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OGGI PARLIAMO DI… RIPRENDERSI IL PROPRIO POSTO

Quando avevo undici anni partivo spesso alla volta di Avellino per andare a sostenere il mio amico Daniele Cavaliero.

Il caso ha voluto che, in occasione di Avellino-Milano, alloggiassi nello stesso albergo dove erano ospitati gli arbitri che avrebbero diretto il match. Ricordo che, durante l’ora della colazione, andai da uno dei direttori di gara e gli dissi che, quella sera, sarei andato al PalaDelMauro per assistere alla partita e l’uomo, con fare ironico, mi rispose: “Va bene, ma non ci insultare”.

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Questo episodio mi è rimasto impresso nella memoria e mi ritorna sempre in mente quando sento urla e fischi contro gli arbitri.

Spesso noi tifosi insultiamo i direttori di gara per esprimere il nostro dissenso verso le loro decisioni. Qualche volta sembra però che ci dimentichiamo del fatto che questi svolgono un lavoro “complesso”, quello di osservare le azioni dei cestisti e sanzionarli se con vari comportamenti venissero meno alle regole del gioco. Sarebbe bello se a fine partita gli arbitri potessero spiegare al pubblico perché “hanno o non hanno fischiato quel fallo” a patto che non venga meno il “rispetto dei ruoli” e, mentre scrivo questa frase, non posso fare a meno di rivolgere il mio pensiero a Gianluca Mattioli, arbitro sempre pronto a rispondere alle domande dei tifosi.

Ciò non toglie che lo “sfottò”, entro certi limiti, sia divertente e parte integrante del rapporto tifoso-squadra avversaria e tifoso-arbitro. Ritengo però che un tifo il cui unico scopo sia quello di “rovinare” l’immagine degli avversari e dei direttori di gara sia contro i valori dello sport e non consenta una serena fruizione dell’intrattenimento sportivo.

Spero che, da qui in futuro, venga data maggiore importanza all’educazione civica poiché questa è necessaria se si vuole veramente avere una società più aperta, più tollerante e che sappia dare il giusto peso alle cose.

Sostiene lo scrittore, poeta e saggista marocchino Tahar

Ben Jelloun: “Ciascun volto è il simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per sé stessi”.

A presto,

Riccardo Ciccardesi

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