Polihousing. Progetto di residenze sociali e servizi nell'ambito di Città Studi

Page 1

POLIHOUSING

Progetto di residenze sociali e servizi nell’ambito di Città Studi

POLITECNICO DI MILANO Scuola di Architettura e Società Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2014/2015 Autori:

Denis Džambić - 786559 Veronica Merenda - 782045 Relatore:

Prof. Matteo Gambaro Correlatrici:

Arch. Marta Ferretti Arch. Francesca Scrigna



ABSTRACT

Il progetto POLIHOUSING prende le mosse da un bando di concorso, indetto da Federlegno nel 2012, che, inserendosi all’interno del progetto “Città Studi - Campus Sostenibile” prevedeva l’insediamento in una specifica area, quella compresa tra via Celoria e via Ponzio, di residenze sociali e servizi relativi rispondenti alla crescente domanda di residenza temporanea nel Comune di Milano. L’alloggio sociale nel senso di “unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di interesse generale, nella salvaguardia della coesione sociale, di ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, che non sono in grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato” - come definito dal D.M. 22 aprile 2008, attuativo dell’articolo 5, legge n. 9/2007) - costituisce un tema che, già a partire dal secondo dopoguerra, è stato largamente affrontato da politici, architetti, urbanisti, sociologi, ecc., che hanno dato letture e proposte differenti nel corso degli anni. La nostra tesi si addentra invece in quel campo ancora poco esplorato dell’edilizia sociale che non si rivolge prettamente alla categoria di utenza disagiata, bensì ad una nuova categoria in costante crescita: quella dei city-users, caratterizzata da un’utenza variegata ma allo stesso tempo accomunata dal carattere temporaneo della sua permanenza in città. Quindi un’edilizia sociale che non solo coinvolge il residenziale ed i servizi connessi ma che è in grado di sopperire ai bisogni specifici dell’utenza insediata (spazi di lavoro, luoghi di aggregazione, spazi ricreativi pensati ad hoc, ecc.). Nello specifico il bando proponeva l’ideazione di spazi residenziali per ricercatori e visiting professors del Politecnico di Milano. In quest’ottica gli obiettivi del progetto di tesi sono rivolti alla progettazione di spazi abitativi e di servizio in sinergia tra loro così da formare una dialettica tra luoghi individuali e collettivi all’interno del campus e in grado di generare spazi comuni inclusivi, che favoriscano l’aggregazione e promuovano nuove relazioni sociali.


4 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


5

INDICE

1. INTRODUZIONE 1.1. Bando di concorso

7 9

1.2. Obiettivi della tesi

11

2. ANALISI DELL’AREA

17 21 27

2.1. Contesto storico 2.2. Contesto urbano

3. PROGETTO

3.1 Dati dell’area 3.2. Concept e sviluppo del progetto

3.2.1.

Servizi: Caffetteria-Studio

3.2.2. Servizi: Asilo Nido

3.2.3. Residenze

_BIBLIOGRAFIA _INDICE DELLE FIGURE

31 33 35 49 61 73 109 111



1. INTRODUZIONE


8 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


1.Introduzione 9

1.1. BANDO DI CONCORSO

Il progetto di tesi prende spunto da un bando di Concorso del 2012 indetto da Federlegno Arredo Srl in occasione di MADE Expo Architettura Design Edilizia. Il Concorso denominato “Instant House” si inseriva all’interno di un progetto più ampio relativo al “Campus Sostenibile” del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano. Tema del Concorso era la sperimentazione di strategie residenziali che rispondessero alla nuova domanda di abitazione generata dai cosiddetti “cityusers”, utenti caratterizzati da un’elevata mobilità territoriale. La figura dei cityusers pone problemi rilevanti, a cui le strutture tradizionali di accoglienza non riescono a dare risposte soddisfacenti sia in termini economici sia in termini di organizzazione spaziale. A Milano, ogni giorno, si recano migliaia di persone che utilizzano la città in modo saltuario o occasionale (da pochi giorni a diversi mesi). Queste persone rappresentano una risorsa, un arricchimento alla cultura e alla vitalità urbana, una linfa essenziale sotto il profilo economico e sociale della città. Le risposte a questa nuova forma di abitare sono tutt’ora deboli sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo. Manca una rete efficiente ed estesa sul territorio e l’offerta esistente propone risposte obsolete nelle modalità d’uso e nell’adeguamento alle nuove forme di organizzazione spaziale. Un campo non ancora affrontato dall’edilizia sociale perché ancora troppo legata alle superate ipotesi dei nuclei familiari

stabili che vivono in modo permanente nello stesso alloggio per tutta la loro vita. Il Concorso si proponeva di sperimentare modalità abitative per persone che non risiedono in maniera permanente nella città. La strategia di collocare nel tessuto metropolitano strutture residenziali temporanee concorre ad una visione inclusiva di chi vive la città per periodi limitati, introduce significative sinergie con altre funzioni urbane e induce quella miscelazione culturale che è il primo passaggio verso la sperimentazione di nuove relazioni sociali aperte alle diverse esperienze. È un servizio che può migliorare la qualità urbana, permettendo a particolari forme di utenza urbana di interagire con i cittadini e con le imprese interessate ad un ampio spettro sperimentale. L’area di progetto si inserisce all’interno del progetto “Città Studi – Campus Sostenibile” che si propone di rinnovare il campus in chiave sostenibile ed in particolare di: • sperimentare le innovazioni prodotte dalla ricerca universitaria, ripensare gli stili di vita e realizzare ambienti più accoglienti; • partire da se stessi per proporre un modello migliore, esemplare e di riferimento per l’intera città; • entrare a fare parte dei circuiti internazionali dei campus sostenibili. Il programma prevede la progettazione di uno o più manufatti che rispondano al bisogno di una popolazione residente in

mobilità e che allo stesso tempo svolga il ruolo di servizio alla comunità scientifica e ai cittadini che gravitano attorno al Campus di Città Studi. Per questo la proposta si articola entro la dialettica fra spazi individuali e spazi collettivi. Come se la città entrasse a contaminare gli utenti “esterni” e questi, a loro volta, cedessero alla parte di città e alla comunità in cui vivono, aspetti della loro esperienza. Una residenza inclusiva e aperta, capace di generare spazi accoglienti e pieni di vitalità.


10 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


1.Introduzione 11

1.2. OBIETTIVI DELLA TESI

Il programma del bando prevedeva la realizzazione di un organismo edilizio a destinazione residenziale dotato di servizi legati alla mobilità di ricercatori e visiting professors presso il Politecnico di Milano. La tipologia dei visiting professors è caratterizzata da un’elevata mobilità territoriale, da esigenze specifiche legate al loro lavoro in ambito accademico, che devono essere tuttavia compatibili con una serie di servizi legati ai brevi periodi di permanenza presso la struttura. Per questo motivo si è pensato di dedicare un edificio a loro uso esclusivo, con appartamenti piccoli (monolocali e bilocali) e una serie di servizi posizionati al piano terra tra i quali una sala lavoro/ riunioni, un’aula dotata di videoproiettore dove tenere piccole conferenze o lezioni frontali e servizi igienici comuni. L’altro edificio è dedicato non solo ai ricercatori - categoria con bisogni legati anch’essi al mondo accademico e scientifico con esigenze di carattere abitativo più durature - ma in parte anche a cittadini beneficiari del servizio di edilizia convenzionata; dunque un edificio residenziale caratterizzato da permanenze di medio-lungo termine. Oltre alla dimensione abitativa il progetto include uno spazio destinato ad un particolare ambito terziario in forte espansione, quello del co-working, ovvero uno stile lavorativo che prevede la condivisione di un ambiente di lavoro, in questo caso uffici, mantenendo un’attività indipendente. Dallo studio dei servizi presenti nell’area non solo

è emersa l’assenza e quindi il bisogno di spazi di lavoro e studio adatti a questa tipologia di utenza, ma anche la mancanza di un vero polo attrattore che possa rappresentare un punto di riferimento per l’intero campus, dal punto di vista dello svago, del relax e dell’aggregazione. Per questo motivo un altro servizio inserito nel progetto è quello di un edificio che comprenda una caffetteria ed ampi spazi per lo studio ed il relax. Altra lacuna significativa manifestatasi nell’ambito dei servizi presenti in Città Studi, ed in particolare ad uso specifico degli utenti del Politecnico di Milano, è l’insufficienza del numero di posti disponibili nell’unico asilo nido presente, quello di via Valvassori. In seguito all’analisi condotta sull’attuale stato dell’asilo suddetto, dei posti a disposizione e delle relative domande per l’assegnazione dei posti vacanti si è scelto di includere nel progetto un edificio dedicato unicamente ad accogliere i bambini da zero a tre anni oggetto della domanda inevasa dall’attuale offerta. L’obiettivo generale che ci siamo posti è stato quello di trovare una dialettica tra spazi individuali e spazi collettivi, che si integri all’interno del Campus universitario e che svolga anche un ruolo di servizio alla comunità che gravita attorno a Città Studi, studenti, figure appartenenti alla comunità scientifica e semplici cittadini. Un intervento in grado di generare spazi comuni integrati ed inclusivi

che favoriscano l’aggregazione e promuovano nuove relazioni sociali. Nello specifico è sempre stata nostra volontà l’idea di confrontarci sul tema della residenza sociale e studiare nel dettaglio tutte quelle caratteristiche necessarie a rendere un’abitazione sociale un luogo vivibile secondo parametri qualitativamente superiori a quelli dettati attualmente dal codice comunale.


12 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

AREA DI PROGETTO


13

fig.1


14 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

IMMAGINI AREA DI PROGETTO


15

fig.2



2. ANALISI DELL’AREA


18 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

Città Studi

Milano

INQUADRAMENTO AREA DI PROGETTO


2.Analisi dell’area 19

Area di progetto

fig.3


20 POLIHOUSING. Denis DŞambić - Veronica Merenda

Planimetria - masterplan generale - 1937

Studio planimetrico - masterplan generale - 1937

Assonometria - masterplan generale - 1937

fig.8

Piano di ampliamento - 1960

fig.9

fig.4

fig.5

Progetto di massima - Campus Bassini - 1994

fig.6

Modello - masterplan generale - 1937

fig.7

Istituto Neurologico Carlo Besta - 1930/32

fig.10

Dipartimento di elettronica - 1990

fig.11


2.Analisi dell’area 21

2.1. CONTESTO STORICO

La nascita di scuole e istituti specializzati è un fenomeno che si riscontra in tutta Europa durante il periodo preunitario. Per venire incontro alle nuove esigenze dell’industrializzazione si ritiene essenziale una preparazione matematica e scientifica più ampia, per formare non più ingegneri civili generici, ma tecnici con formazione diversificata e specializzata in tutti i campi. Anche la storia dell’Università milanese è connessa allo sviluppo industriale e alle vicende storiche succedutesi in Italia. In Lombardia l’istruzione tecnicoscientifica è vista come una delle principali fonti di progresso. Per questa ragione un gruppo di imprenditori fonda nel 1838 la Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri che, insieme ad altre istituzioni, come l’Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti, ha proprio lo scopo di creare dei centri di raccolta, ricerca, sperimentazione e formazione di iniziative formative e divulgative in ambito tecnico-scientifico. Sulla scorta di questi movimenti, il 13 novembre 1859 viene emanato un Regio Decreto Legislativo che riforma l’intero ordinamento scolastico: la Legge Casati. Questa lascia alle Università il compito della preparazione matematicoscientifica di base e riconosce la necessità di uno sviluppo degli studi scientifici e tecnici, istituendo a questo scopo scuole di applicazione per ingegneri annesse alle Università, ma destinate ancora solamente alla preparazione dei tradizionali ingegneri civili. Il matematico Francesco Brioschi, che contribuisce all’elaborazione della legge e alla realizzazione della politica scolastica dei primi governi unitari, riesce ad ottenere dei parziali risultati soltanto con l’Istituto Tecnico Superiore

di Milano, di cui è fondatore e direttore, inaugurato il 2 novembre 1863 nella gran sala del Palazzo di Brera. Nello stesso anno inizia a svolgersi regolarmente l’attività didattica della Regia Accademia scientifico-letteraria ed entrambi gli istituti hanno sede presso il Collegio Elvetico di via Senato, nel centro storico della città. Solo nel 1866 l’Istituto Tecnico Superiore e l’Accademia Scientifico-Letteraria si trasferiscono in Piazza Cavour nella settecentesca sede del Collegio Reale delle Fanciulle (Palazzo della Canonica) che si sviluppa lungo l’attuale via del Vecchio Politecnico. Da subito nasce l’esigenza di ampliare tali luoghi e di estendere l’Istituto nei terreni circostanti, dando così inizio a numerosi interventi nel corpo principale. Grazie a questi lavori l’organizzazione dei corsi migliora notevolmente, anche se studenti, professori e semplici uditori subiscono notevoli disagi poiché costretti a spostarsi da una sede all’altra. Nel 1870 all’Istituto Tecnico Superiore e all’Accademia Scientifico-Letteraria si aggiunge una nuova istituzione destinata a far parte dell’Università degli Studi: la Scuola Superiore di Agraria. Il sogno di Brioschi di avere a Milano una Scuola d’Ingegneria pienamente autonoma viene soddisfatto nel 1875 con l’avvio del biennio matematico propedeutico di ingegneria al futuro Politecnico di Milano. Lo Stato non accetta di finanziare l’attivazione del biennio, quindi Comune e Provincia di Milano se ne assumono direttamente l’onere partecipando alla costituzione di un primo Consorzio tra gli Istituti di istruzione superiore di Milano: l’Istituto tecnico, l’Accademia Scientifico-Letteraria e le Scuole

superiori di Agricoltura e di Veterinaria. La continua crescita qualitativa e quantitativa degli Istituti Universitari, segnata anche dalla nascita degli Istituti Clinici di Perfezionamento destinati ai giovani medici nel 1906, e la volontà di creare un luogo in cui si potessero concentrare tutte le attività di educazione superiore e di ricerca, porta, nel 1913, all’approvazione da parte del Consiglio Comunale di un Consorzio per la sistemazione generale degli Istituti di Istruzione superiore milanesi. Gli istituti a cui si fa riferimento sono: R. Istituto Tecnico Superiore, R. Accademia delle Belle Arti, R. Scuola Superiore di Agricoltura, R. Scuola Superiore di Medicina Veterinaria, R. Accademia Scientifico-Letteraria, R. Osservatorio Astronomico, RR. Istituti Clinici di Perfezionamento e R. Orto Botanico. Il Consorzio firma nello stesso 1913 la “Convenzione per l’assetto degli istituti d’Istruzione superiore in Milano”, in cui viene decisa la dislocazione delle nuove sedi universitarie nella cosiddetta “area delle Cascine Doppie” tra Loreto e Lambrate. L’area si trovava ai margini estremi della città in una zona di campagna priva di collegamenti con il centro. La maggior parte (150.000 mq) è di proprietà del comune, che non ha dovuto quindi investire capitali per l’acquisto del terreno e in parte (15.000 mq) è stata donata dalla società immobiliare Fratelli Ingegnoli. La convenzione viene supportata da un piano di massima redatto il 26 aprile del 1912 da Augusto Brusconi e Gaetano Moretti. Essi organizzano gli edifici attorno alla nuova grande piazza che sarà in seguito intitolata a Leonardo da Vinci: a nord le Accademie, l’Orto Botanico


22 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda e l’Osservatorio, al centro il futuro Politecnico e a sud gli Istituti Scientifici. Tra il 1913 e il 1915 i progetti esecutivi verranno sviluppati da un comitato tecnico del Consorzio stesso, affiancato da un apposito ufficio tecnico, composto, oltre che dagli stessi Brusconi e Moretti, da Giannino Ferrini, Vittorio Verganti e da Francesco Belloni. L’area viene suddivisa in tre parti: al centro dell’insediamento si trova il Politecnico, mentre nei due lotti laterali sono previste le scuole di Agricoltura e Veterinaria, gli Istituti Clinici di Perfezionamento, l’Accademia di Belle Arti, l’Accademia Scientifico Letteraria e l’Orto Botanico. Ogni isolato è caratterizzato dalla presenza di uno o più padiglioni con uno o due piani, non progettati in relazione tra loro. Non essendoci rapporti reciproci tra gli edifici e la loro forma e tipologia architettonica appare determinata unicamente dalle funzioni che questi devono accogliere. A questo piano viene aggiunto nel 1920 il progetto per un “Istituto di Educazione Fisico-Polisportiva”, sul lotto fra le future via Pacini e Ponzio: un grosso insediamento con campo di calcio, campi da tennis, campo di criquet, piscina, “vasca per pattinaggio invernale”, pista podistica e ciclistica, palestra all’aperto, “vaccheria – latteria”, caffè e ristorante, che si pone evidentemente a servizio delle attività dell’ipotizzato campus universitario. Lo sviluppo urbano di Città Studi si intreccia in quegli anni con le nuove riforme in materia scolastica. Il 30 settembre 1923, con decreto reale (n.2102), viene emanato il noto provvedimento di riforma del sistema dell’istruzione superiore promosso dal ministro Giovanni Gentile. Uno dei cambiamenti più importanti portati dalla riforma è l’istituzione della Regia Università. Il 28 agosto 1924, presso la Prefettura di Milano, viene firmata la convenzione con cui si determina la nascita dell’Università degli Studi di Milano, composta dalle quattro

Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali e che contemplava l’istituzione delle scuole di perfezionamento medico chirurgiche e delle scuole di lingue e letterature straniere moderne. Con la riforma Gentile la vecchia scuola tecnica viene sostituita dalla scuola complementare per l’avviamento al lavoro priva di qualsiasi sbocco ai gradi superiori dell’istruzione: ai diplomati degli istituti tecnici viene tolta la possibilità di entrare nelle scuole di ingegneria, perché solo i diplomati del liceo classico e del liceo scientifico di nuova istituzione sono ammessi. Viene quindi sancita la tutela legale della professione: l’istituzione del titolo di dottore in architettura e in ingegneria è rilasciabile solo dalle università e dagli istituti superiori di istruzione. Al posto del diploma il titolo conferito diviene la laurea. La scuola di ingegneria prende il nome di Regia Scuola d’Ingegneria, ma fin dai primi anni allievi e cittadini indicano la scuola con il nome di Politecnico. Questo evento favorisce la revisione dei programmi didattici e così Gaetano Moretti progetta una Facoltà di Architettura indipendente da quella di ingegneria che porterà nei primi anni trenta alla suddivisione del Politecnico in due distinte Facoltà: Ingegneria e Architettura (1933). Per poter accedere al primo anno della Facoltà di Architettura occorre una maturità classica o scientifica, oppure una maturità artistica, indirizzo architettura. Le facoltà scientifiche sorgono progressivamente nella Città Studi: nel 1924 ha inizio la costruzione dell’Istituto di Chimica Giuliana Ronzoni, in via Colombo 81 e nel 1925 l’Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori, in piazza Gorini, mentre per le facoltà umanistiche si trovano inizialmente soluzioni di ripiego all’interno di edifici esistenti. Grazie alle nuove riforme e al continuo sviluppo di nuovi istituti, tra 1913 e il

1927 l’area delle Cascine Doppie cambia aspetto. L’urbanizzazione di Città Studi prende avvio e il 22 dicembre del 1927 avviene l’inaugurazione. In questa data il polo universitario comprende: i primi due “recinti” della Regia Scuola di Ingegneria, l’istituto di Agraria, di Medicina e di Veterinaria. L’impianto segue regole fisse di composizione e certamente non è aperto a possibili future estensioni, così quando la necessità di ampliamento non tarda ad arrivare, i nuovi padiglioni vengono costruiti intorno all’originario nucleo in quelle aree ancora libere e non occupate dall’edilizia privata che intanto sta innestandosi tutto intorno. La ricerca di terreni disponibili per la costruzione di nuovi istituti universitari deve però fare i conti con la speculazione edilizia e non è possibile seguire una regola compositiva predeterminata ma si è costretti a seguire la regola della città. Già dalla fine degli anni Venti è chiaro che il progetto originale della Città Studi non verrà del tutto rispettato: l’intero isolato settentrionale, quello che avrebbe dovuto accogliere l’Accademia Scientifico-Letteraria, l’Orto Botanico e l’Osservatorio Astronomico non viene realizzato e il progetto del centro sportivo viene ridotto alla costruzione della sola piscina Guido Romano e del campo sportivo Mario Giuriati. Un nuovo urgente adeguamento degli spazi universitari si presenta nel secondo dopoguerra. Alcuni locali della Biblioteca centrale vengono destinati ad uffici e il sotterraneo viene occupato, anche se non del tutto idoneo, ad ospitare laboratori ed officine. È quindi chiara la necessità di avviare un’espansione sui lotti limitrofi e l’area che viene maggiormente interessata dalle operazioni di ampliamento è quella di via Bonardi. Nel 1970 viene messo a punto un piano di ristrutturazione del Politecnico che prevede il completamento della Facoltà di Architettura nel Campus Bonardi e l’edificazione intensiva del Campus


2.Analisi dell’area 23 Bassini con la realizzazione di numerosi edifici per nuovi istituti, aule e laboratori di ricerca e di una biblioteca. Come ultima fase è previsto il rifacimento integrale dell’insediamento storico del “Campus Leonardo da Vinci” su cui è programmata la distribuzione di edificitipo, uno dei quali viene realizzato alcuni anni più tardi tra le vie Golgi e Bonardi. Il Piano Hazon del 1969 ipotizza un raddoppio del Politecnico fuori città, ma vengono messe a punto anche alcune possibilità di spostamento nelle aree di Bovisa. Si pensa infatti alla possibilità di distribuire sul territorio alcune funzioni dell’area centrale con un efficiente sistema di mobilità. Con l’idea di poter sfruttare le linee dell’Adda viene proposta la localizzazione nel settore est, a Gorgonzola o tra Pioltello e Cernusco. Queste proposte vengono discusse a lungo e intanto l’area di Città Studi si arricchisce di nuovi padiglioni: iniziano i progetti per il raddoppio verso via Ampère della sede della Facoltà di Architettura; nascono nel 1978 le torri del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi tra via Celoria e via Golgi di Vico Magistretti e Francesco Soro, autore anche del più tardo complesso dei Dipartimenti di Fisica e Chimica dell’Università degli Studi; nel 1984 A. Santi propone un Complesso di Servizi Universitari e l’Ufficio Tecnico del Politecnico di Milano nel 1996 realizza in via Golgi l’Edificio per Attività Didattiche. Nel 1997 vengono realizzate nuove residenze universitarie (Bruletti, Signorelli, via Ampère) e l’Orto Botanico (Ufficio Tecnico dell’Università degli Studi, via Golgi, via Vanzetti). L’ultimo edificio realizzato in via Golgi ospita la sede delle Segreterie del Politecnico (2004-2007, Luigi Caccia Dominioni). A conti fatti solo il Politecnico si stabilisce completamente in Città Studi, la Statale vi trasferisce parte delle facoltà e degli istituti: Facoltà di Agraria, di Medicina Veterinaria, di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, di

Farmacia e gli insegnamenti dei primi due anni di Medicina e Chirurgia. Gli studenti e relativi docenti e personale amministrativo della Statale presenti in Città Studi sono 18.000; a questi numeri vanno aggiunti quelli del Politecnico. L’Accademia di Brera e l’Osservatorio mantengono invece la loro localizzazione storica senza accettare lo spostamento. Analizzando i piani urbanistici, il Piano Beruto del 1889 è il primo a influenzare il successivo sviluppo della zona di Città Studi. Esso regola la crescita di Milano tramite la costruzione del sistema di strade e di isolati compresi tra la cerchia delle Mura Spagnole e la cerchia dei viali delle regioni. Solo nel 1912 con il Piano Pavia-Masera si delineano le prime linee guida per il futuro sviluppo dell’area di Città Studi. Il Piano crea dei nuovi isolati tra i viali delle Regioni e la cerchia successiva, ripetendo i disegni di strade e isolati di Beruto, ma infittendoli e aumentando altezze e rapporti di copertura degli edifici. È proprio nei primi anni dopo l’attuazione di questo piano che hanno inizio i progetti per la Città Studi che nascerà nel settore nordest di Milano, nella zona delle Due Cascine. Nel 1934, con il Piano Albertini, la zona viene circondata da una fitta rete di strade e isolati, ma non vengono comunque individuate aree sufficienti per l’espansione della città universitaria e delle attrezzature e servizi che ad essa avrebbero dovuto essere collegati. Questo è dimostrato anche dalla rete di trasporto pubblico di allora che non penetra mai all’interno di Città Studi, negando quindi un’adeguata fruibilità all’area. Accanto agli istituti universitari la città continua quindi a crescere liberamente, senza una regola; i terreni liberi vengono progressivamente occupati da nuovi edifici: nel 1932 nasce la Scuola elementare Leonardo da Vinci 1; nel 1934 in via Ponzio sorge il Monastero delle Suore Agostiniane e la chiesa di Santa Monica.

Anche con il nuovo Piano Urbanistico, realizzato tra il 1948-53 in seguito ad un concorso di idee, il Comune di Milano perde l’occasione per compiere un’adeguata analisi su Città Studi. Il Piano prevede infatti, per la parte entro la cinta ferroviaria, un’ulteriore saturazione residenziale, non considerando la necessità di costituire una riserva di aree né per la realizzazione di grandi attrezzature né per la diffusione dei servizi di quartiere. Solo agli inizi degli anni Sessanta, il Comune, tramite il piano particolareggiato della zona, destina ad istituti universitari tutte le aree libere e anche parte di quelle già utilizzate, come il lotto della Clinica neurologica Besta, il campo sportivo Giuriati, l’area di Cascina Rosa, mentre resta destinata a verde e servizi pubblici la striscia tra via Valvassori Peroni e la Ferrovia. Cogliendo questa possibilità il Politecnico predispone, nel quadro del Piano per lo sviluppo della scuola nel decennio 1959-69, un ulteriore ampliamento che prevede l’impianto di numerosi istituti (attorno all’area dell’ex-Giuriati ristrutturata con la realizzazione di un collegio), di una Casa dello studente e del campo sportivo universitario. Il bisogno di spazi per il Politecnico continua quindi ad aumentare. Con il progetto di Ponti, Fornaroli e Rosselli per il Biennio di Ingegneria del Politecnico vengono occupate le aree ancora libere nel lotto oltre la via Bonardi e quindi l’attenzione si sposta ad est, sulle aree della zona del Campo Giuriati. Si sviluppa così un piano di riorganizzazione generale del Politecnico, che però non si riesce a realizzare in modo globale, ma anzi, come avvenuto negli anni precedenti, la crescita procede per “frammenti”. Il Politecnico si amplia quindi occupando lo spazio disponibile, senza però riuscire a creare qualche forma di rapporto organico tra Università e Città. Testo tratto dalla tesi di laurea magistrale “La Città Studi di Milano. Opere, progetti e strategie di riqualificazione”, di MAZZONI Eugenia, PIZZI Alberto, rel. GAMBARO Matteo, Milano, 2011


24 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

Residenze Università e Ricerca Istruzione Salute Sport Religione Amministrazione Verde Pubblico Linee Tram Linee Bus Linee di Forza

1:2000 - ANALISI DELLE FUNZIONI E DEI SERVIZI


2.Analisi dell’area 25

N

fig.12


26 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


2.Analisi dell’area 27

2.2. CONTESTO URBANO

L’area di progetto si trova all’interno del perimetro di Città Studi. Nello specifico nella zona compresa tra l’istituto Neurologico Carlo Besta e il Centro sportivo Giuriati; a sud si affaccia su via Celoria, e a nord su via Giuseppe Ponzio (via interna del campus). L’intero lotto si estende a est rispetto allo storico complesso edilizio del Politecnico di Milano, in posizione centrale rispetto al campus universitario. Il quartiere è delimitato da importanti vie di transito veicolare su gomma e su ferro, quali la linea ferroviaria delle FF. SS., viale Romagna e la tangenziale Est. Risulta anche ben servito dai mezzi di trasporto pubblico, in particolare dalla linea metropolitana 2, con le fermate di Piola-Città Studi e Lambrate (interessata anche dalla presenza delle Ferrovie dello Stato). Questa porzione del territorio comunale è interessata dall’inserimento di una nuova linea di forza del trasporto collettivo (LDF B), la quale dovrebbe offrire un’alternativa alla metropolitana 2 per coloro che provengono da est e hanno come destinazione il centro città, intercettando anche la domanda di spostamenti verso Città Studi. A partire dal nodo ferroviario e metropolitano di Lambrate, la linea proseguirebbe verso est lungo via Rombon e la strada provinciale Cassanese al di fuori dei confini comunali, mentre verso ovest andrebbe a servire il polo universitario di Città Studi, con una fermata specifica in via Golgi. Attraverso via Pascoli e viale Regina Giovanna la linea raggiungerebbe i Bastioni all’altezza

di Porta Venezia, nodo del Passante ferroviario e della metropolitana 1, lungo i quali continuerebbe verso sud fino a Porta Romana. Prima di immettersi su via Ripamonti, lungo la quale correrebbe fino al capolinea, la LDF B attraverserebbe lo scalo ferroviario di Porta Romana, incrementandone l’accessibilità pubblica.

tecnico del Politecnico di Milano propone un progetto di ampliamento dell’università nel perimetro del campo sportivo; infine nel 1970, sempre l’Ufficio Tecnico del Politecnico propone un piano di ristrutturazione con la costruzione di nuovi istituti, aule e laboratori di ricerca. Nessuna delle proposte è stata, tuttavia, realizzata.

Nel corso del XX secolo l’intera zona viene trasformata in un vero e proprio Campus universitario, attraverso i numerosi ampliamenti degli immobili di proprietà del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano. Vengono edificate nuove strutture accademiche, campi sportivi, piazze, viali alberati, esercizi commerciali e servizi legati all’ambito universitario che rendono l’area quasi completamente autosufficiente, generando un moltiplicarsi di strutture ad uso abitativo dedicate agli studenti.

Oltre agli edifici dedicati a università e ricerca sono presenti edifici dedicati alla salute, come l’Istituto Neurologico Carlo Besta, edifici e aree dedicate allo sport, come il Centro Sportivo Giuriati e la Piscina Romano, edifici dedicati all’istruzione e alla cultura, scuole primarie, secondarie, biblioteche e teatri, ed edifici dedicati all’amministrazione, tra i quali la Polizia Municipale. Gli edifici residenziali si trovano ai margini di Città Studi che al suo interno offre anche qualche edificio dedicato agli alloggi per studenti.

Città Studi è oggetto del progetto “Città Studi-Campus Sostenibile”, promosso dal Politecnico di Milano e dall’Università degli Studi di Milano con la volontà di rinnovare il quartiere in chiave sostenibile, sperimentando progetti di ricerca e mirando ad uno sviluppo di ambienti più accessibili ed accoglienti. Dalla sua edificazione nel 1929 l’area di progetto è stata più volte soggetta a proposte di modifica. La prima nel 1937, con un progetto di Magistretti, Portaluppi, Casalis, Tibaldi per l’edificazione del Rettorato, della Facoltà di Giurisprudenza, di Scienze, di Medicina e Chirurgia e del Policlinico; successivamente nel 1960, l’Ufficio

L’università rappresenta quindi il principale attrattore dell’area e i servizi si rivolgono principalmente ai docenti, ai ricercatori e agli studenti. Questi servizi, però, sono per lo più dislocati in aree anche distanti tra loro. Manca un polo specifico caratterizzato da un mix funzionale capace di dar vita a spazi accoglienti dal chiaro carattere di servizi e dell’alto valore pubblico.


28 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

VISTA 3D PROGETTO


29

fig.13



3. PROGETTO


32 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


3.Progetto 33

3.1. DATI DELL’AREA

Il lotto è un rettangolo di 36 m x 150 m, per una superficie totale di 5400 mq, perfettamente allineato sulla direttrice nord-sud e composto da due aree. Quella a nord (2400 mq) è adibita a parco pubblico mentre quella a sud risulta non edificata (3000 mq). L’area adibita a parco pubblico poteva essere modificata in base alle strategie progettuali, integrandola nell’intervento, senza tuttavia modificarne la destinazione d’uso e la superficie attuale. Sulla superficie territoriale (St) di 3000 mq di area di progetto, l’indice di utilizzazione territoriale (Ut) massimo consentito è stato definito nella misura di 1mq/mq (valore ammesso dal Piano delle Regole), quindi l’S.l.p. massima edificabile è stata stabilita in 3000 mq. I 2400 mq di parco pubblico sono stati mantenut; l’area, però, è stata integrata all’interno di un progetto più ampio. Abbiamo posto particolare attenzione alla fruibilità, garantendo l’accesso sia da sud (Via Celoria) sia da Nord (via Ponzio). Dei 3000 mq di superficie lorda complessiva ammessi sono stati utilizzati 2856 mq (calcolati secondo le Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G attuale del comune di Milano) così ripartiti: 201 mq di uffici, 525 mq di caffetteria, 416 mq di residenze temporanee e 1715 mq di residenze permanenti. Per quanto riguarda i parcheggi, si considerano come parcheggi privati gli spazi privati di sosta a servizio delle proprietà che soddisfano anche la dotazione minima prescritta dalla L.

122/1989, ovvero la dotazione di spazi per parcheggi privati di pertinenza nella misura minima di 1 mq per ogni 10 mc di costruzione. Per la verifica di detta dotazione, il volume di riferimento, per qualsiasi destinazione d’uso, si ottiene secondo la definizione di cui all’art. 4 comma 7. Fermo restando la dotazione minima obbligatoria di spazi da destinare a parcheggi privati prevista per legge, in tutti gli interventi di ristrutturazione edilizia e nuova costruzione volti alla realizzazione di nuove funzioni urbane residenziali, commerciali e terziarie, deve essere prevista la seguente dotazione di parcheggi privati, per una migliore organizzazione e funzionalità del tessuto urbano: • per la funzione urbana residenziale, la realizzazione di almeno un posto auto per ciascuna unità abitativa, indipendentemente dalla dimensione della medesima. • per la funzione urbana terziaria, in analogia alle dotazioni di cui all’art. 9 comma 3 delle Norme di attuazione del Piano dei Servizi, la realizzazione di almeno un posto auto ogni 50 mq di S.l.p Per quanto riguarda la funzione urbana residenziale il volume dell’edificio è stato calcolato moltiplicando l’S.l.p per un coefficiente pari a 3 (come da Norme Tecniche di Attuazione). Così facendo otteniamo 6393 mc. L’area minima da destinare a parcheggi è di 1 mq ogni 10 mc. Così facendo otteniamo 640 mq. Le unità immobiliari sono 21, valore che coincide con la dotazione minima di

posti auto richiesta. Vanno aggiunti 5 posti auto per quanto riguarda la funzione urbana terziaria poiché nel progetto sono stati inseriti 201 mq di uffici. Si intende per “posto auto” una superficie minima di 12,50 mq dedicata allo stazionamento del veicolo, esclusi gli spazi di manovra. Avendo 5 posti auto abbiamo altri 63 mq da aggiungere ai 640 mq calcolati per le residenze. Otteniamo così un valore di 703 mq. Da progetto abbiamo 945 mq di parcheggi e nello specifico 24 box e 3 posti auto, per un totale di 27 posti auto. In questo modo abbiamo ottemperato alla richiesta minima che in totale era di 26 posti auto. Sono previste inoltre 23 cantine private, 21 per le residenze e 2 a disposizione degli uffici. Il parcheggio, posto nel sottosuolo, rispetta anche le distanze minime delle uscite di sicurezza poste sempre a meno di 50 m e l’aerazione necessaria che corrisponde ad almeno 1/25 della superficie totale. In questo caso erano richiesti 38 mq di aerazione e il progetto ne prevede 40 mq.


34 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

RESIDENZE permanenti

ASILO NIDO

RESIDENZE temporanee CAFFETTERIA STUDIO

SCHEMA FUNZIONI

fig.14


3.Progetto 35

3.2. CONCEPT E SVILUPPO DEL PROGETTO

Gli obiettivi che ci siamo prefissi di raggiungere prevedono la trasformazione di una porzione del campus come luogo riconoscibile ed unitario, ma al tempo stesso aperto verso l’esterno e che offra spazi collettivi e privati, accoglienti e visibili tramite l’inserimento di nuovi servizi per studenti, lavoratori e abitanti della Città Studi. A ovest l’area di progetto confina con l’Istituto Neurologico Carlo Besta; a nord l’area è delimitata dalla via Ponzio, una via interna al Campus sulla quale affacciano vari padiglioni universitari e di ricerca; a est grande importanza dal punto di vista funzionale e urbanistico ha il campo sportivo Giuriati; a sud ha il suo peso via Celoria, sulla quale si affacciano una serie di padiglioni universitari che generano un flusso di persone continuo e costante durante le ore diurne. Il quartiere risulta quindi caratterizzato da un tessuto edificato ben consolidato negli anni, in cui i padiglioni adibiti a università, ricerca, salute e sport hanno dato vita ad un panorama variegato e poco omogeneo dal punto di vista delle volumetrie e degli stili architettonici adottati. In un contesto del genere è stato difficile trovare degli allineamenti tali da giustificare scelte progettuali più corrette di altre. Siamo partiti quindi dalla volontà di sviluppare il progetto in senso longitudinale così da assecondare lo sviluppo del lotto - potenzialmente critico poiché lungo e stretto - e mantenere la virtuale continuità del verde con il campo sportivo, insediando la parte costruita a ovest verso l’Istituto Neurologico Carlo Besta. Gli allineamenti a questo punto sono

stati ricavati dalla disposizione degli edifici più prossimi all’area da edificare, l’Istituto Neurologico Carlo Besta a ovest, il Centro di Studi Nucleari Enrico Fermi a nord e il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano a sud. Un asse principale, allineato lungo la direttrice nord-sud, attraversa l’area per tutta la sua lunghezza, garantendo la massima fruibilità, permettendo l’attraversamento dell’intero lotto e distribuendo tutti i corpi di fabbrica. Il margine minimo di 5m da mantenere come fascia di rispetto dai confini dell’area è stato sfruttato per creare un cuscinetto tra la parte edificata del nostro progetto ed il muro che divide l’area dal lotto adiacente, salvaguardando così il più possibile l’alberatura esistente. La divisione del lotto in due parti (verde e costruito) è stata riproposta anche nell’area da edificare. La zona verso ovest, meno favorevole alle attività diurne, ospita tutte le zone di servizio, e la zona ad est, prospiciente l’asse di distribuzione e il verde, è stata destinata alle attività pubbliche. I corpi dei servizi (caffetteria-studio e asilo nido) sono stati volutamente posti sui fronti strada per favorirne la massima accessibilità, mentre il corpo residenziale è stato sistemato al centro dell’area, meno soggetta all’inquinamento acustico prodotto dalla viabilità stradale. La caffetteria-studio affaccia infatti su via Celoria per intercettare il flusso cospicuo di studenti, lavoratori e passanti, mentre l’asilo nido dà sulla via interna del Politecnico di Milano, la via Ponzio, in cui il traffico limitato e perlopiù pedonale favorisce la sicurezza di chi ne usufruisce.

Partendo dall’idea di voler creare un luogo riconoscibile ed unitario all’interno del campus, abbiamo scelto di dare origine ad un segno continuo, lavorando per sottrazione di volumi. Generando il solido dall’area definita in precedenza abbiamo proceduto con l’asportazione di 3 porzioni che, creando dei vuoti, hanno concorso a definire sia i corpi di fabbrica che gli accessi agli stessi, a copertura dei quali è stata posta una linea unitaria che “attraversa” l’intero insediamento. Successivamente alla definizione dei singoli edifici abbiamo voluto sottolineare il segno unitario del progetto tramite l’arretramento dei prospetti. Questa operazione ha generato una cornice ai solidi, creando un effetto di basso-rilievo e di chiaro-scuro, accentuato dai grandi vuoti delle logge nelle residenze. Il disegno della zona libera antistante è avvenuto tramite il ribaltamento del perimetro dei prospetti dal piano verticale a quello orizzontale, così da mantenere lo stesso “peso” del volume e della funzione corrispondente e creare proporzionalmente parti pavimentate per accogliere le attività esterne all’edificio. Alla caffetteria-studio è stata dedicata un’area con arredo esterno fisso costituito da tavoli e panche ad integrazione dello spazio interno; all’asilo nido è collegata invece una porzione adibita a spazio ludico per i bambini; per la residenza è stata operata la procedura opposta, ovvero è stato proiettato sul piano orizzontale il vuoto creato tra i due corpi di fabbrica (temporaneo e permanente), dando origine ad una piazza di dimensioni minori rispetto alle altre, atta ad ospitare panchine e giochi d’acqua.


36 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

COSTRUITO VERDE

COSTRUITO

VERDE

DIRETTRICI

CONCEPT


3.Progetto 37

ASSE DI COLLEGAMENTO PRINCIPALE

N

SERVIZIO

ATTIVITÁ

5m di rispetto da confine

fig.15


38 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

SERVIZI

RESIDENZE

SERVIZI

CONCEPT


3.Progetto 39

DEFINIZIONE DISEGNO VERDE

ARRETRAMENTO FILO PROSPETTI

RESIDENZE permanenti

ASILO NIDO

RESIDENZE temporanee CAFFETTERIA STUDIO

fig.16


40 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

Istituto Neurologico “Carlo Besta”

1:500 - PLANIVOLUMETRICO

PROGETTO


3.Progetto 41

Campo sportivo “Mario Giuriati�

N

fig.17


42 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

N

N

N

1:500 - SEZIONI AMBIENTALI


3.Progetto 43

fig.18


44 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:200 - PIANTA PIANI TERRA


3.Progetto 45

N

fig.19


46 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:200 - PROSPETTI


3.Progetto 47

fig.20


48 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

INQUADRAMENTO CAFFETTERIA-STUDIO

fig.21


3.Progetto 49

3.2.1. Servizi: CAFFETTERIA-STUDIO

Dagli studi effettuati nell’ambito di Città Studi è emersa la totale assenza di un luogo di aggregazione in grado di rispondere ai bisogni accessori di un campus universitario, come stare insieme, condividere idee, studiare, rilassarsi da soli o in compagnia leggendo un libro, sfogliando riviste e bevendo un caffè. Quindi uno dei servizi che abbiamo pensato di inserire a completamento del progetto è quello della caffetteriastudio, ovvero un locale dotato di ampi spazi per la consumazione di cibi e bevande, per lo svago, lo studio ed il relax. La nostra proposta si pone come polo attrattore che, oltre a servire l’area interessata dal progetto, possa essere un punto di riferimento per l’intero campus, grazie soprattutto alla sua posizione baricentrica ed all’assenza di altri servizi affini nel quartiere. Come per gli altri corpi presenti sull’area, anche per la caffetteriastudio l’ingresso avviene di lato, sotto il portico di collegamento, ma la pianta è libera, costituita da una fascia dedicata ai servizi ad ovest e a grandi spazi per “stare” verso est, prospicienti il verde e l’area pavimentata dotata di arredi fissi, come tavoli e panchine. In particolare al piano terra è collocata l’area di somministrazione di cibi e bevande (la caffetteria) che dà sul grande salone in cui si può svolgere prevalentemente l’atto di consumazione e quindi contemporaneamente passare il tempo rilassandosi. L’aula affaccia sul vasto spazio esterno con una grande

facciata continua composta di finestre fisse e porte vetrate che permettono la comunicazione diretta con l’ambiente esterno. Al piano terra lungo il prospetto ovest sono sistemati i servizi per il pubblico, gli spogliatoi per il personale, il locale deposito attrezzature per la pulizia, il locale deposito rifiuti e la cucina, quest’ultima direttamente comunicante con la zona di somministrazione. Una scala lineare dà accesso al locale tecnico, nel piano ammezzato, che accoglie l’impianto di aerazione, e infine porta allo spazio prettamente dedicato allo studio di gruppo o anche individuale aperto sul piano inferiore e, come quest’ultimo, costituito dalla penetrazione della luce diretta e delicata del mattino e dalla luce indiretta e diffusa del pomeriggio. Il piano è stato pensato abbastanza ampio così da poter ospitare un alto numero di persone e poter garantire loro gli spazi necessari per lo studio di gruppo, lo studio individuale, la lettura, la consultazione di riviste, la comunicazione e l’interazione, nonché l’organizzazione di eventi specifici.


50 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

VISTA 3D CAFFETTERIA-STUDIO

fig.22


3.Progetto 51

N

A

servizi per il pubblico

locale attrezzature per la pulizia

locale rifiuti

B

cucina

bancone per la somministrazione

servizi e spogliatoi per il personale

B

A

1:100 - CAFFETTERIA-STUDIO - PIANTA PIANO TERRA

fig.23


52 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - CAFFETTERIA-STUDIO - PROSPETTO NORD

fig.24

1:100 - CAFFETTERIA-STUDIO - PROSPETTO SUD

fig.25


3.Progetto 53

N A

locale tecnico

zona studio/lettura/relax

B

B

A

1:100 - CAFFETTERIA-STUDIO - PIANTA PIANO PRIMO

fig.26


54 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - CAFFETTERIA-STUDIO - PROSPETTO EST


3.Progetto 55

N

fig.27


56 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - CAFFETTERIA-STUDIO - PROSPETTO OVEST


3.Progetto 57

N

fig.28


58 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - CAFFETTERIA-STUDIO - SEZIONE AA

fig.29


3.Progetto 59

N

1:100 - CAFFETTERIA-STUDIO - SEZIONE BB

fig.30


60 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

INQUADRAMENTO ASILO NIDO

fig.31


3.Progetto 61

3.2.2. Servizi: ASILO NIDO

Attualmente in Città Studi è presente un solo asilo nido dedicato all’utenza del Politecnico di Milano. L’asilo, ubicato in via Valvassori Peroni 70, ha una capienza massima di 30 posti, distribuiti in 2 classi da 15 bambini ciascuno. Secondo i dati fornitici dall’Arch. Daniela Guaita del Comitato Unico di Garanzia del Politecnico di Milano, a fronte dei 12 posti liberi messi a disposizione per l’a.s. 2014/2015, le richieste d’ammissione pervenute all’asilo nido sono state 21. Per questo motivo abbiamo scelto di inserire tra i servizi dell’insediamento un asilo nido a supporto ed integrazione di quello già esistente. Il nuovo asilo è collocato nella parte nord dell’area di progetto ed ha una capacità massima di 15 bambini. Nella progettazione si è tenuto conto di tutti i criteri che rispondono ai bisogni di un’utenza particolare, come quella dei bambini dai 3 ai 36 mesi. Pertanto al piano terra dell’edificio sono collocate tutte le sale dedicate ai piccoli (sala d’ingresso, sala da pranzo, sala gioco, sala per il riposo, sala da bagno) e tutti i servizi ad esse relativi (depositi, cucina, bagni). Al piano superiore invece sono sistemati i servizi accessori (locale tecnico, direzione, aula insegnanti). Pur essendo l’ingresso posto di lato, la pianta dell’asilo è di conformazione centrale. Tutti i locali si articolano infatti intorno al fulcro caratterizzato dal vano scale/ascensori e dal disimpegno che distribuisce le diverse sale. Inoltre si è voluta prevedere un’area esterna chiusa, adiacente all’edificio e ad uso esclusivo della sua utenza, per lo svolgimento

delle attività di educazione e ricreazione all’aria aperta. L’ingresso avviene dal lato sud dell’edificio, sotto al portico di collegamento che unisce tutti i corpi che compongono il progetto e ne identifica gli ingressi. Nello specifico, il piano terra si divide in due zone. La zona cosiddetta di “servizio” si articola lungo la parte ovest ed è composta dall’aula di accoglienza/ attesa, atta ad ospitare i genitori ed i loro piccoli al momento dell’ingresso all’asilo; dal bagno dedicato al personale, centrale rispetto all’intero piano e quindi fruibile anche durante l’attività di educazione; dal locale deposito delle attrezzature per la pulizia; dal locale deposito dei rifiuti; dalla cucina, adatta ad ospitare i servizi minimi necessari per gli asili nido che usufruiscono del servizio mensa esterno (scaldavivande, frigorifero e freezer, lavabo, dispensa) e dalla sala mensa, direttamente collegata alla cucina, prospiciente il cortile esterno, su cui si affaccia. Sullo stesso spazio verde si affaccia anche uno dei due saloni principali dell’asilo: il salone dedicato al gioco che, insieme alla sala del riposo e alla sala da bagno dei piccoli, compone la zona “attiva” dell’edificio. Al piano superiore si collocano il locale tecnico per l’impianto di aerazione, l’ufficio direttivo-amministrativo con piccolo spazio d’attesa antistante, lo spogliatoio per il personale e l’aula insegnanti che affaccia direttamente sul salone ludico/didattico e sulla sala mensa. Tutte le aule predisposte alle attività

hanno grandi affacci a nord, mai interessati direttamente dalla luce del sole, in modo da garantire un’illuminazione naturale diffusa. Il prospetto est dell’asilo, ovvero quello che corre lungo l’asse di collegamento e quindi interessato dal passaggio pubblico, è forato da piccole finestre di diverse dimensioni, posizionate in modo da comporre un disegno vagamente ludico, che possa rappresentare implicitamente la funzione che svolge ed allo stesso tempo garantire la privacy dei piccoli ospiti.


62 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

VISTA 3D ASILO NIDO

fig.32


3.Progetto 63

N A

area accoglienza

servizi per il personale

locale rifiuti

locale attrezzature per la pulizia

locale scaldavivande

sala pranzo

B

B

sala riposo

sala bagno per i piccoli

sala ludico/educativa

A

1:100 - ASILO NIDO - PIANTA PIANO TERRA

fig.33


64 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - ASILO NIDO - PROSPETTO SUD

fig.34

1:100 - ASILO NIDO - PROSPETTO NORD

fig.35


3.Progetto 65

N A

locale tecnico

aula insegnanti

B

B

ufficio amministrazione

servizi/spogliatoi per il personale

A

1:100 - ASILO NIDO - PIANTA PIANO PRIMO

fig.36


66 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - ASILO NIDO - PROSPETTO EST


3.Progetto 67

N

fig.37


68 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - ASILO NIDO - PROSPETTO OVEST


3.Progetto 69

N

fig.38


70 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - ASILO NIDO - SEZIONE AA

fig.39


3.Progetto 71

N

1:100 - ASILO NIDO - SEZIONE BB

fig.40


72 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

INQUADRAMENTO RESIDENZE

fig.41


3.Progetto 73

3.2.3. Residenze

Tema centrale della tesi è il progetto di strategie residenziali che rispondano alla nuova domanda di abitazione, ovvero di un alloggio di tipo più o meno temporaneo che interessi tipologie di utenza differenti. In questo caso il progetto è destinato a due diverse categorie di utenza, caratterizzate da durate differenti di permanenza: quella di breve permanenza, rappresentata dai visiting professors, e quella di medio - lunga permanenza, costituita dai ricercatori e dalla popolazione che gode della condizione di abitazione in edilizia convenzionata. Il nostro progetto residenziale prevede dunque due edifici distinti che possano funzionare in parallelo ma essere indipendenti l’uno dall’altro. Il primo, di dimensioni ridotte, è dedicato all’abitazione temporanea breve, quindi ai visiting professors. L’edificio si sviluppa in 4 piani fuori terra e un piano interrato. Il piano terra rappresenta il piano pubblico in cui gli ospiti possono svolgere le loro attività di tipo lavorativo-accademico nelle aule a loro dedicate (l’aula proiezioni/lezioni e l’aula riunioni). Per la sua funzione pubblica, l’ingresso al piano può avvenire dal lato sud, determinando così un collegamento diretto con la caffetteriastudio, o dal lato nord, in corrispondenza dell’ingresso del secondo corpo di fabbrica. I piani superiori si ripetono in modo identico e sono costituiti da un bilocale e un monolocale fino all’ultimo piano in

cui si trova solo il monolocale. Dunque 5 unità abitative composte da 2 bilocali e 3 monolocali. Il secondo edificio, molto più grande, ad uso di ricercatori e popolazione, è composto da 6 piani fuori terra più il piano interrato dedicato a locali tecnici, posti auto e moto e box. Il piano terra del fabbricato si compone di due zone: quella ad uso dell’utenza residente e quella ad uso dell’utenza lavorativa. Anche in questo caso, infatti, al piano terra sono collocate le funzioni pubbliche; nello specifico si è deciso di instaurare un ambiente dedicato al co-working, ovvero un luogo in cui l’attività di lavoro è caratterizzata dalla compresenza di liberi professionisti che possono anche collaborare tra loro, mettendo reciprocamente a disposizione le proprie competenze specifiche, riducendo così i costi di servizio. Nelle adiacenze di Città Studi, zona Lambrate - Piola, esiste già qualche realtà di condivisione del lavoro, manca invece completamente nel quartiere oggetto di studio. Viste le dimensioni notevoli dell’edificio, l’ingresso avviene da entrambi i lati, mentre lo spazio lavorativo dispone di un suo accesso indipendente direttamente dalla fascia di collegamento esterna. Oltre al deposito cicli ed al deposito rifiuti, al piano terra è sistemata un’aula polivalente ad uso esclusivo degli abitanti. Ai piani superiori, gli appartamenti (monolocali, bilocali, trilocali e

quadrilocali) sono dislocati in modo da mantenere la corrispondenza, ove possibile, dei locali giorno e notte e rispettando invece pedissequamente la posizione dei locali di servizio così da ridurre al minimo gli spazi destinati ad ospitarne gli impianti per tutto lo sviluppo dell’edificio.


74 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

VISTA 3D RESIDENZE


3.Progetto 75

fig.42


76 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

N PIANO 5

PIANO 4

PIANO 3

PIANO 2

PIANO 1

PIANO 0

TOTALE: N. 22 ALLOGGI

SERVIZI

PUBBLICO

MONOLOCALI n. 7 alloggi

64 % sul totale

SCHEMA DISTRIBUTIVO ALLOGGI

BILOCALI n. 7 alloggi

TRILOCALI n. 5 alloggi

QUADRILOCALI n. 3 alloggi

36 % sul totale

fig.43


3.Progetto 77

MONOLOCALE

zona giorno: 25,8 mq antibagno: 1,8 mq bagno: 6,1 mq

1 - 2 PERSONE BILOCALE

zona giorno: 28,5 mq camera matrimoniale: 14,1 mq antibagno: 3,4 mq bagno: 6,1 mq

2 PERSONE TRILOCALE

TOTALE: 52,1 mq cucina: 8 mq soggiorno: 26,4 mq disimpegno: 7,2 mq camera matrimoniale: 14,1 mq camera doppia: 15,1 mq antibagno A: 3,4 mq bagno A: 6,1 mq bagno B: 5,3

3 - 4 PERSONE QUADRILOCALE

TOTALE: 86,2 mq cucina : 9,9 mq soggiorno: 36,2 mq disimpegno: 6,8 mq camera matrimoniale: 13,8 mq camera doppia: 15,1 mq camera singola: 11,8 mq antibagno A: 3,6 mq bagno A: 6,1 mq antibagno B: 4,6 mq bagno B: 6,1 mq

5 PERSONE CONFORMAZIONE ALLOGGI

TOTALE: 33,7 mq

TOTALE: 114 mq fig.44


78 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

_PERCORSI

_ESPOSIZIONE

QUADRILOCALE

TRILOCALE

BILOCALE

MONOLOCALE

_ZONE GIORNO / ZONE NOTTE

CARATTERISTICHE ALLOGGI

fig.45


3.Progetto 79

_SPAZIO ESTERNO

_ARREDABILITÀ

_SERVIZI areazione

spazi serventi

150

150

150

CARATTERISTICHE ALLOGGI

fig.46


80 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

ingresso pubblico

servizi per il pubblico

ingresso privato

B

sala riunioni

1:100 - RESIDENZE - PIANTA PIANO TERRA

sala proiezioni/lezioni


3.Progetto 81

A

deposito biciclette

N

sala polifunzionale

locale rifiuti

ingresso privato

B

sala riunioni

spazi lavoro

COWORKING

servizi

A

fig.47


82 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

locale tecnico

1:100 - RESIDENZE - PIANTA PIANO INTERRATO


3.Progetto 83

N A

locale tecnico

locale tecnico

bocche di lupo per areazione

A

locale tecnico

fig.48


84 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

B

1:100 - RESIDENZE - PIANTA PIANO PRIMO E SECONDO


3.Progetto 85

A

N

B

A

fig.49


86 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

B

1:100 - RESIDENZE - PIANTA PIANO TERZO


3.Progetto 87

N

A

B

A

fig.50


88 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


3.Progetto 89

N A

B

B

A

1:100 - RESIDENZE - PIANTA PIANO QUARTO

fig.51


90 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


3.Progetto 91

N A

B

B

A

1:100 - RESIDENZE - PIANTA PIANO QUINTO

fig.52


92 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - RESIDENZE - PROSPETTO EST


3.Progetto 93

N

fig.53


94 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - RESIDENZE - PROSPETTO OVEST


3.Progetto 95

N

fig.54


96 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - RESIDENZE permanenti - PROSPETTO SUD

fig.55


3.Progetto 97

N

1:100 - RESIDENZE permanenti - PROSPETTO NORD

fig.56


98 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - RESIDENZE temporanee - PROSPETTO SUD

fig.57


3.Progetto 99

N

1:100 - RESIDENZE temporanee - PROSPETTO NORD

fig.58


100 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

1:100 - RESIDENZE - SEZIONE BB


3.Progetto 101

N

fig.59


102 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


3.Progetto 103

N

1:100 - RESIDENZE - SEZIONE AA

fig.60


104 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

A

D

B

E

C

1:100 - RESIDENZE - SEZIONE TECNOLOGICA

fig.61


3.Progetto 105

A - solaio di copertura rivestimento in ceppo di Grè massetto in cls - 10 cm guaina bentonitica impermeabile isolante in stiferite - 10 + 10 cm solaio in laterocemento - 30 cm (pignatte 42x24x25 - caldana 6 cm) intonaco interno in gesso - 1,5 cm

B - parete perimetrale e finestra

D - solaio interpiano (tra appartamenti) pavimentazione in grès 60x60 cm massetto in cls con impianto radiante - 8 cm cls alleggerito per passaggio tubazioni - 10 cm serramento in PVC con camera d’aria - vetro 4 12 4

isolante in stiferite - 4 cm

isolante in lastre di polistirene - 10 cm

solaio in laterocemento - 30 cm (pignatte 42x24x25 - caldana 6 cm)

rivestimento in ceppo di Grè

intonaco interno in gesso - 1,5 cm

laterizio forato 30x25x30 cm intonaco interno in gesso - 1,5 cm

C - fondazione

E - solaio interpiano (tra piano terra e interrato) pavimentazione in grès 60x60 cm massetto in cls con impianto radiante - 8 cm cls alleggerito per passaggio tubazioni - 10 cm battuto di cemento - 5 cm massetto in cls - 10 cm

isolante in stiferite - 4 cm solaio in predalles 5+20+5

plinto di fondazione in cls - 45 cm guaina bentonitica impermeabile magrone di sottofondazione - 10 cm

1:20 - RESIDENZE - DETTAGLI TECNOLOGICI

fig.62


106 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

VISTA 3D PROGETTO


107

fig.63


108 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda


109

_BIBLIOGRAFIA

TESTI •

AAVV, 10. Mostra Internazionale di Architettura. Città. Architettura e società, Marsilio, Venezia, 2006

BERGO Cristina, PUGLIESE Raffaele, a cura di, L’abitazione sociale, Edizioni Unicopli, Milano, 2007

BOTERO B., DE BENEDETTI M., DELERA A., GOLINELLI C. Housing 6, Etalis Libri, Milano 1994

DELERA Anna, Ri-pensare l’abitare, Hoepli, Milano, 2009

DELERA Anna, Le regole del progetto. I nuovi requisiti per abitare, Libreria Clup, Milano, 2004

GAUSA Manuel, Housing. New alternatives, new systems, Actar Publishers, Barcelona 1998

GRANDI M., PRACCHI A., Milano. Guida all’architettura moderna, Zanichelli Editore, Bologna, 1980

• Hoepli, Quaderni del manuale di progettazione edilizia. L’edilizia residenziale, Ulrico Hoepli editore, Milano 2002 •

MANFREDINI Alberto, MANFREDINI Giovanni, Progettazione architettonica e residenze temporanee, Alinea, Firenze 2003

PUGLIESE Raffaele, La casa popolare in Lombardia 1903-2003, Edizioni Unicopli, Milano 2005

PUBBLICAZIONI •

AAVV, MAZZOLENI Paolo, ALLEMANNI Umberto, a cura di, Aaa architetticercasi 2008: nuove forme progettuali per la residenza cooperativa, Torino 2009

AAVV, Edilizia sociale in Europa, Premio Ugo Rivolta 2007, Editrice Abitare Segesta Spa, Milano 2008.

DELERA Anna, Housing Sociale per una nuova morfologia della città, Dipartimento BEST, Politecnico di Milano, TECHNE 04/2012, Firenze University Press, Firenze, 2011

GAMBARO Matteo, TARTAGLIA Andrea, La costruzione della città pubblica.Governance dei processi e trasformazioni urbane: il ruolo dell’edilizia sociale, Dipartimento BEST, Politecnico di Milano, TECHNE 04/2012, Firenze University Press, Firenze, 2011

• ROSSI PRODI Fabrizio, DE LUCA Giuseppe, DE SANTIS Maria, GORELLI Gianfranco, STANGHELLINI Stefano, Abitare sociale. Modelli architettonici e urbanistici per l’housing. Linee guida, Collana “Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale”, Alinea editrice, Firenze 2013

RIVISTE •

ARGENTI Maria, PERCOCO Maura, Innovazione e tecnica nel progetto della residenza, in Materia n.47, 2005

DI BATTISTA Nicola, Editoriale, in Domus 973, 2013

DOCUMENTI •

Assessorato all’Urbanistica, Edilizia privata del Comune di Milano, Piano delle regole. Norme di attuazione, in PGT Piano di Governo del Territorio, Milano, 2012


110 POLIHOUSING. Denis Džambić - Veronica Merenda

Fondazione Housing Sociale, Polaris Real Estate, CDP, Progetto 10.000 – Allegato A: indicazione per la predisposizione delle proposte progettuali e costruttive della fase 1, 2014

Giunta regionale, Programma Regionale Per L’edilizia Residenziale Pubblica (PRERP) 2014 - 2016, Milano 2014

Istat, 15° censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2011, Roma 2014

Settore urbanistica del Comune di Milano, Norme tecniche di attuazione del PGR vigente approvato il 26/2/1980, variante del 1999, Milano 1999

TESI •

ALQUATI Francesca, MARCHESOTTI Cecilia, rel. POSTIGLIONE Gennaro, RUSE. Residential Urban Social Equipment. Housing Sociale, Milano, 2010

• BRAMBILLA Elena, rel. BIRAGHI Marco, Residenza sociale: criteri per l’analisi e il progetto dell’abitare contemporaneo, Milano, 2010 •

LIBERATORI Anna, rel. GINELLI Elisabetta, Abitare Milano. Pratiche sostenibili e soluzioni tecno-tipologiche per l’housing sociale, Milano, 2010

MAZZONI Eugenia, PIZZI Alberto, rel. GAMBARO Matteo, La Città Studi di Milano. Opere, progetti e strategie di riqualificazione, Milano, 2011

SITI WEB

ALER MILANO www.aler.mi.it

CECODHAS www.housingeurope.eu

COMUNE DI MILANO www.comunedimilano.it

COWO www.coworkingproject.com

FONDAZIONE HOUSING SOCIALE www.fhs.it

HOUSING SOCIALE MILANO www.housingsocialemilano.it

MYCOWO www.mycowo.com

REGIONE LOMBARDIA www.regionelombardia.it

PROGETTARE ARCHITETTURA www.progettarearchitettura.it


111

_INDICE DELLE FIGURE

Fig. 1

Area di progetto

12

Fig. 2

Immagini area di progetto

14

Fig. 3

Inquadramento area di progetto

18

Fig. 4

Planimetria - masterplan generale - 1937

20

Fig. 5

Studio planimetrico - masterplan generale - 1937

20

Fig. 6

Progetto di massima - Campus Bassini - 1994

20

Fig. 7

Modello - masterplan generale - 1937

20

Fig. 8

Assonometria - masterplan generale - 1937

20

Fig. 9

Piano di ampliamento - 1960

20

Fig. 10

Istituto Neurologico Carlo Besta - 1930/32

20

Fig. 11

Dipartimento di elettronica - 1990

20

Fig. 12

Analisi delle funzioni e dei servizi - 1:2000

24

Fig. 13

Vista 3D progetto

28

Fig. 14

Schema funzioni

34

Fig. 15

Concept

36

Fig. 16

Concept

38

Fig. 17

Planivolumetrico - 1:500

40

Fig. 18

Sezioni ambientali - 1:500

42

Fig. 19

Pianta piani terra - 1:200

44

Fig. 20

Prospetti - 1:200

46

Fig. 21

Inquadramento caffetteria-studio

48

Fig. 22

Vista 3D caffetteria-studio

50

Fig. 23

Pianta piano terra - caffetteria-studio - 1:100

51

Fig. 24

Prospetto nord - caffetteria-studio - 1:100

52

Fig. 25

Prospetto sud - caffetteria-studio - 1:100

52

Fig. 26

Pianto piano primo - caffetteria-studio - 1:100

53

Fig. 27

Prospetto est - caffetteria-studio - 1:100

54


112 POLIHOUSING. Denis DŞambić - Veronica Merenda

Fig. 28

Prospetto ovest - caffetteria-studio - 1:100

56

Fig. 29

Sezione AA - caffetteria-studio - 1:100

58

Fig. 30

Sezione BB - caffetteria-studio - 1:100

59

Fig. 31

Inquadramento asilo nido

60

Fig. 32

Vista 3D asilo nido

62

Fig. 33

Pianta piano terra - asilo nido - 1:100

63

Fig. 34

Prospetto sud - asilo nido - 1:100

64

Fig. 35

Prospetto nord - asilo nido - 1:100

64

Fig. 36

Pianta piano primo - asilo nido - 1:100

65

Fig. 37

Prospetto est - asilo nido - 1:100

66

Fig. 38

Prospetto ovest - asilo nido - 1:100

68

Fig. 39

Sezione AA - asilo nido - 1:100

70

Fig. 40

Sezione BB - asilo nido - 1:100

71

Fig. 41

Inquadramento residenze

72

Fig. 42

Vista 3D residenze

74

Fig. 43

Schema distributivo alloggi

76

Fig. 44

Conformazione alloggi

77

Fig. 45

Caratteristiche alloggi

78

Fig. 46

Caratteristiche alloggi

79

Fig. 47

Pianta piano terra - residenze - 1:100

80

Fig. 48

Pianta piano interrato - residenze - 1:100

82

Fig. 49

Pianta piano primo e secondo - residenze - 1:100

84

Fig. 50

Pianta piano terzo - residenze - 1:100

86

Fig. 51

Pianta piano quarto - residenze - 1:100

89

Fig. 52

Pianta piano quinto - residenze - 1:100

91

Fig. 53

Prospetto est - residenze - 1:100

92

Fig. 54

Prospetto ovest - residenze - 1:100

94


113

Fig. 55

Prospetto sud - residenze permanenti - 1:100

96

Fig. 56

Prospetto nord - residenze permanenti - 1:100

97

Fig. 57

Prospetto sud - residenze temporanee - 1:100

98

Fig. 58

Prospetto nord - residenze temporanee - 1:100

99

Fig. 59

Sezione BB - residenze - 1:100

100

Fig. 60

Sezione AA - residenze - 1:100

103

Fig. 61

Sezione tecnologica - residenze - 1:100

104

Fig. 62

Dettagli tecnologici - residenze - 1:20

105

Fig. 63

Vista 3D progetto

106


POLIHOUSING Denis Džambić - Veronica Merenda


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.