Paki - The Story of a Pink Flamingo

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Paki The Story Of a Pink Flamingo


C'era una volta un fenicottero rosa che si sentiva sempre male perchĂŠ era piĂš alto degli altri e in tutte le foto veniva sempre tagliato. La vita non era facile per Paki, il giovane fenicottero rosa un po troppo alto, doveva sempre abbassarsi quando passava per le porte e soffriva di un terribile torcicollo perchĂŠ doveva piegare la testa per parlare con gli altri. Paki era ben accetto nella sua comunitĂ e svolgeva degli importanti compiti grazie alla sua altezza, ad esempio aiutava sempre Mariolina, la vecchina tutto pepe del paese dei fenicotteri a prendere i prodotti troppo in alto al supermercato. Tutti erano felici di avere Paki nel villaggio, ma Paki si sentiva comunque escluso, troppo alto e troppo diverso dagli altri.




Una notte Paki si svegliò e decise di preparare un grosso sacco da portare in spalla e di partire. Non sapeva dove sarebbe andato ne cosa avrebbe trovato, ma sapeva di doverlo fare per se stesso! Paki scappò in silenzio nel cuore della notte senza che nessuno lo vedesse. Camminò, camminò e camminò ancora, ma non vide niente di interessante e si sentiva frustrato. Allora Paki decise di spiegare il volo e si allontanò dall'isola dove viveva per cercare terre sconosciute. Dopo giorni di volo e di riposo finalmente Paki vide qualcosa all'orizzonte. Era una striscia nera, si scorgeva sottile dopo il tramonto e si avvicinava sempre di più! Era una terra lontana, sua nonna gliene parlava sempre da piccolo, era la penisola! Doveva essere certamente quella, ne era sicuro.


Paki cominciò a volare con più energia, voleva raggiungere quella terra. Finalmente entro sera atterrò e incontrò Mario, il vecchio pescatore senza una gamba che parlava senza le -i e le -u. “Va- d- la, trovera- -l m-o am-co Genoveffo, t- darà -n posto dove stare”. Paki ringraziò il buffo signore senza gamba e si diresse verso la casa di Genoveffo. Nel piccolo villaggio di mare trovò tante persone simpatiche e disponibili, pronte ad aiutarlo, si trovò anche un piccolo lavoretto dal pescatore Mario. Paki però non voleva fermarsi, voleva viaggiare, vedere ed esplorare ancora. Si trovò quindi sul monte Crudo (si chiamava così perché è dove si fa il prosciutto crudo), dove conobbe Smemorella, una signora di mezz’età che si dimenticava qualunque cosa, poi sulla pianura Noiosa dove tutti si annoiavano sempre. Qui conobbe Piero un ragazzo troppo pigro per fare qualsiasi cosa. Sulla collina Gioiosa (perché gli abitanti ridevano sempre) trovò Frenetico, un bambino che non stava mai fermo.




Viaggiò per mari e monti alla scoperta di non so cosa, ma dopo mesi, stanco si fermò e deluso si mise a piangere. Non aveva trovato quello che cercava, non aveva scoperto niente. Amareggiato e sconfitto dopo quasi un anno decise di tornare a casa, dove lo aspettavano la sua famiglia e i suoi amici. Un po timido, andò da loro che lo abbracciarono pieni di gioia, gli offrirono da mangiare, da bere e così si sedettero a tavola. Gli chiesero dove fosse stato, allora Paki iniziò a raccontare le sue avventure, prima con un po di broncio sul volto, ma presto sempre più emozionato nel rivivere la sua storia. Al termine sembrava volesse addirittura recitare le sue disavventure e con voci buffe interpretava i personaggi. Improvvisamente si rese conto che non aveva trovato ciò che cercava, perché in realtà non cercava niente, ma che tutte le avventure che ha vissuto lo avevano arricchito tantissimo, era riuscito ad incantare tutti quella sera.


Da quel giorno Paki iniziò ad aiutare il paese con la pesca, insegnando a tutti nuovi metodi di raccolta, mostrò agli anziani quegli strani fogli chiamati post-it che usava Smemorella, regalò a tutti i bambini un pallone con la quale non potevano annoiarsi e si promise di non essere mai più triste, perché aveva una vita talmente frenetica che non poteva permettersi di essere triste. Paki imparò anche ad essere legato alla sua famiglia e ai suoi amici perché erano tutto quello che aveva, oltre a un sacco di ricordi felici per il mondo. Ogni tanto riceveva qualche lettera dai posti più impensabili, da parte di qualche signora e ragazzo che aveva conosciuto. Era sempre un piacere rispondere. E finalmente la sera tardi, quando il sole era già tramontato poteva permettersi di spegnere la luce, andare a letto e riposare, pensando al prossimo viaggio che avrebbe fatto!




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