“PILLOLE” DI NGISED
il DESIGN degli ARCHITETTI ITALIANI dal 1950 al 1980
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I nomi dei grandi designer che hanno fatto la storia
un’ idea di Vitale Angela Valentina
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Sommario
PREMESSA INTRODUZIONE DESIGN: opposizione tra industrializzazione e artigianato ITALIA: tappa importante del design GLI ANNI ‘50 : design e architettura GIO PONTI ICO PARISI CARLO MOLLINO ANTICIPAZIONI:
PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE GRAFICA DI VITALE ANGELA VALENTINA
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Interior Design
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il bello di creare
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Premessa
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immaginare, disegnare , sperimentare , realizzare . . . vendere. Si, vendere . . . ma cosa? IDEE ! i grandi designer hanno dato forma a idee che si realizzavano nelle loro menti geniali materiali nuovi opposizione tra industrializzazione e artigianato “dicotomia” tra “ricco” e “povero”. tante le problematiche ma . . . l’obiettivo: realizzare ciò che la gente sognava ascoltare le esigenze del mercato perchè quello era l’importante. . . Ascoltare. E realizzare. L’obiettivo di questa rivista è rivivere la nascita del design partendo dagli anni ‘50. i designer hanno portato innovazione ascoltando,si, ascoltando le esigenze della gente produrre design per tutti! perchè tutti vogliono un matrimonio tra bello e funzionale il bello non può prescindere dall’essere funzionale, e viceversa. i nostri designer ci sono riusciti. e allora . . . GRAZIE ! 4
introduzione
Ogni individuo ha delle esigenze . . . esigenze che sono diretta conseguenza delle azioni le quali segnano il percorso storico, creando movimenti e tendenze , nonchè trampolini di lancio per la nascita o l’evolversi dei ruoli. L’ architetto modifica il proprio ruolo in base alle esigenze di ogni essere. L’ architetto moderno guarda al futuro creando un binomio : architettura - design : progetto dentro un progetto. Ciò significa che l’architettura , con l’avvento della rivoluzione industriale va di pari passo con il design. Questo concetto viene spiegato ancor meglio con una celebre frase degli anni ‘50 , “DAL CUCCHIAIO ALLA CITTA’ ” , di Ernest Nathan Rogers , architetto e designer e fondatore del gruppo BBPR. Rogers con questa frase avvalora la sua tesi affermando che tra architettura e design c’è un legame indissolubile.
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Design: opposizione tra
industrializzazione e artigianato Quando si inizia a parlare di design ?
Come si è detto in precedenza, il design, nasce con la prima rivoluzione industriale del XVIII secolo, prima in inghilterra e successivamente nel resto del mondo occidentale. L’idea di produrre con l’utilizzo di macchine industriali in serie e sopratutto non più artigianalmente, crea delle opposizioni. Sicchè, sempre nello stesso periodo, nasce a tal proposito il movimento dell’arte e dell’artigianato a tutti noto come “Art and Craft” , una reazione appunto, contro l’industrializzazione e che considera invece artigianato, come espressione del lavoro dell’uomo e dei suoi bisogni, ma sopratutto come valore durevole nel tempo, disprezzando la bassa qualità dei materiali distribuiti dalla produzione industriale. Massimo esponente di questo movimento è Augustus Pugin , considerato il più importante architetto britannico del XIX secolo. Le radici di pensiero di questo movimento si sviluppano proprio dalle sue considerazioni sullo stile gotico, definito “unico stile”, che contiene il principio della purezza.
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Design: opposizione tra
industrializzazione e artigianato
Questo profondo amore per l’architettura gotica medievale, ha spinto Pugin a creare una serie di disegni dettagliati diventati per le generazioni future degli architetti un punto di riferimento da emulare. Il suo lavoro Ê stato importante anche per scrittori come John Ruskin anche lui fondatore dell’Art and Craft , e designer come William Morris , che pur essendo portavoce di questo movimento , fu considerato il padre del disegno industriale. Nonostante fosse contro il lavoro in serie , fu uno dei primi artisti a disegnare motivi decorativi perchè artigiani e professionisti li utilizzassero nella loro opera. Da ricordare, la decorazione della Oxford Union Library, con pannelli , tappezzerie e affreschi medievaleggianti.
E voi cosa ne pensate?scrivete le vostre opinioni a: vianvadgp@libero.it
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Italia: tappa importante
del design
Il design compie un viaggio partendo dall’Inghilterra e scegliendo come tappa importante l’Italia; si espande nei primi anni del dopoguerra grazie ad una forte crescita di domanda e attenzione al prodotto industriale che diventa seppre più di consumo. Il momento di maggiore espressione per il prodotto industriale nel settore del mobile e dell’arredo arriva quando, nel 1946, la R.I.M.A. cioè , Riunione Italiana Mostre di Arredamento, organizza nel Palazzo della Triennale, una prima esposizione, con lo scopo di proporre modelli d’arredo economici, molto economici e semplici. Questo evento fu da una parte l’occasione d’incontro di quelli che saranno i maggiori architetti e designer del settore ma dall’altra non rispose agli obiettivi preposti. Per cui, non raggiunte quelle aspettative, nel ‘49 nasce la ditta Azucena, fondata da Ignazio Gardella, Paolo Caccia Dominioni e Vico Magistretti, architetti e designer di grande livello, con l’obiettivo di produrre mobili ed oggetti d’arredo con materiali locali di elevata qualità e ad alto costo.
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Gli anni ‘50: design e architettura
Nel primo periodo degli anni ‘50, con i costi di produzione ancora bassi ma non per molto tempo, permisero di creare piccole industrie che pian piano si espansero. Ma la dicotomia fra mobili “poveri” e “ ricchi” subisce una grande trasformazione, in quanto il programma ideale di una “arte per tutti perde la sua importanza, conseguenza del fatto che ogni prodotto diventa ugualmente costoso e non solo . . . E’ sicuramente dettato anche dal fatto che il design comincia a riempire le riviste e a diffondersi nei negozi e nelle abitazioni. Nel ‘54, la Rinascente, dopo il successo ottenuto con una manifestazione chiamata Estetica del prodotto, decide di rendere periodica l’iniziativa, organizzandola e istituendo i premi; nasce così il Compasso d’Oro , di cui se ne occuperà nel ‘56 l’Adi, cioè Associazione per il Disegno Industriale fondata a Milano, che, oltra ad occuparsi di importanti manifestazioni, si preoccupa della qualificazione del prodotto.
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Gli anni ‘50: design e architettura
Con l’istituzione delle varie manifestazioni, gli architetti partecipanti hanno in tal modo la possibilità di avere con i loro progetti , ”visibilità” , quindi di farsi conoscere non solo come architetti ma anche come designer. Gli architetti, che hanno creato con le loro opere, il trampolino di lancio per il design sono, Gio Ponti, Ico Parisi, Carlo Mollino, Franco Albini, Marco Zanuso, BBPR, Livio, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Vico Magistretti, Carlo Scarpa, Afra Bianchin e Tobia Scarpa.
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Gio Ponti Gio (diminutivo di Giovani) Ponti si laureò al Politecnico di Milano nel 1921 e dal ‘23 al ’30 fu direttore artistico delle fabbriche di ceramiche di Richard Ginori di Milano e Firenze e grazie ai disegni per le porcellane vinse il Gran Prix di Parigi nel ‘25. In questo periodo Ponti disegnò anche mobili a basso costo per magazzini come la Rinascente. Nel ’25 progettò il suo primo edificio cioè la sua casa in stile neoclassico e, un anno dopo aprì uno studio associato di architettura con Emiliio Lancia a Milano attivo fino al ‘33. Il 1928 fu l’anno in cui Ponti lanciò la rivista di design Domus, l’influente rivista di architettura di cui è direttore,salvo brevi interruzioni, fino all’anno della sua scomparsa. dal ‘33 al ’45 lavorò a numerosi progetti architettonici per edifici pubblici e privati, tra cui la facoltà di matematica di Roma ,il grattacielo Pirelli e, il primo Palazzo Montecatini a Milano. Ponti ama i materiali tradizionali e l‘artigianato, ma è anche un modernizzatore e l’interesse per le nuove tecniche e i processi di produzione in serie fanno di lui un grande sostenitore dell’industrial design.
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Gio Ponti Il repertorio delle sue creazioni va dagli arredi per vagoni ferroviari ai tessuti (per Vittorio Ferrari) e comprende anche lampade e mobili per Fontana Arte, azienda da lui fondata nel 1932. Per quanto riguarda i progetti di design, Ponti creò lampadari in vetro multicolore per l’azienda Venini , ceramiche e posaterie in argento, macchine per il caffè per La Pavoni ma soprattutto la storica sedia Superleggera per Cassina nel ‘57, accolta come “la sedia più leggera del mondo”, che suscita uno straordinario interesse. Secondo Gio Ponti, “ il passato non esiste . . . nella cultura tutto è contemporaneo . . . nel presente ci rappresentiamo il passato e intuiamo il futuro”. Sulla base di questo principio, Ponti vuole offrire nei suoi prodotti una sintesi del vecchio e del nuovo. per la Superleggera analizza con scrupolo la semplice sedia artigianale ligure “Chiavarina” e ne sceglie i materiali tradizionali: il legno e il vimini , traendone un prodotto industriale moderno, adatto alla produzione in grande serie. Negli anni ’60 e ‘70 il design di Ponti acquista una maggiore espressività e assume decise forme geometriche.
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Gio Ponti
Palazzo Montecatini Milano , 1938
FacoltĂ di matematica Roma
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Ico Parisi Nato a Palermo e vissuto a Como, Ico Parisi è considerato il perfezionista dell’arredo, tra gli anni ‘40 e gli anni ’60. Diplomato in edilizia, ha ideato mobili e oggetti che dimostrano quanto questo grande maestro del design, che nelle classifiche sta appena dopo Gio Ponti e Carlo Mollino, sia ossesionato per le buone idee. Inaugura nel ‘47 un ciclo di arredi su misura, disegnati da Parisi e fabbricati da un gruppo di artigiani locali da lui scelti, che vengono impiegati nei progetti più importanti. Da ricordare: la libreria dello Stato di Milano e la casa Fraccaroli, che assicurano a Parisi una clientela esigente e prestigiosa. In uno spazio dedicato a questo designer nella rivista mensile di arte antica e decorativa “Antiquariato” , un signore, nonchè un cliente di Parisi, racconta come quest’ultimo abbia arredato il suo appartamento, all’inizio degli anni ‘60, facendo spiccare la sua sensibilità per l’organizzazione dello spazio; lo dimostra convingendo l’ingnere che aveva progettato l’edificio, di eliminare la colonna nel salone perchè secondo Parisi era di troppo.
Al posto della colonna mise un mobile bar, in maniera tale che lo spazio rimanesse aperto. Gli affari andavano talmente bene che nel ‘48 Ico parisi insieme alla moglie, aprirono a Como“ La Ruota ” , studio Atelier, negozio e, salotto frequentato da artisti. Un evento molto importante, è protagonista nel ’54 quando nella sala della Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi di Como dedicata a Parisi, viene esposto un dipinto dove è ritratta la colonna del Padiglione Soggiorno da lui progettato per la X Triennale. Nella mente di Parisi, gli oggetti vengono pensati come associazioni di linee e colori che prendono forma tra quest’ultimo e l’esecutore; con questo metodo realizza la libreria Lerici , la poltrona Uovo e la Conca 839, disegnati per Cassina nel ‘51 ed esposte nello stesso anno alla Triennale. A parlare in questo spazio dedicato a Parisi, è la gallerista milanese Rossella Colombari che di Parisi ha venduto pezzi importanti, come quelli esposti alla Triennale: il tavolino di casa Zucchi del ’51, gli arredi casa Fontana del ‘67, e di casa Novaria del ’69.
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Ico Parisi
Conca 839
Libreria dello Stato di Milano
Libreria Lerici
Poltrona Uovo
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Carlo Mollino
Carlo Mollino studiò ingegneria e storia dell’arte e si laureò alla Facoltà di architettura di Torino nel ‘31. Nel ’33 progettò il suo primo edificio quale, la sua abitazione, Casa Miller , dove allestì uno studio fotografico esponendo dei nudi femminili. Nel ‘37 progettò la Società Ippica di Torino, demolita nel ’60, ritenuta il suo capolavoro architettonico. Per gli interni, Mollino disegnò anche i mobili bioformi; queste forme tipiche del Bioformismo che copia e distorce le forme del mondo naturale per scopi decorativi, adottate da Mollino ebbero una grande influenza sullo styling dell’Italia del dopoguerra.
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Carlo Mollino
Le sue creazioni hanno forme ricche e lussureggianti con un fascino particolare. Per i suoi mobili, che ha disegnato per lo piĂš negli anni ‘40 e ’50 , ha brevettato un processo che permette la curvatura del legno compensato a basse temperature. Mollino non ha mai esitato a intraprendere i progetti piĂš ambiziosi. Gli originali risultati delle sue avventure sono sedie a tre gambe e dalle linee curve, e imitazioni disinibite del corpo femminile tradotte in pezzi di arredo. Gli schienali di alcune sedie richiamano le forme di abiti femminili o di lingue in posizioni lascive, mentre le sedute sono sagomate con forme anatomiche. I suoi mobili rispondono a criteri costruttivi di grande precisione (alcuni modelli sono ancora presenti nella collezione Zanotta ) . Come altri grandi architetti e designer, Mollino ha creato i suoi mobili come elementi integranti di specifici progetti architettonici.
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Carlo Mollino
SocietĂ Ippica di Torino
Scatto di un nudo femminile
Tavolino Arabesco per casa Orengo , Torino
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Anticipazioni
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NEL PROSSIMO NUMERO . . . 15 / 04 /2014 Curiosità dal mondo . . . Franco Albini : il rapporto con la rivista “Casabella” Marco Zanuso: novità per il mondo dei piccoli Gruppo BBPR: il nuovo modo di concepire l’ufficio
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di Vitale Angela Valentina Design , Grafica , Fotografia . . . . . . Arte e Passione La Creatività che cerchi.
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