PRELIMINARI Jane Jacobs nel descrivere un luogo pubblico “di successo”, immaginava uno spazio complesso, che potesse essere usato “secondo le occasioni, per motivi diversi: per riposarsi, per giocare o guardare altri che giocano, per leggere o lavorare, per mettersi in mostra, per un appuntamento, per assaporare da un tranquillo rifugio lʼattività febbrile della città, per avere occasione di innamorarsi o di far conoscenze, per immergersi in un angolo di natura, per tenere occupato un bambino o semplicemente per vedere che cosa il luogo offre, e quasi sempre per divagarsi con la vista di altre persone” Pensare alla città senza tenere conto della sua dimensione ludica naturale è un grave errore di prospettiva che progressivamente riduce gli spazi di gioco libero per i bambini e le fasce sociali con minori possibilità di fruizione di attrezzature sportive a pagamento. Gli spazi gioco spontanei nelle città prendono vita grazie allʼorganizzazione di gruppi sociali misti e informali, capaci di condividere aree di marginalità e disagio sociospaziale.
Le associazioni Wozlab/Culture Meridiane e Handala hanno svolto, da gennaio a marzo 2014, un laboratorio di progettazione partecipata con i bambini della scuola elementare Ferrara, prospiciente l’area per la definizione della mobilità lenta d’ambito e il design di giochi. Le classi coinvolte sono state 4: due terze e due quarte della scuola primaria. Classi terze della scuola primaria - Leggere e raccontare lo spazio Percorso di lettura e comprensione del contesto territoriale dʼintervento per raccogliere le percezioni che i bambini hanno dei luoghi in cui vivono. Alle classi terze è stato proposto un percorso che, partendo dall’analisi della piazza e dalla sua conformazione, permettesse di definire destinazioni d’uso attuali delle aree. Questo è stato fatto costruendo una mappa nella quale sono state indicate le aree verdi, i monumenti, la scuola, la viabilità carrabile e pedonale. Abbiamo così capito meglio le abitudini dei bambini in differenti momenti della giornata, non solo legate all’ingresso e all'uscita da scuola, ma anche i passaggi pomeridiani e lo stare nel luogo che di fatto non offre occasioni di gioco se non quello più o meno strutturato del campetto di calcio. Un valore fondamentale è svolto dalle aree verdi che tutti i bambini hanno considerato come l’elemento che più caratterizza la piazza e come l’area maggiormente soggetta ad un uso non appropriato. - Vedere cambiamenti Le due classi hanno lavorato alla progettazione di segnali stradali uno di divieto uno di pericolo e uno di segnalazione per un totale di 3 per classe. Sono emersi anche in questo caso comportamenti, abitudini, difficoltà. Queste ultime legate alla sicurezza, alla mancanza di aree gioco, uno dei bisogni fondamentali, a parte il gioco, è stato quello di definire dei percorsi sicuri per i bambini, una mobilità lenta che la conformazione della piazza favorisce ma che l’intorno in qualche modo nega. Classi quarte della scuola primaria Con queste classi l’attenzione si è spostata sul gioco. Per farlo abbiamo svolto un primo passaggio che è stato quello di definire le misure del corpo, per suggerire ai bambini un modo diverso di pensare ai movimenti che solitamente fanno per giocare, quasi senza accorgersene a volte. Per questo abbiamo misurato un corpo tipo, ci serviva sapere quanto fosse alto, quanto cambiasse la sua altezza con un braccio in sù, quanto fosse lungo un passo, quanto fossero larghi i fianchi o la spalle.In un secondo momento, con elementi semplici, prevalentemente cartoni di forme differenti:cerchi, quadrati, rettangoli e altre superfici piane più elementi utili per immaginare altro come spaghi, bastoncini di legno, abbiamo provato a simulare movimenti che portassero alla modellazione di un gioco. Ne abbiamo scelti alcuni che sono stati riprodotti in due piccoli plastici. Ci ha piacevolmente sorpreso la semplicità nell’immaginare giochi ma anche la difficoltà, per alcuni, di liberarsi dallo stereotipo del gioco che solitamente si trova in un’area attrezzata per bambini. La nostra richiesta di ripensare, insieme ai movimenti, anche i
materiali si poneva come obiettivo quello di saltare il passaggio della realizzazione per affrontare direttamente quello della manutenzione e della durata. Una preoccupazione manifestata dalla gran parte dei bambini e delle bambine. Una fase successiva ad entrambi i percorsi si propone di attivare una progettazione circolare che permetta alle proposte dei bambini di confrontarsi con la fattibilitĂ , concretizzando il processo partecipativo.