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Traditionsgeschäfte im Blick Biodiversità in città Bolzano's street art jewels

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RENON / RITTEN SAN GENESIO / JENESIEN APPIANO / EPPAN

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BOLZANO BOZEN MAGAZINE

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Sich wohl fühlen, immer. Sentirsi a proprio agio, sempre.

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EDITORIAL

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ARE lettrici e cari lettori, Bolzano nasce come una piccola ma efficiente città mercatile, favorita dalla sua posizione geografica sulla via privilegiata di transito fra nord e sud. Una caratteristica, questa, che ancora si respira passeggiando per le belle e curate vie del centro storico, ma anche attraverso i quartieri più recenti e lungo i mercati, a cominciare dal coloratissimo mercato di frutta e verdura di piazza delle Erbe. Un ruolo attivo che ha favorito la crescita di un nuovo stile borghese, ma che ha stimolato anche la creazione di un istituto giuridico innovativo come il Magistrato Mercantile, istituito nel 1635 dall’Arciduchessa Claudia de’ Medici. Oggi il Magistrato racconta il suo prestigio attraverso il meraviglioso allestimento del Museo Mercantile: unico palazzo barocco inserito nell’angusta architettura dei Portici che si affaccia anche su via Argentieri. Un simbolo che narra di una storia documentata con oltre 800 anni di fiere e mercati, di merci transitate da nord a sud e viceversa, di comunicazione in lingue diverse e di mobilità, di una cultura centenaria che traccia un profilo cittadino chiaro e ne influenza il carattere. Una narrazione che coinvolge le merci, la bellezza e, aggiungiamo noi, il carattere e l’identità di un territorio. Buona lettura!

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IEBE Leserinnen und Leser, Bozen wurde zwar als kleine, aber effiziente Handelsstadt gegründet, begünstigt durch die geografische Lage an der bevorzugten Transitstrecke zwischen Norden und Süden. Diese Eigenschaft liegt noch immer in der Luft, wenn man durch die schönen und gepflegten Gassen der Altstadt schlendert oder in den so genannten neuen Vierteln mit ihren vielen Märkten spaziert, angefangen beim farbenfrohen Obst- und Gemüsemarkt an jenem Stadtplatz, der eben diesen Namen trägt hat: Obstmarkt. Die aktive Rolle der Handelstadt hat mit den Jahren einen neuen bürgerlichen Lebensstil begünstigt. Darüber hinaus hat sie bereits 1635 eine innovative Rechtsinstitution angeregt - den von Erzherzogin Claudia de' Medici gegründeten Merkantilmagistrat. Heute wird sein Prestige vom wunderbaren Merkantilmuseum erzählt, im einzigen Barockpalast der sonst schmal angelegten mittelalterlichen Lauben-Architektur, mit Blick auf die Silbergasse. Es ist dies zum Symbol der über 800-jährigen quirligen Geschichte von Messen und Märkten geworden, von Waren, die über die Alpen und nach Süden gingen, von einer gewachsenen Kommunikation in verschiedenen Sprachen und von einer befruchtenden Mobilität. Diese Vergangenheit hat eine jahrhundertealte Kultur ermöglicht, und diese wiederum ein klares charakterstarkes Stadtprofil gezeichnet. Von der Liebe zur Ware und zum Handel also hin zur Schönheit und, wie wir gern hinzufügen, zur Identität. Eine anregende Lektüre!

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EAR Readers, Bolzano grew as a small but effective trading town, thanks to its favourable position on the preferred north - south transit routes. You can still feel these origins, on a stroll through the beautiful and well-kept lanes of the old town, or a ramble through the more modern parts, with the many markets they host. Let’s start with Piazza Erbe, the colourful city-centre fruit and vegetable market that gave the square its name. Down the centuries, the effect of commerce on Bolzano nurtured a comfortable middle-class lifestyle. As early as 1635, all this led to founding of the Mercantile Magistrate - an innovative legal institution, founded by Archduchess Claudia de' Medici. Today its prestigious story is retold by the splendid Mercantile Museum, in the only Baroque palace nestling among the narrow medieval porticoes on one side and Via Argentieri on the other. It’s become iconic of over 800 years of lively fairs and markets, goods traversing the Alps north and south, and of intercommunication between people from different cultures and languages. Our past, steeped in commerce and cultural exchange, has forged a clear city profile with a strong, very special sense of individual and city-wide character and identity. We hope you enjoy reading all! Lo staff dell’Azienda di Soggiorno di Bolzano Die Mitarbeiterinnen und Mitarbeiter des Verkehrsamts der Stadt Bozen The staff of the City of Bolzano Tourist Office


INDEX 03/ EDITORIAL

BRESSANONE BRIXEN MERANO MERAN

06/ GOOD NEWS

SAN GENESIO JENESIEN RENON RITTEN

APPIANO EPPAN

BOLZANO BOZEN

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Traditionsgeschäfte machen den Unterschied

Our traditional shops making the difference I negozi tradizionali, fiore all’occhiello del commercio bolzanino

28/ CULTURE

Non più Cenerentola Farewell Cinderella Aschenputtel-Dasein ade

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44/ PHOTOSTORY Markttreiben La tradizione dei mercati Market hustle and bustle

52/ INSIDE OUTSIDE Daytripping in Bolzano neighbourhoods

54/ SEASON

Jenesien: Bäuerliche Welten Mondi rurali Our rustic worlds

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36 PORTRAIT

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36/ PORTRAIT

COVERSTORY

Street art takes on the anonymous grey Arte urbana contro il grigiore Streetart gegen Betongrau


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SEASON

60/ EXPERIENCE

Renon: Elogio al cammino lento Loblied aufs langsame Gehen In praise of a ramble

66/ PLEASURE

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Eppan: Bienenweide Apfelblüte Meleti in fiore, paradiso per le api Bee Pastures & Apple Blossom

72/ GOURMET

Wein-Identität Identità del vino Wine: A part of our identity

76/ RECIPE

Risotto zucca, cotechino e riduzione di Lagrein

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PLEASURE

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78/ BACKSTAGE

Giardineria comunale: Quasi un orto botanico urbano Im Zeichen von Biodiversität Biodiverse Bolzano

85/ BOLZANO/BOZEN EVENTS

87/ RITTEN/RENON EVENTS

89/ EPPAN/APPIANO EVENTS

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UN SALOTTO NASCOSTO

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Gli interni de "Il Corso"

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Corso Libertà è l'asse viaria lunga circa 700 metri che unisce Gries con il centro storico, una delle strade più vivaci di Bolzano con i suoi numerosi negozi e locali. Costituisce il cuore del quartiere razionalista con il viale monumentale progettato e costruito nel periodo fascista. All’inizio dei Portici di Corso Libertà, ancora in piazza Vittoria, si trova un locale che ha voluto lanciare anche con il suo nome l’idea di boulevard e di urbanità di classe: “Il Corso”. La famiglia dei gestori Gabriele-Cardinali è nota per la sua ospitalità e ha riaperto a maggio del 2020, dopo una raffinata ristrutturazione che ha coinvolto soprattutto gli arredi. Con il dehors che trasforma il locale in piazza nella piazza, l’accoglienza del sud che rincuora appena entrati, il piano terra con il suo tocco vintage elegante e il primo piano un po’ più appartato – l’interno si presenta come il salotto di una casa. "Il Corso" è il ritrovo degli habitué del cappuccino come quello dei buongustai della zona, anche degli amanti della pizza napoletana o dei pasticcini fatti in casa. Il laboratorio dei dolci di Fabiana, infatti, profuma di buono, il forno delle pizze di Santo è sempre caldo. Tutto è apparecchiato per un momento di convivialità in stile italiano vissuto con semplicità e leggerezza. E visto che Fabiana adora creare dolci, torte e creme dessert sfiziose da gustare a colazione, per merenda o a fine pasto, le abbiamo chiesto un consiglio per il dolcetto di primavera: “Una novità, richiestami moltissimo in queste settimane, è la mia

Santo, Fabiana e Francesco (manca il figlio Federico, anche lui attivo nell’azienda familiare)

‘torta cannolo’, una variante del cannolo siciliano con qualche accenno alla torta al formaggio conosciuta come cheesecake. Si sposa bene per il dopo cena, anche dopo pizza, con il fresco della ricotta di pecora e vaccina, la scorza d’arancia candita e la scorza di limoni di Sorrento. La base croccante utilizza la buccia di cannolo e la granella di pistacchio.” www.ilcorsobolzano.it

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STONE AGE CONNECTIONS Mobility at Ötzi’s Time is the focus of a special exhibition now on at the South Tyrol Museum of Archaeology. During the Copper Age, people were already surprisingly mobile. They traded flint as well as copper and exchanged not only goods, but also new technology, knowledge and craftsmanship on their journeys. The peoples of Europe covered astoundingly large distances on foot: with snowshoes over mountains, or in dugout canoes on waterways. Just like today, people in the Copper Age were looking for a better life. They settled in new areas, encountered others and even some of the first armed conflicts took place over arable land, natural resources and places to settle. New cultural groups were formed and religious beliefs spread quickly. DNA analysis helps us trace these migrations; the pottery remains tell of the exchange of knowledge; and scientific analyses of raw materials allow us to pinpoint their places of origin. The special exhibition retraces the routes and trade relations during the 4th and 3rd millennia BC, with the aid of significant finds from the Alpine region. Open till 7th November 2022.

APERITIF-KREATION FÜR DEN FRÜHLING

Mittendrin im Trubel der Bozner Lauben und trotzdem abseits und ruhig, weil über den Dächern der Altstadt. Seit einem Jahr unter neuer Führung verzaubert das Restaurant Arôme by Thaler mit seinem Ambiente, das auch eine Dachterrasse unter freiem Himmel bereithält. Die anspruchsvolle regional-mediterrane Küche wird abgerundet mit einer vielfältigen Auswahl an Weinen und erfrischenden Aperitifs. Letztere haben’s in sich, wie das Dreierteam von Gottfried Messner, Dominik Stuefer und Fabian Spögler bestätigen. Auch deshalb wurde das Arôme im Nu zum begehrten Treffpunkt. Unter den prickelnden Aperitif-Kreationen gehört im Frühling neben dem Allrounder Champagner auch ein erfrischender Hausaperitif“ auf der Grundlage ” eines selbstgemachten Sirups aus Zitronen-Thymian gemischt mit Prosecco und einem Schuss frisch gepresstem Zitronensaft. FR

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www.arome.bz

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GOOD NEWS BENESSERE SUI PRATI Sulla sponda destra del Talvera, in prossimità dei campi da calcio a nord del centro cittadino, l’area fitness riscuote grande successo: un castello calistenico e nove macchine per l’allenamento di spalle e dorsali invitano all’allenamento all’aperto. La Giardineria comunale che gestisce le aree workout della città, ben tre delle quali proprio sulla Passeggiata Lungotalvera a lato del greto del fiume, ha voluto nominare quest’area fitness “PINK”, per attirare ancora di più il pubblico femminile. Le macchine sono adatte sia ai neofiti che agli atleti, perché ogni attrezzo è dotato di un meccanismo a rotella di regolazione dello sforzo, con cui è possibile modificare l’intensità del lavoro muscolare da 10 a 80 kg. Le attività all’aperto non solo migliorano la performance muscolare, perché godono di un maggior apporto di scambio di ossigeno, ma potenziano anche l’attività dell’apparato respiratorio. Negli ultimi anni la correlazione tra benessere psico-fisico e attività all’aria aperta è stata ampiamente dimostrata dalla scienza.

Oschpele Si pronuncia con la ò molto aperta, ad esempio quella di oggi. E la sch con la sc di “scivolo”, per intenderci. È un’alterazione ricorrente nel dialetto sudtirolese, simpatica e non offensiva, come quando si esclama “cribbio” per far notare il proprio stupore, una sorpresa o magari anche il proprio disappunto, ma in modo soft. Com’è nato questo termine e cosa vuol dire? Beh, l’etimologia parla di un piccolo ritocco della parola Hostie, la “particola” ovvero “ostia”. Non a caso anche quest’alterazione deriva dalla sfera sacra, come le parolacce sudtirolesi Saccra (da Sakrament – “sacramento”) e Madoia (“Madonna”). 8

LOKALGESCHICHTE EINMAL ANDERS Sie begegnen uns in Südtirol auf Schritt und Tritt, die Zeugen einer mächtigen Vergangenheit: ob als versteinerte Schnecke oder als vielbestaunter Ötzi, als mehrsprachige Ortsschilder oder martialische Betonbunker, als verstörende Denkmäler oder atemberaubende Felsmassive. Der Journalist, Autor und Ausstellungskurator Josef Rohrer erzählt im folio-Taschenbuch Geschichte Südtirols erle” ben“ 25 Episoden der Südtiroler Geschichte, die bis heute nachhallen. Sie beginnen bei der Faltung der Alpen, schauen bei den Römern vorbei und zeugen von den Tiroler Aufständen von 1809 mit Andreas Hofer bis hin zum Anschluss an Italien, Mussolinis Italianisierungspolitik und die schwer erkämpfte politische Autonomie der Gegenwart. Das Buch ist für alle, die sich unterhaltsam über Südtirols Vergangenheit informieren und der Geschichte in der Gegenwart und vor Ort begegnen wollen - mit Verortung historischer Schauplätze auf Karten und nützlichen Hinweisen auf Museen und Denkmäler (108 Seiten, 12 €). www.folioverlag.com

EUROPÄISCHES KINO IM NETZ Neue Wege in der Kulturvermittlung gesucht: Die Pandemie hat schwierige Ausnahmejahre auch für das Filmfestival Bozen gebracht, letztlich aber auch die Chance, aus der Not eine Tugend zu machen, durch das Internet. Unter dem Motto #bffb34onlyathome“ ” wurde das Festivalprogramm im vergangenen Jahr internetfit gemacht und brachte die Festivalatmosphäre in den privaten Raum. Mit dem vielseitigen Angebot, das neben den Filmen auch Liveübertragungen von Gesprächen, einer Masterclass, der Eröffnung wie der Preisverleihung beinhaltete, wurden nämlich über 7.000 Zuschauer*innen erreicht. 2022 wird das Fes-


www.filmfestival.bz.it

IL GUSTO DELLA CUCINA ALTOATESINA GLUTEN FREE Ruth Innerhofer è celiaca e ha studiato a fondo l’argomento “glutine”. Ora la proprietaria dell’Hotel Drumlerhof a Campo Tures ha pubblicato un libro con tutto il know-how che ha acquisito in tanti anni di sperimentazioni. Ruth vuole così aiutare i celiaci a riscoprire il gusto del cibo. “Know-how gluten free” riunisce le migliori ricette senza glutine della sua cucina che utilizza il miglio, il grano saraceno, il teff, il riso, le patate e l’amaranto. Il libro, edito da Edition Raetia (224 pagg., 24,90 €), è un vero e proprio scrigno in cui sono state raccolte le approfondite conoscenze frutto di anni di prove e sperimentazioni: 66 ricette senza glutine per preparare non solo gli impasti base e tante varietà di pane ma anche prelibatezze come le lasagne e il soufflé, e specialità altoatesine come lo strudel e i krapfen. Il punto di forza del libro è la facilità di preparazione delle ricette, che non richiedono l’utilizzo di particolari utensili o robot da cucina. Inoltre, tutti gli ingredienti necessari per prepararle sono reperibili nei supermercati o nei negozi di generi alimentari naturali.

SAURI IN CITTÀ Saranno i dinosauri e i draghi i protagonisti della nuova mostra temporanea al Museo di Scienze Naturali a Bolzano. Tutti i draghi dell’immaginario collettivo, delle leggende, del folklore, della mitologia così come dei film e dei videogiochi più recenti si ispirano e devono il loro aspetto ai sauri. La mostra “Dragons - il fantastico mondo dei Sauri” è l’occasione per osservare questi draghi in miniatura dal vivo, per scoprirne la biologia, l’anatomia, l’ecologia, il comportamento e la grande biodiversità. Se ne vedranno circa 40 specie, ovvero lucertole, varani, iguane, camaleonti, basilischi, mostri di Gila e gechi, provenienti da tutto il mondo. Tutti gli esemplari, ospitati in idonei terrari, sono nati in allevamenti specializzati. La mostra, curata da Ales Mlinar di Reptiles Nest (Slovenia), aprirà al pubblico il 29 marzo e durerà fino al 19 giugno 2022. Per chi volesse andare alla ricerca degli antenati di questi animali, si potrà ammirare, al primo piano del museo, il fossile della più antica lucertola nota al mondo, Megachirella wachtleri, vissuta circa 240 milioni di anni fa. Questa specie è considerata la madre di tutte le lucertole: le oltre 6000 specie di sauri attualmente viventi discendono da organismi simili a essa. www.natura.museum ©26

tival vom 5. bis 10. April vermutlich in einer hybriden Form ausgetragen. Vorschau: In der Reihe Focus Europe wird eine Auswahl des aktuellen Filmschaffens aus Albanien/Kosovo gezeigt, mit einem kritischen Blick auf die jüngste Vergangenheit der Länder am Balkan.

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GOOD NEWS MICHELIN EIN RITTNER STERN

Sterne fallen nicht zufällig vom Kochhimmel“. Sie set” zen große Anstrengung und das Streben nach Perfektion voraus, nebst Herzblut. Am Ritten wurde kürzlich erstmals ein Michelin-Stern vergeben, an den jungen Chefkoch im exklusiven à La Carte Restaurant 1908 im historischen Parkhotel Holzner. Der Kochstar (im doppelten Sinn) heißt Stephan Zippl. Er stammt aus der Rittner Fraktion Lengstein und kocht seit sechs Jahren im historischen Haus in Oberbozen. Seit 2020 wird im 1908 anhand des eigens entwickelten Re:VIER-Konzepts mit den besten Produkten vom Ritten und aus der nächsten Umgebung gekocht. Aus Zippls Gespür für Aromen, Haptik und sinnliche Wahrnehmung gehen Kompositionen hervor, die sich getreu seiner Philosophie durch vier Komponenten auszeichnen: süß, sauer, pikant und knusprig. Nur ein weiterer Rittner konnte bisher einen Michelin-Stern erkochen: Der heutige TV-Unterhalter Roland Trettl, der seine Karriere als Koch 1987 eben im Parkhotel Holzner begonnen hatte, war vor 22 Jahren mit einem Michelin-Stern ausgezeichnet worden. Zusätzlich zur Michelin-Auszeichnung hat das Restaurant 1908 auch einen Grünen Stern eingeheimst. In Italien gibt es nur 30 Häuser, die sich mit dem grünen Stern zieren dürfen, eine Auszeichnung für ihre Verdienste in Bezug auf das wichtige Thema Nachhaltigkeit. www.ritten.com 10

APPIANO ORA CON DUE STELLE L’Osteria Acquarol ottiene la sua prima stella, sul Ristorante Zur Rose brilla già dal 1995. Appiano si afferma così come meta gastronomica. “La Guida Michelin è il più importante riferimento nel campo della gastronomia a livello mondiale. Le sue stelle emanano, di conseguenza, una luce enorme che indica ai buongustai la via verso Appiano”, afferma felice Evelyn Falser, presidente dell’Associazione turistica Appiano. Per l’Osteria Acquarol nel centro di San Michele/Appiano si tratta della prima stella, intascata dal gourmet Alessandro Bellingeri e dal suo team. Bellingeri: classe 1983, cremonese di nascita ma ormai da qualche anno naturalizzato altoatesino. Per il ristorante Zur Rose della famiglia Hintner il riconoscimento è motivo di orgoglio e rappresenta la riaffermazione per padre e figlio in cucina: Herbert e Daniel Hintner. Per Herbert Hintner (classe 1957), conosciuto anche per i suoi libri e ricettari pluripremiati, la stella Michelin brilla ininterrottamente dal 1995. www.eppan.com


GOOD NEWS UNIVERSO BIKE village circuit (Jenesiener Dorfrunde) is at an altitude of 1,000-1,300 metres above sea level, through varied terrain, forest and meadowlands, gravel and asphalt. Whether beginner or experienced, you’re guaranteed your money’s worth. If you’re after more, you can easily extend your route with the competitive Soltn Berghalbmarathon, the mountain half marathon on the Salto Plateau in September 2022.

www.sportler.com

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www.jenesien.net La bicicletta, fin dalla sua invenzione, ha conosciuto un grande successo, tuttavia la vasta comunità del ciclismo ha motivo oggi di rallegrarsi: a Bolzano sta per nascere il più grande tempio della bicicletta in tutt’Italia (superficie di vendita di ben 3600 m² suddivisa su due piani e con pista per testare le bici), all’insegna della consapevolezza ambientale e della passione travolgente per le due ruote e per l’equipaggiamento ciclistico. Oltre alla mountainbike off road, il bike store di Sportler, a Bolzano, prevede anche tutto quello che occorre per muoversi in bicicletta, dal casco all’abbigliamento in grado di proteggere dagli agenti atmosferici, oltre alle bici stesse: e-bike, city bike, bici pieghevoli, biciclette singlespeed come bici da corsa e gravel, bici travel e trekking. Il nuovo punto vendita & consulenza & officine riparazione a Bolzano Sud andrà ad ampliare l’e-commerce bici di Sportler a partire da aprile. Ricorda: pedalare è un'attività divertente e pratica che permette di muoversi rapidamente nel traffico urbano, e consente di restare in forma ovunque risiedi.

QUIZ: Spazierwege in Bozen Woher stammt der Name ”Oswaldpromenade“? a) vom Südtiroler Ritter und Dichter Oswald von Wolkenstein b) vom Südtiroler Volksmusik-Star Oswald Sattler

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Spring brings something new to San Genesio for sports enthusiasts and those looking to renew themselves: the Vitalparcours, a new signposted village circuit for running, walking, or simply strolling. You’ll find a 3.9 km short circuit with 139 m difference in altitude, and a longer circuit with 8.5 km and 279 m difference in altitude. All this, of course, with the stunning panoramic view of the Dolomites as backdrop. The San Genesio

Lösung auf Seite 90

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RUNNING WITH PANORAMIC VIEWS

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c) vom Hl. Oswald


COVERSTORY

TRADITIONSGESCHÄFTE MACHEN DEN UNTERSCHIED Bozen wäre nicht Bozen ohne historische Läden und Werkstätten – das pulsierende Herz der alten Handelsstadt. Wer mit wachen Sinnen durch die Stadt flaniert, erkennt hier und da noch entsprechende Perlen. Nicht nur unter den Lauben.

OUR TRADITIONAL SHOPS MAKING THE DIFFERENCE pp. 24 - 25

I NEGOZI TRADIZIONALI, FIORE ALL’OCCHIELLO DEL COMMERCIO BOLZANINO pp. 26 - 27

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ier fällt Tageslicht nur spärlich auf den langgezogenen schweren hölzernen Verkaufstresen, der die Verkäuferin von der Kundschaft trennt, dafür stapelt sich die bunte Ware bis auf Stehleiter-verdächtige Höhen. Dort lenken Fresken, Bögen und steile Treppenaufgänge den Blick von den ausgestellten Modeartikeln auf denkmalgeschützte Schätze. Und andernorts ertönen Schleifgeräusche aus dem winzigen Hinterzimmer hinter der Kassa. Bozens historische Geschäfte sind eine Fundgrube für Geschichtensammler*innen, für Menschen, die das Besondere suchen: ob nostalgische Atmosphäre oder schwer auffindbare Ware. Die Stadt hat sich im 15. Jahrhundert vom günstig gelegenen Rast- und Umschlagplatz südlich der Alpen, am Start des Etsch-Wasserweges zur Adria, zu einer der wichtigsten Messestädte und Verkehrsknotenpunkte Europas entwickelt. Mit dem Aufstieg der Bozner Kaufleute in den internationalen Finanzadel änderte sich das mittlerweile urbane Konglomerat. Im 17. Jahrhundert drängten sich in der Bozner Silbergasse die Paläste wohlhabender Bürger. Der Impuls dazu kam von der Landesfürstin von 14

Tirol Claudia de Medici (1604-1648). Sie war es, die Bozen 1635 das Privileg des Merkantilmagistrates (Handelsgericht) verlieh und damit die Entwicklung zur quirligen Messestadt ermöglichte, weil die innovative Gesetzgebung und Organisation des Handels hier mehr Rechtssicherheit gewährte als anderswo. Außergewöhnlich für die Zeit auch die paritätische (deutsch-italienisch) Besetzung der Gremien und die zweisprachig geführten Rechtsverhandlungen. Diese Privilegien wurden ganze acht Mal im Lauf der Jahrhunderte von den jeweiligen Landesherren bestätigt und erweitert. Claudia de‘ Medici ging als Fördererin von Kunst, Handel und Handwerk in die Geschichte ein, obwohl ihr nur 14 Jahre Regentschaft vergönnt blieben. Das Merkantilgebäude, in dem das Magistrat untergebracht war, zeugt heute als Museum von der Hochblüte Bozens als historische Handelsstadt im 17. und 18. Jahrhundert (Lauben 39, ganzjährig geöffnet). Die Museumszuständige, Elisabetta Carnielli, schreibt in einem Aufsatz: Ab dem 18. Jahrhundert spielten ” die Bozner Handelsfamilien eine maßgebliche Rolle im Merkantilmagistrat. Einige dieser Familienunternehmen wuchsen im Zusammenhang mit den Bozner Messen. Dank ihrer wirtschaftlichen Macht bekleide-


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Das Verkehrsamt der Stadt hat im vergangenen Jahr beschlossen, historische Geschäfte für ihre Ausdauer und ihre Authentizität mit einer eigenen Plakette auszuzeichnen und, in einem zweiten Schritt, einen

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ten sie auch wichtige politische Ämter. Wegen ihres Reichtums und Einflusses wurden sie als Laubenkö” nige“ bezeichnet, bei denen sich sogar die Herrscher hohe Geldbeträge liehen.“ Schon die mittelalterlichen Marktordnungen regulierten den Handel und griffen damit in den Alltag der Menschen ein, aber sie waren auch wesentlich für die Stadtentwicklung: Die Ursprünge der Handelsstadt Bozen gehen auf die Gründung des burgum Bauzani als Marktsiedlung Ende des 12. Jahrhunderts zurück. Da hatte Bozen eine einzige Hauptstraße, die heutige Laubengasse. 1202 wurden erstmals Jahrmärkte als Treffpunkte süddeutscher und norditalienischer Kaufleute erwähnt (siehe Fotostory auf S. 44). Ab 1450 wurden diese Jahrmärkte als Messen bezeichnet, 50 Jahre später fanden jährlich bereits vier davon statt.

thematischen Parcours auf den Spuren von Bozens Traditionsläden einzurichten, weil hier Schönheit ” auf Identität trifft. Auch bilden sich Bezugspunkte für Bürger*innen genauso wie für Qualitätsgäste. Diese historischen Läden sind das Aushängeschild für Bozner Geschick, sie erzählen Geschichten von Innovationskraft, und sie zeugen von der Geschichte der Stadt, ihrer Kreativität und ihrer Kultur“, ein Auszug aus dem Beschluss des Verwaltungsrats vom März 2021. Aber wann fallen diese Einzelhandelsstrukturen in das Verzeichnis der Bozner Traditionsgeschäfte“? ” Wenn sie folgende Bedingungen erfüllen: Die Handels-, Handwerks- oder Gastgewerbetätigkeit muss spätestens seit 1972 aufrecht sein. In diesem Jahr ist das II. Südtiroler Autonomiestatut in Kraft getreten, ein historischer Wendepunkt auch für die Stadt. Die Geschäftstätigkeit muss sich von Anfang an auf ein und denselben Produktbereich beziehen. Und, als Pluspunkt, auch das Bauliche soll vom Geist der Erhaltung beseelt sein, sprich Renovierungen ja, aber keine substanziellen Änderungen an der Struktur. Die vollständige Liste dieser historischen Lände finden Sie auf S. 22. Das bm hat eine – zugegeben sehr subjektive - Auswahl von sechs dieser Betriebe mit besonderem Charme besucht. LI N


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AUF MESSERS SCHNEIDE Der Betrieb & seine Inhaber: Messerschmiede Lorenzi – Giuliano Lorenzi & Sohn Thomas Tätigkeitsbeginn: 1948 Generationenfolgen & Geschichte: Vom Uropa Lorenzi weiß man, dass er in der Val Rendena im Trentino ein Nebenerwerbsbauer war, der nach der Heuernte als saisonaler Messerschleifer auf Wanderschaft ging und Vorfahren hatte, die bereits den napoleonischen Truppen ihre Messer, Säbel und Bajonette schärften. Der Opa wanderte nach Bozen aus und wurde hier mit einer Messerschleifer-Werkstatt sesshaft, 1972 kaufte der Vater den Laden in der Bindergasse, in den Folgejahren wurde kontinuierlich erweitert und renoviert. Das Außergewöhnliche: Die alten Ladengemäuer beherbergen auf rund 100 m2 Fläche neben der kleinen Schleiferei hochwertige Messer und SchneidUtensilien aus verschiedensten Materialien und für unterschiedliche Zwecke: vom japanischen Porzellan-Messer bis hin zum Austernöffner, vom Jagd- und Metzgermesser über chirurgische Messer, spezielle Friseur- und Podologen-Werkzeuge, Schnitzmesser bis hin zum Taschen- und Outdoormesser, auch Handgefertigtes – alles fein säuberlich in polierten Vitrinen und hölzernen Schubläden verstaut oder ausgestellt. In einer eigenen Laden-Nische werden Küchenutensilien und kleine Elektrogeräte (samt

Kundendienst) verkauft. Ort: Das Geschäft befindet sich in der Bindergasse, Bozens ältestem Handwerksviertel, wie die Straßenbezeichnung verrät. Trends: Vor allem Berufs- und Hobbyköche nutzen das Angebot der Lorenzis mit ihrer Fachberatung, dem Service und den langlebigen Artikeln. Eine zweite Nische ist wichtig, jene der Sammler von Schneidutensilien. Nostalgiefaktor: Noch in den 1960er Jahren gab es in Bozen ein Dutzend Messerschmiede und Scherenschleifer-Betriebe. Davon geblieben sind nur mehr die zwei Läden der Lorenzi-Brüder, der angestammte Sitz in der Bindergasse und ein zweiter Sitz in der Goethestraße. Die Lorenzis kümmern sich auch selbst um Reparatur und Schleif-Kunst. Auch wenn der Online-Handel in diesem Bereich keine ernst zu nehmende Konkurrenz ist, weil er bei Beratung und Kundenservice nicht mithalten kann, ist das Handwerk der Messerschleiferei vom Aussterben bedroht. Es gibt keine vorgezeichnete Berufslaufbahn. Meist wird das Wissen von Generation zu Generation in der Familie weitertradiert. Heute entscheiden sich die meisten Messerschleifer erst nach Matura oder gar Studium für eine Lehre als Spengler oder Maschinenbaumechaniker und Verkäufer, bevor sie ins Metier einsteigen. www.lorenzi.bz.it

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Im Bild (von links): Der Inhaber mit seinen langjährigen Verkäuferinnen Rosi Egger und Elisabeth Lindner

chen, dann werden Sie hier fündig. Der Schwerpunkt liegt auf Naturmaterialien. Ort: Das Ladele im Laubenhaus Nr. 53 (ca. 30 m2 in Miete) hat nichts von seinem ursprünglichen Flair verloren. 150 Jahre am selben Fleck und mit derselben Einrichtung, hat es nur einmal, 1980, eine Erneuerung des Holzmobiliars mit einem maßgeschneiderten Schubladensystem gegeben. Die Atmosphäre von gestern ist geblieben. Trends: Der uralte Träger von Alltagskultur, der rund 750 Jahre alte Knopf, ist hier König. Es gibt Knöpfe in allen Farben, Formen und Größen und vor allem Materialien. Der Trend zum Re- und Upcycling zeigt sich auch in der Knopfwelt: Öko-Knöpfe verdrängen den Kunststoff, letzthin feiern auch Veganknöpfe ihren Einzug ins Gasser-Sortiment - aus Stein oder aus dem Samen der Steinnuss, mit reinem Pflanzenöl poliert. Auch Modeschöpfer aus Paris lassen sich gelegentlich im Gasser-Laden blicken, um passende und ausgefallene Knöpfe einzukaufen. Nostalgiefaktor: Das Erscheinungsbild, die Inneneinrichtung, die Ware, das ungeheuer tiefe Sortiment, die fachkundige Beratung in der Bedienung, die Fähigkeit, auf Sonderanfertigungen insbesondere für Trachten und Musikkapellen-Kleidung einzugehen - das alles trägt zum Erfolg und zur besonderen Atmosphäre des Ladens bei, das selbst zum Kulturgut erhoben werden sollte. Ü H LI N G FR

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Der Betrieb & sein Inhaber: T. Gasser Kurzwaren – Wolfgang Sauer Tätigkeitsbeginn: 1873 Generationenfolgen & Geschichte: Therese Gasser aus Milland bei Brixen übernahm 1873 mit nur 23 Jahren den kleinen Kurzwaren-Laden ihrer Bozner Tante Zenz Öttl. Soweit die urkundliche Überlieferung. Zwei Lehrmädchen, die Schwestern Kreszenz und Anna Kaufmann, unterstützten sie ein Leben lang im Geschäft. Kinderlos geblieben, übergab Therese 1912 ihren Laden und damit ihren Nachnamen an die Gas” ser-Madln“, eben ihre Angestellten. 1972 übernahm Annas Nichte Gertraud Kaufmann, verheiratet Sauer, die Tätigkeit, nach einer Ehe- und Familienzeit in München und Erfahrung im Lederwarenverkauf. Das ” Ladele“ wurde in vierter Frauengeneration auch ihre Passion. Erst mit 90 Jahren hörte sie auf, täglich ins Geschäft zu gehen, und erst 2011 hat ihr Sohn Wolfgang Sauer das Backoffice übernommen. Im Verkauf stehen nach wie vor zwei Frauen als Angestellte. Das Außergewöhnliche: 1873 ist nicht nur das Jahr des Laden-Beginns, sondern auch des Jeans-Patents, anfangs noch mit Knöpfen und ab 1911 mit dem legendären Reißverschluss. Wenn Sie auf der Suche nach besonderen Knöpfen und Reißverschlüssen, Borten und Spitzen, hochwertiger Feinwäsche, Trachtenflor oder Kopftüchern aus Chiffon und Seide sind, Retrolook-Elemente für Ihren selbstgestrickten Sarner brau-

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VERBLÜFFENDE WELT DER KNÖPFE


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QUALITÄT STATT WEGWERFMODE Der Betrieb & seine Inhaber*innen: Rizzolli Manufaktur1870 – Thomas Rizzolli & Paula Aspmair Tätigkeitsbeginn: 1870 Generationenfolgen & Geschichte: Aus Neumarkt stammte der Urgroßvater Franz, der das erste RizzolliGeschäft eröffnete, damals noch im Zeichen der Kopfbedeckung. Großvater Felix trat trotz seiner pädagogischen Ausbildung in die Fußstapfen seines Vaters als Händler und schuf ab 1925 unter den Bozner Lauben was heute als Rizzolli-Stammhaus gilt. Vom Hut war der Weg über das Material Filz nicht weit zum Pantoffel und ab den 1970er Jahren zum Schuh und weiteren Lederwaren (unter der Ägide von Vater Helmut). Immer neue Wirtschaftskrisen erzwangen Veränderungen und machten Flexibilität in der Geschäftsausrichtung zur wichtigsten Eigenschaft. Bis heute. Der derzeitige Inhaber Thomas hat zusammen mit seiner Frau das Rizzolli Imperium in Bozen noch breiter aufgestellt: 2010 mit dem OnlineVertrieb ihrer Leder- und Schuhwaren, dann mit der Übernahme der Gastronomiestätte Franziskanerstuben, 2019 mit dem am Schuhgeschäft anschließenden Beherbergungsbetrieb Goldenstern Townhouse, und mitten in der Krise durch Pandemie und Rohstoff-Engpässe (Sohlen und Ösen aus Asien sind schwer zu kriegen) noch weiter mit dem Kerngeschäft von Schuh- und Lederwaren, diesmal im exklusiven Atelier Rilì und in einem Outlet. Das Außergewöhnliche: Die Schuhboutique Rizzolli Manufaktur1870 ist allein schon durch Lage und Räumlichkeiten einen Besuch wert. Der kleine Eingang täuscht: Das 400 m2 große Geschäft (ohne Lager) erstreckt sich über viele Räume, Nischen, Stockwerke und Zwischenstöcke (Mezzanin), ein wahres Labyrinth, das den

Kund*innen Diskretion in Auswahl und Anprobe garantiert. Insgesamt rund 50 Rizzolli-Mitarbeiter*innen kümmern sich um die (auch ausgefallenen) Wünsche der Kund*innen aus nah und fern. Auf keinen Fall ein verstaubter Laden in denkmalgeschütztem Gebäude. Ort: Lauben 60, im mittelalterlichen Altstadtkern. Das Gebäude mit 700-jähriger Baugeschichte ist eines der besterhaltenen Laubenhäuser, mit Bogenwölbungen, Fresken, wunderschönen Treppenaufgängen, originalen mittelalterlichen Glasfenstern und dem Blick auf Mauerreste der mittelalterlichen Stadtbegrenzung. Trends: Waren 2020 eindeutig die bequemen Sneakers und Sportschuhe die Verkaufsschlager, so ist derzeit die Sehnsucht nach einer neuen Ästhetik und Eleganz spürbar. Rizzolli setzt auf einen hohen Qualitätsstandard und will diesen auch durch Schnäppchen im Outlet einer neuen Klientel näherbringen, um von der Wegwerfmode abzukommen. Nostalgiefaktor: Auch wenn das Motto der Familie Stillstand ist Rückstand“ lautet, bauen die Inhaber ” auf die Stärke des historischen Geschäfts - das außerordentlich tiefe und bunte Schuhsortiment. Die Ware stammt vorwiegend aus der italienischen Manufaktur. www.rizzolli.com

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auch Online-Shop


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ABER BITTE OHNE SAHNE

Ort: am Ende der Freiheitsstraße, am Grieser Platz, wo die Telser-Galerie beginnt. Das 50 m2 große Café mit kleinem Außenbereich hat Treffpunkt-Charakter im Stadtteil Gries. Das große Mehlspeis-Labor befindet sich im Kellergeschoss. Trends: War die Sonntagstorte früher üppig und die bestellten Mengen eine Herausforderung, geht der Trend in Richtung weniger ist mehr, mit hohem Anspruch an Qualität. Auswärts frühstücken ist ein weiterer Trend der letzten Jahre. Nostalgiefaktor: Das Café Menz ist für die Bozner Stammkundschaft ein erweitertes Wohnzimmer.

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Der Betrieb & seine Inhaber*innen: Konditorei und Café Menz – Claudius Armin Menz & Ehefrau Hildegard Tätigkeitsbeginn: 1971 Generationenfolgen & Geschichte: Bereits die Vorgänger, die Eltern und Schwiegereltern des Ehepaars Menz haben gewissermaßen im Betrieb gelebt, den sie 1971 eröffnet haben, nachdem die Bozner Familie zwölf Jahre lang in Mailand eine Konditorei geführt hatte. Zurück nach Bozen kam sie aus Gesundheitsgründen, der guten Bozner Luft wegen. 2002 dann der Generationenwechsel, von Alois und Annemarie zu Claudius Armin und Hildegard. Sohn Alexander, Abgänger der Hotelfachschule, arbeitet heute in der Produktion von allerlei süßen Verführungen mit. Das Außergewöhnliche: Mitte März beginnt die eigene Eisproduktion, die neben Erdbeertörtchen und Cremeschnitten alle Naschkatzen-Herzen höherschlagen lässt. In der Konditorei entsteht in der Osterzeit auch das traditionelle Fochaz-Brot und weiteres Hefegebäck. Das Augenmerk liegt stets auf hohe Qualität der Rohstoffe und Frischware. Alles wird täglich selbst produziert. Das ist auch der Grund, warum die Ware nur im eigenen Café an Endkund*innen verkauft und nicht an Hotels u. Ä. ausgeführt wird. Die Öffnungszeiten sind immer noch beachtlich: 7-19 Uhr sechs Tage die Woche (Di Ruhetag). Die Arbeit im Labor beginnt um 5 Uhr.


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FÜNF GENERATIONEN KUNDEN Der Betrieb & sein Inhaber: Tabaktrafik Peter – Peter Staudacher Tätigkeitsbeginn: 1955 Generationenfolgen & Geschichte: Peters Vater war einer der größten Metzger der Stadt, seine Mutter ging ihren eigenen Weg als Unternehmerin und eröffnete 1955 - da war Peter erst 15 Jahre alt - ihren eigenen Tabakladen im vorwiegend italienischen Stadtteil Don Bosco. Von Anfang an hat Peter in den Schulferien im Verkauf ausgeholfen, und so war es bald klar, dass er nach dem Schulabschluss Anfang der 1960er Jahre den Betrieb übernehmen würde. Das Außergewöhnliche: Beim Betrachten der dicht gestapelten Ware im ca. 60 m2 großen Laden fragt man sich, was es in dieser Tabaktrafik denn nicht gibt. Neben Spiel- und Papierwaren, Glückwunschund sonstigen Karten für jeden Anlass liegt der Schwerpunkt auf Tabakwaren, insbesondere Pfeifen mit Zubehör und Tabaksorten jeder Art, und auf das Lottospiel.

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Ort: in der Mailandstraße, unweit vom Matteottiplatz Trends: Zu Beginn war der Laden ein HygieneartikelLieferant für die Nachbarschaft und verkaufte Ende der 1950er Jahre neben Waschmittel und Zahnpasta das allererste Klopapier in diesem Stadtviertel. Waren spezielle Feuerzeuge vor einer Weile die Renner, als Geschenk oder Sammlerobjekt, ist es heute der Tabak selbst. Nostalgiefaktor: Die Trafik ist ein Tante-Emma-Laden ohne Lebensmittel, ein wichtiger Treffpunkt für die Viertel-Bewohner*innen und ein Bezugspunkt für Sammler*innen. Beim Peter“ finden Sie auch sehr ” seltenes Raucherzubehör. Peter selbst, heute 81, hat fünf Generationen kommen und gehen sehen, und steht immer noch mit seiner Frau im Laden.


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NACHBARSCHAFTSLADEN PUNKTET

Trends: Von den anfänglichen fünf ist der 200 m2 große Laden auf nur einen Mitarbeiter (plus Inhaber) geschrumpft. Früher spielte der Großhandel eine wichtige Rolle, und das Militär war ein treuer Großkunde. Heute liegt der Schwerpunkt beim Einzelhandel: Neben den klassischen Eisenwaren und dem Heimwerker-Sortiment werden zunehmend Haushaltsartikel verkauft, ob hochwertige Pfannen und Dampfkochtöpfe, Küchenutensilien oder Elektrogeräte. Nostalgiefaktor: Die Eisenwarenhandlung ist der Laden, den die Viertelbewohner*innen als ersten betreten, wenn sie zu Hause ein technisches Problem haben. Hier erhalten sie Beratung und Betreuung, manchmal wird sogar im Geschäft gehämmert und ausprobiert. Ü H LI N G

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Der Betrieb & sein Inhaber: Zanoni Eisenwaren – Silvio Zanoni Tätigkeitsbeginn: 1950 Generationenfolgen & Geschichte: Ario Selenati hieß der erste Besitzer, der aus Triest kam und mit seiner Frau und dem Onkel des heutigen Inhabers den Eisenwarenladen schmiss. 1970 übernahm der ehemalige Angestellte Albino Zanoni den Laden, von dem sein Namen stammt. Silvio Zanoni stieg 2014 ein, nachdem er viele Jahre beim Onkel ausgeholfen und gleich nach seiner technischen Matura den Beruf dort von der Pike auf gelernt hatte. Das Außergewöhnliche: Der Kundenkontakt ist das A und O. Ob ein neuer Werkzeugkasten benötigt wird, ein Gartentopf, zwei Schrauben oder der Schlüsseldienst, die Freundlichkeit ist stets dieselbe. Ort: in der Turinstraße, wenige Schritte von der Kreuzung zur Hauptachse der Romstraße entfernt


GESCHÄFT BOTTEGA SHOPS

ADRESSE INDIRIZZO ADDRESS

TÄTIGKEITSBEGINN INIZIO ATTIVITÀ OPENING TIME

WARE MERCE MERCHANDISE

Buratti Snc

Weintraubengasse 10 1945

C. J. Rubatscher

Laubengasse 18

1860

Textileinzelhandel

Café Menz

Freiheitsstraße 101

1971

Konditorei und Speiseeisherstellung

Carla Brunetti

L-da-Vinci Straße 3/f 1981

Coltelleria Lorenzi

Bindergasse 28

1948

Messerschmiede und Scherenschleiferei

Ferramenta Zanoni

Turinstraße 27-29

1950

Eisenwaren

Foto Gatti

Mailandstraße 101 D

1960

Fotografie-Artikel

Fuganti 3.0

Turinstraße 87

1958

Kurzwaren und Modeartikel

Gioielleria Bonaldi

Dalmatienstraße 97

1959

Schmuck und Uhren

Gioielleria Chiodarelli

Mailandstraße 36

1952

Schmuck und Uhren

Globus Confezioni AG

Rathausplatz 4/A

1962

Modeartikel

Schuhe, Lederwaren, Schusterzubehör

Modeschmuck-Produktion und Einzelhandel

SaS di Silvia Belotti

Gutweniger Peter & Co KG Dr.-Streiter-Gasse 14 1946

Spielwaren, auch Lernspiele

Hopfen & Co. Bozner Brau Srl

Obstplatz 17

1997

Bierbrauerei und Bierverkauf

Knoll Junior

Waltherplatz 29

1969

Kinderschuhe

Kuntner Wilhelm KG

Raingasse 6

1964

Berufsbekleidung, auch Großhandel und e-commerce

Laboratorio Espresso

Mailandstraße 47

1959

Kaffee

Mall

Goethestraße

1958

Schmuck, Uhren und Goldschmiedehandwerk

Orologeria Oreficeria Resia

Reschenstraße 76/c

1964

Schmuck und Uhren

Ottica Facincani

Turinstraße 50

1955

Optik

Ottica Gianni

Mailandstraße 93

1969

Optiker und Fotografie-Artikel

Panificio Lemayr Srl

Zueggstraße 31

1801

Bäckerei

Pasticceria Bartolomei

Turinstraße 28

1937

Konditorei

Pierre

Waltherplatz 6/A

1991

Lederwaren

Pierre

Sernesi-Gallerie 5

Rizzolli F. Srl

Laubengasse 60

1870

Schuhe, Lederwaren und Zubehör, auch e-commerce

T. Gasser

Laubengasse 53

1873

Kurzwaren

Tabaccheria Peter

Mailandstraße 5

1955

Tabakwaren, auch Reparatur Pfeifen & Co.

Tiozzo R. & M. Sas & Co

A.-Volta-Straße3

1968

Tapetenfachgeschäft und Haushaltsartikel

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Lederwaren


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Aperitivo Alpino Recipe 3 parts prosecco 2 parts Aperitivo Pircher Alpitz 1 part ice and soda 1 slice lemon, orange or lime

www.ALPITZ.COM


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OUR TRADITIONAL SHOPS MAKING THE DIFFERENCE BOLZANO WOULDN’T BE BOLZANO WITH- looking for something special: whether it's the atmos-

OUT ITS HISTORIC SHOPS AND RETAILERS: THEY’RE THE BEATING HEART OF THE OLD TRADING CENTRE. STROLLING THROUGH THE CITY WITH A KEEN EYE, YOU’LL STILL FIND THE ODD MARVEL HERE AND THERE. NOT ONLY UNDER THE PORTICOES.

Here, the sunlight arrives sparsely, to gently illuminate the long, heavy wooden sales counter that separates the sales assistants from their customers - but the colourful wares are stacked up in heights that resemble stepladders (see p. 17). Inside, frescoes, arches and steep staircases draw your eye from the fashion items on display to listed heritage treasures (see p. 18). Elsewhere, the sounds of grinding can be heard from the tiny back room behind the cash desk (see p. 16). Bolzano's historic shops are an Aladdin’s cave for story collectors and anyone 24

phere of yesteryear or those hard-to-find goods.

It was the 15th century that saw Bolzano develop, from a conveniently located southern alpine stop-off and shipment point, linking the River Adige to the Adriatic, to one of the most important trade-fair cities and transport hubs in Europe. With the rise of Bolzano’s merchants, to the heights of international financial aristocracy, a true urban centre evolved. In the 17th century, Bolzano's Via Argentieri became the fashionable place for the city’s wealthy to build their palaces, encouraged by Claudia de Medici, the Archduchess of Tyrol (1604-1648). She also granted Bolzano the privilege of the Mercantile Magistrate (or commercial court) in 1635. This innovative approach to commercial law and organization enabled Bolzano to develop into a bustling city of trade fairs. The city’s improved legal protections afforded traders far greater security than anywhere else at the time.


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with its own very special atmosphere. It’s a wonderful world of buttons and treasures from everyday life a veritable cabinet of curiosities! Likewise, the shoe boutique Rizzolli Manufaktur1870, one of the most magnificent in the city and a labyrinth of a shop that mingles the Middle Ages with modernity. Next, in the Gries district, is the Menz patisserie, overflowing with sweet temptation from one of Bolzano's best traditional master bakers. Or again the tobacconist Peter, in the Don Bosco district, an emporium and point of reference for tobacco lovers from near and far. Finally, the Zanoni hardware shop is a neighbourhood institution, dedicated to solving the technical problems of locals, with family-like, expert service.

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In 2021, the city's tourist office began awarding historic shops with a special plaque for their longevity and authenticity. They then set up a thematic trail, to discover Bolzano's traditional shops and show where beauty and local culture meet. To qualify, a business had to fulfil certain criteria. First, the business must have been in operation since 1972 at the latest, the year the 2nd South Tyrolean Statute of Autonomy came into force, and a historical turning point for the city. Business activity must be in the same product area as from their beginnings. Not only, the buildings also had to carry the torch of preservation - so renovations yes, but no substantial architectural changes. The complete list of these historic places can be found on p. 22. And bm Magazine visited six of these charming establishments, admittedly on a very subjective basis! (See p. 16-21). These are mostly family concerns that have been passed down through generations. Among them is the Lorenzi knife shop, with its traditional sharpening workshop, stocking a huge range of cutting utensils - for professional or hobby chefs alike. Then there’s the 150-year-old Gasser haberdashery shop, managed by women down several generations,


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I NEGOZI TRADIZIONALI, FIORE ALL’OCCHIELLO DEL COMMERCIO BOLZANINO

BOLZANO NON SAREBBE BOLZANO SENZA I

SUOI NEGOZI E LE BOTTEGHE STORICHE - CUORE PULSANTE DELLA VECCHIA CITTÀ COMMERCIALE. CHIUNQUE PASSEGGI CURIOSANDO TRA LE PIAZZE E LE VIE CITTADINE NON FATICHERÀ A RICONOSCERE QUA E LÀ AUTENTICHE PERLE DELLA TRADIZIONE BOLZANINA. E NON SOLO SOTTO I PORTICI.

Qui la luce del giorno bagna solo raramente il lungo e pesante bancone di legno che separa la commessa dai clienti, mentre la merce colorata è ammucchiata ad altezze che ricordano le scale a pioli (vedi pag. 17). Altrove affreschi, archi e ripide scalinate distolgono lo sguardo dagli articoli di moda esposti per indirizzarlo ai tesori sotto tutela artistica e architettonica (vedi pag. 18). Oppure a colpire sono i suoni della molatura che provengono dalla piccola stanza sul retro dietro la cassa (vedi pag. 16). I negozi storici di Bolzano sono un tesoro per i collezionisti di storie, per i visitatori più attenti in cerca di qualcosa di speciale: che sia un'atmosfera nostalgica o merce solitamente difficile da reperire. 26

Nel XV secolo, la città si è sviluppata da un punto di sosta e di transito comodamente ubicato a sud delle Alpi, dove iniziava la via navigabile dell'Adige verso l'Adriatico, in una delle più importanti città fieristiche e commerciali d'Europa. Con l'ascesa dei mercanti di Bolzano ad élite finanziaria internazionale, il conglomerato urbano cambiò volto. Nel XVII secolo, i palazzi dei ricchi cittadini si affollavano nella Via Argentieri di Bolzano. L'impulso arrivò da Claudia de Medici (1604-1648), la principessa del Tirolo. Fu lei, nel 1635, a concedere a Bolzano il privilegio di un Magistrato Mercantile (tribunale commerciale), permettendo così il suo sviluppo in una vivace città fieristica, perché l’innovativa organizzazione giuridica e commerciale garantivano alle transazioni maggiore sicurezza che altrove. Nel 2021, l'ufficio turistico della città ha deciso di premiare i negozi storici per la loro perseveranza e autenticità con una targa speciale e, in un secondo momento, di istituire un percorso temati-


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razioni di donne, con il suo incredibile mondo di bottoni di tutti i tipi e colori, tesori della nostra cultura quotidiana, e la sua atmosfera molto speciale, quasi un baule delle curiosità. Così come la boutique di scarpe Rizzolli Manufaktur 1870, in uno dei più bei palazzi dei Portici di Bolzano, un labirinto affascinante che unisce il Medioevo alla modernità. Oppure la pasticceria Menz, nel quartiere di Gries, con le sue dolci tentazioni della migliore tradizione bolzanina. O ancora il tabaccaio Peter, nel quartiere Don Bosco, un negozietto non alimentare fornito un po’ di tutto, punto di riferimento per gli amanti del tabacco vicini e lontani. E infine la ferramenta Zanoni, un negozio di quartiere che risolve i problemi tecnici del vicinato con un servizio familiare e competente. FR

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co lungo le tracce dei negozi tradizionali di Bolzano, perché “è qui che la bellezza incontra l'identità”. Le imprese commerciali prescelte devono soddisfare le seguenti condizioni: l'attività deve avere origini al più tardi entro il 1972. In quell'anno, infatti, entrò in vigore il II° Statuto di Autonomia dell'Alto Adige, una svolta storica anche per la città. L'attività commerciale deve inoltre riguardare una stessa area merceologica fin dall'inizio. E, come ulteriore punto a favore, gli edifici che la ospitano dovrebbero richiamarsi ad uno spirito di conservazione, cioè ristrutturazioni sì, ma senza modifiche sostanziali alla struttura originale. La lista completa di queste attività storiche la trovate a pag. 22. Il bm ha visitato una selezione - dichiaratamente molto soggettiva - di sei di queste attività con un fascino speciale (pagg. 16-21), per lo più imprese familiari che sono sopravvissute per diverse generazioni. Tra questi la coltelleria Lorenzi con la sua vasta gamma di utensili da taglio, non solo per i cuochi professionisti e amatoriali, e con il suo antico laboratorio di molatura delle lame. Ma anche il negozio di merceria Gasser, che ha più di 150 anni, tramandato da diverse gene-


CULTURE

STREET ART TAKES ON THE ANONYMOUS GREY 28


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ew definite rules for content, a love of colour exploding on large urban walls, the diversity of styles and writing. And the joy of local residents, seeing their living and working environments in a riot of youthful colour.

No more monotonous façades, ugly boundaries, dams, cycle path fences and factory walls. Strolling around Bolzano, you’ll see how contemporary urban art resists the anonymous grey through freely accessible street art. Youthful vibrance in search of expression - which elsewhere, and occasionally also in Bolzano, is often lived out anarchically or through vandalism - is redirected by the project into modern art. Not only are dour buildings transformed, but youthful creativity is channelled positively. Riccardo Rizzo (vedi Rizzo in azione a sinistra) is something of an authority here. He was himself a Bolzano graffiti artist in his younger days, back when there were no legal possibilities to let off steam as an “aerosol junkie”. After formal education at an art-orientated high school, followed by art academy, he landed a professional role with the MurArte project. Today, Riccardo manages and documents the project, and has done so since 2010, as part of his work for the non-profit association Volontarius. One of the association's core tasks is working with the socially excluded. The city council chose Volontarius as a partner for the project, thanks to its volunteers’ and youth workers’ intimate knowledge of the Bolzano youth scene and the relationships they’ve built with young people. The MurArte concept arrived following the initiative by the Turin city council, who were hugely successful with it, inspiring other Italian cities to adopt MurArte projects over FR

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Public spaces are vital for city dwellers’ standard of living and sense of well-being. Visitors to the city also notice this unconsciously. How public space is designed - and by whom makes all the difference. The Bolzano city council recognised this long ago, encouraging young people to express their colourful need for freedom and expression on a large scale. Street art was placed at the service of the city's inhabitants, with the large-scale youth project MurArte and Breathe: the most recent project, in conjunction with the provincial administration.


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the years. So how does it work? Any young graffiti artist, from beginner to expert, can participate by filling out an online application form. Most are between 14 and 18 years old and either spray alone or with friends. When they apply, they request the size of the area they want to spray (from 2.5x2.5 m up to 5x2.5 m) and if their application is accepted, they are allocated a specific wall area and a time window of four months to complete their artwork. A permit from the city of Bolzano allows these young artists to identify themselves, in case residents or the police want to check they’re authorised (although this rarely happens these days). There are no rules about style or colour, and only a 30

few about the content or the written and symbolic messages. They must not cause offense and not advertise products nor serve propaganda purposes. The city council acts as guarantor and most available walls are owned publicly or by participating partner companies, such as the railway. Demand is so high that walls are re-graffitied every few years! MurArte also holds graffiti workshops and annual graffiti meetings in Bolzano, enabling young local artists to graffiti while tutored by renowned stars of the international scene. The 39c Graffiti Jam has been held since 2016, with the last one taking place in 2019.


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in this sense were created in autumn 2021: a 90 m2 portrait of Gino Pasqualotto, local ice hockey legend, captain of Hockey Club Bolzano and member of the Italian national team in the late 1970s. It’s the work of an artists' collective and very appropriately adorns the façade of the Bolzano Ice Wave. The second mural was inspired by Agitu Ideo Gudeta, a popular Bolzano goat breeder and entrepreneur, who fell victim to a femicide just over a year ago. By Trentino

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Social issues interwoven with art and youth culture. Michela Vanzo, from the city council’s Office for Family, Women, Youth and Social Promotion told us “In terms of content, MurArte is about youth expression, but Bolzano's murals are also about a city's culture of remembrance and about honouring those who have served Bolzano. It’s also about coming to terms with the experiences of individual neighbourhoods - the city, lived by its inhabitants, who are also themselves questioned about their neighbourhood and its history in social projects”. So there is both the artistic freedom in youth expression, through the long-standing MurArte initiative, alongside commissioned art by celebrated street art professionals. The last two murals


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visual designer Nadia Groff, it adorns the boundary wall of the Ada Negri school in Via Druso. Almost exactly a year ago, the provincial council decided to extend this project, to add colour to building façades in other South Tyrolean cities, following the Bolzano model. Significantly, it’s called Breathe and aims to bring fresh air into the urban landscape during these pandemic times: on public as well as private walls. Among those areas that have been hit particularly hard by the current crisis are both youth culture and art. The Breathe project combines both aspects and promotes the corresponding areas. Coordinated by the artists' organisation Outbox, together with the Autonomous Province of Bolzano, six artists from the local and international scene work hand in hand with residents and local youth associations.

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For those wanting to see the MurArte works in a half-day or day trip, a cycle tour is thoroughly recommended. Here is the itinerary, geographically arranged from the northeast of the city behind the railway station (Bolzano's PianiRencio district), through the city centre to its most southwestern corner (industrial zone and airport area), then back again via the Oltrisarco and Aslago districts:

- Via Macello - Via Piani di Bolzano - Via Mayr Nusser (cycle way) - Via Trento (walkway Langer) - Via Vintola (youth center and adjacent park) - Talvera (softball field) - Via Lancia & via Grandi, Valbruna Steelworks - Ponte Palermo (below the bridge, at the level of the cycle way and footpath)

- Ponte Resia (cycle way in direction of via Similaun) - Ecocenter Water Purification Plant - The Lungo Adige cycle way (wall at the foot of the Alperia Tower, visible from the cycle way)

- Piazza don Bosco - Via Buozzi - Bolzano Sud Train Station (wall below the tracks) - Via Torricelli - Via Loris Musy (railway underpass) - Cycle way underpass at Via Maso della Pieve & Via Einstein - Via del Parco (wall with a historical theme, by two school classes)

See also the photographic documentation on the website of the City of Bolzano (www.comune.bolzano.it) and Volontarius (hiips://gruppovolontarius.it)

Learning to see: Not every work lends itself to immediate understanding. This is as true of graffiti as it is of contemporary art in a museum. We invite you to stop in front of the graffiti on your walks. Take a closer look at the individual works, the lettering that explores the bounds of fonts and letter art, the passion of these young artists for expression, with spray paints and very different styles. Ü H LI N G (ar/pb) FR

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- Viale Europa footbridge (crossroads with Via del Ronco)


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ARTE URBANA CONTRO IL GRIGIORE POCHE LINEE GUIDA PER QUANTO RIGUAR-

DA IL CONTENUTO, AMORE PER L'ESPRESSIONE SULLE PARETI URBANE ATTRAVERSO IL COLORE, DIVERSITÀ NELLO STILE E NEL WRITING. E LA SODDISFAZIONE DEI RESIDENTI DI VEDERE I LORO AMBIENTI DI VITA E DI LAVORO BRILLARE DI NUOVI COLORI.

Addio alle facciate monotone, alle odiose divisorie, ai tristi muretti, alle anonime recinzioni lungo le piste ciclabili e ai cupi capannoni industriali. Chiunque passeggi per Bolzano dovrebbe poter ammirare ciò che la città ha da offrire in termini di arte urbana contemporanea per scacciare il grigiore - arte non commerciale e, soprattutto, liberamente accessibile. La forza creativa e l'energia tipicamente giovanile, che altrove - e occasionalmente anche a Bolzano- è spesso vista come espressione anarchica o è sfociata addirittura nel vandalismo, è qui abilmente ricondotta ad arte moderna: una riqualificazione dello spazio pubblico da un lato e un riconoscimento della creatività giovanile dall'altro. L'Amministrazione comunale di Bolzano ha riconosciuto presto questa potenzialità e ha incoraggiato la scena giovanile a esprimere liberamente il proprio bisogno di colore e di libertà su larga scala, mettendo l'arte di strada al servizio degli abitanti della città, prima con il grande progetto giovanile "MurArte" e - più recentemente - insieme all'Amministrazione provinciale, con il progetto artistico "Breathe!". Il Comune ha scelto come partner per l'implementazione dell’iniziativa l'associazione no profit Volontarius, al fine di interagire direttamente con la scena giovanile di Bolzano. Riccardo Rizzo è responsabile del progetto dal 2010 (vedi a pag. 29). Il suo formato era già stato importato a Bolzano in precedenza, seguendo l'esempio del Comune di Torino. I giovani writer, anche quelli con poca esperienza, possono comunicare il loro interesse a partecipare compilando un modulo di iscrizione (facilmente reperibile online). In caso di accettazione della domanda, verrà assegnato loro un determinato spazio murale da decorare entro una finestra temporale di quattro mesi. Uno specifico permesso della città di Bolzano permette a questi giovani di identificarsi se - al giorno 34

d'oggi questo non accade quasi mai! - i vicini o le forze dell'ordine esprimessero dubbi sulla legalità del loro intervento. Non ci sono regole sullo stile e sui colori, le poche regole si riferiscono unicamente al contenuto. I murales devono essere politicamente corretti e non rappresentare pubblicità di prodotti né servire a scopi propagandistici. La domanda di adesione è alta, quindi molte superfici devono essere riverniciate dopo qualche anno per renderle nuovamente fruibili. Nella maggior parte dei casi si tratta di spazi urbani pubblici di proprietà della città o di alcune aziende partner, come le ferrovie, che mettono a disposizione le loro facciate. Nell'ambito del progetto MurArte, negli ultimi anni a Bolzano si sono tenuti anche workshop e meeting annuali di graffiti per permettere ai giovani artisti locali di esprimersi sotto lo sguardo di star della scena internazionale. La 39c Graffiti Jam si tiene dal 2016, e l'ultima ha avuto luogo nel 2019. Anche l'anno scorso l'arte commissionata ad alcuni rinomati professionisti della street art ha vivacizzato alcuni grandi muri di Bolzano. Tra questi, spiccano due murales: un ritratto di 90 mq di Gino Pasqualotto, un mito dell'hockey locale e giocatore della nazionale italiana alla fine degli anni '70, su una facciata del Palaonda di Bolzano. Il secondo murale è stato ispirato ad Agitu Ideo Gudeta, un’allevatrice di capre e imprenditrice molto conosciuta a Bolzano, purtroppo vittima di un femminicidio poco più di un anno fa. Abbellisce il muro di cinta della scuola Ada Negri di via Druso ed è stato dipinto dalla visual designer trentina Nadia Groff (a pag. 32).


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ten sie eine ganz bestimmte Wandfläche zugeteilt, STREETART GEGEN die sie innerhalb eines Zeitfensters von vier MoBETONGRAU naten gestalten. Eine Genehmigung vonseiten der Stadt Bozen ermöglicht es diesen Jugendlichen WENIGE KLARE INHALTLICHE REGELN, DIE sich auszuweisen, wenn – heute kommt das kaum

Auch Auftragskunst durch namhafte Streetart-Profis hat im vergangenen Jahr Bozens Großwände zum Leuchten gebracht. Darunter ein Murales, inspiriert von der in Bozen beliebten Ziegenzüchterin und Unternehmerin Agitu Ideo Gudeta, die vor einem Jahr einem Femizid zum Opfer fiel. Es ziert die Abgrenzungsmauer der Schule Ada Negri in der Drususallee und wurde von der Trentiner Visual Designerin Nadia Groff gemalt (siehe S. 32). FR

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Die Stadtverwaltung hat den gemeinnutzigen Verein Volontarius als Partner für die Umsetzung ausgewählt, um mit der Bozner Jugendszene direkt zu interagieren. Seit 2010 kümmert sich Riccardo Rizzo (siehe Bild auf S. 29) um das Projekt. Dessen Format wurde schon vorher nach Bozen importiert, nach dem Vorbild der Turiner Stadtverwaltung. Junge, auch wenig erfahrene, GraffitiKünstler*innen können ihr Interesse am Mitmachen über einen Antrag bekunden (das Formular ist online leicht zu finden). Wenn ihr Antrag angenommen wird, erhal-

Im Zuge des MurArte-Projekts wurden in den letzten Jahren in Bozen auch Graffiti-Workshops und jährliche Graffiti-Meetings abgehalten, um den jungen lokalen Künstler*innen das Sprühen unter den Fittichen von renommierten Größen der internationalen Szene zu ermöglichen. Die 39c Graffiti Jam wird seit 2016 ausgetragen, die letzte fand 2019 statt.

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Monotone Fassaden ade, hässliche Abgrenzungen, Dämme, Fahrradweg-Zäune und Fabrikshüllen ebenso. Wer in Bozen flaniert, soll sehen, was die Stadt an zeitgenössischer urbaner Kunst bereithält gegen das anonyme Grau - nichtkommerzielle und vor allem frei zugängliche Kunst. Gestaltungsfreude und jugendliche Energie, die andernorts und gelegentlich auch in Bozen gern anarchisch ausgelebt wird oder gar zum Vandalismus geführt hat, wird hier gekonnt umgelenkt in moderne Kunst: eine Aufwertung des öffentlichen Raums einerseits und eine Anerkennung der jugendlichen Sprühlust. Die Bozner Stadtverwaltung hat das früh erkannt und die Jugendszene dazu animiert, ihre farbenfrohen Freiheits- und Ausdrucks-Bedürfnisse großflächig auszuleben und mit Streetart in den Dienst der Stadtbewohner*innen zu stellen, mit dem groß angelegten Jugendprojekt Mur” Arte“ und letzthin, gemeinsam mit der Landesverwaltung, mit dem Kunst-Projekt Breathe“. ”

mehr vor! – Anrainer*innen oder Sicherheitskräfte Zweifel über die Rechtmäßigkeit der Sprühaktion äußern. Zu Stil und Farben gibt es überhaupt keine Vorgaben, die wenigen Regeln beziehen sich auf die Inhalte. Diese müssen politisch korrekt sein und weder Produktwerbung darstellen noch Propagandazwecken dienen. Die Nachfrage ist groß, viele Flächen müssen daher nach einigen Jahren übermalt warden. Meist sind es öffentliche Flächen im Eigentum der Stadt oder einiger Partner-Unternehmen wie die Bahngesellschaft, die ihre Fassaden zur Verfügung stellen.

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LIEBE ZUM FARBIGEN AUSDRUCK AUF URBANEN WÄNDEN, DIE VIELFALT IN STIL UND WRITING. UND DIE FREUDE VON ANRAINER*INNEN, IHRE WOHN- UND ARBEITSWELT JUGENDLICH BUNT ERSTRAHLEN ZU SEHEN.

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PORTRAIT

NON PIÙ CENERENTOLA Irene Tomedi, restauratrice di tessuti antichi

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na carriera trentennale nel mondo affascinante e poco noto del restauro del tessuto antico. O come preferisce definirlo lei: della “conservazione”. L’abbiamo incontrata nel suo atelier in via Portici, a Bolzano, in un luminoso pomeriggio di fine inverno. Cominciamo con la domanda più semplice: come si diventa restauratori di tessuti antichi? Ho sempre avuto la passione per gli oggetti antichi. Dopo aver studiato pittura all’Istituto d’arte di Ortisei, in un primo momento avevo pensato di specializzarmi nel restauro di dipinti e affreschi. Nel 1978 fui indirizzata dal Sopraintendente Karl Wolfsgruber, allora direttore del Museo Diocesano e del Museo del Duomo di Bressanone. Fu lui a dirmi che di restauratori di pittura ce n’erano fin troppi. Al contrario serviva un professionista del restauro di tessuti. Poiché al tempo in Italia non esisteva una scuola o un indirizzo specifico per apprendere il restauro tessile, dopo varie ricerche e dopo aver bussato alla porta di qualche Museo in Germania, mi ritrovai a fare domanda di ammissione all’unica scuola allora esistente in Europa dove si insegnava sia il restauro tessile che la tessitura. La tessitura? Sì, perché senza aver appreso le basi di questa tecnica, ossia la trama e l’ordito, non è possibile avviare nessun intervento sui tessuti. Così ho frequentato tre mesi di corso intensivo sulla tessitura alla Heimatwerkschule di Richterswil presso il lago di Zurigo. Infine, per imparare il restauro dei tessuti ho completato la mia formazione studiando per tre anni alla Fondazione Abegg in Svizzera, fondata dai coniugi Margareth e Werner Abegg, collezionisti di tessuti antichi fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Quindi alla teoria è seguita la pratica, immagino? La mia fortuna è stata quella di seguire un percorso di formazione che combinava entrambi gli aspetti. Oggi il restauro si studia solo nelle università e nelle accademie, facendo soprattutto della teoria. L’attività sul campo arriva solo in un secondo momento. Io ho potuto studiare e allo stesso tempo mettere in pratica quello che imparavo su pezzi di “prima mano”. FR

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E una volta imparato il mestiere, che cosa fa esattamente una restauratrice tessile? Il campo è vastissimo. Il tessuto è un materiale molto fragile e complicato da lavorare, con infinite applicazioni. Il restauratore può intervenire su arazzi, gonfaloni, bandiere, abiti ecclesiastici, resti funerari ma anche oggetti d’uso comune, come gli ombrelli antichi. Inoltre, il restauro si basa su un principio fondamentale, quello della “reversibilità”. Cosa significa? L’intervento deve essere reversibile, ovvero in qualsiasi momento dobbiamo essere in grado di toglierlo senza danneggiare il materiale originario. Ecco perché preferisco parlare di conservazione piuttosto che di restauro. Diverse volte mi è capitato di lavorare su opere già restaurate quando, purtroppo, i precedenti restauratori non avevano osservato questo stesso principio. A Palazzo Mocenigo, a Venezia, ho incontrato tessuti trattati con il collaggio, tecnica originariamente sviluppata dalla scuola di restauro inglese ma assolutamente da evitare perché, una volta applicata, la colla può essere rimossa solo a rischio di danneggiare il supporto. Ancora oggi, almeno per ciò che riguarda l’evidenza scientifica, non esistono colle totalmente reversibili. Lei quindi cosa usa per il restauro? Uso esclusivamente tessuti naturali come lino, seta, lana o cotone, e produco io stessa le tinture sia per il supporto che per il filo. Oggi non esistono più i coloranti di un tempo. Le tinture industriali non garantiscono le stesse sfumature e tonalità che presenta il supporto di tessuto antico, il cui colore è per forza di 38

cose sbiadito. Una tintura deve avere sempre un’alta resistenza alla luce e all’acqua, ecco perché a un certo punto della mia carriera si è reso necessario lo studio della produzione di tinture secondo procedimenti preindustriali. Di solito, prima di restaurare un quadro si esegue un lavoro di pulitura della tela o della tavola, che consiste nel rimuovere gli strati di polvere e sporcizia che si accumulano nel tempo sulla superficie pittorica. Si fa qualcosa di simile anche sui tessuti? Certo, ed è una fase importantissima del nostro lavoro. Il tessuto è morbido e la polvere si annida facilmente tra trama e ordito, i granuli di polvere col tempo creano attrito e portano la fibra a spezzarsi. Il primo compito del restauratore è rimuovere questi granuli attraverso un delicato “lavaggio”, un intervento che viene usata poco perché richiede esperienza: dopo varie analisi, il tessuto viene immerso in una vasca abbastanza ampia con acqua demineralizzata in modo che non vi siano pieghe sulla sua superficie. Infine, si comincia a tamponarlo delicatamente, a più riprese, per far uscire la polvere.


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Irene Tomedi nasce a Bolzano nel 1959. Formatasi prima all’Istituto d’arte di Ortisei e poi presso la prestigiosa Fondazione Abegg di Riggisberg in Svizzera, Irene Tomedi comincia la sua carriera di restauratrice di tessuti antichi sul finire degli anni Settanta del secolo scorso, collaborando con i musei più importanti di tutto il mondo. Parallelamente all’attività restaurativa, Irene svolge anche quella di didattica del restauro tessile e di curatrice di mostre e allestimenti dedicati all’arte tessile. Nel suo sterminato curriculum può vantare interventi su opere di tutti i tempi e d’ogni provenienza, tra cui alcuni resti tombali egizi e persino la Sacra Sindone.

Quali sono state le sfide più difficili affrontate nella Sua lunga carriera? I restauri più difficili sono quelli sui tessuti tombali perché presentano molti problemi da risolvere come la sporcizia secolare, i resti di pelle, le incrostazioni… Per rimuovere tutto questo ci vuole tanto tempo! In più si tratta di materiale frammentario e molto fragile. A tal proposito, quale sarà la Sua prossima sfida? Personalmente, ritengo che la sfida più grande per un restauratore di tessuti antichi sia trasmettere ai giovani la propria esperienza, e fare in modo che questo mestiere continui ad essere esercitato. Perciò mi impegno anche nella didattica e nella formazione di giovani apprendisti.

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Infine, quale resta il Suo sogno proibito come restauratrice tessile? Grazie alla mia formazione alla Abegg ho avuto il privilegio di collaborare con molti dei più importanti progetti di restauro tessile degli ultimi anni, tra cui quello sulla Sacra Sindone. Cosa si può desiderare di Ü H LI N G più della Sindone? FR (rm)

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È vero, in pieno Cinquecento gli stessi papi che avevano commissionato gli affreschi del Vaticano a Michelangelo o Raffaello ordinavano alle manifatture tessili in Francia e nelle Fiandre la lavorazione di arazzi costosissimi destinati alle logge vaticane o all’allestimento della Cappella Sistina. Sì, e non solo gli arazzi erano al tempo così richiesti. Vede, il tessuto è qualcosa di unico, perché è stato sempre considerato un manufatto di grande valore ma allo stesso tempo un oggetto d’uso. Ecco perché il tessuto ancora oggi può insegnarci tante cose sui costumi, sugli usi e sulle mode di un tempo, più di qualsiasi altra opera proveniente dal passato. E per questo, nonostante il restauro tessile ancora oggi ri-

sulti un po’ la “Cenerentola” delle discipline restaurative, io sono convinta che la sua pratica sia di fondamentale importanza.

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Che significato assume per Lei il restauro di un tessuto antico, al di là della tecnica e dell’esperienza necessarie per praticarlo? Conservare in questo campo significa permettere alle generazioni successive di ammirare questi pezzi di tessitura unici, che ancora oggi non trovano adeguata considerazione nei musei e nelle gallerie d’arte aperti al grande pubblico. Se solo pensiamo a quanto tempo e quanta perizia siano necessari per creare un unico filo di seta: dalla coltivazione del baco alla sua raccolta, dalla lavorazione della fibra alla sua tintura. Senza parlare delle maestranze coinvolte nel lavoro meticoloso della tessitura. I visitatori dei musei spesso non considerano il costo e il pregio assoluti che le opere in tessuto avevano agli occhi dei nobili e degli alti ecclesiasti di un tempo.


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FAREWELL CINDERELLA

TEXTILE RESTORER IRENE TOMEDI What exactly do you do in your workshop? The field of textile restoration is enormous. Fabric is a very complex, delicate and fragile material, but it has countless uses. Those who restore textiles can work on tapestries, pennants, flags, church vestments, funeral goods - as well as everyday objects, such as antique umbrellas. However, this restoration is always based on a fundamental principle, that of reversibility. What does that mean? It’s crucial to be able to reverse everything without damaging the original material. For this reason, I prefer the term conservation to restoration. I’ve often worked on pieces that have already been restored, where the previous restorers didn’t respect this principle. For example, at Palazzo Mocenigo in Venice I encountered fabrics treated with glue, a technique originally developed by the English school of restoration, but to be avoided at all costs! This is because once applied, the glue can only be removed at the risk of damaging the support. Even today, there are no completely reversible adhesives. So what do you use for restoration? Exclusively natural fibres such as linen, silk, wool or cotton – I also make the dyes for both the backing and the yarn itself. Today there are only industrial dyes, and they don’t guarantee the same shades and hues as the old fabric, whose colour inevitably fades. A dye must always be resistant to light and water, which is why it became necessary for me to learn how to make dyes using preindustrial techniques. 42

What does restoring antique textiles mean to you? Preservation means giving future generations the opportunity to admire these unique and very valuable weavings. Even today they’re not prized as they should be, by museums and art galleries – textiles are the Cinderella of the art world! Just think of all the time and skill required to make a single silk thread: from breeding the silkworm to harvesting, from processing the fibre to dyeing it. And what’s your next challenge? I personally believe that the biggest challenge for a textile conservator today is to pass on their experience to young people, to ensure that this craft continues to be practised. That’s why I’m also involved in teaching.

IRENE TOMEDI

Born in 1959, Bolzano. After attending the art high school in Val Gardena, then the renowned Abegg Foundation in Riggisberg (Switzerland), in the late 1970s she began her 30-year career as a textile restorer. Working with the most important museums in the world, Irene also teaches and curates exhibitions dedicated to textile art. Among her many prestigious commissions, she’s worked on Egyptian funerary objects and even the Shroud of Turin.


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ASCHENPUTTELDASEIN ADE

Boznerin, Jahrgang 1959. Nach ihrer Ausbildung am Kunstgymnasium in Gröden und an der renommierten Abegg-Stiftung in Riggisberg (CH) begann sie Ende der 1970er Jahre ihre 30-jährige Karriere als Textil-Restauratorin und arbeitete mit den wichtigsten Museen der Welt zusammen. Daneben unterrichtet Irene auch ihr Fach und kuratiert Ausstellungen, die der Textilkunst gewidmet sind. Unter ihren renommiertesten Aufträgen auch Eingriffe an ägyptische Grabbeigaben und sogar am Turiner Grabtuch.

DIE TEXTILRESTAURATORIN IRENE TOMEDI

Was wird Ihre nächste Herausforderung sein? Ich persönlich glaube, dass die größte Herausforderung für eine Textilrestauratorin heute darin besteht, die eigene Erfahrung an junge Menschen weiterzugeben und dafür zu sorgen, dass dieses Handwerk weiterhin ausgeübt wird. Deshalb engagiere ich mich auch in der Lehre. FR

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Was verwenden Sie darum für die Restaurierung? Nur Naturfasern wie Leinen, Seide, Wolle oder Baumwolle, und ich stelle die Farben sowohl für das Trägermaterial als auch für das Garn selbst her. Heute gibt es nur mehr Industrielle Farbstoffe, und die garantieren

Was bedeutet für Sie die Restaurierung von antiken Textilien? Bewahren in diesem Bereich bedeutet, den nachfolgenden Generationen die Möglichkeit zu geben, diese einzigartigen und sehr wertvollen Webarbeiten zu bewundern, die heute in Museen und Kunstgalerien gar nicht angemessen berücksichtigt werden. Ich spreche vom Aschenputteldasein der Textilkunst. Man denke nur daran, wie viel Zeit und Geschicklichkeit für die Herstellung eines einzigen Seidenfadens erforderlich sind: von der Zucht der Seidenraupe bis zu ihrer Sammlung, von der Verarbeitung der Faser bis zu ihrer Färbung.

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Was bedeutet das? Wir müssen in der Lage sein, alles rückgängig zu machen, ohne das Originalmaterial zu beschädigen. Aus diesem Grund spreche ich lieber von Erhaltung als von Restaurierung. Ich habe oft an bereits restaurierten Werken gearbeitet, bei denen die vorherigen Restauratoren diesen Grundsatz nicht beachtet haben. Im Palazzo Mocenigo in Venedig z.B. traf ich auf Stoffe, die mit Leim behandelt wurden, eine Technik, die ursprünglich von der englischen Schule der Restaurierung entwickelt wurde, die aber unbedingt zu vermeiden ist, da der einmal aufgetragene Klebstoff nur mit dem Risiko einer Beschädigung des Trägers entfernt werden kann. Auch heute noch gibt es keine vollständig reversiblen Klebstoffe.

nicht die gleichen Schattierungen und Farbtöne wie der alte Stoffträger, dessen Farbe zwangsläufig verblasst ist. Ein Farbstoff muss immer widerstandsfähig gegen Licht und Wasser sein, weshalb es für mich notwendig wurde, die Herstellung von Farbstoffen mit vorindustriellen Verfahren zu lernen.

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Was genau machen Sie in Ihrer Werkstatt? Das Feld der Textilrestauration ist riesig. Stoff ist ein sehr komplexes, empfindliches und brüchiges Material, das aber unendlich viele Anwendungsmöglichkeiten bietet. Wer Textilien restauriert kann Wandteppiche, Wimpel, Fahnen, Kirchengewänder, Grabbeigaben, aber auch Alltagsgegenstände wie antike Regenschirme bearbeiten. Diese Restaurierung beruht aber immer auf einem grundlegenden Prinzip, jenem der Reversibilität“. ”


PHOTOSTORY

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Pescheria Zennaro Bolzano

MARKTTREIBEN

Als Handelsstadt hat Bozen eine sehr lange Tradition: 820 Jahre, urkundlich belegt. Die Bozner Jahrmärkte wurden nämlich 1202 erstmals in einem Zollabkommen erwähnt, das die Fürstbischöfe von Trient und Brixen abgeschlossen hatten. Diese hatten von 1027 bis 1800 einen Großteil der weltlichen Gewalt im Land inne. Märkte wurden schnell zu einem wichtigen Treffpunkt für süddeutsche und norditalienische Kaufleute, die hier in den Anfängen vor allem Wachs, Pferde, Tierhäute, Leder, Olivenöl, Wein und Gewürze kauften und verkauften.

LA TRADIZIONE DEI MERCATI

Bolzano ha una lunghissima tradizione come città commerciale: 820 anni, documentati ufficialmente. I mercati annuali di Bolzano furono menzionati per la prima volta nel 1202 in un accordo doganale concluso dai principi vescovi di Trento e Bressanone. Essi hanno detenuto gran parte del potere temporale della regione dal 1027 al 1800. I mercati divennero presto un importante luogo d'incontro per i commercianti della Germania meridionale e dell'Italia settentrionale, che nei primi tempi compravano e vendevano qui soprattutto cera, cavalli, pelli di animali, cuoio, olio d'oliva, vino e spezie.

MARKET HUSTLE AND BUSTLE

Bolzano has a long tradition as a trading hub: over 820 years of documents tell us so! The Bolzano trade fairs were first mentioned in 1202, in a customs agreement concluded by the prince-bishops of Trento and Bressanone. They held a large part of the secular power here from 1027 to 1800. Markets quickly became the meeting place for southern German and northern Italian merchants, trading wax, horses, animal skins, leather, olive oil, wine and spices in the early days. FR

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Saisonal & regional – das Stichwort für die zahlreichen Lebensmittel-Märkte. Gemüse und Obst sind dabei die Königsmacher. Ob auf den zentralen Plätzen oder auf jenen der anderen vier Bozner Stadtviertel. Stagionale & regionale – è il leitmotiv dei numerosi mercati alimentari cittadini, nei quali troneggiano frutta e verdura fresche. Sia nelle piazze del Centro storico che negli altri quattro quartieri di Bolzano. Seasonal & regional are the keywords for the numerous food markets. Fruit and vegetables are king whether in the central squares or the four outer districts of Bolzano. 46


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Zentraler geht’s nicht. Der Bauernmarkt am Rathausplatz jeden Freitagvormittag und der Biobauernmarkt jeden Dienstagvormittag stellen einen wichtigen Treffpunkt dar. Und der Blick hinauf auf das turmbestückte Gebäude (1907), Sitz des Bozner Gemeinderats, Stadtrats und Bürgermeisters, ist beim Einkaufen auch ein Blick auf Bozens Entscheidungsträger*innen. Niente è più centrale: ogni venerdì mattina, il mercato dei contadini in Piazza del Municipio è un importante luogo di incontro in pieno centro cittadino. Lo stesso vale per il mercato biologico dei contadini il martedì mattina. E vuol dire fare la spesa con un occhio sul maestoso edificio (1907), dove risiedono gli organi decisionali della Città, dal Consiglio comunale di Bolzano, alla Giunta e al Sindaco. It doesn't get more central than this. The farmers' market in Piazza Municipio every Friday morning and the organic farmers’ market every Tuesday morning are both an important meeting place. And the view up to the towered building (from 1907), is not only the seat of Bolzano's mayor and council, but it also overlooks Bolzano's other decision-makers as they shop.

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Bauernmärkte gibt’s nicht nur in der Bozner Altstadt, sondern – wie hier im Bild – dienstags auch am Mazziniplatz, in der Europaallee, am Casagrandeplatz, und freitags am Don-Bosco-Platz. Besonders begehrt die veredelten Schmankerln aus der Bauernküche. Non solo nel Centro storico di Bolzano: mercati dei contadini molto amati vengono allestiti anche - come vediamo qui - il martedì in Piazza Mazzini, in Viale Europa e in Piazza Casagrande, e il venerdì in Piazza Don Bosco. Particolarmente apprezzate le prelibatezze preparate nelle cucine dei masi. Farmers' markets are not only in Bolzano’s old centre, but as you can also see here: on Tuesdays, at Piazza Mazzini, in Viale Europa, at Piazza Marcella Casagrande; and on Fridays, at Piazza Don Bosco. The rustic delicacies from farmhouse kitchens are particularly popular.

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Freitags am Bauernmarkt Rathausplatz gibt es neben Obst und Gemüse auch veredelte Produkte, Honig & Co., hier das Beispiel der Hofkäserei am Ebenhof in Steinegg im nahen Eggental. In Steinegg findet, übrigens, das Summer Nights Festival statt (mehr dazu im bm-Sommerheft!). Il venerdì al mercato contadino in Piazza Municipio si possono acquistare non solo frutta e verdura ma anche prodotti alimentari freschi e naturali come miele e altro. Ecco l'esempio del caseificio agricolo al maso Ebenhof a Collepietra nella vicina Eggental. Un posto magico, dove si svolge il Steinegg Live Summer Nights Festival, del quale leggerete nell’edizione estiva del nostro magazine.

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On Fridays at the farmers' market in Piazza Municipio, you can not only buy fruit and vegetables from the province, but also other fresh, natural produce. Here's an example of some of the delights available from Ebenhof; a dairy farm and cheese producer in Steinegg, in nearby Eggental. A tip for the summer: Steinegg Live Summer Nights Festival (watch for details in the summer issue of bm Magazine).


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Jeden Samstag ist Bozen Schauplatz von Feilsch-Geschäften und Schnäppchen in der Zone um den Siegesplatz mit seinen Arkaden. Dem großen Wochenmarkt müssen dann selbst die städtischen Busse weichen, die einen Alternativparcours ansteuern. Kleinere Wochenmärkte finden auch in den Stadtvierteln Platz, jeweils an anderen Wochentagen. Ogni sabato, un grande mercato settimanale anima la zona intorno a Piazza della Vittoria e ai suoi portici. Persino gli autobus urbani devono seguire un percorso alternativo per fare spazio ai numerosi banchetti che offrono merce di ogni tipo. Mercati settimanali più piccoli sono disseminati anche nei restanti quartieri della città, ognuno in un giorno diverso della settimana. Every Saturday, Bolzano’s Piazza alla Vittoria and surrounds become the scene of intense haggling and bargain hunting. It’s such an institution that when it’s on, even the city buses have to be re-routed! Smaller weekly markets can also be found in the city’s districts, on different days of the week. 50


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FRÜHSTÜCK, BRUNCH & SNACKS von Ihrem Meisterbäcker in Bozen

Weintraubengasse 44 · Museumstraße 10 PRIMA COLAZIONE, BRUNCH & SPUNTINI del mastro fornaio a Bolzano

via Grappoli 44 · via Museo 10 FR

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www.franziskanerbaeckerei.it


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DAYTRIPPING IN BOLZANO NEIGHBOURHOODS A local tip is to head to the south-west of the city, with its mix of former working-class neighbourhoods, reminders of the war and the new urban glitz.

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he URBAN2-Cycling Tour (approx. 8 km). The starting point is Piazza Vittoria, central to Bolzano's rationalist architecture, behind the lush green Lungo Talvera. The cycle tour heads along the porticoes on Corso Libertà, to the Benedictine monastery of Muri Gries, through the village of Gries and Lagrein wine quarter, to the provincial hospital. From there you reach the avant-gardelooking district of Firmiano, on Via Resia. This district has a completely different aesthetic and is the former workers' residential quarter, on the doorstep of the industrial zone. Halfway down Via Resia (look for number 80, on the right) there is a memorial plaque and the Wall of Names art installation. These point to the remains of the wall of the former Nazi transit camp in Bolzano. Not far away is the Semirurali zone, with the only surviving Semirurali house from the 1930s (Via Bari 11, in today's Don Bosco quarter), when these numbered several hundred. Built by the fascist regime for the workers of the newly established large industrial companies, such as Lancia and the Bolzano steelworks, they were demolished from the 1980s onwards to make way for large apartment buildings. A remarkable exhibition trail was created from the very personal memories of former residents. It leads through a typical Semirurali mini-apartment - a journey through time with photos, films, city maps, three-dimensional models and stories told by contemporary witnesses. Nestling in the green behind are the remains of St. Maria in der Au, a 12th century monastery and church and one of the oldest archaeological sites in Bolzano. It is set in the publicly accessible Semirurali park, a site for summer concerts and events. At lunchtime or in the evening, the unassuming RestaurantPizzeria Da Libero, in the nearby Via Alessandria, beckons you to try their exquisite fish dishes and Mediterranean delicacies.

exquisite example of rationalist architecture. Here, the immense twin buildings of the Provincial Court and the Finance Court face each other. The latter is dominated by Hans Piffrader's bas-relief fascist memorial. The monumental traces of the dictatorship have been historicised and since the end of 2017, Hannah Arendt’s famous quote “No man has the right to obey” stretches across the front of the bas-relief. The Naiad fountain on the piazza lends a magical effect. From nearby Piazza Mazzini - home of RAI, public radio and TV broadcaster - you return to the starting point, on Corso Libertà.

BOLZANO CITY BIKE SHARING SERVICE: www.comune.bozen.it EATING: hiips://ristorantepizzeriadalibero.com SEMIRURALI MUSEUM: Visits by appointment Tel. 0471 997588

The tour leads into Viale Europa, then Via Capri and Via Roen to Piazza del Tribunale, an

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BÄUERLICHE WELTEN Jenesiens Frühlingserwachen ist am besten auf einem Spaziergang im zarten Lärchengrün des Saltens oder auf einem der zahlreichen Bauernhöfe zu beobachten: ob als Urlauber*in am Hof, als Kund*in im Hofladen oder als Zaungast.

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enn die Farbnuancen sich von beige-braun-grau in hellgrün und bunt verwandeln, die Luft diese unverwechselbare und vielversprechende Note erhält, Vögelgezwitscher und Insektensummen neu ertönen, dann ist es Zeit, die warme Stube zu verlassen (sagen die Südtiroler*innen) und mit bequemem Schuhwerk die Natur am Tschögglberg zu erforschen und sich vom ländlichen Leben faszinieren zu lassen. Vieles spricht gerade jetzt für eine Auszeit auf einem Bauernhof am sonnenverwöhnten Hochplateau, eine Wohltat vor allem für Großstadt-Familien. Denn die Tiere am Hof und im Wald bekommen im Frühjahr ihren Nachwuchs, und das Entdecken und Betrachten ist in dieser Zeit am spannendsten. Der zweibeinige Bewegungsdrang kann durch erlebnisreiche Wanderungen in den lichten Wäldern befriedigt werden, und die leuchtenden Farben der Frühlingsblüher, der Krokusse, Leberblümchen und Veilchen, ziehen Groß und Klein gleichermaßen in ihren Bann. Ebenso die Bodenlebewesen, die sich mit und auch ohne Lupe bei ihrer Fleißarbeit beobachten lassen. Am Bauernhof zurückgekehrt, kann man der Bauernfamilie bei der Arbeit über die Schulter schauen oder in einigen Betrieben gar mit anpacken, zum Beispiel beim Pflanzen von Setzlingen im Bauerngarten oder im Acker beim Setzen vorgekeimter Saatkartoffeln. Es gibt Bauernhöfe, die sich ein Standbein mit Schule am Bauernhof“ aufgebaut haben, so ” der Haflingerhof (www.haflingerhof.it), der seit 2014 ein zertifizierter Lehrbauernhof ist und Einblicke in verschiedene landwitschaftliche Arbeiten im Selbstversorgerbetrieb gibt: von der Milchwirtschaft über den Weinbau bis hin zum Obst-, Acker- und Gemüseanbau. Oder andere Bauernhöfe, wie der Roanerhof, der hofeigene Produkte verkauft und mit frischem Brot, eigenem Mehl, Eiern, Kräutern und Gemüse regionale Geschmackskunde ermöglicht (www.roanerhof.it). Und dann tut sich noch eine bäuerliche Welt auf, jene meist sehr junge, die sich im Zuge der Klimakrise in aller Konsequenz der Nachhaltigkeit verschrieben hat und

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ein umweltschonendes Auskommen am Bergbiohof versucht. Das ist beispielsweise die Geschichte des Ausserbrunner-Hofs der Familie Oberkofler in der Jenesiener Fraktion Afing (www.bergbiohof-ausserbrunner.it). Jungbauer Stefan hat vor vier Jahren den ca. 1.000 Jahre alten Hof von seinem Vater übernommen und versucht mit drei Hektar Ackerland (Getreide, Kartoffeln, Gemüse, Erdbeeren, Kräuter) und einem halben Hektar Marillen-Plantage vom Ertrag seines Biohofes zu leben, d.h. vom Verkauf der biologischen Bauernprodukte an Endverbraucher*innen. Zudem bewirtschaftet er vier Hektar Wiese, etwas Weide und 58 Hektar Wald auf extensive Weise. Seit kurzem gibt es Zuwachs: zwei Grauvieh Kühe für den Eigenbedarf an Milch, Butter und Käse. Die Umstellung auf Bio erfolgte 2015. Für seine innovative Vertriebsidee hat Stefan vor drei Jahren einen Wettbewerb des Südtiroler Bauernbundes für eine Crowd-funding-Kampagne gewonnen. Sein Vertriebskonzept baut darauf auf, seine Frischware v.a. 56

in großen Mengen zu verkaufen. Ungewohnt? Verkauft ein Landwirt seine Produkte in kleinen Mengen an viele verschiedene Konsument*innen, bedeutet dies einen Mehraufwand und erhebliche Kosten für Logistik und Verpackung. Diese Zusatzkosten umgeht Stefan, indem er hauptsächlich größere Mengen verkauft. So gibt es z. B. Kartoffeln in 10- oder 15-kg-Säcken. Solche Mengen sind in erster Linie für Großfamilien oder Personen geeignet, die eine Ein” kaufsgemeinschaft“ bilden – in Italien werden solche Zusammenschlüsse als GAS-Gruppen (Gruppi di acquisto solidale) bezeichnet. Dieses zunehmend beliebte System bringt für beide Seiten, Konsumenten und Produzenten, wesentliche Vorteile: günstigere Preise, geringeren Aufwand, Ressourcenschonung durch kurze und in der Menge weniger Transportwege, und durch Ersparnis beim Verpackungsmaterial. Die im Online-Shop bestellten Produkte werden einmal pro Woche zu den angeführten Sammelstellen im Raum Jenesien geliefert.


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Im Übrigen ist der Frühling in Jenesien auch eine gute Zeit, um in die lokale Gastronomie zu schnuppern und das eine oder andere neue Gericht zu entdecken: Von Ende März bis Mitte April finden in Jenesien die traditionellen “Kulinarischen Wochen” statt. Seit über 30 Jahren eröffnen sie die gastronomische Saison. Dabei kocht jedes Restaurant sein "eigenes Süppchen" und serviert regionale und saisonale Lieblingsgerichte, zum Teil aus Omas Rezeptsammlung. Die Einkehr in den Betrieben lässt sich gut mit einer Frühlingswanderung kombinieren. www.jenesien.net (ar)

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Und wenn Sie noch tiefer eintauchen wollen in die Arbeitsweisen, Gerätschaften und technischen Vorrichtungen am Bauernhof, sollten Sie die Gelegenheit am Schopf packen und Jenesiens Haflingermuseum besuchen. Die private Sammlung, von Erich Egger und Franz Schatzer in jahrelanger Arbeit zusammengetragen, ist im Haflingermuseum am Siml zu sehen (in den Sommermonaten jeden Freitag geöffnet, ansonsten für Kleingruppen ab 5 Leuten auf Vormerkung zu besuchen – Tel. +39 331 6241968). Die Ausstellung zeugt und erzählt von den früheren Transportarten auf den Hängen und Hochflächen, vom Weg vom Korn zum Brot, von der Heuarbeit und von der beschwerlichen Hauswirtschaft für Speisekammer und Keller der bäuerlichen Großfamilie.


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MONDI RURALI IL RISVEGLIO PRIMAVERILE DI SAN GENESIO brunner (www.bergbiohof-ausserbrunner.it), con un PUÒ ESSERE ASSAPORATO AL MEGLIO DURANTE UNA PASSEGGIATA FRA IL VERDE TENERO DEI LARICI DEL SALTO O IN UNA DELLE NUMEROSE FATTORIE CONTADINE: SIA COME OSPITI DEL MASO, SIA COME CLIENTE DELLO SHOP INTERNO O COME SEMPLICE VISITATORE.

Ci sono molti motivi per prendersi proprio ora del tempo da trascorrere in una fattoria sull’assolato altopiano, soprattutto per le famiglie di città. Gli animali della fattoria e quelli selvatici in primavera mettono al mondo i loro piccoli, e scoprirli e osservarli in questo periodo è molto emozionante. La voglia di muoversi a piedi può essere soddisfatta da passeggiate in libertà nei radi boschi di conifere, mentre i vivaci colori dei fiori primaverili, crochi, erba trinità e viole, incantano grandi e piccini. Tornando alla fattoria, puoi osservare la famiglia contadina al lavoro o, in qualche maso, anche dare una mano, per esempio piantando piantine nell'orto o patate da semina pre-germogliate nel campo. Ci sono fattorie che si sono attrezzate per la “Scuola al maso”, come l'Haflingerhof (www.haflingerhof.it), una fattoria didattica certificata dal 2014 che offre approfondimenti sulle varie attività agricole che caratterizzano un maso autosufficiente: dalla produzione del latte alla viticoltura, alla coltivazione di frutta, campi e verdure. Altre fattorie, come il Roanerhof (www.roanerhof.it) e il Bioberghof Ausser58

nuovo concetto di vendita – offrono i prodotti della fattoria e le verdure di stagione diffondendo la cultura del gusto dei prodotti regionali. Chi desidera approfondire ancora di più i metodi di lavoro, gli strumenti e i mezzi tecnici del maso dovrebbe cogliere l'occasione di visitare il Museo Jenesiens Haflinger. La ricca collezione privata può essere vista nel Museo dei cavalli avelignesi nella frazione Simml (aperto ogni venerdì nei mesi estivi, altrimenti visitabile per piccoli gruppi di 5 o più persone su prenotazione - tel. +39 331 6241968). L’esposizione testimonia e racconta dei vecchi metodi di trasporto sui pendii e sui prati di montagna, del percorso dal grano al pane, della fienagione e del duro lavoro domestico per rifornire la dispensa e la cantina della numerosa famiglia contadina. Non ultimo, la primavera a San Genesio è anche un buon momento per godere di un assaggio della gastronomia locale e scoprire qualche nuova specialità: da fine marzo a metà aprile si svolgono a San Genesio le tradizionali “Settimane culinarie” che da più di 30 anni aprono la stagione gastronomica. Ogni ristorante propone le proprie specialità e serve i piatti preferiti preparati freschi, in parte seguendo le vecchie ricette della nonna. Una sosta in uno dei ristoranti locali può essere piacevolmente combinata con un'escursione nella natura in pieno risveglio primaverile. www.jenesien.net


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OUR RUSTIC WORLDS JENESIEN'S SPRING AWAKENING IS BEST

If you want to really immerse yourself in farming methods, tools and machinery, then make time for Jenesien's Haflinger Museum. The private collection can be seen in the Haflinger Museum at Simml (open every Friday in summer, or by reservation for small groups of 5 or more - tel. +39 331 6241968). The exhibition bears witness to the old ways of transport on the slopes and plateaus, of growing the grain to making bread, of haymaking, and of the arduous task of filling the larder and cellar of an extended farming family. Incidentally, spring in Jenesien is also a great time to taste the local gastronomy and discover a new dish or two. From the end of March to mid-April, the traditional Culinary Weeks take place in Jenesien. They’ve been opening the gastronomic season for over 30 years! Each restaurant cooks its own special soup and serves fresh favourites - many from grandma's cookbook. A stop at one of these restaurants provides perfect replenishment on a spring hike. Ü H LI N G

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There’s a lot to be said for taking time out on a sundrenched, high plateau farm - especially for city families. Our local wildlife and livestock give birth in spring, so this is the most exciting season to discover and see them. The desire to stretch those legs after winter can be thoroughly satisfied on paths in the sparse forests, with the bright colours of the spring flowers - the crocuses, liverworts and violets – casting a magical spell on young and old alike. Back at the farm, you can look over the shoulders of the farming families at work, or even lend a hand on some farms, learning to plant seedlings in the farm garden, or pre-sprouted seed potatoes in the fields. There are farms that are part of the Schule am Bauernhof (or school on the farm) initiative, such as the Haflingerhof (www.haflingerhof.it), a certified teaching farm since 2014. It gives insights into the various agricultural activities on a self-sufficient farm: from dairy farming to viticulture, to fruit and vegetable cultivation. Or other farms, such as Roanerhof (www.roanerhof.it) and Bioberghof Ausserbrunner (www.bergbiohof-ausserbrunner.it), you can buy farm-fresh products and seasonal vegetables

that allow you to taste the region’s finest. Bioberghof Ausserbrunner has fully embraced the Internet age, with its own online shop.

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EXPERIENCED ON A WALK IN THE GENTLE LARCH GREEN OF SALTEN, OR AT ONE OF THE NUMEROUS FARMSTEADS: WHETHER AS A WELCOME HOLIDAY GUEST, AS A FARM SHOP CUSTOMER OR AS A SIMPLE PASSER-BY.


EXPERIENCE

ELOGIO AL CAMMINO LENTO Forse non tutti sanno che a poco meno di mezz’ora dal centro abitato di Bolzano, usando esclusivamente mezzi pubblici come la funivia e il treno, è possibile raggiungere luoghi che hanno un’origine remotissima e che offrono, ancora oggi, la possibilità di immergersi in un’esperienza rigenerativa per il corpo e la mente.

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tiamo parlando dell’altipiano del Renon, una zona nota a tutti i residenti, e non solo, ma celebre fin dai tempi di Freud e Nietzsche per l’aria tipicamente salubre di mezza montagna e per un sole mite anche nei giorni invernali. Tuttavia, nemmeno gli illustri frequentatori del tempo potevano sapere che proprio tra Collalbo e Costalovara, a partire dalla stazione di Stella - raggiungibile col famoso trenino che ha origine da Soprabolzano - si dipana un percorso di alcune ore attraverso boschi con peculiarità floreali uniche e ricchi di sorprese archeologiche. Da qualche tempo, infatti, l’Associazione Turistica Renon con l’aiuto di guide esperte del territorio propone passeggiate di 5/6 chilometri che conducono verso il lago di Costalovara, suggerendo al visitatore di porre attenzione con tutti i sensi a ciò che lo circonda. Si comincia con l’osservare, dopo aver camminato in direzione ovest dalla stazione Stella, un antico maso risalente al 1400, oggi sede di un originale museo delle api. Plattner il nome di questo primo testimone del passato, con la tipica disposizione a est della cucina per catturare più luce diurna, necessaria alla preparazione degli alimenti. Poi, come se si varcasse una porta verso una dimensione parallela, proseguendo il cammino tra esemplari di pino mugo e di cembro (cirmolo), si accede a un tratto di sentiero segnato dalla fitta vegetazione e dalla presenza di muschio scuro che ricopre le rocce e che attutisce i passi creando tutt’intorno un silenzio avvolgente. Shirin-yoku, così lo chiamano i giapponesi, una “immersione nel bosco” che richiede concentrazione e assenza di rumori per poter ascoltare la voce delle piante. Secondo alcuni botanici, essa consisterebbe in un linguaggio articolato in molecole odorose che si diffondono nell’aria, dette terpeni. La conversazione può risultare superflua o addirittura fuori luogo, perciò la guida proporrà di restare in totale silenzio per la durata di attraversamento di questo tratto, in attesa di scoprire ciò che ci attende una volta “riemersi dal bosco”. FR

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Dopo aver camminato in direzione sud e aver superato il lago di Costalovara, si arriva a una collina che ospita i resti di un fortificato risalente al 2000 a.C. circa. Testimoni di questo sito sono un altare di pietra per sacrifici ignei e il piccolo lago Mitterstieler: un’ipotesi suggestiva e avanzata di recente vuole che gli antichi abitanti del luogo celebrassero il culto dell’acqua insieme a quello del fuoco. L’uno e l’altra, difatti, potevano essere fondamentali per la sopravvivenza tanto nella preparazione del cibo quanto nella difesa dagli animali predatori. Non deve allora stupirci se a pochi passi dai resti del fortificato sono ancora presenti le antiche trappole per catturare i lupi: si tratta di buche scavate nel terreno che venivano ricoperte con rami e muschio, le più recenti ancora visibili e non più vecchie di un secolo circa. La toponomastica, inoltre, può aiutarci a capire quanto importante fosse questa pratica venatoria: la frazione del Renon che oggi porta il nome di Wolfsgruben (letteralmente: “fosse per i lupi”) non può che aver tratto origine da qui.

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Giunti a metà circa del percorso, è possibile allontanarsi di poco dal sito archeologico in direzione sud, per regalarsi una piccola pausa e godersi una vista mozzafiato sulla corona delle Dolomiti, prima di riprendere il cammino che dal versante est del lago di Costalovara riconduce verso la stazione Stella. Ma sulla via del ritorno non mancano altre sorprese. Dopo aver risalito un pendio si arriva a un biotopo paludoso, dove ancora oggi si sente il mormorio delle canne al vento, preludio azzeccatissimo a un’ulteriore scoperta archeologica: una stele di pietra con il vertice orientato alle cime di Euringer e Santner. La collocazione di questo menhir, forse appartenente a un complesso di steli disposte a triangolo isoscele, serviva molto probabilmente come punto di osservazione astronomica o come dispositivo per rilevare gli equinozi dell’anno. Ancora oggi, grazie ai rilevamenti dello studioso Dietmar Bernardi, da questo punto preciso dell’altipiano è possibile osservare nelle giornate del 23 marzo e del 23 settembre il singolare fe-


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LE PASSEGGIATE GUIDATE

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si svolgono in giugno, tutti i giovedì, in compagnia di Karl Unterhofer, guida esperta di mezza montagna, appassionato studioso del territorio dell’altipiano e delle sue innumerevoli tradizioni legate alla natura, alla storia e al folclore. L’escursione è adatta per esplorare l’ambiente in cerca di armonia ed equilibrio, ma soprattutto per approfondire il tema del bosco e dei particolari siti archeologici disseminati lungo il percorso. L’Associazione Turistica Renon ha in serbo anche altre proposte dedicate ai sentieri storici del Renon, come la Freud Promenade o l’escursione dell’Hirtensteig.

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www.renon.com

nomeno della “Geteilte Sonne”: per un minuto circa, il sole sorgente s’inquadra tra le due cime e dà l’illusione ottica di sdoppiarsi.

Non senza una vena di malinconia, si torna dunque sui propri passi e si raggiunge la stazione da cui si era partiti: la fermata del treno a Stella. La perfetta circolarità del percorso, in virtù della sua dimensione immersiva tanto nella natura quanto nel passato, dona a questa passeggiata un’aura quasi atemporale. Per qualche ora ci si dimentica del tempo quotidiano, quello scandito da impegni e orologi, rendendosi conto che ad averci colpito è un insieme di tanti piccoli dettagli rilevati grazie a un’osservazione più attenta, o semplicemente più consapevole. (rm) FR

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Quando ormai si è giunti quasi a destinazione, si attraversa un’ultima zona collinare che ospita da un lato un larice secolare e dall’altro il Wallneregg con una veduta singolare sul Corno del Renon: ai suoi piedi, infatti, si può ancora ammirare un bacino oggi riempito con acqua artificiale, ma un tempo alimentato dalle precipitazioni e utilizzato dalle antiche popolazioni come riserva idrica, o come luogo di abluzioni sacre, o forse semplicemente come zona di balneazione. Anch’esso potrebbe risalire fino a 4000 anni fa, e data la distanza temporale e la scarsità di fonti, le ipotesi riguardo alla sua destinazione sono molteplici. Le foto scattate agli inizi del secolo scorso testimoniano ancora della sua presenza, ma questo come tanti altri biotopi un tempo diffusi su tutto l’altipiano sono stati sostituiti dai bacini d’acqua per l’irrigazione, o dalla stessa rivoluzione delle prime imprese che utilizzavano l’energia elettrica. Altri, infine, si sono prosciugati per effetto del mutamento climatico.


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GEFÜHRTE WANDERUNGEN ZU DEN KRAFTPLÄTZEN AM RITTEN

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LOBLIED AUFS LANGSAME GEHEN KEINE HALBE STUNDE VOM STADTZENTRUM

finden im Juni jeden Donnerstag in Begleitung von Karl Unterhofer statt, einem erfahrenen Natur- und Wanderführer, auch passioniertem Kenner des Hochplateaus.Die Exkursion Seen-Rundwanderung Wolfsgruben“ ist ” geeignet, um Walderlebnisse zu machen und die besonderen archäologischen Stätten am Wegesrand zu erfahren. Der Tourismusverein Ritten bietet auch weitere geführte Wanderungen und Spaziertipps wie die Freud-Promenade oder die Hirtensteig-Wanderung.

ENTFERNT, ERREICHT MAN MIT SEILBAHN, ZUG UND ZU FUSS MAGISCHE ORTE, DIE EINEN FERNEN URSPRUNG HABEN UND DIE AUCH HEUTE NOCH KÖRPER UND GEIST REGENERIEREN.

www.ritten.com

Wer braucht das nicht ab und zu? Herausgehoben zu werden aus dem geschäftigen Treiben des Alltags? Das Rittner Hochplateau birgt einige geheimnisvolle Stätten, die geradezu dazu geschaffen scheinen, die eigene Balance wiederzufinden. Unterwegs zu diesen besonderen Aussichtspunkten und Kraftplätzen, auf geheimnisvollen Waldpfaden, findet man im langsamen Gehen eine neue-alte Verbindung zur Natur.

v.Chr. hier erbaut wurde und deren Bewohner*innen den Kult des Wassers und des Feuers feierten. Unweit davon finden sich alte Wolfsgruben im Erdboden, für die Jagd nach Wölfen. Sie geben dieser Ortschaft den Namen. Zwischendurch erlaubt die Rundwanderung beeindruckende DolomitenBlicke. Auf dem Rückweg nach Lichtenstern lässt sich die Natur entlang eines Sumpf-Biotops beobachten, ein Menhir zeigt den Weg und markierte früher einen astronomischen Beobachtungspunkt. Von dieser Markierung aus ist es auch heute noch möglich, an jedem 23. März und 23. September das Phänomen der geteilten Sonne“ zu erhaschen: ” Eine Minute lang drückt sich um die Tag- und Nachtgleiche die aufgehende Sonne zwischen den zwei Bergspitzen von Santner und Euringer und schafft diese beeindruckende optische Täuschung.

Nicht einmal die illustren Besucher des Ritten, wie Nietzsche und Freud, wussten, dass sich zwischen Klobenstein und Wolfsgruben ein 5-6 km langer Weg durch Wälder schlängelt, die einzigartige florale Besonderheiten und archäologische Überraschungen bergen. Ausgangspunkt ist der Bahnhof von Lichtenstern, den man mit der berühmten Rittner Bahn (oder zu Fuß) erreicht. Die erste Station ist der 500 Jahre alte Plattnerhof, noch mit Schindeln und Stroh gedeckt, heute Imkereimuseum und Bienenhof. Weiter geht es durch Latschen- und Zirbelkiefern und dunklem Moos, ein erholsames Waldbad genießend, das die Japaner shirin-yoku nennen: ihre Waldmedizin im Eintauchen in Stille, mit aufmerksamen Sinnen die Pflanzenwelt betrachtend. In der Nähe des kleinen Mitterstieler Sees stößt man auf einen verfallenen Opferaltar, vermutlich aus einer Festung, die 2000 64

Diese Wanderung und das Eintauchen in Natur und mystische Vergangenheit verleiht dem Erlebnis eine fast zeitlose Dimension. Ein paar Stunden lang lassen sich Alltag, Sorgen und Verpflichtungen vergessen, und man erkennt, dass das, was uns unterwegs an Details aufgefallen ist, unser Bewusstsein erweitert und unsere Beobachtungsgabe geschärft hat.


RITTEN: GUIDED HIKES TO THE POWER PLACES Every Thursday in June, accompanied by Karl Unterhofer seasoned nature and hiking guide, and passionate connoisseur of the high plateau. The excursion “Lake circuit walk” is suitable for experiencing the forest and learning about the special archaeological sites along the way. The Ritten Tourist Association also offers other guided hikes and walking tips, such as the Freud Promenade or the Shepherd's Path hike. FR

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Not even the illustrious visitors to Ritten of times past - including Nietzsche and Freud - knew that the 5-6 km long path winding through the forest between Klobenstein and Wolfsgruben holds unique floral features and archaeological surprises. The starting point is the railway station of Lichtenstern, on the famous Ritten mountain railway (or even by foot). The first stop is the 500-year-old Plattnerhof - still covered with shingles and straw – and today a beekeeping museum and bee farm. Continuing through mountain and stone pine trees, and the dark moss, you can “bathe” in the forest to re-centre yourself. The Japanese call it shirin-yoku or forest medicine: immersed in silence, observing the plant world with the senses attentive. Near the small lake, Mitterstieler See, you come an ancient ruined sacrificial altar, likely from a fortress here, dating to 2000 BC. The inhabitants followed the cult of water and fire. Not far from here are the old wolf pits, used for hunting wolves, which give this

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Who doesn't need to be lifted out of the hustle and bustle of everyday life from time to time? The Ritten high plateau harbours some mysterious sites that seem virtually made for restoring your balance. On the mysterious forest paths that take you to these special vantage points and power spots, you’ll feel connections with nature, both old and new.

The hike, immersing you in nature and a mystical past, makes the experience an almost timeless adventure. For a few hours, everyday life, worries and commitments can be laid down as you focus on the details noticed along the way, with your awareness expanded and powers of observation sharpened.

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TRE, YOU’LL FIND YOURSELF IN MAGICAL PLACES WITH ANCIENT ORIGINS, TO REGENERATE BODY AND SOUL - WHETHER BY CABLE CAR, TRAIN AND ON FOOT.

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IN PRAISE OF A RAMBLE NOT EVEN HALF AN HOUR FROM THE CITY CEN-

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village its name. In between, the circular hike treats you to breath-taking views of the Dolomites. On the return to Lichtenstern, a marshy biotope reveals its mysteries, with a neolithic menhir, used to mark an astronomical observation point, guiding the way. From this marker, it’s still possible to see the phenomenon of the “divided” sun. For one minute around the equinox, every 23rd March and 23rd September, the rising sun is “split” by the two mountain peaks of Santner and Euringer, creating a stunning optical illusion.


PLEASURE

BIENENWEIDE APFELBLÜTE Die Darbietung der Natur ist nicht zu toppen, als berauschendes Frühlingserwachen für Auge, Nase und Herz. Die Zeit der Apfelblüte ist im Überetsch ein Fest, zu dem mit den Eppaner “Blütentagen” im April eingeladen wird. Ab ins Freie!

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om 5. bis 28. April locken Blütenwanderungen, Genuss-Kutschenfahrten durch Apfelwiesen im SummKonzert, auch Weinverkostungen und Genuss Bike-Touren in die Gegend um Eppan, dessen Tourismusverein sich jedes Jahr zur Hochblüte Neues einfallen lässt, um die Fans von Farbe, Duft und Lebensfreude zu beglücken. Die Apfelblüte steht im Mittelpunkt, sie markiert in unseren Breiten den Beginn des meteorologischen und auch des astronomischen Frühlings. Meistens öffnen sich die allerersten Knospen schon Ende März. Die Natur wählt diesen Augenblick in Abhängigkeit zum vorangegangenen Winter, zu Bodenfeuchtigkeit und Sonneneinstrahlung. Weshalb der Start jedes Mal eine Überraschung ist, die in Eppan zeitversetzt abläuft: Der Blütenrausch beginnt nämlich in der Talsohle auf rund 250 m und breitet sich nach und nach über die anderen höher gelegenen Eppaner Fraktionen aus – ganz hinauf bis nach Berg und Perdonig auf 800 Meter. Und verlängert so die weißrosa bis purpurne Blütensaison beträchtlich. Aber abgesehen vom ästhetisch-seelischen Wert für uns Menschen, hat die Apfelblüte einen großen Wert für die heimische Imkerei und für das Nektar- und Pollenangebot, das nicht nur die Honigbiene dringend benötigt. Auch Wildbienen und andere Insekten freuen sich nach dem langen Winter auf das üppige und frühe Futterangebot. Apfelbäume gehören nämlich zur Pflanzenfamilie der Rosengewächse und sind mit den Wildrosen verwandt, was man leicht daran erkennt, dass die Blüte einer Hagebuttenrose der Apfelblüte sehr ähnelt. Sie verströmen beide einen lieblichen Duft in etwa nach Veilchen oder Maiglöckchen, der Bienen mit seiner Duftspur anzieht. Und sie liefern in großen Mengen, sprich in Plantagen, eine riesige Menge Bienenfutter. Das bm Magazin hat mit einem erfahrenen Imker aus der Gegend gesprochen, mit Rudolf Mayr, der seine rund 30 Bienenvölker im Montiggler Wald, am Rand der Apfelkulturen stehen hat.

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Wie wichtig sind die großflächigen Futterquellen der Apfelwiesen? Eine ideale Futterquelle besteht aus einer großen Anzahl gleicher Blüten auf engem Raum, und das ist bei unseren Apfelplantagen der Fall. Diese Futterquelle ist schnell und ohne hohen Energieaufwand für die Sammlerinnen zu erreichen, was den Bienen das Leben leichter macht und ihre Futterräume schnell auffüllen lässt. Unter den Insekten garantiert gerade die Honigbiene den höchsten Bestäubungsgrad, auch weil sie sortenstetig ist und, einmal dort begonnen, bei den Apfelblüten bleibt, selbst wenn weitere Bienentrachtpflanzen in der Nähe verlockend blühen. Bienen benötigen im zeitigen Frühjahr große Mengen an Futter für die Aufzucht der Jungbienen und die Stärkung ihrer Völker. Wir versuchen, unsere Bienenvölker in der Nähe von Apfelplantagen aufzustellen, denn je größer die Distanz zwischen Nest und Futterquelle, desto schlechter der Ertrag. Bis zu drei Kilo68

meter entfernt sich die Honigbiene von ihrem Stock, um zu sammeln. Aber kurze Wege sind eben effizienter. Welche Rolle spielt das Wetter? Die Witterung spielt eine große Rolle. Wenn es regnet, bleiben die Bienen im Stock, ebenso wenn der Wind stark ist oder die Temperaturen sinken. Dann gibt es ein Problem für die Futterbeschaffung der Bienen, aber auch für die Bestäubung der Apfelbäume. Und das zeigt sich auch in einer schwachen Apfelernte im Herbst. Was wenige bedenken: die enge Wechselwirkung zwischen Biene und Apfel, zwischen Imker und Bauer. Die meisten Apfelbauern wissen um diese Abhängigkeit, sind den Imkern dankbar und sprechen sich mit ihnen ab, vor allem mit den Wanderimkern, die ihre Bienen ja direkt in die Plantagen stellen. Die Absprache ist notwendig, vor allem wenn es um Be-


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HIGHLIGHTS IN EPPAN WÄHREND DER APFELBLÜTE So, 10.4.

Burgfest Hocheppan

Di, 5.4.

Workshop Bäuerliche Frühlingsküche: Knödel

Mi, 6.4.

Blüten-Wein-Genuss-Kutschfahrt

Do, 7.4.

Blüten so weit das Auge reicht durch Asphaltmalerei

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Genuss-(E)-Bike Tour

Sa, 9.4.

Frühlingsmarkt selberGMOCHT in St. Michael

Di, 12.4.

Workshop Bäuerliche Frühlingsküche: Knödel

Mi, 13.4. Blüten-Wein-Genuss-Kutschenfahrt Do, 14.4. Blüten so weit das Auge reicht

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Do, 14.4. Geführte Weinkultur-Wanderung

in Missian

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Genuss-(E)-Bike Tour

Di, 19.4.

Workshop Bäuerliche Frühlingsküche: Knödel

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Workshop Bäuerliche Frühlingsküche: Knödel

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Vom Naturschauspiel Blüten-Glitzermeer Auch die Eisdarbietung in den Apfelplantagen ist ein Blickfang. In sternenklaren Nächten kann sich der Frost in der Blütezeit gelegentlich noch bis ins Tal verirren, selbst wenn es tagsüber schon fast sommerlich warm ist. Dann schalten die Bauern nachts die Frostberegnung an, um die kälteempfindlichen Blüten vor dem Verbrennen zu schützen, mit Kristallisationswärme. Der Sprühregen der Forstberegnung erzeugt eine Kristallhülle als wärmenden Schutzmantel um die Blüten. Mit der Morgensonne schmelzen diese Hüllen dann langsam vor sich hin. Die tollsten Fotos lassen sich demnach in den frühen Morgenstunden schießen. (ar)

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handlungen mit Pflanzenschutzmitteln geht. Im Übrigen besteht während der Apfelblüte ein Verbot zur Ausbringung dieser Mittel.


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MELETI IN FIORE, PARADISO PER LE API. E NON SOLO LA NATURA SI PRESENTA AL MASSIMO DEL ca e per la disponibilità di nettare e polline, di cui non SUO FASCINO, QUANDO I COLORI E I PROFUMI DELLA PRIMAVERA INEBRIANO I NOSTRI SENSI E IL NOSTRO CUORE. IL TEMPO DELLA FIORITURA DEI MELI È UNA FESTA NELLE CAMPAGNE D’OLTRADIGE, CUI IN APRILE INVITA “APPIANO IN FIORE”. TUTTI FUORI, LA NATURA CI CHIAMA!

Dal 5 al 28 aprile, passeggiate nella fioritura, piacevoli gite in carrozza attraverso i meleti brulicanti di vita, degustazioni di vino e tour in bicicletta attirano i visitatori nella zona intorno ad Appiano, dove l’associazione turistica, ogni anno, al culmine della fioritura, propone nuove idee per deliziare gli appassionati di colori, profumi e di vita all’aria aperta. Il melo in fiore è al centro dell'attenzione: alle nostre latitudini segna l'inizio della primavera meteorologica e anche quella astronomica. Di solito i primi boccioli si aprono già alla fine di marzo. La natura sceglie il momento esatto a seconda dell'inverno precedente, dell'umidità del suolo e della luce del sole. Ecco perché il suo inizio ogni anno è una sorpresa, e ad Appiano è ritardato: l'ondata della fioritura parte dal fondovalle, a circa 250 metri di altitudine, e si estende gradualmente alle altre sezioni più in quota di Appiano - fino a Monte e Predonico, a 800 metri. Questo garantisce una stagione della fioritura, con nuances che vanno dal bianco, al rosa e al viola, considerevolmente più prolungata. Ma a parte il valore estetico-psicologico per noi umani, il melo in fiore ha un grande valore per l'apicoltura domesti-

solo l'ape mellifera ha urgente bisogno. Anche le api selvatiche e altri insetti non vedono l'ora di ritrovare nutrimento in abbondanza, dopo il lungo inverno. I meli appartengono alla famiglia delle rose e sono imparentati con le rose selvatiche, il che è facilmente riconoscibile dal fatto che il fiore della rosa canina è molto simile a quello del melo. Entrambi emanano un bel profumo, che richiama la violetta o il mughetto, un forte richiamo per le api. E in grandi quantità, come nelle piantagioni, forniscono un’enorme riserva di cibo per le api. L’affascinante spettacolo naturale dei fiori nel ghiaccio Una rara ma affascinante attrazione è quella dei meleti trasformati in sculture di ghiaccio. Nelle notti stellate, il gelo può ancora occasionalmente inondare la valle durante la stagione della fioritura, anche quando di giorno fa ormai un caldo quasi. Allora i contadini, di notte, azionano gli irrigatori antigelo per proteggere i fiori dai danni del freddo, grazie al calore della cristallizzazione. L’acqua spruzzata dall'impianto di irrigazione forma un guscio di cristallo di ghiaccio che funge da caldo mantello protettivo intorno ai petali dei fiori. Con il sole del mattino, questi involucri scintillanti si sciolgono lentamente. Il momento migliore per scattare bellissime foto è quindi quello delle prime ore del mattino. www.eppan.com

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BEE PASTURES & APPLE BLOSSOM NATURE RENEWED IS SOMETHING TO BE- to their bees, hungry after the winter. Wild bees and

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But apart from the aesthetic and spiritual value for us humans, apple blossom is extraordinarily prized by local beekeepers, for the nectar and pollen it supplies

A mountainside sea of glitter: nature’s spectacle The ice-covered blossom in the apple orchards is also sight to see. On chilly, starry nights during the blossom season, Jack Frost might still wander the valley, whitening as he goes - even when the days are almost summer-warm. On these particular nights, farmers turn on the frost sprinklers to induce isothermal crystallisation on the delicate blossom, protecting them from freeze damage. The spray from the farm sprinkler systems create a crystal shell that becomes a warming protective shroud around the blossoms. With the morning sun, this slowly melts away. The early morning hours provide bounties galore for any keen photographer.

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From 5th to 28th April, you can take a delightful walk or carriage ride through blossoming apple orchards abuzz with nature, go on wine tastings and bike tours around Eppan, whose tourism association comes up with new ideas every year at this time, to delight lovers of colour, fragrance and the joie de vivre. The apple blossom is the star of the show, marking the beginning of spring. The very first buds usually open as early as the end of March. Nature chooses this moment, depending on soil moisture, the sunlight and the winter it’s leaving behind. Which is why the start is always a surprise, and in Eppan the timing is a little different every year. Blossoming begins at the bottom of the valley, at around 250 metres, gradually moving to Eppan’s higher terrain - all the way up to Berg and Perdonig, at 800 metres. This prolongs the white-pink to purple flowering season.

other insects also look forward to the abundance the blossom brings, as an early food supply after the long winter. Apple trees belong to the rose family and are related to wild roses, easily recognisable by the fact rose hip flowers are so similar to apple blossom. They both give off a delicate perfume, akin to violet or lily of the valley. The scent from the orchards attracts bees in large numbers, providing them with much-needed sustenance.

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HOLD, AS SPRING AWAKENS TO BRING JOY TO OUR EYES, NOSES AND HEARTS. THE APPLE BLOSSOM SEASON IS A FESTIVAL IN ÜBERETSCH/OLTRADIGE, WITH INVITATIONS EXTENDED TO APPIANO’S "BLOSSOM DAYS" IN APRIL. OUT INTO FRESH AIR!


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WEIN-IDENTITÄT Bozen und Umgebung können sich in puncto Wein auf dem internationalen Parkett sehen, riechen und vor allem schmecken lassen.

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icht jede*r weiß, dass Bozens Einzigartigkeit auch damit begründet wird, dass die Stadt zwei autochthone Weinsorten aufweist, die im Laufe der Jahrhunderte zu Ruhm gekommen sind: jene aus der Vernatsch- und jene aus der Lagrein-Traube. Kein Wunder, dass Bozen ganze 28 Weinkellereien hat. Die meisten davon werden familiär geführt, seit Generationen mit Hingabe, Leidenschaft und Innovationsgeist. Der Wein ist damit ein Symbol für Bozen geworden. Der Lagrein ist genetisch mit dem Teroldego und dem Marzemino verwandt, die zwar beide in der Umgebung angebaut werden, allerdings auf ganz anderen Kalkböden. Den Bozner Lagrein kennzeichnet Vulkangestein und Quarzvorkommen. Es ist tatsächlich der Boden, auf dem die Lagrein-Traube seit Jahrhunderten wächst, der den Unterschied ausmacht und die Identität dieses Weins bestimmt: seine intensive Farbe, seine reiche Struktur, seine Tannine, die das warme und sonnige Klima des Bozner Beckens bevorzugen. Der St. Magdalener hingegen wird aus Trauben gewonnen, die seit dem Mittelalter an den sanften wie auch an den steilen Hängen um St. Magdalena angebaut werden, nordöstlich des Stadtzentrums im Stadtteil Rentsch. Der Wein wird aus Vernatsch-Trauben gewonnen und mit einem kleinen Anteil von Lagrein verfeinert, der den frischen Wein mit Eleganz ausstattet. Weltweit ist er als leiser Botschafter der Bozner Weintradition bekannt (auf Schutzmarke achten!). Weine kennenlernen in Kombination mit Radfahren oder wandern: Das ist unser Tipp für 2022. Bewegung in der Frühlingsluft passt hervorragend zum Herantasten an die Weine der Gegend, ihre Winzer*innen und ihre Keller. Da gibt es Routen im urbanen Bereich mit einem geringen Höhenunterschied und nur 8 bis 17 km Strampelgenuss und solche entlang des Radwegs am Eisackdamm oder hinauf auf die Weinhügel, z.B. zum Sommerfrischort Kohlern (auch die Seilbahn-Variante ist FR

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LESETIPP: BOZEN, WEINSTADT 50 Seiten, die eine langsame und genussvolle Entdeckung möglich machen: 28 Kellereien in und um Bozen, einem Territorium, das seit Jahrhunderten für eine tiefe Verbundenheit mit der Weinkultur steht. Die Broschüre “Bozen, Weinstadt” über die beiden autochthonen Rebsorten St. Magdalena und Lagrein kommt mit einer nützlichen Faltkarte mit 8 Routen, die zu Fuß oder mit dem Fahrrad auf den Spuren des Bozner Weinbaus erkundet werden können. Sie wurde in Zusammenarbeit mit GIR - Geo Identity Research entwickelt und ist im Informationsbüro des Verkehrsamts Bozen und bei den Kellereien erhältlich.

möglich!) – garantiert eine herausfordernde Alternative für Sportler*innen. Hinzu kommt eine 35 km lange Route vom Bozner Stadtzentrum bis nach Auer entlang der malerischen Weinstraße, mit vielen Einkehrmöglichkeiten. Egal welche Route Sie wählen, zumindest ein Ausflug mit traumhaften Verweilplätzen und ja, selbst die Mühe, sie lohnen sich!

ge im Jahr, seine 17 Weinproduzenten, Sekthersteller und Brennereien - damit lässt sich Qualität produzieren. Aber auch gut erzählen, zum Beispiel über die Annäherung an lokale Winzer und ihr Bekenntnis zur 2000 Jahre alten Tradition: www.eppanwein.it

Das Überetsch besticht mit weiteren fruchtbaren Lagen für Chardonnay, Riesling, Sauvignon, Pinot Grigio, Gewürztraminer und Müller-Thurgau ebenso wie für die Rotweinsorten Blauburgunder, Cabernet, Merlot, Lagrein und verschiedenste Spielarten des Vernatsch. Eppan Wein ist zur Standortmarke für südliche Lebensfreude geworden, ein Zusammenschluss von Kellereien und Partnerbetrieben, welche die vinifizierte Seele“ der Gemeinde Eppan darstel” len. Und sie entwickelt sich ständig weiter zu einer Plattform, die identitätsstiftend für die Gegend zwischen den Montiggler Seen und dem Mendelkamm wird. Das größte Weinanbaugebiet Südtirols mit 941 Hektar Rebfläche, sein Terroir, seine 300 Sonnenta74

Und entlang der Südtiroler Weinstraße zwischen Nals im Etschtal und Salurn im Südtiroler Unterland – mit Zwischenstopp in der Landeshauptstadt Bozen - entfalten sich vom 15. März bis zum 12. Juni die ”kulinarischen Frühlingswochen“: köstliche Gerichte aus der alpin-mediterranen Küche und exzellente Weine mit fruchtig-aromatischen Noten, genossen auf Sonnenterrassen und unter den typischen Pergeln. Die Protagonisten sind Spargel, Bärlauch, frische Kräuter und natürlich der Wein. Bei Verkostungen, Wein-Wanderungen und auch Abendveranstaltungen erfahren Sie mehr von den Besonderheiten ausgewählter Weine der Gegend (siehe auch S. 41).


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IDENTITÀ DEL VINO BOLZANO E DINTORNI POSSONO ESSERE

SCOPERTI CON TUTTI I SENSI ATTRAVERSO L’INCONTRO CON VINI LOCALI DI LIVELLO INTERNAZIONALE.

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Il Lagrein è geneticamente legato al Teroldego e al Marzemino, entrambi coltivati nella zona, ma su terreni calcarei completamente diversi. Il Lagrein di Bolzano preferisce la roccia vulcanica con depositi di quarzo. In effetti, è proprio il terreno dove da secoli cresce l'uva Lagrein che fa la differenza e determina l'identità di questo vino: il suo colore intenso, la sua ricca struttura, i suoi tannini che beneficiano del clima caldo e soleggiato della conca di Bolzano. Il Santa Maddalena, invece, è realizzato con uve coltivate fin dal Medioevo sui pendii sia dolci che ripidi della collina di Santa Maddalena, a nord-est della città, nel quartiere di Rencio. Il vino è prodotto con uve Vernaccia e affinato con una piccola quantità di Lagrein che gli conferisce freschezza ed eleganza. È conosciuto in tutto il mondo come un gentile ambasciatore della tradizione vinicola di Bolzano (attenzione al marchio!).

Conoscere i vini in combinazione con escursioni a piedi o in bicicletta: il movimento all’aria aperta, ancora più in primavera, è un ottimo modo per conoscere i vini della regione, i suoi viticoltori e le sue cantine. Ci sono percorsi nell'area urbana con un piccolo dislivello, e solo da 8 a 17 km di piacevole pedalata, quelli lungo la pista ciclabile che fiancheggia il fiume Isarco, o risale le colline coltivate a vigna, ad esempio verso la località estiva del Colle (raggiungibile anche in funivia!) – una variante più impegnativa per i più atletici. Inoltre, c'è un percorso di 35 km che si snoda dal centro di Bolzano per raggiungere Ora lungo la pittoresca strada del vino, con molte opportunità di ristoro. Non importa quale sia il percorso scelto, ciascuna escursione offre posti meravigliosi per fermarsi e ripaga ogni piccolo o grande sforzo! Scoprite di più nell'ufficio turistico della città di Bolzano. Troverete un opuscolo dedicato con una mappa pieghevole.

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Non tutti sanno che l'unicità di Bolzano è dovuta anche ai suoi due vitigni autoctoni diventati famosi nel corso dei secoli: quello di uva Vernaccia e quello di uva Lagrein. Non c'è da stupirsi che la città conti ben 28 cantine. La maggior parte di loro sono a conduzione familiare, da generazioni sono curate con grande dedizione, passione e spirito di innovazione. Il vino è così diventato un simbolo per Bolzano.


Ricetta Da aprile saranno nuovamente aperte le porte di Palazzo Pock e dello storico ristorante Zur Kaisekron, una vera istituzione per la città che ora torna al suo splendore grazie alla guida dello Chef stellato Filippo Sinisgalli e del suo staff de Il Palato Italiano, food hub con sede a Bolzano e con una expertise internazionale. Un anteprima culinaria ce la dona con questa sfiziosa ricetta. Protagonista anche il vino bolzanino Lagrein.

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Risotto zucca, cotechino e riduzione di Lagrein Ingredienti per 4 persone

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• 320 gr riso carnaroli • 600 gr di acqua a bollore • 20 gr di sale • 40 gr burro • 20 gr Parmigiano Reggiano • 100 gr di purea di zucca • 50 gr di cotechino • 200 gr di vino Lagrein • alcuni germogli piccanti Procedimento: Preparare per tempo il cotechino facendolo cuocere per circa 2 ore e mezzo a fuoco lentissimo e farlo raffreddare. Tagliare una fetta di cotechino a testa dello spessore di 0,5 cm e ricavarne dei dadi (come da foto). Tostare il riso (2 minuti a secco affinché il riso sia caldo), sfumare con vino bianco, portare a cottura aggiungendo pian piano acqua salata e mescolando di tanto in tanto. A cottura ultimata inserire il burro e il parmigiano. Lasciare riposare con coperchio.

di Filippo Sinisgalli, Chef del ristorante bolzanino Zur Kaiserkron in Piazza della Mostra, 1 www.ristorantezurkaiserkron.it

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Nel frattempo ridurre il vino di 2/3 sul fuoco e tenerlo in parte. Cuocere 40 gr di zucca, frullarla in un minipimer aggiungendo 20gr di olio evo e mettere in una sacca da pasticcere. Scaldare la dadolata di cotechino leggermente a bagno Maria. Impiattamento: Procedere impiattando il riso, a centro del piatto una riga di cotechino perpendicolare e alla sua destra 5 spunzoni di crema di zucca. Terminare contornando il riso con la riduzione di vino. Infine, mettere su ogni spunzone di zucca un germoglio piccante.


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WINE: A PART OF OUR IDENTITY WINE FROM BOLZANO AND ITS SURROUNDS

HAS BECOME A MAJOR PLAYER ON THE INTERNATIONAL STAG, WITH THE SIGHT, NOSE, AND ABOVE ALL THE TASTE, AVAILABLE FOR DISCERNING PALATES AROUND THE WORLD.

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Lagrein is genetically related to Teroldego and Marzemino, both of which are grown in the region, but on completely different limestone soils. Bolzano Lagrein thrives on volcanic rock and quartz deposits. In fact it’s this soil, where it’s been grown for centuries, which makes the difference and determines the identity of this wine. Lagrein’s intense colour, rich structure and tannins emerge only in the warm and sunny climate of the Bolzano basin. St. Magdalener, on the other hand, is from grapes that have been grown since the Middle Ages on the slopes around St. Magdalena in the Rencio district, northeast of the city centre. Vernatsch grapes are refined by adding a little Lagrein, which endows this fresh wine with elegance. It’s known worldwide as the quiet ambassador of Bolzano's wine tradition (watch out for the trademark!).

Discover our wines on a cycling or hiking trip. Out in the spring air is a great way to get to know the wines, winemakers and cellars of the region: this is our tip for 2022. There are circuits in the urban area, of around 8 to 17 km of pleasurable pedalling with a little change in altitude. You can explore along the Isarco dam cycle path, or up in the vineyard-covered hills. For example, up to the summer resort of Colle is a guaranteed challenge for athletes (although there’s also the cable car alternative). Alternatively, the 35 km route along the picturesque wine route from the centre of Bolzano to Ora, has many places to stop for refreshments. No matter which you choose, each offers an excursion to hidden wonders that are well worth the effort! For more information, the City of Bolzano Office of Tourism is at your service, with advice, brochures and maps to help you on your way.

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It isn’t widely known that Bolzano's forte in wine production is thanks to the two autochthonous grape varieties that have become famous down the centuries: Vernatsch and Lagrein. It’s no wonder the city has 28 wineries! Most are family concerns, and have been for generations - run with dedication, passion and a spirit of innovation. Wine has very much become the emblem of Bolzano.


BACKSTAGE

QUASI UN ORTO BOTANICO URBANO Nemesie, viole, anemoni, bellis e papaveri in ogni angolo della città, oltre alle migliaia di alberi secolari in fiore e al verde in tutte le sue sfumature. La primavera a Bolzano stordisce per rigogliosità e opulenza: frutto non solo del clima mite, della lunga tradizione di verde pubblico, ma anche del lavoro della Giardineria comunale.

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asta una passeggiata su uno dei vecchi sentieri sopra Bolzano, o sulla Passeggiata Guncina o Sant’Osvaldo, per notare una peculiarità di Bolzano che ne plasma il paesaggio e il polmone verde: il confluire di tre fiumi nella zona urbana. I corsi d’acqua Isarco (dall’omonima valle), Talvera (dalla val Sarentino) e Adige (dalla val Venosta e poi dalla val d’Adige) hanno caratterizzato morfologicamente la città, svolgendo un ruolo fondamentale anche per il trasporto delle merci e determinando lo sviluppo e la pianificazione urbanistica fin dall'epoca romana. Il rapporto di Bolzano con l'acqua è anche il suo rapporto con il verde cittadino, i parchi a lato dei fiumi, i suoi giardini pubblici e la particolare cura per la flora - una chiave di lettura importante per comprendere la città. Saltano all’occhio anche la quantità e le dimensioni di queste aree verdi popolate dai bolzanini che amano fare jogging o passeggiare, e non solo lungo i corsi d‘acqua; per molti è altrettanto piacevole intrattenersi all’ombra di un platano o olmo per rilassarsi o meditare, magari anche sdraiarsi sui prati per una breve pausa, osservando i bimbi indaffarati nelle aree di gioco attrezzate. Un Parco Bioenergetico invita a soffermarsi vicino a uno dei giganti verdi per rigenerarsi: sulla riva destra orografica del fiume Isarco, tra il Ponte Roma e la via di Bassano del Grappa, è stato inaugurato ca. un anno fa il Parco Bioenergetico, un nuovo spazio ricreativo per gli amanti delle terapie naturali: gli alberi che crescono sulle 23 aree del percorso generano diverse influenze bioenergetiche con effetti benefici sugli esseri viventi. La segnaletica ne spiega l'effetto terapeutico sui diversi organi umani in base alle frequenze elettromagnetiche.

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Ulrike Buratti, responsabile della Giardineria comunale


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Il verde di Bolzano in cifre 133 ettari di verde pubblico su un’area urbana di 52 km più tre passeggiate storiche,

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Guncina, Sant’Osvaldo e la Passeggiata del Virgolo, con vista mozzafiato sulla città

1.300 m di aiuole rinnovate 3 volte l’anno 2

52 giardini pubblici in 5 quartieri 28 campi gioco multifunzionali e 9 aree fitness 13.000 alberi di 340 specie differenti su suolo pubblico (800 solo nei cortili scolastici);

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3.200 gli alberi protetti 1 parco bioenergetico 24 aree cani

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36 giardinieri che curano questa vasta area verde cittadina

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E tutto questo chi lo gestisce, cura e mantiene? La Giardineria comunale, un servizio dell'Ufficio Tutela dell'Ambiente e del Territorio del Comune di Bolzano. La sua sede con deposito e attrezzi si trova in una viuzza alle porte di Bolzano. La sua responsabile è la bolzanina Ulrike Buratti, di formazione biologa con specializzazione geobotanica, da 25 anni dipendente della Giardineria comunale.


BIODIVERSITÀ ANCHE IN CITTÀ

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Bolzano ha un suo dettagliato catasto arboreo digitale, consultabile da tutti sul sito del Comune. A cosa serve? Questa rappresentazione cartografica dei dati raccolti serve per monitorare la situazione dei 13.000 alberi su terreno pubblico, per pianifica-

Quindi, perché vi giungono lamentele? Di solito ci si lamenta di erbacce ai bordi delle strade. Certo, in estate ci sono, non riusciamo a essere presenti dappertutto contemporaneamente. Ma bisogna anche dire che non utilizziamo glifosato o altri diserbanti efficaci ma tossici dal 1997 (Il Piano d‘Azione Nazionale regola e vieta l’uso nelle aree frequentate dalla popolazione vulnerabile solo dal 2015), quindi le erbacce le togliamo a mano e ci facciamo aiutare in questo da alcune cooperative sociali. La Città spende ca. 40.000 euro l’anno per estirparle a mano. E, come biologa, ci tengo a precisare che quello che molti ritengono piante infestanti sono erbe spontanee, utili indicatori ambientali che favoriscono la biodiversità. Infatti, attirano insetti impollinatori, molte sono commestibili e altrettante sono addirittura utilizzate per uso officinale. Ü H LI N G FR (ar)

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E i prossimi traguardi? Mantenere a livelli alti la qualità di verde cittadino, la particolarità bolzanina – mediterranea e alpina. E poi collegare le passeggiate storiche di Bolzano per creare un circuito pedonale e sportivo davvero unico.

Qual è stato sinora il feedback per il lavoro dedicato alla cura del verde cittadino? Per molti bolzanini lo status quo o anche le migliorie che apportiamo con la nostra squadra sono scontate, in genere sono gli ospiti o chi si trasferisce a Bolzano da altre realtà urbane a rendersi conto di quanto verde e pulito sia il capoluogo altoatesino. Certo, non siamo un orto botanico, ma specialmente in alcune zone della città poco ci manca. (Ridendo) Non chiediamo il biglietto d’entrata, anche se la spesa per mantenere il verde è molto alta.

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Quali sono le sfide quotidiane? A parte le diversissime aspettative e le richieste cittadine di potare o abbattere (per carità non abbattere!) un certo albero - un aspetto molto umano del nostro lavoro -, sicuramente non semplici da gestire sono i campi gioco con gli attrezzi da manutenere, la questione della responsabilità (nostra o dei genitori?) se qualcuno si fa male giocando in questi spazi pubblici. Un’altra sfida è dettata dall’incremento di norme di sicurezza nel nostro settore. E poi c’è la sfida più grande, quella imposta dalla crisi climatica con l’aumento delle intemperie e quindi i danni per le piante, la situazione idrica assai critica, i periodi di siccità che aumentano e stressano gli alberi e arbusti.

re interventi o sostituzioni di piante malate, per controllare i pozzetti e l’impianto di irrigazione. I controlli li facciamo noi, per gli interventi grandi o straordinari ci avvaliamo di ditte specializzate (un 40% del nostro lavoro viene esternalizzato), come per altri lavori stagionali di pulizia o di rimozione neve o di spargisale. A proposito, abbiamo copiato dai colleghi austriaci una buona pratica: da qualche anno usiamo sale liquido diminuendo le quantità utilizzate e anche il danno ecologico di ben due terzi.

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Quali sono i vostri consueti lavori primaverili? Premetto: i giardinieri e le giardiniere (da poco ci sono due donne nel team a prevalenza maschile) lavorano tutto l’anno. Dopo la potatura invernale si occupano di preparare il terreno. Noi in ufficio abbiamo predisposto le gare per l’acquisto di piantine già in autunno, il materiale arriva pochi giorni prima di essere piantato in marzo/aprile. Queste piantine primaverili rimangono in loco ca. un mese e mezzo, poi si riprende e vengono piantate quelle estive – parlo delle aiuole nei parchi come delle isole spartitraffico. Allo stesso tempo parte il lavoro di irrigazione e di diserbamento. Non ci annoiamo di certo.


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BOZENS GRÜNFLÄCHEN IN ZAHLEN

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IM ZEICHEN VON BIODIVERSITÄT ELFENSPIEGEL, VEILCHEN, ANEMONEN,

TAUSENDSCHÖN UND MOHNBLUMEN IN JEDER ECKE DER STADT SOWIE TAUSENDE VON BLÜHENDEN BÄUMEN. DER BOZNER FRÜHLING BESTICHT DURCH ÜPPIGKEIT UND FÜLLE. DIES IST NICHT NUR AUF DAS MILDE KLIMA UND DIE LANGE TRADITION DES ÖFFENTLICHEN GRÜNS ZURÜCKZUFÜHREN, SONDERN AUCH AUF DEN FLEISS DER STÄDTISCHEN GÄRTNER*INNEN. Nicht nur entlang der drei Wasserwege an den Ufern von Talfer, Eisack und Etsch tummeln sich die Bozner*innen gern: Die einen joggen, die anderen spazieren, wieder andere entspannen oder meditieren im Schatten einer Platane oder Ulme, legen sich für eine kurze Pause ins Gras und beobachten die Kinder an den Spielgeräten oder die Insekten an den vielen Blüten. Und wer verwaltet, pflegt und setzt das alles in Stand? Die Stadtgärtnerei, eine Dienststelle des Amtes für den Schutz der Umwelt und des Territoriums der Stadt Bozen. Verantwortlich zeichnet die Bozner Biologin Ulrike Buratti, die seit 25 Jahren im Grünflächenamt der Stadt beschäftigt ist. 82

133 Hektar öffentliche Grünfläche auf 52 km2 Stadtfläche, mit drei historischen Promenaden Guntschna, St. Oswald und Virglpromenade über den Dächern der Stadt 1.300 m2 Blumenbeete; sie werden von der Stadtgärtnerei im Schnitt drei Mal im Jahr bepflanzt 52 öffentliche Gärten in den 5 Stadtvierteln 28 Mehrzweck-Spielplätze sowie 9 Workout-Flächen 13.000 Bäume (340 verschiedene Baumarten) im öffentlichen Raum (800 davon allein in Schulhöfen; 3.200 davon stehen aufgrund von Durchmesser und Höhe unter Schutzein 1 Bioenergetischer Park (am Eisackufer) 24 Hundeauslaufplätze 36 Gärtner*innen pflegen das städtische Grün der Stadt

Womit beschäftigen sich die Stadtgärtner*innen gerade? Nach dem Winterschnitt bereiten sie den Boden für die Bepflanzung vor. Wir haben lang schon die Setzlinge bestellt, das Material wird im März angeliefert. Diese Frühlingsblüher bleiben etwa anderthalb Monate an Ort und Stelle, dann werden sie in den Beeten von Parks, aber auch auf den Verkehrsinseln durch Sommerpflanzen ersetzt. Unser Fokus liegt mehr und mehr auf Biodiversität. Gleichzeitig beginnen die Bewässerungs- und händischen Unkrautbekämpfungsarbeiten. Uns wird nicht langweilig. Eure Herausforderungen? Abgesehen von den sehr unterschiedlichen Erwartungen der Bürger*innen, mit denen wir uns herumschlagen, poppt immer wieder die Frage nach Arbeitssicherheit auf, und auch von Verantwortung bei Unfällen im Stadtgrün. Und dann ist da noch die größte Herausforderung, die durch die Klimakrise mit der Zunahme von Unwettern und Schäden, aber auch von Dürreperioden, die vor allem Bäume stressen. Und die nächsten Ziele? Wir wollen das hohe Niveau unserer Grünanlagen beibehalten, die unsere Stadt zu einem groß angelegten botanischen Garten machen, der allen zugänglich ist. Und dann die historischen Promenaden Bozens zu einem einzigartigen Rundweg verbinden.


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BOLZANO'S GREEN SPACES IN NUMBERS 133 hectares of public urban green space covering 52 km2, with three historic promenades Guncina, St. Oswald and Virgolo, above the city rooftops 1,300 m2 of flowerbeds, planted on average three times a year by the city gardening department 52 public gardens in the 5 city districts 28 multi-purpose playgrounds and 9 workout areas 13,000 trees (340 different species) in public spaces (800 of them in schoolyards alone; with 3,200 protected, due to their diameter and height) 1 bioenergetic park (on the banks of the River Isarco) 24 areas for dog 36 gardeners maintaining all this urban greenery

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Managing and caring for all this is the municipal gardening department, part of the City of Bolzano’s Office for the Protection of the Environment and Territory. It’s managed by local woman and biologist Ulrike Buratti, who’s been with the city's parks department for 25 years.

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Especially along the banks of the Rivers Talvera, Isarco and Adige, Bolzano folk love to pass their time. A few jog, some stroll, while others relax or meditate in the shade of a sycamore or elm – stretched out on the grass for a siesta, watching children on the playground equipment or the insects on the many flowers.

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SIES AND POPPIES IN EVERY CORNER OF THE CITY, NOT FORGETTING THE THOUSANDS OF TREES IN BLOSSOM. THE BOLZANO SPRING BRINGS A LUSH ABUNDANCE – THANKS NOT ONLY TO THE TEMPERATE CLIMATE AND LONG TRADITION OF PUBLIC GREEN SPACE, BUT ALSO TO THE DEDICATION OF THE CITY'S GARDENERS.

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BIODIVERSE BOLZANO NEMESIAS AND VIOLETS, ANEMONES, DAI-

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What are the city gardeners doing at the moment? After the winter pruning, we’re preparing the ground for planting. We’ve already ordered the seedlings, which arrive in March. These spring-flowering plants remain for about a month and a half – in park flower beds and traffic islands – to then be replaced by summer blooms. Our focus is increasingly on biodiversity. At the same time, the irrigation and manual weeding work begins. We’re never bored! Your challenges? Apart from dealing with the very different expectations of the citizens, there are always questions about health and safety at work and the responsibility for the city’s green spaces, in case of accidents. And then there’s the biggest challenge - the climate crisis, with storms and the damage caused on their increase. But also droughts, which stress the trees in particular. And so what’s next? We want to maintain the high standard of our green spaces, which make our city a large-scale botanical garden, accessible to all. And then, to connect the historic promenaÜ H LI N G FR des of Bolzano to form one long circular trail.


FRÜHLING IN BOZEN PRIMAVERA A BOLZANO

MERCATINO DI PASQUA OSTERMARKT SPRING IN THE CITY

FESTIVAL BOLZANO IN FIORE ARTE KUNSTGARTEN BOZEN

14.04. - 18.04.2022

22.04. - 01.05.2022

Piazza Walther / Waltherplatz

Installazioni floreali, esibizioni di danza, musica e teatro in diversi luoghi della città. Blumeninstallationen, Tanzvorführungen, Musik und Theater an verschiedenen Orten der Stadt.

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FESTA DEI FIORI BLUMENMARKT

CASTELRONDA

131˚ Edizione / 131. Ausgabe

04.06. - 06.06.2022

30.04. + 01.05.2022

Alla scoperta dei castelli di Bolzano e dintorni.

Piazza Walther / Waltherplatz

Auf Entdeckungtour der Schlösser in und um Bozen.


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EVENTS BOLZANO/BOZEN VISITE GUIDATE STADTFÜHRUNGEN GUIDED TOURS L’Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano propone un ricco programma di visite guidate della città e dei suoi dintorni, alla scoperta delle principali attrazioni storico-artistiche. Il programma è disponibile presso l’Ufficio Informazioni. Auf Entdeckung gehen: Das Verkehrsamt Bozen bietet ein dichtes Programm an geführten Rundgängen zu den wichtigsten kunsthistorischen Schätzen der Stadt Bozen. Das Programm-Heft ist im Informationsbüro erhältlich. The Tourism Board of Bolzano Bozen organizes a rich programme of guided walking tours of the historic town. INFO: Azienda di Soggiorno e Turismo Verkehrsamt Bozen - Tourism Board, via Alto Adige / Südtiroler Straße 60 T. +39 0471 307 000

www.theater-bozen.it www.teatrocomunale.bolzano.it www.teatrocristallo.it www.carambolage.org www.teatro-bolzano.it www.theaterimhof.it www.haydn.it

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THEATRE PERFORMANCES & CONCERTS

www.kulturinstitut.org

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THEATER- UND KONZERTPROGRAMME

www.konzertverein.org

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PROGRAMMI SPETTACOLI TEATRALI E CONCERTI

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www.bolzano-bozen.it


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EVENTS BOLZANO/BOZEN Scannen Sie den QR-Code, um in unserem Online-Veranstaltungskalender mit allen Aktualisierungen zu stöbern. Consulti il nostro calendario degli eventi con tutti gli aggiornamenti scansionando questo codice. View our events calendar with all updates by scanning this code.

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www.bolzano-bozen.it


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www.ritten.com

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EVENTS RITTEN/RENON


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EVENTS JENESIEN/SAN GENESIO Scannen Sie den QR-Code, um in unserem Online-Veranstaltungskalender mit allen Aktualisierungen zu stöbern. Consulti il nostro calendario degli eventi con tutti gli aggiornamenti scansionando questo codice. View our events calendar with all updates by scanning this code.

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www.jenesien.net


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bm Bolzano Bozen Magazine Registrazione al Tribunale di Bolzano Registereintragung Landesgericht Bozen Nr. 11/99 - 19.7.1999 Edition: 6.000 bm1/2022 Online-Magazine: www.bolzano-bozen.it facebook: @visitbolzanobozen instagram: @bolzanobozen

Das nächste bm Heft erscheint Anfang Juni 2022, symbolisch mit Öffnungen, Tore-Türe-Eingänge in private wie öffentliche Schatzkammern. Auch Gärten spielen eine Rolle, neben Tipps, Tricks und Rezepten zum guten Leben südlich der Alpen. Daneben natürlich faszinierende Ausflugsziele, erreichbar mit Bus, Zug, Seilbahn und Fahrrad ab Bozen, und Einblicke in weniger bekannte Bozner Welten. Il prossimo numero della rivista bm è in uscita i primi di giugno, simbolicamente con aperture, entrate, porte e portoni d'accesso a tesori privati e pubblici. Anche il giardinaggio avrà un suo ruolo, insieme a consigli, trucchi e ricette per vivere bene a sud delle Alpi. Inoltre, affascinanti mete escursionistiche, raggiungibili in autobus, treno, funivia e bicicletta partendo da Bolzano, oltre a approfondimenti su mondi e aspetti meno conosciuti di Bolzano. The next bm issue is out at the beginning of June 2022, bringing a very symbolic photo story of openings: the gates, doors and entrances to private as well as public treasures. We’ll also showcase gardens; along with tips, tricks and recipes for the good life south of the Alps. And of course, we’ll have the very best tips for the most enchanting excursions - by bus, train, cable car or bicycle – as well as insights into lesser-known parts of Bolzano.

QUIZ: Lösung von Seite 11 a) Die Oswaldpromenade“ ist ein Spazierweg am ” Sonnenhang von Bozen über den Dächern der Altstadt. Benannt ist sie nach dem berühmten Dichter, Sänger und Ritter Oswald von Wolkenstein (1377-1445). Der Einstieg befindet sich im Stadtteil St. Anton. Die Promenade schlängelt sich anfangs in Serpentinen den Hang hinauf und führt auf einer Höhe von rund 400 m eben bis nach St. Magdalena (rund 1,5 Stunden). Spaziergänger*innen finden in Bozen viele grüne Bewegungsräume, u. a. auf der Wassermauerpromenade am Talferbett, auf der Promenade nach Guntschna oder auf der Haslachpromenade. Die Oswaldpromenade hier rechts im Bild.

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Editor Azienda di Soggiorno Bolzano Verkehrsamt Bozen Tourist Board Bolzano via Alto Adige 60 – 39100 Bolzano Südtiroler Straße 60 – 39100 Bozen Tel. +39 0471 307000 info@bolzano-bozen.it www.bolzano-bozen.it Managing Editor Roland Buratti Director Anita Rossi Editorial staff Anita Rossi (ar), Raoul Melotto (rm), Roberta Agosti, Martina Spinell, Thomas Rainer, Monika Mayr, Doris Wieser, Martina Gamper, Nina Walterscheid Layout & art design ma.ma promotion Marion Maier, Valentina Cincelli Photography Manuela Tessaro Translation Peter Brannick (pb) Print Fotolito Varesco Alfred GmbH, Auer-Ora … Foto Credits

Cover: Manuela Tessaro 1.©Hannes Niederkofler; 2.©FotoArmin.com; 3.©Robert Schaflinger; 4.©Sergio Buono; 5.©LIVE-STYLE Agency - daniel mair/www.fotoshooting.it; 6.©Arôme;7.©foto-dpi.com;8.©Tiberio Sorvillo; 8a.©Tiberio Sorvillo - www.visualite.it 9.©Achim Meurer; 10.©Manuela Tessaro;11.©Alex Filz; 12.©Michael Guggenberg; 13.©Oliver Jaist; 14.©DLife/TS; 15.©Luca Guadagnini Lineematiche; 16.©Helmuth Rier; 17.©Zur Kaiserkron; 18.©Suedtirol Marketing GmbH, Italy; 19.©Thomas Roetting / Sylvia Pollex; 20.©Tourismusverein Ritten/Sophie Pichler; 21.©Klaus Peterlin/allesfoto.com; 22.©WWW.FOTOGRAFIELAFOGLER.IT; 23.©Tourismusverein Eppan/Associazione turistica Appiano; 24.©Tourismusverein Jenesien/Associazione turistica S. Genesio; 24a.©Michael Guggenberg/TV Jenesien; 25.©il Corso - Bolzano; 26.©Naturmuseum_Bozen/Bolzano; 27.©Comune di Bolzan; 28.©Riccardo Rizzo; 30.©Marion Maier; 31.©Othmar Seehauser; 32.©Tourismusverein Bozen/Associazione turistica Bolzano; 33.©Tourismusverein Ritten/Karin Bauer Graphic elements: Designed by Freepik.


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