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Fiera autunnale Bernese
familiare
divertente
WIR
ybms.ch - Bern/Murten
Invito
fiera WIR ufficiale di Berna
13 - 15 settembre 2013
BERNEXPO venerdĂŹ 13 sett. ore 11 - 21, sabato, 14 sett. ore 10 - 20, domenica, 15 sett. ore 10 - 18
WIRMESSE Bern
WIRPLUS luglio 2013
Vecchi e giovani Editoriale
La Banca WIR si accinge a festeggiare il suo 80° anniversario. I membri del consiglio di amministrazione hanno un’età media di neanche 52 anni, un valore insolitamente basso per una Banca. Questo si spiega soprattutto con la nomina di Marc Reimann, 32 anni, in occasione dell’assemblea generale del 22 maggio. Scelto tra un’ampia rosa di candidati, Marc Reimann si è affermato grazie al suo impegno a favore della prossima generazione di imprenditori di PMI, imprese che vogliamo conquistare come clienti per la Banca WIR, e soprattutto per il sistema WIR. Dopo che lo scorso anno l’assemblea generale ha nominato la prima donna nel consiglio di amministrazione, Petra Müller, quest’anno, oltre a Reimann ha chiamato in consiglio di nuovo un rappresentante della Svizzera romanda, ovvero il presidente del gruppo WIR Svizzera romanda, Kornel Tinguely (pag. 7). La Banca WIR attribuisce grande importanza ai 13 gruppi WIR, associazioni organizzate a livello regionale dove si danno appuntamento gli imprenditori che fanno parte del sistema WIR per scambiare idee, ascoltare relazioni, visitare ditte e allacciare contatti. Come in altre associazioni, anche i gruppi WIR sono spesso caratterizzati da membri avanti negli anni e hanno quindi difficoltà a trovare chi si interessa per il lavoro in comitato. Nella sua tesi per il bachelor, David Brunner ha esaminato da vicino i gruppi WIR, nonché la Banca WIR, giungendo tra l’altro alla conclusione che grazie al networking e al trasferimento del
know-how vengono rafforzati gli effetti positivi del sistema di compensazione WIR derivanti dall’adesione a un gruppo WIR. Brunner propone varie misure per apportare l’energia delle generazioni più giovani nei gruppi WIR e nel sistema WIR (pag. 11). Il popolo svizzero sta invecchiando, e temi come la previdenza
(pag. 20) e abitazione nella terza età assumono crescente importanza. Non tutti hanno però il privilegio di poter trascorrere l’anzianità come prospettato in età più giovane. Le debilitazioni fisiche e mentali limitano il nostro raggio d’azione, anche quello dei familiari. Recentemente si è acceso un dibattito intorno alla questione se è moralmente accettabile trasferire le persone affette da demenza all’estero, dove le cure sono meno care. Ulrich Näf si prende cura da solo del padre da anni, poi hanno concordato di cercare una soluzione nelle Filippine (pag. 29). In quanto azienda che deve far fronte ogni giorno all’aspra concorrenza del settore finanziario, la Banca WIR può invecchiare al massimo sulla carta. Grazie ai suoi prodotti e servizi deve rinnovarsi di continuo ed essere pronta ad affrontare le sfide del futuro. Un gruppo di collaboratori della Banca WIR, in collaborazione con esperti esterni, ha delineato durante un workshop dedicato al futuro dove la Banca vuole arrivare fra 10 anni (pag. 4).
Daniel Flury
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Sommario
PAGINA 4
PAGINA 16
Quale sarà il ruolo della Banca WIR fra 10 anni? In occasione di un workshop dedicato al futuro, rappresentanti della Banca WIR ed esperti esterni hanno definito la strada da seguire.
L’azienda di lavorazione della lana più completa di tutta la Svizzera si trova a Huttwil. Ma la famiglia di Ulrich e Anna-Katharina Grädel non si limita a lavorare la lana di pecore.
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4 Banca WIR 2023 Workshop sperimentale
7 Kornel Tinguely e Marc Reimann:
i nuovi membri del CdA
11 «WIR vanta un enorme potenziale»
Intervista con David Brunner
16 «Non tutti filano, ma nessuno può rinunciare al sonno» Spycher-Handwerk a Huttwil 20 Ottimizzare gli investimenti – e trarne profitto! 23 Anniversario della fiera WIR di Lucerna «60 fiere non sono un motivo per dormire sugli allori» 26 Fiera WIR di Zofingen
29 Vivere e morire a Baguio City 32 Ottimizzazione delle imposte nell’ambito del pilastro 3a 34 La fondazione di pubblica utilità in Svizzera 36 Quando il potere d’acquisto emigra Dott. Richard Schwertfeger
PAGINA 29 Che cosa succede quando diventiamo vecchi e siamo affetti da demenza? Una casa di cura all’estero è accettabile dal punto di vista morale? Ulrich Näf junior e suo padre hanno trovato la soluzione che fa per loro.
39 Pinguini affinati Colonna di Willi Näf
40 Cartoon 41 Appuntamenti
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Banca WIR 2023 Quale sarà il ruolo della Banca WIR fra 10 anni? Quali saranno le esigenze dei clienti della Banca WIR nel 2023 e come potrà la Banca WIR soddisfarle per avere successo a lungo termine? In occasione di un workshop dedicato alle prospettive future circa 40 specialisti esterni, innovatori, clienti e collaboratori, membri del consiglio di amministrazione e del direttorio della Banca WIR hanno sviluppato tesi sul prossimo futuro e su quello ancora lontano dell’impresa.
«Fra 10 anni anche i cinesi saranno membri nell’80% dei consigli di amministrazione in Svizzera», «Il 90% delle madri lavorerà al 100%», «Negli ospedali il lavoro sarà svolto da umanoidi e non ci sarà più bisogno della Spitex»… Con queste e altre tesi provocatorie del genere Nadja Schnetzler della ditta GoTomorrow ha calamitato l’attenzione dei partecipanti al workshop della Banca WIR, li ha fatti uscire dalla loro «zona di comfort» e ha messo in moto il loro spirito creativo. A gettare altro olio sul fuoco ci hanno pensato gli specialisti esterni con le loro presentazioni. Ad esempio, lo studioso di futurologia Georges Roos ha illustrato le modalità con cui la tecnologia genera «più episodi di esperienza vissuta per unità temporale» accelerando così il ritmo di vita, a cui si aggiungono tempi di dimezzamento delle conoscenze sempre più brevi che, a loro volta, contribuiscono a promuovere i cambiamenti sociali. Se, in più, si considera il fatto che i neonati di oggi hanno un’aspettativa di vita di 100 anni, in futuro una banca dovrà prepararsi alla richiesta di un credito aziendale da parte di una 65enne per la creazione della sua nuova ditta…
La comunità mobile Questa cliente passerà personalmente nella succursale di una banca per sottoporre la sua richiesta? Assai poco probabile. Matthias Kröner della Fidor-Bank di Monaco di Baviera ha sottolineato che già oggi il Web 2.0 e gli smartphone possono essere utilizzati dalla comunità mobile ovunque e in qualsiasi momento per sbrigare le operazioni bancarie. Ma, naturalmente, solo dopo che l’utente ha chiesto alla «comunità» se la banca, i suoi consulenti e i suoi prodotti sono affidabili e competitivi. «Le risposte degli utenti su interrogativi concernenti il prezzo di zero euro o zero franchi anziché la consulenza da parte della banca», ecco il futuro secondo Matthias Kröner. 4
Esperti tra di loro: Margrit Kennedy, Matthias Kröner e Georges Roos.
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Stabile ed equa Ulteriori input sono stati forniti dall’esperta di denaro e valute Margrit Kennedy. La Banca WIR deve assolutamente continuare a sottolineare i vantaggi della moneta complementare WIR. Così come altre monete complementari, si tratta di una moneta «forte, dal valore stabile ed equa», ha aggiunto Margrit Kennedy. Grazie alle sue caratteristiche circoscritte regionalmente e promotrici di vantaggi, genera una sorta di «coesione sociale». La monocultura di una moneta nazionale e l’ingiusta ripartizione del denaro, una piaga millenaria dell’umanità, possono essere eliminate o perlomeno mitigate da una varietà di monete complementari (previdenza temporale, monete della sanità, della formazione o dell’energia).*
Road map per un successo di lungo respiro Lavori di gruppo e dibattiti incentrati su una finestra temporale (che cosa non esisteva ancora 10 anni fa che oggi, invece, è presente ovunque?) e sui megatrend (accelerazione, sistema sanitario, società matura ecc.) come anche ricerche su Internet hanno generato centinaia di idee, tesi e parole chiave. Queste ultime sono state sintetizzate e trasformate in iniziative che saranno realizzate nei prossimi due, cinque e dieci anni con l’obiettivo di garantire il successo duraturo della Banca WIR. Quale tappa importante della road map, nel 2023 la Banca WIR assumerà la posizione di centro di competenza per monete complementari in Svizzera. Il sistema WIR sarà esteso ulteriormente e soprattutto «ringiovanito», ad esempio attraverso il coinvolgimento mirato di start-up e neoimprenditori. Anche la media zione di venture capital WIR messo a disposizione da partecipanti WIR affermati può contribuire a questo ammodernamento. Un ruolo chiave sarà svolto dal mercato su www.wir.ch. I parte-
I risultati di lavori di gruppo sono stati raccolti e valutati.
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cipanti WIR ivi riuniti formano una comunità alla quale vengono forniti ulteriori strumenti e piattaforme, tra cui la possibilità di fare commenti e valutazioni. Naturalmente questi rating valgono anche per la Banca WIR. In ultima analisi si ricava un’ottimizzazione della qualità a tutto vantaggio dei clienti e della banca. Daniel Flury
*Lettura consigliata: Margrit Kennedy: Occupy Money - Damit wir zukünftig ALLE die Gewinner sind. (Come diventiamo TUTTI dei veri vincitori.) Casa editrice J. Kamphausen, 2011. ISBN 9783-89901-595-9 E-Book: 978-3-89901-575-1
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Tinguely e Reimann: i nuovi membri del CdA Assemblea generale a Basilea
A Basilea, l’assemblea generale ha designato quali sostituti dei consiglieri uscenti Bruno Berther e Ueli Brunner un rappresentante della Svizzera romanda, Kornel Tinguely, e un rappresentante della giovane generazione di imprenditori, Marc Reimann. Durante l’assemblea sono stati inoltre approvati l’aumento di capitale e il rendiconto annuale con un brillante risultato di 12,64 milioni CHF. Il dividendo sulla parte ordinaria è stato incrementato da 8.85 a 9 CHF.
Dopo 10 anni in carica, il vicepresidente del CdA Bruno Berther e il consigliere Ueli Brunner hanno dovuto lasciare il consiglio d’amministrazione per raggiunti limiti della durata del mandato. Il presidente del CdA Oliver Willimann ha encomiato l’egregio lavoro svolto dai due consiglieri uscenti, entrambi impegnati anche nella commissione responsabile del controlling. Da una rosa di 15 candidati sono stati riconfermati i cinque membri del consiglio di amministrazione Oliver Willimann (presidente), Petra Müller, Georg Anthamatten, Karl Baumgartner e Jürgen Bletsch ed eletti
per la prima volta Kornel Tinguely e Marc Reimann. Kornel Tinguely (Pont-la-Ville FR) è titolare e direttore dal 2003 della Creditreform di Losanna. Dal 1987 partecipa alla rete WIR in qualità di correntista. In veste di Presidente del gruppo WIR Svizzera romanda, intrattiene una fitta rete di contatti con numerose PMI della Svizzera occidentale. Egli considera un proprio compito apportare un sostegno concreto alle fiere e ai gruppi WIR, promuovere l’espansione del sistema WIR in Svizzera romanda e «fare in modo che la nostra banca diventi il punto di riferimento per le PMI». 7
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Marc Reimann, 32 anni (Küssnacht am Rigi SZ), ha conseguito una formazione commerciale e l’anno scorso è subentrato al padre come CEO della società di telecomunicazioni Zirkumflex AG. Forte di questa esperienza personale, egli desidera sensibilizzare i clienti WIR della banca sul tema regolamentazioni successorie, affinché «i partecipanti WIR di oggi siano anche i partecipanti WIR di domani». A suo giudizio, nuovi partecipanti andrebbero ricercati attivamente tra le start-up. Reimann si compiace che, con la sua nomina, il consiglio di amministrazione della Banca WIR si sia aperto «alla generazione successiva d’imprenditori».
Il presidente del CdA Oliver Willimann.
Banca WIR a prova di crisi A soli pochi mesi di distanza dalle celebrazioni dell’80° anniversario della Banca WIR, il presidente del consiglio di amministrazione Oliver Willimann ha ricordato il movimentato passato della banca ai 329 soci riuniti in occasione dell’assemblea generale. Nata il secolo scorso nel bel mezzo della più drammatica crisi economica, la banca si è sempre distinta «per la sua resilienza alle crisi». Oggi, le sfide che la banca deve affrontare sono assolutamente nuove. Fuori dalla Svizzera si percepisce un senso di grande insicurezza e crisi che rende sempre più concreto il rischio di una escalation delle tensioni sociali. Per adesso la situazione in Svizzera è ancora tranquilla, ma il futuro è un punto di domanda. «In diversi settori i carnet d’ordini sono ancora pieni, l’occupazione si attesta su livelli decisamente soddisfacenti e il capitale di terzi può essere ottenuto in pratica a costo zero.» Soltanto le imprese orientate all’export verso i mercati UE cominciano a risentire poco a poco della crisi, così come quegli operatori finanziari che «si sono dedicati a speculazioni e operazioni poco trasparenti». Le sfide derivanti da questo contesto vanno affrontate con i valori che rappresentano la quintessenza di una società cooperativa: coesione, solidarietà e condivisione. «Con questo voglio dire che la Banca WIR non può fronteggiare da sola i problemi che si stanno affacciando. La sua attività è opportuna e utile soltanto in connessione con la società cooperativa.» Altrimenti detto, i prodotti e servizi della Banca WIR servono soltanto nella misura in cui i clienti ne usufruiscono. E il messaggio è diretto anche ai clienti WIR: chi precorre con intelligenza i tempi sa che è importante coltivare la propria rete WIR per poter contare sui partner commerciali WIR nell’eventualità di un indebolimento della congiuntura. Una certa lungimiranza 8
Il presidente del direttorio Germann Wiggli.
è opportuna anche sul fronte dei crediti. Certo, i tassi d’interesse estremamente bassi che vigono oggi hanno pressoché cancellato la differenza tra crediti in WIR e in CHF, tuttavia nel lungo periodo il credito in WIR rappresenta ancora la possibilità di finanziamento più vantaggiosa sulla piazza svizzera.
Non si concedono crediti a prezzi di dumping Come sottolineato anche da Germann Wiggli, presidente del direttorio: «Appena le ipoteche presso un’altra banca co steranno di nuovo 3 o 4% e da noi solo l’1% o poco più, il sistema WIR riprenderà slancio.» Al momento la Banca WIR sta facendo ancora i conti con un calo del 3% del volume dei crediti in WIR, sceso a 855,3 milioni CHW. Nel frattempo quello dei crediti in CHF è aumentato di almeno il 10%, raggiungendo i 2,67 miliardi CHF. In questo contesto Wiggli ha voluto precisare che la Banca WIR non concede crediti a prezzi di dumping. «Per noi è più importante la sicurezza che la massimizzazione del rendimento. Ci accertiamo sem pre che il credito sia sostenibile per chi lo richiede.» A causa dell’attrattiva temporaneamente ridotta del denaro WIR, anche il fatturato WIR ha subito una flessione (6%) e ammonta ora a 1,46 miliardi CHW.
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Il nuovo membro del CdA Marc Reimann.
all’esercizio successivo. Il dividendo viene incrementato da 8.85 a 9 CHF e distribuito attingendo, alla pari dello scorso anno, alle riserve per apporti di capitale. La distribuzione avviene esentasse, a condizione che le parti ordinarie siano detenute nel patrimonio privato.
Consenso sull’aumento di capitale
Il nuovo membro del CdA Kornel Tinguely.
Banca WIR come prima banca All’erosione dei margini la Banca WIR vuole rispondere con una strategia che, secondo Wiggli, punta a garantire la crescita futura e a incentivare il ricorso alla Banca WIR come relazione bancaria di preferenza da parte di un numero crescente di clienti. Questo obiettivo dovrà essere raggiunto integrando e affinando la gamma di prodotti e servizi in offerta. Le ultime misure prese al riguardo sono la partecipazione al 50% nella società IG-Leasing AG e l’introduzione dell’ipoteca LIBOR WIR per il finanziamento di progetti edilizi. Per agevolare i clienti WIR sono state messe a punto anche le app WIRGASTRO e WIRSHOPPING che facilitano la ricerca di esercizi di ristorazione e negozi che accettano WIR. Naturalmente queste app possono rivelarsi utili anche per gli altri utenti.
L’assemblea generale ha approvato senza discussioni l’aumento di capitale proposto dal consiglio di amministrazione. Con 359,1 milio ni CHF la banca WIR dispone di una solida base di capitale proprio: il grado di copertura dei mezzi propri è del 168% e la quota di capitale proprio del 13,44%. Tuttavia, quest’ultima percentuale dovrà raggiungere il 13,7% entro il 2019. L’aumento di capitale è stato proposto perché la Banca WIR vorrebbe ottemperare da subito a questi requisiti regolamentari più stringenti. Inoltre il capitale proprio supplementare dovrebbe contribuire a garantire la cre scita futura della banca. L’assemblea generale ha votato a favore dell’emissione di 44 200 nuove parti ordinarie con un diritto di opzione (20 diritti di opzione consentono l’acquisto di una nuova parte ordinaria) che consente a chi è già titolare di parti ordinarie di effettuare l’acquisto a un prezzo speciale. Il prezzo di emissione sarà stabilito dal consiglio di amministrazione in agosto, sulla base del corso della parte ordinaria allora vigente. Inoltre l’assemblea generale ha anche approvato l’emissione fino a un massimo di altre 21800 quote ordinarie da mettere a disposizione della Banca WIR per l’accettazione di nuovi soci e per il piano di partecipazione per collaboratori.
Dividendo di 9 CHF Nel corso dell’assemblea generale, Germann Wiggli ha illustrato quindi il bilancio e il conto economico per l’esercizio 2012, chiuso con un utile di 12,64 milioni CHF. Tenuto conto del riporto di utile, l’utile di bilancio ammonta a 12,8 milioni CHF che, secondo la richiesta del consiglio di amministrazione e la delibera dell’assemblea generale, verrà ripartito come segue: alle riserve libere sono destinati 12,5 milioni CHF, mentre i restanti 0,3 milioni CHF sono riportati
Gli scrutatori al lavoro: quale candidato vincerà?
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Breve intervista a Petra Müller Nel 2012, lei è stata la prima donna nella storia della Banca WIR a sedere nel consiglio di amministrazione. Quali sono le sue esperienze nel CdA della Banca WIR?
«Distorsione della concorrenza» Grazie alle sue condizioni eccezionalmente favorevoli, la Banca WIR è riuscita a raggiungere la soglia dei 2 miliardi CHF in averi della clientela, aumentati del 3,8% a 2,05 miliardi CHF. Nondimeno Germann Wiggli, presidente del direttorio, si rammarica che tale risultato non abbia consentito di ottenere del tutto il tasso di crescita auspicato. Ad approfittare dell’afflusso di nuovi capitali da parte dei clienti intimoriti sono state soprattutto le banche cantonali. Secondo Wiggli, questo fenomeno è ascrivibile principalmente alla garanzia statale concessa alla gran parte di questi istituti. Detta garanzia risale ai tempi lontani della prima industrializzazione, nel XIX° secolo: siccome le grandi banche si concentravano allora su industrie e ferrovie, alle PMI rimanevano pochi crediti a disposizione per cui fu richiesta la costituzione di banche statali in grado di soddisfare questa domanda creditizia. La garanzia statale protegge le banche cantonali dal pericolo di fallimento in caso queste effettuino speculazioni sbagliate. Wiggli sostiene che «ciò costituisce un vantaggio competitivo fondamentale nella lotta per i clienti e dovrebbe vincolare le banche cantonali a un comportamento di particolare prudenza negli affari». La situazione è diametralmente opposta al giorno d’oggi. «L’offerta di capitale sul mercato è sovrabbondante, perché occorrono ancora banche di proprietà cantonale?» Peraltro Wiggli non crede che una banca statale possa essere controllata meglio; la banca cantonale di Ginevra ha avuto bisogno di un risanamento urgente di 2,5 miliardi CHF e di recente anche la banca cantonale di Basilea si è trovata in cattive acque a causa di alcune operazioni negli USA. Tutto sommato, la garanzia statale non sembra idonea a limitare i rischi dell’attività bancaria. Germann Wiggli aggiunge: «Io sono un fautore della concorrenza, a condizione però che non sia distorta da garanzie statali.» Egli sarebbe favorevole a una riduzione della garanzia statale alle banche cantonali e alla loro progressiva integrazione nell’economia privata. «In questo modo tutti combatterebbero ad armi pari per conquistare fette di mercato. Il cliente deve scegliere una banca esclusivamente in funzione della sua solidità e della sua offerta.»
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Ho ricevuto un’ottima accoglienza dai colleghi e ciò ha facilitato il mio inserimento. All’interno del consiglio di amministrazione vigono grande rispetto e accettazione reciproca e le competenze tecniche e umane sono eccezionali. Le nostre riunioni presuppongono una preparazione su tanti argomenti diversi e questo talvolta porta a qualche notte in bianco... In questo breve periodo dalla mia nomina ho dovuto confrontarmi con tanti nuovi compiti. Per fortuna sono una persona che ama apprendere cose nuove e tendenzialmente una perfezionista. Mi piace affrontare com piti complessi, realizzarli e raggiungere insieme un obiettivo. Mi impegno molto volentieri per tutti i tipi di clienti della Banca WIR e siccome sono dirigente in una PMI, ovviamente mi adopero soprattutto per le PMI WIR, i gruppi WIR e i loro interessi. Cosa pensa delle quote rosa in seno ai consigli di amministra zione o alle direzioni aziendali? Io metto al centro l’essere umano, a prescindere dal sesso. L’obiettivo non può essere semplicemente di reclutare più donne, occorre piuttosto mettere in piedi un sistema sostenibile di gestione dei talenti. Le donne rappresentano il 50% delle risorse di talento e quindi è ovvio che debbano essere coinvolte nella strategia per il personale. Non bisogna scegliere le donne soltanto perché occorre soddisfare i requisiti legali in materia di pari opportunità o solo per la galleria fotografica. Per un’implementazione efficace di questo principio occorre la partecipazione di tutti sulla base di sentimenti di stima, motivazione e disponibilità.
Colloqui autunnali a novembre Il 2 novembre si terranno al KKL di Lucerna i consueti colloqui autunnali della Banca WIR. All’evento possono partecipare tutti i titolari di quote ordinarie della Banca WIR. Siamo riusciti a garantirci la presenza di Bruno Barth, direttore di Special Olympics Switzerland, in qualità di relatore ospite. Nel quadro del proprio impegno sociale, la Banca WIR ha deciso di sponsorizzare Special Olympics, un’organizzazione che si propone di sostenere e integrare le persone con handicap mentali attraverso lo sport.
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«WIR vanta un enorme potenziale»
In quanto prima moneta complementare al mondo per tradizione e importanza, il denaro WIR è spesso oggetto di dissertazioni economiche, soprattutto all’estero. La tematica desta tuttavia vivo interesse anche in Svizzera. La tesi dal titolo «Komplementärwährungen: Chancen und Risiken für KMU am Beispiel WIR» (Monete complementari: opportunità e rischi per le PMI sull’esempio di WIR) con cui David Brunner ha conseguito il bachelor presso la Hochschule für Wirtschaft di Zurigo, l’analizza sulla scorta delle approfondite conoscenze del funzionamento del sistema WIR (cfr. riquadro p. 12 «Come funziona WIR?») maturate dall’autore, ex membro del comitato del gruppo WIR di Zurigo.
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Cosa l’ha indotto a dedicare la sua tesi di bachelor a un argomento attinente al sistema WIR? Mi sono prefisso di trattare una tematica con un forte orientamento alla prassi. Inoltre, sin dalla scelta dell’argomento ero consapevole dell’enorme potenziale che il sistema WIR vanta sia per una tesi di bachelor che sul piano macroeconomico.
I gruppi WIR (cfr. riquadro p. 14 «I gruppi WIR») sono una colonna portante del sistema WIR, ma risentono dell’invecchiamento della società, tanto che soprattutto i presidenti dei gruppi WIR di maggiori dimensioni pre vedono un calo del numero dei membri, piuttosto che un aumento. Come si può contrastare questa tendenza? A tale proposito, nella mia dissertazione ho suggerito ai gruppi WIR di rilevare innanzitutto la struttura di età dei propri membri per disporre di dati concreti. Un’ulteriore misura consisterebbe nel contattare attivamente gli imprenditori interessati e – in base alle esigenze – nell’affiancarli nella regolamentazione successoria anche con il supporto della Banca WIR. In questo modo si può minimizzare il rischio di cessazione dell’attività o di trasferimento a un successore che non desidera aderire al sistema di compensazione WIR. Questo approccio comporta naturalmente un certo impegno, ma ritengo che un’organizzazione che non si premura attivamente di impostare la propria struttura dei membri con lungimiranza sia destinata a perdere attrattiva anche agli occhi di terzi.
Ha ipotizzato anche un’adesione automatica gratuita ai gruppi WIR limitata a un anno per i nuovi parteci panti WIR... Si tratterebbe senza dubbio di una soluzione difficilmente attua bile, in quanto i gruppi WIR sono organizzati come associazioni indipendenti dalla Banca WIR, ma comporterebbe un vantaggio: i gruppi WIR verrebbero maggiormente visti come una componente importante del sistema WIR. Indirettamente, a bene12
ficiarne potrebbe essere anche la Banca WIR, perché i membri dei gruppi WIR sono partecipanti WIR più attivi di chi non vi aderisce. È sicuramente possibile trovare un modo per realizzare questo tipo di assetto.
Come si possono acquisire nuovi partecipanti WIR e membri dei gruppi WIR? Giudico estremamente proficua la partecipazione a fiere per giovani imprese. Le aziende di recente costituzione celano infatti un immenso potenziale per il sistema di compensazione WIR e i gruppi WIR, in quanto sono alla ricerca di ordini supplementari a fronte del mancato sfruttamento delle capacità e dell’esigenza di ampliare la propria quota di mercato. Il sistema WIR può fornire un contributo prezioso in tal senso. Inoltre, si potrebbero organizzare altri eventi dedicati ai giovani imprenditori per mettere in risalto le opportunità concrete offerte dal sistema di compensazione WIR. Sono inoltre importanti le conferenze presso le scuole profes sionali, anche a livello universitario. La soluzione ottimale sarebbe naturalmente l’inclusione del sistema WIR nel regolare program-
Come funziona WIR? La moneta complementare WIR esiste in forma prettamen te scritturale, ossia non sono disponibili monete o banco note. Il denaro WIR viene creato dalla Banca WIR tramite la concessione di crediti in WIR alle PMI, che possono impiegarlo per l’acquisto di prodotti e servizi presso le aziende che accettano questa moneta. Poiché il denaro WIR non frutta interessi, i possessori non hanno alcun mo tivo di risparmiarlo e si affrettano a spenderlo. In questo modo aumentano i fatturati dei partecipanti al sistema WIR comprese le cifre d’affari in franchi svizzeri, in quanto in genere gli importi dovuti vengono corrisposti solo in parte in denaro WIR (www.wir.ch/it/ > La Banca WIR).
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ma didattico, che permetterebbe di sensibilizzare già oggi i futuri imprenditori su questa tematica. Anche all’interno dei gruppi WIR si può tentare di potenziare l’attrattiva per i nuovi membri. Un’idea in questa direzione è l’introduzione di un sistema di «padrini»: i membri di lunga data potrebbero seguire i nuovi partecipanti WIR in questa veste e illustrare loro come impiegare la soluzione e muovere i primi passi nel mondo WIR. In funzione dell’impostazione prescelta si potrebbe spianare la strada anche a potenziali acquisizioni commerciali. Infine, il sistema potrebbe trarre nuovi impulsi da un gruppo WIR per i giovani, eventualmente integrato in tutti i gruppi WIR. In generale, sia la Banca WIR che i gruppi WIR dovrebbero aprirsi maggiormente verso l’esterno e adottare una strategia un po’ più offensiva. A prescindere dalle opzioni, è ovviamente opportuno sottolineare la grande importanza del comportamento dei partecipanti WIR nella gestione del sistema. In ultima analisi, per l’immagine di WIR è imprescindibile la parità di prezzo dei prodotti in CHF e CHW.
soprattutto perché – ad es. a differenza delle associazioni professionali – creano un punto d’incontro per i membri di diversi settori. Sono dell’avviso che solamente l’adesione a un gruppo WIR consenta di sfruttare appieno i vantaggi del sistema di compensazione WIR. Inoltre, il know-how condiviso dai membri fornisce una risposta alle sfide dei cosiddetti megatrend con cui le PMI svizzere si vedranno confrontate in futuro.
In cosa consistono questi megatrend? Associazioni e scuole non dimostrano tuttavia ecces sivo interesse. La maggior parte delle sue richieste non ha avuto risposta o è stata respinta. Come si spiega questo disinteresse? Tengo a precisare che un’eccezione degna di lode è rappresentata dalla Schweizerische Hotelfachschule di Lucerna (SHL), in cui WIR viene trattato sia presso il front office che in ambito contabile. A quanto pare, i responsabili di altre scuole ignorano in ampia misura il sistema WIR e i suoi vantaggi, oppure lo considerano «obsoleto» e «antiquato».
Antiquato? Il networking è una formula ultramoderna! Il networking è una delle chiavi del successo di un’azienda e i gruppi WIR offrono eccellenti presupposti sotto questo aspetto,
Secondo la definizione fornita dal dipartimento di Economic Research di una grande banca, i megatrend comprendono la globalizzazione, la società del sapere, la tecnologia, il cambiamento dei valori, la demografia e la scarsità di risorse. Le esperienze maturate dai correntisti WIR con altre realtà culturali e il bagaglio di conoscenze accumulato possono impedire ad altri di prendere decisioni sbagliate. La collaborazione in seno a un gruppo WIR può inoltre tradursi in un impegno congiunto nell’ambito del personale, per l’ottimizzazione di processi e prodotti o per la costituzione di cooperative di acquisto. Le idee innovative nascono spesso dallo scambio reciproco e i gruppi WIR offrono una valida piattaforma a questo scopo. In sostanza, opportunamente sfruttata, l’adesione a un gruppo WIR può aiutare a far fronte ai megatrend. 13
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Il sistema di compensazione WIR è solamente uno dei campi di attività della Banca WIR e, tramite i crediti in WIR, interessa indirettamente anche il traffico dei pagamenti in franchi e i clienti privati dell’istituto. Spetta anche a questi ultimi un ruolo nell’ambito del sistema di compensazione WIR? Tra i clienti privati conta spesso una certa solidarietà, ad esempio nella scelta di partecipanti WIR per gli acquisti o nel ricorso a crediti in WIR tramite architetti e imprese generali. Anche questo segmento offre dunque del potenziale. Forse sarebbe opportuno invitare anche i clienti privati agli eventi dei gruppi WIR per creare ulteriori possibilità di networking.
dell’impresa, né si rivelano proficui in termini di economia aziendale o redditività. Alla luce del basso livello dei tassi cui ho già accennato, attualmente questo aspetto è tuttavia trascurabile. Non bisogna inoltre dimenticare che elevate cifre d’affari WIR comportano un aumento degli acquisti nella moneta complementare. Ciò richiede da parte dell’azienda un coordinamento tra mercato di sbocco e mercato di approvvigionamento, che soprattutto nelle imprese di determinate dimensioni può indurre all’assunzione di un nuovo collaboratore con conseguenti costi supplementari. Un ultimo svantaggio consiste nelle elevate barriere all’uscita dal sistema. Poiché il denaro WIR non è convertibile in CHF e il suo impiego è soggetto a restrizioni – ad esempio non viene accettato per il pagamento di salari o imposte – l’uscita dal sistema WIR deve essere pianificata con tempestività per «sbarazzarsi» di averi WIR inutilizzabili.
Se viene meno la possibilità di impiegare gli averi in modo opportuno, le monete complementari rista gnano. Nel sistema WIR si osserva da tempo una stagnazione/flessione del fatturato WIR, benché non si possa parlare di scarse possibilità d’impiego del denaro WIR. Quali sono i motivi?
Come sono stati accolti dalla Banca WIR e dai gruppi WIR i suggerimenti proposti nella sua tesi?
La dinamica è forse dovuta alla quota relativamente bassa di nuovi partecipanti WIR, che non riesce a imprimere slancio a un sistema saturo. A ciò si aggiunge il fattore dei tassi d’interesse. Il denaro WIR è interessante soprattutto in un contesto di tassi elevati. I bassissimi interessi attuali non permettono di cogliere alcuni vantaggi del sistema WIR.
Abbiamo discusso a fondo i risultati in seno al comitato del gruppo WIR di Zurigo. Le proposte hanno trovato un riscontro positivo e alcune verranno sicuramente messe in pratica. Non dobbiamo però dimenticare che si tratta di una sorta di comitato «a titolo onorario» e che le risorse finanziarie sono limitate. L’attuazione degli input sarà pertanto tutt’al più graduale.
Una moneta complementare può comportare anche rischi per una PMI. Quale ritiene sia lo svantaggio principale? Lo svantaggio maggiore consiste nel fatto che i fornitori attuali o esteri potrebbero non accettare denaro WIR. Inoltre, la moneta complementare non è sempre ben accetta tra tutti i partecipanti, il che può favorire i partner CHF. Dal momento che gli averi WIR non vengono remunerati e che solamente un rapido ricollocamento può impedire la perdita di valore legata all’inflazione, in determinate circostanze si effettuano acquisti e investimenti che non sostengono le finalità 14
I gruppi WIR Le PMI che aderiscono al sistema WIR possono diventare membri dei 13 gruppi WIR a organizzazione regionale. I gruppi si prefiggono il duplice obiettivo di promuovere il sistema di compensazione WIR e di stimolare attivamente la creazione di nuove relazioni d’affari tramite eventi e con ferenze. Le fonti di finanziamento dei gruppi WIR compren dono i contributi dei membri e gli incentivi della Banca WIR commisurati alle prestazioni (www.wir.ch/it/ > Rete WIR).
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A tesi conclusa sono stato contattato a più riprese dalla Banca WIR. Alcuni suggerimenti sono confluiti nel piano di trattamento del mercato 2013, ad esempio la partecipazione a una fiera per il pubblico, l’organizzazione di conferenze presso associazioni professionali e la gestione delle giovani imprese.
Attendo con grande interesse i progressi che l’istituto compirà con il suo supporto. Intervista: Daniel Flury
www.wgz.ch > News > Bachelor-Arbeit
Quest’anno abbiamo assistito alla fusione del gruppo WIR Zürcher Oberland con il gruppo WIR di Zurigo. Cooperazione e fusioni sono anche le sue parole d’ordine per intensificare lo scambio tra i membri dei gruppi. La fusione è in parte merito della sua disser tazione? Non bisognerebbe sopravvalutare il proprio influsso. Prima o poi, la fusione con il gruppo WIR Zürcher Oberland sarebbe sicuramente stata presa in considerazione anche senza il mio input. Forse, la mia tesi ha contribuito ad accelerare questo processo. L’approvazione unanime della fusione in occasione dell’assemblea generale del gruppo WIR di Zurigo è a mio parere un segnale positivo. Ora si tratta di cogliere questo clima di fermento in modo mirato e di proseguire sulla strada del futuro.
Durante l’ultima assemblea generale è stato eletto nel consiglio di amministrazione della Banca WIR il 32enne Marc Reimann, un imprenditore piuttosto giovane che, tra le altre cose, intende porre un chiaro accento sul tema della regolamentazione successoria. Come giudica l’elezione di Reimann a membro del CdA? A dire il vero, mi ha stupito molto e colto alla sprovvista. È vero che anch’io sono stato eletto nel comitato del gruppo WIR di Zurigo all’età di 24 anni, ma il consiglio di amministrazione della Banca è tutto un altro paio di maniche. Desidero congratularmi con l’assemblea generale per questa mossa coraggiosa e con Reimann per la nuova carica. Le visioni del neoeletto in merito alla Banca WIR e al sistema di compensazione WIR collimano in parte con le mie. I suoi impulsi possono fornire un contributo estremamente prezioso alla Banca WIR e la sua presenza porta una ventata di freschezza nel consiglio di amministrazione.
David Brunner Dopo aver frequentato l’istituto superiore commerciale presso la scuola cantonale di Hottingen, nel 2012 il 27enne David Brunner ha conseguito il bachelor in Business Administration (indirizzo principale Accounting & Controlling) presso la Hochschule für Wirtschaft di Zurigo. Brunner ha svolto uno stage commerciale presso il Dipartimento dell’educazione e dello sport della città di Zurigo e dal 2007 al 2012 ha lavorato come assistente revisione e operazioni fiduciarie presso René Brunner Treuhand AG, un partecipante WIR. Da ottobre 2012 Brunner è impiegato come consulente junior in materia di revisione presso la società di consulenza aziendale OBT AG. Nell’autunno di quest’anno intende intraprendere gli studi per conseguire il diploma di esperto contabile. Alle natore di unihockey per hobby (Floorball Zurich Lioness), nel tempo libero Brunner si dedica anche allo sci, alla storia, alla lettura di biografie e ai viaggi.
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«Non tutti filano, ma nessuno può rinunciare al sonno» Spycher-Handwerk: dove la lana è protagonista
La famiglia Grädel è titolare dell’azienda agricola «untere Bäch» di Huttwil da generazioni. Nell’ultimo trentennio la tenuta si è trasformata da azienda di stampo tradizionale in fattoria per l’allevamento di pecore e impresa per la lavorazione della lana con una ricca offerta di prodotti e corsi. «L’azienda più versatile dell’Altipiano occidentale» propone inoltre un ristorante e possibilità di pernottamento in iurte mongole.
Anna-Katharina e Johann Ulrich Grädel non lavorano solo la lana di pecora.
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Il cardatore inghiotte la lana lavata ... … e sputa un vello sottile.
L’impulso decisivo è giunto esattamente 40 anni fa, ai tempi della crisi petrolifera. Quando i riscaldamenti andavano al minimo e i maglioni si sono fatti più pesanti, la domanda di lana e i corsi di filatura hanno subito un’impennata. Johann Ulrich Grädel ha reagito prontamente offrendo entrambi presso la sua fattoria di Huttwil, dove possedeva già un allevamento di pecore. Il padre e il nonno avevano coltivato i 10 ettari di terreno in modo tradizionale, ma «da qualche tempo una tenuta di queste dimensioni richiede necessariamente un’intensa coltivazione di verdure o erbe aromatiche, a condizione che tutte le generazioni di famiglia diano una mano gratis», spiega Grädel. Assieme alla sorella Trudi, che vendeva canovacci e grembiuli stampati a mano, Grädel ha fondato nel 1981 la ditta Spycher-Handwerk e ha avviato la vendita di telai dei marchi Ashford (Nuova Zelanda) e Louët (Paesi Bassi) e l’offerta di corsi di filatura, colorazione, infeltrimento e tessitura. L’imprenditore ha inoltre acquistato la prima di una serie di tre cardatrici, veri e propri colossi che districano e pettinano le fibre di lana lavata e, alla fine del processo, avvolgono su una bobina un vello che può essere lavorato per la produzione di filati o feltro. Considerata la complessità delle cardatrici, il fatto che Alexander Grädel – uno dei tre figli nonché successore di Johann Ulrich – sia un meccanico specializzato in macchine agricole e appassionato di tecniche antiche è sicuramente un vantaggio.
Il bivio alla fine del boom Già nel 1984, all’indomani del boom della lana e della filatura, i Grädel hanno dovuto imboccare una nuova strada. La scelta di restare fedeli alla lana dotando però l’azienda di un nuovo orientamento si è rivelata azzeccata. «Ci siamo detti che, se non tutti filano, nessuno può però rinunciare al sonno», spiega Grädel. La famiglia si è dunque concentrata sulla produzione e sulla
vendita di cuscini, copriletto e piumoni in lana. Grazie alle eccellenti proprietà termoregolatrici dei piumoni, che generano subito calore riducendo al contempo la sudorazione, la domanda era ed è tuttora molto sostenuta. Grädel sfrutta queste caratteristiche fino in fondo: «Dormo senza lenzuola, direttamente su una pelle di pecora!» La gamma di merce in lana e articoli affini – anche acquistati – è stata costantemente ampliata e comprende oggi circa 10 000 prodotti (cfr. riquadro), che vengono offerti presso mercati, nello shop online all’indirizzo www.spycher-handwerk.ch e nel negozio di 1000 m2 di superficie. L’azienda conta oggi circa 25 collaboratori – di cui 4–5 apprendisti – che si dividono 17 posti a tempo pieno.
Tutto il piacere dello shopping Benché lo shop online soddisfi naturalmente le moderne abitudini di acquisto, solamente chi si reca a Huttwil di persona vive un’esperienza unica. Qui si possono infatti seguire da vicino tutte le fasi del processo di lavorazione della lana: tosatura, lavaggio, colorazione, cardatura, filatura o infeltrimento. Chi desidera approfondire l’argomento può scegliere tra una ricca offerta di corsi (cfr. riquadro) e addirittura pernottare sul posto, naturalmente in alloggi rigorosamente di lana: sei iurte mongole da 2–6 persone possono accogliere famiglie, gruppi o coppie. 17
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Iurte nell’Emmental … … per abitare e dormire come in Mongolia.
Un tocco di esotismo Le iurte non sono l’unico elemento a portare una ventata di esotismo nell’Emmental. Dalla pecora al cammello il passo è breve. La lana di cammello possiede proprietà isolanti ancora migliori di quelle della lana di pecora, tanto che i piumoni sono più leggeri e riscuotono grande successo tra gli appassionati. Johann Ulrich Grädel ospita attualmente nella propria azienda quattro «navi del deserto» di età compresa tra i 4 e i 13 anni, che possono essere noleggiate per escursioni e hanno in parte una certa esperienza televisiva sulla gobba. In occasione di un’escursione, il presentatore Nik Hartmann ha infatti soggiornato in una iurta dei Grädel proprio nella notte in cui è nato il cammello più giovane. L’evento è stato naturalmente immortalato dalle telecamere per la trasmissione «Über Stock und Stein» e ha fruttato a Grädel una pubblicità inaspettata. Oltre ad animali esotici quali cammelli, lama, alpaca e mohair, a Huttwil si possono ammirare anche specie in pericolo: pecore «Roux du Valais», pecore dagli specchi, skudde, maiali lanuti, polli svizzeri e anatre di Pomerania.
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Versatilità e flessibilità Johann Ulrich Grädel definisce la sua impresa «l’azienda più versatile dell’Altipiano occidentale», probabilmente a ragione. Oltre a proporre un’enorme offerta di corsi, prodotti ed esperienze, Grädel è infatti in grado di soddisfare esigenze estremamente specifiche dei clienti. Chi alleva a casa alcune pecore per hobby e desidera farsi confezionare un maglione personale o un piumone speciale con i pochi chili di lana che producono trova in lui il partner giusto: la lana fornita viene lavata, cardata, colorata e lavorata fino a ottenere il prodotto desiderato. Ogni anno vengono sottoposte a questo processo 15 tonnellate di lana, prevalentemente non su base individuale. Anche la lana poco pregiata trova impiego, ad esempio per la produzione di pannelli e materiali isolanti.
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Lana a perdita d’occhio: il negozio propone 10 000 articoli.
10 000 articoli e una ricca offerta di corsi Un «idillio centrale» Benché situata proprio lungo l’asse Berna-Zurigo, Huttwil non è collegata a un’arteria stradale principale. La posizione non è affatto un assillo per Johann Ulrich Grädel, che descrive la cosiddetta «cittadina dei fiori» come un «idillio centrale» raggiungibile in un’ora da Berna, Basilea o Zurigo e in due ore dal Vallese, dal Cantone Vaud e dal Ticino. Vale la pena compiere il tragitto soprattutto nelle giornate in cui hanno luogo eventi speciali, ad esempio il mercato storico dell’artigianato (6–7 luglio), la mostra KunstWerk Wolle (12–14 settembre) o la 33a giornata della tosatura delle pecore a Huttwil (19 ottobre 2013). Daniel Flury
L’offerta di prodotti nello shop online e nel negozio di 1000 m2 di superficie è enorme. Da svariati prodotti per il letto fino ad animali di peluche e da presepe, cappelli e pantofole in feltro, materiale isolante e capi di abbigliamento casual del marchio neozelandese Icebreaker, specializzato in lana merino, gli amanti della lana non hanno che l’imbarazzo della scelta. L’offerta comprende naturalmente anche accessori in feltro, telai, detersivi, coloranti, antitarme, pubblicazioni specialistiche e molto altro ancora. Oltre a corsi di filatura e lavorazione della lana vengono prevalentemente proposti corsi di infeltrimento. Alla sorprendente gamma di articoli realizzabili con il feltro appartengono poncho, collane, pantofole, scaldamuscoli, cappelli, ceste per gatti, tappeti e soprammobili. A partire da 10 partecipanti vengono organizzate visite guidate con vitto, escursione in cammello o un corso di infeltrimento. Tutte le offerte, compresi i dati dei mercati, sono disponibili all’indirizzo www.spycher-handwerk.ch Orari di apertura: Dal lunedì al venerdì: 8.00–12.00 e 13.30–18.00 Sabato: 8.00–16.00 (orario continuato) Telefono:
062 962 11 54
Quota di accettazione WIR: 50%
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OTTIMIZZARE GLI INVESTIMENTI – E TRARNE PROFITTO! Confrontate le condizioni della Banca WIR con quelle della concorrenza!
I tassi d’interesse globali si attestano da tempo a livelli molto bassi. Questo vale anche per la Svizzera, dove i tassi si situano solitamente a un livello leggermente inferiore rispetto, ad esempio, ai Paesi limitrofi. Che cosa significa tutto ciò per gli investitori?
I tassi d’interesse delle principali nazioni industrializzate e commerciali si situano da parecchio tempo a livelli molto bassi. Molti elementi sembrano indicare che questa situazione permarrà ancora a lungo: – Le autorità attuano una politica del denaro a buon mercato per rimettere in moto l’economia e contrastare le tendenze recessive e la disoccupazione. – Se il livello dei tassi di uno Stato sale rispetto a quello di altri Stati, la propria valuta si apprezza e ciò ostacola l’industria esportatrice – cosa che non vuole nessuno. – Molte importanti nazioni di tutto il mondo sono tuttora fortemente indebitate; un rialzo dei tassi d’interesse comporterebbe un aumento degli interessi debitori e peserebbe ancora di più sui budget già critici. Le banche centrali «indipendenti» di tutti questi Paesi non possono ignorare questa situazione e tenderanno quindi a mantenere i tassi guida su bassi livelli.
Agite subito - vale la pena fare un confronto Agli investitori non conviene attendere la tanto discussa «inversione dei tassi» prevista nel lungo periodo, bensì agire sin d’ora e cogliere le opportunità. A tale proposito, è consigliabile concentrarsi su due punti in particolare: 1. Scaglionare gli investimenti fruttiferi per scadenze 2. Confrontare diversi offerenti 20
Scaglionando i vostri investimenti, siete certi di preservare una liquidità costante e ottimizzare al contempo i redditi da interessi: 1. Detenendo una parte del vostro denaro sul conto corrente della Banca WIR, potete effettuare pagamenti correnti in qualsiasi momento. 2. Versando un’altra parte del vostro denaro sul conto investimento potete ottenere rendimenti più elevati (vedi conto investimento remunerato sino all’1,6%). Inoltre, il conto investimento vi consente di disporre all’occorrenza di riserve immediatamente disponibili da trasferire al conto corrente per garantire il traffico dei pagamenti: i prelievi senza preavviso ammontano a 25 000 CHF per semestre civile. 3. Consigliamo inoltre di investire un’altra parte in depositi a termine con diverse scadenze, scaglionate in modo da ottenere rimborsi in linea con il vostro programma di liquidità personale. Le varie scadenze di rimborso vi permettono di decidere di volta in volta come investire il denaro.
Conto investimento: interesse fino all’1,6% Con il conto investimento della Banca WIR potete raddoppiare, triplicare o addirittura quadruplicare l’interesse di base: – 2: se versate almeno 5000 CHF sul conto investimento presso la Banca WIR, ricevete un bonus su nuovi capitali dello 0,4%, raddoppiando così il tasso d’interesse di base dello 0,4% (il bonus su nuovi capitali vale sino alla fine dell’anno civile per un importo fino a 50 000 CHF o fintanto che i nuovi fondi ammontino ad almeno 5000 CHF netto).
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– 3: se detenete almeno 25 parti ordinarie della Banca WIR nel deposito della Banca WIR, vi viene concesso un bonus su parti ordinarie dello 0,8% (fino a 50 000 CHF). In questo modo il tasso d’interesse di base è triplicato all’1,2%. – 4: combinando il bonus su nuovi capitali e il bonus su parti ordinarie quadruplicate l’interesse di base a un tasso assoluto una tantum dell’1,6% (su un importo massimo di 50 000 CHF). Le condizioni dettagliate sono disponibili sul sito www.bancawir.ch > Clienti commerciali o Clienti privati > Risparmiare/Conto investimento. Il conto investimento è disponibile anche come conto regalo per nipoti o figliocci e così via.
Depositi a termine - confrontare, scaglionare e approfittare Confrontate i tassi d’interesse della Banca WIR con quelli degli altri istituti finanziari: per i depositi vincolati a 4 anni la Banca WIR vi offre un tasso dello 0,875%, per quelli a 8 anni dell’1,375% (situazione al 17 giugno 2013). Nell’ambito dei depositi vincolati, il tasso d’interesse valido all’inizio dell’investimento rimane costante per tutta la durata e, in caso di investimenti per più anni, è in genere superiore ai tassi concessi di solito sui fondi di risparmio. I tassi d’interesse vengono adeguati continuamente. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.bancawir.ch > Clienti privati o Clienti commerciali > Risparmiare/Depositi a termine. Roland Schaub
Depositi a termine della Banca WIR La Banca WIR offre depositi a termine con scadenze sia inferiori che superiori all’anno (rispettivamente da 1 a 12 mesi e da 2 a 8 anni). L’investimento minimo ammonta a 5000 CHF per tutti i depositi a termine della Banca WIR e gli importi superiori devono essere multipli di 1000. Presso le altre banche i depositi a termine inferiori a un anno vengono chiamati parimenti depositi a termine, mentre quelli superiori a un anno, nella fascia da 2 a 8 anni, corrispondono alle obbligazioni di cassa. Nel caso dei depositi a termine con durata di più anni, il tasso valido all’inizio dell’investimento e costante per l’intera durata è nella maggior parte dei casi superiore a quelli concessi normalmente sui fondi di risparmio. Vale la pena fare un confronto!
Depositi a termine della Banca WIR (= obbligazioni di cassa) – durata in anni Tasso d’interesse 2 anni 3 anni 4 anni 5 anni 6 anni
7 anni
8 anni
(Stato 17.6.2013)
1,250%
1,375%
0,625%
0,750%
0,875%
*1,000%
1,125%
Tutti i depositi a termine della Banca WIR sono assolutamente esenti da diritti di custodia o spese di altro tipo. *Promozione fino al 30 giugno 2013 (1,250%) per un volume d’investimento d’almeno 10 000 CHF.
TERZO ora con l’1,8% d’interesse! Nell’ambito previdenziale la Banca WIR resta tra le migliori. Il conto di libero passaggio e i Conti TERZO sono esenti da spese e commissioni.
• TERZO (pilastro 3a) – effettuare quanto prima i versamenti, usufruire più a lungo dei vantaggi! Il risparmio previdenziale con il pilastro 3a conviene doppiamente: per l’interesse agevolato (al momento 1,8%) e per gli effetti fiscali positivi per tutta la durata del risparmio. I contributi versati nel pilastro 3a sono deducibili dal reddito imponibile. I proventi da interessi sono esenti dall’imposta preventiva nonché da quella sul reddito e sulla sostanza. Soltanto al momento del versamento il capitale previdenziale viene tassato a un’aliquota ridotta. Attualmente gli assicurati con cassa pensione possono versare una somma massima annua pari a 6739 CHF e coloro che svolgono un’attività indipendente senza cassa pensione un importo massimo di 33 696 CHF oppure non oltre il 20% del reddito da lavoro. Quanto prima effettuate i versamenti, tanto più a lungo beneficerete del tasso agevolato concesso dalla Banca WIR. • Conto di libero passaggio: un conto di libero passaggio è una valida soluzione, tra l’altro, quando si inizia un’attività lavorativa indipendente e si rinuncia all’immediato versamento in contanti del capitale di libero passaggio o nel caso di incapacità di guadagno transitoria. Il conto di libero passaggio della Banca WIR offre un ottimo tasso d’interesse: 1,375%. Un aspetto di particolare importanza, soprattutto se il capitale resta investito per un periodo di tempo prolungato. Vale davvero la pena fare un confronto! 22
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«60 FIERE NON SONO UN MOTIVO PER DORMIRE SUGLI ALLORI» Anniversario della fiera WIR di Lucerna
Il responsabile della fiera di Lucerna Werner Appetito guarda con soddisfazione alla 60a edizione della fiera WIR. Grazie a una domenica molto frequentata e ai 180 espositori, venditori e acquirenti sono stati pienamente soddisfatti. Particolarmente apprezzata è stata la mostra speciale dedicata alle usanze pasquali, che è stata anche uno dei motivi che ha indotto un numero sorprendente di famiglie a partecipare all’anniversario della fiera nell’area dell’Allmend. Responsabile della fiera Werner Appetito.
«L’anniversario è stato un po’ sfruttato sul piano mediatico», dichiara Werner Appetito, responsabile della fiera, «ma 60 fiere non sono un motivo per rilassarsi o dormire sugli allori. È molto meglio guardare al futuro: la 61a fiera WIR di Lucerna si svolgerà dal 28 al 31 marzo 2014 ancora una volta all’insegna di un motto interessante.» Ad agosto sarà completata e inaugurata solennemente la nuova area fieristica di Lucerna, pertanto nel 2014 la fiera WIR di Lucerna non avrà cantieri né limitazioni a tutto vantaggio di organizzatori, visitatori ed espositori. Anche Oliver Willimann, presidente del consiglio di amministrazione della Banca WIR, ha affermato: «Nonostante l’età, la fiera WIR di Lucerna è rimasta giovane nello spirito. E non solo nello spirito, poiché gli organizzatori hanno saputo sempre rinnovare la fiera a tutti i livelli.»
Chi sta fermo va indietro Chi vuole affermarsi nell’ambito delle circa 1000 fiere e degli innumerevoli eventi che si svolgono ogni anno in Svizzera, deve muoversi e anche andare contro quel vento che soffia da Internet e che influenza i comportamenti di molti consumatori. Secondo Werner Appetito, il segreto del successo sta nel fatto che nella maggior parte dei casi i titolari delle aziende si impegnano personalmente nella fiera WIR di Lucerna e aiutano nella ge stione dei loro stand. «Ciò porta a una buona dose di realismo e ad un immersione nel mondo delle PMI – viviamo nella realtà e non nelle sfere lontane degli imbroglioni e degli approfittatori.» Appetito non ha dubbi sul futuro e sulla ragion d’essere delle fiere aperte al pubblico, ma è sicuro che l’intera offerta debba 23
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Responsabile degli eventi e dell’esposizione speciale: Gabrielle Blättler.
Oliver Willimann.
Jessica Ming.
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essere orientata maggiormente all’evento. «La gente vuole vedere, sentire, vivere qualcosa, vuole degustare e scambiare esperienze.» La 60a edizione della fiera WIR di Lucerna ha soddisfatto questa esigenza con la sua mostra speciale dedicata alla Pasqua. I gusci d’uovo dipinti o lavorati in filigrana con i fioretti diamantati hanno suscitato un grande interesse, come pure il brunch della domenica di Pasqua e la battaglia delle uova il sabato e la domenica.
Perle Come ogni anno sono state individuate numerose perle, dall’elegante giacca di renna al barbecue in acciaio inossidabile fino al nobile vino spagnolo del canyon del Sil, in Galizia. «Con 180 espositori viene praticamente garantito un perfetto mix di settori», sottolinea il responsabile della fiera Werner Appetito, che però preferirebbe vedere 200 espositori alle prossime fiere. Il lunedì, come quarto giorno di fiera, non è messo in discussione per il momento. Sicuramente non si tratta del giorno in cui si realizza il maggior volume d’affari, ma riducendo la durata a tre
giorni gli espositori comincerebbero a smontare gli stand prima e il problema si sposterebbe semplicemente alla domenica pomeriggio – «a ciò si aggiunge il fatto che, a causa del divieto di transito domenicale per gli automezzi pesanti, non tutti gli espositori potrebbero sgombrare i loro stand».
L’importanza dell’idea WIR Urs Dickerhof, Presidente del Gran Consiglio di Lucerna, ha espresso gli auguri del Gran Consiglio e della popolazione di Lucerna e ha auspicato una fiera WIR di Lucerna «vivace, interessante e colorata», che tenga conto anche dell’aspetto sociale. Facendo riferimento alla situazione finanziaria di Cipro, Dickerhof si è detto convinto che sono necessari istituti come la Banca WIR che funzionano anche in periodi di difficoltà e instabilità. «Le PMI e la società devono prendersi cura reciprocamente. In questo modo, l’idea WIR assume un nuovo ruolo.» Daniel Flury
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FIERA WIR DI ZOFINGEN – SPECIALE COME D’ABITUDINE La Fiera WIR di Zofingen 2013 si è svolta all’insegna del tema «Edilizia, abitazione e giardinaggio»
La quarta edizione della WIR Erlebnis-Messe di Zofingen si è svolta all’insegna di un tema che interessa tutti: edilizia, abitazione e giardinaggio. Naturalmente erano rappresentati anche molti altri settori: la Fiera WIR di Zofingen è stata dunque una fiera campionaria ma anche, come tutte le fiere WIR, una fiera per gli acquisti.
In occasione della quarta fiera WIR di Zofingen (dal 24 al 26 maggio 2013) quasi 100 artigiani e commercianti dei settori più vari hanno presentato i loro interessanti prodotti e servizi, 15 di loro in relazione al tema scelto per l’edizione di quest’anno. Anche questa volta il programma di contorno è stato molto speciale: i visitatori interessati hanno infatti avuto modo di scegliere tra numerose relazioni specialistiche sull’edilizia tenute da esperti qualificati.
Interessanti relazioni specialistiche Le relazioni specialistiche (sabato e domenica) erano dedicate a diverse tematiche, dalla costruzione vera e propria al finanziamento. Andreas Steffen, Steffen Treuhand AG, Zofingen, ha svolto il ruolo di moderatore. – Finanziamento della proprietà d’abitazione (v. p. 28) – Costruzioni in legno oggi: sfide e possibilità – Presenza efficace sul mercato (costruzione di aree di vendita, shopin-shop, POS, fiere ecc.) – Convivenza di più generazioni, una risposta allo sviluppo demografico?
Opportunità e rischi «Benvenuti all’esposizione invernale 2013», ha dichiarato con il suo consueto senso dell’umorismo Marco Steffen, responsabile della fiera, nel suo discorso inaugurale, facendo riferimento alle temperature gelide e alla pioggia decisamente poco primaverili. La mattina era persino caduta una grandinata. Purtroppo non erano esattamente le premesse migliori per una fiera che in parte si svolge all’aperto, un rischio che però vale la pena di correre quando fa bel tempo. Viste le pessime condizioni meteorologiche, alcune imprese iscritte hanno disdetto la partecipazione all’ultimo momento.
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– Amianto nelle costruzioni – Trivellazione geotermica: novità – Danni edilizi nella pratica – Costruire con l’argilla – Edilizia e inversione di tendenza in campo energetico – Giardinaggio – Isolamento termico sì, ma fatto bene! – Riscaldamento a parete in legno e cemento: un contributo all’inversione in campo energetico
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Thomas P. von Arx della Banca WIR, responsabile succursale di Basilea.
Anche l’infrastruttura è uno dei problemi che devono affrontare gli organizzatori a Zofingen. Infatti, non si tratta di una vera e propria area espositiva concepita appositamente per fiere campionarie, per cui ogni anno è necessario adattarla a questo scopo, come ha spiegato Steffen, che ha ringraziato calorosamente i suoi colleghi del comitato e tutti gli aiutanti che hanno contribuito alla realizzazione della fiera 2013. Già solo il fatto che un terzo dell’intera cifra d’affari di WIR venga generato nel campo dell’edilizia sottolinea l’importanza del tema «Edilizia, abitazione giardinaggio», ha aggiunto Marco Steffen. Nonostante alcuni intoppi dovuti al brutto tempo, anche la quarta WIR Erlebnis-Messe a Zofingen è stata un successo. E noi siamo già curiosi di sapere quale sarà l’argomento della fiera dell’anno prossimo! Roland Schaub
Finanziamento della proprietà d’abitazione: WIR anche per i clienti privati Thomas P. von Arx, responsabile della succursale di Basilea della Banca WIR, ha dapprima illustrato a grandi linee lo sviluppo del mercato immobiliare in Svizzera. In seguito alla forte immigrazione dall’estero (negli ultimi 5 anni circa 65 000–70 000 persone all’anno), al basso livello dei tassi e all’evoluzione dei redditi si è registrato un aumento costante della domanda il che, a sua volta, ha provocato un netto incremento non solo dei canoni di locazione, ma anche dei prezzi delle abitazioni di proprietà. Nella sua relazione, Thomas P. von Arx ha spiegato i principi del finanziamento di un’abitazione di proprietà presso la Banca WIR e i limiti di prestito. Per la costruzione residen ziale, ad esempio, sono necessari mezzi propri di almeno il 20%, nel caso di costruzioni a scopo commerciale e apparta menti di vacanza del 25%, per case di vacanza del 30% e per terreni edificabili dal 40% al 50%. Inoltre, dal 1° luglio 2012 bisogna disporre di almeno il 10% di mezzi propri in contanti; i mezzi propri non devono più provenire esclusiva mente dalle casse pensioni. Per il calcolo della sostenibilità vengono applicati tassi d’interesse più elevati. Ciò significa che i beneficiari di un credito devono essere in grado di pagare tassi più alti qualora il livello degli interessi dovesse aumentare. Successivamente, Thomas P. von Arx ha presentato l’intera gamma di crediti della Banca WIR, dal credito di costruzione all’ipoteca variabile o fissa, passando per l’ipoteca LIBOR e il credito VERDE. In questo contesto ha dichiarato che, a determinate condizioni, anche i clienti privati possono be neficiare del sistema WIR riservato essenzialmente ai clienti PMI. In ogni caso le condizioni del finanziamento combinato WIR/CHF, denominato credito SPLIT dalla Banca WIR, sono molto vantaggiose. La quota WIR di un credito SPLIT può essere combinata con tutti i modelli di credito in CHF della Banca WIR, ha spiegato Thomas P. von Arx. Per quanto riguarda l’andamento dei tassi d’interesse, Thomas von Arx ha detto che, pur non avendo la sfera di cristallo, ritiene vi siano alcuni segnali secondo i quali i tassi resteranno bassi, anche se nel 2014 potrebbero registrare un leggero aumento.
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Vivere e morire a Baguio City Ogni giorno in Svizzera 60 persone si ammalano di demenza. La loro assistenza è complessa e costosa. Ingegnosi investitori e uomini d’affari offrono pertanto cure in Paesi con un basso livello dei salari. Le opinioni in merito si dividono: alcuni parlano di allontanamento e smaltimento, altri sottolineano invece i risparmi sui costi e l’attenta assistenza 24 ore su 24. Il partecipante al sistema WIR Ulrich Näf ha provato in prima persona l’intera gamma di forme di assistenza, è favorevole alle cure all’estero ed è pronto a offrire agli interessati la sua casa nelle Filippine anche subito.
Quando Ulrich senior, il padre novantaduenne di Ulrich Näf, cadde da un muretto, la vita di entrambi cambiò di colpo. All’ospedale universitario di Zurigo riuscirono a limitare ampiamente le conseguenze dell’emorragia celebrale subita: dopo tre mesi il padre di Näf era nuovamente in grado di camminare, di deglutire in maniera accettabile e di parlare. Aveva tuttavia ancora bisogno di assistenza, da solo non sarebbe stato infatti in grado di alzarsi, mangiare, bere o andare alla toilette. «Mio padre era stato campione svizzero di ginnastica artistica, consigliere comunale, autore di insegne artistiche, artista, calligrafo, esperto di travi per fattorie, ma tutto era passato, rimaneva solo un ricordo sbiadito o un’illusione», afferma Ulrich Näf junior. Su due piedi, nel 2004 Näf vendette la ditta di insegne acquisita circa 30 anni prima dal padre. Convertì l’atelier in una camera attrezzata e imparò dalle collaboratrici dell’assistenza a domicilio come «strigliare e ripulire» suo padre. «I primi tre anni a casa sono stati per entrambi un bel periodo», ricorda Näf, «ma alla fine ho dovuto pagare il prezzo della mia costante presenza come infermiere.» Näf ebbe delle coliche renali e fu costretto egli stesso ad andare in ospedale. «Improvvisamente anch’io ero ‹fuori uso› e sembrava che uno di noi dovesse pagare quella situazione con la vita.»
l’ambiente è verde: la St. Moritz delle Filippine!» Non ci volle molto per trovare una casa ampia e spaziosa, direttamente sopra a una coltivazione di fiori. Dopo aver reso agibile in sedia a rotelle il piano centrale e il giardino, nel 2007 padre e figlio si trasferirono a Baguio City assieme a Juana.
Il «Swiss House» a Baguio.
Dall’ospedale all’altipiano Fortunatamente, anche dal letto di ospedale Ulrich junior riuscì subito a trovare a suo padre un posto in una clinica di Uster. Ma quest’ultimo soffriva per la camera «anonima», per il continuo alternarsi del personale spesso impiegato solo a tempo parziale – «Nella mia camera entrano sempre degli estranei» – e per il rumore della vicina stazione merci. Era necessario trovare un’altra soluzione. Con una stretta di mano padre e figlio stipularono un contratto: il primo avrebbe ricevuto un’assistenza di prima classe, il secondo avrebbe avuto mano libera su come ottenerla. Da 30 anni Näf è sposato con Juana Näf-Balagot, una donna filippina originaria dei dintorni della città di Baguio City. «Là, a 1400 m sul livello del mare, il clima è piacevolmente fresco e
Padre e figlio con lo stesso nome: Ulrich Näf.
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Più tempo per il padre Näf poteva ora permettersi quello che in Svizzera sembrava impossibile: due infermieri professionali fornivano un’assistenza 24 ore su 24, supportati da un giardiniere e un autista. Per Näf junior era tutto più semplice. «Il mio compito era intrattenere mio padre, leggere per lui e far rivivere i tempi andati parlando con lui. Riuscimmo anche a ridurre i medicamenti: alla fine ero io il suo antidepressivo.» Le cure, fra l’altro, erano anche diventate più complesse. Dopo la caduta, ogni tre mesi circa Ulrich senior soffriva di episodi di apoplessia cerebrale, molto dannosi per la sua memoria. Dopo il dodicesimo colpo apoplettico, il padre non aveva più forza per vivere e non poteva – o non voleva – più deglutire, e avendo rinunciato all’accanimento terapeutico, dopo quattro giorni morì. Era il 2010. Oggi Ulrich Näf junior ha 68 anni
e vive da solo assieme alla moglie nella grande casa che un uomo d’affari cinese con molti figli fece costruire circa 25 anni fa come «Swiss House» simile a un hotel quale residenza di villeggiatura. Ma vorrebbe continuare a mettere in pratica le sue esperienze e conoscenze. «Sarei disponibile ad accogliere due o tre persone e ad assisterle fino alla fine secondo il modello Näf.» Modello Näf significa: infermieri o infermiere professionali – a seconda dei desideri dei pazienti – e Ulrich Näf a organizzare le giornate. «Il mio compito sarebbe quello di scoprire cosa commuove le persone, cosa le diverte, quali sono i loro desideri. Baguio City è una città con 350 000 abitanti, immersa nella natura e vicina al mare. Qui c’è qualcosa per tutti.» I pazienti non devono sentirsi solo ospiti, ma proprietari della casa (www.alzheimerhelp.ch).
Ulrich e Juana Näf.
La casa si trova vicino una fattoria di fiori.
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Vista dal soggiorno alla sala da pranzo.
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Lingua e accompagnatori sono decisivi Näf segue con interesse le discussioni in atto in Svizzera (cfr. scheda). «Chi ritiene che le cliniche all’estero per i malati di demenza senile siano ‹campi di concentramento per anziani›, come si legge nei commenti dei quotidiani, farà meglio a stare lontano da questa forma di assistenza.» Näf consiglia ai parenti una visita o una vacanza, assieme alla persona bisognosa di assistenza, per controllare a fondo l’offerta e giudicare la reazione. «Il caso ideale ad ogni modo è che alla fine rimanga qui non solo la persona da assistere, ma anche chi lo accompagna.» Dopo anni di assistenza e sacrifici, anche questa persona ha infatti diritto a riposarsi e ad avere tempo per sé. Meglio è se la lingua inglese non rappresenta uno spauracchio, ma questa forma di comunicazione non è necessariamente decisiva per il benessere del paziente. «In un documentario su una clinica già operante in Thailandia ho visto come un’infermiera imitava la cadenza del tedesco di Berna: pronunciava frasi assolutamente, ma questo bastava affinché il paziente affetto da demenza si illuminasse.» Näf ritiene che un grande vantaggio della sua offerta sia il clima dato dai 1400 m di altitudine. A Baguio City la temperatura rimane fra i 18 e i 22 gradi per tutto l’anno, scendendo solo occasionalmente a 16. La città non conosce quindi il caldo soffocante di altre località asiatiche. «Il guardaroba comprende camicia lunga con pantaloni lunghi e camicia corta con pantaloni corti...» Näf sa bene che nella scelta della forma e del luogo dell’assistenza i costi hanno un ruolo centrale. Ritenendo adeguate le offerte della Thailandia – attorno ai 6000 franchi al mese, ovvero circa la metà dei costi in Svizzera – intende applicarle come base anche per il proprio modello di calcolo. I partecipanti al sistema WIR potranno pagare anche con una quota WIR. «Bisogna essere consapevoli di cosa si ottiene come contropartita: non un triste letto d’ospedale, ma un’assistenza individuale e una vera e propria seconda casa.»
La «Swiss House» nel bel mezzo di pini.
Presto 200 000 pazienti affetti da demenza Ogni anno in Svizzera circa 20 000 persone si ammalano di patologie senili come l’Alzheimer. Complessivamente, nel nostro Paese vivono 107 000 malati di demenza. I costi che ne derivano sono stimati in 7 miliardi di franchi. Sebbene non ci siano incentivi per curare in casa le persone affette da demenza, oltre la metà di loro viene assistita da parenti, che devono far fronte a tutto autonomamente. Gli esperti stimano che fra 20 anni i pazienti saranno circa 200 000, con un conseguente aumento dei costi. A causa della mancanza di «possibilità di assistenza adeguate e soprattutto anche finanziariamente sostenibili», così come di offerte di supporto, nel 2002 lo svizzero Martin Woodtli si è trasferito nel nord della Thailandia con sua madre, anch’essa affetta da demenza. Dopo la morte di quest’ultima, nel 2003, Woodtli ha deciso di costruire una grande struttura per l’assistenza ai malati di demenza, dove ospitare anche i loro parenti (www.alzheimerthailand.com). Un’offerta simile esiste anche nel sud della Thailandia, sull’isola di Phuket (www.carewell-service.com). La più grande clinica di questo tipo in Thailandia sarà operativa a febbraio 2014: il resort «Vivo bene» (www.vivobene.ch) potrà ospitare 48 malati di demenza e i loro parenti, offrendo una nuova casa e assistenza 24 ore su 24. Sono inoltre già stati avviati altri progetti rivolti a pazienti con tossicodipendenze o sindrome da burn-out. Dopo la presentazione del villaggio «Vivo bene» ai media svizzeri, si è accesa la discussione se la soluzione dei problemi legati alla senilità possa o meno essere trasferita all’estero.
Daniel Flury
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Ottimizzazione delle imposte nell’ambito del pilastro 3a Il principio dei tre pilastri è una delle colonne portanti della previdenza svizzera e dota il nostro Paese di valori di base per una vecchiaia vissuta in dignità, secondo standard che si distinguono nettamente da quelli delle nazioni dell’UE. Il pilastro più individuale e «autentico» dei tre è il 3a, che comporta altresì vantaggi fiscali.
Nell’ambito del primo pilastro, ossia l’AVS e quindi la pensione statale, presentiamo un quadro compatibile con quello dell’UE per quanto concerne l’indebitamento. In funzione del contratto generazionale, circa il 10% del reddito da lavoro confluisce nella cassa sociale. Alla formazione della rendita concorre solo il reddito fino a un ammontare di circa 85 000 CHF; gli importi superiori sottostanno all’obbligo di pagamento dei contributi AVS, ma non incrementano di un centesimo la nostra pensione, per cui sono una mera imposta. A differenza di tutti gli istituti di previdenza privati, lo Stato ha il privilegio di non dover dichiarare le pensioni future come debito nei confronti dei propri cittadini. Se così fosse, infatti, le conseguenze sarebbero drammatiche: il carico debitorio dello Stato sarebbe ancora più eccessivo di quanto i nostri funzionari o commissari di Stato sono disposti a mostrare. 2° pilastro: il 20% «si volatilizza» Il secondo pilastro poggia sul cosiddetto sistema di capitalizzazione. Tutti i capitali che versiamo vengono accumulati su un conto di risparmio personale e raffigurati sul certificato di previdenza. Una grande differenza rispetto a tante altre soluzioni previdenziali. Questo sistema presenta il vantaggio che l’importo corrisposto è pari solo a quanto è stato effettivamente versato. Nel caso degli istituti di previdenza privati circa l’80% dei contributi di risparmio viene versato agli assicurati, mentre il tasso d’interesse tecnico, le riserve di fluttuazione, l’aliquota di conversione, i premi di rischio e altri fattori diluiscono la parte restante, che «si volatilizza» nella giungla delle impenetrabili regolamentazioni normative. Nel caso degli istituti di previdenza pubblici, ossia delle casse pensioni statali, sussiste una garanzia statale implicita: in effetti gran parte del debito pubblico è costituito da lacune di copertura delle casse pensioni statali che lo Stato provvede in genere a coprire con le entrate fiscali. Di solito anche questi debiti non vengono contabilizzati e vengono coperti con pacchetti di finanziamento periodici.
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3° pilastro: nessuna diluizione Il terzo pilastro è individuale e molto autentico. Non subisce alcuna diluizione e serve alla previdenza individuale, personale. Tutto ciò che vi viene versato può essere detratto dal reddito e riduce pertanto l’imposta sul reddito. L’entità del risparmio ammonta in genere al 30% della somma versata. L’importo versato non sottostà all’imposta sulla sostanza ed è protetto da creditori e in caso di bancarotta. Decisamente raccomandabile! Consideriamo più attentamente l’aspetto fiscale del pilastro 3a sulla scorta dell’esempio dei Cantoni di Basilea Campagna e di Basilea Città. Prima in passato, il Cantone di Basilea Campagna applicava un regime fiscale molto rigoroso per le persone che disponevano di più conti 3a. Prassi e situazione normativa non erano chiare, visto che l’ultima direttiva a riguardo dell’amministrazione fiscale risale al 1995. Questo ci ha spinto a richiedere al Cantone spiegazioni sulla situazione normativa. Elusione fiscale? Oggi il Cantone di Basilea Campagna, come la maggior parte dei Cantoni (tra cui Basilea Città), ammette che una stessa persona possieda fino a un massimo di tre conti 3a separati (in presenza di un numero ancora maggiore di conti l’amministrazione fiscale verifica l’eventualità di elusione fiscale) e non li conteggia più tutti insieme se il capitale viene prelevato a scaglioni in diversi anni. Solo i prelievi effettuati nello stesso anno vengono sommati ai fini del conteggio, che tuttavia non si riferisce ai soli conti del pilastro 3a, ma anche ai prelievi della previdenza professionale (2° pilastro). Nel Cantone di Basilea Campagna la situazione dei lavoratori è pertanto la seguente: in mancanza di contestuali prelievi dalla previdenza professionale, le tariffe fiscali vigenti non offrono alcun potenziale di miglioramento, visto che per prelievi fino a circa
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430 000 CHF all’anno viene comunque applicata l’aliquota fiscale minima del 2%. Per coloro che svolgono un’attività indipendente e che quindi non hanno una previdenza professionale ma importi per il pilastro 3a conseguentemente superiori, sussistono senz’altro possibilità di ottimizzazione, anche nel caso in cui si prevedano allo stesso tempo prelievi di capitale dalla cassa pensione.
l’aliquota d’imposta dei coniugi non viene calcolata sulla base della somma dei prelievi (come invece fa la Confederazione e, ad esempio, il Cantone di Svitto). Dal confronto tra i Cantoni di Basilea Campagna e Basilea Città risulta che nel caso di una persona singola l’onere fiscale è minore nel Cantone di Basilea Campagna in caso di prelievi annui fino a circa 750 000 CHF. Per prelievi superiori a questa soglia, tuttavia, la situazione cambia, visto che a partire da 430 000 CHF vi è una forte progressione.
La situazione nel Cantone di Basilea Città è leggermente diversa: dal momento che, a differenza del Cantone vicino, Basilea Città non prevede l’applicazione di un’aliquota fiscale minima fino a una determinata somma, la progressione fiscale inizia molto prima. In questo caso quindi, già a partire da modesti prelievi dal pilastro 3a sussistono possibilità di ottimizzazione con un prelievo a scaglioni del capitale.
Quanto esposto qui per due Cantoni vale fondamentalmente anche per altri Cantoni. Ma, come per i medicinali, anche in questo caso si può dire che è necessaria una prescrizione individuale. Conclusione: il terzo pilastro è interessante e sicuro. Vale la pena effettuare una pianificazione fiscale individuale e a volte le soluzioni semplici sono pratiche ed efficienti.
Imposizione fiscale separata del coniuge Entrambi i Cantoni prevedono un’imposizione fiscale separata dei coniugi per quanto concerne i prelievi di capitale, ossia
600‘000
Basilea (Basilea Città) Bottmingen (Basilea Campagna)
500‘000
Imposte sui prelievi
Dott. Bernhard Madörin
400‘000 300‘000 200‘000 100‘000
0 00 2‘5
2‘ 2 50
‘00
0 ‘0 0
0 ‘0 0 00 2‘ 0
00 0 ‘0 1‘7 5
00 0‘0 1‘5 0
00 0 ‘0 1‘2 5
00 0‘0 1‘0 0
0 ‘0 0 75 0
00 0‘0 50
25 0
‘0 0
0
0
Prelievi di capitale Cantone di Basilea Campagna: forte progressione per prelievi superiori a 750‘000 CHF
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La fondazione di pubblica utilità in Svizzera La fondazione di pubblica utilità è una forma giuridica molto apprezzata in Svizzera. Anche i fondatori stranieri che perseguono scopi di pubblica utilità a livello internazionale optano spesso per una fondazione svizzera, interessante dal punto di vista sia legale che fiscale.
Semplificando, si può dire che una fondazione di pubblica utilità è un ente costituito da un patrimonio destinato durevolmente al perseguimento di uno scopo di pubblica utilità. Per «scopo di pubblica utilità» si intende qualsiasi finalità avente come fruitori un’ampia fascia della popolazione. Tra gli scopi di pubblica utilità rientrano, ad esempio, la promozione del bene comune attraverso la creazione di posti di lavoro o la diffusione dell’istruzione, consentendo l’accesso alla scuola di base e alla formazione professionale a uno strato più ampio della popolazione. In sintesi, una fondazione di pubblica utilità ha per obiettivo la realizzazione di progetti sociali, benefici, ecologici e culturali.
Nome e scopo della fondazione di pubblica utilità Il fondatore è libero nella scelta del nome della fondazione di pubblica utilità. Spesso lo scopo di pubblica utilità perseguito dalla fondazione viene esplicitato già nella composizione del nome mediante un’aggiunta. Il nome del fondatore (che può essere una persona fisica o giuridica, residente in Svizzera o all’estero) non deve apparire nel nome della fondazione. Lo scopo viene limitato unicamente dal carattere di pubblica utilità della fondazione. Una volta soddisfatto questo criterio, può essere definito liberamente. Lo scopo, inoltre, può essere stabilito a tempo indeterminato o il fondatore può riservarsi il diritto di modificarlo entro al massimo 20 anni dalla costituzione della fondazione. Alcuni fondatori stranieri che hanno già sostenuto la diffusione dell’istruzione in varie regioni economicamente sottosviluppate del mondo attraverso organizzazioni locali hanno creato, ad esempio, una fondazione in Svizzera che funge da piattaforma e organizzazione centrale. 34
Intenti del fondatore Il fondatore può mettere nero su bianco i propri intenti nel cosiddetto statuto della fondazione in cui può tra l’altro stabilire quanto segue: – nome e sede della fondazione – scopo della fondazione – patrimonio della fondazione – membri del consiglio di fondazione, incaricati dell’organizza zione della fondazione – permanenza in carica e competenze del consiglio di fondazione – eventuali successori già nominati in seno al consiglio di fondazione – organizzazione della fondazione Gli intenti del fondatore sono vincolanti per il consiglio di fondazione. In un regolamento separato vengono fornite informazioni più dettagliate relative soprattutto all’attività del consiglio di fondazione. Il fondatore può anche disporre in modo irrevocabile le modalità di amministrazione e di utilizzo del patrimonio della fondazione e nominare una persona (indipendente dal consiglio di fondazione) preposta all’amministrazione del patrimonio e alla definizione della strategia di investimento.
Patrimonio della fondazione Per quanto riguarda il capitale della fondazione, non esiste un requisito minimo all’atto della costituzione, sebbene debba essere apportato capitale sufficiente per perseguire lo scopo che la fondazione si è data. Il capitale versato all’atto della costituzione può essere aumentato in qualsiasi momento attraverso uno o più conferimenti qualora nel corso del tempo fossero necessari valori patrimoniali aggiuntivi per il raggiungimento degli obiettivi previsti. Come nel caso di una società di capitale (SA o Sagl), il capitale versato non può essere restituito al fondatore.
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Valori di base della fondazione di pubblica utilità La fondazione, e più precisamente il consiglio di fondazione, sono tenuti a perseguire al meglio lo scopo della fondazione con i mezzi disponibili. Tutte le attività devono essere tese alla realizzazione dell’obiettivo originario. Ad esempio, i membri del consiglio della fondazione internazionale per la diffusione dell’istruzione nel mondo non possono improvvisamente concentrare le loro attività sull’incentivazione dello sport o sul progresso ecologico, perché così facendo verrebbero meno alla finalità per cui la fondazione è stata creata. Le attività della fondazione vengono periodicamente monitorate dalle autorità di vigilanza per garantirne la trasparenza e la conformità alle leggi in vigore. La fondazione è tenuta a fornire informazioni sulle sue attività annuali affinché le autorità di vigilanza possano farsi un quadro della situazione. Il consiglio di fondazione deve assicurare la trasparenza necessaria nei confronti delle autorità di vigilanza: le fondazioni di pubblica utilità, infatti, godono di vantaggi fiscali. Da non dimenticare, inoltre, l’elevata considerazione etica e sociale in cui vengono tenute le fondazioni di pubblica utilità, il che giustifica i requisiti particolarmente stringenti in termini di trasparenza e vigilanza a cui queste fondazioni sono chiamate a ottemperare.
Iscrizione delle fondazioni di pubblica utilità La fondazione di pubblica utilità, tutti i membri del consiglio di fondazione e gli eventuali altri aventi diritto di firma vengono iscritti nel registro di commercio. Come nel caso delle ditte commerciali, l’iscrizione garantisce la certezza generale del diritto e il carattere pubblico delle informazioni, nell’interesse della collettività. Oltre che nel registro di commercio, la fondazione figura anche nel repertorio svizzero delle fondazioni, una misura che rinforza ulteriormente la certezza del diritto. Per tutelare e promuovere la sua buona reputazione, la fondazione di pubblica utilità può richiedere l’adesione a «Swissfoun dations» e ad altre organizzazioni. L’adesione a «Swissfoun dations» viene concessa solo se esistono prove certe che la fondazione è sottoposta a una gestione rigorosa e che soddisfa elevati criteri etici, morali e di trasparenza. La rete di questa associazione riunisce fondazioni di pubblica utilità grandi, piccole, regionali e internazionali presenti in Svizzera e nel Liechtenstein.
Obbligo di tenuta contabile delle fondazioni di pubblica utilità La fondazione di pubblica utilità è soggetta all’obbligo di tenuta
contabile. Inoltre, essa deve avere un ufficio di revisione. Spesso le fondazioni più grandi, dotate di un patrimonio consistente, scelgono un ufficio di revisione noto per conquistare la fiducia dell’opinione pubblica. Le fondazioni di pubblica utilità sono esenti da imposte purché soddisfino tutti questi presupposti.
Consiglio di fondazione e altri comitati Il consiglio di fondazione è l’organo superiore della fondazione con tutti i diritti e i doveri in materia di gestione della stessa. L’organo è composto in genere da tre a cinque membri per garantire un certo equilibrio. Naturalmente anche il fondatore può sedere nel consiglio di fondazione. La nomina e la revoca della nomina dei membri del consiglio di fondazione possono essere disciplinate liberamente nello statuto della fondazione. Di solito i membri restano in carica per quattro anni. Il consiglio di fondazione si compone normalmente di un presidente (non di rado lo stesso fondatore), di un vicepresidente e di un segretario (spesso un fiduciario/avvocato indipendente che si occupa della corretta gestione amministrativa). Esiste inoltre la possibilità di creare comitati ad hoc, ad esempio: – un comitato per la gestione del patrimonio – un comitato consultivo che assiste il consiglio di fondazione nelle decisioni relative alle attività di pubblica utilità. Un comitato speciale di questo tipo è spesso composto da esponenti del mondo scientifico o da altri esperti in determinati campi che vagliano le richieste e sottopongono proposte al consiglio di fondazione. Nell’ambito di una fondazione di pubblica utilità che ha per scopo la diffusione dell’istruzione tra una più ampia fascia della popolazione, questo comitato verifica ad esempio le domande di finanziamento che pervengono alla fondazione.
Conclusione La fondazione di pubblica utilità in Svizzera è una forma giuridica di grande successo che offre a fondatori e organizzazioni nazionali e internazionali notevoli vantaggi amministrativi, fiscali e legati specificatamente alla dislocazione geografica. In più, i richiedenti privati si avvantaggiano dei vari scopi promossi, di cui altrimenti non potrebbero beneficiare. Mirco Lombardi www.lombardipartners.com
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Quando il potere d’acquisto emigra... L’anno scorso gli abitanti del nostro Paese hanno speso oltre 100 miliardi di franchi per i loro acquisti nel commercio al dettaglio svizzero (automobili escluse). In questa cifra sono compresi anche gli acquisti dei visitatori dall’estero per un importo imprecisato. Non è da molto che sappiamo in quale misura gli abitanti della Svizzera spendono i loro soldi nei Paesi limitrofi: si tratta di una somma considerevole, ben 9 miliardi di franchi all’anno, tendenza fino a poco tempo fa in forte aumento.
Potremmo dire che, di dieci franchi guadagnati in Svizzera e destinati ai consumi, quasi uno se ne va all’estero.
Le statistiche non sono più affidabili Gli acquisti privati realizzati oltreconfine vengono conteggiati solo in parte nelle statistiche doganali, o perché non superano i 300 franchi esenti da imposte a persona e al giorno oppure perché sfuggono ai controlli, eseguiti solo a campione. E non possiamo nemmeno basarci sui dati dei Paesi vicini perché questi ultimi, nel disbrigo delle formalità di frontiera, registrano unicamente i rimborsi dell’imposta sul valore aggiunto, per i quali vigono regole diverse da un Paese all’altro: la Germania, ad esempio, rimborsa l’IVA anche sulle piccole somme, mentre l’Austria, la Francia e l’Italia prevedono importi minimi. Se le differenze di prezzo rispetto ai nostri vicini fossero le stesse (e così non è), prevarrebbe l’incentivo a fare i propri acquisti in Germania. Con l’indebolimento dell’euro gli acquisti privati nei Paesi limitrofi hanno raggiunto proporzioni tali da mettere in discussione i dati svizzeri sulle importazioni. Ad esempio stentiamo a credere che negli ultimi tempi, come segnalano le statistiche tedesche, le importazioni di beni di consumo dalla Germania verso la Svizzera siano diminuite. Diciamo piuttosto che sono cambiati i canali di vendita. A titolo di esempio, tutti sanno che, a causa dello scandaloso tasso di cambio fissato dagli editori tedeschi, sono più i giornali tedeschi importati privatamente che quelli venduti dai giornalai svizzeri. Lo stesso vale per i casalinghi e gli articoli di abbigliamento più convenienti: anche in questo caso le importazioni private superano forse di gran lunga le cifre riportate nelle statistiche. Non c’è quindi da meravigliarsi che non solo i commercianti al dettaglio svizzeri, ma anche i grandi importatori nazionali si trovino a fare i conti con un massiccio calo del fatturato. La cosa diventa imbarazzante quando, riferendosi alle statistiche, vengo36
no fatte affermazioni semplicemente assurde. Volendo ad esempio fidarci dei dati ufficiali dovremmo sostenere che, in un anno, il consumo pro capite di carne e derivati in Svizzera è passato da 53 a 51 chili. Naturalmente non ha senso, i due chili in meno sono stati importati privatamente, e forse anche qualcosa in più...
Passatempo e fenomeno di massa Gli acquisti oltreconfine sono diventati un passatempo e un fenomeno di massa destinato a protrarsi fino a quando l’euro resterà debole. A prescindere dal cambio, una piccola correzione è soprattutto figlia del fatto che, a casa dei vicini, l’inflazione continua a sfiorare punte del 2,5% l’anno, mentre in Svizzera si attestava fino a poco fa su valori negativi, e che l’Italia ha aumentato l’imposta sul valore aggiunto. Tra l’altro, i principali fan degli acquisti oltrefrontiera non sono gli abitanti di Basilea né quelli di Ginevra, ma i Ticinesi, e questo nonostante il livello dei prezzi più alto in Italia rispetto alla Germania. Il 58% delle famiglie ticinesi fa la spesa dall’altra parte del confine almeno una volta al mese, contro il 44% della Svizzera tedesca e il 31% di quella francese. I Ticinesi sono in testa alla classifica anche per quanto riguarda la spesa pro capite oltrefrontiera: circa un miliardo di franchi distribuiti tra 300 000 abitanti, contro i 5 miliardi per i quasi 6 milioni di abitanti della Svizzera tedesca e gli 1,4 miliardi per i Romandi. (La differenza rispetto ai nove miliardi cui sopra dipende del fatto che nel calcolo sono stati inclusi solo gli acquisti programmati e non quelli spontanei durante le vacanze all’estero. In più, il signore e la signora Svizzera hanno speso un miliardo in acquisti effettuati in Paesi terzi.) Uno dei dati che colpisce di più è la percentuale estremamente esigua di importazioni private dall’Austria, pari ad appena 0,4 miliardi di franchi, attribuibile probabilmente all’aliquota IVA più alta. I motivi che spingono a realizzare i propri acquisti oltreconfine sono stati inoltre analizzati con precisione anche per il Ticino.
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Poche sono le differenze emerse in confronto alle altre regioni del Paese: per il 75% degli acquisti è determinante il prezzo, per il 56% il cambio, per il 55% gli orari dei negozi (ad es. apertura domenicale), per il 43% i prodotti tipici e solo per il 21% il rimborso dell’IVA. Il maggiore elemento di differenziazione tra il Ticino e il resto della Svizzera risiede negli orari di apertura dei negozi, che nella media nazionale contano solo per il 24%. È tuttavia lampante che, nei cantoni in cui i negozi chiudono presto la sera, c’è uno stimolo in più a fare shopping all’estero. Il modo in cui sono strutturati gli acquisti nei Paesi limitrofi riflette chiaramente le differenze di prezzo: la parte del leone spetta infatti a generi alimentari, bevande, cosmetici e casalinghi (54%), seguiti da abbigliamento, calzature e articoli sportivi (23%). Agli ultimi posti troviamo mobili (5%), elettronica (4%) e orologi e gioielli (2%). Gli acquisti si concentrano quindi prevalentemente sui prodotti più convenienti dell’offerta straniera, per cui ci si chiede fino a che punto i consumatori svizzeri siano
disposti a prendere in considerazione anche merci di qualità inferiore (come nel caso della carne). Un altro interrogativo a cui la rilevazione degli scambi commerciali non può rispondere è quanto il turismo dello shopping venga influenzato dall’afflusso di lavoratori immigrati e delle loro famiglie grazie alla libera circolazione nello spazio economico europeo. Chi è abituato a certi prodotti di un determinato Paese non è facilmente disposto a cambiare le sue abitudini di consumo o, nel caso degli articoli di marca, a pagare i prezzi svizzeri, molto più elevati. Esiste un solo modo per impedire che il turismo degli acquisti cresca ancora, e cioè il tasso di cambio, che però sfugge al controllo dei commercianti al dettaglio svizzeri per quanto essi cerchino di ridurre i prezzi e di migliorare ulteriormente la qualità della loro offerta, peraltro già molto buona. Non c’è da temere che, a causa della congiuntura fiacca, ai consumatori svizzeri finiscano i soldi. 37
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Commento
Le misure di accompagnamento non bastano È innegabile che l’inclusione di fatto della Svizzera nello spazio economico europeo ci porti molti vantaggi. Ma c’è anche qualche ombra: la più piccola è quella costituita dall’immigrazione dalla zona UE, che ha consentito di colmare lacune di personale e, in alcuni ambiti particolarmente critici come quelli delle cure ospedaliere, di mantenere gli elevati standard in termini di prestazioni e disponibilità a cui siamo abituati. Se poi i numerosi medici stranieri abbiano effettivamente intrapreso un’attività nel settore dove abbiamo più bisogno di loro, cioè la medicina di famiglia, è un altro paio di maniche. L’immigrazione ci ha permesso altresì di assumere e formare specialisti nei più diversi rami dell’economia, ovviando alla loro penuria. A tal proposito la restrizione del numero di immigrati limitata a un anno grazie alla clausola di salvaguardia, nota anche come clausola valvola, non cambierà nulla, mentre per quanto riguarda le professioni manuali la restrizione verrà comunque aggirata attraverso i permessi di soggiorno di breve durata. Ma finché la Svizzera resterà uno spazio giuridico a sé stante, gli stranieri provenienti dall’UE non potranno accedere ai posti di lavoro nel terziario in qualche modo collegati al diritto e alle istituzioni. A ciò si aggiungono le elevate barriere linguistiche: benché oggi i cittadini dell’UE in possesso di un titolo di studio superiore se la cavino generalmente con l’inglese, lo stesso non si può dire per il francese o l’italiano; per non parlare delle conoscenze perlopiù pessime delle lingue straniere di francesi e italiani. Questi ultimi, per finire, hanno titoli di studio superiori che di solito non valgono granché e non sanno nemmeno che cosa sia un apprendistato come lo intendiamo noi. La migrazione dei lavoratori svizzeri verso studi dentistici e ospedali nei Paesi confinanti continua ad avere uno scarso significato economico. Il nostro sistema solidamente finanziato dalle assicurazioni malattia contribuisce non poco a trattenere la domanda entro i confini nazionali. Il problema principale risiede soprattutto nell’offerta sempre più incalzante di servizi di costruzione da parte di lavoratori stranieri sul mercato svizzero. La situazione dell’edilizia in Svizzera, nettamente migliore rispetto a quella dei nostri vicini, rappresenta un’autentica calamita. L’attrazione è così forte che finisce ovviamente per generare degli abusi, che vanno dal dumping alla truffa
in piena regola. Naturalmente bisogna evitare di fare di tutta l’erba un fascio: non è detto che debba sempre accadere quello che è successo un paio d’anni fa in un comune di Basilea Campagna, dove un fabbricante di cucine di Lörrach si lamentava che i suoi montatori potevano arrivare soltanto alle 10 perché prima dovevano passare a timbrare il cartellino all’ufficio del lavoro di Lörrach… Gli offerenti stranieri che non vogliono attenersi alla normativa elvetica tentano naturalmente anche di trovare un impiego come lavoratori a cottimo presso imprese svizzere. Per questo motivo è stata introdotta per i committenti svizzeri una nuova responsabilità per i loro subcontraenti. Coloro che offrono direttamente i loro servizi in Svizzera sono attualmente soggetti a un più severo obbligo di preavviso e di prova, doveri nei quali gli Stati UE hanno malignamente individuato un ostacolo non tariffario agli scambi commerciali. Ciò che non si dice è che quelli stessi Stati ricorrono a tutti gli espedienti possibili e immaginabili per ostacolare l’attività delle imprese svizzere sul loro territorio, escludendole ad esempio dalle gare di appalto. Viste le nuove disposizioni di esecuzione relative alle misure di accompagnamento, praticamente ovunque le autorità cantonali competenti hanno deciso di intervenire rafforzando i controlli. Un aspetto interessante è che a dimostrare il maggiore impegno sono proprio i cantoni con i più grossi afflussi privati di merci dall’estero, come Basilea Campagna e il Ticino. La lotta agli abusi nel quadro dell’accordo di libera circolazione viene presa sul serio anche dagli ambienti economici: il contratto mantello nazionale nel ramo dell’edilizia, non ancora generalmente vincolante, viene monitorato da 26 commissioni paritetiche, che passano attentamente al vaglio anche le aziende e i lavoratori distaccati. L’autodisciplina funziona, come testimonia il fatto che la maggior parte delle infrazioni rilevate finora sono di minore entità e che soltanto un terzo dei casi è stato oggetto di sanzioni convenzionali. Se pensiamo che oggi ci sono altri rami dell’economia che sfuggono praticamente a ogni controllo (basti pensare al commercio transfrontaliero online, in forte crescita), allora possiamo concludere che l’edilizia è decisamente un passo avanti rispetto agli altri settori nell’utilizzo razionale della libera circolazione con l’UE.
«Controlliamo l’edilizia e i servizi meglio dei flussi di merci?» 38
Dott. Richard Schwertfeger
WIRPLUS luglio 2013
Pinguini affinati I pinguini sono animali tristemente semplici. Soprattutto i maschi. In particolare quelli che si vedono in televisione, nei bei documentari sugli animali, come «Mondi di ghiaccio», «L’Antartide» o «Continente degli estremi», dove i docili animali vengono infastiditi regolarmente da audaci cameraman che vogliono filmarli per documentare il modo in cui «affrontano il freddo pungente», «resistono alle spietate tormente di neve con stoica tranquillità» e «sfidano l’inclemente inverno antartico». Anch’io ho creduto a tutto questo. Grazie al candido Dr. Martin Perkins, l’idolo della mia infanzia. Tutti gli anni, ogni domenica pomeriggio raccontava il mondo animale con la sua voce paterna. «Vi aspettiamo anche la prossima settimana con ‹il regno degli animali selvatici›». Era il programma più colorato della ZDF in bianco e nero. Pendevo dalle labbra del ricercatore di animali, anche se la serie era sincronizzata in modo talmente abile che talvolta il Dr. Perkins gioiva per la nascita di un giovane animale, mentre il doppiatore tedesco si affannava ancora a parlare dell’accoppiamento.
«il primo pasto fresco» ai piccoli che nel frattempo sono sgusciati fuori e la voce del narratore passa quasi in falsetto: «missione compiuta», «dopo tre mesi di separazione sono finalmente di nuovo insieme» e «hanno molti progetti: dal costruire il nido al fare l’amore». Attacco di violini: allegro furioso. I pinguini non sono gli unici. Gli autori di documentari sugli animali scovano tratti umani in ogni microbo. La parola chiave di «Mondi di ghiaccio» vale anche per i koala, le zanzare e i colibatteri: «Per milioni di anni, l’evoluzione di queste meravigliose creature si è affinata e modellata e ha attribuito loro delle capacità che noi difficilmente riusciamo a raggiungere nonostante l’alta tecnologia. Qualora dovessi imbattermi ogni tanto nell’evoluzione, le dirò di lasciare in pace i poveri pinguini e di dedicarsi piuttosto a limare il pathos degli autori di documentari sugli animali.
Il Dr. Perkins è passato da tempo a miglior vita, ma i suoi eredi conservano il suo pathos. I pinguini imperatori filmati con tecniche di ripresa moderne non stanno tutti insieme perché hanno freddo, ma perché «si proteggono reciprocamente dalle raffiche di vento». Ma che altruisti! Il narratore sembra commosso. «Accostarsi l’un l’altro nella magica atmosfera della notte polare è un patto per la vita nella lotta contro il gelo che dura mesi.» Pinguini che scendono a patti: è qualcosa di assolutamente straordinario. E non soffrono neanche la fame, no, «digiunano». Ho sempre creduto semplicemente che non avessero cibo. Il prossimo team di cameraman dovrà portare con sé un po’ di ippoglosso fresco. Vediamo un po’ per quanto tempo ancora rinunciano a nutrirsi. Inoltre, i pinguini maschi custodiscono le uova ai loro piedi, protetti dalla loro grossa pancia, mentre le femmine ingrassano nelle acque più calde. Ma no, «custodire le uova» è troppo profano: «a ogni maschio è stato affidato un solo uovo prezioso». Affidato! Ecco il mio piccolo pinguino adorato, il nostro uovo. Io devo assentarmi, fai attenzione che nostro figlio non rotoli via!
Willi Näf è autore indipendente, scrittore e cabarettista. Vive nelle regioni di Basilea e di Appenzello. www.willinäf.ch
I poveri maschi non se ne stanno semplicemente nella colonia senza far nulla. No, «aspettano con ansia il ritorno delle loro partner». Cari saluti dall’Antartide. E poi «le signore fanno ritorno», portano 39
WIRPLUS luglio 2013
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