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L’industria alimentare europea chiede lo stop alle galline in gabbia

Non solo associazioni animaliste, ma anche scienziati, aziende e semplici cittadini hanno chiesto all’Europa di stabilire uno stop definitivo all’allevamento delle ovaiole in gabbia.

In una lettera indirizzata alla presidente dell’Unione europea Ursula Von Der Leyen, al Vice Presidente Frans Timmermans, e ai commissari Stella Kyriakides e Janusz Wojciechowski, che si occupano di sicurezza alimentare e di agricoltura, alcune aziende alimentari europee hanno chiesto di passare a forme di allevamento alternative ai sistemi in gabbia, per garantire il benessere degli animali.

Dopo quasi un milione e mezzo di firme raccolto da associazioni animaliste in tutta Europa, dopo il manifesto di oltre 140 scienziati guidati dall’etologa e antropologa Jane Goodall, adesso dunque prendono posizione anche le aziende, tra cui le italiane Barilla, Ferrero e Fattoria Roberti, che di uova fanno un grandissimo uso per i loro prodotti e che da tempo si muovono per eliminare l’uso di uova provenienti da galline in gabbia. Insieme a loro altre note aziende europee e multinazionali hanno sottoscritto la lettera: Aldi, Ikea, Mondelēz, Nestlé, Unilever.

“Condividiamo le preoccupazioni dei consumatori, della società civile e del governo circa il benessere degli animali in allevamento. Il 94% degli Europei ritiene che la tutela del benessere degli animali d’allevamento sia importante (Eurobarometro 2015)”, si legge nella nota inviata ai vertici europei. Le imprese appoggiano la petizione End the Cage Age per la fine dell’allevamento in gabbia, promossa da Compassion in World Farming, i cui risultati saranno presentati ufficialmente nel mese di aprile.

“Siamo impegnati a contribuire alla riforma dell’industria alimentare dall’interno”, conclude la lettera. “La revisione della legislazione sul benessere degli animali rappresenta l’opportunità ideale per una base giuridica che ponga fine all’uso delle gabbie negli allevamenti europei, a cominciare dalle galline in gabbia, e per sostenere gli allevatori in questo cambiamento. Noi siamo pronti, siamo disposti a condividere la nostra esperienza e collaborare al raggiungimento di tale obiettivo.”

A giugno la Commissione dovrebbe presentare un progetto per migliorare le norme comunitarie sul benessere animale, a partire dall’uso delle gabbie fino alle norme sul trasporto.

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