La grande guida alla Search Engine Optimization

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La grande guida alla Search Engine Optimization Completa e aggiornata con tutte le principali tecniche SEO per scalare le SERP e migliorare il posizionamento Google del tuo sito web tra i risultati organici. Questa guida raccoglie una serie di regole di SEO (Vedi Cos’è la Search Engine Optimization) per migliorare la posizione di un qualsiasi sito internet tra le pagine dei risultati di ricerca organici – SERP in gergo tecnico – di Google e dei motori di ricerca in genere. La guida racchiude tutte le informazioni e le attività fondamentali per ottimizzare efficacemente il ranking di qualsiasi sito: blog, e-commerce, portali corporate, landing page, etc.. La guida è principalmente indirizzata al miglioramento tra le SERP di Google, per il semplice fatto che a tutt’oggi è il più utilizzato al mondo, ma le tecniche illustrate funzionano egregiamente anche per aumentare la visibilità sugli altri Search Engines come Bing, Yahoo, Ecosia, Qwant, eccetera. Google ha più volte dichiarato che il numero di parametri presi in considerazione per il calcolo del ranking all’interno dei risultati è dell’ordine delle centinaia e che l’algoritmo di calcolo è in continua evoluzione: identificarli tutti è impossibile anche perché l’algoritmo è tutelato da copyright e segreto industriale. E’ però sempre possibile sperimentare, analizzare i risultati e giudicare di conseguenza. Ed è quello che è necessario fare tutti i giorni per capire cosa funziona… e cosa no.

Indice grafico

Tutte le sezioni

Clicca sulle immagini per accedere alle sezioni principali della guida, oppure clicca su Tutte le sezioni qui sopra per l’indice completo. Come viene calcolata la posizione del mio sito?

Il processo di indicizzazione e la SERP: frequenza delle scansioni, triggers, personalizzazione dei risultati di ricerca, calcolo del ranking e come verificare la posizione per parole chiave.

Metodologie e misure di SEO opzionali

Metodologie supplementari per affinare ulteriormente il piazzamento del sito in classifica. Influiscono in modo marginale o comunque solo in determinati contesti.

Regole e tecniche principali per apparire in prima pagina su Google

Le regole e le tecniche principali che devi soddisfare per ottenere un ottimo posizionamento tra i risultati di ricerca di Google, per il tuo sito internet.

Strategie e metodi aggiuntivi di ottimizzazione

Metodi e strategie aggiuntive per perfezionare la visibilità del sito ed ambire ad arrivare primi su Google.

Fattori inutili e obsoleti

Software e strumenti utili

Fattori obsoleti, ritenuti inutili dalla maggior parte dei motori.

Software fondamentali e professionali per la SEO, per il controllo dei backlink e della velocità di pagina, per l'analisi delle keywords.

Oltre a questo è indispensabile sapere cosa piace ai Ottenere la prima posizione, o ache solo arrivare in prima motori e cosa non piace, e per farlo bisogna avere pagina su Google, spesso non è un compito semplice. informazioni aggiornate su quali siano le corrette Richiede sicuramente studio, tempo e pazienza, tecniche da adottare. Questo è il compito fondamentale esperienza, intuito, capacità … e in qualche caso anche di ogni specialista di Web Marketing che si voglia un pizzico di fortuna! Per raggiungere la vetta può essere occupare in particolare di Search Engine Optimization. necessario avere una buona conoscenza dei linguaggi di Premesso tutto questo, è chiaro che per ottenere un programmazione usati sul Web (PHP, VB.Net, Java ecc.), risultato soddisfacente è indispensabile avere un buon della struttura dell’HTML, del funzionamento generale dei bagaglio di esperienza alle spalle ed investire motori di ricerca. Occorre saper scrivere ottimi contenuti, quantomeno del proprio tempo per svolgere tutte le realizzare strumenti accattivanti, avere conoscenze di attività necessarie a scalare le vette del ranking. In Marketing e così via. D’altronde, se fosse un lavoro mancanza del tempo o dell’esperienza necessaria, il semplice, sarebbero tutti primi su Google! consiglio è sempre di affidarsi ad uno specialista in materia di SEO o a un team di esperti. Prima di buttarti a capofitto nella lettura o di ingaggiare qualcuno che pensi sia in grado di “posizionare” il tuo sito, ti invitiamo a leggere l’articolo “Essere Primi su Google: Quando è possibile e quando non lo è “. Nell’articolo

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abbiamo cercato di spiegare con metodi semplici quando è possibile ottenere risultati, con quale sforzo (di tempo o economico), e quando invece forse è meglio lasciar perdere. buona lettura e buon lavoro

Come viene calcolata la posizione del mio sito? In quale modo Google (ed in genere, i motori di ricerca) stabiliscono dove inserire un sito all’interno di un insieme di risultati? Spendiamo due parole per descrivere quale sia il processo per il quale una certa pagina web appare o meno all’interno di una pagina di Google o in generale di un motore di ricerca qualsiasi (Bing, Yahoo!!, Virgilio ecc. adottano strategie simili). Abbiamo volutamente sostituito il termine pagina web, al posto del più generico “sito”, perché la classifica nelle SERP è calcolata differentemente pagina per pagina. Non solo, la posizione di ogni singola pagina è differente in base alla parola chiave che viene ricercata, alla località dalla quale viene effettuata la ricerca ed ad un’infinità di altri fattori. Andiamo per ordine.

L'indicizzazione: ovvero, fai sapere ai motori che esisti Innanzi tutto Google deve conoscere il sito: deve insomma sapere che il sito esiste sul Web e corrisponde ad un ben preciso indirizzo URL (Uniform Resource Locator). Questo meccanismo prende il nome di indicizzazione ed è il punto di partenza di qualsiasi strategia di Search Engine Optimization. In realtà si tratta per tutti i motori di un meccanismo composto da molti passaggi, ma possiamo riassumere questo processo in tre passaggi fondamentali: Conoscenza – Il motore di ricerca deve sapere che esiste un nuovo sito in rete, il vostro. Prima il motore vi conosce, prima indicizzerà e visiterà il sito. Scansione/Spidering – Una volta a conoscenza della presenza del sito, il motore deve poter visitare le pagine leggendone i contenuti, i link, le immagini, i meta tag, gli attributi fondamentali e così via. Queste operazioni vengono denominate spidering e sono effettuate, nel caso di Google, da GoogleBot. Lo spider di Google, che naviga tutte le pagine del sito e le invia allo Storage centrale, un grosso “magazzino” di bit dove le pagine vengono temporaneamente memorizzate per essere successivamente analizzate. Archiviazione ed indicizzazione – In base ai risultati ottenuti dallo spider, il motore decide se archiviare ed indicizzare le pagine per mostrarle tra i risultati di ricerca. Aver portato un sito online non necessariamente garantisce che questi due passaggi vengano eseguiti in breve tempo. Per questo motivo è sempre meglio comunicare a Google ed agli altri motori di ricerca l’esistenza del sito appena possibile utilizzando le funzionalità messe a disposizione dai motori stessi. Ad esempio, installando e configurando Google Search Console nel caso di Google o gli Strumenti per Webmaster di Bing per velocizzare l’indicizzazione su Bing, Yahoo e tutti gli altri motori di casa Microsoft (Trovi i link alla sezione strumenti). Bisogna considerare che questo processo di indicizzazione, per siti appena pubblicati, può durare da pochi minuti a diverse settimane, in base alle dimensioni ed all’autorità del sito. Per dare un metro di paragone, un sito di grandi dimensioni lanciato con una campagna pubblicitaria attraverso i mass media, viene normalmente indicizzato in pochi minuti. Viceversa, un sito di poche pagine relativo ad un’attività locale o che comunque nessuno conosce, potrebbe metterci diverse settimane o addirittura, mesi. Esistono tecniche SEO particolari per “sveltire” l’indicizzazione ma per la maggior parte dei siti il tempo di attesa è grossomodo questo. Bisogna quindi avere pazienza: durante questo lasso temporale il sito semplicemente è invisibile e non è posizionato per nessuna parola chiave. Se hai già eseguito gli opportuni passaggi ma il sito non ti sembra ancora indicizzato, puoi verificare a questa pagina l’indicizzazione su tutti i motori e leggere qualche consiglio aggiuntivo su come velocizzare l’indicizzazione.

L'elaborazione delle pagine per il calcolo del ranking Le pagine indicizzate vengono tutte elaborate per definirne il Ranking: l’indice di autorevolezza che il motore attribuisce alla singola pagina rispetto ad una o più parole chiave, dalla quale poi se ne stabilisce la posizione all’interno di ogni pagina di risultati, comunemente detta SERP. Nel caso di Google, l’elaborazione delle pagine procede prima di tutto attribuendo uno o più Topics (Argomenti) ad ogni pagina, rilevati in base all’analisi semantica della pagina stessa. Per esempio una pagina che spiega una ricetta vegana sarà plausibilmente classificata con argomenti simili a “cucina”, “verdure”, “natura” e “ricette”. Non sappiamo con esattezza quali siano i topic che i vari motori usano ma è probabile che vengano utilizzate classificazioni simili a quelle rilevate in ADWords. Google è in grado di classificare ogni sito internet in base agli argomenti che tratta, a vari segmenti di affinità e probabilmente a molti altri cluster (insiemi) di informazioni a noi non noti. E’ ovvio quindi che il piazzamento di ogni pagina sia derivato anche da questo tipo di classificazioni.

Google è in grado di classificare ogni sito in base agli argomenti che tratta

Ed è anche in grado di classificarli in base a segmenti di mercato specifici

Oltre alla classificazione per argomenti, Google provvede ad analizzare il testo di ogni pagina alla ricerca delle parole chiave della pagina stessa. Il concetto di keyword density ormai è obsoleto e bene o male tutti i motori si affidano a tecniche di analisi semantica molto più avanzate. Google ad esempio è in grado di riconoscere sinonimi, parole derivate che utilizzano lo stesso lemma, parole correlate o logicamente connesse e così via. Rilevate le parole chiave, il motore inizia a sperimentare con la pagina, visualizzandola agli utenti in posizioni inizialmente molto lontane dalla cima (Normalmente, ben oltre il 100° risultato) e solo su cosiddette long tail: ovvero frasi chiave molto lunghe e molto specifiche. In molti casi il motore agisce in maniera conservativa privilegiando i risultati già consolidati rispetto ai nuovi risultati introdotti ogni giorno sul web. Se la nuova pagina piace al motore e agli utenti per una certa parola/frase


chiave, il ranking della pagina cresce per quella parola chiave, inizia a crescere di conseguenza per i lemmi ad essa correlati e in definitiva a scalare la classifica verso l’alto per short tail a traffico più elevato. In condizioni normali, la crescita per ogni keyword procede fino a stabilizzarsi in un certo punto della SERP Google. Se viceversa la pagina non piace, il ranking scende di conseguenza e la pagina… sparisce nel nulla.

Esempio Ritorniamo all’esempio della ricetta vegana e supponiamo che tratti una nuova ricetta per cucinare un hamburger di soia. Google potrebbe iniziare a sperimentare visualizzando la pagina per le parole chiave “come cucinare un hamburger di soia“, “come si prepara un hamburger di soia” e “come si fa un hamburger di soia“. Se la pagina “piace”, crescerà sia per queste parole chiave lunghe sia per parole chiave più corte come “hamburger di soia” o “hamburger”.

Anche le parole chiave vengono suddivise per cluster. Basta digitare qualche lettera nella casella di ricerca Google per accorgersene!

Crawling e frequenza delle scansioni La frequenza sia delle scansioni sia delle elaborazioni è variabile da sito a sito: tipicamente siti che hanno già un ranking elevato per diverse parole chiave, contenuti aggiornati di frequente ed un buon traffico di visitatori vengono scansionati ed elaborati più volte al giorno mentre siti a basso Ranking, con contenuti meno dinamici e basso traffico vengono scansionati e rielaborati nell’arco di qualche settimana o di qualche mese. Anche su questo aspetto bisogna quindi avere pazienza: I siti neonati subiscono ricalcoli con frequenze molto basse e qualsiasi modifica facciate ai contenuti ha bisogno di settimane o mesi prima di essere “reinterpretata” dai vari motori. A questa regola generale esistono diverse eccezioni grazie ad un’infinità di cosiddetti Trigger : regole particolari che scatenano scansioni, valutazioni e riposizionamenti molto rapidi dei siti spesso dovute a particolari tendenze che il motore rileva nella giornata (Per esempio, grandi eventi, tragedie e incidenti o altri trend di ricerca ) e che hanno l’intento di offrire agli utenti informazioni aggiornate rapidamente.

Esempi di trigger e variazione istantanea del ranking Un esempio tipico dell’applicazione di un trigger sono gli eventi catastrofici: Se Google in una data ora rileva una crescita anomala nel numero di ricerche sulla parola chiave “terremoto” e annesse, immediatamente fa comparire ai primi posti in classifica le pagine aggiornate di recente contenenti la parola chiave “terremoto” (o parole correlate), pescandole prima di tutto dai siti con maggior autorità. Questo tipo di posizionamento istantaneo del sito tipicamente non perdura a lungo a meno che i visitatori non mostrino un interesse costante nel tempo nella pagina. Un altro trigger piuttosto conosciuto è quello casuale. Durante la sperimentazione, il motore decide di inserire temporaneamente in alto in classifica pagine che normalmente sono più in basso, per analizzare come si comportano i visitatori con il nuovo risultato: Se i visitatori mostrano in qualche modo interesse nei contenuti (Rimanendo a lungo sul sito, iniziando a “parlare” del sito in rete creando menzioni, backlink e così via), il motore valuta che la pagina sia più interessante di quelle già presenti tra i risultati ed automaticamente ne migliora la posizione in modo duraturo. Viceversa se durante questo lasso di tempo i visitatori non dimostrano interesse sufficiente, la pagina perde la collocazione in classifica e torna al livello originale, o scompare dalla Top 100.

Posizione relativa e personalizzazione dei risultati di ricerca in base alle informazioni che il motore ha ... su di te A questi meccanismi si aggiungono una serie di logiche che personalizzano il risultato per ogni singolo utente utilizzando: La cronologia delle visite dell’utente La sua ubicazione geografica Le metriche inerenti le preferenze e gli interessi dell’utente e molti altri parametri che il motore di ricerca ha registrato, al fine di restituire un risultato il più possibile pertinente con ciò che l’utente sta cercando. Per questo motivo se visiti spesso un sito web (Per esempio, il tuo), Google tende a farlo comparire nelle prime posizioni tra i risultati di ricerca per parole attinenti ai contenuti del sito stesso. Questo non significa assolutamente che il sito sia realmente in quel punto: significa solo che tu lo vedi lì perché Google presuppone tu abbia la necessità di arrivare rapidamente al tuo sito. Tutti gli altri utenti lo vedono inserito in punti diversi che possono tranquillamente essere decine o centinaia di posti più indietro in classifica.

Come rilevare la posizione del sito? Per sapere con un po’ più di accuratezza in quale posizione naturale si trova il sito: Puoi utilizzare le modalità di navigazione in Incognito di Google Chrome o Mozilla Firefox digitando la frase chiave per la quale ti interessa conoscere il ranking. Puoi utilizzare gli strumenti di analisi messi a disposizione dei motori (Vedi i link all’inizio della guida). Questi strumenti, per molte parole chiave ma non per tutte, riportano la posizione media tra i risultati di ricerca. Infine, puoi utilizzare lo strumento per la ricerca del posizionamento . Attualmente sono supportati Google, Bing e Yahoo! ed è possibile simulare la ricerca in diverse lingue e nazioni.

L'Algoritmo di calcolo Il processo di elaborazione e ricalcolo dei risultati è piuttosto complesso. Nessuno dei motori di fatto ha mai rilasciato ufficialmente l’algoritmo di calcolo attraverso il quale vengono presentati i risultati. Google tuttavia ha fornito diverse volte informazioni più o meno dettagliate su quali siano le principali variabili delle quali tiene conto e ha messo a disposizione di tutti alcune sintetiche guide alla Search Engine Optimization con indicazioni da seguire, per lo più tuttavia già conosciute a chi si interessa di SEO. La guida di Google tuttavia, omette volutamente alcuni parametri che sono invece molto importanti per ottenere successo. Le ragioni per cui ne Google ne gli altri motori hanno mai rilasciato la versione completa del proprio algoritmo di calcolo sono almeno due: La prima è che gli algoritmi in sé sono coperti da Copyright. Nel caso di Google ad esempio, questo è uno dei due elementi (L’altro è l’estrema semplicità d’uso) che ha consentito a Google di sbaragliare tutti gli altri concorrenti a fine anni ’90 grazie all’accuratezza dei risultati prodotti. La seconda è che, conoscendo l’algoritmo, tutti sarebbero in grado di ottimizzare i propri siti al meglio per ottenere le prime posizioni ed i risultati quindi non sarebbero più attendibili per chi effettua le ricerche.


Essendo fondamentalmente un software, l’algoritmo per la classificazione subisce piccole modifiche quasi quotidianamente e grandi modifiche ad intervalli più o meno regolari di qualche mese: Agli addetti ai lavori sono piuttosto note le modifiche denominate “Panda” e “Penguin” di Google che nel 2012 hanno colpito vigorosamente il Web declassando (Ed in alcuni casi eliminando completamente) un buon numero di siti Web. Così come l’introduzione dell’algoritmo di machine learning nel 2016 o dell’indice mobile first tra il 2017 ed il 2018 (Vedi anche l’articolo Il messaggio “Mobile-first indexing enabled for”).

Analisi della concorrenza La concorrenza gioca un ruolo fondamentale nel calcolo del posizionamento di un sito internet. Per ottenere risultati è indispensabile infatti analizzare la concorrenza e cercare di capire i motivi per i quali i siti dei concorrenti sono piazzati meglio del tuo: procedimento che prende il nome di gap analysis. Analizzare la situazione dei siti ai primi posti su Google per le stesse parole chiave su cui vuoi competere ti aiuta ad ottenere un’idea chiara del lavoro necessario a raggiungerli, delle attività di Search Engine Optimization da compiere per ottenere un certo obiettivo e dello sforzo da mettere sul piatto per raggiungere o superare i concorrenti. E con un po’ di fortuna, ti aiuta a diventare il primo. Ad esempio, se il sito web al terzo posto ha 1.000.000 di link in ingresso, 1000 pagine di contenuti ed un dominio registrato da 10 anni mentre il tuo sito neonato ha solo 2 link e 10 pagine, scalare il 3° in classifica sarà ovviamente un compito impossibile nel breve termine. Analizzando il quinto concorrente però potresti scoprire che possiede solo 100 link in ingresso, 10 pagine di contenuti e magari non rispetta appieno tutte le buone norme di SEO contenute in questa guida: in questo caso il compito di raggiungere e superare il 5° o il 4° piazzamento dovrebbe essere molto più semplice. I parametri da tenere in considerazione sono tutti quelli enunciati nella guida: Qualità e quantità dei contenuti, link in ingresso, struttura del sito, url, meta tag, anzianità del dominio e così via. Condurre un’analisi di questo tipo ha sempre un costo in termini di tempo o denaro ma è spesso necessaria per capire fin dove possiamo spingere con l’attività di SEO e definire bene quale sia la probabilità di raggiungere il livello desiderato in classifica.

Le regole e le tecniche principali che devi soddisfare per ottenere un ottimo posizionamento tra i risultati di ricerca di Google, per il tuo sito internet.

Regole e tecniche principali per apparire in prima pagina su Google Regole, metodi e tecniche SEO fondamentali per migliorare il posizionamento del sito su Google, e sui motori di ricerca. Il rispetto di queste regole garantisce un buon risultato in termini di ranking se la concorrenza non è eccessiva. Viceversa, ignorare questi principi significa quasi sicuramente non ottenere nessun piazzamento in classifica oppure ottenere risultati deludenti. Le regole riportate, in questa e nelle sezioni successive, valgono per qualsiasi tipo di sito web: Portali, blog, e siti vetrina dinamici (Costruiti con WordPress, Drupal, Joomla, ) o su piattaforme online (Blogger, Wix, Weebly, Jimdo, etc.) E-commerce (Magento, Prestashop, Woocommerce, etc.) Landing pages dinamiche o statiche (Bootstrap, Angular, ReactJS, etc.) A prescindere dalle tecnologie utilizzate, tutti i siti seguono le stesse regole agli occhi di Google.

Scegliere il nome di dominio perfetto Il primo passo da prendere in considerazione per raggiungere il successo sotto l’aspetto dell’ottimizzazione SEO di un sito web è … la scelta del nome di dominio, ovviamente. Acquistare e registrare il nome di dominio più appropriato è il primo importante step che è importante centrare per evitare problemi successivamente. Quale nome di dominio è meglio scegliere allora? E’ tutt’oggi pratica diffusa, inserire le parole chiave attinenti ai propositi generali del sito nel nome del dominio o meglio, registrare direttamente il nome di dominio con parole chiave che per così dire risultano “interessanti” ai fini della propria attività commerciale o comunque dell’attività cui punta il sito. I nomi di dominio così creati vengono denominati anche Exact Match Domain (EMD). Se il sito tratta per esempio di botanica e giardinaggio fai da te, il nome di dominio EMD relativo potrebbe essere semplicemente www.botanicagiardinaggiofaidate.it oppure www.botanica-giardinaggio-fai-da-te.it. Se invece hai un’attività locale, ad esempio un fiorista a Belluno, un nome di dominio adatto potrebbe essere www.fioristabelluno.it oppure www.bellunofiori.com. Se da un lato è vero che questa pratica può ancora portare a ottimi risultati in termini di SEO, fino addirittura a raggiungere la 1° posizione su Google in alcuni casi, bisogna prestare molta attenzione nella scelta. Per vari motivi: Nomi di dominio troppo mirati possono risultare artificiosi agli occhi degli utenti spingendoli quindi a cliccare su risultati più naturali. Gli utenti hanno difficoltà a ricordare i nomi di dominio troppo lunghi. E’ discretamente probabile che il dominio si posizioni solo per quelle parole chiave. Google ha introdotto penalizzazioni nei confronti dei domini con parole chiave esatte, e ne introdurrà anche in seguito. Nella pratica, il nome di dominio perfetto può semplicemente essere il tuo nome se sei un blogger o un professionista, oppure il nome della tua attività commerciale, del tuo marchio, brand o prodotto se sei un imprenditore. In questo modo Il sito risulta sicuramente più appetibile agli utenti, non rischi penalizzazioni, aumenti la fiducia nei visitatori e l’awareness nel dominio, brand o prodotto. In tutti i casi, meglio registrare un nome unico, distintivo e non troppo lungo. Scegliere il nome di dominio migliore per attività locali (Negozi, ristoranti e pizzerie, immobiliare/edilizia, concessionari ...) Se hai un’attività locale, ovvero servi clienti all’interno di una certa distanza dalla tua attività, come ad esempio un


Versione completa consultabile online su https://www.b2bgenius.it/grande-guida-seo/


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