Poesia e luce

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Marco Nereo Rotelli




a Venezia


comunicare con l’arte


Marco Nereo Rotelli

a cura di

Giovanna Zabotti e Stefano Stipitivich

ANTOLOGIA POETICA con la partecipazione di 83 poeti contemporanei



“La poesia unisce i distanti”: è con questa idea che i versi tratti Il trillo di Mario Luzi, come un filo luminoso, si snodano per calli e campielli, donando stupore. Marco Nereo Rotelli ha scelto questa poesia dedicata a Venezia per portare una “nuova luce” alla città, per guardare con occhi nuovi e mente fresca, grazie alla parola poetica. Ed ecco allora giungere poesie da tutto il mondo: sono coinvolti 83 poeti contemporanei, 83 come gli anni di Giovanni Bellini di cui la città si appresta a celebrare l’anniversario della morte e a cui sono dedicati i colori dell’installazione luminosa, il blu e l’oro del Trittico dei Frari. Viva Venezia, capitale delle parole, simbolo di unione, magia della poesia!

Filippo Cavalli / Elena Lombardi / Margherita Zambelli Team ArtProject




Sta arrivando il Natale e, in un momento storico così complicato, riavvicinare la cittadinanza alle nostre tradizioni è anzitutto un dovere civico. Questa festività che da sempre vede protagonisti i bambini, le famiglie e i cittadini, oggi più che mai vogliamo che sia davvero una festa per tutti, un luogo splendente dove i veneziani possano ritrovare le loro radici condividendo la magia e la poesia di questo momento. “Venezia-poesia e luce” ben sposa questa idea partecipativa del Natale con l’unione di luci e parole a cui si uniscono i versi che 83 poeti di tutto il mondo hanno dedicato alla nostra Città.


Viviamo con serenitĂ questi giorni speciali, ritrovando quel senso di comunitĂ di cui abbiamo davvero bisogno e, con la collaborazione di tutti e con tanta umiltĂ , costruiamo insieme una rinnovata prospettiva di crescita per la nostra Venezia.

Luigi Brugnaro Sindaco di Venezia



La luce della cultura alimentata dalla poesia nell’istallazione di Marco Nereo Rotelli e il legno delle tavolette che decorano il maestoso albero, trasformano Venezia in un faro. Questo faro vuole richiamare gli abitanti del territorio alle proprie tradizioni e ricordare loro che la CittĂ sta trovando la sua rinnovata eleganza fondata sull’arte e la cultura stessa, che tanto le ha dato nei secoli.

Paola Mar Assessore al Turismo del Comune di Venezia


Da anni sentivamo l’esigenza di avere in Piazza San Marco e nella prospicente area marciana un Natale che andasse oltre i soliti addobbi, oramai inflazionati e presenti in ogni angolo del nostro paese. Venezia per noi doveva avere qualche cosa di più, perché per noi Venezia è unica nella sua bellezza. Da questa città dalla sua Piazza più conosciuta e rappresentativa doveva partire un piccolo messaggio, che fosse però forte, legato al bello, all’unico, all’originale. “Venezia Poesia e Luce” va sicuramente incontro a questa esigenza: legare la poesia, la parola, il segno grafico dell’artista Marco Nereo Rotelli al Natale con il suo forte richiamo simbolico. Piazza San Marco diviene così cassa di risonanza, testimonianza per tutti noi Veneziani e non di un messaggio indissolubilmente positivo.


Quale presidente dell’Associazione Piazza San Marco mi auguro che questo progetto segni l’inizio di un percorso, che ci porti tutti assieme alla riqualifica dell’immagine dell’area marciana. Ho sempre pensato con i miei colleghi che la nostra città abbia enormi possibilità e potenzialità inespresse, lasciate cadere per una mai sopita apatia e mancanza d’iniziativa. Quest’anno invece ho visto molte persone attivarsi per il successo di “Venezia Poesia e Luce”: a tutte loro va il mio ringraziamento. Se saremo riusciti a gettare le basi di una nuova mentalità, di un nuovo modo di stare assieme vorrà dire che siamo riusciti nel nostro intento. Ai Soci dell’Associazione Piazza San Marco, ai Veneziani, ai tanti amanti di questa meravigliosa città vanno i miei più sinceri auguri di Buon Natale e sereno anno nuovo.

Alberto Nardi Presidente dell’Associazione Piazza San Marco


Trovare un’espressione per il Natale a Venezia non è mai facile, perché significa trovarsi faccia a faccia con la storia, in un duello che pare sempre perso in partenza. Questo progetto vuole realizzare qualcosa di nuovo, vuole regalare a Venezia un dono di luce e poesia, un dono utopistico e visionario, ma al tempo stesso vivo a tangibile. L’opera di Marco Nereo Rotelli, con il contributo degli 83 poeti e delle loro poesie ispirate a Venezia, vuole essere un viaggio all’interno della coscienza dell’uomo ma non di un uomo qualunque. Vuole avere l’ardire di ricordare al Veneziano il sogno che rappresenta la Sua Città agli occhi del mondo, vuole mostrare a chi Venezia la vive ogni giorno che la magia legata alla cultura e all’arte è ancora ben radicata nelle sue vie e nel quotidiano, alla


portata di tutti. Ben lontana dalle tristi definizioni che la vedono come una “cosa” astratta e fine a se stessa. E per riuscire in questa missione tutte le realtà commerciali dell’area si sono riunite per offrirsi da motore e da sfondo di questa espressione artistica. Perché, come diceva Rembrandt, senza l’atmosfera un dipinto è nulla. Il fine di questo straordinario progetto è di aiutare la Città a ritrovare quella sua elegante ed unica identità, che talvolta sembra perduta, nell’aggregazione, nella possibilità di riappropriarsi del Natale nel centro storico, nel suo cuore pulsante che non deve più essere visto con distacco e destinato ai soli turisti, non una scenografia lontana ma un luogo da vivere.

Giovanna Zabotti Direttore Artistico Fondaco


Tanti pittori veneti, da Carpaccio a Giorgione, da Bellini a Tiziano da Canaletto a Guardi, hanno fissato magicamente nelle loro opere una luce unica e irripetibile, quella di Venezia! Questo perché per sei ore l’acqua entra in laguna, nella nostra amata laguna, e per sei ore esce in un abbraccio quasi nuziale col mare. E quest’acqua, che scorre instancabile da sempre, cambia la luce della città dei Dogi a ogni attimo e diventa, nel suo continuo mutare, quasi poesia in forma liquida, fatta di versi che diventano onde, riflessi, cielo. Queste sensazioni le ritrovo nell’intervento di Marco Nereo Rotelli, che da sempre ci stupisce con le sue performance di luce, un mix di arti visive e poesia. “ Ut pictura poësis”: nessun aforisma migliore di quello del grande poeta latino Quinto Orazio Flacco potrebbe spiegare il suo lavoro.


Come un direttore d’orchestra Marco ha chiamato gli amici poeti di tutto il mondo e ha chiesto loro di comporre assieme una sinfonia in versi sulla Venezia che amano, sulla Venezia che Jan Cocteau definiva metà donna, metà pesce, una sirena. Ecco quindi queste poesie in tutte le lingue del mondo raccolte in questo libricino prezioso nato dall’amore di questo artista per il bello e per la poesia che del bello è una delle massime espressioni. Marco Nereo Rotelli rende così uno splendido omaggio a Venezia e al grande e indimenticato Mario Luzi e a quel suo “offrire versi con simpatia”.

Stefano Stipitivich Direttore Artistico Caffè Florian




Il trillo MARIO LUZI


Il trillo, poi il diluvio nelle calli,

quella mattutina squilla, di voci, suoni, passi

strida, fieri richiami,

di risa bube sotto i tetti,

e battibecchi, fischi,

nei rii e nei campielli, dai ponti, dagli imbarcaderi. Colori e luci non ne offre la tana al mio risveglio, mulinano però, lo sento, nell’aria, lampeggiano sull’acqua, scissi in virgole in lucciole e scintille nella fremebonda danza che ci assedia e ci accompagna. O fuoco equoreo, o mutazione mutua delle multiple apparenze e dell’unica sostanza, vita pura, pura persistenza della vita oltre la sua materia nella incontenibile flagranza sarò io in voi o voi sarete in me? sciocco, non conta, non fa differenza.





Antologia Poetica

Poeti dal mondo per Venezia a cura di

ArtProject


Venus y su máscara CARLOS J. ALDAZÁBAL Argentina

“Esta ciudad es Venecia”, me dijiste, y yo pensé que Venecia era la máscara de un río, disimulado por el encanto arquitectónico del tiempo. De algún modo, Venecia también era lo imposible, como la nieve en Mauritania, como el Sahara en las estepas rusas, como tu pelo en la almohada de este cuarto, o la respiración de las estatuas a la hora del amor. Y de todo lo que pensé, la única verdad era tu máscara. Vale decir: en la distancia, podría reconocer tus ojos brillando en su disfraz, y el encanto arquitectónico del tiempo hundiéndose lentamente en los canales, lágrimas de un cocodrilo que pretende nadar por un pantano, homenaje a la discreción del verde: agua verde, cielo verde, ojos verdes, todo tornasolado por un resplandor perdido.


Asteroidi modulari GIOVANNI ASMUNDO Italia

Asteroidi modulari progettati e falene si affogano al crepuscolo nei palpiti di un sole a reticolo che screzia orizzonti incinerati. Aspre scogliere di periferia falesie in cemento e ammoniti stratificate in trilocali sviliti croste da parati e da tappezzeria. In salvagente sdraiarsi sui tetti (s’infrangono in marosi le costellazioni). Errare a memoria tra coniugazioni di vite in tempi futuri e anteriori. Siamo scampati a proposte allettanti di scaltre sirene d’acciaio satinato ciottoli e ossa sbiancate di carene poi perfino il naufragio si è arenato. Scarpe coi tacchi ha l’aurora di perla solletica i piedi la pallida bruma da soli, senz’altri avversari di scacchi. Iride il mare con ciglia di spuma. Dove le cetre, le crisi, le maschere? Dove le voci, i sei personaggi? Il vento che tira le corde del freddo si tinge le dita di tenui miraggi.


MURIEL AUGRY-MERLINO Francia

Elle se décline et se conjugue, se transforme et se métamorphose,la mer de nos détresses et nos plaisirs


An Autumn in Venice MARK AXELROD Stati Uniti d’America

An autumn in Venice. Alone. Awakened at four in the morning to the sounds of staggered footsteps on the Ponte dei Scudi. Sleep avoids me. Perplexed, I allow myself to wander aimlessly in thoughts. Thoughts tangent to other thoughts, lost love, marriage, arraigned in the court of marital mismanagement. She, lost in love with the sanguine Spaniard; I, alone, staggering over the Bridge of Sighs slumping towards the prison of salient sadness. It appears that I am destined for these days of lost desire, these isolated moments along the Schiavoni. Not Aschenbach on the Lido, but another autumn in Venice with a death of a different odor.


TAHAR BEKRI Tunisia

Ils regardaient la mer à l’infini Comme à l’intérieur d’eux-mêmes



Lagună ANA BLANDIANA Romania

Pleoape de apă Se închid una câte una Ca un ecou. Se aud înainte de a se vedea Cum vin înspre țărm Cu gene de spumă, Se pleacă încet Peste pupila de piatră, Apoi se ridică din nou Și se lasă stingher Să-nchidă vederea pământului Acoperit de somn și de ape, Și reușind să viseze câte o dungă de cer Doar în secunda dintre două pleoape.


Laguna ANA BLANDIANA traduzione italiana di Bruno Mazzoni

Palpebre d’acqua Si chiudono una a una Come un’eco. Si sentono prima che si vedano Mentre giungono a riva Con ciglia di spuma, Si piegano lievi Sulla pupilla di pietra, Poi si levano di nuovo E si abbandonano confuse Per chiudere la vista della terraferma Ricoperta di sonno e di acque, E capaci di sognare una striscia di cielo Solo nell’istante fra due palpebre.


Poesia MATTEO BO Italia

Passa il tempo e le belle pagine, sulle quali è scritta la poesia, diventano antiche; ma l’odore di vecchi fogli ingialliti dal sole desta sempre in me l’estasi di giorni e ricordi creduti perduti. Poesia, diventa di tutti; passa tra la gente di questa città e racconta la mia storia attraverso le parole di chi ancora non l’ha dimenticata. Dove giungerai? Ci sarà quel lieto fine tanto auspicato? La risposta l’attendo nello sguardo di chi mi passa accanto.


VENECIA JAVIER BOZALONGO Spagna

Una mano insensata ha arañado la tierra abriendo desde el mar vías de agua. En las orillas alguien levantó los palacios más hermosos y se marchó a vivir a otra ciudad. Hoy quedan por la calle boquiabiertos turistas, vendedores de máscaras baratas, barqueros disfrazados de sí mismos, cazadores de fotos y palomas. De pronto se estremece una cortina: notas que alguien te observa, reclama tu mirada mientras te pide calma, y te pide justicia, y te pide que entiendas que si la ves llorar, es por Venecia.


su venezia GEMMA BRACCO Italia

quando a sera il tramestio si acqueta come il poeta anche la città dell’acqua sonnecchia e si appaga di sospiri ogni spruzzo ogni rollio ogni scia di motoscafo ogni gondola che scivola via ogni stilla di luna ha il suo occhio di bue il suo cantore il suo fotografo di scena l’acqua conosce variazioni sul tema l’armonia sfugge alle regole la prima frase trascolora in un’altra e dipana un filo fuori trama


Aquiloni a Venezia TIZIANO BROGGIATO Italia

Dal quadrato azzurro che argina San Marco partono le rincorse per il decollo. Cuspidi variopinte s’inarcano dapprima per poi conficcarsi veloci tra le costole di Rialto e la torre dei mori. E che storie i volti: stralunati, raccolti in smorfie, rapiti dalle evoluzioni. Li esalta un lucente controvento. Il profilo veneziano.


ANNA BUONINSEGNI Italia

Venezia ha un incubo di nome Marghera sulle spalle rafferme nei piedi tremanti di canali marini Venezia partorisce una sentinella rovinosa viatico peggiore al viaggio di ombre nel profondo sogno è più probabile che un postino si trovi a fischiettare Schönberg e Faust a passare a casa mia per un caffè che quel patto con il demonio di zolfo e miasmi multinazionali possa sprofondare esterrefatto dal ponte più alto della bellezza


Ghetto di Venezia, 5 aprile 1996 ROBERTO CARIFI Italia

Casa di Riposo Israelita. Per voi, occhi, per voi tentenna un capo alla finestra, per voi prega un polacco, la pioggia sfoglia quei nomi a uno a uno. Isacco preso per mano dove mi porta, padre, il tuo silenzio? Qualunque padre ti conduce, muto, alla tua morte. Per voi, occhi, per voi la piazza è senza vita e dietro il cancello rugginoso sta la memoria insonne.


Veneţia MAGDA CARNECI Romania

Aurul aerian care intră în lume și cel lichid care pleacă din lume scânteind pe fațade, poduri, canale cine îl dăruie cine-l primește din venele cerului în venele noastre mai presus de vasele translucide ale trupurilor e o lagună în sine E o mare unduitoare, tăcută lumină turnată în fragile pahare în adîncul celulelor șușotitoare în gondole și astre înapoia cuvintelor care cântă Mai invincibil decât gravitația, mareele, focul e o bucurie o boare pregătind resurecția.


Venezia MAGDA CARNECI

L’oro incorporeo che entra nel mondo e quello liquido che esce dal mondo a scintillare su facciate, ponti, canali chi lo dona chi lo riceve dalle vene del cielo nelle nostre vene ben oltre i traslucidi vasi del corpo è una laguna in sé È un mare fluttuante, silenzioso luce versata in fragili bicchieri nel profondo delle cellule mormoranti in gondole e stelle dietro parole di canto Più invincibile della gravità, delle maree, del fuoco è contentezza una brezza a preparare la resurrezione


YOLANDA CASTAテ前 Spagna

El mar es un hueco inmenso, una nada de agua, un verde bテコnker.


La mia Memoria SONIA CASTELLANI Italia

Rifiuto l’oblio, non voglio dimenticare. Reminiscenze che pulsano nella mia [Memoria. In essa custodisco gelosamente [un piccolo scrigno. Lo apro accarezzando le foto dell’altra esistenza, quella vissuta tra le vie della mia città. Le osservo ad una ad una…senza alcuna fretta. Riscopro ogni volta momenti a me cari, momenti di una quotidianità spesso banale. Mi aggrappo alla mia Memoria e con essa [ripercorro la mia vita. Nelle piazze, nelle stradine martoriate, tra i puntellamenti ritrovo me stessa e [le mie radici. Chi vuol ricordare, discerne il bello nelle pietre abbandonate, nei portoni socchiusi e incatenati, nelle finestre aperte coi vetri rotti. E’ un pellegrinaggio della speranza, un collante tra due vite, tra due persone con la stessa anima, con lo stesso cuore ma con destini diversi. Uno è già concluso, mentre l’altro è [tristemente incerto. Devo richiudere lo scrigno. Torno nella nuova esistenza con la mia [Memoria, cercando linfa per sopravvivere…


BİR HİKAYE METIN CENGIZ Turchia

Saint Marco meydanında Bir çocuk bir güvercini kovalıyor Çocuk sevinciyle uçuyor Güvercin çocuğun sevinciyle Ey hayat Sınama beni Verdiğin bir anlık Tatlı iksirle


A STORY METIN CENGIZ translated by MĂźesser Yeniay

In Saint Marco square A child is following a pigeon Child is flying with his happiness Pigeon is flying with the happiness of child O life Don’t test me With the momentary sweet elixir That you offered me


Veneţia terminus RUXANDRA CESEREANU Romania

S-a stins viaţa falnicei Veneţii, Prin palate se tîrăsc şerpoasele Lucreţii, N-auzi cîntări, nu vezi lumini de baluri; Laguna putrezeşte, dogii joacă zaruri. Pe scări de marmură, prin vechi portaluri, Zac pironiţi de lene amanţii fără lauri. Pătrunde luna înălbind pereţii. O, vino, Moarte, cu mistice secreţii! Okeanos se plînge pe canaluri... Licori şi veştede odăi dospesc amaruri, El numa-n veci e-n floarea tinereţii, Canal Grande, cadavru în racla dimineţii, Miresei dulci i-ar da suflarea vieţii, Sărut hidos rîvnit de-mpărăteasa greţii. Izbeşte-n ziduri vechi, sunînd din valuri. Mormîntul gondolierilor crescînd pe maluri. Ca-n ţintirim tăcere e-n cetate. Apos, sufletul înecaţilor se zbate. Preot rămas din a vechimii zile Marele Gondolier înalţă vîslele-anghile. San Marc sinistru miezul nopţii bate. Pe chei dănţuie nălucind beţi cerşetori şi [desfrînate. C-un glas adînc, cu graiul de Sibile, Un înger violet cu pene din zambile, Rosteşte lin în clipe cadenţate: – Oraş bătrîn, purtînd pe degete inele de agate, Nu-nvie morţii – e-n zadar... Paharnicii din purgator închină blînd cupa [cu var.


Venezia terminus RUXANDRA CESEREANU traduzione di Giovanni Magliocco

Si è spenta la vita della splendida Venezia, Nei palazzi strisciano serpentine Lucrezie, Non odi canti, non vedi luci di balli; La laguna marcisce, i dogi giocano a dadi. Su scale di marmo, per antichi portali, Giacciono indolenti gli amanti senza lauro. Penetra la luna inargentando le pareti. Oh, vieni, Morte, con mistici secreti! Okeanos si lamenta per i canali… Liquori e stanze sbiadite fermentano amari, Egli solo in eterno è nel fiore dell’età giovanile, Canal Grande, cadavere nella bara mattutina, Alla dolce sposa donerebbe il soffio della vita, bacio immondo bramato da colei che [della nausea è imperatrice. Con onde sonanti, colpisce mura antiche. La tomba dei gondolieri si innalza sulle rive. La città è muta come un cimitero. Acquosa, l’anima degli annegati si dimena. Sacerdote di antichi evi Il Gran Gondoliere solleva le anguille-remi. San Marco batte lugubre la mezzanotte. Sul molo danzano allucinati donne sfrenate [ed ebbri mendicanti. Con voce profonda, con parole di Sibilla, Un angelo viola con piume di giacinto, Con ritmo cadenzato dolcemente dice: – Vecchia città, che porti anelli d’agata [alle dita, Non risorgono i morti – tutto è vano… I coppieri del purgatorio brindano con calici di calce in mano.


PATRIZIA CHIANESE Italia

“Arterie luminose e isteriche riflettenti la rumorosa assenza del giorno – corrono verso di me. Un inganno. Una leggerezza. Una brezza improvvisa. Ma nelle mie ore c’è ancora posto per questo”.


GIUSEPPE CONDORELLI Italia

Riordino il paesaggio la palude dei pensieri. Ma il volo dei pipistrelli confonde la prospettiva verso i canali e l’occhio lacera la chiara tenebra del mare.


GIUSEPPE CONTE Italia

Non finirò di scrivere sul mare. Non finirò di cantare quello che c’è in lui di estatico quello che c’è in lui di abissale…



GIAN MARIA CORNELIO Italia

Quando

il tempo sarà niente più che l’avvio di una piega la parte ancora arabile del fiato la città obliqua la città ubiqua torneremo a ferire la campagna ceduata a cui brucia il ventre secco di fuochisti indigeni e l’ombra inondata di polvere della grande campana verde e tutta l’altra siccità elettrica della città la città obliqua la città ubiqua la città come radice scavernata dalla pagina come approssimazione innervata sugli occhi come midollo uguale agli uccelli della diserzione come la causa perduta del sangue cosi viaggio è l’eredità della pece che si sfalda per contenere altra ombra e cerca il tempo illegittimo che lavi la compiutezza della fame perché è certo bisogna disputare la partenza come ostaggio della meteora e partire è un’ingiuria necessaria ma la più necessaria di tutte


E

nelle molte formule

del rovescio la guancia rimane guancia e il midollo midollo ma tracciato in devozione al fossile del sole l’alba alba che trabocca contro la piccola stimmate della pupilla la veglia veglia che la pista di salsedine compone sotto la tenera memoria dei capelli e il sangue sangue che erudito torna a ricacciarsi in vena o comunque cade la luce sull’abitudine quasi embrionale dell’ulcera sulla trasparenza non visitata del vetro che torniamo a frequentare come una nebbia di sbadataggini nella parte non erosa del lenzuolo oppure l’argomento è altro una ferita senza madrepatria o Valuska di Bela Tarr


Venezia Revisited RAFAEL COURTOISIE Uruguay

La ciudad que es sue帽o el subconsciente, la pulsi贸n del deseo en el fondo del Canale Grande y encima los miles de turistas como hormigas de Tiziano bautizadas por el agua alta para fotografiar el Reino de los Cielos.


MAURIZIO CUCCHI Italia

Il lento ondulare tra arte e storia Di una bellezza eterna


FABRIZIO DALL’AGLIO Italia

L’azzurro riempie il cielo di distanza, è uno specchio di mare che risale, bucato dai gabbiani.


VENICE For Binyavanga KWAME DAWES Stati Uniti d’America

They are shipping the Kenyan memoirist with his electric blue hair to Bangalore, the strokes, they say, are causing his beautiful sullied flesh into tremors, and we worry that his dream of standing unsteadily in the listing belly of a gondola skimming the thousand year old stinking waters of Venice, shouting into the [echoing walls. “What’s new on the Rialto?”, his face glowing with rain and moonlight, will never be. You think we drifting Africans long for culture in those narrow watery avenues, but all we want is to see if the moon sits with the same elegance in the painterly Venetian skies as it does over Lagos or Accra or Nairobi. In other words, as with all art, we want to see for ourselves the beauty we have always known: hands, splayed, x-rayed by the moon to reveal the splendid engineering in the perfection of fine bones— the evidence of our common human selves.


VENEZA

(poesia dedicada ao artista-símbolo dessa cidade, Marco Nereo Rotelli)

RAUL DE TAUNAY Brasile

És rima, és o agora, És razão deste aparte, Doce guarida da aurora, Luz que o peito comparte. Bem sei, isto é só trova, Inspiração que desova nos canais a suspirarem, nos corações a versarem. Só tu, para mim, és reduto, Veneza de amor absoluto, O sentido de tudo, O mistério profundo, O sublime mundo De um sonho fecundo.


La città Nuova DOMENICO DI FELICE Italia

Una città se nasce poi non muore Non è fatta soltanto di mattoni, che se li spezzi resta l’energia delle persone e delle loro mani. Una città è sia nuova che vecchia Non vive della vita dei palazzi Per crescere si espande come macchia, ma fatta di ragazze di ragazzi. Una città è come una semiretta Ha un certo inizio ma non ha una fine Hai un potere solo sui suoi punti Una città è una linea di confine. Una città reagisce, si trasforma Si ibrida, si sporca, si pulisce Se è nuova non riesca a stare ferma Se è vecchia cambia un poco, non tradisce. Una città rivive se spezzata E può persino essere più bella Si chieda il senso a chi l’ha vissuta E nessuna ne vuol che non sia quella. Chi è fortunato vive nel futuro Senza scordarsi di un grande passato Ma una città conosce, di sicuro Solo un presente eterno e dilatato Per questo son d’amor queste parole E vanno scandite con chiarezza. Una città può esser madre o prole Ma è sempre testimone di bellezza.


Venetië GERMAIN DROOGENBROODT Belgio

Alsof de tijd haar rimpels niet in jouw mooie gelaat heeft gegrift tussen de oude en de nieuwe tijdend vloeiend het water voorbijgaand onder jouw talloze bruggen ogenschijnlijk hetzelfde en onveranderd het water voorbijgaand zoals zoveel kunstenaars die er van de schoonheid achterlieten een onuitwisbaar spoor.


Venezia GERMAIN DROOGENBROODT

As if time did not engrave its wrinkles in your beautiful face flowing between old and new times the water  passing by below your countless bridges apparently the same and unchanged the water passing by as so many artists who created Venice but left traces of eternal beauty.


The Sea OSAMA ESBER Siria

Go to the beach, do not think about who parted the sea with a staff, or about those who drowned in it, or crossed it. Do not busy your mind with its depth or surface, Be intoxicated with its blueness.



‫ָפים‬ ‫צוּרים ַה ְמּ ֻכנּ ִ‬ ‫אַר ִצי ַעל ַה ְיּ ִ‬ ‫ַה ֵסּ ֶפר ָה ְ‬ ‫‪ M. FALEK‬מנחם מ' פאלק‬ ‫‪MENACHEM‬‬ ‫זּוֹרמוֹת‬ ‫אָכים ֲא ֶשׁר ַבּ ִסּ ְמ ָטאוֹת ַה ְ‬ ‫‪Israele‬ה ַמּ ְל ִ‬ ‫ַה ִאם ַ‬ ‫ה ְל ְִע‬ ‫ים‬ ‫ִמַהְתֵַ‬ ‫ָפים‬ ‫צוּרים ַה ְמּ ֻכנּ ִ‬ ‫ֻמּה ְיּנוֹת? ִ‬ ‫אַר ִ ִתּצייםַע ְמלז ַָ‬ ‫סּח ְֶבּפ ִרק ָ‬ ‫ַה ִאם ֵהם ִמ ְת ַח ְבּ ִקים ִבּ ְכ ָלל?‬ ‫פאלק?‬ ‫אַה ָבה‬ ‫מנחם ַעמל' ֲ‬ ‫ַה ִאם ְבּ ֵבית ִס ְפ ָרם ִל ְמּדוּ‬

‫זּוֹריֶרמוֹת‬ ‫דּוֹלְ‬ ‫לוּלוֹת ִסְּכְּמ ָט‬ ‫א ֶשׁר ַבּ‬ ‫יהים‬ ‫יקוֹת ִ‬ ‫אאםםנְ ִַה‬ ‫ַהַהִ ִ‬ ‫אוֹתגּוֹנְַה ְ‬ ‫קוֹל ַה‬ ‫ם ְֲצ‬ ‫אָכ ֶ‬ ‫שׁ ַמּ ְל ֵ‬ ‫דּוֹלה‬ ‫נוֹת?ת ַעל ַהגּוֹנְ ָ‬ ‫שׁוֹל ֶט‬ ‫ֻמּ ֶ‬ ‫הע ְ ִשּׁתּ ִתיםָ‬ ‫אק ָשׁ‬ ‫יק ְמהז ָ‬ ‫יםם ְלַ ִ‬ ‫אוֹ ְתֶשַׁחָמְּבּ ִ‬ ‫ִמ‬ ‫אַ‬ ‫ה ִק‬ ‫וְ ַר‬ ‫תּוֹפכףָלל?‬ ‫קוֹלים ִבְֵּ‬ ‫יםַחְבְּבּ ִק‬ ‫שׁוֹטמ ְת‬ ‫מּהם ִ ִ‬ ‫םה ְֵ‬ ‫מּר?‬ ‫םה ִבּל ְֶֹק‬ ‫בּוֹאר ַ‬ ‫יםֵב ֶא‬ ‫אשּׂ ִ‬ ‫ְמַהַבִ ְ‬ ‫אַה ָבה?‬ ‫דוּ ַעל ֲ‬ ‫יתת ִס ְפ ָ‬ ‫םר ְבּ‬ ‫יןכּ ָה ֲענ‬ ‫יע‪ֵ ,‬בּ‬ ‫ם ְָרצ ִק ַ‬ ‫רוֹמי‬ ‫יהֵ‬ ‫מ‬ ‫דּוֹליֶר‬ ‫יםגּוֹנְ ְ‬ ‫קוֹלָנִ ַה‬ ‫לוּלוֹת ְ‬ ‫יקוֹת ֶ‬ ‫יעוּ ִל ְ ֵ‬ ‫אאםםינְִַגּ ִשׁ‬ ‫ַהַהִ ִ‬ ‫יק וְה ְ‬ ‫ת‬ ‫ינוֹק‬ ‫אוֹתָמּ ִתּ‬ ‫ִל ְר‬ ‫דּוֹלה‬ ‫ים ַהגּוֹנְ ָ‬ ‫שׁוֹלתֶט ִחת ִצַּעל‬ ‫אַשׁ ַפֶּ‬ ‫לוֹ ְשֶּׁק ִתֶשׁ ָ‬ ‫ם ַה‬ ‫א ָשׁ‬ ‫אוֹ ֶשׁ‬ ‫שׁוֹטוֵּן‬ ‫מּ ַע ְל ִַכ‬ ‫יוֹד‬ ‫הוּא ַה ְֵ‬ ‫תּוֹפף‬ ‫ים ְבּקוֹל ֵ‬ ‫וְוְ ַרק‬ ‫ָפים‬ ‫ת יְ ִ‬ ‫שׁל‬ ‫יםבּ ְמֶֹקֻכרנּ ִ?‬ ‫צוּר ַה‬ ‫בּוֹא‬ ‫בוֹת ֶ​ֶא‬ ‫אמלַב ְ ְלשָּׂבִרים‬ ‫ְֶ‬ ‫וּל ִע ִתּים ִל ְפגּ ַֹע‬ ‫ְ‬

‫ְבּ ֶמ ְר ַכּז ַה ְרגּ‬ ‫יע‪ֵ ,‬בּין ָה ֲענָנִ ים‬ ‫רוֹמי ָר ִק ַ‬ ‫ָשׁוֹת ֵ‬ ‫יעוּ ִל ְמ‬ ‫ַה ִאם י ִַגּ‬ ‫ֶשׁ ֶהעֱנִ יק ָל ֶהם ָה ֱאל ִֹהים‪.‬‬ ‫אַשׁ ַפּת ִח ִצּים‬ ‫ִל ְראוֹת ִתּינוֹק לוֹ ֶק ֶשׁת וְ ְ‬ ‫הוּא ֵמ ַע ֵ‬ ‫ָפוֵּןים‪ְ ,‬בּג ַֹבהּ ַרב‬ ‫יוֹדל ַעָל ְֲעלנַכִ‬ ‫ַוְה ִאם‬ ‫ָפים‬ ‫צוּרים ְמ ֻכנּ ִ‬ ‫בוֹתי נִֶשׁ ְרל ִאיְים ִ‬ ‫אמלַע ְלט ָבִבּ ְל ִתּ‬ ‫ִכֶּ ְ‬ ‫ים ִֵל‬ ‫זּוּרים‬ ‫ה ְפםגּ ְַבֹּע ִרקּוּד ֶשׁל ִח ִ‬ ‫תּים‬ ‫וּלר ִעֲח ִ​ִפ‬ ‫ְמ ְַ‬ ‫אָכרגּ‬ ‫ִלְבְּפֶנמֵיְר ַ​ַמכּ ְזל ַהִ ְ‬ ‫ָר ַח‬ ‫ָשׁוֹתְבנוֹת ַצוָּאר ְבּאוֹר י ֵ‬ ‫יּוֹת ִל‬ ‫ם ֵָמה ֱ‬ ‫יקסגָל ֶה‬ ‫יםמ‪ְ .‬ב ָצע‬ ‫ֹה ְבּ ִ‬ ‫א ֶֹדל ִם‬ ‫א‬ ‫ֻלּוֹת‬ ‫ְשֶׂשָׁפֶהַתיִעֱנִם ְ‬ ‫ִשׂ ְמ ַלת טוֹגָה נְ ִד ַ‬ ‫יבת ַמ ְחשׂוֹף‬

‫יםשׁ‪ָ,‬ר ְִבּבגי ַֹבהּ ַרב‬ ‫ָפ‬ ‫מהַעהל ְלָ ִללֲענ ִ‬ ‫טּוּף ְ‬ ‫ם ֵמֵָ‬ ‫ה ִבא ְכּ‬ ‫וְ ֵַל‬ ‫אים‬ ‫חוְֹרנ ִ‬ ‫תּי נִ‬ ‫בּוּקטִכּ ְִבּ‬ ‫ִ ִחכּ ְמ ַע‬ ‫ֵק‬ ‫מ ְַלע ִט‬ ‫ה ְלםִתּ ְיבּ ִרֻמגְ ָדּ‬ ‫יםן ִֵבּ‬ ‫ק ִפְז ַמ‬ ‫ְלְֶ‬ ‫זּוּרים‬ ‫קּוּדר ֶשׁל ִח ִ‬ ‫מפ ֶַר ֲח‬ ‫ינוֹ נִ ְג‬ ‫ִֶשׁל ְלּפנֵי ָ‬ ‫ָר ַח‬ ‫מל ְרב‪.‬נוֹת ַצוָּאר ְבּאוֹר י ֵ‬ ‫יּוֹת ָ ִ‬ ‫אָכ‬ ‫עוֹלַמםְל ֵא ִ‬ ‫ְשׂ ָפ ַתיִ ם ְסגֻלּוֹת ֵמא ֶֹדם ְבּ ִמ ְב ָצע‬ ‫ָפיִ ם‪,‬‬ ‫שׂוֹףי ְכּנ ַ‬ ‫חוֹר‬ ‫ח ֵ‬ ‫אָכתיםַמ ְ​ְצ‬ ‫יב ִ‬ ‫טוֹגם‪,‬‬ ‫ַם ֵה‬ ‫ָה נְַמ ִ ְדל ַ‬ ‫ַהִשִׂאְמםַל גּת‬ ‫ַסּוֹת‬ ‫יםֵמ ְָלה ִהה ְס ְלַתִּלֵכּן ְ‬ ‫וְ ֵל ָ‬ ‫תרנ ִבי‬ ‫וּל ִ ְהשְׁ ָ‬ ‫טּוּף‬ ‫מוּכבנִ ְכּ‬ ‫ט ָבה‬ ‫אַה‬ ‫רוֹן ִכּ ְָהמ ַע ֲ‬ ‫ְבִּחִשׁ ְכ‬ ‫חוֹנֵק‬ ‫בּוּק‬ ‫זוּגָהּ‬ ‫ַלּוֹתל ִ ֶ‬ ‫וּב ֶפ ֶר ָ‬ ‫תּאיתֻמֵגְבּןָדּר‬ ‫סוֹפקהְּז ְַלמגן ִבּ ְ‬ ‫ְ​ְל‬ ‫נּוֹסאף‪,‬‬ ‫ָהֶשֶׁרְלּגֶשׁ ַָ‬ ‫ינוֹ נִ ְג ָמר‪.‬‬ ‫עוֹלהם ֵָ‬ ‫ֶשׁ ְשּׁמוֹ ְכּ ֵאב‪.‬‬

‫ָפיִ ם‪,‬‬ ‫חוֹרי ְכּנ ַ‬ ‫אָכים ְצ ֵ‬ ‫ַה ִאם גַּם ֵהם‪ַ ,‬מ ְל ִ‬ ‫וּל ִה ְתנַסּוֹת‬ ‫מוּכנִ ים ְל ִה ְס ַתּ ֵכּן ְ‬ ‫ָ‬ ‫אַה ָבה‬ ‫ְבּ ִשׁ ְכרוֹן ָה ֲ‬ ‫סוֹפהּ ְלגַלּוֹת ֶאת ֵבּן זוּגָהּ‬ ‫וּב ָ‬ ‫ְ‬ ‫נּוֹסף‪,‬‬ ‫ָה ֶרגֶשׁ ַה ָ‬ ‫ֶשׁ ְשּׁמוֹ ְכּ ֵאב‪.‬‬


The terestrial book of the winged creatures MENACHEM M. FALEK Do angels in the flowing alleys Hug from time to time? Do they hug at all? Did they learn about love at their school? Are their kisses clear like the voice of the Gondolier Or silence dominates the Gondola? Only the oars outloud drums, Heralding the coming of morning Will they reach the upper skies, between the clouds To see a baby archer with a bow and arrows, Who knows to aim To the hearts of winged creatures And from time to time to hit the center of feelings Which God has granted them with. Do they hover above the branches, very high Almost unseen Flying and dancing in courtly love making In front of white necked angel-women In the moonlight Violet lips by lipsticks on sale A toga dress with a generous cleavage And a heart longing for a hot, burning pet An almost strangling embrace For an indefinite time Never ending. Are they, the white winged angels. Ready to take risk and endure love’s intoxication At the end of which they shall find its mate, The other sentiment Called pain?


Sóc com Venècia MANUEL FORCANO Spagna

Ja no sé si són els anys o els viatges que se’m barreja allò viscut i el que he somniat. Sóc com Venècia: aigua que vol ser sòlida, pedra que deleja liquar-se, i se m’enfonsen els dies lleugers i suren els feixucs. De sobte m’apareixes als records com de sota un pont una gòndola plena de turistes: xivarri, riures i colors. Perquè ploïneja se’m dissimula el plor.


Soy como Venecia MANUEL FORCANO

Ya no sé si son los años o los viajes que se me mezcla lo vivido con lo que he soñado. Soy como Venecia: agua que quiere ser sólida, piedra que ansía licuarse, y se hunden los días ligeros y flotan los duros. De pronto me apareces en el recuerdo como por debajo de un puente una góndola llena de turistas: barullo, risas y colores. Por la llovizna se me disimula el llanto


MARIA GRAZIA GALATÀ Italia

le mani in fondo all’anima la notte da un piano all’altro della coscienza o della mia più nuda realtà né gli attimi di tempo hanno visto la nebbia salire il cielo



FORREST GANDER Stati Uniti d’America

Not to be, not, not to be known always by my wounds I buried melancholy’s larva and turned to you. I gathered myself like the dusk to the black tulips of your nipples. (Tulips, tulips). For seven days we locked the door, we scoured the room with bird’s blood. And for a little while, in the hollow where your throat rose from between your splendid clavicles (rose, rose), our only rival was music, the piano of bone-whiteness. Nor did the light subside, but deepeningly contracted. The rawness of the looking. The quiver.


VENEZIA LAURA GARAVAGLIA Italia

Lo spettacolo sembra sempre uguale: i palazzi affacciati sul canale volti di Pietra sul ponte dei Sospiri l’onda che tutto confonde. Rimangono, nel tempo, le parole.


雕像 HAI AN Cina

一座又一座雕像,甚至更多 守望在橋頭、古堡口,中世紀的廣場 黝黑的、殘缺卻又那麼神聖 冬日懸於流水之上,落葉金黃 鑲上翅翼,嘴鼻不只是用來呼吸 手指與手指相撞,悄悄地觸摸 光芒傾向河道的一側,直竄心靈 幾度穿越戰火,生存或毀滅 寒風摸索你的臉面 一道道疤痕,幾處創傷 肌膚收攏天下的陽光 絕不僅僅是雕像,從此不再是 不遠萬里,飛越雙重的明亮與黑暗 推開一扇扇門,再一次仰望, 終究無法抵達彼岸,哪怕是現實 那麼多的雕像,銅鑄的、石刻或泥塑 淹沒在目光之下,時光的深處 青鳥斜飛,遠山層林盡染 地鐵口,暮色裡的人流,行色匆匆


STATUE HAI AN traduzione di Hai An

One statue after another, even more keep a watch on a bridge, a castle and the medieval plaza blackened, broken yet much sacred high above the running water shed leaves, golden with sunshine Wings acquired, nose and mouth breathe more whenever close to you, fingers touch off light towards the riverbank, further into the soul Perish or survive, from wars many times A wintry breeze fumbles your face across the scars, through their inner wound Skins absorb all the sunshine More than a statue, no longer, forever Far from the distance, fly through night and daybreak push open the door, look up again and again yet unable to reach Heaven, even that on earth So many statues, the bronze, stone or clay submerged in time’s vision, still deep in mind Birds fly beyond the multicolored forest Passengers rush out of the metro, in haste, at twilight


Water that never talks nonsense MICHAEL HARLOW Nuova Zelanda

The music of the light The music of the water The water that never talks nonsense Are you a visitor? asked the water Yes, I answered Only a visitor? asked the water Yes, I answered Take me with you said the water


CITY OF DREAMS ARICA HILTON Stati Uniti d’America

They said it was the song of sirens luring me into the maelstrom Of Content Discontent. Flailing my limbs through currents, I drew open the eyelids of the sea Allowing the Scorpio moon a glimpse of my eternity. City of dreams, where are you now? I search through weighted sands Running Crawling Falling Into the salt of prodigal oaths. Raw, I became a wound forgotten in the multitude of dreams. Escape To where? I no longer exist. Truth. What? The world is burning.


Frozen. My eyes are blinded by news. Every day another story. Every day the same story. Someone dies. Someone cries. They could be me. I could be them. I long for a journey to a land of sweet cream, regattas in the wind, A city floating on the sea. I dream of sunrises Like the perfume of a child newly liberated from its womb. Beyond the horizon I hear the wind sing in mourning For what was once me. Or maybe them. We are invisible now. The wind has spread us across the sands. One thing I know for sure, I cannot doubt the wind. If it can carry a rose toward its dying, I should sing a song for the rose.



‫ﻭوﻧﻴﯿﺰ‪ ،٬‬ﻗﻠﺐ ﺗﺎﻻﺏب‬ ‫‪SAEID HOOSHANGI‬‬ ‫‪Iran‬‬ ‫ﺳﺒﺰﯼی ﺩدﺭرﻗﻠﺐ ﺗﺎﻻﺏب‬ ‫ﺳﻔﺮﻩهﺗﺎﻻﺏب‬ ‫ﻭوﻧﻴﯿﺰ‪ ،٬‬ﻗﻠﺐ ٴٔ‬ ‫ﺷﻌﺮﯼی ﮔﻴﯿﺴﻮ ﺭرﻫﮬﮪھﺎ ﮐﺮﺩدﻩه ﺩدﺭرﺩدﺳﺖ ﺑﺎﺩد‬ ‫ﺑﺮﺳﻴﯿﻨﻪﮫ ﺁآﺏب‬ ‫ﮔﻬﮭﻮﺍاﺭرﻩه ﺍاﯼی‬ ‫ٴٔ‬ ‫ﺁآﺳﻤﺎﻧﯽ‪.‬‬ ‫ﺳﺒﺰﯼیﺯزﻣﻴﯿﻨﯽ‬ ‫ﺯزﻣﻴﯿﻨﯽ ﻭو‬ ‫ﺩدﺭرﻗﻠﺐ ﺗﺎﻻﺏب‬ ‫ﺳﻔﺮﻩه‬ ‫ﻭوﻧﻴﯿﺰ‪،٬‬‬ ‫ﺁآﺳﻤﺎﻧﯽ ٴٔ‬ ‫ﺷﻌﺮﯼی ﮔﻴﯿﺴﻮ ﺭرﻫﮬﮪھﺎ ﮐﺮﺩدﻩه ﺩدﺭرﺩدﺳﺖ ﺑﺎﺩد‬ ‫ﺧﻴﯿﺎﻝل ﺩدﺭر ﻣﻪﮫ ﺁآﻟﻮﺩد ﺩدﺭرﻳﯾﺎ‬ ‫ﻭوﻧﻴﯿﺰ‪،٬‬‬ ‫ﺑﺮﺳﻴﯿﻨﻪﮫ ﺁآﺏب‬ ‫ﮔﻬﮭﻮﺍاﺭرﻩه ﺍاﯼی‬ ‫ﺷﮑﻞ ﻣﺤﻮ ٴٔ‬ ‫ﺻﺒﺢ‬ ‫ﺑﺮﺑﺎﺩدﺑﺎﻥن‬ ‫ﺳﻪﮫ‬ ‫ﺁآﺳﻤﺎﻧﯽ‪.‬‬ ‫ﺍاﻓﺮﺍاﺷﺘﻪﮫﺯزﻣﻴﯿﻨﯽ‬ ‫ﺳﺘﻮﻥنﺯزﻣﻴﯿﻨﯽ ﻭو‬ ‫ﺁآﺳﻤﺎﻧﯽ‬ ‫ﺗﮑﺮﺍاﺭر ﻣﻮﺳﻴﯿﻘﯽ ﺩدﺭرﻳﯾﺎ ﻭو ﺍاﺳﮑﻠﻪﮫ‬ ‫ﺑﻴﯿﺪﺍاﺭرﯼی‪.‬‬ ‫ﺑﺮﺑﺎﻡم‬ ‫ﺁآﻟﻮﺩد ﺩدﺭرﻳﯾﺎ‬ ‫ﺑﻠﻨﺪﺩدﺭر ﻣﻪﮫ‬ ‫ﺧﻴﯿﺎﻝل‬ ‫ﺍاﻳﯾﺴﺘﺎﺩدﻩهﻣﺤﻮ‬ ‫ﺷﻴﯿﺮﯼی ﺷﮑﻞ‬ ‫ﻭوﻧﻴﯿﺰ‪،٬‬‬ ‫ﺳﻪﮫ ﺳﺘﻮﻥن ﺍاﻓﺮﺍاﺷﺘﻪﮫ ﺑﺮﺑﺎﺩدﺑﺎﻥن ﺻﺒﺢ‬ ‫ﻣﺨﻤﻞﻭو ﺁآﺏب‬ ‫ﺗﮑﺮﺍاﺭر ﺳﺘﺎﺭرﻩه‬ ‫ﭼﺮﺍاﻍغ‬ ‫ﺍاﺳﮑﻠﻪﮫ‬ ‫ﺑﺮ ﺩدﺭرﻳﯾﺎ‬ ‫ﻣﻮﺳﻴﯿﻘﯽ‬ ‫ﺑﻠﻨﺪﺧﻮﺍاﺏب‬ ‫ﺑﺮﺑﺎﻡمﺁآﺑﯽ‬ ‫ﺑﺮﺳﻘﻒ‬ ‫ﺗﺼﻮﻳﯾﺮﺁآﺏب‬ ‫ﺑﻴﯿﺪﺍاﺭرﯼی‪.‬‬ ‫ﺍاﻳﯾﺴﺘﺎﺩدﻩه‬ ‫ﺷﻴﯿﺮﯼی‬ ‫ﺯزﻭوﺭرﻕق ﻫﮬﮪھﺎﯼی ﺁآﺭرﺯزﻭو ﺑﺮﻣﻮﺝج ﻋﺸﻖ‬ ‫ﻧﻬﮭﺮﻧﻴﯿﻤﻪﮫ ﺷﺐ‪.‬‬ ‫ﺧﻴﯿﺎﻝل ﺑﺮ‬ ‫ﻓﺎﻧﻮﺱس ﻫﮬﮪھﺎﯼی‬ ‫ﻣﺨﻤﻞ ﺁآﺏب‬ ‫ﺳﺘﺎﺭرﻩه ﺑﺮ‬ ‫ﭼﺮﺍاﻍغ‬ ‫ﺗﺼﻮﻳﯾﺮﺁآﺏب ﺑﺮﺳﻘﻒ ﺁآﺑﯽ ﺧﻮﺍاﺏب‬ ‫ﺭرﻭوﻳﯾﺎ‬ ‫ﺑﻴﯿﮑﺮﺍاﻧﻪﮫ‬ ‫ﻭوﻧﻴﯿﺰ‪،٬‬‬ ‫ﻣﺮﻍغﻋﺸﻖ‬ ‫ﺑﺮﻣﻮﺝج‬ ‫ﺯزﻭوﺭرﻕق ﻫﮬﮪھﺎﯼی‬ ‫ﭘﺮﻭوﺍاﺯزﺁآﺭرﺯزﻭو ٴٔ‬ ‫ﺻﻮﺭرﺗﮏ‬ ‫ﺳﺎﮐﺖ ﺳﺎﻳﯾﻪﮫ ﻭو‬ ‫ﻧﻬﮭﺮﻧﻴﯿﻤﻪﮫ ﺷﺐ‪.‬‬ ‫ﻫﮬﮪھﺎﯼیﺧﻴﯿﺎﻝل ﺑﺮ‬ ‫ﭘﺴﮑﻮﭼﻪﮫﻫﮬﮪھﺎﯼی‬ ‫ﻓﺎﻧﻮﺱس‬ ‫ﺑﺎﺭرﺍاﻥن ﻭو ﻣﮑﺚ ﺧﺎﻁطﺮﻩه ﺑﺮ ﺷﻴﯿﺸﻪﮫ ﻫﮬﮪھﺎﯼی ﻏﺮﻭوﺏب‬ ‫ﺭرﻭوﻳﯾﺎﺑﻬﮭﺎﺭر‪.‬‬ ‫ﺑﺎﺩدﻫﮬﮪھﺎﯼی‬ ‫ﻧﻴﯿﻤﺮﻭوﺯز ﻭو‬ ‫ﻟﻤﺲﻣﺮﻍغ‬ ‫ﺑﻴﯿﮑﺮﺍاﻧﻪﮫ‬ ‫ﭘﺮﻭوﺍاﺯز‬ ‫ﻭوﻧﻴﯿﺰ‪،٬‬‬ ‫ﺷﮑﻮﻩه ٴٔ‬ ‫ﭘﺴﮑﻮﭼﻪﮫ ﻫﮬﮪھﺎﯼی ﺳﺎﮐﺖ ﺳﺎﻳﯾﻪﮫ ﻭو ﺻﻮﺭرﺗﮏ‬ ‫ﺍاﻳﯾﻨﺠﺎ‪ ،٬‬ﻭو ﻣﮑﺚ ﺧﺎﻁطﺮﻩه ﺑﺮ ﺷﻴﯿﺸﻪﮫ ﻫﮬﮪھﺎﯼی ﻏﺮﻭوﺏب‬ ‫ﺑﺎﺭرﺍاﻥن‬ ‫ﺑﺎﺩدﻫﮬﮪھﺎﯼیﺷﻮﻧﺪ‬ ‫ﻟﻤﺲﺑﺎﺯز ﻣﯽ‬ ‫ﺷﮑﻮﻩهﺩدﺭرﻳﯾﺎ‬ ‫ﺧﻴﯿﺎﺑﺎﻧﻬﮭﺎ ﺑﻪﮫ‬ ‫ﻫﮬﮪھﻤﻪﮫ‬ ‫ﺑﻬﮭﺎﺭر‪..‬‬ ‫ﻧﻴﯿﻤﺮﻭوﺯز ﻭو‬ ‫ﻫﮬﮪھﻤﻪﮫ ﺁآﺑﻬﮭﺎ ﺑﻪﮫ ﻭوﻧﻴﯿﺰﺧﺘﻢ ﻣﯽ ﺷﻮﻧﺪ‪.‬‬ ‫ﺍاﻳﯾﻨﺠﺎ‪،٬‬‬ ‫ﻫﮬﮪھﻤﻪﮫ ﺧﻴﯿﺎﺑﺎﻧﻬﮭﺎ ﺑﻪﮫ ﺩدﺭرﻳﯾﺎ ﺑﺎﺯز ﻣﯽ ﺷﻮﻧﺪ‪.‬‬ ‫ﻫﮬﮪھﻤﻪﮫ ﺁآﺑﻬﮭﺎ ﺑﻪﮫ ﻭوﻧﻴﯿﺰﺧﺘﻢ ﻣﯽ ﺷﻮﻧﺪ‪.‬‬


Venice, the heart of the Lagoon SAEID HOOSHANGI

Venice, green spread in the heart of the [Lagoon, a loose hair poem in the hands of air, a cradle rocked by the hand of water, earthly heaven and heavenly earth. Venice, blurred image of dream in the [mist of water, three masts erected on the sail of the morning, chiming water music crashes into the quay, a winged lion prostrated at the top of the [awakening. The starlight on the velvet of water, the reflection of the water on the nightblue [ceiling of dream, the gondola of desire on the wave of love, imagination lantern at the midnight channels. Venice, endless flight of the bird of dream, quiet alleys of shadow and masks, rain and memories failure on the crystals [of the sunset, noon and the glory of feeling a spring wind. Here, all channels reach the sea, all waters lead to Venice.


VENEZIA E CHI? PAOLO FABRIZIO IACUZZI Italia

Venezia e chi? Lei e noi. L’Oriente e l’Amore portato via dall’acqua. Mentre il pittore di Giudecca sciacqua i pennelli nel canale. A noi di luce resta la sola scia dei rifiuti lanciata da una crociera in transito. L’ultima possibilità di alzare un altare per Amore. Di mascherare il volto vero se intatto. Di prepararsi al Carnevale. Poi niente prima di amare non esiste Amore. A niente servono i tentativi di stare in maschera dentro la trasparenza. Il vetro soffiato nella bolla. Venezia fondamenta marce e limpide al suono dell’acqua. Appanna al vetro il vaporetto. L’esodo quotidiano in barca a motore. Giunge a Canal Grande. Torna a Stazione. Noi non siamo Amore. Estranei alla Vergine dei Frari il manto blu sospende. E qui persi commensali al banchetto di Veronese non sappiamo più essere attori o comparse di Amore. Prima di amare se il gelido vetro di gennaio si accende. Salutano i turisti dalla nave. Passano. Ci lasciano la deriva.


In frattali inconoscibili... CARLO INVERNIZZI Italia

In frattali inconoscibili palaffitili instabili cittĂ allagano di pullule luci inarrestabili che ondulano in lagune senza tempo verso battigie impenetrabili.


A varanda de Julieta NUNO JÚDICE Portogallo

Uma vez, entrei em verona para não entrar em veneza. Entre o vê de verona e o vê de veneza optei por ver verona. Gostei da coincidência das consoantes na janela de julieta; e sei que em veneza não ouviria o vento da vingança, nem provaria o veneno de uma volúpia que só em verona se desvanece com a vida. Não há canais em verona, como em veneza; nem há janelas em veneza, como em verona; mas julieta espreita a rua, da janela que é sua, e se ninguém diz a senha que só ela sabe, agita o lenço molhado pelas lágrimas que as nuvens bebem, levando-as de verona até veneza, onde a chuva as deita nos canais.


Il verone di Giulietta NUNO JÚDICE traduzione di Maria Luisa Cusati

Una volta sono entrato a verona per non [entrare a venezia. Fra la vi di verona e la vi di venezia ho scelto di vedere verona. Mi [è piaciuta la coincidenza delle consonanti nel verone di giulietta; e so che a venezia non avrei sentito il vento della vendetta, né avrei assaporato [il veleno di una voluttà che solo a verona svanisce con la vita. Non ci sono canali a verona, come a venezia; né ci sono veroni a venezia, come a verona; ma giulietta si affaccia sulla via, dal verone che è suo, e se nessuno dice la parola d’ordine che solo lei [conosce, agita il fazzoletto bagnato dalle lacrime che le nuvole bevono, portandole da verona fino a venezia, dove la pioggia le getta nei canali.


Fragile Borders DORIS KAREVA Estonia

There shall come no other and better world for us. Just as no deed done will change. The wind and sky today are not the same [as yesterday. No, no one to count on outside our fragile borders. Only light.


VÉNUS KHOURY-GHATA Francia

Leur signature sur la dernière de la mer est [écriture d’algue…



PAOLO LISI Italia

Lei guarda la sua immagine riflessa. Â Gondole scivolano tra i ghebi. Â Sono solo un cacciatore di storie.


Me piasaríss de mí desmentegâss da “Lünn” FRANCO LOI Italia

Me piasaríss de mí desmentegâss, e camenà, e respirà per tí, vèss cume i fjö che quand je branca el sû se làssen sumenà due el vör lü, e mai truâss, e pü capí de mí, ma vèss giuius de l’aria che me tira due che la vita la se pensa vîv.


Mi piacerebbe di me dimenticarmi da “Lünn” FRANCO LOI

Mi piacerebbe di me dimenticarmi, e camminare, e respirare per te, essere come i ragazzi che quando li prende [il sole si lasciano seminare dove lui vuole, e mai ritrovarsi, e non più capire di me stesso, ma essere gioioso dell’aria che mi attira là dove la vita si pensa vivere.


MARIA GRAZIA LOPARDI Italia

Città mia ascolta… Ti voglio ringraziare Per le tue mura antiche Che narrano la storia Di popoli indomiti Che non voller esser servi… Mi hai insegnato Il bene della libertà. La voce cristallina delle tue fontane E i vicoli ombrosi Dove i passi diventan lenti A rispettar discreti Il silenzio che parla di te… Così mi hai insegnato ad ascoltare con l’anima Sospese atmosfere nelle assolate piazze e il linguaggio muto di monumenti antichi testimoni muti della vita tua... nostra… E quando all’imbrunire Il cielo carico di luce si tinge di smeraldo dietro il duomo


dove tramonta il sole vivo l’incanto della tua magia… Quando poi la terra trema Ed apre le sue viscere La tua storia diviene Di morte e di dolore di spezzate ali... che vogliono volare… Mi insegni allora con la tua gente fiera ad affrontare le sfide a guardare al domani… E grata ti sono Figlia Innamorata Parte di te come tu di me Custodi di un segreto Che il forestiero avverte Aleggiare nell’armonia Di una nota mai udita… Questa musica avverto nel tuo silenzio greve e colgo la Luce infinita per cui sei sorta per una sacra Alchimia... “Grazie” allora riecheggerà da cuore a cuore.


VENEDIG KARL LUBOMIRSKI Austria

Dich mรถcht ich sehn, Braut der Welt, wenn ich dann die Augen schlieร e, um sie ans Dunkel zu gewรถhnen.


VENEZIA KARL LUBOMIRSKI

Vorrei vederti poi per ultima, sposa del mondo; quando chiuderò gli occhi per vezzarli al buio .


ПРЕД ДА СЕ РОДИМЕ NIKOLA MADZIROV Macedonia

Улиците беа асфалтирани пред да се родиме и сите соѕвездија веќе беа формирани. Лисјата гниеја до работ на тротоарот. Среброто црнееше врз кожата на работниците. Нечии коски растеа низ должината на сонот. Европа се обединуваше пред да се родиме и косата на една девојка спокојно се ширеше врз површината на морето.


PRIMA CHE NASCESSIMO NIKOLA MADZIROV traduzione di Piero Salabè

Le strade erano già asfaltate prima che nascessimo e tutte le costellazioni esistevano già. Le foglie marcivano sul bordo del marciapiedi. L’argento si ossidava sulla pelle dei lavoratori. Crescevano le ossa di qualche persona nella lunghezza del sonno. L’Europa si univa prima che nascessimo e i capelli di una ragazza si adagiavano serenamente sulla superficie del mare.



TONKO MAROEVIC Croazia

Una piccola diversitĂ rimanga tra me e te tra te e lei tra lei e lui Alla salute evviva e quante che siano i sorsi soltanto loro sono fecondi


JOSÉ MARÍA MICÓ Spagna

I El avión está sobre Venecia y yo dentro de él levantando una copa de prosecco por gentileza de la compañía. Quizá esto sea la felicidad, un avión flotando sobre un mapa de piedra y agua, un hombre bebiendo solo con desconocidos, refrescando unos labios que han besado lo que es costumbre en una edad madura. Y levanto la copa y la acerco a esos labios para brindar conmigo sin apurar el sorbo, para que no descienda este avión, para que no se acabe este minuto, para que nada ocurra. Y que si ocurre sea sin sucesión.


II Porque nada sucede. En La Repubblica leo la muerte de Pupella Maggio. Su imagen despintada me ilumina y pienso sin quererlo en Amarcord, en su hermano holgazán con redecilla y en las noches con baile de un pueblo de rijosos, y otra mujer más bella, «la Gradisca», que tiene para mí la forma de la vida, se me ofrece desnuda. Y yo dispongo de ella mientras este avión, ni muerto ni nacido, flota sobre San Marcos y varios centenares de extranjeros seguramente inmóviles dan alpiste a palomas cebadísimas que me sorprenderán cuando las vea. No es preciso mirar. Nada sucede. Todo está igual que nunca.


Su uno spartito MARIA MODESTI Italia

Terra e cielo – l’acqua palpabile nel sogno – fluisce lieve nello spazio come un respiro che penetra tutte le cose – le anima e le fa proprie – sangue e corpo: viscere profonde immerse totalmente nella materia.



VATTENPASS, VENEDIG JONAS MODIG Svezia

Balkongen som hänger över kanalen är sned, som hela huset, och på ständig väg ned mot den underjord på vilken all kultur [är byggd. Brist på balans är på det hela taget utmärkande för allt av värde, allt som räknas på längre sikt. En rörelse i riktning neråt tycks ofrånkomlig, kanske rentav önskvärd. Om bubblan aldrig rör sig från sin plats emellan strecken i det gamla vattenpasset blir husen inte möjliga att bo i, klockan stannar, ledningarna fryser fast. Fasaden måste ha en långsam spricka som växer för att porerna skall andas. Vi sjunker neråt. Palatset som vi gästar är byggt på några öar i ett träsk som pålats, men som ändå alltid befinner sig på stadig väg mot underjorden. Balkongen har en mungipa som hänger ner som på en slagrörd, en som märker hur synfälten och orden går isär. Champagneglasen som sakta glider [på en bricka gnistrar mot solen, blänket från kanalen.


Level, Venice JONAS MODIG traduzione di Christian Gullette

The balcony that hangs over the canal is slanted, like the whole house, and steadily descending to the underworld on which all culture is built. A lack of balance is on the whole characteristic of everything of value, all [that counts in the long run. Movement downwards seems inevitable, perhaps even desirable. If the bubble never moves from its place between the bars of the level then it’s not possible to live in these houses, watches stop, pipes freeze. The facade must have a slow crack which lets the pores breath as it grows. We sink deeper. The palace we’re visiting is built on a few swampy islands resting on wooden piles, yet maintains its steadfast passage to the underworld. A corner of the balcony’s mouth hangs down like after a stroke, you notice how visual fields and words come apart. Champagne glasses that slowly slip on a tray glimmer against sun, the canal’s glint.


‫ﻓﻴﯿﻨﻴﯿﺴﻴﯿﺎ ﺍاﻟﻐﻴﯿﺎﺏب‬ ‫‪FATIHA MORCHID‬‬

‫‪Marocco‬‬ ‫اهتدحو طرف نم‬ ‫اهضعب ُروسجلا قناعت‬ ‫أمظلا طرف نمو‬ ‫ءاملا قرغي‬ ‫ءاملا يف‬ ‫‪...............‬‬ ‫ٍرسجو ٍرسج نيب‬ ‫ُرسج‬ ‫دحاو الو‬ ‫ّيلإ دوقي‬ ‫‪..............‬‬ ‫لدانجلا حبست‬ ‫ينييارش يف‬ ‫ىشاحتت اهتيل‬ ‫تايركذلا تاجرعنم‬ ‫‪..............‬‬ ‫تعطتسا ام أِّكَن‬ ‫فادجملا اهُّيأ‬ ‫داع امف‬ ‫حرجلا يف‬ ‫مد ةرطق نم‬ ‫‪..............‬‬ ‫ةعنقألا ينُّفلت‬ ‫بوص ِّلك نم‬ ‫عانق الو‬ ‫يتلزعل‬ ‫‪..............‬‬ ‫جاجز نم ةأرما‬ ‫ّيف خفنت ول‬ ‫كسافنأ بيهل نم‬ ‫‪.‬ةيرهزم لَّكشتأ‬

‫ﻓﺎﺗﺤﺔ ﻣﺮﺷﻴﯿﺪ‬


Venice Absence FATIHA MORCHID traduzione di Norddine Zouitni Of too much solitude Bridges hug each other Of too much thirst Water drowns Into water ………………… Between a bridge And a bridge Another bridge Yet not one Leads to me ………………… Gondolas wade Into my veins If only they could Avoid Memory twists ………………… Scrape as you can You oar..! Not one drop of blood Is left Inside the wound ………………… Masks surround me On all sides Yet not one For my loneliness ………………… I’m a woman of glass Blow your fiery breath Into me And I become a vase.


Sailing from Venezia ROBERTO MUSSAPI Italia

“Questo è il vetro, si gonfia col soffio, prende la forma del respiro, tutto ciò che tintinna, che ride, fu soffiato, senti le labbra dell’uomo sull’orlo del bicchiere, ecco perché ridono così, le ragazze, con quelle voci argentine, da brindisi, quello è il vetro dove tutto si specchia, il canale, vedi, la città riflessa, le fondamenta in pace con le acque, come una flotta ferma in un oceano di cristallo e silenzio, questo è il parabrezza, ad agosto, i moscerini sul vetro la prova del viaggio, del piede sull’acceleratore, della notte, pioverà, il tempo sarà segnato dal tergicristallo, le palpebre battono col ritmo del respiro, si aprono inspirando, da lì io vedo il mondo.”


AVI NASSA India

The light of the Venetian moon covers me as a garment from the left side, fire conceived and gave birth to light to show me the way to my internal life, and here in heaven we are flying low, me and my love of Venice, free of all dipendencies, finally I managed to release myself from the womb of the universe to be one with the city of light and love, it wasn’t easy I want to tell you... ha, and another thing before I go, don’t forget to die for every yesterday, goodnight from me and the venetian Illuminated purple MOON. Only music can be played now!


Ode ao Vehlo Mar CARLOS NEJAR Brasile

A Vida se sucede pelas datas. O mar com suas vagas. E o que tive contigo n達o se sucede, agrava, se o amor n達o se transmite em cada coisa sonhada.


CARNEVALE VENEZIANO ALESSANDRO NIERO Italia

Sagra degli occhi a ricciolo. Tempo che conta di là da venire. Aria che segue i gesti e non l’inverso. Strillare saldo. Frastuono colorato da non credere a quel che vedi o senti. L’ortica delle maschere concresce sulla pelle senziente. Intonso il cielo nel suo azzurro, intanto, appena rotto da palloni abbandonati.


Isola di San Michele VÍCTOR RODRÍGUEZ NÚÑEZ Cuba

te niegas en redondo a los canales de fuego estancado no se cruza solo bajo los puentes que van a todas partes ¿cómo darle la espalda a la fiel Olga y su borrascoso violín? ¿esa sombra lunar nieve con dueño se apagará sin Ezra? te afirmas cuando llegas mano en remo más allá del comienzo del final a ese norte de nadie transparencia alienta el pendular

góndola de ceniza donde lo inexpresable vuelve arder


Of What’s Sea-locked ELISE PASCHEN Stati Uniti d’America

inside ink-dark that sweet secretes covert and whorl nacre of shell

beyond the flume the shade-backed hump oh Inverness elsewhere you toss that darker half as moon slips into


ELIO PECORA Italia

Sue le altissime grida che disperdono navi, inabissano città ; suo il mormorio dolcissimo per le distese specchianti: bellezza e orrore si compongono.



JUAN VICENTE PIQUERAS Spagna

Venecia ya está hundida. Aquí y allá despuntan de las aguas un campanario, una cúpula, un caballo. Góndolas flotan como peces muertos. Soy uno de sus ahogados y escribo para ahogados. El cielo se refleja en mis ojos. Venezia ya está hundida en el fondo de nuestro corazón.


JUAN VICENTE PIQUERAS

Venezia è già sommersa. Qua è là spuntano dalle acque un campanile, una cupola, un cavallo. Gondole galleggiano come pesci morti. Sono uno dei suoi affogati e scrivo per [gli affogati. Il cielo si riflette nei miei occhi. Venezia è già sommersa in fondo al nostro cuore.


LOREDANA PRA BALDI Italia

Non più D - enunciare ma E-nunciare abitare la terra poeticamente… Resistere corale all’amnesia ritessere il legame sociale dall’ orrore economico e re- incantare il mondo…


LA’, lasciandomi muta (Venezia) MARIA PIA QUINTAVALLA Italia

Là era sogno là copriva il margine del mio occhio destro espone il vento (senza ritorno) lunghissimo spazio. Come seno tagliato come cader giù verso il centro vuole mio corpo benefico fino a non emergere più con la ragione un inizio deve essere separarsi da folle e dolore * bella, riflessa luce a mezzogiorno un teatro una calle a cui guardare è che non riesco a calarmeli gli occhi essi scendono fatica fino alle ginocchia e poi cadono stanchi alla spiaggia aperta, sul vuoto mare mentre Là lasciandomi muta a nulla pensa l’angelo guerriero, alla coda di rondine della gondola che continua.


Venezia LORETTO RAFANELLI Italia

Se Venezia mi giunge in ogni parte della sua globale vista col viso rigato di antica melodia, non posso che darle un cenno di congiunta pace, di darle il segno di un sorriso intriso di sorpresi gorghi, darle il mio pane quotidiano, stenderle il cielo di rose accese nel colore, dirle di un viaggio fatto a perdifiato come il suo profondo cieco imbuto della vita, e il suo sogno ancora pensare che è luce che viene da lontano e tengo nella vena matrice del mio sguardo, con l’acqua che mi cinge di perle e di voci


Venice ILMA RAKUSA Svizzera

And the hard box tree in the park between the busts of the musician and the pilot and the oval puddle reflecting three Moorish arcades black on the shore of the lost and a half moon over Maria Formosa and the odor of childhood when the swing blows


Lo que Goethe vio en Venecia PAURA NATALIA RODRIGUEZ LEYTON Bolivia La imagen llegó deslumbrante y quebró el cristal que había congelado el olvido. En ese momento la mirada de aquel viajero del Brenta, (discreto y anónimo) abarcó el pasado y el presente y un gozo indescriptible lo envolvió. Un fragmento de su infancia había vuelto intacto y feliz: recordó el modelito de góndola que su padre atesoraba celosamente y que sólo le permitía jugar con él en ocasiones especiales: supo que ese pequeño objeto del territorio de su infancia era la llave de su viaje a Italia. Y ocurrió que a las cinco de la tarde del casi agotado septiembre de 1786, vio una góndola en Venecia y todo el paisaje lo saludó y sintió que se trataba de un antiguo conocimiento. Sumergido en la singular anatomía de Venecia, andó sin guía ni mapa, cruzó puentes y canales, se extravió en breves rescoldos con pisos de losetas. Avanzó, mirando al cielo, guiándose por las constelaciones.


Venetian Flowers FIONA SAMPSON Gran Bretagna

Only stucco blooms like this pale as the paper flowers we dropped in a water glass and watched while they unraveled against a lens of curving glass coloured paper and words afloat on water dissolving like memories of somewhere I had never been and could not forget over and over those strange blossoms opening into nothing.


Piazza San Marco RENATO SANDOVAL Perù

Detrás de donde quiebra la sombra y las aves de fugaces miembros festejan en su vuelo el declive de las horas va la cruz adosada a tiranos vivos y el temblor de las fontanas con aguas repudiando el recipiente. Tan festivo la baba de niños y palomas y los jóvenes arrullándose el pecho [y los amores; Bellini y la muerte piadosamente muda y en algún lugar Casanova espiando a [las parejas. Altos dogos vigilan oscuros la plaza yerta, mientras van y vienen las campanas al igual que el peregrino y los afectos.


(Nuovi versi del malanimo) MARIO SANTAGOSTINI Italia

L’aria è povera d’ozono, buona solo per grilli. Animali sciatti, e in fuga da tutto. Hanno il loro mondo: che se lo tengono stretto. Certo, qui una volta si creava, poi si è passati al vivere. Adesso, aspettiamo.


ベニスのゴンドラ

KIKUMI SHIMODA ベニスのゴンドラ

下田喜久美 水の都の 手製の手鏡に描いた

ゴンド

ベニスの 私の絵には ゴンドラ

風に揺れる美少女の長い髪

いつも少女は夢を語

歴史の物語や 風に揺れる美少女の長い髪

私の絵には

貴族の国つくり いつも少女は夢を語った

朝のおめかしの時

存続の

歴史の物語や

栄光の後の滅亡の危機

切実な願いたち

愛よ 栄光の後の滅亡の危機の回避

貴族の国つくり 存続の

ベニスの

異国の夢は何を乗せてくれる

朝のおめかしの時 異国の夢は何を乗せてくれるのかしら

水の都の

下田喜久美

Giappone 手製の手鏡に描いた

切実な願いたち

美よ

愛よ

平和の中に融合する調和を求めて

美よ

パープルのワンピースをなびかせて

平和の中に融合する調和を求めて永遠の少女の夢は 今も私の胸に息づいている パープルのワンピースをなびかせて 永遠の少女の夢は

大きく大きく

今も私の胸に息づいている

強く強く

大きく大きく

広がりへの切ない生が泣いている

強く強く

広場のみんなに向かって

盤石な地盤に立ちたいのだと 広場のみんなに向かって

広がりへの切ない生が泣いている成長こそ幸せの極みなのだと 盤石な地盤に立ちたいのだと 成長こそ幸せの極みなのだと


Gondola of Venice KIKUMI SHIMODA

Gondolas painted on a small handmade [mirror How did they invite me for a foreign guest [to the aqua-capital? A beautiful girl was standing there Letting her hair waving in a wind She told me anecdota of Venice every [morning Once upon a time... Aristocrate founded rich Venice.... How Venice avoided a crisis after the glory... Hope of Venice is keeping prosperity... Love! Beauty! That’s her eternal dream -harmonious VeniceEverything is getting melt in peace A girl wearing purple frill dress Remain alive in me Bigger and bigger Harder and harder Toward everyone in [the square She is weeping sadly wanting a real life For she wishes to stand on the firm ground For her growth makes Venice ultimate happy


LUIGIA SORRENTINO Italia

cercava il luogo dove finisce il fiume andando verso il mare allietata da nuovi fiori si avvicinava a una vita vissuta sotto il canneto dove l’erba fa da muro



ALEŠ ŠTEGER Slovenia

Moja ljubezen, ki si nenehno na poti, Najini duši sta iz vode, stalni vzponi in padci, Ti in jaz, misli iz koze in lubja, A obenem skupaj kot del skrivnostnega toka. Vse do sem si pripotovala skozi cas, Postala prašna in trudna od let. Jaz pa sem cas, ki poganja korenine, cas, ki zeleni in oblaci popotnike v sence. Vstopi vame, ljubezen iz vode. Ni lepše reci v tem zejnem poletju, Kot da te objame stojeci slap listov, In si obenem notranjost in nebo. Vstopi vame, usoda je veter in vsi jeziki zeleni. Morda si vso to dolgo pot prehodila samo zato, Da bi te zdaj, tukaj, objelo listnato šumenje [dezja In bi bila v meni srce, ki je koncno našlo [svoje telo.


ALEŠ ŠTEGER traduzione italiana di Michele Obit

Mio amore, che sei senza posa in cammino, Le nostre anime sono fatte d’acqua, continue [salite e cadute, Tu ed io, pensieri di pelle e corteccia Ma sempre legati come parte di una corrente [misteriosa. Sin qui sei arrivata attraversando il tempo, impolverata e affaticata dagli anni. Io sono invece il tempo che muove le radici, Il tempo che colora di verde e veste [d’ombra chi passa. Entra in me, amore fatto d’acqua. Non vi è cosa più bella in quest’estate assetata Che ti abbracci una cascata eretta di foglie, E sei al contempo essenza e firmamento. Entra in me, il fato è vento e tutte le lingue [son verdi. Forse hai percorso questo lungo cammino solo Perché qui, ora, ti abbracci il sussurro [frondoso della pioggia E tu sia in me il cuore che infine ha [trovato il suo corpo.


SERGEJ STRATANOVSKIJ Russia

И вот Венеция... Не тысячью огней, И не зеркальным львом, а поворотом Канала черного, и ни одно окно Не светится в ночи, и рядом – ни души… Сон давнишний какой-то, сон неуютный, недужный, Хищно внедрившийся в сон искрометный, жемчужный.


SERGEJ STRATANOVSKIJ

Ed ecco Venezia...

Che non è mille luci Né leone specchiante, bensì ansa Di un canale nero, non una sola finestra Che rischiari la notte e non un’anima nei pressi... Un sonno-sogno annoso, infermo, inconfortevole, Insinuatosi rapace nel sonno-sogno sfavillante, perlaceo.


刺繍師の恋 刺繍師の恋 MARIKO SUMIKURA

すみくらまり

Giappone

すみくらまりこ

栄えと滅びを知り尽くす 円熟の都ベネチアの運河は 栄えと滅びを知り尽くす レースの模様の複雑さ 円熟の都ベネチアの運河は レースの模様の複雑さ ある刺繍師の新しい技 「空中ステッチ」は ある刺繍師の新しい技 刺繍台の呪縛を離れて 「空中ステッチ」は 自由な愛を求めすぎた 刺繍台の呪縛を離れて 自由な愛を求めすぎた 針一本と糸一本で 浮かし出した模様は 針一本と糸一本で 幾何学の恋ごころ 浮かし出した模様は 幾何学の恋ごころ 白い糸は必ず大運河へと 繫がっているのだから 白い糸は必ず大運河へと 白い糸は必ず底無しの海へと 繫がっているのだから 繫がっているのだから 白い糸は必ず底無しの海へと 繫がっているのだから

二人が逢えないはずがない 線と線は幾重にも交差し 二人が逢えないはずがない 結ぼれは出会いの広場となる 線と線は幾重にも交差し 結ぼれは出会いの広場となる 互いに擦り寄ってくる 二艘のゴンドラ 互いに擦り寄ってくる その櫂の先のしずくよ 二艘のゴンドラ 不滅の言葉となっておくれ その櫂の先のしずくよ 不滅の言葉となっておくれ


Love of an embroidery master MARIKO SUMIKURA

Channels of Venice the mature capital Embrace everything of prosperity and fall To look like a complicated design of lace An embroidery master’s New technique, “Stitch in the air” Detached from the spell of the embroidery [frame She wished free love too much One needle and a thread Gave birth to a design of Geometric love For a white thread is surely tied To the grand channel For a white thread is surely led Into bottomless sea They must meet in time A line crossing a line and tied, The knots become a square to join Two gondolas Nestling close to each other Oh, drops ahead [of the oar Like immortal words in a poem


KIRI VENEETSIAST JÜRI TALVET Estonia Ljubljana varajasest jõululumest (hobuseliha rahvustoiduna seal pakuti, Vanesa saatjaks kuni rongini, truu: tal kingad lumelörtsist märjad läbini) Veneetsia tähistaeva alla sattusin. Seal kaua kanalite kaldail ekslesin. Ei ühtki Desdemonat, Rai-Uno’s kepsutamas neid koos saatür-täkuga küll näha sain. Itaallanna Anna Ljubljanast mulle meelde jäi (ta ülikoolis teadust saanud Šotimaal), ööst tõmmum Anna, konverentsilt konverentsile ta käib, papptopsist kohvi limpsib, powerpoint’ist manab välja pilte ameeriklaste digiraamatuist. (Eks juudil naha üle kõrvade tõmmanud Portia – kuni õigest tõust mehe kätte sai) Nii kanalite kaldail kõndisin ja ära väsisin, noolekesed „San Marco“ ja „Piazza di Roma“ pimedusse haihtusid. Vesi kanalites magas. Meel oli ilust raske, siht silmist kadunud. Ei teadnud sedagi, kuis pidi vereringe mu luude vahel loksub, naha all, mis rannalt missugusele. Või korraga ükssama laine vastu mitut kallast käib.


Lettera da Venezia JÜRI TALVET traduzione di Pietro U. Dini Dalla precoce neve natalizia di Lubiana (dove la carne di cavallo è il piatto nazionale che si offriva e mi accompagnava al treno la leale Vanessa dalle scarpe ormai zuppe per il nevischio) mi ritrovai sotto il cielo stellato di Venezia. Erravo per gli orli dei canali. Non una sola Desdemona. Invece su RAI1, sì, potei vederla in azione con un virile cavallo-satiro. Già da Lubiana ripensavo a Anna, l’italiana (aveva studiato scienze in Scozia), la Anna più mora della notte che scorre da un congresso all’altro, che sorbe caffè da bicchieri di carta e dal powerpoint rievoca immagini di e-book nordamericani. (Bene, escogitò Porzia il cavillo per l’ebreo e si guadagnò il suo maschio genuino) Così vagavo per gli orli dei canali finché mi stancai. Le piccole frecce “San Marco” e “Piazzale Roma” svanirono nel buio. L’acqua dormiva nei canali. Per tanta bellezza intorno era oppressa la mia mente. Dagli occhi avevo smarrito la mia meta. Neppur sapevo in quale verso mi circolasse il sangue attorno alle ossa, sotto la pelle, da quale sponda verso quale sponda. O forse a sbattere fu la stessa onda contro tante sponde nello stesso tempo.


LOS CAMINOS QUE LLEGAN A VENECIA XAVIER OQUENDO TRONCOSO Ecuador

Desde cualquier lugar se ve a Venecia. Desde tus ojos se la ve mojada, envuelta en el azul de la nostalgia. Separada por el sol que brilla en agua. Desde ese palomar en occidente, Venecia brilla en quien no la conoce, en quien la busca desde que ha nacido, en quien la calla en el secreto antiguo. Desde tu casa se ve también Venecia, cuando respiras, Venecia dice versos, cuando suspiras, Venecia se te estrena como una obra de coral y canto. Desde tu mejilla se mira Venecia: es una lágrima del cielo siempre alegre, es un torrente de arte, una cornisa que se hace muy extensa camino hacia tu boca. Desde mi conciencia dibujo a Venecia. Desde mi corazón contaminado. Venecia es todo aquello que se hace viento. Venecia también me mira y yo te amo.



この囚人の身では できないのですね

この ため息橋を渡ると 見納めなのでしょうか 波の上の祝された都 ベネッィア共和国の 栄光と福音に満ちた光景を見ることは できないのですね 格子の窓から心を残すのは

TAEKO UEMURA 金色に染まる海と波 うすバラ色に輝く

Giappone

パラツィオドゥカーレと

聖マルコ大聖堂にたたずむあなた 大運河を渡る船とゴンドラ

もう今生では会えないのでしょうか

ため息ではありません

あなたと

涙でもありません

今一度 愛を語ることはできないのでしょうか

今なほ

そしてヴェネツィアの商人として

翼をつけた獅子を蘇らせ

誇らしく

紋章をひるがえし

アドリア海を南下して

この身を

遠くコンスタンティノープルまで

あなたと

商売を重ねたガレー船に乗ることも

ベネッィア共和国に捧げたいのです

この囚人の身では

それほどまでに魅了する

できないのですね

心をかきたてる 海に祝された都

この ため息橋を渡ると

波の上に築かれた

見納めなのでしょうか

沈める都と

波の上の祝された都

あなたに

ベネッィア共和国の

永遠の愛を捧げ

栄光と福音に満ちた光景を見ることは

それを誓う 決意の橋なのです

できないのですね

再び蘇る反転の橋にしたいのです

格子の窓から心を残すのは 金色に染まる海と波 うすバラ色に輝く パラツィオドゥカーレと 聖マルコ大聖堂にたたずむあなた 大運河を渡る船とゴンドラ

ため息ではありません 涙でもありません 今なほ 翼をつけた獅子を蘇らせ 紋章をひるがえし この身を あなたと ベネッィア共和国に捧げたいのです


Revive on the Bridge of Sigh TAEKO UEMURA

Can’t I meet you any more In this life? Isn’t it possible again to tell love With you? I take the galley ship as a Venetian merchant Moving south in the Adriatic Sea proudly To far place Constantinople For big business I can’t do that anymore, can I? Because you have lost freedom To manage myself When I cross this Bridge of Sigh Is it last glimpse? Can’t I see glorious and blessed sights Celebrated capital on the wave Of republic Venice anymore, can I? Attracted scenes from grid windows The sea and waves dyed gold, Palazzo Ducale shining in tint rose color, Standing you in Basilica di San Marco, And ships and gondolas crossing the grand channel It is not sigh It is not tears I wish make winged lion revive I wish make the emblem raise Since then I’d like to devote myself To you and republic Venice The tempting capital celebrated by the sea Stirs me up to the limit Ponte dei Sospiri is the bridge to swear that I dedicate my eternal love To the capital encircled by the sea And built on waves I wish make it “reversal bridge” for resurrection


Ballata oscura NASOS VAGHENÀS Grecia

Molti imparano molte cose quando [invecchiano. Altri imparano meno, o soltanto qualcosa. A me, invece, mi han proprio svuotato [la mente Le cose confuse e lacrimevoli conosciute Nell’ultimo quarto di secolo. Ciò che rimane dai boschi vergini (qualche erba e piante insignificanti) è sbiadito del tutto. Si è intorbidito anche ciò che non rimane Le fonti, gli uccelli e i recinti. O Zeus padre, tu che reggi i fulmini Del cielo, ripuliscimi gli occhi. Riempili di nuovo con le valvole Della tua sapienza, ricoprimi la mente Di cedri, betulle e abeti. traduzione di Caterina Carpinato


City at the Throat of the Sea WILLIAM WOLAK Stati Uniti d’America

Like a spark reaching into darkness, wander aimlessly for as long as possible lost in the endless back alleys of Venice. Disappear over irresistible bridges that open to the seductive sky like nakedness expecting kisses, Vanish along the canals’ walkways like mist passing through flame or conjunctions to the infinite. This precarious city poised at the throat of the sea awaits whatever fleeting things fear, desperate as a dream love inherited from every whisper that never refused.


YANG LIAN Cina

Where the sea stands still



Ay Gondolu MÜESSER YENIAY Turchia

I. Ay yere düstü daha belirgin oldu ayak izleri askın II. Güzellik sarsıcı kalbime tutundum III. Ay ısıgında gizlerini gördüm kalbin


Gondola of The Moon MĂœESSER YENIAY

I. The moon fell on earth the footprints of love became clearer II. Beauty is staggering I held on to my heart III. In the moonlight I saw the mysteries of heart


Il Mediterraneo VALENTINO ZEICHEN Italia

Perfino Francia e Spagna gli volsero le terga, per le rotte oceaniche, la conquista Ottomana gli preferÏ le terreferme. La gloria di Venezia ascendeva in-potenza allegorica al cielo turchese del Tiepolo. Il Mediterraneo scoloriva; per circa quattro secoli è rimasto un mar morto. I nutrizionisti lo citano per la dieta mediterranea.


EMILIO ZUCCHI Italia

Orrende grandi navi, incubo urlante sui nitriti sfiancati delle gondole nel sole obliquo, luce dissonante sull’acqua lacrimosa, orrende navi, incubo urlante, labirinto d’aria.




EDOARDO SANGUINETI poesia dedicata a Marco Nereo Rotelli


ROTOLI ROTOLANO, GONDOLANO GONDOLE: OTTIMA È L’ACQUA, CON LA SEDIA E IL VIDEO: TELERI E TECHE TELERICETTIVE ELEVANO LABIRINTI IDROTERAPICI: LLENA È LA LUNA CHE SI ANNEGA IN LLANTO, LITICO È IL PIROCLIP DI LAMPO INFRANTO:





Un particolare ringraziamento a Laura Garavaglia, Loretto Rafanelli, Caterina Carpinato, Bruno Mazzoni, Maria Grazia Galatà, Domenico Di Felice e all’Università dell’Aquila per la collaborazione nell’invito ai poeti. Un ringraziamento speciale a Silvia Guidi e Ida Bastianello ed anche ai calligrafi veneziani e alla Bottega del Tintoretto per il loro lavoro.


Marco Nereo Rotelli è nato a Venezia nel 1955, dove si è laureato in architettura nel 1982. Ora vive e lavora a Milano e Parigi. Da anni persegue una ricerca sulla luce e sulla dimensione poetica che Harald Szeemann ha definito come “un ampliamento del contesto artistico”. Rotelli ha creato negli anni una interrelazione tra l’arte e le diverse discipline del sapere. Da qui il coinvolgimento nella sua ricerca di filosofi, musicisti, fotografi, registi, ma principalmente il suo rapporto è con la poesia che, con il tempo, è divenuta un riferimento costante per il suo lavoro. Nel 2000 ha fondato il gruppo Art Project, oggi diretto da Elena Lombardi e composto da giovani artisti ed architetti, con il quale realizza numerosi interventi e progetti di installazione urbana.


Questo suo impegno gli è valso la partecipazione a sette edizioni della Biennale di Venezia, oltre a numerose mostre personali e collettive. È stato invitato dalla Northwestern Unversity (Chicago) come artist-in residence (inverno 2013). Le sue opere sono presenti in musei e importanti collezioni private di tutto il mondo. Di lui hanno scritto alcuni tra i più importanti critici d’arte, oltre a poeti, scrittori, filosofi e personalità della cultura internazionale, alimentando un’importante raccolta bibliografica sul suo lavoro.

Biografia MARCO NEREO ROTELLI


ArtProject coordinamento Elena Lombardi progetto grafico Filippo Cavalli | Margherita Zambelli

finito di stampare nel mese di Dicembre 2015 da Peruzzo Industrie Grafiche, Mestrino (PD)


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