GIORNALE FONDATO NEL 1909 Anno CVII - N. 43 - 5 novembre 2015
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UN CONVEGNO A CASTELBRANDO
Turismo «slow» per la Claudia Augusta
Dai nostri paesi
Serve maggior coinvolgimento degli enti locali per sviluppare le potenzialità Non si contano più i convegni sulla via Claudia Augusta. L’ultimo in ordine di tempo si è tenuto sabato 24 ottobre a Castelbrando di Cison Valmarino (Tv). Segno anch’esso della crescente attenzione nei confronti di una strada imperiale romana che ha alle spalle 2000 anni di storia. Oggetto nel passato di una ristretta cerchia di studiosi, essa è oggi materia di confronto e di analisi da parte di associazioni presenti in Italia, Austria e Germania che hanno un comune obbiettivo: promuovere la conoscenza degli aspetti storici, culturali, ambientali ed economici che le sono propri. Almeno questo è l’intento dell’associazione «Via Claudia Augusta Italia» che ha ritenuto opportuno un convegno per disegnare le strategie utili allo sviluppo del turismo lungo la via imperiale, che dalla Laguna Veneta portava al Danubio. Dopo i saluti del presidente dell’associazione italiana V. C. A. Giorgio D’Agostini e del titolare di Castelbrando Massimo Colomban, a sottolineare la valenza di questo storico percorso è stato Paul Jacob, sindaco della città di Fussen in Baviera, che deve le sue origini alla presenza dei Romani.
«Senza questa strada, la città non si sarebbe sviluppata come si presenta oggi» ha precisato il sindaco che ha ricordato fra l’altro come le testimonianze di epoca romana, le fortificazioni e i castelli si traducano ogni anno in più di un milione di pernottamenti. Via dunque come risorsa da valorizzare. E qui entra in gioco anche la classe politica, che finora ha svolto un ruolo marginale. Ma quanto sia difficile smuoverla e farla partecipe di progetti di sviluppo l’ha confessato con amarezza e per esperienza personale lo stesso Massimo Colomban. Considerazioni riprese anche da Christoph Tschaikner, direttore dell’Associazione per l’Ospitalità, per il quale l’importanza della via Claudia Augusta è confermata da alcuni dati: 40mila sono i cicloturisti registrati ogni anno, 8mila le
persone che la percorrono a piedi, senza contare quanti si servono di altri mezzi di trasporto. Non stupisce quindi che lungo questo tragitto sempre più numerose siano le strutture ricettive che cercano di rispondere alle esigenze dei turisti. In questo settore a brillare sono soprattutto quelle sorte in Germania e in Austria mentre nel Trentino Alto Adige e nel Veneto si registra un certo ritardo nel cogliere le opportunità turistiche ed economiche connesse alla via Claudia Augusta. A proporre un cambiamento di mentalità per dar vita a un turismo diverso rispetto al passato è stata Elena Bisiol, della Direzione Turismo della provincia di Treviso, che ha suggerito un maggior coinvolgimento del territorio per valorizzare le potenzialità di questa via. Ma per lei non minore importanza
CASTELBRANDO - Un momento del convegno del 24 ottobre.
Una collettiva d’arte per 15 a Longarone Palazzo Mazzolà, a Longarone, ospita - fino al prossimo 17 novembre - un rassegna di artisti locali che gli organizzatori hanno voluto intitolare «Una collettiva in…Comune». Segnale interessante (lo ha ricordato anche il sindaco, Roberto Padrin, che ha confermato la scelta dell’Amministrazione di fare del palazzo municipale anche un contenitore per la cultura) perché va nella direzione di far riassumere alla sede comunale un ruolo di incontro e scambio di idee. Da rimarcare, poi, anche un altro aspetto. La scelta degli autori di «convivere» in questa rassegna. Non che le collettive siano un modo inusuale di interpretare e dar corpo alla proposta di comunicazione. Ma, solitamente, quello di chiamare gli espositori è impegno che si assume un terzo, una persona estranea al lotto degli artisti. Terzo che, oltretutto, sceglie il filo conduttore (la tecnica, i soggetti, il periodo e via elencando) per la rassegna. A Longarone, invece, la decisione è stata assunta in modo - per tornare al concetto iniziale - quasi comunitario. Si tratta di una rassegna ad ampio spettro. Che presenta pittura e scultura. Che permette di apprezzare tecniche variegate (olio, acquerello, pirografo, grafica), ispirazioni diverse, supporti di varia natura (il legno, le tele, la carta, i sassi e persi-
no uno specchio); una rassegna dove convivono il paesaggio e le visioni oniriche, con qualche sguardo verso l’informale o l’astratto. Ancora, dalla rassegna il desiderio degli artisti di confrontarsi, di mettere in comune le proprie ispirazioni, il proprio sentire, i proprio sogni e - perché no? - anche i propri dubbi e le proprie incertezze. Infine, per come è stata allestita, la mostra non impone un percor-
so obbligato. Al contrario, ciascuno può iniziare l’esplorazione da dove vuole. Espongono: Massimo Spaggiari, Rosanna Del Longo, Ilario Venturoli, Giovanni Croce, Franco Losso, Paolo D’Incà, Carta Bettio, Giorgio Olivier, Lara Losso, Elena Bertoldi, Angelo De Nardi, Dario Stragà, Elena De Bona, Gabriella Stragà, Gustavo Pradella.
POSTIT
La fraternità che si può imparare Nella «Regola bollata» san Francesco ha scritto: «E ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale»? Il Santo di Assisi ci ricorda che la fraternità è possibile solo se si è appreso lo stile di relazione genitore-figlio, «grazie al quale - scrive fra Mauro Gambetti, custode del Sacro convento di Assisi - il figlio vive e il genitore cresce, si sazia nel dare la vita. Tale rapporto è simbolicamente espresso nella mensa: il pane è il frutto del dono e del sacrificio dei genitori; mangiare è la risposta fiduciosa e grata dei figli». Forse non ci pensiamo mai: «ci si nutre o meglio ci si lascia nutrire, quando insieme al cibo si ricevono attenzioni gratuite, riconoscimenti disinteressati, gesti di tenerezza senza pretese». Abituati a rapporti basati sull’organizzazione, sulle cose da fare, su obiettivi da raggiungere, spesso perdiamo di vista la vera fraternità che è amore vissuto: nutrirsi e nutrire.
assume un altro aspetto: la capacità di offrire ai turisti un approccio diverso con i luoghi da loro visitati. «I turisti cercano un’esperienza, rapporti umani più autentici, la conoscenza di tradizioni e di personaggi capaci di far emergere la vitalità e la ricchezza insita nelle località attraversate da questa via». Un turismo a dimensione umana, che nulla abbia a che fare col «mordi e fuggi» è l’indicazione di fondo che la relatrice Bisiol ha voluto dare ai convegnisti. Per Matteo Aguanno, direttore del Gal Prealpi Dolomiti, non si tratta di partire da zero, ma di cogliere le opportunità finanziarie offerte dalla Comunità europea. A tal proposito ha fatto riferimento fra l’altro a interreg Italia-Austria e a interreg Spazio Alpino, che sono strumenti messi a disposizione di chi è impegnato a realizzare progetti a valenza transnazionale con obiettivi ben delineati e con effetti positivi sul territorio. La valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale - ha aggiunto Aguanno - rientra nella programmazione europea. Indicazioni riprese anche nell’intervento di Giancarlo Pegoraro, direttore del Gal Veneto Orientale. Fra gli altri contributi da segnalare quelli di Alessandro Conte, corridore ed esperto di arte culinaria, e di Red Canzian dei Pooh, per la suggestione emotiva che hanno saputo trasmettere al pubblico presente: quando si parla col cuore e con un linguaggio semplice e autentico è difficile che un intervento possa passare inosservato. Resta però aperto il problema dell’accesso ai fondi europei, che talora implica un iter burocratico che finisce per condizionare anche gli spiriti più volenterosi. Una semplificazione a tal riguardo sarebbe più che auspicabile. Un compito che dovrebbe vedere in prima fila la classe politica. Qualche segnale di apertura e di disponibilità lo si è comunque registrato nella lettera che l’assessore alla Programmazione e al Turismo della Regione Veneto Federico Caner ha inviato al Convegno. Ora s’attende che si traducano in qualcosa di concreto e di operativo, nella valorizzazione di un patrimonio che appartiene a popoli diversi che hanno potuto intrecciare relazioni storiche, culturali ed economiche grazie a questa via imperiale. Il convegno, cui ha fatto seguito la consegna del «Premio via Claudia Augusta» ad alcuni pionieri che si sono distinti per il loro impegno di promozione culturale e storico, si è concluso con un incontro conviviale all’insegna di piatti tipici dell’età imperiale, sapientemente illustrati da Franco Maria Zambotto, accademico della Cucina Italiana.
BELLUNO
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