JAPANIMANDO N. 28

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WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno III - n. 28

NEWS COSP LAY

CULTURA MUSIC A

MICHELA LUCIDI - Foto di MATTEO SCIARRA

EVENTI


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EDITORIALE

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alve a tutti, carissimi lettori di JAPANIMANDO! Tanto per iniziare, noterete sfogliando la webzine che abbiamo da poco realizzato il nostro nuovo blog “Wondergate Italia” dove sarà possibile rileggere molte delle passate recensioni dei nostri collaboratori e tanto altro ancora; attualmente è in fase di ampliamento e costanti miglioramenti: faremo di tutto per renderlo come lo immaginiamo entro la fine di questo 2013 che ci ha visto molto impegnati su diversi fronti. Ebbene si. C’è chi d’estate se la spassa alla grande (com’é giusto che sia) e chi non conosce soste, seppur molto brevi: ma noi siamo fatti così... la nostra passione ci porta oltre

e non vediamo l’ora di poter realizzare più progetti possibili che ci permettano di divulgare sempre più queste tematiche. Per quanto concerne, invece, i contenuti di questo nuovo numero... dobbiamo veramente ringraziare di cuore tutti i collaboratori e gli artisti che ci hanno inviato il loro materiale perché sono riusciti ancora una volta a renderlo veramente ricco e variegato, proprio come voi lettori volete. Un’ultima cosa: non cercateci al Romics perché, come al solito, non ci saremo; ricordiamo a tutti che noi operiamo al di fuori delle fiere e non abbiamo necessità di pubblicizzarci ulteriormente... per ora. Buona lettura! V. D’Amico

SOMMARIO Germano Massenzio si racconta ................... Angelo Licata presenta: “Closer” .................. “Edicolors” vi aspetta....................................... “TromaLab”: Kaufman è in Italia! ................... Roberta e le sue creature ............................... Il nuovo saggio su Hayao Miyazaki ................ Abel Alves e “Game of Thrones” .................. “Radar” - Esploratori dell’immaginario ........ Bob Andelman racconta Will Eisner ............. Mr. Frankenstein: Boris Karloff ....................... Paola Del Prete e la “Signora dei Boschi” ... “Fantasy Fantascienza Astronautica” ............ “Tutti possono fare fumetti”... o no?............. Torna il “San Donà Fumetto”......................... “Columns”: il successo continua! .................. “Arnaldo” e Fabrizio De Masi........................ Alla scoperta di “Event Horizon”.................. “Yellow Kid” e gli esordi del fumetto........... “Blackstar” .......................................................... Il progetto “Renacomics”................................ “Gremlins”.......................................................... I viaggi nel tempo di “Alley Oop” ................. “CartoTex”: tanto Tex... in cartolina.............. “Principesse Disney”: il photo shooting....... “Ankoku Grendizer” Fan Movie .................... Il progetto “Mangasenpai”............................... La “Promessa Terra di Guarnaschelli ............ “Code Geass: Lelouch of the rebellion” ...... “Macchia”: la graphic novel ............................. Il nuovo corso del ragno ................................. I “sogni proibiti” dei Gokin............................. “Dragonball Multiverse” .................................. Intervista ai grandi “RoboticPizza”................ Il successo del “Sassari Cosplay”...................

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GERMANO MASSENZIO SI RACCONTA Su Facebook: Germano Massenzio

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eh mi piace dire subito che il percorso della mia vita è stato segnato dalla passione per il disegno, i fumetti, i cartoni animati, quelli giapponesi soprattutto, con i quali siamo cresciuti molti di noi, amo definirmi un disegnatore della “Goldrake generation”. Un po’ come tutti i disegnatori, sin da piccoli abbiamo riempito superfici e fogli per soddisfare la nostra voglia di raccontare, creare, l’unica cosa che posso dire e che da sempre ho deciso di fare questo mestiere! Così dopo le scuole dell’obbligo, scelsi l’istituto d’arte “F. Palizzi” della mia città, Napoli, dove ancora oggi vivo e lavoro. Qui ho cominciato a condividere la mia passione con amici, anche se pochi a dir la verità; erano

gli inizi degli Novanta, scoprivamo in edicola e nell’unica fumetteria di Napoli (“il Supermarket del fumetto”) nuove riviste, ricordo ancora quando un amico in classe portò Mangazine fanzine creata dai futuri Kappa boys, per noi fu toccare il cielo con un dito! All’interno della mia scuola superiore usciva periodica-

mente il giornalino scolastico, attraverso questo scoprii altri aspiranti e appassionati disegnatori di fumetto della mia scuola, con i quali pubblicavamo e discutevamo dei nostri acerbi lavori; tra questi non posso non menzionare già allora i bravissimi fratelli Gianluca e Raul Cestaro. Cominciai a frequentare le

prime fiere del fumetto (Lucca, Prato, Napoli, Roma, Milano), all’epoca le fiere si contavano sulle dita di una mano, la mia prima fu Lucca Comics nel lontano 1991! Oltre a disegnare, ho sempre conservato la mia passione per il mondo degli anime e manga, diventando collezionista e poi esperto del settore: questo mi ha portato a scrivere nel corso degli anni articoli e recensioni per diversi editori come Granata Press, edizioni Lo Vecchio e Star Comics. A metà-fine anni Novanta fui colpito da una rivista che si chiamava “Mondo Naif”, il modo di lavorare di questi diversi autori:Vanna Vinci, Andrea Accardi, Otto Gabos, Giuseppe Palumbo mi colpì molto; sentivo che era molto vicino al mio modo di intendere il fumetto, contemporaneamente all’uscita di questa rivista fu il periodo in cui mi iscrissi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, alla scuola di pittura, ma con l’intenzione di non voler fare il pittore! Gli anni passati in questo bellissimo istituto sono stato per me molto importanti, ho lavo-


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rato e conosciuto diverse materie: dalla pittura alle tecniche di incisione, fino alla colorazione digitale; insomma sperimentavo molto per metterlo al servizio dei miei linguaggi preferiti, il fumetto e l’illustrazione. Per non parlare dell’incontro con dei grandi maestri, il primo fu quello di pittura: Gianni Pisani, un grandissimo artista, lui mi ha dato tanto nella visione e concezione del lavoro artistico. Anche altri docenti dell’Accademia come Ernesto Pugliese (disegnatore Bonelli per “Brendon”), Patrizia Lovato e Pako Massimo (fumettista e illustratore) hanno segnato molto nel mio percorso.

Bologna con le sue realtà editoriali e vari appuntamenti divenne per me punto di riferimento come modo nuovo di fare fumetto (un po’ come fu per anni

Settanta-Ottanta), riscoprii grandissimi autori di un passato recente come: Pratt, Battaglia, Toppi, ecc... aggiungendo dei grandi contemporanei come: Gipi, Baru, Chaubotè, Baudoin, Fior, ecc... In un’estate non troppo lontana buttai giù i miei primi appunti per comporre una storia a fumetti, ma senza la pretesa di considerarmi sceneggiatore. Ricordo che in quel periodo ebbi la fortuna di conoscere Bastien Vivès che soggiornava a Napoli, egli vedendo il mio lavoro mi fece i complimenti, lui aveva vinto quell’anno Angoulême, e per me fu un grande onore essere apprezzato da un artista come lui. Qualche tempo dopo l’incontro, una giovane e seria realtà napoletana mi dà l’opportunità di firmare il mio primo contratto d’autore, la “In Form of Art press”. All’inizio il progetto presentato da me prevedeva di stampare un albo dal titolo “l’odore del bianco e nero” contenente tre brevi storie, poi per questioni di tempo abbiamo deciso di dividerle in tre albi, ed il titolo iniziale diventava il nome di questa breve collana. In que-

sto momento è stato pubblicato solo il primo albo dal titolo “15 agosto”, che sta andando molto bene; alcune tavole originali sono state esposte nella mostra a tema allo scorso Comicon di Napoli “fumetto & architettura: building comics”. Gli altri albi che usciranno si intitolano: “La finestra”e “Inizio d’estate”, tutti e tre realizzati con la stessa tecnica dell’acquerello in bianco e nero e i contorni a china (da questo il nome della collana e di quello che doveva essere l’albo). Negli anni passati ho partecipato come disegnatore all’Expocartoon di Roma,Venezia Comix, al Comicon di Napoli, ma quest’anno è la prima volta da autore con il mio albo “15 agosto”, infatti dopo il saloon di aprile del Comicon parteciperò per la prima volta alla prossima Lucca Comics & Games, sarò presente allo stand della mia casa editrice (padiglione Giglio E302), mentre a fine novembre invece mi aspetterà l’Aversa Street Comix. Germano Massenzio


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ANGELO LICATA PRESENTA: “CLOSER” www.lordsofillusion.com

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ualcosa di terribile sta per accadere alla Terra, ma Luke (Vincenzo Alfieri) e Sara (Elena Cucci) ne sono ignari e sperano solo di godersi un solitario e passionale weekend campeggiando nel bosco. Due misteriosi visita-

tori da altri mondi sconvolgeranno i loro piani e cambieranno per sempre il loro destino. Il film strizza l’occhio alle atmosfere dei grandi film degli anni 70-80, a cavallo fra “Ritorno al Futuro” e “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo”.

Dopo la regia della seconda unità in “Maschi contro femmine” e la supervisione agli effetti visivi degli spot “Mulino Bianco” (con Antonio Banderas), sono stato fermo un anno per scrivere con il mio co-sceneggiatore Roberto Pretti due sceneg-

giature di cui vado molto fiero. Scrivere è bellissimo, ma sentivo un grande desiderio di ritornare sul set. Avevo questa idea che mi balenava in testa da qualche anno, una cosa semplice, ma che mi avrebbe permesso di rievocare le atmosfere dei film con cui sono cresciuto. La storia che vediamo in Closer è solo la punta dell’iceberg di una mitologia molto complessa e intrigante che abbiamo costruito attorno alle teorie sui rapimenti alieni. Abbiamo formato la stessa magnifica squadra che ha realizzato Dark Resurrection, con qualche new entry di grande talento. Insieme abbiamo realizzato qualcosa di nuovo che vuole essere solo un inizio, un incipit per un prodotto cinematografico internazionale di cui è già pronta la sceneggiatura. Vincenzo Alfieri ed Elena Cucci sono due fuoriclasse, attori davvero rari nel nostro panorama italiano. Hanno dato il massimo senza mai cedere, nonostante le condizioni climatiche avverse. Il bosco in cui abbiamo girato la maggior parte delle sequenze era umidissimo e con temperature vicine allo zero. Credo di aver fatto un’ottima scelta anche nel coinvolgere gli altri due attori del cast. Fabrizio Fenner, un personaggio incredibile, sembra uscito da un fantasy. Dopo aver lavorato con lui in Dark Resurrection ho capito che i ruoli del cattivo gli si addicono. Infine Francesca Gandolfo, che, al suo esordio, ha incarnato il personaggio alieno magistralmente.


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In molti mi chiedono perché abbia deciso di fare uscire il film direttamente

online. La risposta è semplice: perché internet è il futuro. Sempre più registi

riescono ad attingere a fondi attraverso la rete. Le piattaforme di crowdfunding

stanno funzionando sempre meglio, il pubblico stesso può finanziare un progetto in cui crede e che vuole vedere, diventando produttore associato. Questo permette agli autori di finanziare i loro progetti mantenendo il potere artistico sul prodotto finale. In Italia si continuano a produrre film per il solo territorio nazionale, alto budget, bassi incassi e poche possibilità di rientrare dei costi. Se non iniziamo ad esportare producendo film di genere per il mercato internazionale, la nostra industria cinematografica imploderà su se stessa. Anche per questo il film è stato girato in inglese e poi sottotitolato in italiano. Spero che Closer sia un esempio di come anche in Italia si possa fare fantascienza. Basta volerlo davvero e crederci, perché i professionisti e i talenti ci sono, stanno semplicemente emigrando dove possono esprimersi liberamente. Angelo Licata CAST Vincenzo Alfieri: Luke Elena Cucci: Sara Francesca Gandolfo: Li-Han Fabrizio Fenner: Rettiloide --------------------------------------Regia Angelo Licata Soggetto Angelo Licata Sceneggiatura Roberto Pretti, Angelo Licata, Andrea Languasco Produttore Angelo Licata Co-Prodotto da Diego Casciola, Mila Mirenghi, Angelo Giampietro Roy Orengo Direttore della fotografia Diego Casciola Scenografia Samantha Ternelli Musica Alexander Cimini Montaggio Angelo Licata, Fabrizio Rizzolo Supervisore Effetti Visivi Angelo Licata Make up Mila Mirenghi


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“EDICOLORS” VI ASPETTA!

www.edicolors.com - Su FB: Edicolors Libri Per Ragazzi

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uongiorno a tutti i lettori di JAPANIMANDO! Vogliamo presentarci: siamo Edicolors, una casa editrice di Genova che ha sempre avuto a cuore il mondo dell’illustrazione per l’infanzia e il mondo del fantastico. Siamo specializzati nello scoprire nuovi talenti (autori e illustratori) e siamo sempre alla ricerca di giovani emergenti da poter sostenere. Nel 2010 hanno infatti esordito con noi 5 illustratori provenienti dallo IED di Torino e nel 2013 abbiamo pubblicato “Il nonno e la luna”, un’antologia di racconti dell'autrice Lia Sparatore, con le tavole di 16 nuovi illustratori selezionati da Edicolors. Nella nostra scuderia annoveriamo giovani autori addirittura dai 9 anni in su!!! Come nel caso di Benedetta Ioli, autrice del libro “Nonna mi racconti di te?”, un’intervista tra una bambina di 9 anni e la propria nonna. Oppure come la quindicenne Claudia Lombardo, vincitrice del Premio Arpino con il libro “Camilla nel tempo”. Giovanissimo è anche Francesco Scomazzon, che ha esordito quest'anno con il romanzo di

ottobre. La storia è ambientata in un ipotetico Giappone e il testo è accompagnato da 5 illustrazioni ispirate ad altrettanti dipinti: a voi appassionati di cultura giapponese lasciamo il piacere di scoprire quali! Saremo lieti, inoltre, di poter offrire a tutti gli amici di Japanimation uno sconto del 25% su qualsiasi ordine effettuato dal nostro sito: basterà inviare una email a dicolors@edicolors.com scrivendo i titoli dei libri che vi interessano e la frase “sconto japanimation” (spedizione gratuita per tutti gli ordini superiori a 12 euro). Un grazie a tutti gli amici dell’associazione Japanimation e buona lettura! Edicolors Staff

fantascienza “Le Rune Guardiane” all’età di soli 17 anni (lo trovate fresco fresco in libreria e sui siti di vendita online). Siamo anche stati sponsor di alcune gare di cosplay per via del nostro libro “Alice nel paese delle meraviglie” dove Alice è interpretata

graficamente come una teenager dark e cosplayer, tra cui Fumettopoli 2011 (http://tinyurl.com/onpd93n per vedere le foto) e Parmafantasy II edizione. Per voi amanti del Giappone consigliamo, inoltre, il nostro libro “Agenzia viaggi nel tempo”, che uscirà a fine


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“TROMALAB”: KAUFMAN E’ IN ITALIA! www.latinafilmcommission.it

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a “Latina Film Commission” è lieta di presentare “TROMALAB”, il workshop con il leggendario regista Lloyd Kaufman fondatore del movimento cinematografico “Troma”. Kaufman illustrerà ad addetti ai lavori e fan il suo cinema indipendente nel primo workshop italiano che si terrà il 26/10/2013 e il 27/10/2013 a Roma presso la NUCT in via Tuscolana 1055 (Cinecitta’). Lloyd Kaufman presenterà il suo cinema, affrontando le tematiche e le scelte di messa in scena del genere Troma e illustrando le sue tecniche per realizzare un film totalmente indipendente o a zero budget. Al Workshop seguiranno importanti proiezioni dal catalogo Troma: “Return to Nuke ‘Em High”, “The Taint”, “The Toxic Avenger”, “Terror Firmer”, “Poultrygeist: Night of the Chicken Dead”. Le iscrizioni al “TROMALAB” possono essere effettuate sul sito della Latina Film Commission all’indirizzo: http://www.latinafilmcommission.it/home/kaufman-finalmente-in-italia/ L’iscrizione al Workshop permetterà l’accesso gratuito alle proiezioni dei Troma Films. Inoltre il giorno 25 Ottobre 2013 alle ore 19 il regista riceverà un riconoscimento alla carriera dal Direttore della Latina Film Commission Rino Piccolo presso il Cinema Oxer di Latina.

COSTI All’indirizzo http://www.latinafilmcommission.it/home/k aufman-finalmente-in-italia/ è possibile iscriversi al workshop cliccando su “Paga adesso” con PayPal o con carta di credito, oppure attraverso una ricarica su conto PostePay n.4023 6005 8466 7432 (Codice fiscale PCCLVC92H04F839A) effettuabile da qualsiasi centro autorizzato. È possibile acquistare sia una sola giornata di workshop al prezzo di 40 Euro oppure due giornate di workshop al prezzo promozionale di 70 Euro. L’iscrizione al Workshop permetterà di accedere gratuitamente alle proiezioni dei Troma Films (altrimenti il prezzo ordinario dei biglietti sarà 7 euro). Iscrivendosi oltre il 08/08/2013 il costo

dell’iscrizione ai due workshop, incluso di proiezioni, sarà di 100 Euro. Il nominativo sarà registrato al momento dell’acquisto e si potrà ritirare il biglietto all’ingresso del Workshop. Per maggiori informazioni scrivere a info@latinafilmcommission.it. LLOYD KAUFMAN «Questi film sono ciò che spesso i media definiscono sesso e violenza, ma io li definisco: una giornata tipo nel mio cervello»(Lloyd Kaufman). Nel 1974 Lloyd Kaufman, insieme all’amico Michael Herz, fonda a New York la Troma, la più famosa casa di produzione indipendente statunitense. Per la Troma dirige molti film divenuti cult, come Il vendicatore tossico, Tromeo and Juliet e

in particolare Terror Firmer, misto di commedia demenziale, splatter e horror, ritenuto il suo miglior film. Kaufman ha scritto alcuni libri in cui racconta come realizzare un film indipendente e con il Tromadance Festival promuove film indipendenti provenienti da tutto il mondo. TROMA La compagnia produce film indipendenti e a basso costo, caratterizzati da irriverenti sequenze splatter e nudità. Ha prodotto e distribuito oltre 800 film, di cui molti rimasti inediti in Italia. Troma non è solo il nome di una società di produzione cinematografica, ma, grazie al suo stile inconfondibile, designa un genere caratterizzato da contaminazione di splatter, horror, fantascienza, commedia demenziale e azione, con continue citazioni delle scene dei maggiori successi della Troma, frequenti mutilazioni e un linguaggio rigorosamente scurrile e politicamente scorretto. Realizzati con humor nero, trame imprevedibili e budget produttivi molto bassi, i film Troma hanno indignato e conquistato il pubblico mondiale con una moltitudine di personaggi deliranti: vendicatori tossici, nonnine cannibali, surfisti nazisti, poliziotti che si trasformano in samurai, profilattici carnivori e polli zombie. LFC Staff


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ROBERTA E LE SUE CREATURE

www.satinecreations.com - Su Facebook: Satine Cosplay - Sartoria Online

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iao a tutti! ^_^ Mi chiamo Roberta, ho 24 anni e da due e mezzo mi diletto nella creazione di abiti cosplay! Ho un sito web e una pagina facebook dove potete ammirare tutti i miei lavori, e contattarmi per qualsiasi informazione. Realizzo anche costumi su commissione! Tutto è cominciato tre anni fa: avevo appena finito gli studi di Moda e Costume presso L’istituto statale D’arte di Macerata, e volevo continuare ad approfondire ciò che avevo studiato.Ho sempre amato il mondo della sartoria, è una passione che coltivo e seguo fin da quando ero piccola, e quindi dopo essermi diplomata volevo continuare su questa strada.Così cominciai a spargere la voce e a ricevere le prime commissioni, per “farmi le ossa”: all’inizio realizzavo solo abiti da donna, ma poi hanno cominciato a commissionarmi questi fantastici abiti presi da cartoni animati, videogames, ecc. ed è lì che è nato l’amore per questo genere, e cominciai a dedicarmi solo a questo meraviglioso settore! In seguito creai il sito per mostrare al mondo le mie “creature”: impiegai tre mesi di lavoro per realizzarlo, dato volevo un sito diverso, che mostrasse gli abiti cosplay non come un catalogo di carnevalate, ma vere e proprie opere d’arte, quali penso essi siano.E devo dire che i miei sforzi e i miei sacrifici sono stati apprezzati, anche dall’estero! Il mondo cosplay è un mondo davvero fuori dal

comune, colorato, che propone sempre nuove sfide: tutto parte dalla progettazione dell’abito cosplay. E’ una fase importantissima, dove si gettano le basi per creare a volte personaggi con accessori che sfidano la forza di gravità (e credetemi, l’abbiamo sfidata parecchie volte!!), e il minimo

errore potrebbe costare caro al committente, che si ritroverebbe con un abito che o gli casca, o gli si rovina, ecc. Perciò va studiato tutto in questa fase: dal materiale o il tessuto che si deve usare, alla forma che deve avere l’oggetto o il cartamodello del costume, tenendo conto ovviamente

dal budjet che ci viene concesso. La seconda fase, dopo lo studio meticoloso di ciò che si deve realizzare, è la realizzazione: a seconda di quello che serve, l’accessorista comincia a scolpire, modellare, creare calchi, mentre io taglio, imbastisco, cucio e cosi via. A mano a mano che realizziamo le cose (se possibile, e se non siamo sommersi da commissioni) inviamo al committente le foto, per fargli vedere come nasce il suo costume. E’ una cosa che apprezzano molto, perchè cosi si rendono più partecipi e in più semmai ci fosse qualcosa da modficare chi ce lo commissiona può correggerci subito e indirizzarci sulla strada giusta. Una volta ricevuta l’ultima foto del costume completo, il committente ci darà l’ok per la spedizione, e o spedirò entro 48 ore lavorative il tutto! Pensate che sia finita qui? Ovviamente no!


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L’ultima fase è quella più importante, e la dovete concludere voi: quando indossate l’abito che io e il mio accessorista abbiamo con tanta fatica e passione realizzato, mi aspetto che andiate fieri di indossare qualcosa che è stato fatto apposta per voi, unico al mondo perchè artigianale, e che lo interpretiate al meglio e vi divertiate sentendovi veramente il vostro personaggio preferito! Come dico sempre, “I miei abiti saranno anche belli, ma è chi lo indossa a dargli poi quel qualcosa in più che lo rende perfetto!” Perchè il cosplay è anche questo: recitazione del personaggio scelto, interpretazione delle sue mosse, delle sue caratteristiche,ogni piccolo particolare, ogni movenza, insomma, deve essere curata al dettaglio. Per questo è nato il connubio con la modella Elisa, appassionata anche lei a questo genere: oltre all’essere una bella ragazza (che non guasta mai, e la risposta a tutte le volte che i maschietti me lo chiedono è: NO, la modella non è compresa nel prezzo!!) studia recitazione e fa teatro, e riesce sempre a interpretare alla perfezione ogni mio abito, dandogli quel tocco in più che li rende fantastici!

Lo potrete vedere con i vostri occhi anche voi, andando sul mio sito o sulla mia pagina facebook. Questa è un pò la risposta a tutti coloro che mi chiedono perche non mi vesto: se capita lo faccio volentieri, ma preferisco affidare a una professionista come lei l’interpretazione dei miei costumi! E poi… ok… lo ammetto: sono timidissima! Vi assicuro che il costume perde almeno il 30% della sua bellezza se indossato da un tipo iper impacciato come me! Ve lo prometto, però, mi sforzerò e cercherò di “cosplayare” di piu anche io! xD Il mio obiettivo, oltre a quello di migliorare sempre di più e rendere sempre più contenti e soddisfatti anche i committenti, è quello di riuscire ad aprire un negozio dedicato esclusivamente ad abiti cosplay realizzati a mano e su misura, 100% artigianali: punto sempre sulla qualità e sul rilancio dell’artigianato italiano, soprattutto per rialzare un’immagine ormai in declino verso il mondo, e spero vivamente di riuscirci. So che le difficoltà sono innumerevoli, ma sono pronta a tutto. Inoltre posso sempre contare sul mio braccio


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destro Niko, che con minuzia e pignoleria (a volte anche maniacali!!!) progetta e realizza ogni genere di accessorio, curando il piĂš possibile ogni dettaglio! Vorrei porgergli un ringraziamento, a lui che mi segue sempre e mi è sempre vicino, sia nel lavoro che nella vita; a Elisa, che con il suo entusiasmo coglie al volo ogni genere di sfida, a tutti gli amici che mi sostengono nella mia pazza impresa, e ovviamente grazie anche a tutti coloro che mi seguono sulla pagina, che apprezzano i miei lavori (o come le chiamo io “le mie creatureâ€?) e soprattutto grazie a voi per aver letto questo articolo, sperando che apprezziate anche voi i nostri lavori!! ^_^ Un abbraccio a tutti! SC


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IL NUOVO SAGGIO SU HAYAO MIYAZAKI http://imagorecensio.blogspot.it

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l saggio di Maria Teresa Trisciuzzi non è brutto, ha però il difetto di essere eccessivamente corto. Son stati pubblicati altri tre saggi su Miyazaki (“Hayao Miyazaki, il dio dell’anime”, “L’incanto del mondo, il cinema di Miyazaki Hayao”, “Hayao Miyazaki, le insospettabili contraddizioni di un cantastorie”), ed anch’essi non sono formati da molte pagine, intorno alle 150, ma il contenuto di questi è più esaustivo. Anche perché il primo capitolo (29 pagine) riassume brevemente la storia dell’animazione giapponese e il quarto capitolo (29 pagine) è un pò estraneo al titolo (lo spiegherò più avanti), riducendo ulteriormente l’analisi su Miyazaki. Inoltre, a fronte di tante citazioni corrette, ho notato alcuni errori riguardo a citazioni e considerazioni sui temi delle opere di Miyazaki (alcune le farò notare nella recensione), ma magari sono io ad errare nel considerarli tali. Mi par giusto precisare che nel saggio non è menzionato l’ultimo film di Miyazaki: "Si alza il vento". Capitolo 1:Visioni apocalittiche 1,1 Le anime ferite 1,2 Il crisantemo e la spada 1,3 I cavalieri del vento

1,4 La giungla storica dell’animazione giapponese Questo capitolo funge da introduzione ai successivi, illustrando brevemente la storia dell’animazione giapponese e da quale contesto culturale nasce, quindi tutto il capitolo è pre-Miyazaki. A pagina 14 si può leggere: “E, come cantava la sigla italiana di Jeeg, manga che nel 1988 raccontava in chiave metaforica l’attuale crisi nucleare di Fukushima, “se dalla terra nascerà la forza che ci annienterà”.

Intanto Jeeg non è del 1988, ma del 1975 (di aprile il manga, d’ottobre l’anime). Quello della sigla non è un manga (in Giappone il manga anticipò l’anime di qualche mese), ma un anime. Infine proprio non vedo il nesso tra Fukushima e la trama di Jeeg (che ho visto più volte). A pagina 16 si può leggere che l’antropologa Ruth Benedict (nel suo “Il crisantemo e la spada”) spiegava che ogni ragazzino giapponese conosceva la storia dei “47

ronin”, però lo scriveva nel 1940... Questo non vuol dire che oggi quella storia sia stata dimenticata (uscirà prossimamente pure un film di Hollywood!), ma non si può citare una considerazione del 1940 come se fosse contemporanea. Capitolo 2: Hayao Miyazaki. Il grande raccontafiabe d’Oriente Il secondo capitolo è un excursus sulle opere di Miyazaki comprensivo di una breve sinossi con commento critico, seguita dall’analisi del film. 2,1 Il teatro dei capolavori del mondo Sono narrati i natali di Miyazaki, la sua giovinezza e l’inizio della carriera professionale fino al 1977. 2,2 Eroi tra manga e anime Il paragrafo ricomincia dalla serie “Conan il ragazzo del futuro” fino al manga di Nausicaa.

HAYAO MIYAZAKI, Sguardi oltre la nebbia di Maria Teresa Tresciuzzi, casa ed. Carocci Editore, pagine 139, costo € 17,00, anno 2013, formato 22 cm x 15 cm Codice ISBN: 9788843069163

2,3 Lo Studio Ghibli Nel 1984, con il successo commerciale del lungometraggio tratto dal manga di Nausicaa, Miyazaki ed Isao Tahakata fondano lo Studio Ghibli. A pagina 39 mi è parso che la sinossi di “Principessa Mononoke” non sia del tutto corretta in due punti: “Il giovane deve lasciare il suo villaggio per evitare che la maledizione


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del demone si scagli sulla sua tribù...”; “...Lady Eboshi, spregiudicato capo di un villaggio che basa la sua esistenza sulla fabbricazione di armi da fuoco, avendo come obbiettivo la distruzione delle foreste abitate dai lupi e dagli altri animali divini”. Ashitaka lascia il villaggio per scoprire da dove proveniva il cinghiale demone, e per trovare una cura alla sua maledizione. La “città del ferro” si chiama così perché produce ferro, non armi (la produzione di armi è limitata all’autodifesa). Eboshi non distrugge la foresta mossa dall’odio verso gli animali e gli spiriti, ma perché le serve il legno per le fornaci, il classico disboscamento a scopo industriale industriale. 2,4 Un nuovo inizio Il paragrafo contiene sinossi ed analisi di: “La città incantata”, “Il castello errante di Howl” (dove si afferma che Sophie giovane ha i capelli rossi), “Ponyo sulla scogliera” ed “Arietty”. Gli ultimi due un po’ sacrificati. Ho scoperto che Miyazaki non si recò a Los Angeles a ritirare il premio Oscar per protestare contro Bush e la guerra in Iraq. Capitolo 3: Eroine oltre la nebbia 3,1 Diventare grandi Sono brevemente analizzati i protagonisti dei film di Miyazaki, adolescenti

(maschi e femmine) e donne. 3,2 Sguardi d’infanzia L’infanzia è uno dei soggetti più ricorrenti nei film di Miyazaki, talvolta sono proprio i bambini ad essere i protagonisti. Questo perché i bambini (e anche chi apprezza i film di Miyazaki, aggiungo io) riescono a vedere ciò che gli adulti non colgono più: il fantastico e l’immaginazione senza confini. In questa parte del saggio si approfondisce l’analisi di Totoro (e di Mei e Sastuki) e del suo predecessore filmico, “Panda! Go panda!” (e della piccola Mimiko). Altra tematica del paragrafo riguarda le bambine e la crescita e il diventare adolescenti, come per Sastuki (Totoro), Kiki e Chihiro (La città incantata). Altri bimbi protagonisti sono Ponyo e Sosuke, che nel film esaltano l’amicizia senza pregiudizi. 3,3 Piccole donne crescono Il paragrafo analizza le figure delle protagoniste ragazze, e i due personaggi più approfonditi sono Nausicaa e San (Principessa Mononoke). Sono analizzate le tematiche più presenti nei film di Miyazaki: l’amore, il volo, l’essere una principessa, il varco di una soglia, la magia, comunicare con gli animali/spiriti. Una protagonista di un film di Miyazaki può avere più d’una di queste caratteristiche, ma avrà anche una debolezza, un dub-


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bio su se stessa, un punto debole di cui liberarsi. 3,4 Le “anime” delle donne Nei film di Miyazaki al fianco delle giovani protagoniste, bambine o ragazze che siano, c’è quasi sempre la figura di una donna adulta che riveste il ruolo di amica, rivale o madre (anche più ruoli contemporaneamente tra questi). Sono analizzate le coppie: Fujiko vs Clarissa (Lupin III - Il castello di Cagliostro); Gina vs Flo (Porco Rosso); Kushana vs Nausicaa; Eboshi vs San (Principessa Mononoke); Dola vs Sheeta (Laputa); la maga Suliman vs Sophie (Il castello errante di Howl); Linn/Yubaba vs Chihiro (La città incantata). E’ spiegato il senso che Miyazaki conferisce alle donne truccate: Eboshi, Gina,Yuko (mamma di Chihiro), la madre e la sorella di Sophie. Miyazaki disegna delle madri molto originali, anche quando hanno ruoli secondari, o nel film si vedono poco: Totoro, Il castello errante di Howl, Porco Rosso, La città incantata, Kiki consegne a domicilio (due madri: mamma di Kiki e la signora Osono della panetteria). 3,5 Il giardino d’inverno E’ analizzato il rapporto giovane/anziana, infatti le “nonnine” sono spesso presenti nei film di Miyazaki. In “Kiki consegne a domicilio” ce ne sono addirit-

tura tre: Doro (la cliente della mamma di Kiki); la madame della città; la governatrice di madame. In “Laputa” c’è mamma Dola, in “Nausicaa” c’è la Gran Dama, in “Mononoke” c’è Hi-sama (la sacerdotessa degli Emishi), in “La città incantata” ci sono Zeniba e Yubaba, in “Il castello errante di Howl” ci sono la maga Suliman e la strega delle Lande, in “Ponyo” di fianco all’asilo di Sosuke c’è un centro per anziane (Yoshie, Noriko, Toki). 3,6 Ritornare bambini Il paragrafo considera lo spazio che Miyazaki conferisce agli anziani, specialmente in “Il castello errante di Howl”. In cui l’anziana Sophie si permette quella libertà e spensieratezza che la giovane Sophie si negava. Capitolo 4: Più leggeri dell’aria Con la testa tra le nuvole La casa sull’albero Tra terra e cielo Questo quarto capitolo è quello che inizialmente mi son permesso di giudicare “estraneo al titolo”, infatti è trattata l’età infantile/adolescenziale nella letteratura per bambini/ragazzi. I tre paragrafi sono pieni di citazioni di narrativa per bambini/adolescenti, di altri autori di saggi sul tema e anche sull’infanzia/adolescenza (Alice, Peter Pan, Ariel che sapeva volare, Il signore degli anelli, Stradust,


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Narnia etc), oltre che citazioni di poeti italiani che hanno scritto poesie sull’infanzia. La mia sensazione, totalmente personale, è che questo quarto capitolo sia un po’ tropo fuori tema, in quanto Miyazaki è appena citato. E’ come se il capitolo fosse stato scritto per (o fosse contenuto in) altro, e poi riutilizzato (aggiungendo qualche rigo su Miyazaki) per questo libro. Se il saggio di Maria Teresa Tresciuzzi si fosse intitolato “Hayao Miyazaki, la letteratura mondiale sull’infanzia e l’adolescenza” avrebbe avuto senso come tema, invece non è così. Capitolo 5: Interiors. Un ponte per l’altrove 5,1 Sospesi in aria Il paragrafo cerca di riepi-

logare il contesto in cui operano/recitano i personaggi di Miyazaki: principalmente il volo, i suoi significati e il perché i personaggi volano. 5,2 Nel ventre della Terra Stessa impostazione del precedente paragrafo, ma con soggetto la terra e la natura. Sono trattati i film “Principessa Mononoke”, Nausicaa, Totoro e la serie televisiva di “Conan il ragazzo del futuro”. A pagina 126 si può leggere: “...insieme a suo nonno, unico sopravvissuto di tutto l’equipaggio di un’astronave che durante la guerra aveva cercato di fuggire verso un altro pianeta”. A me non pare proprio che la scena iniziale della serie mostri questo, il veicolo volante (non astro-

nave) fugge da una zona pesantemente bombardata, arriva al limite dell’atmosfera e poi scende di quota, non ho mai letto che l’obbiettivo fosse andare su un altro pianeta... sarebbe una notizia unica direi. A pagina 126/127 l’autrice afferma: “Durante il lungo viaggio il protagonista conoscerà nuovi amici e avrà la possibilità di crescere e maturare...”. La serie di “Conan il ragazzo del futuro” l’ho vista più volte e direi, invece, che Conan (e come contraltare anche Lepka) resta sempre se stesso per tutta la serie: leale, senza preconcetti, fiducioso verso il prossimo, incapace di odiare (se non la violenza in se stessa). Tutti gli altri personaggi delle serie matu-

rano: Lana diventa più coraggiosa; Jimsey impara a pensare al prossimo e non solo a se stesso; Monsley riacquista la fiducia negli altri; il capitano Dyce impara il valore dell’amicizia. 5,3 Oltre la soglia Il paragrafo analizza la tematica della soglia (“Il castello errante di Howl” e “La città incantata”), con i pericoli di attraversarla, e il significato che i castelli hanno nei film di Miyazaki (“Il castello errante di Howl” e Laputa). 5,4 Verso la dimora del re del mare Nell’ultimo brevissimo (poco più di una pagina...) paragrafo il tema è il mare, cioè Ponyo. Stefano “Stengo”


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ABEL ALVES E “GAME OF THRONES” www.isolaillyon.it

Ai microfoni di Isola Illyon, ecco Abel Alves, fumettista spagnolo e produttore del videogame gratuito in Internet Il Trono di Spade (anche) in salsa 8 bit!

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opo un volo a dorso di drago praticamente interminabile ed un profumato pagamento in rupie per noleggiare una pista d’atterraggio comoda per le manovre, siamo sbarcati direttamente in Uruguay. Avete capito bene. Ci siamo spinti oltre la grande prateria blu per andare a scovare Abel Alves, il creatore di Game of Thrones – 8 Bit Game, un gioco che ci porta simpaticamente indietro e ci ricorda l’esperienza di gioco in

bidimensionale su Game Boy Color, avendo la possibilità di interpretare alcuni dei protagonisti della famosa saga di libri (nella fattispecie, riferiti ai personaggi della serie, con tanto di dialoghi originali fedelmente trasposti!) di George R. R. Martin. Bando alle ciance e diamoci dentro con l’intervista! Prima di tutto, grazie per l’accoglienza Abel! Parliamo di te, del tuo lavoro, le tue passioni e dei tuoi prodotti! Ciao a tutti! Sono Abel Alves, un fumettista spagnolo stabilitosi in Uruguay. Ho pubblicato in passato il fumetto “Zombess: Teenage psycho killer” per Dragon Comic, ed ora sto lavorando al

fumetto “Blood And Sun” che verrà pubblicato ed andrà in stampa entro l’anno prossimo. Amo la cultura giapponese! Film horror, fumetti e videogiochi!Questo è il primo gioco, e spero non l’ultimo! Ovviamente, se qualcuno vuole offrirmi un posto di lavoro come sviluppatore, sono pronto a ricevere offerte! LOL! A cosa stavi pensando quando hai avuto quest’idea? Volevi un piccolo gioco che potesse cavalcare l’onda del successo che ha avuto la serie TV o l’hai realizzato solo perché sei un fan dell’universo di A Song of Ice and Fire? Ho sempre amato la serie televisiva, ma ho

letto soltanto il primo libro. Quando ho pensato di produrre un videogioco, ho realizzato che il mondo di Game of Thrones fosse perfetto per un adattamento di un videogame con estetica retrò: eroi, clima fantasy, grandi battaglie. Ecco perché l’ho scelto! Abbiamo giocato al tuo mini platform e sono sicuro che i nostri fan lo giocheranno prestissimo! Dicci qualcosa a proposito della scelta dei quattro personaggi utilizzabili nel gioco: Jon Snow, Daenerys Targaryen,Tyrion Lannister e Davos. Dovevo scegliere quattro personaggi fighi, ma anche personaggi che avessero un ruolo


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midi. Ci sono due canzoni: il main theme nel livello di Jon Snow e “Rain of Castemere” nel livello di Tyrion. C’è anche una traccia nascosta, se completi il gioco! Date un’occhiata ai suoi nuovi lavori sul canale YouTube, è fantastico!

d’azione nella serie. Se avessi scelto soltanto i più gettonati, probabilmente sarebbero stati soltanto Stark o Lannister, e volevo invece che tutte le casate fossero rappresentate, almeno le più incisive nelle dinamiche delle prime tre stagioni. Ecco perché ho scelto uno Stark, un Lannister, una (l’ultima!) per i

Targaryen ed uno per i Baratheon. Bene! Ci sono alcune scene interessanti e rappresentative, e come non citare il bonus stage, dove devi aiutare il (quel) bastardo dei Bolton a martoriare di mazzate un crocifisso e sanguinante Theon, ma ancora più divertenti sono le due colonne sonore del gioco, sempre legate alla stessa atmosfera 80’s che richiama il gioco. Chi le ha prodotte? L’artista Floating Point è il produttore delle cover

Vogliamo sapere chi è il tuo personaggio preferito della serie e perché lui (o lei) piuttosto che un altro personaggio. Io amo Arya. Una ragazza che affronta il suo destino ed è determinata a diventare una guerriera piuttosto che una principessa. Amo anche Tyrion, perché ha le battute migliori ed inoltre, devo essere l’unico a cui piace Cersei! Ti garantisco, ed il pubblico di Illyon potrà confermare, che non sei per niente l’unico ad amarla! Abbiamo i nostri buoni motivi, insomma! Parliamo del futuro. Hai qualche progetto in uscita? Ho qualche idea, ma per il momento preferisco

tenerla per me! Quel che è certo e checontinuerò a produrre giochi, e probabilmente in futuro anche una seconda parte di GoT, perché no! Lo scorso fine settimana, abbiamo indetto un sondaggio sulla pagina Facebook dell’isola, dove abbiamo chiesto all’utenza chi è più scopabile fra Talisa Stark ed Ygritte! Vogliamo avere una risposta anche da te! Ygritte, di certo! Come ho detto prima, preferisco le donne guerriere! Grazie Abel per questa breve intervista! Speriamo di sentirci presto! Grazie a voi! Ah, la cosa più interessante non l’ho scritta: il gioco è GRATIS! Adesso non fate i porci, e scaricate moderatamente, fatelo girare! Sulla pagina del gioco (che potrete aprire cliccando qui) troverete anche restanti informazioni e tutto il resto (compresi i codici per eventuali donazioni!) Fate i bravi e buon divertimento! Antonio Sansone


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“RADAR” - ESPLORATORI DELL’IMMAGINARIO Su Facebook: Centro Culturale Elsa Morante

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envenuti a “Radar”, il Primo Salone di letteratura per ragazzi di Roma! Quattro giorni di eventi, manifestazioni, incontri con autori d’eccezione come Francesco Falconi di Mondadori, di fumetti, oggettistica, videogiochi gratuiti del VIGAMUS, Museo del videogioco di Roma. Dall’11 al 14 ottobre 2013, dalle ore 10.00 alle 22.00, presso il Centro Culturale Elsa Morante (piazzale Elsa Morante / piazza Eugenio Montale, zona Eur - Laurentino). Chi ama il fantasy e la fantascienza sa che nel Lazio mancano le manifestazioni su questi temi. Allora, con il patrocinio di Biblioteche di Roma, del Municipio Roma IX, del Centro Culturale Elsa Morante e di Zètema, e con la partecipazione di

laborazione con il Centro Culturale Elsa Morante. L’offerta è varia e spazia da autori a editori che esporranno i loro migliori prodotti. Ci saranno inoltre presentazioni di libri e fumetti, esibizioni e conferenze sulle possibilità lavorative offerte dal settore, per invogliare i giovani a entrare nel mondo dell’immaginario come professionisti. Parteciperanno all’evento ospiti d’eccezione, tra i quali figurano anche Francesco Falconi autore Mondadori di Muses e il VIGAMUS, Museo del videogioco di Roma, che sarà presente con alcune consolle e postazioni di prova gratuite, per diffondere la “cultura” del videogioco. Assoartisti (Associazione Italiana Artisti), ecco un Salone della letteratura

per ragazzi, organizzato dall’Associazione Culturale Manodopera, in col-

Francesca Costantino

http://wondergateitalia.blogspot.it Il nuovo fantablog realizzato dalla Associazione Culturale JAPANIMATION


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BOB ANDELMAN RACCONTA WILL EISNER Su Facebook: Walt Disney e il suo magico mondo - Su Facebook: Will Eisner

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uando si parla di biografie “autorizzate” si cammina sempre su un campo minato. Si corre il rischio di avere per le mani un volume di parte. Ci sono biografie autorizzate che tacciono parti “scomode” della vita del personaggio preso in questione. Non è però il caso di “Will Eisner, una vita per il fumetto”, straordinario libro di Bob Andelman, finalmente in italiano edito da DoubleShot. Questa versione italiana è diversa da quella originale, pubblicata in America. Comprende infatti una serie di interviste condotte dopo la pubblicazione dell’opera. Alcune, in particolare coi disegnatori Chaykin e Friedman, hanno lo scopo di chiarire alcuni punti rimasti in sospeso. Altre, come quelle con Darwin Cooke, Pete Poplaski, Gary Chaloner e Andrew D. Cooke, autore di un documentario su Eisner, hanno contribuito ad approfondire la conoscenza del corpus eisneriano. Per una volta tanto, si

racconta innanzitutto l’uomo dietro la matita. Anche l’artista, ovviamente; ma in ogni caso si cerca di far luce proprio sull’Eisner uomo. Interessante il rapporto di grande complicità con la moglie, col fratello Pete, e soprattutto il rapporto con i figli. Si parte dall’inizio: dallo Studio Eisner & Iger con

tutti i retroscena di quel pionieristico periodo. I primi comic books: all’inizio sono ristampe di strisce sindacate, poi contenitori di storie nuove, realizzate appositamente da “botteghe di fumetto”, come quella diretta da Eisner e Iger. Poi, la sofferta decisione di staccarsi dal socio e creare il personaggio più famoso: THE

SPIRIT. La biografia, inoltre, contiene un’infinità di documenti privati (la corrispondenza tra Eisner e Iger nel periodo successivo alla “rottura” tra i due) e di curiosità. Fa luce sul periodo post Spirit, che va dal 1952 all’inizio degli anni ‘70.Viene approfondito il rapporto tra Eisner e l’esercito (e la rivista da lui diretta: PS MAGAZINE). Il periodo della sua riscoperta (con le ristampe della Warren) e, soprattutto, viene affrontata in maniera scrupolosa e completa la seconda parte della sua carriera fumettistica, quella più autoriale e matura. Insomma un volume fondamentale per capire al meglio il mondo eisneriano. Il ritratto dell’Autore più innovativo di sempre, quello che al medium FUMETTO credette da subito, quando gli altri consideravano i giornalini solo spazzatura. Il prezzo di 30 euro è accettabile, anche perchè si tratta di un “librone”. Da avere. Massimo Gamberi


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MR. FRANKENSTEIN: BORIS KARLOFF Su Facebook: Walt Disney e il suo magico mondo

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no dei più grandi pionieri del cinema horror degli inizi del ‘900 fu il grande Boris Karloff, inglese di nascita ma americano di adozione. Boris Karloff (vero nome William Henry Pratt) nacque a Honor Oak (Londra) il 23 novembre del 1887. Frequentò il King’s College di Londra per abbandonarlo nel 1909 e dedicarsi a diversi lavori fino al suo debutto come attore prima in Canada e poi negli Usa, ad Hollywood. In Canada, Boris iniziò a recitare su palcoscenici itineranti ed è nel continente americano che cambiò il suo nome e cognome in quello di Boris Karloff sulla cui derivazione sorsero varie congetture contraddittorie. In tutti i modi, come meglio lo si vuol chiamare, William o Boris, la sua consacrazione come il più grande attore horror del momento arrivò grazie alla sua interpretazione di Frankenstein, il protagonista del romanzo della scrittrice inglese Mary Shelley. Gli inizi, tuttavia, prima di giungere al successo con Frankenstein, non furono per niente rosei: egli dovette comunque continuare a lavorare per vivere perché le richieste di girare nuovi film erano scarse. I primi ruoli di una certa

rilevanza furono in film come: The masked rider (1919), King of the wild (1930), ecc! in cui interpretava perfidi arabi o indiani. Nel 1931 Boris recitò in Frankenstein di cui ricordiamo la sua mitica andatura e il suo suono gutturale. Per non parlare del suo costume e delle calzature che pesavano un bel po’. Il trucco fu realizzato da Jack P. Pierce di cui la Universal Studios acquistò i diritti. Il film fu diretto da James Whale e all’inizio il ruolo doveva essere di Bela Lugosi che rifiutò perché non era una parte parlata. Il film ebbe un enorme successo sia di critica che di incassi. Boris continuò in questo filone recitando in The Mummy, in The old dark house o nei seguiti di Frankenstein: Bride of Frankenstein (1935) e Son of Frankenstein (1939). Boris recitò anche in film di altri generi, ad esempio in Scarface o in The lost patron. Lavorò anche fianco a fianco con Bela Lugosi in The black cat, The raven, Black Friday, ecc! Ovviamente, fra i due la rivalità continuava perché ciascuno credeva di essere all’altezza di un mito dell’horror come Lon Chaney. Boris girò tre film per la RKO prodotti da Val Lewton: Isle of the dead,The body snatcher e Bedlam; fu


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ospite di programmi radio, apparve in film a puntate per la tv e prestò anche la sua voce per narrare racconti famosi come il Cimbelino di Shakespeare o Pierino e il lupo di Sergei Prokofiev. Gli ultimi film con una tematica horror (e a basso costo) in cui recitò furono di produzione messicana: The snake people, The incredible invasion,The fear chamber e House of evil, distribuiti però dopo la sua morte. Boris soffrì sin da bambino di un difetto fisico delle ginocchia, di balbuzie e di blesità di cui, di quest’ultima, non riuscì

del tutto a guarire. Nonostante l’epiteto affibbiatogli di “Boris l’inquietante”, in realtà fu un uomo molto generoso, buono, affettuoso, circondato da molti amici, che si preoccupava anche degli altri, in particolar modo della felicità e del benessere dei bambini, soprattutto orfani e disabili fisici e mentali. Egli fu il socio fondatore dello Screen Actors Guild, corporazione che si occupava della sicurezza degli attori sul palcoscenico che, spesse volte, erano costretti a lavorare in situazioni di estremo pericolo.

Visse gli ultimi anni nel suo cottage inglese a Bramshott e morì all’ospedale King Edward VII di Midhurst (nella regione del Sussex) il 2 febbraio del 1969 in seguito a complicazioni polmonari. Se ci si reca a Londra, nella chiesa di Saint Paul, a Covent Garden possiamo vedere una targa a lui dedicata. Nella Hollywood Walk of Fame due sono le stelle a lui dedicate: pellicole cinematografiche e televisione. Boris fu l’ispiratore per il personaggio dell’Incredibile Hulk e del cattivo

Clayface in Batman; nel 1997 apparve in una doppia veste (nel personaggio della mummia e di Frankenstein) su francobolli che commemoravano i più “famosi mostri del cinema” (assieme a Lon Chaney come Il fantasma dell’Opera, a Bela Lugosi come Dracula e a Lon Chaney Jr come L’uomo Lupo). Chi fu Boris KarloffIn poche parole? Un attore poliedrico sul palcoscenico, ma anche come persona nella vita di tutti i giorni e post-mortem. Ermelinda Tomasi


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PAOLA DEL PRETE E LA “SIGNORA DEI BOSCHI” Su Facebook: Paola Del Prete

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aola Del Prete, 29 anni, napoletana, fumettista, professione suicida e quasi sempre considerata come hobby almeno che non raggiungi alti livelli. Che dire se non che da due anni ho preso questa decisione di abbracciare il mondo del fumetto pubblicando “Moles Eternae” con la InformofArtPress, ho deciso di valorizzare un piccolo paesello della Basilicata che possiede un meraviglioso castello longobardo, ho cercato di esaltarne le atmosfere e di sottolineare l’importanza di preservare la propria identità dal tempo che scorre inesorabile,cancellando la memoria di noi tutti, al momento son impegnata in diversi progetti, sarò presente a “Lucca

comics and Games 2013”, mi vedrete in giro come una trottola furiosa con il book in mano e l’ansia a palla,dopotutto cercate di capire, mi son ritrovata a sconvolgere il mio mondo da studentessa di Beni Culturali che cercava disperatamente lavoro in questo settore... non è cambiato molto, nel senso che la disperata ricerca continua, ma se devo disperarmi per cercare il mio posto del mondo non è meglio farlo al meglio e sfruttando al massimo le mie capacità qualsiasi esse siano? Disegno da sempre, non ho mai abbandonato l’arte,ho solo cercato di assecondare la mia passione senza mai arrendermi! Paola Del Prete


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“FANTASY FANTASCIENZA ASTRONAUTICA” Su Facebook: Walt Disney e il suo magico mondo

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Mostra Comune di Banchette “FANTASY FANTASCIENZA ASTRONAUTICA”: il Michelin S.C. di Torino, in collaborazione con i Club M.S.Canavesani, Manta, 296 Venaria, CMT realizza una mostra sul modellismo “Fantasy Fantascienza Astronautica” con la partecipazione di Trillix – Star Trek, AS.IT.AF, Sandro Paper, Lucia Simonis. La mostra si svolgerà presso La Sala Emilio Pinchia via Roma 59 Banchette. I modelli si consegnano il venerdì 25 ottobre dalle 18 alle 22 e sabato 26 ottobre dalle 10 alle 14. Ritiro modelli domenica 27 ottobre dopo la premiazione che avviene alle ore 17. L’iscrizione è di Euro 10,00 per coloro che si iscrivono nelle varie categorie con nessun limite di numeri di modelli, fatte eccezione per misure oltre lo spazio di cm 50x50, meglio mettersi in contatto con l’organizzazione Michelin per eventuali spazi superiori (categorie su scheda iscrizione allegata). Si prega di consegnare le schede iscrizione compilate in tutte le sue parti. Per i partecipanti al livello modellistico Junior, età compresa sino al 16° anno, non c’è quota d’iscrizione.

3171842 Luigi.nesta@abarth.it 3. Giolino Danilo tel. 0119460220 Cell. 3492208839 impresads@hotmail.it 4. Sogliani Marco tel. Cell. 3493543343 ( ore serali ) markku@teletu.it 5. Michelin Sport Club. Fax 011 2626126 msc.torino@libero.it Tavolo a disposizione per iscrizione per eventuali navette E’ gradito ricevere Vs/ email per possibili mostre da Voi in programma per eventuale partecipazione.

• LIVELLO MASTER: Modellisti di livello superiore. • LIVELLO STANDARD: Modellisti di livello medio – buono. Attestato di partecipazione a tutti gli iscritti del comune di Banchette e Mais Rosso. Premi Medaglie ORO, ARGENTO, BRONZO per categoria della MICHELIN. Best per categoria della ditta De Santo. Fantasy Fantascienza Astronautica Premi Speciali Ditta AMATI di Torino

astronavi; B.L. modellismo; Benigno Juniores; Exomodel Torino juniores; Micromondi Torino Miglior Figurino fantasy; 27 rosso Miglior Figurino. Eventuali altri premi che verranno aggiunti in forma speciale per modelli di merito o/a modellisti di merito. Info Per eventuali chiarimenti e accordi, contattare i Responsabili: 1. Lattini Roberto Tel 011 9906998 Cell. 328 9078166 info@roberto.lattini.name 2. Nesta Luigi Cell. 347

Nota per borsa scambio: La borsa scambio si terrà il 27 ottobre dalle 10 alle 18. Per prenotazione Euro 10,00 al metro lineare. Sino ad esaurimento spazio nell’androne fuori sala. Contattare i responsabili della mostra. Navette Si comunica che per coloro che sono interessati a partecipare a Lucca Comis gli organizzatori saranno presenti con la loro navetta il 27 ottobre alla chiusura della mostra Fantasy Fantascienza Astronautica. Stefanie Gröner


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“TUTTI POSSONO FARE FUMETTI”... O NO? www.tunue.com

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na leggerezza comunicativa che non rinuncia ad affrontare i concetti più difficili rendendoli chiari e immediati. Una sottile vena di umorismo tipica di chi riesce a cogliere il lato comico della vita. Una cultura fumettistica profonda che spazia dai classici ai più moderni. Sono queste le caratteristiche principali con le quali Daniele Bonomo, in arte Gud, ha connotato il manuale che state leggendo. Pubblicista, divulgatore, insegnante da anni della Scuola Internazionale di Comics di Roma ma, soprattutto, autore di storie di fumetti. Per sapere tutto di Gud e per capirne lo spirito narrativo basta collegarsi con il suo blog (gud.it) le leggere le numerose vignette pubblicate nonché l’elenco dei libri da lui realizzati: il modo migliore per conoscere un autore. La prima volta che incontrati Gud fu quando, nei locali della sede di Roma della Scuola, mi propose una rubrica fissa per il mensile iCOMICS che raccontasse, in modo sintetico, le caratteristiche salienti di alcuni tra i più importanti autori del fumetto nazionale ed internazionale. L’idea mi sembrò giusta: sono cresciuto con riviste che al proprio interno presentavano rubriche di questo

genere. Poi, avevo appurato - e lo verifico tutt’ora - che molti allievi della Scuola conoscono poco la storia dei tanti autori che, con le loro opere, hanno contribuito a creare quello stesso immaginario che li ha por-

tati a studiare per diventare loro stessi i nuovi fumettisti italiani. Con Tutti possono fare fumetti (titolo piacevolmente provocatorio) Gud riprende la sua vena didattica integrandola con il suo essere autore.

Nell’immaginaria biblioteca nella quale il personaggio di questa storia si reca per imparare a fare fumetti, questi ultimi sono posizionati vicino al «cesso» (Gud dice vicino al «bagno»), nello scaffale in alto. Certo, un gioco


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anche questo provocatorio. Al tempo stesso, la consapevolezza dell’autore che il fumetto, nonostante il suo definitivo riconoscimento nella costruzione della coscienza culturale di un popolo, continui a essere considerato in qualche modo «marginale» rispetto alla cultura di serie A. Eppure quanta passione e questo mestiere in questi dieci capitoli che ci accompagnano lungo la costruzione di una storia! Non solo Gud riesce ad affrontare ogni singola fase di questa costruzione rendendola chiara e immediata, ma vi inserisce personaggi famosi e riproduzioni di tavole originali che ti costringono a fare una sosta, per assa-

porare la creatività e il mestiere che c’è in quei disegni, in quelle ambientazioni, in quei dialoghi. Un libro, questo Tutti possono fare fumetti, che come le storie migliori racconta un viaggio. Un viaggio sicuramente appassionante, questa volta nel mondo della fantasia che si fa professione. E la sua progessione Gud la conosce bene. A nome di tutti quelli che vogliono fare fumetti, lo ringrazio di averla così ben raccontata. Adesso vado anch’io, come il Popeye di Gud, a cercarmi una barca. Chissà perché mi è venuta una gran voglia di viaggiare! Roberto Dal Prà


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TORNA IL “SAN DONA’ FUMETTO” www.tanagura.it - Su Facebook: San Dona’ Fumetto

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Associazione Tanagura e lo staff di San Donà Fumetto torna anche quest’anno con una delle convention più apprezzate del nord Italia... Esatto. Giunta alla sua quarta edizione, San

Donà fumetto è una manifestazione che ha dimostrato di essere molto amata dal pubblico, raccogliendo un numero sempre maggiore di visitatori. Lo scorso anno, nei due giorni di apertura, quasi quindicimila

persone hanno visitato il padiglione fieristico di Via Pralungo, attirate dalla mostra mercato e dalle numerose attività promosse. Dove e Quando? San Donà Fumetto si

terrà Sabato 12 e Domenica 13 Ottobre 2013 in Via Pralungo, nel padiglione fieristico “Area EX Papa” a San Donà di Piave, zona facilmente raggiungibile a piedi dalla stazione ferroviaria e da quella degli autobus. La fiera sarà aperta dalle ore 10:00 alle 19:00 in entrambi i giorni. Quanto costa l’entrata al pubblico? L’ingresso, come negli anni precedenti, è gratuito. Benchè molti eventi di questo genere prevedano un biglietto, noi abbiamo continuato con la linea dell’entrata libera. Questo non solo per non gravare nelle tasche dei giovani appassionati, ma anche per invogliare chi desidera avvicinarsi a questo genere di eventi. Cosa avete preparato per gli appassionati del fumetto e dell’animazione? Quest’anno abbiamo un programma molto denso... Innanzi tutto gli ospiti e gli incontri con gli autori. Ci sarà Anna Merli, creatrice insieme a Barbara Canepa di “End”, che ha lavorato anche alla serie disneyana W.i.t.c.h. Anche Bigio, autore dell’amatissimo webcomic “Drizzit”, sarà presente all’evento. Tornerà Marco Albiero, illustratore apprezzato in Italia e all’estero, che attualmente lavora alla realizzazione


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della style guide internazionale della serie Sailor Moon. Era già stato ospite della seconda edizione di San Donà Fumetto e quest’anno sarà all’evento con una mostra dedicata ai suoi disegni. Verrà a trovarci poi Pino Rinaldi, fumettista che ha collaborato, tra gli altri, con Bonelli e Marvel, prima di dedicarsi a suoi lavori soggetti originali. Per quanto riguarda il mondo dell’animazione avremo come ospite la doppiatrice Dania Cericola, voce di Lady Isabel (I Cavalieri dello Zodiaco) e di Evelyn (Evelyn e la magia di un sogno d’amore). Ci sono poi i concorsi e le gare. Abbiamo i programma due Cosplay Contest. Quello

del sabato, dedicato alle coppie, e il Main Stage, la gara principale della domenica. Inoltre, come gli scorsi anni, verranno presentati i vincitori dei concorsi di fumetto e di illustrazione (dei quali ricordiamo il termine ultimo per l’invio dei lavori, il 20 settembre) promossi da San Donà Fumetto. Davvero un sacco di competizioni. Parliamo dei premi. La gara cosplay “Versus”, quella del sabato, prevede come premio principale un viaggio per due a Parigi in concomitanza del Japan Expo, la fiera annuale europea dedicata ai manga e all’animazione giapponese. Nel Main Stage invece sono in palio

AT TENZIONE! QUESTO PUO’ DIVENTARE IL TUO SPAZIO .

COME? CONTAT TACI:

JAPANIMATION@LIBERO.IT

premi per ogni categoria, dalle console per videogames ai modellini Kotobukiya. Per quanto riguarda invece i concorsi di fumetto e illustrazione è previsto un montepremi complessivo di 2.000€, tra computer, tavolette grafiche e pennarelli da disegno Copic. Prevedete altre attività per divertire il pubblico? Innumerevoli. Ormai da anni collaboriamo con associazioni e ludoteche per divertire il pubblico e promuovere nuovi modo di giocare. L’Associazione Arcana Domine proporrà dimostrazioni di Gioco di Ruolo dal Vivo in stile fantasy, mentre le associazioni “I Cavalieri della Tavola Gioconda” e

“VenetoGo” proporranno vari giochi da tavolo. Ci saranno tornei ufficiali dei giochi di carte Magic: The Gathering, Pokemon e Yu-Gi-Oh, nonchè i tornei di Seasons e Perudo valevoli per la classifica Boardgameleague. Interverrà inoltre l’associazione “Cavalcalupi” proponendo tornei di spada con armi innocue e la cosplayer Calipso con un Workshop dedicato a Cosplay e Armature. Poi, come ogni anno, ci sarà la caccia al tesoro. Gratuita, aperta a tutti, con in premio gadget. Ancora non abbiamo deciso quali, ma aspettatevi delle sorprese divertenti...Vi aspettiamo! SDF Staff


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“COLUMNS”: IL SUCCESSO CONTINUA! www.columnsserie.com - Su Facebook: COLUMNS

Musiche: CRANIMO: Benzodiazepina, Ego, Columns MONOTYPE: GoodZeela Syzer & Marco Germanotta: Liberami Roberto Romagnoli: The Moon and Wind Lullaby Revolution Rage Maurizio Giordano: Bea Nausicaa Doppiaggio a cura di:Thunderdubstudio Direzione del doppiaggio: Laura Valastro Adattamento ai dialoghi: Martino Garavaglia Sincronizzazione: Sara Piersanti Sonorizzazione: Marco Mazzuoli Voci: Elenie: Laura Valastro Celia: Chiara Vannini Lukas: Stefano Broccoletti Andrea: Marco Mazzuoli Regina Meresh:Valentina Bonacoscia Erika: Giulia D'Onofrio Generale:Alessandro Capra Xeno: Martino Garavaglia Narratore e guardia: Martino Garavaglia Ringraziamenti: Paint up Me https://www.facebook.com/PaintUpMe Paint – UP ME (body painting)

Telefilm Sci-Fi in 4 puntate, in onda dal 23 ottobre 2012 su TEN - Tele Europa Network, con la prima stagione, e in seguito su Televideo Agrigento (Sicilia) e a Roma su Canale 10, dove ha ottenuto in tutte e tre le emittenti grandissimo seguito.

T

utto ruota attorno a strane e misteriose colonne aliene che si sorreggono nei cieli di mezzo mondo, comparse in circostanze misteriose, a fare da colonna portante della serie è l‘amore, sentimento che trascina umani e non umani a fare cose impen-

sabili, il tutto in un contesto da fine del mondo. Attualmente la serie è stata rinnovata per una

seconda stagione e tuttora le riprese sono in corso in tutto il territorio calabrese, autopro-

dotta dal regista, presto sbarcherà per la prima volta con la prima serie sul nazionale sul canale


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45 Neko TV, molto seguito da gli amanti del Giappone, scelta caduta non per caso, infatti l'autore/regista di Columns, Gustavo Garrafa, è in realtà un animatore di cartoni animati ispirati all'animazione de gli Anime Giapponesi, come ad esempio sono suoi Sakura no juzu! (Rai Gulp), Okus Kero (If-Tv), But-

terflyZ (CalabriaTv). La seconda serie si arricchisce di nuovi attori come Larissa Volpentesta (Don Matteo), e Gionatan Giannotti (Uomini e Donne), ma non solo nella nuova serie si uniscono anche molti dei protagonisti della web series Il mondo di Franca come: Francesca Gervasi, Mario Garofalo, Giuseppe

Arcuri e Stefano Mammolito. un cast più rico che contava nella prima serie già ben 9 attori: Caroline Falsetti, Fabrizio Carpino, Celia Cassano, Ivan De Bartolo, Lorena Garrafa, Erica Manes, Emanuele Manes, Leopoldo Aversente, Natala Federico e Cristine Falsetti. Il regista promette per la

seconda serie un cambiamento ancora maggiore nei personaggi, cambiamenti che sconvolgeranno il filo narrativo, infatti la serie due riprende tre messi dopo la morte della protagonista Elenie Cheri, e già nei primi minuti della puntata 2x1 “Nuova Era”, si capirà che il tentativo di sconfiggere il male, gli invasori Alieni, non è andato a buon fine, anzi si capirà che la perfida Regina Meresh è riuscita a conquistare il nostro mondo e si prepara a distruggere l'intera civiltà Umana. La serie è zeppa di effetti speciali è massiccio l'uso del chroma key in quanto la serie è ambientata per la maggior parte in mondi alieni e astronavi. Columns Staff


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“ARNALDO” E FABRIZIO DE MASI www.arnaldocomics.blogspot.it - Su Facebook: Arnaldo

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evidente che qui c’è stato un errore! E di quelli grossi per giunta. La redazione ha contattato Fabrizio De Masi affinché scrivesse qualcosa per la rivista. Dico, scherziamo? È come se, volendo delle istruzioni sulla lotta al crimine nella città di Gotham, si andasse a chiedere consiglio a Robin... e non al suo capo dalle orecchie a punta. Ma vi pare? Non intendo dire che Fabrizio sia il mio Robin, non sarebbe giusto... nei confronti di Robin! A questo punto, sono sicuro, qualcuno penserà che ci sia un nesso fra me e gli eroi mascherati, che io sia un qualche tipo di supereroe mentre, qualcun’altro, penserà che sia solo un ragazzo che legge troppi fumetti, con un’adorazione per l’avventura, di quelli che credono che il mondo sia perfettamente riassumi-

bile nel concetto di bene e male, buoni e cattivi. Alcuni saranno convinti che io e Fabrizio siamo molto simili ma che io sia migliore di lui. Tra voi c’è chi penserà che io sia uno sfigato e chi mi crederà un vincente, che combatte la disillusione affinché l’innocenza e la poesia del mondo sopravvivano. Non voglio dire che abbiate tutti ragione, né che abbiate tutti torto, che sia ognuna di queste cose o nessuna. Se proprio devo

dire qualcosa... Mi limiterò a dirvi che sono ARNALDO, che sono qui e che... non è detto che un nerd sia soltanto un nerd! Ed è per questo che cred... Oh oh devo andare, sta arrivando! Arnaldo Salve a tutti lettori di JAPANIMANDO, mi chiamo Fabrizio De Masi e sono un disegnatore di fumetti. Da qualche mese ho iniziato a lavorare alla serie web ARNALDO. In un’intervista, alla domanda su chi egli fosse, risposi ridendo che si trattava di mio figlio. Non è che avessi una gran voglia di fare il simpatico, credo si trattasse piuttosto di un’opportuna fuga da una domanda scomoda. È difficile parlare del proprio lavoro, si rischia troppo facilmente di essere autoreferenziali e, nel tentativo di evitarlo, si può finire per fare così tanto gli umili da non ri-

sultare professionali neanche un po’! Un caro amico(nonché fumettista di fama internazionale) mi ha detto qualcosa del genere: “guai a chi disegna col solo obbiettivo di farne una professione dimenticando la gioia del farlo. Parte sconfitto.” Così tutto quello che posso(e voglio!) farvi sapere è che lavoro ad Arnaldo impegnandomi e divertendomi un mondo, dunque in maniera onesta. Spero vogliate farmi l’onore, ed il piacere, di seguire insieme a me le vicende di questo mio tondo personaggio, in uscita tutti i mercoledì (o giovedì se sono in ritardo!) nel mio sito. E, per non perdere neanche una news, il mio consiglio è di entrare nella pagina Facebook della serie e cliccare “mi piace”: sono certo che staremo bene in compagnia di Arnaldo! Fabrizio De Masi


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ALLA SCOPERTA DI “EVENT HORIZON”

www.eventhorizoncg.com - Su Facebook: Event Horizon - Digital Training Team

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arissimi, oggi voglio rivolgermi a tutti coloro che non temono lo spirito dell’arte, che amano i propri sogni e che vogliono spingersi oltre ad ogni costo. Mi rivolgo a chi almeno una volta ha pensato che il disegno, l’arte pittorica, l’illustrazione e il fumetto possano cambiare il proprio modo di vedere le cose. Oggi assistiamo ad un cambiamento radicale nel campo dell’arte digitale, applicata ai media, ai film di successo e ai video games. Da un fortunato incontro di professionisti, amanti del proprio lavoro, che hanno trasformato in passione, nasce un idea e una struttura che vuole trasmettere

un’evoluzione e un cambiamento in questo mestiere, difficile, a volte complesso, ma di cui, quando ci si innamora, nulla può distoglierci o farci cambiare idea. Oggi, alla Event Horizon, in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics di Torino, abbiamo pensato di vedere oltre e di costruire un Team insieme a insegnanti, allievi e professionisti, che possa crescere insieme per raggiungere un nuovo traguardo, capace di stupire in modo unico, così come noi Italiani, artisti nel tempo sappiamo fare. Abbiamo anche aperto una nuova sezione di Corsi e Master per preparare in modo serio e costruttivo tutti gli


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iscritti, attraverso un cammino didattico solido e basato su tutte le tecniche di produzione che il mercato di oggi richiede. Sono passati oltre venti anni da quando, giovane com’ero, iniziai un percorso di apprendimento duro e complesso, poiché all’epoca non c’erano libri o filmati in grado di trasmettermi l’arte che ora ho imparato con tanta fatica. Permettetemi allora di affidarvi un con-

siglio... superate i vostri limiti, non abbiate paura di ciò in cui credete ed esprimetevi realmente per come siete. L’arte vi sta chiamando e voi dovete ascoltare questa voce, questa passione innata che vi spinge ad essere più grandi e più forti. Il tempo scorre, restate sintonizzate con i vostri sogni! Daniele Scerra

“YELLOW KID” E GLI ESORDI DEL FUMETTO http://digilander.libero.it/romanzi/ - www.psicologi-italiani.it

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egli Stati Uniti Yellow Kid, creato da Outcault, fu il primo personaggio pubblicato periodicamente dai giornali, e fu anche il primo di una serie di monelli di strada spregiudicati e sempre intenti a preparare scherzi atroci, a volte sadici, a tutti gli adulti che li circondano. Intorno al 1910 i genitori, leggendo di soppiatto dietro le spalle dei figli, cominciarono a scoprire che si divertivano alla lettura dei fumetti. Presentavano un

quadro della vita del suburbio americano, ancora il quadro di un periodo prosperoso...; così ai bambini terribili si affiancarono personaggi adulti e si diffusero le family strips, anch’esse caratterizzate dall’elemento umoristico, che rimase l’ingrediente principale del fumetto statunitense fino alla fine degli anni venti quando, dopo il famoso crollo economico negli anni che vedono l’America districarsi dalla crisi, sorgono e si diffondono i fumetti d’avven-

tura: Gordon, Tarzan, Buck Rogers, Phantom sono i nuovi eroi a cui mirano i lettori per avere un’evasione e per sperare di più nella soluzione dei propri problemi. Il fumetto ha assunto, in ogni periodo, il ruolo di specchio della società, riflettendo le immagini delle convenzioni, dei costumi, dei bisogni e delle fantasie prevalenti delle classi medie. (Da “Manuale di psicologia del fumetto”, pag. 10). Marco Minelli


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“BLACKSTAR”

Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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alve a tutti. Questa volta parliamo di una serie tv forse non famosissima ma molto interessante apparsa negli anni ‘80. Stiamo parlando di Blackstar, una serie a metà tra il fantascienza e il fantasy, prodotta nel 1981 da Lou Scheimer e Norm Prescott per la Filmation e trasmessa dalla CBS il sabato mattina. La serie, durata solo tredici episodi, narra le vicende di Jhon Blackstar, un astronauta terrestre, che inghiottito da un buco nero finisce intrappolato nel misterioso e barbarico pianeta Sagar. Qui viene soccorso dai Trobitts dei nanetti color magenta custodi dell’Albero di Sagar dal quale dipende l’ecosistema dell’intero pianeta . I Trobbits affidano a Black-

star la Spada Stellare perchè lo aiutino contro il crudele Overlord, intenzionato a conquistare il potere assoluto. Costui intende incrementare il suo già grande potere conquistando la

possente Stella del Potere, un potente artefatto magico. Questa potente spada incantata si è però divisa longitudinalmente in due spade: la Spada del Potere e la Spada Stellare; di cui solo la Spada

del Potere è finita in mano a Overlord. Blackstar insieme ai suoi amici Trobbits, decide di lottare per la libertà e contro l’oppressione di Overlord. A dare loro una mano ci sono Mara, una potentissima maga in grado di proiettare potenti fasci di energia, che vengono usati sia per attaccare che per difendere o spostare oggetti. Ha un carattere gentile e molto disponibile, la pelle viola, e possiede anche potenti poteri psichici. Klone un mutaforma simile ad un elfo, che può trasformarsi in tutti i tipi di creature: pesci, mammiferi, uccelli, dinosauri. E’ un tipo simpatico, molto sorridente, e usa spesso l’astuzia. Chiaramente quando è trasformato può approfittare delle sue capacità


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animalesche (forza, velocità, agilità, volo ecc). Infine il drago Warlock, in grado di volare e che fa da cavalcatura al nostro eroe. La serie presenta alcune somiglianze con He-Man e i dominatori dell’universo, che fu prodotta poco dopo, sempre per la stessa Filmation. Per esempio molte sono le analogie tra la spada di He-Man e la Spada Stellare. La Spada Stellare è in grado di assorbire, immagazzinare e riflettere qualsiasi forma esterna di attacco di energia e, come l’altra metà della Stella del Potere, è praticamente indistruttibile. Può anche produrre esplosioni di energia pura

che, opportunamente focalizzate sul bersaglio, possono portare alla sua distruzione. L’arma genera anche un invisibile “aura”, che impregna Blackstar e rende i sensi sovrumani, a aumentando forza, resistenza, riflessi, velocità, agilità e in una certa misura anche invulnerabilità a danni fisici e temperature estreme, come si è visto in diversi episodi. Presumibilmente anche la Stella del Potere di Overlord conferisce abilità simili, ma a questo si aggiungono i suoi poteri magici. È interessante notare che l’eroe eponimo è stato “progettato” come un afro-americano (questo era in linea con la predi-

lezione di Filmation per i messaggi socialmente positivi nei suoi cartoon), ma il suo aspetto è stato successivamente cambiato in un caucasico molto abbronzato. È stato detto che questo è stato fatto per volere della rete, ma il produttore della Filmation Lou Scheimer ha smentito, dicendo che non ricorda di aver mai dato questa tale direttiva. Molti fan presumono che Blackstar è un nativo americano, ma non vi è alcuna menzione di questo nella serie originale, anche se non si differenzia tantissimo da un altro personaggio della Filmation, prodotto molto più in là, cioè Bravestarr. Ai nostri occhi moderni i

cartoni Filmation possono apparire vetusti, con diverse scene riutilizzate; l’animazione nel frattempo si è rivoluzionata. Per valutare al meglio il valore di queste produzioni, è il caso di fare attenzione alla cura che la Filmation riservava ai dettagli anatomici, alla prospettiva, e ai movimenti dei suoi personaggi, resi con un abbondante uso del rotoscopio in moltissime serie animate. Anche Blackstar risente naturalmente rispecchia in pieno lo stile dell’azienda, fatta eccezione per l’assenza di un epilogo moralistico, presente in quasi tutte le altre serie della casa di produzione. Riguardandola oggi, però, Blackstar è in realtà un


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po’ meglio di quanto ricordassi. L’animazione sembra ancora piuttosto “povera” e, stranamente usa molto poco, se del il rotoscopio. Il design dei personaggi e le pitture degli sfondi sono eccellenti, davvero rendono ottimamente l’ambiente alieno del pianeta Sagar. Gli script - per lo più di veterani dell’animazione e della fantascienza come J. Michael Reeves (Batman The Animated Series) e Marc Scott Zicree (Sliders) - sono divertenti e veloci. Non riscuotendo il suc-

cesso sperato, la serie non venne proseguita. Successivamente però venne il travolgente successo di He-Man e i dominatori dell’universo, della quale Blackstar sembra quasi una prova generale o un precursore, la serie venne replicata e abbinata ad una serie di action figures, ma il rilancio non ne cambiò le sorti. Negli Stati Uniti nel 2006 è uscito un doppio DVD contenente tutta la serie a cartoni. Alfonso Verdicchio


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IL PROGETTO “RENACOMICS”

Su Facebook: Renato Colombo - Renacomics - Renato Colombo

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l fumetto è una di quelle cose che ti senti “dentro”. Come la musica o il cinema. Come i viaggi o la birra. Ci nasci, ci cresci, diventa parte di te. E alla fine fa parte del tuo mondo. Io ci sono cascato dentro subito, da piccolo, non appena imparato a leggere. Si può dire che ho imparato a leggere sui fumetti, se non facesse così tanto luogo comune. Non è un segreto che i miei primi amori sono stati gli animali antropomorfi, soprattutto paperi e topi. Poi è arrivato il fumetto franco-belga, anche se io non sapevo che fosse tale. Per me erano solo belle storie che mi facevano sognare e mi face-

© Marco Boselli vano vivere avventure in ogni sorta di spazio e di tempo. Di acqua sotto i ponti ne è passata da allora. Le letture sono variate, alcune sono rimaste, altre sono state abbandonate, altre ancora si sono aggiunte.

Poi è arrivata la voglia di fare qualcosa, qualcosa di mio. Qualcosa di attivo, la voglia di non essere solo un lettore passivo. Sì, ma cosa? Di disegnare non se ne parla, anche applicandomi non potrei mai arrivare a risultati soddi-

sfacenti. E allora? Allora, chissà! Tutto accantonato. In fondo, non esiste solo il fumetto e le possibilità, in altri campi, non mi mancano. La passione ovviamente è rimasta, anche se la vita mi portava in altre direzioni. Poi, l’occasione è arrivata, materializzandosi in un corso di fumetto (disegno e sceneggiatura) organizzato da una vicina biblioteca. Se non so disegnare, mi sono detto, potrei imparare a sceneggiare. In fondo la fantasia non mi manca e la voglia di raccontare nemmeno. Però un corso teorico non basta, occorre mettere in pratica quanto si è imparato. E anche qui, inaspettata, è arrivata

© Eleonora Bovo


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l’occasione, con un annuncio di ricerca di sceneggiatori e disegnatori per una serie western. Mi candido, mi accettano ed entro così a far parte del team della serie western “Than Dai” pubblicata dalla “Associazione Culturale Alex Raymond” di Rivoli (TO), diventata poi “Associazione Culturale Amici del Fumetto”. La serie parte con albi di piccolo formato in bianco e nero, ma si evolve presto in albi di grande formato, poi al colore, fino ad arrivare agli albi cartonati alla francese. Entrando nel giro del fumetto è normale incontrare altri addetti del settore, sceneggiatori, disegnatori, ma anche editori, organizzatori di

fiere, collezionisti e appassionati. E proprio uno di loro, l’organizzatore di alcune fiere di Milano (Fumettopoli, IComix) e Roma (Romacomics) mi offre l’opportunità di sceneggiare le avventure di un personaggio da lui inventato: Kassandra. Gli albi vengono pubblicati dalla sua associazione, la “K1995”, e sono distribuiti nelle fiere da lui organizzate, oltre che in versioni speciali presentati in occasioni particolari. E ora sta per partire una nuova avventura. Un editore vuole avviare una serie di fumetti horror da destinare all’edicola. Mi contatta e mi chiede di far parte del gruppo di sceneggiatori. Il progetto al momento è in fase di preparazione, ma ci sono ottime possibilità che veda presto la luce. Io la mia parte l’ho fatta, un paio di sceneggiature sono già nelle mani dei disegnatori, e vedendo la prime tavole mi sembra che i risultati siano entusiasmanti. Non vedo l’ora di vedere il mio nome associato a un fumetto in edicola. Ma di questo, ne riparleremo. Than Dai (prima serie) numero 0: è un numero di presentazione, non contiene una storia ma la presentazione della serie e dei personaggi. Than Dai, Cartonato numero 4: disegni, colori e copertina di Marco Boselli.

Da qui in poi è tutto futuro, e il futuro, si sa, è imprevedibile. L’obiettivo è realizzare una serie destinata al mercato francese, che per molti di noi italiani rappresenta una specie di Eden. Le idee non mancano, al momento ne sto sviluppando un paio con due bravi disegnatori, ma la strada da percorrere è tutt’altro che facile. Bisogna fare breccia presso gli editori, che seppur disponibili a visionare e valutare il materiale, non spalancano le porte al primo tentativo. Occorre insistere, migliorare il progetto, riprovare, migliorare di nuovo e ancora riprovare. Il periodo, oltretutto, non è dei migliori, ma non occorre essere particolarmente lungimiranti per capire che un giorno o l’altro questa maledetta crisi finirà e ci sarà la tanto attesa ripresa. Staremo a vedere. Altri progetti sono invece più in fase primordiale, poco più che degli appunti. Le idee ci sono, la voglia di svilupparle anche, è il tempo che in questi casi è spesso tiranno, come si dice. Ma le Kassandra n. 1: Albo disegnato da Antonio Montanaro. La copertina è un’illustrazione di Tony Mauro. Kassandra n. 2: è stato pubblicato in tre versioni: normale (spillato), variant (brossurata con copertina in cartoncino in 333 copie), limited (brossurata con copertina in cartoncino in 222 copie numerate in occasione di Lucca Comics 2012).

buone idee non scadono, sono ancora meglio del buon vino, e un giorno o l’altro vedranno la luce. Infine ci sono alcune collaborazioni a cui sto lavorando, o meglio, a cui mi sto saltuariamente dedicando. Nulla di concreto, al momento, ma meglio non trascurarle. Da un giorno all’altro potrebbero concretizzarsi in qualcosa di importante, e allora è meglio essere pronti. Di carne al fuoco, come vedete, ce n’è molta. Se volete rimanere informati, potete seguirmi attraverso i social network (oltre Facebook, anche LinkedIn e Twitter). Renato Colombo


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“GREMLINS”

http://nanune13.deviantart.com

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passoso, a tratti quasi trash e diabolicamente inquietante. Comico, perché non potrete fare a meno di ridere. Trash perché anche se manca il sangue l’aggettivo è d’obbligo. Inquietante perché l’idea che un mostriciattolo che a prima vista appare innocuo possa impazzire e manomettere qualsiasi pezzo tecnologico della mia casa per uccidermi, beh, è davvero spaventosa. Tutto inizia a pochi giorni dalla viglia di Natale, siamo a Chinatown e la telecamera segue il Signor Rand Peltzer (interpretato da Hoyt Axton), un inventore con poco potenziale ma tanta buona volontà, alla ricerca di un regalo per il figlio.

Trovatosi in uno dei pittoreschi negozi del luogo (più simile ad un oppieria che ad un gran magaz-

zino) scova un esserino dalle fattezze di un piccolo elfo peloso e trovandolo terribilmente

“coccoloso” decide che sarà il suo dono perfetto. Il mostriciattolo dagli occhi e le orecchie enormi non è altro che un mogwai, un animaletto buono ma un po’ particolare da accudire. Difatti ci sono tre importanti regole di convivenza da seguire: Mai esporlo alla luce, che lo irrita: in particolare quella del sole, che lo ucciderebbe; Mai farlo bagnare. Mai nutrirlo dopo mezzanotte. Con la promessa di seguire queste strambe regole il signor Peltzer torna a casa dove lo aspettano la moglie Lynn (Frances Lee McCain) e il figlio Billy (un giovanissimo Zach Galligan). Dopo un primo incidente con il flash della macchina fotografica le regole da rispettare sulla cura del mogwai vengono rimarcate ma con una palese nota di noncuranza; difatti una dopo l’altra tutte le direttive vengono infrante e nel momento in cui (per puro sbaglio eh) il piccolo mogwai viene bagnato questo inizia il suo ciclo riproduttivo. Ma se la luce li ferisce e l’acqua li moltiplica, quali orrori si manifesteranno se la creatura dovesse nutrirsi anche dopo la mezzanotte? “Gremlins” è un film che offre diverse sorprese. La prima volta che lo vidi


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fu in seconda serata in uno dei tanti venerdì delle feste. A primo acchito non capii il motivo del sacro bollino rosso in sospensione visto che musica, immagine e la voce del doppiatore che ci introduceva la storia ricordava tanto un classico film da vigilia di Natale stile “Una poltrona per due”, praticamente una fiaba moderna con morale, lieto fine e tanto zucchero. Niente di più disorientante. Andando avanti la pellicola pur non rinunciando alla sua comicità e alla sua ambientazione da fiaba di Natale inizia ad

inscurirsi, assume note sempre più inquietanti sino a sfiorare d’improvviso il trash. Era il 1984 e dalla sceneggiatura di Chris Columbus, il regista Joe Dante tirò fuori la pellicola con niente meno che Steven Spielberg come “padrino” e produttore esecutivo. Che Spielberg abbia messo più di una parola in merito alla produzione del film e che il regista ne sia stato più che estasiato è sia documentato dai “gossip” che circolavano all’epoca che visibile dalla pellicola stessa grazie ai numerosi cammei a lui dedicati (vedi pupazzi, cartelloni pubblicitari e

citazioni tratte da E.T.). Curiosità a parte anche se la mano di Spielberg si sente, nessun elogio viene sottratto al regista che ha fatto un lavoro eccellente nel bilanciare comicità e horror creando quasi un genere a se. Entrato a far parte dei film cult degli anni ‘80 riscosse notevole successo presso la critica e si fece subito una moltitudine di fan il cui interesse fu subito preso sotto “l’ala benigna” delle industrie di merchandising che immisero sul mercato una quantità infinita di gadget. (Se andassi a controllare bene l’armadio di qualche amico, sono sicura che

una tazza o due ne verrebbe fuori.) Insomma un film accattivante che difficilmente dispiacerà anche a quei puristi delle nuove tecnologie che storcono il naso dinanzi agli effetti speciali un poco antiquati. Vivamente consigliato in una serata tra amici, possibilmente con le luci ben accese perché se all’improvviso “il vostro condizionatore d’aria si mette a fare i capricci, la vostra lavatrice impazzisce, o il vostro televisore si oscura; prima di chiamare un tecnico guardate in tutti gli armadi, i cassetti e sotto tutti i letti, perché non si sa mai, può darsi che a casa vostra sia capitato un gremlin.” Francesca Rita Loi


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I VIAGGI NEL TEMPO DI “ALLEY OOP” Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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a letteratura fantastica ed il Fumetto che ne è una diretta emanazione si basa su alcuni capisaldi. Tra essi rivestono un particolare fascino l’ambientazione preistorica e la possibilità di viaggiare nel tempo. Ottanta anni fa un personaggio riuscì ad integrare in sé stesso, in maniera mirabile, queste due tematiche. Si Chiamava Alley Oop (Da noi Up il Cavernicolo) ed era un simpatico uomo preistorico dall’aspetto vagamente scimmiesco e dal corpo tozzo che si appoggiava saldamente su grosse gambe elefantine.Il creatore di questa diver-

tente striscia ambientata tra antichissimi vulcani e mastodontici (e anacronistici) dinosauri era un giovanotto nato nello Iowa nel 1900:Vincent T. Hamlin.Vincent aveva alle spalle una storia molto particolare… Partito volontario per il Fronte europeo, aveva avuto uno spiacevolissimo incontro ravvicinato con l’iprite tedesca che lo aveva lasciato intossicato ed ustionato. Durante la sua lunga convalescenza, aveva scoperto la sua felice vena di narratore, rallegrando i compagni di corsia con le sue vignette umoristiche. Ritornato in America, dopo alcune

esperienze lavorative poco proficue, ebbe modo di fare amicizia con un geologo che lo “iniziò” ai piaceri della paleontologia. Da quel momento,la preistoria divenne per lui una sorta di benevola ossessione. Quando, nel 1933, la NEA, una grossa agenzia di distribuzione giornalistica, gli commissionò la creazione di una nuova striscia Vincent non battè ciglio. Rapidamente progettò il suo protagonista, un cavernicolo dal corpo robusto e dalle braccia vagamente animalesche con una faccia dal naso importante incorniciata da una barbaccia incolta

a sottolinearne l’aspetto decisamente arcaico. Restava da decidere il nome della striscia e l’autore si ricordo di quell “Alley Oop”, il grido d’incitamento che gli acrobati circensi si lanciavano nel momento culminante della loro esibizione. Tutto era pronto e il successò gratificò immediatamente le audaci scelte di Hamlin, portando l’irsuto ominide a diventare il beniamino di milioni di lettori. Le disavventure del protagonista e della sua combriccola di amici ebbero facile presa sul pubblico, le gags erano sempre coinvolgenti e mai banali e le continue


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trovate autoriali davano sale alle vicende. Le tigri dai denti a sciabola e gli stegosauri, che rendevano difficile la vita quotidiana dei nostri progenitori, svilupparono nei lettori dell’epoca una forte empatia e una spiccata simpatia per quell’omaccione

burbero e sempre pronto a menare le mani ma coraggioso e dotato di un innato senso di giustizia. Le storie del regno di Moo (chiaro riferimento a Mu, il fantomatico continente scomparso), i cui abitanti testardi e rissosi erano continuamente im-

pegnati in controversie coi regni vicini (Tra i quali, inevitabilmente non poteva mancare quello di Lem che rimandava all’altrettanto mitica Lemuria) ebbero un successo popolare incredibile. Quello dei nostri progenitori era un mondo semplice, popolato da gente chiassosa mossa dai bisogni primari che era, in realtà, uno specchio deformato della società americana contemporanea. Ad accompagnare il nostro “Alley” c’erano tutta una serie di riusciti comprimari. Prima per importanza è, senza dubbio, la fidanzata Ooola. Compagna dell’eroe fin dagli esordi, la bellissima ragazza (che ha davvero poco di preistorico) è stata per lungo tempo corteggiata da innumerevoli spasimanti,

tutti ricacciati indietro dai pugni di “Oop”. Ooola è l’incarnazione vivente della donna americana con la sua intraprendenza e la sua vocazione all’indipendenza, è dolce ma energica arguta e furba tanto da agire in maniera razionale anche nelle situazioni più avverse. Al fianco di “Oop” c’è anche, Foozy, l’amico del cuore che è il suo esatto contrario e che con la sua saggezza, corroborata da continue citazioni in rima, riesce spesso a stemperare le ire funeste di Alley. A capo dei “Mooviani” c’è il re Guz che è, fondamentalmente, un buon diavolo, un monarca illuminato e bonario la cui lucidità viene talora offuscata dalla rabbia. Per fortuna, in quei momenti,


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può contare sulla presenza al suo fianco della regale consorte, Umpa, alla quale spetta l’ingrato compito di ricondurre alla ragione il suo dissennato maritino. Una citazione a parte, infine, merita il Gran Saggio, lo sciamano “ufficiale” del regno. Tratteggiato per molti anni come figura negativa sempre intenta a trafficare in losche trame o ad utilizzare rituali e trucchi magici contro Moo, ha subito poi un processo di parziale riabilitazione, diventando una specie di maestro dell’arte di arrangiarsi. Dopo sei anni di vita, nel 1939, la popolarità della striscia cominciava a declinare ma Hamlin ebbe una grandissima intuizione che aprì la strada ad una serie di prospettive nuove e potenzialmente illimitate. Due stralunati inventori dei giorni nostri, Wonmung e Bloom, arrivati del tutto casualmente ad inventare una macchina del tempo, “catturano” Oop che viene trascinato in pieno 20° Secolo. Ben presto, il cavernicolo diventa il loro viaggiatore nel tempo di fiducia, accompagnato spesso da Ooola e qualche volta anche da Foozy.

Spesso le missioni che gli vengono affidate sono alquanto strampalate (A chi può interessare il vero colore delle chiome di Cleopatra?) ma alcuni incontri con personaggi come Giulio Cesare o Shakespeare sono altamente formativi. La striscia vira in maniera decisa verso l’Avventura e il vecchio Oop con il suo atteggiamento da duro va incontro a risultati altalenanti. Talora i suoi metodi risultano efficaci ma, più spesso, il suo caratterac-

cio lo porta al centro di situazioni intricatissime. A tirarlo fuori dai guai é sempre la provvidenziale macchina del tempo che Hamlin manovra con sagacia ed affetto. I dialoghi dell’autore riescono a destare interesse e curiosità senza essere appesantiti da verbose spiegazioni pseudo-scientifiche. Alley si trasforma pian piano in un “Cittadino del tempo” che si muove con estrema disinvoltura in tutte le sue fantastiche escursioni dalle quali ri-

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cava insegnamenti ed esperienze che vengono inglobate nel suo bagaglio culturale. Purtroppo, nel regno di Moo, dove ritorna ogni tanto, le sue proposte di “razionalizzare” la preistoria vengono immediatamente coperte dall’oblio... E’ il triste destino di tutti i precursori... Dopo il ritiro di Hamlin (che morì nel 1993), la striscia fu portata avanti dal suo assistente Dave Graue fino al 2001 quando gli subentrarono Jack e Carola Bender. I due artisti, meno raffinati, dei precedenti apportarono una certa semplificazione grafica al personaggio, nell’intento di modernizzarlo: le linee diventarono più morbide e l’aspetto meno “selvaggio”. Un processo non pienamente riuscito ma che non ha leso la sostanza del personaggio che continua tuttora la sua corsa nel mondo dell’immaginario. Quello di Alley Oop è un lunghissimo viaggio che non ha mai lesinato sorprese e occasioni di riflessione, un cammino interminabile che ha solcato le correnti dell’eternità. Pietro Zerella


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“CARTOTEX”:TANTO TEX... IN CARTOLINA Su facebook: Fumettando Fumetteria

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ARTOTEX” vuol essere questo: una mostra di immagini. Cartoline di Tex Willer come doveroso omaggio ai veri protagonisti del fumetto di Tex, in particolare agli artisti che hanno narrato le sue storiee ai comuni ed ai club del fumetto che hanno costituito il tessuto connettivo per lo sviluppo delle idee e delle istanze dell’illustrazione e del fumetto italiano. Attraverso la stampa di immagini-cartoline questa mostra propone una molteplicità di tecniche artistiche, senza preclusioni, e si pone come termometro di valutazione dei valori espressivi attuali del fumetto italiano. “CartoTex” rappresenta un significativo momento di riflessione intorno a un importante problema della cultura contemporanea: si è capito che di fronte al rilancio del fumetto bisogna sempre più pensare in termini di qualità d’arte, e che l’attuale produzione di immagini sia quella dei disegnatori riconosciuti come maestri, sia quella delle nuove leve di fumettisti che non può che

confrontarsi con tale atteggiamento, l’unico in grado di superare gli equivoci contenuti in un concetto di fumetto usato e manipolato da più parti. Interesse e compito di “CartoTex” è quello di seguire passo-passo le vicende di ogni Artista nelle sue avventure con i concetti, i materiali, gli ambienti, i mezzi, nonché seguire l’atteggiamento

dei ‘critici’ nei confronti del fumetto. “CartoTex” documenta infatti un cammino solido e ricco di risultati, un cammino che mostra passi importanti nel non facile intrigo dell’illustrazione contemporanea. Qui si raccolgono tutte le tappe più significative delle mostre dedicate a Tex, ma ciò che diventa rivelazione notevole in questa mostrasono i validissimi risultati, ancora spesso ignorati da pubblico e critica, raggiunti dalla ricerca di Fusco, Ticci, Civitelli, Galep,Villa, Zaniboni, ormai pienamente al di là dei mirabili cromatismi delle cartoline. Questa

collettiva vuol essere una panoramica, attraverso le cartoline illustrate, del percorso di tanti autori ‘texiani’. Il preconcetto di considerare l’illustrazione e il fumetto come appartenenti ad un gradino inferiore rispetto all’arte ha dominato incontrastato diversi anni del secolo scorso. Negli anni novanta si valuta il momento artistico di una produzione puntando però a mezzi informativi e comunicativi a vasta diffusione, anche temporale e spaziale, come la luce, l’immagine fotografica e il suono, con l’intento di promuovere il carattere di merce insito nel prodottodi una operazione artistica: in questa ondata di rinnovamento sono ascrivibili le ricerche di nuova scrittura, poesia visiva, fumetto, manifesti e cartoline illustrate. Ora si assiste ad un rinnovato interesse per l’illustrazione che coinvolge contemporaneamente l’attenzione di critici, storici dell’arte, studiosi, editori, che si avvicinano al mondo del fumetto e della illustrazione per trarne spuntie soprattutto valorizzarne le professionalità: “CartoTex” vuole appunto dimostrare la validità atristica della produzione di alcuni disegnatori e illustratori. Italo Marucci


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“PRINCIPESSE DISNEY”: IL PHOTO SHOOTING www.fantasiasognorealta.com - Su Facebook: FANTASIA - SOGNO - REALTA’

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l 1° di Settembre 2013 è stato realizzato il primo shooting fotografico dell’associazione senza scopo di lucro Fantasia Sogno e Realtà, coordinato e organizzato dalla costumista e fotografa Annamaria Quaresima. L’idea è partita da un progetto nato in occasione del Carnevalò di Ancona, sfilata storica organizzata dal suo comune, dove moltissimi gruppi sfilano per il centro storico la domenica di Carnevale. Annamaria propose l’idea alle altre stiliste dell’associazione in sede di consiglio, sia per l’amore per questo genere classico che non

aveva ancora affrontato, sia per l’impatto che questi famosi personaggi Disney avrebbero avuto sugli spettatori. Così Antonella Fava, Monia Bolletta e Annalisa Palmieri hanno realizzato rispettivamente l’abito di Aurora (la bella addormentata), Bell (da la Bella e la Be-

stia), Mulan (da Mulan) e la stessa Annamaria scelse Ariel (dalla Sirenetta). Più avanti poi si è aggiunta la bravissima Daiana Capoferri che nonostante l’impegno scolastico ha realizzato un meraviglioso abito di Biancaneve! Visto il meraviglioso risultato finale

delle cinque principesse realizzate il passo per dedicare loro uno shooting era quasi scontato. Così approfittando del periodo estivo si è dato via al progetto, con una pagina web dedicata all’evento nel nostro sito realizzata dalla nostra web design e vicepresidente Roberta Burattini. Per la realizzazione delle acconciature ci siamo affidati all’esperienza e alla squisita disponibilità del salone di parrucchieri Pour Parler di Senigallia, e per il trucco a due make up artist eccezionali:Valentina Ricci e Monica Basile. Anche la scelta della location ha contribuito a creare l’atmosfera perfetta per queste foto, e grazie a Daniele Legramante, presidente dell’associazione, ci è stata concessa dai gentili proprietari la Rocca Priora di Falconara. L’affluenza è stata notevole, ben 24 fotografi soci hanno aderito con entu-


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siasmo all’iniziativa, e Sharon Renzi, Francesca Quattromini, Erika Stroppa, Maria Boutylina e Antonella Martino hanno vestito i panni delle principesse riscuotendo un successo al di

sopra delle aspettative! Oltre ad aver messo a disposizione abiti complessi, modelle incantevoli, acconciature perfette e trucco impeccabile, due soci dell’associazione Stefano


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Montalbini e Damiano Polenta di sono prestati ad aiutare con le luci i nostri fotografi. Dalle 10:00 di mattina per circa tre ore i nostri artisti dello scatto hanno potuto sfruttare gli angoli della suggestiva location come alberi, prati, mura di cinta, ponti e laghetti, ricreando scenari perfetti e da favola. Un’esperienza che sicuramente verrà ripetuta e che unisce arte sartoriale e fotografica in un connubio incredibile e che nel Marchigiano non era stata mai realizzata. L’associazione ringrazia tutte le persone che hanno reso possibile l’evento, sopratutto i fotografi che hanno realiz-

zato magnifici scatti: Valentina Galli, Adriano Carbone, Greta De Matteis, Giovanni De Matteis, Sara Binci, Serena Monje, Fabrizio Berni, Francesco Stifani, Catalini Sauro, Daniele Ferretti, Filonzi Barbara, Orami pirani, Americo Braccia, Mauro Grilli, Laura Broccolo, Sergio Maria Roscioni, Christin Brandoni, Giuseppe Coco, Bartozzi Francesco, Francesco Trucchia, Francesco Salvatori, Luca Mengoni, Francesca Scarponi e Raffaele Vescovo. FSR Staff


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“ANKOKU GRENDIZER” FAN MOVIE Su YouTube: Daniele Spadoni - Su Facebook: Daniele Spadoni

I fan-film sono produzioni video non ufficiali, realizzate da fan, non basati su suggetti inediti bensì sui personaggi di una serie tv, un film o un fumetto già esistenti e famosi. Il fan film ha due possibilità: restare un dvd o che viene proiettato nelle riunioni private di amici e fan club, oppure essere distribuito via internet gratuitamente, senza fini di lucro e con una scritta ben evidenziata che indica il titolare dei diritti dell’opera originale.

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i chiamo Daniele Spadoni. Realizzo Short Films no profit per hobby; attualmente.... i miei corti realizzati sia in Live action che (ultimamente) in CG su YouTube, raggiungono in totale un milione di visualizzazioni.... La maggior parte delle locations dei Live Actions è la Puglia, dove io attualmente vivo. Qui, si possono trovare splendide località marittime ma anche centri storici adattissimi alla realizzazione scenico dei cortometraggi! Oltre che della regia, mi occupo anche degli effetti speciali e delle animazioni in CG, che realizzo in prima persona, mentre la modellazione 3D viene quasi spesso realizzata da stranieri; i doppiaggi e gli at-

tori invece, li trovo tramite i tanti fansite del web o anche contattando i doppiatori italiani originali degli anime. Uno dei lavori al quale sto lavorando attualmente, è un corto in live action e in CG con il titolo “Ankoku Grendizer Fan Movie” una mia rivisitazione del mitico “Goldrake” (“Grendizer”, per chi non lo sapesse, è il vero nome del robot). Daniele Spadoni


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IL PROGETTO “MANGASENPAI” www.bellesifrancato.com - Su Facebook: Mangasenpai

Copyright © Mangasenpai, Maria Chiara Barossi

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utto è iniziato nel mese di novembre del 1993, mi stavo recando a scuola come ogni

mattina, preoccupato per l’ennesima interrogazione di latino che mi ossessionava quando, passando accanto

all’edicola come ero solito fare notai un fulmine giallo. Mi avvicinai e lo vidi. Qualcosa di inatteso che mi ab-

bacinò. Era la copertina di fumetto, un numero 1 per l’esattezza. Da appassionato di comics americani non potei fare a meno di acquistarlo (la passione per i numeri 1 collezionabili era fortissima, allora!). Era il primo numero di Zero della Granata Press. Ecco, se questo fosse il film di Mangasenpai, beh, inizierebbe in quel momento. Quando un fulmine a ciel sereno mi fece innamorare perdutamente dei manga e dell’immenso potere della comunicazione a fumetti orientale. Abbadonai quasi subito i miei amati comics perché nei manga trovavo qualcosa che non c’era nei miei adorati supereroi, c’era una


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profondità, c’era un ventaglio così grande di sentimenti che nessun fumetto americano sarebbe mai riuscito a concentrare. Fu amore a prima vista! Amo i manga da allora e posso dire con certezza di averli letti quasi tutti (anche grazie al vastissimo mondo delle scan), e sempre questo amore mi ha spinto col tempo a volere sempre di più dai miei fumetti, così valicai il sottile segno che separa i lettori dagli addetti ai lavori e lì scoprii un mondo che mi diede così tanto in quegli anni che ancora oggi rimpiango tante, forse troppe cose! Ebbi la fortuna di occuparmi di editoria cartacea, di trattare col Giappone e coi giapponesi, di andare alle maggiori mostre sull’editoria europea, di poter scegliere e gestire i diritti e infine, di pubblicare manga originali... si, sono stato fortunato fino a quel punto! Poi qualcosa si è incrinato. Internet ha disassato la mia carriera, spezzandola a metà, così ho dovuto mio malgrado virare verso altri lidi, e come molti altri amici di quell’epoca (era il decennio prima del 2000) mi sono rintanato nella pubblicità, dove sono rimasto per un altro decennio, nascosto, rinchiuso, protetto ma in fondo in fondo triste. Avevo abbandonato i miei sogni? Avevo avuto troppo? Qualcosa mi mancava... Tutto questo fino alla fine del 2012, quando una fortuita discussione sul web mi ha convinto a rilanciarmi, a tornare a varcare quella sottile linea che separa i lettori da chi il fumetto lo fa, lo gestisce, lo amministra, lo costruisce... ed ecco Mangasenpai. In poco meno di un anno la


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Bellesi & Francato Publishing, divisione editoriale della mia agenzia pubblicitaria (Progetto Idea snc) ha scommesso dove nessuno ancora aveva nemmeno pensato di lanciarsi, il fumetto elettronico. E la mia passione per i manga mi ha reso editor dell’etichetta che ho deciso a quel punto di aprire. Il nome, Mangasenpai, viene proprio dal fatto che mi sento un “sen-

pai”, un compagno anziano dei tanti ragazzi bravissimi che oggi operano in questo settore. Un compagno anziano che ne ha passate davvero tanto e che nella sua ventennale esperienza può dire di essere colui che per primo portò il “manga italiano” (che brutta parola!!! Non l’ho mai sopportata!) alla ribalta della carta stampata. Si chiamava Studio Dream

all’epoca (era il 94) e sfornava fumetti in stile orientale lavorando con ragazzi appassionati e bravissimi. Insieme lavorammo per molto tempo e fummo il motore primario di un fenomeno che secondo me ancora oggi riverbera inconsapevolmente nei cuori di chi allora era solo un lettore ed iniziava a prendere la matita in mano leggendo Sailormoon della Star o Dragonball.

Mangasenpai è il punto di giunzione, quello che mancava in un settore ingolfato di pubblicazioni gratuite di scarsa qualità, di autori che vogliono sfondare in un mercato povero e privo di sbocchi, dove gli editori NON INTENDONO INVESTIRE perché nemmeno ci credono più alla bufala che i “mi piace” su FB si trasformino sistematicamente in copie vendute. No, Mangasenpai propone un modello nuovo, digitale. Ebook a pagamento, venduti sulle librerie online e tradotti e distribuiti anche all’estero oltrechè in Italia. Ho pensato a qualcosa che non fosse solo business, ma che rappresentasse l’opportunità che io non ho mai avuto, valicare i confini. E viste le opere dei ragazzi con cui oggi lavora l’etichetta Mangasenpai sono certo che il successo non mancherà a venire! Fabrizio Francato


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LA “PROMESSA TERRA” DI GUARNASCHELLI www.francescaguarnaschelli.com - Su Facebook: Promessa Terra

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a fantascienza entra dalla porta principale nel mondo della fotografia. A partire dal 5 ottobre, Roma ospiterà la dodicesima edizione del prestigioso Festival Internazionale di Fotografia. Nell’ambito di questo evento, che si articola in decine di interessanti appuntamenti, viene presentato il progetto fotografico “Promessa Terra” di Francesca Romana Guarnaschelli, a cura di Eugenio Corsetti e Niccolò Fano. Si tratta di una serie di 15 fotografie formato 40x50 B/N, scattate e stampate con tecniche analogiche tradizionali, dunque senza l’uso di photoshop, che cercano di raccontare per immagini un possibile futuro della Terra, partendo dall’ipotesi di una colonizzazione aliena, forse già avvenuta da tempo. L’inquietante sospensione nella quale galleggiano i silenziosi setting urbani, collezionati con pazienza da Guarnaschelli per due anni, in diversi paesi euro-

CALENDARIO MOSTRA ________________________________ Spin, Via Vodice n. 8, Roma da lunedì a venerdì, ore 14 - 19 e su appuntamento Domenica 6 Ottobre ore 16 - 19 Sabato 12 Ottobre e Domenica 13 Ottobre ore 16 - 19 Vernissage Martedì 8 Ottobre dalle ore 19 Finissage Sabato 26 Ottobre dalle ore 19 Laboratorio Fotografico Corsetti, Via dei Piceni n. 5/7, Roma Dal 28 Ottobre all’8 Dicembre da lunedì a venerdì, ore 9 - 19 Domenica 8 Dicembre dalle ore 19

pei, allude all’angoscia del cambiamento che spesso è il motore narrativo di tante storie del fantastico. Gli stadi vuoti, i parchi pieni di nebbia, le stanze abbandonate immerse nel buio, ricordano facilmente gli scenari alienanti di “L’invasione degli ultracorpi” (1956) di Don Siegel o le fosche atmosfere postatomiche di

“Akira” (1988) di Katsuhiro Otomo. L’occhio della macchina fotografica è distaccato e indifferente come quello di una sonda o di un cyborg, il che ci permette di scoprire come le nostre città siano già un pianeta sconosciuto, pronto ad ospitare le avventure di una razza di invasori. D’altra parte lo stesso atteggiamento di distacco tenuto della fotografa potrebbe concedere delle speranze a questa piccola apocalisse illustrata, come se la fine di una civiltà alienante, quella umana, potesse coincidere con un nuovo inizio per gli ipotetici visitatori spaziali. Come succede nella miglior tradizione dell’illu-

strazione fantascientifica da Virgil Finlay a Karel Thole, è chi guarda a dover decidere se si sente più inquietato o attratto dal piccolo squarcio di universo alternativo che si offre davanti ai suoi occhi. L’installazione delle foto, progettata con Niccolò Cau e Silvia Litardi per lo spazio ipogeo dello Studio Spin, in via Vodice 8 nel quartiere Prati, valorizza ancora di più questo aspetto, proiettando il visitatore all’interno dell’evento. Fabio Benincasa

Francesca Romana Guarnaschelli (Roma, 1983) si è diplomata presso l’Istituto Europeo di Design. Dal 2007 collabora con il Laboratorio Fotografico Corsetti. Nel 2008 cura la parte fotografica del progetto editoriale sui mercati rionali di Roma, “Roma, casa e bottega”, edito da Ed/Archi’s. Fotografa ufficiale della prima edizione della Festa dell’Architettura di Roma del 2010. Fotografa di scena musicale per la Grinding Halt. Fotografa di scena del film Space Metropoliz di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis. Espone a maggio del 2010, nel quartiere Trastevere di Roma, una selezione delle immagini di scena per il documentario “Robaccia Rubbish” sull’artista Fausto Delle Chiaie. A ottobre dello stesso anno la personale fotografica “Prima che cali il sipario...” è curata dal Laboratorio Fotografico Corsetti. Espone a maggio del 2012 al MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove.


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“CODE GEASS: LELOUCH OF THE REBELLION” di Andrea De Rosa

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ode Geass: Lelouch of the Rebellion è una serie anime televisiva composta da due stagioni creato dallo studio Sunrise diretta da Gorō Taniguchi e scritta da Ichirō Ōkōchi (Che, successiva-

mente, ha scritto anche le trame per Planetes, Guilty Crown e per il recente Kakumeiki Valvrave). La prima stagione, di 25 episodi, è stata trasmessa dal 6 ottobre 2006 al 30 marzo 2007 su MBS e TBS. La seconda

stagione, Code Geass: Lelouch of the Rebellion R2, composta sempre da 25 episodi, è stata trasmessa dal 6 aprile al 28 settembre 2008. Tra il 2009 e il 2010 la Dynit ha pubblicato in Italia entrambe le serie,

trasmesse in seguito su RAI 4 dal 24 settembre 2009 al 12 agosto 2010 il giovedì nell’Anime Thursday. La serie è molto nota grazie alla realizzazione di disegni da parte di un gruppo di mangaka femminile, conosciute come CLAMP (lo possiamo vedere dalla somiglianza di uno dei personaggi della serie, ovvero Suzaku Kururugi, con un altro personaggio di un’altra loro serie: Shaoran Lee di Tsubasa Chronicle). La storia inizia con la dichiarazione di Guerra del Sacro Impero di Britannia (il più grande impero mondiale) contro gli Stati Uniti del Giappone nel 10 Agosto del 2010. Purtroppo quest’ultimo verrà annesso all’impero, perdendo sia libertà che il nome della nazione, denominata Area 11 e i giapponesi verranno chiamati Eleven. In seguito la Nazione del Giappone diverrà una semplice Colonia dell’Impero. Il motivo di questo drastico conflitto, è dovuto al desiderio dell’impero di impadronirsi di tutte le riserve di Sakuradite (minerale in forma liquida). Il nostro protagonista, ovvero il giovane principe di Britannia: Lelouch Vi Britannia, dopo aver assistito alla morte della madre e all’infortunio grave della sorellina Nunnally (che a seguito di ciò ha perso sia la vista che l’uso delle


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gambe), verrà anche bandito, insieme ad essa, dal padre, ovvero l’Imperatore di Britannia: Charles Zi Britannia , perché considerati deboli e inutili. Questo in base al suo principio che il più forte sopravvive e che il resto deve essere eliminato. I due ex principi verranno utilizzati come merce di scambio per un temporaneo accordo con il Giappone e affidati al Primo Ministro del Giappone. Qui conosceranno il figlio del Primo Ministro, Suzaku Kururugi, e col tempo fra i tre nascerà una sincera e profonda amicizia. Con la morte del Primo Ministro, la guerre ebbe termine, e il

Giappone venne completamente annesso al Sacro Impero di Britannia. Dopo sette anni, ritroviamo il nostro giovane principe, ormai liceale, sotto le mentite spoglie di un giovane studente dell’istituto Ashford. Egli vive perennemente annoiato e come passatempo, sfrutta la sua grande abilità di giocatore di scacchi, sfidando chiunque gli capiti a tiro. Durante il ritorno da una delle sue tante partite, insieme a un suo compagno di classe, assiste ad un incidente stradale. Egli si precipiterà sul luogo dell’accaduto dove farà due incontri, di cui uno sconvolgerà per sempre

la sua vita. Infatti entra in contatto con una giovane, chiusa in una capsula che apparentemente sembrava contenesse una sostanza tossica.Verrà subito dopo fermato da una guardia che scoprirà essere il suo amico d’infanzia Suzaku. Il giovane verrà ferito dagli stessi soldati di Britannia nel tentativo di proteggere Lelouch, accusato appunto dagli stessi soldati Britanni, di essere un terrorista. Anche la ragazza della capsula proteggerà il giovane Lelouch, venendo colpita al suo posto. Apparentemente morta, essa si metterà in contatto telepatico con lui, offrendogli il potere del

Geass, il “potere dei Re”, che lo rende capace di sottomettere la volontà altrui con il solo contatto visivo. Questo è stipulato da un contratto, il quale la ragazza, che si chiama CC, offre questo potere in cambio della realizzazione di un suo desiderio. Avendo passato la vita a nascondersi sotto mentite spoglie, cambiando il proprio nome in Lelouch Lamperouge, deciderà di sfruttare il potere ottenuto, per soddisfare la sua sete di vendetta contro l’impero, per poter vendicare la morte della madre e costruire un mondo migliore per la sua adorata sorellina. Lelouch sfrut-


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tando il suo potere per indagare sulla morte della madre, entra in contatto con il suo fratellastro: il principe Clovis, rivelando la propria identità interrogandolo grazie al Geass, per scoprire infor-

mazioni sull’omicidio della madre. Una volta appurato che non possedesse alcuna informazione e che forse la loro sorella Cornelia gli avrebbe potuto dire di più, lo uccide con un

colpo di pistola. L’amico di infanzia Suzaku, che il giovane principe credeva che fosse morto, viene accusato dell’omicidio del principe Clovis, nonostante fosse un Britanno Onorario, ovvero un

Giapponese al servizio dell’Impero, e giudicato colpevole. Ovviamente a seguito del giudizio di colpevolezza, si decide di condannare a morte il giovane soldato. Preso atto di ciò, Lelouch medita un piano per salvare l’amico e presentandosi al mondo come Zero, il paladino della giustizia, riuscirà a salvare l’amico, il quale però sconvolgerà i suoi piani rifiutandosi di allearsi con lui. A seguito di questi eventi, Lelouch fonderà, unendosi al gruppo di resistenza Giapponese, “l’Ordine dei Cavalieri Neri” con cui si farà carico della voce del popolo, sfruttandone la disperazione, dichiarando guerra all’Impero di Britannia per compiere la sua vendetta. Quando ricomparirà la ragazza del


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contratto, CC, lei lo sosterrà diventando sua complice mantenendosi però neutrale. Ma darà solo un avvertimento a Lelouch riguardo al suo potere e al suo obiettivo, ovvero che vivrà in modo differente da altri esseri umani, e che questo potere lo renderà solo. Entrambi i protagonisti, Lelouch e Suzaku, seguono gli stessi obbiettivi

ma proseguendo strade diverse. Ed è qui che ci sarà un grande confronto in un bivio tra il bene e il male, dove Lelouch che si presenta in modo controverso e spietato ma allo stesso tempo un abile stratega e calcolatore, pronto a tutto pur di realizzare i suoi scopi, Suzaku si presenta come un ragazzo devoto e impeccabile al senso del do-

vere e della giustizia, tanto da arruolarsi nell’esercito di Britannia (divenendo un Britanno Onorario) con lo scopo di cambiare il mondo all’interno dell’Impero di Britannia. Ecco perché i due si confronteranno svariate volte ignaro però che il noto terrorista Zero sia proprio il suo migliore amico Lelouch. Dalle due serie animate,

sono stati pubblicati, il 22 settembre del 2011, due OAV: Code Geass Hangyaku no Lelouch Special Edition “Black Rebellion” e Code Geass Hangyaku no Lelouch R2 - Special Edition “Zero Requiem” che mostrano la storia delle due serie dal punto di vista di Lelouch. Un altro OAV uscito il 27 luglio 2012 intitolato: Code Geass Hangyaku no Lelouch Nunnally in Wonderland dove la sorellina di Lelouch gli chiede di raccontarle una storia e lui, grazie al potere del Geass, verrà trasportato insieme ad essa in un mondo alternativo dove tutti i personaggi della serie interpretano i personaggi di Alice nel Paese delle Meraviglie. Un ultimo OAV composto da quattro episodi, trasmessi anche al cinema, intitolato Code Geass: Akito the Exiled che parla delle vicende di alcuni ragazzi dell’Area 11 inviati a combattere in Europa. Dal successo scaturito della serie sono state create cinque serie manga, ma per ora solo quattro sono uscite in Italia: Code Geass: Lelouch of the Rebellion, Code Geass: Suzaku of the Counterattack, Code Geass: Nightmare of Nunnally e Code Geass: Renya of Darkness e l’altra serie che non è uscita in Italia: Bakumatsu ibun roku - Code Geass Hangyaku no Lelouch. Le trame dei manga differiscono dalla serie ani-


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mata soprattutto per la presenza dei Mecha, che infatti nella storia cartacea sono quasi completamente assenti. Ma tutti i manga differiscono anche l’uno dall’altro, perché ognuno narra una vicenda differente. Solo con Code Geass: Lelouch of the Rebellion, la storia è più vicina alla serie animata, ma con delle differenze: appunto l’assenza dei Mecha e della principessa Cornelia. Code Geass: Nightmare of Nunnally racconta una vicenda alternativa a quella della serie primaria, poiché nell’incidente in cui Lelouch incontra CC e Suzaku, non stipula alcun contratto e resta vittima dell’accaduto. Nunnally, venuta a conoscenza della scomparsa del fratello, desidera non essere più “una vittima degli eventi” ma desidera poter cambiare il proprio

destino ed essere in grado di proteggersi da sola. Questo desiderio viene ascoltato da una creatura misteriosa che in cambio della realizzazione di questo desiderio si fonderà con il suo spirito, creando un suo alter ego. La giovane accetta di buon grado il patto, perché questa sua nuova personalità, rappresenta il suo desiderio di poter essere libera e avere una vita normale, quindi fare tutto ciò che lei era impossibile prima a causa delle sue disabilità. Solo in questo Spin-off sono presenti i Mecha. Mentre in Code Geass: Suzaku of the Counterattack, la storia è un po’ più complessa rispetto a quella principale. Questa si ispira ad essa, però dal punto di vista di Suzaku, e gli eventi narrati differiscono però totalmente dalla storia principale. A

gennaio 2012 (contemporaneamente all’uscita di Nunnally in Wonderland) è stata annunciata la produzione di un film ispirato alla serie televisiva originaria. Sono state realizzate due serie Light Novel, sempre ispirate alle due serie animate scritte da Mamoru Iwasa e serializzate sulla rivista The Sneaker pubblicata da Kadokawa Shoten. La prima è stata pubblicata in cinque volumi, ed è ambientato nel periodo in cui Lelouch, Suzaku e Nunnally erano ostaggi politici in Giappone e il nostro principe fece amicizia con Suzaku. Oltre all’enorme successo in Giappone, si è rivalutato anche in Occidente, tanto da vincere per tre anni consecutivi, dal 2006 al 2008 l’Anime Grand Prix per la miglior serie animata. Entrambe le stagioni sono state premiate

anche dalla Broadcast Film Critics Association, sia per la loro popolarità che per i conflitti messi in evidenza attraverso i personaggi della saga e le discussioni morali presentate all’interno di stesse, oltre a vincere anche il Tokyo International Anime Fair, l’Animation Kobe, il premio per il miglior personaggio maschile a Lelouch Vi Britannia doppiato da Jun Fukuyama, nel 2007 e nel 2008 il premio per il miglior personaggio femminile a C.C. doppiata da Yukana e il premio per il miglior episodio (andato rispettivamente all’ultima puntata della prima e della seconda serie), e nel 2007 il premio per la miglior canzone, andato a Colors dei Flow!. ADR


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“MACCHIA”: LA GRAPHIC NOVEL www.imim.it - www.phasar.net

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acchia” è una graphic novel originale, la prima prodotta dallo staff del sito www.imim.it e dall’editore Phasar. Un’opera disegnata a più mani, per la realizzazione della quale IMIM ha voluto coinvolgere molti artisti della matita... e della penna grafica. Autori in parte selezionati tra tutti coloro che

hanno partecipato al “primo concorso Accademia Ciavola 2013”, in parte chiamati in maniera diretta per conoscenze private o per precedenti contatti inerenti altre iniziative del portale. Tutti comunque “allievi”, per l’occasione, del maestro (e sceneggiatore) Renato Ciavola che - inizialmente per via degli articoli postati su di un Gruppo privato struttu-

rato all’interno del portale e successivamente per mezzo di e-mail inviate una ad una ai singoli autori - si è prima fatto conoscere ed ha poi diretto la “squadra” alla realizzazione di “Macchia”. È un’opera di artisti giovani, scritta però da chi giovane anagraficamente non è; anche se, la fortuna di interessarsi da sempre di fumetto e di

giovani lo avvicina a vari aspetti di quell’età bella e ingrata allo stesso tempo, e gli permette di muoversi in dinamiche mentali adeguate, suffragato dall’esperienza di molti anni di trincea. Una prima presentazione è prevista per domenica 13 ottobre 2013 a Fabriano. Prezzo di vendita: Euro 12,00. Per maggiori info, contattare lo staff di IMIM all’indirizzo di posta elettronica posta@imim.it. IMIM Staff


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IL NUOVO CORSO DEL RAGNO www.sbamcomics.it - www.shop.sbamcomics.it

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mazing SpiderMan 600, un traguardo storico per una collana storica: propone una storia già ben nota per tutto il clamore che suscitò al momento della sua uscita in USA lo scorso inverno, una storia che resterà sicuramente nella storia dell’Uomo Ragno. E – anche se i precedenti lasciano pensare che in qualche modo, tra uno, due o tre anni, con soluzioni ardite magari al limite dell’accettabile, tutto tornerà come prima – non si può non restare colpiti dallo svol-

gersi della vicenda. Desiderio di morte è cominciato sul numero precedente, il 599, quando un dottor Octopus ormai ridotto a un grottesco cadavere ambulante è riuscito a scambiare la sua mente con quella di Peter Parker, impadronendosi del suo corpo, dei suoi ricordi, della sua esperienza, delle sue conoscenze scientifiche, perfino dei suoi affetti. Il nr. 600 comincia infatti con un Peter disperato, prigioniero nel corpo di di Dock Ock (o di quel che ne resta), impegnato nel tentativo di ripren-

dersi... se stesso. Lo scontro finale Peter/Octopus vs Ock/Spider-Man è una vorticosa sequenza di colpi di scena, di rovesciamenti di fronte, di amici che diventano nemici e acerrimi nemici che diventano alleati. Il tutto condito da continui riferimenti alla storia dell’Arrampicamuri, omaggi alle grandi saghe del passato e a personaggi ormai storici. Tanto che gli autori, Dan Slott (testi), Humberto Ramos (disegni),Victor Olazaba (chine) e Edgar Delgado (colori), sentono il dovere di dedicarla “orgogliosamente e umilmente ai giganti nostri predecessori... soprattutto Stan Lee, Steve Ditko e John Romita”. Alla fine uno dei due vince, ovviamente, ma l’altro ha un notevole colpo di coda per sistemare le cose. Sipario. Almeno fino al numero successivo, il primo della collana Superior SpiderMan, diventato quindi automaticamente uno degli albi più attesi dell’anno. Di rado un fumetto aveva sollevato un simile polverone in rete, con i fan italiani già pronti da febbraio a dissotterare l’ascia di guerra in nome del “rivogliamo Peter” e il buon Dan Slott pronto a stupire (o a disgustare, a seconda dei pareri) con nuovi colpi di scena. E ora che finalmente l’abbiamo tra le mani, pos-

siamo dire che ci siamo: è iniziata anche nello stivale l’era di Superior SpiderMan (L’Uomo Ragno 601, Settembre 2013, Panini Comics € 3,30)! Chi è Superior Spider-Man? È Peter Parker (e fin qui, direte voi...) ...ma non è Peter Parker. O almeno, non quello che conoscevamo. Non quello della maglietta di lana anche ad agosto, delle foto scattate al suo alter ego per guadagnarsi la pagnotta, e nemmeno quello dei sensi di colpa quando pesta un po’ più del dovuto il cattivo di turno. Questo perché nel corpo di Peter Parker, da qualche tempo (in particolare, da Amazing Spider-Man USA 698, pubblicato in Italia ne L’Uomo Ragno 598), dimora la mente di Otto Octavius, il Dottor Octopus. E che fine ha fatto il nostro Peter? Morto, sembrerebbe... il corpo di Ock infatti, nel quale Petey era stato “trasfe-


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rito” era ormai tenuto in vita solo artificialmente, e le ultime, sconvolgenti tavole di ASM ne narravano gli istanti finali. Istanti in cui, mentre il suo storico nemico muore all’interno del suo ex corpo, Octopus rivive tutta la vita di Peter, e comprende a fondo cosa vuol dire avere grandi poteri, con le conseguenti “grandi responsabilità”: paradossalmente l’Uomo Ragno, dopo anni di vessazioni da parte di tutti i cittadini della Grande Mela (che ha sempre protetto), viene finalmente riconosciuto come eroe proprio dalla sua storica nemesi. E allora cambia tutto, a partire dalla mis-

sione di Ock: non solo di prenderà il posto dell’arrampicamuri nei suoi panni civili ed supereroistici, ma ne proseguirà la missione. Con qualcosa di “suo” però... qualcosa che lo renda “Superiore”. Queste sono le basi del nuovo corso ragnesco ideato da Slott, e già dal primo numero si vedono i risultati di questo cambio di identità. Primo, scordiamoci il Peter umile: questo Otto-Peter è conscio (eccome!) di essere un genio assoluto nel corpo di uno degli esseri più potenti al mondo. Secondo: dimentichiamoci pure del timido nipotino di Zia May, talmente impacciato con

le ragazze da non sembrare neanche reale. Terzo: c’è un segnale che... ma questa la lasciamo scoprire a voi, oltre a tante altre chicche e novità. In questo primo numero italiano (che contiene i primi 3 episodi della serie Superior Spider-Man usciti negli USA nella primavera 2013, con i testi di Dan Slott e disegni di Ryan Stegman) vediamo quindi il nuovo Uomo Ragno fare i primi passi nel mondo reale, con due precisi obiettivi: proseguire la missione del predecessore e risistemare la disastrata vita sentimentale del buon Peter. E, se la prima parte del compito sembra per ora relativamente semplice (a qualunque supereroe piacerebbe affrontare, come primi nemici, i nuovi Sinistri Sei), la seconda presenta qualche difficoltà in più, dal momento che Mary Jane sembra sì pronta a ritornare con Peter, ma con i tempi che tutte le donne - ahinoi hanno... ma andate voi a spiegare che con le donne ci vuole pazienza ad un ex sessantenne moribondo che si ritrova ora nel corpo di un trentenne pieno di vita con a fianco una rossa mozzafiato!!! Da queste premesse parte dunque un nuova fase della vita editoriale del nostro arrampicamuri di quartiere: i protagonisti sono comunque sempre gli stessi, c’è l’Uomo Ragno, ci sono i super-ne-

mici, c’è Mary Jane, c’è J.J.J. ... ne manca solo uno, purtroppo... il nostro Peter. Ma... siamo sicuri che sia del tutto fuori gioco? Ad essere sinceri, in tanti erano scettici di fronte a questa nuova trovata del corpulento writer statunitense. Leggendo il primo numero però, sfidiamo chiunque, anche i più integralisti, a non avere la curiosità di sapere come prosegue la storia, sempre - ovviamente - con la fatidica domanda in testa: tornerà il Peter Parker originale? Solo Slott lo sa. O forse neanche lui. Per completezza, diciamo che l’albo si chiude con la prima parte di una storia del Ragno Rosso, tratta dall’originale Scarlet Spider 12.1 (firmata dal trio Yost/Siqueira/Olazaba), che riporta alla luce un marchio molto noto ai lettori degli anni ‘90... il marchio di Kaine. Non ve lo ricordate? Ahi ahi ahi... La parte ragnesca della Sbam-redazione (Roberto Orzetti e Domenico Marinelli) ____________

P.S. Non solo Spider-Man 600: in questo periodo stiamo assistendo a una serie di uscite di numeri da collezione, tra cui Diabolik 800, lo speciale di Linus dedicato a Oreste Del Buono, il Topolino targato Panini Comics e il primo numero del Giornalino “restylizzato”. Per tutto questo, e molto altro, vi diamo appuntamento sul nuovo numero di Sbam! Comics, la nostra rivista digitale scaricabile gratuitamente dal nostro sito.


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I “SOGNI PROIBITI” DEI GOKIN www.facebook.com/lalabardaspaziale

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onnichiwa a tutti i lettori di JAPANIMANDO e ben ritrovati all’appuntamento di ottobre con “L’Alabarda Spaziale – Modellismo robotico”. Questo mese parleremo di un argomento, come dire, “agrodolce” per tutti gli appassionati di modellismo robotico giapponese. Andremo a scovare alcuni veri e propri tesori, vecchi e nuovi, modelli che per un motivo o per l’altro (tiratura limitata, difficile reperibilità, vecchie produzioni entrate ormai nella storia, ecc...) hanno raggiunto quotazioni considerevoli, al punto da essere considerati da molti collezionisti con la lacrimuccia all’occhio (compreso il sottoscritto) dei veri e propri “sogni proibiti”. Ma partiamo con calma, analizzando i tesori più recenti, andando verso le vecchie glorie con valori da capogiro. MODELLISMO MODERNO Fanno parte di questa prima categoria i modelli di re-

Factory, vista la somiglianza ad un altro pezzone: Lo Shinkon Gattai Godannar). Un modello eccezionale, perfetto sotto tutti i punti di vista. Alto, pesante, con tanta Zamak, la nostra cara lega di metallo pressofuso. Il prezzo, partito da 150 euro circa al momento della sua uscita sul mercato (poco dopo la serie tv), ha subito un rapido aumento a causa della reperibilità non proprio facile. Da allora la Konami non si è più impegnata nella produzione di alcun genere di Gokin. Quotazione media attuale: 350/400 euro. Un’altra grande famiglia di cente pubblicazione ma dal valore piuttosto sostenuto. Tuttavia sono di facile reperibilità e, con non pochi sacrifici, parecchi collezionisti possono venirne in possesso. Uno dei più osannati recentemente è il Gurren Lagann della serie “Great Impact” prodotta dalla Konami (che per molti esperti ha commissionato il lavoro alla Max


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robot dal prezzo esorbitante è quella della casa produttrice Fewture, che produce modelli “ridisegnati” dal design particolareggiato e “incattivito” dei personaggi delle serie Nagaiane, principalmente Mazinger Z e Getter Robo. Dei veri e propri pezzi da collezione da piazzare in vetrinetta e non toccare mai per paura di rovinarli! Il prezzo medio è di 400 euro, salvo prezzi particolari per mo-

delli di seconda mano (dove comunque il prezzo non scende di molto). Max Factory, dal canto suo, non vuole essere da meno: i suoi gokin sono sempre piuttosto costosi, basti pensare al Genesic GaoGaiGar, che si assesta sui 350 euro. Discorso diverso per la CM’S: non sempre i suoi prodotti ottengono il successo sperato (basti pensare al disastroso Balattack sbilanciato, che va appoggiato

per evitare che crolli rovinosamente...). E’ una piccola azienda, e proprio per questo deve mantenere i prezzi decisamente alti. Si aggirano abbondantemente sui 300 euro i comunque ottimi modelli del Gordian, di Tekkaman & Pegas, e probabilmente il tanto atteso Grendizer costerà anche qualcosina in più, e si prospetta un gran bel modello, tant’è che alcuni appassionati si azzardano a definirlo

migliore dello storico GX04 della Bandai... Esaminando anche le uscite della mitica casa giapponese, nell’olimpo dei gokin costosi riesce a mantenersi a galla con alcuni modelli come il God Sigma, il Dancougar, il Daitarn III e il Daltanious (che mediamente si aggirano intorno ai 200 euro) e le versioni limitate distribuite alle fiere Tamashii Nation. Recentemente, con lo strepitoso DX Mazinger Z (enorme, quasi tutto in metallo, con hangar, luci e suoni) si difende dignitosamente con i suoi 350 euro di quotazione media. La Takara, famosa per i suoi Transformers, sfodera la


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nuova linea “Masterpiece” e a parte capolavori come l’MP-10 Optimus Prime (350 euro di media) o il recente Soundwave (pare sia quotato circa 200) non ha particolari “prezzoni” a mano che non si vada nel vintage, e lì sono dolori... Ma ne parleremo nella seconda sezione dedicata. Chiude la rassegna dei “modelli moderni” il Third Eye Studio, con la serie “Perfect Transformation”: si trasformano senza dover togliere

o aggiungere pezzi. Ovviamente, per una questione di praticità, sono interamente in materiale plastico. Le istruzioni sono lunghe e complicate, sono autentici capolavori di progettazione. In alcuni casi si arriva a sfiorare i mille euro. Per pochi eletti. LE VECCHIE GLORIE IRRAGGIUNGIBILI In questa sezione, la più dura per noi appassionati di “raro e vintage” andremo a menzionare quelli che sono

i veri e propri “sogni proibiti” raggiungibili solamente da chi possiede particolari risorse economiche, o è disposto a rateizzare un acquisto pur di accaparrarselo. In questa categoria le grandi marche che la fanno da padrona sono Bandai, Takara e le ahimè defunte Popy e Takatoku. Principalmente si tratta di modelli concepiti come giocattoli (si parlava degli anni settanta) che col passare

degli anni sono diventati dei veri e propri pezzi introvabili dal valore immenso. Il Daikengo DX Buildplan è uno di questi. Prodotto dalla Takatoku, questo modello è un autentico miracolo di progettazione, che non sfigura neanche di fronte ad un complicato gokin moderno. Con la sua valigetta e la confezione grande e appariscente, è in grado di raggiungere i 5.000 euro di valore, e per versioni “fondo di magazzino mai


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aperto” e dalla scatola immacolata si può arrivare anche oltre. I collezionisti che hanno la fortuna di averne uno, se lo tengono ben stretto. Altre rarità sono i vecchi modelli del Voltron/Golion della Popy, che insieme al Daltanious e al God Sigma, che nella loro spettacolare confezione “DX” (che sta per “Deluxe”) raggiungono cifre considerevoli. La Takara, che ai giorni d’oggi produce modelli di discreto valore, ma tutto sommato accessibili, nei vecchi modelli vintage occupa un posto di tutto rispetto. Basti citare le fortunatissime e geniali

serie “Diaclone”, “Microman”, “Microchange” e “Car Robo” (ovvero quelle preTransformers) che nelle loro confezioni originali dei primi anni ottanta raggiungono quotazioni da capogiro (spesso arrivano ai mille euro, dipende dalla grandezza e dalla rarità dell’oggetto). Tutti articoli fuori produzione, spesso in confezione originale giapponese o marchiata GIG. Ovviamente prima dell’inizio della serie tv. Bisogna infatti tenere conto che in questo vastissimo settore esistono i collezionisti vintage, veri e propri puristi, fanatici delle vecchie serie Takara, e i collezionisti della G1 e tutte le

serie successive, tratte dalle serie tv. Ma veniamo al punto forte del modellismo robotico vintage. Un articolo destinato ai bambini giapponesi degli anni ‘70, esteticamente sgraziato, dimensionalmente sporporzionato se proprio vogliamo dirla tutta. Ma il suo punto di forza è la rarità, il pregio di essere stato il numero uno, l’incontrastato Re dei gokin. Il primo tentativo di trasformare un eroe di celluloide in un tangibile paladino metallico. Sua Maestà GA-01 Mazinger Z, prodotto dalla Bandai/Popy nel 1973. Il primo giocattolo robot ad essere prodotto il lega metallica pressofusa

Zamak, che prenderà il nome da un termine ideato dal Maestro Go Nagai, ovvero "Chogokin" traducibile come “Superlega metallica”. Il valore di questo articolo, per quanto riguarda la primissima versione (successivamente ne sono state prodotte altre 5 versioni, ovviamente meno “rinomate”) è stimato intorno agli 8,000/9,000 euro, dipende dalle condizioni. Un vero e proprio tesoro. Concludo questo particolare e curioso articolo con una piccola riflessione. Certo, fa piacere avere un costosissimo robot del passato nella propria vetrinetta, ma nulla può superare il valore nostalgico dei ricordi. Se siete affezionati ad un minuscolo robottino senza valore, che quando eravate bambini contribuiva a riempire le vostre giornate a base di giochi e merende davanti alla tv, non ci sarà nessun GA-01 o Diaclone che potrà eguagliarlo. Il suo valore sarà inestimabile! Alla prossima! MATA NE! Roberto “Robb” Morello


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“DRAGONBALL MULTIVERSE”

www.robertoromagnoli.net - www.dragonball-multiverse.com

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mmaginate per un attimo come sarebbe stata la vostra esistenza se aveste preso una scelta diversa in un momento particolare della vostra vita. Come sarebbe andata se, per esempio, oggi invece di aver studiato...che so...ingegneria, aveste preso medicina? Se invece di uscire con la ragazza che oggi è la vostra fidanzata, foste usciti con un’altra persona? Oggi avreste una vita sicuramente diversa, a seconda della scelta che avreste fatto. Ora, immaginate che, in quei momenti cruciali della vostra vita, quando il destino vi poneva di fronte queste scelte, in quello stesso preciso momento si creava un universo parallelo in cui l’altra versione di voi prendeva l’altra scelta. Tornando all’esempio di prima, se ora siete ingegneri ma anni fa avete avuto un dubbio sulla facoltà di medicina, ora esisterebbero due versioni di voi in due universi paralleli: un medico e un ingegnere. Se, il giorno che vi siete giocati la sconfitta fuori casa della Roma, aveste giocato la vittoria...ora esisterebbero due versioni di voi, con una versione milionaria in un altro universo. Quando tiriamo una moneta c’è sempre il 50% delle probabilità che il risultato sia testa e il 50%

che sia croce. E se il nazi-fascismo non fosse mai stato sconfitto? E se Colombo non fosse mai partito alla ricerca delle Indie? E se l’ Enola Gay fosse stato difettoso e la bomba di Hiroshima non fosse mai stata sganciata? Questa è la teoria del multiverso. La teoria secondo la quale non esiste una sola realtà, ma esistono n realtà generate dal numero di probabilità che si verifichino certi eventi. Quindi, tornando all’esempio dell’ingegnere, non esisterebbero solo due universi A e B con un ingegnere e un medico; magari esiste-

rebbe anche un universo C in cui il medico ha trovato la cura contro il cancro e un universo D in cui il medico è stato a un passo dalla grande scoperta, ma poi non ce l’ha fatta. E magari anche un universo E in cui l’ingegnere ha creato un nuovo tipo di tablet rivoluzionario che prepara anche il caffè e un universo F in cui invece ha inventato solo un nuovo smartphone. E così via. Di tutto ciò se ne parla in due capolavori del mondo del fantastico degli ultimi 30 anni: RITORNO AL FUTURO e DRAGON BALL. Nello specifico, in Dragon

Ball ne parla Mirai-Trunks (Trunks del futuro) quando si presenta a Goku, dicendo che nel suo tempo le cose non sarebbero cambiate riguardo ai cyborg, ma che almeno avrebbe dato speranza a un altro nuovo mondo, creando un universo parallelo in cui la pace avrebbe regnato per sempre (o, almeno, fino all’arrivo di Majin Bu NdR). E proprio da quell’episodio nasce l’ispirazione dei due mangaka francesi Salagir e Gogeta Jr per creare il loro doujinshi (= versione non ufficiale e alternativa di un manga disegnata dai fan) DRAGON BALL MULTIVERSE. Cosa sarebbe accaduto se Goku e Vegeta non si fossero mai separati dopo essersi fusi in Vegeth all’interno di Majin Bu? E se Kakaroth da piccolino non avesse mai sbattuto la testa? Come sarebbe oggi il mondo invece se nessun Saiyan fosse mai giunto sino a noi? E se il nuovo eremita della tartaruga fosse Crilin? Per rispondere a tutte queste domande, i due provetti mangaka hanno immaginato 20 diversi possibili universi in cui le vicende di Goku e i suoi amici siano andate sempre diversamente e un modo molto originale per farli incontrare tra loro.


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In uno degli universi: l’universo 1, esiste una civiltà molto avanzata chiamata “Varga” che scopre il metodo per viaggiare liberamente nel multiverso e crea un’astronave apposita. I Varga poi, assieme agli Dèi Kaioshin e ai Namecciani organizzano un torneo di arti marziali i cui partecipanti saranno i rappresentanti più forti dei 20 universi principali. Il torneo si terrà in un univesro “0” in cui non v’è forma alcuna di vita, per limitare al massimo i danni. E partono subito, recandosi nei vari universi a “reclutare” i guerrieri. L’universo della saga che conosciamo tutti verrà assegnato al numero 18. Assisteremo così a com-

battimenti epici come una versione adulta, ma non meno demenziale di Gotenks dell’universo 18 contro il Gotenks dell’universo 16, in cui Vegeth non si è mai sciolto e Goku e Vegeta non esistono più; Arale dell’universo 2, con tutti i personaggi di Toriyama al di fuori di Dragon Ball contro il Cyborg numero 18 dell’universo 14 in cui loro hanno sconfitto Trunks e Cell non è mai nato, e poi ancora Cell contro Darbula,Vegeta (Universo 18) contro Vegeta (Nuovo Re dei Saiyan dell’universo 10), Broly contro Vegeth, Freezer contro Nappa e così via... Al vincitore del torneo, verrà data la possibilità di

esprimere un desiderio con le Sfere del Drago dell’universo 1 (che sono anche le più potenti) e tutti i morti nei vari combattimenti verranno resuscitati via via con le Sfere dei vari universi. Ai capitoli del torneo, sono affiancati gli Special; ovvero dei capitoli esplicativi sugli avvenimenti dei vari universi che hanno portato i protagonisti dalla timeline che conosciamo tutti (quella dell’universo 18) alle differenti timeline dei vari universi. Questi capitoli speciali sono disegnati da altri fan, iscirtti alla community del sito ufficiale. Non sempre i disegni sono fedeli al tratto di Toriyama (come invece lo

sono i disegni di Salagir e Gogeta Jr) e ciò è motivo di discussione tra i vari fan. C’è chi sostiene che un doujinshi debba rispettare comunque il tratto originale e chi, al contrario, crede che un fan possa anche creare una propria versione del manga anche rivedendo completamente il modo di disegnare i personaggi. La saga è ambientata dopo la fine delle vicende di Dragon Ball Z, poco prima dell’inizio di Dragon Ball GT. Nell’Universo 18 (il “nostro”) Goten e Trunks sono ormai adulti, Gohan è già professore, Pan ha quasi 14 anni, Ub sta finendo il suo addestramento con Goku,Vegeta ancora non si è tagliato i


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capelli e non si è fatto crescere i baffi (per fortuna, direi), Goku è ancora adulto poiché ancora deve incontrare Pilaf (che sarà l’inizio della saga GT) e i livelli di Super Saiyan conosciuti sono solo 3. Sono presenti sia i personaggi della saga principale sia i nemici che compaiono negli OAV come Cooler, Bojack e altri. Il fumetto è scaricabile e leggibile liberamente e gratuitamente online mediante il sito ufficiale, dal quale poi si raggiunge anche la community (divisa in forum a seconda del paese), in cui i vari fan si scambiano opinioni sui capitoli e parlano del mondo di DB, degli anime e di tanto altro ancora. L’uscita delle nuove pagine ha cadenza settimanale (sono circa 3 pagine a settimana pubblicate a intervalli più o meno regolari di 2 o 3 giorni l’una dall’altra) e gli autori sono sempre molto puntuali. Consiglio vivamente a tutti gli appassionati del genere di darci uno sguardo (anche il maestro Akira Toriyama l’ha fatto) e di iscriversi alla community. Sicuramente non ve ne pentirete. Dal canto mio, credo che sia stato il modo più originale di far “continuare” Dragon Ball; al posto dei soliti nemici sempre più potenti possiamo assistere a vere e proprie sfide epiche tra personaggi che mai avremmo creduto di vedersi fronteggiare in un Dragon

Ball (a meno che non fosse in un videogioco). Assistere a incontri come Vegeta contro Vegeta, in cui il Vegeta nostrano umilia il se stesso in versione Re dei Saiyan e parla di come sia più motivato da quando ha dei sentimenti umani, o a scontri leggendari come Vegeth contro Broly: i due Super Saiyan più forti mai concepiti, non ha paragoni per un appassionato di Dragon Ball. Anche le storie dei singoli universi sono molto interessanti. È davvero bello vedere una versione del finale della saga di Majin Bu in cui Vegeth non si separa all’interno di Super Bu e quando esce (salvando comunque i propri cari) ammazza il piccoletto (col ciccione rimasto intrappolato dentro, sebbene staccato dal resto del corpo) con un semplice colpo energetico. È curioso anche vedere uno strano universo i cui abitanti più forti sono i terrestri: Crilin (che è diventato il nuovo eremita della tartaruga), Ten Shin Han (che è sempre uguale), un insolitamente giovane Yamcha (che poi si scoprirà essere un cyborg) e una Videl capace di usare il Kaioh-Ken. Ma non aggiungo altro. Se vi ho incuriosito, è meglio che andiate al sito che vi ho linkato sopra e che scopriate da soli questo fantastico doujinshi. Roberto Romagnoli


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INTERVISTA AI GRANDI “ROBOTICPIZZA”

https://www.facebook.com/CosplayOnAir - Su Facebook: Roboticpizza Team Italy

Ogni mercoledì dalle ore 20.20 in FM ed in streaming su

Radio Dimensione Musica

www.radiordm.it/live

S

e dovessimo scrivere un articolo sul popolo italiano e dire con due semplici parole cosa lo caratterizza,di sicuro molti di noi risponderebbero la pizza(e capirete meglio perchè leggendo l’articolo) e il calcio.

Ammettiamolo: se c’è una cosa che qui in Italia viene reputata della massima importanza è sicuramente questo sport e i tifosi delle diverse squadre, sanno bene come dimostrare la loro passione per il pallone. Può sembrare un paragone azzardato se comparato al cosplay ma in effetti, se ci pensiamo bene da un paio di anni qui in Italia, quest’hobby è cresciuto in maniera esponenziale e il numero di appassionati (o in questo caso permettetelo di tifosi) raccoglie un gruppo davvero alto di ragazze e ragazzi. Proprio come nel calcio, dove si disputano gare a

livello europeo e mondiale,anche nel mondo cosplay esistono manifestazioni di questo genere durante le quali è possibile “fare il tifo” per la propria nazione. Accedere a uno di questi eventi non è affatto semplice, serve tanta dedizione e impegno sul proprio personaggio,ma una volta raggiunto il traguardo si ha la soddisfazione di rappresentare il proprio paese davanti al resto del mondo. E’ il caso di Massimo e Andrea (alias Ropoticpizza) ossia il duo italiano che quest’anno ha tenuto alta la bandiera del “bel paese” conseguendo una vittoria a livello mondiale

e classificandosi al primo posto in occasione del World Cosplay Summit o seguendo la pronuncia giapponese in romanji il “Sekai Kosupure Samitto”. Per i pochi che non lo sapessero, il WCS (acronimo usato comunemente per indicare la manifestazione) non è altro che il più grande evento cosplay a livello internazionale: il Summit è ospitato dalla TV Aichie si svolge a Nagoya. A fine gara viene decretata una classifica che sancisce i migliori cosplay a livello mondiale, a partire dal terzo per arrivare fino al primo posto. L’Italia è il caso di dirlo,


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non è nuova a questo tipo di riconoscimento: già nel 2010 raggiunse il podio e nel 2011 arrivò seconda.

E dopo queste brevi delucidazioni, lasciamo spazio ai protagonisti della nostra intervista che sapranno di sicuro, spiegarci

nel dettaglio di cosa si tratta. A voi la parola RoboticPizza! Una breve introduzione su di voi.

<Massimo> Ciao a tutti amici di JAPANIMANDO! Mi chiamo Massimo aka Maxinga e sono di Torino. Nato nel ‘74, mi sono laureato in ingegneria e lavoro come responsabile di componenti infotainment su veicoli commerciali. Il mio principale hobby, oltre al cosplay, è la musica. Suono con i Magic Beans, una cover band con un intero repertorio di canzoni poprock al femminile, dagli anni ‘60 ad oggi. Ho anche fatto teatro, hobby che riprenderò dopo averlo dovuto sospendere per mancanza di tempo nel periodo della lavorazione dei robottoni per il WCS. Oltre a questo, mi occupo dell’organizzazione di eventi


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cosplay con l’associazione Cospa Family e faccio da presentatore durante le gare nell’ambito di alcune fiere del Fumetto (per esempio Torino Comics ed il Comicon di Napoli). <Andrea> Andrea Vesnaver, meglio noto nell’ambiente cosplay come Re Vega, classe ‘72. Sono Perito industriale e lavoro in una azienda di

impiantistica elettrica ed elettronica. Anche se non resta molto tempo da dedicare agli hobbies (perchè devo anche intrattenere e seguire anche 2 figli di 6 e 11 anni), nel tempo libero mi occupo di spettacoli di luce laser e di musica dal vivo (in 10 anni di palcoscenico ho formato 3 tribute band di icone anni ‘80 come Rockets, Kraftwerk e BIlly Idol, ma al

momento sono fermo) e il cosplay. V.P.: Come è nato il duo RoboticPizza? Cosa vi ha spinto a collaborare e mantenere un legame così solido per tutto questo tempo? <Massimo> Con Andrea ci siamo conosciuti inizialmente in modo “virtuale” nel 2006 sul forum del sito di

Giorgia Cosplay. La prima volta che ci siamo incontrati di persona è stato al Napoli Comicon del 2007 (quando c’era un ospite veramente speciale: il papà dei Robot Go Nagai). Da lì abbiamo cominciato a sentirci ogni tanto e notare che avevamo tante altre passioni in comune oltre al cosplay a partire dalla musica. Abbiamo scoperto con sorpresa di adorare tutti e due una band probabilmente di nicchia come i Sigue Sigue Sputnik (oltre ai più noti Tenacious D). Mesi dopo il Comicon ci siamo ritrovati, casualmente uno davanti all’altro, a Lucca Comics prima di salire sul palco: Andrea era da Daitarn III ed io Hiroshi Shiba durante la trasformazione in Jeeg. E’ nata una bella amicizia che ci ha portati a decidere di esordire come coppia al Cartoomics del 2009 come Zaku (Andrea) e Gundam. A fine 2009 Andrea mi ha scelto come discepolo e compagno di avventura per l’obiettivo “qualificazioni per il WCS” con scadenza inizialmente 2011. Nell’attesa abbiamo fatto altre volte i matti: prima con “l’esplosione” del palco del Cartoomics nel 2010 nei panni dei Tenacious D e dopo suscitando posso dire - sgomento con tacchi 15 e parrucche sgargianti nei panni dei Sigue Sigue Sputnik nel 2011. Il resto è storia più nota: al Romics del


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2012 abbiamo vinto le selezioni per il WCS nei panni di Goldrake (Andrea) e Mazinkaiser. Successivamente Andrea ha coniato il nome del team “Roboticpizza”, prendendo spunto non solo dai nostri personaggi ma anche dal materiale che abbiamo maggiormente utilizzato per le prototipazioni dei modelli: i cartoni delle scatole della pizza! <Andrea> Massimo ha già detto tutto. V.P.: Diteci un po’ i più sui vostri cosplay... quali fattori considerate quando scegliete un cosplay? Per quanto riguarda il processo di

elaborazione del costume,che tipo di tecniche utilizzate,come le avete apprese e di quali materiali vi servite? <Massimo> Un fattore fondamentale per la scelta del personaggio è amarlo: in questo modo sicuramente diventa molto più facile assumerne i panni e si è disposti a compiere i sacrifici necessari per la sua realizzazione. Nel mio caso la passione per i personaggi che ho interpretato ha avuto modo di maturare per un sacco di anni, vista la mia attuale età ed i personaggi vintage. La maggior parte dei costumi robotici è costituita da vetroresina. La tecnica

dall’ elaborazione dei modelli fino al risultato finale, l’ho appresa da Andrea e da diverse “craniate” che ho sbattuto che alla fine mi han fatto andare nella giusta direzione. <Andrea> I fattori di scelta sono: il grado di complessità (da difficile a impossibile), la possibilità di integrare diavolerie elettroniche (led e laser), l’emozione che questo personaggio mi ha trasmesso (ricordi di infanzia, impatto emotivo di serie moderne). Le tecniche sono: TUTTE! Limitarsi è di per se un mezzo fallimento, bisogna essere pronti a cimentarsi in nuove imprese... passando dal forex alla vetroresina, arrivando al lattice e magari un domani alla termoformatura. Ogni mezzo è buono per arrivare al fine di un costume di livello. Inoltre mi piace escogitare espedienti e meccanismi per andare oltre i limiti imposti dalla fisionomia di chi indossa i costumi. Diverse tecniche le ho apprese da mio padre, appassionato hobbista tuttofare da cui io discendo, poi altre seguendo dei tutorial on line di altri cosplayer o propmaker. Santa internet! Materiali usati: tutti, dalla margarina all’uranio impoverito. Qualunque cosa torna utile, anche e specialmente il cartone della pizza a domicilio !

V.P.: Parliamo ora della vostra esperienza in Giappone: raccontateci com’è iniziata quest’avventura e come vi siete preparati ad affrontarla. <Massimo> La preparazione è stata lunga e meticolosa e posso dire che non abbiamo lasciato niente al caso. Ad esempio ci siamo studiati il regolamento nei minimi particolari in modo da saper in che direzione andare sin dall’inizio. Nel 2010 ero stato in Giappone a vedere i nostri campioni vincere a loro volta ed avevo fatto un’analisi di quello che allora era il palco con relative tempistiche dello show, esposizione alla luce ed altri particolari interessanti. Il primo passo vero e proprio dell’avventura è stato la partenza con gli scatoloni (cm 120x90x80) dall’aeroporto Marco Polo di Venezia: Andrea si era sincerato più volte sulle dimensioni e peso consentiti con la sicurezza dell’aeroporto per passare i controlli e con la compagnia aerea per il trasporto che è stato prenotato mesi prima (nonostante ciò, telefonate, prenotazioni ed email non sono mai abbastanza!). Abbiamo tenuto liste e piani di cose da fare in modo da non dimenticarci nulla e... posso dire che i dettagli sono tanti! Potrei andare avanti...


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<Andrea> A dirla tutta l’avventura è iniziata nel 2009. Ero al Romics con il mio costume da Zaku II di Gundam, quanto venni fermato da Ed Hoff, uno degli organizzatori del WCS, il quale, complimentandosi per il costume e per la scelta dei materiali, assolutamente inusuali nel panorama cosplay orientale, mi lanciò l’idea di tentare la qualificazione, un giorno. Il resto è storia. V.P.: Come si svolge il WCS? <Massimo> Veramente abbiamo tutte queste pagine per la nostra intervista? Scherzi a parte, il WCS è una manifestazione che dura una decina di giorni durante i quali si svolgono una miriade di attività: la competizione che abbiamo vinto sabato 3 Agosto probabilmente è l’evento più noto del WCS visto dal di fuori.Vivendo il summit dal di dentro, la FINALE risalta di meno. Tra gli eventi del WCS abbiamo partecipato a party di benvenuto e ka-

raoke, durante i quali abbiamo conosciuto i fantastici altri team; abbiamo sfilato in parate (Ichinomiya, Osu, Red Carpet) più o meno lunghe tra ali di numerosissimi spettatori entusiasti e sfilate sul palco, incontri con celebrità locali (noi abbiamo avuto l’onore di essere ricevuti dal vice ministro degli esteri a Tokyo); abbiamo vissuto soprattutto bellissimi momenti come cene e gite condivisi con gli organizzatori, i fantastici studenti volontari e quelli che sono diventati i nostri amici sparsi in tutto il mondo. <Andrea> Ricetta del WCS Ingredienti: 2 cosplayer italiani belli maturi. 38 cosplayer ambosessi provenienti da 20 paesi nel mondo, a coppie. 1 hotel internazionale pluristellato. 1 ryokan (albergo tradizionale giapponese) con onsen (terme). 3 Parate in mezzo ad un mare di gente. 1 Finale mondiale in diretta TV su un palco da grande evento.

1 Una società di Karaoke come sponsor. 20 studenti volontari come aiuto ai cosplayer. Preparazione: Prendete i 2 cosplayer, lasciateli macerare in garage 4 anni aspettando che producano 3 costumi di alto livello. Una volta maturi metteteli in un aereo per 14 ore fino a Nagoya, Giappone. Aggiungete ai cosplayer 6 costumi di cui due molto grossi, il tutto dentro due enormi scatole di cartone. Una volta in Giappone, rosolateli al caldo umido del clima giapponese per 10 giorni, alternando momenti di caldo insopportabile ad altrettanti di freddo glaciale con aria condizionata a 18 gradi. Nel frattempo preparate: 2 serate karaoke, una visita al ministero, una finale mondiale con prove generali, visite a Nagoya, nottata al ryokan. Mescolate il tutto agitando energicamente con pullman, taxi e treno shinkansen ad alta velocità, unendo al composto fiumi di birra gelata e sake. Servire a mezzogiorno

del 4 agosto in diretta streaming al pubblico italiano assieme a pizza e birra. MMMhhh... buonissimo !!! V.P.: Parlateci della vostra esperienza.. pregi, difetti e magari anche qualche curiosità su questo importante evento. <Massimo> Il WCS è un’esperienza difficile da spiegare a chi non l’ha vissuto: io stesso l’avevo visto dall’esterno nel 2010 ed avevo speso ore a parlare con i nostri ex rappresentanti rimanendo comunque sorpreso dalla cosa una volta che mi ci sono trovato dentro. Tra pregi posso citare sicuramente la fantastica organizzazione curata nei minimi particolari. Un esempio per tutti: per spiegare l’esibizione della finale viene richiesta la compilazione di un foglio con diversi tipi di informazioni. Una volta in Giappone ci si incontra per un’ora con il regista, tecnico luci ed audio e si vanno ad analizzare tutti i minimi particolari a tavo-


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lino. Infine c’è la prova sul palco in cui i team hanno 10 minuti per provare l’esibizione quante volte vogliono/riescono. Difetti? Ahimè il WCS è destinato a finire dopo 10 giorni. <Andrea> Pregi: Evento professionale, ambito, esclusivo, ricco, fantastico, magico, irripetibile. Difetti: fa troppo caldo! V.P.: Pensate che il WCS dia la possibilità di crescere non solo a livello personale (arricchendo il proprio bagaglio culturale ad esempio) ma in un certo senso,anche di “fortificarvi” in quanto cosplayer? magari stringendo nuove amicizie e confrontandovi con persone che affrontano quest’hobby in maniera completamente differente dalla vostra. <Massimo> Hai già detto tutto nella domanda! Il WCS regala tantissimo a livello di esperienza umana proprio per la condivisione dell’esperienza con tanti

team che diventano amici e... alla fine il senso di agonismo è talmente attenuato che nel backstage prima dell’esibizione ci si aiuta e si canta assieme (lasciatemi dire: “BANANA TEAM”!). Dall’altra parte come cosplayers bisogna essere in grado di gestire situazioni non sempre facili soprattutto per l’ostacolo della lingua, trovare soluzioni a problemi quando si è sotto pressione e soprattutto essere pronti a faticare ulteriormente quando si è stanchi e si sono già fatte tante attività nella giornata. Beh... ne vale la pena! <Andrea> Il WCS dimostra che esistono paesi del mondo dove il cosplayer è una figura apprezzata, in grado di intrattenere su palchi e in diretta televisiva non solo altri appassionati, ma tanta gente anche fuori dal circuito cosplay. Dimostra inoltre che tra i cosplayer si possono instaurare rapporti di stima, collaborazione e amicizia. Indubbiamente penso esso stesso si

possa considerare come un premio trasformando l’anonimo cosplayer in una star internazionale. Il vero problema è che poi bisogna tornare in Italia... e coi piedi per terra.

V.P.: Progetti futuri e consigli per tutti coloro che vi seguono? <Massimo> Non ho in mente nuovi costumi per ora. Almeno per il primo post-WCS penso che mi dedicherò agli eventi lato organizzatvo e parteciperò alle convention con i cosiddetti “costumi riciclati”. A tutti coloro che seguono mi sento di dare due consigli: 1) il cosplay può essere vissuto in tanti modi ed a livelli diversi: vivetelo nel modo in cui state meglio! 2) se decidete di imbarcarvi in un’impresa come la nostra... optate per un costume che rappresenti il sogno del bambino che è in voi.Vi risulterà tutto più magico e pur nella fatica e nei sacrifici avrete una spinta in più. <Andrea> Volevo ritirarmi. Ma ho scoperto che c’è qualche cosplayer perfino più anziano di me. Quindi credo che mmm.... quasi quasi farò un robot. Consigli? Meno facebook, meno photoshop, meno

sarte e meno commissioni date ad altri. Fate vedere quanto valete con le vostre forze e non smettete mai di imparare cose nuove. Inoltre datevi da fare con la recitazione, che è metà dell’essere costume-player. E dopo queste splendide parole che dire se non grazie: di sicuro molti appassionati leggendo le vostre parole non potranno che esserne ispirati. Che si tratti di sport o in questo caso di cosplay, la passione è al centro di tutto e di sicuro i RoboticPizza ne hanno da vendere. I RoboticPizza dopo il loro trionfo al WCS 2013 hanno annunciato ufficialmente il loro ritiro dalle scene come coppia, ma noi di Cosplay On-Air speriamo tanto di rivederli ancora insieme! A nome mio e di tutti i ragazzi che vi seguono rinnovo le mie congratulazioni per la vittoria e vi ringrazio per aver rappresentato ancora una volta al meglio l’immagine del nostro paese, dimostrando che non sappiamo solo mangiare la pasta e tirare due calci a un pallone! Dateci della colla a caldo e un po’ di foam e conquisteremo il mondo! Valentina Podda Cosplay On-Air


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IL SUCCESSO DEL “SASSARI COSPLAY” Su Facebook: Sassari Cosplay

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l Sassari Cosplay (1 settembre 2013) ha ospitato più di 2500 persone e ha intrattenuto il suo pubblico con una deliziosa mostra mercato, una piccola fiera del fumetto (con la collaborazione della Star Comics) e ha animato la serata con concerti, Cosplay contest e la festa di Cosplay On Air! Ma questo evento entrerà nella storia come il primo Comics&Games dell’isola e il primo evento Cosplay che ha dato l’accesso all’ICC [Italian Cosplay Contest] ai Cosplayer sardi. I rappresentanti scelti dalla giuria sono Valentina Podda (Miglior Femminile) e Vincenzo Pilo (Miglior Maschile). La Miglior Coppia, formata da Maria Vannini e Alessio Mascia, volerà al Romics di Primavera nel 2014! Ospiti e giurati da tutta Italia hanno dato un tocco ‘continentale all’evento’, che nel complesso è risultato davvero ben fatto e che nonostante gli imprevisti ha sa-

puto andare avanti e divertire il suo pubblico fino a tarda notte! Un ottimo inizio per una fiera che può diventare una grande attrazione e un nuovo punto di riferimento nell’ambiente Cosplay.. E (si spera) possa abbattere quei confini che tengono fuori le fiere isolane dalle grandi realtà

della penisola! Vogliamo citare qui anche gli altri vincitori come omaggio per la loro bravura, in gamba ragazzi! - Miglior Gruppo: Matteo Secci con Asuma Sarutobi, GianMario Broccia con Naruto Uzumaki, Eleonora Chessa Carta con Sakura Haruno, Carmen Bardino con TenTen

e Alessia Caria con Ino Yamanaka da Naruto; - Miglior Interpretazione: Simone Murineddu con Oz Vessalius e Ilaria Piga con Alice da Pandora Hearts; - Miglior Esibizione/Scenetta: Nicole Codanti con Lucina da Fire Emblem Awakening; - Miglior Accessorio: Alessandro Chessa con Auler da Twin Princess; - Premio Somiglianza: Jessica Giaquinta con Luna Lovegood da Harry Potter; - Premio Simpatia: Andrea Gavini con Finn l’avventuriero, Maria Solinas con Jake il cane e Ilenia Demuro con Marceline da Adventure Time; - Premio per Acclamazione del pubblico: Elias Satta con L’uomo Tigre dall’Uomo Tigre; - Premio Fotogenia: Roberta Berti con Hadora da Odin Quest; - Premio Battesimo Cosplay: Alessandra Marcheselli con Lara Croft da Tomb Raider 2013. Vincenzo Pilo



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