Pantelleria
da
Armani a ZzibibbĂş Walter TjantelĂŠ
Pantelleria
from
Armani to Zibibbo by Walter TjantelĂŠ
Preludio Sfoglio con pudore adagio questo libro e mi immergo a poco a poco ipnoticamente nel mondo magico di Pantelleria. Mai come questa volta attraverso l’occhio di Walter riesco a vedere a capire quasi toccare con mano la verità del mio Amore per quest’isola così misteriosamente inafferrabile. E’ una sconvolgente assoluta rivelazione. Lui riesce a fare camminare gli alberi del bosco coperti di verdi muschi odorosi di muffe e veste le pietre con trame di rugginose ragnatele. Lui trasforma le belle donne dell’isola in festa per carnevale in novelle Medee Giocaste Antigoni Elettre… Ti parrebbe che all’improvviso nella grande cavità del “Vagnu Sciùttu” le ombre meditabonde affacciate sul fuoco del vulcano possano dar vita a una sacra rappresentazione un coro muto in attesa del ritorno di Orfeo dall’Ade.
Lui fotografa e racconta e sussurra e canta e compone sul vento azzurre armonie ondulatorie dove due ali di donna sospese sull’acqua accarezzano per sempre la tua memoria. Lui sanguina dolcemente sulla grande fatica affidata alle membra spezzate delle donne una volta abbandonate le mani sul grembo. Lo stupore di una azzurra bambina che incrocia l’obiettivo e lo sfida nell’unico attimo di scatto possibile ti fa sussultare e ti commuove. Walter è un vero cantastorie dell’immagine e dell’immaginario ti sommerge di incanti ti spruzza addosso cristalli di acquamarina ti tuffa a testa in giù alla ricerca di una leggendaria terra sommersa ti copre di temibili rosee meduse che cantano come novelle sirene di Ulisse ed hai quasi voglia di vestirtene come per un fantastico, fatale velo di nozze.
Novello Euripide della fotografia Walter dipana la folle tragedia di un’antica eruzione mai sopita di un vulcano mai spento di una bocca, quella di Venere, aperta annegata soffocata muta rivolta verso il cielo in attesa del grido inesorabile liberatorio… E la gente di qui è spettatrice e protagonista insieme… Si piange all’ultima pagina detta “Zzibibbù” insieme agli uomini d’ombra che sembrano andare e invece ritornano che è poi lo struggimento di chi sa vivere senza orizzonti senza confini in balia del cielo dell’acqua del vento del tufo… Quattro uomini intrisi di tutto questo e otticamente sollevati da terra stanno per spiccare il volo… e Walter lo sa… Maria Cristina Mazzavillani Muti
Prelude Whirling with prudence slowly these pages and immersing myself little by little hypnotically in the magical world of Pantelleria Never like this time through Walter’s eye I can see understand almost touch the truth of my Love for this island so mysteriously elusive. It’s an upsetting complete revelation. He succeeds to make the trees of the forest, covered with green moss and smelling musty, walk and dresses the stones with plots of rusty cobwebs. He transforms the island’s beautiful woman celebrating carnival in new Medeas Jocastas Antigones Electras ... It seems that all of a sudden in the big cave of “ Vagnu Sciùttu” the meditative shadow emerging on the fire of the volcano could give life to a sacred performance a mute choir waiting for the return of Orpheus from Hades.
He photographs and tells and whispers and sings and composes on the wind blue waving harmonies where the two wings of a women suspending on water caressing your memory forever He bleeds sweetly on the big fatigue entrusting on broken limbs of women once abandoned the hands on their womb The astonishment of a blue little girl who crosses the lens and challenges it at the only moment possible for the shot she startles and moves you. Walter is a real storyteller of the image and of the imaginary he overwhelms you with charms he sprinkles you with aquamarine crystals he tosses you upside down in search of a submerged legendary land he covers you with terrible pink jellyfish singing as Ulysses’ new sirens and you’d almost like to wear them as a fantastic fatal wedding veil.
New Euripedes of photography Walter unravels the foolish tragedy of an ancient eruption never soothed of a volcano never extinguished of a mouth, that of Venus, open drowned suffocated mute turned towards the sky awaiting the scream inexorable liberating ... the people here are spectators and protagonists at the same time ... You weep at the last page named “Zzibibbù” together with the shadow-men who seem to be going but are actually returning this is thus the desire of those who know how to live without horizons without frontiers at the mercy of the sky of the water of the wind of tuff... Four men soaked with all of this and optically lifted from the earth are going to take off ... and Walter knows it ... Maria Cristina Mazzavillani Muti
Pantelleria Lasciato il Belgio ed un lavoro fisso come fotografo e grafico pubblicitario, la mia vita divenne un’avventura. Sono partito con la mia giovane famiglia per Pantelleria, un’isola strana, quasi mitica, seduta come un enigma roccioso al centro del Mediterraneo. Qualche anno prima, mia moglie Valérie ed io avevamo rinunciato a trascorrervi la nostra luna di miele, poiché l’isola era irraggiungibile a causa del maltempo e del concomitante ritrovamento, nel locale aeroporto, di una bomba inesplosa risalente alla seconda guerra mondiale. Ostinandoci a considerarlo come un segnale di buon auspicio, ed essendo desiderosi di vivere vicino al mare, decidemmo che Pantelleria sarebbe stata una buona meta per stabilirvi la nostra nuova dimora. Dopo aver lavorato per molti anni in ambito aziendale, non volevo tagliare i ponti che avevo costruito tanto accuratamente. Credevo nella tecnologia moderna, nella comprensione dei colleghi e nel potere delle e-mail per mantenermi in corsa sulla via del successo mentre vivevo il mio momento da Robison Crusoe al sole. Quest’idea ha resistito per circa quindici minuti dopo il mio arrivo. Persino la più semplice telefonata (non dico un potente segnale Internet!) sembrava improvvisamente una sfida. Sebbene qualche caro amico nel mondo degli affari continuasse a perseverare, la maggior parte dei contatti professionali si dileguarono cortesemente, in cerca di fotografi o grafici affidabilmente piazzati davanti ai loro computer perfettamente funzionanti, in un luogo civilizzato, pronti a rispondere al primo squillo dei loro cellulari sempre più piccoli e sempre più all’avanguardia. Ero entrato a far parte di un mondo completamente diverso, che non aveva niente a che vedere con la macchina del business del XXI secolo che aveva rappresentato la mia vita precedente. In questo nuovo mondo mi divenne semplicemente impossibile sintonizzare la mia mente con le esigenze e i desideri delle persone per cui ero abituato a lavorare. Di conseguenza, smisi di provarci e cominciai ad abbracciare il ritmo leggermente traballante, senza tempo, che caratterizzava l’isola. È stato il cambiamento di lavoro più piacevole che avessi mai sperimentato.
Dopo aver vissuto per qualche tempo la quotidianità sull’isola, divenne subito chiaro che Pantelleria non era esattamente il paradiso tranquillo descritto dalla maggior parte delle guide turistiche. La costa rocciosa e frastagliata è già un fedele indicatore della vera natura dell’isola: di una bellezza abbagliante a vedersi, ma poco confortevole per adagiarvisi. L’autentico carattere del posto e dei suoi abitanti può incantare, ma andare avanti giorno dopo giorno è un’altra storia. Niente funziona. Tutto è difficile. Per esempio, sebbene non fossimo usciti dalla Comunità Europea, abbiamo avuto enormi problemi per ottenere la residenza legale. L’inefficienza della burocrazia italiana faceva di ogni tentativo di regolarizzazione una lotta. L’acqua corrente è razionata, l’elettricità relativamente inaffidabile e persino l’istallazione della linea telefonica può trasformarsi in una battaglia di proporzioni epiche. Fortunatamente, abbiamo presto raggiunto un buon livello di integrazione nella vita dell’isola, e questo grazie a due improbabili ambasciatori: le nostre figlie, che allora avevano 2 e 3 anni. Gli italiani, e i panteschi in particolare, stravedono per i bambini. Le nostre figlie dai tratti nordeuropei erano costantemente ammirate e salutate da perfetti sconosciuti. Alcuni comportamenti erano del tutto irragionevoli, sproporzionati, degni di un film di Fellini: la gente fermava l’auto in mezzo al traffico nelle strade strette dell’isola e saltava fuori per guardarle più da vicino. I turisti chiamavano a gran voce i loro compagni di viaggio perché venissero a vedere i nostri due piccoli angeli. Tutto ciò era molto lusinghiero e le nostre bimbe dagli occhi azzurri aprirono molte porte. Ho tratto uno spudorato vantaggio da questo inatteso favore ed ho stampato le loro foto sul mio biglietto da visita, che era particolarmente utile per entrare nei “Circoli”, associazioni ricreative private di Pantelleria. Sebbene gli abitanti del luogo non capissero esattamente il vero motivo della mia presenza con tanto di macchina fotografica, tuttavia accettavano la mia compagnia con grande tolleranza. Adottati La sensazione che deriva dal vivere in una piccola isola può essere molto ambigua. Se da un lato si ha sempre davanti un orizzonte aperto che evoca un’idea di libertà, tuttavia è chiaro che il mare è anche il muro di una prigione. Il porto ti fa sognare
di luoghi lontani, ma se anche avessi un grande yacht, sai che non andresti da nessuna parte. Ciononostante, potrebbero essere proprio gli stessi confini acquatici e l’isolamento di quest’isola straordinaria a creare una rara unione fra le persone che vi abitano. Esiste un atteggiamento quasi universale, riassumibile nella frase “ci siamo dentro insieme, quindi faremo meglio ad occuparci gli uni degli altri”. Ciò è particolarmente forte durante l’inverno, quando la vita scorre lenta, senza turisti e con poche distrazioni e tutto diventa più armonioso. Forse è l’incertezza degli approvvigionamenti dalla terraferma e la preoccupazione per l’isolamento totale ad unire, trasformando Pantelleria in un posto molto intimo. Durante i miei due anni e mezzo di permanenza sull’isola, comprendevo a malapena la lingua italiana. Capivo buona parte di ciò che mi veniva detto, ma la comunicazione verbale vera e propria era molto ristretta, mai abbellita da espressioni ricercate. Stranamente, questo handicap si è rivelato un beneficio. Si dice che alcuni ciechi sviluppino maggiormente gli altri sensi e, guardando indietro, alle volte penso di vedere le cose più chiaramente e di coglierne il senso profondo senza troppo riflettere e senza il filtro di un’eccessiva conoscenza pregressa. Camminando in silenzio, l’isola mi si è rivelata in modo più autentico. Nel tentativo di catturare la vita sull’isola, ho guidato, camminato e scalato, percorrendola palmo a palmo, dalle coste rocciose alle montagne, ai pianori e alle valli fino al cuore della terra, calcando le orme di altri che, dall’età della pietra in poi, hanno fatto di quest’impegnativa cima di un vulcano sottomarino la loro nuova patria. Fenici, greci, romani, mori, siciliani ed altri hanno lottato tutti per strappare la vita dalle pietre e sono cresciuti amando il posto. Tutti avevano scelto Pantelleria, un luogo pressoché impraticabile, come loro dimora, e dal momento che io ho continuato la mia vita altrove, mi sono reso conto che quest’isola intrigante, esasperante e totalmente unica è un posto quasi impossibile da lasciarsi alle spalle. Walter Tjantelé Francia 2012
Valérie, Tilia & Alinoë
Pantelleria Leaving Belgium and a steady job as a corporate photographer and graphic designer behind, life itself became an adventure. I set off with my young family for Pantelleria, a strange almost mythical island, sitting like a rocky riddle in the middle of the Med. A few years before, my wife Valérie and I had failed to get there on our honeymoon because it was unreachable due to a bumpy sea and a newly discovered WWII bomb lying unexploded on the airfield. Stubbornly deciding to consider this as a good omen, plus the fact that we longed to live near the sea, we decided that Pantelleria would be a fine choice for our next home. After working for many years in a corporate environment, I didn’t burn the bridges that I had carefully constructed. I believed in modern technology, co-workers’ sympathy and the power of e-mail to keep me in the rat race while I had my Robinson Crusoe moment in the sun. That idea lasted for about fifteen minutes after my arrival. Even the simplest phone call, never mind a strong internet signal, seemed suddenly a challenge. While some good friends in the business world persevered, most professional contacts faded politely away in search of photographers or designers who were reliably standing by their fully functioning computer, somewhere civilised, waiting to answer calls on the first ring of their ever-smaller, ever-trendier mobile phones. I had entered a completely different world, which had nothing in common with the 21st century business treadmill which had been my previous life. In this new world, it simply became impossible for me to set my mind around the needs and desires of the people that I used to work for. Consequently, I stopped trying and started to embrace the timeless, slightly creaky pace of the island. It was to prove the most enjoyable career move I’ve ever made. After living daily life on the island for a while, it becomes rapidly clear that Pantelleria is not exactly the untroubled paradise presented in most tourist guides. The jagged rocky coastline
is already an upright indicator of the island’s true nature; dazzlingly beautiful to look at, but not very comfortable to settle down on. The authentic character of the place and its inhabitants can cast a spell, but getting along day by day is another story. Nothing works. Everything is difficult. Despite the fact that we weren’t leaving the European Community, we had tremendous problems in becoming legal residents for example. The wicked Italian red tape made every attempt to get regularized a struggle. Fresh water is rationed, electricity relatively unreliable and even getting a telephone can turn into a battle of epic proportions. Luckily, we soon reached a real level of integration into the island’s life and this because of two unlikely ambassadors – our daughters, then aged 2 and 3. Italians, and Pantescans in particular, are just crazy about children. Our daughters with their northern European looks were constantly admired and cheered by total strangers. Some of the behaviour was completely unreasonable, out of proportion, and could easily have featured in a Fellini movie: people stopped their cars in the middle of traffic on the island’s narrow roads and hopped out to have a closer look. Tourists called out for their fellow travellers to come and witness our two little angels. It was all very flattering and our blue-eyed kids opened many doors. I took shameless advantage of this unexpected bonus and printed their photo on my business card, which was especially useful while entering the ‘Circoli’, Pantelleria’s private social clubs. While the locals couldn’t really understand the precise motive of my presence with a camera, they nonetheless accepted my company with great tolerance. Adopted The feeling of living on a small island can be very ambiguous. On the one hand you have always a wide-open horizon that evokes an idea of liberty, yet, it’s clear that that the sea is also a prison wall. You look at the port and it makes you dream of far-away places, but unless you have a big yacht, you know you’re going nowhere.
Yet, it might be exactly these aquatic borders and the remoteness of this extraordinary island that creates a rare unity amongst the people who live on it. There’s an almost universal attitude of ‘we’re in this together, so we better watch out for each other’. It’s especially strong during winter, when life is slow with no tourists and little distraction and everything becomes more harmonious. Maybe it’s the uncertainty of provisions from the mainland and the concern for total isolation that pulls everybody together and turns Pantelleria into a very intimate place. During my two and a half year stay on the island, I hardly picked up any understanding of the Italian language. I could comprehend most of what was said to me, though real verbal communication was very restricted and I could never really master any genuine nuanced expressions. This handicap strangely turned out to be a benefit. They say that some blind people develop their other senses to an advanced intensity, and looking back, I think I could sometimes see things more clearly or at their most fundamental without over-thinking or without the filter of too much advance knowledge. By walking in silence, the island revealed itself to me in a more honest way. In attempting to capture life on the island, I drove, walked and scrambled over every inch, from its rocky shores to the mountains, plains and valleys at its heart, walking in the footsteps of others who, from the stone age onward, had made this challenging tip of an undersea volcano their new home. Phoenicians, Greeks, Romans, Moors, Sicilians and others had all wrestled a living from the rocks and grown to love the place. All of them had chosen Pantelleria, a most impracticable place, as their home, and as I have continued my life elsewhere, I have found that this intriguing, infuriating and utterly unique island is an almost impossible place to leave behind. Walter Tjantelé France 2012
Valérie, Tilia & Alinoë
Armani Armani - Giorgio Armani, il più famoso stilista italiano di moda, è stato un ospite orgogliosamente sfoggiato a Pantelleria fin dai primi anni ’70. Anche prima di lanciare la sua famosa casa di moda nel 1975, trascorreva le sue vacanze d’agosto da turista pioniere nella sua residenza estiva vicino a Cala Gadir e sul suo yacht di lusso. L’isola è stata spesso scenario commerciale e fonte d’ispirazione per il suo impero di moda. In cambio il miliardario - oggi lo stilista italiano di maggiore successo - ha spesso sostenuto l’isola adottiva, anche attraverso la donazione all’ospedale civico di un’apparecchiatura per la TAC. Sebbene il suo personaggio sia ormai circondato da un alone quasi mitico, il vero Giorgio può ancora essere fotografato mentre posa pazientemente per un veloce scatto vacanziero insieme ad alcuni turisti presi da timore reverenziale. Armani - Italy’s most famous fashion designer Giorgio Armani has been a proudly-celebrated guest on Pantelleria since the early 1970s. As a pioneering tourist, since even before he launched his famous company in 1975, he has spent his August vacations at his summer estate near Cala Gadir and on his luxurious yacht. The island has often been a marketing backdrop and inspiration for merchandise from his fashion empire. In return, the billionaire, now Italy’s most successful designer, has frequently championed his adopted island, including the donation of a CT scanner to the local hospital. Although his persona has now reached an almost mythical status, the real Giorgio can still sometimes be spotted patiently posing for a quick holiday snap with awe-struck tourists.
Bbaláta i Túrchi Baláta dei Turchi - I pirati saraceni solevano sbarcare qui, approfittando del porto naturale isolato. Ma il luogo era già in uso da migliaia di anni prima del loro arrivo, sotto forma di una delle più importanti miniere preistoriche di ossidiana presenti in Europa. Questo vetro vulcanico naturale di colore nero veniva utilizzato per fabbricare utensili e manufatti rinvenuti in tutto il mondo antico. Oggigiorno buona parte degli oggetti in ossidiana venduti ai turisti provengono dal Messico e sono lavorati industrialmente in Cina. Flat stone of the Turks - Moorish pirates used to land here, taking advantage of the secluded natural harbour. But the location was in use for thousands of years before their arrival, as one of Europe’s most important pre-historic obsidian mines. This natural black volcanic glass was used to make tools and artefacts found throughout the ancient world. These days, many of the obsidian objects sold to tourists originate in Mexico and are machine-carved in China.
Capperi Capperi - Quando mangiamo il cappero, in realtà non stiamo mangiando un frutto, ma un fiore. I minuscoli boccioli floreali del cappero, raccolti, lavati e messi in salamoia, rappresentano una pietra miliare della cucina italiana, aggiungendo fin dall’antichità gusto ed aroma a migliaia di pietanze e di insalate. Grazie al suo clima unico, all’aria di mare e al ricco suolo vulcanico, Pantelleria è considerata la patria dei migliori capperi del mondo, che vi crescono abbondantemente sia in forma spontanea che coltivata. All’inizio dell’estate essi vengono raccolti in un pullulare frenetico di attività, perché siano maturi ma prima che i boccioli si trasformino in fiori. Capers - When you eat capers, you’re not actually eating a fruit, but a flower. The tiny caper flower buds, when picked, washed and brined, form a cornerstone of Italian cuisine, adding flavour and aroma to thousands of dishes and salads since ancient times. Pantelleria is regarded as the home of the world’s finest capers, thanks to its unique climate, sea air and rich volcanic soil, and they grow in abundance, both cultivated and wild. They are harvested in a frenzy of activity in early summer, just as they ripen and before they turn into flowers.
Carnivali Carnevale - Carnevale è l’ultima battaglia sociale dell’anno sull’isola. Giovani e anziani impiegano settimane di lavoro per preparare programmi e costumi per questo spettacolo annuale destinato al proprio circolo. Durante la settimana di carnevale i gruppi appartenenti a ciascun circolo, in maschera e costume, nel corso della notte fanno visita agli altri circoli, per competere in un modo generalmente amichevole in merito alla migliore performance o al miglior costume. Come nei balli in maschera di Venezia, il carnevale pantesco, con le sue maschere inquietanti e le identità nascoste può oggi apparire un po’ sinistro al forestiero, dando certamente ad ognuno l’opportunità di entrare nel territorio rivale dietro la protezione di un costume o di una maschera. Carnival - Carnival is the island’s ultimate social battle of the year. Young and old invest weeks of labour preparing plans and costumes for this annual spectacle for their home circolo. In the week of Carnival itself, masked and costumed factions visit rival clubs in the middle of the night to compete in a generally good-natured way for best performance or costume. Like the masked balls of Venice, the Pantescan Carnivali, with their eerie masks and hidden identities can sometime seem a little sinister to the outsider. It certainly gives the opportunity for everyone to enter rival terrain behind the safety of a costume or mask.
Cála Cincu Dénti Cala Cinque Denti - Un luogo famoso per le costose imbarcazioni che ormeggiano a ridosso della spettacolare insenatura. Lungo il versante meridionale della baia è possibile, attraversando a nuoto un tunnel di roccia naturale, raggiungere un piccolo braccio di mare interno, soprannominato Scarpetta di Cenerentola. I cosiddetti “cinque denti” della baia, rocce sporgenti sul mare, sono meno evidenti ai moderni visitatori, se non del tutto impossibili da individuare. Five Teeth Bay - A popular spot for expensive yachts to moor in the shelter of this spectacular bay. On the south side it is possible to swim through a natural stone tunnel to reach a small inland sea pool, called Scarpetta di Cenerentola or Cinderella’s slipper. The so-called five teeth of the bay, rocks jutting out of the sea, are less obvious to modern visitors, if not downright undetectable.
Circoli Circoli - Durante l’inverno, quando l’attività agricola rallenta lasciando il posto al carnevale, i panteschi si dedicano ai festeggiamenti. A livello locale i circoli rappresentano i luoghi ordinari d’incontro sociale, sotto forma di feste private e serate danzanti. Essi vantano una storia che risale ai primi del ‘900 e sono spesso estremamente orgogliosi delle loro tradizioni, tra cui quella che uomini e donne siedano ai lati opposti della sala da ballo. I festeggiamenti, frequentati da persone di tutte le età ed abbondantemente irrorati da vino locale servito in piccoli bicchieri di plastica, tendono ad iniziare tardi ed a protrarsi fino alle prime ore del mattino. Circles - During the winter when farming activity slows down in the lead up to carnival, the Pantescans turn their attention to festivities. The circoli are the weekly venues for private local social gatherings and dances. They have a history dating back to the early 20th century and are often fiercely proud of their traditions such as men and woman sitting on different sides of the dance floor. Celebrations, attended by all ages and lubricated with plenty of home-made wine served in small plastic cups, tend to start late and finish in the early hours of the morning.
Economia Economia - I due principali pilastri dell’economia locale sono il turismo e l’agricoltura. Mentre il turismo continua a crescere, fortemente trainato dall’apparire delle star, con ospiti del calibro di Armani, Madonna e Sharon Stone, l’economia agricola lotta per rimanere in vita. D’estate le presenze sull’isola si moltiplicano a dismisura, provenienti soprattutto dal resto dell’Italia. Molti panteschi preferiscono lavorare nel turismo piuttosto che nei campi, laddove l’agricoltura è sempre più basata sui prodotti richiesti dai turisti stessi, come i capperi ed il vino locale. I prezzi degli immobili hanno subito una brusca impennata nell’ultimo decennio, innescata dal crescente numero di facoltosi proprietari di seconde case. Economy - The two main planks of the local economy are tourism and farming. While tourism continues to grow, largely driven by ‘star-spotting’ with visitors on the lookout for the likes of Armani, Madonna, and Sharon Stone, the agricultural economy is struggling to keep up. In the summer numbers on the island, mainly from mainland Italy, rise tenfold. Many Pantescans find tourist jobs more attractive than working on the land, while agriculture is more and more based on tourist driven products such as capers and local wine. Property prices have increased dramatically over the past decade, fuelled by the increasing numbers of wealthy second-home owners.
Árco dell’ Elefante Arco dell’Elefante - L’immagine più rappresentativa di Pantelleria è un arco in pietra naturale, modellato dal mare nel corso dei secoli. Secondo la leggenda, quando l’isola – che non ha sorgenti naturali d’acqua dolce - soffre la siccità, l’elefante aspira acqua dal mare. Elephants’ arc - Pantelleria’s most remarkable landmark is a natural stone arch, carved out over the centuries by the sea. According to the legend the elephant pumps in water from the sea when the island, which has no natural sweet water, gets too dry.
Faváre Favare - Sono emissioni di vapore che raggiungono temperature di 100°C, uscendo dalle crepe delle rocce vulcaniche. Insieme al vapore si hanno occasionali emissioni di zolfo. Le Favare rappresentano la forma più evidente di vulcanesimo secondario a Pantelleria e da esse prende il nome anche l’area che circonda la Favara Grande. Un tempo i panteschi usavano le favare come sorgente d’acqua per abbeverare il bestiame, condensando i vapori che fuoriescono dalle rocce. Fumaroles - The Favare are emissions of steam with temperatures reaching 100°C, leaking from clefts in the volcanic rocks. Alongside the steam, there are occasional emissions of sulphur. Favares are the most noticeable form of secondary volcanic activity in Pantelleria and also give their name to the surrounding area of the Favare Grande. Locals previously used the favare as a water source for cattle by condensing the vapours coming out of the rocks.
Palermo Trapani
Sicilia Sciacca
Agrigento
Pantelleria
Isola Ferdinandea Isola Ferdinandea - Quest’isola vulcanica è di solito completamente sommersa, ma riaffiora in superficie a distanza di alcune centinaia di anni, uno spettacolo registrato per la prima volta nel 10 a.C. La sua più recente apparizione è avvenuta nel luglio del 1831, quando un capitano della marina britannica ne rivendicò l’appartenenza alla Corona chiamandola isola di Graham. Il re di Napoli Ferdinando II non gradì la notizia, e mandò una nave a rimuovere la bandiera inglese, mentre i governi francese e spagnolo rivendicavano a loro volta la potestà dello scoglio di recente emerso Prima che la disputa potesse essere risolta, l’anno successivo l’isola sprofondò di nuovo. Finché nel 1986 la piattaforma sommersa venne scambiata per un sommergibile libico e bombardata dall’aviazione americana. Nell’eventualità che lo scoglio riemerga, dei sub italiani hanno già piantato la loro bandiera sulla sommità dell’isola scommettendo sull’annessione all’Italia. Ferdinandea Island - This volcanic island is normally completely submerged but rises to the surface once every few centuries, a spectacle first recorded in 10 BC. Its most recent appearance was in July 1831, when a British sea captain claimed it for the Crown and called it Graham Island. The King of Naples, Ferdinand II, was not amused, and sent a ship to remove the British flag, while the French and Spanish governments also claimed the newlysurfaced rock. Before the dispute could be resolved, the island sank again the following year. In 1986, the underwater island was mistaken for a Libyan submarine and bombed by the U.S. Air Force. In case the rock resurfaces, Italian divers have already planted a sub-sea flag on the seamount to stake Italy’s claim.
Gheddafi hotel Gheddafi hotel - Conosciuto dalla popolazione locale come “l’albergo di Gheddafi”, la struttura di proprietà libica venne costruita negli anni ’80, ma risentì di una congiuntura sfavorevole nelle relazioni Italia-Libia. Rimasto chiuso per più di vent’anni dalla costruzione, venne travolto da una valanga di arcane norme edilizie. Di tanto in tanto continuano a riaffiorare voci circa una sua prossima apertura in grande stile. Khadafi hotel - Known among locals as ‘Khadafi’s hotel’, the Libyan-owned resort was build in the 1980’s but fell foul of a downturn in Italian-Libyan relations. It remains unopened more than twenty years after it was built, buried under an avalanche of arcane building regulations. Rumours of its grand opening continue to resurface from time to time.
Chiánu i Ghirlánna Piano di Ghirlanda - Come Monastero, Ghirlanda rappresenta un altro raro lembo di terra pianeggiante su questa piccola isola collinosa, per cui nel corso dei millenni è stata quasi sempre coltivata. I vigneti sono particolarmente curati, con le viti mantenute basse per proteggerle il più possibile dal sole e dal vento. Essendo una delle poche zone prive di elettricità, è anche un magnifico posto da cui osservare le stelle nelle notti senza luna. La strada che da Tracino a Rekhale corre dritta tagliando in due la Piana di Ghirlanda, venne tracciata dai militari di stanza sull’isola nel periodo pre-bellico, per mettere in collegamento il versante orientale con quello occidentale dell’isola. Plane of Ghirlanda - Like Monastero, Ghirlanda is another rare chunk of flat land on this small, hilly island, so it has been in almost constant use for agriculture for thousands of years. Its grape harvest is particularly wellregarded, with the plants grown low to the ground for maximum shelter from the sun and wind. It is one of the few places without mains electricity and so is a superb spot to watch the stars on moonless Mediterranean nights. The road, leading from Tracino to Rekhale slices through Piana di Ghirlanda in a straight line, very out of keeping with the winding lanes that follow most of the island’s contours. It was built by the Military garrisoned on the island before WWII, with the aim of connecting the eastern and the western defences.
Jardinu Giardino - Il giardino pantesco è una struttura in pietra costruita quasi fosse un tempio, generalmente circolare, destinato ad un singolo albero di limone. I muri a secco sono alti, con i bordi superiori inclinati verso l’interno, sì da avere la massima quantità di sole e la minima esposizione ai venti panteschi. Esso viene chiamato talvolta giardino arabo. Tuttavia queste costruzioni sono uniche al mondo e probabilmente hanno avuto origine insieme al dammuso, nell’ambito di piccoli insediamenti di monaci ed eremiti greci, circa 800-1000 anni fa. Future ricerche sulle confraternite greche scomparse molto tempo fa e sull’origine tuttora sconosciuta degli alberi di limone potrebbero forse fornire un po’ di quell’illuminazione che anche i monaci di allora andavano cercando. Garden - The Giardino Pantesco is a stone garden built like a temple, usually circular, designed for a single citrus tree. It has high dry-stone walls whose crowns slope downward towards the centre, so the trees have maximum sun with minimum exposure to the Pantescan winds. It is sometimes called ‘Giardino Arabo’- Arab garden. However, these constructions are unique in the world and probably have their origin together with the Dammuso, from small settlements of Greek monks and hermits, some 800 to 1,000 years ago. Future research about the long-lost Greek fraternity and the still unknown genetic origin of the citrus trees, may possibly provide the sort of enlightenment the first monks were also searching for.
Liscio Liscio - Oltre che un prodotto giapponese per allisciare i capelli, liscio è anche il genere di musica che si balla nei circoli. In genere i musicisti lo eseguono dal vivo. Le sue origini risalgono alla metà del XIX secolo, come una sorta di reazione italiana al dilagare della moda dei valzer di Johann Strauss. Nel genere popolare sono compresi polka e tango. Tuttora, nei circoli più tradizionali, le donne siedono tutte da una parte della sala, in attesa di essere invitate dagli uomini o da altre donne. Smooth - Besides being a Japanese hair straightening product, liscio is also the kind of music one can dance to in the ‘circoli’. It is usually preformed by live musicians, and has its origin in the mid-19th century, as a kind of Italian reaction to the shockingly trendy Johann Strauss’ waltzes. Popular styles include polkas and tangos. Even today, in the more traditional ballrooms, woman sit together at one side of the dance-floor and wait to be invited to dance by men, or by other women.
Madónna Madonna - Quando i panteschi parlano della Madonna, in realtà si riferiscono alla Madonna della Margana, la cui immagine è esposta in una chiesa nelle vicinanze dell’aeroporto. Occasionalmente, tra le numerose celebrità che visitano l’isola, un’altra Madonna può essere più terrenamente ammirata mentre fa il bagno o va a passeggio. Del resto, per molti dei turisti estivi scrutare l’orizzonte alla ricerca di rockstar come Madonna, dive del cinema come Sharon Stone e celebrità come Armani sembra rappresentare una parte importante del fascino dell’isola. La Madonna raffigurata nella foto si può ritrovare in cima alla Montagna Grande, mentre la donna e la bambina si trovano di solito nelle vicinanze del fotografo. Madonna - When Pantescans talk about the Madonna, they definitively refer to the Madonna di Margana, whose statue can be seen in a church near the airport. Occasionally, as one of the numerous celebrities visiting the island, a more earthly Madonna can be admired while sunbathing or strolling around. Scanning the horizons for pop stars such as Madonna, film stars such as Sharon Stone, and celebrities like Armani, seems to form a large part of the island’s attraction for many of the Summer tourists. The Madonna in the picture can be found on the top of the Montagna Grande, while the woman and child pictured, can usually be found in the vicinity of the photographer.
Meduse Meduse - La “Pelagia noctiluca”, meglio nota come “Vespa di mare” o Medusa (dal nome dell’orrenda donna dai capelli di serpente della mitologia greca), è una delle molte specie di medusa, la cui popolazione è cresciuta enormemente negli ultimi decenni. A Pantelleria la presenza di questi ospiti indesiderati è diventata cruciale per decidere se rischiare un bagno in mare. Sfruttamento del mare, inquinamento delle sostanze nutritive, riscaldamento globale e l’introduzione di specie non autoctone sono tutti fattori responsabili dello spettacolare incremento. Questa particolare varietà si è estesa a partire dal Mar Rosso, ma oggi si ritrova fino in Irlanda del Nord, dove un banco dello spessore di un metro e dell’estensione di 25 chilometri quadrati sulla superficie del mare ha sterminato 100.000 salmoni di un allevamento ittico. Jellyfish - The ‘Pelagia noctiluca’, better known as the ‘Mauve stinger’ or Medusa, after the snake-headed harridan of Greek myth, is one of the many species of jellyfish whose population has rocketed in recent decades. In Pantelleria, these unwelcome visitors have become the key issue for whether to risk a dip in the sea. Over-fishing, nutrient pollution, global warming and the introduction of non-native species have all been blamed for their spectacular increase. This particular variety expanded from the Red Sea, but can now be found as far north as Northern Ireland, where a recent swarm, one-metre thick and blanketing 25 square kilometres of sea, wiped out 100,000 salmon at a fish farm.
Munasté Monastero - La valle fa parte di un’antica caldera vulcanica, che si allunga in direzione nord-est verso la cresta compresa fra il lago Specchio di Venere e il mare, mentre a sud-est raggiunge la Piana di Ghirlanda. È situata in una delle poche zone pianeggianti dell’isola ed offre ampio spazio per la coltivazione dei cereali sul ricco suolo vulcanico. Il suo nome probabilmente deriva da un monastero bizantino scomparso molto tempo fa, che vi sorgeva tra il VI e l’XI secolo. Gli archeologi hanno trovato tracce di antiche abitazioni rurali e necropoli risalenti al primo Medioevo. Ci sono anche molte gallerie scavate dall’uomo sul versante occidentale della collina, dove molti panteschi trovarono rifugio durante la seconda guerra mondiale, per scampare al furioso bombardamento navale degli alleati prima dell’invasione della Sicilia. Monastery - The valley is part of an ancient volcanic caldera, stretching in the north-east to the crest between the Lago specchio di Vernere and the sea, while reaching Piana di Ghirlanda in the south-east. Situated in one of the island’s few plains, Monastero offers a wide area for growing cereal crops in the rich volcanic soil. Its name probably originates from a long-vanished Byzantine Monastery located there between the 6th and 11th centuries A.D.. Archaeologists have found remains of ancient farms and necropolis of the early Middle Ages. There are also several man-made tunnels in the ridge on the west side, where many of the locals huddled for shelter during the fierce allied naval bombardment during the second world war, which was a precursor to the invasion of Sicily.
Muntágna Gránni Montagna Grande - Con i suoi 836 metri, la Montagna Grande, dal nome poco originale ma straordinaria a vedersi, è la cima più alta dell’isola. Grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo, è in effetti la montagna più alta nel raggio di molti km, ed è per questo che la sua sommità è spesso avvolta dalle nubi, formate dalla condensazione di aria umida di mare. Le sue pendici costituiscono un parco naturale che ospita quasi 600 specie botaniche ed offre ampie possibilità di fare escursioni a piedi. Big mountain - At 836m, the unoriginally-named but visually stunning ‘Montagna Grande’ is the highest peak on the island. Thanks to its position in the middle of the Mediterranean, it is in fact the highest mountain for a very long way in any direction, which is why its summit is often shrouded in cloud, formed by condensed humid sea-air. The surrounding hillside forms a natural park, home to nearly 600 botanic species and a great place to go hiking.
Natale Natale - Probabilmente a causa della mancanza di abeti e di paesaggi innevati, le decorazioni natalizie danno all’isola un ché di surreale. La celebrazione in sé, come altrove, è un evento di tipo familiare. Sebbene Babbo Natale, in tempi recenti, si sia introdotto con successo nelle case pantesche, la tradizionale protagonista italiana della stagione è una donna spaventosa, la Befana, che distribuisce doni o pezzi di carbone a seconda di come ci si è comportati. Una tradizione più antica, che si celebra il giorno della Commemorazione dei Defunti, il 2 novembre, è ancora molto viva. In questa occasione i bambini ricevono doni dai loro antenati defunti e mangiano degli speciali biscotti, chiamati “ossa di morto”, di solito non molto più teneri di ciò da cui prendono il nome. Christmas - Probably due to the lack of snowy scenes and pine trees, Christmas decorations give the island a somewhat surreal feeling. The celebration itself is, as elsewhere, a family event. Though Santa Claus, in recent times, has been successfully marketed into the Pantescan homes, the traditional Italian character of the season is a scary woman, La Befana, who distributes gifts or lumps of coal depending on good or bad behaviour. An even more ancient celebration held on 2nd November, is still very much alive. On this Day of the Dead, children receive presents from their dead ancestors and eat special hard-baked cookies, called ‘dead bones’ that may not taste much better than their name implies.
Punta di Nicá Nica - Il minuscolo porticciolo è situato in una gola di lava. Sottocosta, dal fondale marino si sprigionano sorgenti termali, la cui temperatura può raggiungere quasi 100° C. Sulla scogliera, a pochi metri dal mare, si trova una casa appartenente a Vincenzo Visco, due volte ministro delle Finanze durante i governi di Romano Prodi. La casa è stata realizzata contravvenendo al regolamento edilizio ed il proprietario è stato oggetto di vivaci polemiche. Nica - This minuscule fishing village is located in a lava gorge. Close by, there are thermal springs in the sea, whose temperatures can reach almost 100°C. It is also home to a house belonging to Vincenzo Visco, former finance minister of Romani Prodi’s two governments. The house fell foul of planning regulations and the owner received punitive fines.
La vasca della Ondine Laghetto delle Ondine - Chiamato anche “Laghetto delle Sirene”, questo minuscolo lago è in realtà una piscina di acqua di mare di medie dimensioni, senza ricambio naturale tranne quando il mare è in tempesta. Il che va tenuto in considerazione prima di decidere di fare un tuffo alla fine di una stagione turistica affollata e senza vento. Little lake of waves - Also called ‘Lagetto delle Sirene’ this tiny lake is actually a medium sized pool of seawater with no natural circulation other than in stormy weather, which refreshes the water from below. This is definitely an unsettling thought that needs to be considered when planning a dip towards the end of a windless, crowded tourist season.
Palluni Calcio - Ci sono 7 squadre ed un campo di calcio a Pantelleria. Il torneo calcistico isolano inizia a dicembre, termina a marzo e rappresenta di solito un contesto amichevole che coinvolge uomini e ragazzi di diverse contrade. L’azienda elettrica locale, la SMEDE (il cui nome suona come quello del cattivo in un film di James Bond), famosa per la sua inaffidabilità, ha una centrale vicino al campo sportivo. Oltre a lasciare occasionalmente al buio gli isolani quando meno se l’aspettano, l’azienda elettrica talvolta si adopera per interrompere le partite nel campo. Quando il vento spira in direzione sfavorevole, le partite vengono cancellate per timore che i fumi emessi dalla centrale facciano cadere i giocatori. Soccer - There are 7 teams and 1 field in Pantelleria. The island’s football competition starts in December, ends in March and is usually an amiable contest involving the men and boys of various hamlets. The local electricity company, SMEDE, which sounds like a James Bond villain, is notorious for its unreliability and has a power station next to the pitch. As well as leaving the locals in occasional darkness when they least expect it, the power company sometimes manages to stop play on the sports field. When the wind blows from the wrong direction, matches are cancelled lest the fumes from the power station make the players keel over.
Panteschi di nascita e d’adozione Panteschi di nascita e d’adozione - Descrivere il pantesco tipico è impossibile per definizione. Ciononostante esiste un profondo amore condiviso per l’isola, virtualmente presente in tutti i suoi abitanti. I limiti naturali dell’isola, la scarsità di risorse idriche e l’isolamento obbligano la popolazione a convivere in una struttura sociale rigida e protettiva. Specialmente durante l’inverno, quando gli isolani sono più vulnerabili per via dell’incertezza degli approvvigionamenti dalla terraferma, Pantelleria genera una particolare intimità tra i suoi abitanti. Nonostante ciò, la fedeltà dei panteschi alla loro isola è quasi eguagliata dall’attaccamento alle contrade o alla regione di appartenenza, e dall’esultanza per le vittorie sportive sulle squadre dei concittadini rivali. Pantesci by birth and by adoption - Giving a description of the typical Pantescan is by definition impossible. Nonetheless, there is a profound shared love for the island, among virtually all its inhabitants. The natural limits of the island, its limited water supply and its isolation, force the population to live together in a tight and protective social structure. Especially during winter, when the islanders are the most vulnerable due to uncertain provisions from the mainland, Pantelleria produces a peculiar intimacy amongst its inhabitants. Despite this, the Pantesci’s loyalty to their island is almost matched by their devotion to their home villages or region and their delight in sporting victories over their local neighbours.
Passito Passito - D.O.C. o a Denominazione d’Origine Controllata dal 1971, questo vino dolce venne inventato dai Fenici, anche se il nome deriva dal latino “passum”. I primi grappoli maturi di Zibibbo vengono raccolti e seccati al sole per un tempo che può andare fino a 4 settimane. Successivamente queste uve si aggiungono durante il processo di fermentazione ai grappoli freschi e maturi appena pigiati. L’intero processo di produzione, complesso ed impegnativo, dura circa 4 mesi ed è generalmente seguito da un invecchiamento di altri 8-10 mesi. Attualmente il Passito ha trovato posto nelle liste dei vini di molti costosi ristoranti in tutto il mondo, mentre la popolazione locale ama ancora servirlo nei bicchieri e nelle bottiglie di plastica riciclata durante le feste nei Circoli. Passito - D.O.C. or ‘Protected designation of origin’ since 1971. This sweet wine was invented by the Phoenicians, while the name originates from the Roman ‘Passum’ wine. The first ripe bunches of Zibibbo grapes are picked and sun-dried for up to 4 weeks. Afterwards, these raisins are added during the fermentation process to very ripe, fresh pressed grapes. The entire, complex and labour-intensive production process lasts some 4 months and is usually followed by an aging process of another 8 to 10 months. These days, Passito wine has found his way onto the wine-lists of many pricey restaurants all over the world, while the locals still enjoy it from recycled plastic water bottles and cups at their Circoli celebrations.
Personalitá Personalita - Per quanto le vere “personalità” dell’isola rimangano i personaggi bizzarri del posto, l’isola funziona anche come una calamita per le celebrità. Riccardo Muti - eminente direttore d’orchestra italiano e sua moglie Cristina Muti - fondatrice e direttrice del Ravenna Festival, Flavio Albanese - architetto autodidatta e caporedattore della rivista Domus, Alessandra Ferri - una delle più famose ballerine del ventesimo secolo insieme a suo marito Fabrizio Ferri - acclamato fotografo, Fabio Capello - rinomato allenatore di calcio internazionale, Isabella Ferrari - attrice, Carole Bouquet - attrice francese, l’attore Luca Zingaretti e naturalmente Giorgio Armani; tutti hanno il loro piccolo rifugio a Pantelleria, dove spesso ospitano personaggi ancor più ricchi e famosi come Sharon Stone, Sting, Madonna, Isabella Rossellini, Eric Clapton, Claudia Cardinale, Robert De Niro, Martin Scorsese, Philip Glass, il reali del Belgio e molti altri. Mentre i turisti si elettrizzano quando una celebrità viene fotografata, gli isolani sembrano accogliere i loro visitatori famosi senza drammi. Personalities - While the real ‘personalities’ of the island remain the quirky locals, the island also acts as a magnet to celebrities. Riccardo Muti - eminent Italian conductor and his wife Cristina Muti - founder and director of the Ravenna Festival, Flavio Albanese - self-taught architect and editor-in-chief of the renowned magazine Domus, Alessandra Ferri - one of the most famous ballerinas of the twentieth century and her husband Fabrizio Ferri - celebrated photographer, Fabio Capello - renowned international soccer coach, Isabella Ferrari - actress, Carole Bouquet - French actress, actor Luca Zingaretti, and of course Giorgio Armani; all of them have their little get-away abodes on Pantelleria where they often host even more rich and famous guests such as: Sharon Stone, Sting, Madonna, Isabella Rossellini, Eric Clapton, Claudia Cardinale, Robert De Niro, Martin Scorsese, Philip Glass, the King and Queen of Belgium and many more. While the tourists get very excited when a celebrity is spotted, the locals seem to take their famous visitors in their stride.
Pétra Pietra - La pietra per i panteschi è come la neve per gli eschimesi. Gli isolani hanno accatastato pietre per oltre 5.000 anni, in parte per liberare il terreno da coltivare e in parte per costruire terrazzamenti ampliando le superfici agricole. Il “muro alto” del villaggio neolitico vicino a Mursia (nella foto) è una testimonianza silenziosa della loro antica maestria. Si calcola che ci siano circa 8.000 km di muri a secco a Pantelleria e il dialetto pantesco comprende un’ampia gamma di parole per intendere le pietre. Una tartisa, per esempio, è una piccola pietra o ciottolo; una ciampeddra una pietra piatta, usata per riempire piccoli spazi nella costruzione del tetto di un dammuso. Uno mmazzacani (letteralmente traducibile come “ammazza cane”) è una pietra di medie dimensioni, ed uno strummulu una pietra di forma irregolare, pressoché inutilizzabile per la muratura. Stranamente, i panteschi importavano pietre anche da altre isole, come il cantuni, un masso proveniente da Favignana e la bbalata di Mauta, una lastra di roccia calcarea proveniente da Malta. Stone - Stone is to Pantescans as snow is to Eskimos. The islanders have been stacking stones for over 5,000 years, partly to clear the agricultural land and partly to build terraces to maximise their growing area. The ‘muro alto’ or high wall of the Neolithic village near Mursia (pictured) is a silent witness to their ancient craftsmanship. It is estimated that there are about 8,000km of stone walls on Pantelleria and the Pantescan dialect holds a wide variety of words for stone. A tartisa for example, is a little stone or a pebble; a ciampeddra a flat stone, used to fill narrow spaces when constructing the vaulted roof of a damuso. A mmazzacàni, literally translated as ‘dog killer’, is round middle sized stone, and a strùmmulu is an irregularly shaped, useless stone. Strangely enough, the Pantescans also imported stone from other islands, like the cantùni, a boulder from Favignana and the bbalàta di Màuta, a slab of chalky rock, coming from Malta.
Pórtu Porto - Quando i panteschi parlano del “porto”, si riferiscono a quello del capoluogo di Pantelleria. Nel centro urbano ci sono due porti adiacenti, il più vecchio dei quali intitolato a Josemaria Escrivà, fondatore della controversa setta cattolica “Opus Dei”. La banchina funziona come principale centro di aggregazione sociale dell’isola, e fa da sfondo per le classiche “passeggiate” mondane. Nei mesi invernali, questa routine continua in automobile, sebbene alcuni preferiscano starsene seduti in macchina tutto l’anno, guardando la gente passare. In occasione di partite di calcio importanti, ci si munisce anche di televisore portatile. Il “Porto Nuovo” rappresenta il cuore di un ambizioso seppur lento piano di sviluppo a favore di un porto turistico, che dovrebbe potenziare l’intera area circostante. Con certe condizioni meteorologiche, l’attracco delle navi può risultare piuttosto difficile in entrambi i porti, sicché le corse giornaliere dei traghetti provenienti dalla Sicilia vengono di frequente cancellate. Inoltre, a seconda delle condizioni meteorologiche, le navi sono talvolta dirottate a Scauri Porto, un antico approdo romano in prossimità della contrada di Scauri (foto sul retro). Harbour - When Pantescans talk about “il porto”, they mean the harbour of the main town, Pantelleria. There are two adjoining ports in the town, the oldest one named Josemaría Escrivá after the founder of the controversial Catholic sect, Opus Dei. The quayside functions as the central meeting point of the island, and the setting for the classical ‘passeggiate’ or sociable stroll. In winter months, this routine continues by car, though some prefer to sit in their car all year round, while watching the masses pass by. When important soccer games are on, they also take along a portable TV. The newer ‘Porto Nouvo’ is the heart of an ambitious if slow-moving plan to develop a yachting marina. Under certain weather conditions, both ports can be somewhat tricky for vessels to enter and the daily ferries from Sicily are frequently cancelled. When conditions allow it, the boats are then sometimes diverted to ‘Scauri Porto’, an ancient Roman dock near the town of Scauri (photo overleaf).
Púnta Frámi Punta Fram - Questo nero paesaggio lunare è uno dei più bizzarri dell’isola. Se da un lato da oltre 3.000 anni non si verificano eruzioni vulcaniche a Pantelleria, dall’altro un’esplosione sottomarina superficiale è avvenuta nell’ottobre del 1891, proprio 5 km al largo di Punta Fram. La breve eruzione fu preceduta da forti tremori della terra ed a crescente attività vulcanica, che sollevò la costa nord-orientale di quasi un metro. Point Fram - This lunar-like black landscape is one of the most bizarre of the island. While no volcanic eruptions have taken place on Pantelleria for over 3,000 years, a shallow submarine outbreak occurred in October 1891, just 5km offshore of Punta Fram. This brief eruption was preceded by strong earth tremors and increasing volcanic activity, which raised the North-East coast by almost a metre.
San Fortunato San Fortunato - Il patrono dell’isola, San Fortunato, viene festeggiato il giorno 16 di ottobre. Ogni anno, i credenti portano la sua statua in legno al mare e in quest’occasione danno in offerta una ghirlanda di fiori. Questa tradizione nasce nel 1959 ed è probabilmente legata alla terrificante eruzione sottomarina del 1891, la quale si suppone che si sia estinta il 16 di ottobre di quel anno. Prima della seconda guerra mondiale, la stessa cerimonia era dedicata a San Nicola ma la sua chiesa venne distrutta mentre la sua statua s’inabissò nel mare. San Fortunato - The patron saint of the island, literally translated ‘Saint Lucky’, has his high day on the 16th of October. Each year, his wooden statue accompanied by believers is then carried to the sea to offer a garland of flowers. This tradition dates from 1959 and is probably related to the terrifying submarine eruption of 1891, which came to an end somewhere around the 16th of October. Before the Second World War, the same ceremony was performed for San Nicola, yet his church was destroyed and his statue sank in the sea.
1 tazza di sangue 2 tazze di latte 50 grammi di cacao zucchero buccia d’arancia o di mandarino 100 grammi di amido (calcolato per litro di latte) mandorle tritate vaniglia
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1 cup of blood 2 cups of milk 50gr of cacao sugar zest of oranges and mandarins 100gr of thickener (for each litre of milk) - chopped almonds - vanilla
Sangunazzu Sanguinaccio - Questo budino pantesco tradizionale non è adatto per gli schizzinosi. Fatto con il primo sangue che zampilla dal maiale appena macellato, viene ancora considerato da alcuni isolani veraci come una dolce leccornia. Per prepararlo, mescolare a freddo gli ingredienti indicati di seguito e portare ad ebollizione finchÊ il composto non si rapprende. Buon appetito! Sangunazzu - This traditional Pantescan custard is not for the squeamish. Based on the first blood of a freshly slaughtered pig, some hardy locals still regard it as a sweet delicacy. To prepare, mix the above ingredients cold and bring to a boil, until the mixture has congealed. Enjoy!
Sant’ Antonio San Antonio - La chiesa del santo patrono della remota contrada di Mueggen (soprannominata anche “l’isola nell’isola”) apre le sue porte soltanto una volta all’anno. L’unica funzione si svolge il lunedì di Pasqua ed attrae una folla che supera di gran lunga la capienza di posti a sedere della piccola chiesetta. Saint Antonio - The church of the patron saint of the isolated hamlet of Mueggen, also called ‘isola nel isola’ or ‘island in the island’, opens its doors just once a year. The unique service takes place on Easter Monday and attracts a crowd that greatly exceeds the seating capacity of this little church.
Scógghi u Furmágghiu Scogli del Formaggio - Si trovano sul lato sud-este dell’isola, in una zona chiamata in dialetto “u Furmàgghiu’’. Il nome si ispira alla struttura “a groviera” della costa ricca di pomice. La superficie accidentata di Pantelleria è spesso scolpita geologicamente e molti scorci sono battezzati in base alle loro evocative sembianze. Il “Re del Khaggiàr” vicino a Punta Spadillo, il “Cammello” di Saltolavecchia o il “Coniglietto” e il “Bassotto” a Punta Fram sono solo alcuni esempi. Rocks of cheese - These rocks are located on the Southeast side of the island in a zone, which in the dialect is called “u Furmàgghiu’’. The name is inspired by the Gruyere-like structure of the pumice-rich shoreline. The rough surface of Pantelleria is often geologically sculptured and many spots are likewise baptized after their evocative shapes. The ‘Khaggiàr King’ near Punta Spadillo, the ‘Cammello’ (camel) of Saltolavecchia or the ‘Coniglietto’ (rabbit) and ‘Bassotto’ (basset) at Punta Fram are just a few examples.
Sesi Tombe neolitiche - Questi monumenti funerari di 4000 anni fà, composti da blocchi di pietra lavica, si ergono da una base ellittica fino a formare una specie di torre tondeggiante. Alla base ci sono varie aperture con lunghi corridoi che conducono a delle celle di diversi dimensioni (vede grafico). Qui, i defunti dell’età di bronzo venivano sepolti in posizione embrioni circondati dai loro oggetti personali. L’unico Sese completamente preservato e più importante è il Sese Grande o il Sese del Re. Gli altri 70 Sesi della necropoli sono difficili da rilevare. Neolithic tombs - These 4.000 year old funerary monuments rise from elliptical bases of large blocks of lava into tower-like structures. Their base has various entrances, with long interior corridors that lead to cells of diverse dimensions (see above). Here, the bronze-age dead were entombed, resting in an embryonic position, surrounded by their personal grave goods. The most important and single fully preserved Sese, is the Sese Grande or Sese del Re. The rest of the 70 Sesi of the necropolis are hard to spot.
Spiaggia Spiaggia - A Pantelleria non ci sono spiagge, fatto che per alcuni turisti rappresenta un piccolo shock. Beach - There are no beaches on Pantelleria, something that comes as a bit of a shock to some tourists.
Ssataria Sataria - In quest’ampia grotta ci sono due vasche termali abbastanza spaziose. Quando all’esterno il mare non è troppo agitato, la temperatura delle acque ricche di minerali si mantiene al livello ideale per un bagno, con in più il vantaggio che vi si attribuisce in termini di benefici effetti terapeutici per la pelle e le ossa. Questo fatto è anche la prova che stiamo veramente entrando nella grotta di Calipso, come si narra nell’Odissea di Omero, ove è descritto l’epico viaggio di Ulisse. Il nome Satarìa potrebbe essere dovuto all’abbondante presenza in zona del timo selvatico, in dialetto locale detto Sàtaru. Sataria - In this large cavern there are two fairly roomy thermal tubs. When the sea is not too rough outside, the temperature of the mineral-rich water is like stepping into a perfect bath with the reputed bonus of therapeutic effects for skin and bones. The sign also claims that you are actually entering the cave of Calypso, as recounted in Homer’s Odyssey, describing Ulysses’ epic journey. The name may have its origin due the area’s abundance of wild thyme, or Sàtaru in local dialect.
Vágnu Sciúttu Bagno asciutto - Questa sauna naturale, o bagno turco, si trova nella Grotta di Benikulà, nei pressi della contrada di Sibà. Si tratta di una piccola caverna, che può contenere da quattro a sei persone. All’interno ci si può anche sedere in posizione sopraelevata per usufruire di temperature più alte, come nelle normali saune, ma poche altre saune possono competere con la vista che si può godere dalla terrazza, da cui si domina la Piana di Monastero. Dry bath - This natural sauna, or Turkish bath, is located in the ‘Grotta di Benikula’ near the village of Siba. The cave is small and can hold four to six people. Inside, you can also sit higher up for warmer temperatures in the same way as in regular saunas, but few normal saunas can compete with the view from the terrace, overlooking the Piana di Monastero.
Varvacani Barbacane - L’elemento più rappresentativo del centro urbano di Pantelleria è il Castello Barbacane. Fu costruito probabilmente su un fortilizio bizantino ed ampliato in seguito, demolito e ricostruito in varie occasioni. Esso deve a Federico II di Svevia il suo attuale aspetto normanno risalente al XII secolo, ed è servito per molti secoli come bastione per difendere il porto e l’ingresso alla città. Prima dell’avvento dei moderni servizi igienici, gli antichi abitanti del centro urbano usavano l’area dietro il castello come toilette, da cui in gergo locale l’appellativo di varvacani a qualunque luogo sporco o puzzolente. Al giorno d’oggi esso rappresenta un ben più nitido sfondo per foto di nozze. Barbican - The town of Pantelleria’s main landmark is the Castello Barbacane. It is probably built over a Byzantine blockhouse and later enlarged, demolished and re-built on a number of occasions. It owes its present 12th century Norman appearance to Frederick II of Swabia, and served as a bastion that defended the port and the town entrance over many centuries. Prior to modern sanitation, the ancient inhabitants of the town used the aria behind the castle as a toilet, leading to the local slang of any dirty or messy place being labelled as “varvacani”. Nowadays, it forms a more tidy backdrop for wedding photos.
Ventu Venti - Per quanto sia discutibile che il nome Pantelleria derivi realmente dall’arabo “Bent El-Rhìa” (“Figlia del vento”), come si afferma pressoché in tutte le guide e i servizi turistici dall’inizio dei tempi, l’isola in sé ha indubbiamente un carattere ventoso. Il vento è una delle forze plasmanti dell’isola e soffia da tutte e quattro le direzioni per 337 giorni all’anno. Tuttavia nell’agosto del 1985, quando ebbe luogo una gara di aquiloni a livello europeo, in perfetto stile pantesco, non c’era un filo di vento. Sebbene molti panteschi credano che il forte vento sia l’unico fattore che impedisce al suolo natio di essere un indiscutibile paradiso, per alcuni visitatori non è altro che un’inesauribile fonte di ispirazione: “A Pantelleria le parole erano nel vento, ho dovuto soltanto tendere la mano per raccoglierle.” - Sting Winds - Although it’s questionable that the name Pantelleria truly comes from the Arab ‘Bent El-Rhià’ - ‘Daughter of the Wind’, as cited in virtually every guide book and tourism feature since the beginning of time, the island itself definitely has a breezy character. The wind is one of the island’s shaping forces and blows from all four directions, 337 days a year. In August 1985 however, when a European kite festival took place, in true Pantescan style, there was no wind at all. While most Pantescans believe that the harsh wind is the only factor that prevents their native soil from being an indisputable paradise, for some visitors it is nothing less than an endless source of inspiration. “In Pantelleria the words were in the wind, I just had to stretch my hand and pick them.” - Sting
Voscú Bosco - Sull’isola vi sono circa 1500 ettari di bosco, prevalentemente costituito da pino marittimo e pino d’Aleppo, localmente chiamati Zappinu e Deda. Numerosi sono gli splendidi sentieri da percorrere a piedi, sebbene la maggior parte dei panteschi dalla mentalità pragmatica vi si avventuri soltanto durante la stagione dei funghi, che inizia ad ottobre e termina a gennaio. Woods - There are about 1,500 hectares of forest on the island, mainly composed out of Maritime and Aleppo pine, locally called ‘Zappinu’ and ‘Deda’. There are numerous beautiful walking paths, yet most practicalminded Pantescans will only venture into the woods during the mushroompicking season, which starts in October and ends in January.
Zzibibbú Zibibbo - Conosciuto anche come Moscato d’Alessandria, questo vitigno bianco viene di solito piantato in piccole conche, per catturare la rugiada ed essere protetto dal vento. Si tratta della varietà di uva più coltivata sull’isola, meglio conosciuta come parte essenziale del processo di fabbricazione del Passito, per produrre il quale viene essiccata al sole per tre o quattro settimane; da qui il nome, che viene dall’arabo zibib e significa uva passa. La quantità e la qualità del raccolto può variare notevolmente, a causa dei diversi microclimi e dei venti, sempre presenti e sempre mutevoli. Zibibbo - Also known as Moscato d’Alessandria, this white grape is usually planted into small trenches, to catch the dew and be shielded from the wind. It is the most cultivated grape on the island, best known as a vital part of the Passito making process, for which it is sun-dried for three or four weeks; hence its name, which comes from the Arab word zibib that means died grape. The quantity and quality of the harvest can fluctuate greatly due to the different micro-climates and the ever present, yet ever changing, winds.
Walter Tjantelé ha lavorato per molti anni come fotografo, direttore artistico e disegnatore grafico per dite multinazionali in circa 40 paesi del mondo. All’apice della sua carriera ha scelto uno stile di vita diverso, così si è trasferito insieme alla moglie e le figlie in una piccola isola italiana del mediterraneo. Vivendo a Pantelleria per più di 2 anni ha realizzato un documento unico attraverso una visione genuina di uno dei luoghi più autentici e inusuali di Europa. Walter Tjantelé worked for many years as a photographer, art director and graphic designer for multinational companies in over 40 countries around the world. At the height of his career he choose for a different lifestyle and moved with his wife and two little daughters to a tiny Italian island in the Mediterranean. While living for more than two years on Pantelleria, he achieved to make a unique document with a genuine vision on one of Europe’s most authentic and unusual places.
Price: 45€ Info: waltertjantele@gmail.com