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PSICONDOMINIO
Per porre quesiti a Gaia Cigognini potete scrivere a info@vgambinoeditore.it
Malattia mentale in condominio
Buongiorno, le abbiamo provate tutte e ci mancava solo la vostra rubrica. Tentiamo: scrivo a nome di un gruppo di condomini ostaggio di una donna malata di mente. Quando dico malata di mente, intendo nel vero senso della parola. Ogni tanto è preda di crisi e devasta il suo appartamento, con urla e rumore di vetri infranti. Peggio ancora, si sfoga in garage con quello che le passa sottomano. La diagnosi, che ormai conosciamo, è schizofrenie. Siamo costretti spesso a telefonare ai carabinieri quando la situazione diventa insostenibile: la donna viene ricoverata qualche giorno in ospedale e poi dimessa. Tutto ricomincia. Non c’è cura per la schizofrenia?
Alessandro S, via e-mail
Le persone che soffrono di schizofrenia devono essere seguite da un’equipe di specialisti, come lo psichiatra, il psicoterapeuta, il neurologo. Insieme a una cura farmacologica questo disturbo di solito si attenua, con un miglioramento della salute e del benessere dei pazienti. Ma qualora la terapia non sia attuata in modo continuativo i pazienti hanno ricadute e fanno fatica a gestire intorno a loro le varie situazioni che si presentano. È necessario, quindi, che chi soffre di questo disturbo sia sottoposto a una terapia in modo continuativo.
La sindrome post covid
Gentile dottoressa, uno dei problemi causati dal covid, e di cui si parla poco, sono le conseguenze psicologiche che lascia a chi ha contratto il virus, ma anche a chi ne ha sofferto indirettamente. È il caso, per esempio, di un giovane perbene, che ormai da circa un anno e mezzo lavora in smartworking (ci ha spiegato) perché l’azienda in cui è impiegato non ha le strutture adatte per le norme di sicurezza. Da mesi lo sentiamo camminare di notte avanti e indietro nella sua casa. Intendiamoci, non è che faccia rumore apposta, ma nel silenzio i passi si sentono e sembrano comunicare inquietudine. Che ne pensa?
Silvia Bene, via e-mail
La pandemia ha messo a dura prova un po’ tutti, cambiando soprattutto le abitudini della propria quotidianità. Ognuno di noi ha dovuto trovare delle strategie per poter meglio gestire i propri spazi e il proprio lavoro. Sicuramente il suo condomine avrebbe probabilmente bisogno di scaricare la tensione accumulata in questo periodo, magari praticando dello sport anche all’aperto oppure facendo delle semplici passeggiate per poter scaricare la tensione accumulata. Insomma, dovrebbe ritagliarsi uno spazio per se stesso, perché lavorando da casa si fa tutto senza mai staccare. Anche l’avvicinarsi a una terapica psicologica potrebbe essere un buon punto di partenza per riconoscere e affrontare i propri bisogni.
Complotto alieno
Buongiorno, le sottopongo un caso classificato come bizzarro nel nostro condominio, ma che mi sembra invece una situazione più seria da un punto di vista medico. Mi riferisco a un condomino di una certa età il quale ha confidato a una vicina di casa una bizzarra convinzione: crede, infatti, che io non sia davvero io. Cioè, pensa che il sottoscritto sia stato sostituito da una spia o qualcosa del genere che ha assunto le mie sembianze. Ho sorriso, quando mi hanno raccontato l’episodio. Forse, però, non è solo una stramberia. Che ne dice?
D.A., via e-mail
È difficile e sconsigliabile proporre una diagnosi semplicemente basandosi su una e-mail. Dalla descrizione che ne fa lei, potrebbe trattarsi della sindrome di Capgras. Si tratta di una malattia psichiatrica caratterizzata, appunto, dalla convinzione che una o più persone conosciute o frequentate, spesso i familiari, siano state sostituite da estranei a loro identici. In sostanza, chi soffre di questa sindrome si convince poco a poco che alcuni individui siano state rimpiazzate da sosia, impostori e, in qualche caso, extraterrestri. A meno che il vostro vicino di casa sia semplicemente un burlone.