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30 BONES AND ALL (Venezia 79
ATHENA
DI EMANUELE BUCCI Oltre due secoli dopo la Rivoluzione del 1789, la Francia è ancora terra di lotte e tensioni laddove i valori di libertà, uguaglianza e fraternità non sono realmente applicati e goduti da tutti. Luogo ATHENA emblematico in cui si misurano Id., Francia, 2022. Regia Romain Gavras. Interpreti Dali Benssalah, Sami Slimane, le contraddizioni Anthony Bajon, Ouassini del Paese (e dell’Europa tutta) sono le banlieues, periferie urbane Embarek, Alexis Manenti. abitate da un’umanità eterogenea e troppo spesso relegata, non solo geograficamente, ai margini. Il cinema ne ha raccontato a più riprese Durata 1h e 37’. IN CONCORSO la rabbia, i conflitti sociali, etnici e culturali, le grida di esasperazione, L’odio, per citare uno dei titoli più noti, con Vincent Cassel diretto da Mathieu Kassovitz. Ben poco sembra essere cambiato da quel film del 1995, ispirato al vero omicidio di un ragazzo da parte della polizia. Ciò che accade anche nella tragedia contemporanea di Athena, in concorso a Venezia 79: è infatti l’uccisione, per mano delle forze dell’ordine, di un giovane di origine straniera, fratello minore dei tre protagonisti, a scatenare la rivolta nella banlieue al centro della vicenda. E sarà, anticipa il Direttore della Mostra veneziana Alberto Barbera, un’insurrezione popolare «filmata come una guerra, senza esclusione di colpi e di mezzi cinematografici». Così come non ce li aveva risparmiati Ladj Ly, co-sceneggiatore di Athena, nel suo primo, folgorante lungometraggio da regista, I miserabili (Les Misérables), altro affresco incendiario della periferia francese, presentato a Cannes 2019 e vincitore dell’European Film Award allo script. A dirigere questo nuovo film troviamo invece Romain Gavras, figlio del grande cineasta greco Costa-Gavras e già cantore senza sconti delle banlieues fin dalla sua attività nei videoclip, dirigendo ad esempio quello di Stress (2008, del duo elettronico Justice), che fece discutere per la sua brutalità. In seguito Gavras firma il primo lungometraggio di finzione, Our Day Will Come (2010, ispirato a un altro suo provocatorio videoclip, quello per Born Freedi M.I.A.), anch’essa una storia di emarginazione e violenza interpretata (e co-prodotta) dal protagonista de L’odio Vincent Cassel. L’attore lavora poi nel successivo film di Gavras, Il mondo è tuo (Le monde est à toi, 2018). Questa commedia crime grottesca, incentrata su una banda di piccoli spacciatori e sul loro tentativo di fare il colpo grosso, avvia la collaborazione del regista con Netflix, che distribuirà anche Athena. n
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UN COUPLE
DI TIZIANA LEONE Per il suo primo film di finzione, il regista e produttore americano Frederick Wiseman si affida a Tolstoj e alla sua storia epistolare con la moglie Sophia. Un couple con Nathalie Boutefeu è infatti il racconto di un incontro a base di lettere tra il celebre autore russo e sua moglie. Frutto dell’isolamento dovuto alla pandemia che ha impedito a uno dei registi di non-fiction più apprezzati della storia del cinema di mettere insieme un altro documentario girando in luoghi pubblici affollati, il film è l’opera prima di Wiseman dopo oltre 60 documentari, tra cui Titicut Follies (1967), Near Death (1989), La Comédie Française ou L’amour joué (1996), La danse-Le ballet de l’Opéra de Paris (2009), At Berkeley (2013), presentato a Venezia e National Gallery (2014). Nel 2017 è stato nominato al Leone d’Oro con il documentario Ex Libris: The New York Public Library, quattro gli Emmy vinti, oltre a un Oscar Onorario alla Carriera nel 2017: inevitabile che dopo tanta storia documentaristica, all’annuncio di A couple in concorso alla Mostra in molti si siano chiesti se si trattasse di un’altra opera saggistica di questo autore capace di addentrarsi nel 1967 nell’ospedale psichiatrico in Titicut Follies, come più di recente a Jackson Heights, una piccola città dell’Indiana, e nella Biblioteca pubblica di New York. «Non vedo perché ho bisogno di essere classificato solo come un regista di documentari», si è domandato un po’ ironicamente Wiseman non appena ricevuta la notizia che il suo film era stato selezionato per la Mostra del Cinema. All’età di 92 anni, ha diretto quello che considera il suo primo film di fantasia, una serie di monologhi basati su lettere e diari di Sophia Tolstoj, la moglie assediata del romanziere russo. «Ho sempre sentito di fare quello che voglio fare», ha ammesso il regista. «Il momento sembrava giusto per farlo, quindi l’ho fatto. Non ho alcun obbligo di essere coerente». n
UN COUPLE
Francia, Stati Uniti. Regista Frederick Wiseman. Interpreti Nathalie Boutefeu Durata 64’.
IN CONCORSO
(da Bardo)
LE FRASI del giorno
(da Tár)
(da White Noise)
A COMPASSIONATE SPY
Se siete tra i tanti già in spasmodica attesa di Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan sul padre della bomba atomica e il Progetto Manhattan, il documentario di Steve James inserito tra i Fuori Concorso potrebbe essere il miglior modo di approcciare quella storia. In A Compassionate Spy, infatti, il due volte candidato all’Oscar di categoria ricostruisce la vicenda di Ted Hall, il fisico senior più giovane di Harvard, inserito nel 1944 - a soli 18 anni - nel celebre progetto. Quella di A Compassionate Spy è la storia vera di un genio con la passione per la musica classica e l’ideologia socialista, e una storia d’amore. Quella che per più di 50 anni l’ha legato alla moglie Joan, conosciuta all’Università di Chicago dopo la guerra, e l’unica a conoscere il segreto di Hall, convinto che il monopolio degli Stati Uniti sulle conoscenze necessarie alla realizzazione dell’atomica lasciasse presagire il rischio di una catastrofe nucleare. Una preoccupazione alla base del tormento che lo spinse a passare all’Unione Sovietica informazioni chiave sulla costruzione dell’ordigno, soprattutto dopo aver visto l’ingiustificata euforia dei suoi colleghi per la detonazione delle bombe Little Boy e Fat Man su Hiroshima e Nagasaki, quando Giappone e Germania erano ormai praticamente sconfitti. E che lo costrinse a vivere, sotto la costante sorveglianza - tra sospetti e intimidazioni - dell’FBI, una vita ricca di colpi di scena. «Non lo fece per interesse - spiega il regista. «Nella sua mente lo fece per cercare di salvare il mondo. In un certo senso, la situazione si sta di nuovo complicando, soprattutto tra Cina e Usa», continua, augurandosi che il film possa far riflettere sul nostro presente e che il pubblico possa «pensare alla crisi climatica» nel sentire le parole di Ted Hall alla fine del film. n
A COMPASSIONATE SPY
Usa, Regno Unito, 2022. Regia Steve James. Durata 101’.
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“UNIRE LE FORZE PER RILANCIARE IL NOSTRO CINEMA”
I MAGGIORI RAPPRESENTANTI DELLA FILIERA ITALIANA NEL CONVEGNO DELL’ENTE DELLO SPETTACOLO: «CI SI SALVA TUTTI INSIEME» DI TIZIANA LEONE
Il cinema tra illusione e narrazione: crea la storia, racconta la vita, anticipa il futuro è stato il tema dell’incontro promosso ieri dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, e moderato da Laura Delli Colli, presidente del Sngci e dei Nastri d’argento, coinvolgendo i maggiori rappresentanti del mondo del cinema e dell’audiovisivo, tutti concordi su una linea: per garantire al grande schermo un futuro serve unire le forze, da ogni punto di vista: produttivo, distributivo e creativo. «Ci sono dubbi sulla capacità del cinema di oggi esser all’altezza del suo passato – fa notare il direttore della Mostra Alberto Barbera – ma non è così, alla fine di questa mostra avremo tutti la sensazione opposta. Il rapporto tra creatività e qualità è complesso, non possiamo continuare a investire sulla quantità, ma sulla qualità, perché il rapporto di fiducia con pubblico lo si conquista solo grazie a prodotti alti». Un’idea che Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, condivide, seppur con qualche riserva. «Il tema della quantità di produzioni e della loro qualità lo si svolge solo con un punto di vista condiviso con i produttori, non è automatico». Giampaolo Letta, ad di Medusa film, va nello specifico: «Perché la sala torni a essere il luogo di elezione per vedere i film, servono due condizioni: lavorare tutti insieme sulla qualità delle storie e avere norme che salvaguardino la centralità delle sale». La voce della distribuzione è quella di Massimiliano Orfei, ad di Vision Distribution: «Condividiamo un ecosistema unico, ci si salva tutti insieme. Il problema del nostro paese è il rapporto problematico con il cinema del passato, un confronto difficile, ma sono ottimista perché le nostre produzioni hanno sempre una presenza di grande prestigio in tutti i festival». Nicola Maccanico, ad di Cinecittà, ne fa anche una questione di tempi: «Le piattaforme hanno bisogno della sala, non sarei sorpreso se la aiutassero con finestre più lunghe per lo sfruttamento di un prodotto nei cinema, abbiamo bisogno di parlare tra di noi, ma per farlo ci serve più tempo». Francesco Rutelli, Presidente Confindustria Anica, non ha dubbi: «Serve una filiera integrata, dobbiamo coniugare l’interesse nazionale in un ecosistema globale». n