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De Gregoris Partnership a presa rapida

DE GREGORIS

PARTNERSHIP A PRESA RAPIDA

La rivendita che opera nel Lazio negli anni ha ampliato la gamma di prodotti offerti alla clientela, e ha conservato una speciale attenzione ai «rapidi» di Italcementi. Perché, accanto all’attenzione alla sostenibilità, garantisce anche una copertura totale

di Veronica Monaco

Dove nasce casa. Con questo claim la rivendita De Gregoris si è distinta come punto di riferimento per le province di Latina, Roma e Frosinone per il comparto edilizia e ristrutturazioni, ampliando la propria offerta anche a cucine e arredamento, porte e infissi, oltre che alla termoidraulica. Fondata nel 1948 dal capostipite Antonio De Gregoris, l’azienda opera oggi con due punti vendita a Sonnino e Sabaudia, in provincia di Latina, e garantisce i più elevati standard qualitativi e la più vasta scelta nel settore attraverso i suoi fornitori, attentamente selezionati. Tra questi spicca la collaborazione storica con Italcementi, che risale ai tempi in cui è nata la stessa De Gregoris, una vera e propria partnership basata su fiducia reciproca, dialogo costante e sguardo rivolto all’innovazione e alla sostenibilità. Come spiega a YouTrade Antonio De Gregoris, terza generazione alla guida dell’azienda di famiglia, insieme al padre Alfredo e al cugino Massimo Monti.

Domanda. Com’è cambiata la gestione dell’azienda nel corso degli anni?

Antonio De Gregoris. L’azienda è stata fondata da mio nonno Antonio nel 1948 e l’attività principale è stata sempre l’edilizia. Nei primi anni Novanta al punto vendita storico di Sonnino, in pro-

Antonio De Gregoris nello showroom cucine

Da sinistra, Diego Labonia (Italcementi), Antonio e Alfredo De Gregoris (De Gregoris) e Mario Bartolucci (Italcementi)

Esterno della sede De Gregoris di Sonnino (Latina) vincia di Latina, si è aggiunto il secondo punto vendita a Sabaudia, sulla Pontina. Nel 2008 abbiamo ristrutturato lo store di Sonnino realizzando un nuovo showroom con una gamma di prodotti molto più ampia, che ha incluso anche settori complementari a quello edile, come cucine, arredo, porte, infissi e termoidraulica. Oggi in termini di estensione l’azienda vanta circa 80 mila metri quadrati di area scoperta, 15 mila di area coperta e 5 mila metri quadrati di sala esposizioni per finiture e prodotti per gli interni.

D. Per entrare nel settore della termoidraulica servono le giuste competenze: come avete fatto?

Antonio De Gregoris. Abbiamo sempre pensato che il vero punto di forza di qualsiasi azienda sia la competenza. Per questo non abbiamo mai inserito un nuovo settore, compresa la termoidraulica, se non dopo aver individuato persone molto competenti da inserire in azienda. Siamo stati sempre un po’ diffidenti dei tuttologi e non nascondo che trovare i giusti collaboratori non è stato facile. Una volta selezionati, abbiamo costruito intorno a loro il nuovo comparto, realizzando anche investimenti importanti che hanno riguardato l’ammodernamento dell’esposizione, dei depositi e degli approvvi-

DISTRIBUTORI, SPECIALIZZATEVI

«L’arma vincente del rivenditore del futuro è la specializzazione e la professionalità». Ne è sicuro Mario Bartolucci (nella foto), sales area manager per il Tirreno di Italcementi, che chiede ai distributori di cogliere il cambiamento in atto per creare nuove opportunità.

Domanda. Quali scenari intravede per il mondo della distribuzione?

Risposta. Il mondo della distribuzione si sta sempre più radicalizzando: da una parte la Gdo, dall’altra i gruppi di acquisto e le grandi imprese che vantano una capacità finanziaria e di investimento tale da permettersi una capacità di offerta molto distante da quella delle rivendite tradizionali, a conduzione famigliare, che non hanno una visione di futuro e non offrono i servizi che oggi vengono richiesti. Proprio per questo è importante che le rivendite alzino lo sguardo per cogliere il cambiamento e le opportunità in esso contenute. Quello che sta succedendo nel mondo delle rivendite negli ultimi anni sta a testimoniare che non si può più gestire il business come in passato, soprattutto sul fronte del credito.

D. Quindi, quale messaggio si sente di dare ai rivenditori?

R. Alzate lo sguardo e specializzatevi. Non pensate a che quello che hanno fatto i vostri nonni o i vostri genitori, non andrete lontano. Mettetevi in discussione tutti i giorni, diventate formatori di opinioni, collaborate e scegliete i fornitori anche attraverso la capacità di dialogo e scambio di informazioni. Italcementi punta tantissimo sulla relazione commerciale, anche al di là della vendita in sé. E poi attenzione al credito.

D. Quali sono le zone che segue come sales manager Italcementi?

R. Il Lazio, l’Umbria, le province di Siena, Livorno e Grosseto, e la Sardegna.

D. Quali sono i materiali più richiesti per la sua area di riferimento?

R. Il cemento sfuso tradizionale per i prefabbricatori industriali, i produttori di premiscelati, le centrali di betonaggio e le imprese di costruzione, anche se da diversi anni c’è una carenza di grandi cantieri. Per i prodotti in sacco il nostro canale privilegiato è quello delle rivendite, e secondariamente le imprese di costruzione.

D. Riscontrate problemi di logistica?

R. No, non abbiamo problemi di logistica. Grazie alla cementeria di Colleferro, che serve la parte continentale, e quella di Samatzai per la Sardegna, riusciamo a essere molto tempestivi nel rifornire i nostri clienti. Mediamente le consegne vengono prenotate con circa 24 ore di anticipo e nel 90% siamo in grado di andare in consegna nella giornata successiva. In particolari momenti dell’anno, quando ci sono picchi di domanda, c’è a volte qualche difficoltà su alcuni prodotti in deposito che sono in produzione in altri stabilimenti, che comunque riusciamo a consegnare nel giro di una settimana.

D. Quali sono questi prodotti?

R. Per esempio, i prodotti a presa rapida e solfoalluminosi, che arrivano dalla cementeria di Guardiaregia, in provincia di Campobasso, che deve soddisfare le esigenze di tutta Italia e, per alcuni prodotti, anche dell’estero. Quando ci sono picchi di domanda, c’è il rischio di andare un po’ in sofferenza, anche a causa delle ben note difficoltà logistiche e di carenza dei materiali legate al post pandemia.

D. Per quanto riguarda la cessione dei crediti avete riscontrato dei blocchi?

R. È un fenomeno che non viviamo in prima battuta, ma ci viene riferito dai nostri clienti. Ci arrivano segnali di grande preoccupazione dal mondo delle rivendite edili, che vedono una battuta d’arresto rispetto al superbonus 110% nei confronti delle imprese che non riescono a riscattare i crediti d’imposta. Si sta iniziando a innescare un meccanismo perverso e, a peggiorare il quadro, c’è anche la minore capacità di spesa delle famiglie strette dalla morsa dell’inflazione. Alle rivendite inizia a mancare il livello di domanda che ha animato il mercato da maggio 2020.

D. Quali sono le sue previsioni a fine 2022?

R. Viviamo un mercato estremamente volatile ed è difficile fare previsioni sull’andamento della domanda. Sicuramente quando abbiamo elaborato il budget 2022, immaginavamo un anno più tonico soprattutto nella seconda parte dell’anno, confidando nell’ingresso dei lavori strutturali del Pnrr. Questo purtroppo non si sta realizzando e c’è assolutamente una mancanza di programmazione strutturale. I premiscelatori continuano a vivere una stagione positiva trainati dal 110%, ma per il comparto infrastrutturale stanno mancando sia i grandi cantieri che quelli medio-piccoli. L’unico settore che ancora manifesta un livello di domanda elevato è quello dei poli logistici e i prefabbricatori industriali hanno un portafoglio ordini abbastanza importane ancora per i prossimi mesi. L’edilizia residenziale invece è praticamente ferma, mentre di nuove costruzioni non si parla ormai da anni. I costruttori stanno aspettando che i prezzi siano più contenuti. La guerra poi ha contribuito a creare un cortocircuito su alcuni materiali, quindi tutto il comparto si sta orientando verso nuovi mercati. Sono andati in tilt tutti i flussi commerciali tradizionali e ci vorrà tempo per stabilire nuovi equilibri.

Lo showroom De Gregoris dedicato a cucine e arredamento

CARI RIVENDITORI, FATE BENE I CONTI

«La sostenibilità è una prerogativa che costa, soprattutto nel far cambiare la mentalità delle persone», afferma Diego Labonia (nella foto), agente commerciale di Italcementi per le zone di Roma e Latina, da 33 anni in azienda. «Da anni Italcementi cerca di rendere più sostenibile la propria attività, ma finché non ci sarà un orientamento più sostenuto e non saranno imposte e messe in atto misure che puntino in misura più drastica a mettere in pratica questa tematica, rimarrà un orientamento molto teorico e poco fattuale, anche nel settore delle costruzioni».

Domanda. Quindi, cosa bisognerebbe fare?

Risposta. Le amministrazioni pubbliche devono cominciare a dare direttive molto più precise e accettare il fatto che fare sostenibilità costa di più. Non si può pensare ancora di assegnare gli appalti in base alla convenienza economica.

D. Quando è iniziato il suo rapporto con la rivendita De Gregoris?

R. Sono passati tre anni. De Gregoris è un cliente storico di Italcementi e ha sempre vantato un rapporto assolutamente ineccepibile da tutti i punti di vista. Mi trovo molto bene, è un’azienda sana, con una correttezza commerciale difficilmente riscontrabile in altri operatori del settore. Ci capiamo al volo.

D. In questi tre anni è cambiato un po’ il mondo. Come si è evoluto il mercato e il rapporto con De Gregoris?

R. Dalla fine del lockdown, verso maggio 2020, il mercato è ripartito piuttosto velocemente e anche De Gregoris ha avuto una esigenza di cemento più sostenuta. I volumi sono aumentati a due cifre nel corso dei mesi successivi fino alla fine del 2020. Anche l’inizio del 2021 il mercato ha tenuto, poi dalla seconda parte dell’anno ci sono stati i primi segnali di raffreddamento della domanda che hanno influenzato anche la De Gregoris. Il 2022 è continuato sulla falsariga del 2021: il mercato sta dimostrando una scarsa vivacità e anche le vendite ne stanno risentendo.

D. Qual è il punto di forza del suo rapporto con la De Gregoris?

R. C’è un rapporto molto trasparente e un ascolto reciproco.

D. Come sta andando il lavoro nella zona che segue?

R. Purtroppo la domanda è molto ridotta, in linea con il resto d’Italia. Il mercato del cemento oggi, in termini di produzione e assorbimento, ricalca un po’ l’Italia degli anni Sessanta, con la differenza che allora il volano cominciava a prendere velocità per la ricostruzione postbellica. Oggi c’è carenza di opere pubbliche, che rappresentano lo zoccolo duro delle costruzioni, e incoraggiano imprese e privati a investire nel settore edile. I bonus hanno portato un po’ di ventata positiva, anche se hanno drogato il mercato.

D. Quali sono le principali problematiche che stanno riscontrando i rivenditori?

R. Sono legate essenzialmente al credito, non nei confronti dei fornitori, ma nei confronti della clientela che non paga. Bisogna che i rivenditori comincino ad avere una politica più rigida, fare delle scelte, soprattutto nella selezione dei clienti. Per quale motivo i rivenditori continuino a vendere materiale sulla fiducia, è un mistero.

D. Quindi, quale messaggio vuole lanciare ai rivenditori?

R. Lavorate sui crediti e controllate le condizioni fiscali dei vostri clienti, per rimettere in rotta l’azienda dal punto di vista della dilazione dei pagamenti e degli scoperti.

gionamenti secondo le peculiari necessità del settore. Infine, abbiamo portato avanti un programma di costante formazione, perché la termoidraulica è un settore in cui le innovazioni sono continue e anche il personale deve essere sempre aggiornato. Quindi, c’è stato da un lato un grande investimento sulla struttura interna e nel trovare persone all’altezza, e dall’altro un grande investimento per mettere a magazzino il materiale, perché tendenzialmente la termoidraulica è un settore in cui la merce si vende se disponibile.

D. Qual è la vostra dimensione?

Antonio De Gregoris. Al momento il nostro fatturato si aggira intorno ai 16 milioni di euro e abbiamo 43 collaboratori.

L’area ceramiche e rivestimenti

D. Tra i vostri partner storici c’è Italcementi: come è nata la scelta?

Alfredo De Gregoris. Ci riforniamo da Italcementi dal 1948. Inizialmente penso sia stata una scelta obbligata dovuta alla vicinanza con il nostro punto vendita della cementeria di Colleferro, tra Roma e Frosinone. Poi, a quei tempi, la cementeria di Colleferro produceva anche calce, quindi era comodo avere a disposizione entrambi i prodotti. All’inizio si caricavano solo prodotti in sacco, poi anche cemento sfuso per le imprese. Quindi, quella che al principio è stata una scelta di prossimità, poi è diventata una partnership molto solida che dura tutt’ora. Con i funzionari c’è un vero rapporto di amicizia.

D. Qual è l’aspetto di Italcementi più interessante?

Antonio De Gregoris. Direi il servizio, nel tempo sempre migliorato. Oggi l’azienda vanta una serie di procedure molto efficienti, anche sul discorso dei carichi programmati che, per noi che viviamo sempre sull’onda dell’emergenza, è fondamentale. Il più importante valore aggiunto però è lo scambio costante che c’è con il personale e i funzionari, anche su commesse particolari. Per Italcementi il cliente è veramente al centro. Alfredo De Gregoris. Un altro aspetto da non dimenticare è che Italcementi possiede diverse cemeneterie in Italia che ci consentono di rifornire anche le imprese che effettuano dei lavori nel Nord Italia. In questo modo possiamo seguire i nostri clienti più da vicino.

D. Italcementi è sensibile all’aspetto della sostenibilità?

Antonio De Gregoris. Certamente sì, sono stati dei precursori in Italia, sviluppando tra i primi prodotti con un minore impatto ambientale e con l’obiettivo di ridurre la Co2. Italcementi spinge molto sul tema della sostenibilità, anche a livello di comunicazione. Per noi questo aspetto è certamente importante, ma probabilmente non tutta la nostra clientela è sensibile e pronta a recepire questo aspetto. Le soluzioni ci sono ma, se ancora non c’è un grande diffusione, probabilmente è perché bisogna spingere ancora di più sulla sensibilizzazione dei clienti, soprattutto imprese.

D. Il cemento può essere sostenibile?

Antonio De Gregoris. La produzione del cemento è sicuramente molto impattante, ma ci sono delle tecnologie che possono aiutare le

applicazioni dove questo materiale viene utilizzato affinché siano in linea con le mutate esigenze di sostenibilità. Italcementi, per esempio, è stata la prima azienda a sviluppare la tecnologia del cemento fotocatalitico per ridurre l’inquinamento ambientale.

D. Qual è la tipologia del cliente più sensibili all’aspetto della sostenibilità?

Antonio De Gregoris. Le prime istanze sul minore impatto ambientale provengono innanzitutto dai progettisti e dai tecnici. Come categoria di clienti, i privati sono più sensibili delle imprese, in particolare le generazioni più giovani.

D. Perché ci sono imprese meno sensibili all’aspetto della sostenibilità?

Antonio De Gregoris. Purtroppo, credo ci sia ancora un retaggio collegato al prezzo dei prodotti. È evidente che un prodotto

La sala mostra dedicata all’esposizione di porte e infissi

tecnologicamente più avanzato, che consente di avere un migliore impatto ambientale, può costare un po’ di più, e alcune imprese questo extra costo non vogliono sostenerlo. Ma si tratta di un piccolo investimento che ha un grande ritorno nel futuro. Tutte le imprese che hanno capito questo meccanismo e hanno guardato all’innovazione e alla sostenibilità delle soluzioni, anziché al prezzo, hanno incrementato il proprio business e migliorato il loro appeal nei confronti dei clienti. Da parte nostra cerchiamo di fare più formazione possibile, puntando sulle soluzioni più innovative e sostenibili.

D. Come affrontate il tema della sostenibilità in azienda?

Antonio De Gregoris. Il nostro impegno si misura nel proporre soluzioni sostenibili e di basso impatto ambientale. Abbiamo realizzato, inoltre, un grande investimento per installare su tutti i capannoni del nostro punto vendita di Sonnino un impianto fotovoltaico che ci consente di essere quasi autonomi dal punto di vista dei consumi elettrici. Abbiamo in previsione di fare un investimento simile anche per la sede di Sabaudia. Inoltre, abbiamo un progetto ambizioso nell’ambito delle digitalizzazione dell’azienda, che prevede l’eliminazione completa dell’uso della carta. Infine desideriamo in futuro sostituire tutti i nostri mezzi a gasolio in favore di mezzi elettrici.

D. Qual è il prodotto Italcementi più richiesto in questo momento?

Antonio De Gregoris. Con il fatto che i tempi per le lavorazioni sono sempre più ristretti, sono molti richiesti i prodotti veloci, come i cementi a presa rapida Ali Flash e Ali Easy. Nelle nostre zone inoltre è molto richiesto il Pavi Forte, prodotto principe per la realizzazione dei massetti.

D. Quali sono i settori che vi danno più soddisfazione?

Antonio De Gregoris. Sicuramente i settori storici, come l’edilizia e l’arredobagno per cui siamo riconosciuti sul mercato da tantissimo tempo. Anche i nuovi settori, quindi cucine, arredo, porte, infissi, termoidraulica e condizionamento, ci stanno dando molte soddisfazioni e risultati importanti. Sta cominciando a risultare vincente l’idea che abbiamo avuto originariamente, cioè quella di presentarci come un unico punto di riferimento nel settore della ristrutturazione e della casa, dove è possibile trovare le giuste competenze e soluzioni.

D. Qual è il vostro punto di forza?

Antonio De Gregoris. Sono almeno due. Il primo è la competenza dei nostri collaboratori, il secondo è la capacità di avere materiale disponibile, soprattutto in questo momento storico in cui c’è grande carenza di prodotti ed è molto difficoltoso l’approvvigionamento. Siamo organizzati per garantire sempre la disponibilità di tutti i

Interno del punto vendita De Gregoris prodotti necessari per la ristrutturazione. Poi ovviamente ci sono dei prodotti per applicazioni specifiche, che vanno su ordinazione, e lì soffriamo come tutti la carenza generale.

D. In percentuale quanto pesano i prodotti su ordinazione e quanto quelli in pronta consegna?

Antonio De Gregoris. Quelli su ordinazione pesano intorno al 30% del nostro fatturato e riguardano tutta la parte di arredo, cucine, porte e infissi.

D. Da quali province arrivano i clienti?

Antonio De Gregoris. A parte Viterbo e Rieti, che sono più lontane, il nostro mercato di riferimento comprende la provincia di Latina, la provincia di Frosinone che serviamo con il punto vendita di Sonnino e il mercato di Roma che serviamo con l’altro punto vendita di Sabaudia. Su tutte queste province effettuiamo consegne costantemente.

D. Chi è il concorrente più insidioso?

Antonio De Gregoris. Rispetto alla grande distribuzione, sentiamo di porci su un livello diverso, più professionale. La Gdo guarda maggiormente al mondo del bricolage e del fai-da-te. Noi, invece, ci rivolgiamo a imprese e professionisti, che hanno esigenze diverse e bisogno di un supporto più mirato. Sentiamo invece poco la concorrenza dell’e-commerce: sebbene qualche incursione ci sia, difficilmente il web può rispondere alle esigenze di un mondo così complesso qual è la ristrutturazione di una casa. Non si tratta del semplice acquisto di un prodotto, ma di un complesso di soluzioni che si devono integrare tra di loro. Sul web si può trovare un prodotto a un prezzo più basso, ma probabilmente non la competenza necessaria per arrivare a quella determinata soluzione. I nostri clienti cercano competenza, consigli, suggerimenti ed esperienza. Questo non vuol dire necessariamente pagare di più i prodotti, perché la nostra forza di acquisto ci consente di essere molto competitivi. Quello che va considerato però, sia nella Gdo che nel web, è che se si paga qualcosa in meno, è in termini di mancata consulenza e servizio, che si traducono poi in costi ulteriori in caso di eventuali problemi.

D. Qual è la tipologia dei vostri clienti?

Antonio De Gregoris. Il 60-65% del fatturato proviene dalle imprese edili e dagli impiantisti, il restante 35-40% dai privati, soprattutto per il settore delle finiture di interno. I privati sono spesso accompagnati dai progettisti.

D. Fornite anche un servizio di consulenza?

Antonio De Gregoris. Sì, sempre. Devo dire che la nostra clientela formata dalle imprese e professionisti è molto formata e competente. Offriamo un servizio di consulenza importante ai privati, assolutamente profani del settore, che hanno bisogno di tante informazioni e dettagli. Nel settore delle finiture da interno questa consulenza si estrinseca anche nell’offerta di soluzioni renderizzate, che viene ulteriormente strutturata con l’aiuto dei professionisti tecnici a cui il cliente si è rivolto a monte.

D. Avete delle tecnologie particolari per questo tipo di supporto?

Antonio De Gregoris. Sì, abbiamo un server grafico per la renderizzazione dei progetti e offriamo anche un servizio di visori che consentono al cliente di vedere il progetto in realtà aumentata.

D. Come avviene la scelta dei brand su cui puntate?

Sacchi Italcementi in magazzino Antonio De Gregoris. Ci reputiamo un’azienda seria e vogliamo avere a che fare solo con aziende produttrici serie. La scelta guarda anzitutto ai leader di mercato, ai produttori che sanno fare ricerca e innovazione. Pensiamo che il nostro carattere distintivo sia quello di doverci differenziare e la differenziazione passa anche dall’innovazione di prodotto. Poi a determinare la scelta c’è ovviamente la qualità intrinseca dei prodotti.

D. Quale tipologia di prodotti è più richiesta in questo momento?

Antonio De Gregoris. Indubbiamente i prodotti per la ristrutturazione. Dalla crisi del 2008 c’è stato un grandissimo calo delle nuove costruzioni e il mercato si è orientato quasi esclusivamente sui prodotti per la ristrutturazione, cresciuto ancora di più anche grazie ai bonus che sono stati introdotti di recente.

D. Parliamo di logistica: come siete organizzati?

Antonio De Gregoris. Abbiamo 13 mezzi di proprietà, tutti muniti di gru, con cui riusciamo a eseguire anche consegne al piano e in posti angusti. La logistica viene organizzata internamente, ottimizzando gli spostamenti per ridurre costi e consumi, e diminuire l’impatto ambientale.

D. Il rincaro dei materiali è un problema superabile?

Antonio De Gregoris. È un problema che sfugge al nostro controllo e probabilmente anche a quello dei produttori. Credo sia legato indissolubilmente al costo dell’energia, un elemento su cui nessuno nella filiera delle costruzioni ha il controllo. Se i prezzi di petrolio e gas continueranno a rimanere alti, probabilmente i costi continueranno ad aumentare. C’è però un limite oltre il quale il mercato non potrà recepire ulteriori aumenti: i costi saranno talmente alti da disincentivare l’acquisto e la domanda comincerà a scendere.

D. Attualmente la domanda si è un po’ raffreddata?

Antonio De Gregoris. Abbiamo notato un leggero raffreddamento già dalla fine del primo trimestre. A differenza del 2021, in cui c’è stato un boom, ora la domanda gradualmente sta scendendo. Con

Area esterna. Sotto il magazzino

il passare delle settimane abbiamo visto che gli ingressi nelle sale mostra sono diminuiti e alcuni preventivi non sono rientrati perché i privati hanno bloccato i lavori in attesa di tempi migliori. La corrente inflattiva non è un problema di queste ultime settimane, ma è già in atto da almeno dieci mesi.

D. Quindi per il 2022 che cosa vi aspettate?

Antonio De Gregoris. Ogni anno ci poniamo degli obiettivi un po’ più ambiziosi rispetto agli anni precedenti. Dal 2007 a oggi siamo in costante crescita. Quest’anno invece siamo molto più cauti e chiudere il fatturato in linea con il 2021 sarebbe comunque un ottimo traguardo. Per tutte le dinamiche a cui accennavo in precedenza, infatti, ci sono molte criticità all’orizzonte.

D. C’è qualche novità in vista?

Antonio De Gregoris. Gli ultimi anni hanno visto costanti investimenti, quindi probabilmente nei prossimi anni non ci saranno grandissime novità. Sarà più una fase di consolidamento. Forse ci impegneremo per ampliare di più la rete vendita sul mercato di Roma, al momento composta da tre agenti.

D. Come si immagina la sua azienda tra dieci anni?

Antonio De Gregoris. Si dice che la terza generazione è quella che distrugge il lavoro delle generazioni precedenti. Oltre a non voler assolutamente macchiarmi di questo disonore, vorrei ampliare l’azienda con qualche nuovo punto vendita su Roma e continuare sulla strada della specializzazione.

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