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Di libri sul Poker che ne sono centinaia, scritti da fonti sicuramente più autorevoli di noi. Ma a tutti quelli che abbiamo letto mancava qualcosa: nessuno era scritto in modo da essere chiaro e comprensibile a tutti, scritto in modo semplice, quasi fosse un nostro amico a spiegarci le cose nella maniera più chiara possibile. Saremo forse arroganti, saccenti, spocchiosi, ma pensiamo che un libro come questo manchi nel panorama del Poker: un libro scritto per essere accessibile a tutti e che tratti argomenti, a volte complessi, spiegati con un registro colloquiale. Insomma un “manuale” scritto con il cuore e vera passione, un libro come avremmo sempre voluto leggere. Questo libro potrà farvi diventare dei veri e propri campioni? Forse no. Ma sicuramente vi darà molti spunti su cui riflettere per cambiare e migliorare il vostro stile e magari, durante una partita di Poker, vi verranno in mente delle frasi che avete letto tra queste pagine che vi faranno aggiudicare un torneo. Con affetto, I ragazzi di VivereDiPoker.com
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Sapendo che ci stiamo giocando tutto con queste poche righe di prefazione, come convincerti caro pokerista a comprare questo libro? Le motivazioni sono molteplici, ma noi di VivereDiPoker.com te le vogliamo raccogliere principalmente in queste poche parole e se alla fine non ci saremo riusciti ti potremmo dire che “Personalmente dubitiamo che un libro potrà mai cambiare il fatto fondamentale che, nel poker, per decenni ha permesso che ci fossero professionisti: il mare è pieno di pesci” ma sicuramente se leggerai questo libro avrai un buon salvagente! Indicato a tutti quelli che - come noi - in matematica avevano 4 costante ma che sanno calcolare odds, out e percentuali al flop a menadito, che odiano i donk e i pescatori, che quando fanno un Sit&Go da 10 euro gli sembra di sedersi al World Series, che vogliono avere tanti “punti fedeltà” da potervici ordinare cappellino, maglia, polo, mutande, calzini della propria poker room. A quelli che sognano ad occhi aperti quel bel braccialetto luccicante sul loro polso, che credono nel rispetto al tavolo, che “la coppia va difesa” hanno capito vale dal J-J in su, che la mattina giustificano le occhiaie dicendo “notte in bianco... mal di denti” quando invece stavano giocando un torneo da 3 mila persone, che le battaglie di “kicker” le lasciano agli altri, che hanno imparato che “la fortuna è cieca, la sfiga ci vede bene, ma l’abilità è un bel jolly”.
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Per tutti quelli che, come noi, AMANO il poker, che ne hanno fatto uno stile di vita e hanno intrapreso una carriera pokeristica. Noi pian pianino ci stiamo riuscendo, lo stack è pronto e al green table la sedia vicino a noi è libera... te la teniamo calda?
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CAPITOLO 1: LE BASI DEL TEXAS HOLD’EM COS’E’ IL POKER TEXAS HOLD’EM CURIOSITA’: I SEMI DELLE CARTE IL POKER NON E’ BINGO CURIOSITA’: I’VE GOT THE NUTS I PESCATORI DEL POKER LE REGOLE DEL POKER TEXAS HOLD’EM GLI ERRORI DEI GIOCATORI NOVIZI GLI ERRORI/ORRORI DEI PRO I PRINCIPALI TORNEI DI POKER IL DIZIONARIO DEL POKER LE COMBINAZIONI DEI PUNTI IL WORLD SERIES OF POKER CURIOSITA’: FATTI STORICI DEL WSOP
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CAPITOLO 2: DALLA TEORIA ALL’AZIONE TIPOLOGIE DI TORNEI DEL POKER POKER ONLINE: LEGGENDE METROPOLITANE POKER ONLINE: CONSIGLI PER I TEMPI MORTI POKER ONLINE: COME GESTIRE LE SCONFITTE IL POKER ONLINE E LO STARE IN FORMA FROM ZERO TO HERO: DA 0 A 10.000 DOLLARI IL METODO SKLANSKY GLI SKLANSKY DOLLARS I GRUPPI DI SKLANSKY E PERCENTUALI DA RICORDARE POT ODDS ED EXPECTED VALUE
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CAPITOLO 3: APPROCIO MATEMATICO AL POKER CONSIGLI SULLE COMBINAZIONI DeI PUNTI LE MONSTER HAND GIOCARE LE COPPIE BASSE LE 10 PEGGIORI MANI DI PARTENZA CURIOSITA’: L’ORIGINE DELLA PAROLA “RIVER” PERCENTUALI E PROBABILITA’ DELLE CARTE SERVITE PERCENTUALI DI VITTORIA NEGLI HEADS UP LA VARIANZA IL COINFLIP Poker, brutte carte, fortuna e... sfiga! IL VALORE MATEMATICO DELLA PROPRIA MANO IL BANKROLL CURIOSITA’: BOMMEL222: DALLE STELLE…
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CAPITOLO 4: SI ENTRA NEL VIVO DEL POKER LE TIPOLOGIE DI GIOCATORI LE LEGGENDE DEL POKER ONLINE: ISILDUR1 POT COMMITTED LE POSIZIONI AL TAVOLO I 3 TIPI DI CHECK I 3 TIPI DI BET IL Blind steal: Rubare i bui BLIND STEAL E MATEMATICA IL BLUFF IL FATTORE M LA BOLLA REED HENSEL ED IL GIOCO IN BOLLA
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CAPITOLO 5: IL GIOCO SI FA DURO I TEOREMI DEL POKER TELLS E PSICOLOGIA NEL POKER IL RISPETTO AL TAVOLO DA POKER ORGOGLIO E POKER IL META GAME E’ MEGLIO UN BUON POKER O UNO REDDITIZIO? IL PENSIERO MULTILIVELLO IL QUALITY LEAP SIT&GO: STRATEGIE E CONSIGLI I 10 COMANDAMENTI DEI SIT&GO ORGANIZZARE UN TORNEO DI POKER NOMI DELLE COMBINAZIONI DELLE CARTE CURIOSITA’: LA DEAD MAN HAND GIOCATORI FAMOSI
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TABELLE PER IL POKER TABELLA VALORI FICHES TABELLA RIPARTIZIONE MONTEPREMI TABELLA PER TORNEI HEADS UP TABELLA VALORI HOLE CARDS TABELLA PER IL CASH POKER TABELLA DI AUTO-VALUTAZIONE
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COS’E’ IL POKER TEXAS HOLD’EM
Il Texas Hold’em, più comunemente chiamato Hold’em è una delle tante sotto famiglie del Poker. Parenti stretti di questa variante sono il: 5-draw, Omaha, Stud, Razz; giochi diversi che, condividendo più o meno la stessa gerarchia nei punti delle carte, fanno parte della grande famiglia del Poker. In questo libro noi tratteremo solo di Texas Hold’em - italianizzato in “Poker alla Texana” - ma vi consigliamo di fare un pensierino anche sulle altre varianti in quanto in questo fantastico mondo sportivo non è insolito vedere professionisti dilettarsi in molte varianti o addirittura passare da una all’altra con disinvoltura. Anche il Texas Hold’em presenta due sotto gruppi: il Ring Game (noto anche come Cash Game, o Poker a soldi) e il Poker Sportivo (che negli ultimi anni è approdato in Italia spopolando); analizziamo ora meglio queste due categorie:
1) Ring Game Nel Ring Game (o Cash Game) i nostri soldi si trasformano in fiches e quindi invece di pagare una “tassa d’iscrizione” (buy in) decidiamo con quanti soldi entrare e ad ogni puntata il nostro portafoglio potrebbe gioirne o rammaricarsene. Nel Cash Game si vince rapidamente ed altrettanto rapidamente si può perdere, è molto “pericoloso” per un giocatore novizio. Ma di questo parleremo più specificatamente nella sezione dedicata alle varie tipologie di “torneo”;
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2) Poker Sportivo Il termine Poker Sportivo si riferisce ad una particolare forma di gioco, l’unica che non sia definita d’azzardo in Italia; nella nostra bella penisola il Poker Sportivo è “disciplinato” dalla “Federpoker”, la Federazione Unitaria del Poker, nata nel marzo 2009; è “la voce in capitolo” che il poker ha nei confronti delle Istituzioni per la regolamentazione legislativa del Poker in Italia ed è amministrata da Giosue Salomone, Luca Pagano ed Isidoro Alampi. La differenza principale con il Cash Game sta che al momento dell’iscrizione ad un torneo di Poker Sportivo noi paghiamo un buy-in e ci viene consegnato un’ammontare di fiches pari a quelle degli altri avversari mentre in un tavolo Cash Game la formula è “chi ne ha, più ne metta”.
Da queste due categorie di gioco discendono, applicabili in entrambi i casi, delle sotto-caratteristiche del Texas Hold’em o meglio delle regole per il tavolo in cui decideremo di andare a giocare. Potremmo trovarci in un No Limit Hold’em, in un Fixed Hold’em o addirittura in un Pot Limit Hold’em. Differenze? Eccole:
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No Limit (abbreviato NLHE). E’ “l’ Hold’em” per eccellenza, quello che non tramonta mai, quello che si vede nelle trasmissioni televisive, insomma il Must; è il gioco dei principali eventi nei tornei internazionali e la sua caratteristica sta nel fatto di non avere limitazione nella puntata che si mette nel piatto (detto anche POT), ossia puntate libere sino all’intero importo delle vostre chips (il cosidetto All-in!).
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Fixed Limit o semplicemente Limit (abbreviato FLHE). Unica differenza che, come avrete intuito dal titolo, c’è una limitazione nell’importo delle puntate e una struttura di puntate di numero e importo obbligato che, pur aumentando progressivamente, impediscono di mettere nel piatto tutte le chips in una sola volta; ha di sicuro più matematica e tecnica rispetto al gemello No Limit, ma si dice che chi riesca a dominare questa variante, nel No Limit farà scintille.
PL
Pot Limit (abbreviato PLHE). E’ il “fratello di mezzo” tra le due precedenti, infatti è “Limit” nel primo giro di puntate e diventa “No Limit” nel corso del gioco della mano; pur esistendo tornei e giochi on-line non è molto praticato non essendo particolarmente accattivante però i giocatori di questa specialità spesso sono ottimi giocatori delle due precedenti. VIVEREDIPOKER.COM
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Come citato sopra, il Poker Texas Holdem No Limit è un’arte, ovvero un’attività umana che poggia su abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza e come tutte le forme d’arte va, in primis, compresa e, dulcis in fundo, rispettata. Indubbiamente rimane la più accattivante tra tutte le versioni Texas Hold’em e le ragioni sono essenzialmente da trovarsi nel fatto che si tratta di un gioco molto agile, molto tecnico ma la sua meccanica risulta (abbastanza) facile da comprendere. Infatti il pericolo è proprio di credere di dominare il gioco sin dalle prime battute senza rendersi conto della vastità dell’argomento; umiltà, dedizione allo studio, attenzione ai proprio errori (e quelli degli avversari) e disponibilità a correggersi sono le doti del giocatore di successo. Non fatevi incantare dal fascino dei primi bluff che mettete in atto per gioco o per scherzare nelle prime partite in casa, state giocando con il fuoco e non ve ne accorgete, state iniziando dal fondo perché non sapete da dove si inizia e poi, come diceva un navigato giocatore professionista, “non conosco nessuno che bluffando sia diventato ricco!”.
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R Vi siete mai chiesti perché sulle nostre amate carte i semi siano rappresentati da quadri, cuori, fiori e picche? Dovete sapere che la serie di semi più vetusta è quella Mediterranea, in particolare della nostra bella penisola e di quella spagnola: Coppe, Denari, Bastoni e Spade sono i quattro semi tradizionali che sono raffigurati con simboli propri di un’epoca che collochiamo nel tardo-medioevo. Secondo alcuni teorici i semi si riferiscono agli ordini sociali classici nell’epoca medievale: Coppe per il Clero, Denari per i Mercanti, Spade per i Nobili, Bastoni per i Contadini. Secondo altri, invece, il riferimento è alle quattro stagioni ovvero primavera, estate, autunno e inverno. Da questa serie si sviluppano i semi delle carte francesi e del nostro mazzo di Texas Hold’em: le Coppe si trasformano in Cuori, i Denari in Quadri, i Bastoni in Fiori (trifogli) e le Spade in Picche e quindi al prossimo “flush of heart” (colore di cuori) sorprendiamo tutti dicendo “colore di coppe”... rimarranno perplessi?
E se vi dicessimo che in mano ora avete Carlo Magno e il “parente” passato Alesssandro? Ebbene certi studiosi sostengono che i nostri Re (chiamati anche King) siano i grandi uomini che hanno cambiato la storia! Per esempio il K di fiori rappresenterebbe Alessandro Magno, re di Macedona; il re di cuori il francese Carlo Magno mentre il re di picche pare sia David, re d’Israele. Abbiamo lasciato per ultimo il re di quadri, perché questo è antenato nostro, Cesare Augusto, imperatore romano! Ancora adesso ci sono in corso dibattiti per stabilire chi siano queste “mistiche” figure, a noi piace pensare siano i re del passato e che, come hanno cambiato la storia, possano aiutarci a cambiare la nostra partita e a conquistare le terre... ops, le fiches nemiche. E per noi italiani un “Daje Cesare” ci sta sempre!
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Per la lettura: A=Asso, K=Re, Q=Donna, J=Jack, s=suited (a colore), x= qualsiasi carta. A
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GRUPPO 1: AA, KK, QQ, JJ, AKs GRUPPO 2: 10-10, AQs, AJs, KQs, AK GRUPPO 3: 9-9, J-10s, QJs, KJs, A-10s, AQ GRUPPO 4: 10-9s, KQ, 8-8, Q-10s, 9-8s, J9s, AJ, K-10s GRUPPO 5: 7-7, 8-7s, Q-9s, 10-8s, KJ, QJ, J-10, 7-6s, 9-7s, A-Xs, 6-5s GRUPPO 6: 6-6, A-10, 5-5, 8-6s, K-10, Q-10, 5-4s, K-9s, J-8s, 7-5s GRUPPO 7: 4-4, J-9, 6-4s, 10-9, 5-3s, 3-3, 9-8, 4-3s, 2-2, K-Xs, 10-7s, Q-8s GRUPPO 8: 8-7, A-9, Q-9, 7-6, 4-2s, 3-2s, 9-6s, 8-5s, J-8, J-7s, 6-5, 5-4, 7-4s, K-9, 10-8, 4-3
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Ora che abbiamo identificato i gruppi, Sklansky ci dice quali sono secondo lui i gruppi da giocare in base alla nostra posizione, tenendo ben presente che entrare in una mano con uno di questi gruppi non dev’essere “obbligatorio” ma ponderato in base ad eventuali rilanci (e la loro entità) prima del nostro turno.
Posizione iniziale: giocare solo i Gruppi 1-2-3-4; Posizione intermedia: giocare i Gruppi dall’1 al 6. Posizione finale: giocabili tutti i Gruppi. Tutte le altre combinazioni di carte vanno scartate. Fanno eccezione i casi in cui ci troviamo di Piccolo Buio ed il nostro stack ci permette di toglierci lo sfizio di partecipare alla mano anche con carte non considerate nei Gruppi. Insomma se state giocando da poco a Texas Hold’em, o vedete che il vostro stile non vi fa vincere, provate a prendere in considerazione questa tabella, sperimentatela, seguitela alla lettera e vedete che succede. Il nostro “libero arbitrio” andrebbe a farsi friggere, ma alcune sessioni giocate seguendo rigorosamente i Gruppi di Sklansky potrebbero aprirci gli occhi su mani che difficilmente avremmo preso in considerazione o, al contrario, farci capire che certe altre combinazioni non sono così “forti” come avremmo pensato. Dopotutto questi Gruppi sono stati identificati e separati puramente in base alle loro reali potenzialità di vittoria su base matematica... e Sklansky è uno che sa il fatto suo sia in matematica che Poker!
Il “gap concept” di David Sklansky Il Gap Concept (in italiano “concetto di differenza”) è un termine che al tempo venne coniato dal protagonista di questo capitolo, quella “gran testa” di David Sklansky, e si basa su un assioma: “se la nostra idea è quella di entrare in un piatto, e uno dei giocatori che in posizione ci precede fa un rilancio, per chiamare dovremmo avere due carte migliori di quelle che avremmo dovuto avere per aprire parlando per primi dalla stessa posizione”. VIVEREDIPOKER.COM
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Estrapolando il concetto ed esplicandolo in parole più semplici e meno ostiche, possiamo dire che c’è un’enorme differenza tra le mani che possono fare un rilancio e le mani che possono chiamare un rilancio: se la nostra intenzione è quella di fare “i ladri di pot” e siamo in early position a parlare, la nostra puntata deve essere abbastanza corposa (almeno quanto il pot stesso) per vincere la mano, ma se un player prima di noi effettua un rilancio la situazione cambia radicalmente, ed è qui che possiamo servirci di questo benedetto Gap Concept. Dobbiamo prestare attenzione al concetto di differenza perchè è variabile, e cambia sia in relazione al giocatore e dalla sua posizione di rilancio. Se a fare il raise è un opponent estremamente aggressivo, il Gap Concept perderà la sua valenza, e risponderemo con un raise con qualsiasi mano con la quale avremmo rilanciato parlando per primi dalla stessa posizione e chiameremo in caso di una mano leggermente più forte di una con la quale avremmo limpato. Se ad effettuare il raise è invece un giocatore tight e conservativo, il Gap Concept va applicato alla lettera: controrilanceremo minimo con una monster hand, chiameremo con delle carte migliori di quelle richieste per aprire in un pot in cui non ci siano ancora stati dei bet o dei raise. Questo “quasi banale” concept viene spesso sottovalutato e tralasciato, ma se vogliamo ridurre le percentuali della fortuna nel Poker dobbiamo conoscere ogni minimo trucchetto del nostro amato sport. Chiunque può giocare a Poker: basta un mazzo di carte, ma per essere dei bravi giocatori di poker ci vogliono studio, esperienza e tanta pazienza! Per concludere, vi lasciamo con una massima del pro chi ci ha fatto realmente dare i numeri:
“Quando giochiamo dobbiamo renderci conto che, prima di tutto, siamo al tavolo per fare soldi”
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LE 10 PERCENTUALI DI VITTORIA PRE-FLOP Senza troppi preamboli, eccovi l’elenco delle 10 percentuali di vittoria in uno scontro tra due avversari in all in pre-flop va imparato a memoria! COPPIA vs COPPIA INFERIORE: 80% - 20% esempio:
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COPPIA vs DUE CARTE A COLORE CONSECUTIVE INFERIORI: 77% - 23% esempio:
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COPPIA vs DUE CARTE A COLORE UNA SUPERIORE E UNA INFERIORE: 67% - 33% esempio:
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COPPIA vs DUE CARTE A COLORE CONSECUTIVE SUPERIORI: 51% - 49% esempio:
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COPPIA vs DUE CARTE CONSECUTIVE NON A COLORE SUPERIORI: 54% - 46% esempio:
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DUE CARTE, UNA ALTA E UNA BASSA vs DUE DI VALORE INTERMEDIO: 58% - 42% esempio:
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SE ABBIAMO UNA CERTEZZA NEL POKER, E’ LA MATEMATICA!
Matematica e Poker, gioie e dolori: da sempre i numeri ci possono aiutare a prendere la decisione migliore sui tavoli verdi, ma purtroppo non sempre è così intuitivo riuscire a calcolare ciò che ci occorre su due piedi. In questa lezione quindi proveremo a semplificare i concetti che ruotano intorno alle poker odds, così che non avrete più scuse per sbagliare i calcoli durante le vostre partite! Ma ora andiamo insieme a sviscerare questo noioso argomento, che per nostra vocazione personale cercheremo di rendere quanto più leggero possibile. Innanzitutto, partiamo con un paio di definizioni basilari ma davvero essenziali: Outs: il numero di carte ancora a disposizione nel mazzo per chiudere il punto che abbiamo in mente; Odds: le probabilità effettive che quell’evento si verifichi. La cosa migliore per capire come funzionano questi concetti è renderli tangibili con un piccolo esempio direttamente sui tavoli verdi. Immaginiamo di avere Asso-Jack di fiori. Sul flop ci sono Kappa (fiori), 6 (cuori) e 7 (fiori), carte che ci regalano quattro quinti di colore.
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Nel mazzo ci sono in tutto tredici carte di fiori, ma noi sappiamo che in questo conteggio quattro sono ormai “bruciate” (due le abbiamo in mano e due sono scese sul flop) quindi plausibilmente ci sono in gioco ancora nove carte di fiori che ci potrebbero far realizzare il nostro progetto al turn o al river. Queste nove carte vengono definite outs. Per calcolare le probabilità relative alla chiusura del possibile punto - quindi le nostre odds - sarà sufficiente eseguire una semplice moltiplicazione: ODDS = (OUTS x CARTE DA SCOPRIRE) x 2
Nel nostro esempio, quindi, avremo: 9 (carte degli outs) x 2 (turn e river) = 18 Ora dovremo moltiplicare nuovamente per 2 la cifra ottenuta (dal momento che il mazzo è composto da 52 carte - che arrotondando sono la metà di 100 - quindi dobbiamo effettuare un’approssimazione per ottenere una percentuale su “base 100”) otteniamo il 36%, che rappresenta la percentuale di riuscita della combinazione. Nel caso in cui sia già scesa anche la carta del turn, il calcolo cambia leggermente: 9 (carte degli outs) x 1 (river) = 9 Al river quindi, moltiplicando alla fine nuovamente per 2 la cifra ottenuta, abbiamo il 18% di probabilità di chiudere il nostro progetto. Ora che abbiamo dato una piccola rispolverata alla matematica di base, tenendo sempre ben presente che le odds non ci rivelano le possibilità di vincita effettive ma quelle di riuscita di un progetto, è il momento di spostarci verso gli incantati lidi delle formule un po’ più avanzate, sempre con la leggerezza che ci aiuterà a familiarizzare meglio con questi concetti.
Le nostre Pot Odds Quando facciamo una scommessa e ci viene offerto un “sette a uno” (scritto solitamente 7:1) per la vittoria, significa che l’altra persona ci pagherà sette volte la posta nel caso in cui vincessimo, mentre dovremmo pagare una volta la posta nel caso in cui perdessimo. Ovviamente 7 e 1 possono essere caramelle, euro, dolcetti, ciò che vogliamo, ma rappresentano l’unità di misura per la posta in gioco. Quindi se qualcuno ci offre di scommettere su una corsa di cavalli pagandoci 7:1 e noi decidiamo VIVEREDIPOKER.COM
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QUANDO LA VITTORIA HA LE STESSE PROBABILITA’ DI UN “TESTA O CROCE”
Capita spesso, quando ci troviamo ad un tavolo da Poker, vedere un all-in ed un rispettivo call che al momento dello showdown (quando i giocatori mostrano le proprie carte) uno di loro esclami (a volte anche chi non è in gioco) esclami “E’ un coin-flip”. Il termine coin-flip, letteralmente “lancio di una moneta” rappresenta la situazione in cui i contendenti hanno il 50% di probabilità di vincita ed altrettanto di perdita. Proprio come avviene come il lancio di una moneta, in cui la sorte la fa da padrona in barba alla matematica e tutti i calcoli che stanno dietro. Trovarsi a rischiare un proprio all-in in una situazione da coin-flip è qualcosa di quasi inevitabile per ogni giocatore di Poker, per quanto noi proviamo ad evitarlo. E per quanto questo non sia evitabile al 100% cerchiamo di giocare al meglio tutte le mani per non doverci affidare alla sorte. Un coin-flip ha senso di essere affrontato solo quando il nostro stack ci permette di chiamare un all-in di un avversario e, in caso di sconfitta, possiamo ancora stare tranquilli sulla nostra sedia. Le classiche situazioni da coin-flip sono: VS
AK vs coppia minore
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Over card vs Connectors inferiori (es K-10 vs Q-J oppure A-J vs K-Q)
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Q7 vs mano non conosciuta A-carta qualsiasi suited vs Coppia inferiore al kicker avversario
(es A-5s vs 4-4)
Ci sono dei momenti in cui un coin-flip a volte può essere la nostra ultima risorsa: siamo ad un torneo in cui i bui sono aumentati parecchio, il nostro stack si sta “prosciugando” senza poter giocare neppure una mano ed un giocatore solido rilancia pesantemente facendoci pensare ad una coppia alta - in base allo studio che abbiamo fatto su di lui e le mani precedenti - ed in mano ci ritroviamo Asso Kappa. Dato l’importo elevato dei bui difficilmente potremmo sperare di giocare molte mani da poter avere nuovamente una monster hand. In questo caso possiamo anche permetterci di giocarci il “tutto per tutto” con un coin-flip. In altri casi, specie all’inizio del torneo, sarebbe opportuno evitarli. Ma cosa ne pensano i giocatori professionisti del coin-flip? Abbiamo due dichiarazioni ben distinte rilasciate da due tra i giocatori più famosi al mondo: Chris Ferguson e Howard Lederer. Leggete con attenzione, traetene le vostre considerazioni e fate vostro lo stile che si adatta meglio a voi. Per quello che ci riguarda, noi di VivereDiPoker, preferiamo evitare i coin-flip come la peste!
coin flip
NO
Chris Ferguson: Nella maggior parte dei casi, cerco sempre di evitare una situazione tipo coin-flip. È sempre sbagliato prendere una decisione che abbia un EV negativo, ed è per questo motivo che puoi facilmente passare mani come Asso-Kappa se sei sicuro che il tuo avversario ha una coppia alta, ad esempio di Jack o di Donne. Alcuni giocatori sono disposti a rischiare un coin-flip EV- all’inizio di un grosso torneo per aumentare le proprie chips. Questa non è la decisione giusta a meno che non devi prendere in fretta l’aereo per tornare a casa. Naturalmente, ci possono essere delle situazioni in cui giocarsi il coin-flip può essere la decisione corretta: per esempio, se pensi che il tuo avversario sia un giocatore migliore di te, allora optare per un coin-flip può essere indicato. Allo stesso modo, è giusto provare a vincere con un coin-flip contro un giocatore che pensa di essere più forte di te. Con svariati rilanci, puoi metterlo sotto pressione e puoi creare una situazione in cui sia lui a voler evitare di giocarsi la partita con un coin-flip. Se pensa di essere un giocatore superiore, vorrà sicuramente evitare questo tipo di situazione e passerà fino a quando non penserà di essere veramente più forte al flop. Può pensare di essere un poker player più forte, ma se lo metti sotto pressione potrebbe uscirne sconfitto. VIVEREDIPOKER.COM
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ED
POT
ITT M M CO
...Al semaforo giallo inizia ad accelerare pensando: “non posso frenare, ormai sono committed!”
Speriamo ci permettiate di dare libero sfogo a quello che secondo noi, tra i tanti inglesismi presenti nel Poker, è certamente il più inflazionato e odioso che conosciamo: POT COMMITTED. Con l’invenzione di questo termine, il Poker ha subito una netta trasformazione, e una miriade di giocatori hanno trovato in queste due parole la scusa/salvezza per giustificare azioni che agli occhi di molti, o meglio di TUTTI, hanno del ridicolo, del patetico, dell’antisportivo o in poche parole della sculata pura. Traducendo letteralmente il termine, troviamo il solito “pot” ovvero piatto e il “committed” ovvero compromesso, unendo il tutto, diamo vita a “piatto compromesso”, da attribuire alla giocata commessa o al numero di chips impiegate. Senza usare mezzi termini, capita molto frequentemente di sentire un poker player dire “ho dovuto chiamarti perchè oramai ero pot-committed”, e noi che eravamo appena riusciti a scappare dai “sapevo che non avevi niente” ovvero i veggenti, dai pessimi curiosi del “volevo vedere cosa avevi” ora dobbiamo trovarci qualche trovata anti peste, o meglio “anti pot-committed” per questi che non si sa perchè, ma sculano come bestie ed hanno la scusa pronta. Ovviamente sarà capitato anche a voi di ritrovarvi in una mano in cui al river ahinoi vi siete resi conto di non avere alcuna chance di vittoria, vuoi perché i vostri 4/5 di colore/scala bilatera non sono andati a buon fine, oppure perché il board vi ha fatto intuire che i vostri opponent potrebbero avere sicuramente il punto nuts od essere comunque davanti a voi, quindi quale azione vi viene in mente?
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Ma a qualcuno sembra naturale fare il call di fronte alla puntata di un avversario anche se ben conscio di non poter portare via il pot, mentre in realtà l’azione più scontata ed ovvia da farsi non era altro che pronunciare un “fold”, che c’é di male, mica è una imprecazione o un peccato dantesco: se sappiamo che al 90% il pot non sarà nostro e quella mano ci è costata già molto, possiamo tranquillamente foldare, anche se le chips che ci restano sono poche. Abbiamo comunque uno stack, anche se minimo per giocare, ricordandoci sempre che “finché c’è chip, c’è speranza”. Non avrebbe senso puntare su un pot quando abbiamo un progetto mancato, a prescindere da cosa dicono gli odds o le percentuali, la linea di confine tra la pura e saggia teoria e il buon senso è decisamente sottile, sta al nostro “essere giocatori” fare la scelta corretta ricordandoci sempre che nel Poker non esisterà mai un’azione giusta o una sbagliata ma esisterà un’azione che, anche in caso di muck, non ci farà bruciare dentro per non aver agito nella maniera più consona.
“
A chip stack can be fortress, a toll, or a trap. It can bully the weak and shame the greedy It can force you into action when it dwindles or keep you out of trouble when it’s full-grown. We play because inside every short stack’s there’s a larghe stack waiting to be born.
”
“Uno stack di fiches può essere una fortezza, un tributo, o una trappola. Può fare lo spaccone con i deboli e far vergognare gli avari. Ti può costringere all’azione quando si riduce, o tenerti fuori dai guai quando è al massimo della sua crescita. Noi giochiamo perchè dentro ad ogni piccolo stack c’è un grande stack che aspetta solo di nascere.”
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IZIO S O P E
rutta o f i d o cest ta un uom n u , a i sed o necessi a n u s’altr volo, “Un ta iolino; di co ” e un v sere felice? per es
Alber
t Eins
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L
OLO V A T I AL
Se Albert fosse ancora vivo crediamo che avrebbe modificato la sua frase come segue: un tavolo, una sedia, delle fiches e il libro di VivereDiPoker.com; di cosa altro necessita un buon giocatore? Sicuramente di sapere la posizione che ha preso in quel tavolo, seduto su quella sedia, per far crescere la sua bella montagna di fiches, dotto perché uscente da una lettura intensiva di quanto segue. Al nostro amato green table ci sono varie posizioni, dalla posizione più infima quale l’under the gun (come tradotto suona “con la pistola puntata”) al parterre d’oro destinato al “bottone” ma principalmente possiamo dividere le nostre posizioni in: iniziali, centrali e finali. Le posizioni iniziali (Early positons) racchiudono tre posizioni del tavolo: i blinds small e big, e l’under the gun (che abbrevieremo con UTG). I giocatori che prima del flop pagano Piccolo e Grande Buio hanno il vantaggio di agire per ultimi e quindi possono decidere di giocare in base a fold di giocatori solitamente aggressivi o raise di giocatori tendenzialmente conservativi.
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A partire dal secondo giro di puntate (dopo il flop), il Piccolo Buio ha la peggiore posizione poiché sarà il primo a dover compiere l’azione e a dettare il ritmo della mano. Anche il Grande Buio dal secondo giro di puntate ha una posizione decisamente poco favorevole in quanto se il Piccolo Buio fosse un classico giocatore da “check e carta gratis” toccherebbe a lui prendere in mano le redini del tavolo. Il giocatore UTG ha la posizione peggiore prima del flop (perchè il primo a parlare) ed una posizione non molto vantaggiosa dopo il flop. Anche i giocatori UTG + 1 e UTG + 2 (i due giocatori alla sinistra dell’UTG) non se la passano molto meglio, noi consigliamo di giocare solo carte ottime da questa posizione in quanto dopo di voi, avrete tutto il tavolo che devo ancora parlare.
UTG
BB
SB
Grande Buio
Piccolo Buio
D
EARLY POSITIONS
Sulle posizioni centrali (Middle positions) non c’è molto da dire; i giocatori in middle position hanno una posizione intermedia, sia prima che dopo il flop. Quindi non eccessivamente buona, ma nemmeno una “brutta posizione”, in base alle carte che avremo sceglieremo l’azione consona. VIVEREDIPOKER.COM
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FLOATING Il floating (galleggiamento) è una tecnica davvero molto utilizzata soprattutto nel Poker online e funziona alla perfezione specialmente contro avversari inesperti. Questa mossa prevede un nostro call su un flop che di norma saremmo portati a passare quando abbiamo quasi la sicurezza che quella chiamata spaventerà l’avversario, dandoci la possibilità quindi di bluffare al turn o al river. Per dirla in maniera ancora più semplice, spesso i giocatori alle prime armi non faranno puntate dopo il turn, convinti che per aver chiamato al flop dobbiamo aver chiuso un punto importante. Per il floating le regole da seguire sono molto semplici: innanzitutto, anche in questo caso dobbiamo essere di posizione, e poi ricordiamoci che questa tecnica va utilizzata contro un unico avversario, non se nella mano sono coinvolti più giocatori.
Quindi se la Dea Bendata non ne vuole sapere di offrirci il suo appoggio ed il dealer sembra servirci mani sempre più orribili non disperiamo, abbiamo ancora molte armi da sfoderare, ed ora che ne abbiamo aggiunta qualcuna in più al nostro arsenale pokeristico non ci resta che andare a provarla sui tavoli verdi!
Blind steal e matematica Il Poker non è fatto soltanto di adrenalina e momenti memorabili: prima di arrivare a sedersi sui più prestigiosi tavoli di Las Vegas, tutti i più grandi campioni si sono fatti le chiappe a suon di nozioni tutt’altro che divertenti, con il solo scopo di imparare a menadito quelle tecniche che li avrebbero aiutati a passare la loro intera esistenza sulla cresta dell’onda. Oggi anche noi affronteremo uno di quegli argomenti forse non esattamente eccitanti, ma che nel lungo termine ci aiuteranno a dare una bella scossa al nostro bankroll: la matematica alla base del blind stealing. Come ben sappiamo, il blind stealing consiste nel fare un rilancio prima del flop allo scopo di aggiudicarci i bui senza proseguire nella mano. Se tutti foldano, il piatto è nostro indipendentemente dalle carte che abbiamo, quindi l’obiettivo in sostanza è quello di essere aggressivi con le mani più deboli: ovviamente, ciò è molto diverso dal rilancio per valore che facciamo quando la sorte ci regala una bella monster
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hand. Noi in questa lezione però prenderemo in considerazione esclusivamente quelle mani in cui rilanciamo con lo scopo preciso di far foldare tutti gli avversari, indipendentemente se stiamo giocando su un tavolo cash, ad un torneo o un sit&go. Perchè è così profittevole? Immaginiamo di essere di bottone con una mano come 8-9 di Fiori, e tutto il tavolo folda fino a che il gioco arriva a noi. Qui decidiamo di rilanciare, sperando di rubare i bui. È un’azione profittevole? Diamo un’occhiata ai numeri prima di decidere: 1 - Il piccolo buio passa la mano quando fronteggia un blind stealing l’85% delle volte; 2 - Il grande buio passa la mano quando fronteggia un blind stealing il 45% delle volte.
Probabilità che lo steal riesca = (Probabilità fold dello SB) x (Probabilità fold del BB) Probabilità che lo steal riesca = 0,38 a 1 = 38%
Il 38% delle volte in cui tenteremo lo stealing, i nostri 8-9 di fiori vinceranno i bui prima del flop. In un rapporto 1/2 di blind-ratio (se ad esempio il piccolo buio è 5€ ed il grande 10€, oppure 1€/2€, ecc.) significa che vinceremo direttamente 1,5 bui il 38% delle volte, e perderemo 1 buio quando la nostra mossa non andrà a buon fine. Parlando in termini di Expected Value (EV): 0,38 x 1,5 + 0,62 x (-2) = - 0,67 bui Ciò vuol forse dire che non dovremmo provare lo stealing? Assolutamente no! Noi perderemmo una parte di buio se non vincessimo mai quando il piccolo o il grande buio chiamano. Questo ovviamente non può essere realisticamente vero, dal momento che potenzialmente ogni mano nel Poker ha sempre qualche chance di vittoria pre-flop. VIVEREDIPOKER.COM
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