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Mapping Up/1 - Come abitare il tempo di domani
«venewsnotebooks» - n.1 - SUMMER2020
Nuovo Rinascimento. Intervista a Dario Nardella
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di Fabio Marzari
Firenze e Venezia hanno risentito e risentono in modo drammatico della crisi causata dal calo vertiginoso delle presenze turistiche a seguito della pandemia di Covid-19. Per ampliare l’orizzonte ponendo lo sguardo oltre il ponte, abbiamo voluto sentire l’autorevole voce del Sindaco di Firenze, Dario Nardella, che primo tra i sindaci delle città d’arte ha saputo elaborare un piano preciso per il turismo, e non solo, chiamato “Rinasci Firenze”, che affronta in nove temi la vita e il futuro della città in epoca non ancora di post-pandemia. Le aree tematiche al centro del piano riguardano: città policentrica, un centro storico nuovo, vivere gli spazi urbani, mobilità green, sviluppo dell’economia cittadina, cultura diffusa, bambini e famiglie al centro, cura della persona (welfare, casa, lavoro) e una città sempre più intelligente. Una necessaria riflessione, dunque, per ripensare le città d’arte in Italia e il loro sistema turistico-culturale, per una ripartenza che segni il primo passo di una da tempo auspicata rivoluzione.
I sindaci si sono trovati in trincea nell’affrontare l’emergenza drammatica legata al Covid-19. Come è stato sentirsi il primo cittadino di una Comunità completamente attonita e smarrita di fronte a una situazione inimmaginabile?
Abbiamo trascorso settimane veramente difficili e ancora non possiamo dirci fuori da questa terribile pandemia. Durante il lockdown mi ferivano quotidianamente le immagini di una Firenze desolata, mai vista prima di allora, silenziosa eppure composta nella sua tristezza. È stata dura mantenere lucidità e forza per superare quei momenti e non mi stanco di ringraziare i miei concittadini per la serietà, il coraggio e la tenacia che hanno dimostrato da marzo scorso. Ma una volta messo parzialmente da parte il problema sanitario ci siamo scontrati violentemente con i danni economici e sociali del Coronavirus: nella città metropolitana di Firenze calcoliamo 1 miliardo di euro di danni al turismo, 1,2 miliardi di euro di danni al commercio e 5,5 miliardi di euro di danni all’export (moda, meccanica e altri settori) nel quale Firenze è tradizionalmente leader. Per il Comune stimiamo un ammanco di quasi 200 milioni di euro a meno che non arrivino gli aiuti dal Governo che il Presidente Conte ha promesso ai sindaci italiani.
Firenze come Venezia è una delle destinazioni turistiche italiane di rilevanza mondiale. L’apporto delle rimesse economiche legate al turismo rappresenta una voce imprescindibile nel bilancio della città. Come pensa potrà ripartire il settore turistico e soprattutto quanto tempo occorrerà per riportare i dati economici a livelli pre Covid-19?
Le stime di molti osservatori anche internazionali indicano una ripresa del turismo pre Covid non prima del 2022, quindi ci aspettano ancora almeno due anni di allarme rosso. Secondo le stime del Centro studi turistici di Firenze l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi ha causato un calo di 960 mila turisti rispetto al 2019 e una perdita di 2,6 milioni di pernottamenti, vale a dire il 23,4% delle presenze totali dello scorso anno. Un quadro difficile che proseguirà anche per il trimestre estivo appena iniziato. Per contenere le perdite il settore si affiderà quindi al mercato interno. L’estate vedrà anche una minore disponibilità di servizi sul mercato, poiché molte aziende della filiera hanno deciso di sospendere l’attività per tutto il periodo estivo. Le strutture ricettive che rimarranno chiuse saranno comprese tra 450 e 500, fortemente condizionate dal timore di non riuscire a coprire i costi di gestione.
Il destino comune di centri storici ineguagliabili, fragili e preziosissimi non può più essere legato a un turismo “mordi e fuggi” che non gode, se non in minima parte, dei tesori artistici e culturali di queste città. Quali possono essere i nuovi approcci a un turismo più consapevole e responsabile, al di là degli ovvi distanziamenti sociali del periodo?
Da anni siamo al lavoro per limitare il turismo cosiddetto “mordi e fuggi” di chi ‘usa’ la città per pochissimo tempo e con la pandemia questa tendenza deve essere ancora di più contrastata. Per questo abbiamo messo in campo diverse azioni a sostegno del settore e della promozione della qualità e sicurezza della nostra città e dell’area metropolitana. Abbiamo lanciato un avviso per raccogliere nuovi pacchetti turistici sostenibili e lanciato una nuova Card chiamata “Welcome” per riservare in quest’anno un’accoglienza speciale, mentre dal primo luglio è disponibile la nuova App del turismo: si chiama “Feel Florence” ed è stata sviluppata dal Comune di Firenze per promuovere un nuovo turismo sostenibile, governare i flussi e avvicinare i visitatori alle esperienze locali, ma anche per offrire al cittadino uno strumento per restare aggiornato su eventi e iniziative presenti in città. Entro la fine del mandato, inoltre, l’obiettivo è vietare l’accesso ai bus turistici in tutto il territorio comunale della città: mi riferisco ai bus turistici giornalieri, che producono traffico e inquinamento e non portano valore aggiunto significativo al settore del turismo.
Anche a Firenze il centro storico si è in gran parte svuotato di residenti a favore di affittanze turistiche. Non esiste la ricetta magica, ma come si può invertire la tendenza allo svuotamento dei centri storici, rendendoli ancora vivi e vitali?
Già nel 2015 il Comune di Firenze è stato il primo Comune in tutta Italia a bloccare cambi di destinazione d’uso nel centro storico verso il turistico ricettivo e infatti negli ultimi 5 anni non hanno più aperto nuove strutture alberghiere dentro i confini del centro storico. Per attrarre altri tipi di investimenti in città la giunta comunale ha già annunciato che con l’approvazione del nuovo regolamento urbanistico (piano operativo) la regola che attualmente vieta il cambio di destinazione d’uso a turistico ricettivo all’interno dell’area UNESCO sarà estesa a tutta la città. In più, in molte trasformazioni urbanistiche in atto, per esempio nella valorizzazione del complesso di Santa Maria Novella e nella riqualificazione dell’immobile ex Poste di via Pietrapiana, entrambi nel centro storico, si prevede parte della metratura destinata ad alloggi per incentivare così la residenza.
La cultura come motore della rinascita anche economica post Covid-19. Quali idee possono essere messe in campo per creare un sistema virtuoso tra città d’arte che finalmente creino una vera rete diffusa basata sull’offerta culturale e turistica?
Le principali città d’arte italiane sono collegate da un sistema ferroviario che consente di muoversi da una all’altra in poche ore di viaggio e potrebbero davvero mettere ‘a sistema’ i loro patrimoni artistici. Da qualche mese a Firenze, con l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, abbiamo attivato la Card del fiorentino che al prezzo popolare di 10 euro consente ingressi illimitati per un anno nei nostri musei civici. Perché non pensare a un’iniziativa analoga ma spendibile in più città? Pensiamo poi ai grandi anniversari dei protagonisti culturali italiani, da Leonardo e Raffaello. Nel 2021 abbiamo le celebrazioni dantesche e Firenze sarà in prima linea con Ravenna e Verona. Solo così, unendo le forze e superando i campanili, l’Italia potrà risollevarsi.
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Dario Nardella, Sindaco di Firenze
Nato a Torre del Greco (Napoli) nel 1975, vive a Firenze dal 1989. Sin da bambino ha sviluppato la passione per la musica che lo ha portato a diplomarsi in violino al Conservatorio Cherubini di Firenze, svolgendo fino al 2004 un’attività professionale musicale. Laureato in Giurisprudenza summa cum laude all’Ateneo fiorentino, ha conseguito il dottorato di ricerca in diritto pubblico e diritto dell’ambiente, e insegna Legislazione dei beni culturali. Nardella è amato dai fiorentini, che lo hanno eletto al primo turno con grande vantaggio sugli avversari ed è voce ascoltata e stimata nell’ambiente politico nazionale.