20151112 l amico del popolo christoph tschaikner

Page 1

10

A colloquio con i lettori

in Direzione lettere

direttore@amicodelpopolo.it

Pietà per il Piave Pietà per il suo bacino idrografico

«Pietà per il Piave. Pietà per il suo bacino idrografico probabilmente il più sfruttato dall’industria idroelettrica dell’intero arco alpino. Non bastano le 70 derivazioni (solo nel territorio provinciale), la ventina di invasi, la diversione attraverso il Fadalto del 95% della portata media del fiume, il disastro del Vajont di cui si è ricordato il mese scorso l’anniversario (la nostra Hiroshima, i nostri poveri duemila morti). E non sono bastati i convegni sullo sfruttamento dei corsi d’acqua, anche a Belluno nel 1994, nel 1995 e nel 1996, gli studi, reperibili in una vasta letteratura internazionale, l’azione ventennale del Comitato per la salvaguardia delle aste idriche (Csai), radunante tutte le associazioni protezionistiche bellunesi, la raccolta di 3100 firme in Agordino, le leggi 183/89 e 36/94, la risoluzione dei ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea (Conferenza di Berchtesgaden, 1989) che recita tra l’altro: “…è necessario incentivare la rinaturalizzazione e la rivitalizzazione dei corsi d’acqua… è necessario lasciare nella loro condizione naturale i corsi e gli specchi d’acqua ed eventualmente porli sotto tutela”, ed ancora “…(i ministri e la Commissione delle Comunità europee) ritengono assolutamente necessario che nell’area alpina l’utilizzo della forza idrica, il prelievo e l’invaso di acqua, il prelievo dei materiali dai corsi d’acqua avvengano solo dopo ampia verifica dell’impatto ecologico e solo in modo ecologicamente compatibile, garantendo in particolare un volume idrico minimo ecologicamente giustificato…”. Ora, a fronte di tutto ciò, ecco ulteriori progetti dell’Enel per derivazioni sul Boite e sul Cordevole e la prospettiva di innumerevoli nuove assurde “centraline”, addirittura anche sul Piave, proprio a Belluno dove la portata minima lasciata defluire, per un disciplinare “favorevole” stabilito ad hoc, è comunque già ora di appena 7 mc/s (a fronte di una portata naturale media annua di circa 60 mc/s e di una portata minima invernale di circa 20 mc/s) ed è grandissima la valenza paesaggistica del corso d’acqua. Impianti questi proposti da amministratori ed operatori privati, in vista di un guadagno speculativo consentito da una legge che finanzia iniziative anche antieconomiche senza tener conto dei danni, di tutti i danni ambientali e paesaggistici, anche se sottaciuti dai media, sull’onda demagogica e mistificatoria, nel nostro contesto, del recupero di energie alternative ed ecocompatibili. Gli ultimi lembi di ambiente naturale, garanzia di un turismo sempre più esigente ed avveduto, saranno alla fine completamente distrutti! Ing. Diego Rosa»

Bene la riduzione degli aborti ma servono interventi politici e sociali «Egregio direttore, la riduzione del numero totale delle interruzioni volontarie di gravidanza di cui dà conto il ministero della Salute nell’annuale relazione al parlamento sulla Legge 194/78, non può che essere salutata come una buona notizia, anche se stimola altre riflessioni. Se il calo degli aborti rappresenta di per sé un’evidenza confortante, non possiamo non pensare al contributo non espresso - e certamente incisivo sul totale - dei cosiddetti ‘anticoncezionali di emergenza’, sul cui reale meccanismo di funzionamento ‘preventivo’ permangono molti dubbi. Tuttavia, i dati evidenziano un minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia ri-

L’Amico del Popolo 12 novembre 2015 - N. 44

spetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale e questo ci fa ben sperare sulla consapevolezza del valore della vita nei nostri giovani. Ma il decremento va inserito anche nel contesto di una denatalità complessiva che il nostro Paese sta attraversando e su cui sono necessari interventi politici e sociali non rinviabili. Ricordiamo che proprio papa Francesco ha lanciato un duro monito riguardo le troppe donne che sono costrette a scegliere tra un figlio e un lavoro. Questo terribile bivio non dovrebbe esistere in nessun luogo del mondo ed è sulla tutela dei più deboli che si misurano coesione e solidarietà di una democrazia. Paola Ricci Sindoni - presidente nazionale Associazione Scienza & Vita»

La parte sana del Paese non deve rassegnarsi «Egregio direttore, nel nostro Paese le riforme sociali e le conquiste contrattuali sono state raggiunte grazie alle mobilitazioni delle forze progressiste e alle azioni unitarie dei lavoratori, dei pensionati e degli studenti. Negli ultimi dieci anni (un periodo di crisi devastante soprattutto per i ceti meno abbienti) sono emerse notevoli sofferenze che riducono pericolosamente le condizioni di vita di molte persone disoccupate, non autosufficienti, disabili, povere e malate. Alle porte del volontariato e a quelle delle associazioni caritatevoli, bussano ogni giorni migliaia di donne e uomini disperatamente abbandonati a se stessi, che vedono preclusa la speranza di uscire dal tunnel della sofferenza. Le risposte di solidarietà e di sussidiarietà del volontariato, certamente importanti per umanizzare il contatto di aiuto con gli emarginati, vanno supportate da precisi ed esigibili interventi da parte delle pubbliche amministrazioni per contrastare le povertà, per rilanciare l’occupazione e per garantire sufficienti livelli

il punto

di reddito alle famiglie, ai lavoratori e ai pensionati. Invece dell’impegno spesso assistiamo all’immobilismo e all’indifferenza della politica, negatività che provocano: illegalità; caduta di valori costituzionali; speculazioni; corruzioni; evasioni fiscali e contributive. Siamo di fronte ad un ampio malaffare che si traveste in piovra per dissanguare le risorse pubbliche. Il fronte della illegalità (ha lanciato una destabilizzante sfida allo Stato) indifferente ai sacrifici degli onesti contribuenti, insensibile alle sofferenze umane, punta all’abbattimento del welfare e all’azzeramento della rete sociosanitaria, della previdenza, dell’assistenza e del diritto all’apprendimento permanente per tutti e in tutte le età. La parte sana del Paese non deve rassegnarsi all’azzeramento dei diritti di cittadinanza e all’annientamento delle conquiste sociali. Non va nascosta la caduta del consenso istituzionale, politico, imprenditoriale e sindacale. La crisi di rappresentanza può essere (in parte) figlia della crisi economica, ma è anche la conseguenza della mancanza di credibili e concrete soluzioni ai problemi della gente. Rappresentanza e rappresentatività possono riemergere dalle sabbie mobili nelle quali sono scivolate se i soggetti democraticamente eletti governeranno con giustizia e se le organizzazioni sindacali unitariamente svilupperanno concertazione, negoziazione e contrattazione. Le micro-iniziative interne alla singola organizzazione non sono portatrici di significativi risultati, molto spesso si fermano alla denuncia o a qualche proposta di parte. Per essere protagonisti e propositivi, anche qui in Veneto, sulla necessità di ricercare, proporre e sostenere credibili ed efficienti risposte alle grandi emerge (occupazione – sanità – pensioni – assistenza – accoglienza – ambiente – scuola – viabilità), i portatori di interessi devono converge in una coesa e ampia massa critica, la quale dovrà programmare e realizzare delle visibili, incisive e coinvolgenti azioni, per scuotere il “torpore” politico dei governanti nazionali, regionali e locali. La massa critica sociale può effettivamente contribuire all’apertura di una nuova stagione di riforme per riformare, nella trasparenza e nell’equità, il nostro Paese. Franco Piacentini presidente regionale Auser Veneto»

Molte grazie per l’aiuto a far conoscere la Via Claudia Augusta «Egregio direttore, il presidente dell’associazione “Via Claudia Augusta Italia”, Giorgio D’Agostini, puntualmente mi invia gli articoli che l’Amico del Popolo pubblica sul tema e mi fa tanto piacere sapere che ora anche a Belluno c’è un’attenzione ottimale sulla via Claudia Augusta e le sue opportunità enormi a sostegno della crescita di cultura e dell’economia (a mio volta mando le pagine dell’Amico del Popolo a miei associati del Tirolo, del Sud Tirolo e della Baviera che lavorano nel turismo e leggono bene l’italian). In Tirolo, ma anche in Baviera, è molto sentito il valore storico dell’antica strada di Roma e recentemente i Comuni tirolesi della via Claudia Augusta sono stati contrariati dall’ipotesi di fare una variante svizzera al Passo Resia per superare difficoltà stradali. Anche l’associazione “Via Claudia Augusta Italia” ha sostenuto i Comuni con uno scritto che il governatore del Land Tirol ha letto pubblicamente in una riunione a Innsbruck. Ora il Land Tirol ha abbandonato la variante svizzera e investirà 3 milioni euro sul percorso austriaco vicino a Passo Resia. Molte grazie per l’aiuto. Christoph Tschaikner - direttore Arge Gastlichkeit an der Via Claudia Augusta»


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.