HZINE ILLUSTRATION

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Illustration


HZINE INDICE

ILLUSTRATORI Zoe Lacchei Francesco D’Isa Vìctor Castillo Mark Ryden Alessia Iannetti

RECENSIONI .08 .12 .21 .28 .32

URBAN ART Bansky Tombini Artistici

.07 .19

Libri Film

.16 .17

CONTEST

.36


EDITORIALE HZINE

La descrizione della realtà attraverso l’illustrazione Dal XIX secolo l’illustrazione così come la pittura dovettero fare i conti con la grande invenzione della fotografia, che venne accolta inizialmente con scetticismo, al punto che il pittore Paul Delaroche affermò “da oggi la pittura è morta”. In effetti essa, col tempo, sostituì il lavoro di pittori e illustratori come testimonianza di eventi e riproduzione della realtà, facendo perdere terreno alla produzione di diari di viaggi illustrati, al ritratto realistico, alla pittura di paesaggio. Occorre però spiegare che il lavoro degli illustratori nel rappresentare la realtà non è stato sostituito del tutto dalla fotografia, perché in certi casi, le illustrazioni, oltre ad essere pezzi artistici di indubbio valore, possono essere anche indispensabili per fare semplificazioni, o aggiungere qualcosa che chiarisca (in-lustrare) un concetto; l’immagine può essere così un valido aiuto alla memoria. Pensiamo alle illustrazioni dei testi scientifici, fondamentali per il lettore, alla botanica o alla medicina: non sarebbero comprensibili, in una fotografia, gli organi interni del corpo umano senza il lavoro di “pulizia” e schematizzazione che può fare un illustratore. Così pure in natura non sarebbero visibili chiaramente le parti interne di un fiore come lo sono disegnate su un fondo neutro e prive di tutto ciò che disturba la visione completa dell’oggetto naturale (terriccio, liquidi, polvere). Un altro esempio interessante dell’utilità delle illustrazioni è quello delle istruzioni per immagini: disegni che, aiutati da simboli (ad es. indicatori di direzione come frecce) ci indicano come montare un pezzo di arredamento o un giocattolo, o spiegano come mettere in funzione uno strumento. Fotografare fase dopo fase non sarebbe altrettanto efficace! E che dire del lavoro creativo e scientifico insieme che hanno fatto bravissimi illustratori per fornirci immagini di realtà che nessuno di noi ha potuto vedere? Se oggi abbiamo ben chiaro l’aspetto di un dinosauro, dalla pelle agli artigli, magari anche contestualizzato in un habitat credibile, lo dobbiamo a loro; che mettendo insieme parti di scheletri fossili, informazioni sull’ambiente preistorico, e aspetti degli attuali rettili sono stati in grado di fornirci degli affascinanti ritratti di esseri sconosciuti agli occhi umani. La creatività artistica al servizio della scienza è un potente strumento di conoscenza! Giulia Verushka Galluccio


HZINE VÌCTOR CASTILLO


URBAN ART HZINE

BANKSY

l’uomo oltre il muro Banksy nasce a Bristol nel 1975 (ma la sua vera identità è tenuta nascosta), ed é uno dei maggiori esponenti della street art. Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l’etica. La tecnica che preferisce per i suoi lavori di guerrilla art è da sempre lo stencil, che proprio con Banksy è arrivato a riscuotere un successo sempre maggiore presso street artist di tutto il mondo. I suoi stencil hanno cominciato ad apparire proprio a Bristol, poi a Londra, in particolare nelle zone a nordest, e a seguire nelle maggiori capitali europee, notevolmente non solo sui muri delle strade, ma anche nei posti più impensati come le gabbie dello zoo di Barcellona. Banksy iniziò la sua carriera di artista alla fine degli anni ottanta nella crew “Bristol’s DryBreadZ”, firmandosi Kato e Tes. Nel 1998 organizzò l’enorme raduno di graffitari Walls On Fire, insieme all’amico di Bristol e leggenda dei graffiti Inkie. Il lungo weekend di eventi richiamò artisti da tutto il Regno Unito e da tutt’Europa, e quest’organizzazione dell’evento pose il suo nome nello starsystem dei graffiti europeo. Gli stencil di Banksy sono caratterizzati da immagini singolari ed umoristiche, a volte accompagnate da slogan. Il messaggio di solito è contro la guerra, anti-capitalistico, anti-istituzionale e a favore della pace. I soggetti sono animali come scimmie e ratti, ma anche poliziotti, soldati, bambini e anziani. Nell’agosto del 2005 Banksy ha realizzato dei murales sulla barriera di separazione israeliana, costruita dal governo israeliano nei territori della Cisgiordania (soprattutto a Betlemme, Ramallah e Abu Dis), combinando varie tecniche. Le caratteristiche di questi murales sono veri e propri squarci nel muro (realizzati con la tecnica del trompe l’oeil) che permettono di “vedere” cosa c’è dall’altra parte. Nel 2007 è ritornato a Betlemme per effettuare ulteriori murales. L’artista ha realizzato a Napoli, in Via Benedetto Croce e cancellata nel maggio del 2010, uno stencil che rappresentava una reinterpretazione della Santa Teresa del Bernini, raffigurata con in mano delle patatine e un panino, simbolo del consumismo. Un’altra opera è ancora visibili a Napoli, è La madonna con la pistola a piazza Gerolomini.

www.banksy.co.uk

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HZINE ILLUSTRATORI

ZOE LACCHEI

immagini torbidi e sensuali Zoe Lacchei è un’affascinante illustratrice italiana cresciuta in un piccolo paese in provincia di Roma che grazie al suo talento è riuscita a fare apprezzare la sua arte anche all’estero. Essendo un posto isolato, le ha dato una grande astrazione e la capacità di evasione, due caratteristiche che costituiscono la base del suo lavoro. Dopo il liceo, piuttosto che frequentano regolari corsi accademici, ha focalizzato sui temi che amava di più, come l’anatomia umana e la cultura giapponese. Quest’ultimo l’ha colpito enormemente: semplicemente lei adora il Giappone, con le sue contraddizioni e stranezze, con il suo grande senso per l’arte dell’immagine, in un tradizionale e allo stesso tempo moderno, dato dai Manga, Anime e videogiochi. Le sue illustrazioni ritraggono con uno stile deciso e accurato un immaginario misterioso, torbido, sensuale in uno stato di inquetante calma apparente, prendendo come forza ispiratrice le favole, la cultura giapponese, le atmosfere gotiche e la tattoo art. Ora è una famosa artista italiana, famosa in tutto il mondo. Eclettica e appassionata, i lavori di Zoe Lacchei hanno partecipato in numerose mostre, e il suo stile inconfondibile è una fusione di diverse tecniche e marteriali tradizionali. Nel 2004 ha realizzato una serie di tredici illustrazioni per il disco d’oro di Marilyn Manson, “Golden Age of the Grotesque”, dandole così visibilità internazionale, e nel 2007 per il disco d’oro “Eat Me, Drink Me”.

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Invece, nel 2007 ha anche iniziato la realizzazione dei suoi celebri ritratti di geisha, esposti in moltissime gallerie, questo mese nella mostra collettiva ”Candy Coated Canvas“ presso la London Miles Gallery (dal 9 luglio al 2 agosto), mentre nel 2013 la vedremo in Italia, a Roma, alla mostra collettiva “Erotic Drawings” presso Mondo Bizzarro Gallery.

www.zoelacchei.com


ZOE LACCHEI HZINE

The Tamer olio su tela 30x30 cm. 2013

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HZINE ILLUSTRATORI

Leda and the Swan

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olio su tela 20x30 cm. 2010


ZOE LACCHEI HZINE

Geisha of the Crows olio su tela 30x30 cm. 2013

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HZINE ILLUSTRATORI

FRANCESCO D’ISA tra visione e filosofia

Chi è D’Isa? Quale entità si cela dietro questo affascinante e poliedrico personaggio che è tutto e un minuto dopo niente, che balla fra la vita e la morte, che nuota nell’oceano del tempo come fosse la piscina di casa e solleva interrogativi di mostruosa profondità? D’Isa è una ricerca continua, un’indagine introspettiva che coinvolge saggi e stelle, sesso e amore, scienza e poetica, tutti chiamati a dare risposte chiare, sensate, comprensibili e accettabili, ma che si rivelano impotenti e inadeguati al fine di dirimere l’intricata matassa dell’esistenza. O forse no..? Francesco D’Isa nasce a Firenze nel Settembre del 1980. Laureato in Filosofia, si avvicina come autodidatta all’arte visiva. Dopo l’esordio con disegni e racconti sulle pagine della rivista d’arte e letteratura “Mostro”, di cui era redattore e co-fondatore, le sue opere vengono pubblicate in libri e riviste in Italia ed all’estero, come “Expose III”, Ballistic Publishing (USA), “Pixel Surgeons:Exreme manipulation of the figure in Photography”, Mitchell Beazley Art & Design, Octopus ed. (UK), “Black magic, White Noise” ed “Illusive 3” editrice Die Gestalten (Germany), “Design 360° Sandu culture ed. (China). Dal 2001 ad oggi le sue opere d’arte visiva hanno vinto vari premi in Italia ed all’estero e sono state esposte in gallerie d’arte in Europa, USA, Gippone, Russia e Sud America. Nel 2007 dà vita al collettivo internazionale di artisti e porno star “Pornsaints”.

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Partecipa ed organizza come artista e curatore di Pornsaints agli eventi del collettivo in Europa e Stati Uniti. Dal 2010 scrive per il quotidiano online “il Post”. A fine 2011, D’Isa ha pubblicato il suo primo romanzo illustrato, “I.”, pubblicato dalla casa editrice Nottetempo (Roma, Italia). Composto da illustrazioni di autori vari, tutte utilizzabili poiché di pubblico dominio o sotto licenza Creative Commons, “I.” è la storia della ricerca di un’identità, una sorta di “romanzo” di formazione fatto di immagini e parole (sia originali che “rubate” e riadattate da altri autori). Il suo protagonista compie un viaggio alla ricerca di sé stesso imbattendosi in filosofi, pseudo-divinità, millantatori, sirene vacue, cercando risposte, provando ad amare, studiando, andando in guerra. La risposta che troverà è la non-risposta per eccellenza, eppure l’unica possibile. Vive e lavora a Berlino. E se gli chiedete perchè disegna quasi solo figure femminili, vi dirà una bugia.

www.ilpost.it/francescodisa


FRANCESCO D’ISA HZINE

Europa olio su tela 600x600 cm. 2012

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HZINE ILLUSTRATORI

The Game

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olio su tela 94x80 cm. 2009


FRANCESCO D’ISA HZINE

Incomprehension olio su tela 48x33 cm. 2008

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HZINE RECENSIONI

LIBRI

AFTER Jessica Barman

MIDDLESEX Jeffrey Eugenides

INFERNO Dan Brown

JOYLAND Stephen King

Un leggero Déjà vu a leggere questo libro, che per fortuna, è sparito a lungo andare nella narrazione della storia. Liz, è una ragazza popolare che ha tutto quello che vuole dalla vita; è una di quelle ragazze che a primo impatto odi. Però questo libro mi ha sorpreso, perché anche le persone più perfide, hanno le loro debolezze dentro di sé e lo capisce addirittura Alex, che deve accompagnarla nel suo viaggio attraverso la morte.Non è un quattro stelle pieno, ma non è nemmeno da buttare. Sicuramente troppi flashback inutili, che si fanno capire il personaggio, ma forse si doveva restringere un po’ sui misteri sottostanti! Finale intuibile , ma comunque interessante da leggere.

Middlesex è una storia di cambiamenti. La storia narrata da Cal(lie) non è solo il racconto di una trasformazione personale ma della trasformazione di una nazione (gli Stati Uniti) e di un popolo (greci in questo caso, ma migranti da ogni paese) nelle varie fasi di adattamento ad una nuova casa e ad un nuovo stile di vita, sia fisico che metaforico. Un bellissimo affresco dell’america del ‘900, raccontato attraverso la vita della famiglia Stephanides. In effetti, l’ultima parte del libro, quella piu’ “personale” di Cal(lie), è quella che forse mi è piaciuta di meno, mentre ho adorato dalla prima all’ultima riga la storia intricata della sua famiglia e dell’America che cambiava insieme a lei.

In questo nuovo e avvincente thriller, l’autore ritorna ai temi che gli sono più congeniali per dare vita al suo romanzo più esaltante. Robert Langdon, il professore di simbologia di Harvard, è il protagonista di un’avventura che si svolge in Italia, incentrata su uno dei capolavori più complessi e abissali della letteratura di ogni tempo: l’”Inferno” di Dante. Langdon combatte contro un terribile avversario e affronta un misterioso enigma che lo proietta in uno scenario fatto di arte classica, passaggi segreti e scienze futuristiche. Addentrandosi nelle oscure pieghe del poema dantesco, Langdon si lancia alla ricerca di risposte e deve decidere di chi fidarsi... prima che il mondo cambi irrimediabilmente.

Estate 1973, Heaven’s Bay, Carolina del Nord. Devin Jones, squattrinato studente universitario, decide durante le vacanze di accettare un lavoro in un luna park. Appena arrivato nel parco divertimenti, popolato da strani personaggi, Dev scopre che il luogo nasconde un macabro segreto: nella Casa degli Orrori si aggira infatti il fantasma di una donna uccisa quattro anni prima in modo decisamente macabro. Per guadagnarsi il magro stipendio, il ragazzo non dovrà soltanto intrattenere i bambini con il suo costume da mascotte, ma anche combattere il male che minaccia Heaven’s Bay. E difendere la ragazza della quale nel frattempo si è innamorato.

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FILM

ONE DAY Lone Scherfig

PARANORMAN Chris Butler

FIGHT CLUB David Fincher

LOST IN TRANSLATION Sofia Coppola

La storia di Em e Dexter è davvero originale: due ragazzi che si incontrano “non per caso” dopo la laurea e che, anno dopo anno, trascorrono le loro vite pensandosi ogni anno, nella stessa giornata. Pensandosi, o anche incontrandosi, perchè si cercano disperatamente, prima come amici, poi come amanti, facendo piena chiarezza nei loro sentimenti, e questo amore, più forte del tempo e delle loro paure a lasciarsi andare, li trasformerà completamente. L’interpretazione è buona da parte di entrambi e voglio ricordarvi che la storia vive alcuni momenti molto forti. Una storia che ci ricorda che l’amore è senza regole, e se guardate il film capirete perchè, e che ogni attimo deve essere vissuto al massimo.

I personaggi di “diario di una schiappa” si trasformano in pupazzi animati e si calano in un racconto horror per bambini e non solo. Norman é un ragazzino incompreso e un po’ isolato perché parla con i fantasmi. Toccherà a lui liberare la città dalla maledizione della strega e dagli zombie che la invaderanno. Ed ecco che nella difficoltà si scoprono i veri amici, i pusillanimi e gli strafottenti senza coraggio. Divertente, irriverente, simpatico, appassionante, questo film che vede sui pupazzi volti di gente comune, ma anche di personaggi noti, ha un’animazione quasi perfetta, il ritmo della storia è coinvolgente e, anche se ai più piccoli potrebbe fare paura, ai più grandi fa bene al cuore.

Fight Club è un film che lascia il segno, specialmente in coloro che da un determinato punto di vista si rispecchiano nel protagonista principale. Infatti alla fine ti rendi conto che noi non siamo uomini “liberi”, ma macchine manovrate dal sistema e che ognuno di noi ha bisogno di una “guida” che ci faccia capire se un’azione che stiamo per compiere o che abbiamo compiuto sia veramente partita da noi o dal sistema che senza rendercene conto ci ha condizionato a tal punto da compierla. Ottime le scenografie ma soprattutto la musica che le accompagna, ottima anche la sceneggiatura e le interpretazioni di Pitt e Norton. E per finire, consiglio vivamente la visione di questo film, e il messaggio di Fincher è piuttosto chiaro e per me giustissimo. A voi giudicare.

Due persone che non riescono a comunicare con i rispettivi partner, che trascorrono la loro vita senza avere uno scopo, che non sono riuscite a ottenere dalla vita ciò che hanno sempre sognato. Il film è visto da un occhio femminile molto delicato che si sofferma sui momenti “morti”: primi piani, sguardi, abitudini private, ecc…; piccoli momenti che il ritmo dei film moderni ha finito col travolgere, Sofia Coppola non ha fretta, non ha bisogno di epiche battaglie, telenovele amorose con un colpo di scena al minuto per emozionarci. Un film che colpisce per la sua delicatezza nel duemila va premiato come è successo per la sceneggiatura agli Oscar, peccato per il mancato riconoscimento ad un ispirato Bill Murray.

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URBAN ART HZINE

TOMBINI ARTISTICI la nascosta arte del Giappone

Ormai sono diventati parte della cultura nazionale del Giappone: parliamo dei tombini, personalizzati e realizzati con grande maestria artistica. Assai affascinanti da vedere, ogni città ha scelto modelli e stili propri. Con oltre 6.000 tombini diversi, non c’è da sorprendersi che fotografarli sia diventato un hobby per molti. Tutti i tombini sono forgiati dal 1780 nelle fonderie di Nagashima, partendo da matrici scolpite da maestri e conservate in una biblioteca centrale. Infatti, per quanti non ne fossero a conoscenza, circa il 95% dei tombini presenti nei 1.780 comuni della nazione si presentano come rappresentazioni elaborate dei simboli legati alle varie località. E’ diventato parte della cultura nazionale del paese, ed è affascinante vedere i disegni e gli stili diversi che ogni città ha scelto per essere rappresentata. Tanto per menzionare degli esempi, questi dettagli in genere mostrano la fauna e la flora del luogo, stemmi di famiglie importanti, festival locali o anche solo scene di vita. Questi “tombini artistici” erano stati commissionati negli anni Ottanta, mentre era in atto un processo di trasformazione delle aree rurali e suburbane che prevedeva di riorganizzarle e rimodernizzarle, con un occhio di riguardo per la cultura e le tradizioni delle regioni di appartenenza. Nel tempo questa pratica ha ispirato molte persone a viaggiare per tutto il Giappone, alla ricerca di queste piccole opere d’arte. In questa pagina vi proponiamo una raccolta di foto offerta dal sito nipponico Hamusoku, tuttavia se volete approfondire l’argomento su internet potete trovare diversi blog e gruppi di Flickr. Oltre a questi, il fotografo Remo Camerota ha realizzato un libro illustrato, dal titolo “Drainspotting: Japanese Manhole Covers”, del quale esiste anche un’applicazione per iPhone. A proposito: lo sapevate che in Giappone i tombini sono rotondi in modo che i coperchi non possano mai cadere dentro per sbaglio?

www.flickr.com/groups/japanese_manhole_covers/pool

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VÌCTOR CASTILLO RICICLAGGIO ICONOGRAFICO POPOLARE E I BAMBINI COME MISCELAZIONE CON IL GROTTESCO, CARATTERIZANO I DIPINTI DI VìCTOR CASTILLO, IL QUALE, STA PREPARANDO UNA MOSTRA A LOS ANGELES, CALIFORNIA. CI INCONTRIAMO CON LUI PER PARLARE DELLA SUA VITA IN SPAGNA, LA CAPACITA’ DISCORSIVA DEL SUO LAVORO, LA DELUSIONE CHE SENTIVA SOPRA LA SCENA ARTISTICA CILENA E I VANTAGGI DI STABILIRSI IN EUROPA PER IL SUO SVILUPPO COME ARTISTA. SCRITTO DA VERUSHKA GALLUCCIO

Nel 2004, Victor Castillo si recò per la prima volta in Europa, quando fu invitato a mostrare il suo lavoro al festival di BAC a Barcellona. Egli fu fortunato, dal momento che è arrivato con il lavoro giusto, al posto giusto e al momento giusto. La mostra collettiva chiamata “La Piel”, Castillo ha partecipato con un murale sui stereotipi americani, che ritrae due indiani in danza nello stile del «buon selvaggio» alla Walt Disney con una grande macchia marrone che sconvolge la scena allegra. Precisamente, la critica di etnocentrismo nel suo lavoro è stato ciò che ha attirato l'attenzione di alcuni artisti spagnoli e commercianti d'arte. Vìctor Castillo nacque a Santiago (Cile) nel 1973, e cominica a disegnare nei primi anni 90, dove ha sviluppato un'ampia carriera nella sua cità natale, che comprendeva mostre in musei e gallerie d'arte. Inoltre ha presentato due mostre individuali a Masacre (Centro culturale Spagnola, 2003) e Postizo (Galleria Balmaceda, 2004), prima si stabilì a Barcellona. Ma solo in questa città, Castillo ha trovato un posto dove si potrebbe sviluppare il suo lavoro liberamente, senza restrizioni o critica. Una situazione totalmente diversa che quella che ha sperimentato in Cile. Dice Castillo: “In Cile ci sono le istituzioni ancora conservatrici e per chi desidera mostrare il proprio lavoro, deve rispettar certi limiti. In altri posti, non ho mai avuto problemi di questo genere. E per me, lasciando il Cile era necessario crescere come artista e come individualista.” La delusione di Castillo nella scena artistica cileno, risalire ai suoi primi anni come studente di arte nella Universidad Arcis a Santiago. Quando era nel suo primo anno, uno dei suoi lavori è stato selezionato per la stampa internazionale e Biennale di disegno, tenuto a Taiwan nel 1993. Il lavoro di Castillo è stato mostrato tra le opere di artisti come Robert Rauschenberg, Frank Stella, Roy Lichtenstein e Jasper Johns. Tuttavia, l’impegno e il riconoscimento del lavoro, è stato dato all’insegnante di disegno di Castillo.

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HZINE VĂŒCTOR CASTILLO

Chick Habit acrilico su tela 50x50 cm. 2007

2x4 (for Metallica)

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acrilico su tela 36x36 cm. 2012


PRIMA PAGINA HZINE

In base a questa esperienza, Castillo ritiene che le istituzioni d’arte in Cile hanno troppo potere sopra gli artisti. Per questo motivo, gli artisti devono affrontare molti ostacoli per sviluppare il proprio lavoro e per ottenere un adeguato apprezzamento della propria ricerca pittorica. Fin dal suo primo viaggio in Spagna, Castillo ha ricevuto l’approvazione e la critica in tutti i paesi in cui è stato invitato a mostrare il suo lavoro: Italia, Germania, Inghilterra, Cina, Argentina, Brasile, Messico, Stati Uniti, Danimarca, Holland e Belgio. Per l’artista, i pregiudizi della scena artistica che aveva sentito nel suo paese non sono più considerati nella sentenza del suo lavoro. I dipinti di Víctor Castillo hanno un sinistro e critico carattere contraddittorio, a causa del fatto che i suoi dipinti usa un immaginario infantile, e li interpreta in modo cupo e inquietanti. Castillo guida la nostra interpretazioni quasi ai limiti dell’irreale. In questo modo, egli si articola in un discorso politico, che si basa su un contesto personale e storico dell’artista. I riferimenti artistici di Castillo sono: Manuel Ocampo, Gary Baseman, Paul Mc Carthy, Henry Darger, Goya. E lo stesso Castillo ammette: “Oserei dire, che sono stato portato via dal mio gusto, che è indipendente dal contesto teorico e le preferenze concettuale che io possa avere, e Il rapporto che ho con questi autori è dovuto al senso che hanno dimostrato a me, ma ora seguo la mia strada.” Anche se lui è residente a Barcellona, Víctor Castillo tiene ancora i contatti con la scena artistica cilena. I seguenti progetti di Víctor Castillo sono Korova Milkbar (un’esposizione individuale ad Amburgo), il primo libro sul suo lavoro pubblicato dall’editore Rojo di Barcellona, il design di alcune maschere per la sfilata del designer spagnolo Amai Rodríguez e il progetto “Apocalipsis Wow” (una mostra collettiva pop art presso il Museo d’arte moderna di Roma nel mese di ottobre). Inoltre, nel mese di luglio egli mostrerà Gameland alla Merry Karnowsky Gallery di Los Angeles, California, dove è previsto la presenza di Matt Groening ( il creatore di Simpson). Questo dettaglio è importante per Víctor Castillo, perché essa riflette i suoi interessi attuali. Sono stata molto felice di conoscere un artista con una visione personale del mondo e di tutto quello che lo circonda, e sono altrettanto onorata di farvi leggere l’intervista che abbiamo preparato apposta per lui. Voltate pagina, e buon proseguimento di lettura!

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V ÌCTOR CASTILLO Barcelona, 2009


PRIMA PAGINA HZINE DUE PAROLE CON...VÌCTOR CASTILLO - Pensi che le persone che conoscono il tuo lavoro sono sorpresi quando ti incontrano? - A volte succede. La gente pensa che io sia una persona tenebrosa o addirrittura satanino a causa dei miei quadri. - Pensi che la tua esperienza è diversa da chi è cresciuto in Italia per la questione che il Cile era sotto la dittattura di Augusto Pinochet? - Certo che la mia esperienza è diversa ... Mentre le persone che crescono in Italia vivono una vita migliore, in paesi come il Cile è tutto il contraio, molto povera e strettamente controllato. Quando si vive la realtà di una dittatura, ci si rende conto subito che c’è qualcosa che non va. - Che cosa non era giusto? - Il Cile era un luogo senza cultura, dove c’era paura, dove tu non poteva esprimersi liberamente. E ti rendi conto che il governo cospira contro il popolo. Quando sei sotto il potere di un governo che ti tiene giù, con violenza e censura, è facile credere che le istituzioni sono una farsa, e si è da soli. - Quindi, è questa la tua grande delusione di cui parli tanto? - Esattamente. C’è stato un momento durante la dittatura, quando andavo a scuola, se pensassi se ci fosse un complotto internazionale. Avevo solo dieci anni, e facevano queste domande a scuola. Per me la questione si riflette che c’era una congiura, era sospetto. Era come nel libro di George Orwell 1984, la dittatura era un po’ così, con la censura. Ed inoltre bruciavano libri e opere d’arte che venivano considerate marxista. E in tv durante questo tempo il governo dichiarava: “Siamo bravi, e domani sarà sempre migliore!” - Potresti dirmi su ciò che temevi di più? - La polizia. Li temevo perché facevano quello che volevano. Ci sono stati momenti che mi hanno arrestato per futuli motivi, e molte volte mi hanno chiesto di pagare loro dei soldi per non passare ore in una cella di prigione. In generale erano aggressivi e insultavano in continuazione. Quindi, era l’autorità che temevo, le uniformi. - Il ricordo della dittura si vede anche nei tuoi lavori? - No, perché non voglio parlare della dittatura nel mio lavoro. Alla fine, con il tempo, mi sono reso conto che la dittatura non è successo solo in Cile, ma è accaduto in altri luoghi.

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HZINE VĂŒCTOR CASTILLO

My Evil is Strong acrilico su tela 50x50 cm. 2008

Moonshadow

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acrilico su tela 100x100 cm. 2009


PRIMA PAGINA HZINE

- Ho sentito dire che lei ha paragonato il suo lavoro di artista più a quello di un musicista ribelle che invece di un intellettuale. Come mai? - Beh, per vari motivi. Da un lato, ho studiato arte, e l’impressione che ho avuto è stato che si stava creando una sorta di stampo su di me, e questo mi rendeva moltorepresso. Da lì sono riuscito a creare una sorta di distanza dalla teoria e l’intellettualità dell’istituzione, perché sentivo che invece di incoraggiarmi, mi limitava. Di fronte a questa realtà, ho assunto una postura più ribelle, e volevo assumerla anche nell’arte. Quindi, non mi interessa fare arte complessa per i teorici e gli intellettuali, a me interessa fare un’arte che può capire chiunque. - Qualcos’altro prima di andare? R: Certo. Di sicuro non dimenticherò mai le mie origini e l’esperienze che ho avuto in Cile. Non avrebbe senso far finta di non essere cileno, ma questo non significa che ho intenzione di parlare solo del Cile. Ho vissuto 30 anni della mia vita in Cile e so benissino della realtà che c’è li. Ma io non considero il mio passato vissuto in Cile, sia stata un esperienze negativa, anzi, credo che mie esperienze “negative” mi hanno dato delle prospettive per il mio futuro. - E infine, è vero che non firmi mai i tuoi quadri? - È vero, perché non credo che sia necessario. Penso che è conservatore, e penso che può anche essere un fastidio sui miei dipinti. La mia “firma” nei miei quadri sono: i volti, gli occhi, il naso... e la luce!

www.victor-castillo.blogspot.com

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HZINE ILLUSTRATORI

MARK RYDEN

visioni inquietanti e sureali Mark Ryden (Medford, 1963) è un pittore statunitense di immagini fantastiche e criptiche. Figlio di Barbara e Keith Ryden, ha vissuto la maggior parte della sua vita in California, a Escondido, Los Angeles. Ha frequentato l’Art Center College of Design di Pasadena, dove si è laureato nel 1987. Ha ricevuto un B.F.A (Bachelor of Fine Arts) nel medesimo anno. Attualmente crea e dipinge nel Castle Green Hotel a Pasadena, Los Angeles, nel suo studio privato che divide con la partner Marion Peck con la quale ha realizzato un cortometraggio intitolato Sweet Wishes. Risiede con i suoi due figli Rosie e Jasper Ryden a Eagle Rock, Los Angeles. La sua abitazione è sommersa da una collezione di gingilli, ciondoli, scheletri, statue, libri, quadri e giocattoli antichi. Proprio ispirandosi ad essi ha realizzato i suoi quadri più famosi, come egli stesso ha più volte affermato. Dissacratorio, i soggetti delle sue opere sono spesso caratterizzati dalla presenza di simboli culturali e religiosi dell’occidente. Prendendo spunto dall’immaginario iconografico delle fiabe, ne ha di fatto stravolto il significato iniziale creando un stile visivo coerente in cui promiscuità, ambiguità e senso del macabro si fondono. Influenzato da Dalí, Bosch, Magritte, dagli artisti Pop e dalla sua preziosissima Magic Monkey, agli inizi degli anni novanta diviene uno dei massimi esponenti del pop surrealismo, movimento che si è diffuso con la fondazione della rivista Juxtapoz, fondata da Robert Williams negli anni ‘90.

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I suoi soggetti preferiti sono l’ex presidente Abraham Lincoln, l’attrice Christina Ricci (ma ha ritratto personaggi del mondo Hollywoodiano come Leonardo DiCaprio, suo grande fan). Il soggetto più bizzarro che Mark Ryden abbia è ritratto sicuramente Bubbles, lo scimpanzé di Michael Jackson, che gli è stato consegnato nel suo studio direttamente in limousine. Si è guadagnato fama nel 1991 eseguendo la copertina dell’album di Michael Jackson Dangerous. Nel 1994 cura la copertina e l’intero libretto dell’album One Hot Minute dei Red Hot Chili Peppers. Si è occupato anche della copertina degli album di artisti del calibro di Ringo Starr, i Red Hot Chili Peppers, Butthole Sufers and Jack Off Jill. Kirk Hammett dei Metallica gli ha recentemente commissionato di dipingere la sua chitarra.

www.markryden.com


MARK RYDEN HZINE

Virgin and Child olio su tela 24x18 cm. 2010

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HZINE ILLUSTRATORI

The Piano Player

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olio su tela 20x30 cm. 2010


MARK RYDEN HZINE

Pink Lincoln olio su tela 22x16 cm. 2010

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HZINE ILLUSTRATORI

ALESSIA IANNETTI il giardino segreto

Alessia Iannetti nasce nel 1985 in Italia, nella città di Carrara, dove vive, lavora e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara, presso la cattedra di Pittura dei professori Omar Galliani e Fabio Sciortino. La sua opera, contraddistinta da uno stile illustrativo, si nutre di matrici poetiche e predilige la tecnica del disegno classico, creando un incontro tra l’iperrealismo di soggetti e particolari e una dimensione surreale in cui figure femminili, evanescenti come spiriti, regnano sospese tra l’ infanzia e l’ età adulta. Le sue creature pallide, angeli o demoni, ninfe della foresta o lolite gotiche, respirano all’interno di un universo naturale e fantastico, che pullula di metafore e simboli oscuri, riferimenti al mondo del sogno, che rimandano alla pittura preraffaellita e simbolista. Le sue farfalle notturne, i piccoli colibrì che cuciono suture accecanti o che si nutrono attraverso il sangue di un cuore sacro, le libellule che illuminano il buio e altri piccoli insetti fragili si perdono nel folto della vegetazione per risiedervi nascosti come segreti sigillati. Tutti questi elementi arcani sono reinterpretati dall’artista in chiave dark, associati a velati riferimenti al mondo della letteratura, al cinema di genere horror, e alla musica Indie e Alternative Rock, colonna sonora del suo processo creativo. Lo stile di Alessia si può ricondurre alle correnti Neo Surrealista e Neo Pop, le sue opere mettono a nudo la sua interiorità e la sua visione onirica del mondo, sospesa in un luogo senza tempo.

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L’artista ha partecipato alle più recenti esposizioni italiane che riunivano i maggiori esponenti del Pop Surrealismo mondiale: “Green Blood” (Giugno 2012) e “Pop Surrealism-Stay Foolish!” (Luglio 2012), entrambe curate dalla Dorothy Circus Gallery di Roma che ospiterà la sua prima personale nel Febbraio 2013. Il suo lavoro è stato pubblicato su alcune delle più importanti riviste d’arte e cultura Low-brow come Juxtapoz e Hi Fructose.

alessiaiannetti.carbonmade.com


ALESSIA IANNETTI HZINE

Agnes acquerello e inchiostro su legno 30x30 cm. 2013

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HZINE ILLUSTRATORI

Siamese Trees

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acquerello e inchiostro su legno 45x60 cm. 2013


ALESSIA IANNETTI HZINE

Azure Crowned acquerello e inchiostro su legno 30x30 cm. 2013

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HZINE CONTEST

Itaca Contest Scadenza: 20 settembre 2013

Calendario Città del Sole Scadenza: 29 settembre 2013

Promosso da IT.A.CA’. Migranti e viaggiatori, Festival del Turismo Responsabile, l’Itaca-Contest è un concorso internazionale di parole e immagini rivolto a tutti coloro che abbiano voglia di raccontare la propria interpretazione originale di viaggio con un racconto breve, una fotografia o un’illustrazione; si può concorrere anche per più di una sezione, presentando però non più di un’opera per tipo.

Promossa da Città del sole, giunta quest’anno alla sua quinta edizione, l’iniziativa L’illustratore dell’anno ha come obiettivo primario quello di premiare il miglior progetto per un calendario destinato a bambini dai 2 ai 6/7 anni d’età. Ogni partecipante dovrà inviare un’illustrazione relativa ad un mese dell’anno,accompagnata da una breve descrizione del progetto che si intende realizzare o da alcuni bozzetti.

Il bando lo trovate sul sito:

Il bando lo trovate sul sito:

www.festivalitaca.net

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www.cittadelsole.it


Disegni al sole Scadenza: 4 ottobre 2013

Anomali Scadenza: 15 ottobre 2013

Promosso dal Comune di Celle Ligure il concorso Disegni al sole, quest’anno ha come tema “Le parole dell’incontro”, parole dette e non dette, parole urlate o sussurrate, parole scritte, parole pensate. Ma anche l’architettura di ogni singolo vocabolo, l’arte della calligrafia, la spazialità delle parole. Le sezioni sono due: alla prima possono partecipare disegnatori italiani e stranieri con un’opera inedita, alla seconda possono partecipare scuole primarie e secondarie di primo grado, scuole dell’infanzia e ludoteche. La giuria è composta da artisti, illustratori, critici ed editori, esperti di intercultura.

Promosso dalla Libreria Cibrario di Acqui Terme, il concorsoha come tema: “BURNING WATER – ACQUA CHE BRUCIA”. La partecipazione alla mostra AnOMALI è aperta a tutti gli illustratori italiani e stranieri, residenti in Italia e all’estero. Ogni illustratore può presentare un massimo di tre opere. Le opere devono avere la dimensione di cm 24,5 x 34,5, senza uso di passepartout o cornice. Il bando lo trovate sul sito:

www.anomalifestival.blogspot.it

Il bando lo trovate sul sito:

www.giovaniliguria.it

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Illustration HZINE ILLUSTRATION Direttore Responsabile: Marco Lo Curzio Progetto Grafico: Verushka Galluccio & Andrea Frezzotti


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