Images, Words & Beyond - La genesi di un mito

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Scrivere oggi a proposito di Images and Words, dopo 25 anni dalla sua uscita, può sembrare una cosa ovvia e forse anche inutile, un mero esercizio stilistico. Credo che ad oggi, nel mondo, non ci sia testata giornalistica, recensore o semplice appassionato, che non abbia anche solo provato a scrivere le proprie impressioni su questo disco. Cosa rappresenta, o ha rappresentato, Images and Words, per milioni di appassionati, ma anche per musicisti o aspiranti tali, non siamo certo noi a scoprirlo o doverlo dire; così come non siamo noi i primi a definirlo come una pietra miliare del progressive metal. Questa non vuole essere una classica recensione; ma, per prepararci ai prossimi concerti, noi, da fans, vogliamo provare a dargli uno sguardo diverso. Nel 1992 magari molti di voi non erano neanche nei pensieri dei rispettivi genitori; qualcun altro era appena nato, oppure altri ancora erano già abbastanza grandi ed appassionati rocker o metal kids, ma di questi Dream Theater non avevano mai neanche sentito parlare. Ai tempi non cʼera internet, figuriamoci YouTube, i social network, o il file sharing. E dato che acquistare un disco non è mai stato così economico, prima di scegliere cosa comprare ed ascoltare, si leggevano le riviste e ci si affidava ai recensori, oppure allʼamico che ti passava la cassettina duplicata con lʼalbum di turno. Quindi, per tutti coloro che non conoscono la storia, ma anche per quanti la conoscono ma vogliono solo farsi un ripasso, questa vuole essere una piccola guida allʼascolto, corredata da una rassegna di fatti e aneddoti accaduti dal 1989, con lʼabbandono di Charlie Dominici, fino al 7 luglio di quella calda estate del 1992.

Buona lettura.

2.0

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Andrea

1 ‒ Gli anni bui

Siamo nel 1989 e per i Dream Theater sta per iniziare un periodo difficile. When Dream And Day Unite è uscito quello stesso anno, ma lʼetichetta di allora, la Mechanic Records, non ha organizzato un vero tour, non avendo né il budget né troppa voglia di supportare la band; la quale, quindi, decide di rompere il contratto e mettersi autonomamente alla ricerca di locali e date in cui suonare. Il 14 ottobre, al Sundance di Bay Shore, Long Island, i Dream Theater, dopo aver suonato solo per altre tre date nellʼarco dellʼanno, salgono sul palco per lʼultima volta con Charlie Dominici come membro ufficiale della band (se si eccettua lʼapparizione del novembre successivo al Ritz Club di New York in apertura ai Marillion). Perché questa data è importante? Perché proprio durante questo concerto presentano in scaletta per la prima volta, e con tre anni di anticipo sullʼuscita ufficiale in un album, “Metropolis Part 1”, di cui due strofe sono cantate da John Petrucci, per la prima e unica volta in carriera nelle vesti di lead vocalist.

Lʼanno seguente, il 1990, viene passato alla ricerca di un nuovo cantante. La band ha le idee chiare, vuole un cantante che sappia essere frontman, con buone doti vocali, e porti anche idee e linfa nuove. Grazie anche alla pubblicità fatta da molte radio americane, alle audizioni si presentarono addirittura in 200. Tra tutti gli aspiranti, ricordiamo John Arch (ex Fates Warning), il quale piace molto ai ragazzi, e quindi accetta di fare un provino, ma decide di non entrare nella band. Si torna a cercare; siamo a maggio e incontrano Steve Stone, il quale dopo un buon provino in cui mostra il suo stile molto ispirato da Geoff Tate, si guadagna il posto e la prova decisiva del palco. Così il 9 giugno 1990, i DT vengono invitati a suonare ancora in apertura ai Marillion, ancora al Sundance, dove la band è praticamente di casa, ed il pubblico la conosce bene. Il set inizia con tre strumentali; lʼinedita Creep With Tonality, Ytsejam, ed un altro inedito, A Change Of Seasons. Stone viene quindi presentato e canta i successivi Metropolis Pt. 1, A Fortune In Lies e The Killing Hand. La performance, sia vocale, sia dal punto di vista della presenza scenica, è talmente deludente che la band decide di licenziarlo subito dopo la fine del concerto.

I mesi passano e la frustrazione cresce. La band è piena di idee e materiale pronto da far ascoltare, ma ancora manca il cantante. Nellʼautunno dello stesso anno, per dimostrare ai fans, ma anche un poʼ a sé stessi, di non essere spariti, decidono di tornare a suonare dal vivo; e lo fanno con con un altro show al Sundance, il 17 novembre. In quel periodo i DT stanno provando con Chris Cintron, e forse hanno trovato la persona giusta; ma dopo lʼinfelice esperienza con Stone, non se la sentono di proporlo in concerto. Salgono quindi sul palco in una inedita formazione a 4, con lo pseudonimo di YtseJam per un concerto interamente strumentale. Sarà uno show unico nella storia della band. Vengono proposti alcuni estratti da When Dream And Day Unite, insieme a qualche cover, jam ed alcuni inediti come Creep With Tonality, A Change Of Seasons e Grab That Feel

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Foto promozionale del 1989 Steve Stone

Lʼarrivo di James LaBrie

Il 1991 inizia con Cintron che ormai è a tutti gli effetti il nuovo cantante dei Dream Theater, ma sfortunatamente per lui, dal Canada arriva una busta con un nastro, una biografia e una foto in bianco e nero, da parte di un certo Kevin James LaBrie, che sconvolge tutti i piani. Il nastro viene ascoltato di nascosto, dentro la macchina, e i membri della band rimangono positivamente impressionati da questo ragazzo; uno strano mix tra Geoff Tate, Bruce Dickinson e Steve Perry, capace di raggiungere in assoluta tranquillità le note più alte del suo range, unita ad una naturale e fotogenica presenza da rockstar. Sembra proprio quello che stanno cercando.

James ricorda così il primo approccio con i Dream Theater: “Mi fecero ascoltare When Dream and Day Unite e... non era proprio il genere che volevo fare. Poi mi fecero ascoltare alcuni demo di quello che doveva essere il loro nuovo album e da quel momento nella mia testa ci fu solo il pensiero di poter lavorare con questa band di New York. Le loro composizioni erano semplicemente stupende e il loro potenziale era enorme. Mi chiesero se volevo fare qualcosa di prog e io accettai molto volentieridipartecipare alle audizioni.Fu Kevin Moore a contattarmi,per chiedermi del mio materiale e fu lui stesso a mandarmi il materiale dei Dream Theater. Registrai un provino basato su un loro demo e mandai anche delle registrazioni con i Winter Rose ma, quando chiamai Mike Portnoy per accordarmi per la spedizione mi disse che potevo mandarlo ma che avevano già trovato il cantante che faceva per loro. Mi augurò buona fortuna per la mia carriera e sinceramente smisi di pensare a questi Dream Theater. Dopo qualche giorno ricevetti unʼaltra telefonata che mi invitava a New York per un provino forse la mia vita stava cambiando.”

Il 19 gennaio 1991, James arriva a New York e vi rimane per 5 giorni, trascorsi tra la conoscenza con gli altri ragazzi, jam sessions e, dato che il tempo è poco, registrando subito alcuni demo. Lʼalchimia che si crea è subito forte, e Mike e soci capiscono che questo, è davvero lʼuomo giusto. Il 22 gennaio Kevin James LaBrie entra a far parte della band. La ricerca è finalmente finita. Lʼunico inconveniente sta nel nome del canadese; infatti cʼerano già due John, e adesso due Kevin; così, per evitare ulteriore confusione, il nuovo arrivato decide di utilizzare solo il suo secondo nome, ovvero James.

3 ‒ La produzione del disco

Nei mesi successivi allʼingresso di LaBrie in formazione, i DT possono finalmente dedicarsi solo alla musica. Diversamente da quanto accade oggi, dove la band spesso si ritrova direttamente in studio per comporre (il cosiddetto “metodo LTE”, ndr); nel caso di Images and Words molti dei brani, al m omento di andare in studio per registrare, sono già pronti. Infatti, tra il 1989 e il 1990, nonostante tutti i problemi nel trovare un cantante adatto, lʼattività di scrittura non si è mai fermata e la band ha registrato molti demo, per lo più strumentali, utilizzando anche modesti 4 tracce, e con titoli provvisori:

• Oliverʼs Twist (Pull me under)

• Grab That Feel (Take The Time)

• Crumbling Metropolis (Metropolis)

• The Battle of Jimmy Cocoa and Fishface (Under a Glass Moon)

• Creep With Tonality (Learning to live)

Oltre alle “vecchie”, Donʼt Look Past Me, To Live Forever, ed A Change Of Seasons

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James LaBrie ai tempi dei Winter Rose

Durante la primavera, vengono contattati da Derek Oliver per conto della ATCO (Atlantic Corporation; etichetta di proprietà del gruppo TimeWarner), il quale, offre loro il tanto agognato contratto, dopo aver ascoltato alcuni demo strumentali; oltretutto di scarsa qualità sonora. Nonostante i brani vengano giudicati troppo lunghi per essere passati in radio (ma il problema sarebbe stato di facile soluzione, distribuendo versioni “edit”, ovvero più corte e facilmente recepibili dal pubblico), Oliver offre loro la possibilità di registrare, presso i Bear Tracks Studios, un nuovo demo che serva da base per la stipula del contratto e la registrazione del nuovo album. È lʼo rmai famoso “The ATCO demos” (ristampato in Cd nel 2002, per il decennale di I&W e distribuito agli iscritti dei fan club allora attivi), contenente Metropolis part 1, To live Forever e Take the Time

Foto promozionale del periodo Images And Words

In estate i Dream Theater firmano il contratto con la ATCO e la macchina produttiva si mette in moto. Diversamente da quanto successo con la precedente etichetta, stavolta il budget e il tempo a disposizione sono molto più alti, così la band può comporre e registrare tutto il materiale che vuole, nel migliore dei modi. Per i primi di ottobre è fissato lʼinizio delle sessioni di registrazione, sempre ai Bear Tracks Studios. Viene ingaggiato anche il produttore David Prater per aiutare la band con gli arrangiamenti finali, e fare in modo che lʼalbum sia confezionato nel modo più professionale e pulito possibile.

La lista dei brani pronti ad essere incisi è la seguente:

• Metropolis part 1

• To Live Forever

• Donʼt Look Past Me

• Take The Time

• Under A Glass Moon

• Learning To Live

• A Change Of Seasons

Sempre su consiglio di Oliver, la band continua a scrivere, e così al momento di entrare in studio, alla lista si aggiungono Another Day e Surrounded, che prendono il posto di To Live Forever e Donʼt Look Past Me, considerate un poʼ troppo datate; la versione definitiva di Pull Me Under, e Wait For Sleep

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Ma i problemi non tardano ad arrivare: Derek Oliver si presenta in studio con una serie di richieste poco negoziabili; dapprima chiede di escludere A Change Of Seasons dalla track list, poi, lʼalbum deve chiamarsi semplicemente “Dream Theater”, e la traccia di apertura deve essere Pull Me Under al posto di Metropolis, come invece avrebbe voluto la band. Purtroppo, al tempo, i DT non hanno molto potere contrattuale, e quindi devono scendere a compromessi; ottengono di poter mantenere il titolo dellʼalbum, Metropolis come prima traccia del lato B, e la promessa di poter pubblicare in seguito, in un EP apposito (e così sarà nel 1995) la lunga suite A Change Of Seasons Altro grosso problema furono gli scontri tra Portnoy e Prater. Mike li racconta così alla rivista Hard Rock Magazine nel dicembre ʻ93: “loglielo avevo detto a Prater che odiavo i suonicampionati,luihafattotuttodi testa sua e ha triggerato la mia batteria in lmages. Un suono senza una dinamica, come di sua abitudine e tutta la finezza e il tocco sono spariti durante il mixaggio. Molti hanno creduto che la mia batteria è stata programmata e invece vi assicuro che è tutta suonata !!!”

4 ‒ Un nuovo inizio

Le registrazioni terminano lʼ11 dicembre 1991. Dopo tre lunghi anni passati tra speranze e illusioni, la faticosa ricerca di un cantante, di un contratto e un nuovo punto di partenza; o per meglio dire di ripartenza; i sogni di questo gruppo di giovani ragazzi, stanno per avverarsi. “Sarebbe straordinario se di questo album ne riuscissimo a vendere 50.000 copie” queste le parole di Mike Portnoy, pronunciate alla fine delle sessioni in studio. Nei mesi seguenti; siamo già nel 1992; la band non si ferma; ci sono le sessioni fotografiche, la scelta della copertina e della grafica del libretto, e le riprese per tre videoclip (Pull Me Under, Take The Time e Another Day). Finalmente il nuovo album è pronto per il lancio sul mercato; il nuovo cantante è ben inserito, e la band può dedicarsi alla promozione, ed ovviamente può tornare anche a suonare dal vivo con una formazione rodata e coesa. Nel frattempo, gli Iron Maiden chiedono ai DT di aprire il loro prossimo show newyorkese, lʼ8 giugno al Ritz Club. La richiesta è accettata, mwa non avendo mai suonato dal vivo con James, e per evitare altre figuracce come con Steve Stone, decidono di fare qualche show di riscaldamento nei club dei dintorni. Il concerto di debutto con James LaBrie alla voce si tiene il 2 giugno a Long Island, con un set incentrato sui brani di I&W, che anche se non ancora usciti ufficialmente, i fans di vecchia data già conoscono.

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Pass del tour 1993
La “press release” che annunciava il nuovo album e il nuovo cantante

Il 7 luglio 1992 esce Images and Words, e lʼaccoglienza da parte del pubblico sia americano che europeo è entusiasta; tanto che a sorpresa, Pull Me Under con il suo videoclip, entra in classifica e nella cosiddetta “heavy rotation” su MTV e in varie radio americane. La band firma poi un contratto con la Roundtable Entertainment che, a partire dal 27 settembre del ʼ92 al Limelight di New York, la porta a fare un tour mondiale (lʼImages and Tour, seguito dal Music in Progress) della durata di quasi 2 anni per un totale di 197 concerti. Piano piano il successo sta arrivando, Images and Words viene consacrato come un album simbolo per il prog moderno e i sogni di Mike e soci sono molto più che realizzati; così, la necessità di portare a termine lavori paralleli per potersi mantenere finanziariamente tende a sparire man mano che il numero di concerti aumenta, i luoghi dove si esibiscono diventano sempre più grandi e capienti, cominciano ad essere presenti su tutta la stampa specializzata ed il loro disco viene stampato anche in Europa, Asia e Giappone, dove diventa disco dʼoro. E poi... beh, il resto è storia!

5 - Images And Words nelle parole degli stessi Dream Theater

James LaBrie

Per me lmages and Words è stata unʼesperienza splendida. Mi ha portato all'interno di un nuovo modo di concepire la musica. Un bilanciamento perfetto tra musica e parole. Non avevo mai pensato, fino a quel punto, di poter avere cosi tanti spazi dal punto di vista del cantato. Cʼera qualcosa dentro di me, al tempo, che mi diceva che stavo per arrivare al punto in cui volevo arrivare nella mia vita. Una band perfetta; siamo stati giorni interi a contatto l'uno con l'altro costruendo i brani proprio come volevamo, allʼunanimità. Fu per tutti noi l'inizio di una nuova vita!

John Myung

Abbiamoavutotantissimotempopercomporrequellʼalbum...daIleprime composizioni nelle nostre case fino ai mesi passati insieme in studio. Ricorderò per sempre la volta in cui Kevin ed io eravamo in casa di John (Petrucci) per finire di comporre “Learning to live". Ho dei ricordi splendidi, sia con John che con Kevin... siamo cresciuti insieme e siamo riusciti a fare, nella nostra vita, ciò che volevamo fare da piccoli: fare ascoltare al mondo la nostra musica. Un ricordo particolare dallo studio, eravamo tutti a pranzo quando il telegiornale ha dato la notizia della morte di Freddie Mercury.

John Petrucci

Le situazioni più belle erano quando eravamo tutti insieme nello studio, quando si usciva a turni per comprare da mangiare o da bere. Ricordo il tanto riso mangiato a causa della cucina di Myung! Dall'altro canto ho imparato tantissime tecniche di registrazione in studio. Ho imparato a registrare diversi layer di chitarra all'interno di un brano; ho capito moltissimo riguardo allʼorchestrazione delle parti. Dopo When Dream and Day Unite ho avuto paura che non saremmo più tornati in studio per registrare tutta la musica che avevamo già pronta... fortunatamente mi sbagliavo!

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Mike Portnoy

A parte David Prater tutto è stato stupendo. Purtroppo quando penso a questoalbummisentoancorafrustratoma,altempononavevamotante voci in capitolo e David faceva tutto di testa sua. Se guardo il lato positivo penso che tutta la musica scritta dal 1989 al 1991 è stata proposta al mondo e ne dobbiamo essere fieri. In studio ci sono stati dei momenti bellissimi come ad Halloween quando mi sono mascherato da Flavor Flav dei Public Enemy. È ancora difficile per me riascoltare quellʼalbumma,ilperiodoèstatoveramentestupendoedhaconsacrato un poʼ il sogno di tutti.

6 ‒ Track by track

Pull Me Under: il testo è ispirato allʼAmleto di Shakespeare; dove il principe Amleto si trova a combattere contro lo zio Claudio il quale è sospettato di aver ucciso suo padre solo per diventare re. Il famoso “soIiloquio" in cui Amleto espone i suoi dubbi è riportato nella seconda strofa della canzone. Alla fine invece è proprio riportata una frase da questa opera: “Oh that this too, too solid flesh would melt". La morte è il tema centrale deIlʼAmleto ed è per questo che il brano è troncato sul finire.

Another Day: John Petrucci ha scritto questo testo descrivendo la malattia del padre, affetto da cancro. La fonte di questa interpretazione è Gail Fluge, presidente del primo fan club dei DT. Il padre di John è morto nel 1996, e nel 1997 gli dedicò “Take away my pain” su FII. Il sassofono che compare nellʼassolo finale di questo brano è suonato da Jay Beckenstein.

Take the Time: “Abbiamo deciso di scrivere questa canzone guardandociindietroerivedendoiproblemidegliultimitreanniprima di lmages and Words: la ricerca di un nuovo cantante, di una nuova etichetta, di un nuovo manager; un testo che riguarda un poʼ tutti questi cambiamenti e le nostre frustrazioni durante quel periodo. Abbiamo scritto un verso ciascuno e la strofa tutti insieme; è stata la prima volta che facevamo questo, e l'unico brano che abbiamo mai scritto completamente insieme”, racconta Mike Portnoy. Il famoso verso “Ora che ho perso la vista ci vedo di più" è preso dall'originale “Ora che ho perso la vista, ci vedo meglio e di più". Questa battuta fa parte del film “Nuovo Cinema Paradiso”. Da qui la frase “l can see much clearer now I'm blind” proprio prima del sample.

Surrounded: Non è chiaro precisamente di cosa parli, ma possiamo ipotizzare che il tema principale sia lʼilluminazione spirituale. L'unica cosa sicura su questo brano è che la band lo ha dedicato, durante tutto il tour di Images and Words, al tennista Afro-Americano Artur Ashe scomparso per AIDS il 6 febbraio 1993.

Metropolis - Part 1: Petrucci ha costruito questa storia di fantasia narrando le gesta di due gemelli (ovviamente immaginari), “The Miracle” e “The Sleeper”, ispirandosi ai brani epici di Yes e Rush, e, per il testo, alla storia dei fratelli Romolo e Remo narrata nellʼEneide di Virgilio, i quali avevano un fortissimo legame anche a livello telepatico. La dicitura “Part 1” fu inserita per gioco; non era assolutamente prevista una seconda parte ma, i fans, durante gli anni, hanno subissato la band di richieste e, cosi, nel 1999 è nato lʼalbum Metropolis Part 2 ‒ Scenes From A Memory, il quale riprende ed amplia la storia dei due gemelli. Il primo demo, uno strumentale di circa 25 minuti; fu composto nel 1996 insieme a Derek Sherinian e doveva essere compreso in Falling Into lnfinity

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Under a Glass Moon: non sappiamo con certezza quale sia il vero significato del testo; ma pare che Petrucci abbia avuto lʼispirazione per scriverlo, una sera dʼestate mentre aspettava in auto una persona, guardando la pioggia cadere e mescolarsi alla luce di un lampione (la “glass moon” del titolo, ndr) da dietro il vetro del finestrino.

Wait For Sleep : nata come preludio a Learning To Live, è lʼunico brano composto (ed in questo caso anche suonato) interamente dal solo Kevin Moore. Lo stesso Moore ha dichiarato in passato che la ragazza di cui parla, era una sua amica che in conseguenza della morte di una persona cara, si trovava in un momento di difficoltà e di “vuoto spirituale”; trovandosi a lottare con le proprie convinzioni ed i timori riguardo alla sua fede.

Learning To Live: Per molto tempo non si è saputo che cosa significasse il testo di questo brano ormai ritenuto da tutti una pietra miliare nella discografia della band. È stato proprio il suo autore, John Myung a svelarlo ad uno di noi; ovvero al mio collega nello staff del fan club, nonché bassista, David Cangi. E ve lo raccontiamo con le parole che solo chi nutre una immensa stima e ammirazione per il nostro bassista, poteva scrivere. Difficilmente potrò scordare “Brescia 2014”, non tanto per le tre ore di pioggia che hanno accompagnato tutti noi durante l'intera scaletta, quanto per quell'aftershow che in qualche modo ha datounsensoallamiavitadamusicista.Ditecheesagero?No...perchéchiviscrivehainiziatoasuonare il basso grazie ai Dream e grazie ad un certo John Myung. Ma lasciatemi raccontare e forse proverete come me le stesse emozioni che ho vissuto io quella sera. Il concerto è da poco finito, io e il mio compagno di viaggio Stefano Berrini, zuppi fradici ci dirigiamo sotto il loggiato dietro al palco, armati dei nostri pass. Come sempre, dopo poca attesa si fanno vivi Jordan che, cordiale come sempre, si mette a parlare con chiunque, poi scende Petrucci con Mangini; è incredibile come John sia sempre sorridente e disponibile per qualunque richiesta stressante da parte di noi, pochi fortunati presenti all'after. Infine fa capolino James con suo figlio. Chi conosce l'ambiente Dream da un poʼ di tempo (si, intendo noi datati ehehe), sa bene che Myung non ama questo tipo di attività post concerto e che di solito si rinchiude subito nel tour bus, ma quella sera no! Quella sera arrivò anche lui, in sordina a testa bassa, alla Myung insomma... io e Stefano ci avviciniamo a lui; posso tranquillamente dirvi che tremavo, non scherzo! Lì davanti a me c'era il mio idolo e la mia ispirazione bassistica.Iniziamoaconversareeluiconvocebassarispondealledomandeinmanieraesaustivaepure prolissa!! Addirittura con il sorriso (si avete letto bene, con il sorriso!). Tra le varie domande inerenti alla sua strumentazione ecc., ce n'era una che risiedeva in fondo al mio cuore da tanto tempo ed era: "John, perchè hai scritto Learning To Live? Che significa per te?" Sappiate che per me quel pezzo è l'essenza dei DT e che quindi questa risposta contava molto. La sua risposta è stata: "Learning To Live parla della mia vita, parla di tutte le difficoltà, delle sconfitte che ho incontrato, delle persone e di come le ho affrontate. Parla di quotidianità, di crescita e di come si impara a vivere".

Potete capire da questo perché ancora oggi reputo quel pezzo parte anche della mia vita, e di come aver sentito questa spiegazione da chi, quel pezzo l'ha scritto e "sentito", abbia rovesciato su di me questotsunamidiemozioni.Delresto"ilmodoincuiiltuocuorebattefatuttaladifferenzanell'imparare a vivere".

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Cartolina promozionale del 1992 Foto scattata all’interno del Bear Tracks Studio

Donʼt Look Past Me: uno dei 3 brani esclusi dalla tracklist finale di Images, è stato successivamente pubblicato nel 1999 sul Fan Club Christmas Cd “Cleaning Out The Closet”, con le linee vocali ricantate appositamente da James LaBrie.

To Live Forever: altro brano scartato dalla tracklist finale, e anche questo è stato successivamente pubblicato su Cleaning Out The Closet in due versioni. La versione ʼ91, ha lʼarrangiamento ed il mixaggio previsto per Images And Words; mentre la versione ʼ94 è stata riarrangiata e riregistrata durante le sessions di Awake, e pubblicata come b-side sul cd singolo Lie.

A Change Of Seasons: come abbiamo detto in precedenza anche questo brano fu escluso dalla track list di Images. La versione definitiva, pubblicata nellʼEP omonimo del 1995, è però molto diversa da quella originaria composta con Kevin Moore. Possiamo ascoltarla con Chris Cintron alla voce nellʼOfficial Bootleg “ImagesAndWordsDemos1989-1991”,

7 - La copertina e i simboli

A determinare il successo clamoroso di I&W, non è stata soltanto la musica o le parole; ma anche la sua copertina con questa ragazzina circondata da oggetti e simboli apparentemente senza senso, e dal sapore vagamente pittorico, ma che racchiude elementi presi dai testi dei vari brani. Ripercorriamo anche la storia di questa copertina, direttamente dalle parole di Larry Freemantle, il suo autore:

• Come sei stato coinvolto nel progetto? All'epoca, loro erano con l'Elektra e, a quel tempo, non avevano un vero e proprio reparto scenografico.Ioeroconl'Atlanticemifuassegnato come un qualsiasialtro progetto.Loro avevano una compagnia, in qualche modo connessa, chiamata Access Images. Era un'epoca precedente quella della computer grafica e tutti si stavano interessando al lavoro col computer. Acces Images eraunadiquestecompagnieefacevaquestogeneredicose,primachePhotoshopdiventassepopolare. E loro avevano un po' di persone che lavoravano lì, così ho supervisionato quel progetto. • Come ti è arrivata l'idea? L'idea di ciò che c'è su quella copertina è arrivata dalla band. Io ho provato a farla sembrare, dal punto di vista compositivo, come un vecchio dipinto. Ricordo che ho incontrato la band, ci siamo seduti e abbiamo discusso di tutto. Erano molto partecipativi, nei primi giorni. John Myung, probabilmente, fu la persona decisiva, insieme a John Petrucci. Anche Kevin Moore e Mike Portnoy erano molto coinvolti. Furono molto specifici riguardo cosa avrebbe dovuto esserci sulla copertina. Era solo questione di

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e con James LaBrie sul Fan Club Christmas Cd 2002 “Taste The Memories”. Kevin Moore in una cabina dello studio

mettere insieme i pezzi. Così, loro volevano che ci fosse una ragazzina, che ci fosse un uccello in volo e che la stanza fosse di quel particolare stile. Era un collage di litografie e illustrazioni, che ho pensato sarebbe stato fantastico. Le litografie e la stanza provengono da un vecchio libro di litografie, da cui sono state raccolte e a cui in seguito è stato aggiunto il cielo. E per il font, sono stato io a crearlo e poi ho assunto un calligrafo, John Stevens, in quanto volevo che fosse personalizzato e sembrasse un carattere tipografico.

• Stilisticamente, ricorda alcune copertine degli anni 70. È qualcosa di cui eri consapevole? I ragazzi ed io eravamo grandi fan di Hipgnosis [studio fotografico che negli anni '70 ha realizzato le copertinedigruppicomePinkFloyd,Yes,Genesis,ecc...ndr]equestoèovvio.Einfatti,inseguito,loro chiamarono Storm Thorgerson per l'artwork di "Falling Into Infinity". Io sono un grande fan dei modi di lavorare precedenti al computer. La copertina appare datata oggi, semplicemente perchè puoi vedere come si possano fare bene le cose oggi. Così, mi guardo indietro e penso che avrei potuto farla in molti modi differenti. Le copertine fenomenali di Hipgnosis sono bellissime e non sembrano invecchiate, ed io ipotizzo che anche quella di "Images And Words", in qualche modo, resista. Mi piace il fatto che sia un collage piuttosto che una fotografia.

• Chi è la ragazza presente nella copertina? La ragazza fu scelta dal fotografo, Dan Muro, e penso che lui abbia semplicemente scritturato una persona per questo. Non era una persona specifica per la band. Mi ricordo che il cuore in fiamme fu creato fisicamente, ne fecero un modello e poi lo fotografarono. (N.B.: Di recente abbiamo scoperto, per puro caso, che il nome della ragazza è Andréa Masucci)

• Com'è stato lavorare con la band?

I ragazzi erano persone con i piedi per terra, provenienti da Long Island, da dove provengo io, ed eravamo della stessa età. Erano molto rilassati ed è sempre più facile lavorare con una nuova band che con qualcuno che è in giro da molto tempo. All'inizio eravamo molto felici di fare quello che stavamo facendo e non era un lavoro particolarmente costoso. Fin dall'inizio furono una band molto seria e professionale.Molte band,quando devono trovarsia proporre delle idee,sicomportano come deipesci fuord'acqua,quindilaloroattitudineeraalquantoinsolita.Sonosemprestatigrandiquandosisedevano al tavolo, perché avevano sempre delle idee da proporre.

Il “Majesty Symbol” - Posizionato in cima al baldacchino, come parte degli intarsi nel legno, è graficamente riportato in tutta la sua grandezza anche sulla superficie del cd. È proprio il cd di I&W che lo consacra come icona storica della band. Il disegno originale, lo ricordiamo, è composto dalle lettere greche Phi ( Φ ), Mu ( M ) e Lamda ( Λ ), si trova sul retro di un anello appartenuto alla regina Maria Stuarda di Scozia, e rappresentava lo stemma del marito Francesco II di Valois, re di Francia. Fu ripreso e stilizzato da Charlie Dominici per inserirlo sulla copertina di WDADU. Curiosamente, colui che lo ha adottato come simbolo della band, e se lo tatuò su una spalla (insieme a Portnoy), ne uscì ben presto. Recentemente alcuni ragazzi, si sono divertiti sui social, a trovare altri significati al simbolo: cʼè chi ha scoperto il “Codice Dominici”, ovvero ogni lettera del cognome può incastrarsi alla perfezione nel simbolo, tanto che qualcuno ha creduto che davvero Charlie lo abbia disegnato proprio a scopo personale. Altri invece hanno fatto incastrare nel “Majesty”, addirittura una frase tanto cara a Mike Portnoy; “eat my ass and balls”.

Il cuore avvolto dalle fiamme e circondato dal filo spinato , fu unʼidea di Kevin Moore, e si basa essenzialmente sul simbolo cattolico del Sacro Cuore di Gesù. Il filo spinato intorno al cuore rappresenta gli ostacoli e le difficoltà, il cuore resistenza e forza, e il fuoco energia e passione. Sono un poʼ gli elementi che hanno caratterizzato gli anni precedenti lmages and Words per tutti i membri dei DT.

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Il sigillo reale e l'anello di Maria Stuarda

Ovviamente i Dream Theater, nelle persone di Charlie Dominici, Kevin Moore, James LaBrie, John Myung, John Petrucci e Mike Portnoy li conosciamo tutti, e conosciamo tutto di loro; ma chi sono tutte le persone (ma anche un luogo) che abbiamo incontrato nel corso del racconto e che in qualche modo hanno incrociato le loro vite con i Dream Theater? Qui di seguito un piccolo excursus su di loro.

John Arch: al secolo John Maurice Archambault, aveva cantato sui primi 3 album dei Fates Warning, e data lʼamicizia tra i membri delle due band, fu uno dei cantanti provinati. Avrebbe potuto seriamente entrare a far parte dei DT, dato che la band era soddisfatta della sua prestazione; ma lʼincertezza della situazione in cui si trovava la band, la distanza della sua residenza rispetto a Long Island (abitava in Connecticut, ndr) lo convinsero a declinare lʼinvito. In una intervista del 1995 ha dichiarato che avrebbe voluto entrare nella band, e che si trovava molto bene con i ragazzi, ma preferì la sicurezza economica di un lavoro stabile (costruiva mobili e forniture su misura per uffici), rispetto allʼincertezza della vita da musicista, dato che allʼepoca dellʼaudizione, aveva già una famiglia, aveva appena acquistato casa ed un mutuo da pagare. Arch è rimasto fuori dal business musicale fino al 2003, quando ha pubblicato lʼEP “A Twist Of Fate”, al quale hanno partecipato Mike Portnoy, Jim Matheos e Joy Vera.

Jay Beckenstein: sassofonista statunitense, cofondatore della band jazz-fusion Spyro Gyra, era il proprietario dei locali dove erano ospitati i Bear Tracks Studios. Jay appare, per un assolo con il suo sax, su uno dei pezzi che più aiuterà i Dream Theater nella loro scalata verso il successo: Another Day In seguito Jay è stato nuovamente ospite su un brano dei Dream Theater; una versione alternativa di Through Her Eyes, presente solo sul cd singolo. L'unica apparizione live di Jay con i Dream Theater è stata al Roseland di New York al famoso concerto del 30 agosto 2000.

Chris Cintron: vero nome Cristobal Cintron, prima della breve esperienza con i DT aveva cantato con Preacher, Truth, Back East e Reckless, con i quali nel 1987 pubblicò lʼalbum “No Frills”. In seguito torna a cantare e suonare la chitarra con il fratello Rafael nel gruppo “Los Cintron”, conosciuto anche come “The Cintron Brothers”.

Doug Oberkircher: ingegnere del suono e di missaggio, attivo già dalla metà degli anni ʼ80, lavorando dapprima presso gli studi Hit Factory di New York, e poi presso i Bear Tracks. Oltre che con i DT, ha lavorato per Spyro Gyra Vanessa Williams, Night Ranger, Firehouse, Sting, e molti altri. Con lui i Dream Theater hanno collaborato anche in seguito; ad esempio per il mixaggio di Live at The Marquee ed A Change Of Seasons, e per gli album Scenes From a Memory e Six Degrees.

Derek Oliver: manager molto conosciuto ed apprezzato nel mondo dellʼindustria musicale. Nel 1991 ricopriva lʼincarico di A&R per la ATCO, e per la quale ingaggiò i Dream Theater. Successivamente ha lavorato per RoadRunner, SPV, Elektra. Nel 2007 ha fondato una propria etichetta discografica, la Rock Candy Records.

David Prater: batterista e compositore specialmente con gruppi pop rock e RʻnʼB, quando nel 1991 viene ingaggiato dalla ATCO, aveva iniziato da alcuni anni anche lʼattività di produttore. Il suono triggerato della batteria ottenuto da Prater nel mixaggio di I&W, che suscitò la rabbia di Portnoy, ricalca fedelmente quello utilizzato per lʼalbum “Firehouse”, dellʼomonima band hair metal dal discreto successo negli anni ʼ90, prodotta dallo stesso Prater. Dopo Images and Words, tornerà a collaborare con i DT, per le registrazioni dellʼEP “A Change Of Seasons”. Ancora oggi alterna la professione di produttore a quella di batterista e turnista, specialmente con una band chiamata Nektar.

12 8 - I protagonisti
Chris Cintron

In una intervista del 2008, a distanza di 16 anni, Mike Portnoy dirà di lui: Il suono della batteria in I&W mi fa rabbrividire. Credo che tutto quello che si ascolta nel disco, sia stato triggerato. Prater è quel tipo di produttore capace di chiuderti fuori dallo studio durante il mix, per fare tutto quel che gli pare

Steve Stone: nome dʼarte di Stephan Erickson, era un cantante di Seattle, noto quasi esclusivamente per aver sostituito Geoff Tate nei Myth, quando questi entrò a far parte dei QueensRyche. Fu ingaggiato dalla band a metà 1990, è rimasto tristemente famoso nella storia dei Dream Theater, oltre che per la pessima performance durante il suo primo (e unico) concerto, anche per lʼurlo “Scream for me Long Beach!!” (il concerto si teneva a Bay Shore, ndr.) di Dickinsoniana memoria, il quale ha dato anche il titolo ad un omonimo bootleg; che però vi consigliamo di ascoltare solo se non avete timore per la salute delle vostre orecchie.

Bear Tracks Studios: uno studio di registrazione che troveremo nella storia dei Dream Theater anche successivamente ad Images and Words. Situati nel Suffern, NY, ed attivi dai primi anni ʼ80, qui la band ha registrato anche A Change Of Seasons, Scenes From a Memory e Six Degrees Of Inner Turbulence, ed a testimoniarlo abbiamo gli ormai famosi filmati che Mike Portnoy è solito girare in studio e che nel corso degli anni ha reso in parte disponibili per i fans.

Gli studi hanno cessato la loro attività nel 2006, dopo le registrazioni dellʼalbum degli Spyro Gyra “Wrapped In a Dream”. La foto che si può vedere sul retro copertina di Scenes From a Memory, rappresenta lʼesterno degli studi.

9 ‒ Curiosità

Oliverʼs Twist, ovvero la versione demo di Pull me Under conteneva al suo interno una parte di Erotomania, prima del ritorno del coro finale. Il titolo (provvisorio) faceva riferimento a Derek Oliver.

Nei crediti del disco vengono ringraziati i FateZ Warning; ma come mai il nome di questa band è storpiato in “Fatez"? Un mero errore di scrittura? No; lʼamicizia tra i membri delle due band non è un mistero; e questa fu una semplice presa in giro fatta dai DT, in risposta allʼerrore di stampa presente nel libretto di Parallels dei FatesWarning, che riportava il nome “Dream Theatre”. Un errore di pronuncia piuttosto comune, ma che la band odiava. Sempre nel libretto vengono citate e ringraziate varie band, oltre ai Fates Warning; tra queste, i Marillion, Bruce Dickinson e Rod Smallwood (manager degli Iron Maiden), per il supporto ricevuto dai Dream Theater quando furono chiamati a suonare di spalla; ed infine le Meanstreak

Meanstreak era il nome di una band thrash metal attiva dal 1985 al 1994, composta interamente da ragazze, e di cui facevano parte Marlene Apuzzo (chitarra), Rena Sands (chitarra) e Lisa Martens Pace (basso); ovvero le future signore Portnoy, Petrucci e Myung. Meanstreak

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Dream Theater e Fates Warning insieme nel 1989

Fonti bibliografiche e storiche: Metropolzine n. 15 del ottobre 2002, © Italian Dreamers (fan club ufficiale italiano dal 1993 al 2007). Storia della band, by Italian Dreamers. Lifting Shadows The Autorized Biography by Rich Wilson, 2007, Essential Works Ltd. Intervista a Larry Freemantle di Rich Wilson, 2015, teamrock.com, traduzione a cura di Johnny Bros. Intervista a Mike Portnoy di Roberto Martinelli, 2008, emusician.com. Intervista a John Arch di Jeff Wagner, 1995, fateswarning.com.

Foto credits: Mike Portnoy Archives, Paul Natkin/Getty Images, Dan Muro, ATCO, Mechanic Records, Marco Garavelli, Andrew Lepley, Greg Maston ed altri di cui non abbiamo potuto rintracciare i nomi.

“Images, Words & Beyond ‒ La genesi di un mito” ℗ © 2017, YtseItalia 2.0 Fan Club Ufficiale Italiano dei Dream Theater

Questo articolo è liberamente consultabile online su: https://issuu.com/ytseitalia2.0fanclub

Tiratura: 25 copie. Distribuzione gratuita.

Stampa: Il Campano Centro Stampa Digitale, Pisa, 2017.

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15 Pagina News: www.facebook.com/YtseItalia2.0 Gruppo The Room: www.facebook.com/groups/ytseitaliatheroom YtseItalia 2.0 aderisce al fan club internazionale http://dreamtheater.club/

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