenso.

SIGNORI SVEGLIAMOCI! LA RIVOLUZIONE È ANCHE SONORA! RIBELLARSI AL POP È RIBELLARSI AL SISTEMA! W IL RUMORE, W LA VITA!

E.T.

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Dischi al contrario Quale migliore esempio di messaggi subliminali se non i popolarissimi dischi suonati al contrario! Nonostante al giorno d’oggi non siano più trattati col rispettoso timore di un tempo, ne avrete sicuramente sentito parlare e magari avrete tentato di invertire qualche canzone per trovarne o, più facilmente, sarete andati a cercare su Youtube versi suonati invertiti già pronti per i vostri culi pigri. Fino a non molto tempo fa però bisognava prendersi la briga di spingere un vinile contro la propria natura, contribuendo a sputtanare la puntina e magari il motore del giradischi di papà. Questo è ciò di cui parlavo! Rispetto! Rischiare dei calci in culo per fruire al 100% il prodotto partorito dalle geniali menti di musicisti che ormai si vendono pure le mutande per pagare lo psichiatra e le pastiglie di Cialis.

Per quanto fosse un’idea simpatica all’epoca, c’è da chiedersi come abbia fatto a raggiungere tale popolarità nel mondo dei messaggi subliminali, visto che in realtà le frasi al contrario non abbiano alcun potere subliminale di qualche valore, ne si prestino più ad essere uno scherzo ingegnoso di qualche musicista che si crede troppo simpatico. La risposta è semplice e la si incontra spesso nel mondo della musica: i fottuti Beatles. Loro il primo pezzo registrato con un messaggio al contrario, e loro il pezzo che ha dato via alla diffusione di massa a questa mania di cercare frasi rovesciate. Alla fine degli anni ‘60, i giovani o scopavano, o ascoltavano musica. Un appartenente a quest’ultima categoria pensò bene di mettersi a far ruotare un vinile dei Beatles per di là invece che per di qua e, giunto alla

traccia di Number 9 (una cacofonia di suoni apparentmente a caso), potè ascoltare la fatidica frase “turn me on dead man”. All’epoca, tanto per non risparmiarsi proprio nulla, i Beatles erano già considerati un gruppo controverso senza bisogno di queste stronzate, ma come già detto, la gente non aveva un cazzo da fare a causa della mancanza di Internet e dei reality show di MTV, quindi aveva preso piede la voce che Paul McCartney fosse schiattato e fosse stato sostituito da un alieno mutante. Ci volle quindi poco ad associare il provocatorio messaggio sverso di Number 9 a quest’altra leggenda metropolinata. Il giovane masturbatore di vinili si prese quindi la briga di chiamare una radio e a divulgare la propria scoperta, il DJ (nota categoria senza argomenti ne’ voglia di lavorare) prese la palla al balzo e gli lasciò il microfono aperto mentre andava al pub lì vicino. Non passò molto tempo che altra gente senza un cazzo da fare cominciò a rovinare i propri vinili, e per non deludere i propri fan (che allora pagavano per procurarsi dischi) i musicisti presero ad inserire frasi al contrario nelle proprie canzoni. In tutto questo marasma naturalmente non potevano esimersi dal dire la loro dei gruppi religiosi che, volendo distruggere il rock’n roll per favorire l’ascesa di un maggiore numero di anime al paradiso e dirottare i soldi che la gente spendeva per i dischi verso le offerte della Domenica mattina, dichiararono guerra a queste simpatiche trovate,

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asserendo con totale certezza che le attivissime e geniali menti di hippie fattoni, e rockettari senza un diploma, potesse captare il significato di frasi dette al contrario nel mezzo di assoli di chitarre elettriche. Fu l’alba di un nuovo metodo per i musicisti di evitare di creare buona musica e dedicarsi a registrare stronzate negli studi discografici, riuscendo nel contempo ad aumentare la propria popolarità tra i fan (perché quale ragazzino rockettaro darebbe più attenzione ad un prete invece di un bel vinile ruotato in senso antiorario?). Se avete ancora un po’ di materia grigia funzionante nonostante le ore passate a friggerla tra social network e frenetiche pippe al cesso, avrete capito che i messaggi al contrario contenuti nelle canzoni non abbiano alcuna capacità di farvi diventare satanisti o di ammazzare vostra mamma. Ed è in effetti un vero peccato, perché altrimenti il mondo sarebbe un posto un po’ più interessante ed avventuroso, ma purtroppo gli anni ‘80 ormai ve li siete persi ed è giusto che sappiate la cruda verità. Proprio negli anni ‘80 ci fu il boom

della paranoia dei messaggi rovesciati nelle canzoni rock e metal, immessi sicuramente dai malefici musicisti per trascinare i giovani verso il baratro della perdizione, e negli anni ‘90, sull’onda di questa paranoia e grazie a più moderne e comode tecnologie per realizzarli, tali messaggi cominciarono a fiorire un po’ ovunque. Dal rock

al rap, passando dal pop, un numero crescente di gruppi e cantanti volle inserire la propria frase rovesciata in almeno un disco. Alcune di queste si risolve in prese in giro all’ascoltatore che si è preso la briga di cercarla, in molti casi si tratta di frasi che vengono semplicemente ribaltate in studio e che durante l’ascolto normale del disco fanno risuonare un banalissimo e fin troppo riconoscibile balbettio senza senso. Non tutti però hanno preso la cosa alla leggera, almeno a livello artistico-musicale, riuscendo a dare un senso compiuto alle frasi sia per diritto che per rovescio. C’è chi, come i Led Zeppelin, ha addirittura scritto parecchi versi in questa maniera, mantenendoli orecchiabili in ogni caso. Sta di fatto che, sia che ci siano meriti artistici, o che si tratti di semplici “easter egg”, queste registrazioni al contrario non abbiano mai avuto gli effetti da messaggio subliminale che le menti bacate dei tanti detrattori gli hanno nel tempo voluto attribuire. Non è il caso quindi che vi mettiate alla ricerca di dischi che controllino le menti o che vi trasformino in adoratori del demonio...

Che tra l’enormità di messaggi registrati scherzosamente o per pura provocazione, ci sia effettivamente qualche oscura cantilena, se non dai poteri paranormali, almeno in grado di condizionare la mente dell’ascoltatore?

Ashley J. Williams

A parte forse l’ormai introvabile unica copia dell’ultimo vinile di Sammi Curr, o l’unico disco dei Sacrifyx, “The Dark Book”, che non necessita neppure di girare al contrario per darvi le indicazioni per aprire il passaggio verso il mondo di follia e di dolore dei vecchi dei dimenticati.

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OFU – ROCK VELOCE PER LE MASSE Chitarre in faccia, rullante a nastro, rumore, melodia, errori.... musica velocissima. Basterebbe citare le parole presenti nello splendido artwork per farsi un’idea di quello che propone questo quintetto comasco. Rock Veloce Per Le Masse è tutto questo e anche di più. 13 pezzi di Hardcore suonato a rotta di

collo, ma mai banale e scontato con una miscela di riff pesanti ed inaspettate aperture melodiche a fare da tappeto sonoro per le (CLAMOROSE) parole vomitate brutalmente a 100 all’ora nel microfono. Non mi dilungo oltre...applausi. da www.coolkidspunk.blogspot.com

FUOCO FATUO

Il gruppo si Forma nel giugno 2011, il primo EP “Dentro l’infero Ley nera creatura Celeste”, si regge su di un concept, e cerca di spaziare all’interno della psiche umana riprendendo varie simbologie di natura occulta e satanista. Quali sono state le più grandi influenze dei Fuoco fatuo? Una delle influenze più grandi che abbiamo sono i Black Sabbath, però prendiamo molta ispirazione anche dalla letteratura, dal cinema, dall’occultismo e dalla natura. Abbiamo ripreso l’Inferno di Dante, siamo anche grandi fan di Poe e Lovecraft. C’interessano i testi sacri, il cinema horror, i boschi e i cimiteri. Come mai avete deciso di chiamare “Dentro l’infero Ley nera creatura Celeste” il vostro EP? LEY è un personaggio che percorre un viaggio all’interno dell’ inferno, nel quale incontrerà la propria coscienza che la farà riflettere fino a portarla alla morte fisica, che si trasformerà in un post-morte mentale rappresentato da un tunnel celeste

caotico che bombarda i pensieri. Sappiamo benissimo che è complicato da capire ma del resto siamo pazzi (ndr ahaha). Da cosa nasce la definizione di Blackened doom-stoner? Semplicemente dal fatto che i pezzi hanno uno stampo doom con influenza stoner derivate molto dagli anni Settanta nelle quali però, ci sono delle scariche violente di puro black metal in blast beat e arpeggi molto neri che noi amiamo definire “romantici”. In poche parole, ciò che facciamo si potrebbe definire con: ”Doom/Stoner con accenni di romanticismo decadentista, dipinto di colore Nero...” Quali sono secondo voi le band italiane che meritano di essere ascoltate? Di band italiane che piacciono ce ne sono a valanghe, consigliamo di ascoltare i Gottesmorder che sono dei nostri amici di Pisa (fanno un ottimo black metal), oppure i Midryasi, sicuramente gli Zeus (sono micidiali in quello che fanno) e i nostri amici Houma e Agatha.

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TO REPEL GHOSTS

L’album è stato registrato e mixato alla “Sauna Recording Studio” di Varese, lo studio di riferimento dei gruppi indie varesini, da Andrea Cajelli tra aprile e giugno 2011. La scelta della band è stata quella di rendere al meglio l’elettricità e l’adrenalina dello spettacolo dal vivo registrando le parti strumentali in presa diretta in analogico mentre le sole voci e le poche sovra incisioni sono state aggiunte in un secondo momento in digitale. Il disco è stato suonato di getto, in pochi giorni, mentre il missaggio ha richiesto più sedute e un lavoro molto accurato per rendere più organico il lavoro e centrare le sensazioni e le sonorità che il gruppo desiderava esprimere. Alla realizzazione dell’album hanno collaborato in maniera significativa Ernesto Brusati (per il coro su “Nowhere”) e Stefano Gualtieroni (ex chitarrista dei The Last Fight) che ha lavorato quasi come un quarto membro della band, aggiungendo diverse parti di chitarra su più brani. Il mastering è stato invece affidato a Maurizio Giannotti del New Mastering Studio di Milano (fra gli artisti con cui ha lavorato citiamo A Short Apnea, Fuzz Orchestra, Red Worms Farm, Zu).

Difficile individuare le influenze dirette della band, che piuttosto si possono identificare in alcuni filoni come la new wave anni’80, uno stoner contaminato più dal rock anni’90 che dal metal e da varie forme e sfaccettature dell’indie rock del decennio appena trascorso.

Hiroyuki Tsukamoto would like to thanks: (in ordine di “apparizione”): Jessica Fletcher, Il Diaulo, Ninetta Bagarella, Abdul Sensibile, Anselmo Pietro-Briegel, Konnie Kardullo, Pilade Fioravanti, Ashley J. Williams, Cujo, Keisuke Yamato, Mal Comune, E.T. Grafica e illustrazioni: Jessica Fletcher, Il Diaulo, Immaturo, Alan Parkinson.

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ORIZZONTALI

1 Membro del Club 27. 7 L’agenzia statunitense mandante degli omicidi di Patrice Lumumba e Rafael Trujillo. 11 In American tabloid di Ellroy è l’agente FBI assoldato da J. Edgar Hoover per infiltrarsi nel circuito dei Kennedy. “Erano sbirri corrotti e artisti del ricatto, erano intercettatori, soldati di fortuna e cabarettisti froci” I love you James (iniziali). 13 Membro del Club 27. 19 Membro del Club 27. 20 Sigla dell’agenzia di intelligence croata. 21 Membro del Club 27. 24 Membro del Club 27. 25 Our Young At Work (sigla). 26 Quella elettorale è piena di segreti. 27 Il senso di colpa fa sentire così. 28 Il malfattore Montoya, personaggio del film fantasy La storia fantastica, colonna sonora di Mark Knopfler. 31 Banca toscana coinvolta in illeciti finanziari (ok, tutte..) (sigla). 32 lo Spirito della Luna nella mitologia native americana (aiutino: in lingua Lakota, oscurità si dice HAN e sole WI) 33 Psicotico regista, sceneggiatore e produttore cinematografico spagnolo (iniziali). 34 Determinare la cessazione ex nunc dell'efficacia di una norma giuridica. 36 Ingegnere meccanico presso l’area 51 che ha dichiarato che proprio a dreamland sono custoditi 9 ufo e si realizzano dischi volanti desunti da tecnologia non terrestri (iniziali). 37 Lo yuppie belloccio e psicopatico di Breat Easton Ellis (iniziali). 38 Negazione prolungata. 39 I dati su cui opera un programma LISP, anche dette S-espressioni. 41 L’articolo mancante nella frase “ich bin… Berliner” che fu di JFK. 42 L’agenzia che nel 1961 ideò l’operazione militare statunitense denominata Baia dei porci volta a rovesciare il governo di Fidel Castro. 43 La figlia suicida del generale Mladic, meglio conosciuto come la "bestia di Bosnia". 45 Esiste di tipo militare, ambientalista e contro le zanzare. 47 Regione del Friuli in cui nel 1944 fu paracadutato il capitano demolitore e tenente dell’OSS Roderik Stephen Goodsped Hall, nell’ambito della missione Mercury Eagle. 50 Il musical in cui il malvagio Macavity rapisce Old Deuteronomy. 52 L’anno di morte di Paul McCartney. 59 La Zaha architetto autrice di una delle torri City Life, progetto di speculazione edilizia milanese. 60 L’economista inglese, vissuto tra XVI e XIX secolo, teorico delle carestie, guerre ed epidemie come naturale correttivo ai problemi legati all’incremento demografico e alla sovrappopolazione (iniziali). 61 il verso di Scat Cat e Hit Cat, i due jazzisti che con Romeo e gli altri sventarono il piano del malvagio maggiordomo Edgar. 62 L’Ohio Traffic Accident Reconstruction Association, gruppo di investigazione sugli incidenti stradali (sigla). 63 Il Re delle riviste italiane dedicate a controcultura e controinformazione.

64 Motto massonico. 68 Il doppio cognome della Gemma della serie Sons Of Anarchy, moglie in seconde nozze dell’assassino del marito (iniziali). 69 Rapper già strumento degli Illuminati ma attualmente redento, come emerge chiaramente da pezzi quali Cinderella Man e Not Afraid. 70 Il nome dell’arbitro complottista che eliminò l’Italia agli ottavi di finale nel Campionato mondiale di calcio 2002. 71 Anagramma di tabarro, abito simbolo degli anarchici e per questo sottoposto alla censura fascista. 72 Basti dire: fantascientifico scrittore di origine russa (iniziali). 73 Autorità per l'informazione geospaziale (sigla). 74 Il vate della poesia italiana dei primi del ‘900, simbolo del Decadentismo ed eroe di guerra, scampato a un complotto internazionale in quel di Fiume. 75 L’Alì dell’attentato (progettato dal KGB in collaborazione con la Stasi, un nucleo terroristico bulgaro di stanza a Roma e il gruppo turco di estrema destra dei Lupi grigi) al Papa. 77 Canzone in lingua gallica degli Eluveitie, formazione svizzera di musica tradizionale folk celtica combinata con melodic death metal e influenzata dal classico Gothenburg sound (abbiate pazienza). 79 La prima spia della storia americana. Volontario in una missione di intelligence durante la guerra di indipendenza, fu catturato e giustiziato dagli inglesi (iniziali). 80 I subdoli costruttori del cavallo di Troia. 82 La Joan che canta gli anarchici Sacco e Vanzetti, condannati alla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti con l'accusa di omicidio, con molti dubbi già all'epoca del loro processo e nonostante una confessione che scagionava i due. Here's to you, Nicola and Bart! 85 L’isola che da il nome alla strage del DC-9 dell’Itavia colpito in volo nel corso di una battaglia aerea tra USA e Libia nel 1980. 86 La terribile lobby italiana del diritto d’autore. 87 Giovane cantautrice britannica alla quale Keith Richards ha pubblicamente consigliato di farla finita con le droghe (tu quoque, Keith?), avversa agli Illuminati e infatti recentemente morta (a 27 anni, ndr) (iniziali). 89 Quelli di interesse cercano di affermare i propri obiettivi esercitando forti influenze sugli organi legislativi o esecutivi. 92 Il principio metodologico di Occam, utilizzato spesso in ambito investigativo nonché utile strumento per aspiranti suicidi. 94 Forma di depressione stagionale che, in inverno, a causa della riduzione delle ore di luce, colpisce un sempre più considerevole numero di persone (tra cui me). 95 Agente dei servizi segreti russi poi dissidente, morto nel 2006 a causa di un avvelenamento da polonio-210 per mano di ex colleghi del KGB (memento: mai andare al jappo con gli ex colleghi) (iniziali). 97 Sempre la solita agenzia USA che, diciamola tutta, ha pure armato Lee Harvey Oswald. 98 Dio egizio della morte e dell’oltretomba invocatissimo da cospiratori e massoni di ogni ordine e grado. 99 Il primo uomo a (non) posare piede sulla Luna.

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48 Principe russo del XIII secolo celebrato per la propria resistenza e tenacia nel difendere i confini patri dall'invasore straniero, è venerato come santo dalla chiesa ortodossa. Per volontà dello Zar Pietro il grande nel 1725 è stato a lui intitolato un ordine, poi abolito nel 1917 con la rivoluzione bolscevica e recentemente ricostituito con decreto presidenziale (iniziali). 49 Copia esatta del 46 verticale. Incolla. 50 Attore statunitense campione mondiale di karate e taekwondo, simbolo della bene che trionfa sul male (indossando stivali texani) (iniziali). 51 La città della cocaine cowboy era, di Scarface, di Sonny e Rico, dell’omicidio Versace e di Eva Mendes. 53 Hub USB con logo luminoso melacoidale. 54 La Germanotta strumento degli Illuminati, che ha un occhio sempre celato con chiaro riferimento all’Occhio di Horus, simbolo di prosperità e potere. 55 Il Centro Ricerca Arte Attuale sito a Villa Giulia, Verbania. 56 La personificazione del principio del male supremo (no, non Ratzinger) 57 La psycho protagonista del film Misery non deve morire interpretata dalla grandissima Kathy Bates (iniziali). 58 La colpa giudicata dalla Congregazione della sacra romana e universale inquisizione, attualmente chiamata Congregazione per la dottrina della fede (attualmente… cioè, esiste ancora). 65 Sigla della Diamond Trading Company appartenente ai Rothschild, definita la famiglia padrona del mondo: praticamente tutte le privatizzazioni world-wide hanno un R. tra i beneficiari. Touché. 66 L’Albert romanziere, filosofo, drammaturgo e anarchico francese padre con Jean-Paul Sartre dell'esistenzialismo ateo novecentesco. Siii… apriteci gli occhi, fateci del male. 67 Città dell’Etiopia. 76 Il fumettista italiano autore di Appunti per una storia di Guerra. 78 Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (sigla). 80 Sindrome letale, creata in laboratorio da un team segreto per conto del governo ombra statunitense, per la quale già esiste una cura non divulgata nell’ambito del NWO, al fine di incentivare la spesa pubblica a favore dell’industria farmaceutica e della ricerca. 81 Hearing Education and Awareness for Rockers, a non profit earing information source for musician and music lovers (sigla). 83 Lo Zontang generale cinese che sedò la rivolta dei Taiping. 84 È comunemente detta Germania ovest (sigla). 86 Il Raimi regista de La casa. 88 Fondamentale accessorio da spia, in versione anglofona. 90 Cantante e poetessa statunitense soprannominata la sacerdotessa maudit del rock (iniziali). 91 Il canadese regista e produttore di Ghostbusters I, II e (mi dicono) III (III?)(iniziali). 93 Celeberrimo fisico il cui cervello, dopo la morte, fu custodito dal patologo Thomas Stoltz Harvey dell’ospedale di Princeton in un barattolo sottovuoto, a casa dello stesso Harvey, per circa 30 anni. Vero amore. 94 L’ambasciatore italiano a Mosca negli anni della perestrojka, Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte ( me cojoni e ‘sti cazzi) (iniziali). 96 Iniziali dell figlio non noto del cantante-maniaco-depresso -mangiapipistrelli dei Black Sabbath. Ovvero le iniziali di Ozzy Osbourne se si chiamasse tipo Luca o Lucio o Ludovico o Libero o Lele o Lallo. 99 Il primo uomo a (non) posare piede sulla Luna.

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Il Miyazaki a cui rendiamo grazie (per averci mostrato che ci sono bambini ben più sfigati di noi a cui poi le cose vanno alla grande). È spagnolo e ha probabilmente il complesso della statura. Manovra globale in perfetto stile orwelliano perpetrata da esseri spirituali di matrice negativa al fine di conquistare il dominio sulla Terra. Attore, canadese, fichissimo ultrasettantenne, ricopre spesso ruoli da cinico cattivo e di potere; è il Casanova di Fellini e il capitano Benjamin Franklin 'Falco' Pierce in M.A.S.H. di Altman (iniziali). Anagramma di periodo, che in fisica è l'intervallo di tempo che intercorre fra due ripetizioni successive, in grammatica un'unità complessa del discorso, in matematica finanziaria l’intervallo di tempo tra una rata ed un’altra (tristezza della matematica finaziaria). (Apprezzatissimo) ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine. Lo psicopatico fondatore e leader di The Family, ideatore di numerosi omicidi tra cui quello di una gestante Sharon Tate. Helter Skelter! (iniziali) L’istituto comunemente conosciuto come Banca Vaticana, più volte coinvolto in scandali finanziari e non. La mitica 51 è circondata da elevati livelli di segretezza. Lo scrittore e drammaturgo norvegese che scrisse Casa di bambola e disse “l'uomo più forte sulla terra è quello che è più solo”. Allegria! Il King di Edgar Wallace. Lettere completamente a caso. Oppure neologismo. Il Simpson protagonista delle cronache giudiziarie anni ’90. La prima fu costruita a Los Alamos nell’ambito del così detto Progetto Manhattan. Agenti di polizia giudiziaria nonché di pubblica sicurezza nonché pubblici ufficiali. Horror francese del 2006 di David Moreau e Xavier Palud, basato su una storia vera fatta di oscuri presagi e atmosfere da incubo. Cantante e attore inglese, ha collaborato a numerosi film dei Monty Python oltre che a Magical Mystery Tour (iniziali). Cantante, autore, pacifista e attivista, nel mirino dell’FBI, ucciso da David Chapman - già membro di un gruppo religioso presieduto da un tale John Hinckley, a sua volta amico di George Bush che all’epoca era direttore della CIA e padre di John Hinckley Jr., il quale tentò di uccidere Ronald Reagan quando lo stesso Bush era VP... Il bluesman che scambiò la propria anima per un assoluto talento chitarristico, incontrando il diavolo lungo un desolato crocevia allo scoccare della mezzanotte (e morì a 27 anni, ndr). Movimento nazionalista massonico e accentuatamente antiarabo. Il supervisore del turno di notte della polizia scientifica nella Contea di Clark (mica nella realtà, in C.S.I.!). Antico nome di Tripoli. Una -plastica molto comune tra quanti necessitano di un cambiamento di connotati. Il Michele banchiere, membro della loggia P2 , coinvolto nell'affare Calvi, mandante dell'omicidio Ambrosoli e morto avvelenato in prigione dopo la condanna all'ergastolo. Quantità eccessiva rispetto alla necessità (come i peli). Giornalista, programmatore e attivista australiano promotore di WikiLeaks. Alleanza Evangelica Italiana – ovvero i Cristiani evangelici uniti per la difesa ed il progresso dell’Evangelo in Italia (Oh Gesù) (sigla). Nome comune del Pinus cembra (non Cirmolo, l’altro nome comune. Lo so che stavate già tutti gridando: Cirmolo!).

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