6 minute read

ORTODONZIA

Next Article
GOLF

GOLF

L'ESPERTO RISPONDE

A CHE ETÀ LA PRIMA VISITA DEI BAMBINI?

Advertisement

Un tempo si andava dal dentista solo quando si aveva mal di denti. In seguito per fortuna si è diffuso il concetto che “prevenire è meglio che curare” e le famiglie hanno iniziato a portare i bambini alle visite fin dai primi anni di vita.

La prima visita di controllo dal dentista andrebbe fatta già a uno o due anni di età, con la comparsa dei dentini da latte, per stabilire un contatto precoce con i genitori e parlare di igiene orale e prevenzione della carie. Se invece c’è un problema di dentini storti, lo specialista di riferimento è l’ortodontista. La prima visita dall'ortodontista dovrebbe essere effettuata quando i bambini hanno dai 4 ai 7 anni d'eta'. E' una delle raccomandazioni diffuse dalle maggiori associazioni di specialisti a livello mondiale, tra queste l’Associazione specialisti italiani in Ortodonzia (ASIO). Molti genitori, e addirittura alcuni pediatri, erroneamente aspettano che tutti i denti da latte siano stati sostituiti da quelli permanenti per

portare il piccolo dal dentista per le valutazioni dell’apparecchio, senza trarre cosi' beneficio da un eventuale trattamento precoce in grado di evitare alcune eventuali problematiche ortodontiche piu' pesanti. Ciò non significa, però, che il piccolo paziente dovrà mettere necessariamente l’apparecchio o che dovrà metterlo subito. Generalmente si intraprende una terapia intercettiva precoce quando il bambino presenta alcune di queste problematiche: una deviazione della propria crescita fisiologica causata da abitudini viziate, quali l'uso del ciuccio, succhiotto, biberon, suzione del pollice; alterazione di alcune funzioni quali la respirazione, la fonazione, la deglutizione; alterazioni di eruzione di alcuni elementi dentali; particolari malocclusioni, come asimmetrie funzionali, progenismi, morsi crociati, sovrammorsi con incisivi superiori sporgenti, ecc. Sebbene i problemi ortodontici intercettati precocemente permettono maggiori scelte terapeutiche, risulta fondamentale saper individuare per ogni piccolo paziente il momento giusto per poter intervenire con efficacia, che dipende dal tipo di problematica. Il primo incontro serve a valutare la situazione generale della bambina o del bambino. Ha abitudini scorrette che potrebbero creare problemi, come quella di succhiarsi il dito, di tenere la lingua tra i denti o un vizio della deglutizione? Le ossa della bocca presentano qualche asimmetria? Il palato è stretto? L’osso della mandibola tende a sporgere in avanti? Ci sono problemi di ritardo nell’eruzione dei dentini? Sulla base di queste valutazioni lo specialista, d’accordo con la famiglia, stabilisce un calendario di controlli per seguire lo sviluppo della bocca del bambino. Nell’infanzia la struttura ossea è più malleabile ed elastica, gli alveoli sono più mobili quindi è possibile iniziare, se necessario, con l’applicazione di apparecchi mobili o fissi che hanno un minimo impatto rispettando il totale benessere del bambino. Anzi: in età scolare comportano un minore disagio rispetto all’adolescenza, quando viene attribuita grande importanza all’aspetto e all’estetica. Inoltre con l’avanzare dell’età le possibilità di curare disturbi di crescita si riducono e non è più possibile sfruttare la crescita ossea, anche se, quando necessario, l’ortodonzia in età adulta è comunque in grado di dare buoni risultati consentendo di recuperare alcuni problemi che possono portare a disfunzionalità e problematiche estetiche. Quante volte al giorno bisogna lavarsi i denti? Serve somministrare fluoro ai nostri figli? A che età bisogna rimuovere il ciuccio? Stay tuned… le risposte a queste domande faranno parte del prossimo capitolo della nostra rubrica, dedicato alla prevenzione..

INQUADRA IL QR CODE E SALVA CONTATTO E INDIRIZZO NEL TUO SMARTHPHONE

Via Gramsci, 16 - 00197 Roma Tel. 06 85.57.950 - Cell. 329 42.20.307 infostudioluzi.net - www.studioluzi.net

COME DIFENDERSI DAL CALDO TORRIDO

Il nostro organismo come tollera queste condizioni climatiche estreme ? Ci sono pericoli per i cardiopatici? Quali precauzioni vanno prese per evitare che un clima del genere possa avere ripercussioni negative sul nostro sistema cardiovascolare? Secondo autorevoli studi effettuati per valutare i danni delle alte temperature sull'organismo le categorie maggiormente a rischio sono rappresentate dai bambini sotto i 12 mesi e gli adulti sopra i 60/70 anni. Le persone considerate a rischio maggiore sono quelle impiegate in attività fisicamente pesanti, spesso appartenenti alle classi socioeconomiche più basse. Tra i principali fattori di rischio comportamentali particolare menzione va fatta per le persone che vivono da sole, le persone costrette a letto, coloro che assumono tranquillanti, le persone che soffrono di una malattia mentale o di alcoolismo, coloro che non lasciano il proprio domicilio almeno una volta al giorno, le persone che vivono ai piani superiori di un edificio. A livello di patologie pregresse i rischi maggiori in caso di temperature elevate interessano le patologie respiratorie e le patologie cardiovascolari. Sono le persone anziane quelle più a rischio: questo potrebbe essere dovuto a una più limitata tolleranza ai cambiamenti di temperatura in questi soggetti: le ridotte capacità di termoregolazione e sensibilità alla temperatura aumentano il rischio d'ipertermia o ipotermia, che a loro volta rafforzano i fattori di rischio e possono provocare o aggravare patologie cardiovascolari. Tra le altre patologie a rischio si possono menzionare le patologie cerebrovascolari, i dismetabolismi, il diabete e le malattie del sistema genito-urinario. Come ricorda l'OMS nel 2003, all’ondata di caldo registrata in

Europa furono attribuite ben 45mila morti. Entrando nello specifico del sistema cardiovascolare, menzione particolare va data al controllo della pressione arteriosa. L'aumento della temperatura induce vasodilatazione, spesso spiccata, con diminuzione anche significativa della pressione. Una diminuzione repentina e significativa della pressione comporta una riduzione dell'afflusso di sangue a livello cerebrale ( in particolar modo negli anziani), un sovraccarico del lavoro cardiaco con tachicardia riflessa ed una perdita di liquidi con rischio di disidratazione. Motivo per cui i pazienti che assumono terapia antipertensiva devono controllare con particolare attenzione i valori pressori ed informare il proprio medico curante che apporterà eventuali variazioni nei dosaggi dei farmaci. Molto importante è compensare la perdita di liquidi e sali minerali idratandosi ed assumendo integratori; in estate, infatti, può abbassarsi il potassio e l’ipopotassiemia facilita le aritmie, dalle semplici extrasistoli ad episodi di tachicardia e/o fibrillazione atriale. Le principali regole per far si che il torrido caldo estivo non abbia ripercussioni significative sulla nostra salute, sia in caso di soggetti sani che affetti da patologie, sono le seguenti: 1) limitare ed in alcuni casi evitare l'esposizione diretta al sole, prediligendo per uscire le prime ore del mattino ed il tardo pomeriggio 2) in caso di esposizione diretta al sole munirsi di copricapo o bagnarsi spesso la testa, 3) idratarsi frequentemente, evitando le bibite ghiacciate 4) integrare le perdite di minerali con un largo consumo di frutta e verdura, o assumendo integratori alimentari specifici 5) per chi va al mare cercare di rimanere in spiaggia per un numero limitato di ore ( principalmente prima mattina o tardo pomeriggio), idratarsi, evitare i bagni in acqua fredda dopo essere stati esposti per lungo tempo al caldo ( soprattutto per i cardiopatici) 6) cercare di soggiornare in zone ombreggiate della casa ed usare, se possibile, l'aria condizionata in modo moderato ma continuo nelle ore più calde 7) per chi assume terapie cardiovascolari monitorare con frequenza i parametri “pressione arteriosa” e “frequenza cardiaca” ed informare il proprio medico di eventuali variazioni. In conclusione, una torrida estate ci aspetta al varco, cerchiamo di mettere in atto una serie di comportamenti corretti e di adottare uno stile di vita adeguato alle alte temperature, i colpi di calore e la disidratazione possono interessare anche soggetti giovani e sani; per quanto riguarda anziani e cardiopatici è consigliata un'attenzione ancora maggiore alle abitudini quotidiane ed un tempestivo consulto con il proprio medico in caso di malessere anche generalizzato.

STUDIO DR. UGO MIRAGLIA

VIA BARLETTA 29 T 0694326290 u.miraglia@gmail.com

www.drugomiraglia.it

Quella del 2021 sarà, secondo i metereologi, una delle stagioni estive più calde degli ultimi decenni ed i primi giorni sembrano confermare appieno le previsioni. Temperature che superano i 40 °, tasso di umidità molto elevato, venti caldi provenienti dal continente africano.

This article is from: