Approfondimenti AGIAD - Il Vantaggio di essere Dislessici

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IL VANTAGGIO DEI DISLESSICI SBLOCCARE IL POTENZIALE NASCOSTO DEL CERVELLO DISLESSICO

Articolo tratto da: www.wired.com, liberamente tradotto dal sig. Alessandro Cerboni, adulto dislessico.


In un articolo pubblicato da Wired Sciences sul Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) viene presentato un nuovo punto di vista frutto di studi recenti che si sono avvalsi delle moderne tecniche di analisi neurologica. L’autore intervista i due ricercatori Fernette e Brock Eide che hanno fatto una ricerca nell'area metropolitana di Seattle. Sono anche gli autori di The Dyslexic Advantage: Unlocking the Hidden Potential of the Dyslexic Brain , e curano anche un Blog su internet dove trattano diffusamente dei benefici poco noti e apprezzati della dislessia. Di solito la dislessia è considerata un handicap: una deficienza mentale che rende la lettura, i calcoli, la scrittura e la memorizzazione di lettere e numeri difficili. Sfidando questo punto di vista prevalente, gli esperti sulla difficoltà di apprendimento, Brock e Eide Fernette, sostengono che la dislessia è un modo alternativo di funzionamento del cervello che può offrire anche molti vantaggi. I bambini dislessici si trovano in difficoltà e a lottare con un approccio che non è consono con le loro capacità di apprendimento specie nelle prime classi, ache se spesso crescono sviluppando notevoli doti come in narratori di talento, inventori e imprenditori. Il nuovo libro di Eides 'Il vantaggio dislessico”, vuole dare un aiuto ai dislessici e alle loro famiglie, a riconoscere e coltivare i benefici di un cervello dislessico. Gli autori hanno recentemente discusso in una intervista con Wired alcuni di questi benefici. Di seguito si riportano alcune delle risposte dei due studiosi.

IL VANTAGGIO DEI DISLESSICI

Wired Sciences intervista Fernette e Brock Fide, ricercatori di Seattle USA


Brock Eide: La definizione generalmente accettata si concentra sulle difficoltà di lettura e di ortografia che sono inattesi dato il buon livello intellettivo individuale di un bambino e l’ambiente familare ed educativo in cui cresce. Noi pensiamo che la definizione del disturbo è inadeguata per un suporto pratico, infatti i sintomi variano molto da persona a persone. Spesso troviamo anche ragazzi dislessici dotati di un elevato QI verbale di 140 o 145 che consente loro di leggere con buona comprensione, e di conseguenza non saranno quasi mai riconosciuti come dislessici. Anche se poi sono costretti a leggere ad un ritmo piuttosto lento rispetto agli altri studenti secondo quanto è previsto dai programmi didattici di apprendimento, conseguentemente le loro prestazioni soffriranno per questa loro capacità di lettura rallentata. Per alcuni studenti dislessici, i problemi di lettura possono anche essere un aspetto minore rispetto ad altre aree, come la scrittura e la matematica, le attività meccaniche o procedurali; tutti questi fenomeni nascono da differenze di struttura nei collegamenti dei neuroni nel cervello degli stessi dislessici e che sono alla base dei processi di lettura e di ortografia tanto che sfidano le definizioni tradizionali di dislessia che invece si concentrano interamente sul suono parola o l'elaborazione del linguaggio e davvero non coglgono la reale portata di queste differenze.

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Wired: Qual è la tua definizione operativa di dislessia?


Fernette Eide: Uno dei più grandi fraintendimenti è che il cervello dislessico differisce solo per i modi in cui processa i simboli stampati, quando in realtà si è scoperto che è un modello alternativo di ragionamento che colpisce, su tutta la linea, il loro modo di elaborare le informazioni. Il Cervello di un dislessico è organizzato in modo da massimizzare la capacità di percezione di un’immagine nei suoi macro collegamenti a scapito della capacità di elaborazione dei dettagli. E 'un grave errore considerare un bambino dislessico come se il suo cervello stia cercando di seguire la stessa modalità di sviluppo degli altri bambini, è semplicemente fare un pessimo lavoro con loro. In realtà il cervello in un bambino dislessico si sta sviluppando in modo molto diverso. Si stabilisce un diverso modello di connessioni e circuiti, che creano creando un modo diverso elaborare i problemi ed il rapporto con la realtà. Le differenze sono globali, non riguardano solo in alcune aree o capacità del cervello. Così, per molti studenti dislessici, lo sviluppo normale in realtà consiste di avere un cervello che è cablato in modo che l’approccio alla lettura presenta maggiori difficoltà rispetto ad imparare secondo i processi tradizionali di quanto non lo è per gli altri studenti, questo è più evidente quando hanno 7 o 8 anni. E questa differenza di sviluppo crea una differenza tra ciò che è il loro naturale bisogno di imparare e il modo che “l'educazione tradizionale” è offerta nelle prime classi. C'è un vero e proprio scontro tra quello che può essere utile davvero in quell’età particolare, e quello che è loro richiesto di fare in classe, e questo rende molto difficile per loro svilupparsi nell’ambiente tradizionale della didattica scolastica. L'altro grande equivoco è ritenere che la dislessia sia fondamentalmente un disturbo di apprendimento che produce solo problemi, mentre è piuttosto un diverso modello di elaborazione che può presentare, al contrario, enormi punti di forza oltre i noti problemi.

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Wired: Quali sono i principali pregiudizi che circondano l’essere un DSA?


Brock: Nel libro abbiamo descritto quattro profili che rappresentano i punti di forza più importanti, fondamentalmente ognuno di questi profili riflette un modo diverso ma correlato, in cui il cervello dislessico presenta una particolare bravura. Ad esempio i DSA sono molto dotati per la visione d’insieme, a percepire un’immagine nel suo complessivo, riescono ad avere una percezione globale, a percepire in modo molto più ampio, riesce facilmente immaginare, in senso dinamico, come i processi si svilupperanno nel tempo. Alcuni individui dislessici sono particolarmente bravi nella percezione spaziale. Aggregare le viste prospettiche nello spazio tridimensionale è per loro molto facile. Possono, infatti, trovare impiego nel design, nelle arti tridimensionali 3D, in architettura, anche come ingegneri, architetti, inventori, come chimici organici sono facilitati dalla capacità di vedere le strutture complesse o , al limite, essere particolarmente bravi a sistemare i pacchetti della vostra spesa. Il Ragionamento correlato è un altro dei loro punti di forza. Queste correlazioni possono essere ad esempio rapporti di somiglianza - analogia - o relazioni causali; lo sono anche la capacità di modificare la prospettiva e di vedere un oggetto o un evento da diverse prospettive e angolature; o la capacità di percepire il "succo" o il disegno d’insieme in un insieme di eventi o idee. Molti dislessici lavorano spesso in campi interdisciplinari o in più campi che richiedono comunque conoscenze e tecniche appartenenti a diverse discipline e ambiti di conoscenza. Oppure

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Wired: Quali sono i principali punti di forza che può avere un cervello dislessico?


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ancora loro stessi diventano dei plurispecialisti, spesso si scopre che la loro vita professionale è particolarmente varia. Molto spesso questi individui fanno osservazioni mostrando che ci possono essere delle connessioni che altre persone non hanno mai visto prima. La maggior parte dei dislessici tende a ricordare i fatti in forma di esperienze, esempi e storie, piuttosto che in forma di ricordi astratti. Noi chiamiamo questo tipo di ragionamento “narrativo”, è caratteristica che noi consideriamo il terzo punto di forza. Questi ragazzi hanno una spiccata capacità di apprendere dall'esperienza. E 'molto comune che i loro familiari descrivano questi ragazzi, come l’elefante di famiglia. Saranno sempre pronti a rispondere chi ha dato qualcosa a sua sorella per il suo compleanno due anni fa, tanto che posso essere considerati gli storici di famiglia, ma paradossalmente non riescono a ricordare gli orari del bus ne in che direzione vada il Bus n°3. Questi individui eccellono nei campi in cui raccontare storie e la comprensione delle relazioni sono importanti, campi come la vendita, la consulenza, il diritto o addirittura anche l’insegnamento. Un gran numero di scrittori professionisti sono dislessici. Per esempio, Philip Schultz, un poeta vincitore del premio Pulitzer, ha recentemente scritto un pezzo meraviglioso per il New York Times sul suo nuovo libro di memorie, “la mia dislessia”. Egli mostra quel tipo di memoria profondamente chiara e vivida delle esperienze personali, sin dall’infanzia, che comunemente troviamo negli individui dislessici. La quarta capacità è la capacità di ragionare in contesti dinamici, quando le informazioni sono incomplete o stanno cambiando nel tempo. Le persone forti in questo settore spesso lavorano nel campo degli affari, dei mercati finanziari o in settori scientifici in cui si ricostruiscono eventi del passato, come geologi e paleontologi. Queste persone sono a loro agio quando lavorano su situazioni che sono in continuo cambiamento così come nel fare previsioni.


Brock: La maggior parte dei dislessici mostra una combinazione dei punti di forza descritti. Probabilmente l’80-90 per cento degli individui dislessici con cui abbiamo lavorato mostrava una predisposizione cerebrale di tipo narrazione, e molti di questi individui mostravano anche ottime capacità nel ragionamento dinamico. Il Ragionamento interconnesso è altrettanto comune. Sorprendentemente, la percezione spaziale, che è spesso vista come l'abilità quintessenza del dislessico, è meno presente o assente in alcuni casi. Nel nostro libro c'è una bella intervista con Douglas Merrill, che è stato il Chef Information Officer di Google per diversi anni, ed è una persona veramente notevole, e ci ha detto: "Se chiudo gli occhi in questo momento, non potrei dirvi in quale direzione è la porta di uscita.” Ma lui è però molto forte in tutti gli altri punti di forza che abbiamo descritto.

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Wired: I dislessici mostrano la prevalenza di una capacità particolare, o si mostrano combinazioni di queste? •


Fernette: La maggior parte di ciò che si fa nelle prime classi si concentra sull’acquisizione di un certo il tipo di competenze che dipendono da percezioni visive o uditive da avere a memoria in modo chiaro e l'apprendimento di competenze in modo automatico al punto in cui non ci si deve pensare per ricordarle. Questi sono solo i tipi di competenze particolari basate sulla memorizzazione in cui i bambini dislessici tendono ad mostrare le maggiori difficoltà di apprendimento. Ma perché è lì che il focus del disagio è nella prime classi, i loro punti di forza che sono nella elaborazione della visione d’insieme o rivivere esperienze personali tendono ad essere trascurate. Ma col tempo vediamo che è questa stessa mancanza di capacità di imparare cose a memoria, in modo che non hanno più bisogno di essere ripensate, che obbliga gli individui dislessici a non contare sulla memoria, nei compiti in cui sono impegnati, e che da come risultato una maggire propensione a innovare e ottimizzare e modificare.

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Wired: Qual è un esempio di una debolezza mentale che nasconde un punto di forza?


Brock: Dal nostro punto di vista il dato più interessante degli studi viene dal dottor Manuel Casanova, dell'Università di Louisville, Kentucky. Egli ha analizzato i cervelli di migliaia d’individui. Ha scoperto che in generale nella popolazione, per quanto riguarda la distanza tra le unità di elaborazione funzionali nel cervello chiamato “minicolonne” vi è una distribuzione della densità a forma campana. Questi fasci di neuroni funzionano insieme come un’unica unità. Alcune persone hanno minicolonne disposte in modo fitto mentre per altri sono distanziate molto distanti tra loro. Questo è molto indicativo perché quando le minicolonne sono assiepate, c'è pochissimo spazio tra loro per consentire agli assoni di svilupparsi per compiere connessioni e formare circuiti su più vasta scala. Al contrario i collegamenti connettono molte minicolonne nelle vicinanze che hanno funzioni molto simili tra loro. Come risultato, si ottengono circuiti neuronali che processano molto rapidamente e si agiscono in modo specializzato per funzioni di fine dettaglio come ad es. discriminare piccole differenze tra stimoli simili. Ma le persone con questo tipo di strutture del cervello, tendono ad avere difficoltà per fare collegamenti tra aree distanti del cervello che permettono di sostenere funzioni superiori come il contesto, l'analogia, e il significato. Tra gli individui con le minicolonne più serrate il Dr. Casanova ha trovato molti individui che sono stati diagnosticati con forme di autismo. Al contrario, le persone con le minicolonne ampiamente distanziate, all'altra estremità della scala, tendono a creare più connessioni tra parti del cervello funzionalmente diverse in modo che possono rivivere ricordi di eventi passati e sviluppare simulazioni mentali più complesse o confronti. E 'in questa parte dello spettro cerebrale in cui Casanova tende a trovare le persone con dislessia.

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Wired: Nel vostro libro sostenete che il cervello delle persone dislessiche è strutturato in modo diverso. Che cosa intendete dire?


Brock: Una delle cose più importanti è quella di ricordarsi focalizzare l'individuazione e il rafforzamento dei punti di forza. Troppo spesso l'attenzione è rivolta "correggere quello che non va", piuttosto che chiarire e coltivare ciò che è giusto per loro, e questo è un grosso errore. Ma quando si cerca d migliorare le prestazioni in aree di difficoltà, l’aiuto dovrebbe essere orientato a queste specifiche peculiarità del bambino. Non mi preoccupo troppo del fatto che alcuni bambini abbiano delle difficoltà in più rispetto ai loro coetanei altrettanto intelligenti se loro amano stare a scuola con i loro amici. Questi ragazzi staranno spesso bene in una classe normale specie se si aggiunge un aiuto esterno nelle aree in cui si trovano in maggiori difficoltà. Ma c’è un sacco di ragazzi che sono devastati dall’esperienza di vedere gli altri bambini fare facilmente certe cose, mentre loro sono esclusi, derisi oppure ricevono pressioni da parte del docente. Per quei ragazzi, quando vedi la loro immagine di se, la loro capacità di riposare, la loro qualità di vita che sta veramente deteriorando è una vera tragedia. Hanno assoluto bisogno di essere spostati in un ambiente in cui nell'educazione si tiene conto del rispettivo profilo di sviluppo. Citiamo varie possibilità nel libro. Ma è importante riconoscere che questi bambini possono essere psicologicamente distrutti se vengono mantenuti per troppo tempo in un ambiente difficile e ostile che non capisce perche hanno difficoltà e come queste possono essere superate.

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Wired: Se io fossi il genitore di un bambino dislessico, che consiglio mi daresti?


Ringraziamo il Sig. Alessandro Cerboni che ci ha gentilmente dato il suo contributo nell’individuazione dell’articolo e nella traduzione. Alessandro Cerboni, sposato, una figlia, vive ad Arezzo in Toscana dove è nato, classe 1953, lavora in proprio come Consulente Strategico per imprese ed enti dal 1975, è stato docente di Master universitari, fa ricerche nel campo dei Sistemi Complessi, Teoria del Chaos, e Economia comportamentale in collaborazione con alcune università italiane e estere. Ha scoperto di essere dislessico dopo i 40 anni leggendo casualmente un opuscolo per gli insegnanti e da allora ha approfondito l'argomento per comprendere meglio se stesso e la propria storia personale. Molti studi sulla dislessia fanno anche parte del bagaglio di conoscenze che utilizza nel proprio lavoro. Coltiva una insana passione per la musica e le discipline collegate. Brock Eide e Fernette sono autori di The Advantage dislessici (2011) e Child mislabeled (2007) oltre ad essere membri attivi della International Dyslexia Association and Learning Disabilities Association e servono come membri del consiglio per SENG (Sostenere bisogni emotivi della Gifted). Brock Eide, MD, MA, è una Phi Beta Kappa e AOA Medaglia Honors Società laureato presso l'Università di Washington, e la University of Washington School of Medicine. Ha conseguito il Master presso il Committee on Social Thought all'Università di Chicago e impegnato in studi post-dottorato presso l'Università della California-San Francisco, National Institutes of Health, e la University of Pennsylvania. Ha tenuto numerose conferenze e pubblicato ampiamente nel campo dell'istruzione come dono, difficoltà di apprendimento ed è stato consulente del Presidente del Consiglio sulla Bioetica. Insieme alla moglie, ha scritto Il bambino mislabeled (Hyperion 2006). Fernette Eide MD è una Magna Cum Laude laureato con lode dipartimentali presso la Harvard-Radcliffe College. Ha ricevuto il suo MD presso la University of California-San Francisco School of Medicine ed è stata la Facoltà di Neurologia dell'Università di Washington, la University of California-San Francisco e dell'Università di Chicago School of Medicine. Ha tenuto numerose conferenze e pubblicato ampiamente nel campo dell'istruzione come dono, difficoltà di apprendimento ed è stato consulente del Presidente del Consiglio sulla Bioetica. Insieme con il marito, ha scritto Il bambino mislabeled (Hyperion 2006).

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Ringraziamenti


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