Catalogo convento a colmurano def (1)

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HISTORY TURNS TO CONTEMPORARY

1 “bellezza architettonica: armonia e concordia di tutte le parti, in modo che nulla vi si possa aggiungere, né togliere, né mutare, se non in peggio” “architectural beauty: harmony and concord in all the parts, so that nothing could be added or taken or changed, if not to the worse”


Ex Convento di San Pietro di Monteloreto Colmurano Mc



indice index

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1. premessa / introduction

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2. individuazione territoriale / territorial identification

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3. relazione tecnico-illustrativa / technical-explanatory report

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4. relazione storico-artistica e architettonica / historical-artistical and architectural report

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5. progetto / project

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6. documentazione fotografica / photographic documentation

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7. l’impresa Eugeni Pericle s.r.l. / the firm “Eugeni Pericle S.r.l.�

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8. il territorio / the territory

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premessa introduction

L’ intervento di restauro, consolidamento e miglioramento sismico del complesso monumentale ex Convento di S. Pietro di Monteloreto a Colmurano (MC) è promosso dalla proprietà, la ditta Eugeni Pericle srl, in quanto ormai non più procrastinabile, visto il forte degrado strutturale e materico del manufatto architettonico, tale da compromettere, se non si interviene in breve tempo, l’integrità complessiva dell’opera storica-architettonica già fortemente menomata nella parte dell’ex chiesa. Il degrado, presente ormai in una fase critica, si è incrementato negli ultimi anni, sia a causa dell’inutilizzo, sia a seguito dell’ultimo evento sismico verificatosi nella regione. Il complesso monumentale riveste un’importanza storico-culturale ed architettonica di primo piano nel Sistema Patrimoniale di Beni Culturali presente lungo la valle del Chienti e del Fiasrtra, ottimo elemento da integrare eventualmente nel sistema del museo diffuso presente nella nostra regione e comunque un Bene da salvare e restituire in qualche modo ad una fruizione da parte della collettività; è infatti un edificio sottoposto a Vincolo da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con Decreto del 05-10-2008 (tutela ai sensi del D.Lgs 22 gennaio 2004 n.42 art.10 comma 3) e quindi un Bene per cui è estremamente importante concentrare le forze, al fine di riportarlo a migliori condizioni statiche ed architettoniche, per preservarne il suo valore documentario e culturale. Il presente progetto generale riguarda il restauro conservativo, il consolidamento e il miglioramento

sismico dell’intero complesso architettonico; lo stesso sarà attuato per stralci funzionali successivi, individuando delle priorità d’intervento, che prevedono in primo luogo la messa in sicurezza dell’edificio, il successivo recupero del chiostro, la ricostruzione di parte dell’ex chiesa crollata, il recupero della parte di edificio a corte, il restauro e/o l’integrazione delle strutture lignee, il restauro e/o la sostituzione di tutti gli infissi, la realizzazione di tutto il sistema impiantistico e infine la riqualificazione ambientale e il ripristino dell’area circostante il manufatto monumentale. L’intervento di restauro e consolidamento si prefigge di realizzare i lavori secondo criteri di minimo intervento (ove condizioni statiche e di integrità lo consentono), compatibilità e distin-

guibilità del restauro (soprattutto per le lacune ripristinate), nel pieno rispetto dei caratteri storico-formali dell’edificio e del valore dell’autenticità di ogni sua parte. Saranno infine realizzati anche degli scavi archeologici e stratigrafici, per una eventuale maggiore conoscenza della storia dell’antica fabbrica e della sua originaria conformazione. I lavori dovranno essere eseguiti in stretta collaborazione e sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Architettonici delle Marche di Ancona.

The monumental building has a great historical, cultural and architectural importance in the Patrimonial System of Cultural Estates existing in the Chienti and Fiastra rivers valley, an excellent element to be eventually included in the diffuse museum system existing in our region and anyway it’s a precious estate which has to be saved and somehow to be given back to the community for useful purposes: it’s in fact a building bound by the Cultural Estates and Activities Ministry with the decree dated 05.10.2008 (as per DLGS 22th January Nr. 42 Art. 10 comma 3) and so an estate for which it is extremely important to strengthen our efforts in order to improve its static and architectural conditions, to preserve its documentary and cultural value. This general project concerns the conservative restoring, the consolidating and the sismic amelioration of the whole architectural building; it will be accomplished in different consecutive steps, identifying the

intervention priorities: first of all, the building has to be put in security, then the cloister will be re-established, part of the ruined ex church rebuilt, along with the side of the building facing the court-yard, the wooden parts and all the doors and windows have to be repaired, completed or substituted, furthermore an installation system will be performed and, finally, the renewing and re-qualification of the surrounding area. The restoring and consolidating works should be

realized following principles of lowest intervention (if allowed by static and integral conditions), compatibility and originality of the re-establishing (most of all for the parts which have to be entirely rebuilt), completely respecting the building’s historical and formal conditions and the authentic value of each of its parts. At last, archaeological excavations will also be made for an eventual better knowledge of the old factory’s history and its original conformation.

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individuazione catastale e territoriale territorial identification

Ex Convento di Monteloreto

Il complesso monumentale dell’ex Convento di S. Pietro di Monteloreto è situato in una zona collinare, posta tra i centri storici di Colmurano e Urbisaglia, in provincia di Macerata, in un sito che si apre sulla valle del Chienti, immerso nella campagna in una zona discreta e ai margini delle più frequentate vie di comunicazione. L’accesso avviene tramite una stradina di campagna, appunto via Convento di Monteloreto, a cui vi si accede dalla strada provinciale di crinale che collega Colmurano ad Urbisaglia. Tale complesso architettonico insiste nel territorio comunale di Colmurano e ricade secondo il PRG vigente, in una zona “per attrezzature pubbliche di interesse generale -FA2- manufatti urbani ed extraurbani di valore artistico e/o documentario” definita dall’art. 29 e 38 delle relative NTA; e in una zona “a verde privato -VP-” definita dall’art.34 delle relative NTA per quanto riguarda la prospiciente porzione di terreno individuata dalla part. 19. Catastalmente l’ex monastero è individuato al Nuovo Catasto Terreni del Comune di Monteloreto al Foglio n.2 mapp. 19 (Seminativo classe 3 mq. 1.300) e 26 (Seminativo classe 3 mq. 2.300) e al Nuovo Catasto Urbano al Foglio 2 part. 27 sub. 1, 2, 3 e 4.

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The monumental building of the ex convent “San Pietro” at Monteloreto is situated in a hill area between the historical villages of Colmurano and Urbisaglia, in the province of Macerata, in a site opened on the Chienti river valley, a hidden place in the countryside, but nevertheless not far from the most important communication lines. It is reachable by a small country street, called “Via Convento di Monteloreto”, to which it is possible to accede from the provincial route connecting Colmurano with Urbisaglia. That architectural estate belongs to the communal territory of Colmurano, in an area designed by the actual regulation plan “for public purposes of general interest”-FA 2-urban and extra urban building of artistical and/or documental value, defined by articles Nr. 29 and 38 of the relative NTA; and in an area “of private green-VF” defined by article Nr. 34 of the relative NTA, concerning the facing part of land signed with particle Nr. 19.

The ex convent is registered at the New Land Survey office of the municipality of Monteloreto on Sheet Nr. 2, map. 19 (“Seminativo” class 3, mq. 2300) and at the New Urban Survey Office at Sheet 2, particle 27 sub 1, 2, 3 and 4.

Sito Archeologico: Pozzi ardesiani dell’antico Acquedotto Romano della città di “Urbis Salvia” Archeological Site: artesian well of the Roman waterworks (“Urbis Salvia”)

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relazione tecnico-illustrativa technical-explanatory report of the recovering project

Il progetto di restauro, consolidamento e miglioramento sismico dell’ex complesso monastico di S. Pietro di Monteloreto a Colmurano prevede la soluzione di alcuni problemi conservativi generali delle murature (strutturali e di superficie) delle strutture lignee, delle coperture e di alcuni aspetti più squisitamente architettonici, relativi soprattutto alla ricostruzione di alcune parti di muratura crollate (in particolare l’ex chiesa), alla ridefinizione spaziale originaria della fabbrica, alla revisione materica e formale delle facciate e al recupero delle funzionalità degli spazi interni ed esterni. Si è cercato in tal modo di dare risposta alle questioni di maggiore urgenza poste dalla struttura, calibrando le proposte sugli opportuni criteri di minimo intervento, compatibilità e distinguibilità del restauro, nel pieno rispetto dei caratteri storico-formali dell’edificio e del valore dell’autenticità di ogni sua parte. L’intervento sulle murature e sulle strutture, illustrato nelle sue specificità nella relazione strutturale allegata e nelle apposite tavole relative alle tipologie dei lavori da eseguire (oltreché negli stralci esecutivi prossimi), ha curato il rafforzamento statico di alcune parti maggiormente a rischio, attraverso l’impiego di iniezioni di malta, l’inserimento di tirantini antiespulsivi, la ripresa della muratura ed il risarcimento delle commessure esterne dei paramenti. Tali interventi sono stati limitati a quelle

zone, seppur numerose, che, per condizioni di carico e per stato di conservazione, necessitavano di un miglioramento della risposta statica del fabbricato. Un intervento di sottofondazione è stato poi previsto per le murature perimetrali esterne e in parte in quelle interne, impostate ad una quota superficiale e molto rimaneggiate nel tempo. L’opera di rabboccamento dei giunti, mediante l’impiego di malta di composizione prossima a quella esistente, dovrà prevedere la scarnitura del materiale ancora conservato nelle commessure, per garantire il buon esito dell’intervento e la tenuta alla pressione delle iniezioni; sarà particolare cura della direzione dei lavori provvedere

che tale rimozione venga effettuata solo nelle zone dove realmente indispensabile, salvaguardando le parti autentiche ancora conservate in buono stato. Una cura analoga dovrà riguardare la finitura dei giunti, da effettuarsi in maniera da garantire la distinguibilità dei diversi paramenti murari che ancora consentono di rileggere, in alcune porzioni, la stratificazione storica dell’edificio. L’impiego costante del laterizio ha conferito all’ex convento una compatta volumetria omogenea, ma la più minuta diversificazione dei paramenti aggiunge ad una visione più attenta dell’opera una articolazione ed una vibrazione di superficie d’innegabile pregio artistico. Una stesura indiscriminata e poco attenta potrebbe

pregiudicare questo importante aspetto del manufatto: è quindi quanto mai opportuno procedere ad una stuccatura non eccessiva, che non sporchi i laterizi adiacenti, attenta al cromatismo e alla composizione granulometrica della malta. I problemi architettonici e strutturali principali esistenti oggi nell’ex convento sono costituiti essenzialmente dal recupero architettonico e della funzionalità del chiostro, dalla riproposizione spaziale e volumetrica dell’antica struttura monumentale originaria, attualmente fortemente menomata soprattutto nella parte sud-ovest che interessa l’ex chiesa e la porzione di edificio adiacente (peraltro questa zona del convento è stata sempre storicamente, come riportano le

The restoring, consolidating and sismic amelioration project of the ex monastic building “San Pietro of Monteloreto” at Colmurano foresees the solution of some general conservation problems –structural and superficial- of the walls, the wooden structures, the roof and of some other aspects which are strictly architectural, concerning first of all the rebuilding of several parts of the ruined walls (above all the ex church), the resetting of the factory in its original space, the material and formal revision of the facades and the recovery of both the interior and the outside. We have tried in that way to answer to the most urgent questions posed by this structure, balancing the proposals about the most suitable criteria of minimal intervention, compatibility and originality of the repairing, completely respecting the building’s historical-formal style and the authenticity value of each part of it.

The intervention on walls and structures has improved the static strengthening of some seriously damaged parts through mortar injections, the insertion of small cross-beams against expulsion, the renewal of the walling and the reparation of its external clefts. The constant use of bricks has given to the ex convent a compact and homogeneous aspect, but the detailed differences among the surfaces, looking more attentively at the masterpiece, adds

to it a junction and an outside vibration of undeniable artistic value. An undiscriminating and careless work could damage this important aspect of the building: it’s therefore necessary to proceed with a plastering, which has not to be excessive, so that the contiguous bricks will not be dirtied and with an eye to the colouring and the granular composition of the mortar. The most important architectural and structural problems existing today in the ex convent are es-

sentially the architectural and functional re-establishing of the cloister, the rebuilding, in space and volume, of the original ancient structure, actually greatly damaged mostly in the south-western part, comprehending the ex church and partly the contiguous building (moreover this area of the convent has always known over the years, as reported by the chronicles, several collapses and fallings, due to the instability of the very precipitous ground downstream of the monument)and obviously the

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cronache, soggetta a cedimenti e crolli a causa dell’instabilità del terreno molto scosceso posto a valle del manufatto) e naturalmente dal ripristino delle condizioni statiche di sicurezza, dal consolidamento e restauro di alcune strutture murarie e lignee ormai in forte stato di degrado materico e/o incoerenza strutturale. Il progetto prevede schematicamente, oltre agli interventi di consolidamento e revisione del parametro murario sopra descritti, il ripristino delle lacune causate dai crolli murari, il rifacimento della copertura dell’ex chiesa e dei vicini locali posti nell’angolo sud-ovest dell’edificio, la revisione totale del tetto, la realizzazione di nuovi setti murari di irrigidimento strutturale nei punti

critici di attacco, il restauro e/o sostituzione delle strutture lignee, la revisione dei solai interpiano e dei pavimenti in cotto, la realizzazione dei vespai e dei drenaggi, la sostituzione della lattoneria con una nuova in rame, il restauro e/o la sostituzione degli architravi in legno, il restauro e/o la sostituzione degli infissi in legno, il restauro dell’antico pozzo del chiostro, il restauro ed il consolidamento della volta del piano interrato, il rifacimento di porzioni di cornicione crollate, il ripristino dei vani finestra tamponati, un’intervento generalizzato di deumidificazione delle murature e di risanamento conservativo degli spazi interni, il restauro del vecchio forno. L’intervento proposto prevede inoltre un’intona-

co a base di calce sulle superfici esterne che prospettano sul chiostro (come probabilmente era sull’edificio originario), mentre lascia a faccia a vista tutto il paramento murario esterno perimetrale. Puntuali lavori di revisione e/o sostituzione degli infissi interessano alle diverse quote l’edificio, così come si sono previsti diffusi interventi di ripulitura del paramento murario dai depositi di polveri ad esso addossati e dalla vegetazione. Per quanto riguarda la superfetazione presente sul cortile interno nord e costituita da un piccolo corpo di fabbrica, posto al piano primo e sorretto da pilastri in muratura, in fase d’intervento si prevede la rimozione totale di tale manufatto

e la riproposizione del cortile sgombro da elementi che disturbano lo spazio originario. Occorre infine evidenziare come, in occasione dei lavori di scavo, necessari alla realizzazione delle opere di consolidamento, è stata prevista l’esecuzione di alcuni saggi di scavo archeologico e stratigrafico; le aree di scavo saranno individuate, a lavori avviati, in comune accordo con la D.L. e la Soprintendenza ai Beni Architettonici, per cercare maggiori risposte ai quesiti storici ancora oggi aperti, relativamente alla configurazione medievale della chiesa, della facciata e all’esatta datazione delle murature. Infine saranno previsti il rifacimento degli impianti elettrico e idro-termo-sanitario secondo

specifici progetti da produrre successivamente, come pure la realizzazione dell’impianto d’illuminazione architettonica del complesso monumentale. La rimozione dell’impianto elettrico attualmente in sito, realizzato in maniera empirica e alimentato da cavi esterni, non idonei ai moderni requisiti di sicurezza né adeguati al valore storico-artistico del manufatto, non pone particolari problemi tecnici, così pure per quanto riguarda l’attuale impianto idro-sanitario.

restoring of the static and safety conditions, the consolidating and renewing of some mural and wooden structures now in a serious state of material decay and/or structural incoherence. The project comprehends essentially, along with the above described works of consolidation and revision of the walls, the refilling of the blanks caused by mural fallings, the remaking of the covers of the ex church and of the near premises, situated in the south-western corner of the building and also

the total revision of the roof, the realisation of new mural structural stiffening sets in the most critical attaching points, the restoration and/or substitution of the ceilings and of the brick-floors, the setting of drain-pipes, the substitution of the gutters with new ones in copper, the restoration and/or substitution of the wooden architraves, the restoration and/or substitution of the wooden doors’ and windows’ entablatures, the restoration and consolidation of the ground-floor ‘s vault, the remaking of

the fallen parts of the cornicles, the re-establishing of the closed window openings, a general intervention of wall drying and conservative repair of the inside spaces, the restoration of the old oven. The proposed intervention foresees furthermore a lime-mortar plastering of the external areas facing the cloister (as it probably was on the original building), while the external walls on the outside will be left with the original bricks by sight. Punctual revision and/or substitution works of do-

ors’ and windows’ entablatures will interest the building’s different levels, as well as several interventions in order to clean the mural outside from dust and vegetation. Concerning the northern courtyard, the small building inside, situated on the first floor and supported by brick pilasters, will be totally removed in order to take away any element disturbing the original space. It is finally necessary to point out how, together with the excavation works needed to realize the

consolidation, the execution of some archaeological excavation samples has also been foreseen; after the works’ beginning, the excavation areas will be individuated in agreement with the D.L. and the Superintendence to the Architectural Estates, to seek more replies to still unanswered historical questions concerning the medieval configuration of the church, the façade and the exact age of the walls.

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relazione storico-artistica-architettonica historical-artistical-architectural report

La ricostruzione della vicenda storica che ha interessato il complesso monastico di Monteloreto a Colmurano è abbastanza difficoltosa, poiché, come per moltissimi altri casi similari di piccoli conventi di campagna, la storiografia è abbastanza povera, o comunque a tutt’oggi non sono stati trovati manoscritti esaustivi sull’origine della costruzione in questione. Da un’attenta ricerca bibliografica e di archivio si è potuto tracciare un profilo indicativo delle vicende storiche e culturali che hanno interessato il convento di Monteloreto, seppur a volte indotto da ipotesi ed interpretazioni dei vari storici che hanno studiato più approfonditamente i manoscritti originali. Montenereto era un insediamento di probabili origini picene, ripopolatosi dal V-VI secolo dopo l’invasione di Alarico e la Guerra gotica. Nel suo territorio, infeudato dagli Offoni, potenti signori della valle di Fiastra, insistevano le chiese di San Pietro, di San Bartolomeo e San Venanzio, che gravitavano nell’orbita benedettina. Il 27

febbraio 1252 un tal Ferro di Benedetto di Attone di Amico, già residente a Villamagna, antico castello a sud di Urbisaglia, distrutto sul volgere del XII secolo, nel fare testamento, lasciava un legato di dodici denari ai Frati Minori insediati “in Silva Urbisalie”. Il documento rappresenterebbe la prima testimonianza scritta di una presenza francescana nell’area colmuranese, ma più che ad un convento vero e proprio, in questa fase sarebbe da pensare ad un romitorio con “case poverelle di fango e legno e qualche cella separata”, come

suggeriscono alcune coeve fonti francescane. La chiesa conventuale di San Pietro, la più antica per fondazione, potrebbe identificarsi con quella omonima di fondazione benedettino-farfense, esistente nella giurisdizione di Montenereto e documentata fin dal XII secolo, insieme ad un monastero posto sotto la protezione di Eugenio III ed Alessandro III. Ragioni di natura politica e religiosa condussero alla scomparsa dell’insediamento, i cui maggiorenti nel 1270, in piena crisi del feudalesimo, si concedevano al Comune di Tolentino.

Nonostante la discontinuità insediativa, l’influenza dell’Ordine dei Mendicanti sul territorio è stata a tal punto pregnante da imporre il toponimo Monteloreto in luogo di Montenereto, “a motivo, come ricorda il Pagani, di un quadro, in S. Pietro, della Vergine Lauretana e dell’affluire della gente dei dintorni nel luogo, in particolare durante la festa della Traslazione, che a partire dal secolo XIV faciliterà l’oblio di ogni memoria benedettina”. Le prime notizie certe sul convento francescano di Monteloreto si hanno comunque a partire dal

To know exactly the historical vicissitudes which have interested the monastical building of Monteloreto at Colmurano is quite difficult, because, as it is in many other similar cases of small country convents, the historical material is rather poor, or however no manuscripts have been found until today, to explain the origin of this building. An accurate bibliographical and archives research has made possible to trace an approximate profile of the historical vicissitudes concerning the convent of Monteloreto, although sometimes it was suggested by suppositions and interpretations of different historicians who studied the original manuscripts more attentively. Montenereto was an installation of probable Picen origin, refilled up since the fifth-sixth centuries, after Alarico’s invasion and the Gothic war. To its territory, enfeoffed to the Offoni, powerful lords of the Fiastra valley, belonged the churches of San

pietro, San Bartolomeo and San Venanzio, which somehow bound to the Benedectines. On 27th February 1252 a Sir Ferro di Benedetto di Attone di Amico, already living in Villamagna, an ancient castle south from Urbisaglia, destroyed probably in the twelfth century, in writing down his last wills, left a twelve denarius bequest to the Minor Monks living “in Silva Urbisalie”. This document should represent the first written evidence of a Franciscan presence in the area of Colmurano, but in that period we should imagine,

more than a real convent, a sort of hermitage with “poor made in mud and wood, and some separate cells”, as suggested by some contemporary Franciscan writings. The conventual church of San Pietro, the most ancient one for its foundation, could be identified with the homonymous one founded by the Benedictines, existing in the district of Montenereto and documented since the twelfth century, together with a monastery set under the protection of Eugenio III and Alessandro III. Political and religious reasons have led to the di-

sappearance of the installation, whose chiefs, in 1270, while feudalism was in its most critical period, preferred to be subdued to the Municipality of Tolentino. Although its population was discontinuous, the influence of the Order of the Mendicants over the territory has been so strong to impose the name of Monteloreto instead of Montenereto “because of – as Pagani reminds – a picture, in San Pietro, of the Holy Virgin from Loreto and the affluence of people from the country to the site, in particular

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XVI secolo, quando in realtà “si registrò un autentico proliferare di piccoli conventi, specialmente in località rurali, nelle borgate e lungo le grandi vie di comunicazione”. A questo stesso periodo potrebbe collocarsi la costruzione del chiostro, particolarmente interessante per il braccio di portico con archi a sesto ribassato e pilastrini ottagonali in laterizio, ancor oggi visibile. Il Parisciani trova citato Monteloreto in documenti del 1535, 1575 (tabulae officialium) e 1586, ed il Padre Orazio Civalli da Macerata, Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali, ne riferisce in occasione della visita ai luoghi affidatigli, che egli compie tra il 1594 e il 1597. Attraversando la Custodia Fermana, giunto ad Urbisaglia, egli annota; “Poco lontano di qua abbiamo un conventino d è PP. Riformati sotto titolo di S. Pietro di Monte Loreto: e dicono questo monte esser chiamato di questo nome posciachè al tempo d è Romani vi si cavava l’oro, e oggidì si vedono cave e pozzi in quantità, e sono profondissimi al possibile”.

“Come ciò mostra l’esperienza, che gittandovi una pietra fa molto strepito avanti giunghi al fondo. I Padri che sono in questo luogo vivono in rigore e purità di regola con molta povertà”. Al di là della fantasiosa interpretazione toponomastica, questa testimonianza assume rilievo, in quanto, oltre a confermare la peculiarità idrogeologica del luogo (non a caso Montenereto reca il significato “monte fornito di acque”) indica la presenza a Monteloreto dei cosiddetti Riformati.

Nonostante la dichiarazione della loro soppressione e l’intenzione di chiudere i conventi della Comunità, previste da vari decreti, e in particolare dalle Costituzioni Urbane del 1628, i Riformati occupavano Monteloreto ancora nel 1631. I Frati, ad ogni modo, non potevano restarvi oltre il 1652-1653, quando, in seguito alla soppressione innocenziana, si stabilì con forza la chiusura di conventi con meno di sei religiosi ed il trasferimento dei loro beni agli Ordini Diocesani. Con la Ut in parvis, nel 1654, Papa Innocenzo

tentò di arginare almeno in parte le violente ed inevitabili reazioni suscitate dal suo primo decreto, concedendo ad alcuni Ordini regolari la riapertura di qualche convento che riuscisse ad avere sei frati ed accettasse la subordinazione al controllo vescovile. In forza di ciò si rese possibile anche la riapertura di Monteloreto, avvenuta, forse dietro sollecitazione della comunità di Colmurano, anteriormente al 1676. Ai Riformati tuttavia subentrarono i Regolari del Terzo Ordine francescano, insediati fin dai primi

during the Transposition celebrations, which, since the fourteenth century will ease to forget any Benedictine memory. The first certain information about the Franciscan convent of Monteloreto can be found anyway since the sixteenth century, when, in fact, “a real great prolification of many small convents was registered, particularly in rural localities, suburbs and all along the most important communication lines”. It’s in this same period that the building of the cloister could be placed, really interesting for the part of portico with low moulds of the arches and small octagonal brick pilasters, still visible today. Parisciani found Monteloreto mentioned in documents of 1535, 1575 (fabulae officialium) and 1586, and Father Orazio Civalli from Macerata, Provincial Minister of the Conventual Minors, refers about it during the visit made between 1594 and 1597 in the territories trusted to him. Going through the “Custodia Fermana”, as soon as he arrived at Urbisaglia, he wrote: “Not far from

herewe have a small convent of the Reformed Fathers called San Pietro of Monteloreto: and they say that this mount has got that name because in the Roman epoch gold was extracted and today many caves and wells can be seen, and they are very deep”. “This can be proved because a stone thrown in them makes a lot of noise before touching the ground. The Fathers live in this place rigorously and strictly observing the rules with much poverty”.

Beside the fanciful toponomastic interpretation, this evidence is important because, in confirming the hydrogeological peculiarity of the site - it’s not casual that Montenereto has the meaning of “mount furnished with waters” - it also indicates the presence of the so called Reformed. In spite of the declaration of their suppression and the intention to close the Community’s convents, foreseen by several decrees, and in particular by the Urban Constitutions of 1628, the Reformed still occupied Monteloreto in 1631.

Anyway, the Monks couldn’t stay there after 16521653, when, along with the innocentian suppression, the forced closing of the convents with less than six religious members was decided and so the transfer of their estates to the Diocesan Orders. With the “Ut in parvis”, in 1654, pope Innocenzo tried to stop, at least in part, the violent and inevitable reaction caused by his first decree, allowing some Orders to reopen their convents, provided that they had at least six monks and would accept to be subdued to the Episcopal control. That’s

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anni del Seicento nel vicino convento urbisalviense del SS. Crocifisso. Nel 1797, colpito dalla soppressione napoleonica, il convento venne indemaniato. Una lettera inviata nel 1884 dal padre Marecotti, Provinciale dell’Ordine, all’allora Vicario Generale che chiedeva lumi sulle condizioni della Provincia Umbro-Picena, attesta che, in seguito a questo evento, Monteloreto potè essere acquistato da un confratello colmuranese appartenente alla famiglia Seri. Con la Restaurazione, però, i beni ritornarono in mano ai Terziari regolari. Sulle cause che hanno condotto al definitivo abbandono del convento, tra il 1847 e il 1850, sono stati pubblicati di recente interessanti documenti giacenti presso l’Archivio generale dell’Ordine. Nel 1845, a causa di una frana che ne fece crollare la gran parte, scrive il Procuratore Generale al Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari: “è avvenuto che il convento di Monte Loreto minacciasse imminente rovina, specialmente la chiesa fondata sopra terreno istabile e mal fermo, sicchè facesse mestieri di doverla da

fondamenti riedificare”. Fu allora che la piccola comunità, temendo che in breve la distribuzione degli edifici sarebbe stata totale e, d’altro canto, non essendo in grado di sostentarne il restauro, prese accordi con il Vescovo di Camerino, o direttamente con i Terziari regolari della città, per trasferirsi al convento dell’Annunziata. La reazione dei fedeli di Colmurano non si fece attendere: essi “ne risentirono vivissimo dispiacere” e decisero così, esaudendo l’autentico desiderio degli stessi frati, che erano gli unici regolari presenti nel territorio, di ospitarli all’interno del paese, pur di impedirne la partenza. Successivamente si giunse alla decisione di riaprire il convento con almeno due sacerdoti ed un laico, ma la soppressione attuata dal Regno d’Italia nel 1861 avrebbe vanificato ogni aspettativa, impedendo alla Congregazione dei Vescovi e Regolari di rendere esecutivo il ripristino già decretato. Il padre Maricotti, in una lettera del 1884 sopra citata, lamentando il pessimo stato di conservazione di Monteloreto e l’inevitabile abbandono da parte dei frati, ricorda che gli eredi del Seri,

il religioso che aveva acquistato quei beni in età napoleonica, con la seconda indemaniazione civile, fecero valere i loro diritti sul convento, rivendicandone la proprietà. Il Pagnani, nel 1986, in calce al suo scritto, sollecitava il restauro dell’intero complesso di Monteloreto, “che con il suo pregevole chiostrino è tra i pochissimi in grado di offrire l’immagine di un antico conventino delle Marche”. Il complesso architettonico, benché gravemente compromesso nelle strutture, permette di leggere la fisionomia degli elementi architettonici conventuali che lo caratterizzano ed in particolare il chiostrino, in più punti murato, i portali riquadrati, le coperture e le capriate dei locali monastici ed il cornicione lievemente aggettante che chiude parte della facciata. La struttura muraria in mattoni, gli infissi lignei, le capriate, i solai risultano essere quelli originali, sebbene in più punti gravemente deteriorati e fatiscenti per lo stato di abbandono a lungo subito e per la diversa destinazione d’uso a cui per un periodo erano stati demandati.

why the reopening of Monteloreto, too, could be possible before 1676, maybe under the pressure of Colmurano’s community. Nevertheless, the place of the Reformed was taken by the Regulars of the Third Franciscan Order, installed since the first years of the seventeenth century in the near convent of the “S.S. Crocifisso”at Urbisaglia. In year 1797, due to the Napoleonic suppression, the convent was incorporated. A letter sent in 1884 by Father Marecotti, Provincial of the Order, to the General Vicar of that period, who asked information about the Umbro-Picen Province’s conditions, testifies that, following that occurrence, Monteloreto could be bought by a Brother from Colmurano, belonging to the Seri family. But with the Restoration the estates went back into the Regulars’ hands. Some interesting documents, conserved in the general Archive of the Order, about the causes which led to the final abandonment of the convent between 1847 and 1850, have recently published. In year 1845, after a landslip that caused the falling of great part of it, the Attorney General to the Prefect of the Bishops’ and Regulars’ Congregation writes: “it happened that the convent of Monte Lo-

reto might risk imminent destruction, specially the church built on an unstable and unsteady ground, so that it would be necessary to rebuild it up again from the foundations”. The small community, being afraid that the buildings would be completely destroyed and not having unfortunately the resources to restore them, took then some agreements with the Bishop of Camerino, or maybe directly with the Regulars of the town, in order to move to the Annunciata convent. The reaction of Colmurano’s Christians was quite immediate: they “felt extremely disappointed” and therefore decided to give ospitality in the village to the monks, as they wished, to prevent their departure, as they were the only few Regulars existing in that area. Later on it was decided to reopen the convent with at least two priests and a laic, but the suppression performed by the Italian Kingdom in 1861 would deceive any expectation, forbidding to the Bishops’ and Regulars’ Congregation to execute the already decreed re-establishing. Father Maricotti, in an above mentioned letter of 1884, claiming about the very bad state of conservation of Monteloreto and the inevitable abandonment by the monks, reminds that the heirs of Seri,

the Brother who had bought those estates in Napoleonic age, with the second civil incorporation, vindicated their rights of property over the convent. Pagnani in year 1986, below his writing, pressed the restoring of the whole estate of Monteloreto, “which, with its precious small cloister, is among the few ones offering the imagine of an ancient small convent of the Marche”. The architectural building, even if severely compromised in its structures, allows to see the aspects of the conventual architectural elements which characterize it and in particular the small cloister, stopped up in many points, the squared portals, the coverings and the wooden beams of the monastical rooms and the slightly jutted out entablature closing part of the façade. The mural structure made with bricks, the wooden doors, windows and beams, the ceilings result to be the original ones, even if in several points they are seriously deteriorated and ruined because of the long lasting state of abandonment and the different inadequate purposes to which for a certain period they were designed.

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progetto project

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B B

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piano interrato (grotte)

piano terra

basement (caves)

ground floor

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piano primo

coperture

first floor

covers

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prospetto nord north elevation

prospetto sud south elevation

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prospetto ovest west elevation


sezione B-B

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documentazione fotografica photographic documentation

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Ex Convento di San Pietro di Monteloreto Colmurano Mc


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Ex Convento di San Pietro di Monteloreto Colmurano Mc

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Ex Convento di San Pietro di Monteloreto Colmurano Mc

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Ex Convento di San Pietro di Monteloreto Colmurano Mc

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Ex Convento di San Pietro di Monteloreto Colmurano Mc

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Ex Convento di San Pietro di Monteloreto Colmurano Mc

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l’impresa Eugeni Pericle s.r.l. the firm “Eugeni Pericle S.r.l.”

Azienda storica nel settore del restauro e della ristrutturazione architettonica. Consolidata esperienza nel restauro, consolidamento e recupero di edifici pubblici e privati danneggiati da sisma. Partecipazione alla ricostruzione delle aree terremotate di Marche e Umbria. Pluridecennale esperienza di collaborazione con le soprintendenze regionali del Ministero dei Beni Culturali. Miglioramento sismico ristrutturazione e risanamento conservativo su ogni tipo di manufatto edilizio. Restauro di edifici monumentali, religiosi e manufatti artitici. Professionalità tecniche di comprovata esperienza per consulenze e progettazione. Collaborazione con Istituti Universitari specializzati. Utilizzo di tecniche, prodotti e maestranze di alto livello.

Historical company in the field of the restoration and the architectonic renovation. Consolidated experience in restoration, consolidation and recovery of private and public buildings damaged by the seism. Use of techniques, products and workers of high level. Participation to the reconstruction of marche and umbria areas destroyed by the earthquake. A more than 10 years experience of collaboration with the regional board of the Ministry of cultural heritage and environmental conservation. Seismic improvement, renovation and conservative redevelopment for every type of building. Renovation of monumental and religious buildings and artistic manufacture. Experienced technical professionality of proven experience for consultings and plannings. Collaboration with specialized university.

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interventi realizzati dall’impresa Eugeni Pericle s.r.l. intervention realized by Eugeni Pericle Company

Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti Sant’Elpidio a Mare Ap

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Eugeni Pericle s.r.l. Piazza E. Mattei, 7 - 60024 Matelica Mc

Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti Sant’Elpidio a Mare Ap

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Eugeni Pericle s.r.l. Piazza E. Mattei, 7 - 60024 Matelica Mc

Abbazia di Santa Maria a Piè di Chienti Montecosaro Mc


Fontana delle 99 cannelle L’Aquila

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Eugeni Pericle s.r.l. Piazza E. Mattei, 7 - 60024 Matelica Mc


Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti Sant’Elpidio a Mare Ap

Cattedrale di Santa Maria Assunta Matelica Mc

Fabbricato in Contrada Forano Appignano Mc

Castello di Lanciano

Chiesa Madonna dei Lumi

Castelraimondo Mc

San Severino Marche Mc

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Eugeni Pericle s.r.l. Piazza E. Mattei, 7 - 60024 Matelica Mc


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Campo di Bove

Castello di Vestignano

Cingoli Mc

Caldarola Mc

Complesso di Santa Croce

Edificio in Località Sarrocciano

Sassoferrato An

Corridonia Mc

Chiesa di Santa Maria Castellare

Immobile privato

Loc. Nocelleto - Castel Sant’Angelo Mc

Caldarola Mc

Ex mattatoio comunale

Palazzo Magnalbo

Matelica Mc

Sant’Elpidio a Mare Ap

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recupero & restauro s.r.l. grazianoferretti@email.it

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69 Vendita e posa in opera di materiali originari di recupero fatti a mano. Manufatti, pavimenti in cotto e in pietra, mosaici, tetti, legname antico, cornici, controsoffitti, soglie, colonne, arredi e finiture. Sales and installation of recovered handmade materials. Handwork, terracotta and stone floors, mosaic, roofs, antique timbers, frames, false ceiling, sill, columns, furniture and finishes.


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il territorio the territory

Ancona Grotte di Frasassi

Sirolo Numana Loreto Recanati Macerata

Gubbio

Civitanova M.

Urbisaglia

Assisi

Colmurano

Castelluccio di N.

Sarnano Ascoli Piceno

S. Benedetto del T.

Comune di Urbisaglia Mc “Se tu riguardi Luni ed Urbisaglia Come sono ite, e come se ne vanno Di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, Udir cime le schiatte si disfanno Non ti parrà nuova cosa nè forte, Poscia che le cittadi termine hanno”. Dante Alighieri (Paradiso, canto XVI, 73-78)

Urbs Salvia fu un’antica e grande città del Piceno, colonia e municipio romano. Oggi Urbisaglia è una cittadina dominante la valle del Fiastra, cinta da mura, degna erede di quella lontana e gloriosa città romana, testimoniata nel Parco archeologico, con l’anfiteatro, del I sec. d.C. ed il teatro, ritenuto il più cospicuo delle Marche per forma e dimensioni e l’unico in Italia che conservi ancora decorazioni pittoriche. Nel centro storico, il museo fornisce un inquadramento generale sulla civilizzazione romana nella zona. Notevole la rocca, costruita tra il XIII e il XV sec., di forma trapezoidale con quattro torri e un mastio con merli ghibellini. Poco distante si trova la chiesa dell’Addolorata, con un portale di origine romana e affreschi del primo Cinquecento.

Town of Urbisaglia Mc Urbs Salvia was an ancient large city of the Piceno area and was a Roman colony. Today Urbisaglia is a small town that dominates the valley of Fiastra, a walled city, worthy heir of that distant and glorious Roman city whose glory is evidenced in the archeological park by a first century amphitheatre and a theatre that is considered the most remarkable in Le Marche, both for its shape and the fact that it is the only one in Italy that still has its original wall paintings. In the historical centre, the museum provides an overview of Roman civilization in the area. There is also an outstanding trapezoid fortress with four towers, and a keep with Ghibeline merlons, built between the XIII and the XV centuries. Not far from this lies the church of the Addolorata which has an original Roman portal and frescoes from the Five hundreds.

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Legenda 1. Edificio tardorepubblicano 2. Porticus duplex 3. Tempio Sud del Foro 4. Monumento onorario 5. Portico tardorepubblicano-augusteo 6. Edifico “delle acque” 7. Edificio “del pozzo” 8. Tempio - Criptoportico 9. Tempietto del Foro 10. Piazza forense 11. Portico Nord 12. Portico Ovest 13. Impianto Termale

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Riserva naturale di Fiastra Mc La Riserva Naturale Abbadia di Fiastra è un territorio dove rivive lo straordinario spirito che ha animato le cose del passato e dove la natura conserva ancora un inequivocabile segno della sua splendente bellezza. Un territorio che offre ai visitatori la possibilità di riscoprire i delicati e inscindibili legami che tengono uniti l’uomo e l’ambiente e di immergersi in una suggestiva atmosfera di spiritualità. Un bene che va quindi vissuto, ma anche salvaguardato e gelosamente custodito, quale retaggio da tramandare alle future generazioni.

Abbazia di Fiastra Mc L’abbazia, intitolata a S. Maria di Chiaravalle di Fiastra è una monumentale costruzione regolata dalle severe forme cistercensi, tipica del periodo di transizione dal romanico al gotico. La facciata della chiesa, molto sobria ed austera, è completamente in cotto. Unici ornamenti sono il grande rosone centrale in pietra e una serie di archetti ciechi intrecciati, motivo che continua anche sui fianchi dell’edificio.

Fiastra Nature Reserve Mc The Abbadia nature reserve in Fiastra is an area that reawakens the extraordinary spirit which brought the past to life, and where nature still maintains definitive signs of her resplendent beauty. This is a region that gives its visitors the chance to rediscover the inseparable links that hold together man and his surroundings, and offers the opportunity to immerse oneself in a spiritual environment. The natural reserve of Fiastra is something that must be kept and maintained with the utmost care, in this way it can be passed on to future generations.

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Fiastra Abbey Mc The Abbey, Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra is a monumental construction, governed by severe cistercian shapes, typical of the transition period between the Romantic and Gothic eras. The church’s facade, very sober and austere, is entirely of clay. The only ornaments are the big central stone rose window and a series of intertwined arches, which is a motif that is maintained along the sides of the abbey.


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Macerata

Civitanova Marche Mc

È Capoluogo di Provincia dellaRegione Marche. Macerata sorge su una collina fra due valli parallele percorse dal fiume Potenza e dal fiume Chienti. Collocata al centro della provincia, di cui è capoluogo, Macerata è andata assumendo nel tempo la fisionomia di un centro direzionale delle attività culturali, amministrative e commerciali di una vasta parte del territorio marchigiano. Ancora oggi Macerata è una città di cultura, ed il settore agricolo e quello terziario fanno da completamento ad attività artigianali e piccolo-industriali, elementi basilari della sua struttura socio-economica. Dopo secoli di pace e di benessere, la città fu scossa dall’arrivo di Napoleone Bonaparte, che si stabilì a Macerata per un breve periodo. Nel 1860 si costituì ufficialmente la provincia di Macerata.

Civitanova Marche nasce come piccolo borgo marinaro e conserva ancora il suo forte legame con il mare e la cultura marinara, anche se da alcuni anni si è sviluppata come un importante centro industriale nel settore calzaturiero e della lavorazione dei pellami. La città presenta oggi una varietà di paesaggi e colori, un antico borgo medievale ricco di storia ed arte, una spiaggia ampia ed attrezzata, un mare pulito ed insignito più volte del prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu, tipicità enogastronomiche, cultura e folklore affascinanti.

Macerata is the capital of a province of the Marche region. Macerata stands on a hill between two parallel valleys, inside which run the rivers Potenza and Chienti. Macerata is situated in the centre of the province of which it is the capital. Over time it assumed the features of a powerful centre of culture, administrative and commercial activites of a wide area of Marche. To this day Macerata is still a cultural city and the agricultural and service sectors complete the spectrum of industry in the region, which also comprises of skilled craftsmanship and small enterprises. These smaller enterprises are the basic elements of Macerata’s socio-economic structure. After centuries of peace and well-being, the city was shocked by the arrival of Napoleon Bonaparte, who lived there for a short period. In 1860 the Province of Macerata was officially established.

Civitanova Marche was born as a small seaside village and still maintains the strong link with its sea culture, even though in recent years it has developed as an important industrial centre for leather and shoe production. Today the city offers a variety of landscapes and colours; an old medieval village rich in history and art plus an ample furnished beach, clean sea, which for many years has been awarded the ‘blue flag’ for its high standard of cleanliness, typical local food and wine and fascinating culture and folklore.

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Riviera delle Palme Riviera delle Palme è una denominazione turistica che individua quel tratto di costa marchigiana che va da Cupra Marittima al fiume Tronto, passando per Grottammare e San Benedetto del Tronto, caratterizzato dalla presenza di migliaia di palme. Fiore all’occhiello della Riviera è il lungomare di San Benedetto. Fu progettato dall’ingegner Luigi Onorati nel 1931 e fu inaugurato l’anno successivo; venne considerato una realizzazione spropositata per l’epoca. Con il passare degli anni il progetto si estese fino ad arrivare all’attuale dimensione di circa 6 km, dove sono presenti circa 8000 palme. Riviera delle Palme (riviera of the palms) is a touristic trade name that indicates the part of the Marchiggiana coast that extends from Cupra Maritima to the River Tronto, passing through Grottammare and San Benedetto del Tronto, caracterised by the presence of thousands of palm trees. The key point of the riveria is San Benedetto’s promenade. This promenade was planned by the engineer Luigi Onorati in 1931 and was inaugurated the following year. It was considered an unnecessary extravagance for the time. With the passing of time, the project was extended to reach the size that can be seen today of circa 6km, with approximately 8000 palm trees.

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Riviera del Conero Sirolo, Numana, Portonovo, Ancona Lungo il tratto di costa marchigiana che va da Portonovo a Numana esiste un angolo dell’Adriatico, caratterizzato da un ambiente marino incontaminato, con spiagge dai ciottoli levigati e calette nascoste, dove il verde cala a picco sul mare di un azzurro intenso e dove è possibile scoprire gli antichi borghi dell’entroterra: siamo nella Riviera del Conero, subito a Sud di Ancona. Qui il Monte Conero (572 m.) scende ripido verso il mare, creando uno dei tratti più belli e frastagliati dell’Adriatico. Along the Marchiggiana coast, which extends from Porto Novo to Nomana, there is a corner of the Adriatic Sea that is characterized by a pure, uncontaminated marine environment, with pebble beaches and small caves, where lush green grass grows on steep peaks that descend right into the sea, where old villages can be seen: we are on the Riviera del Conero to the South of Ancona. Mount Conero (572m) descends steeply on to the sea, creating one of the most beautiful, rugged parts of the Adriatic.

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Loreto An

Recanati Mc

Loreto è famosa per essere la sede della Basilica della Santa Casa, uno dei più importanti e antichi santuari di pellegrinaggio del mondo cattolico, tanto che forse solo a Lourdes esiste un simile afflusso di fedeli e pellegrini. La città si è sviluppata intorno alla nota Basilica che ospita la celebre reliquia della Santa Casa, dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque e visse e dove ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù. Loreto è tutta incentrata verso l’imponente mole del Santuario della Santa Casa, iniziata nel 1468, terminata solo verso il XVII secolo e completata dal suo campanile dal Vanvitelli nel 1755. Vi lavorarono il “gotha” degli architetti del tempo: Baccio Pontelli, Bramante, Andrea Sansovino, Giuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane. La Basilica è in stile gotico-rinascimentale, con pianta a croce latina, nata da una antica struttura a tre navate, con un’altra che reca al centro una croce greca. La cupola ottagonale fu eretta tra il 1498 e il 1500 da Giuliano da Sangallo. L’interno è a tre navate, separate da colonne quadrate con sopra crociere a costole. Un ricco e sontuoso recinto marmoreo riveste la Santa Casa, il rivestimento progettato dal Bramante fu edificato da Sansovino. La Cappella dell’Annunciazione fu decorata con affreschi di Federico Zuccari, le sagrestie di San Marco e di San Giovanni rispettivamente da Melozzo da Forlì e da Luca Signorelli, il soffitto ed il padiglione della sala del Tesoro dal Pomarancio.

Sorge sulla cima di un colle, la cui cresta tortuosa è quasi pianeggiante, a 296 m s.l.m. Il mare Adriatico, oltre il quale, quando l’aria è chiara, si vedono i monti della ex-Jugoslavia, è ad una decina di chilometri ad Est della città. È visibile il monte Conero e si vedono le cime degli Appennini, dei Monti Sibillini e più su il monte San Vicino, la Strega e il Catria sono ben visibili. Come altri centri marchigiani, anche Recanati è la tipica “città balcone”, per l’ampio panorama che vi si scorge: città e borgate sono sparse in gran numero nell’ampia distesa, tra piani, valli e colline.

Loreto is famed for being the home of the Santa Casa Basilica, one of the most important antique sanctuaries for pilgrimage in the Catholic world, only Lourdes experiences such an influx of pilgrims. The city developed around the basilica that holds the famous relics of the Santa Casa where, according to tradition, Virgin Mary was born, lived and received the news of the Miraculous Birth of Jesus. Loreto is centered around the Santa Casa Sanctuary, which began construction in 1468 and was finally completed during the 17th century and decorated by Vanvitelli’s belltower in 1755. The most renowned architects of the time worked on it: Baccio Pontelli, Bramante, Andrea San Sovino, Giuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il giovane. The basilica is in gothic renaissance style and is in the shape of a latin cross, built on an old structure of three aisles, with a fourth aisle that bears a greek cross at its centre. The octagonal dome was built between 1498 and 1500 by Giuliano da Sangallo. The inside of the Sanctuary is composed of three aisles, divided by square columns. Its exterior decorated by a rich marble. This was planned by Bramante and built by San Sorino. The chapel of the annunciazione was decorated in frescoes by Federico Zucchari. The vestries of San Marco and San Giovanni, decorated by Meozzo da Forlì and by Luca Signorelli. The ceiling and the treasure room by Pomarancio.

Recanati stands on the top of a hill whose crest is almost flat at 2096m. The Adriatic sea, beyond which on a clear day can be seen the mountains of the former Yugoslavia, is around 10km east of the city. From this point can be seen Monte Conero and the peaks of the appenines, the peaks of Monti Sibellini and Monte San Vicino, Strega and Catria are also visible. As in many Marchiggiani towns, Recanati is a hillside town because of its rich view from its high position.

Luoghi leopardiani •Palazzo Leopardi: è la casa natale del poeta. •Piazzetta del Sabato del Villaggio: sulla quale si affaccia Palazzo Leopardi. •Colle dell’Infinito: è la sommità del Monte Tabor, da cui si domina un panorama vastissimo verso le montagne e che ispirò l’omonima poesia composta dal poeta a soli 21 anni.

Leopardian places: •Palazzo Leopardi: where the poet was born •Sabato del Villaggio (Little Square): onto which looks Palazzo Leopardi •Colle del Infinito: the top of Monte Tabor from which can be enjoyed a vast landscape that inspired the poem L’infinito, written by the poet at only 21 years old.

«Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare». Giacomo Leopardi, L’infinito (1819)

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Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Sarnano Mc

Uno scrigno di natura, tradizioni e leggende. Una catena montuosa che si erge nel cuore dell’Italia fino a raggiungere, con il M. Vettore i 2.476 m. È qui, nel regno della mitica Sibilla, che nel 1993 è nato il Parco Nazionale Monti Sibillini (oltre 70.000 ha) con lo scopo di salvaguardare l’ambiente, promuovere uno sviluppo socio-economico sostenibile e favorire la fruizione ad ogni categoria di persone, sì da creare un “Parco per tutti”. Lupo, aquila reale, falco pellegrino e numerose specie endemiche sono i segni più evidenti di una diversità e di una ricchezza biologica che, unitamente al fascino delle abbazie e dei centri storici medioevali, disseminati a guisa di corona alle falde del gruppo montuoso, hanno contribuito a determinare un mondo antico e suggestivo, dove il tempo sembra, ancora oggi, essersi fermato per rendere omaggio a una realtà di così straordinaria bellezza.

Situato su un’altura alle pendici dei Sibillini, Sarnano è rinomato come centro termale, di villeggiatura e di sport invernali. L’abitato è composto da una parte moderna che si trova a valle e da un borgo medievale arroccato sul colle, tipico esempio di castrum. Gli amanti della natura non potranno non godere poi della passeggiata che costeggia il fiume Tennacola fin dentro il Parco dei Sibillini.

A treasure trove of nature, traditions and legends. A chain of mountains that rises in the heart of Italy, peaking at 2476m at Mount Vettore. It is here in the Sibilla kingdom that in 1993 the national park Monti Sibillini was born, with the objective of preserving the environment, promoting socio-economic development and catering to all types of people thus creating a park for everyone. Wolves, golden eagles, peregrine falcons and numerous other species are the most evident signs of the diversity and richness of nature concentrated here. Coupled with the beauty of the abbeys and the medieval towns, here one has the idea of being lost in time in a place that pays homage to such extraordinary beauty.

Situated high in the Sibellini mountains, Sarnano is renowned for its thermic baths, winter sports and holidays. Sarnano is made up of a modern part that is Balle and a medieval village built into the hill, which is a typical example of a castrum. Nature lovers can enjoy the walk along the Tennacola river that leads into the Sibellini park.

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Le Grotte di Frasassi An Le grotte di Frasassi, famose in tutto il mondo, sono delle grotte carsiche sotterranee, che si trovano all’interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, nel comune di Genga nella provincia di Ancona. La scoperta delle grotte di Frasassi risale al 25 settembre 1971, ad opera del gruppo speleologico. Altre scoperte si susseguirono negli anni 1950 e 1960, ad opere dei gruppi del Club Alpino Italiano di Jesi e Fabriano, tra cui nel 1966 una diramazione lunga più di 1 km che parte dalla Grotta del Fiume. Le scoperte si susseguirono negli anni e numerosi altri ambienti più o meno accessibili furono scoperti ed esplorati dagli speleologi. Al momento il complesso delle grotte di Frasassi ha una lunghezza di oltre 13 km. Oltre all’“Abisso Ancona”, sono note la “Sala 200”, così chiamata perché è un corridoio di 200 m, la “Sala delle Candeline” per le numerose stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni, la “Sala Bianca” il cui colore è dovuto a strati di calcite pura, la “Sala dell’Orsa” per il masso che grazie all’erosione millenaria dell’acqua ha assunto la forma di un’orsa e la “Sala dell’Infinito”, così chiamata perché ha una forma irregolarmente circolare, tanto che, durante le prime esplorazioni, gli speleologi persero l’orientamento e si ritrovarono a girare intorno alla sala diverse volte prima di trovare un’uscita, come se fossero in un percorso infinito.

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Le Grotte (caves) di Frasassi, famous all over the world, are karst underground caves which are found inside the natural park of La Gola della Rossa e di Frasassi in the Genga municipality in the province Ancona. The Grotte di Frasassi were discovered on the 25th September 1971 by a group of speleologists. Other discoveries were made in 1950 and 1960 by groups from the club ‘Alpino Italiano’ from Jesi and Fabriano, the most important of which in 1966 was an offshoot, more than a kilometre in length, which starts from the Grotta del Fiume. Many other discoveries were made in the following years and the caves were further opened and explored by speleologists. Today the Grotte di Frasassi are more than 13km long. Besides the Abisso Ancona, there is la sala 200 (a corridor of 200m), la sala delle candeline (‘candle room’, named for its many small cylindric stalagmites), la sala bianca (‘white room’, named for its colour that derives from pure calcite), la sala dell’orsa (‘bear room’, named for its big stone that has been eroded into the shape of a bear) and la sala dell’infinito (‘infinite room’, named for its irregular circular shape). During first explorations speleologists became disorientated and circled an ‘infinite’ path to find a way out.

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Ascoli Piceno

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Le origini della città sono avvolte nel mistero, ma è abbastanza sicuro che vi fosse la presenza umana già dall’età della pietra e che la zona fosse abitata già nell’epoca neolitica da popolazioni italiche. Secondo una tradizione italica citata nella letteratura antica, la città venne fondata da un gruppo di Sabini, Ascoli Piceno è una delle città monumentali d’Italia: il suo centro storico è interamente costruito in travertino ed ha come fulcro la rinascimentale piazza del Popolo, dove si trovano alcuni degli edifici più importanti. Altro fulcro cittadino è piazza Arringo, la più antica di Ascoli. Non solo le piazze, ma anche le strade ed i vicoli di impronta medievale contribuiscono a caratterizzare il centro storico. Tra i monumenti sono da ricordare: •Piazza del Popolo - Di stile rinascimentale è considerata una delle più note piazze d’Italia. Si apre all’incrocio del cardo e del decumano dell’impianto stradale cittadino. Il suo spazio è circoscritto dalle facciate di palazzo dei Capitani, del Caffè Meletti e dalle leggere e gentili forme gotiche della chiesa di San Francesco, tutto il resto del perimetro è delimitato da palazzetti con portici e logge. •Piazza Arringo - Questa è la piazza monumentale più datata della città, si ritiene che fosse la sede del forum e si apre sull’antico percorso della consolare Salaria che attraversava Ascoli.

•Palazzo dei Capitani del Popolo •Caffè Meletti •Chiesa di San Francesco •Battistero di San Giovanni •Cattedrale di Sant’Emidio •Ponte Romano di Solestà •Teatro romano •Grotte dell’Annunziata

The origins of this town are often a mystery but it is sure that humans have been present there since the stone age and it has been inhabited by italic tribes in the neolithic period. According to an italic tradition, the town was founded by a group of Sabini. Ascoli Piceno is one of Italy’s monumental cities: its historic centre in entirely made of travertine marble and as it centre has a renaissance style square, Piazza del Popolo, where you can find the most important buildings. Another key attraction is Piazza Arringo, the oldest in Ascoli. The town is also characterized by its medieval alleys. Among the monuments should be noted: •Piazza del Popolo: with its renaissance style, is considered one of the most famous in Italy. It can be found at the point where the main roads north-south and east-west meet, at the heart of the city. The square is bordered by Palazzo dei Capitani, Caffé Meletti and by the gentle gothic shape of the San Francesco church. •Piazza Arringo: this is the oldest monumental square of the city. It is believed to be home to the old forum and it lies on the old path of the Salaria Way.

•Palazzo dei Capitani del Popolo •Caffé Meletti •Chiesa di San Francesco •Battistero di San Giovanni •Sant’Emidio’s Cathedral •Ponte Romano di Solestà •Roman Theatre •Annunziata’s Cave

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Gubbio Pg “Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d’alto monte pende, onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole; e di retro le piange per grave giogo Nocera con Gualdo. Di questa costa, là dov’ella frange più sua rattezza nacque al mondo un Sole, come fa questo talvolta di Gange. Però chi d’esso loco fa parole, non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Oriente, se proprio dir vuole.” Dante Alighieri, Paradiso XI

Le prime forme di insediamento nel territorio eugubino sono da collocarsi già nel paleolitico. Gubbio fu una città umbra con il nome di Ikuvium o Iguvium, posta sulle vie di comunicazione tra il Tirreno e l’Adriatico. Testimonianze del periodo umbro sono le importanti Tavole eugubine, scoperte intorno metà del XV secolo ed acquistate dal comune nel 1456, costituite da sette tavole in bronzo, in parte redatte in alfabeto umbro ed in parte in alfabeto latino, ma sempre in lingua umbra.

San Francesco a Gubbio La città di Gubbio è strettamente legata alla storia di San Francesco, in particolar modo ad un evento della sua vita citato nel XXI capitolo dei Fioretti di San Francesco, cioè l’incontro con il lupo. Ceduta alla Chiesa con le donazioni di Pipino il Breve e Carlo Magno, la città, pur assoggettata ai vescovi, si costituì in Libero comune di fazione ghibellina e, nell’XI secolo, iniziò una politica espansionistica. Le continue guerre di confine portarono Gubbio ad avere più di cento castelli sotto il suo dominio, ma, nello stesso tempo, ad entrare in forte conflitto con Perugia, allarmata dal suo espansionismo. Nel 1384 gli eugubini si “consegnarono” spontaneamente ai Montefeltro, duchi di Urbino, perdendo così il titolo di libero comune, ma ottenendo un lungo periodo di tranquillità. I Montefeltro, signori amanti dell’arte, restituirono a Gubbio i privilegi e gli ordinamenti civili, la città tornò così a fiorire culturalmente e artisticamente; in quel periodo fu ricostruito il Palazzo dei Consoli. Nel 1508 subentrarono, nel dominio della città, i Della Rovere, che lo tennero fino al 1624 quando, con la morte di Francesco Maria II Della Rovere, ultimo erede della casata, tutti i beni passarono, come da volontà testamentaria, allo stato pontificio. Nel 1860 Gubbio fu annessa al Regno d’Italia e fu distaccata dalle Marche e aggregata all’Umbria. The first inhabitants of Gubbio can be traced to the paleolithic era. Gubbio was and still is part of Umbria and went by the name of Ikuvium o Iguvium and was situated on the link road between the Tirreno and Adriatic sea. Witnesses of the Umbro era are important ‘Tavole e Ugubine’ disovered in the mid 15th century and purchased by the municipality in 1456. The ‘tavole e ugubine’ are made up of 7 bronze tablets, part written in Umbro alphabet and part in Latin alphabet but entirely in Umbro language.

San Francesco a Gubbio

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The town of Gubbio is closely linked to the story of San Francesco, particulary to an event in his life which is narrated in the 21st chapter of the Fioretti di San Francesco, and is that of the Meeting With the Wolf. Gubbio was given to the church by Pepin the Short and Charlemagne and although was under the command of the bishops, in the 11th century, they declared themselves a free municipality of Ghebelline influence and they started to expand their territory. The ongoing boarder wars brought more than 100 castles under the command of Gubbio who at the same time went into strong conflict against Perugia, worried about their expanding territories. In 1384 the people of Gubbio surrendered willingly to the Monte Feltro, who were Dukes of Urbino, thus losing the title of ‘free municipality’ but obtaining a long period of calm. The Monte Feltros who were art lovers, restored order and civilization to Gubbio and the city began to flourish again, both artistically and culturally. Palazzo de Consoli was built in this period. In 1508 the Della Rovere took control of the city, which lasted until 1624, when the last heir of that family, Francesco Maria II Della Rovere, died and all their possessions went to the state of the church. In 1860 Gubbio became part of the Kingdom of Italy, was removed from Marche and became part of Umbria.

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Assisi Pg Assisi è conosciuta per essere la città in cui nacquero, vissero e morirono san Francesco, patrono d’Italia, e santa Chiara. Le tracce più antiche della presenza umana nel territorio assisano risalgono al Neolitico. Numerosi reperti archeologici indicano che Assisi trae le sue origini da un piccolo villaggio abitato dagli Umbri già nel periodo villanoviano (IX - VIII secolo). Come ci dimostrano i vari reperti archeologici rinvenuti, gli Umbri intrattenevano profondi rapporti (soprattutto commerciali) con i vicini Etruschi, stanziati sulla sponda occidentale del Tevere. A dare ad Assisi una identità urbana e monumentale furono i Romani; nel 399 a.C. diviene colonia romana con il nome di Asisium. Per Asisium inizia così un lungo periodo di prosperità e pace: innalzata a Municipium, diventò un importante centro economico e sociale dell’Impero romano. Con il crollo dell’Impero romano anche Assisi conobbe la buia età delle invasioni barbariche e, nel 545, fu saccheggiata dai Goti di Totila. Conquistata dai Bizantini, passò poco tempo dopo (568) sotto il dominio longobardo e venne annessa al ducato di Spoleto, del quale condivise le sorti fino all’inizio del XII secolo. Dopo un periodo di guerre, nel 1174 fu assediata e conquistata da Federico I Barbarossa: Assisi diviene dominio imperiale, ma sollevazioni popolari (1198) inaugurarono ben presto l’epoca comunale, non senza lotte interne e guerre con la vicina Perugia. Tra 1181 e il 1182, nasce ad Assisi Francesco, il futuro santo, che, con la sua opera, segnerà la storia del luogo e dell’umanità. Successivamente la città passò sotto il dominio della Chiesa, dei Perugini, di Giangaleazzo Visconti, dei Montefeltro, di Braccio Fortebraccio da Montone, passando infine sotto il controllo di Francesco Sforza. Con il ritrovamento dei corpi di San Francesco (1818) e santa Chiara (1850), Assisi diventa meta privilegiata di pellegrinaggi; il turismo religioso diede un forte incremento alla rinascita dell’economia locale.

storia del Cristianesimo. La Costruzione della basilica venne avviata nel 1228 da Gregorio IX e conclusa nel 1253 da Innocenzo IV. Per completare la basilica arrivarono offerte da ogni parte del mondo e vennero chiamati maestri architetti, decoratori e pittori tra i migliori dell’epoca. Assisi divenne così, per tutti i pellegrini, una tappa

fondamentale lungo il viaggio per Roma. A ridosso del fianco absidale si alza l’altissima torre campanaria, con un gioco di cornici e archetti pensili che ne spezzano la corsa verso l’alto. Di fronte all’atrio che precede l’ingresso della basilica inferiore si trova l’ex Oratorio di San Bernardino (XV secolo).

•Basilica di Santa Chiara •Cattedrale di San Rufino •Chiesa di Santa Maria Maggiore •Basilica di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola •Eremo delle carceri sul monte Subasio •Abbazia di San Benedetto

Ordine Minoritico. This church, the principal creation that helped diffuse the gothic style in Italy, had different uses, but was most importantly the place where the founder of the Ordine was buried, who, two years following his death, was already considered the most significant figure of Christianity. The construction of the Basilica began in 1228 by Pope Gregory IX and was finished in 1253 by Innocenzo IV. Offers came from all over the world to

complete the Basilica and great painters and architects were called on to take part in its construction. Assisi became an important stopping point for Pilgrims on their way to Rome. Next to the apse side lies the extremely high bell tower with a blend of frames and hanging arcs that break-up its vast length. In front of the atrium, located before the entrance of the lower Basilica, it is possible to see the former oratorio of San Bernardino, built around

the mid 15th century. •Basilica di Santa Chiara •Cathedrale di San Rufino •Chiesa di Santa Maria Maggiore •Basilica di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola •Eremo delle carceri sul Monte Subasio •Abbazia (abbey) di San Benedetto

Chiese ed edifici sacri: •Basilica di San Francesco d’Assisi (divisa in parte inferiore e superiore). Il 16 luglio del 1228, a soli due anni dalla morte, Francesco venne proclamato santo da papa Gregorio IX; il giorno dopo, 17 luglio, lo stesso Papa e il generale dell’Ordine minoritico posero le prime pietre per la costruzione di quella imponente basilica, futuro scrigno dei resti mortali di Francesco e anche sede dell’Ordine appena nato. La chiesa, che fu uno dei capisaldi della diffusione del gotico in Italia, aveva molteplici finalità. Prima di tutto era il luogo di sepoltura del fondatore dell’ordine, che già dopo due anni dalla sua morte veniva considerato una delle figure più significative della

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Assisi the famous place where San Francesco (Saint Frances) and Santa Chiara were born, lived and died. San Francesco is the patron saint of Italy. The oldest trace of life in Assisi is from the neolithic era. Numerous archeological findings tell us that Assisi grew from a small village inhabited by the Umbri between the 9th and 8th centuries b.c. As these findings demonstrate, the Umbri had strong commercial relationships with the Etruscans that lived on the west side of the Tiber. Assisi became a true monumental city during Roman times, in 399b.c. became a Roman colony named Assisium. At this time Assisium enjoyed a long period of prosperity and peace: it was promoted from a town to a city. It became an important social and economic centre for the Roman Empire. After the fall of the Roman Empire even Assisi was faced with the dark age of barbaric invasions and in 545 was sacked by the Goths of Totila. Conquered by the Byzantines, in 568 Assisi was under the control of the Longobardi and was annexed to the duchy of Spoleto until the beginning of the 12th century. After a period of wars in 1174 Assisi was besieged by Frederic I Barbarossa (red beard). Again Assisi was under control of the German empire but insurrections in 1198 overthrew this rule and brought the city back to the age of ‘city states’ (similar to the feudal system), not without internal fighting and wars with Perugia. Between 1181 and 1182 Francesco was born, the future saint, whose work told the story of Assisi and mankind. Following this, the city fell under the control of the church, of the Perugini, of Giangaleazzo Visconti, of the Montefeltro, Braccio Forte and Braccio da Montone and eventually under the control of Francesco Sforza. With the discoveries of the bodies of San Francesco (1818) and Santa Chiara (1850), Assisi became the prime destination for Pilgrims. This religious tourism gave a big boost to the city’s economy. Churches and Sacred Buildings: •Basilica di San Francesco di Assisi - (divided into upper and lower) On the 16th July 1228 (two years after Francesco’s death), he was proclaimed saint by Pope Gregory IX. The following day the Pope and the General of the Ordine Minoritico (Minoritic Order), laid the first stones for the construction of the imposing Basilica, future chest of Francesco’s mortal remains and seat of the

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Castelluccio di Norcia Pg Castelluccio è una frazione del comune di Norcia (Pg). Il paese si trova in cima ad una collina che si eleva sull’omonimo altopiano, uno dei più vasti dell’Italia centrale ed inserito nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L’attuale nucleo abitativo non risale a prima del XIII sec. La storia di Castelluccio e il suo sviluppo sono strettamente legate alla storia della pastorizia. Salendo sulla sommità del colle, si giunge all’abitato più antico del paese. Della vecchia fortificazione cinquecentesca non rimane che un portale, e pochi tratti delle mura, oltre si accede alla piazzetta della chiesa di S. Maria Assunta anch’essa del 1500.

La Fioritura dell’Altopiano di Castelluccio Tra fine maggio e i primi giorni di luglio, l’altopiano di Castelluccio è testimone di un evento di particolare bellezza: la Fioritura. Per diverse settimane la monotonia cromatica del pascolo, viene spezzata da un mosaico di colori, con variazioni di toni che vanno dal giallo al rosso. Anche se la festa della “Fiorita” ricade nella terza e nell’ ultima domenica di Giugno, non esiste un preciso giorno per ammirare questo incantevole spettacolo. Castelluccio is part of the municipality of Norcia (Perugia). The town is on the top of a hill on a highland that is one of the largest in central Italy in the national park of Monti Sibillini. There are no traces of inhabitants here before the 13th century. The history and development of Castelluccio are closely linked to the history of shepherding. Climbing up the hill the old town can be reached. There is only a door and few parts of the wall that remains of the ancient fortifications from the 16th century. Behind this can be found the small square of the church of Santa Maria Assunta, also from the 16th century.

The Fioritura (blossoming) of Castelluccio’s Highlands. 92

Between the end of May and the first days of July, Castelluccio’s highlands bear witness to a particularly beautiful event: la Fioritura (the blossoming). For many weeks the monotonous colour of the green fields are interrupted by a mosaic of colours that go from yellow to red. The party of the Fiorita (blossom party) is held on the third and last Sunday of June. Nevertheless there is no specific day to admire to go and admire this beautiful display of nature.

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