Graphic Design Syndrome

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A chi mi è sempre accanto, a chi mi guarda da lontano e al mio unico amore.


Indice


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Introduzione

Riconoscere un GD Un GD a casa Un GD fuori casa pag. 10

Prefazione Introduzione Sfogo personale Premessa pag. 5

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Riconoscere un GD

La vita di un GD Al ristorante Al cinema MANIE In auto... pag. 16

Graphic Designer

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La vita di un GD



00 • Introduzione#

Prefazione Poco meno di quarant’anni fa, ai primordi della grafica digitale, nel primo capitolo di un libro dedicato al disegno applicato alle arti grafiche l’autore faceva il punto della situazione sull’identità professionale del grafico, evidenziando come quest’ultimo, al pari di pittori e architetti, facesse uso di leggi compositive nella disposizione di caratteri e figure. Non a caso, l’autore precisava il ricorso sempre più frequente alla locuzione di progettista grafico quale traduzione dalla lingua inglese di graphic designer, introdotta «per allontanare il troppo vago termine di “disegnatore” che, oltretutto, non chiarisce se indica momenti d’ideazione progettuale, cioè attività creativa, o momenti di semplici applicazioni pratiche, cioè mera azione meccanica. Il dualismo dei verbi inglesi

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to design, disegno-creazione, e to draw, disegno-esecuzione, pone in chiaro, per tale lingua, le differenti accezioni, lasciando invece a noi la ricerca di una terminologia soddisfacente» (A. Grütter, 1979). In sintesi, la cultura grafica del momento rivendicava la personalità del progettista grafico come altra da quella di semplice esecutore del disegno, attribuendole valore progettuale. Oggi, Giuseppina Russo, giovanissima graphic designer, attualizza e rilancia questa riflessione, e lo fa con la forza critica del disegno che, da sempre, ha contribuito allo sviluppo delle idee prim’ancora di darne forma nella veste esecutiva! Ornella Zerlenga

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00 • Introduzione#

Introduzione Il mio nome è Anita. Sono una ragazza normale, con una famiglia normale, con una vita normale ma ho la GDS, ovvero la Graphic Design Syndrome. Ho sempre avuto un certo disturbo nel vedere elementi non allineati, poco chiari o incoerenti tra loro ma da quando ho iniziato a studiare visual design, le cose sono precipitate. È difficile convivere con le piccole manie dettate da questa mia attitudine (v. ossessione) in un mondo come il nostro, dove la progettazione grafica è considerata ancora superflua e facilmente DIY (Do It Yourself). Mi auguro di portare un velo di consapevolezza nelle persone che ancora non conoscono questa figura professionale e tanta comprensione a chi, come me, si ritrova ogni giorno a spiegare perché: un logo vettoriale non può essere un file .jpg; le fotografie per il catalogo non possono essere inviate tramite messaggistica istantanea; e soprattutto, perchè, quella del Graphic Designer, sia una professione a tutti gli effetti!

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00 • Introduzione#

“ Quando qualcuno dice: questo lo so fare anch’io, vuol dire che lo sa rifare altrimenti lo avrebbe già fatto prima.” Bruno Munari

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Questa la dedico a tutti i cugini, i nipoti e i parenti dei miei clienti che sanno fare quello che faccio io

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00 • Introduzione#

Sfogo personale

Introduzione

Mi chiamo Anita e lorem ipsum dolor sit amet. Voglio essere una spalla su cui piangere per coloro che hanno scelto di diventare Graphic Designer in un mondo di Comic Sans, dove si lavora per visibilità e dove tutti hanno nipoti, cugini oppure amici esperti in software per foto-ritocco, fotografia, impaginazione, illustrazione, modellazione e qualsiasi altra cosa. Vorrei far capire al mondo (mi accontenterei che lo capissi almeno tu che stai leggendo) che i Graphic Designer non fanno i disegnini, non fanno decorazione, non fanno fuffa. La grafica è una disciplina che comprende: tipografia, grafica editoriale, grafica web, grafica su carta, fotografia, videografica, icon design, immagine coordinata, illustrazione, animazione e tanto, tanto altro. I Graphic Designer sono veri progettisti: elaborano prodotti grafici con lo scopo di comporre un discorso visivo nella maniera più efficace possibile.

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00 • Introduzione#

Premessa Il libro, se così è lecito definirlo, nasce dal tentativo di mediazione tra gli addetti ai lavori e gli inesperti, ovvero chiunque abbia a che fare con la categoria dei Graphic Designer: genitori, fratelli, sorelle, amici, fidanzati, fidanzate e ultimi, ma non per importanza, i clienti che ne sanno sempre una più del Graphic Designer. Prima di entrare nel vivo, vorrei fissare alcuni concetti: Grafica: non disegnini, non ornamento, non abbellimento, non decorazione ma progettazione; Progettista grafico: corretta traduzione italiana di Graphic Designer, non di chi aggiunge personaggi famosi nelle foto, ma figura professionale; Lavoratore: colui che svolge un’attività produttiva tramite l’impiego di conoscenze intellettuali o manuali e che produce o dispensa beni, in cambio di compenso. Lavoratore è anche il Graphic Designer, per il quale “stranamente” la visibilità non è considerata compenso.

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Se ancora non ti è chiaro il mio lavoro, cercalo su internet.

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