bresciarte un mondo di servizi al servizio dell’arte
01|2014
CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE ARTISTI|ASSOCIAZIONI|GALLERIE GUIDE|MERCATINI|MUSEI|SCUOLE|SPAZI D’ARTE publisher
ai miei cari con affetto e riconoscenza
bresciarte un mondo di servizi al servizio dell’arte
CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE publisher 3
bresciarte
www.bresciarte.it UN MONDO DI SERVIZI A SERVIZIO DELL’ARTE
che l’arte, dal mondo, e er ad ev er più sicura p , che l’arte. Non c’è via ro con esso cu si iù p e 09 legam ità elettive, 18 ma non c’è the - Le affin oe G g an fg ol Johann W
Brescia vanta un ricchissimo patrimonio culturale in ogni ambito di attività, dalla musica alla pittura, passando attraverso la letteratura e l’architettura. In questo contesto, l’arte rappresenta un settore di primo piano, da proteggere e conservare, da promuovere e sviluppare. Valorizzare l’arte significa costruire un legame di continuità tra passato e futuro partendo da ciò che ha sempre rappresentato per la nostra provincia motivo d’orgoglio. Favorire la cultura significa favorire lo sviluppo economico. Per questo chi vi investe agisce con un ruolo di stimolo e di fiducia, perchè ritiene che alla base della crescita del capitale economico dei territori vi sia lo sviluppo del capitale umano e sociale. Per questo, l’arte può essere eletta a strumento di costruzione e comunicazione della propria identità aziendale e può essere vista come strumento di coesione e motore di sinergie, tra pubblico e privato.
bresciarte è PORTALE WEB • SOCIAL MEDIA • BLOG Guida agli appuntamenti • Schede di artisti, gallerie, mercatini, musei e associazioni • Storia dell’arte e profilo dei grandi artisti • Newsletter via mail con le ultime novità • Documentazione video-fotografica di inaugurazioni, mostre, convegni e conferenze stampa • Recensione di libri, cataloghi e pubblicazioni.
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in un unico progetto
BRESCIARTE È UN PROGETTO PUBLISHER (via San Bernardino, 61/L 25030 Roncadelle (BS) | info@publisher.it | 3200563244) PUBLISHER opera a Brescia nel campo dell’editoria e della comunicazione da oltre 20 anni. Tra le pubblicazioni realizzate ricordiamo: le guide “Vivi Brescia”, “Vivi Valtenesi” e “Vivi Musei”, la serie degli “Stradari” dedicati alle Circoscrizioni cittadine e ai Comuni della provincia, le agende storiche “MEMO BRESCIA” la guida scolastica “Brescia, provincia da scoprire” e il periodico “Vivi Brescia-eventi” dedicato alle manifestazioni. È attiva anche in internet nello sviluppo, realizzazione e gestione di siti e portali per enti, associazioni, comuni e aziende. Cura inoltre la comunicazione e gli uffici stampa di affermate realtà economiche.
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I LIBRI DI BRESCIARTE
EDITORIALE
Questo lavoro rappresenta il fil rouge del progetto bresciarte avviato due anni orsono nel campo artistico. E, insieme, testimonia il ritorno alla produzione editoriale "off line" di Publisher, casa editrice bresciana attiva in ambito culturale e turistico da venticinque anni.
Franciacorta a Villa Lechi di Erbusco, con il Consorzio Vini Bresciani a Palazzo Broletto, con il Movimento Cristiano Lavoratori in occasione del Natale alla Bcc di via Triumplina e con la Strada dei vini e dei Sapori del Garda al Museo Mille Miglia di Sant’Eufemia.
Attraverso il progetto bresciarte abbiamo dato vita ad una nuova iniziativa che, partendo da internet e quindi dal ‘virtuale’, passo dopo passo è scesa sul territorio coinvolgendo persone e luoghi ed è diventata ‘reale’.
In tutte queste occasioni bresciarte, nato come agorà virtuale, ha scoperto un mondo di persone animate da una grande passione e si è trasformato quindi in uno spazio fisico d'incontro. Un modo concreto per far conoscere gli artisti e le loro creazioni e, insieme, realizzare momenti di socializzazione e di opportunità.
Dal sito www.bresciarte.it e dalle pagine social collegate abbiamo, giorno dopo giorno, fornito notizie, diffuso eventi e creato intorno ad essi una piccola comunità di artisti e appassionati. A questi nuovi "amici" abbiamo proposto le nostre iniziative mirate a far conoscere le loro produzioni ad un vasto pubblico. Periodicamente abbiamo organizzato mostre collettive, a tema o libere, puntando sulla qualità dell'offerta espositiva e affiancando eventi di particolare presa sul pubblico. Di volta in volta siamo stati ospiti di hotel, ville e musei prestigiosi proponendo qualificate gallerie artistiche. Ricordiamo le mostre dedicate alla Mille Miglia all'Hotel Master e all’Hotel Vittoria di Brescia, quelle relative al territorio organizzate con la Provincia di Brescia all'Abbazia di Rodengo Saiano e a Villa Fenaroli di Rezzato, con le Cantine della
CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE
Nel tempo di crisi che stiamo attraversando siamo convinti che occorra guardare alle persone, alla loro voglia di fare e di ritrovarsi a condividere passioni ed esperienze, per tenere vivo quel tessuto sociale che consenta di ripartire e di guardare con speranza al futuro. E siamo ancor più convinti che l'arte e la cultura in genere possano rappresentare un fattore decisivo di crescita e di sviluppo. Desidero ringraziare gli amici di bresciarte che in questi due anni ci hanno dato fiducia e ci hanno incoraggiato a proseguire in questa bella avventura. Da parte nostra non mancheremo di dare un contributo semplice, ma non banale, per avvicinare l'arte e gli artisti al territorio. Buona arte! Vittorio Bertoni
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IL NOSTRO MARCHIO 6
L’Angelo di Raffaello Pinacoteca Tosio Martinengo - Brescia
è un dipinto a olio su tavola trasportato su tela (31x27 cm) databile al 1500-1501 è uno dei frammenti della Pala eseguita per la cappella Baronci nella chiesa di S. Agostino a Città di Castello è la prima opera documentata di Raffaello, allora diciassettenne
I LIBRI DI BRESCIARTE
PREFAZIONE CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE
Nel vasto e variegato panorama dell'arte contemporanea bresciana, Vittorio Bertoni, nonostante le difficoltà dettate dalla situazione contingente, sempre persevera nel promuovere gli artisti del territorio e presenta in questo catalogo una serie di pittori, scultori e fotografi bresciani con alcune delle loro opere di questi ultimi anni. Il filo comune che li associa, si può dire, non è l'adesione a questo o quel movimento, o tendenza artistica, programmaticamente dichiarato, ma piuttosto la voglia, da parte di ognuno, di seguire la propria ispirazione e modalità espressiva. Troviamo quindi i più “tradizionalisti”, legati alla poetica del vero e della quotidianità, secondo la tendenza filoimpressionistica di tanta arte bresciana del Novecento; coloro che su una base tendenzialmente figurativa cercano la modernità di espressione che tiene conto del vento delle innovazioni portate dalle avanguardie storiche del Novecento e le rivivono con la propria sensibilità e chi invece persegue i sentieri dell'astrazione attraverso la ricerca di pure forme e colori. Non macano anche sperimentazioni che tengono conto di materiali e tecniche meno comuni rispetto al semplice uso di colori in tubetto, olio o acrilico che siano e del supporto di tela. Quel che li accomuna, oltre a una consuetudine espositiva, è, mi pare, la consapevolezza che per fare arte, più che l'invenzione estemporanea, che spesso si esaurisce in un gesto secondo la moda della performance, o altre di cui oggi vi è una vera e propria inflazione, sia l'attenzione a cercare il “mestiere” perseguito con l'esercizio costante della pittura, espolorata secondo canoni non dirompenti o eclatanti, ma con attenta considerazione delle proprie capacità espressive. Un incoraggiamento, quindi, a tutti gli artisti presenti in questa pubblicazione, e anche un augurio rivolto a tutto il vasto mondo dell'arte bresciana di oggi, per indicare che, nonostante tutto, può sempre esserci spazio per chi, con “onestà” e passione si impegna nel “fare” arte. Alberto Zaina novembre 2014
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I LIBRI DI BRESCIARTE
ARTISTI Ecco di seguito gli artisti "amici di bresciarte". Li ringraziamo di cuore per aver accettato il nostro invito a "mettersi in mostra". Come ben sanno i nostri amici è volontà nostra non creare classifiche, nè tracciare giudizi sulla qualità delle opere, ma solo di contribuire a dare una maggiore visibilità. Pertanto, anche per la catalogazione, abbiamo scelto il criterio democratico dell'ordine alfabetico.
tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi (pablo picasso) CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE
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studio: via marconi, 46 - rudiano @: eleonora_amighetti@alice.it tel. 3387752119 web: fb: Eleonora Amighetti studio: via casotto, 14a - gussago @: denebgallerygmail.com deneb arici tel. 3391414055 web: www.denebgallery.com fb: deneb.alpha.cyg studio: via allende, 27 - ospitaletto @: drago.piumato@gmail.com giuseppe barbi tel. 3388934040 web: fb: barbi giuseppe studio: via manifattura, 57 - darfo boario terme @: bellinilaura09@gmail.com laura bellini tel. 3487208644 web: www.laurabellini.info fb: studio: via g. matteotti, 14/a - vestone @: betta.va@libero.it valerio betta tel. 3332690881 web: digilander.libero.it/valeriobetta fb: betta.valerio studio: via parma, 54 - gambara @: loredana@loredanaboldini.it loredana boldini tel. 3381628341 web: www.loredanaboldini.it fb: studio: @: info@amministrazionibonassi.it elena bonassi tel. 3287284408 web: fb: elena.bonassi studio: via trento, 33 - brescia @: alberto.bonera@libero.it alberto bonera tel. 3921421975 web: fb: alberto.bonera studio: via d. levi, 3 - brescia @: elena.5@alice.it elena borboni tel. 0303389538 web: fb: studio: via l. sturzo, 15 - bagnolo mella @: daniela.braga.arte@gmail.com daniela braga tel. 3403962100 web: www.bresciarte.it/p=6385 fb: daniela.braga.16 studio: via bersai, 74 - gardone valtrompia @: info@tizianocalcari.it tiziano calcari tel. 3397979188 web: www.tizianocalcari.it fb: tiziano calcari studio: via sostegno, 32 - brescia @: ggamba@libero.it tiziana cherubini tel. 0302420263 web: fb: studio: brescia @: sergiocorbelli@hotmail.it sergio corbelli tel. 3389582471 web: fb: studio: via a. modigliani, 145 - brescia @: andrea.morelli@alice.it katia d’angelo tel. 3402212180 web: fb: studio: via de gasperi, 14 - passirano @: ornella627@gmail.com ornella de rosa tel. 3345649815 web: www.ass-arteviva.it fb: ornella de rosa studio: via cervi, 20 - mazzano @: filmarart@gmail.com mario filippini tel. 3356167603 web: sites.google.com/site/filmarart fb: mario.filippini studio: @: arianna.finkbein@virgilio.it arianna finkbein tel. 3405559179 web: www.pitturiamo.it/arianna-finkbein fb: arianna finkbein studio: via s. bartolomeo, 27a - brescia @: mauragmb@gmail.com maura gamba tel. 3488095422 web: www.mauragamba.it fb: mauragamba studio: via m.l. king, 50 - rovato @: antonellagiapponesi@hotmail.it antonella giapponesi tel. 3885881412 web: www.antonellagiapponesi.it fb: antonella giapponesi tarenghi studio: via m. malvestiti, 20 - brescia @: giancarlo.guerrato@gmail.com carlo guerrato tel. 3356558634 web: www.giancarloguerrato.com fb:
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eleonora amighetti Nata a Chiari nel 1966, risiede a Rudiano. Fin dalla giovane età, ha sentito un forte desiderio di esprimersi con l’arte. Ha frequentato varie scuole artistiche, tra cui la Libera Accademia col maestro Giovanni Repossi, docente all’accademia di Brera. L’incontro col pittore Franco Balduzzi è stato determinante per la sua sete d’arte e per la sua formazione artistica. Presenta opere in varie tecniche: olio, acrilico, pastello, ottenendo ottimi risultati nelle composizioni e nelle figure, che trasmettono un sereno equilibrio delle forme e dell’amore per la bellezza. La realtà affascina l’artista, realtà osservata con acutezza, senza mai spegnere la carica vitale dell’immagine, per cogliere gli aspetti interiori del carattere e dell’animo. Vittorio Alimonti
farfallina dell’eden - olo su tela (45x35)
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Credo che la ricerca coloristica di Eleonora sia un desiderio nato con la sua creatività. Nei suoi dipinti anela quel dolce equilibrio e sintesi di luce, colore e forma. Amighetti conosce bene il colore: esso si libera nello spazio per diventare emozione e bellezza. I suoi quadri rivelano una sensibilità particolarmente attraente e profonda. Le stesure coloristiche sensibili ai toni caravaggeschi (i mantelli, gli oggetti, le dolci ombreggiature), ne fanno una caratteristica stilistica personale. La luce diventa protagonista, si insinua, cade con prepotenza e sensibilità sulle nature morte, liberandole da tutto ciò che è terrestre, per emulare a spiritualità recondite dell’animo. La luminosità cromatica e le composizioni ariose, sono gli elementi necessari per un linguaggio equilibrato e sobrio. Per concludere, la sua è una pittura calata nella quotidianità della vita, dove tutto ciò che à rappresentato è vivo e sincero. Francisco Plabo Manas
maddalena impenitente - olio su tela (100x70)
acque dolci - olio su tela (60x50)
I LIBRI DI BRESCIARTE
deneb arici Deneb è il nome dell’artista, nonchè quello dell’omonima stella che splende nella costellazione del Cigno. Nata a Brescia, figlia d’arte, ha seguito istintivamente le orme del padre pittore e grafico e già da giovanissima ha dimostrato una spiccata creatività ed abilità nelle tecniche artistiche applicate. Deneb manifesta una forte attrazione verso la profondità dell’universo, di cui percepisce l’energia e l’irresistibile richiamo che la riconduce a visioni chiave del proprio percorso evolutivo, che si sono sviluppate accompagnate da una segreta propensione intimistica, una “fusione mistica” con la propria “stella interiore”, sua sorgente cristallina d’energia spirituale e d’ispirazione creativa. Nel suo cammino di ricerca e di crescita spirituale assimila arti e simbolismi che ritroviamo rielaborati anche nelle sue opere.
A contatto con l’ambito del restauro e della valorizzazione dei beni culturali, ha acquisito antiche tecniche artistiche risalenti al Cennino Cennini, che applica con passione nella realizzazione delle sue creazioni amanuensi e pittoriche. Deneb, astrofila membro della U.A.B., materializza una serie di opere perlopiù pittoriche che hanno dato forma al proprio progetto, lo “Stargazing mixed with art ©“: ritratti ed interpretazioni personali delle meraviglie del cosmo, nelle quali riesce a comunicare tutto il suo amore per le stelle e la sua passione per la ricerca astronomica, l’osservazione al telescopio e l’astrofotografia, riuscendo così a coniugare l’arte, intuita come espressione dello spirito, con la scienza. Deneb, pittrice e fotografa, vive ed opera nel suo studio d’arte in Franciacorta.
sacred geometry - la creazione
siamo materia stellare che medita sulle stelle
starry gems
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giuseppe barbi Giuseppe Barbi è nato a Ome negli anni Cinquanta. Sin dall'infanzia manifesta il suo amore per la natura scolpendo figure nei tronchi d'albero trovati nei sentieri e nelle colline della Franciacorta. Ha iniziato come autodidatta creando mosaici e sculture su legno. La sua prima apparizione è stata alla mostra di scultura a Ponte Caffaro nel 1984, portandolo ad una prima visibilità a livello provinciale e includendolo nel libro
natività - pirografia su legno (60x50)
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degli artisti. Nello stesso anno partecipa al concorso "Il Gallo" pubblicato dal Giornale di Brescia. Nato come scultore di animali e forme umane si evolve negli anni, fino a diventare nel 2008 un abile incisore a fuoco su legno (dipingere col fuoco). Dal 2011 entra a far parte dell'Associaizone Arteviva e partecipa alle varie iniziative ed esposizioni sul territorio.
leopardo - pirografia su legno (70x90)
zia cia - pirografia su legno (50x65)
I LIBRI DI BRESCIARTE
laura bellini Utilizza preferibilmente colori ad olio ed acrilici, affresco maniera gesso e tecniche miste. La sua poetica nasce da una rara sensibilità verso il mondo esterno e verso gli altri, tanto che i suoi soggetti ci appaiono ritratti con un atteggiamento di grande riservatezza. Attenta osservatrice di tutto ciò che avviene attorno a lei, coniuga questo approccio garbato e discreto alla realtà con una notevole forza d’animo, che miscela in modo del tutto naturale e spontaneo nelle sue opere. È così che i suoi dipinti ci trasmettono un profondo senso di delicatezza e armonia, ma al tempo stesso anche determinazione e coraggio. Lo stile è armonioso, di grande equilibrio formale, caratterizzato da pennellate decise ma leggere e da un cromatismo delicato, contraddistinto da una grande luminosità con cui l’artista riesce a rivelarci, senza troppo clamore, anche i luoghi
numero perfetto
modulo cromatico
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più segreti e nascosti dell’animo umano. Diplomata al Liceo Artistico di Lovere, annovera fra i suoi insegnanti artisti quali Franca Ghitti, Emilio Del Prato, Carlo Alberto Gobbetti, Angelo Zanella, Pierangelo Benetollo, Beppe Rumi, Primo Formenti. Consegue l’attestato di frequenza quinquennale nel 2012 presso la Scuola d’Arte Kupfer a Palazzolo sull’Oglio sotto la guida di Formenti. Dal 2012 è presidente dell’associazione Arte al Ponte di Darfo. Ha esposto in diverse rassegne d’arte in Italia. Nel 2009 ha partecipato alla collettiva “I love beauty” nel museo S. Giulia di Brescia, ha ricevuto il premio della critica nella rassegna del Comune di Soresina e nel “Città di Breno” ha ottenuto il premio “Provincia di Brescia”. Nella stessa rassegna nel 2012 si è classificata al 5° posto su 181 partecipanti e nel 2013 ha conquistato il I° premio per la sezione “L’anziano oggi”.
alba invernale
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valerio betta Nasce a Nozza di Vestone dove vive e lavora. Ha partecipato a corsi di pittura e incisione organizzati dall'A.A.B. di Brescia. Nel 1973, frequentando lo studio del prof. G. Nino Ramorino, famoso acquafortista, ha appreso la tecnica dell'acquaforte. Da questi incontri si sono aperti nuovi spazi per la sua sensibilità artistica. E’ in attività dal 1970, con presenze in numerose rassegne nazionali e internazionali. I suoi lavori, eseguiti su sfondo sabbiato, sono “atmosfere” ove i colori diventano sensazioni che non sono mai fredde ma cariche di sentimento e molto umane. Alterna mostre personali a manifestazioni internazionali. Nel 1985 è invitato a Zurigo alla Biennale d'Arte "Seetal", nel 1988 alla Biennale di La Spezia e nel 1993 all’Italian Pavillion di Tokyo. È presente a Brescia con mostre personali alla Galleria UCAI nel 1997 e nel 2003 e presso Studio Arte Dama nel 2009. Partecipa alla settimana d’arte di Cecina nel donne in piazza a brescia sotto la neve - olio su tela (50x60)
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2005 e nel 2009. Espone nel 2009 al museo Piccolo Miglio e al museo Mille Miglia, nel 2011 a Palazzo Martinengo, nel 2012 a Milano presso il Circolo Bertol Brech e a Venezia, alla Fondazione Xante Battaglia; nel 2013 presso la Galleria “Spazio 40” a Roma, alla manifestazione Florence cyty a Firenze e alla Biennale di Brescia. Nel 2014 partecipa alla mostra “Voyeur” a Milano, presso la Galleria Circuiti Dinamici. La sua attività è documentata presso "L'archivio monografico per l'Arte Italiana del 900" in Firenze, "Museo dell'Informazione"a Senigallia e "Civica Raccolta del disegno" a Salò. È citato su numerosi dizionari d’arte: Dizionario dei Pittori Bresciani, Il Quadrato 1981, Annuario Comanducci n°7, Dizionario Comanducci n°5, Catalogo Nazionale Bolaffi Arte Moderna n°13, Elite - dizionario dei pittori italiani, Arte Oggi, Novecento e su siti di gallerie d’arte nazionali ed internazionali. di notte a sirmione - olio e oro su tela (70x50)
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loredana boldini Sono nata e vivo da sempre nel Bresciano. Gli studi umanistici hanno indirizzato il percorso della prima parte della mia vita, concentrando totalmente le energie nell’insegnamento e nella famiglia. L’inquietudine, l’amore per le arti: la musica e in particolare la pittura, la convinzione che in ogni momento della vita si possa “osare”, mi hanno spinta da qualche anno ad avvicinarmi all’Associazione culturale “ACCADEMIA DEL GAMBER” di Gambara, paese in cui vivo, e dare così il via ad un’antica passione: dipingere, utilizzando in particolare colori ad olio.
Con l’attenta supervisione professionale dell’artista Pieraldo Tellaroli, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera, nonché caro amico, affino le capacità tecniche. Cammin facendo, grazie alla fiducia nelle capacità che Pieraldo ha saputo infondere e sviluppare in me, al quale vanno riconoscenza e stima infinite, ho sentito l’esigenza di esprimere il mio “sentire” più profondo: la “notte” ha preso così il sopravvento, dando origine ad una serie di “NOTTURNI” attraverso i quali vivo e rivivo e voglio esprimere emozioni della mia vita, dall’infanzia sino ad oggi.
liberata - 2014 - olio su tela (50x70)
...”Tutto ciò che distrugge la libertà, non è Amore, deve trattarsi d’altro, forse possesso: forma subdola d’egoismo... L’Amore vero, rende LIBERI”... Loredana Boldini
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elena bonassi Nasce a Brescia e vive a Rezzato. Ha conseguito il diploma di Maestro d’arte nel 1982 presso l’istitito Statale d’Arte di Gargnano nell’indirizzo di decorazione plastica e intaglio del legno, successivamente nel 1984 ha conseguito la maturità in arti applicate presso lo stesso istituto nell’indirizzo di ceramica. Ha iniziato a dipingere nel 2002 quando ha iniziato a frequentare corsi amatoriali di pittura per la tecnica ad olio presso l’associazione “Amici dell’arte e del paesaggio” di Rezzato tenuti dal maestro Dario Romano. Attualmente si è appassionata all’uso dell’acquarello e nel 2011 ha frequentato il corso di acquarello tenuto dall’artista Adriana Buggino partecipando alla mostra “La forza del colore in acquarello”
a Roncadelle nel maggio 2011. Ha esposto in mostre collettive in diversi spazi prestigiosi come la galleria Bottega Alta a Rezzato, la Sala del Podestà a Soresina, Palazzo Callas a Sirmione. Un suo dipinto è stato pubblicato nel libro “Seduzioni nell’arte” del critico Simone Fappani (immaginaria editrice 3^ edizione). Recentemente ha partecipato alla mostra “Lamine d’acqua” rassegna internazionale di piccoli acquarelli organizzata dal critico Simone Fappanni e alla mostra “Arte Donna” presso la Sala della Cultura del Comune di Soiano del lago. Ha partecipato all’esposizione evento “Anteprima Garda Expo” presso il Museo Mille Miglia di Brescia. Al momento esegue principalmente opere ad acquerello.
margherite
seduzione
porto vecchio di desenzano
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alberto bonera Nasce a Brescia. Avviato agli studi umanistici, coltiva fin da adolescente lo studio del pianoforte, manifestando un vivo interesse e uno spiccato talento per la composizione. Compiuti gli studi liceali, frequenta la facoltà di Filosofia all'Università di Pavia, laureandosi brillantemente. Si dedica poi per un ventennio circa all'insegnamento di Italiano e Storia nella scuola
verso la montagna - olio su tela (50x70)
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media. È in questo lungo periodo di tempo, che si va via via maturando quella vocazione artistica che troverà la sua piena espressione negli anni a seguire. Diplomatosi in pianoforte presso il Conservatorio di Brescia, dopo aver lasciato l'insegnamento, si dedica interamente alla Composizione e alla pittura, sua altra grande passione.
la corsa più bela del mondo - olio su tela (50x70)
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elena borboni Nasce a Ome nel 1947. Si trasferisce a Brescia dove frequenta la Scuola d’arte. Fonda anche una scuola e si perfeziona frequentando molti stage, spaziando in moltissime tecniche, che con la sua notevole fantasia e personalità, trasferisce sulla tela. Le sue opere sono un insieme di raffigurazioni ove la sfera racchiude un movimento ciclico di rinnovamento per esprimere il SÈ. Le simbologie delle rose, dei soffioni, degli alberi, ci inebriano di interminabili racconti, manifestati con generosità dall’artista, che osserva e narra con orgoglio il senso dell’immanenza della vita, mettendola ogni volta in scena, divenendo parte inscindibile del mistero in essa contenuto. Nel suo incedere creativo, nulla e elemento casuale,
melodia immortale (100x100)
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ma un abbracciare il proprio sentire, un rappresentare la continuità dei cicli vitali, immortalandoli con spontaneità espressiva, sagacia verve comunicativa, e la convinzione di poter contenere l’incontenibile alito eterno della vita, esaltandone l’intensa bellezza e la libertà interiore. In questo contesto persuasivo essa diventa l’apoteosi della serena gioia, del profondo radicamento tra noi e la natura. La scelta cromatica predilige tonalità di arcobaleno, ove risulta ben leggibile la visione fantastica della vita. Da anni espone in numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, ottenendo notevoli consensi e premi, fra cui il primo premio della critica e il primo premio per la miglior tendenza artistica.
oceano dell’energia primordiale (80x60)
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daniela braga Nata a Brescia nel 1981, vive e lavora a Bagnolo Mella. Creativa e appassionata d’arte in ogni sua espressione, ha coltivato questa passione seguendo vari corsi, tra cui disegno dal vero ed un corso di formazione professionale per operatore di grafica pubblicitaria presso l’Istituto Dedalo di Brescia. Realizza le sue idee prediligendo la tecnica ad olio, acrilico e altre tecniche decorative, mediante l’utilizzo di vari supporti quali tela, legno, ferro e tessuto. Ama la figura umana ma si dedica con piacere a sviluppare temi differenti, da paesaggi, soggetti floreali a forme di espressione
contemporanee. Sensibile alle tendenze del design e all’ecologia, si sta avvicinando al mondo del restyling di oggetti e complementi nonchè al riciclo creativo. Dal 2004 partecipa con successo a vari concorsi (nel 2014 vince il concorso organizzato da Olimpic Sauna: "Olimpic Sauna... in vignette - percorso benessere"), mostre collettive ed eventi culturali, in location di prestigio a Brescia e fuori Provincia, organizzati dal critico d’arte Simone Fappanni e nell’ambito di progetti e associazioni artistiche a cui è legata, quali Gruppo LARS di Villaggio Sereno, Bresciarte e Rezzato Arte Cultura.
armi di seta (2012, olio su tela, cm 20x60)
oltre l’apparenza (2014, olio su legno, cm 40x80)
autumn in sirmione (2013, olio su legno, cm 86x44)
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tiziano calcari Tiziano Calcari è nato a Brescia nel 1969. Come formazione artistica è autodidatta, questa viene rafforzata e consolidata frequentando vari pittori bresciani. Fin da bambino dimostra una seria attitudine e passione per il disegno e le arti figurative. Nel 1990 si presenta al pubblico partecipando a mostre collettive e concorsi dove è ripetutamente premiato dalle varie giurie, aggiudicandosi riconoscimenti e premi importanti da parte del pubblico e della critica. Padrone della difficile tecnica dell’acquarello dotato di grande sensibilità e fantasia si distingue in modo particolare per la ricerca avviata attraverso nuove forme di figurazione e per la liricità dei suoi assunti. Le sue opere sono presso diversi collezionisti italiani ed esteri, le sue quotazioni sono in graduale aumento. Vive lavora a Gardone Val Trompia.
giorno di festa - tecnica mista (70x70)
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Intrigante, suggestiva e innovativa è la ricerca di Tiziano Calcari che attraverso una corposa pittura inquadra realtà sempre diverse. Una scelta depurata dalla retorica figurazione espressamente palese che diviene poesia pittorica per i toni e gli inquadrati gesti. Linee sottili definiscono la figurazione femminile rendendola leggiadra e soave creando un inno alla modernità artistica. Non manca un fondo che accoglie i protagonisti che è sempre gestuale, corposo e ispessito dall'esperienza, che diviene p'alcoscenico per la poesia figurativa. 'Una elegia pittorica' definirei la pittura di Calcari ispirata a mondi differenti come la figurazione e l'astrazione che, per una volta, si affiancano, si confrontano e convivono creando meravigliose irripetibili creazioni. Anna Soricaro
noi del borgo - tecnica mista (70x70)
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tiziana cherubini Tiziana Cherubini è donna la cui sincerità umana si afferma nella sua naturale istintività, così che la sua Arte si rivela, mentre si esprime, comunicando allo spettatore l’interiore spettacolo dell’anima sua... C’è nelle sue opere la rotondità del gesto, l’armonia morbida dei colori, la curiosità speculativa che rivelano a chiare lettere la sua appartenenza alla femminilità, intendendo questa come infinita potenzialità dell’essere=pensare=amare. Il suo sguardo penetra l’oggetto e si fa segno, si fa colore, così che mentre il segno imprime forza all’immagine, il colore svela le intime sfumature dell’anima, sia dell’Artista sia delle persone ritratte... Espressione d’alta e profonda poesia Tiziana raggiunge nei suoi paesaggi. Il paesaggio non diventa, ma è l’impressione pittorica della sua intima sensibilità; è la natura che si cambia in un discorso antropomorfo lasciando intatta la poesia dei luoghi. L’arte si fa delicata effusione di sogni, sfumata poesia d’eventi, che la dinamica segno-colore trasforma in immagini oniriche, senza togliere loro profondi significati umani...
Atri significati assumono segno e colore nell’opera grafica. Se il colore, nei suoi dipinti, può e sa ammorbidire la sfacciataggine eroica del segno, nella grafica il segno assume la valenza di un’espressione decisa, netta e vigorosa che neppure il colore sa addolcire o attenuare; il segno si fa portatore di una carica umana più densa, più precisa... ...quel segno aveva un altro approdo, aveva una tale carica energetica da rompere i limiti delle due dimensioni del piano, conteneva in se la capacità e la volontà di ben altro approdo, era diretto a compiere il suo ciclo, doveva conquistare la terza dimensione, un altro spazio capace di raccogliere le esuberanze vitali, l’enfasi sensuale, l’empito di sensibilità di Tiziana... La linea artistica di Tiziana Cherubini non si è ancora chiusa, aperta com'è a nuovi orizzonti che la sua ricchezza di sensibilità le schiude ogni giorno; non è possibile tracciare, neppure a grandi linee, sul dove parerà l’Arte di Tiziana, perchè la meta è raggiunta e superata ogni giorno, ed ogni momento è permeabile alla sua acuta e intelligente intuizione. (Mino Rossi per i 25 anni di attività artistica)
corteccia - 2013 (30x40)
metà morfosi - 2005 (35x10x45)
madre natura - 2012 (12x5x42)
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sergio corbelli Nato a Sellero, da sempre amante dell’immagine ha iniziato seguendo avvenimenti sportivi negli anni 1980/ 1990. Nel periodo 2001/2006, partecipa, con grande successo ad alcune collettive riguardanti temi paesaggistici in Catalunya (Gerona e S. Feliu). Nel 2007 prende parte alla mostra di pittura, grafica e fotografia organizzata dal Comune di Brescia “Le calchere nella linea del tempo” ottenendo dalla giuria, un riconoscimento per la particolarità della realizzazione della propria opera. Nel 2007 organizza una personale intitolata: “Policromie della natura” presso il sito Cluniacense di S. Pietro di Lamosa. Nel 2008, a corollario del ricevimento di chiusura dell’evento Mille Miglia, realizza nella sala
canneti delle torbiere di iseo
Mazzotti, presso il museo Mille Miglia di Brescia, una seconda personale esponendo opere dal tema: “Le stagioni della vita”. Dal 2010 realizza book fotografici seguendo alcuni equipaggi sul percorso della Mille Miglia. Nel 2011 allestisce una personale itinerante nel centro storico di Brescia esponendo presso l’Hotel Vittoria, lo storico Bar Impero di Piazza Vittoria ed una serie di boutiques. In occasione del “Beatles day” le sue opere fanno da scenografia al concerto del musicista Marco Zappa. Numerose immagini riguardanti il territorio bresciano sono state poste a corredo di articoli a sfondo artistico sul sito Bresciacity, così come su alcuni siti naturalistici.
per le strade di barcellona estate ai caraibi
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katia d’angelo Dopo la Maturità artistica ha conseguito il Diploma di laurea di secondo livello in Decorazione presso l’Accademia di Santa Giulia di Brescia. Possiede buona padronanza delle proprietà e dell’uso dei colori, nonché dei materiali utili alla colorazione. Buona esperienza dei materiali coloranti. Buona conoscenza dei problemi tecnici generali di decorazione e di cottura ceramica a fuoco. Predilezione per temi decorativo-floreali e paesaggi, invenzione di nuovi motivi decorativi sullo studio dei più famosi motivi dell’antichità. Tecnica utilizzata: pittura a pennello, pittura con oro, pittura su tamponato,
lavorazione con pennino. Esperienza di piccolo restauro e preparazione degli oggetti vecchi sia in metallo che legno o ceramica. Padronanza della tecnica pittorica su stoffe diverse: cotone, seta con particolare attenzione alla fase di impostazione a matita, contorni, stesura del colore, finitura e ritocchi. Buona conoscenza dell’attrezzatura per poter realizzare incisioni con le seguenti tecniche: bulino e sbalzo su lamine di rame. Scelta dei materiali idonei per la realizzazione musiva. Esperienza nella realizzazione di opere musive con motivi geometrici.
concorso “porticato gaetano” - 2007 (XIX edizione) - acrilico su tela
perù - progetto solidale di arte contemporanea - pittura su porcellana
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ornella de rosa Nasce in un borgo della Franciacorta, ove risiede e ha sede il suo studio. Dalla mamma, pittrice per diletto e passione, apprende fin da piccola i primi rudimenti del disegno e del colore. Si appassiona in modo particolare alla figura umana, iniziando il suo percorso artistico come ritrattista e proseguendo poi, utilizzando matite colorate, sanguigne, olio e acrilico, nella ricerca della raffigurazione delle emozioni sui visi e corpi rappresentati. Dopo la maturità, frequenta la libera accademia delle Arti Wins di Brescia, nella quale – particolarmente sotto la illuminata guida del maestro Chico Schinetti - approfondisce le varie discipline artistiche. La vita lavorativa le lascia poco tempo per i colori, ma il desiderio di assecondare il suo istinto è troppo forte e ha il sopravvento. Nel 2010 si dimette dalla amministrazione
comunale nella quale ha lavorato parecchi anni, per dedicarsi definitivamente alla sua più grande e mai sopita passione: il mondo dell'arte. In funzione di questa motivata scelta, il 25 luglio 2009, inaugura il suo studio artistico, e lì, in questo nuovo intimo spazio, trasferisce le sue aspirazioni. Frequenta numerosi corsi liberi per meglio apprendere la pittura su vetro, l'incisione, il modellato di creta e l'acquerello. Dal 2007 è socio fondatore della associazione artistica culturale ARTEVIVA, con sede in Passirano, e dal 2010 ne è il Presidente. Dal 2011 organizza e insegna al corso di disegno e pittura, rivolto ad adulti e bambini, che riscuote un lusinghiero successo nella popolazione locale e limitrofa, presso la sede di Arteviva.
il ricordo indelebile - acrilico su tela (50x100)
parole non dette - acrilico su tela (80x90)
l’io-il tuffo - acrilico su tela (90x100)
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mario filippini Mario Filippini nasce a Molinetto di Mazzano nel 1949 con altri due fratelli gemelli. Nel 1974 inizia il suo lavoro di imprenditore nel settore elettrotecnico, che tuttora continua ad esercitare. Sempre amante dell’arte, in particolare per la pittura in tutte le sue espressioni, nella primavera del 2002 incontra il cugino Germano Filippini, pittore di professione, il quale lo mette a conoscenza che organizza corsi di pittura serali. In seguito decide di parteciparvi iniziando così ad apprendere i primi rudimenti sull'arte della pittura. Partecipandovi con tanta passione e dedizione, dopo tre anni sente il bisogno di apprendere tecniche e stili diversi e la cultura stessa dell'arte che il cugino non poteva
trasmettergli. All'inizio del 2006 incontra la dott.ssa e maestra d'arte Raffaella Zagato, una donna e una persona rara sotto il profilo umano e professionale, con molteplici doti artistiche e un bagaglio culturale non indifferente che con grande maestria sa trasmettere in modo professionale e coinvolgente le proprie conoscenze e capacità artistiche. Tutt'oggi Mario Filippini continua la sua istruzione e formazione artistica con la Zagato. “Ogni giorno che passa – afferma Filippini - ci si accorge di quanto è grande e profonda la nostra ignoranza e chiunque, anche la persona più umile e semplice, può darti tanto e tanta conoscenza, basta saper ascoltare e vedere”.
autoritratto - olio su tela (40x60)
forme nello spazio - acrilico su tela (50x70) il figlio mai nato - acrilico su tela eseguito con spatole (80x80)
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arianna finkbein Nasce a Brescia nel 1989. Ha iniziato ad avvicinarmi alla pittura fin da bambina, ma l’inizio della creazione artistica è avvenuto nel 2009, con la prima tela "Sono Qui" ispirata a Klimt. Da quel momento è stato un susseguirsi di ritratti di donne (Le Mie Donne) e paesaggi astratti di tipo materico, dove ogni oggetto e applicazioni riportati sono un percorso e una ricerca studiata di dettagli apparentemente insignificanti, ma carichi di significato e di ricordi. I viaggi sono stati molto di ispirazione, infatti
ritratto di donna
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al rientro ha sempre avuto le idee per creare opere piene di colore e sentimento. Gli studi non sono stati di tipo artistico ma questo da una lato è stato d'aiuto, perchè non ha influenzato nel trovare il genere e lo stile personale, dall'altro Arianna si è dovuta auto istruire, faticando molto per trovare e imparare la giusta tecnica e il giusto abbinamento di colori, che normalmente studiando si impara. Ha esposto in personali e collettive in diversi luoghi della provincia di Brescia.
ritratto di donna
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maura gamba Maura Gamba nasce a Brescia ne 1955, già in giovane età dimostra grande fantasia e creatività e incoraggiata dagli insegnanti, si iscrive all’Istituto d’Arte di Brescia. Per vari motivi però, è costretta ad interrompere gli studi e a subentrare nell’attività paterna. Il forte desiderio di sperimentare e l’estrosità innata, la inducono a coltivare la sua passione per l’arte. Quasi casualmente scopre il “mondo del vetro” e ne rimane affascinata. Coniugando le proprie capacità alle peculiarità dello stesso, inizia questo percorso affascinante e sempre da scoprire. L’unione di varie tecniche e materiali (vetro,
resina, legno, ferro e colori acrilici) esprimono al meglio ciò che realmente sente. Il suo esordio in un ristretto ambito le fa capire di essere apprezzata e quindi si affaccia timidamente ad un pubblico più vasto. Nel giugno 2013 insieme ad un collega scultore decide di creare uno spazio espositivo proprio, dove incontrare amici ed appassionati. Nel dicembre 2013, espone nella città d’Arte di Pietrasanta, in una personale. Nel febbraio 2014 partecipa alla “Prima Biennale della Creatività” a Verona. Nell’aprile 2014 partecipa al “Fuori Salone di Milano”.
equilibrio equilibrio (particolare)
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antonella giapponesi tarenghi Vive ed opera a Rovato. Dal 1995 partecipa a mostre collettive, concorsi ed esposizioni in Italia, ottenendo ambiti riconoscimenti e premi. Ha all’attivo diverse mostre personali. La parola dipinta Credo che ogni pittore dipinga il suo modo di vedere il mondo, perché da esso estrae le sue forme i suoi colori: quello che ora è cambiato in me è il mio modo di vedere il reale. Da questo cambiamento nascono le mie ultime opere: esse segnano l’inizio del percorso artistico definito astratto-geometrico a cui sono approdata dopo molti anni di pittura figurativa. Per poter capire appieno le mie nuove opere bisogna allargare lo sguardo, dilatare i limiti, e riuscire a supera-
re quei confini ereditati dalla tradizione. Le parole sono la radice dei pensieri, e, con sensibilità ed immaginazione, le riproduco sulla tela. Il Coloreidea, ossia, colore che corrisponde a una sensazione pura-assoluta, che non rimanda a nessun oggetto, ma all’esperienza soggettiva, insondabile, segreta, che si annida nel sé di ogni “IO“. La mia pittura non deve essere ridotta ad illustrazione di determinate idee, ma deve essere Intesa come ricerca che intende inglobare nella forma e nel colore il mio modo di concepire il reale. Queste mie opere, concludendo, posso dire che appartengono ad un’arte astratta-geometrica dove ho rinunciato a una definizione pienamente formale, a vantaggio di un nuovo rapporto tra l’arte e la vita. (Antonella Giapponesi Tarenghi) risveglio - acrilico su tela (60x100)
vita - acrilico su tela (70x70)
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respiro - acrilico su tela (80x80)
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carlo guerrato guerca Nasce nel 1934 a Badia Polesine e nel 1961 si trasferisce a Brescia. Il mondo dell’arte gli è sempre stato vicino. Si è formato da solo, senza alcun insegnamento di indirizzo artistico, nè scuola. Questa sua attitudine naturale lo ha sempre accompagnato e in seguito ha tracciato la sua vita. Si è occupato di comunicazione, di pubblicità e di architettura per interni per oltre quarantanni, continuando nel frattempo a coltivare la passione per la pittura. Divide il suo percorso artistico in due stagioni: la prima comprende la pittura con un percorso variegato legato a diversi periodi, la seconda è legata alla scultura con le sue espressioni, incognite e relative
esplorazioni. La figurazione è stata la sua prima esperienza, proseguita con il periodo delle città rappresentate con figure geometriche. L’arte moderna gli apre la strada nella direzione del sentimento, delle emozioni e degli stati d’animo, fino a giungere alla “mediascriptura” dove la sensazione rappresentata dal dipinto è decrittata attraverso un alfabeto dei segni. Nella scultura non ricerca la precisione dei particolari, ma è incuriosito dalla scoperta delle anime che si trovano all’interno di un pezzo di legno. Anime che non si vedono, ma che esistono e hanno solo bisogno di essere scoperte e messe in risalto.
l’urlo - omaggio a Edvard Munch - 2014
allegri turbamenti - 120x100 - 2005
città
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remo lana Nace a Cernusco sul Naviglio nel 1940. Ha all’attivo oltre 150 personali in Italia e all’estero. Una pittura ricca, piena di tensione con immagini, caratterizzate da drammatici contrati tra realtà ed immaginazione. Energico l’uso del colore, vigorosamente espressivo. L’artista non desidera banalmente rappresentare, ma esprimere le sue emozioni, far sentire la sua voce del sentimento, come via autentica all’arte ed
alle sue meravigliose manifestazioni. Piccolo fiore, in questo giardino di grandi cose che non vivono di sole dimensioni, la pittura tutta di Remo Lana, rinnova nei limiti e nel tempo la tradizione dell’ordine e dell’armonia. Questo perchè Remo comprende e rispetta i canoni dela buona pittura: che importa delle audacie, se esse tradiscono la sincerità e l’ordine. Teodosio Martucci
L’energetismo in centro sociale culturale ricreativo Corona ferrea Monza (vecchio macello comunale) A cura della poetessa Simona Di Dio L’energetismo, una mostra molto suggestiva! Già l’uomo dimentica spesso la sua origine: eppure non siamo nemmeno troppo lontani, basta guardare le opere esposte e descritte con sapienza in queste tele vive; esse raccontano un vissuto non solo artistico culturale, ma sono proiettate in un futuro avveniristico.
frammenti nello spazio - 50x70 - olio su tela 2014 asteroide spaziale - 50x70 - olio su tela 2014 bagliori di civiltà nei mondi - 50x70 - olio su tela 2014
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giovanna marpicati Si è formata all’AAB con il maestro Enrico Schinetti. Dal 2000 partecipa a diverse collettive che hanno progressivamente svelato la sua attenzione al corpo umano. Nella ricerca del particolare e della precisione, coinvolge costantemente la sfera emotiva e apre la strada a sperimentazioni nella forma,nel colore e nel linguaggio. Nel 2012 ha vinto il secondo premio per la pittura
al concorso sui patroni di Brescia promosso dalla Fondazione Civiltà Bresciana. Dopo aver partecipato a numerse collettive, tra cui quelle promosse dal Centro Studi Cultura Uomo Territorio (Diverse immagini di femminilità a Rovato e Ghedi nel 2012, Art’E’ Natale 2012, Arriva il Metro, febbbraio 2013) nel novembre 2013 è stata presentata all’Aab con la propria personale.
partenze il regalo centro commerciale
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fabiano paterlini Nasce a Bagnolo Mella nel 1952, dove vive ed elabora le sue passioni artistiche. I primi lavori, in bianco e nero, ricalcano le orme del padre, ma ben presto il colore prende di necessità i suoi disegni. La prima personale risale al 1973 presso la galleria Piccola Paganora a Brescia. Fino agli anni 2000 numerose sono le collettive ed i concorsi nazionali a cui partecipa incontrando parere favorevole della critica. Dal 2004 con la fondazione del GABM (Gruppo Artisti Bagnolo Mella) inizia una nuova storia artistica stimolata da mostre a tema e l’approccio alla scultura. La linea surrealista si sviluppa in modo esponenziale fino ad approdare nel 2009 ad un nuovo progetto artistico “la luce” presentato nella personale “Dal Disegno alla Luce”. Nel 2010 si classifica primo, embrione - tecnica mista su tela, acrilico, bitume, alluminio (60x60)
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per la sez. pittura arte moderna/contemporanea, al Premio Nocivelli a Verolanuova e nel 2011 c’è la menzione speciale. Nel contempo nascono e si sviluppano le sculture polimateriche, ferro legno vetro e alluminio. Il 2012 è ricco di ricerca; uso massiccio di supporti in carta e cartone e avvio di un nuovo progetto: valorizzazione e uso dei soli colori primari. L’uso del monocromo e la continua variazione di forme e luce generano sensazioni ed emozioni molto appaganti. In collaborazione con GABM, Apice, Bresciarte, Arteviva e altre associazioni bresciane e nazionali, alimenta l’attività artistica con mostre collettive e a tema. La continua ricerca lo porta dal 2014 ad essere attivo nel nascente movimento artistico d’arte contemporanea “Slowart”. rigattiere a venezia - tecnica mista su carta (20x30)
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delfina platto Durante gli anni della sua carriera segue tutti i percorsi formativi che seleziona tra le offerte delle migliori scuole, dalla base dell’arte floreale fino all’avanzato e monografie. Nasce da questa esperienza professionale l’esigenza di intraprendere altri percorsi dove la propria motivazione alla ricerca estetica potesse trovare nuovi svilup-
pi. Lo studio della storia dell’arte le apre nuovi orizzonti, per questo motivo si specializza in varie tecniche pittoriche che vanno dalla pittura materica alla pittura gestuale, rivisitando le avanguardie artistiche del primo novecento. Con questi strumenti, che consentono una nuova libertà di azione, riesce a cogliere ed esprimere l’ispirazione che aveva animato la sua ricerca.
tramonto a malta (2013 - tecnica mista - cm 150x100)
mareggiata tramonto (2013 - tecnica mista - cm 100x70)
tempesta ottobre (2009 - tecnica mista - cm 130x110)
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vittorio politi Insegnante calabrese in pensione e giornalista, vive a Brescia da 43 anni. Amante dei viaggi e della fotografia, ha iniziato a dipingere a quasi 70 anni frequentando i corsi dei pittori bresciani G. Paolo Pozzi ed Egidio Duina. Si può ritenere un figlio d’arte in quanto suo padre, Alfredo, era stato anch’egli pittore. Preferisce dipingere ad olio, per lo più di genere paesaggistico e figurativo e da poco anche con l’uso di carboncino e gessetti colorati. Dal 2010 ad oggi ha partecipato a una ventina di mostre collettive: a Brescia (mostre
del Piccolo quadro, alla Pieve di Urago Mella, al Q.re S. Anna, a Sanpolo e per i 150 anni dell’Unità d’Italia), ed ancora a Cellatica, a Torino (L’arte dei sensi) e a Lonato (concorsi “Albe e tramonti sul Garda” e “Pesca e pescatori del Garda”), a Villa Fenaroli di Rezzato (L’Arte in Villa... territorio da vivere”), al Prealpino (Art’è Natale), al Museo della Mille Miglia (Il vino, il territorio...) organizzate da Bresciarte, oltre ad una anche in provincia d Reggio Calabria, nel suo paese natale S. Martino di Taurianova. il canale di chioggia
le barricate di corso magenta san pietro in lamosa e riflessi sulle torbiere
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francesco pozzi La mia passione si chiama “Ferro” e il mio sguardo è rivolto all'innovazione. Dal 1990 fornisco prodotti artigianali di alta qualità, pensati, progettati e costruiti per realizzare l’esigenza di possedere pezzi unici, ispirati ai modelli del passato o alle linee più moderne. Lo scopo che mi sono posto è di far rivivere l'antica tradizione del ferro battuto attraverso l'architettura ed il design. Sono diventato fabbro grazie al mio amore per il ferro. Mi sono accorto che il ferro è uno dei materiali più belli e malleabili e si presta alla creazione di un'infinità di oggetti. Discendo da una famiglia di montagna, ma ho voluto seguire la mia vocazione e dopo alcune esperienze sono approdato nel mondo del ferro e della forgiatura artigiana. Ho incominciato proponendo sedie, tavoli, specchi, cancelli, ringhiere e accessori per il bagno; poi ho ampliato la gamma con sculture di
vario genere. L’oggetto in ferro battuto non richiede necessariamente di entrare in un contesto adatto a lui, ma si sposa bene ovunque con qualsiasi stile perché ha una sua personalità. Questo vale per gli oggetti che propongo. Costruisco articoli in ferro battuto, su misura per ogni richiesta, nell'assoluto rispetto della tradizione fabbrile, ma con design personalizzato. Ho partecipato a corsi, manifestazioni ed esposizioni. Ho tenuto un corso per insegnare a maneggiare il ferro e il martello presso la mia bottega ad Agnosine. Con la Associazione antichi mestieri ho partecipato anche a diversi eventi e dal vivo mostravo l'arte di realizzare pezzi. Sto studiando con degli amici un progetto per realizzare una scuola bottega per ragazzi, per insegnare loro a non dimenticare l'arte del fabbro e creagli un bagaglio culturale che può servire per un lavoro futuro.
monumento in miniatura dedicato agli alpini
aquila da vicino (coll. privata) quadro con girasoli
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daniela ravasio Vive e lavora a Villanuova Sul Clisi. Autodidatta e da sempre appassionata del mondo giapponese, ne studia le forme evidenziandone la pulizia, la schematicità, l’ordine quasi patologico di riti e composizioni e giunge, qualche anno fa, al laboratorio della pittrice Giulia Alberti che l’appoggia nelle sue scelte fuori dagli schemi e incoraggia la sua voglia di sperimentare. “Tutto nasce dall’osservazione di ciò che meglio rappresenta il Giappone: il ventaglio”.“Accessorio immancabile nell’universo femminile e strumento di guerra in quello maschile, il ventaglio cela la bellezza e ammanta lo sguardo di fascino ma nasconde l’intenzione. È strumento di seduzione ma arma letale, è triangolo ma semicerchio, una forma ne nasconde un’altra diametralmente opposta”. Il triangolo diventa quindi parte integrante della sua forma espressiva e rappresentazione grafica di quasi tutte le figure che compongono
la preghiera
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autunno
i suoi quadri i quali, alternano geometrismi affilati e asciutti a forme più morbide e meno angolose mantenendo comunque fede alla rigida e inflessibile morale di una cultura, quale quella giapponese, che ha fatto della precisione e dell’intransigente accuratezza dei suoi riti quotidiani una filosofia di vita. È uno stile spigoloso, di una rigorosità etica ancor prima che estetica, alla ricerca del tratto distintivo piuttosto che perdersi nel dettaglio. Lo scopo è la ricerca dell’essenza, della matematica certezza, della stabilità delle linee dritte, dei cromatismi decisi e netti dell’ordine contro il caos, della ragione piuttosto che della passione. Nel tempo e attraverso lo studio con il maestro Davide Bignami, sperimenterà nuove tecniche pittoriche che la porteranno a smussare gli angoli e a rappresentare nuovi temi, mai dimenticando la sua passione per la grafica che le farà scoprire anche il modo africano.
prima della battaglia
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mirko rossi MiRo Mirko Rossi, in arte MiRo, definito “l’artista fuori luogo”, nasce a Cremona nel 1971. Sales manager per professione, artilente per passione. Artilente, neologismo creato da MiRo il 1° luglio 2014, per significare la fusione tra l'artista e il consulente. La professione certificata di Mirko in diversi settori (Strategia; Formazione; Marketing e Vendite; Qualità, Sicurezza e Ambiente), la cultura della ricerca del benessere e dell'armonia, lo studio della psicologia ambientale e del feng-shui, non prescindono dalle sue opere che diventano unico prodotto poliedrico. Autodidatta curioso e mai sazio di nuove esperienze si diletta in tele, monili e decoro di interni ed esterni, passando dagli scarabocchi su tela alla realizzazione ciao nonna
di ambienti di interni e giardini. Da anni collabora con aziende, associazioni e professionisti a livello nazionale per la progettazione strategica di ambienti nel settore commerciale e industriale. L'energico attivismo e il suo punto di vista diverso dagli altri arricchiscono e plasmano lo stile personale di MiRo. Le radici contadine e l'amore per la natura tendono così a fondersi e a giocare con il surrealismo simbolico. I suoi interventi sono per lo più architettura di interni ed esterni, realizzazioni ambientali e metropolitane, pittura e oggettistica. Abbina la fotografia come complemento delle ambientazioni. Realizzazioni MiRo sono presenti in studi professionali, negozi, aziende, fondazioni e abitazioni private. senza titolo anima in pena
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claudio rossoni Nasce a Brescia nel 1967. La sua attività professionale abbraccia il design di arredi, interior design, la pittura e la scultura. Inizia il suo percorso formativo vero e proprio nell’azienda storica del padre dove impara a conoscere, disegnare e costruire mobili. Come artista
affina le proprie capacità espressive nella scuola del maestro Dino Decca. La necessità di esprimere il suo animo artistico fa sì che Rossoni Arredi sia oggi uno studio d’arte applicata dove il design viene interpretato a 360° senza risentire di mode o di vincoli formali.
la corsa più bella del mondo (tecnica mista - cm 140x60)
riflessi dell’anima (tecnica mista - cm 135x60)
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ernesto roversi Ernesto Roversi nasce a Brescia nel 1969. Si appassiona fin da giovane al disegno e alla pittura. All’età di 14 anni acquista dimestichezza con le tecniche artistiche nella bottega del M. Franco Bertulli. Da lui apprende come si faceva una volta e come volevano i sommi del passato, i rudimenti del mestiere: che non è sufficiente e bastante possedere talento, serve anche l'umiltà di osservare ed ascoltare chi sa di più, per carpirne i segreti, per sperimentare, per dar tempo al tempo. Da Bertulli apprende l'importanza del disegno, del procedere per gradi: prima con la matita sul foglio di carta, poi con il carboncino, con i pastelli, per approdare, dopo giusto apprendimento, all'olio, che va amato, impastato, aspettato che asciughi per il riposo
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porre nuove velature e definitive brillantezze... Due i sentimenti su cui indugia il nostro pittore quando s'accosta alla figura umana. Pudore e rispetto: quando ritrae l'ideale della donna da amare, matura per essere colta, ma ancora innocente, come bimba. Passione e sensualità: quando la supremazia è data alla carnalità della donna in rosso dalla capigliatura corvina. Le due anime del mistero femminile: esito finale la seduzione, cioè il condurre a sè. Un pittore, Roversi, che già ottiene meritata considerazione dalla critica ed interesse dai collezionisti. Gli spetta il successo soprattutto per l'onestà, per la generosità e per l'entusiasmo con cui spende il suo estro pittorico per regalare atmosfere di luce e di colore. il fisarmonicista
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dario sarnico Nasce a Travagliato nel 1960. Qui trascorre il periodo dell’adolescenza. In seguito si trasferisce con la famiglia a Ospitaletto, paese paterno. Già da bambino si diverte a dipingere su ritagli di legno. Durante il servizio di leva dipinge a contatto con un pittore e un grafico fumettista continuando la passione pittorica. A ventidue anni si trasferisce a Passirano in Franciacorta. In questo magnifico paesaggio collinare e con la vicinanza del lago d’Iseo aumenta lo stimolo pittorico che aveva da bambino. Pittore autodidatta, ha perfezionato la
passaggio in piazza loggia olio su tela (50x70)
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sua tecnica pittorica e storia dell’Arte partecipando a corsi che spaziano dal disegno di paesaggio figura e tecniche pittoriche quali olio, acrilico e affresco. Ha avuto il piacere di conoscere noti maestri d’Arte, da cui ha appreso la tecnica e cultura. Ha partecipato a vari concorsi, estemporanee e collettive, vincendo anche un primo premio. L’impronta pittorica è di stile espressionista riuscendo a comunicare nelle sue opere messaggi ed emozioni. È socio fondatore della Associazione Arteviva di Passirano.
corpi statuari ma fragili - acrilico su tela (91x61)
il bacio - acrilico su tela - 2010 (90x70)
I LIBRI DI BRESCIARTE
paola silvestrini Paola Silvestrini è nata a Bertinoro in provincia di Forlì. Ha conseguito la Maturità Classica a Cesena. Ha poi frequentato la Facoltà di Giurisprudenza a Bologna e l'Accademia di Belle Arti a Ravenna. Ha partecipato a numerosi concorsi e mostre d’arte in Italia e all'estero nei quali le sono stati conferiti segnalazioni e primi premi: Firenze, Siena, Catania, Vasto, Roma, Milano, Nizza, Bruxelles, New York, Montecarlo, Canarian-Island, Tokio, Fukuoka, Numea, Venezuela. Ha pubblicato un libro di poesie, numerosi racconti, fiabe, drammi, un libro autobiografico, articoli critici per il teatro e l’arte ed ha
lago - acquarello
anche lavorato per la stampa “Europa Flash”. “Si esprime nell’ambito del realismo italiano su caratteri, tipi umani, sapientemente ricostruiti e guardati con simpatia o malinconia, la stessa con cui i naturalisti francesi guardavano ai loro personaggi. Racconta, con grande sensibilità e capacità di analisi di temi importanti o affronta la sfera personale di un soggetto attraverso la rappresentazione della vita quotidiana. Di grande spessore artistico il suo moderno esplorare nei meandri della vita e della nostra società. (Caterina Randazzo)
visione - pastello
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mazzo di fiori - acquarello
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franco soresina Pittore realista e tradizionale sa trasmettere alle sue opere senso e gusto d’attualità e sa elevarle ad una visione pittorica che ha un significato artistico ed umano. Ama il bello ed il buono e ogni sua opera è dominata da tali sentimenti. Pur non perdendo di vista le proposte vitali delle contemporaneità, resta fedele ad una pittura come cronaca emotiva di memorie e di nostalgie, vivendo momenti d’interessi realistici e di emozioni romantiche, esprimendo nelle sue tele una visione luminosa particolare e personale con un
linguaggio semplice ed immediato. Le sue sensazioni pittoriche sono descritte mediante larghi strati di colore, abbondanza materica, giochi di piani e di luci, impressioni tonali che rappresenta con poetica tranquillità formale ed una vibrante sensibilità particolare e personale. La sua è una pittura serena, un voto “lirico”, una preghiera alla natura che nel suo impianto dialettico rivela una purezza di atmosfere controbilanciata dalle ragioni intime di una ricerca, di una conquista. (Enrico Frossana)
orzinuovi via galilei (olio su faesite telata - cm 40x70)
nevicata al castello di padernello (olio su tela - cm 60x40)
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marina venturi Nata in provincia di Trento. Fin da piccola si sente portata per l’arte nelle sue varie espressioni; da adolescente inizia un percorso in uno studio di restauro di quadri antichi, che verrà abbandonato per seguire altre strade. Dopo qualche anno torna a farsi traspor-
tare da quel sogno mai dimenticato. Dopo una breve esperienza sotto la guida del pittore Marco Fortunato partecipa nel 2013 alla mostra “porte aperte all’arte per tutti” negli spazi dell’AAB e alla mostra del “piccolo quadro”. Nei suoi dipinti predilige natura e figure.
una baia delle seychelles - olio su legno (40x70)
paesaggio autunnale a serle - olio su tela (50x60)
la contadinella - olio su tela (40x50)
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giancarlo zammarchi Zammarchi non descrive il mondo con la realtà e l’esperienza del suo lavoro. Usa spesso materiali di per sè non pittorici nell’immaginario collettivo. Non affronta temi legati al sociale, alla famiglia, al quotidiano vivere. Utilizza i colori ed il ritmo della composizione come mezzo autoreferenziale della propria personalità. Si esprime su grandi tele con colori accesi modulati
senza titolo - tecnica mista (100x120)
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in diverse forme pittoriche. È una sua necessità fisica nonchè ritmica di dare al colore ed alla materia il giusto equilibrio formale. L’opera forse inconsapevolmente diventa anche espressione dell’animo. Zammarchi è nel suo tempo ed il suo dipingere è il parziale riscontro “dell’incertezza del certo” in cui vive.
senza titolo - tecnica mista (100x100)
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enrico zani Enrico Zani deve avere dentro qualcosa di davvero speciale che vuole uscire prepotentemente e che non sempre trova nella tavolozza tutti i colori del suo animo. Non dipinge l’impressione, ma quello che lui è dentro. Le sue opere sono biglietti di ringraziamento per le bellezze della vita, per l’incanto di magie che ci vengono donate dalla natura… (Danilo Ravarini) Gioia! Il sentimento che Enrico, persona solare, estroversa e piena d’entusiasmo, riesce a trasmettere con le sue tele. Usa soprattutto colori puri, chiari, vivaci, i colori dell’iride. Nei suoi paesaggi c’è tanta luce. L’interesse per la luce lo porta a dipingere all’aperto,
en plein air. Può così osservare gli elementi che ritrae, notare la loro mutevolezza nelle varie ore del giorno e nel succedersi delle stagioni… (Ornella Morandi) Si può catturare l’essenza delle cose, si può fissare uno stato d’animo, si può comunicare una passione! Dai quadri emerge l’emozione, quasi che il paesaggio permetta di esprimere il variegato mondo interiore, fatto di stupore, di amore, di ammirazione, e (perché no) di malinconia. L’artista è come dominato dalla natura e dall’impronta che questa traccia nell’intimo… (Elia Ravelli)
autunno in torbiera - 2012 - olio su tela (50x60) stallone purosangue arabo - 2013 - carb. su cartone (30x40) campo di grano in franciacorta - 2013 - olio su tela (40x60)
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bruna zeni È nata e risiede a Ghedi. Dipinge da quando ha sentito il bisogno di colorare la sua vita usando i pennelli. I primi insegnamenti tra gli anni 2002-2004 li ha avuti dal pittore
Germano Filippini per poi proseguire autonomamente. Dal 2006 partecipa a personali e collettive.
ombre sul cammino intimità in acqua alla finestra
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ezio zingarelli Nel 2005 segna l’inizio della sua carriera artistica con “La spaccatura”: una grande pietra rettangolare cinerea spezzata al centro da dove emerge violenta, una macchia rossa: è la prima opera che segna ineluttabilmente la consapevolezza di essere artista. L’arte pittorica, prima seguita con la curiosità e il vigore di un appassionato, ora diventa mezzo per esprimere la propria visione del mondo attraverso la sapienza della tecnica, maturata negli anni giovanili frequentando corsi di design e grafica pubblicitaria. Zingarelli predilige lavorare su tele di medie dimensioni sulle quali, influenzato dalla potenza della pittura materica e dalla ricerca estetica del Nouveau Realisme, utilizza materiali insoliti: legno, plastica, stoffe, manifesti, quotidiani che incolla, sovrappone, assembla, stratifica e dipinge. All’interno di questo paradigma l’artista crea opere astratte, o meglio le opere si creano da sole, poiché, come lui stesso racconta, sembrano quasi nascere da sé, per una sorta di partenogenesi dall’azione creativa ed inconscia dell’autore unita alla corporeità del supporto. Il suo è divertissement, approccio ludico e leggero alla vita, in cui la materia ammassata non è mai greve o senza tit. - tec. mista e collage su tela 70x50
goffa ma danza fresca sulla superficie della tela. I suoi lavori sono sempre nuovi e disuguali tra loro. Le opere animate da colori energici tracciano indizi, segnali, a volte parole, che evocano storie quotidiane, tracce di un passaggio umano, brandelli che appartengono alla storia dell’uomo artista e alla storia dell’uomo universale. Zingarelli, con la sua arte tutta da spogliare, da rintracciare, da decifrare, ci guida ad una graduale scoperta di quel codice segreto che permette ad ogni essere di appartenere a una misteriosa visione di bellezza. (Mariella Segala) Diplomatosi, ha di seguito frequentato corsi di design e grafica pubblicitaria. Nel 2005, da pittore autodidatta, si presenta nel migliore dei modi in campo artistico nella maturità della sua vita. Lavora su texture con materiali nuovi avvicinandosi alla pittura materica con impianto iconografico del tutto personale. Nel 2006 entra a far parte del Gruppo LIBERARS di Bagolino dove tiene negli anni a seguire varie collettive. Dal 2010 sue opere sono in permanenza nella “Galleria d’arte Novecento” di Mario Conti.
brandelli d’arte - tec. mista e collage su tavola 52x42
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tiziana zini Nasce a Bergamo e risiede a Brescia. L’interesse per l’arte è iniziato nel 2006 come autodidatta. Nel 2007 frequenta un breve corso di disegno e pittura presso l’Associazione Artisti Bresciani. Riprende i corsi di pittura nel 2009, presso l’associazione “Amici dell’arte e del paesaggio” di Rezzato, seguendo la tecnica ad olio. Membro dell’associazione ha esposto in diverse collettive in molte sale prestigiose: galleria Bottega Alta e Ma Gallery a Rezzato, Palazzo Callas a Sirmione. Ha partecipato a “Spazio 4M”, collettiva
organizzata da Simone Fappanni, esponendo nelle sale del Podestà a Soresina, in occasione dei festeggiamenti per il bicentenario verdiano. Tra le esposizioni: “Dallo spartito alla tela” al Castello Pallavicino-Casali di Monticelli D’Angina, nel museo dedicato ad Amilcare Ponchielli a Paderno Ponticelli, “Art’è Natale” presso BCC Agrobresciano curata da Alberto Zaina e “Il sapere dipinto” curato da Simone Fappanni. Ha ricevuto segnalazioni al concorso nazionale “Città di Breno” nel 2008, 2009 e 2010.
sensualità - olio su tela (100x40)
donna alla finestra - olio su tela (50x50)
femminilità - olio su tela (50x50)
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via Maglio, 10 - 25050 Ome - 030652279 - www.lafioritafranciacorta.com
Azienda
Cantina
L'Azienda Agricola La Fiorita nasce nel 1973 ad opera di Paolo Bono che, lasciata la terra di Ome per due decenni, ritorna in Franciacorta, impianta il primo vigneto e realizza la prima struttura. Situata tra verdi e dolci colline nel corso degli anni, grazie alla collaborazione dei familiari, La Fiorita si evolve ampliando le attività. Nascono gradualmente l'allevamento bovino, la Cantina, l'Agriturismo, gli alloggi ed infine la Fattoria Didattica. Le prime Bollicine de La Fiorita vengono prodotte nei primi anni 2000. Con la crescita della professionalità e la realizzazione della nuova cantina, aumentano i numeri delle bottiglie prodotte. Inaugurata nel 2010, la nuova cantina sorge accanto alla più antica struttura agrituristica ed è con essa in perfetta armonia. La superficie complessiva di 2.000 metri quadrati si articola su due livelli: il piano terreno dove hanno luogo ricezione uve, vinificazione, sboccatura ed etichettatura ed il piano interrato interamente dedicato all’affinamento sui lieviti del vino destinato a divenire Franciacorta Docg. Ad oggi l’azienda coltiva 7 ettari di vigneto con una capacità produttiva annua di 60.000 bottiglie suddivise in 6 tipologie di Franciacorta. Con un occhio di riguardo per l’ambiente, il nuovo edificio è stato inoltre dotato di un impianto fotovoltaico che lo rende autosufficiente sotto il profilo energetico.
Agriturismo
Nato nel 1989 a fianco dell'Azienda Agricola è rimasto fino ad oggi fedele allo spirito originario. Offre ospitalità e prodotti genuini. A pochi metri dallo storico Maglio Averoldi, è un buon punto di partenza per escursioni turistiche e visite culturali: Lago d'Iseo, Val Camonica e le incisioni rupestri di Capo di Ponte, il Monastero di S. Pietro in Lamosa, l'Abbazia Olivetana, le città di Brescia e di Bergamo. Immerso nel vigneto e circondato dall'Azienda Agricola offre agli ospiti l'occasione di vivere tra il verde della natura e gli animali della fattoria.
Ristoro
La cucina è seguita e realizzata con cura dalla famiglia Bono che propone piatti tipici della tradizione Franciacortina e Bresciana utilizzando prodotti genuini dell'orto, dell'allevamento e della cantina. Il ristorante è composto da tre sale attigue, di dimensioni diverse che possono accogliere piccoli o grandi gruppi. Il servizio Ristorante è aperto il Venerdì sera, Sabato e Domenica a pranzo e cena e le festività. Su prenotazione è possibile l'apertura infrasettimanale per soli gruppi.
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STUDIO ROSSONI Flero via XXV Aprile, 52 www.rossoniarredi.it info@rossoniarredi.it 0302563273 3479122868
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BRESCIA CITTÀ D’ARTE Una storia lunga e preziosa fa di Brescia una splendida città d’arte. Scoprirla è quasi un gioco, una caccia al tesoro per piazze e palazzi che dalla Brixia romana raccontata dalle pietre del Foro, del Tempio capitolino e dalle Domus conduce all’epoca longobarda testimoniata dal complesso di San Salvatore e Santa Giulia contenitore del “Museo della città”. La Vittoria Alata, la Croce di Desiderio, il Coro delle Monache sono lo splendido tesoro in palio. Duomo vecchio e Broletto testimoniano la fiera epoca dei comuni. Gioielli del Rinascimento sono la Loggia e la chiesa di S. Maria dei Miracoli. Foppa, Savoldo, Romanino, Moretto e Gambara, i prestigiosi esponenti della “scuola di pittura bresciana”, adornano le nostre numerose e splendide chiese.
NELLE PAGINE SEGUENTI VIENE PRESENTATO IL MUSEO DELLA CITTÀ COME ARCHETIPO DELL’ARTE E DELLA CULTURA DEL NOSTRO TERRITORIO
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GIULIA SAN TA
MUSEO DELLA CITTÀ
L’EVOLUZIONE DEL MONASTERO L’area attualmente occupata dal complesso monumentale di S. Salvatore - S. Giulia è abitata fin dall’Età del ferro e nei secoli successivi segue le vicende storiche che interessano Brescia, ma certamente è nell’Età romana imperiale che essa vede la costruzione di sontuose residenze con pavimenti a mosaico e pareti affrescate. In seguito, anche Brescia risente della crisi dell’Impero Romano e subisce il passaggio degli eserciti barbarici: prima quello dei Visigoti, nel 402 d.C. e poi, quello di Attila nel 452 d.C.. Tracce di occupazione di questa zona in epoca longobarda sono emerse in seguito agli scavi archeologici condotti tra il 1988 ed il 1990. I vani di epoca romana sono frazionati e le murature in parte utilizzate per la costruzione di piccole capanne. I materiali impiegati sono l’argilla e il legno. Solo nel VII secolo troviamo edifici meno poveri ed una chiesa, ma dobbiamo arrivare al 753 d.C. per l’edificazione del monastero benedettino di S. Salvatore. Infatti, in quest’anno il re Astolfo dona all’allora duca di Brescia Desiderio (poi ultimo re longobardo) ed alla moglie Ansa l’area necessaria. La prima badessa è la figlia di questi Anselperga; sembra che si sia ritirata in questo monastero anche un’altra figlia di Desiderio e di Ansa, Ermengarda, moglie ripudiata di Carlo Magno. Ben presto il patrimonio del monastero femminile cresce anche in Emilia, Toscana e nei ducati di Spoleto e Benevento, oltre a fondi nel territorio bresciano e nel nord Italia, facendone un importante centro di attività economica. Durante il periodo franco, il monastero incrementa il patrimonio e conserva i privilegi, ma
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è durante il periodo carolingio che diviene strumento politico insieme ai monasteri benedettini sparsi sul territorio e collegati ad altri centri religiosi d’oltralpe. Nei secoli successivi il complesso monastico rimane uno fra i più importanti, anche se il suo patrimonio fondiario si contrae a poco a poco. Nel 1798 anche il monastero di S. Salvatore - S. Giulia, come molti altri, è soppresso dalle autorità della Repubblica Cisalpina: il complesso è trasformato in caserma, la basilica di S. Salva-
tore diviene la scuderia e la cripta è usata come magazzino. Il degrado è fermato solamente negli anni cinquanta del secolo scorso. ETÀ ROMANA All’ingresso, uno scorcio sul piano inferiore consente di vedere le stratificazioni dell’Età romana, sia alcuni ambienti con pavimento a mosaico, sia un tratto di cardo con segni di carriaggi e marciapiede.
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Procedendo nella sezione romana, l’esposizione si articola lungo le varie sale intorno al chiostro nord-est, restituendoci l’immagine di una città ricca e fiorente, in una posizione riparata a nord e aperta verso la pianura a sud, collegata a vie di comunicazione già dall’Età del Rame. Brescia è capoluogo Cenomàno tra il IV e il III secolo a.C., fino a quando, a processo di romanizzazione ormai completato, nell’89 a.C., riceve il diritto latino (“ius Latii”) che consente alle popolazioni a nord del Po di commerciare, votare e risiedere a Roma. Nel 49 a.C. ai suoi abitanti è concessa da Cesare la cittadinanza romana e, tra il 27 e l’8 a.C., Augusto attribuisce a Brescia anche il titolo di “colonia civica Augusta”. Brescia diventa una città romana anche nell’aspetto urbanistico, costruita sul classico
schema a maglia ortogonale con il “forum” nella zona centrale, una zona prevalentemente a carattere commerciale ad ovest, una prevalentemente residenziale ad est ed una cinta muraria. I resti monumentali visibili a tutt’oggi nella zona del Foro risalgono all’imperatore Vespasiano quando, dopo i danni subiti da alcune città del nord a causa delle lotte seguite alla morte di Nerone, egli promuove, nel 73 d.C., alcuni progetti di riassetto urbanistico (tra i quali appunto Brescia) ed erige il Tempio dedicato alla Triade Capitolina, secondo il modello di Roma, sul luogo del già esistente Tempio di età tardorepubblicana a quattro celle risalente alla prima metà del I secolo a.C.. Di entrambi i templi sono esposte ipotesi ricostruttive sia grafiche, sia a tre dimensioni e
particolari architettonici strutturali e decorativi. Interessanti le teste di bronzo rivestite da foglia d’oro raffiguranti cinque imperatori ed una donna della famiglia dei Flavi, recuperate nel 1826 insieme ad altri bronzi in una intercapedine posta tra il tempio e il colle Cidneo, dove erano stati occultati sicuramente in epoca tardoantica. Fra i bronzi rinvenuti, un’attenzione particolare merita la Vittoria Alata, una statua alta quasi 2 m, derivata dall’iconografia di Afrodite e trasformata in Vittoria con l’aggiunta delle ali e del chitone, nell’atto di scrivere sullo scudo il nome del vincitore. Studi compiuti nel 2003 la ritengono un’opera greca originale della metà del III sec. a.C., un’Afrodite che si ammirava in uno specchio tenuto tra le mani, realizzata
ad Alessandria d’Egitto o a Rodi e giunta poi a Roma come bottino di guerra. Modificata in Vittoria con l’aggiunta delle ali e la sostituzione dello specchio con uno scudo, fu poi donata alla città di Brixia forse in occasione del conferimento del titolo di “Civica colonia Augusta”, prima dell’8 a.C., oppure dopo la battaglia avvenuta a Calvatone (prov. Cremona) nella quale Vespasiano risultò vincitore e che poi diede il via alla ristrutturazione urbanistica della città
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con la costruzione del Capitolium e degli altri edifici ancora oggi visibili da chi transita in via Musei. Per quanto riguarda l’edilizia residenziale d’alto livello, all’interno del percorso sono esposti numerosi reperti provenienti da “domus” cittadine ed extraurbane, consistenti in pavimenti di dimensioni straordinarie, realizzati con la tecnica del mosaico prevalentemente in bianco e nero, più spesso con motivi geometrici, raramente con scene figurate. Un importante esempio è rappresentato dalle cosiddette Domus dell’Ortaglia, raggiungibili direttamente dalle sale del museo, essendo ubicate all’esterno, sul terreno un tempo destinato ad orto conventuale (da qui la denominazione “dell’ortaglia”). Pur-
troppo una parte consistente delle dimore è stata distrutta dalla costruzione del monastero, ma, dopo notevoli interventi di scavo e di musealizzazione, sono ora visitabili oltre 1.000 mq. Recentissima è la restituzione di un’area verde con la funzione di hortus e di viridarium, con la messa a dimora di piante aromatiche e di alberi da frutto nell’hortus, e di specie presenti nel bacino del Mediterraneo o di cui si hanno riferimenti nei mosaici o nelle decorazioni interne delle domus per quanto riguarda il viridarium. Le due domus, quella di Dioniso e la cosiddetta Domus delle fontane, ci mostrano attualmente circa 40 vani oltre alle pertinenze esterne. Esse furono sicuramente edificate nel I sec. a.C. e arricchite con decorazioni e ampliamenti fino al IV sec. d.C.. A ridosso del cardo individuato ad ovest, mostrano una tipologia simile: una corte centrale sulla quale si aprono i numerosi vani
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mento degli ospiti. Il vano 25 presenta la superficie più ampia, una decorazione curata, anche se la funzione ancora non è stata definita.
di rappresentanza, quelli di residenza familiare e di servizio. Ciò che colpisce è la ricchezza degli apparati decorativi consistenti non solo in affreschi parietali e in pavimenti a mosaico, ma anche in fontane, ninfei, per non parlare delle comodità che la tecnologia romana offriva (vedi impianti di riscaldamento a pavimento e a parete). Da visitare, nella Domus di Dioniso, il triclinium (vano 4) o sala del banchetto, con le decorazioni che richiamano la funzione dell’ambiente. Si noti che dalla sala si poteva sentire il gorgoglio dell’acqua proveniente dalla fontana esterna. Domus delle fontane: il vano 8 è il cortile, mentre il 9 mostra il luogo dove sicuramente c’era una fontana rivestita di marmo, asportato in seguito; sono visibili il tubo in piombo di arrivo dell’acqua e la canaletta di scarico. Nel vano 15, il tenore delle decorazioni indica che l’ambiente era certamente destinato alla conversazione con ospiti del padrone di casa: si conserva solo l’Estate ma, insieme alle altre stagioni, era un’allegoria che alludeva allo scorrere del tempo. Anche il vano 17, allietato dalla presenza di una fontana al centro, aprendosi sul viridarium, era destinato all’intratteni-
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Proseguendo lungo il percorso museale, si giunge alla sezione relativa ai monumenti funerari ed ai corredi tombali. Le necropoli erano sempre dislocate fuori delle mura cittadine; a Brescia lungo la via Emilia Gallica (decumano massimo, ora via Musei) in direzione Verona (porta Venezia), nella zona sud lungo la via che porta a Cremona (ora via Carlo Zima) e ad ovest, lungo la via verso Milano, anche se tracce di quest’ultima non sono per ora emerse. La vicinanza della città alle cave di Botticino risulta evidente nei monumenti funerari rinvenuti numerosi, anche se non tutti riconducibili ad una necropoli in particolare perchè reimpiegati come materiali da costruzione in epoche successive. Frequente il tipo “a cassetta” con ritratti di coniugi o nuclei familiari che dovevano essere completati da altri elementi architettonici o stele. Il monumento funerario più imponente finora documentato rimane quello attribuito alla famiglia dei Quinctii risalente al I secolo d.C., di 810 m circa di diametro, riccamente decorato da festoni in rilievo, smembrato e riutilizzato nelle banchine del porto fluviale di età gota, localizzato nella zona dell’attuale via Mantova. I corredi tombali esposti nel museo forniscono informazioni più generali sul tipo di sepoltura in uso a Brescia in quel periodo, informazioni sulla vita della città, ma anche sul sesso del defunto, sul suo livello sociale e, molto spesso, sulla sua occupazione nella vita.
A questo proposito, da osservare alcuni corredi funerari quali quello da sepoltura ad inumazione di un bambino, con tessere da gioco bianche e blu in pasta vitrea, ed altri con strumenti chirurgici, degli strigili (attrezzi per detergere il sudore e gli unguenti dalla pelle), un cucchiaio in vetro ed alcuni gioielli femminili. I due riti di sepoltura, incinerazione ed inumazione, coesistono fino al IV secolo d.C. quando, con la completa cristianizzazione di Brescia, prevale l’inumazione o nella terra nuda o entro casse di pietra per i più abbienti. Per lo stesso motivo, vengono abbandonate le necropoli, per effettuare le sepolture presso le chiese. Fra questi primi luoghi di culto, la più antica chiesa di cui si hanno notizie certe è S. Faustino “ad sanguinem” (ora S. Angela Merici, in via Crispi), edificata nel 347 d.C. sul luogo presunto della morte dei martiri SS. Faustino e Giovita, fuori delle mura cittadine. Con l’imperatore Costantino il cristianesimo diventa religione ufficiale e, tra il V e il VI secolo, basiliche cristiane vengono erette all’interno delle mura, nell’area occidentale della città. Lo spostamento dell’asse cittadino dall’area del foro romano alla zona occidentale a ridosso delle mura (attuale area riferibile a piazza Vittoria, Cordusio, piazza Loggia e piazza Duomo) è un processo lento ma continuo che va di pari passo con la crisi dell’Impero romano. Quando il potere passa ai Goti, al potere civile si affianca stabilmente il potere religioso ed entrambi necessitano di nuove strutture e nuovi spazi. L’area orientale, luogo che aveva visto la presenza di lussuose residenze, va in rovina e diviene una cava cui attingere materiale pregiato da costruzione.
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Il passaggio definitivo all’età cristiana si può vedere nel Sarcofago in onice realizzato nel IV secolo per accogliere le spoglie dei SS. Faustino e Giovita (martirizzati nel II secolo), poi paliotto d’altare nella chiesa di S. Afra, ora S. Angela Merici, con episodi del Vecchio e Nuovo Testamento. Gli stessi temi ricorrono anche nella Lipsanoteca, una cassetta d’avorio istoriata del IV secolo d.C., che faceva parte del Tesoro delle Monache. ETÀ LONGOBARDA La fase di occupazione longobarda inizia nel 569 d.C. quando Alboino, lasciata la Pannonia (attuale Ungheria), si dirige in Italia attraverso il Friuli. Brescia viene raggiunta ancora in
quell’anno ed al governo della città è destinato il duca Alachis. La parte occidentale della città, già sede del potere dei Goti, rimane la sede della “curia ducis”, ma non si hanno riscontri di altri edifici. Certo è che Paolo Diacono nella sua “Storia dei Longobardi” riferisce: “Brixiana denique civitas magnam semper nobilium langobardorum moltitudinem habuit” (nella città di Brescia vi era sempre un gran numero di nobili Longobardi). Nell’odierna area del monastero i Longobardi costruiscono delle semplici capanne di fango, paglia e legno, sfruttando, dove possibile, le strutture murarie degli edifici romani ancora esistenti. Gli ultimi scavi hanno portato alla luce la fase longobarda del sito nel chiostro sud-ovest. Reperti archeologici di notevole importanza sono stati rinvenuti
sia in corredi funebri nell’area di S. Giulia, sia all’interno della città e nel territorio. I pezzi più importanti sono alcune crocette in lamina d’oro applicate in origine come decorazione di vesti, alcune fibule, spade e umboni di scudi da parata oltre ad alcuni oggetti da toeletta da sepolture femminili. Un discorso particolare merita la cosiddetta Croce di Desiderio (un oggetto liturgico che faceva parte del Tesoro delle Monache) di epoca altomedievale, che riunisce cammei vitrei e pietre dure datate fra il I ed il XIII secolo d.C.. Di notevole interesse il vetro aureografico del IV secolo d.C. raffigurante un triplice ritratto. Proseguendo il nostro itinerario, ci troviamo ora nella basilica di S. Salvatore che presenta diverse stratificazioni.
soprattutto per quanto riguarda la lastra decorata con un pavone entro motivi vegetali che probabilmente rivestiva il fianco della scala dell’ambone. Dopo il 760 Desiderio trasporta a Brescia le reliquie di S. Giulia: in quell’occasione viene costruita la cripta e vengono aggiunte le due absidi laterali da cui partono le scale che ne consentono l’accesso. La navata centrale e quelle laterali nei primi decenni del IX secolo (età carolingia) sono decorate con un ciclo di affreschi oggi gravemente danneggiati, di cui sono visibili alcuni frammenti e sinopie, che sono tuttora oggetto di diverse interpretazioni: quella più accreditata ritiene che siano raffigurate storie della vita di Cristo e tra la seconda e la terza finestra della navata centrale (lato nord) vi sarebbe rappresentata la
Con la fine del VII secolo vengono edificati una prima chiesa ed un piccolo edificio circondato da muraglia, forse prima porzione del monastero. Della prima basilica, a navata unica (pianta a T) e un po’ più corta dell’attuale, resta ben poco. è distrutta alla metà dell’VIII secolo, quando Desiderio fonda il monastero benedettino femminile di S. Salvatore (753 d.C.). Questa seconda basilica di S. Salvatore, com’è ancora visibile, è a tre navate, con colonne e capitelli di recupero e presenta nei sottarchi frammenti della ricca decorazione a stucco. Altri frammenti scultorei sono esposti all’interno della chiesa e la loro posizione originaria è ipotetica, ma il valore artistico è innegabile,
Fuga in Egitto, con notevolissime analogie con la decorazione di S. Maria Foris Portas a Castelseprio in provincia di Varese. Nel corso dei secoli la basilica subisce altre trasformazioni; nel XII secolo si amplia la cripta per la quale sono realizzate otto colonnine con i capitelli di scuola antelamica. Rilevante è il capitello che presenta tre scene di martirio e S. Giulia con la palma del martirio ed una croce processionale, circondata dalle monache del monastero. Nel XIV secolo sono aggiunte le tre cappelle nella navata nord e si costruisce il campanile, sotto il quale negli anni venti del XVI secolo Girolamo Romanino affresca la cappella con storie della vita di S. Obizio che la tradizione vuole rifugiato nel monastero a lavorare per le monache, dopo aver abbandonato la vita militare. La trasformazione più importante avviene alla metà del XV secolo con la costruzione del Coro delle Monache, addossato al lato ovest della chiesa
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di S. Salvatore, con la conseguente scomparsa della facciata longobarda della basilica, realizzato per consentire alle monache di assistere alle funzioni religiose senza essere a contatto con la pubblica assemblea. Per la decorazione, l’incarico è affidato a Floriano Ferramola (ante 1480 - 1528), ma le cappelle di sinistra sono attribuite a Paolo da Caylina il Giovane (ante 1485 - post 1554). Vi sono raffigurate scene della vita di Cristo, dall’Annunciazione della Vergine alla Resurrezione, anche se non c’è un ordine temporale nei riquadri, che variamente si alternano ad episodi della vita di Santi ed altri tratti dalla Bibbia. Sulla parete orientale, dalla quale si può avere la visione dell’interno di S. Salvatore, è rappresentata la Crocifissione e, sullo sfondo, la città di Gerusalemme.
Nella seconda metà del XVI secolo al Coro delle Monache è aggiunta la navata unica della chiesa di S. Giulia, abbattendo la parete ovest del coro, cancellando il sagrato della chiesa di S. Salvatore e la chiesa di S. Daniele che si affacciava sull’odierna via Piamarta. Il progetto è dell’architetto Giulio Todeschini che porta a termine l’edificazione nel 1599, com’è ricordato sulla facciata che presenta, oltre alla statua della Santa titolare al vertice del timpano, anche quelle di S. Biagio e S. Benedetto entro due nicchie, dello scultore Bonesini. Fa parte del complesso anche il sacello di Santa Maria in Solario, localizzato sul lato sud del monastero, edificato nel XII secolo. Il piano inferiore a pianta quadrata presenta al centro un altare romano, dedicato al Dio Sole, che sostiene le volte a crociera della sala. Il piano superiore (da qui l’appellativo “in Solario” dal
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latino “solarium” piano superiore) aveva la funzione di custodire il Tesoro delle Monache, secondo la testimonianza scritta di una badessa, ed è decorato con un cielo stellato sulla cupola emisferica e con affreschi di varie epoche alle pareti. I principali sono da ascriversi a Floriano Ferramola e alla sua bottega tra il 1513 ed il 1524. ETÀ DEL COMUNE E DELLE SIGNORIE Per seguire l’ordine cronologico, siamo costretti a fare qualche passo indietro all’interno del museo e ritornare alla sezione l’età del Comune e le Signorie. La prima parte presenta elementi decorativi scultorei e ad affresco o pezzi architettonici provenienti dai luoghi del potere della
città. Fra essi, imponenti per dimensioni e per valore documentario ammiriamo gli affreschi che decoravano la parete meridionale del Salone del Consiglio Generale del Comune del “palatium novum maius” o “Broletto”, che si affaccia su via Cardinale Querini, risalente agli anni 1223-27. Provenienti da questo edificio anche le due protomi di lupo di bronzo. Interessante il capitello della seconda metà del XII secolo che segue gli schemi figurativi della scultura romanica, con rappresentazione di animali mostruosi insieme a figure umane ed elementi naturalistici. La lastra di origine romana con alloro e fiore al centro che possiamo vedere procedendo nella sala, in seguito viene adattata e murata nella Porta delle Pile, a testimonianza dei lavori di ampliamento della cinta muraria terminati nel
XIII secolo, quando era podestà Bonifacio da Bologna (citato nell’epigrafe). La cinta muraria subisce un primo ampliamento alla fine del XII secolo, mentre un secondo ampliamento verso ovest e sud viene effettuato tra il 1237 ed il 1254, prova di notevole ricchezza e potenza del comune guelfo. Sempre da Porta Pile proviene la lastra di pietra raffigurante “S. Faustino a cavallo”, in abito da cavaliere, posta nel 1254 in quel luogo ad invocare la protezione per la città. Nella sezione successiva sono esposti frammenti provenienti dai monasteri della città e del territorio. Fra tutti i pezzi, segnaliamo il capitello figurato con quattro busti di Santi della prima metà del XV secolo, proveniente dal convento di S. Domenico, e il monumento a Berardo Maggi, figura importante nella storia
bresciana, in quanto promotore, nel 1298, della pace fra le opposte fazioni guelfa e ghibellina, avendo assunto le cariche di Vescovo e Signore tra il 1272 e il 1308. La Signoria viscontea domina Brescia quasi ininterrottamente dal 1337 al 1426 (con la parentesi di Pandolfo Malatesta dal 1404 al 1421) imprimendo profonde modifiche al tessuto urbano, prima fra tutte la Cittadella Nuova, una sorta di fortificazione all’interno della città. Essa scendeva dal Castello formando un corridoio di sicurezza fino allo sbocco presso il Forte della Garzetta, sul lato meridionale delle mura. ETÀ VENETA Nel 1426 la Repubblica Veneta espande il suo dominio nella Lombardia orientale fino all’Adda, interrompendo a Brescia il potere dei Visconti. Venezia imprime un nuovo corso alla città promuovendo le costruzioni in muratura,
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le decorazioni esterne ad affresco sia nei palazzi cittadini, sia sulle porte urbiche. L’aspetto tardogotico della città man mano si attenua per assumerne uno più spiccatamente rinascimentale, soprattutto dopo l’avvio dei cantieri del Coro delle Monache nel monastero di S. Giulia, della chiesa di S. Maria dei Miracoli, di piazza del Mercato, del palazzo della Loggia e dei Monti di Pietà nella “piazza nuova” oltre alla ricostruzione delle mura in base agli adeguamenti imposti dalle armi da fuoco. Numerosi sono i pezzi provenienti dalla città che ci rimandano al gusto lombardo rinascimentale nei frammenti di affresco dei palazzi privati, nelle decorazioni architettoniche che presentano i motivi a “candelabra”, nei fregi e nei tondi di gusto più propriamente classi-
mo la lastra proveniente dalla porta Cremonese, luogo dove, secondo la tradizione, i due fratelli subirono il martirio nel 126 d.C.. I Santi sono raffigurati nel momento in cui sono condotti al supplizio con le mani legate da corde; in un altro caso, sono rappresentati all’interno di un trittico di marmo proveniente dall’altare (presso il sepolcro di Sant’Onorio raffigurato al centro della composizione) che era, in origine, nella chiesa di S. Faustino e Giovita. Ancora dalle mura cittadine, più precisamente dal baluardo detto della “Madonna”, tra Canton Mombello e porta Cremona, proviene una lastra che raffigura in altorilievo la Natività di Maria; alcuni particolari inseriti nella scena (tra cui una governante ed un gatto sonnacchioso)
cheggiante. Un tema caro alla città di Brescia è ripreso tra il XV ed il XVI secolo: quello del culto dei Santi Patroni della città Faustino e Giovita, raffigurati in abiti sacerdotali o militari, come gentiluomini o con la palma del martirio in mano. Sono esposte alcune opere espressione di questo sentimento cittadino: fra queste citia-
ci rimandano all’attenzione per il quotidiano espresso anche dai pittori bresciani del Cinquecento. Chiudiamo la nostra visita soffermandoci davanti al monumento funebre di Domenico Bollani, podestà veneto e vescovo a Brescia dal 1558. Egli si adopera perchè S. Pietro de Dom, ormai degradato da problemi statici non più risanabili, sia abbattuto e si inizi la costruzione della nuova cattedrale (ora Duomo Nuovo), oltre a dedicarsi alla riorganizzazione della diocesi. Il monumento, opera dello scultore
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Alessandro Vittoria, sarà sistemato nel Duomo Vecchio dopo il 1579, davanti alla porta che il Piantavigna aveva aperto nella torre di facciata nel 1571. Posizione che sarà fatale, nel 1708, quando la torre crolla e travolge il monumento, frantumandolo. Con l’aiuto delle descrizioni dell’epoca si è potuta ricomporre, anche se solo per le parti principali, l’impostazione del sepolcro, nonostante manchi la struttura architettonica che conteneva la statua del Cristo al centro e le due Virtù (Fede e Carità) ai lati.
testo e immagini sono tratte da VIVI BRESCIA PUBLISHER (II ed. 2005)
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ASSOCIAZIONI Non c'è paese, piccolo o grande, della nostra provincia, che non annoveri una qualche associazione artistica o culturale. E dietro queste realtà un esercito di volontari che, mosso da inesauribile passione per il bello, opera per organizzare corsi, eventi, mostre, conferenze e concorsi. L'idea di bresciarte è quella di far conoscere e far interagire queste realtà per creare un circuito d'arte più efficiente ed efficace. Partendo dal vecchio adagio che "l'unione fa la forza" siamo convinti che insieme si possono ottenere risultati ancora migliori.
la bellezza d’Italia deve essere considerata la prima risorsa del nostro futuro (guido galimberti) CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE
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Il 24 maggio 1945, nella sede della Camera del Lavoro, sita allora in via San Martino della Battaglia, su iniziativa di un gruppo di artisti coordinati dallo scultore Giovanni Asti, nacque ufficialmente a Brescia un sodalizio denominato “Arte e cultura”, che si costituì fin dall’inizio come libera associazione, con il fine di riorganizzare l’assistenza e la formazione professionale degli affiliati, oltre che il circuito espositivo. Le finalità erano indicate nell’art.1 dello Statuto: “l’AAB ha per scopo l’incremento e la valorizzazione dell’arte nelle sue varie forme e in particolar modo delle arti figurative, allestendo mostre d’arte e provvedendo ad una scuola di disegno per artisti ed artigiani”. Primo presidente fu l’ing. Gianbattista Bignetti. Furono messi a disposizione alcuni ambienti del pianterreno del palazzo Bettoni Cazzago in via Gramsci 17, dove l’associazione ebbe sede fino al 1990. Nel 1946 il sodalizio assunse il nome di “Associazione artistica bresciana” e nel 1962 quello attuale di “Associazione artisti bresciani”. La prima esposizione venne organizzata il 14 ottobre 1945: parteciparono alla rassegna centoventi artisti bresciani. Fin dalla fondazione uno dei momenti qualificanti dell’Associazione fu la scuola d’arte. Nella scuola, che è sempre stata ed è tuttora molto apprezzata e frequentata per la sua serietà, hanno insegnato autorevoli rappresentanti dell’arte bresciana e si sono formate diverse generazioni di artisti locali. Il primo direttore e docente fu Emilio Rizzi. L’Associazione, fin dagli esordi, pur con contraddizioni e discontinuità, si è qualificata per il suo impegno formativo e culturale, iniziando così a ricoprire un ruolo determinante nell’ambiente intellettuale bresciano: accanto alle attività espositive e alla scuola d’arte l’AAB ha continuamente organizzato convegni, conferenze, dibattiti, presentazioni di libri e cataloghi, concerti,
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corsi, concorsi, premi, borse di studio, proiezioni, svolgendo un compito di stimolo e di proposta anche dal punto di vista civico. Il quinquennio iniziale si caratterizzò per la strutturazione del sodalizio. Gli anni Cinquanta si contraddistinsero per una serie di conflitti sulle scelte artistiche e sulle persone che avrebbero dovuto guidare l’Associazione e realizzare il programma culturale. Dopo il fervore entusiasta della fondazione, fu un periodo di stagnazione delle attività, ma anche di tentativi di innovazione. Gli anni Sessanta furono anni di grandi rinnovamenti e trasformazioni, soprattutto con la riqualificazione dell’attività espositiva e di quella culturale. Notevole fu pure l’impegno profuso per l’apertura della galleria d’arte moderna e contemporanea. L’AAB divenne il punto di incontro per eccellenza di artisti e intellettuali, oltre che elemento generatore nel quartiere di numerose gallerie private. La varietà delle manifestazioni (di giorno le mostre, di sera dibattiti, conferenze, concerti, proiezioni di film) attirava un pubblico fitto e partecipativo. vicolo delle stelle 4 - 25122 brescia 03045222 www.aab.bs.it - info@aab.bs.it I presidenti dell’AAB ing. Giambattista Bignetti, 1945; avv. Giovanni Alberini, 1946; Achille Cavellini, 1947; prof. Emilio Rizzi, 1947; ing. Mario Moretti, 1949; dott Mario Panizza, 1950; dottor Terenzio Formenti, 1951; arch. Guido Marangoni, 1952; avv. Stefano Bazoli, 1953; prof. Nino Fortunato Vicari, 1954; ing. Lazzaro Giacomelli, 1955; arch. Mario Dabbeni, 1957; prof. Adriano Grasso Caprioli, 1961; arch. Gigi Fasser, 1963; ing. Lodovico Cargnoni, 1966; prof. Adriano Grasso Caprioli, 1968; arch. Giacomo Mutti, 1968; prof. Luigi Ghelfi, 1971; Pietro Cenedella, 1972; arch. Valentino Zini, 1976; Giuseppe Rivadossi, 1984; prof. Vasco Frati, 1993; dott. Dino Santina, 2013.
Negli anni Settanta l’AAB risentì del rovente clima politico, sociale e culturale della città, specchio di quello nazionale, diventando il centro di aggregazione dei soggetti e delle forze che agivano nel campo non solo dell’arte, ma della cultura in generale. Si ridefinì così anche la figura del socio: il nuovo statuto aboliva ogni distinzione tra i soci artisti e non artisti e ammetteva quanti chiedevano l’iscrizione, con la sola condizione che condividessero le finalità dell’Associazione. L’AAB perdeva così il carattere “corporativo” che l’aveva caratterizzata fino allora e si apriva alla società. A metà degli anni Settanta cominciò per l’AAB un periodo di relativa stabilizzazione dovuto anche all’instaurarsi di formali rapporti
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con la regione, le amministrazioni locali e i Civici Musei. Negli anni Ottanta l’Associazione venne duramente provata dalle trattative con l’Intendenza di Finanza, proprietaria dell’immobile, che nel luglio del 1982 comunicò la sua decisione di recedere dai contratti di locazione per adibire i locali occupati dall’AAB come sede di uffici statali. La vicenda si concluse dopo un lungo e travagliato percorso con il trauma dello sfratto dalla storica sede di via Gramsci. L’Amministrazione comunale si impegnò a trovarne una nuova, che venne identificata nell’ex Disciplina dei Santi Nazaro e Celso in vicolo delle Stelle: una sede prestigiosa per storia e arte, ma di dimensioni insufficienti per le attività dell’AAB e in una posizione non favorevole. Nel febbraio del 1990, l’Associazione, praticamente agonizzante, con i soci ridotti a un numero esiguo, le risorse finanziarie allo sfascio e l’attività esangue, fu costretta ad accettare la nuova sistemazione. Nell’ultimo decennio del XX secolo e nel primo del XXI i consigli direttivi che si susseguirono sotto la presidenza di Vasco Frati svolsero l’impegnativo compito di rifondare e ristrutturare l’Associazione, di definire i programmi di attività e di instaurare nuovi rapporti con gli enti locali. La segreteria venne stabilizzata con regolari assunzioni di personale, la sede, pur negli spazi limitati, venne dotata di tutte le attrezzature necessarie, vennero stipulate convenzioni e sviluppati stretti rapporti con gli enti locali, per la garanzia di contributi regolari, e con i Civici Musei d’arte e storia, per la programmazione culturale.
Art. 4 – Scopi dell’Associazione L’Associazione ha lo scopo di promuovere attività di carattere culturale, in particolare la conoscenza e lo studio delle arti figurative e visive e degli artisti bresciani. A titolo esemplificativo e non tassativo si indica che l’Associazione potrà svolgere le seguenti attività: a) ATTIVITÀ CULTURALI: mostre, tavole rotonde, convegni, conferenze, dibattiti, proiezione di film e documentari culturali e comunque di interesse per gli associati, concerti; b) ATTIVITÀ DIDATTICHE E DI FORMAZIONE: corsi di preparazione e di perfezionamento nel campo delle arti e delle relative tecniche, seminari di studio, gruppi di ricerca, corsi di aggiornamento per insegnanti; c) ATTIVITÀ EDITORIALI: pubblicazione di cataloghi, di una rivista-bollettino, di atti di convegni, conferenze, seminari, di ricerche e studi sulle arti e i loro protagonisti, con particolare riferimento alle opere e agli artisti bresciani; d) ATTIVITÀ PROMOZIONALI: promozione di tutte le azioni idonee alla salvaguardia, alla tutela e alla valorizzazione dei beni ambientali, storici, artistici della città e della provincia.
Nel gennaio 1997 l’assemblea dei soci ha approvato un nuovo statuto, le cui finalità sono definite dall’art.4 (vedi box a fianco). L’Associazione, eliminato totalmente ogni aspetto corporativo, si è configurata come un’agenzia culturale di pubblico servizio. Il prestigio e il valore
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della programmazione espositiva sono stati riconosciuti anche fuori dall’ambito locale, in Italia e all’estero: ne sono aspetti importanti l’ampliamento dei settori di interesse, dalle arti figurative alle installazioni e alle perfomances, dalla proposta di artisti o movimenti dell’Ottocento e della prima metà del Novecento, a quella della produzione più recente con le serie “Classici del Novecento” e “Classici del contemporaneo”; le aperture alle nuove generazioni e agli artisti non locali; la collaborazione con musei, collezionisti, istituti scolastici e università. Intensa è l’attività editoriale: l’Associazione pubblica un notiziario periodico e ogni mostra è accompagnata da un catalogo. Intensa è pure l’organizzazione di attività culturali, quali corsi, dibattiti, presentazioni di libri, conferenze, concerti, premi e borse di studio. L’attività dell’Associazione è testimoniata da documenti raccolti nel corso degli oltre sei decenni di vita: l’archivio custodisce una documentazione ampia e preziosa della storia dell’AAB e risulta composto da diverse serie relative all’amministrazione, alla contabilità, all’anagrafe degli artisti, alle attività (scuola d’arte, corsi, seminari) e alle iniziative (mostre, concorsi, incontri, concerti, dibattiti, tavole rotonde). L’archivio è di rilevante importanza sotto l’aspetto storico per la presenza di atti che consentono di analizzare lo sviluppo dell’Associazione nei suoi intrecci con la dimensione culturale, sociale e politica della città e della provincia. Altro aspetto peculiare del fondo documentale è la molteplicità dei supporti in esso contenuti; oltre ai documenti cartacei sono conservati vari materiali che hanno valenza storica e mantengono spessore artistico: opere per concorsi, materiale fotografico (stampe, diapositive, provini), videoregistrazioni (videocassette) e audioregistrazioni (bobine magnetiche).
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Lorenzo Bacchetti: nevicata al tramonto sul lago d’idro (olio su tela)
Elisa Stagnoli: il faro (acrilico)
Alessandra Burinato: il pescatore (olio su tela)
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Gianantonio Alberti: ponte caffaro (fotografia)
L’Associazione artistica culturale Eridio ha sede a Ponte Caffaro. È nata nel 2006 con lo scopo di promuovere la cultura e l’arte. Per questo motivo organizza mostre, convegni culturali e visite guidate nel territorio bresciano coinvolgendo storici, letterati, artisti o aspiranti. Promuove anche giornate dedicate all’arte con i ragazzi delle scuole, valorizzando le attività artistiche per sensibilizzare i giovani ad avvicinarsi a questo mondo e mettere in evidenza realtà che spesso vengono poco considerate. Il presidente è Lorenzo Bacchetti.
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Bruno Manzoni: il fratello della medusa (abete)
Silvia Bordiga: i tulipani di marzia
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GRUPPO ARTISTI BAGNOLO MELLA Il Gruppo nasce il 6 aprile 2005 per volontà di artisti bagnolesi, Franco Volonghi, Giambattista Bonazzoli, Fabiano Paterlini, Giuseppe Prandelli, Ernesto Panzini, Vittorio Treccani, con l’intento di divulgare l’arte in tutti i suoi aspetti: pittura, scultura, fotografia, video, grafica, installazioni, incontri culturali. Si struttura con statuto e consiglio direttivo ed avvia immediatamente una programmazione culturale che propone all’Assessorato alla Cultura del Comune di Bagnolo Mella. Propone da subito mostre a tema, che si rivelano essere un forte richiamo per molti artisti del territorio bresciano, dove la partecipazione diventa lo spunto per un continuo confronto e serbatoio di nuove idee. In breve tempo il Gruppo cresce in modo esponenziale. La volontà di inserirsi nella programmazione culturale del territorio, porta il Gruppo a redigere un programma sempre più articolato e ricco di eventi, tanto che dal 2008 inizia “l’occupazione” artistica del Palazzo Bertazzoli, sede delle attività culturali del Comune di Bagnolo Mella, con l’avvio di “Palazzo in Mostra”. Evento culturale che contempla esposizioni artistiche plurime arricchite da serate d’arte con particolare attenzione a mostre personali retrospettive di pittori Bagnolesi scomparsi che hanno lasciato un’impronta nella storia dell’arte locale e bresciana. Il Gruppo oltre ad operare con molte realtà locali si propone anche al di fuori della comunità bagnolese collaborando con gruppi artistici, enti locali e altre associazioni. Dal 2012 la programmazione degli eventi si arricchisce di mostre personali e antologiche di artisti contemporanei. Fra i primi inviti spiccano gli artisti Luigi Paracchini, Giampietro Cacciamali, Agostino Perrini. 2014: siamo al nono anniversario (aprile 2005-2014) del GABM e a conferma del dinamismo artistico/culturale e dei programmi svolti negli anni passati, il Direttivo ha deciso di dare il via a una nuova attività. Sarà dato spazio espositivo a una sezione “giovani” in occasione dell’Evento Palazzo in Mostra che, come accadde 10 anni fa per i pionieri del Gruppo, sarà la nuova scintilla per lo sviluppo futuro delle attività artistiche. Viene caratterizzata la Collettiva del GABM valorizzando in due sezioni gli aspetti dell’arte “tradizionale-figurativa” e “moderna – informale”. Fra le attività del Gruppo spiccano: - le collaborazioni con il nascente movimento artistico SLOWART, ideato da Marco Poma, regista, ricercatore e artista e Franco Migliaccio, docente di storia dell’arte alla Libera Accademia delle Belle Arti (LABA) e artista; - la catalogazione delle opere di proprietà della Città di Bagnolo Mella, opere donate dagli anni ‘70 ad oggi da artisti che hanno esposto presso gli spazi espositivi del Comune. La catalogazione darà vita ad un progetto ambizioso, la creazione di una Pinacoteca.
Palazzo Bertazzoli: via XXVI Aprile 48 - 25021 Bagnolo Mella bagnoloartistico@libero.it - 3292120630 - 3485616001 - 3334787492
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Palazzo Brunelli Bertazzoli - Il palazzo risale al XVII secolo. Edificato in via dell’Albera, oggi via XXVI Aprile, fu ereditato nel ‘600 dalla famiglia Brunelli. La costruzione dovrebbe risalire al 1670, i Brunelli vi trasferirono il loro oratorio privato nel 1681. Di aspetto nobile e severo, si presenta come edificio in mattoni a vista con alto portale bugnato. Attraverso il portico, ad archi su pilastri, si accede a sale con volta e camino. Il cortile è racchiuso tra due ali di servizio. Affrescata la volta della galleria del primo piano e riccamente decorati i soffitti delle sale adiacenti con soffitto a cassettoni affrescati. Le sale oggi sono utilizzate per le esposizioni artistiche. Nel corso dei secoli il Palazzo è stato adibito a scuola, abitazione e filanda, mentre ora è sede della biblioteca comunale, dell’assessorato alla cultura e di varie associazioni. La costruzione è stata ceduta al Comune dal sig. Bertazzoli, che aveva adibito l’ala sud a filanda alla fine degli anni ‘30.
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Arteviva nasce nel 2007 con l’intento di dare voce e corpo alle pulsioni creative del territorio franciacortino. Dopo aver partecipato a diverse manifestazioni in ambito provinciale, dove alcuni dei nostri artisti si sono distinti in concorsi di pittura e illustrazione, abbiamo “trovato dimora” presso la Scuola civica. In questo luogo molto accogliente si può dare libera espressione a tutti i nostri sogni creativi più intimi, magari messi da parte per necessità lavorative o professionali che hanno avuto la precedenza nell’arco della nostra vita. Per concretizzare al meglio questa esigenza è possibile approfondire una serie di argomenti tecnici grazie alla creazione di corsi tenuti da esperti e professionisti del settore. Siamo convinti che anche la semplice frequentazione di un gruppo di artisti ed appassionati che lavorano insieme è decisamente un forte stimolo a realizzare nuovi lavori, nonchè a confrontarsi e migliorare le proprie abilità a 360°.
via Garibaldi, 1 - 25050 Passirano 3277982070 - 3345649815 www.ass-arteviva.it - info@ass-arteviva.it
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ars mea
Il consiglio direttivo di Ars Mea
L’Associazione artistico-culturale Ars Mea nasce a Gavardo con lo scopo di organizzare eventi nei seguenti ambiti: MOSTRE COLLETTIVE E PERSONALI
PRESENTAZIONE DI SCRITTORI, POETI, SCULTORI, FOTOGRAFI, PITTORI DIBATTITI E TAVOLE ROTONDE
Il raggio d’azione spazia in tutto il Nord Italia, guardando in particolare alla provincia di Brescia. Si avvale della collaborazione di gallerie, collezionisti e semplici appassionati d’arte e di cultura. Il presidente è Juri Comaglio
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Associazione Arte e Cultura Ars Vivendi - Rosa Lardelli Via Sandro Pertini, 29 - 25124 Brescia | 0303530557 | 3398637645 | r.lardelli@alice.it | www.rosaeventi.blogspot.com
L’Associazione Arte e Cultura Ars Vivendi, costituita nel 2008, persegue, come scopo primario, la promozione e la valorizzazione di iniziative artistiche e culturali. Dal dicembre 2012 Ars Vivendi è attiva nello svolgimento del progetto ARTE IN VILLA, esposizione programmata di mostre d’arte presso Lo Spazio Arte Villa Fenaroli che prevede una serie di eventi, in cui s’alternano artisti nazionali e internazio-
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nali, rigorosamente selezionati da una commissione di esperti. Il progetto, curato dalla prof.ssa Rosa Lardelli, responsabile artistico di Ars Vivendi, persegue l’obiettivo di promuovere e diffondere la conoscenza dell’Arte Contemporanea. Hanno concesso il patrocinio all’iniziativa il Comune di Rezzato, l’Associazione Artisti Bresciani e l’Associazione Rezzato Arte e Cultura.
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I LIBRI DI BRESCIARTE
GALLERIE Le gallerie d'arte, grazie alla competenza e alla passione dei titolari, offrono proposte artistiche di qualità. Sono i 'professionisti' del settore che valutano, scelgono e mostrano opere di artisti selezionati, che diventano veri e propri spaccati di storia dell'arte moderna e contemporanea.
come l’amore, l’arte non è piacere, ma passione (andré malraux) CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE
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Galleria ab/arTe moderna e contemporanea Brescia
Vicolo San Nicola, 6 tel. 030 3759 779
www.abarte.it info@abarte.it Da giovedì a sabato 9,30 - 12,30 e 15,30 - 19,30 ab/arTe nasce nel 2010 per iniziativa del cav. Andrea Barretta, giornalista e scrittore, appassionato d’arte, già fin dagli anni Settanta protagonista di un progetto culturale nelle arti visive e nei percorsi creativi della comunicazione.
Le mostre. Work in progress • Novella Parigini e gli artisti della Dolce vita • Dopo Corrente • Maria Grazia Filetto: una storia bestiale • Sergio Fergola: il tempo della magia e dell’enigma • Nud’arte • Accademia, la restituzione dell’arte attraverso il disegno • Le donne di Guttuso e le altre • Regina Landi: archivi • Vladimiro Elvieri e Maria Chiara Toni ai confini del segno • Silvana Lunetta: paesaggi dell’informale • Guernica docet • Pop art italiana • I pittori della realtà: maestri bresciani del Novecento • Geometrie e tagli di luce nelle incisioni di Luigi Corsini • Vanni Viviani e l’inconscio universale • L’arte “differenziata” di Piero Rossoni • La pittura digitale di Salvatore Milano • Mimmo Rotella: i décollage e il cinema • Il Novecento in “movimento” • L’arte moltiplicata: opere originali tra unicità e serialità • Giuliana Montanari: storia di pagine incise • La fantasia e la realtà in Baj e Guttuso • Giovanni Steduto: dall’astrazione alla materia • L’inquietudine nell’espressionismo italiano • Per un’arte collettiva, monumentalmente vostro • Il colore e la forma • L’arte, la bellezza e il suo contrario • Dal realismo al simbolismo • • •
www.abarte.it 74
I LIBRI DI BRESCIARTE
Una forte esperienza nelle edizioni d’arte è la collana di monografie. Siamo in grado di curare in ogni dettaglio volumi per il piacere dell’arte e dei libri. Cataloghi d’arte con grande attenzione alla grafica, ai testi e all’impaginazione, alla qualità della stampa e delle immagini, per edizioni progettate con cura per diventare veri oggetti d’arte.
mostre eventi monografie d’arte
quattro anni come quaranta anni
ab/arTe, galleria d’arte moderna e contemporanea, dà spazio alla contemporaneità con uno sguardo ai maestri dell’arte moderna italiana e internazionale, del Novecento che è il terreno su cui svolgere un itinerario nelle esperienze espressive. L’arte contemporanea, infatti, è intervenuta con una rivoluzione che ha liberato nuove potenzialità ma ha mancato di aprirsi al largo pubblico divenendo preda di un’arte abusata. Un paradosso che ab/arTe intende superare con un percorso espositivo nella creatività artisticamente espressa. Lo scopo è di creare occasioni d’incontro con l’arte, in un percorso sinergico in rapporto con le verifiche storiche e critiche, per riflettere sul modo e sui modi di significare i metodi di lettura rispetto a un approccio “contemporaneo” che spesso frutta incomprensioni, e così andare oltre quel “nulla” che ha traslato il “bello” chissà dove, ovvero in un’approssimazione piuttosto che in un atteggiamento estetico.
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La “Mia” Galleria, il “Mio” Mondo, il “Mio” Universo, la “Mia” prospettiva di vita, la “Mia” visione dell’essere. La Galleria “L’ALTRA ARTE” vi offre un ampio spazio espositivo per le vostre idee, creazioni e opere. La luce naturale che entra dalle ampie vetrate dona una visione eterea, quasi irreale, donando un velo di momentanea enfasi alle opere esposte all’interno. Il tutto è curato nei minimi particolari dalla direttrice che, con abilità e professionalità, prepara personalmente la location con creazioni floreali e giochi di luce appositamente studiati, per far risaltare le vostre opere nel miglior modo possibile. L’ALTRA ARTE è anche sede di eventi artistici e culturali e punto di riferimento per la promozione, condivisione e diffusione dell’arte in ogni sua forma.
via N. Sauro, 20/22 - Bagnolo Mella 3394693073 - www.laltra-arte.com - www.facebook.com/delfina.platto?fref=ts
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I LIBRI DI BRESCIARTE
FABBRO ARTIGIANO PULITURA METALLI VARI
Sede: Via del Sardano, 14 - 25070 Gazzane di Preseglie Off.: Loc. Fondi, 60 - 25071 Agnosine (BS) tel e fax 0365896991 - www.pozzifrancesco.it La mia bottega è nata nel 1990. Fornisco prodotti fatti a mano in ferro battuto su misura e su richiesta dei clienti, lavori di carpenteria, manutenzione di vario genere per le aziende e protezione per la sicurezza aziendale sui macchinari. Possiedo anche la certificazione di sicurezza per i cancelli. La mia azienda è situata ad Agnosine nella zona industriale. Sono disponibile per sopralluoghi e preventivi gratuiti.
CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE
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I LIBRI DI BRESCIARTE
LA FILIERA ARTISTICA GUIDE MERCATINI MUSEI SCUOLE SPAZI D’ARTE
In questa sezione vogliamo dare voce a tutte le componenti che rappresentano la filiera dell'arte. Ognuna di esse contribuisce a costruire il 'bello' di questo mondo affascinante.
arte è ciò che il mondo diventerà, non ciò che il mondo è (karl kraus) CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE
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MUSEO
In un contesto architettonico che risale all’anno 1000, un viaggio nel tempo alla scoperta della “corsa più bella del mondo”, attraverso l’esposizione di auto, oggetti, abbigliamento, documenti e filmati d’epoca.
RISTORANTE & BAR
MUSEO MILLE MIGLIA TEL 030 3365631
Potrete assaporare i gusti ed i sapori classici della buona cucina, in un’atmosfera tranquilla e familiare. L’ambiente riservato e accogliente è ideale per pranzi e cene private e aziendali.
SALE MEETING
Sono disponibili sale per meeting, convention ed eventi. Per le scuole è disponibile una sala didattica attrezzata, con un programma studiato per i più piccoli per imparare divertendosi.
TAVERNA MILLE MIGLIA TEL 030 3365680
Viale Bornata, 123 - S. Eufemia - Brescia segreteria@museomillemiglia.it - www.museomillemiglia.it 80
I LIBRI DI BRESCIARTE
Scopri Brescia è un nome facile da ricordare che racchiude un invito a lasciarsi sorprendere dalle bellezze artistiche del nostro territorio. Questo progetto nasce dall'iniziativa di alcune Guide Turistiche Abilitate e professioniste nel mondo della Storia dell'Arte, con lo scopo di riavvicinare soprattutto gli stessi bresciani alla cultura e alle proprie origini. Ogni settimana protrete trovare sul sito www.scopribrescia.com un ricco calendario di visite guidate, itinerari particolari ed eventi speciali che vi permetteranno di trascorrere liete ore in compagnia, e conoscere tutto dei piÚ importanti monumenti bresciani o scoprire angoli, scorci, dimore e palazzi che nemmeno potete immaginare‌ Le nostre guide sono disponibili anche per visite guidate private per gruppi e per solaresche.
CATALOGO degli AMICI di BRESCIARTE
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un mondo di servizi al servizio dell’arte
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