WIRPLUS Aprile 2015

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S U L P WIR

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nel mondo IR W a c n a B m guida la – Volker Stroh 10 dei 4 miliardi a li » g so .0 2 la e a c ss n a a p in ltre di «F ssivo dei crediti o le p m o c e m lu vo l top e WIR il a : 4 e 1 0 rt 2 e ff le o a u n n o n c a uro 4 Chiusura ra la crisi dell’e e p su G A s ic n o pie 80 anni tr m c o le c E n n e n ik a n ä lm D ih Z n o v 14 pedante: Erich n u n o n , re to a n 22 Un sog


144 PAGINE DI «FASCINO WIR» Sono passati 80 anni dalla fondazione della Banca WIR soc. cooperativa. Il libro «Faszination WIR – Resistent gegen Krisen, Spekulationen und Profitgier» («Il fascino WIR: resistente a crisi, speculazioni e avidità di profitto»), disponibile in tedesco, illustra alcuni degli aspetti più interessanti dell’avvincente storia di quest’azienda a partire dal crollo della borsa nel 1929, soffermandosi sulle opportunità che il futuro riserva alla moneta complementare WIR. Il volume, disponibile nelle librerie, può essere acquistato anche attraverso la Banca WIR a un prezzo speciale. Il sistema WIR della Banca WIR promuove l’economia interna svizzera ed è unico al mondo sia per dimensioni che per sostenibilità: avviato nel 1934 sotto forma di rete per un totale di 300 aderenti tra imprese e privati, raggruppa oggi ben 50 000 piccole e medie aziende che nel 2013 hanno registrato un fatturato extra complessivo pari a 1,43 miliardi CHW. Nel suo libro Hervé Dubois illustra le tappe principali di questa storia di successo, mostrando gli ostacoli che la Banca WIR ha dovuto superare e spiegando l’utilità economica anche futura di una moneta complementare in una logica economica dominata dai temi della crescita e del profitto. Hervé Dubois, nato a La Chaux-de-Fonds, è cresciuto a Zurigo. Dopo la maturità ha studiato economia e comunicazione presso la scuola universitaria professionale di San Gallo. Dubois ha lavorato nella regione di Basilea per 20 anni come redattore presso diversi quotidiani, all’agenzia di stampa svizzera e come giornalista radiofonico. Nel 1995 è passato alla Banca WIR soc. cooperativa, dove è stato responsabile della comunicazione fino al pensionamento, nel 2014. Attualmente Hervé Dubois vive nel Canton Vallese.

Faszination WIR – Resistent gegen Krisen, Spekulationen und Profitgier. 144 pagine, copertina rigida, struttura in lino goffrata Il volume è disponibile in tutte le librerie (ISBN 978-3-03781075-0) al prezzo di 34 CHF (prezzo indicativo). Il libro può inoltre essere acquistato, fino a esaurimento delle scorte, presso la Banca WIR al prezzo speciale di 20 CHF o 20 CHW – compilando il modulo online alla pagina www.bancawir.ch/libro* – compilando il tagliando sottostante* e inviandolo per posta – inviando una mail (cfr. tagliando)* – presso le succursali e le agenzie della Banca WIR – in occasione di manifestazioni seguenti della Banca WIR (cf. pag. 41): • fiere WIR a Lucerna e Zurigo • colloqui autunnali al KKL di Lucerna (per i titolari di parti ordinarie) • assemblea generale a Basilea (per i soci della cooperativa) • incontri Business WIR * Non verranno addebitate spese di spedizione

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TAGLIANDO Vi prego di spedirmi

….... copia/e del libro «Faszination WIR» al prezzo di 20.–/copia all’indirizzo seguente:

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conto corrente no ………..................................… conto di risparmio no ……….................................... Pago in CHF dietro ricezione della fattura (consegna a pagamento avvenuto)

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Inviare il tagliando a Banca WIR, Marketing, Auberg 1, 4002 Basilea. Oppure ordinare il libro compilando il modulo online sul sito www. bancawir.ch/libro o inviando un’e-mail a Nadja Maurer: nadja.maurer@wir.ch (indicando il numero di copie desiderate, l’indirizzo e il tipo di pagamento con relativo numero di conto).


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EXTRATERRESTRE E SOTTOTERRESTRE EDITORIALE

Finora gli astronauti terrestri e i costruttori di satelliti non hanno dimostrato di essere amanti dell’ordine: 100 tonnellate di metallo vecchio e plastica sono disseminate sulla superficie della Luna, rottame di ogni genere – all’incirca 600 000 oggetti con un diametro di più di 1 cm – gira intorno alla Terra e, non contento, l’uomo ha portato anche su Marte e sulla cometa ChuryumovGerasimenko le sue fantastiche scoperte tecnologiche. Ma le nostre tracce vanno ben oltre il nostro sistema solare: la sonda Pioneer 10 è in viaggio da 43 anni e tra 2 milioni di anni verrà accolta nel sistema solare «Aldebaran», a condizione naturalmente che a quell’epoca ci sarà o non sarà già estinta un’eventuale civiltà intelligente. Secondo lo scrittore Erich von Däniken gli astronauti extraterrestri non solo sono più svegli ma hanno anche più tatto: «Dopo averci fatto visita sulla Terra si sono riportati indietro tutte le loro cianfrusaglie.» Con queste sue tesi 50 anni fa Däniken ha suscitato molto più scandalo di oggi. All’epoca l’universo noto era relativamente minuscolo e i pianeti al di fuori del nostro sistema solare pura teoria. Oggi gli astrofisici e astrobiologi non discutono più sull’esistenza o meno di altri esseri nell’universo, bensì sul fatto se è il caso di cercare attivamente il contatto con gli extra-

terrestri o se non è forse meglio attendere passivamente e tentare di captare i loro segnali. Abbiamo incontrato Erich von Däniken a Interlaken in occasione del suo 80° compleanno a metà aprile (pag. 22). Senza lasciare la Terra, la Banca WIR si addentra in nuovi mondi: diventa infatti operativa nel settore dei social media ampliando così la propria comunicazione esterna. Volker Strohm è al contempo il nuovo responsabile Media digitali e l’addetto stampa della Banca WIR (pag. 10). Sottoterrestri – ovvero negativi – sono gli interessi che devono aspettarsi i clienti più importanti di alcune grandi banche. Ma pure il semplice cliente bancario ha ben poco da stare allegro. D’ora in poi dovrà affidare i suoi risparmi al barattolo di zucchero, al materasso oppure a una cassaforte rischiando di perdere tutto in caso di furto con scasso? Meglio di no. Anche nel 2015, la Banca WIR offre alternative redditizie, che lo scorso anno le hanno fruttato 382 milioni CHF di fondi della clientela e 1200 nuovi finanziatori (pag. 4). DANIEL FLURY

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SOMMARIO

PAGINA 10

PAGINA 12

Volker Strohm è il nuovo responsabile Media digitali e adetto stampa della Banca WIR e si occuperà di guidare la società cooperativa nel mondo di «Finance 2.0». Tuttavia, anche l’infotainment non deve mancare. Date un’occhiata!

La Banca WIR si mobilita: il panorama stradale è arricchito dalla presenza di 33 BMW Serie 1 bianche con il logo della Banca WIR. Alla guida: consulenti ai clienti commerciali come Doriana Botta della succursale di Lugano.

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4 IL VOLUME COMPLESSIVO DEI CREDITI OLTREPASSA LA SOGLIA DI 4 MILIARDI 7 PARTI ORDINARIE DELLA BANCA WIR – UN SOLIDO INVESTIMENTO 8 7 DOMANDE ALL’APPRENDISTA NADJA FREY

10 VEZZOSI GATTINI E OPERAZIONI BANCARIE

Intervista con Volker Strohm

12 LA BANCA WIR HA ANCHE UN PARCO AUTO 14 ZIHLMANN ELECTRONICS AG SUPERA LA CRISI DELL’EURO CON OFFERTE AL TOP E WIR

17 «IL 16 OTTOBRE CI HA PORTATO FORTUNA» 19 IN SALUTE GRAZIE ALLE PIANTE 22 «SONO I SOGNATORI A TENERE IL MONDO CON IL FIATO SOSPESO»

Intervista con Erich von Däniken

28 IL TEMPO, PARAMETRO UNIVERSALE? 31 INSERIMENTO DEI NUOVI COLLABORATORI

PAGINA 22 Sono quasi cinquant’anni che Erich von Däniken, autore di best seller e specialista di pre-astronautica, si scontra con lo scetticismo degli scienziati, anche se è già riuscito a convincerne molti. Leggete a questo proposito la nostra intervista.

34 SI FACCIA DEL BENE! 36 UNO SGUARDO AL FUTURO CON TANTI INTERROGATIVI

Dott. Richard Schwertfeger

39 A PROPOSITO DA EXTRATERRESTRE E APPENZELLESI

Colonna di Willi Näf

40 CARTOON 41 APPUNTAMENTI 3


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IL VOLUME COMPLESSIVO DEI CREDITI OLTREPASSA LA SOGLIA DI 4 MILIARDI CHIUSURA ANNUALE 2014 Nel 2014, la Banca WIR soc. cooperativa ha celebrato il suo 80° anniversario. A differenza dei grandi istituti che, a seconda dell’opportunità, trattano le PMI con priorità di volta in volta diverse, la Banca WIR è sempre stata un partner affidabile e un caposaldo per il ceto medio. Questa costanza ha portato i suoi frutti: anche in questo anniversario è stato possibile incrementare sensibilmente il totale di bilancio dell’11,3% a 4,65 miliardi CHF/CHW. In ascesa anche l’utile dell’esercizio, che ha esibito un aumento del 2,1% raggiungendo 13,54 milioni CHF. Se l’assemblea generale del 27 maggio approva la proposta del consiglio d’amministrazione, il dividendo sarà portato da 9.40 CHF a 9.75 CHF per parte ordinaria.

L’economia svizzera ha retto sorprendentemente bene anche nel 2014, grazie al flusso migratorio e ai bassi tassi d’interesse. Per far fronte al surriscaldamento del mercato immobiliare, il consiglio federale ha imposto delle misure agli istituti finanziari che dalla metà del 2014 devono finanziare i propri crediti ipotecari con maggiore capitale proprio. L’aumento del cuscinetto di capitale anticiclico dall’1% al 2% non preoccupa la Banca WIR che già oggi soddisfa i requisiti obbligatori a partire dal 2019, e questo persino nel caso in cui il cuscinetto di credito dovesse essere portato al valore massimo del 2,5% di tutte le posizioni di credito ponderate per il rischio. Appare tuttavia iniquo che i requisiti patrimoniali e l’incidenza degli oneri legati alla regolamentazione colpiscano più aspramente le banche più piccole e orientate al mercato nazionale rispetto ai grandi istituti attivi a livello internazionale che si espongono a rischi più elevati. Un altro fattore di distorsione della concorrenza che penalizza le imprese come la Banca WIR è rappresentato dalla garanzia di Stato di cui godono molte banche cantonali che possono fare affidamento su condizioni migliori per il rifinanziamento dei loro crediti. Nonostante queste contrarietà, la Banca WIR ha segnato uno sviluppo molto positivo nel 2014 che si riflette altresì nell’andamento del corso delle parti ordinarie, salito da 418 CHF a fine 2013 a 428 CHF a fine 2014 (+2,4%). Nel 2014 ben 1200 persone hanno acquistato per la prima volta parti ordinarie, cosicché la base dei finanziatori si è ampliata ulteriormente a oltre 9600 persone. Senza dubbio, nel 2015 verrà superata la soglia di 10 000 titolari di parti ordinarie.

Fatturato WIR Il fatturato nella moneta complementare WIR (CHW) ha accusato solo una lieve flessione: se nel 2013 le circa 45 000 PMI affiliate al sistema WIR hanno totalizzato un giro d’affari di 1,433 miliardi CHW, nel 2014 tale cifra si attestava a 1,426 miliardi con una flessione di neanche mezzo punto percentuale. L’incremento del fat4

turato WIR rimane comunque una delle massime priorità della Banca WIR. Dal 2014 si presta particolare attenzione affinché le PMI di nuova affiliazione si impegnino a partecipare al sistema WIR con accettazione garantita e siano presenti sul Mercato WIR sul sito www.bancawir.ch. In questo modo vengono migliorate le possibilità di piazzamento degli averi WIR e compensate lacune regionali o specificatamente settoriali. Sono previste ulteriori misure atte a promuovere il fatturato, l’incremento dell’efficienza del sistema WIR, il rafforzamento dell’idea di rete e il marchio WIR.

Volume creditizio Nel 2014 il volume complessivo dei crediti ha superato la soglia di 4 miliardi: con 4,08 miliardi CHF/CHW l’aumento si è attestato sui 309,6 milioni, pari all’8,2% (cfr. tabella: somma delle posizioni «Crediti verso clienti CHF/CHW» e «Crediti ipotecari CHF/CHW»). La crescita dei crediti si è rivelata perfino più dinamica rispetto all’esercizio precedente. Per quanto riguarda i crediti ipotecari, 2,57 miliardi sono imputabili a ipoteche in CHF (+11,8%) e 655,21 milioni a ipoteche in WIR (+1,2%). La quota di ipoteche a tasso fisso CHF è aumentata dal 53,3% al 56,5% mentre il volume delle ipoteche LIBOR è sceso dal 35,3% al 31,6%. Nella scelta dei modelli ipotecari, l’11,9% compete alle ipoteche a tasso variabile (anno precedente: 11,4%).

Investimenti finanziari Come negli anni precedenti, gli investimenti finanziari e quindi i possibili rischi correlati sono stati ridimensionati. Con 145,15 milioni CHF, l’iscrizione a bilancio è scesa di 15 milioni CHF, un calo pari al –9,4% (cfr. tabella). La liquidità così ottenuta è stata utilizzata principalmente per il rifinanziamento dell’attività creditizia.

Fondi della clientela CHF I fondi della clientela in CHF sono aumentati del 17,3%, ovvero di


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382 milioni CHF. La nuova soglia di 2,59 miliardi CHF (cfr. tabella) rispecchia la fiducia riposta nella Banca WIR soc. cooperativa. I clienti hanno privilegiato soprattutto i depositi a termine con una remunerazione molto interessante rispetto ad altri offerenti. Il loro volume è infatti più che raddoppiato con un aumento del 120,2% a 236,7 milioni CHF. Anche il conto di risparmio 60+ si colloca ai vertici dei consensi: lanciato alla fine del 2013, in poco più di un anno questo conto ha registrato un afflusso complessivo di 196,9 milioni CHF. Grazie alle condizioni interessanti, il conto TERZO pilastro 3a e il conto di libero passaggio si confermano come prodotti di successo per l’ambito previdenziale: il conto TERZO è progredito del 4,7% a 742,42 milioni CHF e il conto di libero passaggio del 4,2% a 373,11 milioni CHF.

Fondi della clientela CHW Il volume di denaro in WIR ha accusato una leggera flessione dello 0,6% e a fine dicembre 2014 si attestava a 768,39 milioni CHW.

le obbligazioni ad alto rendimento sono giunte a scadenza ed è stato necessario reinvestire la liquidità liberata a livelli più bassi quando non è stata impiegata invece per il rifinanziamento di crediti.

Risultato da operazioni in commissione e da prestazioni di servizio In seguito al calo succitato del fatturato in WIR, anche il risultato da operazioni in commissione e prestazioni di servizi ha subito una flessione del 2,8% a 27,42 milioni CHF.

Costi dell’esercizio Mentre le spese per il personale sono scese dell’1,5% a 28,7 milioni CHF, quelle per il materiale sono aumentate dell’11,7% a 16,1 milioni CHF. Al momento la Banca WIR sta investendo nell’ammodernamento delle postazioni di lavoro di tutti i collaboratori e in generale nel rinnovo dell’infrastruttura. Nel complesso, i costi di esercizio sono aumentati di 1,25 milioni a 44,75 milioni CHF (+2,9%).

Rettifiche di valore, accantonamenti e perdite Mutui presso centrali di emissione di obbligazioni fondiarie e prestiti È stato possibile ridurre dell’8,3% a 527,9 milioni CHF il volume dei mutui presso centrali di emissione di obbligazioni fondiarie e dei prestiti. Ciò è dovuto all’aumento degli averi della clientela in CHF che ora contribuiscono per l’80,2% alla copertura dei prestiti alla clientela (esercizio precedente: 75,8%).

Capitale proprio prima della ripartizione dell’utile La Banca WIR continua ad essere molto ben capitalizzata. Il capitale proprio prima della ripartizione dell’utile è salito dell’1,9% a 386,9 milioni CHF. In seguito all’aumento dei prestiti, la quota di capitale proprio (il rapporto tra capitale proprio e attivi ponderati in funzione del rischio, il cosiddetto coefficiente BRI) del 15,6% è leggermente inferiore rispetto alla fine del 2013 (16,4%) ma eccede comunque di gran lunga il valore indicativo del 13,7% valido dal 2019. Il grado di copertura con fondi propri (rapporto tra capitale proprio effettivamente disponibile e quello richiesto per legge) era del 195% (esercizio precedente: 205%) e quindi tuttora di molto superiore al requisito di legge del 140%.

Risultato da operazioni su interessi Il risultato da operazioni su interessi, al netto dei redditi realizzati dal portafoglio di negoziazione e dagli investimenti finanziari, è salito del 2,7% rispetto all’esercizio precedente grazie al maggiore volume di crediti a fronte di minori oneri da interessi. La flessione pari a complessivamente il 4,5% (cfr. tabella) a 46,73 milioni CHF è dovuta al calo dei proventi su interessi realizzati dal portafoglio di negoziazione e dagli investimenti finanziari di 3,3 milioni CHF (–36%):

L’importo contenuto di 0,24 milioni CHF (–65,4%; cfr. tabella) con un contemporaneo forte aumento del volume dei crediti dimostra che la Banca WIR segue una politica creditizia improntata alla cautela e alla responsabilità.

Costituzione di riserve Le riserve per rischi bancari generali non sono state aumentate e si attestano a 91,5 milioni CHF. In seguito alla costituzione di ulteriori riserve di fluttuazione per titoli e rischi creditizi, la posta Rettifiche di valore e accantonamenti è salita dell’11,4% da 105,7 milioni a 117,8 milioni CHF. Previa approvazione dell’Assemblea generale, alle riserve libere saranno destinati 13,5 milioni CHF. Come negli anni scorsi, il dividendo per le parti ordinarie viene attinto dalle riserve per apporti di capitale (76,54 milioni CHF). I dividendi distribuiti non sono quindi soggetti alla deduzione dell’imposta preventiva e, per le persone fisiche in Svizzera, sono esenti dall’imposta sul reddito.

Prospettive Non vi sono dubbi che l’inatteso abbandono del tasso di cambio minimo CHF/EUR provocherà un indebolimento della crescita in Svizzera. L’industria all’esportazione e il settore del turismo saranno maggiormente penalizzati. Sebbene già nei mesi precedenti l’edilizia avesse iniziato ad accusare un rallentamento, la domanda di abitazioni di proprietà e di ipoteche sarà sostenuta dai tassi estremamente bassi e dal maggiore potere d’acquisto dovuto al calo dei costi dell’energia e dei prezzi all’importazione. Benché il tasso di disoccupazione dovrebbe salire leggermente a fronte del dislocamento della produzione all’estero e della riduzione degli organici, i consumi privati continueranno ad essere il 5


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sostegno principale dell’economia svizzera. Pure il commercio al dettaglio dovrebbe beneficiarne, persino in zone di confine, a condizione che i dettaglianti cedano ai clienti i vantaggi sui prezzi di quanto acquistato nell’area dell’euro. I fornitori di servizi orientati perlopiù all’economia nazionale dovrebbero progredire. Tenuto conto che dopo il 2010, quando l’euro quotava attorno a 1.60 CHF, le imprese svizzere hanno affrontato bene una situazione altrettanto difficile, si può partire dal presupposto che flessibilità, spirito imprenditoriale e volontà innovativa contribuiranno pure al superamento di questa fase impegnativa.

del denaro. La Banca WIR dispone di prodotti, ad esempio i conti di risparmio o i depositi a termine, che offrono benefici e vantaggi molto maggiori ai risparmiatori e investitori.

La Banca WIR si è votata alla crescita anche nell’esercizio in corso. L’elevata domanda di crediti consentirà alla Banca WIR di conseguire un progresso superiore al mercato nelle operazioni attive. Per contro, l’aumento dei fondi della clientela nella misura registrata sinora rappresenterà una sfida non indifferente. L’introduzione dei tassi negativi da parte della Banca nazionale – alcune grandi banche passano già la «patata bollente» ai loro grandi clienti aziendali – ha messo sottosopra l’assetto dei tassi. Notizie allarmistiche a caratteri cubitali invitano i privati a non conservare i propri risparmi in banca, bensì a casa in una cassaforte. Tuttavia, chi sa fare i conti ci penserà due volte prima di acquistare una cassaforte a un prezzo esorbitante, in particolare se considera il rischio di furto con scasso e quindi la perdita totale

In passato abbiamo menzionato più volte in questa sede che gli imprenditori non dovrebbero avvalersi del sistema WIR solo quando si avvicina una crisi. Anche in periodi di prosperità occorre curare la rete WIR affinché possa sprigionare la sua piena efficacia quando l’economia comincia a indebolirsi. Non solo nel turismo o nel commercio al dettaglio è possibile compensare il calo dei fatturati grazie alle promozioni WIR. La Banca WIR da parte sua continuerà ad ampliare e perfezionare con tutte le sue forze la caratteristica unica del sistema WIR che è e rimane la chiave per espandere il nostro segmento della clientela commerciale e per moltiplicare le nostre relazioni di banca di fiducia.

Come fonte complementare per il rifinanziamento di crediti, la Banca WIR soc. cooperativa e la Regiobank Solothurn (Soletta) hanno fondato una centrale di emissione, la Emissions- und Finanz AG (Efiag). A decorrere dal 2015, l’Efiag attingerà alla liquidità del mercato dei capitali per conto delle banche che sono troppo piccole per poter effettuare emissioni sul mercato dei capitali.

GERMANN WIGGLI, PRESIDENTE DEL DIRETTORIO

Voci selezionate relative al bilancio e conto economico 2014

2014

2013

VARIAZIONE PERCENTUALE

Crediti verso clienti in CHF/CHW 848 439 774 Crediti ipotecari CHF/CHW 3 227 245 214 Portafoglio di negoziazione in titoli e metalli preziosi 173 059 380 Investimenti finanziari 145 150 675 Fondi della clientela CHF 2 590 292 025 Fondi della clientela CHW 768 393 976 Mutui presso centrali di emissioni di obbligazioni fondiarie e prestiti 527 900 000 Capitale proprio (prima della ripartizione dell’utile) 386 912 237 Totale di bilancio 4 647 784 919

818 625 185 2 947 414 647 143 624 350 160 142 232 2 208 507 950 772 970 989 575 600 000 379 707 071 4 174 115 069

3,6 9,5 20,5 –9,4 17,3 –0,6 –8,3 1,9 11,3

Relative al bilancio

Relative al conto economico Risultato da operazioni su interessi Risultato da operazioni in commissione e da prestazioni di servizio Risultato da operazioni di negoziazione Altri risultati ordinari Costi d’esercizio Utile lordo Rettifiche di valore, accontamenti e perdite Utile annuo

46 730 006 27 419 685 4 209 042 2 224 239 44 751 707 35 748 646 240 236 13 539 636

48 927 180 28 223 723 4 965 815 2 744 784 43 504 221 41 357 282 694 170 13 265 711

4,5 –2,8 –15,2 –19,0 2,9 –13,6 –65,4 2,1

Le cifre dettagliate saranno pubblicate alla fine di aprile nel rapporto di gestione 2014. Dalla fine aprile tutti i clienti della Banca WIR interessati possono accedere al rapporto annuale – in tedesco o in francese – tramite il sito www.wir.ch/rapporti-di-gestione > oppure richiederlo alla Banca WIR. 6


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PARTI ORDINARIE DELLA BANCA WIR – UN SOLIDO INVESTIMENTO

Chi acquista parti ordinarie della Banca WIR partecipa al successo economico di una solida azienda svizzera e moltiplica i propri vantaggi.

Le parti ordinarie della Banca WIR sono diritti valori con un potenziale e un dividendo interessante. Chi acquista ora le parti ordinarie, riceve il primo dividendo già a giugno (giorno di stacco del dividendo: 27 maggio 2015 – ex dividendo: 28 maggio 2015). Quest’anno il dividendo ammonterà, dopo approvazione dell’assemblea generale del 28 maggio, a 9.75 CHF per ogni parte ordinaria. Ciò corrisponde a un rendimento da dividendo pari al 2,28% del corso di chiusura annuale di 428 CHF. I dividendi distribuiti non sono soggetti alla deduzione dell’imposta preventiva e, per le persone fisiche in Svizzera, sono esenti dall’imposta sul reddito.

Maggiori interessi sul conto di risparmio

divisione Finanze/Parti ordinarie, casella postale, 4002 Basilea), per telefono (0848 947 949) o per fax (061 277 93 08). Le parti ordinarie possono essere negoziate il 1° e il 3° venerdì di ogni mese alla borsa interna della Banca WIR e tutti i giorni lavorativi bancari sulla piattaforma OTC della Berner Kantonalbank (Banca Cantonale Bernese). Maggiori informazioni sul sito: www.wir.ch/parti-ordinarie e www.wir.ch/risparmiare ROLAND SCHAUB

Parte ordinaria della Banca WIR - sviluppo del corso (3 anni)*

La tenuta in deposito delle parti ordinarie presso la Banca WIR è gratuita.

460 440 420

Gli ordini di acquisto di parti ordinarie possono essere trasmessi alla Banca WIR tramite l’Internet-Banking, per posta (Banca WIR,

corso

380 360 340 320 300 280

14 20.0 2.15

.14

.14

.14

07.1 1.

30.0 7

02.0 5

07.0 2

.13 18.1 0.13

19.0 7

19.0 4.13

18.0 1.13

19.1 0.12

4.12 20.0 7.12

260

04.0

Acquisto di parti ordinarie

400

06.0 1.12

Se avete un conto di risparmio presso della Banca WIR, potete beneficiare di un tasso d’interesse imbattibile: se detenete in deposito almeno 25 parti ordinarie, ricevete uno speciale bonus dello 0,5% che va ad aggiungersi al tasso di base dello 0,3%. Combinato al bonus su nuovi capitali dello 0,3% sul conto di risparmio potete raggiungere un tasso d’interesse complessivo che può arrivare all’1,1% (bonus fino a un avere di max. 50 000 CHF), situazione al 20 febbraio 2015.

* È evidente che l’attuale performance della parte ordinaria della Banca WIR non può costituire una garanzia dell’evoluzione futura del titolo.

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7 DOMANDE A UN’APPRENDISTA La Banca WIR forma costantemente fino a sei apprendisti presso la sede principale di Basilea. Ogni anno ve ne presentiamo uno e oggi si tratta di Nadja Frey.

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Nadja Frey insieme alla consulente Brigitta Dambach.

Come hai deciso di iniziare un apprendistato in banca? In realtà lavorare in ufficio non rientrava tra le prospettive professionali che prendevo in considerazione; volevo piuttosto fare qualcosa che prevedesse una certa manualità, come la massaggiatrice medica, oppure lavorare nel sociale. Poi una mia amica mi ha raccontato con entusiasmo del suo stage come impiegata commerciale. Quando mi si è presentata l’opportunità di fare io stessa uno stage in ufficio presso Tally Weijl l’ho colta al volo e mi sono resa conto che mi coinvolgeva tantissimo. Successivamente mi sono candidata per un apprendistato di commercio presso varie PMI e banche e nella vendita al dettaglio. La Banca WIR mi ha risposto subito. Ho così fatto il colloquio di presentazione e un giorno di prova, e nel giro di poco tempo ho firmato il contratto. Mi ha fatto molto piacere che ad assumermi sia stata la Banca WIR: la conoscevo tramite l’attività di mio padre che fa il carrozziere auto. È una banca interessante, che si distingue dagli altri istituti finanziari perché usa una moneta complementare e ha il sistema WIR.

Quali sono state le tue prime impressioni all’inizio dell’apprendistato? Tutti mi hanno accolto con molto calore, soprattutto i «veterani» Anne e Basil che sono già stati presentati in WIRPLUS.

In che cosa consiste oggi il tuo lavoro in banca? Ho cominciato nell’ambito del traffico dei pagamenti, poi sono passata al supporto prodotti, al servizio consulenza e infine al controlling. Da metà novembre lavoro allo sportello della succursale di Basilea. Rimarrò qui fino a maggio.

con i clienti. Anche se ogni tanto dobbiamo assumerci le responsabilità per cose di cui non abbiamo assolutamente colpa, è senz’altro una grande soddisfazione vedere che poi alla fine i clienti lasciano la succursale soddisfatti.

Finora le tue aspettative si sono realizzate? Sì, mi sento bene al mio posto e non ho l’impressione che mi manchi qualcosa. Nella Banca WIR si dedica molto tempo agli apprendisti; e stando a quanto mi raccontano alcuni colleghi che lavorano in altri posti non è una cosa scontata. So infatti di ragazzi che hanno grossi problemi all’interno dei rispettivi team o che vengono abbandonati a loro stessi e che cercano di sopportare la situazione solo per riuscire a portare a termine l’apprendistato.

E una volta superato l’esame alla fine dell’apprendistato che cosa intendi fare l’anno prossimo? Non ho ancora lavorato in tutti i dipartimenti della Banca WIR, forse c’è ancora qualcosa di meglio (ride), ma per il momento posso immaginare di fare la consulente alla clientela.

Che cosa fai dopo il lavoro? Mi piace mantenermi in forma facendo attrezzi a casa. Ora sto studiando per l’esame di teoria per il motorino. Se lo supero ho intenzione di fare l’esame per la patente auto e moto. Entrambi i miei genitori hanno una grande passione per la moto e da piccola mi hanno sempre portato con loro. Da quasi due anni vado spesso in moto con mio padre e la «febbre» si è trasmessa anche a me.

Che cosa ti piace di più? Il lavoro nella succursale, visto che adoro stare a contatto diretto

INTERVISTA: DANIEL FLURY

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WIRPLUS aprile 2015

VEZZOSI GATTINI E OPERAZIONI BANCARIE

È possibile che 1,4 miliardi di persone si sbaglino? Questo è il numero di utenti registrati attualmente sulla rete sociale Facebook. Ci siete anche voi? OK, la domanda non è posta in termini del tutto corretti. In realtà, solo pochi ne fanno veramente parte. Per i social media vale la formula «90-9-1»: il 90% degli utenti (per un motivo qualsiasi) un bel giorno si è registrato, il 9% legge e clicca su «Like» o preferisce un tweet più o meno a ogni morte di papa e uno sparuto 1% è veramente attivo, interagisce e scrive contributi e commenti. A parte alcuni raggruppamenti o circoli talvolta di dubbia provenienza o motivazione, tra gli 1,4 miliardi menzionati non vi sono solo persone private, ma anche molte imprese del mondo finanziario. In questo caso si parla spesso di «Finance 2.0» o di «Next Generation Banking». Non riuscite a capire di cosa si tratta? Non importa, anche schiere di esperti discutono, classificano, accantonano...

Finance 2.0 significa anche partecipazione attiva Che cosa si cela dietro questi concetti? La risposta è semplice: tutto e nulla. Piuttosto vaga come spiegazione, non vi pare? Nessun problema, è possibile diventare più concreti. Per «banking della prossima generazione» si intendono i nuovi canali attraverso i quali i clienti possono comunicare 24 ore su 24 con il loro istituto finanziario? Sì. Grazie alla digitalizzazione è possibile sbrigare le operazioni bancarie sempre e ovunque con pochi clic 10

del mouse o gesti delle dita? Certamente. «Finance 2.0» è una banca presso la quale i clienti possono determinare i tassi d’interesse cliccando su «Like» come su Facebook? Chiaro. Perché no?

Proprio la Banca WIR... «L’industria finanziaria nazionale ha difficoltà ad accettare la digitalizzazione e i social media, e soprattutto le esigenze dei clienti informatizzati», ha constatato di recente la rivista di economia «Punkt». E ora, manco a farlo apposta, pure la Banca WIR entra nella rete sociale. È un primo passo, per saggiare il terreno. «Dobbiamo digitalizzarci», è il ritornello ricorrente non solo nell’industria finanziaria. Ma questo non vale per la Banca WIR che ha adottato la massima: «Le imprese non hanno bisogno di una strategia di digitalizzazione, le imprese hanno bisogno di una strategia aziendale per l’era digitale.» Imboccare la strada della digitalizzazione significa soprattutto creare risorse. Chi suscita aspettative deve essere in grado di soddisfarle e questo sin dall’inizio. Nell’epoca online non esiste praticamente più la famosa seconda chance. Da qualche parte in questo mondo c’è un concorrente che già oggi lo sa fare meglio ed è in agguato a solo un clic di distanza.

Facebook, Twitter, Google Plus e YouTube Il cliente bancario di oggi è completamente assorbito, accompagnato e sommerso da una vera e propria valanga di informazioni


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«Una volta online, sempre online» Breve intervista a Volker Strohm In tutta onestà: è proprio necessario partecipare a Facebook & company? Sì e no. No, perché per fortuna la vita va avanti ancora abbastanza bene senza incontri virtuali e pseudoamicizie. Sì, se si vuole capire come funzionano queste reti sociali. Il loro impatto non deve assolutamente essere sottovalutato.

Qual è il suo canale sociale preferito? Naturalmente, come ex giornalista, è Twitter. Il servizio di messaggeria che si limita a 140 caratteri per messaggio è diventato la fonte di informazioni più rapida al mondo. Tuttavia la prudenza non è mai troppa: non bisogna credere a tutto ciò che viene scritto!

Nessun timore d’intrusione nella sfera privata? No. Nessuno è obbligato a rivelare dati personali. Ma devo ammettere che bisogna ponderare attentamente ciò che si mette in rete. Questo è opportuno? Questo invece no? In Internet vige il principio: una volta online, sempre online. La cancellazione successiva è praticamente impossibile.

Esiste un consiglio assolutamente da seguire per accedere con successo all’universo dei social media? Aprire un conto, rivelare solo l’essenziale di se stessi e poi stare ad osservare.

che lo mettono sotto pressione. Per questo motivo, la presenza della Banca WIR su Facebook, Twitter, Google Plus e YouTube vuole essere anche una forma di «infotainment»: sulle piattaforme sono disponibili interessanti link e video su temi economici e finanziari di attualità, commenti, stime e a volte, come diversivo, istantanee divertenti, senza però ricorrere alle beneamate immagini di gattini che fanno furore sui social media.

INTERVISTA: DANIEL FLURY

– nel mondo virtuale e in quello reale. Collegare i clienti PMI su una piattaforma digitale e contemporaneamente discutere di modelli di finanziamento? Sì. Mettere a disposizione un partner – pratico, intelligente e addirittura tascabile – sempre pronto ad ascoltare le domande più importanti sul finanziamento della propria abitazione? Certamente. Dare voce ai clienti WIR? Chiaro. Perché no? Tutto quanto esposto è appassionante e ha un nome: «Finance 2.0».

Predestinata per i social media La Banca WIR sulle reti sociali è anche il tassello di un mosaico digitale per molti progetti stimolanti con cui la banca si prepara ad affrontare il futuro. Al centro dell’attenzione poniamo come sempre i clienti, cioè voi. Il risultato: semplice, rapido, comodo, senza punti interrogativi. Non bisogna dimenticare che la filosofia WIR è predestinata, per antonomasia, ad essere presente sui social media: rete incontra rete

VOLKER STROHM

Da ottobre 2014 Volker Strohm (Twitter: @volkerstrohm) è l’addetto stampa e il responsabile per i Media digitali della Banca WIR. In qualità di specialista in economia bancaria, in precedenza Strohm ha lavorato per 15 anni come giornalista, svolgendo tra l’altro la funzione di caporedattore della rivista per investitori «Stocks» e, da ultimo, di caporedattore sostituto dei siti online di «Handelszeitung», «Bilanz» e «finanzen.ch».

Scriveteci!

Box dei link

Cosa vi aspettate dai social media e dalla Banca WIR? Scriveteci su Facebook i vostri desideri e suggerimenti – anche dando libero corso alla vostra creatività – oppure mandateci un tweet con l’hashtag #wirbank.

https://www.facebook.com/wirbankgenossenschaft https://www.twitter.com/wirbank https://plus.google.com/+wirbank https://www.youtube.com/wirbankofficial

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LA BANCA WIR HA ANCHE UN PARCO AUTO Nei loro spostamenti di servizio, i consulenti della Banca WIR soc. cooperativa percorrono ogni anno circa 200 000 km. In futuro i tragitti sono destinati ad aumentare perché il contatto diretto con i clienti, e in particolare le visite alle PMI, rappresentano una delle priorità dell’assistenza alla clientela.

Il parco auto della Banca WIR: BMW Serie 1.

Da alcuni mesi i consulenti aziendali della Banca WIR utilizzano i veicoli messi loro a disposizione. «La nostra banca si distingue per la disponibilità e la sollecitudine nei confronti della clientela. È del tutto normale quindi che il consulente si rechi presso l’azienda sua cliente, incontri direttamente le persone di riferimento, constati sul posto le esigenze specifiche e offra così un’assistenza individuale», afferma Bruno Stiegeler, responsabile supporto ai clienti e sostituto del presidente del direttorio della Banca WIR. Si desidera rendere visibile queste visite ai clienti: niente più auto private del tutto anonime, ma veicoli aziendali da cui risulti chiaro che a bordo vi è un consulente della Banca WIR. Per questo motivo sulle fiancate e sulla parte posteriore delle 33 BMW Serie 1 bianche è stato apposto il logo della banca. Da un sondaggio 12

rappresentativo condotto a febbraio 2015 da DemoSCOPE è emerso che il 60% degli svizzeri di età compresa tra i 15 e i 74 anni conosce la Banca WIR. Senza alcun dubbio, il parco auto BMW contribuirà a confermare e a potenziare ulteriormente questa percentuale, già di per sé buona.

Snellimento del carico amministrativo In precedenza il chilometraggio percorso con l’auto privata veniva rimborsato dalla Banca WIR attraverso la nota spese. La procedura richiedeva una serie di compiti amministrativi che ora vengono a cadere. Le BMW prese in leasing dalla Banca WIR possono essere usate anche per scopi privati contro il pagamento di un piccolo forfait mensile. Peter Ingold, responsabile del personale


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della Banca WIR, sottolinea altri aspetti che consentono una semplificazione dei processi: «Auto-Interleasing AG si occupa della gestione della flotta aziendale di BMW; ciò include ad esempio tutti i servizi di manutenzione, il cambio pneumatici, la gestione del carburante con un’apposita carta, l’assicurazione dei veicoli e il disbrigo di tutte le pratiche in caso di incidenti.» Le auto hanno un motore diesel e appartengono alla classe di efficienza energetica A a impatto ambientale ridotto, sono dotate di sistema di navigazione e di dispositivo viva voce e sono immatricolate nei cantoni in cui vengono utilizzate. «Con quattro porte, cinque posti e un bagagliaio di 360 litri di capienza – ampliabile a 1200 litri abbassando lo schienale posteriore a tre posti – le BMW Serie 1 hanno una struttura compatta, vantano un motore performante e sono ideali per le famiglie», assicura Michel Ellenberger di Abt Automobile (Muttenz), fornitore delle auto.

«Sono entusiasta» All’inizio Doriana Botta, consulente clienti commerciali presso la succursale della Banca WIR di Lugano, era piuttosto scettica: «Ho già guidato diverse marche d’auto, ma mai una BMW e non avevo mai usato il cambio automatico. Ora posso dire di essere entusiasta; il passaggio non ha presentato problemi e la BMW mi ha sorpreso in positivo.» In ogni occasione, per l’uso privato o per le visite ai clienti, l’auto con il logo riscuote l’ammirazione di tutti ed è considerata perfetta per la Banca WIR. Doriana apprezza molto i servizi compresi nel pacchetto globale che le facilitano le varie incombenze: «Cambio dei pneumatici, manutenzione, assicurazioni: è già tutto organizzato. Devo solo guidare e fare il pieno...» DANIEL FLURY

Doriana Botta: ogni giorno alla guida della sua BMW.

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ZIHLMANN ELECTRONICS AG Zihlmann Electronics, presente nella regione basilese, è lo specialista di elettronica d’intrattenimento, computer, elettrodomestici e allestimenti professionali di infrastrutture tecniche per presentazioni. Le chiavi del suo successo sono la consulenza cortese e competente, la concreta soluzione dei problemi dei clienti e la partecipazione a WIR – tanto più importante ora che è stato tolto il cambio minimo euro-franco. WIRPLUS ha intervistato i due direttori Rolf Glanzmann (sotto a destra) e Paul Meier.

In che misura risentite della concorrenza di discount e grande distribuzione? Chi compra in un discount o in un grande magazzino cerca soprattutto il prezzo più basso. Noi puntiamo da sempre su un servizio personalizzato e su una consulenza competente. Come offerente locale siamo in grado di reagire in tempi brevi ai desideri dei clienti. Ciò ci ha consentito di acquisire una clientela che ci resta fedele. Con la nostra nuova sede e gli ampi locali di vendita a Muttenz, vicino allo stadio St. Jakob, siamo raggiungibili facilmente sia con i mezzi pubblici che con l’auto. Sono disponibili vari parcheggi. Sul posto vi sono pure il Service Center e l’officina di riparazione. Anche questo fa parte dei nostri punti di forza. 14

Succede che qualcuno venga da voi per farsi consigliare gratuitamente e poi vada a comprare in un discount o in Germania? Sì, questi «furti di consulenza» esistono davvero. Dubitiamo però che così si facciano effettivamente dei buoni affari. A volte i discount attirano i clienti con offerte civetta, ma può capitare di scoprire, una volta nel negozio, che sono già esaurite. L’assortimento è composto in gran parte da prodotti all’apparenza molto convenienti, ma qualitativamente poco validi. Anche all’interno di una stessa marca possono esservi grosse differenze. Chi prova da noi un altoparlante di alta gamma e pensa di comprarlo da un’altra parte a un prezzo molto più basso, spesso resta deluso.


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Ammesso che si riesca a trovare un apparecchio tecnicamente all’avanguardia presso un discount o un grande magazzino, non si paga di meno, anzi a volte addirittura di più.

Com’è l’offerta in Germania? In alcuni casi anche in Germania mancano i prodotti di alta qualità o vi è un ritardo nell’aggiornamento della gamma proposta. Persino nei negozi specializzati può succedere che vengano spacciati come novità degli articoli che sono ormai da tempo in assortimento. Abbiamo addirittura dei tedeschi tra i nostri clienti. Il prezzo non è il solo criterio di acquisto, contano anche il servizio e la garanzia. Mentre qui da noi in Svizzera ogni elettrodomestico è coperto da una garanzia di due anni, in Germania è più complicato.

Il franco, rafforzatosi improvvisamente, non vi facilita certo le cose… È vero, per un certo periodo il divario dei prezzi era particolarmente marcato, lo si è notato da subito. I fornitori europei hanno però provveduto rapidamente alle necessarie riduzioni. Naturalmente ci sono persone che vanno a comprare in Germania senza confrontare prezzo e prestazione, solo perché sono convinte che là sia tutto molto meno caro, sempre e comunque. Ma perché si riscontri un’effettiva convenienza occorre chiedere la restituzione dell’imposta sul valore aggiunto tedesca e al contempo «dimenticare», per così dire, di pagare il dazio svizzero alla dogana. Abbiamo già visto anche casi di apparecchi acquistati in Germania che hanno causato problemi al momento dell’installazione. Ce ne siamo occupati noi, ma abbiamo dovuto chiaramente addebitare le spese della manodopera.

Dopo l’abolizione della soglia minima di cambio, in Svizzera il turismo e l’export si trovano in una situazione difficile. Si parla di prolungamento dell’orario di lavoro con lo stesso stipendio, tagli retributivi, licenziamenti. Com’è la situazione da voi? Non abbiamo in programma nessuna di queste misure. Come menzionato, siamo riusciti a ritoccare velocemente i nostri prezzi. In ogni caso, per noi il prezzo è solo uno degli argomenti di vendita. Abbiamo altre possibilità…

Quali? In sintesi, possiamo dire che vogliamo distinguerci per un’offerta selettiva con un buon rapporto prezzo-prestazione, corredata da una consulenza e un servizio di eccellenza. Abbiamo delle sale appositamente predisposte per i test su proiettori, multimedia e hi-fi. I clienti possono, ad esempio, portare con sé i propri CD o LP e ascoltarli da diversi box comodamente seduti su un divano. Inoltre, bisogna precisare che le tecnologie sono diventate parti-

colarmente complesse e per molti è quasi impossibile districarsi da soli. Ci siamo noi per questo – siamo una sorta di «pronto soccorso» per i nostri clienti. Il nostro servizio comprende anche la consulenza a domicilio e l’installazione sul posto degli apparecchi. E poi, c’è il valore aggiunto del sistema WIR. Possiamo lanciare delle iniziative promozionali e accettare temporaneamente una quota WIR maggiore di quella ammessa di solito.

La partecipazione al sistema vi porta nuovi clienti WIR o incrementa gli acquisti di quelli esistenti? Entrambe le cose. Soprattutto grazie alle promozioni 100% WIR troviamo nuovi clienti che vengono anche da lontano. Siamo stati presenti varie volte alla fiera WIR a Zurigo e anche questo ci ha aperto nuove opportunità in più in termini di clientela e fatturato.

Come siete arrivati al sistema di compensazione WIR e quando avete deciso di aderirvi? La nostra azienda è entrata nel circuito WIR nel 1963, un anno dopo la sua costituzione. A quei tempi non eravamo ancora operativi, ma l’idea di fondo del sistema di compensazione WIR, e cioè che le PMI aderenti potessero incrementare reciprocamente i loro fatturati, ci è apparsa subito vincente.

E ha funzionato davvero? Eccome! I clienti WIR non sono mai abbastanza, ne vorremmo altri per aumentare il nostro fatturato in WIR e in CHF.

Come impiegate le entrate in WIR? In parte le usiamo per pagare i fornitori o per finanziare lavori di ristrutturazione, rinnovo, ecc. Ci sono numerose possibilità anche nel privato, ad esempio per comprare un capo di abbigliamento o regolare il conto del ristorante. INTERVISTA: ROLAND SCHAUB (continua p. 16)

Che cos’è WIR? La rete WIR è stata creata a Zurigo nel 1934. Si basa sul principio della solidarietà: nell’effettuare un ordine o un acquisto le aziende aderenti al sistema tengono conto dei reciproci interessi e pagano una parte della fattura non in franchi svizzeri (CHF), ma in WIR (CHW). Questo denaro contabile – non esistono infatti né monete né banconote – circola solo all’interno della rete e non frutta interessi. Per questo non c’è incentivo al risparmio: i WIR vengono spesi più rapidamente dei CHF, con un migliore sfruttamento delle capacità delle aziende aderenti e un incremento del fatturato. Guardate il video al riguardo: www.wir.ch/video-it

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Zihlmann Electronics AG Tel. 061 306 77 11 Fax 061 306 77 15 www.zihlmann.ch kundendienst@zihlmann.ch

Muttenz, Hagnaustrasse 25 – Negozio specializzato per elettronica d’intrattenimento ed elettrodomestici grandi e piccoli per la casa. Allo stesso indirizzo si trovano anche il Service Center e l’officina per le riparazioni.

Indirizzo postale:

Tel. 061 306 77 11; fax 061 306 77 15 muttenz@zihlmann.ch

Orario di apertura:

lu-ve 9-18.30, sa 9-17

Zihlmann Electronics AG, Spalenring 166, casella postale, 4009 Basilea

Direttori: Rolf Glanzmann e Paul Meier Anno di costituzione: 1962 Numero di collaboratori: circa 60 Quota di accettazione 30% fino a 3000 CHF, quote superiori WIR: secondo accordo

Sede e negozi: Basilea, Spalenring 166 – Negozio specializzato per home entertainment di alta gamma. Impianti hi-fi, home cinema, soundbar, sistemi multiroom. Bang & Olufsen, Loewe Galerie, Revox ecc.

Tel. 061 302 22 55

Orario di apertura:

lu chiuso, ma-ve 10-12 e 13-18.30, sa 9-16

Basilea, Schneidergasse 30 – Negozio specializzato con piccoli elettrodomestici per la casa: macchine per il caffè, bollitori, tostapane, fornelli per raclette, rasoi elettrici, ferri da stiro, aspirapolvere ecc.

Tel. 061 261 93 85

Orario di apertura:

lu chiuso, ma-ve 10-12.45 e 13.30-18.30, sa 10-17

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Muttenz, Hagnaustrasse 25 – Zihlmann Professional, partner per la tecnologia audio e video, è leader nella pianificazione e nell’installazione di impianti audiovisivi in sale conferenza e aule per seminari, sistemi di sorveglianza video, impianti audio professionali e comandi media.

Tel. 061 306 77 33; fax 061 306 77 15 profi@zihlmann.ch

Offerta Elettronica d’intrattenimento, computer, elettrodomestici, allestimenti professionali di infrastrutture tecniche per presentazioni. I pilastri della filosofia aziendale • Buon trattamento: personale qualificato e gentile • Buoni prodotti: ampia scelta delle marche più famose (vedi sito in tedesco www.zihlmann.ch > über Zihlmann > Markenverzeichnis) • Buon servizio: soluzione dei problemi di tutti i tipi, consulenza a domicilio, riparazioni ecc. • Buon prezzo: Zihlmann adotta una struttura di prezzi commisurata alle prestazioni, secondo il principio «prestazioni ottimali a prezzi ottimali»


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«IL 16 OTTOBRE CI HA PORTATO FORTUNA» In occasione dell’80° anniversario della Banca WIR soc. cooperativa, il 16 ottobre 2014, abbiamo chiesto ai nostri lettori il significato che ha il giorno 16 ottobre nella loro vita. Riportiamo qui alcune loro risposte.

La data del 16 ottobre è un filo conduttore nella vita di Werner Wettstein. Dopo avere terminato l’apprendistato come elettricista montatore a Pfäffikon (ZH), il 16 ottobre 1962 ottenne il suo primo impiego a St. Moritz. «Allora lavoravamo giorno e notte negli hotel, dove bisognava rinnovare i quadri elettrici in preparazione alla stagione invernale.» Ma per il 21enne, St. Moritz si rivelò un «ambiente troppo insidioso»: «Ovviamente, durante il poco tempo libero a disposizione ci tuffavamo nella vita notturna, e ciò non poteva certo funzionare a lungo termine, poiché una paga oraria di 3.20 franchi non era affatto proporzionata, ad esempio, a un bicchiere di cognac che costava 18 franchi...» Quando un’altra ditta di servizi elettrici a St. Moritz gli offrì la direzione di una filiale a Bivio, Wettstein accettò. Poco tempo dopo, nel 1965, sposò Giulia Fasciati di Bivio, naturalmente il 16 ottobre. Nel 1968 terminò la costruzione della loro casa, in cui andarono ad abitare il 16 ottobre! La casa era strutturata in modo da poter offrire altri 20 posti letto, e di questo «hotel garni» si occupava la moglie, che in passato aveva lavorato nel settore alberghiero. Werner Wettstein intendeva poi iniziare un’attività indipendente come progettatore di impianti elettrici, ma il proprietario dell’attuale ditta non trovava un altro direttore per sostituirlo, e propose a Wettstein di rilevarla lui stesso. «È stato così che, insieme a mia moglie e a mio cognato, nel 1972 ho rilevato la ditta di servizi elettrici e, per ridurre al massimo l’onere in termini di tempo per la gestione delle camere, abbiamo trasformato l’hotel in appartamenti per vacanze. In questo modo mia moglie ha potuto darmi una mano nella ditta.» Ben presto si presentò l’opportunità di aprire una filiale a Savognin, e così nel 1997 – eccezionalmente il 17 ottobre – venne rilevata a Felsberg una ditta esistente, che diventò la prima filiale. Nel 2008, il figlio Alex Wettstein è subentrato come direttore delle due filiali della Electro Wettstein SA di Bivio. L’attività conta nel frattempo 20 collaboratori. «La società aderisce da 40 anni al sistema di compensazione WIR, da cui abbiamo solo tratto vantaggi», afferma Werner Wettstein.

Giulia e Werner Wettstein.

Anche un altro lettore di WIRPLUS, Jean-Jacques Hossmann, compie gli anni il 16 ottobre ed è nato nel 1945, ovvero 11 anni dopo la fondazione della Banca WIR. Fin dall’infanzia entrò in contatto con l’allora WIR Circolo economico soc. cooperativa e con la moneta complementare WIR, grazie a cui il padre potè mettere a segno diversi affari in più nel settore della progettazione e realizzazione di arredamenti per uffici. «Dopo avere rilevato la società di mio padre ho utilizzato i vantaggi del sistema WIR in modo ancora più attivo e sistematico, riuscendo così ad ampliare notevolmente la mia rete relazionale», racconta Jean-Jacques Hossmann, che si è impegnato tra l’altro nel consiglio direttivo del Gruppo WIR Zurigo ed è stato membro della cosiddetta commissione di valutazione per l’ammissione al Circolo economico società cooperativa. La commissione esaminava l’idoneità delle società che presentavano richiesta di adesione e inoltrava le relative raccomandazioni al consiglio d’amministrazione. Circa 20 fa, Hossmann si occupava del settore immobiliare e ancora oggi, da pensionato attivo, gestisce l’EWO AG a Zurigo. La sua esperienza con il sistema WIR: «Per quanto sia valida l’offerta delle 17


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attività in CHF, occorre sempre un certo onere per concludere affari. Per quanto concerne le attività in WIR, in caso di offerta interessante, gli ordini arrivano quasi da sé, ma è necessario riservarsi tempo per pianificare le spese, possibilmente con un certo anticipo.»

Jonas e Marco Soland 16 anni fa e oggi.

Jean-Jacques Hossmann.

Il 16 ottobre Helena e Othmar Soland (Bürglen OW) festeggiano due volte, dal 1998. Infatti in questo stesso giorno sono nati i loro gemelli Marco e Jonas. Una bella sorpresa, ma per certi versi prevista. Helena: «Sia nella famiglia di mio marito che nella mia ci sono già stati parti gemellari; la vera sorpresa è stata avere finalmente dei figli dopo averli desiderati e attesi per ben 14 anni.» Marco è al decimo anno scolastico e comincerà in estate un apprendistato come impiegato del commercio al dettaglio (ramo tessili) presso PKZ di Lucerna, seguendo così le orme della nonna paterna. Jonas è arrivato al suo secondo anno come lattoniere edile. Sta, per così dire, forgiando il suo avvenire: una volta terminato l’apprendistato vuole proseguire la propria formazione. Una preparazione professionale per entrare in futuro nella lattoneria del padre a Bürglen o addirittura rilevarla? «Sarà lui a decidere, anche noi a suo tempo abbiamo scelto liberamente il nostro cammino», dice Helena che da 27 anni si occupa del disbrigo delle pratiche amministrative nell’impresa di famiglia.

«Il 16 ottobre ci ha portato fortuna», scrivono Yvonne e Giordano Bee-Köppel di Binningen. Il 16 ottobre 1971 Giordano, elettricista, e Yvonne, impiegata di commercio, si sono sposati nella chiesa di Mariastein. L’unione è stata allietata dalla nascita di due figli, un maschio e una femmina. Oggi i coniugi Bee si godono una pensione all’insegna dell’attività sportiva: «Continuiamo a dedicarci ai nostri hobby, tra questi lo sci e il trekking», racconta Yvonne che ogni anno collabora anche all’allestimento di arte Binningen (arte-binningen.ch), una mostra internazionale di arte contemporanea. «La prossima manifestazione di arte si terrà dal 7 al 15 novembre 2015 – i lettori di WIRPLUS sono cordialmente invitati!»

Yvonne e Giordano Bee-Köppel. DANIEL FLURY

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IN SALUTE GRAZIE ALLE PIANTE Jean-Pierre Droz e la sua impresa D & A Diffusion hanno individuato il segreto delle piante alpine e sfruttano le virtù delle erbe medicinali di tutto il mondo. Nota ai consumatori grazie ai prodotti «Grapex» (estratto di semi di pompelmo) e «l’Eau des Arquebusiers» (distillato di piante medicinali), la sua società intende sviluppare prodotti inediti e valorizzare il proprio know-how presso i farmacisti.

«A dover indicare un elemento comune della maggior parte dei nostri prodotti si tratterebbe senza dubbio del rafforzamento del sistema immunitario. L’inquinamento dell’ambiente espone il corpo umano ad aggressioni di ogni genere e noi lo aiutiamo a difendersi», sintetizza Jean-Pierre Droz. L’aria delle città è inquinata e i generi alimentari (persino quelli convenzionali!) sono spesso malsani e trasportano tossine: per eliminarle è preferibile poter fare affidamento su un sistema immunitario in piena forma. Jean-Pierre Droz, da anni

attivo nell’universo dei fitosanitari, produce e commercializza complementi alimentari, oli essenziali, preparati per farmacie e prodotti cosmetici. Solo nel campo degli oli essenziali, la sua società D & A Diffusion propone 130 essenze diverse composte da piante provenienti da tutto il mondo, dal Brasile, la Tunisia, la Spagna, il Nepal, l’Indonesia, l’Australia al Madagascar. «Noi produciamo, controlliamo e garantiamo le qualità dei marchi Fair Trade e Bio», ci assicura Jean-Pierre Droz, nativo del Giura e partecipante WIR da 30 anni. 19


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Jean-Pierre Droz (in alto e al centro): «Garantiamo qualità Fair Trade e Bio.»

«Pozione magica» dal 16o secolo La sede di D & A Diffusion si trova a Bassecourt. Tra i prodotti più venduti del suo assortimento va annoverato «Grapex» a base di semi di pompelmo, che ha un effetto benefico comprovato sul sistema immunitario ed è disponibile sotto forma di crema, gel, gocce e shampoo. Jean-Pierre Droz è inoltre titolare della licenza per «l’Eau des Arquebusiers». Le origini di questo antico rimedio a base di 75 piante medicinali risalgono al XVI secolo: dei monaci lo producevano infatti su richiesta di Francesco I re di Francia per curare ferite e contusioni, provocate in particolare dal contraccolpo degli archibugi sulle spalle e le braccia dei soldati. Da lì l’origine del suo nome. Il segreto di questo rimedio da applicare su ferite da taglio così come su ustioni o in caso di dolori articolari era stato rilevato e utilizzato a lungo da farmacisti di Losanna – Fabre & Bouet – prima di essere rilevato da Jean-Pierre Droz nel 1986. Droz è convinto che è impossibile dubitare dell’efficacia di un preparato utilizzato da secoli. «Il suo sviluppo e la sua preparazione obbedivano a una logica e a delle regole completamente diverse da quelle che prevalgono al giorno d’oggi. Anche questo aspetto mi affascina.» Il suo alambicco, traslocato dal Giura al Vallese, gli consentirà di perpetuare questa antica tradizione. Ma attenzione: la fama del prodotto è tale che sono in circolazione imitazioni!

Avventura valligiana Invitato dalla società per la promozione dell’economia valligiana, nel 2012 Jean-Pierre Droz si è stabilito nella regione di Conthey 20

per partecipare al lancio di PhytoArk (www.phytoark.ch), una struttura dedicata al settore tecnologico e alle neoimprese, dove ormai ricerca e sviluppo, istituti e start-up si affiancano. L’obiettivo del cantone è di sostenere la ricerca sulle piante alpine, facilitare la fondazione di imprese focalizzate sulle virtù delle summenzionate erbe medicinali e, creando una domanda da parte dei consumatori, contribuire allo sviluppo dell’agricoltura di montagna. Grazie alla sua esperienza, alla sua pratica pluriennale e alla sua ampia rete di contatti, sia in Svizzera sia all’estero, Jean-Pierre Droz era la persona ideale per portare a buon fine tale intento. All’inizio del 2015, sembrava fosse venuto il momento di voltare pagina. Ma l’avventura alpina di Jean-Pierre Droz stava solo cominciando. I primi studi avviati da D & A Diffusion su determinate piante stanno per essere conclusi e le prospettive sono molto promettenti. Naturalmente, a fronte della concorrenza agguerrita nel settore, prima della pubblicazione dei risultati regna il silenzio per quanto riguarda le specie o i principi attivi.

Al servizio dei farmacisti Che i suoi prodotti abbiano effetti benefici o meno, Jean-Pierre Droz è comunque pieno di energia e di idee che mette in pratica lanciando nuovi progetti. Oltre alla produzione dell’«Eau des Arquebusiers» con il suo proprio alambicco, intende promuovere maggiormente la sua attività presso i farmacisti. D & A Diffusion


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I prodotti «Grapex» e «l’Eau des Arquebusiers» sono tra i prodotti di punta di D & A Diffusion.

intrattiene già relazioni con migliaia di farmacie in Svizzera distribuendo e vendendo i propri prodotti. Ma, su richiesta, la società può anche produrre tutti i preparati richiesti sul mercato. JeanPierre Droz punta ad accrescere quest’ultima attività facendo leva sulla qualità e la rintracciabilità dei marchi – Bio, Fair Trade ecc. – delle materie prime ottenute tramite la sua rete internazionale di produttori. Questa esigenza di qualità da tempo assolutamente prioritaria per la sua attività è ormai in linea con le esigenze dei clienti. Ciò rende D & A Diffusion il partner ideale per i farmacisti che desiderano dare rilievo al loro know-how in materia.

da bere tutta in una volta. Questo prodotto innovativo ha anche la caratteristica di poter essere riportato facilmente alla sua massima concentrazione, ciò che permette di creare mix di sapori originali e di scoprire nuovi gusti e sapori per farsi del bene! L’instancabile Jean-Pierre Droz crea prodotti del tutto inediti e, al contempo, perpetua la tradizione di un preparato dalla tradizione secolare. Membro promotore di una rete internazionale di coltivatori e produttori di piante medicinali, partecipa altresì alla scoperta del patrimonio «fito-alpino». Ricercatore, tecnico, imprenditore, socio WIR... L’elenco delle sue qualità non può che lasciare allibiti.

Chips di sedano e cocktail da piante Sempre all’avanguardia nel campo della protezione e del rafforzamento del sistema immunitario, Jean-Pierre Droz sta lavorando allo sviluppo di un prodotto del tutto inedito, l’«eau végétale». La procedura consiste nel disidratare una pianta medicinale e distillare i principi attivi sia dal liquido che dalla pianta stessa, entrambi conservati scrupolosamente. «La componente essiccata conserva tutto il suo sapore», afferma Droz, non come nel caso dei funghi o dei fagiolini essiccati secondo metodi tradizionali. «Ad esempio, con il sedano è possibile produrre un tipo di chips dal gusto del tutto inedito.» Anche i liquidi vegetali si differenziano dai succhi conosciuti comunemente. È infatti in fase di sperimentazione una prima gamma di «fito-cocktail» dalle virtù antiossidanti evidenti da consumarsi secondo il principio del «one shot», ovvero una piccola dose

VINCENT BORCARD

D & A Diffusion Sàrl Rue des Vieilles-Forges 62 2854 Bassecourt Tel. 032 423 63 10 Route des Vergers 22 1964 Conthey Tel. 032 423 63 10 info@da-diffusion.ch www.droz-aromatics.ch Quota di accettazione WIR: 100% 21


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«SONO I SOGNATORI A TENERE IL MONDO CON IL FIATO SOSPESO» INTERVISTA CON ERICH VON DÄNIKEN Da quasi cinquant’anni Erich von Däniken si occupa di argomenti che gli scienziati più affermati scelgono di ignorare o preferiscono non approfondire. Nell’imminenza del suo ottantesimo compleanno, l’11 e 12 aprile si terrà a Sindelfingen il Congresso internazionale Erich von Däniken. Siamo andati a fargli visita nella sede della sua fondazione a Interlaken.

«Tengo fede alle mie convinzioni.»

Potrebbe riassumere la sua tesi principale per i nostri lettori e le nostre lettrici?

Qual è la sua prova più convincente a sostegno della sua tesi?

Molte migliaia di anni fa sul nostro pianeta sono atterrati gli alieni. I nostri antenati, gli uomini dell’età della pietra, non capendo chi fossero, hanno creduto si trattasse di divinità. Ma le divinità non esistono.

La migliore prova visiva è un’incisione sulla lastra funebre di Pacal, re dei Maya, presso il sito archeologico di Palenque, in Messico, che raffigura il sovrano mentre se ne va a bordo di un’astronave.

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«Chi sa, forse tra dieci anni la preastronautica diventa una nuova scienza.»

L’interpretazione oggi maggiormente accreditata dell’iscrizione sulla lastra funebre, ad opera degli eminenti studiosi di civiltà precolombiane George e David Stuart, avalla il significato della rappresentazione perché dice che l’immagine si riferisce a Pacal mentre «cade nell’universo» (nota della red.: vedi foto alla p. 25). Ma anche la letteratura antica ci dà delle conferme. Prendiamo ad esempio il Libro di Enoch: il profeta racconta di essere stato trasportato nello spazio da un’astronave e descrive che cosa ha trovato e come appare la Terra da lassù.

Le sue convinzioni si discostano molto da quelle degli scienziati tradizionali... La disciplina di cui mi occupo, la preastronautica, che del resto è un termine ormai di uso corrente, non è ancora entrata a far parte della scienza. Ma questo non è poi un fenomeno così raro. Pensiamo all’archeologia: nei primi tempi ci si limitava a collezionare in modo asistematico degli artefatti, talvolta persino rubandoli, e a immagazzinarli da qualche parte. Gli scavi non venivano eseguiti con metodo, non si poteva insomma parlare di una scienza. Molte altre branche della scienza hanno iniziato con speculazioni e ipotesi assolutamente lacunose, fino a quando non è arrivato qualcuno che ha messo un po’ di ordine. Sono del tutto convinto che magari tra dieci anni la preastronautica diventerà una nuova scienza, con o senza di me.

Il divario tra le scienze razionali e la preastronautica è insanabile secondo lei? Tra gli scienziati vi sono effettivamente molti scettici. Di solito però scopro che non hanno letto nessuna delle mie opere. Ma discutendo con loro finiscono spesso per cambiare idea. La mia ambizione è fare bene il mio lavoro. Alla fine delle mie presentazioni c’è sempre il silenzio totale. Dopodiché, all’università di Harvard, il pubblico mi ha tributato una standing ovation. Altro

esempio: una volta avevo tenuto una presentazione davanti a esponenti della NASA. Tra loro c’era anche un ingegnere, Joseph F. Blumrich, direttore del settore costruzione progetti e corealizzatore del razzo Saturno V. Non mi credeva che nella Bibbia si parla di tecnica e voleva a tutti i costi smentire la mia tesi.

Erich von Däniken Erich Anton Paul von Däniken è nato il 14 aprile 1935 a Zofingen. Da bambino ha frequentato un collegio di gesuiti a Friburgo. Von Däniken si è sempre interessato di religione, filosofia e archeologia. A risvegliare un interesse particolare sono stati alcuni testi biblici in cui si parla di veicoli e oggetti volanti: da lì la sua tesi secondo cui gli extraterrestri sarebbero venuti due o tre volte sulla Terra, a intervalli di 3000-4000 anni. Questi eventi troverebbero riscontro in vari miti e testi di numerose civiltà e religioni. Ad accomunare le varie testimonianze c’è l’idea del ritorno, perché le «divinità» avrebbero promesso di ritornare. I libri «Ricordi dal futuro» (1968) e «Ritorno alle stelle» (1969) gli sono valsi la sua reputazione mondiale di autore nel campo della preastronautica. Erich von Däniken è sposato con Elisabeth Skaja dal 1960, ha una figlia e vive in uno chalet a Beatenberg. A Interlaken si trova la sede della Fondazione Erich von Däniken, in cui i coniugi hanno fatto confluire denaro, libri, diapositive, filmati e manoscritti. Lo scopo della fondazione è «promuovere lo studio dei grandi enigmi del mondo, in particolare delle vestigia misteriose di antiche culture». Erich von Däniken è cittadino onorario di Nazca e Ica in Perú e dottore honoris causa della Universidad Boliviana. www.daniken.com www.evdstiftung.ch

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Erich von Däniken (EvD) a Giza (Egitto)…

… e a Teotihuacán (Messico).

Dietro mio consiglio ha deciso di leggere il Libro di Ezechiele, che ha solleticato la sua curiosità tanto da spingerlo ad analizzare il testo frase per frase. Basandosi sul risultato delle sue letture ha quindi ricostruito una nave spaziale, una sorta di shuttle, di cui si parla nel libro «The Spaceship of Ezekiel». E così Blumrich è venuto da me e mi ha detto: «Volevo dimostrarle che aveva torto e ho fallito su tutta la linea. Ma non sono mai stato così contento di aver perso!» (n.d.R.: cfr. riquadro «Il carro degli dei e una piacevole sconfitta»)

Comunque altri hanno le idee chiare e la definiscono una sognatore. Io resto fedele alle mie convinzioni. La definizione di «sognatore» non mi disturba affatto. Lo dico sempre: sono i sognatori a tenere il mondo con il fiato sospeso, non i pedanti.

Recentemente è stata pubblicata una notizia sensazionale, e cioè che il DNA presente sul rivestimento

Congresso Erich von Däniken a Sindelfingen In occasione dell’80° compleanno dell’autore di best seller, l’11 e 12 aprile si terrà presso la fiera di Sindelfingen (BadenWürttemberg) il «grande congresso internazionale Erich von Däniken» in cui si discuterà di fenomeni extraterrestri. Otto personalità conosciute del campo presenteranno le loro nuove scoperte, tra cui: – Edgar Mitchell, dottore in aeronautica ed astronautica, pilota del modulo di atterraggio dell’Apollo 14 e sesto uomo sulla Luna; – il prof. dott. Chandra Wickramasinghe, uno dei maggiori astronomi dei nostri giorni. Gli altri relatori saranno: Robert Salas, Luc Bürgin, Peter Fiebag, Robert Bauval, Graham Hancock e Michael Tellinger. Per maggiori informazioni visitate il sito www.kopp-verlag.de

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EvD accanto a una colonna di geroglifici (Egitto).

esterno di un razzo è sopravvissuto al viaggio di andata e ritorno nello spazio. Questo porterebbe acqua al suo mulino? Certamente. Negli ultimi anni sono stati scoperti circa 600 pianeti che non appartengono al nostro sistema solare, tra cui alcuni che assomigliano alla Terra. Oggi sappiamo che nell’universo esistono milioni, se non miliardi, di pianeti. E non sono l’unico a essere convinto che c’è vita anche altrove, che la vita può diffondersi nell’universo e che ci sono, o ci sono state, civiltà molto più avanzate della nostra.

Se degli extraterrestri fossero sbarcati sulla Terra, perché non esistono prove incontrovertibili in grado di convincere anche la scienza tradizionale? Secondo me gli scienziati si sono comportati come degli etnologi, che si limitano a studiare un paio di tribù e poi, armi e bagagli, se ne vanno. Per quanto mi riguarda sono convinto che sulla Terra ci sono degli oggetti lasciati dagli extraterrestri, dagli «dei». Ma non abbiamo accesso a questi oggetti perché le religioni ce lo impediscono. Mi riferisco ad esempio all’Arca dell’Alleanza, di cui si parla nel Libro di Samuele. Si diceva che chiunque si avvicinasse senza esserne autorizzato perdeva i capelli e moriva. Oggi parleremmo di un incidente radioattivo. Secondo il patriarca della chiesa copto-ortodossa l’Arca dell’Alleanza si trova in una stanza protetta e sorvegliata sotto la cappella dedicata alla Vergine Maria nella cattedrale di Axum, in Etiopia.

Una volta ha detto di credere in un dio, ma di non saper definire che cos’è dio... Quando ero entrato in collegio a Friburgo, una scuola di gesuiti, nutrivo una fede assoluta. Leggendo le traduzioni della Bibbia mi sono però reso conto che Dio così com’è descritto nel Vecchio Testamento corrispondeva ben poco all’immagine che ne avevo io. Un dio dovrebbe essere atemporale, perfetto, inadatto a qualsiasi esperimento. Dovrebbe essere ovunque senza aver bisogno di un’automobile o di un aereo per spostarsi da A a B. Molto presto ho cominciato ad avere dei dubbi sulla mia religione. Ma anche se non so che cos’è dio, prego tutti i giorni e ringrazio di essere al mondo. Credo infatti nell’esistenza di qualcosa come un dio o un sommo creatore da cui tutto ha avuto inizio.


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Il velivolo d’oro del «Museo del Oro» La lastra funebre di Palenque (Messico) del Tempio delle Iscrizioni mostra l’imperatore Pacal che con un veicolo a Bogotá, ritrovato nella tomba di un si stacca dalla Terra e vola verso l’universo. principe Inca a Tierradentro (Colombia).

Secondo la scienza tutto ha avuto inizio dal big bang... È sempre possibile andare più indietro. Se è vero che molto tempo fa siamo stati influenzati dagli extraterrestri, questi a loro volta sono stati influenzati da qualcun altro e così via a ritroso. Si finisce insomma per arrivare al big bang. Ma chi o che cosa lo ha scatenato? Ecco che ci troviamo all’inizio della catena, e lì c’è un dio.

Perché ha cominciato la sua carriera nel settore gastronomico e non ha invece studiato archeologia? Semplicemente perché mia nonna aveva un albergo a San Gallo. Sono contento di avere lavorato nella ristorazione perché mi è servito tanto nella vita. Ho fatto sia il cameriere che il cuoco e più tardi mi sono diplomato alla scuola alberghiera.

I carri degli dei e una piacevole sconfitta Tra i testi più affascinanti del Vecchio Testamento ci sono, secondo Erich von Däniken, le descrizioni del profeta Ezechiele sui carri degli dei. Per Erich von Däniken questi carri non sono altro che astronavi, o meglio moduli di atterraggio di una nave spaziale più grande. Agli inizi degli anni 70 von Däniken aveva esposto la sua tesi in occasione di una presentazione davanti ad alcuni funzionari della NASA. L’ingegnere Joseph F. Blumrich, direttore del settore costruzione progetti e corealizzatore del razzo Saturno V, si era mostrato subito molto scettico e aveva deciso di smentire a tutti i costi la tesi di von Däniken. Con grande sorpresa di Blumrich, le minuziose descrizioni del profeta relative al veicolo, agli indumenti, all’attrezzatura e alle attività di questi «messaggeri del cielo» si tradussero in schizzi molto dettagliati di un velivolo a reazione. Joseph Blumrich era giunto alla conclusione che le descrizioni di Ezechiele si riferivano a un modulo di atterraggio staccatosi da una nave spaziale extraterrestre. Blumrich si era tra l’altro basato sugli studi di Roger A. Anderson, anch’egli ingegnere della NASA, che nel 1964 aveva spiegato quali dovevano essere le caratteristiche di un veicolo spaziale adatto a muoversi su corpi celesti dotati di atmosfera.

Un modulo di questo tipo doveva tra l’altro essere composto dai seguenti elementi: – un corpo centrale, compresa una capsula per l’equipaggio; – quattro elicotteri per far muovere il corpo centrale (simili a dei moderni droni); – una propulsione a razzo; – un serbatoio per il carburante e un propulsore centrale per gli elicotteri ecc. È opinione di Blumrich che ad esempio gli «esseri alati» descritti da Ezechiele nella Bibbia fossero qualcosa di molto simile a quattro elicotteri mentre le fiaccole che brillavano in mezzo agli esseri potevano essere i razzi direzionali attivati durante la fase di atterraggio del mezzo. L’osservazione di Ezechiele secondo cui «ognuna delle ruote riusciva a muoversi in tutte e quattro le direzioni senza girare» ha spinto Joseph Blumrich a ricostruire un modello dell’astronave, modello che ha addirittura depositato presso l’Ufficio brevetti degli Stati Uniti. Insomma Blumrich, che si era messo in testa di smentire Erich von Däniken, ha finito per doversi ricredere incassando una «piacevole sconfitta».

Schizzi ispirati ai testi biblici ad opera dell’ingegnere capo della NASA e corealizzatore del razzo Saturno V Joseph Blumrich. La ruota omnidirezionale ha ottenuto un brevetto internazionale.

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Era il 1968, «Ricordi dal futuro»... Esatto. La mia attività di albergatore a Davos mi ha anche dato una mano a far pubblicare questo libro. Circa 20 case editrici avevano rifiutato il manoscritto. Uno dei miei ospiti, Thomas von Randow, redattore scientifico di «Die Zeit», mi ha finalmente aiutato a convincere l’editore austriaco Erwin Barth von Wehrenalp del mio progetto. In un primo momento la sua casa editrice, la Econ-Verlag, voleva stampare solo 2000 copie. Dopo che nella «Welwoche» era apparsa un’anteprima, però, sono arrivati ordini per quasi 20 000 esemplari. Dopo un anno la tiratura aveva toccato le 800 000 copie. Barth, che tra l’altro è considerato il padre della saggistica divulgativa tedesca, mi ha confessato in seguito che il mio libro avrebbe salvato la sua casa editrice dal fallimento. Erich von Däniken con il suo primo grande best seller «Ricordi dal futuro», in inglese «Chariots of the Gods?» .

Ho anche diretto l’Hotel Rosenhügel a Davos. Da lì, nei periodi fuori stagione, ho intrapreso numerosi viaggi verso siti preistorici, ho scritto il primo articolo di giornale sulla preastronautica e ho iniziato a lavorare alla stesura del mio primo libro.

Che cosa ne pensa Erich von Däniken... ... dei cerchi nel grano È evidente che molti sono opera dell’uomo. Ma ci sono anche dei casi in cui alcuni grandi cerchi, di una precisione assoluta, sono apparsi in pochissimo tempo, sto parlando di secondi. Lì ci deve essere dell’altro. Esiste forse un collegamento con il ritorno delle divinità? Qualcuno vuole prepararci a qualcosa o attirare la nostra attenzione? ... degli UFO Personalmente non li ho mai visti. È probabile che alcuni avvistamenti di UFO siano veri. Ma per non scatenare il panico si lascia credere alla gente che sono tutte fandonie. ... del suo più grande errore Si diceva che la Colonna di ferro di Nuova Delhi non arrugginisse mai. Avevo ipotizzato che fosse fatta di un metallo extraterrestre. Nel frattempo però si è arrugginita (ride). ... del suo maggiore successo Accanto al mio primo libro «Ricordi dal futuro» del 1968 metterei certamente la serie «Ancient Aliens», lanciata tre anni fa dall’History Channel americano, che ha riscosso un enorme successo di pubblico. Ad oggi si contano 100 episodi, ma con molti non sono d’accordo. Ad esempio non condivido la tesi secondo cui Michelangelo sarebbe entrato in contatto con gli extraterrestri. E infine il suo film di fantascienza preferito: «2001 odissea nello spazio» di Stanley Kubrik (1968)

Sicuramente anche il titolo originale ha contribuito a questo successo... Probabilmente. La casa editrice voleva cambiarlo, ma io mi sono rifiutato e l’ho spuntata. Il titolo è importante, da un lato, perché si riferisce al fatto che in passato gli extraterrestri hanno influenzato il futuro dell’umanità e, dall’altro, perché molte civiltà credono in un ritorno delle «divinità». Rispetto alla traduzione inglese non ho avuto nulla da ridire: in inglese il libro si intitola «Chariots of the Gods?» («I carri degli dei»). Solo negli Stati Uniti sono state vendute oltre 12 milioni di copie. Da questo punto di vista il mio primo libro (ne ho scritti 38 in totale), con i suoi 67 milioni di esemplari venduti, è anche il mio più grande successo.

Negli ultimi cinque anni ha pubblicato un libro all’anno. Che cosa ha in programma adesso? Ognuno di questi libri riguarda un argomento specifico: i Maya, l’età della pietra, l’antico Egitto e così via. E ognuno è composto da circa 100 pagine di testo e 200 di immagini, per un totale di 1500 pagine. Il mio prossimo progetto è un libro sulle «storie dietro le storie»: durante la mia vita ho conosciuto molte persone che mi hanno aiutato dandomi suggerimenti, informazioni e «consigli da intenditori» ma che non hanno mai voluto che li citassi per nome. Temevano soprattutto di vedere danneggiata la loro reputazione, ad esempio di scienziati, nel caso si fosse saputo che simpatizzavano con le mie idee. Per il resto sono sempre con la valigia in mano e tengo presentazioni in tutto il mondo: in maggio sarò in Brasile, in giugno in Australia, in agosto in Perú, poi andrò negli Stati Uniti, nella Repubblica Ceca e così via.

Il 14 aprile compirà 80 anni, non ha per caso intenzione di fermarsi? No, finché la testa mi funziona io continuo! INTERVISTA: DANIEL FLURY E ROLAND SCHAUB

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Tra gli obiettivi del promotore Erich von Däniken c’era quello di «risvegliare domande senza dare risposte».

La misteriosa Jungfrau... Da Mystery Park a JungfrauPark Il JungfrauPark a Interlaken è un parco divertimenti che presenta fenomeni misteriosi ed enigmi irrisolti del mondo. Dalla sua apertura nel maggio 2003 fino alla fine del 2009 si chiamava Mystery Park. L’obiettivo del suo promotore, Erich von Däniken, era «risvegliare domande senza dare risposte». Le attrazioni puntavano a sbalordire i visitatori. L’ambizioso traguardo di 500 000 visitatori l’anno non è stato raggiunto nemmeno nell’anno con la maggiore affluenza. L’alluvione di agosto 2005 aveva causato un notevole calo del numero di visitatori. Soprattutto in inverno l’affluenza di pubblico era generalmente insufficiente. Il parco si è così trovato in difficoltà finanziarie che sono sfociate in una moratoria concordataria nel 2006. Dopo il fallimento della procedura di risanamento e il dietrofront di un primo potenziale investitore il parco è rimasto chiuso da novembre 2006 a maggio 2009. A consentirne la riapertura è stato un investitore svizzero del settore immobiliare, che ha rilanciato il parco con il nome di JungfrauPark. In sette padiglioni tematici vengono proposte rappresentazioni multimediali della durata di 12 minuti circa. 1. Vimana. Ci si sofferma sulle analogie tra alcuni oggetti di culto dell’antichità indiana e i veicoli aerei e spaziali moderni, con riferimento anche alle citazioni nei testi in antico indiano. 2. Orient. Piramidi senza progetto di costruzione? 3. Maya. Astronomi geniali e il calendario Maya. 4. MegaStones. Stonehenge, una macchina del tempo dei sommi sacerdoti? 5. Contact. Shock culturale o ispirazione? 6. Nazca. Pittogrammi per gli dei? 7. Challenge. Siamo soli nell’universo? Accanto a queste presentazioni tematiche ci sono molte altre

attrazioni come simulatori di volo, simulatori di sottomarini per studiare gli enigmi degli abissi, una «Pyramid View», cioè un ascensore virtuale che porta fino alla cima della piramide di Cheope (panorama del Cairo), la leggenda di Eldorado, una mostra sulle meteoriti, uno zoo con lama e cammelli, un filmato sull’Oberland bernese (HD/Bird’s View), un nuovo impianto di sci indoor ecc. Le «unmögliche Wahrheiten» (le impossibili verità) di Erich von Däniken Erich von Däniken continua a essere legato al parco: tiene regolarmente delle presentazioni, quest’anno all’insegna del tema «le impossibili verità» nelle seguenti date: domenica 3 maggio 2015 alle ore 16 domenica 14 giugno 2015 alle ore 16 domenica 12 luglio 2015 alle ore 16 domenica 9 agosto 2015 alle ore 16 domenica 13 settembre 2015 alle ore 16 domenica 18 ottobre 2015 alle ore 16* *Questa data è provvisoria. Tutte le date sono passibili di cambiamenti all’ultimo momento. Date aggiornate su www.jungfraupark.ch – presentazione in tedesco, nessuna traduzione. Ingresso alla presentazione (prezzo non compreso nel biglietto giornaliero): CHF 14.– (adulti), CHF 12.25 (studenti), CHF 10.50 (bambini 6-15 anni)

JungfrauPark Obere Bönigstrasse 100 3800 Matten / Interlaken Tel. 033 827 57 57 Orario di apertura estate 2015: da sabato 2 maggio a domenica 18 ottobre Tutti i giorni dalle ore 11 alle 18 info@jungfraupark.ch www.jungfraupark.ch

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IL TEMPO, PARAMETRO UNIVERSALE? Il tempo è quasi sempre determinante per il diritto del lavoratore a una retribuzione, tranne nei rari casi in cui venga pagato a cottimo. Da qui la necessità di una registrazione della durata del lavoro, prescritta dalla legge tranne che per i quadri.

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Secondo la legge, il lavoratore si impegna a fornire una prestazione lavorativa mettendosi al servizio, per un tempo determinato o indeterminato, del datore di lavoro che a sua volta gli versa una retribuzione calcolata in base a unità di tempo (salario a tempo) o alla quantità di lavoro fornito (salario a cottimo). Eccezion fatta per i pochi casi in cui le parti convengono un salario a cottimo, la retribuzione del lavoratore è indipendente dai risultati: determinante è il tempo che il lavoratore trascorre al servizio del datore di lavoro. Anche la tutela della salute del lavoratore, sancita per legge, si fonda sostanzialmente sul tempo dedicato all’attività professionale e al riposo.

d’affari, ad esempio, può essere considerato tempo di lavoro, quando invece è una forma di convivialità? Il tragitto per arrivare in ufficio, lo spostamento in treno, il tempo necessario allo studio di documenti, la mezz’ora serale dedicata al disbrigo della corrispondenza elettronica, la reperibilità costante tramite smartphone, i picchetti o i viaggi d’affari rientrano nell’orario di lavoro? E che dire del tempo passato a navigare in Internet, a fare acquisti online, a dare una sbirciatina a Facebook, a leggere e scrivere mail private durante l’orario lavorativo? Si stima che l’utilizzo privato di Internet sul posto di lavoro rappresenti spesso oltre un’ora al giorno.

Orario di lavoro basato sulla fiducia Per questo la registrazione della durata del lavoro è importante ai fini del diritto alla retribuzione. Le ore in più o in meno rappresentano uno scarto rispetto all’orario di lavoro pattuito nel contratto. Sapere quante ore di lavoro ha effettivamente prestato il lavoratore è indispensabile anche per la tutela della sua salute: in questo senso la legge impone una registrazione dettagliata della durata del lavoro giornaliero e settimanale e delle pause effettuate. Oggi, però, ci si rende conto che questa disposizione ha perso la sua ragion d’essere perché superata dalla realtà lavorativa, al punto da venire spesso ignorata.

Che cos’è l’orario di lavoro Definire che cosa si intende per orario di lavoro da rilevare è tutt’altro che facile.

Il tempo come unico criterio per misurare la prestazione lavorativa è obsoleto, superato ormai dalla realtà attuale. Tanto più che le ore di lavoro possono essere fatte a vuoto, solo perché imposte. Oggi come oggi, una registrazione delle prestazioni avrebbe più senso. Ed è proprio a partire da questa considerazione che è nato il modello del orario di lavoro basato sulla fiducia, in cui lo svolgimento delle mansioni stabilite viene prima della presenza del lavoratore per un certo numero di ore. Invece di stabilire un orario di lavoro rigido ci si limita a indicare l’arco di tempo o la scadenza entro cui il lavoratore è tenuto a svolgere un determinato compito, confidando nel fatto che la prestazione richiesta verrà fornita puntualmente anche senza attenersi a un orario specifico.

Senza registrazione della durata del lavoro molti lavorano troppo

Semplificando, potremmo dire che l’orario di lavoro è il tempo durante il quale il lavoratore, in quanto affidatario di incarichi, è a disposizione del datore di lavoro e non può dedicarsi liberamente ad occupazioni private. Non ha importanza se il lavoratore esegue le istruzioni del datore di lavoro mentre si trova in azienda e al di fuori di essa, purché non disponga liberamente del suo tempo.

Nonostante, a prima vista, l’orario di lavoro basato sulla fiducia appaia molto convincente, nella maggior parte dei casi va contro gli interessi dei lavoratori: tabelle di marcia irrealistiche, anticipi imposti dal mercato o anche solo la competitività all’interno di un team costringono indirettamente a lavorare di più, senza che gli straordinari vengano registrati e quindi remunerati.

Nel mondo lavorativo attuale questa definizione, però, non sempre è d’aiuto. Lavoro e vita privata si sovrappongono. Un pranzo

L’aumento di sindromi da burnout, di sintomi da stress come lombalgie, disturbi del sonno e patologie psichiche croniche sono 29


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altrettanti indizi di una possibile correlazione tra orario di lavoro basato sulla fiducia e sovraccarico lavorativo. Attualmente, sebbene molte aziende siano passate all’orario di lavoro basato sulla fiducia abolendo di fatto la registrazione della durata del lavoro, l’obbligo legale continua a sussistere.

• Altri lavoratori – registrazione dettagliata della durata del lavoro Per gli altri lavoratori continua a valere l’obbligo generale della registrazione della durata del lavoro. Le pause e i periodi di riposo devono essere accuratamente documentati e, come nel caso delle registrazioni semplificate, archiviati per cinque anni.

Finora i tentativi di revisione sono stati vani Negli ultimi cinque anni si sono cercate delle alternative per semplificare tale obbligo, percepito come antiquato e troppo pervasivo. Finora, purtroppo, gli sforzi di revisione si sono scontrati con i diversi interessi delle parti in causa. Anche l’ultimo tentativo, cioè il compromesso negoziato dalle parti sociali nel settore bancario a fine 2014, è naufragato perché l’accordo violava il diritto vigente. A partire da un salario annuale di 132 000 franchi un lavoratore dovrebbe essere dispensato dall’obbligo della registrazione della durata del lavoro. Con questa soluzione, più o meno un quarto dei circa 100 000 occupati nel settore verrebbe esentato dalla registrazione dell’orario del lavoro. Come soluzione transitoria, a partire dal 2014 la SECO è riuscita a ottenere per i collaboratori con un elevato grado di autonomia di tempo una registrazione semplificata della durata di lavoro. Attualmente, quindi, e fino alla modifica dell’Ordinanza possiamo distinguere tre gruppi di lavoratori:

• Quadri superiori – nessuna registrazione della durata del lavoro I dirigenti di livello più elevato con ampi poteri decisionali non sono soggetti alla Legge sul lavoro e non sono pertanto tenuti alla registrazione della durata del lavoro.

• Quadri – registrazione semplificata senza pause Per i collaboratori con notevole margine di manovra nella pianificazione dell’orario di lavoro, in particolare quadri con diritto di impartire istruzioni, responsabili di progetti a tempo pieno e altri mandatari con responsabilità di risultato, la SECO ha semplificato l’obbligo di documentazione, che si limita ora alla registrazione della durata del lavoro giornaliero e settimanale senza periodi di riposo né pause. Questa regolamentazione semplificata riguarda soltanto i lavoratori le cui funzioni rispondono a determinati criteri e che non svolgono sistematicamente lavoro notturno; affinché questa regolamentazione venga applicata è però necessario un accordo scritto tra datore di lavoro e lavoratore. Inoltre, secondo la SECO, alla fine di ogni anno la situazione del carico lavorativo in rapporto al tempo di lavoro deve essere discussa nell’ambito di un colloquio documentato. 30

Soluzione dell’ultimo minuto Domenica 22 febbraio 2015, il consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha presentato una soluzione negoziata con le principali parti sociali: Per i collaboratori con una «certa sovranità in termini di durata del lavoro» e salari superiori a 120 000 franchi deve essere registrata solo la durata quotidiana del lavoro. È tuttavia necessario rinunciare alla registrazione dettagliata della durata del lavoro nell’ambito di un contratto collettivo di lavoro aziendale o settoriale. Una volta integrato nell’Ordinanza 1 della Legge sul lavoro, l’accordo proposto entrerà in vigore nel terzo trimestre 2015, dopo una consultazione abbreviata.

Sanzioni in caso di mancata registrazione In caso di non osservanza dell’obbligo della registrazione del lavoro viene solitamente notificato un richiamo in cui si esorta a rettificare, da quel momento, la situazione. Ma è anche possibile che venga disposto la corretta registrazione della durata del lavoro, pena una multa per disobbedienza decisioni dell’autorità ai sensi dell’art. 292 del Codice penale svizzero. Se il datore di lavoro continua a non rispettare i tempi di lavoro e di riposo previsti per legge, corre il rischio di vedersi comminare una sanzione pecuniaria fino a 180 aliquote giornaliere per un massimo di 3000 franchi. In realtà l’ammontare delle multe è molto modesto.

Regolamento della durata del lavoro come strumento di pianificazione La registrazione della durata del lavoro è uno strumento importante per un’efficace pianificazione del personale: modificando i piani di lavoro, infatti, è possibile ridurre le ore supplementari e i tempi morti. Per le PMI la pianificazione degli impieghi di personale è addirittura decisiva ai fini di una gestione efficiente sotto il profilo dei costi. Se, ad esempio, il personale è numericamente insufficiente, i lavoratori devono fare ore supplementari o l’azienda non riesce a raggiungere gli obiettivi di fatturato fissati; se, al contrario, il numero di lavoratori è eccessivo, ciò genera dei costi che i ricavi non riescono a coprire. Ne consegue un peggioramento della produttività e si delinea un’incapacità di reagire in modo flessibile e tempestivo agli imprevisti. PROF. URSULA GUGGENBÜHL


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INSERIMENTO DEI NUOVI COLLABORATORI Nuovi collaboratori il primo giorno di lavoro: la loro postazione è pronta? Chi sarà il loro responsabile? Quali sono le prime impressioni dei collaboratori? Come si configurano il primo giorno, la prima settimana e il periodo di prova in generale? Tutte queste domande hanno una grande importanza per l’inserimento dei nuovi collaboratori.

Con l’inserimento dei nuovi collaboratori, ogni azienda può avviare un processo proficuo.

nuovo collaboratore troppe informazioni in un tempo troppo limitato. Mediante «pacchetti di informazioni» adeguatamente dosati è possibile raggiungere al meglio gli obiettivi.

Il primo giorno di lavoro di Luigi Forte Oggi è il primo giorno di lavoro di Luigi Forte*. È emozionato e non vede l’ora di conoscere i suoi nuovi colleghi e colleghe. Luigi Forte deve prendere rapidamente confidenza con i suoi compiti e con l’intero team. Con il supporto dell’azienda è possibile porre fin dall’inizio una buona base, che influenzerà positivamente la successiva collaborazione. Luigi Forte capisce subito – come tutti i nuovi collaboratori – se la sua nuova postazione è stata effettivamente preparata, pulita e riordinata e se sono state risolte in anticipo le questioni tecniche (computer, login ecc.). Occorre trasmettere una prima impressione accogliente. È anche importante avere una o più persone di riferimento a cui potersi rivolgere in qualsiasi momento in caso di domande. Non devono essere solo i superiori di Luigi Forte a dimostrarsi disponibili, ma è l’intero team a doverlo fare. L’ideale è che Luigi Forte venga assistito e accompagnato dal suo predecessore durante il periodo di inserimento. In questo modo si crea un trasferimento di conoscenze che è molto vantaggioso soprattutto per i contenuti più complessi. È importante anche definire le priorità. Grazie a un efficiente piano di inserimento Luigi Forte sarà rapidamente in grado di partecipare attivamente ai nuovi processi di lavoro. La responsabilità per l’inserimento e il passaggio di consegne relativo a lavori e progetti spetta al superiore, che deve prendersi a tal fine il tempo necessario (anche con un po’ di margine). Tutti i membri del team coinvolti dovrebbero contribuire a questo processo. In questa fase bisogna evitare frenesia e stress. Non si dovrebbe inoltre cercare di trasmettere al

Anche una comunicazione trasparente e premurosa all’interno del team promuove la motivazione del nuovo collaboratore, che in questo modo si sentirà capito e ben accettato dal team stesso. La maggiore sicurezza di sé agevolerà inoltre il contatto con il cliente.

Convocata ma non accolta... Anita Morena* lavora da quattro settimane come responsabile di progetto presso una PMI. Fondamentalmente l’attività le piace molto. Discute con una collega delle ultime settimane prima dell’assunzione e del primo mese del periodo di prova. Le sembra strano che i due appuntamenti per la selezione con il suo superiore siano sempre stati fissati dopo il termine dell’orario di lavoro e che non le sia stata data la possibilità di conoscere il suo predecessore. Un periodo di inserimento assistito non è mai stato in discussione. Per i complessi progetti tecnici che ora si trova a dirigere sarebbe stato molto utile un passaggio di consegne o ancora meglio un periodo di inserimento con la supervisione del suo predecessore. Si ricorda ancora bene il suo primo giorno di lavoro. Come concordato, poco prima delle 8 ha varcato la soglia dell’edificio principale dell’azienda. Alla reception, tuttavia, nessuno era stato avvisato del suo arrivo. Il superiore era impegnato in una riunione urgente fuori sede e aveva dimenticato l’appuntamento con Anita Morena. Ancora oggi ha un ricordo spiacevole di quella mattina, quando ha dovuto aspettare – «convocata ma non accolta» – dopo che la signorina alla reception le ha detto: «Purtroppo non riesco a trovare il suo nome!» 31


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Anita Morena si sarebbe inoltre auspicata un piano di lavoro più organizzato per le prime quattro settimane. Le sarebbe anche piaciuto ricevere maggiore supporto dal suo superiore, definito come persona di riferimento. Ci sono state situazioni in cui si è sentita abbandonata di fronte alle innumerevoli informazioni relative ai progetti.

Su un binario morto Sandro Lucchini* sta frequentando il primo anno di tirocinio della sua formazione commerciale. Lo scorso lunedì c’è stato il passaggio al nuovo reparto. Nel fine settimana ne parla ai suoi colleghi. È visibilmente deluso. Da cosa dipende? Il suo primo giorno di lavoro nel nuovo reparto non era evidentemente ancora stata preparata correttamente una postazione di lavoro per lui. Dopo una settimana, sul suo computer non è ancora stato installato il software necessario. Sandro Lucchini non trova proprio incoraggianti risposte elusive come: «La prossima settimana si dovrebbe risolvere tutto.» Si sente su un binario morto. Spera però di poter tornare presto sulla giusta strada.

Supporto anziché demotivazione Giulia Antonini* sta per concludere i tre mesi del suo periodo di prova. È stato un periodo molto intenso in cui ha avuto modo di mettere alla prova le sue conoscenze e la sua esperienza. Già all’inizio è stata informata della pianificazione sistematica del suo periodo di inserimento. Un altro vantaggio è stato il fatto di disporre di una seconda persona di riferimento oltre alla sua superiore. La sua iniziale titubanza a chiedere agli altri componenti del team si è ben presto dissolta. Ha ricevuto sempre una risposta cortese e competente o un utile consiglio. È stato bello sapere di poter chiedere qualcosa agli altri e sentirsi sempre supportata.

Non ha mai ricevuto alcuna delle numerose e demotivanti risposte negative con cui era spesso stata liquidata in un precedente posto di lavoro: – Ora non ho tempo! – Non sono io il responsabile per questo! – Questo non mi riguarda! Chieda al signor Rossi! – Beh, questo oramai dovrebbe saperlo! – E il manuale allora a cosa le serve? Là troverà la risposta! – Non gliel’ho già spiegato la scorsa settimana?

Suggerimenti e considerazioni per l’inserimento Tutti noi ci ricordiamo del nostro primo giorno di lavoro. I nuovi collaboratori non pretendono niente di impossibile: hanno semplicemente bisogno di un programma di inserimento ben organizzato, che permetta loro di crescere senza farli sentire inadatti. La postazione di lavoro dovrebbe essere correttamente predisposta. I nuovi collaboratori non si devono sentire abbandonati a sé stessi, ma sapere a chi possono rivolgere le proprie domande. Affinché il nuovo personale possa integrarsi rapidamente nell’azienda, i responsabili devono creare i necessari presupposti. Di per sé i contatti regolari con i nuovi collaboratori nell’ottica di un aperto scambio di opinioni, l’ampio supporto da parte del team e la possibilità di porre domande non garantiscono niente, ma sono alcuni elementi fondamentali per agevolare l’inserimento. ENRICO LOMBARDI INTRA DM AG TRAINING & MARKETING, ZURIGO * Tutti i nomi citati sono fittizi.

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SI FACCIA DEL BENE! Cosa rende la nostra vita degna di essere vissuta? Questa domanda induce a pensare ad esempio ai bei momenti della vita, alla famiglia, ai figli, alla compagnia degli amici. Tuttavia per molti questo non basta, hanno bisogno di altri stimoli – di un’attività che faccia provare loro una gioia unica: una passione.

Passione significa gioia, soddisfazione ed entusiasmo personale per qualcosa di speciale. Qualcosa che ci metta di buon umore e che esprima una particolare gioia di vivere. Si tratta di qualcosa che amiamo molto fare e che quasi sempre facciamo anche bene – sempre allo scopo di farci del bene e di coinvolgere gli altri.

Perché servono le passioni? La nostra quotidianità è spesso monotona e segue un piano predefinito. L’essere umano si abitua velocemente a un ritmo, ad azioni standardizzate. La giornata di un impiegato del reparto vendite può ad es. essere strutturata come segue: la sua giornata lavorativa inizia presto – dopo una breve colazione andando al lavoro. Inizia a pensare alla giornata che sta per iniziare. Quali saranno i compiti particolari? Quali appuntamenti/riunioni sono 34

previste? Non c’è niente di cui ci si possa davvero rallegrare. Il colloquio con un cliente piuttosto difficile non sarà sicuramente una passeggiata. Gli ostacoli da sormontare sono già programmati in anticipo. Il giorno seguente sarà simile. Non è che il lavoro non faccia provare alcun piacere ma diventa sempre più un programma obbligatorio privo di «attrazioni». La pausa di mezzogiorno diventa sempre più corta e non permette più di allacciare contatti o instaurare rapporti d’amicizia. Il ritorno dalla famiglia la sera diventa la parte più piacevole della giornata, che però viene sempre più condizionata dal rientro tardivo. Quindi della giornata non rimane molto di cui ci si possa rallegrare. Così la vita può diventare velocemente monotona e noiosa. Con il passare del tempo ci si può trovare ad attraversare fasi di depres-


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sione, perché non è quasi più possibile rinfrescare e riposare la mente. I brevi week-end non bastano sempre e spesso neanche le vacanze – sebbene in fondo il loro scopo è proprio questo. A volte manca semplicemente qualcosa che faccia rigenerare particolarmente il corpo e lo spirito, e semplifichi la vita – una vera e propria passione.

Passione nella professione… Si può riempire di passione anche la vita quotidiana. Tutte le cose fatte con passione riescono un po’ più facilmente – sia nella vita privata che nel lavoro. L’ideale è riempire di passione sia il lavoro che la vita privata. Ci si riesce però solo raramente. Se però gli aspetti spiacevoli non superano la soglia del 10% si può già essere soddisfatti. In questo caso tutto sta nel sopportare questo 10% e nel pensare al 90% positivo. Affrontando il 90% di positivo del lavoro con fervore, impegno e slancio, quasi sempre riesce meglio anche il 10% di negativo. In questo modo si otterranno risultati migliori. Un fiduciario ad esempio viene «sommerso» ogni giorno da quantità infinite di carta sotto forma di estratti di banca, ricevute di registrazione e altri moduli. Ciò significa soprattutto un lavoro dispendioso e monotono. Riesce però a sopportare meglio questi lavori spiacevoli pensando a lavori più interessanti e piacevoli come ad es. la stesura di bilanci d’esercizio trimestrali e annuali delle PMI per le quali lavora. In fondo è stato questo tipo di lavoro a spingerlo a decidere di fondare un agenzia fiduciaria. Svolge questi lavori con gioia e impegno – sì con passione.

L’uomo d’affari che stanco si lascia alle spalle una settimana lavorativa chiaramente molto superiore alle 40 ore è contento di trascorrere un week-end riposante lontano dal lavoro – con la sua famiglia si gode la compagnia e le ore libere. Inoltre prova gioia anche per altre piccole cose che abbelliscono la sua vita. Finalmente ha tempo di dedicarsi alle sue passioni, che lo entusiasmano già sin dalla sua infanzia: la musica e le auto sportive. È bel tempo, quindi di primo mattino si concede un bel viaggio in auto con l’adatto accompagnamento musicale del suo impianto hi-fi mentre la famiglia dorme ancora. Poi con piacere parcheggia l’auto, la pulisce e la cura. Allegro, riposato e di buon umore torna dalla famiglia. Quest’esperienza l’ha fatto riposare in modo ottimale – sia fisicamente che mentalmente – come non avrebbe potuto in altro modo. Ne approfittano anche le persone che gli stanno vicino, vale a dire la sua famiglia. Hanno un marito e un papà felice, rilassato e comprensivo. Logicamente anche sua moglie non deve rimetterci. Perciò la incoraggia di continuo a dedicarsi al teatro, che le piace così tanto e a partecipare alle relative manifestazioni, dicendo che in quei momenti si occuperà lui dei bambini. Il teatro è veramente una passione di vecchia data che lei ha «ereditato» dalla sua famiglia. Solo pensando a certe opere teatrali i suoi occhi iniziano a luccicare e prova un senso di felicità. Anche a lei in qualità di moglie e di mamma serve qualcosa che la renda particolarmente felice, soddisfatta e appagata. Grazie all’impulso datogli da suo marito riscopre le sua vecchia passione.

… e nella sfera privata La passione nel lavoro non è sufficiente. Anche nella vita privata ci vuole qualcosa che renda una persona straordinariamente felice. Questa gioia può manifestarsi in diversi modi. La famiglia, i bambini e l’intimità sono valori fondamentali e sono importanti per il nostro benessere. La compagnia e l’amore reciproco sono sentimenti indescrivibili. Tuttavia quasi tutti devono poter dedicarsi ad un’attività supplementare per il tempo libero che procuri loro altro divertimento, gioia di vivere e autostima – una passione personale.

Per concludere Si può vivere senza passione, ma in questo caso manca semplicemente qualcosa. Si dice che nei paesi del nord la gente sia tendenzialmente meno appassionata. Può darsi. A qualche persona basterebbe solo un pizzico di «passione» proveniente dal sud – non ci vuole molto a creare una passione. Ognuno deve scoprirsela da sé. Non servono molte passioni, ma ce ne dovrebbe essere una, per vivere una vita più serena e felice. MIRCO LOMBARDI

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UNO SGUARDO AL FUTURO CON TANTI INTERROGATIVI Mark Twain, scrittore americano di successo, aveva proprio ragione quando 150 anni fa scriveva: «Le previsioni sono una cosa difficile. Specialmente, se riguardano il futuro.» Una squadra d’eccellenza composta di funzionari di alto calibro dell’amministrazione federale si è comunque cimentata in quest’arduo compito.

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Nel rapporto «Prospettive 2030: Opportunità e pericoli per la politica federale» l’Amministrazione federale ha dato uno sguardo al futuro formulando ipotesi da cui è possibile trarre anche qualche conclusione per economia privata e PMI.

Scenari scomodi Gli autori partono giustamente dall’ipotesi che nei prossimi 15 anni la situazione potrebbe evolversi in vari modi e che non è possibile escludere sorprese di ogni genere, di cui la più recente, e imprevedibile, è stata quella del 15 gennaio 2015. Secondo il loro parere, i grandi pericoli sono esogeni e, quindi, provengono dall’esterno della Svizzera. In effetti, dubitare della stabilità del contesto e delle istituzioni nazionali non si addirebbe agli alti funzionari federali. • «Corsia di sorpasso»: questo è il nome dello scenario più ottimistico, che prospetta notevole stabilità e ordine su scala mondiale. Ciò creerebbe grande sicurezza e consentirebbe alla Svizzera di ben tutelare i propri interessi su scala internazionale. Un’economia mondiale improntata al libero commercio significa anche per il nostro Paese buone possibilità di crescita. Tuttavia non a titolo interamente gratuito. Per tenere il passo, la Svizzera dovrebbe investire molto in tecnologie che incrementano l’efficienza nonché in ricerca e sviluppo. Il contesto favorevole creato dagli scambi con l’estero genererebbe sì introiti per lo Stato che, a loro volta, faciliterebbero il finanziamento dei progetti necessari. E a ciò si aggiungerebbe il continuo flusso migratorio dall’estero che frenerebbe l’invecchiamento della popolazione. D’altro canto però sembra inevitabile che si assisterebbe a un inasprimento della sperequazione dei redditi e a una disparità nella possibilità di trarre vantaggio dalla crescita economica. Ne scaturirebbero quindi misure compensative sociopolitiche, comunque finanziabili. A tal riguardo occorrerebbe incrementare l’occupazione femminile e rendere vita privata e professionale più conciliabili. Alle donne dovrebbero essere date maggiori possibilità di assumere posizioni nei quadri dirigenziali e agli uomini di lavorare a tempo parziale. Questo consentirebbe alla Svizzera di preservare la propria attrattiva agli occhi delle multinazionali, ma potrebbe risultare letale per le aziende che operano senza la tutela dei brevetti – soprattutto per le PMI. E anche i lavoratori svizzeri con un modesto grado di formazione potrebbero andare incontro a periodi poco rosei. • «Traffico rallentato»: questa è la variante prevista nel caso di un deterioramento del nostro rapporto con l’Europa. La Svizzera si troverebbe infatti costretta nell’angolo a fronte di un avvicina-

mento di USA e UE da un lato e Russia e Cina dall’altro. La situazione mondiale sarebbe caratterizzata da una maggiore incertezza perché i grandi blocchi potrebbero mettere alle strette gli altri Stati di minori dimensioni. Si potrebbe addirittura arrivare a guerre contro questi altri Stati, ma comunque non contro la Svizzera. Controllare le tecnologie militari e combattere la cybercrimilità diventerebbe più difficile. La Svizzera potrebbe avere difficoltà a importare energia e dovrebbe aumentare gli investimenti nel recycling per risparmiare materie prime costose. A questo proposito gli autori del rapporto pensano a estrarre fosforo dalle acque reflue. Questo scenario si rivelerebbe favorevole per l’agricoltura svizzera, ancora tutelata. L’immigrazione diminuirebbe e i giovani svizzeri ben istruiti emigrerebbero verso l’Asia e l’America, con un conseguente massiccio invecchiamento demografico e un aumento delle esigenze finanziarie nelle assicurazioni sociali. Il sistema della sicurezza sociale nella sua forma odierna riuscirebbe a resistere alle pressioni, ma diventerebbe più costoso. La risposta sarebbe un aumento dell’età di pensionamento. Banche, esportazioni, regioni di frontiera e sistema sanitario si troverebbero ad affrontare problemi ancora più ingenti di quelli attuali a seguito dell’aumento della percentuale degli anziani nella composizione demografica. Le persone bisognose di cure sfavorite in termini finanziari verrebbero a trovarsi sempre più spesso in condizioni precarie. Inoltre si assisterebbe a un esodo dalle città agli agglomerati. • Una «strada dissestata»: questo è il titolo che gli autori hanno scelto per dipingere uno scenario in cui i singoli Paesi combattono tra loro per accaparrarsi le materie prime e lo sviluppo tecnologico rallenta per effetto dei costi derivanti da queste lotte. La Svizzera verrebbe colpita duramente dalla difficile situazione economica dei suoi Paesi partner, anche nel caso di buoni rapporti con l’UE, e accuserebbe un aumento della disoccupazione. Il maggiore orientamento verso il mercato interno porrebbe comunque un freno all’immigrazione. Le finanze pubbliche subirebbero un dissesto se la redditività delle aziende esportatrici diminuisse e svizzeri altamente qualificati appartenenti alle fasce reddituali più elevate emigrassero. Il funzionamento del sistema sociale verrebbe garantito da un rafforzamento del primo pilastro (AVS). L’assistenza sanitaria peggiorerebbe e le prestazioni attualmente fornite dalle opere sociali ritornerebbero di competenza delle famiglie. La coesione interna della Svizzera ne risulterebbe tuttavia rafforzata, in concomitanza con un ritorno ai valori tradizionali e un’alta congiuntura di associazioni e tradizioni. 37


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• La «via della seta»: in questo scenario sono le economie emergenti dell’Asia a dettare il passo della congiuntura mondiale. E visto che la Svizzera dispone di un buon posizionamento in questi termini potrebbe senz’altro beneficiarne. Ciò rafforzerebbe indirettamente anche il suo status nei confronti dell’UE. Sarebbe senz’altro immaginabile che anche in queste circostanze nell’area alpina venisse a crearsi una regione economicamente dinamica, a tutto vantaggio anche della piazza finanziaria elvetica. Pure la domanda di tecnologie di punta elvetiche subirebbe un aumento con una conseguente valorizzazione del Paese nella sua veste di piazza di ricerca. Le ripercussioni sull’evoluzione demografica e sulle assicurazioni sociali sarebbero simili a quelle dello scenario «Corsia di sorpasso». Il prezzo da pagare sarebbe, probabilmente, una perdita di slancio dell’impegno a favore del miglioramento del clima a livello mondiale, con la conseguenza che il nostro Paese, come il resto dell’Europa, si troverebbe a essere sempre più esposto a eventi estremi con cause climatiche. Quest’ultimo scenario lascia sperare e fa pensare che la Svizzera riuscirebbe a sopravvivere in termini di economia e benessere anche a fronte di rapporti non ottimali con l’UE.

Commento

False profezie? I risultati cui sono giunti gli alti funzionari federali sembrano avere un minimo comune denominatore: il mondo circostante resta in movimento e dobbiamo adeguarci a quest’evoluzione se non vogliamo fare la fine del topolino davanti al serpente. Quest’ottica, però, è miope. Per quanto infatti sia vero che il 40% della nostra economia dipende dalle relazioni con l’estero, c’è un altro 60%, costituito dalle prestazioni apportate in Svizzera per la Svizzera, di cui lo studio non parla quasi per niente. E tanto meno lo studio si occupa del fatto che oltre la metà di questo contributo nazionale giunge dalle PMI. Le nostre PMI presentano un grado di interconnessione molto eterogeneo con l’economia mondiale. La dipendenza è molto forte nel caso dei fornitori dell’industria dell’export così come dei rivenditori al dettaglio e degli artigiani situati in zone di confine. È invece decisamente minore per l’edilizia, più legata alla congiuntura generale, il cui andamento non è dettato esclusivamente dall’estero.

La dimostrazione che possono verificarsi avvenimenti marcanti anche all’interno del Paese si è avuta il 15 gennaio, quando la Banca Nazionale Svizzera ha deciso in solitaria di eliminare l’ancoraggio di franco ed euro. Ora è chiaro, quindi, che anche nel nostro proprio Paese la politica economica può indurre all’improvviso modifiche che colgono sul vivo e trovano tutti impreparati malgrado lo zelo profuso nell’effettuare previsioni. Situazioni di questo tipo possono verificarsi con maggiore frequenza fino al 2030. Se la politica economica diventa imprevedibile anche negli ambiti in cui la Svizzera può agire in tutta autonomia, ciò si ripercuote anche sulle PMI, nella loro totalità. La richiesta fondamentale che ne risulta è quindi una politica economica che possibilmente non impartisca «colpi» in un contesto che resti il più possibile stabile e trasparente. Una cosa più facile a dirsi che a farsi, visto che spesso i nostri politici agiscono in un’ottica a breve termine per assicurare il proprio successo. Ciò fa in modo che determinate evoluzioni restino nascoste per molto tempo, come ad esempio il crollo atteso già da tempo delle finanze federali o la massiccia flessione dei redditi di capitale delle assicurazioni sociali mentre i responsabili delle casse pensioni continuano a parlare spropositatamente di redditi record. In questo clima di incertezza non bisogna vantare pretese eccessive nei confronti dello Stato. In particolare bisogna considerare che qualsiasi regolamentazione da parte dello Stato costa sempre denaro. Nella Berna federale, ad esempio, si proclama già a gran voce che il ripristino delle quote per i lavoratori provenienti dall’UE richiede l’assunzione di varie centinaia di funzionari, un aspetto a cui a febbraio dello scorso anno non aveva ancora pensato nessuno. Questo mal si concilia con la necessità di allentare la pressione dello Stato sul fronte delle imposte e delle tasse. Per le PMI, società per lo più di notevoli oneri amministrativi, questo punto è però decisivo. I politici che ci promettono meno tasse e imposte in vista delle elezioni del Consiglio nazionale 2015 vanno poi presi in parola, cosa che non è avvenuta assolutamente nella legislatura 2011–2015. Forse erano necessari più rappresentanti delle PMI nei parlamenti, perché loro sanno per l’esperienza diretta fatta nelle loro stesse imprese cosa vuol dire risparmiare. DOTT. RICHARD SCHWERTFEGER

«Finora tutto bene, ma qual è la lezione che possono trarne le PMI?» 38


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A PROPOSITO DI EXTRATERRESTRI E APPENZELLESI Ci sono persone assolutamente convinte che gli extraterrestri non esistono. Io non sono tra queste. Sostengo con incrollabile fermezza che forse ve ne sono. Un po’ come quel bambino appenzellese che 33 anni fa desiderava tanto abbonarsi alla rivista tedesca «Ufo-Nachrichten». Suo padre brontolò e se ne andò a mungere le mucche, sua madre sorrise con aria complice e gli regalò l’abbonamento. Da quel momento in poi il bambino seguì con febbrile interesse le cronache di tutti gli avvistamenti, possibili e impossibili, spesso corredate da foto intriganti quanto nebulose. Alla fattoria dove viveva succedeva regolarmente che una scrofa mettesse al mondo dei maialini. Il bambino faceva da levatrice, controvoglia, spesso il parto si prolungava per due-tre ore perché la puerpera si concedeva delle grosse pause tra un piccolo e l’altro. Nell’attesa, il bambino si sedeva su una balla di fieno e passava il tempo dedicandosi a turno alle creature appena nate, ai marziani e ai musetti fatti a presa elettrica. Il ricordo dei porcellini gli ritornò nitido in mente a distanza di anni anche quando vide il film «Alien». A ripensarci ora, quel ragazzino di campagna nel porcile era egli stesso un extraterrestre. Un maialino lo era di certo. Nel frattempo il bambino è cresciuto, ha continuato a leggere con passione tutte le novità sugli extraterrestri, di preferenza su pubblicazioni di forte spessore scientifico come «Blick» e «20 minuti». E da quando l’instancabile autore di fantascienza Erich von Däniken ha dichiarato a maggio 2014 di aspettarsi nei prossimi vent’anni la visita degli alieni, il bambino appenzellese ormai adulto, quando si alza, scruta fuori dalla finestra con occhi ancora più attenti. Avranno le sembianze di E.T.? Somiglieranno ai porcellini appena partoriti o piuttosto a Lady Gaga? Ci saranno anche tra di loro gli scettici che non credono all’esistenza dei terrestri? Avranno l’idea che la Terra è il pianeta delle scimmie? Conosceranno lo stress da densità demografica e la libera circolazione delle persone? Avranno un Appenzello con una scrofa partoriente, bambini entusiasti, misteriose storie di terrestri e foto intriganti quanto nebulose? Ad esempio, delle immagini della sonda spaziale Voyager 1?

classe. Ora ha 46 anni e da poco la sonda, primo oggetto orbitante costruito da mano umana, ha lasciato l’eliosfera dopo aver percorso 20 miliardi di chilometri. Un fulmine ci avrebbe impiegato meno di 20 ore luce. Se la sonda volesse raggiungere il sistema stellare più vicino alla Terra, l’Alfa Centauri, impiegherebbe 4,2 anni luce. Al suo arrivo il bambino appenzellese, rimasto a casa, avrebbe 77 000 anni e non avrebbe bisogno dell’AVS già da un pezzo. E se poi lo stesso Voyager avesse voglia di spingersi fino all’ammasso di galassie Sloan Great Walls starebbe in giro, anche con traffico scorrevole, un miliardo di anni luce. Queste dimensioni stratosferiche rendono gli alieni un’idea troppo «siderale» per rifiutarsi di crederci. Arricchiscono il cinema, mettono le ali alla fantasia, distraggono dai porcili, accompagnano i missili terrestri nello spazio con una lunga coda di assurde illazioni e bizzarre teorie, inducono persino gli umani a ridere di se stessi – e tutto questo anche se forse nemmeno esistono. Ma chi ci è mai riuscito prima?

WILLI NÄF WILLI NÄF È AUTORE INDIPENDENTE, SCRITTORE E CABARETTISTA

Quando il Voyager 1 è stato lanciato da Cape Canaveral il 5 settembre 1977, il giovane appenzellese frequentava la seconda

E VIVE NELLA REGIONE DI BASILEA E NELL’APPENZELLO. WWW.WILLINÄF.CH

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MANIFESTAZIONI

IMPRESSUM

Assemblea generale 2015 della Banca WIR

WIRPLUS Rivista per i clienti della Banca WIR Aprile 2015, 82 annata, n. 919

27.5.2015 a Basilea (per cooperatori/cooperatrici)

Editrice/Redazione Banca WIR soc. cooperativa Auberg 1 4002 Basilea www.bancawir.ch

Colloqui autunnali 2015 31.10.2015, KKL Lucerna (per titolari di parti ordinarie) Per ulteriori informazioni vi preghiamo di consultare il nostro sito web www.bancawir.ch o telefonate allo 0848 947 949.

Redazione Daniel Flury (redattore capo), Annette Lempen, Roland Schaub, info@wir.ch, tel. 061 277 93 27 o 061 277 92 76

FIERE WIR

Traduzioni Daniel Gasser, Yvorne CLS Communication IBS Fachübersetzungen AG, Zugo

Fiera WIR di Zurigo: 20.11.2015 – 23.11.2015 www.wmzag.ch Fiera WIR di Lucerna: 1.4.2016 – 4.4.2016 www.luwira.ch

Layout: fischerundryser, Basilea Stampa: Vogt-Schild Druck AG, Derendingen Pubblicata in gennaio, aprile, luglio e settembre in tedesco, francese e italiano Tiratura: 1520

AVVERTENZE LEGALI

Cambiamenti di indirizzo: Banca WIR, Servizio consulenza, casella postale, 4002 Basilea o fax 0848 947 942

Nessuna garanzia Tutti gli articoli, commenti, avvertenze, calcoli o altri dati («contenuti») di WIRPLUS si intendono a scopo informativo e alla formazione di opinioni del lettore. La Banca WIR non fornisce alcuna garanzia per la correttezza, la completezza e l’attualità dei contenuti messi a disposizione. Inoltre, il lettore prende atto che i commenti di autori esterni non rispecchiano necessariamente l’opinione della Banca WIR. I dati sulle evoluzioni o performance passate non costi­tuiscono alcuna garanzia dei risultati futuri.

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