Noàis - Lanterne (booklet)

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Noàis - Lanterne Jacopo Perosino: Paolo Penna: Luisa Avidano: Simone Torchio: Michele Cocciardo: Roberto Musso:

voce, chitarra, piano, thin wistle, tamburello chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra classica violino basso, scacciapensieri, cori batteria, cajon percussioni, catene, cori, bastone della pioggia, tubi, tamburello a cornice, tamburo del mare, campane tibetane, cimbali, campanelli, sonagli.

I cori di Emmeraviglia (light my room tonight) sono di Maria Rosa Negro testi: Jacopo Perosino musiche: Jacopo Perosino / Paolo Penna arrangiamenti: Noàis registrato e mixato presso Archensiel Studio di Vincenzo e Paolo Penna, Asti mastering presso Punto Rec Studios di Torino mastering engineer Fabrizio Argiolas set fotografico: Universi Sensibili di Antoni Catalano (www.universisensibili.it) grafiche: Design Kills You (info@designkillsyou.com) foto: Andrea Tangolo (andreatangolo.com) illustrazioni libretto: Stefano Milani (mapoart.it) management: Enrico Bellati noaisband@gmail

facebook.com/noaisband

Noàis thanks to: Vincenzo “Piuma” Penna e Maria Rosa Negro per la disponibilità, professionalità, gentilezza e ospitalità, Enrico Bellati, Antonio Catalano per i suoi “Universi Sensibili”, Albert Fratini, Chiara Dello Iacovo, Francesco Visconti, Pigi Guerrini, Edo Accornero, Maria Rita Lo Destro, Andrea Cerrato, Comune di San Damiano d’Asti, Gatto e il Diavolo, La Corte i Diavoli e i Commedianti, Marco Barberis, Fabrizio Argiolas, Silvia Bertetto e tutto lo staff di PuntoRec. E inoltre: Eduardo Galeano, gli Shamrock Pub umidi e puzzolenti, San Salvario al mattino presto dopo la movida, le anime salve in terra e in mare, i manicaretti di Paolo, i passaggi a sud, l’olio piccante, i pallini rossi, i viaggi in India, i garofani rossi, le birre in studio, fumo l’ultima e vado, gli inizi nei garage, le facce oscure della Luna, Pantelleria e la Sicilia, Johnny Cash, Johnny Walker, Jameson, Galway, le scogliere di Moher, Dublino e tutta quella splendida isola, Finibusterrae nell’ombra degli ulivi e l’afa delle danze senza requie, Davide Calabrese - Nala - Nonno Giuseppe - il diamante pazzo, MereScornaPolloMario - Nando - Emme, tutti i primi che ci hanno creduto, che ci sostengono e stimano, in particolare: Vale, Clara, Gianvi, Iron, ecc... Sicuramente si è dimenticato qualcuno e ci dispiace ma facciamo finta che non vi abbiamo contati tutti volontariamente, nella speranza di vedervi aumentare a dismisura col tempo.


mare brucia il tempo Sotto terra scorre il fuoco, sopra al tutto fermo, c’è scirocco te c’ha paura Che la gente non si cura, che la gen e il silenzio li consuma la voglio raccontar! È la storia di Colapesce, tutti muti, ve be l’hanno ucciso Hanno ucciso Colapesce, con le bom sul viso Forte come l’esplosione delle lacrime nore diso il a l cel can che to Soffia forte il ven une patr u l dicia ci ti nen Ca si nuddu e vali Hanno ucciso Colapesce e sai che c’é Adesso affondi pure te

bi cosa cambia Tutto cambia, non si cambia, se tu cam la domanda lo tormenta di salvarla? Cosa regge questa terra, hai il coraggio La colonna sta cedendo e nun mi scantu” Rispose Colapesce: “Sugnu sicilianu si tutti quanti Hanno ucciso colapesce, li hanno ucci ora ce ne sono altri Con le bombe e con gli sguardi, ma tira vento nuovo Il gran capo adesso trema quando il suo perdono Di nascosto da se stesso a cercare fa Perche’ ha ucciso colapesce tempo rà che E nessuno dimenti fa Perche’ ha ucciso Colapesce tempo erà rest E questa storia

ini d’onore Uomo in mare alza la voce sugli uom te sen si sotto l’acqua non suno ad aiutarti Che sei solo in fondo al mare e nes c’è la piovra, quanto è grossa tro non si può più ritornar Ma non basta, non si ferma, ora indie be l’hanno ucciso Hanno ucciso Colapesce con le bom quel sorriso Con il corpo fatto a pezzi ci rimane vento tro con e vel e com a Tutti voltano la test quel o o sol , gue san il a rest E la storia si ripete, c’è che sai e e pesc a Hanno ucciso Col


Diglielo a quella brava gente hiere che sbucciandosi le gambe di preg ha scoperto che non erano tutte vere Le notti di chi soffre in ospedale che dorme in attesa di sorprese le spese gli hanno promesso il perdono più Conta conta monete e bla bla Ridi, ridi che poi passerà Aia iaia aia iaia Nun t’arrabbià Le poltrone rosse in pelle dei potenti le panche in legno alla popolazione ma un olio solo per l’estrema unzione torna C’è una madre per un figlio che non a se non nel legno con dei fiori in test e le divise sull’attenti per la festa Conta conta monete e bla bla Ridi, ridi che poi passerà Aia iaia aia iaia Nun t’arrabbià

Insegna poi quel padre confessore il segreto della Sacra Trinità Padre, Figlio e Santa Povertà In piedi sull’altare del padrone preso il vino per combattere la sete nascondeva tasche piene di monete Conta conta monete e bla bla Ridi, ridi che poi passerà Aia iaia aia iaia Nun t’arrabbià Diglielo a chi ancora sogna forte e dona al cielo desideri invano le illusioni son volate piano piano…


a richiama ogni figlio partito che preg Mary Jane è una stanza sul retro, zza care ra soltanto per un’alt gonfia di pioggia tra fango e mattoni se e un abbraccio di un’isola dura dove Londra è una luce soffusa che non piangi non si capirà illumina i suoi giorni migliori e perché piove anche quando c’è il sol vende pezzetti di cuore, e e vien che iso un po’ come un sorr a chi compra il piacere al mercato che va per regalare a se stessa Quando la sete che avanza le fa un sogno d’altrove da bere d’un fiato ricordare di essere viva Rosse passioni alla testa e azzurri Mary Jane inizia a cantare e prova a quegli occhi, quegli occhi di mare er giocare un’altra partita per strada lei era Fair Emma o Ging i canti che aveva imparato laggiù, in che tanto era uguale quei pub al sapore di legno soltanto per chi sa ascoltare quel ’eco e marcia più d’ogni peccato non può che vibra lontano arato i più tacere, non ha mai imp sarà come una lacrima tolta alle verd Si son portati via con le sue vergogne campagne e a un cielo ovattato ••• anche la sua ora di libertà atta distr re mad una o forse è riuscita a scappare, Come Ora è muta la strada, età ’ l de con nas che a l sore è tornata a contare O una i comignoli accesi, e cart e l re chia mis a a le stelle a Gaillimh Lei gioc si svuotano i bar erà piov poi se re capi i fart A non è la voce di Mary Jane ••• che dopo stanotte rdo acco un ato, ston no i viol un e A non farti capire se poi tornerà Com più non canterà zza e l bel rara di ato i sbagl




Ci sono giorni che mi sveglio e già lo so e te che l’ultimo frammento era fatto com Illumini le nuvole dell’emisfero fragile più con isole che non pensavo di vedere i vuo o l non se po Non voglio esser trop ma come fai Lo senti già, di cosa sa. Be my best My masterpiece Don’t worry what’s wrong with you it’s wrong with me Be my best My masterpiece Light my room tonight Conoscersi è un’impresa ma quel ramo acceso, brucerà ità in mezzo a corpi vuoti pieni di mediocr A volte penso che la musica sia un’isterica

po’ bambina senza limiti da coccolare un do ma fon a ce nuo che La tua invece è poesia Per fortuna non finisce qua, continuerà. ••• Commetto degli errori che mi serviranno quando poi più chiederò da bere per non ripeterli mai Con te non è così ci credo già da un po’ i non so come faccio a dirlo senza poi ripeterm i di più erm vinc con per i Ti chiamo in tanti mod che da ma basta già, quest’on mi tira giù ••• Light my room tonight.


Ho finito come un fiore già appassito che ha perso il suo cappello dentro il gelo dell’inverno che mi ha ferito Mi hai finito senza mai chiedere scusa una carezza sopra il cuore data con l’avvitatore e sei sparita Ma guarda il sole che se ne fotte Se ho le ossa tutte rotte E sai perché Perché ha deciso che questa è una bella giornata Anche senza di te Hai finito di comprarti delle scarpe per camminare sulle strade che hai promesso di asfaltare invece poi la hai demolite E’ finito anche il whiskey nel bicchiere

tu eri l’acqua per calmarlo e invece di farmi ubriacare mi hai lasciato ad annacquare e Ma guarda il sole quanto se ne fott rotte Se ho le ossa tutte E sai perché Perché ha deciso che oggi sorgerà lo stesso Anche senza di te Ho finito anche con questa canzone fatta di parole sole in cerca ancora dell’amore prima sembra tutta nera che invece è già finito poi rispuntano i colori di nascosto sotto al letto nati dai vecchi dolori assieme ad ogni tuo difetto gia E come il sole, me ne fotto della piog credi ancora che t’aspetto Che a giugno arriva come un pugno ma io son partito presto E se ne va e non torno per sei mesi E con la pioggia che anche tu te ne lascio tutti qui sospesi sei andata a farsi mille e più questioni Guarda un po’ che bella giornata oni i l io mi levo dai cog Perché adesso finalmente l’ho capito come ogni primavera E’ finita!


ere in sacrestia Mi hanno preso che bevevo un bicchi al egria tra le mani vino rosso e un avanzo d’ ia Mar a col c pi a mi a l in testa solamente care spor non per vora inginocchiata che la re a i d vi una maestria da in dei fedeli Hanno detto che ho rubato donazioni ci un sentimento prar com per arne non dovevo approfitt d’oro erano soldi della Chiesa per un libro tutto loro per fa non che ma te Maria è un diaman forse per il lavoro Ma la polizia M’ha portato via Ma non è colpa mia È colpa di Maria etto È colpa di Maria che lavorava all’uncin letto nel ertà b i l e o t cul di predicando libertà nza asta abb è non i e l per ogni mia fantasia za stan a l del i mur sui o s ha dipinto il paradi e la paura fa novanta più divertire Poi mi ha detto sei noioso non mi fai spesa dopo averle regalato delle borse della

da galera dei ricordi come fiori e un braccialetto za pagare sen to s vi e mar al su un tramonto in riva per poterla toccare Ma la polizia M’ha portato via Ma non è colpa mia È colpa di Maria a un rigattiere Io che credevo nell’amore l’ho venduto ere ora voglio libertà e flirto col mio carceri e sposare anch o i vogl a l che Maria ancora non sa re paga da rate e l per aro appena troverò il dan la bacerò sull’altare cio e mi lamento Da quando sono al fresco che mi cruc il vento Maria non è passata è scappata con re niente sape di o fing o don agli altri che mi chie nte noce n i sono o i sono mica come loro, non mi ha creduto il tenente Maaaa la polizia M’ha portato via Non è colpa mia È colpa di Maria e della polizia.


e Muore la strada, di fame e di speranz salvarsi per bi i al un e chi tira a tardi ha sempre Diciotto del ata ferm per ridere di chi muore alla dopo il ballo sa acce na e per sognare ancora una gon guardano distanti Ma quando gli occhi di un incrocio ti contenerli tutti quanti per tto, il tuo cappello è diventato stre e, non le riconosci più Quando le luci che sembravano ferm pensaci bene prima di tornare are pensa alla strada che hai fatto per arriv Sudato e fragile così è più facile, da buttare via compromessi Se ami qualcuno senza conoscere i la vita argl v sal Ricordati di dirglielo, potresti i la mano prima ders pren o i Ché la salita è lunga, megl le insegne mil e l dal tata In questa strada buia, svuo ato dalle sue prigioni Forse il santo di quartiere mi ha salv re unico, di essere libero esse di i, vendeva fumo come illusion

sapeva e e guardandoti con occhi stanchi di chi ha sempre taciuto ti dirà di non tornare minare di non fermarti e continuare a cam Sudato e fragile così è più facile, da buttare via Sudato e fragile così è più facile da buttare via Sudato e fragile così è più fragile Sudato e fragile così è più facile Andare via.



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