BOOK | Fashion Stylist Mirko Burin

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M.BURIN FASHION STYLIST



“La moda è la regina dell’aspetto esteriore perchè strumento privilegiato di espressione dell’unicità personale” Gilles Liporevsky



F A S H I O N C L A S S I C & S T Y L I N G I C O N S project 1


“Il design non è come sembra o come appare il design è come funziona. steve jobs


ph. andrea chemelli pubblicazione: look magazine n째 38


L

A

V

O

C

E

D E L B I A N C O project 2


ph. alfonso papa


soffro per rumori e suoni inutili...


ph. alfonso papa


niente e nessuno può fermarmi... voglio esprimermi.


ph. alfonso papa


ph. francesco veronesi


ph. alfonso papa


SERGEI GRINKO S H O O T I N G intervista alla truccatrice NICOLETTA CONTEDUCA

project 3

Per l’ultimo shooting del servizio fotografico dedicato a Sergei Grinko, in cui abbiamo seguito il lavoro di styling fatto da Manuela Mezzetti, il nostro compito è stato quello di osservare e raccontare tramite delle interviste i retroscena e, di conseguenza, i professionisti del settore che lavorano per la riuscita di un servizio fotografico.

Tra le varie figure professionali da intervistare io

ho scelto la truccatrice, non solo perchè mi interessava approfondire il suo aspetto lavorativo, ma soprattutto perché conoscevo già la Nicoletta Conteduca, ed ero onorato di poter approfondire sia il suo aspetto personale che lavorativo.


È da molto tempo che fai questo lavoro? “ Sono quasi vent’anni. Inizialmente non è stato un lavoro a tempo pieno, lavoravo nei fine settimana, coltivando la mia passione truccando spose e partecipando a fiere del settore come ad esempio il Cosmoprof. È diventato il mio principale lavoro nel 1997 e l’ho portato avanti fino ad oggi.” Hai detto che per te il lavoro di truccatrice è una passione, che fortunatamente è tramutata in lavoro, ma quando hai scoperto la tua vocazione? “Ricordo che fin da piccola andavo a teatro con mia mamma, che è una grande appassionata di opere liriche, e non potendoci permettere di andare agli spettacoli serali andavamo a vedere le prove generali. Qui oltre che allo spettacolo riuscivo a vedere tutto quello che succedeva dietro le quinte. Ero attratta da tutti i trucchi, pennelli e altri oggetti che venivano usati da queste signore, che teneramente chiamavo, ‘le signore che truccano’. Quando uscivamo da teatro puntualmente continuavo a raccontare a mia mamma con enorme entusiasmo quello che avevo visto e le confidavo che da grande volevo fare “quella che truccava”. Con il tempo, ovviamente, capii che questa professione si chiamava truccatrice. Ad un compleanno ricevetti il kit giocattolo della truccatrice, composto dalla testa di una bambola e i suoi trucchi. Io accantonai i trucchi giocattolo e mi misi ad usare quelli di mia mamma e di mia sorella, le quali si prestavano anche come cavie. All’età di dieci anni truccai anche mia sorella al suo matrimonio. Vedo che i tuoi occhi brillano di gioia mentre mi racconti la tua storia con il mondo del trucco, come se per un attimo fossi tornata bambina, e rivivessi con la stessa passione quei momenti. Ma, qual è stato il passo successivo che ti ha fatto passare da semplice gioco e professione ? “Quando avevo sedici anni andai ad un corso di trucco che pagai con i soldi che guadagnavo in vari lavoretti. Alla mattina andavo a scuola, poi al pomeriggio lavoravo e alla sera andavo al corso. Ricordo che il corso era per principianti, ma la mia docente insisteva sul fatto che io avessi già preso lezioni di trucco. In quei momenti capii che tutte le ore che avevo passato a truccare il volto oramai consumato della mia bambola, erano servite a farmi acquisire manualità. Quindi non è mai stato solo un gioco. Ancora oggi la linea di demarcazione tra gioco e lavoro nel mio caso è molto sottile perché io amo il mio lavoro. Per me il trucco è anche comunicazione, io comunico truccando. Anche mio padre diceva lo stesso a mia madre quando ero piccola e disegnavo nei muri, “non sgridarla, lasciala disegnare, disegna per comunicare.” Dopo tanti anni cosa ti appassiona di più del tuo lavoro? “Domanda difficile, e richiede un po’ di riflessione. Mi appassionano molti aspetti di questo lavoro. Non c’è una cosa che mi appassiona di più, adoro il trucco moda, non quello cinematografico o televisivo, esperienze che comunque ho fatto e porto nel cuore, ma non mi danno gli stessi stimoli di quello che invece ho dal trucco moda. Dallo shooting alle sfilate di presentazione, la frenesia e l’ansia che respiri, l’imprevisto dell’ultimo secondo mi fanno sentire viva e mi danno stimoli nuovi tutte le volte che trucco. Un lato bello di questo lavoro è che lavori in luoghi ogni volta differenti con persone diverse e ci sono sempre imprevisti.” E’ bello sentirti raccontare tutte queste cose. Trovo stimolante e appagante il poter ascoltare una persona che racconta il suo sogno lavorativo realizzato, soprattutto per un ragazzo come me che sta studiando moda e che

vorrebbe fare lo stylist. Tutto questo infatti, mi permette di continuare a sognare e lottare per arrivare al traguardo atteso. Tornando a noi e al tuo lavoro, sicuramente incontrerai delle difficoltà, quali sono ? “La difficoltà maggiore è capire quello che un cliente vuole e che non sempre riesce a fartelo capire, soprattutto quando non portano immagini di riferimento. Ti faccio degli esempi per spiegarti: il cliente vorrebbe un’acconciatura voluminosa, ma la modella a disposizione non ha una folta chioma, quindi devo trovare il giusto compromesso tra la richiesta e i pochi capelli della modella, in modo da accontentare tutti. Altro esempio; il cliente arriva e mi richiede un rossetto colorato! E io mi chiedo cosa vuol dire colorato? Tutti i rossetti sono colorati!!” Oltre a truccatrice tu sei anche Hair stylist, infatti nel servizio che faremo ti occuperai sia del trucco che del parrucco, ma anche quest’aspetto del tuo lavoro è una tua passione? “Non proprio. Quando ho cominciato a lavorare in questo settore, non era chiesto che la truccatrice facesse anche da Hair Stylist ma, con il tempo, si è iniziato a richiedere maggiori competenze da un lato alla truccatrice e dall’altro al parrucchiere che a sua volta ha dovuto imparare a truccare. Si sono quindi mescolati i ruoli. Quindi più che una passione è stata una necessità, interessante, ma comunque una necessità. Devo ammettere che l’osservazione è il mio punto forte di partenza, osservavo molto i miei colleghi parrucchieri mentre lavoravano ed avevo iniziato ad apprendere alcune tecniche, ma ovviamente non bastava. Con una mia amica ho deciso di richiedere ad una famosa Hair stylist londinese se potesse farci un corso accelerato di parrucco. Detto fatto, appena è arrivata in Italia ci siamo rinchiuse in una camera d’albergo per alcuni giorni, e qui abbiamo fatto un full-immersion tra pratica e teoria. Poveretta, l’abbiamo letteralmente sfinita.” Per quanto riguarda questo servizio le richieste invece sono state chiare? “Diciamo che non ho avuto particolari richieste, perché la realizzazione del trucco è stata ragionata con la stylist. E’fondamentale avere un buon rapporto e soprattutto fiducia reciproca con la stylist. è la persona con la quale devi collaborare di più: può darti l’imput giusto ma anche quello sbagliato. Lo stesso avviene con il fotografo e la modella, ma lo stylist ti da’ le linee generali per dare vita al lavoro.” Quindi che trucco hai pensato? “La collezione è già ricca e imponente di suo, quindi poco colore, mantengo i toni della collezione: nero, verde acqua e argento.Ho deciso di infoltire le sopracciglia e darli quindi un aspetto meno curato. La sirena che dobbiamo interpretare è una regina dei mari un po’ maligna. Per questa ragione ho pensato ad un’acconciatura simile a quella della medusa, ho quindi attorcigliato i capelli a del filo di ferro. L’idea a monte è stata quella di trasmettere il senso di movimento che ha un corpo sott’acqua e, il trucco e parrucco svolgono proprio questa comunicazione.” Ti piace la collezione Atlantis? “Si , direi di si. Ci sono dei pezzi che mi piacciono molto, altri meno, ma credo sia normale.” Ti sei documentata sullo stilista e sul tema trattato nella sua collezione? “Si, ho fatto una ricerca sia su di lui che sulla sua collezione. Ho visto molte immagini dei vestiti anche se devo dire che poi dal vivo l’impatto è completamente diverso, alcuni pezzi ti lasciano veramente a bocca aperta. Poi ho fatto anche una ricerca sia informativa che di immagini sulle sirene e sulla loro storia e devo ammettere che ho scoperto delle cose molto interessanti, come

ad esempio che prima di avere le pinne avevano la ali e sono state mandate negli abissi per punizione.” Mi hai accennato del tuo rapporto con la stylist ma, con il fotografo Maurizio Fantini, che rapporto hai? “Parlando di Fantini, non posso scindere tra l’aspetto personale e quello professionale. Infatti con alcuni fotografi instauri un rapporto oltre all’ambiente lavorativo. questo è il caso di Maurizio.Tra noi c’è una forte stima, ‘per me è bravissimo.’” Hai parlato di stima e buon rapporto tra te e gli altri professionisti, questa è una condizione necessaria per un buon servizio? Sicuramente. Quando con stylist e fotografo non hai un buon rapporto, è difficile instaurare un buon lavoro. L’umore influenza molto il lavoro. Importante è creare un clima amichevole, in modo tale che il mio lavoro venga bene. C’è un collega in particolare che ammiri? “Non proprio. Ammiro tutte le persone che riescono a mantenere la bellezza della modella. Credo che debba essere un piacere per tutti coloro che la guardano.” Una volta chiacchierando mi hai detto che tu instauri un particolare rapporto con i tuoi oggetti di lavoro. Che cosa intendi precisamente con questa affermazione? “Partendo dal presupposto che considero truccatore/rice chi sa usare tutto il materiale adeguato per un buon lavoro, quindi buoni trucchi, pennelli e quant’altro egli deve anche saper riconoscere i suoi prodotti. Devi viverli e devi instaurare un buon rapporto con loro. Pensa che quando mi prestano un pennello che non è il mio o erroneamente viene scambiato, io impugnandolo riconosco subito che non è il mio. Lo stesso succede con i pennelli nuovi: devo prima maneggiarli un po’ e poi li posso usare tranquillamente . Comunque questa non è una caratteristica solo mia; anche altri miei colleghi condividono questo mio pensiero. Infine un truccatore deve avere sempre tutto con se, dallo smalto ai trucchi, dalle creme ai prodotti vari.” Chiudiamo con una domanda più soft. Che musica ti piace ascoltare mentre lavori? “Tutta la musica, tranne quella italiana e quella rock anni 80. Mi piace ascoltare la musica commerciale perché riesce ad accompagnarti anche se non le presti troppa attenzione. Anche la musica classica mi piace molto, sa avvolgere e trasmettere emozioni che difficilmente i brani di oggi riescono a comunicare.”


S T Y L I N G project 4


ph. Fabrizio Chyrek



ph. Fabrizio Chyrek



ph. FRANCESCO VERONESI


ph. FRANCESCO VERONESI


ph. Fabrizio Chyrek


ph. Fabrizio Chyrek


“Il segreto della bellezza consiste nell’essere interessante; nessun tipo di bellezza può essere attraente senza essere interessante” CHRISTIAN DIOR


M.BURIN BURIN.MIRKO@GMAIL.COM +39 340 3373933


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