L’Amico del Popolo 28 gennaio 2016 - N. 4
Dai nostri paesi
17
Feltre Quadro positivo quello delineato dal consigliere comunale Alessandro Del Bianco
Rassegna «Feltre & Pedavena Winter Film»
Oltre 8.000 i visitatori all’area archeologica, quasi 5.000 quelli ai Musei civici
di cinque alpinisti
Polo bibliotecario, presenze in aumento L’incontro-confronto
Un settore che più di altri risente delle difficoltà economiche è quello culturale. Il che può indurre ad una più accurata programmazione delle spese e a sostenere iniziative originali ed innovative, come quella che ha permesso il restauro della statua romana dell’Esculapio. Se questa è una tendenza
generale, ci sono però dei dati che possono essere di conforto in chi opera in ambito culturale. Quelli offerti da Alessandro Del Bianco, consigliere comunale di Feltre con delega alle biblioteche e ai musei, durante la conferenza stampa di venerdì 22 gennaio risultano senz’altro confortanti e quasi “contro-
corrente”. In base ad essi il Polo bibliotecario feltrino sembra godere di buona salute. Nel corso del 2015 il suo patrimonio è stato decurtato del fondo libraio dello Iulm, che ammontava a circa 36.000 volumi. Una decisione, quella presa dall’ ex rettore Giovanni Puglisi, a dir poco discutibile e puni-
All’Hotel Doriguzzi venerdì 22 gennaio incontro sui vini feltrini
Varie opportunità agroalimentari lungo la Via Claudia Augusta
FELTRE - Il consigliere rumeno Mihai Felician Cernestean assieme a Giorgio D’agostini, presidente dell’associazione Via Claudia Augusta Italia, ad Alessandro Conte, food coach e runner di corse estreme e rappresentanti di confraternite del formaggio.
«Ammetto che 12 anni fa ero scettico e non pensavo affatto che la Via Claudia Augusta rappresentasse una grande opportunità. Col passare del tempo e con l’esperienza dei viaggi mi sono ricreduto». Affermazioni incisive e insieme augurali quelle dal sindaco di Feltre Paolo Perenzin all’incontro promosso dall’associazione «Via Claudia Augusta Italia» sui vini feltrini. Non dissimile nella sostanza il saluto del vicepresidente dell’Unione montana feltrina Michele Balen che, come studioso, ha sempre creduto nelle potenzialità di questa antica via imperiale. In questa atmosfera di ottimismo va inserito anche l’intervento di Mihai Felician Cernestean, consigliere del distretto di Maramures di Baia Mare, città rumena della Transilvania, che ha portato i saluti del suo Paese. «Vengo dalla terra dei Daci liberi e fieri»: ha iniziato così il suo discorso per sottolineare i legami storici della Romania con l’Italia e la sua meraviglia nel constatare l’impegno nella valorizzazione di questa via dell’antica Roma. «Il vostro progetto - ha poi aggiunto rivolgendosi a Perenzin e al presidente della Via Claudia Augusta Italiana, Giorgio D’Agostini - può essere di stimolo per tutti noi». Egli infatti non ha nascosto il proposito di far conoscere al di fuori dei confini nazionali la via delle antiche chiese
rumene, ricche di storia e di opere d’arte e di proporre la sua città di Baia Mare come futura capitale europea della Cultura. Applaudito il suo intervento che si è concluso con la consegna di manufatti tipici della Romania al sindaco e ad alcune autorità presenti in sala. Alla relazione di Franco Maria Zambotto, accademico della cucina italiana,sulle origini del vino nella mitologia greca, ha fatto seguito quella dell’enologo e agronomo Giovanni Alberton che ha ricostruito la storia dei vini feltrini. Un’avventura che affonda le proprie radici nel sec. XIII: già nel 1266 appare il nome del vitigno “Bianchetta” e Antonio Frigimelica, dell’Accademia georgica di Belluno (sec. XVIII) parla di questa uva come una delle migliori nei climi freddi. Altri vitigni ben noti furono la “Trevisana nera”, così chiamata perché esportata nel Trevigiano, e la “Pavana”, coltivata nel Bellunese a partire dal sec. XVI. Storia travagliata quella dei vitigni autoctoni, diffusi soprattutto nella piana di Fonzaso e di Arsiè, che attorno alla metà dell’800 furono colpiti da una serie di malattie, non esclusa la filossera. La viticoltura rifiorì dopo il secondo conflitto mondiale per andare poi incontro a un tracollo generale attorno agli anni ’60 quando l’agricoltura venne abbandonata.
A circa vent’anni fa si può far risalire un rinnovato interesse per i vitigni autoctoni, grazie alla passione e al coraggio di alcune aziende agricole, quali quelle dei fratelli De Bacco di Rasai e dei Vieceli di Fonzaso. Vini di qualità, tant’è vero che nel 1997 la provincia di Belluno ha ottenuto il riconoscimento Igt “Vigneti delle Dolomiti”. Ma sono anche altri i prodotti del comprensorio feltrino che attendono di essere pienamente valorizzati, a cominciare dal miele. Presenti all’incontro anche Christoph Tschaikner, direttore del Gruppo economico d’interesse europeo (Geie), che ha parlato delle opportunità turistiche ed economiche insite nella Via Claudia Augusta. E i dati da lui illustrati non lasciano dubbio alcuno a tal proposito. Da parte su l’arch. Bruno Pedri di Salorno ha posto l’accento sul ruolo che può rivestire l’arte nel processo di valorizzazione di questa via romana. Al termine dell’incontro, in una sala dell’Hotel Doriguzzi il folto pubblico ha potuto assaggiare i vini proposti dalle aziende agricole De Bacco di Rasai, Vieceli di Fonzaso, di Pian delle Vette di Pren e Terre dei Gaia di Feltre, assieme ai formaggi di Lattebusche e ai pani dell’antica Roma («Druso» e «Claudio») del panificio Daniele Raveane e Rozi di Feltre. Gabriele Turrin
tiva nei confronti di una città che per 40 anni si è accollata gran parte dei costi della presenza di questa istituzione universitaria. Ma a parte questa vicenda e un certo calo fisiologico dei prestiti, il Polo bibliotecario risulta sempre più frequentato da studenti e cittadini. Nel 2015 gli utenti complessivi sono stati pari a 21.253 unità, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente. Dall’analisi effettuata dall’Ufficio Cultura del Comune, accanto agli universitari in crescita sono gli studenti degli istituti superiori e anche quelli delle scuole elementari. Risultati positivi legati al confort delle sale di lettura, alla possibilità di utilizzare ben 9 postazioni internet, senza dimenticare l’attrazione esercitata sugli studiosi dal fondo storico, uno dei più ricchi fra quelli presenti in provincia di Belluno. «Grazie a un contributo regionale di 5.000 euro - ha detto Alessandro Del Bianco - sono stati catalogati 398 documenti della biblioteca storica». Un impegno che dovrà continuare nell’immediato futuro, risorse permettendo. Ma oltre a questo capitolo egli ne ha illustrato un altro, quello relativo ai musei civici. Quasi 5.000, per esattezza 4950, i visitatori nel 2015, in crescita rispetto agli anni precedenti. Ad avere effetti positivi è stata, oltre alla riorganizzazione degli orari di apertura, la promozione dell’iniziativa «Conversazioni al museo». Ma il dato più significativo è l’aumento dei paganti che sono passati da 2.081 a 2.279. Da non dimenticare poi il successo finora riscontrato dalla mostra dell’Esculapio all’Oratorio della ex Annunziata. Fra ottobre e novembre i visitatori paganti sono stati 1.076: un numero che attesta l’interesse attorno a questa imponente statua romana del II secoclo. Visite che continueranno anche nel 2016, in base ad un orario di apertura flessibile rispondente ai flussi turistici. Un cenno Del Bianco l’ha riservato all’area archeologica che con i suoi 1.000 metri quadrati è il più grande sito ipogeo del Veneto. Nel 2015 i turisti che l’hanno visitata sono stati ben 8.074, il che le consente di posizionarsi al primo posto fra i siti culturali cittadini aperti al pubblico. Il merito va anche ai volontari dell’associazione «Il Fondaco per Feltre» che Del Bianco ha voluto ringraziare «per il lavoro egregio che hanno svolto in termini di puro volontariato». Durante al conferenza stampa, cui era presente il sindaco Paolo Perenzin, Del Bianco ha parlato anche di palazzo Borgasio e degli investimenti necessari per metterlo a norma. Ma non mancherà occasione per approfondire anche queste problematiche.
FELTRE - I protagonisti della serata.
Quasi 300 persone sono affluite venerdì scorso all’Officinema di Feltre per la prima serata della rassegna «Feltre & Pedavena Winter Film», organizzata dall’Associazione «Gente di Montagna» in collaborazione e con il supporto tecnico-organizzativo dei Comuni di Feltre e Pedavena, del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e della Sezione di Feltre del Cai. Il programma prevedeva l’incontro-confronto di cinque alpinisti invita-
feltre
Concerto in ricordo di Nanfara Sabato 30 gennaio alle 18, nella Galleria d’arte moderna «Carlo Rizzarda», l’Associazione musicale Unisono, con la collaborazione del Comune di Feltre, organizza un concerto in ricordo di Claudio Nanfara, fotografo, attivo collaboratore e amico dell’Associazione, prematuramente scomparso il 7 febbraio 2015. A esibirsi sarà il trio formato da Marco Strano al sax, Alessandro Mozzi al piano e Gilbert Chellin alla voce che proporrà un repertorio dedicato alla canzone italiana in jazz. Alcuni grandi classici di Domenico Modugno, Fred Buscaglione, Mina e altri, verranno interpretati ed arrangiati in chiave jazz. L’Associazione Unisono, in accordo con la famiglia di Claudio Nanfara, ha voluto per quest’occasione proporre un concerto allegro e di facile ascolto, proprio per ricordare la grande umanità di Claudio. Il costo del biglietto per il concerto è di 5 euro e i posti sono limitati e pertanto è obbligatoria la prenotazione (tel. 0439 885242 e 234). Il ricavato dell’incasso del concerto verrà destinato al Fondo Borse di Studio 2016/17 (consegna 24 settembre 2016) che consente di studiare gratuitamente musica presso il Centro di musica Unisono a quei giovani che si dimostrino particolarmente impegnati e meritevoli. Dopo il concerto, presso Palazzo Guarnieri, alle ore 20, verrà inaugurata una mostra fotografica di Claudio Nanfara dal titolo «10 Scatti di Jazz».
ti a raccontare una propria esperienza legata alla montagna. Titolo della serata: «Altitudini. Storie da condividere»; tema «Meno è meglio». L’incontro si è sviluppato in forma piuttosto inedita, proponendo una visione della montagna fortemente simbolica, non il tipico ambiente geografico di alta quota, ma una dimensione di vita in cui le montagne sono la rappresentazione delle difficoltà e dei problemi che tutti si trovano ad affrontare in termini individuali e sociali. Così ha esordito Giovanni Spitale (alpinista e filosofo) raccontando la sua personale vicenda che lo ha visto, per un beffardo destino, tramutarsi da potenziale donatore di midollo osseo in uno dei tanti, troppi, malati di aplasia, in attesa a sua volta di un donatore per il trapianto che gli potrà salvare la vita. Ma il tempo corre e non lo ha ancora trovato. E proprio questo tempo acquista per lui una nuova valenza, comprese le attese, che non sono tempo inutile, ma momento di riflessione e arricchimento interiore, riscoperta della propria individualità e dei piccoli grandi piaceri della vita, come un fiore, un panorama alpino, un amico con cui condividere delle emozioni. Vinicio Stefanello ha portato invece l’esperienza di un viaggio in Congo con la scoperta della solidarietà per una popolazione che vive sulla soglia della sopravvivenza, pur disponendo sotto i piedi di immense risorse minerarie. L’archeologo, Luca Pisoni, ha invece parlato della ricerca condotta sul passo del Brennero fra le migliaia di migranti africani che cercano di valicar le montagne nella speranza di un futuro migliore. Daniela Zangrando ha proposto un percorso poetico sull’importanza di vivere in un rapporto «magico con il mondo», che rivaluti l’essenza delle cose. Ha chiuso la carellata di interventi Emilio Previtali, esploratore e scialpinista, che dopo aver girato il mondo e aver affrontato imprese al limite del possibile, ha riscoperto la vera felicità nel ruolo di padre e nel valorizzare incontri casuali, ma intensi sul piano umano. Da venerdì prossimo, 29 gennaio, sempre all’Officinema di Feltre, parte la Rassegna cinematografica, per il piacere di quelli che vogliono vedere le “vere” montagne, con tanto di picchi, cime e versanti innevati. Ce ne sarà per tutti. Ma il dubbio sollevato dall’incontro è quali siano le “vere” montagne: forse ce le portiamo tutti dentro.