1 minute read

Terra Santa, il viaggio del cuore

Don Daniele Faedo

Siamo rientrati dal pellegrinaggio in Terra Santa e abbiamo ancora negli occhi e nel cuore quella terra e quella gente. Abbiamo vissuto giorni intensi, pieni di cose da vedere e ascoltare giorni in cui ci siamo conosciuti meglio condividendo pensieri, preghiere, gioie e prove; giorni che resteranno incisi nella mente e nel cuore di ciascuno. La prima volta in Terra Santa non si dimentica: ognuno ha portato con se da quella terra ciò che più lo ha emozionato, coinvolto, commosso: un volto, una preghiera, una Basilica, un affresco, una croce, una pietra, uno sguardo, il deserto, un canto... Abbiamo ricevuto tanto da quella terra generosa e ricca di fede.

Ci ha fatto soprattutto riflettere sul nostro modo di vivere la fede: il canto del muezzin che ci svegliava all’alba e ci salutava al termine della giornata come a ricordarci che tutto si origina e si compie in Dio, o la preghiera dell’ebreo ortodosso davanti al Muro del pianto con la Sacra Scrittura in mano a testimoniarci la centralità della Parola di Dio per noi. Quanto abbiamo da imparare da quel popolo. Si tratta senza dubbio di una terra di contraddizioni, di povertà, di conflitti, ma essa ha molto da dare a chi sa guardare. Nazareth, dove Gesù ha vissuto la maggior parte della sua vita, Betlemme dove è nato e Gerusalemme dove ha compiuto la sua vita in obbedienza al volere del Padre: queste le tappe più significative del nostro viaggio, insieme a Gerico dove Gesù ha incontrato Zaccheo, il fiume Giordano dove ha ricevuto il battesimo da Giovanni Battista, Cafarnao, Cana, il lago di Tiberiade, il monte Tabor… Abbiamo lasciato quella terra dove ogni cosa è intensa, forte, estrema con il fermo desiderio di ritornarvi.

This article is from: