Yf magazine 6

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INDICE Parola agli Admin…………………………………….. Pag. 3 Yaoi Fantasy:le novità ……………….….………….. Pag. 4 -

Lo staff I Contest La Radio Il GDR Shinzyuu Team

Relax Zone: trova le differenze.……….……..…….. Pag. 9 Il racconto di Kohmanon……...…………….……….. Pag. 10 LGBT News…………………………………………… Pag. 39 - Una panoramica generale - Speciale olimpiadi - La situazione politica Other News…………………………...………………. Pag. 46 - Tecnologia - Videogiochi Intervista a Crazyme…..……………………..……… Pag. 53 Ringraziamenti……………………………………….. Pag. 56


Parola agli Admin Ciao a tutti! Finalmente è giunto il momento di tornare alla carica con il nostro Magazine, che come avrete notato è fermo da Ottobre. Questa pausa è stata necessaria in seguito a diversi cambiamenti all’interno del forum: non solo abbiamo deciso di cambiare l’organizzazione del Magazine, ma ci sono state diverse situazioni per cui, ahimè, è stato messo in secondo piano. Ma non abbiamo dimenticato voi lettori, che avete aspettato con ansia il momento giusto. Questo momento è arrivato e noi speriamo di tornare in ballo con quest’iniziativa offrendovi qualcosa di ancora più bello e interessante di prima. Il nuovo Magazine è stato affidato alle sapienti mani di Pharaons e Minato che lavoreranno mese per mese cercando ogni volta di lavorare con l’obiettivo che Yaoi Fantasy si è sempre proposto: offrire qualcosa di speciale ai propri utenti, nel meglio delle proprie possibilità. Buona lettura. Kohmanon, Raiden87, Vinarck


Yaoi Fantasy: le novità LO STAFF Eccoci di nuovo qui a parlare del nostro amatissimo forum. Dopo 3 mesi di stop dovuto a "rivoluzione" siamo tornati a proporvi il nostro Magazine mensile. Ci sono stati tantissimi cambiamenti in questi mesi e tantissime novità che molti di voi sapranno vivendo la vita del forum e che saranno qui riassunte brevemente. Per cominciare vorrei parlare delle cariche dello staff; complimenti vivissimi a Raiden87 che recentemente è stato promosso al ruolo di Admin e a pharaons [me medesimo], ( si mi faccio i complimenti da solo u_u ) che è stato promosso al ruolo di Sensei. Un'altra nomina avvenuta un mesetto fa ha visto Vinarck direttore del GDR del forum diventare Admin in seguito alla rimozione dal ruolo di Souji Okita. il quale per problemi personali non ha più potuto operare come tale e che adesso ha rimesso in gioco se stesso con un nuovo nick (Tranduil Greenleaf detto ganja) occupandosi della sezione traduzioni dello Shinzyuu Team. Necessitano di citazione anche Giovanni1899, diventato collaboratore per la nostra WonderRadio la radio di Yaoi Fantasy che va in onda tutti i Giovedì alle ore 21.30. Catullo1072 diventato moderatore che si occupa della sezione Racconti Erotici. Holly99, over hit e Shy4 che hanno infoltito le fila dei traduttori ed editor del nostro Team. Per concludere abbiamo un nuovo gdr staffer entrato da pochissimo nel gruppo che è Uke (è il nick che ha scelto). I CONTEST Passando a un altro argomento, a inzio Febbraio è iniziato il contest per il miglior racconto di San Valentino. Abbiamo avuto 5 candidati


e una giuria (composta da pharaons, Ed, catullo1072 e over hit) ha valutato i racconti dei canditati (yaoi per tutto il mondo, Grayfully, AngelStocking, Kohmanon e gg83). Il racconto vincitore è stato quello di Kohmanon che troverete più avanti in allegato. Siccome il premio per questo contest consiste, oltre alla pubblicazione del racconto nel magazine, anche in una targhetta scrittore che evidenzia la vittoria nel contest e dato che il nostro Kohmanon già possiede la targhetta di Admin, è stato decretato che al secondo classificato, ossia gg83, andasse la targhetta scrittore come riconoscimento per il suo bellissimo racconto, mentre a Kohmanon andasse il priviligio di vedere pubblicato qui il suo racconto. La settimana scorsa, sempre durante la radio, vi è stata la cerimonia di apertura per le Yaoilimpiadi, le olimpiadi di Yaoi Fantasy che vedono iscritti numerosissimi utenti che si stanno cimentando in tantissime prove. La prima è stata il Curling [i nomi delle prove non corrispondono alle prove vere ndr] in cui i nostri utenti hanno dovuto inserire una immagine yaoi a tema invernale e con sfondo romantico per rendere omaggio a un San Valentino appena trascorso. La seconda prova, Sci di fondo, è stata un poco più complessa ed è consistita nel formare delle parole con delle lettere presenti in 3 parole date dal nostro moderatore Ed e successivamente bisognava usare le 3 parole più lunghe dell'utente precedente per formare altre. Questo gioco ha messo a dura prova la sanità mentale degli utenti. Giovedì si è svolta la terza prova, Pattinaggio nella quale i concorrenti hanno dovuto rispondere ad una serie domande fatte ad ogni partecipante da Ed, pharaons e Raiden87. Infine le ultime 2 prove saranno Hockey sul ghiaccio e Bob. Auguriamo a tutti i partecipanti un buon gioco e buon divertimento!


LA RADIO Un'altra novità è stata introdotta nella nostra radio settimanale. Nelle 2 settimane precedenti infatti è stato proposto ai nostri utenti un sondaggio che proponeva una scelta di 2 cantanti e di 2 gruppi musicali i quali sarebbero stati il tema della nostra serata radiofonica. Dopo 2 settimane i vincitori sono stati: Fabrizio de Andrè, Francesco Guccini, i Beatles e gli Evanescence. La serata ha registrato il record di ascolti e questo ci ha dato forza per proporre di nuovo questo tipo di sondaggio e aspettare un nuovo grande successo. Questo record è stato a sua volta superato proprio quest’ultimo giovedì, nella quale serata si sono registrati 19 ascoltatori. IL GDR Sono state inserite nuove caratterizzazioni per il nostro GDR, tra le quali la possibilità di avere un Master, le quest in chat e alcune modifiche alle schede dei personaggi. Potete leggere gli aggiornamenti qui: http://yaoi.forumcommunity.net/?t=55961184. SHINZYUU TEAM me sapete, uno dei punti forti del forum è il lavoro di traduzione, con il quale vi permette di leggere i vostri manga preferiti senza tenere aperto Google Traduttore. Anche in questi mesi, lo Shinzyuu Team si è dato da fare per tradurre ed editare alcuni manga. Ricapitoliamo quindi i lavori pubblicati da Gennaio 2014 fino a questo momento.

Tra i manga pubblicati dal Team, è stato pubblicato Rub in Love, tradotto ed editato da over_hit e kohmanon. In questo manga, Taiki incontra i suoi vecchi compagni di college Ruma e Hoshiko per il loro


matrimonio. Durante la cena però, qualcuno spara a Hoshiko e Ruma perde la memoria. Se volete scoprire perché hanno sparato a lei e sapere se Ruma riuscirà a ricordare cosa è successo, leggete il manga che potete trovare a questo link: http://yaoi.forumcommunity.net/?t=55843736 Uno tra gli ultimi manga pubblicati dal Team è “itaiITAIitai” tradotto da hikaruumi ed editato da over_hit. Il manga, che potete trovare a questo indirizzo http://yaoi.forumcommunity.net/?t=55958403#lastpost, ha una storia molto delicata che si basa sul tema della crescita, della scoperta dell’amore e dell’entusiasmo giovanile. Non perdetevi quindi la storia di Taiga, un ragazzo molto timido ed introverso, e di Tachikawa, amico d’infanzia di Taiga, e le emozioni che vi daranno! Il Team però si occupa anche di altri generi, come le Dojinshi. Inory (traduttore) e over_hit (editore) hanno lavorato a “In Drink”, in cui troviamo Mitsurugi che va in cucina per bere e trova Naruhodou… Se volete sapere come continua, andate a leggervi la dojinshi cliccando su questo link: http://yaoi.forumcommunity.net/?t=55757627 Over_hit ha anche lavorato, traducendo ed editando tutto da solo, a “The Pretty Wolf And The Seven Goaty Guys” che racconta la storia dei sette capretti ma con una particolare rivisitazione. È una oneshot completa creata da CJ Michalsky e la trovate tradotta solo a questo indirizzo http://yaoi.forumcommunity.net/?t=55911607 Shy4 ha lavorato su due dojinshi collegate, “Hajime Sensei to Otona no Hoken Taiiku” e il suo sequel “Hajime-sensei and the adult health and physical education 2”. In questi manga, troviamo come protagonista Hajime, un ragazzo amante del sesso, che, per una casualità, sostituisce il fratello gemello a scuola e decide di


insegnare agli studenti una lezione un po’ particolare... Creando situazioni tanto piacevoli, quanto inappropriate, Hajime si troverà, nel secondo capitolo, ad affrontare il fratello. La sua astuzia però riesce a fargli avere la meglio sul fratello, arrivando addirittura a convincerlo ad avere un rapporto incestuoso. I due capitoli li trovate rispettivamente a questo link http://yaoi.forumcommunity.net/?t=55882479 e a questo http://yaoi.forumcommunity.net/?t=55915312

Tra i tanti lavori, il Team si occupa anche di Oneshot. Troviamo quindi “Magic Moment”, tradotta da hikaruumi ed editata da Uncas. La oneshot, che trovate a questa pagina http://yaoi.forumcommunity.net/?t=55829 418, vi farà scoprire che succede quando due angoletti scoprono i piaceri del sesso e come due ragazzini riescano a fare soldi ingannando i propri coetanei. Questa oneshot piacerà sicuramente agli amanti del genere Shotacon. Il Team è sempre al lavoro, pronto a caricare nuovi manga tradotti ed editati solo per voi. Quindi restate collegati e controllate spesso i lavori pubblicati, così da non perdervi i vostri manga preferiti! Si ricorda inoltre che sono aperte le candidature per entrare a far parte dello Shinzyuu Team! Quindi che aspettate? Sapete tradurre? Sapete editare? Sapete sia tradurre che editare? Allora scaricate il test ed aprite un topic a questo indirizzo http://yaoi.forumcommunity.net/?f=6556583. I vostri lavori verranno giudicati ed avrete l’onore di entrare a far parte di questo meraviglioso Team!



Portami in Paradiso Kohmanon

Vzzz. Il cellulare sul letto vibrò. “Chi sarà?” si chiese Lorenzo. Raccolse il telefono ed accese lo schermo. Un nuovo SMS. Aprì il messaggio e lesse. “Non riesco a rimanere un minuto senza pensarti, senza pensare al nostro San Valentino. Ho passato una notte immerso nei tuoi occhi, nel tuo sorriso, tra le tue mani. Ho lasciato che il tempo, scandito dai nostri respiri e dai battiti dei nostri cuori, scivolasse lento sui nostri corpi sudati. È stato magnifico e spe-ro in tante altre giornate come il nostro San Valentino. Per la prima volta ho respirato l’amore e, da quel momento, i miei polmoni bramano solamente il tuo profumo. Ti amo.” Lorenzo notò che, in allegato al messaggio, era stata inviata una foto. Attese qualche secondo, poi inspi-rò ed aprì l’immagine.

Il treno si fermò con uno stridio assordante. Le porte si aprirono e Jacopo affannosamente salì le sca-lette, trascinando la piccola valigia che portava con sé. «Ti aiuto io!» esclamò Livio spingendo il bagaglio da sotto. Quando tutti e quattro furono saliti, Jaco-po guardò il biglietto e lesse ad alta voce: «Treno regionale Roma – Pescara del 13-022058 ore 15:43; 4 passeggeri, vagone 5, posti 25, 26, 27, 28!». Si


recarono ai loro sedili e, dopo aver accatastato le vali-gie, si sedettero. “Vicino alla finestra, meno male!” pensò guardando oltre il vetro la stazione lenta-mente allontanarsi. Al suo fianco c’era Livio, di fronte a lui Paola, intenta a parlare al cellulare. Sulla sinistra di Paola, l’altro compagno di viaggio era estremamente silenzioso. «Mio figlio voleva sapere se siamo riusciti a prendere il treno!» disse Paola dopo aver terminato la chiamata. «Secondo lui quattro sessantenni come noi non sono più capaci di salire su un treno? Non siamo ragazzini!» «Per i giovani come lui, i vecchi sono come i bambini!» replicò Livio divertito. “Sessant’anni…” pensò Jacopo continuando a guardare fuori dal finestrino. “Ho sessant’anni, eppure continuo a venirti a trovare ogni anno. Ormai abito a Roma, la mia vita è qui, ma per quel giorno così importante cerco sempre di essere a Pescara, dove sono nato, dove sono cresciuto, dove ti ho cono-sciuto…” «Jacopo, hai prenotato l’albergo?» chiese Paola. Jacopo trasalì ed annuì. «Sì, ho prenotato due doppie per questa notte e per la notte del quattordici febbraio. Ah, a proposito, sono felice che mi abbiate vo-luto accompagnare!» Paola sorrise, Livio gli diede una pacca sulla spalla. Ma quando il suo sguardo si incontrò con quello del quarto compagno, Jacopo comprese le parole che quegli occhi tacitamente gli stavano sussurran-do. Improvvisamente, capì di essere felice. “Federico, sto arrivando…”

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La sveglia suonò presto. Il fatidico giorno era arrivato. “Il mio ultimo primo giorno di scuola!” pensò Federico alzandosi dal letto. L’estate era finita, doveva tornare alla solita vita fatta di lezioni, interro-gazioni, compiti e derisioni da parte di quegli idioti dei suoi compagni. “È l’ultimo anno, finalmente! Li dovrò sopportare solamente fino a giugno, poi non li rivedrò mai più!” si disse speranzoso.

Sull’autobus, come al solito, nessuno si sedeva vicino a lui. “Attento a sederti al suo fianco che poi si eccita!” sentiva spesso dire dagli altri ragazzi. Ormai Federico aveva rinunciato a relazionarsi con gli altri. Lo schernivano solamente perché aveva movenze non troppo virili e una voce molto acuta. “Non sono come te, e allora?” aveva tentato più volte di sfogare la sua rabbia repressa, ma non aveva mai trovato il coraggio di esternare i suoi pensieri. Si teneva tutto dentro e lasciava che gli altri lo prendessero in giro. “Solamente altri dieci mesi, poi sarà tutto finito!” continuava a ripetersi. A una fermata dell’autobus salirono i ragazzi che Federico odiava più di tutti: il suo compagno di clas-se Lorenzo e la sua comitiva di amici. «Ehilà, frocione, chi si rivede!» lo salutò Lorenzo rubandogli la borsa a tracolla e aprendola. Quaderni, diario e astuccio caddero sul pavimento dell’autobus accompagnato dalle risate dei presenti. Federico gattonò lungo il corridoio del pullman per recuperare la sua roba ed era consapevole che, in quel momento, tutti gli studenti presenti lo stavano deridendo. «Guarda come stai bene col culo per a-ria! Ti sei allenato quest’estate?» lo derise un amico di Lorenzo. L’autobus fu di nuovo invaso da risa-tine malcelate. Dopo aver recuperato tutto, Federico tornò a sedersi. Fu in quel momento che vide un ragazzino diverso dagli altri: tutti lo


guardavano con ribrezzo, mentre gli occhi di quel ragazzo, piccoli oceani az-zurri nascosti tra ciocche ricce e bionde, esprimevano compassione. “Non l’ho mai visto prima quel ragazzo, forse è uno nuovo del primo anno! Perché mi sta guardando in quel modo? Perché non vuole essere come tutti gli altri?” Federico si perse nei pensieri fin quando l’autobus arrivò davanti alla sua scuola. Tutti scesero e perse di vista il ragazzo biondo, rapito dalla corrente della folla di studenti.

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Gli altri tre si erano addormentati. Solo Jacopo era sveglio e continuava a fissare le montagne ancora innevate che scorrevano veloci oltre il finestrino del treno. “La prima volta che ti ho visto era il mio primo giorno di liceo. L’autobus era colmo di studenti e veni-vi schernito da tutti; mi sono sentito così male…” La sua mente volava fino a oltre quarant’anni pri-ma… “Ti vedevo ogni giorno su quell’autobus, seduto sempre da solo. Lo ammetto, anche io avevo pau-ra di sedermi vicino a te perché, altrimenti, sarei stato etichettato come amico del frocio e la mia vita sociale ne avrebbe risentito. Sognavo di essere un ragazzo conosciuto ed apprezzato e tu saresti stato solamente un ostacolo. Mi ero accorto che mi osservavi sempre e, a volte, mi sentivo in soggezione. E-ro tentato di chiederti perché mi fissavi ma non potevo rivolgerti la parola, gli altri mi avrebbero nota-to. Non sapevo il tuo nome… Fino a quel giorno…” Jacopo distolse lo sguardo dal panorama e osservò Paola, poi Livio, entrambi addormentati. Poi guar-dò l’altro: era sveglio. Un brivido gli percorse la schiena e distolse lo sguardo.


“Era ricreazione ed ero con gli amici di mio fratello. Lui, Lorenzo, era noto in tutta la scuola e stare con lui e la sua comitiva mi avrebbe aiutato ad essere conosciuto nell’istituto. Quel giorno erano an-noiati. All’improvviso mio fratello aveva proposto: andiamo a vedere cosa sta facendo il frocione! e tutti avevano accettato. Ti trovammo in bagno mentre ti stavi lavando le mani. Lorenzo ti chiese: ti stai pu-lendo dallo sperma di quello che hai segato? Per la prima volta da quando ti avevo visto, rispondesti a tono. In quel momento sei stato forte e coraggioso. Sì, non ti è piaciuta la sega? gli ribattesti. Lorenzo, però, si incazzò per il tuo affronto. Ti spinse sopra un cesso e, aiutato da alcuni suoi amici, ti punì con pugni e calci.” Il treno si fermò in una stazione persa tra i monti abruzzesi. «Vado a fumarmi una sigaretta!» Jacopo sentì dire dall’unico compagno di viaggio ancora sveglio. Lo osservò allontanarsi lungo il corridoio del vagone. “Mentre ti picchiavano, mi sentivo una merda. Come potevo stare con quegli animali? Quando Loren-zo decise che poteva bastare, tu alzasti lo sguardo ed incrociasti il mio. Vidi nei tuoi occhi stupore, do-lore e tanta delusione…” Le ruote sui binari ripresero a muoversi cigolando. «Vaffanculo! Non mi hanno dato nemmeno il tempo di accendermi la sigaretta!» tornò inveendo l’altro.

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Federico non riusciva a credere a ciò che aveva visto. Il ragazzo biondo, che lo aveva guardato con tanta compassione quel giorno sull’autobus, faceva parte della compagnia di Lorenzo! “Sono stato un idiota a credere che provasse pietà di me!”


Dopo il suono della campanella, uscì da scuola e si recò alla fermata dell’autobus. Era dolorante in più punti, sicuramente gli sarebbero nati alcuni lividi. Ma si sentiva stranamente forte. “Per la prima volta ho risposto a Lorenzo!” esultò dentro di sé. L’autobus arrivò e Federico salì, sedendosi in un posto singolo. Tra le decine di studenti che salirono assieme a lui, notò anche il ragazzino, da solo. Non c’erano né Lorenzo né i suoi amici. “Devo farmi for-za, è da solo e lo voglio affrontare! È il più piccolo della comitiva, avrà quattordici anni, io ne sto per compiere diciotto!” Il biondino scese cinque fermate prima di quella di Federico, il quale trovò la forza per alzarsi e per scendere. Lo avrebbe fronteggiato per strada. Il ragazzo camminava a un’andatura molto sostenuta. Federico fu costretto a correre per raggiunger-lo e ciò non gli piaceva: la sua corsa effeminata lo avrebbe svantaggiato in quel duello tra uomini che aveva intenzione di sostenere. «Scusa! Fermati un secondo!» gridò. Il biondo si girò e Federico poté raggiungerlo. «Vuoi spiegarmi cosa ci trovate di tanto divertente nel deridermi?» esordì in un tono che voleva sem-brare cattivo ed arrabbiato, ma che appariva come un veloce berciare acuto di una donna in menopau-sa. «So di essere la vostra vittima preferita e non mi piace, ma ormai sono abituato e i vostri banali scherzi non mi feriscono più. Anzi, a volte mi diverto nel constatare che la stupidità umana non ha li-miti. Ma oggi avete superato il confine della mia pazienza: mi avete malmenato e ne subirete le conse-guenze!» Federico era fiero di ciò che era riuscito a dire. Stava affrontando un nemico. Certo, il più piccolo e il novellino della compagnia, ma era pur sempre un nemico. L’altro lo ascoltava attentamente, alla fine del discorso abbassò il


capo, rimanendo in silenzio. Federico capì di avere vinto. Si sentiva più forte. «Allora? Non hai da dire nulla? Siete proprio delle persone di merda; in gruppo vi credete imbattibili ma presi singolarmente non valete nulla!» «Io ero lì solo perché c’era mio fratello…» sussurrò il ragazzino. «Mi dispiace per l’inferno che ti fan-no vivere. Sono sincero… Oggi, dopo aver visto quello che sono stati capaci di farti, ho deciso di non stare più con loro…» Rialzò lo sguardo e Federico nei suoi occhi celesti capì che stava parlando since-ramente. Abbassò la guardia e, in tono più amichevole, chiese: «Chi è tuo fratello?» «Lorenzo…» rispose con voce flebile l’altro. Era palese che, in quel momento, si vergognava di essere parente stretto di uno stronzo come Lorenzo. «Mi dispiace per te» lo sostenne Federico. «Comunque piacere, io mi chiamo Federico!» si presentò infine sorridendo e porgendo la mano. «Piacere, io mi chiamo Jacopo!» rispose il biondo stringendogliela. Ripresero a camminare parlando amichevolmente, dirigendosi verso casa di Jacopo. Federico si stava allontanando da casa sua, ne era consapevole, ma per la prima volta da anni stava conversando con qualcuno senza sentire dentro quella sensazione di paura, di timore che l’altro lo stesse solamente prendendo in giro.

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Erano fermi ad Avezzano da quasi un quarto d’ora. Paola si era svegliata per andare in bagno, Livio continuava a sognare sul suo sedile, l’altro era riuscito a fumare la sigaretta. Finalmente ripartirono.


Jacopo continuava a restare seduto e ad osservare fuori dal finestrino. “Dopo le presentazioni, non me ne importai più della gente. Salivo sull’autobus e mi venivo a sedere vicino a te. Lorenzo andava in moto a scuola, perciò eravamo io e te. Eravamo insieme ogni giorno per mezz’ora massimo, tra andata e ritorno. Ma col tempo la nostra amicizia si era consolidata. Parlavamo di qualunque cosa e ridevamo. Mi accorsi di stare bene con te… Oh, Federico, è da un anno che non parlo con te… Ma questo San Valentino sarà diverso: per la prima volta non lo passeremo da soli. Ti ho portato delle persone da cono-scere, persone per me importanti e spero che tu non ti offenderai…” Osservò i suoi tre compagni di viaggio. Ne era sicuro, Federico non si sarebbe offeso.

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Il freddo dell’inverno appena sopraggiunto quella mattina gli attanagliava le membra. L’autobus, co-me sempre, giunse in orario e Federico poté ripararsi dagli artigli gelidi del vento. Si sedette e poggiò la sua borsa a tracolla sul posto accanto a lui per riservarlo. Era un’accortezza inu-tile, sapeva che nessuno, tranne Jacopo, si sarebbe seduto al suo fianco. Infatti, nessuno osò chiedere se quel posto fosse occupato. Quando Jacopo salì, spostò la borsa e lo fece accomodare. «Mi stavo congelando le palle!» esordì Jacopo alitandosi sulle mani. «Almeno le prossime due settimane le passeremo al caldo!» ribatté lui, essendo l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. «Giusto! A proposito, io per Natale vado in montagna con la mia


famiglia, torno a gennaio…» esclamò Jacopo. A Federico quella notizia non importava; dopotutto si incontrava con l’amico solamente su quell’autobus e, di sfuggita, a scuola durante la ricreazione. Quelle vacanze le avrebbe passate, come al solito, chiuso in casa assieme alla sua famiglia, gli unici oltre Jacopo che lo accettavano così come era. «Mi vuoi dare il tuo numero di cellulare?» continuò inaspettatamente Jacopo. «Così ti posso mandare un messaggio di auguri a Natale e Capodanno!». Quella richiesta sorprese Federico. Era forse un anno che nessuno gli chiedeva il numero di telefono. Era felicissimo e acconsentì. Dopo che si furono scambiati i numeri, Federico notò Jacopo guardarsi attorno. Nessuno li degnava di uno sguardo. «Posso chiederti una cosa?» azzardò Jacopo sottovoce. Federico annuì. «Sei veramente gay come di-cono tutti?» Era la domanda che assillava la mente di Federico da due o tre anni ormai. Lui stesso se la poneva sempre, ma non riusciva mai a dare una risposta. “Ho atteggiamenti femminei, me ne rendo conto, ma ciò non significa che sono gay! Ma mi è mai piaciuta una ragazza? No… Mi è mai piaciuto un ragazzo? No… Non so nemmeno io cosa sono…” Cosa avrebbe dovuto rispondere a Jacopo? Per la prima volta era in presenza di qualcuno con cui po-teva parlare liberamente, senza alcun timore di ritorsioni o derisioni. Poteva esporgli il suo dilemma. Scelse, invece, una risposta diversa: «No, non lo sono. Mi hanno etichettato come frocio solo perché, lo ammetto, non ho movenze mascoline. Ma non ci posso fare niente se sono mingherlino, glabro, ho la voce acuta e ho atteggiamenti più comuni tra le donne! Io so quello che sono!» Lo sapeva veramente? No, non lo sapeva, ma non poteva dimostrarsi tanto debole. Era in presenza di un ragazzo di quattor-dici anni, lui ne stava per compiere diciotto, col


suo amico doveva essere lui quello forte. Jacopo, alla sua risposta, lo guardò sorpreso. «Veramente? Sai, anche io credevo come tutti che tu fossi gay. Beh, non importa, meglio così!» “Meglio così…” concordò nella sua mente Federico. “Meglio così?” un altro pensiero ribatté. “Non lo so…” dovette ammettere con se stesso.

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«Siamo quasi arrivati!» Jacopo stava informando gli altri suoi compagni di viaggio quando il treno si fermò alla stazione di un paese lungo il fiume Pescara. Quella piccola cittadina risvegliò in lui altri ri-cordi: era dove la sua famiglia possedeva, un tempo, una casa per le vacanze. La memoria tornò all’or-mai lontano Natale 2013. “Avevo trovato il coraggio per chiedergli il numero di telefono. Il motivo non lo conoscevo nemmeno io, a quel tempo. Credevo fosse per continuare a coltivare quell’amicizia così strana… Passai le vacanze qui in montagna con tutta la mia famiglia. Ricordo che la mattina di Natale Federico mi aveva chiama-to per farmi gli auguri. Lorenzo, una volta terminata la chiamata, mi aveva chiesto chi fosse e io non gli avevo risposto. Non volevo far sapere a mio fratello che ero diventato amico del frocione, come lo chia-mava lui… “I miei genitori per Natale mi regalarono un cellulare nuovo mentre a Lorenzo una macchina, la sua prima auto. Era al settimo cielo. A capodanno, invece, chiamai io. Pur attraverso un telefono, riuscii a percepire la sua emozione. Era felicissimo del fatto che lo avessi chiamato io. Aveva finalmente capito che mi importava di lui.


“Tornammo a Pescara il 6 gennaio. Il giorno dopo sarei tornato a scuola, avrei rivisto Federico sul pullman. La mattina del 7 ero pronto per uscire quando Lorenzo mi si avvicinò dicendomi che sarei andato a scuola con lui in macchina. Provai a ribattere, ma con tono imperioso esclamò: tu d’ora in poi verrai a scuola con me e tornerai con me. Ringraziami perché, da quando ti siedi sull’autobus a fianco del frocione, la tua reputazione si sta rovinando. Credi forse che non l’abbia saputo? Alcuni iniziano a crede-re che anche tu sia gay ed io non lo posso permettere! Fui costretto ad andare con lui in macchina sia la mattina sia ad ora di pranzo. Quel giorno non ti rividi. Anche il giorno dopo Lorenzo mi costrinse ad andare con lui in macchina. Aveva paura che venisse anche lui etichettato come fratello di un frocio. Ma io non ero gay! O meglio… ero convinto fossi una persona diversa…” Il treno ripartì ed i ricordi rimasero in quella stazione. Jacopo abbassò le palpebre ed anche lui, lenta-mente, si addormentò.

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Quella mattina Federico avrebbe finalmente ripreso l’autobus e avrebbe incontrato Jacopo. Non era mai stato così voglioso di andare a scuola. Come al solito, si era seduto ed aveva occupato il posto al suo fianco. Ma, arrivati alla fermata di Jaco-po, non salì nessuno. Quel giorno a scuola non lo vide. “Forse oggi non è venuto. Pazienza, domani lo incontrerò…”


Il giorno seguente fu uguale: alla fermata Jacopo non salì. Gli mandò un messaggio sul cellulare, ma non rispose. Durante la ricreazione, si incamminò verso l’aula dell’amico. Lo trovò sul corridoio in compagnia di alcuni ragazzini suoi compagni di classe. «Jacopo!» lo chiamò. Il biondino si guardò attorno con circospezione, poi si staccò dal gruppo e gli venne incontro. «Ciao, Fede…» lo salutò. «Come mai non sei venuto con l’autobus?» gli chiese. Jacopo si osservò nuovamente attorno, poi spie-gò: «Fede, Lorenzo mi obbliga ad andare e tornare con lui in macchina perché, secondo lui, la nostra a-micizia sta rovinando la mia reputazione e, di conseguenza, la sua. Alcuni, mi ha riferito, vedendomi con te hanno iniziato a pensare che io sia gay!» «Fai come me, non te ne interessare!» Federico diede una pacca amichevole sulla spalla di Jacopo, pa-lesemente infelice. «L’importante è che tu sai cosa sei veramente!». «Non è così semplice…» sussurrò Jacopo. Il suono della campanella decretò la fine della ricreazione e Jacopo rientrò in classe. Mentre Federico si dirigeva verso la sua aula, rifletté sulla risposta dell’amico. “Perché per lui non è così semplice? Forse che anche lui non sappia cosa è veramente?”

I viaggi sull’autobus senza Jacopo tornarono ad essere silenziosi e monotoni. Federico non ce la face-va più, doveva incontrarsi con l’amico. Trovò il coraggio e gli mandò un messaggio in cui chiedeva se si volevano vedere quel pomeriggio. La risposta arrivò immediatamente. Federico lesse quasi ad alta


voce: «Devo prima finire di studiare, poi ok. Però non al centro, mio fratello sarà in giro da quelle parti e vorrei non farmi vedere da lui.» Federico gli propose di incontrarsi in un luogo che a lui stava molto a cuore, un posto quasi “segreto” in cui soleva ammirare il tramonto. Nel nuovo messaggio di risposta Jacopo appoggiò l’idea. L’autobus arrivò alla sua fermata. Federico scese e si diresse a casa, con il sorriso sulle labbra.

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Jacopo si risvegliò ed il treno continuava la sua corsa: il sole stava tramontando dietro il Gran Sasso colorando di rosso il cielo. Erano arrivati in città, poteva scorgere i primi palazzi ergersi ai lati della ferrovia. Quando passarono a gran velocità, senza fermarsi, attraverso una delle stazioni minori della città, Ja-copo ebbe un colpo al cuore. Ricordava quella stazione… “Fu la prima volta che ci incontrammo fuori dal contesto scolastico. Ti avevo pregato di incontrarci lontano dal centro in modo tale da non correre il rischio di essere visto da Lorenzo. Tu proponesti un luogo che, per te, era molto importante. Era il posto in cui guardavi i tramonti, proprio come questo che ora sto vedendo io. “Ci incontrammo qui, a questa stazione di periferia. Eri felicissimo di farmi conoscere la tua base ‘se-greta’. Quel pomeriggio era deserta, non c’era nessuno, esclusi noi due. Mi raccontasti le bizzarre vi-cende di barboni ed ubriachi a cui avevi assistito stando in quella stazione. Poi mi presentasti la tua migliore amica: una panchina metallica solitaria, dipinta di verde e in parte ormai arrugginita. Almeno due o tre volte a settimana mi siedo qui al


tramonto e, con le cuffie alle orecchie, mi lascio investire dai raggi del sole. E penso, penso, penso… A volte, quando ho la certezza che non c’è nessuno, parlo anche a voce alta perché spesso, non avendo amici, il mio unico compagno è me stesso! Mi confessasti. Ci sedem-mo sulla tua panchina aspettando il tramonto. “Quella fu solo la prima volta. Alla stazione ci incontrammo in molte altre occasioni, sempre aspettan-do il tramonto. Chiacchieravamo di qualunque cosa, ascoltavamo musica, osservavamo i treni passare spediti lungo i binari. “Un pomeriggio di fine gennaio ci incontrammo, come al solito, alle scale del sottopassaggio. Arrivasti in ritardo, anche se eri sempre puntualissimo. Un livido ti deturpava lo zigomo destro. Cosa ti è successo? Ti chiesi allarmato. No, nulla, mentre venivo sono scivolato e ho sbattuto contro il ciglio del marciapiede… Mi rispondesti. Sapevo che stavi mentendo. È stato Lorenzo, vero? Tu, sebbene preoccu-pato, annuisti. Credo lui sospetti che io ci stia provando con te! Mi spiegasti mentre ci dirigevamo alla fontanella vicino alla stazione. Ha detto che mi ha dato un assaggio di quello che mi farà se continuerò a provarci con te… Gli ho provato a spiegare che eravamo solo amici, ma nulla da fare. Ricordo che trat-tenni a stento le lacrime e quasi affondai le unghia nei palmi delle mani per quanto stavo stringendo forte i pugni. Avevo avuto la conferma che Lorenzo era un coglione, non poteva continuare a importu-narlo. Io ero libero di frequentare chiunque volessi! “Arrivammo alla fontanella e ti aiutai a bagnare il viso. Nell’accarezzarti il volto ebbi un fremito che dal braccio avvampò in tutto il corpo; non avevo mai sentito nulla del genere prima di quel momento. Osservai i tuoi occhi, neri come il carbone eppure così luminosi…” Quando, in una sinfonia di acuti stridenti, i freni riuscirono a fermare i vagoni, Livio si alzò e si sgran-chì la schiena. «Finalmente siamo arrivati!» bofonchiò sbadigliando. Fuori dal finestrino, Jacopo


osser-vava la stazione centrale della città. Paola si alzò, lo stesso fece l’altro. «Jacopo, andiamo!» esortò lei. Riprese la valigia e scese dal treno. Uscirono dalla stazione e si immersero nella città. “Fede, sono arrivato…”

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«Allora, cosa hai intenzione di fare per il tuo compleanno?» Federico dovette ascoltare per la decima volta quella domanda da sua madre. «Febbraio è già iniziato da una settimana, mancano solo sette giorni!» «Sì, mamma, lo so» rispose infastidito Federico «ma credo non farò nulla!» «Ma a diciotto anni si deve festeggiare!» ringhiò lei. «Mamma, ho un solo vero amico, gli altri li considero solamente conoscenti» provò a replicare. «Secondo te, la sera di San Valentino, preferiranno venire al compleanno di un compagno di scuola nemmeno troppo simpatico oppure sceglieranno di andare a festeggiare con i propri fidanzati e fidan-zate? La risposta è ovvia!» La madre lo guardò in silenzio. «Hai detto che un amico vero ce l’hai. Invita almeno lui, facciamo una piccola e tranquilla festa qui a casa!» propose lei. «Ci penserò…» concluse Federico. Non aveva voglia di discutere con sua madre perché già sapeva che lui non avrebbe festeggiato con nessuno. “Persino Jacopo preferirà passare San Valentino con qualche ragazza della sua classe. Dopotutto è un bellissimo ragazzo, non avrà problemi a trovare compagnia per quella sera…”


Pochi attimi dopo, il suo cellulare vibrò. Un messaggio di Jacopo. Lo aprì e lesse: Ciao Fede! Volevo sapere… ma per il tuo compleanno non organizzi nulla? “Il destino a volte ti gioca dei brutti scherzi…” pensò tra sé e sé. Gli rispose esattamente come aveva spiegato a sua madre. Ma, mentre scriveva, le parole della mamma si facevano spazio nella mente e duellavano con i suoi pensieri. “Un vero amico ce l’hai. Invita almeno lui!”… “Persino Jacopo preferirà passare San Valentino con qualche ragazza”… “Invita almeno lui!”… “Invita almeno lui!” Al termine della battaglia, Federico decretò il pensiero vincente. Ora bisognava solamente trovare il coraggio. “Dopotutto è stato lui stesso a chiedermi se facevo qualcosa per San Valentino!” Prese il cellulare e chiamò Jacopo. “Coraggio!” Tuuu tuuu. «Pronto?» «Jacopo! Ciao sono Fede… Volevo chiederti: per il quattordici febbraio hai impegni? Perché mia ma-dre mi rompe le palle che devo festeggiare per forza il compleanno…» «No, sono libero! Infatti per questo ti avevo chiesto se facevi qualcosa!» «Ah, però devi sapere che non inviterò nessun altro. Lo sai che non ho altri amici… Saremo noi due e i miei parenti. Quindi, se non te la senti di venire, posso capirti!» «Non ti preoccupare, ci sarò! Ora, scusami, ma devo tornare a studiare perché domani ho un compito. Ci sentiamo, ciao!» Tututututu. Federico rimase con il cellulare all’orecchio per almeno un minuto, anche se la chiamata era termina-ta. Non riusciva a crederci. “Verrà…”


Quella sera andò a dormire colmo di felicità. Ma, nel pieno della notte, un incubo lo assalì: mentre lui e Jacopo stavano festeggiando, la porta si apriva ed appariva Lorenzo, furioso e pronto a sfogare la sua rabbia su di lui. Anzi, su di loro… Si svegliò di soprassalto. Era grondante di sudore ed ansimava. “È stato solo un sogno… Anche se in realtà…”

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«Quando arriviamo all’albergo?» si lamentò Paola trascinando sia il bagaglio sia se stessa. «Quando arriviamo?» le fece eco Livio, anch’esso stanco. «È in fondo al corso!» li informò Jacopo continuando a camminare lungo la via, estasiato dagli odori, i suoni e le immagini familiari della sua giovinezza. «Ti ricorda qualcosa questa casa, Jacopo?» chiese il quarto compagno di viaggio indicando un palazzo. Jacopo si voltò e osservò l’edificio. «Come posso dimenticarla?» “Casa…” In quella casa aveva vissuto da quando era nato fin quando si era trasferito a Roma per andare all’università. Quelle mura lo ricordavano neonato, bambino, adolescente, ragazzo… “Domani a questa stessa ora saranno esattamente quarantaquattro anni… Avevo indossato la camicia e mi ero fatto aiutare da mia mamma per fare il nodo alla cravatta. Dài, diccelo con chi esci! Mamma e papà sono curiosi! insisteva la mamma. Io, ogni volta, alzavo le spalle e tacevo. Mi continuavo a guar-dare allo specchio, volevo essere perfetto. Fai conoscere la fortunata almeno al tuo fratellone! aveva tentato Lorenzo, ma senza risultato: non proferii parola. Quando, finalmente, fui pronto per uscire di casa, la


mamma mi rimproverò: quanto sei sgarbato! È San Valentino e non porti nemmeno un regalino alla tua ragazza? Come tutte le altre volte, alzai le spalle e rimasi muto. Il regalo ce l’avevo o, almeno, speravo di averlo… “Ricordo che nell’ascensore, mentre scendevo, mi accorsi di stare sudando per l’emozione. Mi guar-dai allo specchio e mi scrutai negli occhi. Non c’è più alcun dubbio, Jacopo! dissi ad alta voce al riflesso di me stesso. Ti sei innamorato di Federico!”

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Il citofono squillò. “È Jacopo…” Federico lo attese sull’uscio della porta e, quando arrivò sul pianerot-tolo di casa sua, Jacopo lo abbracciò. Fu un abbraccio inaspettato. «Auguri!» Lo fece accomodare e lo presentò ai suoi genitori e ai nonni. Quella sera Jacopo si era vestito molto e-legante con camicia e cravatta. Aveva persino cercato di dare un ordine a quel caos di ciocche bionde che gli coprivano la fronte e, spesso, anche gli occhi. «Bene, siamo tutti, possiamo iniziare a mangiare!» sentenziò sua madre invitando i presenti a sedersi attorno al tavolo da pranzo. «Federico, potresti aiutarmi un attimo in cucina?» Lasciò Jacopo in balìa dei nonni ed andò in cucina da sua mamma. «Ma è molto più giovane di te!» esordì lei sottovoce. «Sì lo so, ma è l’unica persona che abbia mai voluto parlare con me!» replicò prontamente. «Comunque, non importa» concluse sua madre sorridendo. «È


solo che, vedendolo per la prima volta, sono rimasta spiazzata: me lo immaginavo della tua età. Ma l’importante è che la sua amicizia per te sia sincera e viceversa per lui! Ora, aiutami a portare questi vassoi!» “Amicizia sincera…” La cena fu tranquilla e gustosa. Il pasto colmò nella torta di compleanno con diciotto candeline che Federico dovette spegnere soffiandoci sopra. «Su, Jacopo, vai vicino a Federico che vi faccio una foto!» incitò sua madre. Si fecero la foto insieme dietro la torta di compleanno. Federico notò che Jacopo aveva passato la maggior parte della serata con il sorriso stampato sul volto. Era felice che l’amico non si fosse sentito “fuori posto” o che non si fosse annoiato. Terminata la cena, i nonni tornarono al piano di sopra, nel loro appartamento. I genitori, invece, si prepararono per uscire. «Federico, spero che hai passato un buon compleanno. Ora noi andiamo a festeggiare San Valentino in un locale, spero che non ti dispiaccia!» chiese la madre indossando il cap-potto. «No, mamma, non ti preoccupare» ribatté Federico. «Anzi, grazie della festa! Ora è vostro diritto an-dare a festeggiare!» «Voi uscite?» chiese il padre. Federico guardò Jacopo ed entrambi alzarono le spalle. Non aveva la mi-nima idea di cosa avrebbero potuto fare. «Beh, se uscite, ricorda di chiudere bene a chiave la porta!» concluse. Federico salutò i genitori, i quali salutarono Jacopo e lo ringraziarono della partecipazione. Quando la porta si chiuse, Federico guardò Jacopo. Erano da soli a casa la notte di San Valentino e lui non aveva idea di cosa fare. «Vuoi giocare alla playstation?» propose. Jacopo alzò le spalle e accennò timidamente con il capo. Fe-derico si fece seguire fino alla sua camera da letto ed accese il televisore e la console. «Siediti pure sul letto e scegli il gioco, nel frattempo cerco il secondo


joystick!» Dopo averlo trovato tra alcuni libri ammucchiati sulla scrivania, Federico si sedette sul letto al fianco di Jacopo. Notò che l’amico stava sudando. «Beh, hai scelto il gioco?» chiese. Jacopo si grattò dietro il collo e disse con voce lievemente tremolan-te: «Non ti sei offeso che non ti ho fatto alcun regalo?» «Non te ne sei reso conto, ma venendo al compleanno mi hai donato il regalo più bello che mi sia mai stato fatto!» Federico era sincero. Lui si accontentava di ciò, era già felicissimo così. Sorrise all’amico e lui rispose con un sorriso ancora più solare. «In verità io un regalo per te ce l’ho!» rivelò Jacopo. «Però devi chiudere gli occhi perché lo devo an-dare a prendere!» Federico non voleva altro dall’amico, ma era curioso di scoprire cosa si era inventato per farlo essere ancora più felice di quanto non lo fosse già. Fece come gli aveva detto e chiuse gli occhi. «Va bene!» Passarono alcuni secondi. Federico era nel buio e nel silenzio. “Che cosa mai avrà potuto regalarmi? Sicuramente è qualcosa di piccolo che teneva in una tasca della giacca perché quando è entrato non portava nul…” Qualunque pensiero si congelò all’istante quando sulle labbra Federico sentì la carezza umida di altre labbra. Spalancò gli occhi: poteva solo immergersi nei profondi occhi semichiusi dell’amico. “Amico?” Nella testa gli rimbombava il ritmico battito del suo cuore. Senza alcun pensiero, socchiuse anch’egli gli occhi e si lasciò trasportare. Rispose al bacio aprendo leggermente le labbra ed inclinò il capo. Jaco-po lo accarezzò sulle spalle, continuando a baciarlo. Federico chiuse completamente gli occhi, inebria-to da quella sensazione


così adrenalinica e spalancò la bocca, accogliendo la lingua di lui che si andò ad intrecciare con la sua. Dai movimenti del letto, Federico capì che Jacopo si era avvicinato. Le sue mani lo accarezzavano sulle spalle, sul petto, lungo la schiena… entrarono nella maglietta ed i brividi di piacere lo fecero tremare. Le mani di Jacopo tornarono sul petto e lo spinsero. Federico si ritrovò adagiato sul letto supino e Jacopo con grazia salì su di lui. Le loro labbra, le loro lingue, i loro menti, i loro petti, i loro ventri erano a contatto. Federico si era reso conto di essersi eccitato e, quando Jacopo salì su di lui, capì che anche l’amico lo era: i loro rigonfiamenti erano a contatto. Il bacio si fece sempre più profondo, una mano di Jacopo scese fino ad accarezzare l’ombelico. Le dita continuarono a scendere e i polpastrelli si infilarono sotto l’elastico delle mutande… In quel momento, nella mente di Federico riaffiorarono le parole di Lorenzo: ti ho dato solamente un assaggio di quello che ti farò se continuerai a provarci con mio fratello! Gli tornò in mente anche l’incu-bo dell’altra notte: lui e Jacopo festeggiavano e Lorenzo sopraggiungeva aprendo la porta e sfogando la sua rabbia su entrambi… «No, Jacopo, fermati, non possiamo…» Federico si staccò dal corpo di colui che fino a pochi secondi prima aveva considerato un amico. «Tuo fratello… se venisse a scoprire tutto… per noi…» «Non ti preoccupare, mio fratello è un idiota e, se succederà, lo affronterò io per tutti e due!» lo rassi-curò Jacopo. «Ora tranquillo, pensiamo a festeggiare questo compleanno… e questo San Valentino!» Jacopo tornò a distendersi su di lui. Voleva spostarlo, farlo smettere, ma il suo corpo non rispondeva. Le paure di Federico erano contrastate dal suo stesso corpo, pronto ad accogliere l’altro.


Un nuovo ba-cio fece dissolvere anche i timori più profondi. Con tutte e due le mani, Jacopo gli afferrò la maglietta e la sfilò. Accarezzò i capezzoli duri e poi li ba-ciò con dolcezza. Federico non riuscì a trattenere un gemito di piacere. “Non possiamo… Lorenzo…” le paure stavano ancora combattendo, ma la vittoria dell’istinto era prossima. Le mani di Federico agguantarono la cravatta di Jacopo e la sciolsero. Poi, con calma, apriro-no ogni bottone della camicia e, in pochi secondi, Federico si ritrovò di fronte la magnifica visione di un busto muscoloso e snello. La pulsione a baciare quei pettorali così ben definiti fu incontrastabile e Federico cedette. Prese l’amico per i fianchi e immerse la testa nel suo torace, odorando il profumo del suo sudore e lambendo i capezzoli rosei. Continuando a baciare quel corpo angelico, Federico scese fin quando si ritrovò a leccare l’ombelico. A quell’altezza, il suo naso iniziava a percepire lievemente l’odore del sesso di Jacopo. Inspirò a pieni polmoni e si inebriò di quel profumo. Con il capo scese ancora di più, fin quando non ebbe di fronte il rigonfiamento sui jeans. Con le dita lo sbottonò ed abbassò la cerniera. Infine, con un movimento deci-so, calò sia i pantaloni che i boxer. Di fronte agli occhi di Federico svettava un cazzo non eccessivamente grande ed abbastanza sottile, ma a lui non importava. In quel momento, era il panorama più bello che il suo sguardo potesse anela-re. Inspirò nuovamente e l’odore pungente ed acre dei soffici peli pubici biondi e ricci, che fungevano da criniera a quel pene così magnifico, lo fece quasi impazzire. Con una mano lo prese e lo condusse nella sua bocca. Entrambi furono attraversati da un brivido. Jacopo iniziò ad emettere alcuni versi strozzati, mentre Federico assaporava con la lingua ogni centimetro del cazzo che aveva in bocca. Si lasciò strusciare la cappella turgida sul palato e spinse sempre più in


profondità, cercando di trattenere i conati. Aiutan-dosi con il collo, aumentò il ritmo fin quando Jacopo lo fermò. Dallo sguardo, Federico capì che Jacopo voleva cambiare. Era arrivato il suo turno. Rimanendo supino, Federico osservò l’altro togliergli i pantaloni. Era talmente eccitato che dall’ela-stico degli slip fuoriusciva la punta della cappella. Quando Jacopo la notò, si avventò con una mano su di essa e gli afferrò il cazzo. La presa fu violenta e Federico si irrigidì, ma i movimenti di polso succes-sivi, lenti e regolari, lo fecero nuovamente rilassare. Chiuse gli occhi, assaporando ogni istante. Dopo un minuto, Jacopo decise di togliergli le mutande e prese il pene in bocca. Lo leccò in ogni suo punto, Federico scoprì che provava maggior piacere quando la lingua gli sfiorava il frenulo. Era in e-stasi, non riusciva a pensare a nulla. Jacopo interruppe il pompino solamente per leccarsi le dita della mano destra, poi riprese il lavoro. Mentre andava avanti e indietro con il collo, con le dita umide accarezzò l’ano di Federico. “Non ha mi-ca intenzione di…” Non fece neanche in tempo a terminare il pensiero che sentì un dito entrare lenta-mente dentro di lui. Era una sensazione strana, ma non di dolore. Improvvisamente le dita divennero due e in seguito tre. A quel punto, Federico avvertì un leggero dolore, ma era pienamente compensato dal piacere che l’altro gli stava regalando con il lavoro di bocca. «...Posso?» azzardò Jacopo togliendo le dita dall’ano. Federico non sapeva cosa rispondere… Non sta-vano forse andando troppo velocemente? Immerso com’era nei suoi pensieri, Federico neanche si accorse di essersi voltato. Era prono sul letto, le gambe aperte e il sedere pronto ad accogliere il pene dell’altro. Jacopo si distese sulla sua schiena, baciandogli le vertebre fino all’osso sacro. Federico chiuse


gli occhi. Sentiva solamente i loro respiri ansanti e il forte odore acre dei loro sessi e del sudore. Poi, quasi improvvisamente, sentì il cazzo di Ja-copo bussare alla porta del suo retto. Con un leggero colpo d’anca entrò e, adagio, penetrò sempre più a fondo. Federico non sentì quasi nessun dolore. Il cazzo fine di Jacopo aveva il vantaggio di poter entrare con più facilità. In breve sentì dentro di lui la cappella estranea grattare avanti e dietro lungo le pareti ret-tali. Ogni colpo era un fremito di piacere. Entrambi gemevano senza più alcun controllo. Jacopo lo sta-va montando e, nel frattempo, con la mano gli ricambiava il favore con una sega a ritmo coerente con quello del suo bacino. Quando Jacopo aumentò il ritmo sia con l’anca che col polso, Federico capì di aver raggiunto il limite. «Ja… Jacopo..!» urlò mentre schizzava fiotti copiosi di sperma sulle lenzuola. L’altro continuò ancora per pochi secondi, poi Federico sentì fluire dentro sé qualcosa di caldo. Jacopo gli era venuto dentro! Si buttarono sul letto esausti, l’uno al fianco dell’altro. «Era un regalo di compleanno o di San Valenti-no?» chiese sottovoce Federico. Jacopo rise e si avvicinò al suo orecchio sussurrando: «Ti amo!»

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«Finalmente un letto!» esclamò Livio buttandosi sul materasso della loro camera d’albergo. Jacopo e-ra seduto sull’altro lato. «Oggi sei stato pensieroso tutto il giorno…» disse Livio notando lo sguardo assente di Jacopo. «Sì lo so, scusami, ma a San Valentino riaffiorano ricordi antichi…»


«Ora pensa a dormire. Domani sarà un grande giorno, finalmente Federico mi conoscerà!» «Sì, hai ragione. Buonanotte!» Jacopo spense la luce e si distese nel letto. Al suo fianco, in pochi minu-ti, Livio venne traghettato nel mondo dei sogni. Lui, invece, rimase a fissare il muro. “Federico… Quel San Valentino è un ricordo indelebile per me. A volte vorrei che i ricordi si fermas-sero lì e non andassero oltre. Anche se i giorni dopo quella notte così fantastica sono stati a loro volta magnifici e colmi d’amore e passione, vorrei dimenticarli… “Quanto vorrei ritornare indietro nel tempo e far sì che, quella mattina del 20 febbraio, non avessi di-menticato il cellulare incustodito in camera… Lorenzo era nel suo letto quando il mio cellulare aveva vibrato. Incuriosito, aveva preso il telefono: era un tuo messaggio. Anzi, ancora peggio, era uno dei tuoi messaggi molto dolci a cui avevi allegato la foto che tua madre ci aveva fatto al tuo compleanno! “Quando tornai in camera, Lorenzo mi buttò sul letto e mi tirò un pugno dritto in faccia. Con un solo colpo mi ruppe il naso. Cosa avevo detto io? mi urlò mentre sanguinavo. Non ti dovevi più vedere con quel frocione! Ed ora cosa scopro? Che non solo ho un frocione in classe, ma ne ho un altro in casa! Ma io lo so, è tutta colpa di quello stronzo, lo avevo avvertito, glielo avevo detto! Non ha seguito i miei consigli, ora subirà le conseguenze! Lorenzo era furioso ed uscì di casa. Provai a fermarlo, ma il dolore al naso mi fece svenire…” Con quei ricordi orribili, Jacopo si addormentò.

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Federico era riuscito a sentire Jacopo. Si erano dati appuntamento al solito posto della stazione, an-che se stava piovendo. Quando Jacopo arrivò, Federico non trattenne le lacrime. La vista dell’amato con una fasciatura che gli copriva il naso ed il resto del viso chiazzato di lividi era troppo per lui. Lo provò ad abbracciare ma non ce la fece. Aveva un braccio ingessato e alcune costole incrinate. «Lorenzo ha sorpassato il limite!» gridò con rabbia Jacopo. «Non ha importanza ora, andiamo alla nostra panchina!» propose Federico. Sotto la pioggia i due a-manti erano seduti l’uno al fianco dell’altro, aspettando un tramonto che le nuvole non avrebbero permesso di ammirare. «Lo affronteremo insieme!» continuò Jacopo. «Non ha importanza…» ripeté Federico. Nella mente aveva ancora le parole di Lorenzo quando lo a-veva raggiunto, pazzo d’ira. Ti sei fatto mio fratello, hai rovinato la sua vita! Ed ora io rovinerò la tua, frocio di merda! ripeteva mentre lo buttava a terra e lo riempiva di calci. Federico guardò l’orologio al polso e scrutò verso sud-ovest. «Che cerchi?» domandò Jacopo. «Non ha importanza…» rispose Federico. Jacopo lo accarezzò sul viso. «Che ti succede? Sei strano… Cosa ti ha detto Lorenzo?» «Non ha importanza…» ridisse Federico. Guardò l’orologio nuovamente. Trasformerò la tua vita in un inferno! Ti farò soffrire come tu hai fatto soffrire me! Calci in faccia… sul torace… La panchina iniziò leggermente a vibrare. Con il braccio sano, Federico accarezzò i biondi capelli di Jacopo. «Solo una cosa ora ha importanza… Mi daresti un bacio?» chiese.


Jacopo sorrise. «Che domande fai? Certo!» Si sporse verso di lui e le loro labbra si incontrarono. Trasformerò la tua vita in un inferno! Inferno! Inferno! Inferno! INFERNO! Apparve una luce a sud-ovest. Federico si alzò dalla panchina, continuando ad accarezzare il volto di colui che amava. «Ti amo…» Inferno! Inferno! Inferno! La luce era più forte. Il terreno iniziò leggermente a tremare. Un rombo grave si espanse nell’aria. Inferno! Federico chiuse gli occhi e sussurrò: «Treno, portami in Paradiso!» Raccolse le forze e si fiondò sui binari proprio quando transitò il treno che stava attendendo. Prima dell’impatto riuscì solo a sentire un grido disperato di Jacopo. “Ti amo, Jacopo, ti amerò per sempre… Tu, invece, dimenticami affinché la tua vita non divenga un inferno come la mia…”

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«Eccolo, Federico è lì!» esclamò Jacopo indicando una lapide. I quattro viaggiatori si avvicinarono. Sulla lastra di granito giganteggiava una foto del giovane Federico sorridente. Sotto il nome e le date di nascita e di morte, un’iscrizione: Portami in Paradiso, le sue ultime parole, il suo ultimo desiderio. “Sono sicuro che è stato esaudito ed ora tu, dall’alto, vegli su di me…”


Jacopo aprì la busta che aveva portato con sé e tirò fuori un mazzo di fiori. Poi, tirò fuori un tortino di cioccolato a forma di cuore con una candelina, che accese. Poggiò tutto sulla tomba. «Ciao Fede, buon compleanno!» esclamò ad alta voce. Jacopo sapeva di non parlare da solo perché lui, da qualche parte, lo stava ascoltando. «Oggi ti ho portato un amico per me molto importante, spero stia simpatico anche a te. Si chiama Livio, è questo vecchietto canuto alla mia sinistra!» rise indicando Livio, il quale con gli occhi lucidi provò comunque a rispondere alla risata. «Te l’ho voluto presentare perché è da quasi un anno che l’ho conosciuto. Non ci crederai mai, ma ci stiamo per sposare! Due sessantenni in matrimonio, non ti fa ridere?» Jacopo mostrò alla foto di Fede-rico l’anello al dito. «Però volevo prima fartelo conoscere ed anche lui voleva prima conoscere te!» In quel momento Livio non si trattenne più ed esplose in un pianto. Jacopo, per calmarlo, lo baciò. Poi guardò dietro di sé, dove erano fermi Paola e il quarto compagno, che stava piangendo talmente tanto da doversi sorreggere alla donna. «Ah, un’altra cosa ti volevo dire!» sussurrò nuovamente rivolto alla foto di Federico. «Non so se hai notato dietro di me… Abbiamo vinto, Fede! Abbiamo vinto noi!» «Su, Lorenzo, se continui così ti sentirai male!» stava dicendo Paola all’anziano in preda a una crisi. «Mi dispiace… Mi dispiace!» balbettava Lorenzo tra i singhiozzi. Si buttò su Livio, che lo abbracciò. «Ti supplico, fai in modo che mio fratello sia sempre felice perché già per colpa mia ha conosciuto troppa tristezza… ti supplico!» gridava Lorenzo piangendo sulla spalla del compagno di Jacopo. «Te lo prometto, lo farò!» rispose Livio.


«Ti prego, Livio, aiutami a portare mio marito fuori da qui!» pregò Paola tenendo sotto braccio il co-niuge. Livio annuì ed aiutò Paola ad accompagnare Lorenzo fuori dal cimitero. Jacopo si trattenne an-cora un po’ con Federico. Quando fu ora di andare, Jacopo salutò la foto del suo primo amore con la mano. «All’anno prossimo Fede! Ancora buon compleanno e… buon San Valentino!».

Al cancello d’ingresso del cimitero lo attendeva Livio, seduto su una panchina. Jacopo si sedette al suo fianco. «Scusami se ti ho fatto passare il nostro primo San Valentino in un cimitero…» «Non ti preoccupare, anche Federico aveva bisogno di festeggiare» rispose Livio abbracciandolo. «E poi, abbiamo ancora tempo per festeggiare tra di noi!» Si abbracciarono e si baciarono intensamente, come se fossero ancora due ragazzi. «Buon San Valen-tino, Jacopo, ti amo!».


LGBT NEWS UNA PANORAMICA GENERALE In questo lungo periodo di nostro silenzio, il mondo si è fermato e molto è successo per la comunità LGTB. Innumerevoli sono stati i casi di violenza e le discriminazioni, ma ci sono stati alcuni importanti spiragli. Dalla comunità internazionale, scalpore destò a dicembre la riabilitazione della memoria di Alan Turing. Il genio della matematica e padre del computer, si tolse la vita a causa dell’arresto per omosessualità. La pena che dovette subire fu la castrazione chimica che, tra l’altro, gli causò lo sviluppo del seno. Ciò che dovette subire, oltre alle denigrazioni pubbliche, lo portarono a togliersi la vita. A quasi 60 anni dalla morte del matematico, la regina Elisabetta II gli ha dato la grazia postuma. A far da contorno a questa notizia, è stato l’aumento dei paesi in cui è possibile sposare persone dello stesso sesso. Mentre nel mondo succedeva questo, anche in Italia ci sono state varie novità. A novembre il tribunale di Bologna ha dato in affidamento temporaneo una bambina di 3 anni ad una coppia omosessuale. Questo ci riempì i cuori di speranze, ma anche un po’ d’amaro in bocca. Infatti si trattava di un affidamento “temporaneo” e non definitivo. Stavamo già disperando, viste anche le notizie che giungevano dalle stanze del potere, che di approvare una legge contro l’omofobia non ne avevano manco iniziato a parlare, quando da una città insospettabile, Palermo, arriva la notizia tanto aspettata. A metà gennaio, infatti, il tribunale di Palermo ha dato in affidamento definitivo un ragazzo di 16 anni ad una coppia omosessuale. Era una notizia stupenda che ci fece sognare un futuro senza intoppi. A “rovinare” tutto, ci pensò un servizio di Lucignolo (ndr noto


programma televisivo su Italia1) che mostrò agli italiani come anche solo camminare mano nella mano produceva insensati moti d’odio nei passanti. Sappiamo che l’Italia non è tutta così, ma di sicuro non ci aiutavano queste notizie. Nonostante queste notizie, dal Governo Letta non è arrivata alcuna novità in materia di unioni civili e di legge contro l’omofobia. Per contro, mentre Roma restava immobile, a Torino venivano fatte nuove concessioni, tra cui la possibilità di tumularsi insieme ( sì, è macabra come cosa ma è un pur sempre una nuova concessione). E questo ci porta agli ultimi giorni: Letta si è dimesso e al suo posto è salito Renzi. Che questo possa cambiare qualcosa? In realtà… no. A gennaio il leader PD ha aperto ad Alfano, affermando di non prevedere nel patto di coalizione alcun riferimento a matrimoni ed adozioni gay. L’ormai ex Sindaco di Firenze, propone un ordinamento simile a quello tedesco, che prevede il riconoscimento delle unioni civili, dando simili diritti a quelli contratti col matrimonio. “La via dell’inferno è lastricate da buone intenzioni” proclama un vecchio detto, quindi non teniamo troppo in considerazione le affermazioni del neopremier, che cambiano con il vento. In ogni caso i movimenti gay non si danno per vinti e continuano a proporre nuove norme, nella speranza che vengano portate in Parlamento. Ma a donarci il sorriso ci pensano i The Jackal, noto gruppo di youtubers napoletani, che intervistano dei bambini e chiedono loro cosa pensano dell’amore gay, dando quasi tutti risposte positive, che fanno pensare: forse gli adulti dovrebbero iniziare ad ascoltare i bambini?

Sochi 2014, le Olimpiadi più contestate della storia. Da quando Mosca ha firmato la legge contro la propaganda gay difronte a minori, un putiferio si è scatenato nel mondo. Innumerevoli sono state le proteste che hanno portato al boicottaggio, da parte di alcuni capi esteri come Obama e Hollande,


delle olimpiadi invernali di Sochi. Numerosi atleti si sono rifiutati di andare a disputare le olimpiadi, altri, invece, ci sono andati con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica. Esemplare è stata la scelta degli Stati Uniti che hanno deciso di inviare come accompagnatori due sportivi LGTB. In Italia forte è stata la tensione delle organizzazioni gay-friendly, che puntavano al boicottaggio del presidente Letta o, almeno, di mostrare pubblicamente il suo dissenso. Mentre nel Bel Paese si rimuginava sul da-farsi, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, dice alla stampa: “Il mondo si sollevi contro gli attacchi ai gay”. Queste parole sono risuonate nelle orecchie di Putin che ha subito messo in chiaro che la legge vieta solamente di avere comportamenti “poco appropriati” dinanzi a minorenni. E in cosa consistono questi comportamenti? A quanto pare anche tenere un ventaglio arcobaleno con la scritta “GAY È OK”. È ciò che è capitato al noto transessuale italiano Vladimir Luxuria (ndr un'attivista, scrittrice, conduttrice televisiva, attrice, autrice teatrale ed ex politica italiana). Appena la notizia è giunta a casa, il partito di Nichi Vendola (ndr presidente della regione Puglia, segretario di SEL, nonché pubblicamente omosessuale) ha fatto attivare l’unità di crisi della Farnesina, che, con il Ministro Bonino, ha subito fatto sapere che avrebbe fatto di tutto per la scarcerazione della donna. La mattina del 17 febbraio, si viene a sapere della scarcerazione dell’ex politica, che afferma di voler manifestare ad una partita di Hockey. In Italia, la notizia, causa non poco clamore, che induce Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, a proporre a Renzi Vladimir Luxuria come ministro delle pari opportunità. Ma nella storia sappiamo che ci sono spesso ossimori, tanto che giungono al mondo le immagini di Putin che abbraccia l’atleta gay dell’Olanda, Irene Wüst. Ovunque nel mondo sono state fatte manifestazione pro-gay. come la registrazione dell’inno russo cantato solo da coppie omosessuali o la canzone di Annie (ndr cantante norvegese) “Russian Kiss” che parla dell’amore omosessuale e nel cui video


compaiono omosessuali intenti a baciarsi. Siamo certi che queste olimpiadi non passeranno alla storia solo per i successi di Zoeggeler, ma quanto per le contestazioni internazionali e per chissà cos’altro. Dopo tutto, le olimpiadi si chiuderanno il 23 LA SITUAZIONE POLITICA La guerra fredda è terminata nel ’89, ma a quanto pare il mondo è ancora diviso in blocchi, almeno per quanto riguarda i diritti. E i due principali contendenti sono sempre gli storici rivali: Usa e Russia. Il Senato americano ha infatti approvato l’Enda (Employment non discrimination Act) con 64 voti a favore e 32 contro. Quest’emendamento è un passo storico per i movimenti gay americani e mondiali. Fino a questo momento in America ( e nel resto del mondo occidentale) un datore di lavoro può decidere di licenziare dei dipendenti perché facenti parte della comunità LGTB. Con l’Enda, almeno in America, questo diventa illegale. Lo stesso presidente Obama ha detto : "E' una decisione che spinge l'America verso la realizzazione dei nostri ideali di libertà e giustizia. Chiedo alla Camera di votare quel testo e inviarlo alla mia scrivania in modo da trasformarlo in legge". La problematica principale è infatti la Camera, composta in prevalenza da repubblicani, i quali sono in maggioranza contrari all’emendamento. In questo stesso periodo Mosca fa da cornice a Miss Universo. Il coduttore, Thomas Roberts, noto omosessuale, è arrivato nella città con il suo compagno, con il quale è sposato dal 2006. Appena sceso nella capitale russa, il conduttore ha detto: “La legge russa segna un capitolo buio nella storia dei diritti per lesbiche, bisessuali, gay e transgender".


Il governo russo ha varato una legge contro la propaganda omosessuale e proprio contro questa Roberts si è posto, affermando di aver accettato l’incarico nel tentativo di “rendere gli omosessuali più visibili”. Il concorso di bellezza non è l’unico problema in casa Putin. L’Eurovision, celebre contest musicale europeo, ha minacciato l’esclusione della Russia dall’elenco dei partecipanti. "Abbiamo deciso di fare questo passo perché alcune delegazioni sono seriamente preoccupate per questioni di sicurezza", ha detto Thomas Schreiber, che rappresenta la Germania nel comitato organizzatore. Anche la Svezia rema contro la Russia, affermando l’astensione futura dei suoi concorrenti nel caso in cui il contest si svolgesse a Mosca. E mentre i due blocchi storici si scontrano, l’Italia, come durante la guerra fredda, continua ad avere una posizione non ben definita. Mentre la legge contro l’omofobia è impantanata al Senato, a livello locale ci sono due grosse novità. Il Sindaco di Roma, Marino, ha affermato: “A Roma avremo il registro delle unioni civili, presto. Ci sarà una apposita delibera subito dopo l'approvazione del bilancio”. Poi afferma: "L'Italia è terribilmente indietro sulla questione dei diritti delle persone, siamo lontani come la Grecia". Poi fa una riflessione sul suo partito: “Molti, a sinistra, hanno paura della parola matrimonio, a me non fa per niente paura". Ma lui si dice da sempre a favore, tanto da appoggiare anche le adozioni: “Qualche hanno fa avrei avuto perplessità ma poi all'estero ho conosciuto amici di mia figlia cresciuti in famiglie con genitori dello stesso sesso, tutti ragazzi felici, e ora non avrei alcun problema. ma sono temi che vanno regolati a livello nazionale". L’altra novità avviene a Bologna, dove il Tribunale dei minori ha concesso l’affidamento temporaneo di una bambina di 3 anni ad una coppia


gay. Una sentenza simile fu emessa anche a Milano, dove a una madre divorziata fu concesso di tenere la figlia, nonostante avesse una compagna. Questa sentenza è ancora più sensazionale poiché la piccola non ha alcun legame di parentela con i due. Tutto inizia il dicembre scorso, quando il Centro per le Famiglie e il Polo Sociosanitario hanno convenuto che la coppia omosessuale fosse quella più idonea per le necessita della piccola e, d'intesa con i genitori, hanno iniziato a farla incontrare la coppia gay: il feeling si è rivelato subito eccellente e a febbraio di quest'anno la bimba si è trasferita a convivere con loro. Come prassi il Polo ha poi fatto una dettagliata relazione al Giudice Tutelare di Parma, che ha ratificato la scelta. Tutto ottimo, fin quando il Procuratore del Tribunale per i minorenni di Bologna ha fatto ricorso contro questa decisione. Dopo nuovi accertamenti il Tribunale ha confermato la scelta, rigettando il ricorso. Ovviamente questa storica sentenza ha portato numerose reazioni nel mondo politico. Prime fra tutti quella dei deputati di Scelta Civica Gian Luigi Gigli e Mario Sberna: "Evidentemente mancavano famiglie vere cui affidare la piccola. Se davvero è così, per aiutare la piccola a crescere serenamente mettiamo a disposizione le nostre rispettive famiglie, in ognuna delle quali potrà trovare una madre, un padre e cinque fratelli con cui giocare. In caso contrario vorrà dire che certi giudici di Bologna stanno solo facendo politica, per promuovere a famiglia ciò che famiglia non è e non potrà mai essere". Subito la risposta indignata di Flavio Romani, presidente Arcigay: "E' una dichiarazione allucinante. Se il giudice doveva scegliere tra questi due uomini e la famiglia di Scelta Civica, ha scelto per il meglio... Non ho parole". Romani fa notare


anche che "quanto successo a Bologna dovrebbe essere normale, non dovrebbe essere neanche una notizia, al contrario di quanto invece succede in Italia. Il tribunale ha fatto un passo importante, con la decisione che ha preso ha detto che la bimba può essere affidata a persone che fanno coppia stabile, che si trovano in una famiglia. Inserita pur in modo temporaneo troverà qui sicurezza, amore, ciò di cui ha bisogna per crescere bene. Lei poi questa coppia la conosce già. Lei non sarà traumatizzata. L'affido ai single non è una novità, come pure a coppie non sposate. E credo già ci siano stati casi di affidi a coppie gay su cui però non si sono accesi riflettori". Tra le varie voci del coro non poteva mancare quella di Giovanardi, ex sottosegretario con delega alle Politiche familiari. "Colpisce il disprezzo che servizi sociali e magistrati minorili dimostrano verso il diritto di quel minore ad avere sia pure temporaneamente il riferimento ad una famiglia con un padre ed una madre”. Dello stesso parere Matteo Salvini, vice-segretario federale della Lega Nord: "E' assurdo, pare davvero ci sia qualcuno che vuole un mondo alla rovescia. Tutto questo avviene - sostiene l'europarlamentare - quando le coppie, quelle 'banali' e composte da uomo e donna, aspettano anni e spendono cifre folli per un'adozione o un affido. C'è qualcuno che vuole un mondo al contrario, ma io non mi arrendo: Tradizione, Identità e Comunità sono il futuro". Fuori dal coro dei no Sel, che con Alessandro Zan afferma: "Ormai fa parte della vita di tante coppie gay e lesbiche avere figli. Chi non se ne accorge è la politica, che anche questa volta con i soliti volti si scaglia contro l'avanzamento dei diritti. E tra questi irrompe Salvini, con i suoi slogan da duro. Ma ormai la Lega anche in Parlamento ci ha abituati alle sue invettive anti gay, queste sì assurde. Resta però un fatto che diventa sempre più urgente, vale a dire che la politica deve saper legiferare sulle coppie omosessuali, riconoscendo il diritto al matrimonio e all'adozione. E' ora che in Italia ci siano diritti certi e che si esca dall'anonimato giuridico per milioni di gay e lesbiche. Sul matrimonio c'è una


proposta di legge depositata da Sel alla Camera da cui si può partire". Fonte: laRepubblica.it

OTHER NEWS TECNOLOGIA Sette nuovi modi per viaggiare meglio grazie alla tecnologia Dal check-in in hotel con una app, alla reception dotata di stampante 3D: così le vacanze diventeranno più smart. Se pensate che la tecnologia possa contribuire a rendere più piacevole, ricca e divertente la vostra vacanza, sappiate che ci sono tante novità in pentola. Compagnie aeree, catene alberghiere e grosse multinazionali lavorano per rendere il turismo un’esperienza sempre più all’insegna dell’hi-tech. Ecco cinque tendenze in rampa di lancio o in via di sviluppo pronte a diventare abitudini imprescindibili, un po’ come un adeguato numero di mutande e calzini in valigia. CHECK-IN 2.0 Se dobbiamo prendere un volo possiamo stampare la nostra carta d’imbarco a casa o riceverla sul cellulare. In molti aeroporti, inoltre, cominciano a diffondersi nastri per imbarcare i bagagli in automatico e molti altri servizi avanzati. Anche in treno il biglietto è digitale e sì, pure quello per una nave o un traghetto. Le file spesso lunghe per il check-in sono ormai una prerogativa degli hotel. Che infatti stanno ragionando su app destinate soprattutto ai viaggiatori più assidui, i cui dati e documenti sono già nei database delle catene. NON STACCO PIÙ


Una delle più grandi seccature (o dei maggiori sollievi, a seconda dei punti di vista), è dover spegnere tutti i dispositivi elettronici durante il decollo e l’atterraggio degli aerei e rinunciare, tante volte, a una connessione internet. Chi ha la fortuna di muoversi negli Stati Uniti e verso Oriente sa che sono sempre più le compagnie che offrono il Wi-Fi a bordo e, secondo le evoluzioni delle norme delle autorità aeronautiche e degli enti regolatori, potremo presto parlare al telefonino ad alta quota o almeno usare i servizi di messaggistica, da WhatsApp agli sms. Saranno le stesse compagnie a rinforzare il nostro bagaglio tecnologico, dandoci gli strumenti adatti quando ne saremo sprovvisti. La compagnia West Jet, che opera principalmente in Stati Uniti, Canada e Centro America, per esempio, ha annunciato che affitterà tablet ai passeggeri che ne sono sprovvisti. Per rendere la loro permanenza tra i sedili il più possibile connessa. ROAMING, QUESTO SCONOSCIUTO Senza bisogno di immaginare scenari troppo futuristici, è evidente che ormai bastano una connessione a internet e un telefonino per attingere a una sconfinata quantità di risorse. Ma se l’accesso al web non è un fatto ovvio ad alta quota, non lo è nemmeno quando ci si trova all’estero. È vero che le compagnie telefoniche nostrane offrono pacchetti dati a prezzi ormai ragionevoli, ma spesso si tratta di poche decine o centinaia di megabyte, che tendono a polverizzarsi in fretta se si ricorre a servizi avanzati come la navigazione in tempo reale. Ecco perché diverse città stanno cominciando a inserire il Wi-Fi gratuito tra i servizi offerti ai turisti che acquistano le tessere cumulative per ingressi ai musei e mezzi pubblici. MI DÀ UN PASSAGGIO LA APP La truffa più comune che i turisti subiscono in viaggio è un ritocco, se non un raddoppio, della tariffa del taxi. Ecco perché sono sempre più le applicazioni delle varie compagnie che consentono


non solo di prenotare una macchina nel punto esatto in cui ci si trova, ma anche di stimare il costo per arrivare a destinazione. Così, scremando il traffico e deviazioni impreviste che si incontrano lungo il percorso, è facile annusare un imbroglio. LA GUIDA SI METTE SUL NASO Dispositivi come i Google Glass non servono soltanto a fare foto, leggere le notizie o girare filmini erotici da una nuova prospettiva. Mentre le prime compagnie cominciano a utilizzarli per accogliere in modo sorprendente i clienti vip, quando saranno disponibili sul mercato potremo utilizzarli come efficienti guide turistiche automatiche. Ci sono già applicazioni che, incrociando la geolocalizzazione con i sensori di bordo, possono esattamente sapere non soltando dove siamo, ma quale preciso monumento stiamo guardando in ogni momento e iniziare a raccontarci la sua storia. VIDEOGAMES Vi proponiamo questo mese una sfilza di giochi appena usciti o che saranno disponibili entro breve tempo per le nostre console, ps3, ps4, xbox, wii. Il primo che vi vogliamo proporre è: Batman: Arkham Origins Blackgate. La data d’arrivo di Batman: Arkham Origins Blackgate sulle piattaforme sopra citate è stata fissata per il prossimo 2 aprile, giorno in cui il titolo arriverà sulle piattaforme di digital delivery PlayStation Network, Xbox LIVE Marketplace, Nintendo eShop e Steam al prezzo di 19,99 euro.


Insieme alla grafica “2,5D” in alta definizione, l’edizione casalinga di Blackgate porterà con sé anche un nuovo sistema “map & hint”, grazie al quale ottenere una navigazione migliorata e l’individuazione di oggetti. Presente anche la modalità audio 5.1 surround. Questa invece la trama, come ci viene descritta ufficialmente: Dopo un’insurrezione nella prigione di Blackgate, Batman è chiamato per riportare l’ordine e mettere fine alla ribellione prima che scoppi il caos . Nel prosieguo della storia, i giocatori esploreranno le viscere di questa remota isola penitenziario e scopriranno ciò che è accaduto dopo gli eventi di Batman: Arkham Origins apprendendo nuovi dettagli sul passato del Cavaliere Oscuro.

Un secondo gioco molto interessante a nostro avviso è: Thief. Il mariuolo Garrett e il suo Thief si avvicinano sempre più all’uscita del gioco sul mercato, fissata per il prossimo 28 Febbraio su PC, PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360 e Xbox One. Il trailer di lancio è stato accompagnato dalla alquanto intrigante frase: "Tu credi ai fantasmi? I morti che tornano a perseguitare i vivi?". Speriamo che il gioco sarà emozionante come la suddetta frase.


Ricordiamo che al centro di tutte le operazioni silenziose che saremo chiamati a svolgere nei panni (e nel cappuccio) di Garrett ci saranno gli atti criminali compiuti dal Barone e dai suoi perfidi sodali ai danni della popolazione della metropoli gotica di The City: i gioielli e gli oggetti preziosi che sottrarremo agli sgherri del Barone non serviranno solo a indebolirne il potere ma garantiranno a Garrett una rosa sempre più ampia di strumenti e di armi utilizzabili nel corso dell’avventura. Il sistema di progressione dell’equipaggiamento ricalcherà quello di Deus Ex: Human Revolution, seppur con delle sostanziali differenze legate alla scelta dell’approccio adottato dall’utente per portare a termine i furti: in base al grado di “silenziosità” delle azioni compiute otterremo punti esperienza per ciascuno dei tre “stili di gioco” (Fantasma, Opportunista o Predatore), ognuno contraddistinto da un suo specifico set di armi, di abilità e di oggetti sbloccabili.

Come non citare poi il tanto atteso Metal Gear Solid V: Ground Zeroes. Dopo la notizia con cui Konami ha annunciato la differenza nelle risoluzioni di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes nelle sue due versioni PlayStation 4 e Xbox One, il publisher giapponese ha tirato fuori anche un video, all’interno del quale vengono confrontate tutte quante le edizioni del prossimo capitolo della serie creata da Hideo Kojima. Naturalmente in giro è partita la caccia al pixel per affermare la superiorità di una console rispetto all’altra, ma come ci suggerisce


Kotaku la prima cosa che salta all’occhio è la resa grafica ottenuta da Kojima Productions sulla vecchia generazione di PlayStation 3 e Xbox 360. I passi in avanti nella nextgen ci sono sicuramente, ma il FOX Engine mostra come sia stato in realtà disegnato per le console precedenti. Metal Gear Solid V: Ground Zeroes uscirà il prossimo 20 marzo, al prezzo di 29,99 euro per la versione da negozio. Quella digitale sarà invece venduta a 19,99 euro. La durata della campagna principale dovrebbe essere all’incirca di due ore, cosa che ha scatenato un po’ di polemiche alle quali ha dovuto rispondere Konami per tentare di tranquillizzare i fan.

E per finire voglio proporvi un speciale, Final Fantasy, Lightning potrebbe tornare in altri capitoli. No, non è uno scherzo: Lightning potrebbe davvero fare la sua comparsa in nuovi capitoli della saga Final Fantasy, anche se non come protagonista e probabilmente - molto probabilmente - come guest star. L’eroina di Final Fantasy XIII pare essere molto amata da Square Enix - non l’avrebbero inserita in ben tre giochi, altrimenti - e questo afftto riguarderebbe - secondo Motomu Toriyama - anche il pubblico. Il fatto che sia un personaggio popolare e amato, dunque, non poteva che spingere il direttore della serie a confermare la presenza della sorella di Serah in altri capitoli; non pensiamo che farà la su comparsa in Final Fantasy XV - ci sarà pure bisogno di un


bel po’ di cambiamenti, no? -, ma siamo quasi convinti che lo farà in Kingdom Hearts 3 e in un nuovo ipotetico Dissidia. Sono nostre ipotesi, ovviamente, perché Square potrebbe anche decidere di portarla in altre avventure numerate: eventualità che non ci piace affatto, visto che i personaggi da riportare in vita, al massimo, sarebbero altri.


INTERVISTA AGLI UTENTI E anche questo mese abbiamo il nostro intervistato speciale: la scelta stavolta è ricaduta su Crazyme, una delle più assidue frequentatrici della chat! Domanda: Siamo alla quinta uscita del nostro Magazine, dopo un periodo di pausa, l'incombenza dell'intervista è stavolta capitata a te: ovviamente, cominciamo con la domanda classica: come e quando hai trovato questo forum? Crazyme: la chat, ma ogni tanto vado anche sui racconti yaoi o nella sezione manga

Domanda: Come forum yaoi offriamo diverse iniziative per coinvolgere di più l'utenza, tra cui diversi contest, giochi, la radio e ovviamente questo magazine. Secondo te quali sono quelle di maggior successo? Crazyme: per ora conosco bene solo chat e radio, i giochi non ho idea di quali possano essere e ai contest devo ancora partecipare... però credo che quelli che hanno un successo maggiore siano la chat e la radio… almeno, io le apprezzo molto.

Domanda: come forse sai, uno delle punte di diamante del forum è lo Shinzyuu Team, il nostro Team di traduzioni che lavora giornalmente per fornire nuove scans italiane ai nostri utenti. Hai mai letto qualcuno dei loro lavori? Cosa ne pensi? Crazyme: mmh... ne ho letto uno di un utente con cui parlo spesso in chat. Trovo che sia un'ottima iniziativa e credo che inizierò a leggerne di più

Domanda: Con questo magazine siamo fermi da Novembre: con la nuova gestione è stato modificato rispetto a prima, ma continua a contenere notizie di diverso genere, da quelle relative al nostro forum a quelle riguardante il mondo LGBT, della tecnologia o dei giochi. Un progetto interessante o un tentativo di rinascita poco utile?


Crazyme: penso che prenda molti interessi e che sia un ottimo progetto, ora che so che esiste un magazine cercherò di seguirlo perchè mi sembra interessante

Domanda: cambiamo argomento: stiamo arrivando alla conclusione delle Olimpiadi invernali in Russia, forse le più contestate di sempre. E' sotto gli occhi di tutti quello che accade al popolo LGBT laggiù, ci dai un tuo commento personale? Crazyme: trovo che questa cosa sia assolutamente da medioevo... essendo per il "vivi e lascia vivere" trovo che tutto ciò sia intollerabile per la società moderna e che ormai non ci dovrebbero più essere problemi di omofobia. Trovo tutto ciò disgustoso, non solo perchè sono omosessuale in prima persona, ma anche se non lo fossi (tipo sei mesi fa) lo troverei del tutto ingiusto. Ognuno è libero di fare ciò che gli pare senza che crei danni ad altri e se qualcosa non ti va bene non devi fare altro che girare la testa.

Domanda: una domanda che facciamo quasi sempre a tutti gli intervistati: cosa ne pensi della questione shotacon? In molti paesi sono vietati, mentre qui in italia possono circolare liberamente... scelta giusta o errore? Crazyme: non ci trovo davvero nulla di male, alla fine sono solo disegni

Domanda: la nostra chat è la più frequentata del circuito, escludendo quelle ufficiali: qual'è secondo te il motivo di questo successo? Crazyme: credo che sia grazie alle persone che frequentano questo forum, insomma, ogni volta che si entra in chat si conoscono persone nuove e che ti accolgono e si inizia a parlare e a fare gli scemi… E quando entri, tutti ti salutano calorosamente e c’è sempre qualcuno pronto a parlare con te.

Domanda: qual'è il tuo genere preferito? Yaoi, shotacon, bara o furry?


Crazyme: la presenza di maniaci psicotici assassini forse? Sono abbastanza sicuro di aver dato una risposta più che giusta... ma dato che io sono per primo un pazzo psicotico la mia risposta non conta! Secondo me è molto famoso per la grande archiviazione di materiale al suo interno

Domanda: domanda secca: Yaoi, Shota, Bara o Furry? Crazyme: yaoi in prima posizione e poi shotacon (sono così cariiiniii *-* ) e infine i furry... i bara mi fanno schifo

Domanda: hai un manga\anime yaoi preferito? Crazyme: Junjou romantica

Domanda: Coppia yaoi preferita? Crazyme: diciamo che per il momento la coppia che preferisco è VegetaxGoku ^.^

Domanda: Vegeta o Goku? Goten o Trunks? Naruto o Gaara? Harry Potter o Draco Malfoy? Crazyme: Vegeta, Trunks (Del futuro), Naruto, Draco :Q____

Domanda: perfetto, per stavolta abbiamo finito! Un saluto personale a tutti i lettori? Crazyme: Ciao belli <3 Sono negata per i saluti u.u


RINGRAZIAMENTI Siamo riusciti a pubblicare finalmente di nuovo il nostro Magazine, sicuramente sarà ancora migliorato in futuro, ma intanto, come sempre, c’è da ringraziare l’ottima squadra dello Staff: Pharaons, Ed e Shy4, per la stesura degli articoli Kohmanon, per il gioco del mese Tigerfish per la bellissima copertina Raiden87 per l’intervista, la rilegatura e la pubblicazione


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