Fotografare da smartphone

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INTRODUZIONE ISO, DIAFRAMMI E TEMPI LA MESSA A FUOCO REGOLAZIONE DELL’ESPOSIZIONE QUALE LUCE TECNICHE DI COMPOSIZIONE UN’ APP PER MIGLIORARE LE FOTO

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INTRODUZIONE

Con l’introduzione di nuovi dispositivi, sempre più tecnologicamente avanzati, è possibile oggigiorno ottenere buoni risultati fotografici nell’immediato e con semplicità, senza necessariamente ricorrere ad attrezzature dedicate (reflex, obiettivi, etc…) sicuramente indispensabili per una fotografia di qualità, ma che richiedono conoscenze approfondite e tanta esperienza. Nell’era dei social network abbiamo spesso l’esigenza di comunicare attraverso le immagini in modo tempestivo ed efficace allo stesso tempo, dove si sa, nella comunicazione, un buon prodotto d’immagine risulta decisamente più accattivante e piacevole a vedersi. Uno smartphone (come un tablet) se ben utilizzato può restituire risultati apprezzabili che, fin quando si resta legati al web e alla loro visualizzazione on line, vanno bene. Diverso invece se si cerca una qualità superiore destinata alla stampa o se si vuole essere maggiormente padroni nella manualità d’esecuzione dello scatto per un approccio più creativo. Fotografare con uno smartphone PRO Immediatezza, semplicità d’esecuzione dello scatto grazie agli automatismi, leggerezza in termini di byte che consente un veloce caricamento/invio via internet, possibilità veloce di intervenire in postproduzione tramite filtri e App dedicate, buona visibilità attraverso il display a causa delle sue ridotte dimensioni e dell’alta risoluzione offerta CONTRO Limitazioni nella gestione dello scatto, limitata possibilità creativa, zoom digitale di scarsa qualità per la variazione della focale scelta, byte non sufficienti per foto stampate su grande formato, perdita di nitidezza e dettaglio. Una volta noti i limiti del dispositivo impiegato non resta che ottimizzare il tutto per rendere comunque al meglio i nostri scatti, ricordando che una buona immagine sarà sempre data dalla somma delle qualità tecniche del dispositivo e dalla personale capacità di utilizzarlo nel migliore dei modi, oltre che dall’apporto creativo di ciascuno. Come già detto, la parte tecnica racchiusa nella gestione di uno scatto fotografico, per gli smartphone, è delegata agli automatismi, i quali però non sempre garantiscono fedeltà in ogni situazione e laddove è possibile è meglio conoscere prima le impostazioni necessarie. Eviterò di approfondire argomenti legati alla manualità dello scatto e farò un breve cenno di alcuni fondamenti che, a seconda del modello di smartphone usato, saranno gestibili o meno parzialmente. Voglio ricordare che è buona norma, innanzitutto, conoscere a fondo le potenzialità del proprio smartphone e ciò è possibile soltanto attraverso un’approfondita lettura del suo manuale d’uso.

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ISO, DIAFRAMMA E TEMPI

Farò una breve introduzione ai parametri fondamentali che sono alla base della fotografia, la cui scelta è correlata tra loro e ciascuno determina una variazione sull’altro. Chi desidera, può passare direttamente al capitolo successivo, visto che, come dicevo, l’impiego in automatico della fotocamera semplifica ogni nostro intervento. Il valore ISO è forse l’unica impostazione più comune ormai diffusa in tutti gli ultimi modelli. Indica la sensibilità alla luce della pellicola (nel nostro caso del sensore). Più alto è il suo valore e maggiore sarà la sua sensibilità. I valori variano da un minimo ISO 50 o 100 fino ad un massimo variabile….( di solito per gli smartphone è 400…800…). La sua funzione è legata alla luminosità. Quando la luce non è sufficiente o è poca, valori alti di ISO permettono di catturare meglio l’immagine, in quanto diminuisce il tempo di risposta per la chiusura dell’otturatore (tempo di scatto, o di posa, o di esposizione, indicato con t), evitando così foto mosse. Un valore ISO elevato ha però con sé lo svantaggio di creare molto “rumore”, ovvero la grana che si osserva spesso scattando in condizioni di scarsa luminosità. Come al solito, bisogna sempre trovare il giusto compromesso. Spesso, nelle impostazioni della fotocamera noteremo che l’ISO è su AUTO. Se non si vuole perdere tempo a smanettare, possiamo tranquillamente lasciarlo così, visto che l’oggetto delle nostre foto è spesso in pieno giorno e con buona luce. Se invece la luce è poca ma vogliamo a tutti i costi ottenere una foto che non sia mossa, sfruttando la luce naturale e senza flash quindi, andremo allora ad aumentare i valori ISO nelle impostazioni della fotocamera. Il valore f/ , laddove indicato, esprime l’apertura del diaframma, ovvero quel meccanismo fatto di lamelle che regola il passaggio della luce sul sensore. I suoi valori variano da f/1.4…f/2...f/2.8 etc….fino a f/16…f/22 a seconda dei modelli di fotocamera. Il suo valore influisce su tempo di scatto t , sulla luminosità dell’immagine e sulla profondità di campo (ovvero lo sfuocato che permette di staccare o meno il soggetto dallo sfondo). Il valore di f/ è inversamente proporzionale all’apertura del diaframma, ovvero più è “piccolo” ( esempio f/2.8….f/3.5 etc…) e maggiore è la sua apertura e quindi la quantità di luce che l’attraversa. Ne evince che in condizioni di scarsa luminosità useremo valori f/ bassi, in modo da avere più luce nel sensore. Maggiore luce che l’attraversa vuol dire anche tempi di scatto più brevi e quindi foto nitide prive di mosso. Come già detto f/ determina anche la profondità di campo. Valori bassi di f/ ( e quindi maggiore apertura del diaframma) vuol dire ridotta profondità di campo e quindi uno sfondo più sfuocato rispetto al soggetto. Quindi se vogliamo foto in cui evidenziare il soggetto per staccarlo dallo sfondo occorrerà usare valori bassi di f/, mentre se vogliamo che tutto ciò che è nell’inquadratura sia messo a fuoco con dettagli visibili ovunque (come per la fotografia di paesaggio) occorrerà scegliere valori alti di f/. Un'altra variabile determinante nella profondità di campo è la lunghezza focale dell’obiettivo usato che però nel caso di smartphone non interessa approfondire. Anche qui, ancora una volta, la soluzione è nel cercare il giusto compromesso tra tutte le variabili considerate. Il tempo di scatto (o tempo di esposizione o di posa) “t” indica invece la velocità di chiusura dell’otturatore. Paragonandolo all’occhio umano è come se la palpebra fosse l’otturatore e la dilatazione della pupilla il diaframma. La combinazione di entrambi (insieme al valore ISO) determina la luminosità dell’immagine. In condizioni di buona luminosità basterà poca luce da far entrare attraverso il diaframma e quindi l’otturatore si chiuderà in fretta, nell’ordine di una frazione di secondo 1/X sec. Se la luce è scarsa, per far entrare più luce a lungo useremo valori t molto bassi X sec. Più breve sarà l’intervallo di tempo e più veloce si chiuderà l’otturatore evitando così il mosso. Tempi lunghi di esposizione sono spesso causa di foto Pagina | 3


mosse, se realizzate a mano senza l’ausilio di un supporto ( treppiede…) Per la fotografia d’azione sono quindi necessari tempi molto rapidi, viceversa per creare un effetto artistico mosso ( esempio per l’acqua in movimento) occorrerà un tempo lungo. Intervalli di tempo brevi sono determinati anche dall’ISO. Maggiore è il numero ISO e minore sarà il tempo necessario per impressionare il sensore con la luce. Per ottenere tempi rapidi basterà quindi aumentare l’ISO (a discapito però di una maggiore granulosità dell’immagine!!) Tempo, ISO e diaframma sono strettamente legati tra loro, soltanto la pratica aiuterà poi a capirne la stretta relazione. Che sia possibile o meno intervenire manualmente, prima dello scatto, nelle impostazioni della fotocamera del cellulare, è comunque spesso possibile leggere tali parametri successivamente, nelle Proprietà ( o Dettagli) del File fotografico, una volta realizzata la foto.

LA MESSA A FUOCO

La messa a fuoco attraverso uno smartphone è cosa piuttosto semplice e intuitiva. Grazie all’Autofocus integrato, per la maggior parte dei modelli, basta toccare il display per selezionare l’area da mettere a fuoco. Accertiamoci sempre di mettere a fuoco il nostro soggetto prima di ogni scatto, onde evitare di ritrovarlo sfuocato. Ogni volta che avviciniamo la fotocamera al soggetto non bisogna dimenticare che esiste una minima distanza di messa a fuoco, oltre la quale, avvicinandoci eccessivamente, il soggetto perderà il fuoco e risulterà sfuocato. Anche ciò è facilmente intuibile attraverso il display, avvicinandosi e allontanandosi dal soggetto. Occhio quindi a non avvicinarci troppo! Se proprio vogliamo scattare foto macro con il nostro cellulare accertiamoci che la messa a fuoco sia settata su Macro , ove disponibile, tra le impostazioni della fotocamera. Il focus in modalità macro consente di scattare in rapporto 1:1, cioè di imprimere sul sensore l’immagine così come ci appare nelle sue dimensioni reali. Samsung Galaxy S4. Impostazione della messa a fuoco della fotocamera su Macro.

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REGOLAZIONE DELL’ESPOSIZIONE

Veniamo adesso ad uno dei parametri che ormai sono diffusi tra le impostazioni manuali dei più moderni dispositivi, ovvero la regolazione del Valore Esposizione ( o Compensazione Esposimetra) spesso indicato con +/- attraverso il simbolo Uno dei pochi parametri veramente utili che ci sarà di grande aiuto per una foto correttamente esposta. Scovando nelle impostazioni della fotocamera dello smartphone si avrà la possibilità d’imbattersi in questo parametro. Il suo impiego è semplicissimo. Attraverso il cursore è possibile spaziare da -2 a +2 ( oppure -3 e +3……l’intervallo dipende dai modelli ). Partendo dallo 0 centrale e spostandosi verso destra, incrementeremo la luminosità di un certo valore a nostra scelta, mentre verso sinistra, la luminosità diminuirà. Spesso, inquadrando un’area, il dispositivo calcola la luminosità necessaria prendendo come riferimento delle zone piuttosto che delle altre e cadendo in errore. Il calcolo in automatico dell’esposizione avviene infatti sull’intera area che spesso è il frutto della somma di microzone con luminosità diversa. Per cui succede che proprio ciò che volevamo esposto correttamente risulta invece sovra/sottoesposto. Grazie al display possiamo verificare in tempo reale come cambia la luminosità del nostro soggetto spostando il cursore della compensazione esposizione verso destra o sinistra. Di solito gli smartphone tendono a sovraesporre in automatico, restituendo foto slavate. Un valore leggermente sottoesposto, renderà la foto più vivida nei colori, mettendo in evidenza dettagli nelle zone più chiare. L’importante è concentrarsi sul nostro soggetto, tutto il resto potrà essere corretto successivamente attraverso App dedicate al fotoritocco. Nello specifico, ad esempio, fotografando una pianta con un piccolo fiore chiaro, il dispositivo ragionerà calcolando l’esposizione in base alla maggioranza di tonalità scure della pianta che occupano l’inquadratura e, per compensare, tenderà quindi a sovraesporre in modo da schiarire la massa scura predominante. Tale calcolo però non porta a risultati selettivi ma si estende a tutta l’immagine. Pertanto il fiore, seppur occupante una minima parte nell’immagine complessiva, che già era chiaro, risulterà sovraesposto se non addirittura bianco in alcune sue aree ( in gergo si parla di luci “bruciate”), perdendo così sfumature e dettagli importanti per una sua reale documentazione. Se il nostro obiettivo è riprodurre fedelmente il fiore, pensiamo a sotto/sovraesporre manualmente in base al fiore…visto che il dispositivo ragionerà sull’intera scena globale. Samsung Galaxy S4 Foto A : regolazione della Compensazione Esposizione su 0 (così come di default dalla fotocamera) Foto B : Compensazione Esposizione a -1. L’immagine appare leggermente più scura ed i colori più saturi, con una lettura migliore dei dettagli nelle zone chiare.

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QUALE LUCE Qual è la luce migliore per mettere in risalto le nostre foto? Sicuramente quella naturale e diffusa. L’idea di fotografare ovunque e comunque ci porta spesso a commettere errori banali, facilmente superabili se si tiene conto di poche regole. Basta davvero poco per avere grandi miglioramenti. Evitiamo di fotografare sotto la luce diretta del sole, ancor peggio durante le ore centrali quando è al massimo della sua intensità. Ricordiamo che un sensore digitale, di una fotocamera, ha molti più limiti rispetto l’ occhio umano. Se nonostante tali condizioni il nostro occhio è in grado comunque di distinguere dettagli in zone d’ombra così come in quelle di luce forte, altrettanto non è per il sensore dove il contrasto luce/ombra, in condizioni di luce diretta, è molto netto con una notevole perdita di dettagli. (il rapporto tra la massima e la minima intensità luminosità percepita in un’immagine è chiamata in gergo “gamma dinamica”, che per l’appunto è maggiore nell’occhio umano). Se vogliamo utilizzare comunque la luce solare, sfruttiamo quella delle prime ore del giorno o quella prima/dopo il tramonto, in modo da avere tonalità più calde ed i raggi del sole sono radenti. Preferiamo sempre una luce diffusa. Avere una luce diffusa è cosa molto semplice. Una nuvola che copre il sole restituisce già una luce diffusa, immaginate un cielo coperto ( condizione fotografica ottima! Per foto all’aperto). Se ci troviamo in un luogo dove purtroppo non possiamo spostare altrove il nostro soggetto e la luce è diretta, possiamo schermarla con quello che troviamo. Qualunque cosa ostacoli i raggi diretti va bene. E’ preferibile che abbia un colore neutro, onde evitare di riflettere una dominante colore sul soggetto. Evitiamo l’uso del flash. Il flash integrato della fotocamera non sempre restituisce buoni risultati. Ricordiamo di disattivarlo . In caso di scarsa luminosità preferiamo una luce naturale e valori ISO alti per evitare foto mosse. Comunque sia sarà uno strumento poco utilizzato visto che le foto saranno fondamentalmente a luce diurna. Per piante a fioritura notturna si potranno sfruttare le prime ore del mattino del giorno dopo, quando i fiori saranno ancora sufficientemente aperti per essere immortalati, prima di chiudersi definitivamente.

TECNICHE DI COMPOSIZIONE Spesso la fretta di fotografare ci induce a non tener conto di alcuni piccoli accorgimenti che, se considerati, aiutano a migliorare visivamente il nostro scatto. L’occhio tendenzialmente percepisce più gradevole un’immagine piuttosto che un’altra in base all’armonia degli elementi che la compongono e di come questi si distribuiscono nell’inquadratura. Ciò che è “sgradevole” a vedersi e crea una sorta di rottura con il nostro soggetto e ciò che vogliamo rappresentare è solitamente indicato come “elemento di disturbo” in un’immagine. Di seguito, alcuni accorgimenti per evitare con facilità alcuni errori di composizione. Prestiamo attenzione a tutto ciò che rientra nell’inquadratura. Fotografare con uno smartphone è diverso da fotografare con obiettivi dedicati dove è possibile creare sfondi sfuocati giocando sulla profondità di campo e grazie alla lunghezza focale del nostro obiettivo. Con uno smartphone è difficile avere una ridotta profondità di campo ( ovvero soggetto a fuoco con sfondo sfuocato) e tutto quello che è inquadrato appare più o meno a fuoco allo stesso modo ed è quindi ben evidente. Visto che non è possibile quindi “confondere” attraverso lo sfuocato ciò che è estraneo al nostro soggetto, conviene curare di più il tutto per ottenere nell’insieme un’immagine gradevole.

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Isoliamo il soggetto quand’è un solo elemento. Se il soggetto scelto è rappresentato da un solo elemento, come una singola pianta in vaso, ed è mobile, collochiamolo in un contesto dove possa staccarsi da tutto ciò che potrebbe distogliere l’attenzione su di esso. Uno sfondo omogeneo è spesso la soluzione migliore. Applichiamo la Regola dei Terzi quando necessaria. Se il nostro soggetto occupa una parte dell’inquadratura in cui predomina anche il resto del contesto è preferibile seguire la nota regola dei terzi per conferire all’immagine un aspetto più armonico e dinamico al tempo stesso. Immaginiamo di dividere la scena in un reticolo composto da nove sezioni attraverso l’intersezione di due linee verticali e due orizzontali equidistanti e di collocare il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie. E’ buona norma dunque evitare che il soggetto si trovi al centro. Decentrandolo leggermente a destra o sinistra, che sia in basso o in alto, tutta la scena avrà scuramente una lettura migliore e più gradevole. La regola dei terzi è una tecnica visiva che va applicata quando necessario, non è da intendersi pertanto come una regola ferrea che è impossibile infrangere. A noi il buon gusto di valutare come e quando applicarla… Samsung Galaxy S4 Il fiore è stato composto seguendo la regola dei terzi. In questo caso si colloca nell’intersezione delle linee in basso, a sinistra dell’inquadratura. Tutta la composizione risulta così ben bilanciata .

Dall’insieme ai… dettagli. Un soggetto ben contestualizzato è certamente più gradevole rispetto ad uno immerso in un contesto esteticamente inadeguato, ed a volte il contesto apporta informazioni che potrebbero definire ulteriormente l’elemento scelto. Consideriamolo pertanto solo se è funzionale a ciò che vogliamo raccontare attraverso la foto. In un’inquadratura tutto ciò che rientra in essa ha un peso. Come per l’ambiente anche i dettagli, se specifici e caratterizzanti, apportano informazioni utili e interessanti per descrivere il nostro soggetto. Uno scatto ravvicinato, invece, può essere una buona occasione per concentrare l’attenzione dell’osservatore su dettagli particolari escludendo qualunque elemento esterno.

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Nella foto A lo scatto include elementi di disturbo, come i vasi sullo sfondo o i piedistalli. Nella foto B un primo piano che raccoglie gli elementi principali, escludendo tutto il resto, contribuisce a focalizzare meglio l’attenzione.

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UN’ APP PER MIGLIORARE LE FOTO

Spesso una foto non sempre rispecchia la realtà così come la vediamo e questo perché, come già detto, la fotocamera ha dei limiti nel riprodurre fedelmente un’immagine. Ombre troppo nette, luci “bruciate”, colori slavati, un’esposizione valutata per una porzione che crea necessariamente degli scompensi in un’altra area e così via… Per rendere più vicina l’immagine alla realtà ed oggettivamente più gradevole, si fa uso del fotoritocco, oggi considerato uno step fondamentale per una corretta gestione dell’immagine. Sia chiaro che il fotoritocco è uno strumento utile per la correzione di errori tecnici, del quale ogni abuso, se usato impropriamente, può compromettere l’immagine finale in modo negativo. Va quindi usato con parsimonia affidandosi ai pochi strumenti necessari sui quali intervenire, come ad esempio luminosità, contrasto, ombre, colore…senza alterare l’immagine trasformandola così in un artefatto creativo che con la realtà ha poco a che fare. Tra le tante App gratuite per smartphone disponibili, per il Photo Editor una veramente completa è PicsArt. Si tratta di una sorta di Photoshop per cellulari dove sembra di perdersi tra gli innumerevoli strumenti che mette a disposizione tanto che è completa. All’inizio potrà sembrare complicato ma una volta conosciuti gli strumenti essenziali sembrerà tutto molto più facile, anche perché, come dicevo, quello che serve per migliorare una foto in modo naturale e non artificioso, è davvero poco. Una volta scaricata e installata l’App, potrà essere lanciata direttamente come ogni applicazione oppure partendo dall’immagine scelta che intendiamo modificare, la troveremo tra gli elementi di condivisione ( condividi con…instagram, whassup, messanger, mail, etc… e tra le tanti voci ci sarà anche PicsArt) Ecco il flusso di lavoro per l’elaborazione di una foto: Lanciamo l’App PicsArt e dal tasto MODIFICA selezioniamo la foto scelta, dopodichè riconfermiamo in alto a destra nuovamente su MODIFICA (oppure come detto in precedenza, partendo dall’immagine in Galleria e da condividi selezionare l’app interessata) In basso troveremo una serie di opzioni ( strumento, effetto, aggiungi foto, square fit, bordo etc…)ciò che interessa a noi è la voce STRUMENTO (foto n.2). Si aprirà quindi una finestra che mostrerà tutti gli strumenti disponibili per modificare l’immagine (foto n.3) Lo strumento REGOLA è quello più utilizzato in quanto permette di intervenire su luci, schiarire ombre, controllare la saturazione del colore, variarne la temperatura, aumentare/ridurre il contrasto etc… Modificando il cursore su ciascuna voce, a destra e a sinistra del valore medio, ci accorgeremo dei cambiamenti in atto sulla nostra foto. Gli altri strumenti quali curve ( per correggere ulteriormente ombre e luci) taglierino, prospettiva etc…sono altrettanto utili per ulteriori correzioni. Una volta modificata l’immagine, confermiamo le modifiche con il segno di spunta in alto a destra (foto n.4) SALVIAMO l’immagine cliccando sul simbolo “freccia in basso” che troveremo in alto a destra della schermata (foto n.5) Le immagini verranno salvate in una cartella a parte della Galleria Immagini.

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Samsung Galaxy S4 L’immagine finale con i miglioramenti apportati che appare molto più vivida e accattivante. Intervenendo su luci/ombre, saturazione e temperatura colore. E’ stata infine ritagliata l’estremità superiore per eliminare elementi di disturbo in eccesso irrilevanti, quali il bordo del vaso, a discapito di una piccola parte della foglia, ma senza perdita di informazioni importanti nel riprodurre l’immagine. (per ritagliare….dall’opzione STRUMENTO scegliere RITAGLIA )

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CONCLUSIONI Quanto menzionato attraverso i capitoli è frutto dell’esperienza personale ed è pertanto suscettibile di qualunque variazione tecnica che comporti un miglioramento dell’immagine legato al gusto personale di ciascuno. Gli argomenti trattati sono soltanto indicativi e rimando ad una ricerca personale per conoscere ulteriori approfondimenti. Oggigiorno possiamo dire che gli smartphone hanno di fatto sostituito le fotocamere compatte, per qualità e versatilità. E’ chiaro che ogni dispositivo si contraddistingue per caratteristiche proprie che lo rendono diverso da ogni altro e che quanto menzionato nei capitoli è comune alla maggior parte. E’ buona norma, come per ogni dispositivo, conoscere preventivamente ogni funzionalità direttamente dal libretto d’istruzioni. Soltanto così, una volta note le potenzialità, potremmo utilizzarlo al meglio ottenendo buoni risultati, che saranno frutto della giusta combinazione tra il mezzo impiegato, la capacità propria di vedere le cose e quella di migliorarle.

appl

Vincenzo Di Nuzzo

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