JAPANIMANDO N. 38

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WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno IV - n. 38

NEWS COSP LAY

CULTURA MUSIC A

ELISA GOLDIN - Foto di ELISA NOCENTINI

EVENTI


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EDITORIALE

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uon agosto e buon Ferragosto a tutti voi, carissimi lettori di JAPANIMANDO! Speriamo che almeno voi, nonostante il periodo di crisi, vi stiate godendo al meglio queste vacanze estive. Noi invece, come di consueta abitudine, stiamo cercando di organizzare al meglio le attività per l’ultima parte dell’anno. Sfumato il Wondergate al Porto Turistico di Roma (Ostia Lido) per motivi logistici, si stanno aprendo nuove prospettive che, speriamo, non ci facciano perdere tempo e ci permettano di continuare a “sdoganare” la cultura del fantastico tra la gente. Ovviamente abbiamo la versione televisiva di Won-

dergate da portare avanti e siamo alla ricerca di nuovi sponsor con cui crescere insieme. Invece, per quanto concerne questo nuovo numero della webzine, possiamo tranquillamente affermare che anche questa volta vi riserverà tantissime recensioni assolutamente da non perdere... ma ormai è diventata una piacevole abitudine per chi ci segue da tempo. In quest’ultimo periodo stiamo ricevendo tantissimi apprezzamenti per il nostro lavoro (non retribuito) nonché suggerimenti per renderlo sempre più utile ed accattivante: alcuni di questi implicano l’aiuto di sponsor quindi... chi si propone? ;) V. D’Amico

SOMMARIO Claudio Cordella: vita & opere (inutili) ........ Pag. 4 Universi paralleli accessibili in edicola.......... “ 6 “Cosplay behind the school”: il ritorno ....... “ 10 Donato Altomare e la “World SF Italia”...... “ 13 “Lo stretto indispensabile”... per voi! ........... “ 14 “Streghe, vampiri & Co.” aspettano voi! ...... “ 16 Benvenuti al “Volta Comics ‘n Cosplay” ...... “ 17 Vi presentimo il “1° Cartoonovi” ................. “ 19 Monica Serra: la viaggiatrice di mondi .......... “ 20 Passione Cosplay: Mikoto Kay Chan............. “ 22 Cos’è un gioco di ruolo................................... “ 24 Tiziano e lo “Studio Laboratorio 51”........... “ 26 Da Rambaldi a Rambaldi.................................. “ 30 Il fantastico mondo di “Nakamaland”........... “ 32 Benvenuti nella “Pathfinder Society” ............ “ 34 Gli “Ipergalattici”: musica e nostalgia............ “ 36 Ivan Zippo presenta “Campania Mortis”..... “ 38 “Chocorose”... per servirvi! ........................... “ 40 Clio Jb ed “Il Cerchio di Numen” ................. “ 42 Speciale Storie: “Uccidete Caravaggio”!....... “ 44 Il cosplay tra cinema e gioco .......................... “ 46 Infantino: un “Paisa” tra le nuvole ................. “ 48 La “Hidden Saga” di Claudio Scarantino...... “ 52 Paolo Ninzatti si racconta............................... “ 54 Stefano Sala e il piacere del disegno ............. “ 56 “Tutor Hitman Reborn!” ................................. “ 58 Francesca Rossi: tra storia e fantasia ............ “ 60 I cavalieri delle sigle .......................................... “ 62 Le creazioni di Sonya Rosciano...................... “ 64 “Grosso guaio a Chinatown” ......................... “ 66 “Akira Tiriyama, il mangaka sorridente” ...... “ 68 La quarta volta del “Sassari Cosplay”........... “ 71 Gli occhi magici di Miriam Mastrovito ......... “ 72 Raccontiamo Walt Disney (Parte 7) ............. “ 74 Entrate nel magico mondo di Ploppi ............ “ 76 “Lingalad”: musica, fantasy e... ........................ “ 78 Mattia... Spirito della notte .............................. “ 80 Intervista ad “Elisa Goldin”............................. “ 82 “Joanna”: back to the ‘90!................................ “ 86 Ecco a voi... “I doni delle Muse” .................... “ 88 Il talento artistico di Rita Micozzi ................. “ 90 Laura, una sognatrice tra libri e manga ........ “ 92 “Wheelie and the Chopper Bunch” ............. “ 94 La caricaturizzazione delle emozioni............ “ 97 Sonia e l’“Absolut Studio”............................... “ 98 Sabrina Rizzo: la fantasia al primo posto...... “ 100 Diego Collaveri: autore ma non solo............ “ 102

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CLAUDIO CORDELLA:VITA & OPERE (INUTILI) Su Facebook: Claudio Cordella

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laudio Cordella, caso umano sin da piccolo, non ama molto parlare di sé stesso; proprio come la sua eroina, la dottoressa Ritsuko Akari di Neon Genesis Evangelion. Tra lo sconcerto dei parenti ormai rassegnati, trascorre le sue giornate a scrivere cose inutili in uno studiolo, in compagnia di un pino e di tre gatti che tentano di scalarlo. Da bambino si trasferisce da Milano alla provincia padovana, capendo al volo di essere stato trasportato indietro nel tempo grazie a un wormhole. Di fatti, gli viene consigliato come lavoro quello di servo della gleba. I dubbiosi genitori non hanno però un campo da fargli zappare e il pargolo, in qualità di braccia rubate all’agricoltura, continua a studiare. Appassionato di anime sin da piccolo, in particolare delle serie robotiche (Gundam, Macross/Robotech) e della space-opera di Leiji Matsumoto (Galaxy Express 999, La regina

dei mille anni, Capitan Harlock), inizia a leggere romanzi e racconti di fantascienza (Isaac Asimov, Arthur C. Clarke e Robert A. Heinlein) per evadere dalla tetra realtà in cui è stato catapultato.

Alla ricerca del libro destinato a svelargli i misteri della vita, dell’universo e di tutto quanto, dopo aver letto Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien si butta a capofitto su Dune di Frank

Herbert. In seguito scoprirà i fumetti di Yokinobu Hoshino (2001 Nights), Masamune Shirow (Appleseed, Ghost in the shell), Katsushiro Otomo (Akira) e Yukito Kishiro (Alita); per non parlare di Nausicaä della Valle del Vento del sensei Hayao Miyazaki. Intanto il nostro, ben intenzionato a rovinarsi la vita, si laurea in filosofia con una tesi sull’utopista Aldous Huxley. Non soddisfatto del lavoro svolto e insistente come un HAL 9000 guasto, ci riprova e questa volta si laurea in storia medievale. Più tardi fa uno stage nella reda-


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zione di un free-press. Qui qualcuno si accorge di lui ritenendo, chissà per quale motivo, che sia in grado di scrivere articoli comprensibili. La cosa all’inizio sembra funzionare ma dopo un po’ tutto finisce lì. Disperato, in un slancio di coerenza, si iscrive ad un master in archeologia industriale. Intanto persiste nello scribacchiare ed entra ufficialmente a far parte del

fandom. Nel 2007 è già tra i soci del club Yavin 4, per tale associazione culturale tiene ancor oggi una rubrica sulla fanzine

Living Force e ha curato le ultime due edizioni del premio letterario Space Prophecies. Scrive saggistica (La fantabiologia: dai

mondi perduti a Prometheus) e contorte novelle fantascientifiche, come Ludosfera, Sarara e Inanna; tentando di mescolare tra loro il neo-romanticismo di Cordwainer Smith e i manga estetizzanti di Mamoru Nagano (The Five Star Stories). Ai robottoni, che rimangono una delle sue fisse, dedica uno studio di carattere psicologico (Anime robotiche) ma per tutta risposta un modellino dell’Unità Eva-01 prende vita e tenta di morderlo. Partecipa a diverse antologie (Mahayavan - Racconti delle terre divise vol.1,Vapore italico vol. 1, Symposium, Sine Tempore, Fiabe Oscure, 50 sfumature di sci-fi) ed è co-curatore della raccolta di racconti apocalittici DDoomsday assieme ad Alexia Bianchini. Con quest’ultima ha anche collaborato per alcuni anni come vice-direttore del webmagazine Fantasy Planet, quand’era la direttrice della testata. Nel 2013, ricordandosi di essere uno storico, da alle stampe L’ultimo secolo di Roma. Una storia di possibilità perdute 375 - 476, troppo tardi si rende conto di averlo scritto ad uso e consumo dei nerd. Adesso è impegnato con un altro lavoro di dubbio valore: tentare di sbeffeggiare l’archeologia dei misteri, quella dei dischi volanti nella preistoria e della ricerca del Graal. Claudio Cordella


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UNIVERSI PARALLELI ACCESSIBILI IN EDICOLA

https://sites.google.com/site/cuorenoiredizioni - Su Facebook: Déjà vu - Universi paralleli

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a Cuore Noir Edizioni sembra proprio intenzionata a cambiare il modo di fare fumetti in Italia, legando la spensieratezza tipica dei racconti sceneggiati, alla curiosità intellettuale di Pietro Favorito, che porta con sé il lettore in un viaggio nel tempo e nello spazio, tra finzione e realtà, sempre in bilico tra storia ufficiale e ufficiosa, fisica quantistica e fantasia. I disegni sono di Giuseppe Guida, un disegnatore dal grande talento e dallo stile inconfondibile, che ha saputo rendere meno aggressive anche le immagini più dure e cruente. In molti , del resto, lo hanno già para-

gonato ad Andrea Pazienza! “Quando ho parlato la prima volta con la Professoressa Vittoria Ribezzi”, confessa Pietro Favorito, ideatore di Déjà Vu- Universi paralleli, “non riuscivo a credere che Scherzi d’Ingegno e il suo autore Francesco Antonio de Virgiliis potessero essere stati vittime dell’oblio dei loro stessi concittadini e dei critici della letteratura per così tanti secoli. E ancora più assurdo mi sembrava il fatto che nonostante gli sforzi della Ribezzi, nessun altro abbia riconosciuto pubblicamente l’importante ruolo che De Virgiliis avrebbe giocato nella formazione in-


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tellettuale prima, e nella produzione artistica poi, di Giacomo Leopardi! Alcune testate giornalistiche locali, in realtà, parlarono del libro della professoressa Ribezzi con il quale intendeva portare alla luce questa scoperta, ma ben presto tutto venne messo a tacere. E che il medico e letterato di Latiano, in provincia di

Brindisi, e il suo Scherzi d’Ingegno, scritto un secolo prima della nascita di Leopardi, siano stati fonte inequivocabile di ispirazione per quest’ultimo, lo si evince sia dal confronto dei contenuti natura matrigna, dolore e infelicità come condizioni dell’universo, volubilità della fortuna, fasi temporali della vita umana - sia

dal confronto del lessico - figure retoriche, parole, immagini. Al rendermi il tutto ancora più inspiegabile (e imperdonabile) è che le “parole rubate” in questione non riguardino opere marginali del poeta recanatese, bensì anche quelle più belle e note come lo Zibaldone e alcuni canti, quali A Silvia, Canto notturno di un pa-

store errante dell’Asia, La Ginestra, all’Italia, Ad Angelo Mai, Il Passero solitario, Inno ai Patriarchi. “Non si tratta di riscrivere i testi d’italiano o di togliere qualcosa alla vena e l’arte di Leopardi”, prosegue Pietro Favorito, “quanto di riconoscere a Francesco Antonio de Virgiliis quel posto nella letteratura e nella memoria degli Italiani che gli spetta. È con questo spirito che ho deciso di aprire Déjà Vu con “Parole Rubate” e di far slittare l’episodio “La notte della Strega” alla seconda uscita. L’idea di base della miniserie è, infatti, quella di partire da un evento o un personaggio noto del passato e di presentarli per quegli aspetti che magari sono meno conosciuti, ma non per questo meno interessanti e avvincenti. In questo modo speriamo di avvicinare i nostri lettori alla lettura in senso lato, e non solo del fumetto in sé; e di appassionarli e mettergli la pulce della curiosità nell’orecchio, per spingerli ad approfondire quei particolari della realtà storica che maggiormente li hanno colpiti. Ecco che in “Parole Rubate”, come in tutti gli altri episodi, la realtà si lega alla fantasia, alla cronaca degli storici si sovrappone la voce del popolo, la fisica quanti-


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stica si allea con la speranza, all’incubo trova rimedio la follia.” Trama di “Parole Rubate” A Latiano, in provincia di Brindisi, in seguito a una seduta spiritica tenutasi in un ex-manicomio - realmente esistente e adesso in totale stato di abbandono – cinque ra-

gazzi perdono la vita in circostanze misteriose. Sarà Dorian Ferri, lo speaker radiofonico di Radio Capital, protagonista del fumetto, a occuparsi del caso, tanto complicato quanto delicato, dato che alla fine verrà fuori una verità sconvolgente e destinata a suscitare scalpore, e non nella sola finzione.

Nelle ultime pagine del fumetto, infatti, verranno riportati alcuni versi, i più incriminati, che comproverebbero che Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi, una delle più importanti figure della letteratura mondiale, potrebbe aver copiato uno scrittore nato un secolo e mezzo prima di lui e

morto nell’anonimato. Radio Capital, “Parole Rubate” e “Déjà vu - Universi parelleli” vi aspettano in edicola e nelle fumetterie a partire dal 19 luglio, con 84 pagine di horror intellettuale che vi terranno col fiato sospeso fino all’ultima parola... rubata e non. Precisazioni Del libro Scherzi d’Ingegno (il libro al quale Giacomo Leopardi quasi sicuramente si è ispirato) esistono soltanto due copie al mondo e si trovano in due differenti biblioteche della città di Lecce. A questo link la copia ottenuta facendo foto a tutte le pagine. http://issuu.com/ladymafia/docs/lib_virgiliis «Scherzi di ingegno» è il libro del Seicento che ha ispirato la trama del fumetto horror “Déjà vu Universi Paralleli”, che ha delle incredibili somiglianze con l’opera di Giacomo Leopardi e che alimenta il sospetto che l’oscuro poeta pugliese Francesco Antonio de Virgiliis possa essere stato plagiato dal più grande poeta italiano, dopo Dante! Una tale affermazione, ovviamente, scuote più di una certezza. E non solo culturale. E in questo giallo letterario, che “riprende” vita nel nuovo fumetto della Cuore Noir Edizioni, anche i più strenui difen-


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sori della purezza del genio leopardiano potrebbero esser colti da qualche dubbio: i grandi temi ispiratori della produzione poetica di Leopardi, dal «pessimismo cosmico» alla «natura matrigna», potrebbero non essere tutta farina del suo sacco!!! Nella realtà, tutto comincia quando la professoressa Vittoria Ribezzi, di Latiano, ritrova nella casamuseo Ribezzi Petrosillo un vecchio documento scritto da un suo antenato, in cui si parla appunto di Francesco Antonio de Virgiliis e del suo testo. Dopo lunghe ricerche, in lungo e in largo per tutta l’Italia, la professoressa Ribezzi riesce finalmente a trovare due copie di Scherzi d’Ingegno a Lecce. Dopo un’attenta lettura, grande stupore per tutte le cor-

rispondenze tra le opere e il pensiero di Giacomo Leopardi e lo sconosciuto scrittore latianese. A questa scoperta segue uno studio approfondito e un libro nel quale la professoressa Ribezzi porta alla luce li risultati di ore e ore di durissimo lavoro. Ma del suo libro, e della sua scoperta, ne parlerà soltanto la stampa locale... ecco il link http://issuu.com/ladymafia/docs/preview_stam pa_dv/0 per leggere alcuni articoli di giornali e siti pugliesi che diedero la notizia, presto messa a tacere, che Giacomo Leopardi poteva essersi ispirato a uno scrittore sconosciuto, oppure, in alcuni casi, titoli che gridavano al plagio! CNE Staff


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“COSPLAY BEHIND THE SCHOOL”: IL RITORNO Su Facebook: COSPLAY BEHIND THE SCHOOL III - IL RITORNO

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iao a tutti! Ci presentiamo: siamo gli organizzatori del COSPLAY BEHIND THE SCHOOL, viviamo e lavoriamo a Orvieto e vantiamo una decennale frequentazione di manga, videogiochi, comics, cosplay e anime.

Forti di questa passione, da tempo abbiamo scelto di creare un evento annuale con cui confrontarci e divertirci presso il bar-fumetteria “La Bottega della Iuccy” con clienti, amici, colleghi e autori. Lo scopo?

Trasmettere il gusto per il mondo che amiamo, ma ancor più condividere una giornata piena di tutto ciò che fa del pianeta fumetti un luogo di svago, di divertimento, di confronto, e – perché no? – di sfida. La gara cosplay serve a

questo: a far dare agli amanti del genere il meglio di sé, senza le reticenze tipiche della moda odierna. Nel cosplay contest non si valuta solo l’aspetto, ma la passione, l’abilità, la bravura, l’ingegno, l’interpretazione. A fare da scenario alla gara, ci sarà un mercatino a tema, all’aperto, un nutrito menù di golosità della Bottega, un mitico quartetto di autori di fumetti (dalle webcomics agli albi d’autore) che incontreranno i fans (noi compresi) e ben tre eventi collaterali inseriti nel programma: il Torneo Annuale Yu-Gi-Oh!, il primo Torneo Magic the Gathering e, infine, il 1° Raduno del COMICS WOLRD PRESS. Insomma, promettiamo una terza edizione di risate e svago all’aperto in stile “nerd” come piace a noi! ;D p.s. “E se quel giorno dovesse piovere?” Don’t mind: in caso di maltempo l’evento sarà spostato al chiuso! Quindi, accorrete! Programma e ospiti Quest’anno è TRE. Terzo appuntamento, tutto da scoprire... Nuovi ospiti, grandi amici e tanto gelato: volete partecipare come espositori o come cosplayers? Seguiteci sulla pagina web o facebook! Essendo un evento goliar-


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dico per far incontrare e divertire, la partecipazione è completamente GRATIS! Special events Quest’anno la WEBZINE “COMICS WORLD PRESS”, oltre a offrire la sua collaborazione per l’evento, festeggerà il compleanno con il 1° RADUNO COMICS WORLD PRESS in concomitanza con il CBTS!!! “Per festeggiare il 4° anno della webzine abbiamo deciso di organizzare il nostro 1° RADUNO ad ORVIETO che sarà gemellato alla terza edizione del COSPLAY BEHIND THE SCHOOL!!! Orvieto ci ha già ospitato altre volte, si può dire che abbiamo iniziato da lì, e a noi di Comics world press è rimasto nel cuore, per questo e per la sua posizione “centrale” (perché i nostri lettori vengono da tutta Italia!), e ovviamente grazie agli organizzatori del CBTS, possiamo festeggiare tutti insieme in questa fantastica occasione! Sarà un modo per conoscere e rivedere tanti amici, che da sempre ci seguono e collaborano

alle nostre rubriche, che vengono da tutta Italia e hanno in comune passioni e cosplay... perché ovviamente ci sarà una gara cosplay, la gara del Cosplay behind the school, con le targhe realizzate da noi e Bosco Spinoso e le interviste ai vincitori che saranno pubblicate nella webzine, una “coppa” speciale e tante, ma proprio tante foto!” Ospiti - BIGIO (DRIZZIT) il grande boss delle strisce comich-epiche che ci hanno incollato allo schermo negli ultimi anni è con noi anche quest’anno! Si prevedono grandi risate e tanti autografi ;) - DADO (MASCHERA GIALLA) per la prima volta nostro ospite, il creatore di MG presenterà ai fans le rocambolesche avventure del supereroe italiano più strampalato! La sua maschera dona grandi poteri... ma solo a caso e uno alla volta! (non vedo l’ora di conoscerlo! ><) - FLORINDA ZANETTI (ILLUSTRATRICE E ARTWORKER) pittrice e appassionata di fantasy nella sua accezione più

ampia, ci stupirà con le sue illustrazioni. Per chi fosse appassionato di Magic, l’artista si occupa anche di artworkare su commissione le carte da gioco :D - SAVERIO TENUTA (COLD GRAZE, DOLLS, LA LEGGENDA DELLE NUBI SCARLATTE) e chi più ne ha più ne metta: questo artista del fumetto italiano vanta collaborazioni e ingaggi con Dc Comics, Heavy Metal, Kodansha e Les Homanoïdes Associés. Professore, oltre che artista, gestisce il DAISHŌ Studio, dove segue allievi e nuovi progetti di fumetto e illustrazione. - CARITA LUPATTELLI (IZUNAS) illustratrice e di fresca edizione in Francia - fumettista con una sua opera Izunas, edita con Les Humanoides Associés, nata dalla collaborazione con Saverio Tenuta e Bruno Letizia. Assieme, i due artisti concederanno a chi lo desidera una sorta di intervista-meeting in cui gli appassionati potranno conoscere meglio i loro lavori... e il "loro" lavoro: il mestiere più duro e favoleggiato dagli amanti dei baloons di carta: il fu-

mettista. Area fantasy - SELECTED SELF PUBLISHING, associazione culturale volta a creare una sinergia di incontri e pubblicizzare gli autori selfpublishing, partecipa a eventi ed esposizioni in tutta Italia. Ospite: l’autrice P. MARINA PIERONI, nella cui fantasia alberga il magico mondo di Arret, che finalmente ha preso vita con il suo romanzo d’esordio: “Bianco e Nero – Parte I – Il potere dei draghi”, un fantasy dark, dalle tinte sanguigne in cui la fiaba d’amore di una principessa scivola inesorabile verso l’amore... e l’incubo (http://www.selectedselfpublishing.it). Area ludica - 3° GRANDE TORNEO YU-GI-OH! che come ogni anno darà filo da torcere a tutti, senza distinzione di età. Il premio, a chi andrà quest’anno? (iscrizioni aperte fino alle 12,00h; inizio torneo ore 15,00.) - NOVITA’! Per la prima volta GRANDE TORNEO MAGIC THE GATHERING: appassionati, accorrete! :D (iscrizioni aperte fino alle 12,00h; inizio torneo ore 14,30). Espositori mercatino - Bosco Spinoso Creazioni; - Eardrops by Valentina; - Libreria Parole Ribelli; - Games Time di Castiglione del Lago; - Teru Teru Bozu Shop;


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- Doris Creations; - Shinigami Twins Shop; - L’antro della città senza nome; - Best Biz Bijoux; - Tsuru. COSPLAY CONTEST (iscrizioni aperte fino alle ore 15,30, inizio gare ore 16,00): - 3a EDIZIONE DELLA SFIDA FRA COSPLAYERS; le categorie che gareggeranno saranno: - miglior maschile; - miglior femminile; - miglior gruppo; - miglior costume; - migliore esibizione. Grazie ai nostri “potenti” sponsor, quest’anno i premiati riceveranno un attestato, una intervista esclusiva dalla rivista web COMICS WORLD PRESS

e una “coppa” speciale! Vi aspettiamo! Regolamento gara cosplay • La partecipazione è aperta a tutti ed è completamente gratuita. • L’iscrizione potrà essere effettuata in due modi: online, tramite mail behindtheschool@libero.i t; o in sede il 14 settembre presso l’apposito punto ascolto entro le ore 15,30. La gara avrà inizio alle 16,00 circa. • I partecipanti dovranno portare una pennetta mp3 con la traccia della canzone/traccia audio che intendono presentare in gara. • All’atto dell’iscrizione, i partecipanti dovranno indicare i propri dati e specificare se intendono sfilare o esibirsi.

• La durata dell’esibizione è di 2 minuti; 5 minuti per i gruppi. Chi partecipa dovrà portare – se possibile – il brano già tagliato in modo da facilitare il corretto svolgimento della gara e il lavoro dell’addetto al sound. Obbligatorio, inoltre, l’immagine in formato cartaceo del/dei personaggio/i che verranno interpretati. • I partecipanti dovranno compilare il modulo di liberatoria: possono farlo sul posto (solo i maggiorenni) o inviarlo come allegato alla mail d’iscrizione già compilato. La mancata consegna del modulo prevede l’esclusione dal contest. I minori di 18 anni devono far compilare suddetto modulo obbligatoriamente

dai genitori o da chi ne fa le veci. Possono consegnarlo in sede di iscrizione, o inviarlo via mail come indicato. • I partecipanti dovranno comunicare nome, cognome e personaggio/i interpretati, nonché il nome dalla serie da cui è/sono tratto/i. • I premi saranno attribuiti a insindacabile valutazione della giuria, che sceglierà: - miglior singolo maschile; - miglior singolo femminile; - miglior gruppo; - premio speciale abito; - premio esibizione. Qualora il partecipante voglia avvalersi di una qualche strumentazione personale, è pregato di indicarlo per agevolare l’organizzazione tecnica. • I partecipanti sono tenuti a mantenere un comportamento corretto e non offensivo in nessuna delle fasi della manifestazione, incluso l’impegno a non sporcare o danneggiare in alcun modo la location di Mr.T, né le strutture prospicenti. Pena, l’esclusione dal contest. Link del sito da dove poter scaricare i moduli da compilare nella sezione “Regolamento”: http://gcaratelli.wix.com/c osplay-behind-the oppure sulla pagina facebook “COSPLAY BEHIND THE SCHOOL” (Gruppo) nella sezione “File”. CBtS Staff


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DONATO ALTOMARE E LA “WORLD SF ITALIA” www.worldsf.it - Su Facebook: Worldsf Italia

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i chiamo Donato Altomare e sono Presidente della World SF Italia, l’Associazione che unisce tutti gli operatori del fantastico e della fantascienza in Italia. Sono un narratore, preferisco essere definito così, piuttosto che scrittore. Sono stato pubblicato da quasi tutti gli editori specializzati in Italia (Mondadori,Vallecchi, Fazi, Delos, Della Vigna, Solfanelli, Bietti, ecc. ecc.) e da molti altri all’estero. Non so esattamente quanti libri, racconti, saggi, presentazioni, ecc. abbia pubblicato. Ho vinto due volte il Premio Urania di Mondadori, una il Premio della Critica Vegetti e sei volte il Premio Italia. Sono state tenute tesi di laurea su di me. E, per quello che mi riguarda, penso sia già troppo. Vorrei quindi parlarvi della World SF Italia. Si tratta di una Associazione, regolarmente registrata, che annovera tra i

suoi Soci scrittori, saggisti, curatori, editori, artisti, ecc. tra i migliori della fantascienza e del fantastico italiano. Ogni anno ci riuniamo in una Convention Nazionale che dura quattro giorni durante i quali si tengono conferenze, pre-

sentazioni e varie manifestazioni. Lo facciamo con altri club o associazioni di genere per concentrare in quei giorni gran parte della realtà fantascientifica italiana. La WSFI cura l’assegnazione del Premio Italia (migliori romanzi, migliori racconti, migliori

saggi, ecc. dell’anno precedente) e del Premio della Critica Ernesto Vegetti (miglior romanzo o saggio in volume del biennio precedente). Ernesto Vegetti è stato nel lontano 1981 il fondatore dell’Associazione, oltre che uno straordinario esperto della fantascienza italiana. Curiamo in maniera particolare e diamo notizie su tutto ciò in cui sono coinvolti i nostri Soci (pubblicazioni, manifestazioni, conferenze, ecc.). La WSFI, oltre quelle già esposte, ha altre finalità. In primo luogo diffondere la cultura della fantascienza e del fantastico e poi di proseguire il Catalogo Vegetti, un catalogo che registra tutto il materiale di genere pubblicato in Italia. Non tutti possono iscriversi alla WSFI. Occorre in primo luogo dimostrare di essere in qualche modo ‘operatore’ nel campo del fantastico e della fantascienza italiana e poi essere presentati da un socio. Una via preferenziale l’hanno tutti coloro che fanno parte di altre associazioni di genere. Bene, credo che per una infarinatura generale sia abbastanza. Un ‘ben conosciuti’ a tutti voi. Donato Altomare


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“LO STRETTO INDISPENSABILE”... PER VOI! Su Facebook: Lo Stretto Indispensabile - Disney Tribute Band

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d un qualunque musicista bastano un minimo di onestà ed un’infanzia felice per ammettere che le primissime canzoni cantate a squarciagola in cameretta non sono mai state quelle dei vari Beatles, Led Zeppelin o Amedeo Minghi, ma quelle dei cartoni animati che ci tenevano incollati davanti alla televisione per interi pomeriggi. Eppure, visto il numero spropositato di tribute band che ci sono in giro di Cristina d’Avena, Giorgio Vanni, Cavalieri del Re e chi per loro, verrebbe da pensare che al grido di “Hakuna Matata”, “Il Mondo è Mio” e “Stia Con Noi” si susciterebbe nei più una

reazione confusa. Se non che un giorno arrivò Lo Stretto Indispensabile. “Lo Stretto Indispensabile” è un progetto messo in piedi da sei ragazzi romani, musicisti, onesti, felicemente allevati e ben consapevoli del fatto che una volta finito

“Bim Bum Bam” partiva la maratona delle videocassette, e via con “Il Re Leone”, “Aladdin”, “Gli Aristogatti”, “Hercules” fino all’indomani mattina. Filippo Pastore (voce), Federico Manuti (chitarre/clarinetto/cori), Andrea Giovalè

(chitarre/cori), Emanuele Loffredi (basso/contrabbasso/cori), Andrea Merlo (tastiere) e Tommaso Orioli (batteria) si ripropongono quindi di dare voce all’altra faccia della nostalgia, finora quasi per nulla rappresentata nell’ambito delle tribute band italiane, e lo fanno tenendoci per mano in un viaggio di quasi due ore interamente dedicato ai brani dei grandi classici Disney che hanno accompagnato la nostra infanzia. Il concerto de “Lo Stretto Indispensabile” è una vera e propria esperienza a tutto tondo. Ad una grande, grandissima voglia di divertirsi si aggiungono infatti eccezionali capacità tecniche ed


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esecutive, grazie alle quali le canzoni che conoscete vengono reinterpretate nei generi musicali più disparati: si passa da una versione punk e tirata del brano che dà il nome al gruppo, ad un jazz set con

tanto di contrabbasso e clarinetto ed una sfida rap tra aristogatti randagi, per poi arrivare ad una “Supercalifragilistichespiralidoso” dal sapore ska, un improbabile mash-up tra i Ramones e

i 7 Nani e una versione a metà tra il dubstep e il metal dei più psichedelici “Rosa Elefanti” che possiate immaginare. Infine, tocca tirar fuori gli accendini quando salgono sul palco le bravissime gueststars femminili, per interpretare i cavalli di battaglia delle principesse. E non è mica finita qui, ne resterebbero da menzionare ancora a decine: dai classiconi vecchia scuola (Il Re Leone, Hercules, La Spada nella Roccia, Il Libro della Giungla) a quelli della cosiddetta “età di mezzo” (Tarzan, Mulan, Toy Story) fino alle sorprese più recenti (Il Pianeta del Tesoro, Rapunzel, Ribelle the Brave). Tutto questo, ovviamente, senza mai perdere il filo dello spettacolo, in una successione di colpi di scena a ritmo serrato che non permette a nessuno di tirare il fiato nemmeno per un secondo! Le sorprese, davvero, non finiscono mai.

L’esperimento, dopo più di due anni di serate di successo, si può ben dire riuscito, con un pubblico affezionatissimo che accorre sempre più numeroso, canta a squarciagola, salta, si scatena e si diverte tantissimo nei locali più rinomati della live music romana: dal Felt Music Club di San Lorenzo all’Alvarado Street in zona Pigneto, da Locanda blues a Locanda Atlantide (con record assoluti di affluenza in entrambi i posti), fino all’incredibile Teatro Tendastrisce e ai migliori stabilimenti di Ostia e Fregene (perché che gruppo Disney sarebbe, se non suonasse anche un po’ “in fondo al mar”). Insomma, se vi piace la buona musica e avete voglia di emozionarvi, questi ragazzi sono da tenere d’occhio. Tanto l’infanzia felice l’abbiamo avuta tutti. LSI


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“STREGHE,VAMPIRI & CO.” ASPETTANO VOI!

www.premiostreghevampiri.it - Su Facebook: Premio Nazionale Streghe Vampiri & Co.

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ono aperte le iscrizioni per partecipare alla IV edizione del “Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co.” organizzato da Giovane Holden Edizioni in collaborazione con Associazione Culturale I soliti ignoti. Streghe,Vampiri, Elfi, Fate, Nani, Maghi... Chi non ha mai letto un libro fantasy, non ha mai visto un film fantasy o non ha mai sognato un mondo fantasy alzi la mano. Un fattore importante per capire la chiave del suo successo è che al giorno d’oggi il fantasy fa da contraltare all’iper-materialismo che ci circonda. Siamo perennemente forzati a guardare in faccia la realtà e questa realtà di volta in volta è triste, banale o ci fa paura. Il mondo fantasy permette di nutrirci di pura fantasia, ci svincola da un passato remoto preciso e stimola in noi valori come il coraggio e la virtù che troppo spesso ci dimentichiamo. Viviamo in un mondo fatto di pubblicità infinite, reality, telefilm, film, soap opera, in un modo o nell’altro siamo circondati dalla finzione e da un mondo irreale, una realtà subliminale che non ci appartiene. E dunque, se siamo destinati a vivere in un mondo irreale, è meglio il mondo che ci costruiamo abbandonandoci

senza riserve al Fantasy o quello che gli altri vogliono costruirci attorno? Obiettivo del Premio, quindi, stimolare la produzione di testi che sappiano raccontare di “mondi alternativi” e di creature fantastiche; mondi e personaggi in cui la “vita vera” si arricchisce di sfumature nobili e forti. Il premio è rivolto a tutti i cittadini, italiani e non, che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età alla data del 01/07/2014. Si può partecipare con opere inedite (cioè mai pubblicate) a tema (streghe, vampiri, creature fantastiche) scritte in lingua italiana. Il Premio si articola in tre sezioni: romanzo inedito,

racconto inedito, poesia inedita. Gli elaborati devono essere inviati entro la mezzanotte del 30 settembre 2014 esclusivamente via mail all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it. Insieme al file digitale dell’opera presentata a concorso (in formato Word) va inviata nota contenente le proprie generalità complete (Nome, Cognome, Indirizzo Postale, E-mail, Telefono) e ricevuta di pagamento (bollettino postale o bonifico) della quota di partecipazione (pari a venti euro). La giuria selezionerà i finalisti e i vincitori, uno per sezione. I vincitori di ciascuna sezione riceveranno in pre-

mio la pubblicazione del proprio elaborato da parte della casa editrice Giovane Holden Edizioni. I secondi classificati riceveranno in premio una coppa personalizzata e un soggiorno due giorni (una notte) per due persone in Europa; i terzi classificati una coppa e pergamena personalizzata. La Giuria si riserva il diritto di assegnare riconoscimenti o menzioni speciali ai finalisti. Per tutti i partecipanti è previsto l’invio di un ebook tematico. I finalisti riceveranno attestati di merito, libri e gadget durante la cerimonia di premiazione. Dopo tre edizioni sviluppate interamente sul web, la presente si arricchisce di una cerimonia di premiazione più tradizionale che avverrà il 15 novembre 2014 a Viareggio presso l’Hotel Residence Esplanade nel corso di una giornata dedicata alla scrittura e ai libri. Il Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. gode del patrocinio della Provincia di Lucca e del Comune di Viareggio (Lu) e della collaborazione con il sito web A qualcuno piace leggere e con l’Agenzia Viaggi monsieur Voyage Viareggio. Il bando completo e i moduli di iscrizione sono scaricabili dal sito. GHE Staff


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BENVENUTI AL “VOLTA COMICS ‘N COSPLAY” www.voltacnc.it - Su Facebook:Volta Comics ‘n Cosplay

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0-31 Agosto 2014: segnatevi queste date perché a Volta Mantovana sta per tornare la fiera dei fumetti e dei cosplayers! Palazzo Gonzaga e le sue scuderie saranno la cornice perfetta per questa seconda edizione della manifestazione, che ospiterà molti stand di manga, fumetti, gadget, statuette, materiale da disegno e altre curiosità provenienti dall’estremo oriente. Si partirà Sabato 30 con... un’invasione zombie! Palazzo Gonzaga sarà il teatro di una battaglia tra non-morti e creature fantastiche, alla fine della quale verrà decretato il gruppo vincitore. La gara verrà commentata in diretta dal gruppo Feudalesimo e Libertà, il divertimento è, quindi, assicurato! Dopo una battaglia campale, nulla è più ristoratore di un buon Ramen! Anche quest’anno proporremo la nostra versione fatta in casa di questo tipico piatto giapponese, che l’anno scorso riscosse molto successo da parte del pubblico. La serata si concluderà con i concerti di varie band della zona, sempre presso i giardini pensili di Palazzo Gonzaga. Domenica 31 a far da protagonista della gior-

nata sarà la gara Cosplay. I personaggi di fumetti, videogiochi, manga e anime prenderanno vita sotto i vostri occhi e si esibiranno sul palco delle Scuderie. I migliori costumi verranno premiati dalla giuria con dei simpatici

premi. I nostri giudici sono Maristella Pane e Gennaro Aliperti, due giovani e affiatati cosplayer, vincitori di numerosi premi, tra cui Lucca C&G, Festival del Fumetto di Novegro, Napoli Comicon, Salerno

Comicon, Fantaexpo. Durante la manifestazione avremo musica, fotografi pronti a immortalare i cosplayer nella stupenda cornice dei giardini di Palazzo Gonzaga e una mostra allestita da giovani autori di fumetti. Siete in preda alla nostalgia degli anni ‘80 e cercate quella serie di cui eravate innamorati e non avete mai comprato? Oppure siete alla caccia degli ultimi numeri di Naruto e One Piece che la fumetteria ha finito in tempo record lasciandovi a bocca asciutta? Qui potrete trovare fumetti vecchi e nuovi, serie complete di manga storici, manga in corso d’opera e si, anche Tex, Dampyr, Diabolik, e altri fumetti che hanno fatto la storia. E se la vostra voglia di Giappone è senza fine, potrete trovare figure di tutti i tipi, kimono e accessori provenienti dall’estremo oriente, e addirittura uno stand con cibo orientale e bibite esotiche! Per maggiori informazioni potete contattarci alla nostra mail voltacnc@gmail.com e potete trovarci anche su Facebook! Vi aspettiamo! VCNC Staff


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VI PRESENTIAMO IL “1° CARTOONOVI” www.cartoonovi.com - Su Facebook: Cartoonovi

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ll’interno dei due saloni del Centro Fieristico Le Dolci Terre di Novi Ligure prenderà vita la prima edizione di Cartoonovi, un evento interamente dedicato al mondo del fumetto e di tutto l’universo che lo circonda. Gli spazi espositivi ospiteranno numerosi espositori che daranno vita alla fiera-mercato del fumetto attraverso l’esposizione e la vendita di centinaia di prodotti che spaziano dal fumetto classico fino al manga giapponese passando dagli innumerevoli gadgets, cards, anime, giochi di ruolo, robots targati japan e moltissimi altri oggetti legati al mondo del fantastico. L’universo dei Cosplay sarà presente con i suoi fans e ci regalerà momenti di pura fantasia attraverso l’uso di fantastici costumi. Sarà ospitata una zona interamente dedicata al mondo del maghetto più famoso del mondo. Durante la manifestazione si potrà giocare presso la zona dedicata al mondo ludico. Gli espositori presenti durante i due giorni di manifesta-

zione renderanno reale il mondo delle nuvole parlanti e tutto quello che gli gira intorno. Antiquari del fumetto esporranno e metteranno in vendita albi rari dal grande valore culturale attraverso un percorso fumettistico che passa dal classico del fumetto italiano finendo ai più importanti comix americani.

Vastissima è la scelta che i visitatori potranno incontrare percorrendo gli stand: robots giapponesi che riproducono i più famosi protagonisti dei cartoni animati, gadgets di ogni tipo che si ispirano ai personaggi del fumetto, statue, portachiavi, poster, card, magliette e tantissimi altri prodotti che potranno soddisfare tutte le diffe-

renti esigenze dei visitatori. Da non dimenticare la vasta scelta di anime, giochi in scatola, oggetti legati al mondo del Giappone e prodotti provenienti dal fantastico universo di Harry Potter. Nella zona interamente dedicata al mondo ludico il pubblico potrà divertirsi giocando o partecipando alle dimostrazioni che si terranno durante i due giorni di manifestazione. Oltre ai classici tornei di card si svolgeranno dimostrazione di giochi di ruolo, giochi in miniatura, role game e live role play. Una due giorni ricca di iniziative per far conoscere al meglio tutte le infinite possibilità legate all’universo del gioco. Grande importanza e rilevanza sarà data al variegato mondo Cosplay con una importante gara che si terrà domenica 14 settembre 2014 presso il salone superiore. Il termine cosplay è una parola coniata in Giappone anche se di ispirazione inglese, ed è l’abbreviazione di “ costume play “la persona vestendosi e copiando le caratteristiche del personaggio lo rende vivo, in genere si sceglie un personaggio proveniente da un fumetto oppure da anime o ancora da un videogioco. Cartoonovi Staff


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MONICA SERRA: LA VIAGGIATRICE DI MONDI

Blog (Fantasy land): http://www.68molly68.blogspot.it - Su Facebook: Monica Serra

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rima di cominciare a parlare di me, vorrei fare un doveroso ringraziamento all’Associazione culturale Japanimation per l’ospitalità. Per una che, come me, è cresciuta a “pane e Goldrake” essere su questa rivista è un vero piacere. Come presentarmi? Suppongo di poter cominciare col dire che leggere, scrivere e viaggiare sono le mie passioni, ecco perché mi piace definirmi una “viaggiatrice di mondi”, senza limiti di genere o ambientazione. Penso che narrare sia la cosa più bella e liberatoria che esista e a me capita di trarre ispirazione da ogni cosa, anche la più insolita. Ci sono storie nascoste ovunque, credetemi. Quando ho iniziato a scrivere “per qualcuno” – ovvero pensando a un lettore che potesse godere dei miei scritti – non facevo una scaletta, ma col passare del tempo ho imparato che creare una cornice poteva aiutarmi a contenere i personaggi più indisciplinati. A volte capita che una figura comprimaria si ribelli e cerchi di ritagliarsi più spazio (mi è successo per esempio con Brand, nella Canzone del Drago: doveva essere un sem-

plice “accompagnatore” della spedizione ed è diventato il protagonista di una delle sottotrame che si dipanano nel romanzo). C’è differenza tra “scrivente” e “scrittore”. Io sto studiando e sperimentando molto per raggiungere il secondo status (sono “diversamente giovane”, ma i sognatori non hanno età, sappiatelo). La conclusione a cui sono arrivata è che per scrivere bene occorre sì un romantico miscuglio di genio e sregolatezza, ma anche l’umiltà di apprendere e munirsi di adeguati strumenti tecnici. Grazie alla scrittura ho conosciuto tantissime persone interessanti, autori di spessore, libri meravigliosi. E superato momenti difficilissimi. Mi diverte moltissimo sperimentare e la letteratura di genere mi consente di farlo, praticando anche una contaminazione che secondo me è il nuovo respiro di questo tipo di narrativa, posizione spesso in contrasto con lo zoccolo duro dei “puristi”, che vogliono ben definiti i confini tra generi letterari. La mia prima pubblicazione è stata un romanzo fantasy (genere che amo molto per la sua duttilità e la capacità di narrare una storia su più livelli),


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uscito in una nuova versione (digitale e ampliata) per La Mela Avvelenata, dal titolo La Canzone del Drago. La bellissima copertina è opera di Alexia Bianchini – che ringrazio per la seconda opportunità data al mio drago - e l’illustrazione che ritrae i personaggi è opera di Debora Scarico, il cui stile grafico adoro. In questo libro si narra della ricerca di un equilibrio perduto, principalmente, e di come la volontà possa superare qualsiasi ostacolo. Si potrebbe definirlo un romanzo “corale”: ci sono molti personaggi, nessuno dei quali è protagonista assoluto, i cui destini s’intrecciano attorno alla spada forgiata col cuore dell’ultimo drago. Ho raccolto anche la sfida del racconto: scrivere una cosa breve, che abbia un senso compiuto e che in più riesca a catturare un lettore è difficilissimo. Devo ammettere di essermi tolta diverse soddisfazioni. Il mio racconto lungo di fantascienza “contaminata”,

Sangue alieno (edito da Diversa Sintonia e anche questo impreziosito da una cover favolosa, opera di Filomena Cecere, curatrice della pubblicazione), ha avuto un buon riscontro e diverse mie short stories sono state selezionate in antologie di qualità. Per chi volesse leggerli, i miei scritti sono reperibili su amazon.it e sui siti degli editori. Ho facebook, twitter, un profilo pinterest e un piccolo blog dal nome FantasyLand dove potete seguirmi e contattarmi. Concludo con una citazione tratta dall’autore che ha cambiato il mio modo di leggere (e scrivere) fantasy, George R. R. Martin. È il mio motto e mi piacerebbe che tutti coloro che amano leggere lo facessero proprio: “Chi legge vive mille vite prima di morire. Chi non legge mai, ne vive una sola.” Buona lettura a tutti! Monica Serra


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PASSIONE COSPLAY: MIKOTO KATY CHAN Su Facebook: Mikoto Katy Chan

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hayo minna-san! Mikotochan-des! Sono stata davvero nervosa al pensiero di dover scrivere la mia personale storia come cosplayer ma vi racconterò tutto! Da bambina ero veramente timida perciò, aggiungendo una connessione internet inesistente, le mie uniche possibilità di trovare degli amici erano le pagine dei manga e gli anime che trasmettevano. Al liceo decisi di dare una svolta alla mia timidezza e diventare ciò che volevo essere (almeno all’epoca): una lolita come quelle del quartiere Harayuku. Quel modo di vestire, sicuramente appariscente per la periferia di Roma, mi avvicinò a tante persone fantastiche nonché ad al-

cuni amici che mi hanno supportato nella mia passione. Il mio primissimo cosplay, creato in fetta e

furia per andare per la prima volta al Romics fu imbarazzante! Trucco colato e parrucca dei cinesi, ma in tutte le foto di quel giorno ho un sorriso immenso! Durante l’anno successivo conobbi la musica giapponese e m’innamorai del Vocaloid; ascoltavo le loro canzoni ogni mattina per darmi la forza di andare a scuola; Hatsune Miku in particolare mi dava (e mi da tuttora) una gran carica e gioia di vivere perciò la voglia di identificarmi con lei con un cosplay fu abbastanza immediata. ;) Da allora credo che uno dei criteri fondamentali con cui scelgo i miei cosplay sia l’affinità che

sento con il pg e quanto mi sembri carino xD. Ciò, coniugato con la mia scarsissima capacità nei lavori manuali, mi ha “impedito” fin ora di realizzare cosplay complicati, ma sia ben chiaro: finora. Ho coinvolto amici e parenti per la realizzazione dei miei vestiti e accessori: senza il loro aiuto non riuscirei in niente, nel cosplay come nella vita. L’ideazione, la progettazione e la realizzazione di un pg in compagnia e con mezzi “di fortuna” dà grande soddisfazione. Nell’ultimo anno inoltre sono stata spesso chiamata a fare da modella per una scuola di truccatori: esperienza ogni volta diversa che mi ha fatto imparare come funziona la mia espressività e alcuni trucchi di makeup.


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Problema comune a tutti i cosplayers esordienti è l’incredibile esiguità di foto che si riescono a ritrovare dopo le fiere: non c’è niente di peggio che non avere una prova a soddisfazione del lavoro svolto! Negli ultimi mesi ho provato a rivolgermi a dei fotografi (con scarso successo); perciò ho poi cercato un gruppo di cosplayers di Roma che avessero la mia stessa voglia di divertirsi e fare delle foto. Le sessioni di photoset mi hanno avvicinato a delle persone straordinarie, la cui amicizia spero duri nel tempo. Ho molti sogni nel cassetto... uno di questi è diventato il mio hobby, ma forse è riduttivo parago-

nare Il cosplay ad un hobby, è più uno stile di vita che fa diventare i sogni realtà. Ho capito che ,come nella vita, basta un po’ di volontà per fare che le cose accadano e questo pensiero è diventato una regola per quanto riguarda il cosplay. Questo hobby appaga il mio desiderio di fantasia e sviluppa il mio lato più creativo lasciando al divertimento tutto il resto! Insomma mi rende felice! La mia strada nel mondo del cosplay è ancora lunga (spero): perciò seguitemi e diventiamo amici! ;) Mikoto Katy Chan


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COS’E’ UN GIOCO DI RUOLO Su Facebook: Radio Serpe: La radio dei GdR

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ccoci nuovamente qui! Nello scorso numero vi abbiamo raccontato chi siamo e cosa facciamo, ora vogliamo dirvi che abbiamo accolto con piacere la proposta di tenere una rubrica all’interno di Japanimando, in modo da prendervi per mano e accompagnarvi dentro il “nostro mondo”, sempre che non ne facciate già parte. Parliamo ovviamente del mondo del fantastico, nel quale già siete immersi fino al collo se state leggendo questa webzine, e dei giochi di ruolo, che per alcuni di voi potrebbero risultare del tutto sconosciuti. Quale modo migliore per rompere il ghiaccio, quindi, se non spiegan-

dovi cos’è un GdR? Lasciando da parte le definizioni da dizionario, un gioco di ruolo non è altro che un gioco di interpretazione in cui ogni giocatore veste i panni di un personaggio, reale o di fantasia, all’interno di un determinato contesto, anch’esso reale o di fantasia. Ricordate l’intramontabile “guardie e

ladri” a cui quasi tutti abbiamo giocato almeno una volta nella vita? Le regole erano poche e spesso si riducevano ad un semplice dividersi in buoni e cattivi, ma i più fantasiosi di noi riuscivano a calarsi veramente nei panni della guardia o del ladro, sentendo sotto pelle il brivido dell’inseguimento o l’adrenalina

della fuga, immaginando di scorrazzare in qualche luogo fantastico invece che nel giardino della scuola. Quello, nella sua forma più semplice, può esser stato il primo gioco di ruolo a cui molti di noi si sono appassionati. Come abbiamo detto, la chiave è l’interpretazione. Immaginate di fingervi un personaggio di fantasia da voi stessi inventato, con un certo aspetto e carattere, pregi e difetti, abilità e carenze, un passato alle spalle, un’occupazione, degli scopi e così via. Dategli vita, anche se solo con la vostra fantasia, e immaginate che altre persone insieme a voi facciano lo stesso. Immaginate anche che i vostri personaggi deb-


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bano vivere all’interno di un mondo ben definito, con le sue regole e i suoi ambienti. Avreste gettato le basi per un gioco di ruolo che si evolverebbe in base alle scelte di ognuno di voi e alle interazioni con gli altri personaggi o con l’ambiente di gioco, senza che ci siano né vincitori né vinti ma semplicemente una trama che si evolve insieme ai vostri alter-ego per il solo piacere di interpretare un ruolo senza alcun copione, dando libero sfogo alla fantasia. Pensiamo che a questo punto il concetto astratto che sta alla base dei GdR sia ben chiaro, ma nel concreto come è possibile giocare di ruolo? Esistono tre categorie di GdR che si differenziano a seconda del mezzo attraverso il quale avviene l’interpretazione e la gestione del gioco. Nei GdR da tavolo, o cartacei, i giocatori si riuniscono per creare le loro avventure sfruttando come supporti carta e penna, dadi, miniature e manuali, descrivendo a voce le azioni compiute dai propri personaggi; nei GdR dal vivo i giocatori

interpretano in prima persona i personaggi indossando costumi e usando repliche di armi o oggetti, muovendosi e interagendo generalmente in spazi aperti; nei GdR online la descrizione delle azioni dei personaggi avviene testualmente tramite siti specifici, chat, forum, social networks o scambio

di e-mail. Una quarta categoria che ci sentiamo di considerare a parte è quella dei videogiochi di ruolo, nei quali i personaggi vengono mossi tramite computer o consolle, andando così a perdere quella fondamentale componente di interpretazione. Attualmente esistono centinaia e centinaia di giochi online,

cartacei e associazioni di GdR dal vivo, ognuno con il proprio sistema di gioco (le regole per gestire ogni aspetto contemplabile, come l’economia, i combattimenti, le abilità e le caratteristiche dei personaggi, gli esiti delle scelte ecc.), il proprio genere (fantasy, horror, fantascientifico, storico, real life ecc.) e la propria ambientazione (il mondo di gioco, la sua storia, le razze giocabili, la religione, la società ecc.). Entrare nello specifico di ogni GdR esistente sarebbe impresa titanica, perciò speriamo che questa piccola introduzione sia riuscita a solleticare la vostra curiosità. Avremo modo nei prossimi articoli di approfondire sensibilmente ciò che qui è stato solo accennato ed introdurre altri argomenti senza dubbio interessanti legati al fantastico a 360°, come è giusto che sia su Japanimando, lasciando spazio a digressioni sul tema e alle nostre considerazioni sui tanti aspetti che ruotano intorno al mondo dei GdR. Ci fermiamo qui per questo numero, ricordandovi che qualora vogliate contattarci potete farlo in ogni momento via mail o cercando Radio Serpe su Facebook, Twitter o YouTube, saremo ben felici di rispondervi! Radio Serpe


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TIZIANO E LO “STUDIO LABORATORIO 51”

www.studiolaborario51.com - Su Facebook: Studio Laboratorio 51 - Effetti Speciali e...

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alve amici di JAPANIMANDO! Mi presento: sono Tiziano Morelli, titolare dello Studio Laboratorio 51 di Roma. L’idea di aprire questo laboratorio,dove ogni giorno si creano prodotti unici nel loro genere soprattutto a livello di manodopera e originalità, ha radici lontane. Infatti sin da piccolo rimasi colpito dal fascino del grande schermo, con un particolare attaccamento verso i film provvisti di effetti speciali e già allora mi soffermavo sul “making of” con particolare attenzione. La mia curiosità veniva stimolata in particolar modo dal cinema Horror, che rimane il genere che prediligo tutt’ora. Hanno sicuramente lasciato una forte ispirazione film come Alien o Predator. Del primo è in progettazione la realizzazione di

un cosplay e fare questa scultura in particolare è per me una sfida dato ho sempre ammirato Hans Ruedi Giger (il creatore di Alien) per l’impatto visivo e il simbolismo presente nelle sue opere, che sono state per me frutto di grande ispirazione, soprattutto per quanto riguarda una certa scelta estetica, così come per quella che mi piace chiamare la “ricerca dello stupore” o della sorpresa che vogliamo scatenare sulla faccia del pubblico. Mi pongo come obiettivo

proprio di uscire dagli schemi, senza tralasciare la tecnica, per poter emozionare, spaventare, stimolare ma in qualche modo comunque incidere la fantasia di chi ci guarda. Per quanto riguarda Predator invece è stato realizzato un cosplay che è stato portato al Cartoomics di Milano e al Romics di Roma. Ho scelto di effettuare una riproduzione dettagliata senza dover rinunciare all’originalità, creando la versione di Predator Primitivo che ha

riscosso un grande successo e considero uno dei miei lavori migliori. Oltre questi due pilastri ho sempre amato i film di zombie in genere, per via dell’attrazione che spesso suscita il perturbante, così come quelli di genere fantasy: proprio ultimamente, mi sto cimentando nella creazione di un “estraneo” ispirato alla serie tv Game Of Thrones che mi piacerebbe portare a Lucca quest’anno. Infine il cinema Marvel e i super eroi in genere li ho sempre seguiti molto, anche se spesso mi capita di avere più simpatia per l’antagonista,soprattutto se ben caratterizzato. Un regista che stimo molto e al quale cerco di rifarmi per il suo stile unico è Tim Burton: gotico, scuro, lugubre eppure poetico, creativo e fiabesco. Per quanto riguarda gli anime, bhè sono un appassionato di “Le bizzarre avventure di JoJo” e ci sono diversi personaggi che ho intenzione di riprodurre per farne dei pezzi da collezione, una grande tentazione per i veri appassionati. Per il resto mi hanno segnato Dragon Ball, le tartarughe ninja e Kenshiro. Nel mondo dei videogiochi ho trovato stimolanti, anche graficamente, i picchiaduro insormontabili come Tekken o Mortal


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kombat sempre per via di questi personaggi assoluti, talvolta valorosi, altre quasi grotteschi ma sempre intrinseci di un estremismo fresco, ipnotico e accecante. Le immagini che ci colpiscono di più nella vita, che ci rimangono nella testa per la loro complessità sono desideri inespressi ma au-

tentici... e cerco di dargli vita. La mia avventura è iniziata nel 2009,quando dopo anni di studi artistici, ho deciso di investire il mio talento in un’attività particolare come questa,rivolta,come accennato sopra, agli appassionati a coloro che cercano professionalità e perfezione nel saper ricreare i propri personaggi preferiti tratti da fumetti, cinema e videogiochi. Il lavoro su commissione cosplay è diventato gradualmente sempre più il protagonista dei mie lavori. Come saprete ormai il cosplay è diventato una forma d’arte e ogni pezzo viene trattato e curato con l’attenzione, la dedizione, la passione, la pazienza, la precisione e il sentimento che si preclude per l’appunto a un’opera d’arte. Quando un cliente sceglie di affidarsi a noi, non sta


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comprando solo un costume o un pezzo da parete: sta comprando un’opera composta interamente a mano e visionata appositamente per la sua persona, assistenza, competenza, trasparenza e soprattutto professionalità. Forse alcuni di voi avranno avuto l’occasione

di vedere alcuni miei lavori nelle fiere principali del paese come Lucca Comics, Romics e Cartoomics; difatti spesso sono presente a questi eventi per pubblicizzare tra la folla le creazioni più particolari e meritevoli. Ultimamente alcuni dei lavori di Studio Laboratorio 51 sono stati esposti in

diverse fiere, dalla Ghostbusters Italia con cui è nata una collaborazione, per l’occasione sono stati creati vari pezzi imperdibili quali Slimer, Grey Lady e l’omino della pubblicità dei Marshmallow! Abbiamo fatto tanto e per tutte le idee che abbiamo sembra ancora nulla.

Spero di avervi fatto conoscere qualcosa in più sul mondo cosplay e su questo particolare mestiere o di avervi almeno incuriosito un po’... Saluti a tutti, ci vediamo in fiera! ;) Tiziano Morelli


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DA RAMBALDI A RAMBALDI Su Facebook:Victor Rambaldi

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alve amici! Sono Victor Rambaldi e sono nato in una famiglia “speciale”. No, non nel senso letterale del termine ma semplicemente perché mio padre, Carlo, faceva un lavoro piuttosto peculiare: creava mostri. Sì, creature meccaniche per il cinema. Erano anni interessanti, quelli. Il cinema italiano tra gli anni ‘50 e i ‘70 aveva ritmi di produzione altissimi. Era l’epoca dei cosidetti film “peplum” a carattere storico/mitologico, popolati da creature strane come Polifemo, Medusa, i Centauri, il Minotauro, Ercole, Ursus e ogni tipo di drago, e poi dell’“horror all’italiana”, anche lì carico di trucchi di ogni tipo. Da bambino

frequentavo i set e mi divertivo a osservare, senza capirci granché, registi (Bava, Argento, Fulci) e attori al lavoro. Un’esperienza fantastica. Bazzicando il laboratorio di mio padre, a Roma, camminavo tra ogni tipo di “essere”: ragni, lucertole, coccodrilli, pipistrelli vampiri, serpenti, mummie... sapevo che erano finti ma anche vederli immobili faceva una certa impressione. Divenuto adulto la passione per il fantastico si è

trasformata in ragione di vita e mi sembrava quasi inevitabile che anch’io intraprendessi la carriera cinematografica. E così è stato. Sono diventato regista e sceneggiatore, lavorando soprattutto negli Stati Uniti, dove ho vissuto per circa 25 anni. Il cinema che mi ha sempre interessato è quello avventuroso, dove l’immaginazione e la fantasia dettano le regole della storia. Già, la storia. Senza di essa anche il miglior effetto speciale passa inos-

servato. Ho anche partecipato a realizzazioni multimediali, come il “Cinespettacolo della Grancia”, in Basilicata, un grande affresco storico, uno spettacolo dal vivo high-tech, unico nel suo genere in Italia, che ripercorre le vicende del Brigantaggio meridionale all’alba dell’unità d’Italia. 450 attori, schermi d’acqua, proiezioni giganti... insomma, un’esperienza indimenticabile. Da circa un decennio, oltre a lavorare nel cinema, ho sviluppato un grande interesse per la letteratura per ragazzi. Ho pubblicato una quindicina di titoli per varie case editrici, come Loescher, Mondadori, Salani narrativa e Einaudi ra-


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gazzi. Scrivere per ragazzi richiede una fervida immaginazione e mi permette di “mantenermi in

esercizio”, sempre alla ricerca di trame avvincenti ma soprattutto di personaggi curiosi e originali,

cosa non sempre facile. Del resto, sono convinto che l’immaginazione possa convivere con la realtà e diventare addirittura quotidianità. Se scritta bene. Tra gli ultimi progetti ai quali sto lavorando, ce n’è uno che mi sta particolarmente a cuore: un museo antologico alla memoria di mio padre, recentemente scomparso, e per il quale ho creato la Fondazione Culturale Carlo Rambaldi. Esso conterrà una pletora di reperti, disegni, progetti, filmati, “dietro le quinte”, etc. di gran parte delle pellicole alle quali lui ha partecipato, in primis “King Kong” (1975), “Alien”, (1980) ed “ET, l’extraterrestre” (1982). Come forse già sapete, questi sono film per il quali vinse tre premi Oscar. Non sarà, però, solo un museo dedicato agli effetti speciali. Sarà molto di più, perché ripercorrerà le tappe salienti di

tutta la sua vita artistica, dagli inizi in un piccolo paese della pianura Padana in provincia di Ferrara come pittore e scultore, alle sue esperienze nel campo dei pupazzi animati, fino ad uno dei suoi sogni più ambiziosi: la costruzione di un grande parco tematico popolato da creature fantastiche. Sogno che, ahimè, non si è potuto realizzare. Il museo sarà inaugurato la prossima estate. Nel poco tempo libero a disposizione sono impegnato in alcune docenze all’Isac (Istituto Superiore Arti Cinematografiche), un posto straordinario, che consiglio a tutti i ragazzi che vogliano intraprendere la carriera cinematografica. Si trova a Formello, a pochi chilometri da Roma, ed è un vero e proprio studio cinematografico con teatri di posa, sale doppiaggio, “green screen”, e molto altro ancora. I docenti sono tutti professionisti di prim’ordine, alcuni addirittura premi Oscar. Insegnare per me è soprattutto un piacere e divertimento ma anche un modo per confrontarmi con idee nuove e approcci diversi. Sto anche lavorando a un progetto segreto ma per quello... dovrete attendere. Alla prossima, su questi schermi! Victor Rambaldi


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IL FANTASTICO MONDO DI “NAKAMALAND” www.nakamaland.com - Su Facebook: Nakamaland

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e dovessimo presentare Nakamaland con due sole parole sceglieremmo “affidabilità” e “semplicità”. Due concetti che abbiam fin da subito tenuto ben presenti in tutte le fasi del nostro lavoro: il nostro obiettivo è quello di rendere accessibile a tutti l’acquisto delle action figures; vogliamo venderle ad un pubblico più differenziato possibile, dal ragazzino che smanetta in internet tutto il giorno al collezionista con qualche annetto in più sulle spalle, dall’esperto che conosce ogni singola marca e modello al neofita che si sta avvicinando per la prima volta al mondo dei manga e dei fumetti. L’affidabilità entra in campo al momento della scelta dei prodotti: le nostre action figures sono tutte originali perché ci affidiamo solo a rivenditori referenziati, che acquistano a loro volta dalle stesse

case produttrici (es. Bandai, Megahouse, Hot-toys, Goodsmile, etc.). L’anima di Nakamaland siamo noi due: Rossella, 21 anni, e Massimo, 25. L’idea è semplicissima: da collezionisti accaniti di tutto quanto sia japanmade (un esempio che vale più di tante parole: Massimo possiede 300 action figure di One Piece, sua grande pas-

sione) volevamo ricreare un punto di riferimento per chiunque condividesse la nostra passione, creando un sito del quale noi potremmo essere i primi clienti. Un e-commerce, principalmente, ma anche una piccola community di appassionati come noi, con cui scambiare opinioni, valutazioni e condividere tutte le principali novità

del settore. Proprio per questo teniamo costantemente aggiornati il nostro blog e la nostra pagina Facebook, al momento ancora in evoluzione: monitoriamo le ultime uscite e rispondiamo sempre alle richieste dei clienti, praticamente in tempo reale. Il nostro obbiettivo non è limitarsi al semplice negozio online. Già entro la fine dell’estate rilasceremo sul nostro sito una sezione “Manga” e “Anime” dove gli utenti potranno condividere opinioni, esprimere preferenze, inserire recensioni e creare degli elenchi con gli anime visti o da vedere e i manga letti o che intendono leggere. A breve daremo il via anche alla sezione “Eventi” per tenere costantemente aggiornati i nostri utenti sugli eventi e le fiere che si svolgeranno sul territorio na-


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zionale. Anche in questo caso il tutto avrà un’impronta molto “social” e per ogni evento sarà possibile inserire voti, commenti, recensioni, indicarne la partecipazione e condividerlo con i propri amici sui principali social networks. I nostri progetti però non si fermano qui. L’idea in futuro sarebbe quella di implementare un vero e

proprio social network indipendente totalmente finalizzato al nostro nostro mondo. A differenza di quelli più famosi, sarà un punto di riferimento per persone legate da interessi condivisi. Per fare un esempio ci è capitato di partecipare in Cosplay a delle fiere e non riuscire, in un secondo momento, a recuperare foto scattate durante l’evento

a causa della moltitudine di pagine che trattavano l’argomento. Con Nakamaland invece potremo avere un unico aggregatore dove tutti gli utenti potranno facilmente recuperare le informazioni legate ad un evento senza la necessità di cercarle sul web. Vogliamo lavorare con semplicità, cercando di esaudire le esigenze del

nostro variegato pubblico: nel futuro immediato c’è sicuramente la volontà di partecipare alle fiere del settore su tutto il territorio italiano e, perché no, anche quella di aprire un corner “Nakamaland” nella nostra città, un punto di riferimento “fisico” dove incontrare personalmente i clienti. Per ora, però, ci basta crescere come ecommerce e come community, cercando di arrivare a più clienti possibili, fornendo loro un servizio di qualità e un’offerta sempre più sfaccettata. Ne approfittiamo per mandare un grosso “grazie” a tutte le persone che ci stanno sostendendo, credendo in noi e in questo ambizioso ma semplice progetto. Nakamaland Staff


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BENVENUTI NELLA “PATHFINDER SOCIETY” http://paizo.com/pathfinderSociety - Su Facebook: Pathfinder Society Italia

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a Pathfinder Society è la Lega di Gioco Organizzato del GdR Pathfinder: una mega campagna in continua espansione che coinvolge migliaia di giocatori in tutto il mondo. Partecipare agli eventi della Pathfinder Society vuol dire in effetti condividere le proprie avventure con i giocatori di tutto il mondo e partecipare alle loro. Entrare a far parte della Pathfinder Society è molto semplice. Basta iscriversi sul sito Paizo, creare il proprio eroe e

lasciarsi coinvolgere in missioni in tutto Golarion come agente della Società dei Cercatori, la lega leggendaria di esploratori, archeologi ed avventurieri che ha il compito di riscoprire ciò che è andato perduto. Il gioco è organizzato in

“Stagioni”, durante le quali le avventure giocate creano una storia in evoluzione. Ogni stagione consiste di almeno 28 scenari di Pathfinder Society ambientati nelle località più esotiche di Golarion. La Pathfinder Society si

può giocare ovunque. A casa propria, con gli amici, oppure negli eventi organizzati nei vari negozi d’Italia o durante le convention. Chiunque può anche proporsi ed organizzare, collaborando strettamente con i coordinatori ufficiali, degli eventi nella propria città o nel proprio negozio. È stato dall’impegno di Massimo Cranchi, direttore responsabile di Wyrd Edizioni nonché Venture Captain Paizo, e di Nicola Degobbis, consulente pubblicitario, appassionati di gdr, che è


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nata la Pathfinder Society Italia. La PFS Italia ha preso il via e sta riscuotendo grandissimo successo proprio grazie all’esperienza ventennale di Massimo nel campo dei GDR, come traduttore all’inizio, come produt-

tore in seguito, e alle doti comunicative di Nicola, pubblicitario di lungo corso dotato di innegabile carisma ed entusiasmo, il tutto unito alla loro incredibile passione per il fantasy. Lo scopo principale della

PFS Italia è quello di aiutare giocatori, negozianti e curatori di convention ad organizzare eventi dedicati alla PFS. Ma non solo: in questi mesi la PFS Italia si è trasformata in una community di giocatori ed appassionati di Pathfinder, che, attraverso la pagina facebook www.facebook.com/pathfindersocietyitalia, discutono e promuovono il gioco organizzato Paizo. Uno dei punti di forza della PFS è quello di focalizzare in 3-4 ore di avventura, i cosiddetti scenari, quelle che sono le componenti fondamentali della society e lo scopo del gioco, ovvero: COOPERARE, ESPLORARE RIFERIRE. I giocatori, che si conoscano o meno, sono dunque coinvolti in situazioni intricate ed entusiasmanti durante le quali debbono mettere alla prova le loro doti di investigazione e di intera-

zione, tentando nel contempo di salvarsi la pelle. Le avventure sono scritte davvero bene, e sono in grado di regalare ore ed ore di divertimento assicurato! Gli eventi sono sempre gremiti di giocatori, appassionati e curiosi, tanto che, il 19 luglio 2014 è stato organizzato in uno stabilimento balneare il primo “Pathfinder Society Italia Day”, che ha visto master e giocatori giocare in riva al mare, bissando il successo del 21 Giugno, durante il Free Rpg Day 2014, nel quale è stato organizzato un evento society a Milano che ha visto svolgersi nel corso di 8 ore ben 10 sessioni, traguardo che ha ottenuto anche i complimenti di Mike Brock, responsabile mondiale Paizo della PFS. Nakamaland Staff


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GLI “IPERGALATTICI”: MUSICA E NOSTALGIA Su YouTube: Uomo Ipergalattico - Su Facebook: Ipergalattici Cartoons

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iao!... Chi sono gli Ipergalattici?... Beh!... Siamo sei bambini degli anni ‘70 e ‘80 che, in ogni live, vi catapulteranno in un divertente e nostalgico viaggio nel passato attraverso la magia delle sigle e i costumi dei cartoni animati

giapponesi che hanno allietato, per tanto tempo, i pomeriggi di tanti ragazzi ora adulti. Vi ricordate?... Erano gli anni ‘80 e ‘90, un vecchio televisore a tubo catodico come uno scatolone magico, il lieve fruscio di un’emissione di una TV

regionale e tanti cartoni animati giapponesi che con le loro sigle inondavano le mura domestiche... questo vogliamo rievocare! Innumerevoli erano i cartoni che venivano dal sol levante: da quelli sentimentali come Heidi o

Candy Candy, a quelli sportivi come Gigi la Trottola o Mila e Shiro, passando da quelli “magici” come Ransie la Strega o E’ Quasi magia Johnny, fino ai mitici robot come Jeeg, Ufo Robot e Daitarn III, senza dimenticare l’astuzia di Lupin III e delle tre ragazze di Occhi di Gatto, la forza di Ken il Guerrriero, la leggenda di Devilman, la simpatia di Yattaman e tanti ancora!... Tutti quei cartoni avevano storie particolari e ben costruite con alla base principi fondamentali come la distinzione tra bene e male, l’onesta, la giustizia, l’amore, l’amicizia. Stiamo parlando dell’anime e cioè non di un semplice cartone animato che deve far ridere un bambino, non di operette animate che vogliono “inquinare” il mondo inondandolo del “nulla” e dell’“effimero”, ma di opere di spessore che cercano “semplicemente” di “spiegare” il mondo. Nonostante, quindi, furono tantissimi gli anime che in quegli anni arrivarono in Italia, molti personaggi sono comunque rimasti in modo indelebile nei ricordi degli adulti di oggi. Una componente essenziale dei cartoni, a differenza di oggi, al di là delle storie e dei disegni, erano le sigle d’apertura, quasi sempre scritte e arrangiate da grandi gruppi ed inter-


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preti come I Cavalieri del Re (un gruppo “a conduzione familiare” formato da Riccardo Zara, spesso autore anche delle musiche, sua moglie Clara Maria Teresa Serina, loro figlio Jonathan Samuel Zara e la sorella di Clara, Guiomar Serena Serina), Cristina D’Avena, Enzo Draghi, Superobots, Rocking Horse, I Micronauti, I Mostriciattoli e autori come Vince Tempera che è stato, appunto, autore e musicista delle sigle di Goldrake, Ape Maia, Capitan Harlock, Daitarn III, Hello Spank, Anna dai capelli rossi, sia in qualità di direttore d'or-

chestra e arrangiatore che di autore dei testi. Per le sigle dei cartoni un pò più attuali (anni ‘90 e primi anni 2000) non bisogna dimenticare Giorgio Vanni interprete di quelle che per noi sono le ultime sigle veramente degne di essere tributate, parliamo di sigle come Dragon Ball, Dragon Ball Z - what’s my destiny, Dragon Ball GT, One Piece, Naruto, Rossana e Detective Conan. Il progetto “ipergalattico” nasce, naturalmente, dalla passione, comune per tutti noi del gruppo, per tutto il mondo degli

Anime ed in particolare per le sigle cult dei cartoni animati giapponesi degli anni '70, '80 ed anche anni ‘90. Avevamo altri progetti musicali, ma quasi inesorabilmente quando ci ritrovavamo finivamo sempre a suonare e cantare a squarciagola quei mitici pezzi! La voglia di far divertire ed emozionare la gente con quella che è stata la colonna sonora di un periodo irripetibile, da subito ci convinse che durante i nostri concerti dovevamo evitare di eseguire “comodamente” (come altri gruppi) una

ventina di sigle “complete”; questa idea ci ha portato a mettere su uno spettacolo in cui riusciamo, grazie a medley funambolici che tengono conto di quel minuto e mezzo della sigla che tutto conoscono, ad eseguire in scaletta più di 60 sigle, lasciando, così, il pubblico senza fiato! Durante le nostre esibizioni, rigorosamente in costume, cerchiamo di avere un sound quanto più fedele possibile ai suoni originali delle sigle, rinunciando, quindi, alla scorciatoia della lettura eccessivamente personalizzata dei pezzi. Venite ai nostri spettacoli e sarà “un viaggio inaspettato”! Noi siamo: Daniele Stefanizzi: voce e chitarra; Andrea Zollino: basso; Ivana Cammarota: voce; Francesca Paola Taurisano: voce; Dario Petrelli: batteria; Andrea Rizzo: tastiere. Ipergalattici


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IVAN ZIPPO PRESENTA “CAMPANIA MORTIS” www.milenaedizioni.com - Su Facebook: Campania Mortis

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erte storie sono ingiuste e basta, per quanto possano essere belle e piene di fascino. Lo sanno tutte le persone che da bambini avevano Babbo Natale e ora si ritrovano un mondo senza magia. Il meccanismo è simile, stesse dinamiche. Quindi, cosa diresti a un adulto che da bambino è cresciuto guardando La notte dei morti viventi e si ritrova in un mondo dove non c’è nessuno zombie da prendere a badilate? Altri film, videogiochi, ancora zombie, ancora ad aspettare che arrivino. Li ho aspettati per la fine del mondo prevista nel duemila, fatto il tifo per loro nel dicembre duemiladodici, ma ancora niente. Gli unici zombie che si trovano in giro sono quelli con il cervello spento, gli occhi incollati su una partita di pallone, il dito che tocca meccanicamente lo smartphone. E quelli, purtroppo, se li apri con una motosega sei solo un pazzo, un folle omicida.

Forse è perché mi nutro delle mie fantasie, o magari sono loro che si nutrono di me, che ho deciso di buttare tutto fuori, togliermi zombie e sopravvissuti dalla testa e intrappolarli in un romanzo. O forse perché il mondo lo vedo effettivamente così: pieno di famelici infetti pronti a divorarti vivo e con qualche sopravvissuto che ancora lotta e ce la mette

tutta per preservarsi. Certo, forse è proprio per questo che il protagonista della storia ha il mio stesso nome, per dare a me l’unica chance di entrare in una vera apocalisse zombie. Questa storia l’ho ambientata a casa mia, a Castel Volturno, Campania. Mi sembrava doveroso farlo, per certi versi anche giusto. Perché questa è Terra dei Fuochi, è

terra dimenticata dallo Stato, un enorme archivio con storie di ingiustizie. E quante analogie ci sono tra questa realtà e la mia fantasia? In entrambi i casi abbiamo dei sopravvissuti che lo Stato vorrebbe mettere a tacere, abbiamo uomini senza più senno che si muovono solo per la loro sopravvivenza a costo della vita degli altri. Qui c’è una casa da difendere, un’intera città che non vuole morire ma che ha da sudarsi la sopravvivenza. Ho dato un colore diverso a ciò che vedo ogni giorno, ho reso, a modo mio, omaggio a tutti i sopravvissuti di Castel Volturno e della Campania. Avere a che fare con gli zombie da vicino, poi, ti aiuta a capire tante cose, a guardarli con occhi diversi. Loro ci somigliano, più di quanto possiamo accettare e, anche se non vorremmo mai ammetterlo, sono la nostra evoluzione andata storta, la nostra proiezione verso un futuro drammatico. Eppure non siamo noi,


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non ancora, ed è proprio per questo che mi sono messo a guardarli negli occhi, per capire dov’è che potremmo sbagliare, diventare come loro. Ed è proprio sulla base di questa riflessione che in seguito, ancora affamato, ho deciso di fare anche il cortometraggio, stesso titolo.

Davvero inizi a capirne di più dopo che ti hanno truccato per più di un’ora e mandato a barcollare per strada alla ricerca di carne fresca. Non ti importa se i tuoi piedi vanno dritti o ti tocca strusciarli a terra, l’unica cosa che conta è riuscire a mordere quella carne fresca e piena di sangue che ti sta passando proprio sotto al naso. E l’altra faccia della medaglia, quando ti mettono un fucile tra le mani per sperare di andare avanti un giorno ancora, è il momento in cui capisci che le uniche cose veramente importanti sono quelle che hai considerato di meno. Ad ogni modo, romanzo e corto sono state due esperienze che mi hanno insegnato a vedere la guerra da ogni punto del fronte, cosa che ovviamente ho cercato di trasmettere anche ai lettori/utenti. Inoltre ho anche visto la mia città come mai prima d’ora. Ho studiato le sue strade per scegliere dove mettere le barricate, sono salito sul campanile per sapere effettivamente che visuale offre, ho fatto una mappa di tutta la zona dove si estende l’accampamento dei sopravvissuti e l’ho anche inserita nel libro, in modo che tutti possano sapere che strade abbiamo percorso io e gli altri sopravvissuti di Castel Volturno. Ivan Zippo


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“CHOCOROSE”... PER SERVIRVI! Su Facebook: Chocorose Maid And Butler Cafè

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alve a tutti amici di JAPANIMANDO! Noi siamo il Chocorose, il nostro sogno è quello di aprire il primo Maid&Butler Cafè in Italia. Immagino che vi starete chiedendo: “Ma che cos’è un Maid&Buter Cafè???” La cosa più difficile è proprio questa, far capire quello che facciamo, infatti questa tipologia di locale e d’intrattenimento è quasi del tutto sconosciuta in Italia. Forse è proprio questa “sfida” che ci porta a migliorare e cercare di offrire sempre il massimo ad ogni evento. Il nostro obiettivo è quello di riprodurre l’at-

mosfera dei Maid Cafè originali dove c’è una grossa attenzione al servizio e quindi al cliente, in questi locali lo staff ha un ruolo chiave non è una semplice persona che si occupa delle ordinazioni.

Oltre a queste caratteristiche abbiamo aggiunto una parte molto importante legata alla recitazione e al ballo. Proponiamo musica, balletti, indovinelli, giochi da tavolo, così da creare

un’interazione continua con i clienti, che non sanno cosa aspettarsi dallo staff. Un po’ come in una cena con delitto! Lo staff è composto per ora da dieci persone, siamo tutti appassionati di cosplay e giochi di ruolo. Ogni membro dello staff impresona un personaggio particolare, ad esempio abbiamo un vampiro di nome Dorian, che annoiato dalla vita di tutti i giorni ha deciso di lavorare per un po’ al Chocorose così da conoscere meglio gli umani, London uno dei nostri personaggi più imprevedibili che è sicura di essere un pony. Continuando c’è Maddy


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la ragazza pistacchio, ha lavorato così tanto nella piantagione di pistacchi della famiglia che i suoi capelli sono diventati color pistacchio; i nostri lupi,Yuki e Shin, rispettivamente sorella e fratello, Ivy la nostra ninfa dell’acqua, Ai la maid Neko (gatto), Lindow il demone e infine Gumi, la bambola creata dal sangue di dorian e dalla magia nera di Lindow. Il nostro scopo principale è quello di far conoscere questa nuova “attività” coinvolgendo un pubblico più variegato possibile. Proprio per questo motivo ci appoggiamo ad alcuni locali del torinese come piccole pasticcerie o bakery per organizzare le nostre serate (di solito

il sabato sera), inoltre partecipiamo a tutte le fiere del fumetto in Piemonte. Inoltre abbiamo in programma alcune novità da settembre che ci porteranno al di fuori della nostra regione. Al momento le serate che ci hanno dato più soddisfazioni (oltre ai soliti eventi) sono state in modo particolare due. Organizzare un evento per una proposta di matrimonio e un addio al nubiliato, entrambi naturalmente in stile Maid&Butler Cafè. Molti ci chiedono perchè ci chiamiamo così; per il nome “abbiamo collegato due sensi”, la vista e il gusto, quali sono il fiore più conosciuto e il cibo

amato da tutti? La rosa e il cioccolato, da qui Chocorose. L’altra domanda più frequente è quella legata ai pagamenti per quello che facciamo; nessuna maid o butler riceve uno “stipendio”. Se guadagnamo qualcosina, sono le mance dei nostri gentili clienti o, eventualmente, un piccolo aiuto da parte del locale che ci ospita ^^ Quello che ci spinge è la nostra passione, forse è proprio questo che ci fa prendere il tutto con tranquillità, non ci vedrete mai senza un sorriso stampato in faccia XD, puntiamo a far divertire il cliente prima di tutto! Bene, bene ora vi raccontiamo una nostra serata

tipo: una volta entrati nel nostro Cafè, ogni membro dello staff si presenterà girando tra i tavoli e proponendo degli aneddoti o dei giochi mentre aspettate le vostre ordinazioni; i dolci serviti saranno decorati ad hoc per ogni cliente con cioccolato liquido e panna montata. In seguito sarete inivitati a sfidare il nostro staff al karaoke o videogiochi come Just Dance (l’ultimo torneo è stato un successone). La serata di solito si conclude con... beh dai non possiamo dirvi tutto!!! Speriamo di avervi incuriosito!! Grazie mille Japanimation! Chocorose Staff


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CLIO Jb ED “IL CERCHIO DI NUMEN” Su Facebook: ClioJb - Il Cerchio di Numen

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iao a tutti! Oggi vi parlerò di un nuovo libro di un’autrice esordiente: Clio Jb. Conosciamo un pò questa nuova autrice. Scopre la passione per la scrittura a 16 anni, mentre tutti i compagni trasformavano il diario in capolavori artistici, lei inventava storie di teenagers e passava ore a scrivere su quelle pagine liberando la fantasia. Il destino però aveva deciso che non era ancora venuto il suo momento, così l’ha condotta verso altre strade. Accadde tutto nel 2008 quando conobbe in vacanza un simpaticissimo ragazzo romano e la sua fidanzata. Questo ragazzo le racconta delle sue passioni e scopre che era uno scrittore, ma anche un barman. Oggi questo scrittore è diventato famoso, motivo in più, allora come oggi, di sprono per Clio. “ Posso farcela anch’io!” si è detta. Bastava credere e liberare quella fantasia che ha dovuto nascondere per seguire la via disegnata dal fato. Nel 2009 Clio inizia a ricercare la base da cui partire, una storia, la sua storia. Dove voleva arrivare, quale genere amava e quali fossero le doti che doveva avere un romanzo per lei. Appassionata di storia

fruga tra i miti del passato, convinta che guardando indietro possiamo imparare e trovare le risposte alle nostre domande. Infatti senza pensarci trova la sua

base. Il mito delle Parche, tre entità con la dote di governare sul destino degli uomini, di governare la morte. Questo le fa scattare nella mente un vortice di

immagini e di infinite possibilità, da subito le fu chiaro che un solo libro non sarebbe bastato.Voleva creare qualcosa si nuovo, di coinvolgente ed emozionante. Aveva deciso, avrebbe scritto una saga, un Urban Fantasy, un viaggio straordinario tra magia e realtà, mescolati e mixati in modo da far sognare. Ama le emozioni, e quello decise sarebbe stato il suo obbiettivo, emozionare, catturare la mente di chi avrebbe letto il suo libro, lanciargli immagini e sensazioni il più vivide possibile. Così da allora la sera dopo aver messo a nanna la sua bambina, sveste i panni di mamma e moglie e veste quelli della scrittrice, vivendo la vita dei suoi personaggi. Alex ed Eric i due protagonisti, sono stati coloro che da subito hanno preso forma, ma non bastava, voleva arricchire con altri personaggi. Come nella vita siamo circondati da amici e parenti e le loro vite si intrecciano con le nostre. Così sarebbe stato per i suoi personaggi, ognuno con la propria vita e il proprio carattere, ognuno protagonista del proprio destino. Intanto le altre due protagoniste prendono forma nella sua mente, ma decide di tenerle nascoste, il primo libro sarebbe stato sulla


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prima delle tre elette, che avrebbero custodito tale potere. Decide di creare una cittadina, Greendawn. Un paese immaginario statunitense, dove vive questa semplice ragazza che rinuncia forzatamente alle proprie vacanze per entrare a lavorare in banca. Dopo la morte dei genitori Alex si ritrova un’anziana zia che cerca di aiutare lei e sua sorella Charlie. Così a malincuore affronta questo nuovo inizio, per dare l’esempio alla sorellina che combina un guaio dietro l’altro. Conoscerà colleghi bizzarri e colleghe un po’ esuberanti e si ritroverà un capo burbero e autoritario. La sua vita cambia quando ad una esclusiva festa un paio di labbra

nella penombra di una sala sfiorano le sue. Un turbine di eventi la travolgono, la sua famiglia viene messa in pericolo e una minaccia che arriva da un passato che non sapeva di avere, attentano alla sua vita. Sarà la passione e l’amore di un legame antico che guideranno le sue azioni, con coraggio arriverà a Septim, un mondo parallelo dove l’attende un compito straordinario, dove conoscerà personaggi dai poteri straordinari. La serie, Il Cerchio di Numen, promette grandi cose, un nuovo modo di concepire il fantasy, un avventura da non perdere. Clio Jb

http://wondergateitalia.blogspot.it Il nuovo fantablog realizzato dalla Associazione Culturale

JAPANIMATION

Se volete contribuire a questo progetto contattateci quando volete!


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SPECIALE STORIE: “UCCIDETE CARAVAGGIO!” Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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e la collana de “Le Storie” vi aveva entusiasmato e vi aveva stupito regalandovi una storia diversa e avvincente ogni mese, resterete ancor più entusiasti e stupiti ora che vi dirò che la Sergio Bonelli ha deciso di regalarci degli speciali per questa collana. Eh si, avete capito bene. Non solo ogni anno avremo una speciale de “Le Storie”, ma saranno interamente a colori. Questa iniziativa ha già mosso i suoi primi passi pubblicando il suo primo numero, uscito il 10 Luglio nelle edicole e nelle fumetterie, dal titolo “Uccidete Caravaggio!”. E’ proprio di questo albo che vi parlerò in questa recensione. TRAMA - Nella zona d’ombra fra storia e immaginazione, nasce quest’avventura che parla di Michelangelo Merisi da Caravaggio; è un genio folle, impulsivo e particolare della pittura che ha rivoluzionato l’arte occidentale. Molti lo amano e lo seguono, altri lo temono e altri ancora lo odiano al punto di volerlo morto. Per questo vengono ingaggiati due abili mercenari con il compito di portare davanti al papato la testa del pittore. Ma i due uomini, così diversi, si daranno battaglia con ogni mezzo per aggiudicarselo.

La sceneggiatura di questo speciale è stata affidata a Giuseppe Di Nardo (ha debuttato su Julia con il n. 7 “La lunga notte di Sheila” su soggetto di Giancarlo Berardi, ha realizzato il n. 137 di Dylan Dog “La città perduta” e l’Almanacco della paura del 1999 “Sperduti nel nulla”) mentre i disegni sono di Giampiero Casertano (conosciuto con molti albi di Dylan Dog come ad esempio il n. 10 “Attraverso lo specchio”, il n. 13 “Memorie dall’invisibile” e il n. 33 “Il Signore del silenzio” e con alcuni albi di Martin Mystère come il n. 22 “Tunguska”

e il n. 23 “Morte nella taiga” e con il n. 5 della serie Napoleone “Racconto d’autunno”) e la colorazione è opera di Ariana Florean (ha realizzato i colori nell’albo n. 3 di Orfani dal titolo “Primo sangue”). La sceneggiatura è ben scritta ed accurata, e riesce a coinvolgere e ad incuriosire il lettore durante le varie vicende. Inizialmente si ha l’impressione che la storia scorra piuttosto lentamente, per via dei molti e lunghi dialoghi comunque necessari a spiegare la situazione, ma dopo le prime pagine l’albo

scorre veloce e si legge in poco tempo. La trama oltre ad avere un punto di vista fuori dal soggetto della storia (infatti non è Caravaggio ad essere protagonista, bensì i sicari incaricati di ucciderlo), offre al lettore un’interessante analisi sulle opere del pittore e una storia romanzata, ma fedele, degli ultimi attimi della vita di quest’ultimo, senza tanti attimi frizzanti od originali. La storia per com’è stata, ci viene narrata pura e semplice. Ho molto apprezzato i disegni di Casertano; un tratto pulito, dettagliato, uno stile che sembra quasi voglia ritornare a quello degli anni ‘80. Un grande lavoro per un grande disegnatore. Si nota nei borghi, nei vestiti e nelle armi, l’accurata ricerca iconografica del periodo storico e delle usanze dell’epoca. Per disegnare le ambientazioni e la fisionomia dei personaggi, Casertano, in un’intervista rilasciata sul sito della Sergio Bonelli Editore, confida di essersi ispirato ad uno sceneggiato TV, andato in onda nel 2008 dal nome “Caravaggio”. Nella serie, il pittore è stato interpretato da Alessio Boni. Per quanto riguarda la colorazione affidata ad Arianna Florean, la sua tecnica mi ha stupito e meravigliato già in Orfani, e in questo albo non è


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stata da meno. È vero che la sua colorazione non “trasforma” né da qualcosa in più al tratto di Casertano, ma i suoi toni puliti, si integrano perfettamente con le tavole del disegnatore e i quadri di Caravaggio. A parer mio, se questo speciale fosse stato in bianco e nero, non avrebbe fatto differenza. Il colore è molto bello, ma la qualità della carta non gli rende giustizia, ma anzi penalizzano i toni dei colori. In generale comunque

promuovo a pieni voti questo primo speciale de “Le Storie”. Molti hanno provato a raccontare la vita di questo straordinario pittore attraverso libri, film e serie televisive, ed ora anche attraverso il fumetto. Aspettiamo ora, di vedere quali alte storie ha in serbo per noi la nostra cara casa editrice e posso affermare già con certezza, che non saranno né poche né deludenti. Federica Belloni

Dal 2009, ogni mese gratuitamente, in Via Mar dei Sargassi n. 68, presso il Parco del Canale dello Stagno di Ostia Lido (Roma)


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IL COSPLAY TRA CINEMA E GIOCO Su YouTube: CWshots - Gruppo su Facebook: CWshots

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iao! Io sono Jacopo, Japo per gli amici, il fondatore del canale YouTube CWshots. La nostra avventura è iniziata qualche anno fa, quando abbiamo deciso di trasformare la nostra passione per il cosplay in qualcosa che andasse oltre le esibizioni alle fiere. Se c’è una cosa che io e i miei amici abbiamo sempre adorato del cosplay è proprio il lato interpretativo, che permette di condividere con il pubblico le emozioni che ci ha suscitato un fumetto, film, cartone animato o videogioco che ci ha coinvolto tanto da vestire i panni dei nostri eroi. Si può dire che tutto sia iniziato per caso: avevamo i costumi, avevamo voglia di vivere avventure

fantastiche insieme e condividerle con un pubblico, e qualcuno di noi

aveva qualche rudimentale competenza tecnica e una grande passione

per il cinema. O forse è solo che dopo anni passati a scorrazzare per i reami della fantasia, quelle storie dovevano uscire dalle nostre teste e dai nostri cuori e diventare finalmente realtà! Cosa si può trovare quindi sul nostro canale? - Parodie: uno dei video più vecchi racconta le avventure dei Cavalieri dello Zodiaco alle prese con le infinite case del Grande Tempio; ma recentemente abbiamo seguito Nathan Drake e compagnia alla ricerca di un... inconsueto manufatto in Uncharted: Drake’s Banana. - Trailer: abbiamo un progetto denominato “CosTrailer” in cui costruiamo attorno a un piccolo gruppo di personaggi dei teaser cinematografici... tra i più visualizzati ci sono quello di Kingdom Hearts Birth By Sleep e quello su Arthas di Warcraft). - Fan Movies: Spider-Man Asylum, sicuramente la nostra produzione più apprezzata a oggi, è un action drammatico in cui Peter Parker affronta i suoi sensi di colpa e il peso del portare una maschera... ha vinto numerosi premi ai concorsi Lucca Movie&Cosplay e Cartoomics Fanfilm Festival. Potete anche trovare anche una commedia come Pokémon League of Losers, che racconta il


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viaggio di alcuni scalcinati allenatori, perdenti ma pieni di sogni. Ora siamo impegnati nella produ-

zione di The Joker Games, altro ‘viaggio nella psiche’ di personaggi di fumetti americani, in cui alla fine -

una novità per noi- daremo al pubblico la possibilità di scegliere il finale preferito! - Webseries: recentemente abbiamo prodotto i primi due episodi di Pokémon Creepypasta, che raccoglie i racconti dell’orrore ispirati alle prime due generazioni di giochi Pokémon e li collega in un’unica storia, con un approccio a metà tra l’horror e l’umorismo. Al momento non abbiamo alcuna intenzione di fermarci: quello che era iniziato come un gioco tra ragazzi, a distanza di otto anni è diventato il mio hobby preferito. Stiamo cercando sempre di migliorarci, anche se siamo rimasti fedeli alla nostra prima regola: puntare al risparmio e al divertimento prima di tutto. Per

me e per chi è abbastanza matto da accompagnarmi, non c’è nulla di meglio che recuperare le reflex e scappare al mare o in un manicomio abbandonato per girare tutto il giorno, e costruire insieme qualcosa di cui potremo, perché no, anche andare fieri. È il nostro modo di dare indietro un po’ di tutto quello che il Fantastico ci ha regalato sin da quando eravamo bambini. È un viaggio tutti insieme, che va dai sogni agli incubi, fino al mettersi alla prova come persone e come attori sulla scena. Noi ci proviamo, con la stessa passione di otto anni fa. Speriamo che possiate apprezzare anche voi i nostri sforzi! Jacopo Calatroni


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INFANTINO: UN “PAISA” TRA LE NUVOLE Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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e chiedete ad un fan di super eroi di elencarvi i suoi disegnatori preferiti, con tutta probabilità il suo nome non verrà citato. Eppure, Carmine Infantino può essere a giusta ragione considerato uno dei più grandi artisti che abbiano popolato il mondo della nona arte. La sua figura si staglia come quella di un autentico colosso del settore per la sua capacità di abbinare talento e professionalità, doti che lo portarono a diventare uno dei capisaldi dell’industria dei Comics. Julius Schwartz Il direttore generale della National (l’antesignana della DC Comics) di lui ebbe a dire: “Ogni giorno sedeva al tavolo e faceva due pagine, sempre perfette. Carmine Infantino nasce a New York nel quartiere “italiano” di Brooklyn il 24 maggio 1925. Il cognome ne “tradisce” le

origini. Il papà, Pasquale “Patrick” Infantino è un musicista che, per sbarcare il lunario durante la “Grande depressione”, si è riciclato come idraulico,

la mamma Angela Rosa Della Badia arriva invece da Calitri, in provincia di Avellino, Spinto da una naturale predisposizione al disegno, il piccolo Carmine fin dalla Junior High si mette a disegnare personaggi come Little Orphan Annie e Dick Tracy. Questa vocazione lo porta a fare delle scelte di vita ben precise e ad iscriversi alla School of Industrial Art,(che, in seguito diventerà una ben più prestigiosa “High School of Art and Design”) situata nel cuore di Manhattan. Sotto la guida di Harry “A” Chesler, uno dei migliori esponenti della cosiddetta

Golden Age del fumetto, Infantino continua la sua crescita artistica. Gli inizi della sua carriera fumettistica sembrano seguire una trama classica: come parecchi altri della sua generazione, comincia realizzando numerosi lavori come aiutante fantasma di artisti già affermati (Matite, inchiostri e persino lettering) per vari editori. Fortunatamente per i giovani disegnatori dell’epoca, il mercato è in grande espansione e per riempire le numerose pagine dei loro albi, gli editori pongono ben pochi paletti. Nel 1942, la prima piccola svolta: con Frank Giacoia, compagno di scuola e amico di vecchissima data, approda su Jack Frost, fumetto non epocale della Timely Comics (che attraverso diverse tappe successive è destinata a diventare l’odierna Marvel). In quel momento, Carmine prova una forte attrazione per l’opera di Mort Meskin (talentuoso disegnatore che lasciò presto il fumetto per la pubblicità) ma, inevitabilmente, apprezza anche le opere di quei due geniacci che si chiamano Joe Simon & Jack Kirby. Contemporaneamente, comincia a studiare anche artisti “classici” come Modigliani e Degas dei quali apprezza la sintesi e l’apparente semplicità. Dopo aver girovagato tra parec-


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chi editori, nel 1946 arriva alla National presentando vari lavori, la maggior parte dei quali realizzati avvalendosi delle chine di Giacoia. Insieme a loro ci sono altri due “artistucoli” di belle speranze: Joe Kubert e Alex Toth. Proprio a questi imberbi ragazzotti viene commissionata una storia in tre parti (una per ciascuno) della Justice Society. Il supervisore della National, Sheldon Mayer, ne resta favorevolmente colpito e, poiché le testate di punta sono già assegnate lo mette al lavoro su albi di supereroi di seconda fascia come Flash (ancora in versione Jay Garrick), Johnny Thunder, Green Lantern, Black Canary e The Ghost Patrol. QuestI primi lavori sono spigo-

losi e grezzi e mostrano chiaramente l’influenza di Harold Gray e Chester Gould. Ci vorrà qualche anno per affrancarsene. Nel 1950, Infantino ridefinisce radicalmente il suo stile ispirandosi ai “pulp artists” Herbert Morton Stoops, e Lou Fine. Partendo da queste nuove basi artistiche, realizza dozzine di racconti di fantascienza e western raggiungendo continuità qualitativa e una grande maturità stilistica. Solo raramente si inchiostra da solo come su “The Space Museum” (su Strange Adventures) e, più tardi su The Elongated Man. Quasi sempre, le sue matite vengono rifinite da specialisti dell’inchiostro come Sid Greene, Joe Giella, Murphy Anderson e l’immancabile Giacoia.

L’apice della sua carriera è nell’aria e arriva con il nuovo Flash, (questa volta impersonato da Barry Allen), che debutta su Showcase N° 4 dell’ottobre 1956. L’evento è talmente importante che viene preso come punto d’inizio di una nuova fase storica del fumetto definita Silver Age. Carmine Infantino guiderà le imprese del “Velocista Scarlatto” per ben 11 anni. Durante questo periodo il disegno delle anatomie e le invenzioni per simulare la velocità diventano uno standard di riferimento assoluto per tutti i comics. La sua fantasia si sbizzarrisce soprattutto nella creazione di una vasta e variopinta galleria di Super Criminali. Due nomi su tutti: Capitan Boomerang e Gorilla

Grodd! Tra una storia e l’altra di The Flash, Infantino realizza anche un fumetto di fantascienza molto acclamato dalla critica, Adam Strange (al quale, però, non arriderà un pari successo commerciale). Ancora una volta, Infantino, darà prova del suo talento, addolcendo le linee in maniera elegante e raffinata. Non a caso, la sua Alanna, compagna aliena di Adam, è ritenuta una delle più belle ragazze che mai si siano viste in un fumetto! Quando, nel 1964, la National decide di tentare il rilancio di una delle sue icone, Batman (ai suoi minimi storici qualitativi e in odore di soppressione), l’immarcescibile “editor” Julius Schwartz, affida la patata bollente alle abili mane di Infantino (e del


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suo “inker” Anderson), Carmine nicchia, Il personaggio non gli piace più di tanto ma, per spirito aziendale, accetta la sfida. Studia un nuovo look del “Pipistrello” e ne sfronda alcune caratteristiche che lo rendevano praticamente ingestibile, elaborando delle linee guida che rimarranno inalterate per un quarto di secolo. Eppure più che per il rinato Uomo Pipistrello il cuore artistico di Carmine batte per il bizzarro e misconosciuto Detective Chimp, singolare scimpanzé-investigatore nato dalla mente di John Broome. Una nuova fase sta per cominciare nella vita e nella carriera dell’artista. Nel 1967 I dirigenti della National, convinti delle sue doti organizzative lo spingono ad abbandonare il tavolo da disegno per una più confortevole scrivania da direttore editoriale. Nelle nuove vesti dà il via ad una grande stagione di esperimenti editoriali: propone Bat-Lash, un fumetto western realizzato da un altro “paisà” Nick “Viscardi” Cardy (che avrà una certa risonanza fuori dal territorio USA), si circonda di straordinari artisti come Steve Ditko, Sergio Aragones e molti altri, e “importa” alcuni eccellenti disegnatori filippini (Ernesto Chan e Pablo Marcos, su tutti) .Si tratta di proposte ed esperimenti di altissima qualità ma quasi mai vengono premiati dal successo di vendite.

Imperterrito, Infantino continua a sperimentare: e sotto la sua guida, la National resuscita classici come Capitan Marvel o The Shadow, lancia il comic book di Tarzan e produce sofisticate ristampe di pietre miliari dei comics. Il picco qualitativo viene raggiunto con la bellissima storia “on the road” di Dennis O’Neil e Neal Adams (su Green Lantern-Green Arrow) che mette alla berlina senza pietà le aberrazioni della opulenta società statunitense. Un altro colpo da manuale viene realizzato quando l’editor, si assicura la collaborazione di Jack Kirby, transfuga dalla Marvel che creerà per la DC una miriade di personaggi (compresa la mirabolante saga del Quarto Mondo). Come si vede, la direzione di Infantino è decisamente illuminata, eppure, per sua sfortuna, si trova a convivere con la crisi più acuta che il fumetto americano abbia mai dovuto sopportare. Le vendite scendono ai minimi storici e le Major traballano ma la Marvel, grazie alla maggiore modernità dei suoi personaggi, regge meglio. In quel periodo oscuro che passa sotto il nome di “DC Implosion” decine di testate cadono vittime della guerra dei numeri. Infantino non ha colpe specifiche da farsi perdonare ma serve un capro espiatorio. I vertici della DC lo “costringono”, alla fine degli anni ‘70, a dare


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le dimissioni. La parabola discendente è ormai iniziata e la carriera dell’artista si incanala verso una fase non brillante. Dopo una breve esperienza con la Warren, firma per la Marvel Comics. L’espe-

rienza che lo vedrà alle prese con i personaggi di Star Wars ma anche con Nova e Spider Woman sarà breve e senza particolari fiammate. Nuove generazioni di disegnatori stanno affacciandosi sul

mercato (da lì a breve comincerà l’esperienza dei ragazzi che fonderanno l’Image Comics!) e lo stile di Carmine ha un pochino perduto in freschezza. Alcune delle sue vecchie spigolosità di

tratto sono riaffiorate e le sue soluzioni grafiche ormai non sono più così innovative. Dopo una fugace esperienza nel mondo delle strisce (Homefront), il suo ritorno alla DC sarà abbastanza malinconico. Si limiterà a qualche storia del suo” Flash” fino ad arrivare al momento della pensione. Il 4 aprile del 2013, Carmine abbandona il palcoscenico della vita lasciando in eredità a noi lettori un patrimonio di grandi opere che hanno contribuito in maniera significativa alla storia del fumetto. Non male per un ragazzino che imbrattava fogli con i suoi scarabocchi!!! Pietro Zerella


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LA “HIDDEN SAGA” DI CLAUDIO SCARANTINO Su Facebook: Claudio Scarantino

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os’è la fantascienza se non qualcosa che è destinato a diventare scienza?”. Questo è stato il motore propulsore che mi ha spinto a scrivere Hidden Revelations, primo romanzo di Hidden Saga. Mi chiamo Claudio Scarantino e sono nato a Caltanissetta, una modesta città del centro Sicilia, nel 1991.

Per me scrivere è sempre stata una necessità, un dono di famiglia secondo certuni. Da oltre otto anni scrivo racconti, sceneggiature teatrali, pensieri e poesie. La passione per il paranormale e per tutto ciò che è mistero, è sempre stata un leitmotiv che ha accompagnato fin qui la mia esistenza. Il mio ideale di scrittore è di rappresentare la realtà senza veli, rivisitando

senza inutili artifici, teorie e verità nascoste all’umana consapevolezza. In Hidden il tema della vita extraterrestre, degli UFO e della genesi dell’uomo, si fonde al tema dell’amore, dell’amicizia e del tradimento, intrecciando sacro e profano, scienza e fantascienza in modo semplice, affinché “il senso” dell’opera possa raggiungere un vasto pubblico, pur senza trascurare l’accuratezza strutturale e linguistica, che rende il mio romanzo gradevole anche a un lettore colto. Hidden revelations, nasce, come romanzo pensato sia per le utenze più giovani, de-

dite a letture leggere, avvincenti e passionali, sia per appassionati lettori amanti ricercatori del senso implicito nascosto all’interno di ogni singolo capitolo. L’elemento di novità che propone il mio romanzo è che i protagonisti della storia che ho scritto sono, quasi totalmente, extraterrestri dalle fattezze e dalle abitudini sorprendentemente umane! Talmente veri ed espressivi da apparire più umani di noi stessi! Personaggi ovviamente inventati ma immersi in uno sfondo storico reale, per la cui ricostruzione mi sono documentato


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Le due concept art qui in alto sono opera del fumettista nisseno Antonio Torregrossa. Ethan è il protagonista del romanzo. Un extraterrestre proveniente da un pianeta extrasolare chiamato Splendha. Terak è l’antagonista. Un Extraterrestre clone proveniente dal pianeta, anch’esso extrasolare, di Rabolt. I pianeti sono immaginari; inventati dall’autore.

con ogni cura. In realtà, credo che ogni scrittore riponga nella sua storia un messaggio. Forse è proprio quel messaggio che spinge un romanziere alla stesura di un’opera. A volte senza un vero motivo; spesso è

il “messaggio” che trova lo scrittore e lo spinge a scrivere una storia e non viceversa. Ho vissuto, e vivo, la stesura dei romanzi di HIDDEN SAGA, come un’investitura. La responsabilità di raccontare una

storia che, seppur fantastica, possa far scaturire nel lettore coscienziosi spunti sui quali riflettere. HIDDEN REVELATIONS sarà pubblicato in formato eBook su AMAZON nelle prime settimane di agosto. Fino

allora – e anche dopo – sarà possibile tenersi informati sia sulla pagina ufficiale di FACEBOOK che di TWITTER; basta cercare HIDDEN SAGA. Claudio Scarantino


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PAOLO NINZATTI SI RACCONTA Su Facebook: Paolo Ninzatti

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iao amici. Mi chiamo Paolo Ninzatti, sono nato a Milano nel 1950 e vivo in Danimarca dal 1973. Sono sposato, ho tre figli e una nipote. Come? Al nonnetto piace il fantastico? Decisamente sì. Sono cresciuto leggendo i fumetti di Nembo Kid (oggi si chiama Superman), Gordon Flash e Bat Star negli Anni ‘50. Come non fosse bastato, amavo le storie fantascientifiche di Topolino e Paperino, quelle con Archimede Pitagorico che costruiva astronavi, macchine del tempo e robot, e quelle di Tex con la magia di Mefisto e di qualche sciamano indiano. Quanto a letteratura, Giulio Verne era tra i preferiti. Poi vennero gli Anni ‘60 e cominciai a divorare Urania. Amavo tanto il fantastico che persino a scuola riuscivo a digerire Iliade, Odissea, Eneide, Orlando Furioso, grazie ai temi ”fantasy” ante litteram di quei poemi. Pari passo al fan-

tastico amavo l’avventuroso e l’esotico. Salgari, Kipling, De Foe, furono d’obbligo. L’Oriente specialmente mi affascinava; tutto quello a est del Bosforo, India, Cina e Giappone inclusi. A quattro anni disegnavo storie di mia invenzione su una lavagnetta. Fermi tutti, forget Disney! La mia cronica zampa di gallina immortalava uova di pasqua con gambe e braccia, una bruttissima copia de La Linea. Il mio “talento” grafico si fermava lì. La voglia di narrare le storie tridimensionali a colori che mi giravano per la testa si sarebbe realizzata soltanto mediante la letteratura scritta, oppure con una sceneggiatura dove ben altri talenti grafici le avrebbero tradotte in immagini. Anni a scrivere e riscrivere, creare e ricreare. Niente pubblicazioni. Finalmente nel nuovo millennio pubblicai sul sito di Giampietro Stocco l’ucronia a puntate Le Ali del Leone: una saga rinascimentale dove le macchine di Leonardo da Vinci vengono costruite in serie e dotate di motori a vapore. Un ucrosteampunk con battaglie un po’ salgariane tra navi volanti e arrembaggi a migliaia di metri di altezza. La saga diventa romanzo con Edizioni Scudo, che pubblica


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anche i miei racconti nelle antologie Short Stories 10, 11 e 12, Robot Ita 0.1,Vapore Italico, Iustitia Mortis, E-heroes, Il Segreto dell’Universo, l’Ultimo Giorno, decorati dalle bellissime illustrazioni di Luca Oleastri. Poi il fumetto Oltre il Cielo, dove

ho scritto la sceneggiatura che Giorgio Sangiorgi ha eccellentemente tradotto in immagini anche per la versione in danese dal titolo Over Himlen. Sia Oleastri che Sangiorgi hanno reso visibili i miei personaggi. Quei due sono un’estensione della mia fantasia. Lode e rispetto al duo dinamico! Lo stesso dicasi per Daniela Barisone, cui spetta il merito della copertina di Missione Medea, per La Mela Avvelenata, un mio racconto storico spionistico ambientato nella Prima Guerra Mondiale. Tra Mata Hary e I Cannoni di Navarone, ma con protagonisti italiani anche se ambientato in luoghi esotici. E che dire di Debora Scarico che ha disegnato un’illustrazione ispirata al racconto? Gente, sono al settimo cielo, non so disegnare, ma sono circondato da talenti grafici.

Beato me! Con Delos Books non si è da meno. Le copertine delle antologie dove sono presente sono bellissime. Dalla serie 365 Storie ai due Il Magazzino dei Mondi e di Robot nr. 70, che include un mio spin off di Livido di Francesco Verso, uno dei dieci scelti dall’autore. Dulcis in fundo, Tutti i Mondi di Mondo9 contenente gli spin off della saga di Dario Tonani, anche quelli scartati, tra cui i miei due, con la copertina di Franco Brambilla. E qual miglior soddisfazione per un ”texano” di ritrovarsi nell’antologia 70 Ore nel Futuro edita da Reverie, come secondo arrivato al concorso omonimo dall’incipit di Pierfrancesco Prosperi, con la copertina di uno dei disegnatori di Tex, Fabio Civitelli? Anche l’occhio vuole la sua parte, ma dietro l’imma-

gine si apre una bella introduzione di Giuseppe Lippi, curatore di Urania e giudice del concorso. Belle anche le covers di Natale e dintorni edito da Alcheringa, con un mio racconto natalizio fantasy e Il Gioco di Vivere di Montecovello, con una mia storia weird, curata da Pierfrancesco Prosperi e Francesco Grasso. Simpatica, stile comics, anche la copertina dell’antologia Gente che scrive Western, con un mio racconto un po’ alla Tex. È in lavorazione il sequel di Oltre Il cielo sempre con le grafiche di Sangiorgi, a colori questa volta. In autunno usciranno altre mie pubblicazioni. SF e fantasy. Nel frattempo sto lavorando per altri racconti e un romanzo. Ogni tanto mi faccio una suonatina col gruppo e me la spasso con la famiglia. Mia nipote ama L’Uomo Ragno. Mamma mia, che stirpe ho prodotto! Buona estate a tutti. Paolo Ninzatti


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STEFANO SALA E IL PIACERE DEL DISEGNO http://ste74.deviantart.com - Su Facebook: Stefano Sala

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iao a tutti! Mi chiamo Stefano e ho 40 anni, si sono entrato ei famosi “anta”, alcuni dicono che li porto bene e ne dimostro meno speriamo... sono appassionato di manga, ma anche Bonelli, del Giappone (ci sono stato in viaggio di nozze), il modellismo ma soprattutto il disegno. Leggo libri fantasy (Shannara...), romanzi storici (I Pilastri della Terra), thriller mi è piaciuto molto Il Codice Da Vinci, perché tratta di un argomento sempre attuale e di facile discussione la chiesa, i suo segreti e i cavalieri templari, stesso motivo per cui adoro Indiana Jones. Il disegno per me è uno sfogo, un modo per rilassarmi. Non ho mai fatti scuole di disegno, corsi di grafica o altro, quello che faccio è frutto di prove e riprove e consigli di amici che hanno frequentato corsi di disegno o accademie, alcuni di loro hanno fatto del disegno il loro lavoro. Come tutti ho iniziato da

un semplice foglio bianco e una matita, poi sono arrivate le matite colorate, i pennarelli, i pantoni e in fine i programmi grafici. C’è chi “adora” sporcarsi le mani con la grafite e chi snobba la grafica digi-


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tale perché la reputa troppo “facile”... per me non c’è alcuna differenza sono entrambi due modi per esprimere la propria arte. Ultimamente mi sto indirizzando più al disegno grafico, che vi assicuro è impegnativo come il tradizionale. Come dicevo io disegno per passione, anche se non nego di aver tentato qualche concorso. Non ho mai pensato a farne un lavoro, ma non è detto che magari un giorno non diventi una disegnatore di successo... si come no AHAHAHA. Scherzi a parte credo che sia difficile entrare nel modo fumettistico, soprattutto per chi come me non ha alle spalle delle scuole specifiche, ma non si può mai dire. In genere mi “diletto” nelle fan-art, mi piace tentare di riprodurre immagini che mi colpiscono particolarmente, a mio modo, con il mio stile, così come vorrei che fosse. A volte la fantasia mi porta ad “esagerare” un po’ troppo nel “personalizzare” personaggi già esistenti, però a me piace così e spero non solo a me. Negli ultimi anni mi sono “buttato” anche in qualche prova di ritratto e ho scoperto che non è per nulla facile, si ci sono metodi che “semplificano” lo svolgimento, ma è davvero difficile, se siano riuscite bene o no giudicate voi.

Sono sposato dal 2006 e condivido con mia moglie questa passione per il disegno, anzi è grazie lei che ho “ripreso in mano la matita”, si perché per molto tempo non ho più fatto nulla, forse per mancanza di stimoli, poi l’ho conosciuta e assieme a lei ho ripreso il disegno. Nel 2009, sempre con mia moglie, abbiamo deciso di compre in edicola un corso (abbastanza famoso) di disegno manga, da li ci siamo iscritti in un sito di disegnatori appassionati ed è stato li che ho conosciuto ragazzi e ragazze che mi hanno dato un sacco di dritte sul disegno, sulle tecniche, i colori sia manuali che digitale, grazie a loro sono riuscito a migliorarmi, ed è anche grazie a una di queste amiche che ora vi scrivo, ma la strada e ancora lunga, non si smette mai di imparare. A chi può interessare ho una pagina Devian Art http://ste74.deviantart.co m/ qui ci sono disegni vecchi e nuovi beli e brutti... anche qualche foto di scorci e paesaggi fatte durante le mie vacanze, per gli appassionati ci sono anche quelle del Giappone. Grazie per l’opportunità di farmi “conoscere” e poter conoscere altre persone con la mia stessa passione. Stefano Sala


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“TUTOR HITMAN REBORN!” di Andrea De Rosa

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utor Hitman Reborn! è uno shōnen manga di Akira Amano serializzato dalla rivista giapponese Weekly Shonen Jump dal 4 aprile 2004 al 12 no-

vembre 2012 dall’editrice Shūeisha composta da 42 volumi. Un official character book intitolato “Katekyō Hitman Reborn! Official Character Book Vongola 77” è stato pub-

blicato il 4 ottobre 2007 in Giappone. Dal 7 ottobre 2006 al 25 settembre 2010 viene trasmesso in 203 episodi l’omonimo anime creato dalla Artland. La trama dell’opera

verte sulle peripezie affrontate dal giovane studente delle scuole medie Tsunayoshi Sawada. Egli è il tipico sfigato, ovvero una persona alquanto imbranata e non particolarmente brillante. Infatti i suoi voti sono estremamente bassi e per questo motivo la madre decide di affiancargli un tutor. L’idea prende forma dopo il ritrovamento di un biglietto nella posta che pubblicizzava un “eccellente” tutor che in cambio dei suoi servigi, richiede vitto e alloggio. All’indomani della scoperta, il giovane Tsuna ha un risveglio esplosivo (letteralmente) e si ritrova davanti un bambino di all’incirca un anno, ve-


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stito come un mafioso (un classico vestitino nero italiano anni 30 con cappello), ma con un ciuccio giallo e in spalla un camaleonte. Il ragazzo rimane meravigliato di ritrovarsi davanti un bambino piccolo come tutor. Non tutto è come sembra, infatti il compito di Reborn (il nome del Tutor) è quello di formare Tsuna affinché possa succedere al nono boss della famiglia mafiosa dei Vongola di cui è l’ultimo discendente diretto. Il giovane ovviamente rifiuta, in quanto non ha alcuna intenzione di lasciarsi coinvolgere. Il piccolo Reborn non è di questo avviso, infatti farà di tutto per assolvere al compito che gli è stato

affidato. In Primis, dovrà aiutare il suo protetto ad acquistare fiducia in sé e in seguito a formare una sua Famiglia. Per dare fiducia a Tsuna, si servirà dell’aiuto di due elementi: il fido Lèon e il giovane Dino. Lèon è il camaleonte che sta sempre sulla sua spalla, in grado di trasformarsi in un’arma da fuoco, che spara degli speciali proiettili “dell’ultimo desiderio”. È uno stimolo che Reborn usa per far tirare fuori al suo allievo tutto il proprio potenziale. Dino è l’ultimo allievo di Reborn, che come attualmente Tsuna, era un imbranato, ma grazie alle sue cure, diventa sicuro di se e delle proprie capacità, ma anche forte e indipen-

dente. Col passare del tempo la Famiglia di Tsuna crescerà sempre di più, nel vero senso della parla, con tanti nuovi compagni bizzarri e portatori di gag molto spassose. I primi episodi servono da presentazioni dei personaggi principali e di quelli secondari: nell’ insieme la serie animata è molto gradevole, grazie ad una buona caratterizzazione e animazione dei personaggi. In Italia, in seguito all’abbandono del titolo da parte della Planet Manga, che lo aveva precedentemente acquistato (ultimo numero pubblicato è il 18), la Star Comics lo ha acquistato, effettuandone una doppia pubblicazione a partire dal 2 novembre 2012 ripartendo dal numero uno, mentre dal 22 novembre viene ripresa la pubblicazione dal numero 19 a cadenza mensile. In Italia l’anime è stato pubblicato e doppiato dalla Yamato Video, andato in onda su Man-Ga dal 17 novembre 2010. Nel 2014 la Yamato Video ha aperto un proprio canale su YouTube, pubblicando i

primi 26 episodi dell’anime. Nell’edizione italiana, però è stata resa più opportuna, per i primi episodi, espressi in tono più leggero, l’espressione “mala” al posto di “mafia”, essendo quella della mafia un problema ben radicato nella realtà italiana, correggendo anche elementi e tecniche dei personaggi che, pur avendo un nome italiano, non sono molto corrette dal punto di vista sia semantico che grammaticale. Tutor Hitman Reborn è una storia che non colpisce al primo impatto, ma nonostante ciò, spinge lo spettatore a voler scoprire sempre di più sulla trama e sui personaggi. La prima parte della storia è caratterizzata da gag e momenti spassosi. Con l’avanzare della storia l’azione predomina e si affrontano temi e situazioni più serie, ma mai pesanti e noiosi. Andrea De Rosa


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FRANCESCA ROSSI:TRA STORIA E FANTASIA http://elioreds.wix.com/francescarossi - Su Facebook: Asia Francesca Rossi

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i chiamo Francesca Rossi e sono una scrittrice e blogger. Quasi tutto ciò che ho scritto finora è ambientato nel mondo arabo, oppure ha con questo forti legami. Non è un caso, dal momento che ho fatto dello studio della lingua e della cultura arabo-islamica la mia vita. Molti mi chiedono dove sia nata questa passione. Non so rispondere, per la verità, credo che il grande amore, proprio così lo definirei, per questa cultura sia nato con me, guidandomi nella scelta degli studi universitari (sono laureata in Lingue e Civiltà Orientali, corso triennale e magistrale), dei viaggi e degli interessi. Anche la voglia di scrivere, in un certo senso, è nata con me. Sono da sempre un’avida lettrice, onnivora e “affamata” di storie originali e fuori dagli schemi. Penso che la lettura, la scoperta e il pensiero siano le armi migliori contro la pigrizia mentale. Ci costringono a riflettere, a scegliere, a prendere decisioni da soli, a guidare la nostra vita secondo ciò che davvero riteniamo opportuno per noi. Accanto a questi tre elementi credo sia indispensabile considerare anche la Storia. Se vogliamo costruire un futuro diverso,

dobbiamo guardare al passato (non in maniera passiva) e mettere in moto quelle che il celebre investigatore belga Poirot chiama “celluline grigie”. Solo lo studio vero di questa materia, infatti, può consentirci di capire noi stessi. Anche per questo motivo, di solito, i miei racconti e romanzi sono degli storici. Il primo racconto che ho pubblicato si chiama “La Spada di Allah” ed è un’ucronia fantasy edita dalla casa editrice “La Mela Avvelenata” e ambientata durante l’assedio ottomano di Vienna, nel 1683. Cosa sarebbe successo se i musulmani avessero vinto la battaglia e conquistato la città? Nella storia le sfumature fantastiche che ricordano le famosissime “Mille e Una Notte” si incrociano con la politica (o meglio, la storia contro fattuale), l’amore, la morte, l’alchimia e la sfrenata ambizione. Ho in programma di trarre un vero e proprio romanzo da “La Spada di Allah” e conto di farlo prestissimo. Ho scritto anche il romanzo breve “Il Palazzo d’Inverno”, drammatica e impossibile storia d’amore tra un bolscevico e una nobile durante la Rivoluzione d’Ottobre in Russia. Di quest’opera, edita dalla Mela Avvelenata, è disponibile, gratui-


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tamente, anche lo spin off, “La Presa del Potere”. Ho partecipato anche a molte antologie ideate dalla stessa casa editrice e attualmente sto lavorando a nuove storie di ambientazione sia araba che occidentale. Prossimamente uscirà anche un romance storico per la Genesis Publishing, ma per ora non posso dire di più. Se volete conoscere meglio il mio mondo potete iscrivervi alla mia pagina Facebook, seguire il mio

sito oppure visitare i miei blog: “La Mano di Fatima” dedicato alla cultura arabo-islamica e “Divine Ribelli” in cui, invece, il tema centrale sono le grandi donne che hanno fatto la Storia. Da molto tempo, infatti, mi interesso alle vite e all’eredità intellettuale di personaggi femminili, noti e meno noti, di ieri e di oggi, che hanno lasciato un segno e la cui esistenza può ancora insegnarci molto. Per me, quindi, la scrit-

tura è ricerca, passione, ma anche un modo per conoscere me stessa e per migliorare. Non credo, infatti, nei progressi compiuti attraverso la competizione a tutti i costi, o l’ossessivo paragone con gli altri. Ognuno di noi ha una vicenda umana diversa, unica e insostituibile e l’unica cosa che possiamo fare è superare noi stessi e i nostri limiti giorno per giorno, guardare ai nostri miglioramenti e alle nostre debolezze.

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La scrittura, almeno per quanto mi riguarda, mi aiuta a far questo, a sperimentare, a “crescere” con la pratica e la creatività. No, non sono “zen” e forse le mie parole possono trarre in inganno. Sono solo una persona che non teme l’imperfezione e cerca (alle volte fallendo, come tutti) di imparare ogni giorno, senza la paura, che è l’opposto della libertà di vivere. Francesca Rossi


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I CAVALIERI DELLE SIGLE

http://gio2kand1.wix.com/cavalierizodiaco - Su Facebook: I Cavalieri dello Zodiaco

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ra più o meno ottobre o novembre del lontano 1995 quando Emiliano (Ataru Moroboshi) mi chiama al telefono per dirmi che sta mettendo su una cover band delle sigle dei cartoni animati e che mancava ancora il cantante. La mia risposta credo possa essere stata più o meno questa: “SIIIIII! Fichissimo. Dai, Dai. Quando cominciamo?” (o comunque l’ho sicuramente pensato). Con Emiliano (bassista) e Patrizio (batterista) ci conoscevamo già per aver suonato insieme in locali romani in una rock band liceale, gli INNKEEPERS, a base di U2, The Cure e brani nostri. Con gli altri membri della band, Matteo (chitarrista), Andrea

(tastiere e voci) e Fabio (tastiere e voci) Emiliano e Patrizio suonavano in un altro gruppo musicale. Neanche a farlo apposta proprio in quel periodo c’erano le iscrizioni alla rassegna musicale Emergenza Rock, quell’anno in edizione europea. Così, tutti d’accordo, a Dicembre decidiamo di iscriverci, se non altro per avere la possibilità di suonare da subito su dei palchi e davanti ad un pubblico (non solo in sala prove tra noi). Ovviamente dovevamo scegliere urgentemente il nome del gruppo, da comunicare al momento dell’iscrizione. Così, in onore ad una delle band più amate delle sigle dei cartoni animati, “I Cavalieri del Re”, e citando uno dei cartoni del momento, scegliemmo il nome de I CAVALIERI DELLO ZODIACO. Ci divertivamo come matti a provare le care vecchie sigle dei cartoni e di qualche telefilm della nostra infanzia (Ufo Robot, Heidi,Tiger Man, Lady Oscar, Daitarn 3, Capitan Harlock, Daltanious, Sandokan, Mork&Mindy, ecc., ogni tanto in medley con classici del rock) e si vede che sul palco lo riuscivamo a trasmettere a chi ci sentiva, perché addirittura vincemmo quell’edizione di ER! Così, oltre a finire su una compilation di ER con la


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nostra versione rock della sigla di Daitarn 3, incidemmo un CD nostro. Purtroppo la produzione decise (essendo un premio non avevamo voce in capitolo) che il CD dovesse essere DANCE e non ROCK, perché avrebbe avuto maggior mercato (a dir loro anche in centro Europa). Ne uscì un CD (registrato malissimo e mixato molto approssimativamente ed in economia) con 8 brani, 6 cover e 2 inediti, decisamente “non nostro”. Nel senso che, a parte la mia voce, i testi dei 2 brani inediti (sulla base di brani composti da S. Bollani) e lo spirito demenziale che vi aleggiava, tutto il resto era il risultato delle scelte della produzione. L’aspetto positivo fu però la eco che avemmo a livello locale e non solo (grazie anche a radio e tv locali), tanto da essere chiamati a suonare nei più disparati eventi e in moltissimi locali della Capitale e poi anche fuori

(fino alla Lombardia ed in Calabria). Non saprei dire quante decine di concerti abbiamo fatto. Ogni nostro live (o come amiamo goliardicamente scrivere noi, LAIV) era un piccolo evento a base di musica ma studiato come un vero spettacolo, diverso dal precedente. Scene, costumi, ospiti e scaletta sono cambiati ogni volta e la partecipazione attiva del pubblico e dei più accaniti fans (avevano creato un FAN CLUB de I Cavalieri dello Zodiaco!) è sempre stato un must per noi. Ogni concerto, una festa! E’ difficile sceglierne uno in particolare, alla festa di capodanno in Calabria eravamo considerati delle star, alla finale di ER all’Air Terminal Ostiense suonammo di fronte ad oltre 1.000 persone, a Il Locale ed al Piper (ben 2 concerti) ci suonavi solo se eri musicalmente considerato. Forse quello un po’ più fuori di testa fu il nostro ultimo concerto all’Horus Club, quando suonammo davanti a un

mare di amanti dei cartoni animati con tanto di maxi schermo alle nostre spalle che proiettava immagini di cartoni e del nostro live, tantissimi ospiti (più o meno noti) e noi che ci presentammo vestiti da... Spice Girls! Ci hanno sempre chiesto perché nel nostro repertorio non siano presenti sigle di Cristina D’Avena (anche se in un’occasione abbiamo eseguito la sigla di Pollon!). La risposta è molto semplice: assolutamente nulla nei suoi confronti, ma noi siamo della generazione di Goldrake, Mazinga, Daltanious, l’Uomo Tigre, Heidi, Lady Oscar, Lamù, Daitarn 3, Babil Junior, Judo Boy, Sandokan, Mork&Mindy, Daltanious, Ken Falco, ma anche Carletto, Ken il guerriero, Conan, ecc. (non credo serva citare i fior fior di compositori ed esecutori) e quando Cristina D’Avena ha cominciato a “monopolizzare” le sigle dei cartoni animati (non nascondiamo il fatto che ce ne sono alcune che apprezziamo molto), non l’abbiamo proprio digerita benissimo. Le sigle dei cartoni erano per noi diventate un po’ troppo monotòne! Tutto qui. Dopo tutti questi concerti uno dopo l’altro, la ripetitività ci ha alla fine semplicemente annoiato. La vita ha preso per ciascuno di noi la sua piega, Matteo ‘Babil Junior’ (chi-

tarrista) non se la sentiva più, così ci siamo sciolti. Dopo un po’, però, la chiamata delle sigle (e di tanti amici che ci hanno tartassati) è tornata ad essere irresistibile, così trovato un nuovo chitarrista, il buon Luca ‘Dr. Dokrobei’, abbiamo ripreso a suonare saltuariamente, sciogliendoci e riunendoci 4-5 volte! Adesso, non più ventenni, abbiamo ripreso a suonare quando l’occasione ci sembra adatta ad una nuova festa, accompagnati dagli amici di sempre e dalle nuove leve di amanti delle sigle di anni in cui non erano nemmeno nati (ci viene a sentire gente dai 10 ai 60 anni d’età). Molti dei nostri amici sono oggi felici mamme e papà (come quasi tutti noi!) di uno o più figli (la nuova leva de I Cavalieri dello Zodiaco) e il genere delle cartoons cover band continua a crescere, come dimostra l’elevatissimo numero di band in Italia e degli appassionati che vanno a diversi concerti ed eventi a tema. Noi siamo tornati e siamo più matti e carichi di prima, perché “solo uno alla fine, potrà trionfar!!!”. Vostro affezionatissimo, Giovanni ‘Peter ReY’ Pompeo I Cavalieri dello Zodiaco


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LE CREAZIONI DI SONYA ROSCIANO http://omniasonya.blogspot.it - Su Facebook: Sonya Rosciano

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tare la mia passione un vero lavoro... Ora sono in una fase di “stallo creativo”, ma ho sempre in testa tante idee. Amo soprattutto creare delle Fanart e dei crossover, come potete vedere da alcuni dei miei disegni, ma ho messo giù anche varie storie e personaggi inventati che sto ancora perfezionando in attesa del “soggetto definitivo”; i generi sono diversi: alcuni shojo, una storia fantahorror, una storia di poteri ESP, 1 fantasy e una piccola commedia: anche i titoli non sono ancora definitivi, ma

uongiorno a tutti! Innanzitutto grazie di questa opportu-

nità! Mi presento subito... mi chiamo Sonya, non dirò la mia età, ma non sono proprio una ragazzina, e, anche se le vicissitudini della vita non mi hanno permesso di seguire il percorso di studi e professionale che volevo fare, sono appassionata di disegno, illustrazione e grafica fin da piccola, in particolare dello stile dei Manga Giapponesi. Ho imparato a leggere prima di andare a scuola... sui manga di Lady Oscar pubblicati allora sul “Corriere dei Piccoli”! Ho “studiato” e sto continuando per imparare e perfezionarmi da autodidatta nel tempo libero dagl’impegni della “vita adulta quotidiana”.

Nel corso degli anni ho vinto alcuni concorsi: 1 concorso della mia città per le scuole, quando ero bambina, un concorso in collaborazione con “L’Intrepido” ad una fiera del fumetto a Milano, e altri

piccoli concorsi sul web; poi mi hanno pubblicato alcuni lavori su riviste e on line, infine ho venduto qualche mio lavoretto, anche su commissione, ma purtroppo non sono mai riuscita a far diven-


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tutte hanno un punto in comune: mescolare momenti seri e momenti divertenti, perchè io da lettrice apprezzo di più le storie così... Per il disegno amo tutte le tecniche che spesso sperimento e mescolo: pantoni, china, acquerelli, copic, acrilici, ma anche digital painting, in particolare con Photoshop, Paint Tool Sai e Twisted Brush... Ho scoperto sulla mia pelle che non è assolutamente vero che disegnare e colorare in digitale sia più semplice che a mano, anzi è forse l’opposto! Ci vuole parecchia maestria per padroneggiare questo sistema e inoltre, se è pur vero che ti permette di realizzare in modo più preciso effetti speciali, sfondi, texture particolari, ecc. è ancor più vero che se il disegno di base tracciato con le proprie manine non è buono, il digitale serve a poco! Le mie serie Giapponesi preferite, per ovvi motivi sono quelle classiche, i cult della mia generazione: City Hunter, Occhi di gatto, Lady Oscar, Lupin III, Le serie robotiche, Le serie “Majokko”, Saint Seiya, Lamù, Ranma 1/2, Inuyasha, Maison Ikkoku, Georgie, Black Jack, Kyashan, Time Bokan, ecc... e altre serie più recenti: Slam Dunk, Mars, Marmalade Boy, Switch Girl, Peach Girl, Nana, Berserk, Claymore... ma leggo e apprezzo anche alcuni fumetti Occidentali,

(come Walking Dead) e soprattutto della Bonelli (Brendon, Dylan Dog, Legs Weaver, Nathan Never) e noto che negli ultimi tempi si stanno avvicinando ai “colleghi del Sol Levante”come stile e in alcune tematiche, una buona scelta, secondo me... Ho avuto al fortuna di poter visitare il Giappone, un’esperienza meravigliosa ed è davvero come lo rappresentano nei Manga (anche se molto costoso)! Spero di tornare presto, anche perchè per un turista offre il massimo sotto tutti i punti di vista! Ho aperto anche un blog, che sto perfezionando, con tutti i miei lavori e altre cose che mi appassionano e divertono: e per chi vuole curiosare, mi trovate anche su Facebook! Grazie ancora e...viviamo le nostre passioni! Sonya Rosciano


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“GROSSO GUAIO A CHINATOWN” http://nanune13.deviantart.com

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erplessità e un mezzo sorriso sul volto. Ecco come mi sono ritrovata alla fine del film “Grosso guaio a Chinatown”. Osservando i titoli di coda che scorrevano dinanzi ai miei occhi ho cercato di dare un voto logico a ciò che avevo visto e per farlo sono dovuta volare su Wikipedia poiché una gigantesca domanda aleggiava sopra la mia testa: tutta questo calderone di battute vagamente demenziali e sconnesse a sfondo stelle e strisce era voluto? Il cliché cinese per eccellenza era ricercato? O il regista aveva in mente qualcosa di più sottile che non gli è uscito bene?

A quanto pare le mie preoccupazioni erano mal riposte perché il regista e lo sceneggiatore sapevano bene cosa volevano ottenere e con orgoglio l’hanno presentato al botteghino. La cosa mi ha risollevato, perché di una cosa sono certa: la sceneggiature era talmente strampalata da istigare la risata, e talmente sconnessa da istigare la perplessità. Tutto inizia in modo totalmente casuale. In una notte di pioggia ci viene presentato Jack Burton (Kurt Russell) la classica immagine del camionista americano: uomo rude, dalla forte mascella e i muscoli prominenti, che viaggia con il suo camion alla volta di Chinatown per una consegna. Qui incontra il suo amico Wang Chi (Dennis Dun) che lo invita ad accompagnarlo all’aeroporto per andare a prendere la sua futura sposa, la bellissima Miao Yin (Suzee Pai) una ragazza cinese dagli occhi verdi. All’aeroporto Jack fa la conoscenza di Gracie


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Law (Kim Cattrall) una tipa tutta pepe che sembra avere molta fretta e tanta paura di una gang di cinesi “I Signori della Morte” i quali (ve lo dico perché ci vuole un po’ di concentrazione extra per capirlo durante il film ed io l’ho letto su Wikipedia) si occupano del traffico di donne orientali. Nel giro di qualche secondo, nel momento stesso in cui Miao Yi mette piede in aeroporto la gang invade il posto e la rapisce mentre Gracie fugge via con un’altra ragazza. Ed è quindi per recuperare la ragazza rapita che i nostri eroi iniziano una strampalata avventura

letteralmente all’interno delle leggende cinesi che Wang Chi conosceva sin da bambino ma a cui non aveva mai voluto credere. Bene, a questo punto chi è solito leggere le mie recensioni si aspetterà che sia arrivato il momento in cui mi lancio in una recensione tecnica sul film aggiungendo curiosità, note sulla recitazione, effetti speciali etc etc. Per “Grosso guaio a Chinatown” davvero, vorrei astenermi. Non è che il film non mi sia piaciuto, anzi, mi ha fatto ridere e l’ho trovato quanto meno piacevole ma non posso sorvolare il fatto che la trama si muova attra-

verso un giro infinito di “nonsense” sorretto da battute ad effetto che spesso non hanno ne capo ne coda. Divenuto cult solo dopo essere stato registrato in videocassetta, la prima volta che uscì nelle sale nel 1986 la pellicola fu considerata un flop. “Grosso guaio a Chinatown” è una commedia simpatica che può essere annoverata vicino alle più famose pellicole di Jackie Chan senza però possederne il fascino. Di base il regista non voleva creare niente di più che un film d’azione a sfondo comico in cui l’eroe tamarro salva la bella fanciulla e risolve

tutti i problemi e, certamente, la trama è questa. L’errore risiede forse nell’eccesso di materiale utilizzato dallo sceneggiatore per tentare di mantenere alto l’interesse del pubblico con innumerevoli colpi di scena. Se si fosse mantenuta una linea più semplice forse si sarebbe ottenuta una commedia più di successo con un maggiore indice di gradimento al botteghino. Però, è anche vero che, in quel caso, è possibile che il film non sarebbe divenuto un cult. Difatti, come mostrano i “successi” delle pellicole a basso budget della Asylum, non c’è nulla che rimanga più impresso nella memoria del pubblico di internet come un film “eccessivamente eccessivo”. Alla fin fine quindi due complimenti a John Carpenter (regista) vanno fatti. Francesca Rita Loi


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“AKIRA TORIYAMA, IL MANGAKA SORRIDENTE” http://imagorecensio.blogspot.it

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i pare giusto premettere che io non ho mai letto un manga di Toriyama, mentre per quanto riguarda gli anime vidi distrattamente qualche puntata di Dr. Slump & Arale nella sua prima trasmissione, ma ero già un po’ grandicello e non lo seguì mai per più di pochi minuti. Diverso il discorso per Dragon Ball, quando venne trasmesso per la prima volta su Junior TV facevo il servizio militare. Ovviamente non potevo certo seguirlo regolarmente (anche perché aveva un target un po’ per bambini), ma ricordo con piacere alcuni sabato pomeriggio, in cui eravamo confinati in caserma, duranti i quali ci riunivamo nella camerata del commilitone che aveva la mini tv portatile e ci facevamo quattro risate per 20 minuti con il piccolo Goku. In seguito l’ho seguito sulle reti Mediaset, un po’ sporadicamente, ma comunque con piacere. Detto ciò, il saggio di Giorgio Mazzola è diviso in tre capitoli, nel primo c’è la biografia di Akira Toriyama, nel secondo si analizza compiutamente la sua opera ed in quello finale si illustra l’evoluzione artistica del suo disegno. In appendice sono presenti due saggi di Davide Tarò ed Alessandro Del

AKIRA TORIYAMA, IL MANGAKA SORRIDENTE di Giorgio Mazzola, casa ed. Edizioni Il Foglio, pagine 268, costo € 16, anno 2014, formato 21 cm X 15 cm, ISBN 9788876064845.

Gaudio, sempre incentrati su Toriyama, di cui parlerò alla fine. Ogni aspetto dei manga (ed anime) di Toriyama analizzato da Mazzola è sistematicamente accompagnato da esempi presi da vari episodi cartacei o animati, in modo da calare la “teoria” nella “pratica”. Mi capita spesso di permettermi di criticare la saggistica scritta in maniera “difficile”, chiedendomi se non sarebbe stato possibile renderla più abbordabile, Mazzola riesce, pare senza problemi, dove tanti altri autori non arrivano: rendere agevole la lettura. Una biografia può tramutarsi in una sequela di date, luoghi e nomi, con un soporifero effetto finale. Non è il caso della biografia messa in campo da Mazzola, la vita di Toriyama scorre via in maniera piacevole e leggibile, come tutto il resto del saggio, ovviamente un fan del “mangaka sorridente” si sentirà maggiormente coinvolto dalla lettura rispetto ad un semplice curioso come me. Il secondo capitolo è quello più approfondito e complesso, ma non difficile, la lettura è sempre agevole, senza inutili complessità o terminologie astruse. L’autore vuole far risaltare la giapponesità delle


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opere di Toriyama, anche se non sono ambientate in un contesto tipicamente nipponico, ma piuttosto in mondi

fantastici non inquadrabili in una specifica nazionalità. Nonostante il “pianeta Toriyama” (come lo battezza l’autore) non sia

il Giappone, i contenuti e i personaggi nascono dalla cultura giapponese. L’autore inizia con l’illustrare in che modo Toriyama presenta i suoi buoni e i suoi cattivi. I buoni sono gli alter ego del se stesso campagnolo e provinciale, spensierati, puri, innocenti e con la testa fra le nuvole, così positivi proprio perché vivono a contatto con la natura. Del tutto personalmente obbietto sull’equiparazione della campagna agricola come esempio di natura, in quanto proprio gli agricoltori furono i primi essere umani a modificare la natura incontaminata allo scopo di sfruttarla. I buoni campagnoli di Toriyama fanno risaltare la loro personalità provinciale quando si recano in città. Metropoli solitamente super tecnologiche, in cui i vari Goku ed Arale non si sentono a loro agio, come non ci si trova Toriyama. Dopo i “buoni” Mazzola analizza la figura dei “cattivi”, e lo fa prendendo spunto dalla sinossi della ”saga di Freezer”, all’interno della quale ci sono tre avvenimenti che disvelano come il mangaka vede i suoi villains: l’arrivo dei Sayan sulla Terra; il viaggio verso Namecc; la lotta contro Freezer. In particolare ci si sofferma sui personaggi negativi di Piccolo,Vegeta, Freezer, Majin-Bu. I quattro nomi da me citati non sono gli unici che l’autore

valuta, dimostrando quale sia la discriminante che può permettere ad un cattivo di Toriyama di evolversi in buono: quando si iniziano a conoscere i dettagli sulla sua storia e le sue origini. Quindi il cattivo di cui il manga (o l’anime) inizia a raccontare i trascorsi potrà diventare buono, o venire comunque riabilitato, mentre il cattivo che non ci rivelerà nulla del suo passato (ergo del perché sia diventato cattivo) resterà tale. Si passa ad analizzare altri aspetti: i rapporti tra i vari personaggi creati dal mangaka; l’amicizia nel gruppo; come il gruppo tenda sistematicamente ad allargarsi inglobando anche i personaggi inizialmente cattivi. Devo dire che l’ultimo espediente narrativo è presente in anime antecedenti a quelli di Toriyama, per esempio in “Conan il ragazzo del futuro”, oppure nell’ancora più vecchio “I Superboys”. In particolare l’autore si sofferma sul meccanismo utilizzato in Dragon Ball per far incontrare a Goku nuovi personaggi. Semplificando di molto: ad un primo incontro segue il combattimento, ed in seguito l’amicizia, oppure altri combattimenti se il cattivo non diventerà mai buono. L’autore battezza questo meccanismo “conflitto inglobante”, procedendo ad illustrarne vari esempi in altre opere di Toriyama. Sempre nel contesto del


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rapporto tra il protagonista e gli altri personaggi è dato largo spazio ad Arale e agli abitanti del Villaggio Pinguino. L’autore chiama “amicizia porta a porta” il rapporto che Arale instaura con i loro, in quanto è sempre la robottina a recarsi dal nuovo personaggio per legittimarlo e farlo uscire dal suo guscio/ambiente casalingo. A questo punto, dopo aver illustrato le varie dinamiche presenti nelle opere di Toriyama, vengono fatti notare gli

aspetti prettamente giapponesi dei suoi manga ed anime. Ambientazioni e comportamenti della società giapponese che non risaltano immediatamente, in quanto i contesti sono sempre di mondi fantastici. Questa ampia parte del saggio supera il confine di una semplice analisi delle opere di un mangaka, spaziando tra la sociologia e l’antropologia. Il tutto sempre in maniera comprensibile e con esempi tratti dalle puntate televisive o dai manga. Questa parte del

saggio potrebbe essere un buono stimolo per affrontare le peculiarità della società giapponese che vadano oltre manga ed anime. Il primo aspetto della società giapponese che viene affrontato è quello del rapporto col gruppo, cioè chi fa parte della propria cerchia, identificato col termine “uchi”, e di chi è fuori dal gruppo, il cui termine è “soto”. In questa parte del saggio si fa spesso riferimento al saggio di Chie Nakane "La società giapponese”. Quindi si passa ai rapporti all’interno del proprio gruppo (uchi), spiegando il significato dei termini “attributo” e “struttura” nella società giapponese. Sono evidenziati anche i comportamenti dei personaggi di Toriyama che contrastano con le regole sociali valide per un giapponese. I personaggi che infrangono queste consuetudini sociali sono per lo più bambini ed anziani, le due età a cui in Giappone è permesso tutto o quasi. Quando Goku diviene adulto può continuare a farsi beffe delle regole dei grandi solo perché è un puro, quindi assimilabile ancora ad un bambino. In questo Toriyama rivela il suo desiderio di far vincere il mondo dei bambini contro quello degli adulti (giapponesi). Nella parte finale del secondo capitolo l’autore

sposta l’attenzione su due attività umane enfatizzate in Dragon Ball e Dr. Slump & Arale: fame e sonno. La fame ed il sonno fanno parte anch’essi del mondo dei bambini, Mazzola vi dedica largo spazio, con considerazioni assai interessanti. Nel terzo capitolo viene ripercorsa la quarantennale carriera artistica di Toriyama, presentando e commentando tutte le sue opere, allo scopo di mostrare la sua evoluzione nel disegno. Il primo saggio in appendice è ad opera di Davide Tarò, che ha scritto vari titoli su anime a manga (4 libri recensiti qui sul blog), ed è incentrato sul successo editoriale di Dragon Ball in patria ed in Italia. Oltre a ripercorrere questo devastante successo mondiale, Davide Tarò spiega il meccanismo editoriale che sta dietro l’alleanza strategica tra la rivista Shonen Jump e la Toei Doga. Il secondo contributo, più breve del precedente, è di Alessandro Del Gaudio (2 saggi recensiti qui sul blog),con soggetto i mondi creati da Toriyama. Del Gaudio conia il termine “Terriyama” per identificarli, illustrando i vari mondi alternativi creati dal mangaka, non limitandosi a Dragon Ball e Dr. Slump & Arale. Stefano “Stengo”


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LA QUARTA VOLTA DEL “SASSARI COSPLAY” www.sassaricosplay.it - Su Facebook: Sassari Cosplay Comics and Games 2014

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abato 13 e 14 Settembre 2014 si terrà la quarta edizione del Sassari Cosplay, nonché seconda edizione Comics and Games. La fiera aprirà alle ore 11:00 sia il Sabato che la Domenica. Durante le giornate potrete trovare vari stand aperti al pubblico con in vendita gadget, fumetti, videogame, libri e tanto altro legati a questo mondo e non solo. Sarà inoltre possibile fare delle foto con i nostri Ospiti, anche stampabili istantaneamente, e chiedere degli Autografi sulle stesse. Dalle ore 16.00 di en-

trambi i giorni si terranno le Gare Cosplay sul palco, che termineranno per le ore 21:00, comprese di premiazioni. La gara del Sabato qualificherà il Miglior Cosplayer Maschile e Femminile all’Italian Cosplay Contest, ossia alle Finali Nazionali che si terranno a Milano. La gara della Domenica invece avrà integrato il Contest One Piece Pirate Warrior a cui potranno qualificarsi dai 3 ai 5 partecipanti per la Finale Nazionale che si terrà a Lucca. Per le 21:30 del Sabato 13 Settembre é previsto l’inizio del concerto di Giorgio Vanni e i Figli di

Goku, la sua band, finalmente tutti insieme in concerto Live per la prima volta in Sardegna, per farci divertire e cantare le canzoni dei cartoni animati delle generazioni passate e di quelli più recenti, tenendoci compagnia per due ore fino a chiudere così in bellezza la prima giornata di Fiera. Domenica 14 invece durante la mattinata potremo assistere alla presentazione di alcuni libri da parte di vari Autori e anche ad un Workshop di Make-up che realizzerà Francesco Sanseverino sul fortunato modello (donna o uomo) che verrà estratto in modalità di cui daremo più avanti maggiori informazioni sulla nostra Pagina Facebook.

Essendo l’evento ad Ingresso Gratuito prevediamo una grande affluenza da parte del pubblico fino a 10.000 presenze, che sia per assistere al concerto, o per curiosità o per trascorrere una giornata diversa dal solito. Oltre a Giorgio Vanni e i Figli di Goku saranno presenti altri Ospiti di grande importanza, tra cui: Daniela Delle Cave, Francesco Sanseverino, Leon Chiro, Luca Panzieri, Maurizio Merluzzo, Mogu Cosplay, Nadia SK,Valentino Notari. Per maggiori informazioni sull’ evento e su come partecipare ai contest seguiteci alla pagina Facebook e sul sito. SC Staff


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GLI OCCHI MAGICI DI MIRIAM MASTROVITO http://miriam-mastrovito.blogspot.it - Su Facebook: Miriam Mastrovito

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i dice che la magia sia negli occhi di chi guarda. Io penso di essere nata con gli occhi pieni di magia perché osservare ciò che mi circonda e stupirmi sono per me azioni simultanee, perché sbirciare “dietro lo specchio” è un vizio a cui proprio non so rinunciare. Raccontare ciò che

vedo è un tentativo, forse, di intrappolare immagini e sensazioni che temo possano volare via diversamente, perché se è vero, come dice King, che l’incredulità è un pallone pesante, è altrettanto vero che l’immaginazione è un palloncino che si libra leggero e facilmente si

perde tra le nuvole. Sospetto che la mia voglia di magia corrisponda anche a una grande fame di vita poiché quando leggo e scrivo fantastico non faccio altro che tuffarmi in avventure incredibili, partire per mete sconosciute, afferrare le vite di altri personaggi e indossarle a tempo inde-

terminato come fossero la mia. Il fantasy, in tutte le sue sfaccettature, in fondo è questo: è incapacità di accontentarsi della crosta, è desiderio di spingersi sempre un passo oltre. E a forza di spingersi sempre più in là, diventa inevitabile scontrarsi con il mistero più grande: la morte.


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Ho cominciato a raccontarmi e a scrivere storie alla tenera età di cinque anni. Ho scritto di fate e folletti, ho scritto di sogni e di arcane profezie, di regni nascosti e di libri perduti sapendo però che, prima o poi, avrei dovuto scrivere anche di Lei. Ebbene sì, Reborn, il mio ultimo romanzo, è un libro che parla di Morte ma che, paradossalmente, vuole essere un inno alla vita e che si offre al lettore come una storia d’Amore (d’amore maledetto, s’intende). Un romanzo gotico per temi e atmosfere ma ambientato ai giorni nostri. In un certo senso, Re-

born è una favola sbagliata perché, come molte favole, comincia con un desiderio che si realizza. Il problema è che la protagonista sembra aver sfregato una lampada difettosa. Elga che ha visto morire la sua bimba sogna di riaverla con sé. Un giorno si sveglia e scopre che, forse, qualcuno ha ascoltato la sua preghiera: una bambina si è materializzata in casa nel cuore della notte, siede alla sua tavola ed è lì che le sorride con il visino sporco di cioccolata, solo che... non è sua figlia. Uno scherzo? Un sogno? Un’allucinazione? Sembrerebbe di no giacché in paese tutti vedono

la piccola e tutti sostengono che sia chi dice di essere. A quel punto Elga non può che esprimere un secondo tacito desiderio: scoprire la verità e dimostrare così a se stessa e al mondo di non essere pazza. E il suo folle genio non mancherà di rispondere all’appello anche questa volta solo che... per aiutarla nell’impresa, anziché un cavaliere senza macchia, le invierà un becchino, uno stalker che da tempo la importuna farneticando d’altri tempi e di un amore perduto. Caso mai vi stiate chiedendo chi sia il genio in questione, giusto per te-

nervi alla larga, sappiate che non ve lo dirò. Per scoprirlo dovrete lasciarvi prendere per mano e seguirmi attraverso le pagine di Reborn fino al confine tra i mondi, lì dove la morte non è che la maschera di un eterno risveglio. Se siete pronti a partire, salite in carrozza, c’è un bizzarro cocchiere con l’occhio di vetro che freme per lanciare i suoi cavalli al galoppo. Non udite una canzone in sottofondo? Lo sta sussurrando anche Valor Kand: “Wake up. It’s time to wake up!” Miriam Mastrovito


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RACCONTIAMO WALT DISNEY (PARTE 7) Su Facebook: Walt Disney e il suo magico mondo

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alt, dopo il flop di Pinocchio, decise comunque di continuare a lavorare ai lungometraggi. Si sa che lo staff Disney portava avanti contemporaneamente più progetti: c’erano in ballo Fantasia e Bambi mentre si pensava a realizzare Pinocchio. Disney, però, si rese conto che aveva speso troppo e incassato poco. Non c’era stato il solito entusiasmo avuto da parte del pubblico e critica come per Biancaneve. La crisi si faceva sentire sempre più forte negli

studio Disney. I soldi mancavano per mettere su dei progetti costosi (Disney puntava in alto). Inoltre, nuovi impiegati vennero a far parte della compagnia Disney e anche un nuovo studio prendeva forma, quello a Burbank. L’unica soluzione per poter terminare questo studio era di vendere titoli azionari di cui Disney deteneva la maggioranza. Ma Disney, testardo qual era, era contrario alla loro vendita, anche se alla fine cedette. Con il denaro vennero estinti anche altri debiti. Insomma, Disney non se la passava

troppo bene. I nuovi assunti, impiegati nelle varie mansioni, all’inizio lavoravano sodo con la promessa di ulteriori aumenti. Disney, che ora si faceva vedere di rado tra gli addetti ai lavori se non con pochissimi fedeli, era lontano dalle promesse. A lui importava che i suoi impiegati svolgessero il loro lavoro con dedizione e passione senza pensare ad aumenti (quelli sarebbero venuto col tempo). Per Disney era importante il lavoro di squadra fatto bene, anche se questo comportava lavorare molto.

Disney non si rendeva minimamente conto che stava portando gli impiegati a una insoddisfazione di fondo, a una ribellione interiore che sfociò più tardi in scioperi non proprio convenienti per la figura dello stesso fondatore. Col tempo, per ridurre le spese, Disney decise di iniziare con i licenziamenti (da qui gli scioperi): la causa era la scarsa capacità di gran parte degli artisti. Gli scioperi erano capeggiati dalla Screen Cartoonist Guild di cui Art Babbit, uno dei più grandi animatori Disney, si fece


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portavoce. Tra Disney e Babbit non scorreva buon sangue: Disney voleva che lui si liberasse dagli schemi rigidi e antiquati nel campo dell’animazione, ma si spiffera che forse il motivo era un altro, legato all’ origine religiosa di Babbit. Il fratello di Disney, Roy, chiese aiuto alla RKO, distributore della Disney, per finanziare più denaro, e a quello precedente, ossia la United Artist. I patti furono che la United Artist mettesse a disposizione una metà delle spese mentre l’altra sarebbe derivata da prestiti bancari. Disney doveva alla banca la bellezza di tre milioni e mezzo di dollari. Gli scioperi furono all’ordine del giorno: qui parteciparono anche le coloriste e le inchiostratici che stavano lavorando ai futuri lungometraggi. Il loro lavoro era importante quanto quello degli animatori, forse di più, e

Disney si rese conto che si stava perdendo del tempo prezioso. A lui importava andare avanti con i progetti e si irritava al pensiero che i suoi impiegati stessero scioperando. Art Babbit venne licenziato con il motivo di aver capeggiato gli scioperanti e di essersi messo troppo in mezzo. Un nuovo ostacolo si affacciava nella vita di Disney: la seconda guerra mondiale con a capo Hitler che stava limitando molte cose, tra cui il commercio estero dei suoi film. I progetti iniziati venivano portati comunque avanti: Fantasia, Bambi, Dumbo e altri erano sulla carta già pronti e Disney, caparbio com’era, di certo non si arrese. E questo lo vedremo nella prossima puntata. Ermelinda Tomasi


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ENTRATE NEL MAGICO MONDO DI PLOPPI

http://magicomondodiploppi.deviantart.com - Su Facebook: Il Magico mondo di PLOPPI

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iao! Mi chiamo Giovanna e sono una “creativa”. E’ difficile definire la mia passione perché ciò che mi piace fare è modellare,creare,dare vita a tutto ciò che mi frulla in testa!! Sin da piccola la mia passione più grande è il disegno, infatti passavo ore con la matita in mano provando a disegnare i protagonisti dei miei cartoni animati preferiti! Ricordo che, non avendo il pc, quando necessitavo di immagini per disegnare un personaggio riguardavo più e più volte la video cassetta del cartone animato e cercavo per ore il momento esatto per bloccare l’immagine! Ahahah Molti credono che abbia seguito degli studi specifici nel settore, ma non è così; infatti mi sono diplomata in lingue e laureata in giurisprudenza ma attualmente ho deciso di seguire la passione e ten-

tare di farla diventare qualcosa di concreto. Sono riuscita a mettere in pratica questa mia passione nel 2011 quando ho scoperto le paste polimeriche e da li mi sono appassionata a questo mondo sempre di più. Il materiale che utilizzo più spesso per modellare è il “Fimo” che è una pasta polimerica che si modella con le mani e una volta cotta indurisce così da poter creare gioielli, statuine e tutto ciò che la fantasia concede. Il mio nome d’arte è: “ il Magico Mondo di Ploppi” un nome bizzarro (lo so :D) ma mi sono ispirata al mio cartone preferito “Alice in Wonderland”, infatti proprio come lei anche io a volte mi rinchiudo nel mio magico mondo, che fino a quattro anni fa era tutto mio, poi per gioco, il 13 maggio del 2011, ho deciso di condividere questa mia passione e ad oggi siamo più di 26 mila in questo magico mondo.


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Inizialmente realizzavo oggetti semplici anche se ho iniziato a modellare personaggi più complessi quasi subito perché, purtroppo o per fortuna, affrontare nuove sfide mi ha sempre stimolata, infatti mi sono sempre detta: “Se lo fanno gli altri perché non potrei riuscirci io?” :D Così seguendo tutorial,sperimentando nuove tecniche sono riuscita a trovare anche uno stile proprio che mi soddisfa e in qualche modo mi distingue, perché è proprio questa la cosa fondamentale delle persone che condividono la mia passione, sapersi distinguere. La soddisfazione più grande che ricevo quotidianamente deriva dal calore delle persone che mi sostengono e mi danno quella carica per migliorarmi, infatti spero di riuscire col tempo a perfezionarmi sempre di più.

Spesso ricevo messaggi di ragazzi/e che condividono la mia passione e mi chiedono consigli, a volte sono anche demoralizzati perché magari non riescono subito al primo tentativo, ma come spesso dico ciò che è fondamentale è la costanza, bisogna non arrendersi mai che pian piano i risultati arrivano! Ho realizzato anche qualche tutorial che potete trovare sul mio canale YouTube “MagicoMondodiPloppi” e che spero possa esservi utile (non ne ho prodotti molti, purtroppo per mancanza di tempo, ma l’idea è quella di ritagliarmi uno spazio per poterne creare degli altri). Giovanna Parisi


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“LINGALAD”: MUSICA, FANTASY E... www.lingalad.it - Su Facebook: Lingalad

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ari lettori di JAPANIMANDO, siamo felici di accogliere l’invito di questa bella webzine e raccontare un po’ di noi. L’avventura dei Lingalad è legata strettamente al mondo de Il Signore degli Anelli di Tolkien. Il nostro primo cd, Voci dalla Terra di Mezzo, ci ha fatto muovere i primi passi nel vasto e intricato panorama musicale. Le canzoni di quell’album nacquero per essere suonate semplicemente attorno ad un fuoco... e invece ci hanno portato lontano. In tutti i sensi. La prima sorpresa fu una lettera di complimenti che ci arrivò da Priscilla Tolkien, l’anziana figlia del grande Maestro. Il formato e la carta della lettera, rigorosamente battuta a macchina, era davvero hobbit. La con-

serviamo con affetto in sala prove, in una bella cornice di legno di faggio, come piacerebbe agli Elfi di Lorien. La seconda sorpresa, davvero inaspettata, fu quella di essere invitati a suonare alla Prima americana del film di Peter Jackson Il

Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re. Prima di partire ci guardammo di filato i primi due capitoli della trilogia, che non tutti nel gruppo avevano voluto vedere. Che figura avremmo fatto se non avessimo riconosciuto gli attori? E alla fine... non li

riconoscemmo in ogni caso (almeno non tutti). Nei film erano talmente truccati che dal vivo rischiammo delle grezze tremende. D’altronde l’attore che interpreta il nano Gimli, John RhysDavies, nella realtà è alto quasi 2 metri! Il più simpatico con noi è stato senza dubbio Craig Parker, che nel film interpreta invece l’antipaticissimo elfo Haldir. Lo sentiamo tuttora, è una persona solare, semplice e dalle battute esilaranti. Le vie della musica della Terra di Mezzo ci hanno fatto viaggiare molto lontano dalla nostra amata Contea italica, da New York a Bruxelles, da Toronto a Francoforte... ma ad un certo punto abbiamo sentito il bisogno di esplorare nuove strade. Così sono nati i cd “Lo Spirito delle fo-


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glie”, “La locanda del vento” e l’album a cui stiamo lavorando adesso, che si intitola “Confini armonici” ed è ispirato ai due romanzi di Giuseppe Festa, il cantante dei Lingalad. Giuseppe, infatti, nel 2013 ha esordito come scrittore col fortunato libro “Il passaggio dell’orso”, e ha da poco pubblicato un nuovo romanzo intitolato “L’ombra del gattopardo”,

entrambi pubblicati in Italia da Salani, l’editore di Harry Potter. Ecco dunque in poche righe chi siamo, da dove veniamo e dove vorremmo andare. Se volete vedere i nostri video o seguirci in concerto, sbirciate sul nostro sito o alla pagina Facebook. Non ci resta che augurarvi buoni sentieri. Lingalad LINGALAD Giuseppe Festa (voce e flauti) Giorgio Parato (batteria) Luca Pierpaoli (chitarra) Andrea Denaro (strumenti etnici) Dario Canato (basso)


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MATTIA... SPIRITO DELLA NOTTE

www.flower-ed.it - Su Facebook: Mattia Kelevra Spirito / Dopo il tramonto

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na notte insonne di molti anni fa, quando io ne avevo 15, scoprii un mondo nuovo che mi fu di un aiuto indispensabile e che lo è ancora oggi. Credevo che i libri fossero boriosi e inutili. Mi

resi conto in quelle tre ore di lettura filata, in cui non mi accorsi neanche del tempo trascorso, che mi sbagliavo. Trovai un’evasione dal mondo odierno che ci affligge continuamente, un’oasi di relax in cui far viaggiare

davvero la mente in luoghi sperduti o lontani da noi. Quello che voglio fare è proprio questo: creare svariati mondi legati alla realtà, cercando di infondere in chi legga il dubbio che la storia possa essere vera, im-

pressionarlo al punto da fargli credere che si possa trovare in una situazione simile a quelle da me raccontate, ancora meglio se, tornando a casa, si giri attorno per paura che qualcosa possa spuntare fuori all’improvviso, oppure commuoverlo fino a strappargli anche poche lacrime.Vorrei far resuscitare le emozioni che nella società odierna, vedendo tra la gente e le strade, sono più che assopite. Cerco di dare al lettore una piccola pausa dalla fatica quotidiana e dal nervoso continuo che ci disturba lo stomaco rattrappendolo. Far sì che quella ora di lettura possa risanare l’animo costellato dei morsi delle giornate monotone o spente, o anche da quelle troppo caotiche e spasmodiche in cui fare la valigia (per poi andare dove?) sembrerebbe sempre la soluzione migliore... sensazione provata più di una volta, amici miei. Io voglio offrirvi una serie di occasioni per viaggiare in cui i bagagli non servono. Basta una sedia o meglio ancora un letto comodo, un po’ di luce e tanta voglia di sfogliare pagine colme di parole, dove ognuna di esse, concatenata alle altre, vi rapisca e vi faccia innamorare, tremare sia nel bene che nel male, spaventare, gioire e quant’altro possa essere


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trasmesso da un buon romanzo, e farvi addormentare sognando le mie parole e i miei personaggi, le mie anime e le loro storie. Il fantasy o urban fantasy o thriller (quello che mi viene da scrivere io scrivo, poi giudicate voi di che si tratta) sono i generi in cui riesco più a cimentarmi. Il mio primo romanzo si chiama “Dopo il tramonto”, titolo che mi è balenato in mente solo dopo aver riletto la mia opera a fine scrittura. Non vi dico di che si tratta perché il mio difetto principale è proprio non saper raccontare ciò che scrivo. Se mi poneste questa domanda

vi risponderei “parla di vampiri”. Banale vero? Ma posso assicurarvi che si tratta ben più di due pipistrelli troppo cresciuti che mordono belle fanciulle. Non sono dei piagnucolosi chihuahua, i miei vampiri mordono e uccidono davvero. Non tutti i miei romanzi saranno sui figli della notte (tranne il sequel di “Dopo il tramonto” e un altro romanzo composto però differentemente). Preferisco dar vita a personaggi completamente diversi tra loro, con situazioni e stranezze svariate che portino all’assurdo o all’impensabile. Sempre basati su un filo di realtà, infatti, non creerò mai

città inventate. Saranno sempre visitabili sul pianeta terra con un buon biglietto del treno o aereo. A ogni creatura che troverete nei miei romanzi cercherò di dare un volto a voi visibile e un cuore a voi palpabile. Ognuno di loro ha una fiamma propria che lo rende unico e che vi porterà ad amarlo o odiarlo. E in ogni romanzo ci sarà un universo che spero troverete piacevole visitare più e più volte. Per il resto, cos’altro dirvi? Il mio spazio è quasi terminato e ciò che speravo di poter esprimere meglio, vi assicuro, non è stato possibile. Posso solo dirvi di tro-

vare il tempo per dedicarvi a questo piacere intenso molto trascurato e preso sottogamba. Cercate di prendere la vostra sedia e, anziché giocherellare con tutte le chincaglierie odierne, dedicare almeno un po’ di tempo a una buona storia solo per il gusto di leggerla ed estraniarvi dal mondo asfissiante che ci circonda, passeggiando nei mondi che la mente e il cuore di qualcun altro hanno partorito non senza poche difficoltà e notti in bianco. A te lettore, Mattia Spirito


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INTERVISTA AD “ELISA GOLDIN” www.neko-neko.it - Su Facebook: Elisa Goldin

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entornati sulle pagine di JAPANIMANDO cari lettori! Come tutti sappiamo l’Italia, per quanto ri-

guarda il mondo del cosplay, non è seconda a nessuno e spesso i nostri rappresentanti sono tra i migliori al mondo. Anche questa volta non

ci siamo smentiti e grazie alla bravura della protagonista dell’articolo di questo mese, il bel paese ha primeggiato con il suo tricolore e la bandiera del

cosplay nostrano ha scalato ancora una volta le vette più impervie. Elisa infatti, si è classificata al terzo posto come rappresentante nella categoria solo durante il prestigioso European Cosplay Gathering presso il Japan Expò di Parigi diventando una delle cosplayer migliori d’Europa. Ma ho detto già troppo; lascio quindi la parola alla nostra vincitrice. 1) Ti andrebbe di presentarti ai lettori di Japanimando? “Ciao a tutti ,sono Elisa e ho 28 anni.Vengo da Arezzo (in realtà però sono Veneta) e con il mio ragazzo Paolo Landucci, formiamo la coppia Neko-Neko cosplay.” 2) Come è nata la passione per il cosplay e qual’è stato il personaggio più complesso da creare? “Ho iniziato a fare cosplay nel 1999; all’epoca leggevo “Kappa Magazine” e su un numero trovai un trafiletto che parlava del cosplay,con una foto di Marika Roncon cosplayer che ammiro tutt’ora. Da li ho iniziato a fare i primi cosplay. e senza dubbio, il personaggio più complesso da realizzare penso sia stato Enira di Lineage II (non che quello dell’ECG sia stato da meno).”


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3) Recentemente hai partecipato all’ECG riuscendo a portare a casa un titolo prestigioso. Come è nato l’abito e l’esibizione e che cosa ha significato, poter vivere un’esperienza del genere? “Il personaggio per l’ECG in realtà era li che mi attendeva da tempo,dovevo solo trovare l’occasione adatta per realizzarlo. Proviene dal game giapponese “End Breaker” che ha una lista di personaggi infinita,e molti di questi sono stupendi... infatti ne vorrei fare altri. Sono attratta da tutto ciò che è magico e non potevo quindi non scegliere una maga considerando poi che, i colori dell’abito

che indossa, così intensi e luminosi ricordano proprio un cielo stellato. La realizzazione è stata abbastanza complessa: il primo ostacolo è sorto al momento della creazione della gonna (e dunque per quanto riguarda la parte sartoriale) che, a causa del modello così complesso ha richiesto notevoli tentativi di prova prima della forma definitiva. Per la parte accessoriale invece, ho pensato prima di tutto al trasporto in valigia e partendo da questo presupposto, ho creato uno scettro smontabile in ben 5 parti; vi lascio immaginare dunque il difficile lavoro di studio relativo alle altezze e ai


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materiali in modo che il tutto fosse più resistente possibile. Per me questa volta è stato molto più semplice trovare qualcosa da fare per l’esibizione: appena ho scelto il personaggio la mia mente era invasa da trucchi magici da usare che poi ho abbinato al carattere del personaggio. É stata la mia prima gara importante e dunque, mi sono impegnata al massimo per curare ogni minimo dettaglio. Ripeterei di sicuro la magnifica esperienza del Japan Expò anche se devo ammettere, è stata piuttosto

stancante! La mia pecca è stata la comunicazione, il non parlare inglese mi ha impedito di divertirmi al massimo con gli altri partecipanti e mi sono posta come obbiettivo quello d’imparare il più possibile così da essere preparata in vista di future manifestazioni. Ho avuto occasione di conoscere persone che osservavo solo dal web e di scoprire quanto fossero meravigliose. In questo modo, ho avuto la possibilità di comprendere in pieno quanto venga vissuto in maniera diversa il cosplay a se-

conda del paese d’origine. In Italia c’è sempre una polemica dietro l’altra e fare cosplay quasi diventa un peso,uno stress e non certo un divertimento e qualche volte lo confesso, nell’anticamera del mio cervello è balenata l’idea di mollare tutto. Dopo aver vissuto quest’esperienza ho cambiato idea: continuerò sicuramente a fare cosplay per me e per le persone che mi seguono e mi apprezzano”. 4) Hai notato delle differenze tra l’organizzazione francese e quella italiana per quanto ri-

guarda l’ambito del cosplay? “Un’abisso si può dire? Mi riferisco al Japan Expò che comprende la gara ECG, la gara normale e le qualificazioni per il WCS nonché la sfilata (infatti chi non riesce ad iscriversi alla gara sul palco principale, ha la possibilità di farsi ammirare percorrendo la passerella). Il cosplayer viene trattato praticamente come un vip: lo staff è composto da persone molto gentili e disponibili che a loro volta, coltivano l’hobby per il cosplay e sanno dunque molto bene quali problematiche si nascondono durante questo tipo di manifestazioni. La scenografia viene posizionata sopra il palco direttamente dallo staff e una volta terminata l’esibizione, il tutto viene spostato con la massima velocità per lasciare spazio agli altri partecipanti. L’attenzione alle esigenze del cosplayer è assoluta: dall’organizzazione delle luci per ogni singola scenetta al supporto con cibo e acqua nel corso dello show. In Italia posso dire che in molti casi siamo trattati come fenomeni da baraccone: usufruiamo giusto del minimo indispensabile e anche lo staff, che non lavora certo in condizioni ottimali ne risente, e dunque tutto questo va ad influire negativamente sulla manifestazione.”


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5) Quali sono a parer tuo, gli step da seguire quando si decide d realizzare un determinato abito e sopratutto (visto che nel tuo caso siamo abituati a esibizioni d’impatto)come si crea una scenetta coinvolgente? “Solitamente quando scelgo un personaggio mi metto alle ricerca di più immagini possibili, per poter studiare nel dettaglio qualsiasi cosa ne faccia parte. Quindi parto dal tessuto,che preferisco toccare e vedere con mano, nel caso si tratti di negozi online richiedo un campione. Ultimamente scelgo costumi con forme sartoriali particolari e che

richiedono dunque uno studio approfondito. Si inizia con un idea per poi cambiarla nel corso del work in progress così da avvicinarmi il più possibile alle caratteristiche del personaggio da interpretare. Gli stessi ragionamenti valgono per gli accessori per i quali, si studia procedimento e materiale. Alla fine passo alle cose piccole come colori,lenti, modello delle parrucche e la loro acconciatura (anche in questo caso se si tratta di qualcosa di complesso il progetto è fondamentale). Son contenta che le mie esibizioni siano ritenute d’impatto e coinvolgenti, visto che comunque non

sono molto brava nel realizzare qualcosa che venga intuita senza che sia parlata,una storia che abbia un’inizio e una fine sensata e che scorre senza problemi. Però di mio cerco qualcosa che possa stupire la giuria, qualcosa di originale che nessuno abbia mai fatto. Attraverso la mimica e la gestualità cerco di far comprendere al pubblico le caratteristiche del personaggio e ogni volta nel farlo, m’impegno al massimo. Sopra il palco indosso una maschera e immagino che davanti a me non ci sia nessuno: solo io e il mio personaggio.” 6) Quali tipi di tecniche non hai ancora sperimentato nel tuo lavoro? Ci sono dei personaggi che rappresentano una sfida in termini di realizzazionee ancora non sei riuscita a realizzare? Sono diverse le tecniche/materiali che non ho ancora usato: ad esempio la vetroresina, il Kobracast, e altre tecniche usate adoperate insieme al foam; al momento mi sto esercitando con il worbla creando oggetti molto piccoli e sperimentando per realizzare delle intere armature. La sfida più grande è rappresentata da quei personaggi che indossano appunto un armatura come ad esempio, i pro-

tagonisti tratti da Eternal Sonata o Saint Seiya senza contare che recentemente, ho sviluppato un forte interesse per il mondo dei Transformers. 7) Vi sono dei cosplayer a cui fai riferimento o che ammiri particolarmente? Avrei una lista immensa di cosplayer a cui fare riferimento e tra di loro vorrei annoverare: Calipso cosplay, Tasha e le Spiral Cat,Yuki Godbless, Marika Roncon, Daniela Maiorana, Dani Foca, Alessio Mannino, Nadia Sk, Mogu e tanti altri. 8) Cosa significa per te essere una cosplayer? Interpretare i miei peronaggi preferiti nella vita reale e uscire dalla monotonia giornaliera. Mettermi in gioco e sfidarmi continuamente in cose nuove. Creare e ricreare perchè per me è l’unico modo per esprimere la mia fantasia. Cosplay On-Air Valentina Podda

Ogni mercoledì dalle ore 20.20 in FM ed in streaming su

Radio Dimensione Musica

www.radiordm.it/live


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“JOANNA”: BACK TO THE ‘90!

Su Youtube: Joanna IlGruppoMusicale - Su Facebook: Joanna - il gruppo musicale

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alve a tutti! Noi siamo i JOANNA – Cartoon Cover Band!!! Detta così sembra un po’ una minaccia, quindi iniziamo con delle presentazioni più tranquille. Siamo un gruppo di Roma che nasce, nel 2012, con l’intento di suonare tutte quelle canzoni che hanno animato la nostra (e probabilmente pure la vostra) infanzia. Il progetto Joanna nasce in un’università: in 4 dei 6 attuali membri frequentavamo lo stesso anno della facoltà di fisica. Inizialmente volevamo solo suonare insieme, accomunati più che altro da un rapporto di amicizia piuttosto che da vere affinità musicali. Fin dalla prima prova risultò però chiara a tutti una cosa: volevamo mettere su uno show che potesse richiamare memorie di un periodo che può essere stato, per ciascuno di noi, più o meno

bello, ma che comunque è e rimarrà indimenticabile. Ci eravamo resi conto che le persone tendono a sorridere quando sentono canticchiare canzoni del loro passato, tendono a essere allegre, emozionate e, perché no, un po’ nostalgiche. Decidemmo allora di concentrarci su un repertorio di nicchia che potesse evocare queste sensazioni e la scelta più

naturale furono i cartoni animati. Perché? Perché li amiamo! Siamo convinti che trasmettano messaggi validi, spesso più di molti film-spazzatura, e perché crediamo nel valore della fantasia come risorsa per affrontare la vita. Dei cartoni amiamo le canzoni per il loro sound, i loro testi e la loro complessità musicale. E poi, chi non si è mai fomentato cantando

a squarciagola con Cristina D’Avena e Giorgio Vanni?!? Puntualizziamo che 5 di noi 6 sono del 1990, quindi ci concentriamo sui pezzi di quella decade. Per noi l’infanzia è stata l’infanzia negli anni ‘90: siamo cresciuti con Batman, Hercules, il Re leone e Holly e Benji. Il nostro repertorio è incentrato pertanto sulle canzoni di tutti quei cartoni trasmessi in quel periodo. Per farla breve, suoniamo le sigle dei cartoni animati e le canzoni dei lungometraggi Disney che abbiamo amato e che ancora amiamo, forse più di prima.Vi è mai capitato di andare ad un concerto e di ascoltare “il Cerchio della Vita” e poi “DragonBall”? Bhè, se vi è successo e siete in Italia allora siete sicuramente ad un concerto dei Joanna, visto che siamo l’unica band nazionale che propone sia sigle della TV che pezzi della Disney! Due parole sullo stile: a noi piace arrangiare le canzoni in vari generi musicali. Passiamo dal rock al jazz facendo scalo al punk, al pop e, per la gioia dei più “tosti”, al metal. Ultimamente stiamo lavorando ad un pezzo orchestrale (!). Ci piace stupire, cambiare qualcosa di noto per presentarlo in maniera più personale. Ci piace unire insieme canzoni con un


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tema comune, cambiare più generi nello stesso pezzo, ricreare, a volte esaltando, a volte parodiando, ma sempre rispettando quei musicisti che hanno musicato l’infanzia italiana. Il nostro pool di generi è vario perché vario è il background musicale di ogni membro dei Joanna. Ognuno di noi ama un diverso genere musicale e diversi artisti. Inizialmente risultò molto difficile conciliare le tendenze Hard Rock, Punk, NuMetal e perfino Death Metal, quelle più

calde del Blues, del Rock classico e del cantautoriale e quelle più sperimentali del Noise e della musica elettronica dei vari membri. Adesso ci sentiamo di dire che questa diversità, ad oggi ben canalizzata, è la nostra più grande ricchezza: molti gruppi arrangiano le canzoni dei cartoni animati in generi vari, ma noi cerchiamo di farlo spingendoci fino a tutti gli estremi della musica moderna e non. Proponiamo un mix che, senza scadere mai nella volgarità e nell’esagerazione,

esprime in maniera umoristica il nostro amore senza pregiudizi per tutta la musica. Per quanto riguarda il nome ed il logo, ricordate “Bianca & Bernie nella terra dei canguri”? Il cattivo ha, come assistente, un varano... Lei è Joanna. Per la serie “non ci piacciono le cose scontate”... Ma non pensiate che il nostro spettacolo si esaurisca in una serie di canzoni, seppure storiche e particolari. Ogni concerto è accompagnato da citazioni dei classici della musica, scenografie a tema e vari teatrini e giochi per il pubblico che, in uno dei nostri ultimi show, si è ritrovato ad intraprendere la ricerca delle 7 sfere del drago!!! Il nostro è un concerto interattivo in cui il pubblico è protagonista insieme ai musicisti e alle canzoni. E non potrebbe, secondo noi, essere altrimenti. Non è possibile raccontare l’infanzia di

tutti noi senza essere trasportati dall’emozione. Non è possibile ascoltare la canzone del nostro cartone animato preferito, di quello che ci spaventava di più, di quello che ci emozionava di più, di quello in cui avremmo voluto essere, di quello di cui ci eravamo innamorati senza provare l’istinto di cantare come facevamo da piccoli. I nostri concerti sono così occasione di confronto con se stessi: i presenti, musicisti e non, si mettono in gioco, da grandi, con una realtà tipica dell’infanzia. Questo rivivere elementi del passato è un incontro, a volte uno scontro, tra ciò che si era e si è; diviene così occasione di verifica di se stessi, che può diventare una spinta al cambiamento. Ma il cambiamento non può avvenire senza ricordare e valorizzare il passato. Il nostro slogan, quindi, è: “Noi amiamo gli anni ‘90. E tu?” Abbiamo all’attivo un EP di 5 canzoni in cui diamo risalto alla nostra anima crossover reinterpretando 5 brani della Disney in tanti generi, vari live e tanta, tanta voglia di rinnovarci e divertire/divertirci. Da settembre invaderemo ancora una volta i palchi capitolini per proporre il nostro mix di vecchia scuola e nuova energia! Seguiteci, ne vedrete delle belle (e delle bestie!)... Joanna


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ECCO A VOI... “I DONI DELLE MUSE”

Su Facebook: Ass-Cult Idonidellemuse Andrea Tuffanelli / Serena Fiandro (Idonidellemuse)

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ari amici, sono qui oggi per presentarmi e per presentare l’associazione culturale I Doni delle Muse, di cui sono co-direttore artistico e membro fondatore. A questo proposito voglio ringraziare lo staff di JAPANIMANDO per l’ospitalità. Innanzi tutto, vi racconto qualcosa di me. Sono una persona da sempre appassionata di mitologia e di tutto ciò che è insolito e antico. Nel corso della mia vita ho imparato a suonare

strumenti antichi, a cantare, a scrivere e molte altre cose. La gente spesso si stupisce di tutto quello che faccio, in realtà le attività che svolgo sono tutte connesse e hanno seguito un percorso piuttosto lineare: tutte insieme. Decisivo per me è stato l’incontro con Andrea Tuffanelli, ora presidente dell’associazione: senza di lui non sarebbero nati i progetti artistici a cui lavoro ora. Nel 2012 ho pubblicato il mio primo romanzo fan-

tasy, Drona: la città ideale, con Edizioni della Sera. Gli altri sono rimasti nel cassetto ma prima o poi vedranno la luce. Ho sempre scritto fantasy, da quando ero bambina, e suppongo che il mio amore per il fantastico sia nato proprio dalla passione per le tradizioni popolari: fiabe, leggende, mitologia. È anche per questo che attualmente dedico una parte ampia del mio lavoro alla riscrittura della poesia epica per poterla portare nelle scuole e in generale ai

bambini e ai ragazzi, certa che la mancanza di interesse per la cultura antica sia legata al fatto che non sono stata presentata in modo adeguato. Per farvi un esempio, di recente ho riscritto in prosa “Beowulf”, il poema germanico medievale. Presso i bambini ha avuto un successo incredibile; tutti poi volevano sapere dei “vichinghi” che bevevano l’idromele nei corni e infilzavano draghi come mosche. Tutti i miei interessi, come vi dicevo, hanno un


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filo conduttore e questo ha trovato forma concreta nella formazione dell’associazione culturale I Doni delle Muse, che va a convogliare la ricerca sul fantastico, sulla cultura popolare, sulla musica e il teatro dall’Antichità al Rinascimento e altro. I Doni delle Muse infatti non è solo una casa editrice, ma un progetto culturale e una passione. È

un progetto folle, nato senza finanziamenti che non fossero quelli derivati dal nostro stesso lavoro: nessuna istituzione, dietro, solo entusiasmo e forse un po’ di incoscienza. Vi parlavo dell’aspetto culturale. Il nostro intento principale è la divulgazione, orientata soprattutto a fare conoscere la cultura del medioevo e del

rinascimento europeo e quella popolare e tradizionale, nella quale rientra a pieno titolo la cultura del fantastico. Approcciamo il fantastico da molti punti di vista, da quello più letterario – i nostri progetti per le scuole e le biblioteche – a quello più popolare, per restituire a esso la sua dignità culturale, spesso disprezzata dalle istituzioni. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare numerosi collaboratori che hanno creduto in questo progetto: scrittori, illustratori, artisti, insegnanti. Perché, come potete immaginare, abbiamo biso-

gno dell’aiuto di tutti e crediamo in un fare cultura che parta dalla collaborazione e dal desiderio di costruire qualcosa di bello e di importante insieme. Come vi accennavo, I Doni delle Muse non è solo letteratura, è anche, soprattutto, ricerca filologica sulla musica e il teatro dall’antichità al rinascimento. Il nostro progetto principale è sempre stato legato al teatro e alla musica del XIII secolo, ma di recente abbiamo ampliato i nostri orizzonti anche nella ricostruzione della musica e degli strumenti dell’antichità classica. Insomma, il lavoro è tanto e continuiamo ad affrontarlo con entusiasmo sempre nuovo. Se vi state chiedendo se potete collaborare in qualche modo, la risposta è sì. Contattateci, proponeteci le vostre idee, i vostri libri, i vostri progetti e troveremo sicuramente il modo di lavorare insieme! Serena Fiandro


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IL TALENTO ARTISTICO DI RITA MICOZZI Su Facebook: Rita Mira

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alve a tutti, come va? Io sono una tipa sfuggente, e nel corso della mia esperienza di vita artistica ho cambiato alcune volte identità. Sono stata RM, Ritam, Rem, fino anche a Rita Mira, ma in realtà sono solo Rita Micozzi, una “ragazza” di 32 anni che semplicemente non può fare a meno di disegnare. Forse tutti questi cambi d’identità sono dovuti proprio al fatto che credo di aver disegnato, pitturato e illustrato praticamente qualunque cosa e in ogni stile nella mia vita, prima per divertimento e passione poi per professione. Ho cominciato praticamente appena ho imparato a tenere in mano la matita, lo so, è banale, ma è così! Sin dall’inizio mi sono fatta profondamente influenzare da film e serie Disney, favole, libri illustrati e fumetti. Nonostante la mia generazione fosse travolta dall’ondata di manga e anime io ho sempre preferito uno stile occidentale, in particolare due serie a fumetti giunte in Italia parecchio in sordina rispetto ai cugini giapponesi, hanno fatto nascere in me il vero e proprio desiderio di Fare Fumetti: sto parlando di Bone di Jeff Smith, e di Elfquest di Wendy e Richard Pini. Queste due testate mi

hanno colpito profondamente proprio perché erano dei fantasy (il mio genere tuttora preferito in tutto, libri, fumetti e cinema) con uno stile cartoon, una trama complessa e intricata e personaggi divertenti e poetici: ho capito che era quanto di più simile a ciò che io un giorno avrei voluto realizzare. Di lì a poco ho indirizzato il mio interesse e il mio stile verso il fumetto di stampo disneyano, anche influenzata in quel periodo dal fenomeno di Witch e PKNA che stavano sbancando le edicole con un formato e uno spirito del tutto nuovo per la Disney, e parallelamente, per gli stessi motivi, dalla serie animata che mi ha definitivamente formata a livello di character design: Gargoyles. Ancora oggi, se mi capita di mostrare le vecchie puntate a qualche mio amico, esclamano “Sembra che li hai disegnati tu!” E’ stato in quel periodo, grazie a questi interessi comuni, che al corso di fumetto di Acquaviva Picena ho incontrato la persona che ha saputo stimolare la mia creatività ai fino a farle raggiungere l’apice: Davide Cencini, mio attuale marito e partner artistico e letterario. Con lui ho trovato davvero il modo di esternare la mia arte e l’ho aiutato anche a dare


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forma alle sue visioni più profonde; uno scambio decisamente proficuo, visto che è durato più di tredici anni! Finito il liceo ho deciso di perfezionarmi a livello tecnico, iscrivendomi all’accademia di Belle Arti di Macerata e alla Scuola Internazionale di Comics di Jesi. Finita la scuola, era venuto il momento di mettere a frutto gli sforzi fatti: cercare lavoro nel campo del fumetto! Cosa tutt’altro che facile in tempi anche felici, figuriamoci ai primi tempi della crisi... All’inizio, pensi solo a sfondare, per cui non importa cosa trovi da fare, fai prove per questo e per quel fumetto, magari ti prendono anche, finisci un intero lavoro e

l’albo non esce perché la serie chiude prima (Luna, Starcomics). Con Davide ci siamo perfino buttati sull’erotico (MA NO! CHE AVETE CAPITO?!) creando una deliziosa parodia erotica dei gruppi di eroine stile Witch e Sailor Moon: Fairy Cops, serie che è diventata addirittura regolare nel magazine X-Comics. Per assurdo è stata proprio questa serie che mi ha aperto le porte al mio attuale lavoro: alla casa di animazione Rainbow mi chiamarono per una prova come sfondista, ma gli art directors trovarono che fossi più portata per i personaggi e l’oggettistica. Ecco che nel 2007 sono entrata nella produzione di tutte le serie di Winx Club dalla quarta in poi, Poppixie, Huntik 1 e 2. Ma anche se sembrava un sogno avverato ancora non mi bastava: assieme a Davide decidemmo di iniziare una vera avventura, lui scrisse il suo primo romanzo e io l’ho seguito passo passo nello studio grafico del suo mondo e dei suoi personaggi: il

primo libro della saga di Darkwing: La Spada dai Sette Occhi, è uscito nel 2013 edito da UtE Libri, http://worldofdarkwing.c om/ ed è solo il primo di una grande avventura editoriale, che passa attraverso molti media, anche da una miniserie di lancio a fumetti, Darkwing #0, di cui ho curato le matite. Nel frattempo, oltre a realizzare ormai da due anni i libri di scolastica della Rizzoli, prepariamo la strada per altri progetti in cantiere: http://dershing-saga.com/. Allora voi a questo punto vi chiederete, ma quindi chi è la vera Rita? La disegnatrice di fumetti? La character designer? L’illustratrice fantasy o quella per ragazzi? Che dire, non è sempre chiaro neanche a me! La verità probabilmente è che sono semplicemente affamata di disegno, per cui più ne apprenderò e più ne produrrò. Non bisogna mai stancarsi di apprendere cose nuove, io ne sono la prova Rita Micozzi


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LAURA, UNA SOGNATRICE TRA LIBRI E MANGA http://laura-bf-world.blogspot.com - Su Facebook: Laura Buffa

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alve a tutti! Mi chiamo Laura Buffa e studio Lettere Moderne all’Università; sono una ragazza che sogna a occhi aperti e che desidera dare vita a tutti i personaggi strambi che la accompagnano durante la giornata. Ho un debole per gli anime

maho shojo, in particolar modo per Card Captor Sakura ma adoro anche la serie di Naruto. Grazie ai manga mi sono appassionata anche alla cultura Giapponese. Amo i film di Tim Burton e ammetto che in passato stravedevo per Jack di The Nightmare before Christmas (una sto-

ria d’amore che poi non ha funzionato, ahimè). Ho iniziato a scrivere proprio grazie ai fumetti. E’ stato mio padre a trasmettermi l’amore per l’arte; nel tempo libero dipingeva e io gli facevo compagnia, me ne stavo in disparte a osservare i suoi movimenti accurati nel cospar-

gere i colori sulla tela bianca per dar vita a un paesaggio. Nel 2011 ho collaborato con un gruppo di scrittori e disegnatori e ho illustrato alcune fiabe che sono state pubblicate nel volume “Il Magico Mondo delle Fiabole”. Nello stesso anno mi sono data da fare per creare un mio sito web (si tratta di un blog molto semplice; non sono brava in queste cose!) che aggiorno con articoli di ogni sorta. Sempre nel 2011 ho iniziato a collaborare con il sito web Fantasy Magazine e nel 2012 ho pubblicato il mio primo articolo con Fralerighe – Rivista Letteraria per la sezione fantasy. Nell’ottobre del 2013 esce il mio esordio, “Gli ultimi giorni del Corvo”, edito da La Mela Avvelenata, un racconto lungo dark fantasy ispirato alla vita tormentata dello scrittore maledetto Edgar Allan Poe. Perché qualcuno ha deciso di chiamarlo poeta maledetto? Che significato potrebbe avere il termine maledettismo? E se fosse stato maledetto in vita? Ho immaginato quale potrebbe essere la maledizione più grande per un uomo e così ho capito che niente, eccetto la morte, sarebbe in grado di far impazzire qualcuno. Il racconto è dinamico, ciò che amo definire “storia in movimento”, e


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prosegue attraverso una linea temporale discontinua e unita da tre personaggi diversi; Edgar, Helen e il signor Word. Il racconto si apre con l’arrivo di due poliziotti a casa del signor Word, il quale apprende la notizia della scomparsa di suo nipote, Edgar. Da qui in poi il lettore verrà a conoscenza di molti dettagli riguardanti la vita dello scrittore. Nella mia storia

Edgar ha fatto un patto con l’angelo Azrael per poter riacquistare l’ispirazione di cui aveva bisogno per scrivere e per salvare così la sua amata Virginia dalla malattia che l’aveva colpita; ma Azrael lo ha ingannato e gliel’ha portata via, lasciandolo in preda alla disperazione. Adesso deve continuare a cercare le anime da consegnare alla morte prima che questi si porti via la

sua. La storia di Edgar è un tassello da incastrare in quello che spero possa trasformarsi in un mosaico ricco, accurato, in grado di svelare i segreti della vera protagonista, Helen Brown, che per tutta la storia avrà un ruolo secondario. Lei è l’unica che è a conoscenza della verità ed è anche la custode di un segreto. Unire l’immaginario a

fatti realmente accaduti non è stato facile ma in compenso è stato divertente. Sono quel tipo di persona che scrive ciò che vorrebbe leggere. “Gli ultimi giorni del Corvo” è rimasto nel cassetto per quasi due anni. Dopo aver revisionato numerose volte il contenuto, ho inviato il tutto tramite mail a La Mela Avvelenata. Avendo ricevuto molti rifiuti in passato, non mi aspettavo minimamente di ricevere una risposta positiva poco dopo un mese dalla spedizione. Infine ringrazio infinitamente JAPANIMANDO per avermi dato l’occasione di parlare ai suoi lettori; davvero, grazie di cuore! Scrivere mi ha aiutato ad affrontare momenti difficili. So quanto possa essere complicato percorrere questa strada. E’ questo uno dei messaggi che vorrei trasmettere attraverso le mie storie; stringi i denti, sappi che niente è facile da ottenere. Devi avere la forza di rialzarti, di reagire. Per concludere (anche perché penso di aver scritto troppo) spero che possiate apprezzare “Gli ultimi giorni del Corvo”, i miei personaggi e il mio modo di vedere le cose. E spero che un giorno possiate lasciarvi travolgere dalle emozioni che desidero trasmettere attraverso le mie storie. Laura Buffa


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“WHEELIE AND THE CHOPPER BUNCH” Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!

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ra le tante serie a cartoni animati che riempivano i palinsesti pomeridiani delle televisioni private italiane tra la fine degli anni ‘70 e gli inizi degli anni ‘80 “Wheelie e Chopper Bunch” è tra le più particolari. Questa è stata infatti la prima e unica serie che fu prodotta da Hanna-Barbera che non ha come protagonisti né uomini nè animali. La serie, della durata 30 minuti per episodio, andò in onda per una sola stagione sulla NBC dal 7 settembre 1974 al 30 agosto 1975. Andò in onda il sabato mattina dalle 8:30 - 09:00, a far concorrenza al popolare The Bugs Bunny Show. Gli episodi furono 39 in tutto, tre per ogni

puntata. Quello tra il 1960 e i primi anni ‘80 si poteva indubbiamente conside-

rare il periodo d’oro per i cartoni del sabato mattina. In quel periodo abbiamo ottenuto classici

come Scooby-Doo o Napo Orso Capo. Innegabilmente, a fare la parte del leone erano Joseph Barbera e William Hanna, creatori di molti dei migliori format di quel periodo, ma purtroppo Whellie fa parte di quelle serie testimoni della parabola discendente della famosa casa di produzione. Negli anni ‘80, tuttavia, andarono in onda repliche della serie prima su Cartoon Express e successivamente su Cartoon Network e Boomerang. La serie è naturalmente incentrata su Wheelie, un Maggiolino rosso della Volkswagen, famoso nel suo “mondo” come “stunt car” e acrobata, e la sua fidanzata Rota Ree. Il nostro eroe, a differenza degli altri perso-


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naggi del cartone, non parla, ma si fa capire e mostra i suoi pensieri sia emettendo suoni col clacson e sia facendo apparire simboli e segnali attraverso il suo parabrezza come un cuore per amore o una lampadina per un’idea. E’ anche in grado di produrre qualsiasi gadget gli sia ne-

cessario grazie all’uso di speciali mani meccanizzate che gli escono dal cofano. Nemesi regolari di Wheelie sono la moto Chopper e la sua banda di motociclette, chiamata Chopper Bunch. La banda include il leader Chopper che ha un casco da motociclista a spillo per testa,

Revs, una moto a tre ruote che spesso balbetta e si confonde nel parlare, Hi-Riser grossa ma stupida, e Scrambles, una piccola minimoto che sembra il classico caso del bravo ragazzo coinvolto dalle cattive compagnie. Chopper è estremamente geloso con il no-

stro eroe. Non solo è arrabbiato per il fatto che Wheelie è praticamente imbattibile, ma vorrebbe Rota tutta per sé. Con l’aiuto della sua banda la nostra moto spera in ogni episodio di boicottare Wheelie nelle sue gare. Naturalmente, il bene riesce sempre a trionfare. Nel corso dei 39 episodi, possiamo vedere i nostri eroi alle prese con le visite dal medico, un po’ di kung-fu, un piccolo campeggio, un viaggio alle Hawaii, e anche un viaggio nella Città delle Luci, Parigi. In ogni episodio della serie Scrambles cerca costantemente di mettere in guardia Chopper che i suoi piani stanno per fallire, solo per essere deriso e respinto dal resto della banda. Ma ogni episodio finisce con la minimoto che si fa beffe del suo capo col tormentone “Te l’avevo detto, io! Te l’avevo detto!” E Chopper “Lo so!”. Altri due personaggi vengono utilizzati di tanto in tanto come comprimari per tenere il Chopper Bunch in riga. Sono capitan Tough una macchina della polizia, e Fishtail, che è letteralmente una moto poliziotto. Purtroppo, come già detto, la serie fa parte della parabola discendente della fortuna della Hanna-Barbera. Risulta divertente a tratti e inoltre in alcuni casi sembra un po’ “tirato via” sia nei disegni che nel montaggio.


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Le storie sono standard e come detto hanno una trama abbastanza ripetitiva (Wheelie entra in una gara, il Chopper Bunch cerca di aggirare i suoi sforzi per vincere ma i loro piani vanno a monte). Certo ci sono delle varianti (per esempio quando Wheelie fa amicizia con il piccolo Scrambles che in realtà lo sta spiando per conto dei suoi amici), ma non sono tantissime. Anche i successivi tentativi di proporre parodie dell’orrore in chiave umoristica come “Dr Cykll e Mr. Ryde” o di Dracula non hanno grandi sussulti. Sicuramente rivederlo oggi farebbe un effetto di-

verso che allora e non escludo che l’effetto nostalgia prevarrebbe. Ma l’impressione è che sia un prodotto più freddo e calcolato rispetto alle serie d’”oro” che Hanna-Barbera ha prodotto. Sembra spesso che la serie pecchi di inventiva e si usino espedienti e trucchi per ottenere l’attenzione dei ragazzi, come il mezzo cacofonico (non solo per quanto riguarda Wheellie ma anche la banda di Chopper usa spesso i rumori di clacson per differenziare i personaggi l’uno dall’altro). Anche se il giudizio nei confronti di questa serie sembra un po’ duro si

deve considerare sia il momento “storico” di allora, quando cioè ormai cominciavano a scarseggiare le idee su personaggi nuovi, visto il numero ormai esorbitante di serie uscite fino ad allora, sia di considerare che sicuramente prima e dopo sono state prodotte serie sicuramente peggiori. Almeno questa cerca di essere positiva soprattutto attraverso la personalità di Wheellie che non si scoraggia mai. La serie è stata poi trasposta a fumetti dalla Charlton Comics. La serie durò sette numeri che vennero pubblicati dal luglio 1975 al

luglio 1976. Nei primi cinque numeri sono presenti alcune delle prime opere prodotte e pubblicate da John Byrne (# 2-4) e Joe Staton (# 1 , # 5). Alfonso Verdicchio


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LA CARICATURIZZAZIONE DELLE EMOZIONI http://digilander.libero.it/romanzi/ - www.psicologi-italiani.it

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n’altra tecnica di linguaggio iconico, diffusa per lo più nel genere comico, è la caricaturizzazione delle emozioni che può essere realizzata attraverso molteplici accorgimenti grafici. Le goccioline raffigurate accanto ai personaggi, ad esempio, indicano delle secrezioni endocrine che avvengono durante alcuni stati emozionali; la sorpresa viene indicata dalla bocca aperta, dagli occhi sbarrati e da eventuale sobbalzo del cappello; il dubbio da un aggrottamento delle sopracciglia, la rabbia dal digrignamento dei denti talora

accompagnato da altre espressioni facciali o da onomatopee (Grunt, Grr), il terrore dai capelli ritti e così via. Ma in realtà è l’intero personaggio ad essere caricaturizzato; la carica-

tura è quel modo di rappresentare personaggi ed oggetti che carica certe loro caratteristiche, deformandoli in modo da far apparire più evidente qualche loro aspetto a svantaggio di altri. La ti-

pizzazione dei personaggi non è certamente un’invenzione del fumetto, ma era già nota ai tempi di Esopo e Lafontaine; ma nella composizione dei personaggi del fumetto acquista un’enorme importanza un’applicazione particolare della metonimia, una figura retorica che esprime il morale attraverso il fisico. Si tratta di un principio antichissimo che sta alla base dell’iconografi a di tutte le mitologie. (da Manuale di Psicologia del Fumetto, pag. 22) Marco Minelli


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SONIA E L’“ABSOLUT STUDIO” Su Facebook: Absolut Studio

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vida disegnatrice e lettrice, amante della fotografia e delle fiabe, ho cercato di fare delle mie passioni il mio lavoro e da questa idea (a tratti malsana), è nato AbsolutStudio, l’atelier virtuale di Ren. Diplomata in grafica e illustrazione per l’editoria, ho seguito un corso di fumetto e scrittura creativa, oltre a una serie di workshop (dalla pittura alla fotografia, fino al wedding design), per ampliare sempre di più quelli che sono i miei interessi, per soddisfare la mia curiosità nel campo dell’arte e della creatività. Negli anni ho collaborato con diverse realtà pas-

sando dalla grafica pubblicitaria al concept design per videogiochi, lavoro che mi ha portata a trasferirmi per quasi un anno lontana da Bologna, la mia città natale. Una volta rimpatriata, ho proseguito imperterrita nello studio di nuove tecniche di disegno e colorazione, mescolando l’arte digitale con quella classica, dipingendo su tele stampate, provando nuovi stili, sempre alla ricerca di qualcosa di diverso, arrivando a creare da zero borse e accessori con inserti realizzati e dipinti a mano. Oltre alla creazione di quadri, orpelli e accessori, un’altra mia grande


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passione è il fumetto, con cui ho sempre avuto un rapporto di amore e odio. Ho scritto sceneggiature su sceneggiature, senza avere mai la costanza di iniziare a dise-

gnare con determinazione, finchè non mi è stato proposto di collaborare al progetto “Nihon to Cosmoplay”, rivista incentrata sul Giappone, al cui interno si voleva inserire la storia di Len e Polo, personaggi che avevo creato per l’associazione culturale da cui la rivista prende il nome. Dopo quella parentesi come disegnatrice (la sceneggiatura era di terzi), ho collaborato come colorista, abbandonando nuovamente il fumetto per qualche anno, finchè non mi è capitata tra capo e collo l’occasione di realizzare insieme a un’amica “Cthulhu Chronicles”, fumetto ambientato in epoca vittoriana e ispirato alle storie di H.P.Lovecraft e al suo mondo. Questo progetto mi ha portata a realizzare molte illustrazioni e disegni a tema horror, fondendoli

con uno stile delicato, creando un contrasto particolare che ha attirato l’attenzione di una casa sviluppatrice di giochi di carte, con cui ho iniziato una collaborazione.

Attualmente lavoro come illustratrice freelance disegnando fumetti, carte da gioco, ma anche poster e avatar per il web, oltre a disegni e grafiche per applicazioni mobile. AbsolutStudio è una raccolta dei miei lavori, che spaziano dall’illustrazione al concept design per videogiochi, fino ai fumetti e alla fotografia: è un insieme, spesso e volentieri caotico, di ciò che amo creare. Sonia Ren Amaduzzi


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SABRINA RIZZO: LA FANTASIA AL PRIMO POSTO Su Facebook: Sabrina Rizzo

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iao, io sono Sabrina. La mia storia, come quasi tutte le storie, inizia in un normalissimo giorno di primavera. Sono nata e cresciuta in una terra i cui paesaggi e cieli farebbero invidia a qualsiasi lungometraggio fantasy. Amo scrivere, leggere, ascoltare musica e cantare, fotografare... tutto ciò che dona emozioni. La mia passione per il fantastico inizia da quando ero bambina. Dapprima l’ho cercato nei miei giochi, poi nella

lettura e, infine, nel raccontare. Credo che la fantasia sia un’altra visuale della realtà, una via per trovare la magia nel quotidiano, quell’incanto che non riusciamo a scorgere nella vita di tutti i giorni o, semplicemente, un modo di essere. Di questo mio mondo alternativo, la professoressa delle medie, discuterà con mia madre: “Scrive bene ma ha troppa fantasia”. Ho smesso di raccontare, convinta che il mio modo di farlo non interessasse alla gente, ma la mia na-


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tura è cresciuta con me. Alla fine, essa è esplosa dopo aver letto un romanzo (nessuno spoiler) che mi ha colpita molto. Ho provato il desiderio di emozionare altre persone come era accaduto a me: volevo regalare sogni e magia. E così ho scritto il mio primo romanzo ed era un fantasy romance, perché sono anche molto romantica. Purtroppo ho imparato che, per quanto riguarda l’editoria, non è tutto oro quel che luccica. Lo scritto è stato pubblicato senza editing e ha subito diverse critiche. Tutto questo mi ha insegnato l’umiltà a bastonate ma, al contempo, mi ha spronata a migliorare.

Questa avventura mi ha permesso di conoscere alcune persone che stimo molto e con le quali ho partecipato a un paio di antologie (Symposium e Fiabe Oscure). Ho spedito un racconto (L’uomo perfetto) a un concorso organizzato da Scrittevolmente (Asylum 100) e, con piacere, ho appreso che era stato selezionato. Ho scritto altre storie (Senza cuore; Le Sante) che sono state pubblicate con editori diversi. Attualmente frequento un corso serale con la speranza di cambiare il mio futuro però voglio continuare a narrare e a mi-

gliorare nel farlo, perché ogni minuto che il lettore trascorre tra le righe deve essere un dono, un’emozione. Per me scrivere è una necessità, un desiderio profondo quasi doloroso. Ma, oltre a questo, è un modo per prendermi cura degli altri: dei loro sogni, delle loro emozioni. Per questo, amici lettori, vi dico: “C’è sempre da imparare, fate le cose con umiltà e, soprattutto, non rinunciate mai alla magia e ai vostri sogni”. Sabrina Rizzo


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DIEGO COLLAVERI: AUTORE MA NON SOLO www.diegocollaveri.it - Su Facebook: Diego Collaveri - autore

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iao, mi chiamo Diego Collaveri e sono un autore di Livorno. Fiero appartenente alla generazione Goldrake, che ha visto l’alba dell’anime targato Japan sulle nostre reti televisive, sono sempre stato appassionato di anime, manga e cosplay. Negli anni ‘90 feci parte dell’associazione culturale AnimeMania, di cui ero vicepresidente, che aveva lo scopo di promuovere ed esportare la cultura Giapponese in Italia, ma erano altri tempi (primi segnali dalla rete ma ancora accessibilità a pochi) e riuscivi a raggiungere gli

appassionati solo alle fiere (ricordo ancora gli albori del Lucca Comics, di cui a tutt’oggi non mi sono mai perso un’edi-

zione), nonostante gli scarsi mezzi arrivammo ugualmente a collaborare con Dynamic Italia e Yamato Video, recensendo in anteprima i prodotti in uscita. Per quanto ri-

guarda il mio curriculum artistico ho seguito un percorso creativo parecchio variegato cominciando con la musica da giovanissimo (16 anni) come chitarrista e arrangiatore, collaborando successivamente per EMI Music, per poi approdare anni dopo alla scrittura. Anche se sin dall’inizio mi sono dedicato alla narrativa ben presto questa si è fusa con l’altra mia grande passione: il cinema, portandomi a diventare uno sceneggiatore prima e dopo un regista. Se vi dicono che le possibilità non esistono, beh, permettetemi di farvi ricredere del contrario: io ne


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sono la prova vivente. Tutto è sempre avvenuto per caso, forse solo perché mi trovavo nel posto giusto al momento giusto, chi lo sa? Nel 2002 con il mio primo cortometraggio come regista e sceneggiatore vinsi il premio Minimusical di Fandango e La Repubblica e da lì iniziai il mio percorso professionale, collaborando per 4 anni con Fandango come sceneggiatore. Non pensate però che con mestieri di questo tipo ci si possa improvvisare così, senza solide basi; me ne resi conto presto, così cominciai a studiare testi universitari per apprendere i fondamentali, affiancando al tempo stesso numerosi registi italiani, sia lavorando sui set che frequentando stage. Ben

presto mi appassionai alla storia della cinematografia, soffermandomi ad ap-

profondire alcuni periodi storici (in particolare l’epoca delle grandi majors dagli anni ‘40 ai ‘60) e figure che hanno segnato la settima arte, tanto che nel 2006 fui invitato dal dipartimento di Cinema, Musica, Teatro dell’università di Pisa a intervenire nel seminario “Il cinema classico Hollywoodiano”. Anche se ero profondamente impegnato in questa attività non ho mai tralasciato sia la narrativa che la poesia, confrontandomi costantemente in numerosi contest letterari per migliorare e crescere (consiglio che do a chi vuole intraprendere la scrittura come mestiere), ottenendo ottimi risultati, al

punto che nel 2009 venni inserito nell’Enciclopedia degli Scrittori Contemporanei per la poesia. La visibilità in uno di questi concorsi mi procurò una proposta editoriale a seguito di un racconto tra giallo/noir che avevo scritto; è così che è nato il primo libro “Anime assassine – i casi dell’ispettore Quetti”, edito dalla Aletti Editore nel 2010. Fu un primo passo importante che mi portò un discreto riscontro, così decisi di continuare su quella strada. Anche se il noir è il genere che preferisco affrontare, e in cui mi sento più a mio agio, la curiosità mi ha portato a confrontarmi anche con altri, quali sci-fi, horror, erotico, ma soprattutto fantasy, con cui sono uscito nel 2012 con il volume “Le pergamene di Ankor – la morte dagli occhi di ghiaccio”, il quale, avendo riscosso un buon successo, vedrà sviluppata la storia in alcuni seguiti. Quindi attualmente mi trovo a mandare avanti sia questa saga fantastica sia il filone noir di Anime Assassine, per cui tra il 2013 e il 2014 sono usciti altri due volumi “Marionette” e “La vendetta del cigno nero”, ottenendo ottime recensioni e buon riscontro di pubblico. Diego Collaveri



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