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GLI AMMINISTRATORI DIVENTANO TENANT

La società di gestione immobiliare organizza corsi per migliorare la comunicazione dei professionisti in vista di una evoluzione di chi lavora per il condominio. Perché oltre a risolvere problemi bisogna fornire servizi ad hoc

Nei condomini c’è bisogno della psicologa. No, i condomini non sono delle gabbie di matti, e nemmeno dei ring dove ci si scontra a colpi di verbale durante le assemblee. Ma, sì, c’è bisogno di migliorare la comunicazione tra amministratori e chi abita. E per farlo è bene liberarsi dai pregiudizi e chiamare uno bravo. I tempi sono cambiati, l’ha capito l’amministratore delegato di Sif Italia (gestione amministrazione patrimoni immobiliari) Vincenzo Acunto, che non solo ha organizzato una serie di incontri per i suoi amministratori con una specialista, la neuropsicologa dell’ospedale Irccs di Pozzilli (Isernia) Liliana Grammaldo, ma ha anche avviato un programma per introdurre nelle realtà una nuova figura, quella del tenant manager, che affianca alle tradizionali competenze tecniche e innovative, le capacità gestionali e relazionali.

LA FORMAZIONE

Comunicazione sociale, comprensione della complessità del linguaggio umano, gestione dei conflitti all’interno del team di lavoro e nell’assemblea di condominio: è stato questo l’oggetto della giornata di formazione per amministratori di condominio organizzata da dall’azienda a fine marzo, coinvolgendo diversi attori della filiera. L’azienda è specializzata nel settore dell’amministrazione e gestione degli immobili ed quotata sul listino Euronext Growth Milan di Borsa Italiana.

La neuropsicologia aiuta gli amministratori di condominio ad avere una maggiore consapevolezza dei processi cognitivi ed emotivi che influenzano le interazioni tra gli abitanti, consente di gestire in modo più efficace i conflitti e di promuovere un clima di collaborazione e armonia all’interno del condominio.

I vantaggi di questo tipo di formazione sono molteplici. Contribuisce a migliorare la qualità del servizio offerto, aumenta la soddisfazione dei condomìni migliorando il clima generale, favorisce lo sviluppo di competenze trasversali, come l’empatia e la capacità di ascolto, essenziali per instaurare relazioni positive.

DISINNESCARE LE LITI

Con l’aumento della complessità delle dinamiche sociali e l’evoluzione delle esigenze abitative, gli amministratori di condominio devono essere preparati ad affrontare sfide complesse e a gestire situazioni delicate. La neuropsicologia applicata rappresenta un valido supporto in questo senso, perché offre strumenti innovativi e un approccio multidisciplinare alla gestione. Spiega Acunto: «Sif non opera solo a Milano e Lombardia, ma in diverse regioni del Centro Nord, e arriviamo fino a Roma. Abbiamo deciso di organizzare questi incontri con una professionista per disinnescare potenziali conflitti che spesso sono di carattere morale, di principio e non concreti. Ho ritenuto giusto avviare degli approfondimenti nell’ambito della comunicazione proprio perché nella mia carriera ho preso parte a diverse riunioni condominiali e di gestione. Sono stato testimone di quando la scintilla esplode e alla fine tutti perdono del tempo. Insomma, è necessario cercare di instaurare una relazione tra chi abita e gli amministratori quanto più proficua possibile».

Nuove Esigenze

Anche perché le esigenze sono cambiate. «Fino a qualche anno fa la figura dell’amministratore di condominio era standardizzata: doveva essere una persona sempre presente, affidabile e che non rubasse», continua il manager. «Con la riforma del condominio del 2012 si è affacciata ancora di più sul mercato la figura dell’amministratore di società, che deve gestire fondi e, quindi, deve essere un garante per i condòmini, anche grazie a leggi e regolamentazioni più stringenti. Una bella evoluzione». Inoltre, nella nuova era del condominio si chiedono servizi aggiuntivi, più spazio alle esigenze della persona.

DALLA BABY SITTER AL CAR SHARING

«Per esempio, la baby sitter la sera e nel fine settimana, il car sharing o l’idraulico la domenica mattina non sono prestazione di gestione condominiale relative agli spazi comuni, ma dedicati al singolo nucleo. Più servizi di questo genere sono offerti, più la qualità della vita e il valore dell’immobile si alza». Quindi, la figura che si fa largo non è più quella dell’amministratore classico, ma cambia e assume una nuova veste: quella del building manager. Così oggi il tenant manager oltre che gestire gli spazi, si occupa anche dei servizi.

«A Milano, per citare una grande città e dedicare un esempio più ficcante, sono proposti anche una serie di servizi particolari e mirati: la lavanderia condominiale, il recapito accolto dal portiere, figura che altrove è stata soppressa, frigoriferi al servizio di tutti, il car sharing, oppure il bath sharing. Anche questo fa parte dei servizi alla persona, non del condominio. Insomma, il tenant oltre che il coordinamento delle parti comuni cura chi vive all’interno della proprietà, gestendo tutti i servizi non solo immobiliari che sono parte di quel pacchetto. Lo stiamo sperimentando su Milano e Roma, le metropoli più pronte per questa evoluzione. Nelle province invece, ci sono resistenze oggettive: per esempio, un minor numeri di abitanti per edificio incide, si tratta di contesti e spazi differenti».

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