S U L P WIR
a gennaio 2016 v ti ra e p o o c . c o s ella Banca WIR d ti n e li c i r e p Rivista
nti i 10 000! iu g g ra o n so si famiglia Liesch la n o c : IR W a c della Ban 8 Finanziatori IR si incontrano W a c n a B la e a asile 4 Lo zoo di B a contro l’acqua tr ie p la : G A r e cole banche ic p le r e 18 Fallegg p e n o si centrale di emis a v o u n con serenità : g e a ir fi E ru st o c 28 e il ib dimostra: è poss lo s is e D st rn E 30
144 PAGINE DI «FASZINATION WIR» Sono passati 80 anni dalla fondazione della Banca WIR soc. cooperativa. Il libro «Faszination WIR – Resistent gegen Krisen, Spekulationen und Profitgier» («Il fascino WIR: resistente a crisi, speculazioni e avidità di profitto»), disponibile in tedesco, illustra alcuni degli aspetti più interessanti dell’avvincente storia di quest’azienda a partire dal crollo della borsa nel 1929, soffermandosi sulle opportunità che il futuro riserva alla moneta complementare WIR. Il volume, disponibile nelle librerie, può essere acquistato anche attraverso la Banca WIR a un prezzo speciale. Il sistema WIR della Banca WIR promuove l’economia interna svizzera ed è unico al mondo sia per dimensioni che per sostenibilità: avviato nel 1934 sotto forma di rete per un totale di 300 aderenti tra imprese e privati, raggruppa oggi ben 50 000 piccole e medie aziende che nel 2013 hanno registrato un fatturato extra complessivo pari a 1,43 miliardi CHW. Nel suo libro Hervé Dubois illustra le tappe principali di questa storia di successo, mostrando gli ostacoli che la Banca WIR ha dovuto superare e spiegando l’utilità economica anche futura di una moneta complementare in una logica economica dominata dai temi della crescita e del profitto. Hervé Dubois, nato a La Chaux-de-Fonds, è cresciuto a Zurigo. Dopo la maturità ha studiato economia e comunicazione presso la scuola universitaria professionale di San Gallo. Dubois ha lavorato nella regione di Basilea per 20 anni come redattore presso diversi quotidiani, all’agenzia di stampa svizzera e come giornalista radiofonico. Nel 1995 è passato alla Banca WIR soc. cooperativa, dove è stato responsabile della comunicazione fino al pensionamento, nel 2014. Attualmente Hervé Dubois vive nel Canton Vallese.
Faszination WIR – Resistent gegen Krisen, Spekulationen und Profitgier. 144 pagine, copertina rigida, struttura in lino goffrata Il volume è disponibile in tutte le librerie (ISBN 978-3-03781075-0) al prezzo di 34 CHF (prezzo indicativo). Il libro può inoltre essere acquistato, fino a esaurimento delle scorte, presso la Banca WIR al prezzo speciale di 20 CHF o 20 CHW – compilando il modulo online alla pagina www.bancawir.ch/libro* – compilando il tagliando sottostante* e inviandolo per posta – inviando una mail (cfr. tagliando)* – presso le succursali e le agenzie della Banca WIR – in occasione di manifestazioni seguenti della Banca WIR (cf. pag. 41): • Fiera WIR di Zurigo • colloqui autunnali al KKL di Lucerna (per i titolari di parti ordinarie) • incontri Business WIR * Non verranno addebitate spese di spedizione
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Inviare il tagliando a Banca WIR, Marketing, Auberg 1, 4002 Basilea. Oppure ordinare il libro compilando il modulo online sul sito www. bancawir.ch/libro o inviando un’e-mail a Nadja Maurer: nadja.maurer@wir.ch (indicando il numero di copie desiderate, l’indirizzo e il tipo di pagamento con relativo numero di conto).
WIRPLUS gennaio 2016
SWISSNESS – SUISSITUDE – SVIZZERITÀ EDITORIALE
A volte nella lingua tedesca mancano dei termini pregnanti in grado di esprimere un concetto per il quale bisogna altrimenti ricorrere a un’intera frase. E infatti le tipiche caratteristiche svizzere come l’affidabilità, la stabilità, la solidità, la precisione, l’equità, l’innovazione e la naturalezza vengono condensate alla perfezione in una parola non tedesca, ma inglese: «swissness». In Romandia si parla di «suissitude», in Ticino di «svizzerità», molto simile, per assonanza, a «italianità», un termine che ironicamente indica qualità esattamente opposte, ma non per questo meno importanti, come la gioia di vivere, la rilassatezza, la spensieratezza. In quanto prodotto al 100% svizzero, la Banca WIR soc. cooperativa rappresenta a giusto titolo la quintessenza della «swissness». In futuro la Banca WIR vuole puntare ancora di più su questo valore e al tempo stesso sulle emozioni a esso legate: «Sorprenderemo il mercato con attività che non ci si attende dalla Banca WIR», ha affermato Oliver Willimann in occasione dei colloqui autunnali a Lucerna (pag. 4). Per il momento non trapelano indiscrezioni... In questo numero di WIRPLUS ci soffermiamo in particolare sui temi dell’imprenditorialità e dell’innovazione. Con l’Efiag, la Banca WIR ha fondato una nuova società anonima per l’emissione di prestiti alle banche (pag. 28); dopo anni di pianificazione, Thomas Fallegger ha lanciato il progetto per la realizzazione di
una cava nella regione sovrastante il lago di Sarnen (pag. 18); l’imprenditore Ernst Deiss ha messo nero su bianco le sue esperienze nella guida «Glücklich bauen» (Costruire sereni) (pag. 30); la tavola rotonda alla fiera WIR di Zurigo è stata imperniata sul futuro dell’energia sostenibile, con la partecipazione anche di alcuni imprenditori (pag. 14); nel contributo «La rivoluzione del coworking» esaminiamo le forme di lavoro del domani (pag. 22). Spieghiamo poi come anche Aldo Liesch, titolare della Flamag AG (pag. 8), sfrutta, al pari di Thomas Fallegger e Ernst Deiss, i vantaggi offerti dal sistema WIR alle PMI svizzere, persino in un periodo, come questo, di notevole forza del franco (pag. 36). L’azienda del signor Liesch è attualmente sotto i riflettori anche per un altro motivo: con la Flamag AG, infatti, il numero di finanziatori della Banca WIR è passato a 10 000. Come le altre 9999 persone e ditte, anche la Flamag AG è titolare di parti ordinarie della Banca WIR soc. cooperativa. Come si può leggere nel numero di «K-Geld» di dicembre 2015, i titolari di parti ordinarie hanno beneficiato non solo dell’incremento di valore delle parti ordinarie, ma anche di dividendi annuali compresi tra il 2 e il 2,5%, e hanno manifestato al contempo il loro legame con un’azienda che ama e vive la «swissness». DANIEL FLURY
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SOMMARIO
PAGINA 4
PAGINA 11
Se a Basilea verrà costruito l’Oceanium previsto, sorgerà nelle immediate vicinanze dello zoo di Basilea e della Banca WIR. In occasione dei colloqui autunnali che si sono tenuti a Lucerna le due istituzioni hanno iniziato ad avvicinarsi.
La 72a fiera WIR di Zurigo era «tutta diversa». La direzione della fiera ha reagito alla crescente pressione, a cui praticamente tutte le fiere sono esposte, con un concetto nuovo.
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4 DUE ISTITUZIONI BASILESI SI INCONTRANO
Colloqui autunnali della Banca WIR
8 A QUOTA 10 000… E OLTRE 11 ECCEZIONALE
La 72a fiera WIR di Zurigo all’insegna del nuovo inizio
14 UNA CINTURA DI PANNELLI SOLARI PER LA TERRA?
Tavola rotonda alla fiera WIR di Zurigo
16 TRA L’ORSO E LO STAMBECCO, UN’EMOZIONANTE CORSA ALLE DONAZIONI 18 LA PIETRA CONTRO L’ACQUA
Fallegger AG
22 LA RIVOLUZIONE DEL COWORKING 25 LA LEGGE SULLA PARITÀ DEI SESSI COMPIE VENT’ANNI 28 NUOVA CENTRALE DI EMISSIONE PER LE PICCOLE BANCHE
Efiag
30 COSTRUIRE SERENI? SI PUÒ! 34 IL CLIENTE FEDELE
PAGINA 30 Chi dice immobile dice spesso problemi. L’imprenditore edile Ernst Deiss sa come non trasformare la costruzione di una casa in un incubo. Il suo libro «Glücklich bauen» (Costruire sereni) uscirà questo mese.
36 LE PMI SVIZZERE UN ANNO DOPO LO SHOCK DEL FRANCO
Dott. Richard Schwertfeger
39 QUANDO SCADE LA CONCESSIONE CIMITERIALE PER LA MIA TOMBA
Colonna di Willi Näf
40 CARTOON 41 APPUNTAMENTI
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DUE ISTITUZIONI BASILESI SI INCONTRANO COLLOQUI AUTUNNALI DELLA BANCA WIR PRESSO IL KKL DI LUCERNA
Se tutto procede secondo i piani, dal 2021 lo zoo di Basilea e la Banca WIR soc. cooperativa saranno diretti vicini di casa: Olivier Pagan, direttore dello zoo, è stato ospite ai colloqui autunnali della Banca WIR in veste di relatore e ha presentato il prossimo ampliamento in programma, l’Oceanium alla Heuwaage. Nei prossimi anni anche la Banca WIR soc. cooperativa è intenzionata a far parlare di sé.
Fatta eccezione per la Cattedrale di Basilea e il Carnevale, tutti gli emblemi della città renana risalgono alla seconda metà del XIX secolo: l’industria chimica, l’FC Basilea, la prima rete tranviaria elettrica svizzera gestita da un ente pubblico – e il giardino zoologico, o «Zolli», come amano chiamarlo gli abitanti della città. Fondato nel 1874 dall’Ornithologischer Verein Basel (Associazione ornitologica di Basilea) al di fuori del perimetro cittadino, sulle rive del ruscello Birsig, oggi lo zoo è praticamente incastonato tra case, strade e rotaie del tram. Per il suo direttore,
Lo sapevate che... ... nello zoo di Basilea si usano delle cimici per fare i prelievi di sangue alle giraffe? Questi minuscoli animali vengono legati a un filo e poi poggiati sulle giraffe. Non appena si sono rimpinzati ben bene – lo si capisce perché assumono lo spessore di un pollice – vengono sottoposti a una punzione per estrarre e, quindi, analizzare il sangue della giraffa.
Olivier Pagan, si tratta di una premessa interessante: «Secondo me questi confini rappresentano un vantaggio, perché costringono a riflettere molto bene prima di prendere iniziative!»
«Basilea è una città di mare» Ed in effetti i responsabili dello zoo hanno ponderato bene la costruzione di un Oceanium, l’ultima tappa edilizia ancora possibile nel prossimo futuro. Secondo Pagan un Oceanium ci vuole eccome in un paese interno, soprattutto poi se la città prescelta è Basilea, che in fin dei conti è una città di mare in potenza, visto che è collegata al Mare del Nord tramite il «cordone ombelicale» rappresentato dal Reno. Già da 40 anni lo «Zolli» espone nei suoi vivai la fauna delle zone costiere e degli habitat di acqua dolce. «Abbiamo una grande esperienza in creature acquatiche e, grazie all’Oceanium, vogliamo poter ospitare anche quelle che popolano le acque più profonde», ha dichiarato Pagan. Mediante 30 ambiti tematici i visitatori avranno la possibilità di scoprire in particolar modo l’Atlantico e l’oceano Antartico. In cima alla lista dei desideri c’è
«Tierisch gut» (due volpi basilesi) è stato lo slogan dei colloqui autunnali che si sono svolti nel KKL di Lucerna – e la scenografia era decisamente in tema.
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Lo sapevate che... ... verdura, frutta e cereali sono gli alimenti più consumati nello zoo di Basilea? 58 t di carote, 32 t di barbabietole, 26 t di mele, 12 t di banane e 13 t di cereali contro 18 t di pesce di acqua dolce, 19 t di pesce azzurro e 19 t di carne. Come riesco a mangiare senza essere mangiato? Questo principio naturale di fondo è di certo in larga misura scardinato in uno zoo, eppure stando al direttore dello zoo Olivier Pagan «i predatori non mangeranno tofu neanche tra 20 anni!». un’intera barriera corallina, l’habitat che negli ultimi 30 anni è stato il più colpito in assoluto dall’estinzione delle specie animali. Dei 100 milioni di franchi necessari per la costruzione dell’Oceanium di «richiamo internazionale», 30 sono già garantiti da un mecenate privato. E il direttore dello zoo spera di riuscire a mettere insieme la cifra restante grazie ad altri mecenati, fondazioni, fondi di lotterie e donazioni della popolazione.
Le stanghe appartengono al passato Oltre alla tutela delle specie, alla ricerca e alla trasmissione delle conoscenze, tra le principali funzioni di uno zoo rientra anche la possibilità di offrire ai visitatori un contatto con vari habitat e animali. Ma non è stato sempre così. Nel caso dei leoni, ad esempio, fino agli anni 50 li si teneva anche soprattutto per mostrare quanto fossero selvaggi e pericolosi stuzzicandoli con delle spesse stanghe di ferro. Pure a Basilea i leoni erano inizialmente confinati in tristi gabbie, ma poi è stato creato un apposito padiglione, dotato di più strutture e possibilità di ritirarsi. E dagli anni 90 è finalmente possibile ammirarli nel loro habitat naturale. Anche per gli elefanti è stato fatto tanto. Una volta pronto l’apposito spazio «Tembea» (www.zoobasel-tembea.ch), il loro custode abbandonerà il suo posto nella gerarchia del branco – «finora per imporsi ha svolto il ruolo di capobranco» –, uscirà dall’organizzazione matriarcale tipica dei pachidermi e smetterà di interagire con loro.
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«Non siamo soli… Mi sbaglio o vedo ominidi sulla balconata?!» Germann Wiggli, presidente del direttorio della Banca WIR, si lascia andare a qualche simpatica battuta ispirata alla scenografia del KKL di Lucerna.
Oliver Willimann, presidente del consiglio di amministrazione della Banca WIR: «Come lo ‹Zolli› di Basilea anche la Banca WIR si trova in un processo di rinnovo mirante a renderla pronta al futuro.»
Inoltre, nei limiti del possibile si cercherà sempre di favorire la coabitazione degli animali, un aspetto che consente alle varie specie di mettere in atto tutto il loro repertorio comportamentale, ammesso che ci siano sufficienti possibilità di evitarsi e ritirarsi.
«Dov’è il mio fieno?» Circa 700 dei 10 000 finanziatori (cfr. articolo a pag. 8) della Banca WIR soc. cooperativa hanno partecipato ai colloqui autunnali tenutisi nel KKL e sono stati sorpresi di apprendere quanto cibo viene ingerito ogni anno dagli abitanti dello zoo: 58 tonnellate di carote e quasi la stessa quantità di pesce e carne. A sentir parlare di queste cose Germann Wiggli, presidente del direttorio della Banca WIR, ha detto scherzando: «Mi mancano le mie consegne di fieno.» Ed in effetti da ragazzo trasportava il fieno con il trattore dalla fattoria dei genitori allo zoo: «Questo fieno era molto amato dagli elefanti!» I colloqui autunnali non hanno dato una risposta alla domanda se, come lo «Zolli», la Banca WIR soc. cooperativa sia uno degli emblemi di Basilea, ma hanno messo in evidenza uno dei loro comuni denominatori: nessuno dei due intende dormire sugli allori. Anche se il direttore dello zoo Olivier Pagan ha assicurato che «stare in panciolle rientra assolutamente tra le attività biologiche», nel mondo imprenditoriale quest’atteggiamento avrebbe conseguenze fatali. 6
Lo sapevate che... ... nello zoo di Basilea tante specie animali vivono tra i recinti piuttosto che al loro interno? Nello «Zolli» vivono 6400 animali appartenenti a 604 specie, ma stando ai risultati di due anni di studi, «l’oasi verde nel cuore della città» ospita altre 3110 specie, di cui 113 fanno parte della lista rossa, 75 non sono state documentate in nessun’altra parte della Svizzera e di 31 non si sapeva neanche che esistessero a Basilea.
Non ci sarà un elefante nel negozio di porcellana Oliver Willimann, presidente del consiglio di amministrazione, e Germann Wiggli, presidente del direttorio, hanno spiegato i programmi della Banca WIR. Tra gli obiettivi più importanti va annoverata l’espansione della rete di PMI, che nasce dalla partecipazione al sistema WIR dei clienti commerciali della banca. «Siamo convinti che quanto più grande e capillare sarà la rete e migliori saranno la qualità dei singoli membri e la solidarietà tra di loro, tanto più significativi si riveleranno i vantaggi per le singole imprese e per l’intera rete. Perché tutti hanno lo stesso obiettivo: aumentare fatturato e ricavi», ha dichiarato Wiggli. E proprio nel contesto attuale, in cui turismo e commercio al dettaglio in zone
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Olivier Pagan è originario di Neuchâtel, ma grazie alla sua attività di veterinario e – dal 2002 – direttore dello zoo padroneggia alla perfezione il tedesco di Basilea.
di frontiera risentono della forza del franco, i vantaggi della rete emergono con particolare evidenza: il sistema WIR, basato sulla solidarietà, aiuta le PMI colpite dal fenomeno a trovare nuovi clienti e a fidelizzare quelli già acquisiti. Per quanto il progetto di far salire a medio termine il numero di partecipanti dagli attuali 45 000 a 100 000 possa sembrare ambizioso, è pur sempre fattibile, ammesso che si trasformi la rete in un mondo di esperienze in grado di attirare anche PMI e start-up giovani e innovative. «Sorprenderemo il mercato con attività che non ci si attende dalla Banca WIR!», ha affermato Oliver Willimann, assicurando che non si intende comunque lasciar libero l’elefante: «Con l’ottimizzazione del sistema WIR non vogliamo comportarci come l’elefante nel negozio di porcellana, ma vogliamo procedere con cautela e lungimiranza.»
Lo sapevate che... ... lo «Zolli» è un centro di competenze internazionale per l’allevamento del rinoceronte indiano, dal 1972 cura il relativo libro genealogico internazionale e dal 1990 coordina il programma europeo per l’allevamento di conservazione? Uno dei frutti di questo lavoro è stata la nascita, a ottobre 2013, del rinoceronte indiano Kiran. In passato questa specie era diffusa in ogni parte del Pakistan e di Burma, mentre ora si trova allo stato brado solo in piccoli branchi in otto parchi nazionali che non sono nemmeno collegati tra loro da corridoi di transito. La presenza di un libro genealogico internazionale impedisce gli incesti e garantisce la sopravvivenza della specie.
Colloquio tra Wiggli, Willimann e Pagan con la moderazione di Volker Strohm (3° da sin.), addetto stampa e responsabile per i social media della Banca WIR.
Un futuro «da leoni» Nuovi processi, nuove formule di consulenza, nuovi strumenti trasparenti, comodi e semplici, potenziamento dei canali digitali – Willimann e Wiggli non hanno voluto fornire dettagli, visto che i team di progetto hanno davanti a sé ancora quasi un anno di duro lavoro. Il rinnovamento della Banca WIR, comunque, non avverrà assolutamente a spese dei clienti privati. «Abbiamo bisogno di costruire su due solidi pilastri: il comparto in WIR e quello in franchi svizzeri», ha asserito Willimann. E Germann Wiggli ha assicurato: «Siamo fermamente intenzionati a continuare a offrire i nostri prodotti di risparmio e previdenza a condizioni di mercato fra le migliori.» Swissness, qualità, affidabilità e forza innovativa: questi valori resteranno le caratteristiche peculiari dell’orientamento delle PMI di successo nel nostro paese e questi sono i valori che incontrate come clienti della Banca WIR soc. cooperativa. Germann Wiggli ha concluso i colloqui autunnali affermando: «La nuova Banca WIR avrà un futuro da leoni!» DANIEL FLURY www.zoobasel.ch www.ozeanium.ch
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A QUOTA 10 000... E OLTRE La Banca WIR vanta una base di finanziatori ampia e in costante espansione: attualmente i titolari di parti ordinarie sono oltre 10 000. Recentemente la soglia di 10 000 titolari è stata raggiunta – con la ditta Flamag AG di Lantsch/Lenz.
La Flamag AG è il 10 000° titolare di parti ordinarie. Gaudenzia Liesch riceve a nome della ditta le congratulazioni della Banca WIR, rappresentata da Oliver Gawrisch, dell’agenzia di Coira. Dietro: il figlio Alain e il titolare Aldo Liesch.
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La Flamag AG è l’importatore esclusivo in Svizzera dei celebri prodotti Makra. Grazie a un ampio deposito la ditta è in grado di effettuare rapidamente le consegne ai clienti in tutta la Svizzera.
La ditta Flamag AG è recentemente diventata il 10 000° finanziatore della Banca WIR. Il numero di titolari di parti ordinarie è in costante aumento, proprio secondo i piani della Banca WIR, che punta ad un’ampia base di finanziatori. Alla Flamag AG la Banca WIR ha regalato due parti ordinarie. La ditta si occupa della distribuzione di un vasto assortimento di prodotti di fissaggio, di pulizia, chimico-tecnici, materiali abrasivi, utensili da lavoro e autoaccessori. La Flamag AG è inoltre l’importatore esclusivo in Svizzera dell’intera gamma di prodotti Makra (cfr. riquadro). Grazie a un ampio deposito la ditta è in grado di effettuare rapidamente le consegne ai clienti in tutta la Svizzera. Le ordinazioni vengono inviate da Lantsch/Lenz per posta o tramite corriere in ogni angolo del paese.
Le ordinazioni possono essere eseguite telefonicamente o via e-mail; la consegna avviene per posta o tramite corriere.
Flamag AG Voia Principala 31 7083 Lantsch/Lenz Telefono 081 356 60 16 Fax 081 356 60 15 flamag@bluewin.ch Direttore:
Aldo Liesch, Brienz/ Brinzauls
Anno di fondazione:
1991
Numero di collaboratori:
3
Quota di accettazione WIR: 30% fino a 3000 CHF, quote superiori secondo accordo
Il grigionese Aldo Liesch, titolare della Flamag AG, ha iniziato la sua carriera professionale come apprendista meccanico, ambito nel quale ha poi operato per alcuni anni. Successivamente ha lavorato per circa un decennio presso una ditta commerciale che vendeva una gamma di prodotti simile a quella della Flamag AG, fondata da Aldo Liesch e un socio nel 1991.
Offerta Vasto assortimento di prodotti di fissaggio, di pulizia, chimico-tecnici, materiali abrasivi, utensili da lavoro e autoaccessori. Si offrono prodotti delle seguenti marche: Makra, Hazet, Kraftwerk, Gedore, 3M, Philips, Sia, Teroson, Tip Top, Cp ecc.
La sua azienda ha aderito fin dall’inizio al sistema WIR, che Aldo Liesch conosceva da quando lavorava ancora come dipendente e di cui aveva il relativo conto per dipendenti. «La Banca WIR è molto importante per noi. Realizziamo sempre il 5-10% del nostro fatturato complessivo in WIR», sottolinea Aldo Liesch, «accettiamo il 30% del pagamento in WIR e molti degli ordinativi non ci verrebbero mai commissionati se non aderissimo al sistema. Per questo possiamo anche dire che una parte significativa del nostro fatturato in CHF viene realizzata grazie a WIR.»
Makra: la Flamag AG è l’importatore esclusivo in Svizzera dell’intera gamma di prodotti Makra. Makra Norbert Kraft GmbH, con sede a Göppingen, è specializzata nella fabbricazione di prodotti chimico-tecnici nel settore automobilistico e industriale. La ditta produce sigillanti e adesivi (ad es. adesivi per parabrezza), paste abrasive, lacche per rivestimenti, brillantanti, spray antigrippanti, spray coloranti, silicone ecc. Dell’ampio assortimento fanno parte anche prodotti per la pulizia delle mani e per la cura della pelle.
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Un’azienda a conduzione famigliare WIR
Sostenitori convinti di WIR
Più di un anno fa Aldo Liesch ha rilevato la quota del suo socio, andato in pensione, e ha spostato la ditta da Wallenwil, nel Canton Turgovia, a Lantsch/Lenz, nei Grigioni. Dopo la partenza del suo socio e di una collaboratrice Aldo Liesch aveva bisogno di nuovo personale. È così che sua moglie Gaudenzia e il figlio Alain hanno deciso di dargli una mano. Anche la figlia Michèle, che lavora nel settore del turismo, aiuta sporadicamente la ditta di famiglia.
Tutti i membri della famiglia Liesch sono convinti sostenitori del sistema WIR e utilizzano i servizi della Banca WIR. Hanno, tra l’altro, un conto privato WIR, un conto di risparmio e sono titolari di parti ordinarie.
La Flamag AG è così diventata una ditta al 100% a conduzione famigliare. Per molti anni Gaudenzia Liesch ha lavorato come impiegata presso una banca di Lenzerheide e ha portato a termine una formazione nel campo delle PMI per prepararsi al nuovo incarico nell’azienda del marito. Il figlio Alain, di professione elettricista, ha lungamente esitato prima di unirsi all’attività dei genitori. Ha cambiato idea dopo aver fatto anch’egli una formazione nel campo delle PMI che, trattando anche la questione della successione in ambito PMI, gli ha aperto gli occhi sulle enormi opportunità derivanti dal rilevamento di una ditta in buona salute.
Parti ordinarie della Banca WIR – un solido investimento Chi acquista parti ordinarie della Banca WIR partecipa al successo economico di una solida azienda svizzera, sostiene la filosofia improntata allo spirito cooperativo e gode di vari vantaggi. – La parte ordinaria della Banca WIR soc. cooperativa è un diritto valore che permette di percepire un dividendo interessante. L’anno scorso il dividendo si è attestato a CHF 9.75 per parte ordinaria: rispetto alla quotazione di fine anno pari a 428 CHF il rendimento del dividendo ammonta al 2,28%. I dividendi distribuiti continuano a non essere soggetti alla deduzione dell’imposta preventiva e, per le persone fisiche in Svizzera, sono esenti dall’imposta sul reddito. – Inserendo i titoli in un conto di risparmio presso la Banca WIR si beneficia di un tasso d’interesse preferenziale: possedendo almeno 25 parti ordinarie in un deposito presso la Banca WIR si riceve uno speciale bonus dello 0,5% che va ad aggiungersi al tasso di base dello 0,2%. Addizionato al bonus dello 0,3% sui nuovi capitali, sul conto di risparmio si può raggiungere un tasso d’interesse straordinario che può arrivare all’1,0% (bonus fino a un avere di max. 50000 CHF), situazione aggiornata al 9.11.2015.
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«Il conto privato WIR ci serve per ricollocare i WIR», spiega Aldo Liesch. La Flamag AG usa ad esempio i WIR per i veicoli e la manutenzione, per l’acquisto di materiali da imballaggio, articoli di cancelleria, gadget pubblicitari, piccole spese, regali per i clienti e omaggi natalizi che possono essere acquistati alle fiere WIR. Aldo Liesch sfrutta sistematicamente tutte le possibilità per ricollocare i WIR. Per l’acquisto di merci l’impiego dei WIR è limitato: la maggior parte dei prodotti – utensili da lavoro, dispositivi di fissaggio, autoaccessori, prodotti di pulizia ecc. – viene infatti acquistata all’estero, in Europa. Rientrano in questa categoria anche i celebri prodotti Makra, di cui la Flamag AG è l’importatore esclusivo per l’intera Svizzera. Grazie ad Alain e Michèle Liesch la ditta ha in programma di aprire presto un sito Internet. La Flamag AG intende continuare a offrire anche in futuro i suoi interessanti prodotti di alta qualità accettando una quota in WIR. ROLAND SCHAUB
L’investimento in parti ordinarie ha già confermato nel passato di essere uno strumento lucrativo, sia per quanto riguarda l’andamento di corso sul lungo periodo che la distribuzione annua di dividendi. È evidente tuttavia che l’attuale performance della parte ordinaria della Banca WIR non può costituire una garanzia dell’evoluzione futura del titolo, in quanto ogni investimento è soggetto alle fluttuazioni di mercato. Ciò richiede una tolleranza e una capacità di rischio adeguate da parte degli investitori.
Acquisto di parti ordinarie Gli ordini di acquisto di parti ordinarie possono essere trasmessi alla Banca WIR tramite l’Internet-Banking, per posta (Banca WIR, dip. Finanze/Parti ordinarie, casella postale, 4002 Basilea), per telefono (0848 947 949) o per fax (061 277 93 08). Le parti ordinarie possono essere negoziate il 1° e il 3° venerdì di ogni mese nella borsa interna della Banca WIR e tutti i giorni lavorativi bancari sulla piattaforma OTC della Berner Kantonalbank/Banca Cantonale Bernese. Maggiori informazioni sul sito www.wir.ch/parti-ordinarie o www.wir.ch/risparmiare
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ECCEZIONALE LA 72a FIERA WIR DI ZURIGO ALL’INSEGNA DEL NUOVO INIZIO Circa 200 espositori dei settori elettrodomestici, sport, moda, arredamento, intrattenimento, lavoro e tempo libero, un parco business WIR per prestatori di servizi WIR con interessanti relazioni di rilievo per le PMI, uno show dedicato a moda e tendenza, la cantante Monique e la tavola rotonda del sabato con specialisti d’eccezione dedicata all’energia rinnovabile (vedi pag. 14) hanno creato un’esperienza del tutto speciale per i numerosi visitatori della fiera.
Questa fiera è «tutta diversa», ha affermato il suo responsabile, Roland Hartmann, in occasione dell’apertura ufficiale. Ed in effetti, ci sono stati tantissimi cambiamenti. A cominciare dal più evidente: il suo avvio. Quest’anno è cominciata giovedì alle ore 16 anziché venerdì mattina. E il numero di visitatori registrato fino alle ore 18 del giorno di apertura è stato sorprendentemente elevato, ha affermato con ottimismo Roland Hartmann.
La fiera WIR porta più contatti con la clientela Tra le altre novità va annoverata anche la concentrazione in tre padiglioni, che ha consentito di ottimizzare l’occupazione e ridurre i costi. I mezzi disponibili vanno utilizzati in modo efficiente: la maggior parte delle fiere aperte al pubblico e alcuni saloni specialistici sono sotto pressione su questo fronte. La concorrenza da parte di Internet e dei canali di vendita diretti cresce 11
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I Mozart Heroes.
La cantante Monique con Myrta Zumstein, presidente del gruppo WIR di Zurigo.
costantemente, ha sottolineato Roland Hartmann, ma ci sono tuttora buoni motivi a favore di una fiera: «Solo una fiera prospetta così tanti contatti diretti con la clientela in così poco tempo.»
Più swissness, sistema WIR ottimizzato Nel suo discorso, il presidente del consiglio d’amministrazione della Banca WIR, Oliver Willimann, ha fatto riferimento allo slogan della fiera affermando che quella che è ormai l’unica fiera WIR è anche eccezionale; ed è frutto del lavoro altrettanto eccezionale svolto dagli organizzatori in un contesto decisamente impegnativo. La nuova formula convince perché offre un giusto mix di business, informazione specialistica e intrattenimento. «Ovviamente anche il sistema WIR è eccezionale», ha spiegato Oliver Willimann, «e diventerà ancora migliore.» Con i suoi attuali 60 000 partecipanti – di cui 45 000 PMI – è già la principale rete operativa della Svizzera e puntiamo ad allargarla ulteriormente e ad estenderla altresì a una clientela più giovane. Il sistema WIR verrà ottimizzato per incrementarne l’attrattiva per le imprese innovative e per fare in modo che venga sempre più considerato sinonimo di swissness, qualità, affidabilità e potere innovativo. Willimann ha concluso il proprio discorso augurando a tutti una fiera eccezionale, fruttuosi affari e tanto successo nel networking.
energia solare tale da coprire, in teoria, l’intero fabbisogno energetico mondiale di un anno. Flisom è un’azienda nata dalla scorporo del laboratorio di fisica dei solidi del Politecnico di Zurigo; l’impresa è impegnata nella produzione di celle fotovoltaiche flessibili, adatte a impieghi innovativi su tetti, facciate o supporti mobili e sottoposte a costante perfezionamento e ottimizzazione. Il dr. Marc Kaelin ha inoltre accennato alla partnership strategica stretta con TATA, il noto gruppo indiano attivo in vari settori. L’apertura della fiera si è svolta sulle note del duo Mozart Heroes, che ha intrattenuto i presenti con un originale mix di musica classica, rock e pop.
Alpine Racer e concorso Presso lo stand della Banca WIR ha fatto furore, soprattutto tra i visitatori più giovani, l’Alpine Racer, il simulatore di discese alpine classiche e slalom. Anche il concorso della Banca WIR è stato molto gettonato. Per ogni partecipazione la Banca WIR ha donato un franco a Special Olympics, l’associazione che aiuta le persone con disabilità intellettiva a evolversi e a trovare riconoscimento e integrazione tramite lo sport. L’iniziativa ha fruttato un importo di circa 600 franchi, portato poi a 1000 dalla Banca WIR.
Energia solare, notevoli potenzialità per moduli flessibili Nel suo intervento il dr. Marc Kaelin dell’azienda Flisom SA di Dübendorf ha sintetizzato in una sola frase le notevoli potenzialità dell’energia solare: in un’ora la terra assorbe una quantità di 12
Il premio principale – un pernottamento per due persone all’Hotel Belvédère in Engadina – è andato ad Andi Walser, di Coira, mentre il secondo e terzo premio – un buono acquisto del
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Alpine Racer: gettonatissimo soprattutto tra il pubblico più giovane.
valore di 100 CHW di Stöckli Outdoor Sports – sono stati assegnati ad Anita Altdorfer di Kloten e ad Hanspeter Sihler di Schönenberg.
Avere successo con il WIR e la fiera WIR Durante i quattro giorni di apertura – da giovedì a domenica – la fiera WIR di Zurigo ha registrato circa 18 000 visitatori, il che equivale a un aumento di 4000 persone, ovvero del 30% circa, rispetto all’anno precedente. Ciò dimostra che al pubblico sono piaciuti i nuovi orari di apertura e il programma della manifestazione. Dopo i consensi raccolti nel 2014 con il programma speciale all’insegna del motto «Avere successo con WIR» e la «Zona di business», pensato per consentire alle startup di nuova costituzione di informarsi sulle prestazioni necessarie, quest’anno si è deciso di proseguire sulla stessa strada. Highlight della fiera è stata la tavola rotonda con specialisti d’eccezione (vedi pag. 14). Grande interesse ha riscosso anche l’esposizione straordinaria di due veicoli molto particolari e in tema con la tavola rotonda: il prof. dr. David Dyntar e il suo team hanno mostrato due vetture – una Lotus Evora e una Skoda Octavia – trasformate da trazione convenzionale a trazione elettrica. «La maggior parte degli espositori si è mostrata soddisfatta o persino molto soddisfatta dell’esito della fiera», ha spiegato il responsabile Roland Hartmann, e dopo l’iniziale scetticismo
Lo show dedicato a moda e tendenza.
verso gli orari di apertura, hanno poi giudicato meglio del previsto l’apertura del giovedì. I commenti dei visitatori sull’offerta e sul programma d’intrattenimento della fiera sono stati per lo più positivi. Il tradizionale show dedicato a moda e tendenza, la cantante Monique e la tavola rotonda hanno riscosso grande interesse. Anche i biglietti gratuiti della lotteria con in palio tanti interessanti premi sono stati molto apprezzati. «Scopo delle attività d’animazione è intrattenere i visitatori senza distrarli dagli acquisti», ha sottolineato Roland Hartmann, che ha proseguito: «Si tratta di una questione di immagine; senza attività di contorno mancherebbe qualcosa; per alcuni visitatori sono anche la motivazione che li spinge a ritornare gli anni successivi; in fin dei conti conferiscono attrattiva alla fiera.»
WIR nel 2016 – sarà tutto diverso Concludendo, Roland Hartmann ha asserito: «Ora stiamo valutando i risultati del sondaggio per poi trarre le dovute conclusioni.» Ma una cosa è già sicura: nel 2016 ci sarà una fiera WIR. Al pari di quanto è accaduto per la fiera WIR di Zurigo del 2015, nel 2016 sarà la volta del sistema WIR: sarà tutto diverso. Nel corso del suo discorso Oliver Willimann ha già svelato qualcosa («più swissness...»), ma per maggiori dettagli bisogna attendere… ROLAND SCHAUB
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UNA CINTURA DI PANNELLI SOLARI PER LA TERRA? TAVOLA ROTONDA SULL’«ENERGIA SOSTENIBILE» ALLA FIERA WIR DI ZURIGO
Inutile cercare sostenitori dei combustibili fossili: alla tavola rotonda della fiera WIR di Zurigo erano stati invitati esclusivamente rappresentanti delle energie sostenibili – rivelatisi tutt’altro che concordi.
Vento, acqua, sole o piuttosto uranio? I partecipanti alla tavola rotonda non erano certo intenzionati a scatenare una «guerra di religione» – e dopotutto il moderatore Röbi Koller non l’avrebbe neanche permesso – ma nessuno si è mostrato disposto a fare la benché minima concessione. Almeno su una cosa, però, erano tutti d’accordo: il futuro appartiene alle forme di energia sostenibili, ma non per effetto dell’esaurimento dei giacimenti di greggio o gas naturale. «Il progresso tecnologico porrà fine all’era del petrolio prima che il petrolio si esaurisca; in fin dei conti anche l’era della pietra è finita prima che finissero le pietre!» ha asserito David Dyntar. Con la sua Suncar HK AG il professore è anche un imprenditore e, in quanto tale, collabora con il Politecnico federale di Zurigo alla costruzione di escavatrici e altre apparecchiature edili ad alimentazione solare.
10 franchi o 28 centesimi? Per il momento però non ci sono incentivi degni di tale nome in grado di favorire una completa e rapida transizione dal petrolio alle energie ecologiche. «Per avere una svolta, il prezzo di un litro di greggio dovrebbe arrivare ad almeno 10 franchi, mentre ora costa solo 28 centesimi. A paragone addirittura una bottiglia di CocaCola è carissima!» ha affermato con indignazione Dyntar. Anche Andy Kreuzer, amministratore delegato del gruppo IDS Schweiz, ha constatato: «È necessario che succeda qualcosa di specifico – ad esempio un blackout di una settimana – altrimenti non si arriverà a nulla.» In effetti, però, è proprio compito di Kreuzer scongiurare i blackout: con i suoi prodotti il gruppo IDS Schweiz punta, tra l’altro, a evitare sovratensioni nella rete di distribuzione.
Centrali nucleari – dinosauri? «Le centrali nucleari sono dinosauri; mandiamo i nostri figli a studiare tecnologia nucleare al Politecnico, così avremo abbastanza specialisti in grado di occuparsi del loro smantellamento!» 14
ha affermato David Dyntar, suscitando perplessità in Beat Bechtold. L’amministratore delegato del Forum nucleare svizzero ha quindi fatto notare che anche la tecnologia nucleare compie progressi. Le centrali atomiche di ultima generazione sono più sicure e producono meno scorie. «Inoltre, i loro gestori sono gli unici produttori di energia a investire nella chiusura, nel ripristino ambientale e nello smaltimento dei loro impianti!» Se il nuovo schieramento parlamentare dovesse decidere l’abbandono del nucleare da parte della Svizzera – come unico paese al mondo – sarebbe sulla cattiva strada, soprattutto per quanto concerne la sicurezza dell’approvvigionamento. Andy Kreuzer ha accusato i politici favorevoli all’abbandono del nucleare di gettare polvere negli occhi della popolazione: «Questi politici sono tutt’altro che coraggiosi: i confini del nostro paese sono puntellati di centrali nucleari operative che non esiterebbero un secondo ad esportare la loro elettricità in Svizzera in caso di emergenza...»
Il problema: l’immagazzinamento Il gruppo IDS Schweiz fa in modo che in ogni secondo sia disponibile l’esatta quantità di energia necessaria, di notte come di giorno, con le nuvole o con il vento. Questo compito diventerebbe di certo meno impegnativo se l’energia si potesse immagazzinare. David Dyntar e Andy Kreuzer si sono mostrati discordi sulle capacità di stoccaggio delle batterie. Kreuzer si è detto convinto che una batteria per uso domestico – ossia di una grandezza sensata – si esaurirebbe dopo un’ora; Dyntar ha invece fatto notare che la sua casa monofamiliare sopperisce da 11 anni al proprio intero fabbisogno energetico sfruttando l’energia solare e immagazzinandola in una batteria non più grande di uno sgabello. «Se ogni economia domestica disponesse di una batteria del genere, si potrebbero eliminare le oscillazioni nel consumo energetico e, quindi, rendere automaticamente più stabile la rete di distribuzione.»
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Hanno discusso sulle forme di energia sostenibili e le possibilità di immagazzinamento energetico (da sin.): Beat Bechtold, David Dyntar, Andy Kreuzer, il moderatore Röbi Koller, Patrick Richter e Germann Wiggli.
Slancio all’energia eolica Un contributo alla risoluzione del problema energetico è giunto anche da Patrick Richter (Agile Wind Power). Agli occhi di coloro che si battono per la tutela degli uccelli, il suo nuovo tipo di turbine eoliche è meno problematico rispetto agli impianti tradizionali, dotati di grandi pale che ruotano ad alta velocità. Ciononostante, oltre ad alcuni ostacoli di natura tecnica, Richter – e in generale i provider di energia eolica in Svizzera – si trova a dover far fronte anche a questioni relative alla tutela del paesaggio e dei monumenti. «Al momento circa 600 progetti sono bloccati – in Germania questo problema è meno sentito, visto che molti degli impianti possono essere posizionati in mare.» Secondo Richter, le costruzioni per lo sfruttamento dell’energia solare ed eolica non dovrebbero interessare regioni di grandi dimensioni: «È più sensato costruire svariati impianti solari ed eolici decentrati che servono piccole regioni. In questo modo si riduce anche il fabbisogno di stoccaggio.»
Il sole splende sempre – da qualche parte Una visione decisamente più ampia è quella di David Dyntar, anche se, in fin dei conti, resta pur sempre solo una visione: perché non posizionare una cintura di pannelli solari lungo l’equatore? L’approvvigionamento sarebbe garantito – il sole splende sempre in un qualche punto della terra – e grazie a linee derivate posizionate lungo i meridiani si potrebbe distribuire l’energia solare in modo costante e affidabile a tutti i paesi. «Questo costerebbe solo una piccola somma della spesa annua militare degli Stati Uniti», ha asserito con convinzione Dyntar. DANIEL FLURY www.sun-car.ch www.agilewindpower.com www.ids-gruppe-schweiz.ch www.nuklearforum.ch
Sostenibilità e sistema monetario Germann Wiggli non è solo presidente del direttorio della Banca WIR soc. cooperativa, ma anche presidente della Kehrichtbeseitigung Laufental – Schwarzbubenland AG (Kelsag) e vicepresidente della Raurica Wald AG, che detiene partecipazioni tra l’altro nell’Holzkraftwerk Basel AG. In tutte e tre queste funzioni si trova a dover trattare questioni legate alla sostenibilità. Ad esempio i 33 comuni membri della Kelsag esamino l'acquisto di camion rifiuti elettrici. In occasione della tavola rotonda della fiera WIR di Zurigo, tuttavia, Wiggli ha sottolineato soprattutto il carattere duraturo del sistema WIR. «Il denaro WIR non è fatto per essere risparmiato – e per questo non frutta interessi – ma per circolare tra i partecipanti al sistema e creare lavoro.» Wiggli considera quello delle tecnologie un mercato in crescita ancora sottorappresentato nel sistema WIR. Questo è un aspetto che cambierà nei prossimi anni sulla scia della modernizzazione e semplificazione del sistema WIR in programma (cfr. colloqui autunnali, pag. 4). Prof. David Dyntar ha confessato: «Il denaro è fatto per essere investito, anche in posti di lavoro per persone innovative.» Se si vuole effettivamente arrivare a una svolta in campo energetico non sono necessari solo investitori. Wiggli: «In ambito edilizio, ad esempio, le banche devono offrire prodotti sostenibili – la Banca WIR lo fa con il Credito VERDE –, lo Stato deve influire sui costruttori tramite incentivi e provvedimenti direttivi e i comuni devono varare norme attinenti per le nuove costruzioni.» www.kelsag.ch www.rauricawald.ch www.wir.ch/credito-verde 15
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TRA L’ORSO E LO STAMBECCO, UN’EMOZIONANTE CORSA ALLE DONAZIONI Uno sguardo al futuro – con una probabilità del cento per cento che le cose vadano proprio così: il 3 marzo, sulla Arcasplatz di Coira, ci sarà un mare di occhi luccicanti e di volti radiosi. I «National Winter Games» di «Special Olympics» si apriranno infatti nella più antica città della Svizzera. È già la terza volta che la Banca WIR sostiene il principale evento sportivo mondiale dedicato alle persone con disabilità psichiche, non solo come sponsor, ma fornendo anche aiuto pratico durante le gare.
Anche per l’evento dal 3 al 6 marzo c’è stata una vera e propria «lotta» per aggiudicarsi i poco più di venti posti destinati alla Banca WIR. «Abbiamo esaurito il nostro contingente in men che non si dica», ha confermato la coordinatrice interna della Banca, Patrizia Herde. Quest’anno la squadra di aiutanti e assistenti impegnati negli «Special Olympics» verrà affiancata da un altro collaboratore della Banca WIR: Volker Strohm, addetto stampa, parteciperà infatti al progetto sociale «Ruedirennt» non solo dietro le quinte, ma calzando anche un paio di scarpe da corsa e gettandosi nella mischia... E sarà presente anche il 3 marzo in occasione della cerimonia sulla Arcasplatz di Coira.
ricordando il suo primo incontro con Frehner in occasione di una vacanza running in Toscana. A quel punto Reto Hunziker era già della partita: nel 2012, infatti, aveva corso lungo il Reno, dalla sorgente fino a Rotterdam, per complessivi 1425 chilometri. Con la sua impresa, «Run for Kids», il quarantaseienne di Wallisellen aveva raccolto 55 555 franchi a favore della Lega contro il cancro di Zurigo.
Nel 2014 è nato il primo progetto autonomo di «Ruedirennt»: all’insegna del motto «Gemeinsam Grenzen verschieben» (Spostare insieme le frontiere) la frontiera svizzera è stata percorsa in scala 1 : 5 con partenza da Zurigo e ritorno. I 379,8 chilometri coperti (in Ma andiamo con ordine. Le strade di parte in salita) corrispondono a nove Volker Strohm e Ruedi Frehner, l’idea- Volker Strohm (a sinistra) e Ruedi Frehner. maratone in nove giorni. Risultato deltore di «Ruedirennt», si sono incrociate le donazioni: 70 472 franchi. Con per la prima volta nel 2013. Allora il cinquantaduenne grigionese «Ruedirennt» è possibile sapere in che cosa viene speso ogni aveva già al suo attivo due progetti podistici con cui, nel 2011 e centesimo: «Il ricavato viene devoluto al 100% ai progetti defini2012, per un totale di rispettivamente 211 e 333 chilometri, aveti in precedenza», spiega Strohm. Gli scopi benefici variano di va raccolto oltre 92 000 franchi da devolvere all’iniziativa «Jeder volta in volta: le ore di cinoterapia presso l’Istituto per bambini Rappen zählt» (Ogni centesimo conta). Tra i due è nata un’amiciTherapeion di Zizers (un istituto per bambini con disabilità gravi), zia: Frehner aiuta Strohm ad allenarsi e, in cambio, Strohm dà il cofinanziamento di un campo estivo per bambini malati di canuna mano al suo «coach» con la comunicazione relativa al procro dei Grigioni e di Zurigo, il sostegno all’operato di Medici sengetto. Il tutto in forma gratuita, naturalmente. «L’idea di fare za frontiere in un campo profughi in Siria... qualcosa per le persone socialmente svantaggiate e di incoraggiare il maggior numero di persone possibile a fare sport mi In questo momento «Ruedirennt» si sta preparando alla prossima è subito piaciuta», racconta l’addetto stampa della Banca WIR grande iniziativa: «The Special Run for Special People» unirà la 16
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località degli «Special Olympics» estivi 2014 a Berna con quella dei «Winter Games» a Coira (dettagli sulle tappe cfr. riquadro). Il percorso è stato pensato in modo da coinvolgere tutti gli istituti in cui vivono abitualmente gli atleti e le atlete. «Ma non vogliamo limitarci a visitare gli istituti, il nostro obiettivo è fare in modo di percorrere gli ultimi chilometri insieme ai disabili mentali», afferma Strohm. «Per questo è importante risvegliare l’interesse intorno a questo grande evento sportivo.» Correre insieme, è questo lo scopo e la filosofia della manifestazione, spiega Strohm. E non importa se una tappa, dieci chilometri, cinque chilometri o pochi metri, quel che conta è partecipare. «Per scrivere tutti insieme una pagina della storia di ‹Ruedirennt›.» Nella homepage www.ruedirennt.ch è possibile consultare il percorso e una tabella di marcia che indica quando e dove incontrare i protagonisti. «Il ritmo è ‹molto moderato›, dice Strohm, «ed è anche espressamente consentito l’uso di strumenti ausiliari, come ad esempio la bicicletta.» Naturalmente Frehner e Hunziker copriranno l’intera distanza di corsa: 383 chilometri in dieci giorni. Non saranno un po’ matti? «Veramente non solo un po’», ride Strohm, «ma in senso buono.» Entrambi non sono solo attratti dalla distanza, ma con questo progetto vogliono sempre raccontare una storia, e quest’anno tocca all’orso di Berna e allo stambecco grigionese. Le cifre danno ragione a «Ruedirennt»: facendo qualche conto basato sulle donazioni precedenti si arriva a una media complessiva di 182 franchi a chilometro. «Siamo orgogliosi del risultato, che ci permette anche di avere un’idea di che cosa si può fare», ha dichiarato Frehner lo scorso novembre in occasione della presenta-
zione ufficiale del progetto, durante la quale è stata anche annunciata la collaborazione attiva con la sei volte vincitrice della «Swiss Alpine Marathon» Jasmin Nunige. I tre obiettivi per la «Special Run for Special People» che prenderà avvio il 23 febbraio sono già stati definiti: circa 10 000 franchi verranno destinati al finanziamento del set completo di medaglie per i «National Winter Games», almeno 5000 franchi andranno al campo estivo 2016 dell’Associazione Quack (Quartner Adipositas Camp per bambini) mentre circa 3000 franchi saranno devoluti all’Associazione «Blind Jogging» di Basilea (un’associazione di pubblica utilità per maratoneti ciechi e ipovedenti) per finanziare il viaggio e la partecipazione alla Kerzerslauf. «Se verranno raccolti più fondi del previsto naturalmente sceglieremo altri progetti», spiega Strohm che ribadisce ancora una volta: «Il 100% delle donazioni viene devoluto ai progetti selezionati.» Attualmente Frehner e Hunziker sono impegnati nella volata organizzativa finale in vista della partenza da Berna e macinano chilometri e chilometri al giorno per allenarsi, motivati anche dalla prospettiva di un bel viaggio e dalla possibilità di fare incontri interessanti. L’addetto stampa della Banca WIR, «maratoneta entusiasta ma amante delle comodità», come egli stesso ama definirsi, sarà presente a tutte le tappe. Quella finale l’ha segnata in grassetto nella sua agenda: «Gli ultimi 42 chilometri tra Vaduz e Coira saranno un autentico avvenimento», afferma entusiasta Strohm, che già pregusta il mare di occhi luccicanti e di volti radiosi sulla Arcasplatz. DANIEL FLURY
«The Special Run for Special People» Martedì
Berna – Münsingen – Thun
34 km
Mercoledì 24 febbraio 2016
23 febbraio 2016
Thun – Emdthal – Interlaken Ost
37 km
Giovedì
25 febbraio 2016
Interlaken Ost – Meiringen – Brünig
36 km
Venerdì
26 febbraio 2016
Brünig – Sarnen – Stansstad
38 km
Sabato
27 febbraio 2016
Stansstad – Lucerna – Zugo
38 km
Domenica 28 febbraio 2016
Zugo – Sihlbrugg – Zurigo
33 km
Lunedì
Zurigo – Uster – Rapperswil
45 km
29 febbraio 2016
Martedì
10 marzo
2016
Rapperswil – Murg
40 km
Mercoledì
2 marzo 2016
Murg – Sargans – Vaduz
40 km
Giovedì
3 marzo 2016
Vaduz – Coira
42 km
Online Domande sul progetto www.ruedirennt.ch ruedi.frehner@bluemail.ch facebook.com/ruedirennt Telefono 079 304 87 44
Conto donazioni IBAN CH85 0020 8208 1099 4742 A Ruedi Frehner, Coira (Rubrica «Ruedirennt 2016»), o consegna diretta nel corso della gara 17
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LA PIETRA CONTRO L’ACQUA
Ci vogliono tenacia e soprattutto buoni argomenti per convincere le autorità e la popolazione della necessità di una nuova cava di pietre, per di più se la zona di estrazione si trova in un paesaggio d’importanza nazionale. L’obvaldese Thomas Fallegger dispone di entrambi e ora, dopo anni di progettazione e lavori di preparazione, può finalmente estrarre circa mezzo milione di metri cubi di arenaria al quarzo di prima qualità. Ne beneficeranno soprattutto i numerosi progetti volti alla protezione contro le inondazioni nella Svizzera interna.
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Il cambiamento di destinazione del bosco è solo temporaneo: la zona di estrazione, di cui fa anche parte l’area ancora boschiva in alto a sinistra, sarà completamente riempita e rimboschita.
La zona «Rischi» sovrastante il lago di Sarnen: presumibilmente l’unica località nel Canton Obvaldo da cui può essere ricavata arenaria al quarzo di prima qualità sotto uno strato molto sottile di vegetazione.
60 milioni di anni fa, depositi di fango e sabbia lungo i margini continentali continuavano a sprofondare nell’oceano tra la placca tettonica africana e quella adriatica. Le parti grossolane e pesanti, perlopiù granuli al quarzo, depositatesi in poche ore o giorni, nello spazio di milioni di anni si sono trasformate in arenaria. Schlieren-Flysch è un tipo di sedimento ben noto ai geologi; come arenaria silicea di prima qualità viene ricavata da circa un secolo da Guber Natursteine AG in una cava nella zona di Alpnach e adoperata nella produzione di blocchetti per pavimentazione e mattoni.
za alla compressione e al gelo come pure della bassa abrasività, l’arenaria è il materiale ideale per realizzare progetti nell’ambito della protezione contro le inondazioni e dovrebbe raggiungere prezzi tra 30 a 35 CHF a tonnellata. «Anche la marcata angolosità dei blocchi costituisce un notevole vantaggio: se la dimensione e la collocazione sono giuste, questi blocchi sono irremovibili persino sotto un’enorme pressione dell’acqua.»
Estrazione in loco Tuttavia, nel Canton Obvaldo e nella Svizzera interna sono richieste pietre di tutt’altro calibro. Nei prossimi dieci anni si renderanno necessari grandi quantità di blocchi da 3 a 6 tonnellate come massi di protezione per la sistemazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di progetti volti a prevenire le piene. Oggi viene utilizzato lo gneiss del Ticino o il granito del cantone di Uri. Tuttavia, la qualità di questi materiali – in particolare la loro spigolosità – non è sempre ideale, il trasporto è problematico sotto il profilo ecologico e finanziario e, anche per motivi di protezione della natura e del paesaggio, viene preferito l’impiego di materiale locale. Già otto anni fa, l’imprenditore Thomas Fallegger aveva notato formazioni rocciose in superficie in un terreno boschivo alla Glaubenbergstrasse a 1150 metri sopra il livello del mare. Queste formazioni rocciose sovrastano il lago di Sarnen e si trovano a solo pochi chilometri in linea d’aria dalla discarica Rischiloch che, su incarico della corporazione di Schwendi, Thomas Fallegger ha rinterrato e ricoltivato a livello ambientale con materiale di scavo. «La prossimità alla strada e lo strato sorprendentemente sottile di terra e vegetazione che ricopriva le rocce – perlopiù pochi decimetri – mi hanno fatto venire l’idea di estrarre arenaria al quarzo per l’edificazione di strutture di protezione», ha dichiarato Fallegger. Dalle prime analisi è subito emerso che la qualità dell’arenaria era eccellente e che persino la disgregazione dello strato superiore era minimo. A fronte della sua potenza, resisten-
Le caratteristiche fisiche del materiale d’estrazione vengono analizzate regolarmente. Ad esempio, le carote vengono ripetutamente congelate e scongelate per verificarne la resistenza al gelo. Non solo dal profilo geologico ma anche da quello ecologico, l’estrazione viene seguita e documentata da specialisti esterni all’attenzione delle autorità cantonali competenti. Ogni zona di estrazione deve essere completamente ripristinata e ricoltivata prima di poter affrontare la prossima superficie. Come materiale di riempimento servono sin d’ora i frammenti e i detriti derivanti dai lavori di scavo.
Protezione del paesaggio contrapposta alla protezione contro le piene La nuova cava di pietre denominata «Rischi» si trova all’interno e ai confini di un paesaggio protetto registrato nell’inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale con il nome «Flyschlandschaft Hagleren-GlaubenbergSchlieren». Insieme al Pilatus, il lago dei Quattro Cantoni, il Bürgenstock, il Rigi, la zona frana di Goldau e la riva occidentale del lago di Zugo, costituisce un’area protetta di 570 km2. Qualsiasi ingerenza in simili tesori della Svizzera sono consentiti unicamente se effettuati con il massimo riguardo delle rispettive aree protette. Per questo motivo, Thomas Fallegger era consapevole sin dall’inizio che avrebbe avuto a che fare non solo con gli enti cantonali preposti ai boschi e al paesaggio o all’agricoltura e all’ambiente, bensì pure con la Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio. «I colloqui e numerose visite in loco hanno convinto i membri della commissione che i lavori di scavo fossero opportuni e sostenibili in tale ubicazione», 19
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Prima analisi del materiale: i blocchi di pietra che non si spaccano quando si lasciano cadere sono di buona qualità. I blocchi di dimensioni eccessive – l’esemplare sopra pesa circa 70 tonnellate – vengono scomposti in pezzi più piccoli con l’aiuto di uno spaccapietre idraulico (a destra). Utilizzando esplosivi verrebbero a crearsi fessure capillari.
Con le pietre della cava di Thomas Fallegger si intende evitare che si verifichino inondazioni come quella dell’agosto 2015 quando il lago di Sarnen superando gli argini allagò 200 edifici di Sarnen.
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spiega Fallegger. Inoltre, sin dalla fase di progettazione era stato tenuto debito conto delle richieste del WWF e di Pro Natura. Per la realizzazione del progetto è stata tuttavia decisiva l’assemblea del Comune di Sarnen nel mese di maggio 2013. Come era già emerso in diverse manifestazioni informative precedenti, i maggiori dubbi della popolazione erano incentrati sull’aumento del traffico e sulla sicurezza dei bambini sulla strada per andare a scuola. Dubbi che Fallegger è riuscito a fugare completamente. La maggioranza si è quindi espressa a favore del cambiamento di destinazione di 44 000 m2 di bosco in una zona di estrazione e di conseguenza a favore della cava di pietre.
Macchinari all’avanguardia All’inizio degli anni 80, dopo il tirocinio di muratore, la qualifica di capo cantiere e una formazione imprenditoriale, Thomas Fallegger ha ripreso le redini dell’impresa Fallegger AG fondata dal padre nel 1968. Per molto tempo l’impresa era stata attiva in tutta la Svizzera con macchinari mobili nel settore del riciclaggio di materiale di costruzione. «In quel periodo ho raccolto preziose esperienze per quanto riguarda le tipologie e le possibilità d’impiego dei materiali, ciò che oggi mi torna molto utile», commenta Fallegger. Thomas Fallegger metterà a disposizione il materiale estratto dalla cava «Rischi» in primis per la protezione contro le piene e la sistemazione dei corsi d’acqua nel Canton Obvaldo e, naturalmente, anche nella Svizzera interna; non sono tuttavia esclusi altri scopi d’impiego: da questo materiale di prima qualità è possibile ricavare pietrisco e ghiaia per la produzione di calcestruzzo e di rivestimenti stradali, ballast ferroviario o lastre per giardini. Sono in fase di chiarimento ulteriori possibilità d’utilizzo. Per i lavori nella cava di pietra Fallegger ha acquistato appositamente una pala caricatrice e due escavatori cingolati dell’ultima generazione con 60 rispettivamente 40 tonnellate di peso operativo. I macchinari sono equipaggiati con filtri per eliminare le particelle di fuliggine e motore diesel sviluppati a Bulle per l’impiego fuori strada. Particolarmente pratico: il conducente di un escavatore può visualizzare il peso del blocco di pietra sollevato. Inoltre, il peso di più blocchi può essere addizionato e stampato, di modo che i camion possono essere caricati senza problemi ed efficacemente con le dimensioni e la quantità di arenaria ordinata da un cliente.
Alta stagione d’inverno Già durante i lavori di scavo iniziali nell’estate e autunno 2015, Thomas Fallegger ha potuto vendere diverse migliaia di tonnellate di arenaria al quarzo. Ma ora, d’inverno, arriva il grosso delle ordinazioni: «Grazie al basso livello delle acque, questa stagione è ideale per la sistemazione dei corsi d’acqua e l’edificazione di protezioni contro le piene. A fronte dell’eccellente possibilità di sfruttamento della cava grazie alla sua prossimità alla
Glaubenbergstrasse, possiamo lavorare e accettare ordinazioni durante tutto l’inverno», aggiunge soddisfatto. Un progetto che attualmente è messo al bando di gara riguarda il fiume Aa di Engelberg. Dopo grandi piene nel 2008, il fiume che sfocia nel lago dei Quattro Cantoni sarà gradualmente dotato di argini di protezione nei prossimi 10 anni. Con ben 115 milioni di CHF preventivati, la costruzione protettiva contro le piene che inizia presso Sachseln e porta al Wichelsee è ritenuta il progetto del secolo. Il suo scopo è di sgravare il lago di Sarnen le cui acque si erano riversate per un altezza di più metri sul capoluogo del Cantone di Sarnen nel 2005. Sono anche previsti provvedimenti nella zona degli smottamenti Hintergraben. Affinché non vengano più distrutte altre case, stalle e condutture ne è previsto il prosciugamento e la protezione. «Spero anche con l’utilizzo delle materie prime della cava di pietra Rischi», dichiara ottimista Fallegger. DANIEL FLURY
FALLEGGER AG Già ai tempi del padre di Thomas Fallegger, Thomas Fallegger senior, la società per azioni faceva parte del sistema WIR. «L’accettazione WIR ci ha sempre assicurato un maggiore numero di ordini e fatturati più elevati. Dato che quando impartiamo degli ordini teniamo sempre conto dei partecipanti WIR, possiamo far confluire di nuovo senza problemi il denaro WIR nel circuito.» Oggi l’azienda Fallegger AG opera nei settori estrazione mineraria, management e immobili. Durante la fase di pianificazione e realizzazione di progetti edilizi, in qualità di imprenditore generale Thomas Fallegger può fare affidamento sul supporto fattivo dei suoi due figli Thomy e Ramon. Architetto l’uno e laureato in economia aziendale l’altro, non solo sono esperti in materia ma anche possibili candidati alla successione del padre. Dal 2015 Fallegger AG si è dotata di un nuovo logo: due «F» in un ottagono. La nuova immagine coincide con l’inizio dei lavori nella cava di pietra e vuole sottolineare il nuovo dinamismo dell’impresa. Thomas Fallegger: «Il marchio Fallegger è sinonimo di eccellente qualità, ed è quanto vogliamo comunicare verso l’esterno.» Fallegger AG Brünigstrasse 64 6074 Giswil Telefono 041 666 25 15 kontakt@fallegger.ch www.fallegger.ch Quota di accettazione WIR: 30%
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LA RIVOLUZIONE DEL COWORKING Negli ultimi anni gli spazi di lavoro condivisi, le postazioni di telelavoro e i FabLab sono aumentati in modo esponenziale. Queste formule, che rispondono alle esigenze di liberi professionisti, micro-imprenditori e lavoratori itineranti, potrebbero, secondo gli osservatori, facilitare la nascita di una nuova economia e contribuire a ridurre il traffico di automobili.
Come la maggior parte degli spazi di questo tipo, Work’n’Share a Losanna propone diverse formule per un uso piÚ o meno regolare.
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Sempre più liberi professionisti a tempo pieno o parziale e microimprenditori sono alla ricerca di spazi di lavoro da utilizzare solo alcuni giorni a settimana. A Losanna, ad esempio, Arthur Veenhuys ha trovato la soluzione ideale nello spazio di lavoro condiviso Work’n’Share dove, un anno fa, ha aperto la ditta di cui è titolare, la AV Planification Construction Bois. Sul suo sito Internet fanno bella mostra di sé una parete da scalata smontabile e un progetto per l’ampliamento del rifugio della Dent Blanche. Arthur Veenhuys convive in perfetta armonia con i software developer che lo circondano. «Per la maggior parte di noi ciò che conta è incontrare altre persone e non ritrovarsi a lavorare da soli, ognuno nel proprio angolino.» Per Arthur, i coworker di Work’n’Share sono innanzitutto degli amici che poi sono diventati dei partner. «Ho chiesto loro consigli e aiuto per le questioni amministrative.» Una consulenza giuridica sui contratti, ad esempio, non solo gli sarebbe costata cara, ma gli avrebbe anche fatto perdere tempo prezioso. Un amico giurista di Work’n’Share, invece, gli ha dato una mano, probabilmente con il sorriso sulle labbra. A Ginevra, la società privata «Voisins» ha aperto, nell’estate 2015, due centri di coworking di oltre 100 m² ciascuno. Secondo il responsabile, Kaspar Danzeisen, la maggior parte dei membri sono liberi professionisti o micro-imprenditori che si rifiutano di lavorare nel salotto di casa loro. Questo tipo di soluzione è perfetta anche per i telelavoratori. Spiega Carlo Turzi, direttore commerciale della Regenlab, società specializzata nel settore biomedico: «Ormai diamo la possibilità a due collaboratori che abitano a Ginevra di lavorare qui invece di recarsi ogni giorno presso la nostra sede, a Mont-sur-Lausanne. È un ambiente professionale, non li avrei mai autorizzati a lavorare da casa. In più, gli uffici si trovano vicino all’ospedale universitario di Ginevra (HUG), il che ci permette di organizzare le riunioni sul posto nella sala conferenze e di ricevere i clienti nel caffè partner.»
Una clientela variegata Esistono altri spazi che mettono l’accento sull’innovazione tecnologica, come Hackerspaces e FabLabs, e sulla collaborazione tra i membri. Pensiamo al caso di Pangloss Labs, a Ferney-Voltaire (F). Discutiamo con Ayse Ozturk, ingegnere informatico ed elettronico, che ha lavorato 16 anni al CERN. Sta attualmente sviluppando un progetto educativo che consiste nell’introdurre i bambini alla programmazione attraverso la robotica, uno strumento
didattico molto ludico. Per realizzare il suo progetto Ayse Ozturk ha bisogno di strumenti. Con l’aiuto dei membri di Pangloss Labs ha già avviato una partnership con l’associazione Mobsya, che si occupa del robot educativo Thymio, messo a punto dal Politecnico federale di Losanna. Sfruttando le competenze di altri membri incontrati presso il sito di Ferney-Voltaire, Ayse sta costruendo un robot umanoide che verrà fabbricato sul posto. A pochi metri dalla sua scrivania troviamo Guillaume Cabrié, che ha lavorato a lungo per diverse aziende: Dassault Systèmes, Dassault Aviation, Airbus. Specialista in stampanti 3D, accanto al lancio della sua società, Lemantek, svolge anche attività di consulenza. «Mi occupo prevalentemente di concezione e processi di fabbricazione. Il mio lavoro consiste nell’agevolare il passaggio dal prototipo alla micro-serie.» Guillaume ha già realizzato il guscio per una chiavetta USB, «un progetto di strumento di marketing nato dall’idea di un altro membro». L’associazione Pangloss Labs gli permette di conoscere numerosi esperti che a loro volta sviluppano idee innovative. E i frutti delle numerose collaborazioni sono tutti lì, davanti ai suoi occhi: il carter di un elemento in alluminio, la custodia di un apparecchio elettronico, il modellino di una scatola del cambio... Pangloss Labs ha una quarantina di membri attivi. L’associazione sta già cercando di aprire un secondo laboratorio, questa volta dal lato svizzero della frontiera.
Favorire lo spirito imprenditoriale Non c’è spazio di coworking più impegnato a sostenere e incoraggiare la collaborazione tra i membri di La Muse. Questa struttura pionieristica, aperta nel 2009 nel centro di Ginevra, organizza numerosi eventi per consentire a tutti gli interessati di aiutarsi, consigliarsi reciprocamente e lavorare insieme. Dottorando in socioantropologia, Antoine Burret ha lavorato per un anno a La Muse e scoperto varie realtà dello stesso tipo. Per Antoine, se l’obiettivo è fare impresa e creare ricchezza, è necessario che i coworker condividano le loro competenze in una struttura comune, che a lui piace definire «terzo luogo» (franc. tiers-lieu). Perché altrimenti «liberi professionisti e micro-imprenditori si dividono la macchinetta del caffè, si danno dei consigli, si aiutano, ma finiscono per scontrarsi sempre con gli stessi problemi. Dando vita a un terzo luogo, invece, si crea un servizio che a sua volta crea servizi. Generando di fatto nuove attività.» 23
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L’apparizione del terzo luogo coincide con l’avvento dell’Internet ad alta velocità, verso la metà degli anni 2000. Antoine Burret evoca un altro elemento chiave: è a partire da allora che tanti professionisti molto competenti non sono più riusciti ad esprimere al meglio il loro potenziale nel mondo dell’azienda. Abbracciata così la libera professione, si sono messi ad esplorare nuove piste per fare impresa in modo diverso. Autore di «Tiers-Lieux… Et plus si affinités», Antoine Burret ha anche collaborato al lancio di MoviLab, una piattaforma di scambi e informazioni destinata ai promotori e agli attori dei terzi luoghi.
Il coworking non è appannaggio esclusivo degli adepti delle nuove tecnologie. Arthur Veenhuys porta avanti la sua ditta di concezione di armature.
C’è un tema che gli sta particolarmente a cuore: «Ho partecipato al lancio di un’impresa il cui progetto era il risultato delle competenze di numerosi membri di un terzo luogo. È stato un fiasco per ragioni legate alla proprietà intellettuale: era impossibile definire in che misura ognuno aveva contribuito al progetto.» È così giunto alla conclusione che solo una visione più ampia della proprietà intellettuale, nel senso dell’Open Source, può funzionare. Questo approccio, che ha già dimostrato la sua validità nel campo del software libero, è quello che maggiormente risponde alle esigenze di funzionamento comunitario del terzo luogo.
Impatto sulla mobilità Terzi luoghi o FabLab, spazi di telelavoro o di coworking, orientati al business, alle PMI e chi più ne ha più ne metta, sono decine le strutture del genere che hanno aperto i battenti negli ultimi anni. Secondo uno studio condotto nella regione di Ginevra (Ginevra città, zone limitrofe del cantone di Vaud e dei dipartimenti francesi dell’Alta Savoia e dell’Ain), questo sarebbe solo l’inizio. La domanda di soluzioni del genere è in costante aumento. Gli studi Ocalia e Sofies, responsabili dello studio, raccomandano un’azione politica concertata che permetterebbe la messa in funzione di una rete di spazi di coworking distribuiti sul territorio (200 siti per un totale di 7000 posti di lavoro da qui al 2025). Senza un intervento razionale e coordinato, si assisterebbe alla proliferazione di siti nella città di Ginevra e in settori economicamente densi. L’opzione della rete, favorendo la realizzazione di spazi di coworking anche in prossimità delle zone residenziali, avrebbe un impatto importante sulla mobilità delle persone nella regione ginevrina: offrire infatti a un maggior numero di persone la possibilità di lavorare, anche solo parzialmente, vicino al proprio domicilio, significherebbe eliminare ben 12 milioni di spostamenti l’anno, pari a una riduzione del 6%. Meno traffico, meno persone bloccate negli ingorghi, più gente al lavoro e felice di esserlo: insomma, tutti ci guadagnerebbero! VINCENT BORCARD
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Ingegnere elettronico, Ayse Ozturk vuole introdurre i bambini alla programmazione informatica. Il suo progetto sfrutta le reti e l’esperienza di altri membri del laboratorio.
Guillaume Cabrié, esperto di stampanti 3D, partecipa a vari progetti di altri membri di Pangloss Labs dedicandosi al contempo alla gestione della sua azienda.
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LA LEGGE SULLA PARITÀ DEI SESSI COMPIE VENT’ANNI Fino al 1988, secondo il diritto matrimoniale vigente, l’uomo era il capofamiglia e colui che portava a casa il pane. Con il nuovo diritto matrimoniale l’ago della bilancia si è spostato verso la parità dei sessi. Da allora sono state ottenute molte conquiste, ma la strada è ancora lunga.
Il sorriso le si è strozzato in gola. La ragione dice ad Anna che dovrebbe essere molto orgogliosa dell’educazione che ha dato al proprio figlio: eppure la reazione spontanea dinanzi al suo ragazzo che, ormai andato a convivere, si occupa di lavare e stirare i panni è innanzitutto di profondo smarrimento.
I ruoli tradizionali sono duri a morire Un semplice ripiano a scomparsa per piegare le magliette mostrato con orgoglio alla madre: è bastato questo per scatenare in Anna la sgradevole sensazione di essere, nei fatti, assai poco emancipata.
Poi però, alla nascita del bambino ha smesso di lavorare per dedicarsi alla casa e alla famiglia. Ha aiutato i suoi figli a realizzare le caratteristiche tipiche del loro sesso lasciando volutamente spazio alle differenze. I ragazzi sono cresciuti nella consapevolezza di essere diversi ma al tempo stesso uguali nei diritti e nei doveri, in famiglia, tra amici, sul lavoro. Eppure la madre non si capacita di come il figlio abbia messo in pratica tutto questo. Se persino una donna emancipata è così profondamente attaccata ai ruoli tradizionali, non c’è da stupirsi che la parità dei sessi in ambito professionale sia difficile da realizzare. Una generazione non basta per scardinare le vecchie abitudini.
Ma perché una donna, per la quale sicuramente la parità dei sessi, sia personale che professionale, è un fatto scontato, reagisce aggrappandosi disperatamente ai ruoli tradizionali? A scuola e all’università ha avuto le stesse opportunità dei suoi compagni maschi. Quando ha trovato il primo impiego, in un settore fino a quel momento appannaggio degli uomini, non ha subito alcuna discriminazione.
Fino al 1988 l’uomo era il capofamiglia e colui che portava a casa il pane Manifesto della votazione popolare del 1919 sul diritto al voto cantonale alle donne a Neuchâtel. La proposta venne allora chiaramente respinta. (Testo nel manifesto: VOTAZIONE POPOLARE SUL DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE. – CHE COSA ABBIAMO – CHE COSA RISCHIAMO. [Neuchâtel, Borel frères, 1919. Bibliothèque de la Ville de La Chaux-de-Fonds. Département audiovisuel (DAV). Reproduction. – RTS])
La rigida separazione dei ruoli, retaggio di secoli, è rimasta codificata nel diritto matrimoniale in vigore fino al 1988. All’uomo spettava di guadagnare per mantenere la famiglia, alla 25
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donna di occuparsi di casa e prole. La moglie prendeva obbligatoriamente il cognome del marito e gli affidava tutto il suo patrimonio. Se voleva intraprendere un’attività lucrativa doveva prima ottenere l’autorizzazione del coniuge. In una situazione in cui l’uomo rappresentava l’unica fonte di sostentamento della famiglia era logico che dovesse guadagnare più della lavoratrice meglio retribuita. Non dimentichiamo poi che fino al 1971 le donne in Svizzera non avevano diritto di voto, non svolgevano il servizio militare e non dovevano entrare in contatto con la politica. Il messaggio lanciato da chi faceva campagna contro il diritto di voto alle donne e il diritto matrimoniale paritario era chiaro: una donna politicamente impegnata o che lavorava pur avendo una famiglia era poco femminile, brutta e soprattutto una pessima moglie e madre. Nonostante avesse la stessa formazione del marito, alla nascita del figlio Anna ha smesso di lavorare. La forma mentis e l’esempio dei genitori non si lasciano scalzare facilmente da una nuova legge.
Oggi per la legge uomo e donna sono uguali Dal 1981 la parità dei sessi è sancita nella Costituzione federale. Anche il diritto matrimoniale prevede la parità tra i coniugi. All’atto del matrimonio i coniugi sono liberi nella scelta del cognome e ognuno continua a disporre del proprio patrimonio per tutta la durata del vincolo matrimoniale. In quanto partner e genitori godono esattamente degli stessi diritti. Anche a livello professionale, da alcuni anni non esistono più forme di protezione speciali e quindi nessuna tutela paternalistica per le donne.
Ma nei fatti le retribuzioni non sono le stesse... A parità di impiego, gli uomini continuano a guadagnare molto di più delle loro colleghe. Le professioni tipicamente femminili sono mal pagate. Lo stesso dicasi per i lavori a tempo parziale, la cui copertura sociale è oltretutto inferiore. E si tratta di posti occupati perlopiù da donne. Il persistere della discriminazione professionale contro le donne ha dato impulso al varo di una legge che consentisse di realizzare anche nella sfera lavorativa la parità dei sessi codificata nella Costituzione federale già dal 1981. 26
Divieto di discriminazione professionale La legge sulla parità dei sessi entrata in vigore nel 1996 ha per obiettivo la realizzazione dell’uguaglianza effettiva tra uomo e donna nella vita professionale. È vietata qualsiasi discriminazione legata al sesso, in particolare per quanto riguarda l’assunzione, l’attribuzione di compiti, l’assetto delle condizioni di lavoro, la retribuzione, la formazione e il perfezionamento professionali, la promozione e il licenziamento. Se ad esempio una donna con bambini piccoli non viene assunta per il timore che non sia abbastanza flessibile, può reclamare un indennizzo equivalente a tre mesi di stipendio. Se invece viene licenziata perché nella coppia entrambi lavorano oppure perché rimane troppo spesso a casa per accudire i figli malati, può reclamare addirittura fino a un massimo di sei mesi di stipendio. Se, in un’azienda, a parità di qualifiche, esperienza e mansioni un uomo guadagna più della sua collega donna, quest’ultima può esigere in futuro la stessa retribuzione. Per il periodo in cui questa disparità c’è stata, la lavoratrice può richiedere il pagamento retroattivo della differenza fino a un massimo di cinque anni. Le donne hanno diritto alla stessa promozione e allo stesso sostegno alla formazione professionale concessi ai loro colleghi maschi. Fino a quando non verrà realizzata l’effettiva parità dei sessi è persino autorizzata l’adozione di misure per la promozione delle donne che penalizzano gli uomini, come ad esempio le tanto discusse «quote rosa».
Nella prassi molto importante è il chiaro divieto di molestie sessuali La legge sulla parità dei sessi vieta qualsiasi tipo di molestia sessuale. Il datore di lavoro è tenuto a corrispondere un indennizzo qualora non sia in grado di dimostrare di aver adottato le misure preventive necessarie e adeguate per impedire il verificarsi di molestie sessuali. Deve inoltre affrontare l’argomento con i dipendenti e affermare a chiare lettere che l’azienda non è disposta a tollerare alcuna forma di molestia sessuale. Ogni azienda è infine tenuta a designare una persona di fiducia a cui i collaboratori oggetto di molestie sessuali possono rivolgersi.
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Procedimento gratuito e alleviamento dell’onere della prova La possibilità per gli interessati di far valere i propri diritti è stata semplificata al massimo. I procedimenti secondo la legge sulla parità dei sessi sono in linea di principio gratuiti. In questo senso basta che la donna renda la discriminazione verosimile senza bisogno di provarla. Se dunque una lavoratrice è in grado di rendere verosimile l’esistenza di una discriminazione, spetta al datore di lavoro dimostrare che la disparità di trattamento non è imputabile al sesso, ma ad altre ragioni oggettive. La norma relativa all’alleviamento dell’onere della prova non si applica alla discriminazione all’assunzione e alle molestie sessuali.
La legge sulla parità dei sessi compie vent’anni ma la discriminazione salariale persiste Nonostante l’uguaglianza dei sessi sia sancita nella Costituzione federale e venga attuata sia tramite la legge sulla parità dei sessi sia attraverso il diritto matrimoniale, che non riserva più l’esercizio dell’attività lucrativa all’uomo, la parità salariale tra uomo e donna non è ancora stata raggiunta.
2013 Attività
lucrativa1
Percentuale di coloro che esercitano un’attività lucrativa a tempo pieno (≥ 90%)
Donna Uomo 29,2
70,8
Percentuale di coloro che esercitano 78,1 un’attività lucrativa a tempo parziale (< 90%)
21,9
Lavoratori dirigenti d’azienda o con incarichi di responsabilità
34,4
65,6
Lavoratori a tempo pieno con stipendio mensile netto ≤ 3000 CHF (totale D+U CH: 2,3%)
64,4
35,6
Lavoratori a tempo pieno con stipendio mensile netto > 8000 CHF (totale D+U CH: 19,5%)
15,4
Stipendi (settore privato)2
84,6
A questo ritmo, la parità in termini di retribuzione, formazione e opportunità di avanzamento verrà raggiunta a livello mondiale non prima del 2133, cioè tra 118 anni. È quanto si legge nel «Global Gender Gap Report 2015» pubblicato dal Forum economico mondiale.
Modifica della legge sulla parità dei sessi3 Se si vuole raggiungere la parità salariale in tempi relativamente brevi è necessario intervenire con disposizioni di legge più stringenti. Le aziende a partire da 50 dipendenti saranno legalmente obbligate a condurre un’analisi delle retribuzioni interne ogni quattro anni. Tale analisi dovrà essere verificata da un ufficio di revisione esterno e bisognerà informare i collaboratori dell’esito del controllo. L’azienda svolgerà quindi l’analisi per conto proprio e il risultato non avrà alcuna conseguenza diretta. L’ufficio di revisione esterno si limiterà a verificare che l’analisi sia stata eseguita in modo appropriato. L’unica sanzione è la creazione di una lista nera da parte dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo in cui verranno inserite le aziende che non hanno analizzato i propri stipendi e che non hanno sottoposto la loro analisi a un ufficio di revisione esterno. C’è da augurarsi che l’obbligo di informare i collaboratori eserciterà una pressione sufficiente sulle aziende affinché eliminino ogni eventuale discriminazione. Solo il tempo dimostrerà se l’inasprimento della legge, il maggiore onere amministrativo e il controllo esterno rappresentino effettivamente la strada giusta verso la parità salariale. Già oggi alcuni reclamano ulteriori sanzioni dissuasive e maggiori possibilità di intervento da parte dello Stato. Ma più importante delle leggi è la nuova generazione che, a prescindere dal sesso, fa ricerca, ripara il motore della macchina o si occupa dei lavori di casa. In questo senso il ripiano a scomparsa del figlio di Anna, un ragazzo in gamba nello studio e nel lavoro, è un segnale positivo. PROF. URSULA GUGGENBÜHL
Fonti: 1 RIFOS (Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera) 2013 2 RSS (Rilevazione svizzera della struttura dei salari) 2013
3 I l processo di consultazione per la modifica della legge sulla parità dei sessi si concluderà il 3 marzo 2016.
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NUOVA CENTRALE DI EMISSIONE PER LE PICCOLE BANCHE Quattordici piccole banche, dall’Alpha Rheintal Bank AG alla Banca WIR soc. cooperativa, faranno insieme il loro ingresso in borsa. La Emissions- und Finanz AG (Efiag), nata dal sodalizio tra questi istituti, si occuperà dell’emissione di obbligazioni in Svizzera, un modo per rendere più accessibile il credito alle piccole e medie banche elvetiche. L’obiettivo è compensare l’eventuale arretramento dei metodi di rifinanziamento classici e completare l’offerta di rifinanziamento esistente.
La Emissions- und Finanz AG (Efiag) è stata iscritta nel registro di commercio alla fine del 2014. L’unico scopo della società è l’emissione di obbligazioni di prestito e la concessione di crediti alle banche troppo piccole per lanciare da sole l’emissione di prestiti sul mercato dei capitali.
zione può essere destinato a operazioni bancarie», spiega Germann Wiggli, presidente del direttorio della Banca WIR e presidente del consiglio di amministrazione dell’Efiag. Al tempo stesso Wiggli sottolinea che al primo posto c’è sempre e comunque la sicurezza: «Solo banche solide potranno rifinanziarsi in questo modo.»
Grazie a questi prestiti, le banche aderenti all’Efiag dovrebbero essere in grado di rifinanziare in parte i prestiti alla clientela. Con tassi d’interesse di poco superiori allo 0% per le scadenze mediolunghe, il metodo di rifinanziamento classico attraverso i conti di risparmio e le obbligazioni di cassa non funziona praticamente più.
ROLAND SCHAUB
Non si tratta di una nuova centrale d’emissione di obbligazioni fondiarie In un certo senso un modello collaudato può fungere da esempio, ma ci sono delle importanti differenze. Esistono già infatti una Centrale d’emissione di obbligazioni fondiarie e una Pfandbriefbank Schweizerischer Hypothekarinstitute di cui la Banca WIR è membro. Secondo la legge svizzera sulle obbligazioni fondiarie, il diritto di emettere obbligazioni fondiarie è riservato esclusivamente ai due istituti succitati.
La sicurezza prima di tutto Quindi la nuova Efiag non è un’altra centrale d’emissione di obbligazioni fondiarie: in effetti, emetterà obbligazioni che non sono legate al finanziamento immobiliare e che consentono pertanto un utilizzo più flessibile dei mezzi corrispondenti. «Il capitale a disposi28
Membri dell’Efiag Aderiscono all’Emissions- und Finanz (Efiag) con sede a Basilea le quattordici piccole banche elencate di seguito: Alpha Rheintal Bank AG, Heerbrugg Bank EKI Genossenschaft, Interlaken Bank Gantrisch Genossenschaft, Schwarzenburg Bank Zimmerberg AG, Horgen BBO Bank Brienz Oberhasli AG, Brienz Bezirks-Sparkasse Dielsdorf Genossenschaft, Dielsdorf DC Bank Deposito-Cassa der Stadt Bern, Berna Ersparniskasse Rüeggisberg Genossenschaft, Rüeggisberg Ersparniskasse Schaffhausen AG, Sciaffusa Regiobank Männedorf AG, Männedorf Regiobank Solothurn, Soletta SB Saanen Bank AG, Saanen Spar- und Leihkasse Bucheggberg AG, Lüterswil Banca WIR soc. cooperativa, Basilea
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INTERVISTA CON GERMANN WIGGLI, CEO DELLA BANCA WIR E PRESIDENTE DELL’EFIAG WIRPLUS: Tutte e quattordici le banche che aderiscono all’Efiag sono anche membri della Pfandbriefbank schweizerischer Hypothekarinstitute AG. Perché c’è bisogno dell’Efiag come nuova centrale di emissione? Germann Wiggli: I mezzi che gli istituti finanziari svizzeri possono ottenere attraverso la Pfandbriefbank sono per loro stessa natura limitati perché vincolati perlopiù al finanziamento immobiliare nel settore dell’edilizia abitativa. Ciò naturalmente significa limitare la destinazione d’uso dei finanziamenti. Con i prestiti emessi dalla Efiag, invece, le piccole banche possono accedere a fondi da utilizzare per operazioni bancarie ordinarie, quindi ad esempio anche per finanziamenti immobiliari a destinazione mista e crediti operativi. Quali banche possono accedere ai crediti dell’Efiag? Da un lato gli istituti aderenti, dall’altro le piccole e medie banche, cioè quelle con un fabbisogno di finanziamento troppo esiguo per potersi rifinanziare direttamente sui mercati dei capitali. Prima però queste banche devono riconoscere l’Efiag e successivamente diventarne azioniste. Le obbligazioni fondiarie svizzere hanno un rating AAA di Moody’s. Quale sarà il merito di credito assegnato alle obbligazioni Efiag? All’inizio non punteremo a nessun rating di un’agenzia perché costa troppo. In ogni caso le obbligazioni Efiag sono molto sicure. E come farete per garantire questa sicurezza? Ogni istituto aderente dovrà non solo rispettare, ma persino superare i requisiti minimi della vigilanza sui mercati finanziari in termini di mezzi propri e liquidità. È solo così che potrà partecipare a un’emissione obbligazionaria. In che modo sarà possibile collocare con successo le obbligazioni Efiag? Oltre a un livello di sicurezza molto elevato, le obbligazioni Efiag offriranno anche una remunerazione in linea con i tassi del mercato e saranno costantemente negoziabili sulla borsa svizzera SIX. Attualmente il nostro obiettivo è l’emissione di obbligazioni per almeno 100 milioni di franchi svizzeri. In tal modo le obbligazioni
saranno incluse anche nell’indice Swiss Bond, il che dovrebbe attirare altresì gli investitori istituzionali, i quali diversamente non prenderebbero nemmeno in considerazione gli istituti bancari più piccoli. È un’occasione per le banche di dimensioni ridotte di accedere anche a questo gruppo target. Chi comprerà le obbligazioni Efiag? Tutti gli investitori alla ricerca di un collocamento sicuro, in linea con i tassi del mercato e con una remunerazione fissa. Tra gli acquirenti ci saranno sicuramente i clienti delle quattordici banche Efiag, ma anche quelli di altri istituti di credito. Ci saranno anche investitori stranieri? Gli investitori stranieri non sono il nostro principale obiettivo. Perché una banca dovrebbe finanziarsi attraverso l’Efiag se, ora come ora, può emettere obbligazioni di cassa proprie a tassi molto bassi? Le banche devono finanziare i loro prestiti in modo congruo rispetto alle scadenze. Attualmente, ad esempio, gli istituti di credito possono rifinanziarsi a tassi molto convenienti per le scadenze brevi, ma per quelle lunghe ai clienti non piace impegnarsi con le obbligazioni di cassa o i depositi a termine tradizionali. Diverso è il discorso per i prestiti obbligazionari, che sono strumenti sempre negoziabili in borsa e quindi molto liquidi. La Efiag realizzerà un utile netto? In linea di principio la Efiag offrirà ai suoi soci la possibilità di prendere capitali in prestito a condizioni favorevoli, naturalmente facendo attenzione a costituire delle riserve. La massimizzazione degli utili non è una priorità. Quando avverrà la prima emissione e quali saranno le durate e i tassi offerti? La prima emissione dovrebbe avvenire durante il 1° trimestre del 2016. La remunerazione dipenderà dalle condizioni del mercato in quel momento e sarà interessante rispetto all’offerta di depositi a termine delle singole banche. Quanto alla durata di questa prima emissione non è ancora stata presa una decisione, ma certamente non sarà inferiore a cinque anni. 29
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COSTRUIRE SERENI? SI PUÒ! UN MANUALE DI ERNST DEISS
Non solo la decisione di costruire una casa propria, ma anche la scelta dei partner di cui avvalersi deve essere ben ponderata. Ernst Deiss, imprenditore, opera da 25 anni negli ambiti dell’ingegneria civile, della costruzione di giardini e del recycling e conosce bene tutte le insidie e le trappole che attendono chi si appresta a costruire un immobile. Nel suo manuale «Glücklich bauen» (Costruire sereni) ci svela il suo modo di vedere le cose.
Tutt’altro che un teorico: Ernst Deiss (dx) sa perfettamente di cosa scrive.
Si tratta di sicuro di un esempio estremo: una giovane coppia decide di costruire una casa. Dopo essersi lanciati in questa avventura pieni di speranza, ben presto tra i due cominciano i litigi a causa delle divergenze di opinione e dei tanti intoppi. La coppia scoppia e la signora non vedrà mai dal di dentro l’abitazione finita. Chissà, forse è stato meglio così: «Quando si varca la soglia di una casa si avverte subito se tra le pareti domestiche regna la felicità», afferma Ernst Deiss, che nel 1991 ha rilevato l’azienda di ingegneria civile fondata nel 1969 da suo padre, Ernst Deiss senior, ampliandone poi gradualmente il campo di attività. 30
Spesso e volentieri si tende a scaricare sugli artigiani la frustrazione legata alla costruzione di una casa: quando servono non ci sono o sono già andati via, nascondono pecche, minimizzano i problemi, convincono a utilizzare materiali costosi ecc., per citare solo alcune delle lamentele più frequenti. E i «programmi spazzatura» (così li definisce Deiss) sull’edilizia trasmessi da vari canali televisivi rafforzano questi pregiudizi. Le autorità cavillose e le banche prive di sensibilità non fanno poi che acuire lo stress da costruzione. Eppure, spesso sono proprio i committenti stessi a mettersi i bastoni tra le ruote, una predisposizione quasi congenita.
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WIR e interconnessione, acqua piovana e riciclabilità
Dagli scavi per le fondamenta allo scantinato: la Deiss AG è specializzata nell’ingegneria civile. La consociata Entsorgung Eiken AG si occupa del recycling di vecchi materiali edili.
«Ho incontrato vari tipi di committenti di lavori edili, afferma Deiss, ad esempio, i diffidenti a livello a volte patologico. Sono quelli che mettono in discussione tutto, sono di intralcio a loro stessi e riescono a rovinare il piacere di costruire a tutti coloro che partecipano al progetto.» Dal lato opposto ci sono invece i sognatori, che non si interessano più di tanto, lasciano correre tutto e, nella peggiore delle ipotesi, vengono pure imbrogliati.
Chi costruisce sereno, vive meglio nella sua casa «Tutti i matrimoni in rovina e i bambini in lacrime che ho visto durante la fase di costruzione o a cantiere terminato mi hanno spinto a scrivere una guida contenente una serie di consigli su come costruire con serenità, indirizzata a tutti gli aspiranti committenti di progetti edili», dichiara Deiss. Perché non solo il prodotto finito, ma anche il percorso fatto per realizzarlo deve essere fonte di piacere. Una delle tesi esposte da Deiss nel suo libro infatti è: «Chi costruisce sereno, vive anche meglio nella sua casa.» Secondo lui, comunque, la strada che porta alla felicità non è una sola; le raccomandazioni, le interviste, le tesi e le esperienze – a volte incredibili – riportate nel libro sono delle tappe indicative, e non imperative, di questo percorso. Deiss dedica ampio spazio alla scelta dei partner professionali e delle collaborazioni.
La scelta dei partner... Per costruire sereni bisogna cominciare scegliendo i partner giusti. Una cosa è certa: per quanto ci si possa fidare del nostro sesto senso, per andare veramente sul sicuro è opportuno fare
Pensare in modo globale, sostenibile e interconnesso è la caratteristica peculiare di Ernst Deiss. Pochi anni dopo aver rilevato l’impresa di ingegneria civile e costruzione di giardini di suo padre ne ha ampliato il campo di attività al commercio di pietre naturali. Nel 2005 il comparto pietre naturali e artificiali è stato scorporato per dare vita a un’azienda a sé stante, la stone.ag a Eiken. Nel 2011 anche la costruzione di giardini è stata oggetto di uno spin-off, da cui è sorta l’odierna IN GARDEN AG a Herznach. Nel 2014 è stata poi fondata la Entsorgung Eiken AG, dove lavora la figlia Corina. «Così il cerchio si chiude, perché questa azienda si può occupare, ad esempio, del recycling di materiali derivanti dallo smantellamento di edifici», afferma Ernst Deiss. Da quattro anni Deiss fa parte del comitato consultivo di Galanet (www.galanet.org), un’associazione di aziende di costruzione di giardini (24 tedesche e 4 svizzere) con un proprio label di qualità. «Organizziamo workshop per scambiarci idee ed esperienze e trovare valide soluzioni ai problemi che ci troviamo ad affrontare.» Networking e cura del cliente: fondando la Deiss Impulse Academy nel 2009 Ernst Deiss ha creato un ulteriore strumento per la cura dei contatti (vedi riquadro «Deiss Impulse Academy»). Con la Entsorgung Eiken AG Deiss partecipa al sistema WIR (quota di accettazione del 30%). Come già suo padre, ha capito che accettare WIR significa anche aumentare il fatturato. «Rimettiamo in circolazione il denaro WIR accettato spendendolo, ad esempio, per comprare pneumatici per i veicoli commerciali, utensili o materiale di cancelleria. Ultimamente abbiamo acquistato una ruspa gommata pagandone una quota consistente in WIR.» La filosofia di Deiss improntata alla sostenibilità e alla riciclabilità si è concretizzata anche in un altro ambito: i sistemi per l’utilizzo dell’acqua piovana. L’acqua piovana, infatti, è adatta non solo per l’irrigazione dei giardini o per gli sciacquoni del WC, ma anche per le lavatrici. «Chi lava con l’acqua piovana, povera di calcare, ha bisogno di meno detersivo e quindi contribuisce anche al risparmio delle risorse a nostra disposizione.» Tramite il sito www.regenfaenger.ch, la stone.ag offre varie possibilità per l’utilizzo dell’acqua piovana.
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L’azienda di Deiss IN GARDEN trasforma in realtà i sogni sui giardini – qui quattro esempi incentrati sull’argomento acqua.
qualche ricerca in Internet e sui blog e visitare negozi ed esposizioni. Se, ad esempio, un architetto propone una colazione per committenti che hanno costruito in passato o intendono costruire in futuro, bisognerebbe assolutamente parteciparvi. Oppure perché non cercare di parlare con chi abita in una casa che ci piace particolarmente? Referenze, qualità e sicurezza dei costi sono fattori decisivi che possono essere giudicati in modo affidabile solo sulla base di ricerche e colloqui.
«Sua moglie ha ragione!» Spesso chi decide di costruire una scelta l’ha già fatta: si tratta di una coppia sposata e quindi secondo Deiss, è sbagliato parlare sempre e solo al singolare di «un» committente edile. «In molti casi si tratta infatti di due committenti, e in genere uno dei due è una donna.» È
Deiss Impulse Academy Il vernissage del libro «Glüklich bauen» si terrà il 14 gennaio nel quadro di una manifestazione della Deiss Impulse Academy nel Widenmoos Resort a Reitnau. Con Deiss Impulse, Ernst Deiss propone ai propri clienti e partner d’affari la possibilità di incontrare due volte all’anno interessanti personalità per fare attività di networking. In perfetta sintonia con l’argomento «Costruire sereni», il relatore principale della prima manifestazione del 2016 sarà Florian Langenscheidt. Il pronipote di Gustav Langenscheidt, fondatore dell’omonima casa editrice, ha creato a sua volta l’Institut für angewandte Glücksforschung (Istituto di ricerca applicata sulla felicità) e il suo intervento sarà intitolato «Die Kunst des Glücks – eine Entdeckungsreise» (L’arte della felicità, un viaggio di scoperta). Il libro «Glücklich bauen» è edito dalla Deiss Impulse Academy e costa 19.90 CHF/CHW. www.deiss-impulse.ch; info@deiss-impulse.ch T 062 867 80 67
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una circostanza che, se non vi è una certa disponibilità a scendere a compromessi da entrambe le parti, non costituisce di certo una premessa ideale per costruire sereni. Ma Deiss invita a riflettere anche su un altro aspetto: «Il progetto di costruire insieme una casa può anche aiutare la coppia a crescere e maturare!» Di fronte a situazioni di conflitto, architetti e artigiani dovrebbero rimanere estranei e non prendere posizione né per l’uno né per l’altra. Commenti del tipo «su questo punto sua moglie ha completamente ragione!» non sono ben accetti, soprattutto dalla controparte. Sotto il titolo di «autoriflessione», padre Hermann-Josef Zoche propone una particolare strategia per far fronte a questi conflitti, visto che lo stress da costruzione non può essere messo sullo stesso piano del classico stress. Consiglia infatti di costruirsi «un’isola di tranquillità, relax e riflessione» nel corso della giornata.
La fiducia è tutto Il libro «Glücklich bauen» (Costruire sereni) contiene 12 interviste. A parlare sono persone molto diverse tra loro – dal parroco al banchiere passando per l’imprenditore generale – ma con un unico comune denominatore: hanno tutti approfondito la questione del rapporto tra attività edile e serenità. Ciò che colpisce tra le altre cose è la presenza di una parola chiave: fiducia, un elemento presente nella metà delle interviste. «Puntate su aziende e persone di vostra fiducia!» consiglia padre Zoche. E Rolf Müller, esperto di amministrazione edile, sostiene che se c’è fiducia reciproca «il posto del committente edile non è sul cantiere». Il che però non vuol dire che non deve fare dei sopralluoghi periodici con il capocantiere o con l’architetto. Questo, infatti, permette di chiarire direttamente sul posto eventuali questioni aperte. Una mail del tipo «domenica siamo stati sul cantiere e abbiamo notato che...» provoca nervosismo e fa solo perdere tempo a entrambe le parti.
Finanziamento e budget «Una collaborazione all’insegna della fiducia» è quanto dovrebbe esserci tra il committente edile e la banca. Nella sua intervista, Lukas Hofer, consulente per clienti importanti della Banca WIR soc. cooperativa, afferma che lo scopo della stesura di un budget e del finanziamento di un progetto edilizio dovrebbe essere quello di avere una situazione win-win. Se il committente edile riceve
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dalla propria banca condizioni eque e una buona assistenza, ne ricava l’impressione di aver a che fare con un istituto solido, esperto, competente e flessibile, e allora sarà senz’altro disposto a raccomandare la banca ad altri, a tutto vantaggio e con grande soddisfazione di entrambe le parti. Hofer illustra con quanta rapidità un budget, e quindi anche il finanziamento, possano andare a monte per inesperienza o ingenuità. Per non parlare di quando ci si trova di fronte a inganni fatti con dolo. Particolare attenzione meritano quelli che sembrano aspetti marginali, come i canoni di allacciamento, le spese di urbanizzazione o i costi legati alla messa in sicurezza del terreno: «Se anche solo uno di questi punti viene trascurato nell’allestimento del budget si possono avere delle brutte sorprese.»
L’eccellenza del ceto medio Ernst Deiss non è solo autore, ma è stato lui stesso oggetto di una pubblicazione. Il fondatore dell’istituto tedesco Schmidt
Colleg, Cay von Fournier, ha tracciato un quadro di Deiss e della sua azienda nel libro «Exzellente Unternehmen – Die verborgenen Stars des Mittelstands», 2. Band: Produktion; (Aziende eccellenti – le star nascoste del ceto medio; 2° volume: produzione). Cay von Fournier ha scelto la Deiss AG e altre 10 aziende tra oltre 1000 dell’area linguistica tedesca per mostrare in che modo alcune piccole e medie imprese abbiano un comportamento esemplare, seguano la propria strada con buon senso e sappiano convincere per l’innovazione e la vicinanza ai clienti. In qualità di imprenditore consapevole delle proprie responsabilità Ernst Deiss pensa già oggi, a 51 anni, a regolare la propria successione. La figlia maggiore Corina lavora già nella Entsorgung Eiken AG e anche gli altri figli – la minore Sarah (disegnatrice edile) e il figlio Simon (muratore e geomatico) – dispongono, grazie alla loro formazione e ai loro interessi, delle migliori premesse per proseguire in futuro sulla strada tracciata dal padre e dal nonno. DANIEL FLURY
Quattro aziende, 60 collaboratori Nelle sue aziende Ernst Deiss dà lavoro a 60 persone. La Deiss AG di Herznach è specializzata nell’urbanizzazione di terreni, nelle escavazioni per la costruzione di scantinati e nelle gettate per le pavimentazioni. L’azienda opera soprattutto nella regione di Basilea, Lucerna, Soletta e Zurigo sotto lo slogan «Lust auf Tiefbau» (Voglia di ingegneria civile) e collabora con vari offerenti di case prefabbricate. I suoi servizi prevedono anche lavori di scavo, noleggio di escavatrici, costruzione di pareti insonorizzanti, perforazioni e smantellamento di edifici. La consociata Entsorgung Eiken AG si occupa del recycling del materiale edile da smaltire (quota di accettazione WIR del 30%). Una volta che dalle fondamenta è finalmente nata la casa, entra in scena la consociata IN GARDEN AG di Herznach che Deiss AG Hauptstr. 33a 5027 Herznach Telefono 062 867 80 67 www.deiss.ch info@deiss.ch
si occupa dei lavori concernenti gli ambienti circostanti, realizzando i «desideri più arditi» in termini di giardinaggio. L’obiettivo è raggiungere l’armonia tra interni ed esterni descritta nel libro «Glücklich bauen»: guardando in giardino dalla finestra si deve provare una sensazione di appagamento e piacere. Ovviamente anche la manutenzione o il riassetto dei giardini già esistenti rientrano nell’offerta dell’azienda. La stone.ag a Eiken si è invece specializzata nel commercio di pietre naturali e accessori. Nei suoi oltre 800 m2 di esposizione presenta i suoi prodotti e i relativi utilizzi. Ogni anno circa un quarto di questo spazio viene rinnovato e ridisegnato in modo da avere un’esposizione completamente nuova ogni quattro anni.
Entsorgung Eiken AG IN GARDEN AG Sägeweg Hauptstr. 33a 5074 Eiken 5027 Herznach Telefono 0848 930 930 Telefono 062 867 80 00 www.entsorgungeiken.ch www.ingarden.ch info@entsorgungeiken.ch info@ingarden.ch
stone.ag Grubenweg 11 5074 Eiken Telefono 062 871 95 67 www.stone.ag info@stone.ag
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IL CLIENTE FEDELE
Molte aziende commerciali fanno affidamento su una clientela fissa ma, quest’ultima, non è affatto scontata: nella maggior parte dei settori vige infatti un’aspra lotta concorrenziale. E allora, come fidelizzare la clientela e creare un portafoglio di clienti fissi? Anche per le PMI queste domande sono particolarmente importanti.
Le PMI che vogliono curare in modo mirato i contatti con la propria clientela devono riuscire a convincere i membri dei loro team di vendita o di consulenza del fatto che i clienti preferiscono tornare e fare ulteriori acquisti se hanno sviluppato un rapporto personale con i collaboratori dell’azienda. I motivi per cui un cliente cambia un marchio, un negozio o un’azienda sono molteplici. Forse ha avuto l’impressione di non essere stato capito o un reclamo non è stato trattato con la dovuta attenzione.
Fattori di successo Paolo Rossi* va sempre nella stessa panetteria perché è vicina a casa, offre un’ampia scelta e viene sempre servito cortesemente. È quindi possibile utilizzare la semplice formula «buona sede + offerta appetibile + personale cortese = cliente fedele». Se però solo uno di questi fattori è carente, la lealtà del cliente comincia a vacillare. Costituire e curare una cerchia di clienti fissi è pagante, anche perché in molto casi genera dal 40% al 70% del fatturato. Quali sono le considerazioni del cliente? Il cliente paragona i prodotti e servizi con le offerte della concorrenza e controlla la promessa di prestazioni dell’offerente. Ma anche la percezione soggettiva della soluzione del problema (individuale) e l’immagine del fornitore sono importanti.
Investire in ogni contatto I quattro esempi seguenti intendono illustrare come ogni contatto con il cliente può incidere positivamente e durevolmente sull’immagine. 34
• Sono già passate alcune settimane dalla posa del primo mattone dell’abitazione di proprietà della famiglia Bianchi*. Ora si tratta di affrontare i lavori in giardino. La famiglia richiede diverse offerte. I seguenti aspetti danno nell’occhio: quando la famiglia si informa cortesemente presso una delle imprese di giardinaggio se fosse possibile fornire il preventivo nelle prossime due settimane riceve la risposta seguente: «Ma cosa crede?! È impossibile. Abbiamo troppo da fare. Non riusciamo a evadere così rapidamente tutte le richieste!» Sino ad oggi, molti anni dopo, non è mai arrivata un’offerta o altre informazioni da tale rinomata azienda di giardinaggio. L’immagine che si è fatta la famiglia Bianchi di questa azienda è tutt’altro che lusinghiera e la delusione è palpabile. Con un’altra impresa di giardinaggio, invece, la famiglia Bianchi è stata molto più fortunata. Le sue idee ed esigenze sono state afferrate immediatamente e il preventivo è stata fornito rapidamente e in modo differenziato. Peraltro, il consulente dell’impresa di giardinaggio ha consigliato alla famiglia di tenere anche conto della manutenzione e ha illustrato come sfruttare al meglio la superficie disponibile. Anche oggi, anni dopo, la famiglia Bianchi ha contatto con l’impresa e continua spesso ad andarci a fare acquisti. Qui si è sentita compresa sin dall’inizio. • Patrick Roberti* ha provato un nuovo coiffeur vicino a casa sua ed è entusiasta. Può prendere un appuntamento a breve termine e anche per quanto riguarda gli orari vige la massima flessibilità: la mattina alle 7 o la sera alle 19.30 non sono un problema. Patrick Roberti ha consigliato il coiffeur pure a sua moglie e anche lei è
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entusiasta. Nel frattempo ci va tutta la famiglia. Dei fattori positivi essenziali fanno parte la vera cortesia (non artefatta), un buon rapporto prezzo-prestazioni e una sede ideale vicino a casa. • La famiglia Bernasconi* è in viaggio di vacanza. A causa del grande traffico l’arrivo nell’albergo dove ha prenotato due camere doppie per tre giorni si ritarda notevolmente. La famiglia prevede di arrivare solo verso le 23.00 e quindi chiama l’albergo per avvertire. Già stressata dal viaggio non mancava che la risposta della signora alla reception: «Ma questo crea problemi e complicazioni. Non vi conosciamo, non siete mai stati nostri ospiti. Dalle ore 23.00 in poi la reception non è occupata. Se doveste arrivare dopo le 23.00 dovete assolutamente richiamare così vi do i codici per le chiavi delle camere. Mi raccomando, fatevi sentire!» La famiglia arriva in albergo alle 23.07. La reception è deserta. Riescono a immettere i codici per le chiavi e a occupare le loro camere. Tuttavia, la famiglia Bernasconi non si sente a suo agio, anche perché il modo in cui sono stati trattati al telefono ha rovinato un po’ il piacere del loro soggiorno.
da questo modo di fare premuroso e anche il controllo periodico dell’auto non lasciava nulla a desiderare. Quando la famiglia Romano sostituirà la sua auto con il nuovo modello lo farà di certo presso il nuovo rivenditore.
Le emozioni sono importanti Il potenziale per allacciare relazioni può essere utile in tutti gli ambiti della vita. In questo contesto, le emozioni tra acquirente e venditore o acquirente e prodotto assumono un ruolo di grande importanza. Per dare vita a una relazione cliente duratura, il venditore o consulente deve essere in grado di comprendere le esigenze del cliente. A volte sono inezie che convincono il cliente e conducono a un rapporto pluriennale. Ma può anche succedere che i venditori si concentrino troppo sui dettagli, gli aspetti tecnici o i processi lavorativi, «dimenticando» che anche i clienti sono esseri umani. ENRICO LOMBARDI INTRA DM AG
• Pietro Romano* ha acquistato vari autoaccessori dal suo rivenditore a cui è fedele da anni. Il servizio scortese e il lungo e complicato processo di pagamento lo hanno sorpreso e deluso. Pietro Romano ha quindi deciso di far eseguire il tagliando della sua auto presso un altro rivenditore e, in tale occasione, ha anche l’intenzione di fare un giro di prova con il nuovo modello della sua auto. Gli propongono di tenere l’auto fino al giorno seguente per poter farsene un’idea più precisa. Pietro Romano e tutta la sua famiglia sono rimasti impressionati molto favorevolmente
TRAINING & MARKETING
* Tutti i nomi citati nell’articolo sono fittizi.
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LE PMI SVIZZERE UN ANNO DOPO LO SHOCK DEL FRANCO L’eliminazione della soglia di cambio garantita di 1.20 CHF/EUR il 15 gennaio 2015 da parte della Banca nazionale ha messo sottosopra l’economia svizzera inferendole un duro colpo che non è stato ancora del tutto assorbito. Anche le PMI dei vari settori ne hanno risentito, sebbene in varia misura.
Imprese del settore alberghiero fortemente colpito possono attenuare lo shock del franco partecipando al sistema WIR – come ad esempio l’Hotel Seehof a Davos (100% WIR sull’importo totale).
Le ripercussioni non sono state tutte negative, in alcuni casi hanno avuto risvolti positivi.
Veramente senza preavviso Un anno fa la Banca nazionale ha tirato il freno d’emergenza nella politica dei cambi per non ritrovarsi sommersa da una montagna di euro che minacciava di deprezzarsi. Una mossa che ha colto tutti di sorpresa ma che, con il senno di poi, non era poi del tutto imprevista. L’economia svizzera aveva ricevuto un primo avvertimento durante la precedente crisi dei cambi del 2008/2009. La Banca nazionale aveva garantito una soglia di cambio minima nettamente inferiore al potere di parità di acquisto del franco svizzero rispetto all’euro, il che lasciava trasparire chiari segnali di nuovi pericoli di crisi dei cambi. Al momento della nascita della moneta unica il corso di cambio si collocava ancora a 1.60 CHF; la Svizzera ha quindi dovuto sopportare il processo di erosione del valore dell’euro per 15 anni circa, con conseguenze strutturali sull’economia emerse pertanto già prima del 15 gennaio 2015. In un’ottica annuale, l’eliminazione della soglia minima ha semplicemente fatto aumentare di un altro buon dieci percento l’apprezzamento della moneta elvetica. 36
Settore edile quasi illeso Le principali perdenti della mossa del 15 gennaio 2015 non sono state le PMI, ma le aziende esportatrici, soprattutto meccaniche ed elettroniche e ora sempre più anche orologiere. A chimica e farmaceutica è andata meglio, ma perché hanno reagito spostando la produzione all’estero. Blande ripercussioni si sono avute sui settori orientati al commercio nazionale, come ad esempio l’edilizia. In questo ambito, infatti, i tassi bassi da record uniti alla persistente domanda di abitazioni in affitto – aumentate nell’ultimo anno di ulteriori 35 000 unità – hanno determinato una stabilizzazione su livelli elevati. Attualmente la quota di locali sfitti è alta solo per gli spazi ad uso ufficio, una fascia di mercato caratterizzata per lungo tempo da un’intensa attività di costruzione irresponsabile. Perfino l’edilizia a sfondo commerciale industriale non ha subito una paralisi: più che in ampliamenti si è investito in sostituzioni per aumentare la produttività e ridurre i costi. Anche per questo è necessario costruire. La quota delle PMI nel settore edile non è cambiata nell’ultimo anno, fatta eccezione forse per quella di pianificatori e architetti.
Cresce l’importanza dei servizi Nel settore delle PMI i più colpiti sono stati i dettaglianti autonomi
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– in particolare gli offerenti di beni di consumo durevoli – operanti nelle regioni di frontiera, Basilea in primis. Trainata dalle importazioni private e dalla sempre più marcata tendenza a effettuare acquisti all’estero in Internet, la «fuga oltre frontiera del potere di acquisto» ha nel frattempo toccato un nuovo record e ammonta al 5% circa dell’intero fatturato del settore al dettaglio in Svizzera. Cresce quindi l’importanza della qualità dei servizi offerti, l’unico fattore ancora in grado di fare la differenza e quindi di compensare lo svantaggio dei prezzi ascrivibile al cambio attuale.
Il Ticino frena sul fronte dei frontalieri Il grande problema posto dall’arrivo di artigiani esteri, tra le cui fila vanno annoverati anche lavoratori pseudoindipendenti in parte di dubbia affidabilità, è particolarmente sentito in Ticino. La necessità però aguzza l’ingegno: per praticare un’attività lucrativa in Ticino continuando a risiedere nella zona estera limitrofa è necessario ora presentare un estratto del casellario giudiziale. L’efficacia di questa misura contro il flusso dei frontalieri è tutta da dimostrare. Oltre al Ticino, però, anche altri Cantoni di frontiera hanno notevolmente inasprito i controlli delle condizioni occupazionali, soprattutto sui cantieri edilizi. Datori di lavoro e sindacati combattivi tengono impegnate le autorità.
E i vincitori? Lo shock del franco non ha penalizzato l’attrattiva del mercato occupazionale svizzero. Nel 2015 le immigrazioni nette dall’estero, in particolare dai paesi meridionali dell’UE, hanno ancora una volta superato le 50 000 unità (richiedenti l’asilo esclusi). Le ripercussioni di questo flusso, tuttavia, non sono più le stesse degli anni precedenti, visto che i nuovi arrivati vanno a colmare lacune presenti in settori meno produttivi, come quello sanitario, e non sono molto in grado di imprimere nuovo slancio alla crescita economica. Gli attuali immigrati hanno un potere di acquisto inferiore a quelli del passato e, date le loro origini, sono anche meno esigenti in termini di comfort. Per il mercato immobiliare ciò si è tradotto in un eccesso di offerta di appartamenti in locazione costosi, fatta eccezione comunque per pochi centri ad alta concentrazione. Per quanto riguarda l’economia nel suo complesso, lo shock del franco ha indiscutibilmente esercitato un impatto positivo contribuendo alla stabilizzazione della spesa salariale: a fronte di un’inflazione negativa dell’1,5% non è possibile chiedere aumenti di stipendio giustificandoli con un rialzo dei prezzi. La maggiorazione dei premi delle casse malati nel 2016 dovrebbe essere almeno in parte compensata dal calo degli affitti (il primo in vent’anni).
Le cose sono cambiate anche per molte aziende del settore dei servizi. Banche e industria esternalizzano sempre più le loro prestazioni informatiche dislocandole in paesi esteri, per lo più in Asia ed Europa orientale. Questa tendenza interessa anche le PMI, in molti casi persone relativamente giovani che si affacciano sul mondo del lavoro e per le quali ora si è anche fatto più difficile accedere a crediti: il calo dei margini da interessi induce le banche a vagliare le richieste di prestito dei giovani imprenditori in base a criteri più rigorosi del solito. Pure ottenere un finanziamento tramite crediti ipotecari non è più così facile ormai, visto che i creditori, e non solo le banche, applicano regole di sostenibilità più stringenti. In effetti queste direttive erano state originariamente pensate per evitare una «bolla edilizia», ma questo rischio è stato ormai scongiurato, grazie anche e soprattutto ai limiti imposti dalla legge alla costruzione delle seconde case. Queste circostanze hanno reso la vita delle PMI operanti in zone montane molto più difficile di quanto si pensi.
I vincitori in assoluto sono quindi i consumatori, su questo non c’è dubbio: dallo shock del franco il costo delle merci estere è sceso di ben il 5,5%. I prezzi dei beni di produzione nazionale, invece, non accennano ancora a diminuire; in effetti un’evoluzione in tal senso potrebbe essere imposta solo a seguito di un ulteriore aumento delle importazioni private. Nel caso dell’import, tuttavia, il calo del costo del greggio riveste un ruolo ben più importante dell’avvenuta riduzione del prezzo dei beni di consumo durevoli d’importazione.
Un altro dei grandi perdenti nel settore PMI è il comparto alberghiero. Gli ultimi dati disponibili (settembre 2015) sono particolarmente allarmanti per il Ticino (-6,8%) e i Grigioni (-5,2%). Un risultato migliore in termini nazionali è quello della ristorazione, che può contare su una clientela per lo più elvetica tuttora propensa alla spesa perché ancora sicura di poter contare su reddito e piena occupazione. Tuttavia pure in questo ambito è d’obbligo fare una distinzione tra le regioni di frontiera e il resto del paese.
I piccoli devono fare buon viso a cattivo gioco
Un’evoluzione congiunturale del tutto particolare poi è quella che sta caratterizzando il settore automobilistico. Tra gennaio e settembre 2015 il numero di immatricolazioni di nuove autovetture è salito del 9%. Probabilmente ciò si spiega con un atteggiamento attendista dei clienti nel sostituire i propri veicoli in previsione di un calo dei prezzi, effettivamente verificatosi a seguito dei vari sconti concessi dai rivenditori sulle nuove vetture anche per effetto dell’euro.
Per essere precisi e fornire un quadro completo della situazione, bisogna anche segnalare che le PMI, a prescindere dal settore di appartenenza, hanno tratto vantaggio dalla possibilità di fare acquisti meno costosi in Eurolandia. In effetti a trovarsi nella situazione più difficile sono state le aziende con i magazzini pieni di merci acquistate a caro prezzo e che si sono poi viste costrette a rivenderle in parte per importi inferiori a quello d’acquisto, 37
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Cosa può fare il nuovo Consiglio federale?
stro paese l’attività amministrativa a livello federale, cantonale e comunale pensa ancora troppo poco all’utente: le prestazioni a favore delle amministrazioni statali assorbono tuttora troppo tempo e denaro, nel settore delle PMI soprattutto. Processi lavorativi più semplici e snelli favoriscono la crescita economica. È di cruciale importanza che le nuove soluzioni siano adatte alle PMI, un aspetto non scontato in partenza. I nuovi programmi costano denaro, anche nelle PMI.
Durante la nuova legislatura che si protrarrà fino al 2019 il Consiglio nazionale assumerà un atteggiamento più favorevole all’economia rispetto al passato, grazie anche al rafforzamento della frazione commerciale risultante dalle scorse elezioni. Una prima reazione del governo – ancora nel suo vecchio assetto – è stata la rinuncia a minare il segreto bancario sui contribuenti svizzeri. Il progetto non avrebbe avuto alcuna possibilità di passare in Parlamento e quindi non si sarebbe neanche mai arrivati a un referendum.
Proprio in questo periodo di bassi livelli dei tassi è emerso che tante giovani imprese incontrano notevoli difficoltà nel procurarsi capitale di rischio. Il Consiglio federale è quindi chiamato ad agire in quest’ambito della politica a favore del ceto medio. Non si tratta di concedere sovvenzioni, ma della possibilità di investire maggiormente fondi della cassa pensione in giovani imprese, il che presuppone un miglioramento delle attuali soluzioni di fideiussione e assicurazione del caso.
Anche nel suo nuovo assetto il Consiglio federale non avrà vita facile. I contatti con il Parlamento si faranno più difficili, visto che Consiglio nazionale e Consiglio degli Stati prenderanno strade ancora più divergenti di quanto non è già stato in passato. La situazione si farà particolarmente difficile per il Consiglio federale soprattutto con i progetti implicanti un aumento delle imposte, come ad esempio la possibilità di compensare una parte delle minori entrate derivanti dalla terza riforma dell’imposizione delle imprese o il risanamento della previdenza per la vecchiaia. Su questi argomenti fondamentali della nuova legislatura si arriverà probabilmente a referendum, anche laddove le due camere parlamentari fossero d’accordo.
Di certo il Consiglio federale non andrà a toccare le tre colonne portanti del nostro benessere sociale: l’ottimo sistema di formazione, la flessibilità del mercato del lavoro e la certezza del diritto. La situazione si fa invece più difficile quando si tratta di garantire un clima fiscale tollerabile. Per questo sono necessarie due cose: i nuovi programmi di taglio alla spesa già avviati e le minacce di referendum contro tutti gli aumenti di tasse e, nei limiti consentiti dalla legge, di canoni a livello federale, cantonale e comunale.
rimettendoci in termini di margine. Dallo shock del franco la tendenza dei negozi ad alimentare la «caccia agli sconti» dei clienti ha finora raggiunto picchi insoliti. La grande distribuzione detta il passo e i più piccoli si trovano necessariamente a dover fare buon viso a cattivo gioco e partecipare. Commento
La maggiore sfida che aspetta il Consiglio federale a breve termine sarà di infondere nuovo slancio all’economia svizzera, in stagnazione dopo lo shock del franco. La gestione dei cambi resta di competenza della Banca nazionale. Il compito del Consiglio federale è per lo più continuare con coerenza la politica perseguita finora, volta a ridurre il notevole numero di regolamentazioni che imbrigliano l’economia e ad aumentare la concorrenza e la produttività. Anche su questo fronte il Consiglio federale ha già preso un’importante decisione preliminare: i nuovi programmi di taglio alla spesa non interesseranno ricerca e formazione. Il Parlamento dovrebbe acconsentirvi. Tuttavia ciò non basta a rilanciare la crescita nella giusta misura. A tal proposito è necessario anche dare maggiore spazio alle esigenze poste dall’«economia digitale» se non si vuole rischiare che la Svizzera resti indietro in questo campo rispetto all’UE. Nel no-
La nostra posizione in merito all’UE e all’apertura mondiale del mercato daranno sicuramente filo da torcere al nuovo Consiglio federale: per quanto la Svizzera non possa rimanere esclusa dalla liberalizzazione del commercio transatlantico (partenariato sul commercio UE-USA), il rapporto di forze nel nuovo Parlamento non consente concessioni sul fronte della tutela della nostra agricoltura. L’economia svizzera – PMI comprese – deve poter continuare a colmare le lacune nel mondo occupazionale attingendo alla manodopera estera, anche se il risultato delle elezioni del Consiglio nazionale ha chiaramente dimostrato che il popolo non è disposto ad accettare neanche il tentativo di trovare una strada meno radicale dell’ingresso nell’UE tramite la stipulazione degli accordi bilaterali. Il risultato elettorale ha messo in chiaro che la popolazione chiede che non ci si precipiti sempre a obbedire a Bruxelles e Washington, come è avvenuto nel caso della regolamentazione dei mercati finanziari. La resistenza del nuovo Consiglio federale sarà con molta probabilità ripetutamente messa alla prova.
«La politica stenta a metabolizzare lo shock del franco.» 38
DOTT. RICHARD SCHWERTFEGER
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QUANDO SCADE LA CONCESSIONE CIMITERIALE PER LA MIA TOMBA In passato vivere in questo mondo è già stato più piacevole: terrore, clima e dichiarazione delle imposte. Per fortuna intravedo la luce alla fine del tunnel: è arrivata la serie esclusiva di contenitori per alimenti Topline della Migros per spuntini e avanzi vari! Garantiti, pensate, 25 anni (i contenitori, intendo, non gli avanzi). Avete sentito bene! Sì, proprio così, 25 anni! Alla televisione non fanno che parlare di attacchi con i droni, di iniziativa per l’attuazione e di Djokovic. E allora io, un giorno sì e l’altro pure, me ne vado alla Migros a meditare davanti ai contenitori per alimenti... Qualche ora dopo, allegro e fiducioso, ritorno a casa con sottobraccio un contenitore ermetico da 0,5 litri, prezzo 5.50 franchi, su cui troneggia la scritta «25 anni di garanzia». Finalmente ho di nuovo un futuro davanti... Quando, un paio di settimane fa, sono andato all’IKEA per comprare uno scaffale da mettere in cantina, grande abbastanza per i miei 421 contenitori, ho scoperto estasiato che anche i materassi IKEA sono garantiti 25 anni. E da allora la notte sogno su materasso IKEA. Sogno ad esempio che è il 2039 e che mi precipito all’IKEA per denunciare un difetto di fabbricazione del mio materasso. E nel sogno il giovane venditore si scusa affranto e poi mi cambia il materasso con uno nuovo, che costa sempre 120 franchi e che è sempre garantito 25 anni e che dopo un paio di migliaia di notti evidenzia un difetto di fabbricazione.
la mia tomba, nel qual caso la lapide sarebbe già più rovinata del contenitore. Penso che dovrei fondere tutti i miei contenitori per alimenti e far realizzare una scultura da mettere sulla mia tomba. Naturalmente anch’io mi auguro di tornare a casa sano e salvo e di potermi rallegrare dei 25 anni di garanzia in questo mondo turbolento, in cui non sai mai che cosa succederà domani. I contenitori per la conservazione degli alimenti mi infondono coraggio e fiducia nell’avvenire. Inciampo, cado, riprendo il contenitore, mi rialzo e... via! Lo ammetto, a volte mi vengono gli incubi anche quando dormo sul mio materasso IKEA. In uno ho perso lo scontrino del contenitore. Di solito mi succede nell’arco delle prime 25 ore. Mi conosco. Anzi, peggio ancora: Migros e IKEA mi conoscono pure loro. E conoscono anche gli altri. Potrebbero darci una garanzia di 100 anni. Forse un giorno un pelapatate sarà garantito 3000 anni, chi lo sa... Conserverò accuratamente lo scontrino, promesso, e dopo 2999 anni riporterò indietro l’articolo a questi furbacchioni. E se il negozio non sarà più allo stesso posto, chi se ne importa: con il mio navigatore potrò aggiornare le cartine per l’eternità!
Allo scadere della garanzia dell’ultimo contenitore per alimenti Migros che ho comprato avrò, Dio volendo, 71 anni. La sorridente commessa del servizio clienti Migros sarà più giovane del contenitore che voglio cambiare... Così il nuovo contenitore mi accompagnerà fino a quando spegnerò 96 candeline, quello successivo fino a quando ne spegnerò 121... Perché i contenitori per la conservazione degli alimenti, si sa, conservano anche chi li acquista. La prossima settimana me ne compro un altro e chiedo un prolungamento della garanzia a 50 anni, giuro. Così a 96 anni non mi toccherà andare apposta alla Migros. Certo, nessuno sa quanto invecchierà. Magari la prossima settimana, di rientro dalla Migros, abbandono i patimenti terreni a causa di un 96enne che mi viene incontro. Se, al contrario di me, il nuovo contenitore restasse intatto, allora la relativa garanzia scadrebbe nel 2041, anno in cui scade la concessione cimiteriale per
WILLI NÄF WILLI NÄF È AUTORE INDIPENDENTE, SCRITTORE E CABARETTISTA E VIVE NELLA REGIONE DI BASILEA E NELL’APPENZELLO. WWW.WILLINÄF.CH
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MANIFESTAZIONI
IMPRESSUM
Assemblea generale 2016 della Banca WIR
WIRPLUS Rivista per i clienti della Banca WIR Gennaio 2016, 83 annata, n. 922
18.5.2016 a Basilea (per cooperatori/cooperatrici)
Editrice/Redazione Banca WIR soc. cooperativa Auberg 1 4002 Basilea www.bancawir.ch
Colloqui autunnali 2016 5.11.2016, KKL Lucerna (per titolari di parti ordinarie) Per ulteriori informazioni vi preghiamo di consultare il nostro sito web www.bancawir.ch o telefonate allo 0848 947 949.
Redazione Daniel Flury (redattore capo), Annette Lempen, Roland Schaub, info@wir.ch, tel. 061 277 93 27 o 061 277 92 76
FIERA WIR DI ZURIGO
Traduzioni Daniel Gasser, Yvorne CLS Communication
24.11.2016 – 27.11.2016 www.wmzag.ch
Layout: fischerundryser, Basilea Stampa: Vogt-Schild Druck AG, Derendingen Pubblicata in gennaio, aprile, luglio e settembre in tedesco, francese e italiano Tiratura: 1580 Cambiamenti di indirizzo: Banca WIR, Servizio consulenza, casella postale, 4002 Basilea o fax 0848 947 942
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Fotografi Paul Haller: Cover, 8-9, 18-20 fischerundryser: 1, 34-35 Andreas Frutig: 2 (a sinistra), 3, 4-5, 6-7 (sopra), 30-31 Peter Bürgi: 2 (a destra), 11-15 marathon-photos.com: 16 Edouard Curchod: 22-24 Canton Obvaldo: 20 (sotto a destra) Eliane Meyer: 29 Messe a disposizione: 32-33, 36, 39 GettyImages: 6-7 (sotto)
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